M ateriali - CIM - Calci Idrate Marcellina SpA

Transcript

M ateriali - CIM - Calci Idrate Marcellina SpA
Principi attivi Fotocatalitici
Bianco per sempre
LA STORIA DEI PRODOTTI FOTOCATALITICI VANTA UN DECENNIO DI SPERIMENTAZIONI E BREVETTI. GIÀ OGGI SONO MOLTEPLICI LE CONFERME DA PARTE DI ENTI CERTIFICATORI INDIPENDENTI (ARPA, CNR, CENTRO RICERCHE DI ISPRA). È PROVATO: LE APPLICAZIONI CON MALTE E VERNICI FOTOCATALITICHE RIDUCONO DEL 30-40% GLI OSSIDI DELLA COMBUSTIONE
DEI DERIVATI DEL PETROLIO E DEL METANO. L’ASPETTO PIÙ INTERESSANTE È CHE NON DEGRADANO NEL TEMPO LA LORO AZIONE PULENTE E LA LORO QUALITÀ ESTETICA. L’ULTIMA
APPLICAZIONE ITALIANA È PIÙ CHE UN MANIFESTO: LA GALLERIA UMBERTO I DELLA CAPITALE
È STATA TRASFORMATA IN UN VERO E PROPRIO TUNNEL DI LUCE. BIANCO, SICURO ED ECOLOGICO.
Celeste Cavalli
1
1. La galleria del Tritone
poche ore prima
dell’inaugurazione e della
riapertura al traffico romano.
Il bianco è destinato a durare
nel tempo, inalterato
2
2. L’ingresso della galleria
all’imbrunire. L’intervento di
ammodernamento ha
rappresentato un ottimo
esempio di partnership
pubblico-privato: è stato
infatti sponsorizzato, in base
ad un accordo con il Comune
di Roma, da CIM ed
Italcementi, per un importo
complessivo di 500mila euro.
L’
insistenza sul colore bianco è, ovviamente, voluta, dal momento che è proprio nella paletta dei neutri e delle tinte pastello
che i cementi fotocatalitici esprimono al meglio le
proprie funzioni “mangiasmog”. E il caso ha voluto
che, a Roma, la riapertura al pubblico della galleria
Umberto I, dopo un mese di lavori per il rifacimento
della volta e del nuovo impianto di illuminazione, avvenisse proprio durante la Notte Bianca della Capitale,
fra l’8 e il 9 settembre scorso. Una coincidenza benaugurante, che ha regalato ai Romani “il Traforo”
- come viene abitualmente chiamato il collegamento fra via Nazionale e via del Tritone - tutto nuovo o
quasi: la pavimentazione, invero, è rimasta la stessa, in porfido; ma i muri e la volta sono decisamente cambiati. Parliamo di 9000 m2 di superficie completamente ricoperta da una nuova pittura bianca. E
non si tratta certo di una pittura qualsiasi bensì di
10/2007 LE STRADE
Materiali
161
162
una vernice cementizia fotocatalitica (la Cimax
Ecosystem Paint della CIM-Calci Idrate Marcelline),
che ha alla base il principio attivo TX Active® (capace di un’azione fortemente disinquinante) brevettato da Italcementi, l’azienda di Bergamo fra i leader mondiali nella produzione di cemento. Il TX
Active® è infatti in grado di attivare la fotocatalisi,
che è un processo fotochimico capace di degradare
e abbattere molte sostanze nocive responsabili dell’inquinamento atmosferico. Il funzionamento della
fotocatalisi è spesso spiegato, per similitudine, attraverso quello della fotosintesi clorofilliana: ed il
paragone aiuta. Serve, infatti, la luce naturale o artificiale, per attivare il processo ossidativo che trasforma i dannosi NOX e SOX in sali, del tutto innocui per l’ambiente. Nel caso delle gallerie serve
dunque un irraggiamento luminoso artificiale: il nuovo impianto della galleria di Roma, ad esempio, è
stato appositamente predisposto, per conto di
Italcementi, CIM e del Comune di Roma, da un’azienda milanese con lunga esperienza nel settore, la
Disano Illuminazione SpA, che ha fra l’altro utilizzato lampade a raggi UV ed apparecchi con vetri protettivi autopulenti. Il tutto, per esaltare al massimo
l’effetto fotocatalitico del sistema.
