QUESTI È IL FIGLIO DI DIO II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

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QUESTI È IL FIGLIO DI DIO II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
QUESTI È IL FIGLIO DI DIO
II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO A – GIOVANNI 1,29-34
29. Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: "Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie
il peccato del mondo!
Il brano della liturgia odierna presenta Gesù annunciato da Giovanni, che lo testimonia davanti alla
folla e afferma che ha visto lo Spirito scendere su di lui.
Da tutto il testo sembra che il battesimo fosse già avvenuto.
Giovanni si rivolge a Gesù con il titolo di Agnello di Dio, riconducibile all’agnello che veniva
immolato durante la Pasqua ebraica come memoriale della liberazione di Israele (Esodo 12,1-28).
Richiama altresì la figura del servo di Dio che era condotto al macello e che ha subito il castigo al
posto di tutto il popolo per espiarne i peccati (cf. Is 52,13-53,13).
Al posto del sacrificio di tanti animali per potersi riconciliare con Dio, ora è Cristo che con la sua
persona offerta in sacrificio riconcilia in modo perfetto Israele e il mondo con Dio. Il Battista non
immaginava che questo essere Agnello avrebbe comportato da parte di Cristo una totale
immolazione, cosa che invece si è verificata, dal momento che, non essendo stato accolto, il Cristo
ha patito la più crudele delle morti.
Invece di dire che l’Agnello avrebbe tolto i peccati, Giovanni afferma che l’Agnello “toglie il
peccato”, cioè toglie il potere del male, il suo dominio, per cui la potenza del Messia è ancora
maggiore di quella che era attesa da Israele.
Dobbiamo comprendere che mentre in tutte le religioni è l’uomo che sacrifica qualcosa a Dio per
propiziarselo, nel cristianesimo è Dio che sacrifica se stesso per l’uomo.
Dio non toglie la vita, ma la dà. Dio non vuole il sacrificio dell’uomo. Egli offre se stesso in
sacrificio. Dio non vuole sangue per ricompensare la sua sete di vendetta e di rabbia (come
erroneamente le religioni avevano creduto). Dio dona tutto il suo sangue e acqua sulla croce per
amore, perché anche noi impariamo a perdonare, ad amare, a sostituire l’odio con il perdono, a
sostituire la vendetta con l’amore a tutta prova.
30. Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima
di me".
Giovanni Battista incontra e riconosce colui del quale era venuto a preparare l’arrivo e lo proclama
a tutti.
Noi cristiani abbiamo accolto Cristo fin dal nostro battesimo. Egli ci salva, ci perdona, ci divinizza.
Non esiste un onore più grande di questo: essere figlio / a di Dio!
31. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a
Israele".
Il battesimo di Giovanni era fatto solo con l’acqua, non con la potenza dello Spirito, in attesa che il
Messia si manifestasse.
32. Giovanni testimoniò dicendo: "Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal
cielo e rimanere su di lui.
È essenziale la testimonianza di Giovanni Battista che afferma: lo Spirito è disceso ed è rimasto su
Gesù, realizzando la profezia di Isaia 11,2 "Su di lui si poserà lo Spirito del Signore". In questo
modo Gesù può comunicare agli altri il dono ricevuto.
33. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse:
"Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo".
Giovanni Battista afferma che non aveva conosciuto prima il Messia, ma l’ha riconosciuto nel
momento in cui è disceso lo Spirito Santo .
Affermando questo dichiara che è Gesù in persona la sorgente dello Spirito per il credente. È lo
Spirito che trasforma una persona in un figlio di Dio.
34. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio".
Come Giovanni Battista, così ciascun cristiano è chiamato a dare testimonianza di aver ricevuto la
certezza che Cristo è il Figlio di Dio. È questo lo scopo di tutto il Vangelo di Giovanni.
Ricordiamo che Dio continua a togliere il peccato dal mondo: non l’ha fatto solo una volta, ma
continua a farlo. Non lo fa castigando, ma perdonando, non ricambia con il male, ma con il bene.
Anche noi dobbiamo andare nel mondo per dire a tutti che ogni persona è amata teneramente da
Dio, Dio che non toglie la vita, ma la dà, che non vuole il nostro sacrificio, ma che sacrifica se
stesso, che non cerca servi, ma figli, che cerca il nostro amore in risposta al suo.
Che tutti possano additarci dicendo: “Costui/ei è figlio /a di Dio!”.
Suor Emanuela Biasiolo