Dipingo a godimento del mondo

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Dipingo a godimento del mondo
16 UN GIORNALE NEL GIORNALE il Popolo Cattolico
SABATO
28
OTTOBRE
2006
A CURA DELLA REDAZIONE DEL LICEO SCIENTIFICO E LINGUISTICO ‘GALILEO GALILEI’ DI CARAVAGGIO - COORDINAMENTO EDITORIALE NARNO PINOTTI
EDITORIALE
GALILEO,
DAMMI IL CINQUE
Ottobre: l’estate è un ricordo ormai lontano.
La scuola è ricominciata con tutte le sue
attività, e fra loro il Galileo, che torna per il suo
quinto anno.
È curioso ricordare che tutto era cominciato
come un esperimento, da un’idea della
professoressa Daniela Ciocca, che aveva
ottenuto da ‘il Popolo Cattolico’ due pagine
mensili per gli studenti: uno spazio in cui
cimentarsi in un nuovo genere di scrittura,
quello giornalistico, diverso da quelli tipici del
lavoro scolastico.
L’esperimento ha riscosso un meritato
successo e la redazione del Galileo è
cresciuta di mese in mese, coinvolgendo
studenti di tutte le età, da quelli appena
approdati al liceo a quelli più “stagionati”. La
professoressa Ciocca ha contribuito di mese in
mese alla stesura degli articoli, fornendo
continue indicazioni a tutti i “giornalisti”, a
volte senza mezzi termini (ricordo bene un: “E
ti sembra un articolo questo?”), ma senza
dubbio le sue correzioni si sono rivelate molto
preziose per migliorare il nostro stile e dunque
la qualità del nostro giornale.
E così, alla stregua dei reporter più titolati,
un piccolo gruppo di giornalisti in erba si è
aggirato per i rispettivi paesi, impegnato in una
vera caccia alla notizia: non è facile trovare
sempre qualche scoop interessante, anzi nella
maggior parte dei casi la notizia bisogna
proprio “crearla”. Ma gli aspiranti reporter non
si sono scoraggiati e hanno messo impegno e
passione nel continuo miglioramento del
Galileo.
Proprio questa continua crescita è culminata
nella premiazione del nostro mensile da parte
dell’Ordine dei giornalisti, nell’ambito del
concorso “Fare il giornale nelle scuole”; il
concorso ha premiato il lavoro di venti testate
giornalistiche, redatte dagli studenti di tutta
Italia. La cerimonia di premiazione si è tenuta a
Roma, nella sede dell’Ordine, e precisamente
nella Sala dello Stenditoio: per due anni
consecutivi il Galileo è stato tra le venti testate
premiate, con una piccola rappresentanza di
liceali inviata nella capitale a ricevere il premio.
Quest’anno a guidare la truppa di reporter è
Narno Pinotti, che cercherà di proseguire al
meglio il lavoro iniziato quattro anni fa.
Compito non facile, viste le qualità di chi l’ha
preceduto. Ma tocca a noi studenti scatenare il
nostro fiuto per le notizie, e... speriamo di
poterci meritare ancora una volta delle vacanze
romane!
Matteo Mariani
TRENTO LONGARETTI IN MOSTRA A TREVIGLIO FINO A DOMANI, DOMENICA 29
«Dipingo a godimento del mondo»
Il professor Trento Longaretti ha novant’anni compiuti e ancora il camice, i pennelli in mano e tanta voglia
di dipingere. E una straordinaria capacità di ricondurre
nostre domande a sé e alla sua creatività.
Un artista di fama internazionale si sente davvero a casa nel posto dov’è nato?
Direi di sì: più che l’artista sono le sue opere che devono spandersi. L’artista ha un suo luogo – il paese natale o la città d’adozione – ma l’importante è che le opere vadano a godimento del mondo.
Nei suoi quadri esposti a Treviglio compaiono
spesso madri o famiglie. Perché?
