Ics “ C.Tura” Pontelagoscuro Scuola dell`infanzia Statale Villaggio Ina
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Ics “ C.Tura” Pontelagoscuro Scuola dell`infanzia Statale Villaggio Ina
I.c.s. “ C.Tura” Pontelagoscuro Scuola dell’infanzia Statale Villaggio Ina Ciao sono granino Sono piccolo, rotondetto, con una bella riga in mezzo e un po’ durino. Ora abito in un sacco di iuta insieme ai miei amici. Rotoliamo, scivoliamo, ci spingiamo, ci nascondiamo… Ci sono tante cose da fare. Quando arriva qualcuno però ce ne stiamo buoni buoni, in silenzio. Insomma mi piace stare in questo sacco, è la mia casa. Oh! Ma oggi che succede? Ho sentito la mia casa sacco alzarsi su su su, poi è caduta giù. Niente male per fortuna, sono un granino robusto e forte. Poi ho sentito un rumore grrorrr groooor e la mia casa sacco ballava su e giù. All’inizio mi sentivo un po’ sconquassato ma poi mi è piaciuto molto. Poi si è aperto il tetto della mia casa sacco e frusccc siamo scivolati tutti a testa in giù in uno scivolone… e intanto groorr groorr saltellavo come se avessi le molle! Mi sentivo un’arietta frescolina che mi piaceva tanto: fantastico dopo la casa sacco abitavo in una casa-giostra. E poi sono scivolato per un tubicino sottile sottile: ci passava solo un granino per volta e dopo un pochino mi sono sentito cadere in un buchetto scuro: una nuova casa ? sì, una nuova casa Dunque la nuova casa era buia, morbida, e si sentiva l’odore di terra. Ora abito da solo, perché questa è una casina piccola e non ci possono stare altri granini. Oggi è entrato in casa un bisciolino nudo: si chiama lombrico e mi ha raccontato la sua storia. Mi ha anche detto che la mia nuova casa si chiamava “terra”, di coprirmi bene perché stava arrivando l’inverno e avrei avuto freddo. Mi ha spiegato cos’è l’inverno e cosa vuol dire freddo. Non è che ho capito tutto ma l’ho ascoltato. Il lombrico ha sempre abitato nella casa di terra e lui sa proprio tutto. Dopo è entrata anche una formica che mi ha regalato una piccola foglia secca: la userò come copertina e poi vi dico che dopo tutte questa avventure mi sa che mi farò un sonnellino. Nella mia casa di terra, sotto la mia copertina di foglia sto al calduccio. Silenzio ora dormirò per qualche mese. Granino dormiva E anche l’inverno, giorno dopo giorno finì. La terra aveva bevuto tutta la neve che si era sciolta e la casa di granino era piena di goccioline appetitose. E, finalmente granino si svegliò: ma quanto aveva dormito? Si sentiva ben riposato, aveva sete, aveva fame e cominciò a succhiare le gocioline di acqua che erano scivolate nella sua casa di terra. OH, quanto era buona: dolce, saporita, veramente gustosa! Granino beveva, beveva e stava crescendo; si sentiva solletico e si accorse che non era più un ovetto rotondo: si stava aprendo e stava diventando magro e lungo con una voglia di salire in alto. Poi si accorse che gli erano cresciuti anche i piedi e delle piccole scarpette a forma di radici che riuscivano a entrare nella terra morbida e lo spingevano sempre più in su. E cresci e spingi e forza, ancora un po’… granino un giorno uscì dalla sua casa di terra. Era diventato una bella piantina , con delle belle foglioline verdi. Ma che meraviglia, con le foglioline poteva muoversi, girarsi, piegarsi, dondolare. Aveva una casa grande con il cielo, il vento, il sole: la casa campo. Granino passò tanti giorni a crescere, a conoscere animaletti, a sentire i rumori. Si svegliava con il sole e sapeva anche che poi sarebbe venuta la sera e la notte. Sapeva che la pioggia lo aiutava a crescere, sapeva che le sue radici lo tenevano ben stretto alla terra. Era diventata una fantastica bella pianta con un fusto robusto e tante foglie importanti. Vicino a lui crescevano le piante di papavero rosso ed erano molto amici. Papavero era un fiore e sapeva trasformarsi: prima era un bocciolino tutto chiuso e rugoso verde, poi diventava rosino con i petali tutti sgualciti, ma un giorno sbocciava e i suoi grandi petali diventavano lisci e rossi. Granino ogni tanto guardava se anche lui sarebbe diventato un fiore: macchè non aveva neanche un bocciolino! Pazienza, granino e papavero vivevano nella loro casa campo da buoni amici. Un giorno granino si svegli strano: aveva un prurito in testa. Con le foglioline provò a grattarsi e si accorse che gli stava crescendo qualcosa! Stava diventando anche lui un fiore? Macchè! Non era un bocciolino come quelli di papavero, era tipo, bò granino non sapeva proprio cos’era. Ma guardando le altre piantine si accorse che a tutte stava succedendo la stessa cosa: sulla testina stavano crescendo dei ricciolini verdi ! Granino era molto incuriosito e contento: mi stanno crescendo i capelli, non sono un fiore come papavero, io sono un granino e mi crescono i capelli. Era così contento che se avesse potuto avrebbe iniziato a fare le capriole, ma con quelle radici non era proprio possibile! Granino e papavero passavano le giornate al sole e continuavano a crescere insieme. I ricciolini verdi diventavano sempre più tondi e un giorno granino guardandosi bene capì che era diventato una spiega, e che i capelli erano tanti granini