L’esperienza di Italcementi, a Roma, apre interessanti prospettive in termini gestionali per tunnel e
gallerie: la pittura fotocatalitica combinata con la
maggiore luminosità offre innegabili vantaggi in termini di sicurezza e comfort alla guida; ma gli aspetti più interessanti sono legati alla sicura riduzione degli interventi di manutenzione, che sappiamo incidere
sensibilmente sui costi complessivi, e delle conseguenti interferenze con il traffico. Se pensiamo che
anche le pavimentazioni delle gallerie potrebbero essere realizzate in cemento fotocatalitico, gli effetti
antinquinamento ne sarebbero notevolmente esaltati, senza considerare poi i vantaggi in termini di sicurezza - in caso di incendio -. Ma questo è un altro discorso che non affrontiamo in questa sede.
Attualmente, sono in corso i monitoraggi dei livelli di
inquinamento della galleria del Tritone, in due sezioni specifiche: i risultati saranno resi noti a fine ottobre. Italcementi attende una riduzione del 30-40%,
di cui beneficeranno principalmente i numerosi pedoni che utilizzano la galleria per gli spostamenti di
quartiere. Ma al di là delle simulazioni, sono state invece certificate le riduzioni degli inquinanti in molti
degli interventi stradali realizzati con TX Active®‚ dai
partner di Italcementi, come quelli a Bergamo (-49%
degli NOX) o Milano, Roma, Bologna, Firenze, Asti e
Novara. Risultati che confortano le amministrazioni
più avvedute circa la bontà dello loro scelte lungimiranti e che, si spera, possano fare nuovi proseliti.
Le ultime certificazioni in ordine di tempo risalgono all’agosto 2007 quando l’Agenzia Regionale per la
Protezione dell’Ambiente, Dipartimento di Bergamo,
ha reso noti i dati di un monitoraggio operato sulla pavimentazione catalitica di Via
Borgo Palazzo, realizzata con
masselli autobloccanti contenenti TX Active®, messa a
confronto con una pavimentazione non trattata. Le analisi sono state condotte in
campo urbano dai tecnici di
Italcementi, ma sotto l’alta
sorveglianza del personale
Arpa. Sono state condotte due campagne di monitoraggio di due settimane ciascuna: dal 6-17 novembre
2006, e dal 15-26 gennaio 2007. Il monitoraggio si
è concentrato sugli NOX, a due differenti altezze: a 30
cm, ovvero altezza suolo, e a 180 cm, altezza uomo.
I risultati hanno segnalato diminuzioni significative
dell’ordine del 40% degli NOX tra la zona fotocatalitica rispetto a quella con asfalto tradizionale ed un riallineamento dei valori, in ore notturne, dove l’effetto
del principio attivo è azzerato. Ma l’aspetto più interessante è il ribaltamento dei dati di concentrazione
degli ossidi di azoto a terra e ad altezza uomo. Nella
pavimentazione con asfalto bituminoso tradizionale
si hanno valori degli inquinanti più alti a terra, mentre nel caso della pavimentazione fotocatalitica i valori a terra sono inferiori proprio per l’azione catalizzante del principio attivo TX Active® che abbatte gli
ossidi nocivi.