Tutta la mia pittura è dedicata all’uomo, alla figura dell’uomo: la mamma col bambino, il vecchio col bambino,
l’uomo con i suoi sentimenti e le sue vicende, buone o
cattive. Dedico la mia pittura alla famiglia perché vedo
che oggi tutto è materialismo o consumismo. La famiglia
è un po’ trascurata, anzi sta diventando sempre più esigua: un bambino, a volte neanche quello. E i giovani si
mettono insieme senza matrimonio, poi si stufano e vanno uno di qua e uno di là. A parte la Chiesa, che la difende a spada tratta, politica e consumismo non considerano più la famiglia centro della società. Io sono vecchio e
facevo parte di una grande famiglia, eravamo quindici –
io stesso ne ho una molto solida, tradizionale e bella, anche se mia moglie non c’è più. Piaccia o non piaccia, io
dipingo famiglie, perché credo che le si debba esaltare.
Ha una città o un museo in cui ha avuto più soddisfazione ad esporre?
Devo pensarci un momento: ho esposto in così tanti
posti... Forse la Columbia University di New York, in un
settore dedicato alla cultura italiana, c’erano autorità
americane e italiane. Grande emozione e soddisfazione.
Nei Musei vaticani ci sono tre mie opere: un vero onore.
Da che cosa trae ispirazione?
Un’opera d’arte è fatta di intelligenza, cuore, emozione e lavoro; di tante cose insieme. L’ispirazione – per i
francesi è l’illuminazione, qualcosa che nasce nel cervello o nel cuore – è importantissima: se non c’è quella non
c’è creatività e neanche l’artista. Però c’è anche molto
lavoro. Non è facile fare opere d’arte. Non è che se uno
ha l’ispirazione si mette lì e fa il capolavoro. Avuta l’idea,
ci vogliono giorni e giorni per compiere un’opera.
C’è un pittore a cui s’ispira?
Fra i miei maestri ideali c’è per esempio il Picasso del
periodo rosa e blu, non quello cubista o delle figure
espressioniste o mostruose, il Picasso degli arlecchini,
dei poveri, del ciclo equestre. Un altro è Amedeo Modigliani. Poi il post-impressionista Paul Cézanne, grandissimo maestro per i pittori contemporanei, maestro dei
valori della pittura. Fra gli italiani citerei De Chirico, Carrà, Morandi.
Se avesse diretto attualmente l’Accademia
Carrara che mostre avrebbe organizzato?
Avrei organizzato molto volentieri mostre dei nostri pittori macchiaioli dell’Ottocento, bravi come gli impressionisti francesi ma molto meno famosi: Fattori, Signorini,
Lega, artisti considerati meno del dovuto.
Quando dipinge lo fa per sé stesso o per susci-
Massimo Magni
Un campione nostrano Nuota il padre, nuota il figlio
Treviglio – Di articoli su Giacinto Facchetti ne abbiamo letti ovunque, ma nessuno si è soffermato granché su un grandissimo merito di Giacinto: il suo esempio per i
giovani sportivi trevigliesi. E non solo per i (numerosissimi) appassionati di calcio, ma
per qualunque ragazzo.
Il simbolo di Treviglio, colui che ha permesso al nome della nostra cittadina di essere conosciuto in tutta Italia e nel mondo, ha una storia sportiva che parte da qui, dalla Trevigliese: in
quella squadra lo scoprì Helenio Herrera, che lo portò all’Inter nel 1961. Di lì in poi una carriera costellata di successi, tra cui quattro scudetti e due coppe intercontinentali.
Diventò uno dei cardini della squadra. Da qui il
suo più grande merito nei confronti della gioventù
trevigliese: aver fatto capire a tutti che anche arrivando da una cittadina di provincia si può fare strada nello sport – e molta. Ma il giovane trevigliese fece di più, lavorando dopo la fine della carriera calcistica come dirigente dell’Inter e arrivando alla carica di presidente.
Ricordato nell’ambiente come esempio di integrità morale, non si è mai montato la
testa, tanto che spesso tornava a Treviglio per una visita agli amici o un allenamento di
tennis, altra sua passione. I molti che lo conoscevano di persona lo ricordano per l’immancabile saluto e la disponibilità verso i concittadini. La sua scomparsa, avvenuta il 4
settembre, è un duro colpo per tutti i trevigliesi e per tutti gli interisti, ma soprattutto per
i giovani che in lui vedevano un esempio da imitare.