come lui. Solo un po’ più giovani! Erano i suoi bambini granini. Oh, che bella scoperta: granino aveva fatto dei piccoli granini che presto sarebbero diventati uguali a lui. Un giorno arrivò nella casa campo un… un … Macchè granino non sapeva chi era. Non l’aveva mai visto. Bè, noi sappiamo che era una mano, una mano che accarezzò la bella testolina di granino. E il sole: che caldo meraviglioso! Granino si sentiva così beato e tranquillo quando c’era il sole! E un giorno si accorse che qualcosa stava cambiando ancora: stava cambiando colore, diventava più chiaro, più chiaro e assomigliava sempre di più al colore dei raggi del sole. Stava diventando biondo! E oh! Un’altra avventura stava per iniziare perché nella casa campo un giorno si senti un rumore grande. Cribbio! Cosa stava succedendo? Granino era molto spaventato e anche papavero. Poi, si sentì tirare su con tanta forza che anche le sue belle radici forti non riuscirono a tenerlo stretto. Granino volò in alto, si arrotolò un sacco di volte. Ecco ora sì stava facendo le capriole, uah!!! A testa in giù la sua casa campo era molto strana. Poi entrò in un cerchio che grattava e tritava. Le sue foglie si staccarono e andarono da una parte insieme al fusto e alle radici. La sua spiga invece andava da un’altra parte. Era entrata in uno scivolo rotondo che grattavano dolcemente la spiga e facevano staccare piano piano i piccoli granini . Nel campo rimasero tutte le foglie e lo stelo della piantina. Una macchina molto speciale le raccolse e le arrotolò facendo dei rotoloni che rimasero al sole ad asciugarsi. I rotoloni di paglia servono d’inverno : i contadini li usano nelle stalle e nei recinti degli animali della fattoria per preparare il letto degli animali e ripararli dal gelo. E granino ? Dove era finito? Granino continuava il suo viaggio avventuroso. Prima dentro un tubo che lo portò molto in alto; poi con un gran tuffo scivolò leggero su un mucchio di tanti granini come lui. E poi ancora , dentro e fuori, sopra e sotto; era continuamente in viaggio; sentiva tanti rumori nuovi che non aveva mai sentito nel suo campo di grano. Poi un giorno granino sentì che qualcuno lo stava doclcemente schiacciando e … che meraviglia! Si era trasformato di nuovo: ora non era più un chicco solido e rotondetto. Ora era diventato una polvere bianca e profumata: granino era diventato “farina di granino”. E come era contento perché si sentiva tutto morbido e liscio e poi non “ruzzolava” più come quando era un semino. E … granino-farinadi granino finì di nuovo dentro un bel sacco pulito di tela bianca. E partì per un altro viaggio Stava riposando dentro alla sua bella casa nuova quando si sentì sollevare e finì dentro a due strane cose, calde. (noi sappiamo che si chiamano mani, ma granino ancora non lo sapeva) E le due cose –le mani- cominciarono a mescolarlo, a solleticarlo, lisciarlo… Oh! Che bello granino sentiva che quelle cose erano tiepide e delicate e stava lì bel beato a prendersi tutte quelle coccole! Poi entrò dentro una grandissima casa; lì si fece un bel bagno caldo e si mescolò con l’acqua e il sale. E quando uscì da quella nuova casa era si era di nuovo trasformato. Perché la farina bianca di granino quando si unisce al sale e all’acqua diventa la “pasta”. La pasta è morbida, profumata e si può trasformare in qualsiasi forma. Granino era così contento di avere due amici con cui stare quando di nuovo si sentì trasportare in un’altra casa. E questa volta entro in un tubo lunghissimo e quando uscì, dopo aver fatto cento capriole era aveva cambiato ancora forma. Poi la formina di pasta rimase un po’ ad asciugarsi sotto un soffio di aria tiepida e alla fine la forma si era indurita. E guardandosi intorno vide che quel posto era pieno di tante forme colorate Insieme a tante formine uguali a lui entrò in una bella casettina di plastica trasparente. E ancora ripartì per un viaggio lunghissimo che durò tanto tempo. Granino infatti entrò in un negozio e poi finì nel carrello della spesa. Rimase per un po’ tranquillo a riposarsi quando un giorno sentì che qualcuno aprì il tetto della sua casina-sacchetto. E pluff, granino finì dentro un lago di acqua caldissima. Ma lui era abituato al caldo perché proprio il sole caldo dell’estate aveva fatto maturare la spiga. Nell’acqua che faceva le bolle iniziò a diventare sempre più morbido e stava imparando a nuotare e a galleggiare come un pesce. Poi si sentì “pescare” e si scrollò di dosso l’acqua calda. Scivola, scivola, scivola… granino finì si sentì appoggiare giù. Si era appena sistemato quando qualcosa di caldo e rosso e profumato gli scivolò addosso. Sembrava una bella copertina per potersi riposare. Era un sughetto saporito Poi sentì su di sé una pioggerellina di chiccolini chiari. Era il formaggio grattugiato. Cosa successe poi a granino lo sappiamo tutti: granino era diventato un buon piatto di pasta asciutta. E la storia di questo granino finisce qui!. Ma la storia di tanti altri granini continua. Anno dopo anno ci sono semini che nascono e crescono per diventare spighe , farina bianca e la buona pasta che troviamo nel nostro piatto! E noi ora la conosciamo tutta