2. Il sindaco di Roma
Walter Veltroni, si
appresta al taglio del
nastro della galleria
rinnovata
3
DATI DI VIA BORGO PALAZZO, BERGAMO
Altezza suolo
concentrazione NOX (ppb)
contrazione NOX (ppb)
pavimentazione fotocatalitica
pavimentazione in asfalto
30 cm
250
336
180 cm
260
316
Si può affermare che un uso più estensivo dei fotocatalizzatori applicati ai materiali da costruzione potrebbe
contribuire sensibilmente alla riduzione degli inquinanti
che aggrediscono l’ambiente urbano. La nostra attenzione si è concentrata per ovvie ragioni sulle applicazioni stradali, ma anche l’edilizia sta iniziando ad utilizzare i
Materiali
10/2007 LE STRADE
4
prodotti fotocatalitici per gli edifici. Prodotti cementizi fotocatalitici, sono stati impiegati per la Chiesa Dives in
Misericordia, realizzata dall’arch. Richard Meier, a Roma;
ma poi ancora, altre applicazioni si sono avute nella città della Musica e delle Belle arti di Chambery; per le facciate di un edificio dell’Air France all’aeroporto Roissy
Charles de Gaulle, e per l’Hotel de Police a Bordeaux.
Va riscontata una sempre maggior sensibilità da parte
dei tecnici e degli amministratori locali all’utilizzo di prodotti d’avanguardia, in grado di ridurre attivamente
l’inquinamento atmosferico. Di più: sono sempre maggiori i casi in cui, a livello normativo regionale, viene
fatto esplicito riferimento all’utilizzo di prodotti eco-attivi, per una azione concreta a favore dell’ambiente. Nel
Regolamento Regionale n. 7 del 24 aprile 2006 Norme
4, 5. Due esempi di
rifacimento del manto
stradale con masselli
autobloccanti in cemento
fotocatalitico in Via Borgo
Palazzo, a Bergamo,
e a Cornaredo in provincia
di Milano
6. Pannello fonoassorbente e
fotocatalitico, una recente
applicazione del principio
attivo TX Active® alle
barriere antirumore: già in
uso in Italia e in Francia
5
Tecniche per la costruzione delle strade, di Regione
Lombardia, all’art. 8 (Analisi di traffico - comma 5) è detto che nel “progetto definitivo è necessario valutare soluzioni di dettaglio quali le intersezioni ….e materiali quali quelli cementizi fotocatalitici per la riduzione
dell’inquinamento…”. La Regione Puglia, d’altra parte, ha
inserito nel Piano Regionale di Qualità dell’Aria, l’obbligo
all’utilizzo di prodotti fotocatalitici per l’edilizia e si sta attivando perché le stazioni appaltanti, negli appalti pubblici, impongano l’utilizzo - per una data percentuale - di
prodotti fotocatalitici (malte, pavimentazioni, pitture, intonaci e rivestimenti). Non bisogna infatti dimenticare
che il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
con il Decreto Ministeriale del 1 aprile 2004 (Linee guida per l’utilizzo dei sistemi innovativi nelle Valutazioni
6
10/2007 LE STRADE
Materiali
163
164
di Impatto Ambientale) suggerisce l’adozione di prodotti fotocatalitici e con il Decreto del 16 ottobre 2006
(Programma di finanziamenti per le esigenze di tutela
ambientale connesse al miglioramento della qualità dell'aria e alla riduzione delle emissioni di materiale particolato in atmosfera e nei centri urbani) mette a disposizione finanziamenti per le regioni, che contribuiscono in
maniera determinante all’utilizzo e alla diffusione dei materiali fotocatalitici, per importi che possono raggiungere un totale di 15 milioni di euro.
Ritornando all’argomento stradale, o per meglio dire
autostradale, due sono le segnalazioni da portare all’attenzione del lettore:
• l’avvio di una sperimentazione che prevede l’utilizzo
di materiali fotocatalitici nella costruzione del tratto marchigiano della terza corsia della A14;
• la proposizione dell’utilizzo di materiali fotocatalitici per
gli imbocchi e le uscite delle gallerie naturali ed artificiali della superstrada Pedemontana Veneta (inizio cantieri
2009).
Nel primo caso le prescrizioni per la A14 da parte della
Regione Marche sono per l’utilizzo di materiali fotocatalitici in opere stradali: barriere fonoassorbenti, gli spartitraffico new-jersey, per le pareti interne di gallerie e
per le pavimentazioni dei tratti interni di gallerie. Ulteriori
indicazioni del Ministero dell’Ambiente, in sede di VIA
(Valutazione Impatto Ambientale) hanno ampliato il campo delle applicazioni anche ai muri di sostegno e di sottoscarpa. I lavori inizieranno in via sperimentale nel tratto periurbano di Senigallia e a seguito della fase di
monitoraggio, si potrà valutare l’estensione degli interventi con materiali eco-attivi non solo alle infrastrutture.