Mirko Minorini
Caravaggio – Giovane, divertente e unita: tre parole per descrivere la squadra di nuoto di Caravaggio. Molti penseranno: «Da quando in qua a Caravaggio c’è una squadra
di nuoto?». Se siete fra questi, il mio consiglio è di leggere l’articolo fino in fondo. Andiamo per ordine: l’inizio di tutto è la squadra Clorolesi Treviglio A.S.D. (Associazione
Sportiva Dilettantistica), che ha ormai 25 anni ed è aperta agli ex agonisti dai 25 anni in
su. All’inizio i Clorolesi erano un piccolo gruppo, ma
con il tempo si sono aggiunti molti soci, fino ad arrivare, oggi, a una sessantina di persone.
Gli atleti trasmettono ai loro figli la passione per il
nuoto e vorrebbero che ci si trovasse tutti nella stessa squadra: «Nascono così i Clorini, una costola dei
Clorolesi» spiega Alessandra Fratelli, socia e fondatrice di entrambe le squadre. Questi ultimi si allenano nella piscina di Caravaggio, con l’aiuto di Valerio
Scotti e Laura Bonati, due giovani Clorolesi.
Con soli tre anni di esperienza e un numero esiguo di iscritti, la squadra si è già fatta notare ai campionati CSI. «Orgogliosi dei risultati?» chiedo. «Sono contenta soprattutto che tutti gli atleti abbiano deciso di continuare questa divertente avventura – risponde Alessandra –. Sono orgogliosa dei Clorini perché, pur nuotando in una vasca non regolare (15¥8m), riescono a confrontarsi con atleti più allenati di
loro». Un’ultima domanda: perché i ragazzi e le ragazze dovrebbero entrare a far parte
dei Clorini? Risposta: «I Clorini sono la squadra adatta a chi, sapendo già nuotare, vuol
perfezionare le sue capacità continuando a divertirsi». Se siete curiosi, visitate il sito
www.clorolesi.it.
Chiara Tadolti
URGE MANUTENZIONE PER IL CAMPO DI ARZAGO
Tennis, uno sport di serie B?
Arzago d’Adda – Il centro sportivo di Arzago
comprende un campo di calcio e una struttura
polivalente che è stata costruita nel 2000 e ospita
anche un campo da tennis, voluto in sostituzione di
quello preesistente, che era diventato impraticabile.
Purtroppo però anche il campo più recente (nella foto)
ha ormai una pavimentazione così rovinata da renderlo
inservibile: ogni buon giocatore di tennis sa che è
impossibile giocare in un campo che non garantisca un
perfetto rimbalzo della palla.
Il campo polivalente di Arzago d’Adda
tare certe sensazioni in chi guarda?
Per tutt’e due le cose. Per prima cosa seguo il mio desiderio e la mia ragione prima: fare le mie opere. Poi sono del parere che un pittore debba far conoscere la sua
opera: non deve chiudersi in una torre d’avorio per tenersi e godersi lui i suoi quadri, ma deve pensare a un pubblico godimento.
Che spazio occupano i sentimenti nei suoi dipinti?
Per me il sentimento dell’uomo – non l’emozione, ma
il sentimento profondo dell’uomo – è quello delle poesie
di Ungaretti. E la sua profondità è fondamentale per me:
quando dipingo una figura di uomo tengo moltissimo a
rappresentare il sentimento, di gioia, dolore o altro. Di solito li esprimo nel viso e nei colori.
Non abbiamo dati precisi sul numero degli sportivi
che hanno utilizzato in questi anni la struttura, perché,
essendo il comune di Arzago commissariato, manca un
assessore allo sport cui fare specifico riferimento.
Bisogna dire però che la trascuratezza dei campi da
tennis è un fatto non solo locale: in Italia è molto
incentivato soprattutto il gioco del calcio, a discapito di
altri sport che sarebbero ugualmente degni d’interesse.
Anche i media dedicano poco spazio al tennis: per
rimanere in tema, poco più di un mese fa la squadra
femminile italiana di tennis ha vinto per la prima volta
nella storia la Federation Cup, prestigioso trofeo
equivalente alla Coppa Davis, senza che la televisione
abbia trasmesso una sola partita, se non su Raisat.
Eppure questo sport ha molto da insegnare ai
giovani: richiede concentrazione, studio psicologico
dell’avversario, autocontrollo – in campo non sono
ammesse intemperanze – e come tutti gli sport singoli
insegna ad affrontare vittorie e sconfitte, preparandoci a
superare così anche quelle che capiteranno nella vita.
I tennisti della zona di Arzago possono comunque
fare riferimento al Centro tennis di Treviglio, che si
avvale di cinque campi e di una consolidata scuola di
tennis.
Proprio su quei campi si poteva incontrare fino a
pochi mesi fa il compianto Giacinto Facchetti, non solo
storico giocatore e presidente dell’Inter, ma anche
appassionato tennista che ha contribuito alla crescita di
questo centro sportivo.
Marco Albertini
SABATO
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OTTOBRE
CHIESA
2006
E
il Popolo Cattolico
COMUNITÀ
IL VESCOVO DI CREMONA
IN VISITA PASTORALE
Don Dante
fra i brignanesi
Brignano Gera d’Adda – Sono passati oltre quarant’anni dall’ultima visita pastorale compiuta da un vescovo nella comunità parrocchiale di Santa Maria Assunta in
Brignano (nella foto). La lunga assenza ha fatto sì che
l’imminente arrivo di monsignor Dante Lafranconi in territorio brignanese sia ancora più importante e sentita.
Questa ovviamente non è l’unica meta del vescovo: altri
paesi della diocesi di Cremona hanno già avuto, o avranno nei prossimi anni, la possibilità di ospitare il pastore,
dal 2001 alla guida della diocesi.
Contrariamente a quanto alcuni potrebbero pensare,
una visita pastorale non è cosa da poco: la settimana precedente il suo arrivo, il Vescovo tiene, con i sacerdoti della comunità da visitare, incontri informativi che gli consentano di conoscere le sue caratteristiche e i suoi problemi. Viene stilato un programma di attività e incontri
che hanno lo scopo di mostrare al vescovo tutte le realtà del territorio, religiose o laiche. In questo modo il vescovo potrà parlare con i fedeli, conoscerli, capirli e di
conseguenza ideare, insieme con i suoi collaboratori, soluzioni più concrete e mirate ai problemi.
A Brignano la visita pastorale è prevista per da venerdì 27 a domenica 29 ottobre, proprio mentre ci leggete.
L’arrivo è previsto per il pomeriggio di venerdì: don Lafranconi incontrerà prima i bambini delle due scuole materne, la “Don P. Aresi” e la statale, poi farà visita agli anziani e ai malati della casa di riposo “Don P. Aresi”. L’apertura ufficiale in presenza di tutta la comunità è la funzione penitenziale, la sera dello stesso giorno alle 20,30
nella chiesa parrocchiale. Sarà lo stesso vescovo Dante
a concedere ai fedeli il sacramento della riconciliazione.
Diversi gli appuntamenti del sabato: il mattino incontro
con gli anziani prima e con le suore di Maria Bambina poi;
nel pomeriggio si parlerà con i membri dei diversi consigli parrocchiali, con gli adolescenti e i giovani, con le famiglie. A segnalare lo spirito di comunione di cui il vescovo si fa garante ci sarà la possibilità di condividere la
cena di sabato 28 in oratorio: si mangerà una pizza e ci
si divertirà in compagnia! A conclusione della visita, il vescovo e tutti i sacerdoti di Brignano celebreranno la santa messa domenicale, aperta come sempre a tutta la comunità.
Per vivere fino in fondo questo particolare e raro momento di comunione è necessario prepararsi con la preghiera e la riflessione, cercando di capire l’importanza del
vescovo, inteso come espressione di Dio in mezzo a noi,
e della visita che lui compie nel nome dell’unità e dell’amore fra i cristiani.