Nel caso della Pedemontana veneta si è ancora nella fase
delle valutazioni circa l’utilizzo dei materiali fotocatalitici:
le quantità in gioco sarebbero davvero interessanti, riguarderebbero infatti circa 6,7 km lineari di sviluppo.
Il Gruppo Italcementi, depositario fra gli altri del brevetto internazionale TX Active®, ci informa che interessanti applicazioni di suoi partner d’oltralpe sono in corso nell’area parigina, a dimostrazione di un uso sempre
più diffuso al livello europeo dei prodotti eco-attivi. D’altra
parte la Commissione Europea ha investito pesantemente
in studi e ricerche per valutare l’efficacia dei prodotti fotocatalitici. A fine 2006 si è concluso, ad esempio, un progetto europeo dedicato a queste valutazioni (il progetto
PICADA-Photocatalytic Innovative Coverings Applications
for Depollution Assessment), cui hanno partecipato anche il CNR di Milano e il CTG del Gruppo Italcementi. Il
progetto PICADA, nell’ambito del Programma di ricerca
europeo Competitive and Sustainable Growth, ha certi-
Come agisce il principio attivo fotocatalitico?
TX Active® è il principio attivo fotocatalitico per materiali cementizi, brevettato da
Italcementi, certificato per malte, pitture, intonaci e pavimentazioni, in grado di
ridurre le sostanze nocive presenti nell’aria, prodotte dall’attività dell’uomo (fabbriche, automobili e riscaldamento). Il principio attivo, grazie alla luce naturale o
artificiale, attiva la fotocatalisi, che, attraverso una reazione chimica, porta alla
decomposizione delle sostanze organiche e inorganiche presenti nell’atmosfera,
evitandone l’accumulo. La fotocatalisi accelera, perciò, processi ossidativi che
già esistono in natura. Il risultato è la produzione di composti assolutamente innocui (sali), che si disperdono nell’ambiente. Il cemento dà un contributo importante al principio attivo dal momento che ha un ottima capacità di assorbimento degli
agenti inquinanti, oltre ad essere il materiale maggiormente utilizzato nel mondo
per le costruzioni. È bene sottolineare che la durabilità meccanica delle applicazioni cementizie TX Active® è uguale a quella delle applicazioni con cementi standard, ma il principio fotocatalitico non è soggetto a degrado o consumo: in sostanza
non si esaurisce.
ficato che i materiali edili ed i rivestimenti cementizi fotocatalitici assorbono ed eliminano gli inquinanti atmosferici in una percentuale variabile dal 20 all’80% in relazione alle condizioni atmosferiche e all'irraggiamento
luminoso che innesca il processo di fotocatalisi. L’ex
Commissario europeo alla ricerca Philippe Busquin
(Commissione Prodi), già a partire dal 2004 ha in più sedi
manifestato il proprio entusiasmo verso i risultati delle
sperimentazioni condotte sui materiali fotocatalitici: “una
possibile rivoluzione nella lotta all’inquinamento atmosferico”. I risultati non possono che incoraggiare ad un uso
massivo e su larga scala dei prodotti eco-attivi. Ed è bene
sottolineare, prima di chiudere, che i costi non possono
essere un elemento detrattivo all’utilizzo dei materiali
fotocatalitici:
• nel caso di una facciata di cinque piani, l’incidenza dell’uso di pitture fotocatalitiche è dell’ordine dei 100 euro;
• nel caso di una pavimentazione con masselli autobloccanti, realizzati con cemento fotocatalitico,
l’oscillazione sul prezzo finale rispetto ad un asfalto tradizionale è solo del +15%.
Ma i vantaggi per l’ambiente e per l’uomo sono enormi.■■
Materiali
10/2007 LE STRADE