Martha Ferrari
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DOPOSCUOLA GRATUITO PER I BAMBINI STRANIERI
Rispunta a Brignano l’Arcobaleno dei volontari
Brignano Gera d’Adda – Un anno dopo, un bel ritorno: sul Galileo dello scorso ottobre avevamo raccontato del progetto ‘Edopolascuola’ di un’associazione brignanese, il gruppo Arcobaleno. Ebbene, il gruppo vive,
anzi le sue attività coinvolgono sempre più ragazzi.
Ma andiamo con ordine: il gruppo Arcobaleno è un’associazione no profit brignanese che da cinque anni si occupa di integrazione di ragazzi e bambini stranieri e che
dopo la pausa estiva ha ripreso le attività. Tema di quest’anno: ‘Il mondo è una grande casa’.
Il 23 settembre la prima festa-incontro ha radunato all’oratorio più di 60 persone, ma il gruppo si propone, con
le prossime iniziative, di coinvolgere sempre più bambini. Nessun intento religioso, non sportivo, non scolastico: solo un gruppo di amici in costante espansione, riunito attorno a poche regole essenziali di rispetto reciproco e comprensione al di là delle differenze culturali.
Le attività dell’associazione si articoleranno in tre
gruppi: asilo e I-II elementare; III-V elementare; le medie.
Ai primi due si proporrà un ideale viaggio tra le culture e
tradizioni straniere: i piccoli, in particolare, faranno disegni e bricolage e ascolteranno favole dal mondo recitate
dalla compagnia Atipicateatrale; i mezzani approfondiranno la conoscenza delle culture straniere. I grandi invece si occuperanno di ambiente e territorio, alla scoperta di rogge e natura locale.
Tra le iniziative recenti, il gruppo Arcobaleno ha partecipato, domenica scorsa, a una giornata sportiva organizzata anche a Bergamo, oltre che in diverse città italiane, dai ‘Ragazzi per l’unità’.
Nato dal gruppo, ma ormai a sé stante, continua anche il doposcuola settimanale gratuito ‘Edopolascuola’,
offerto nelle aule dell’oratorio. Sostenuto per il quarto anno da un’intesa con l’istituto comprensivo ‘Mastri Caravaggini’, il progetto si avvale di 36 volontari (studenti di
superiori e università), coordinati da Chiara Aresi per le
Alcuni ragazzi del gruppo Arcobaleno in gita sul lago d’Endine, la primavera scorsa
elementari e Noemi Galimberti per le medie.
Crescono insomma sia gli utenti, ormai più di cinquanta, sia i volontari attivi, quattordici più dello scorso anno.
Una novità di quest’anno è, accanto ai corsi di matematica, italiano, inglese e francese, un corso di prima alfa-
CONCERTI E UN CD IN ARRIVO PER IL GRUPPO PUNK-ROCK DI CISERANO
betizzazione per sei ragazzi appena arrivati in Italia. ‘Edopolascuola’, insomma, risponde all’esigenza di un doposcuola accessibile e funzionale: a Brignano non ci aveva
pensato nessuno.
Davide D’Adda
BOLTIERE, ISTITUITO
UN ORGANO CONSULTIVO DI STUDENTI
Pink Punkers, giovani promesse La politica
è cosa da ragazzi
Boltiere – La politica è noiosa? Molti ragazzi lo penseranno, e non hanno tutti i torti; ma con la pratica può
farsi più interessante. Per questo nel febbraio 2006 l’amministrazione comunale di Boltiere ha istituito, in collaborazione con la scuola media, il C.C.R., ossia il Consiglio di comunità dei ragazzi: un organismo consultivo per
dare voce ai cittadini che ancora non votano.
I Pink Punkers durante un una delle loro prime esibizioni
Ciserano – Diciott’anni o giù di lì e tanta voglia di fare musica: sono i Pink Punkers, un gruppo punk-rock di
provincia che da un anno ha iniziato a farsi sentire a Ciserano e dintorni con concerti in occasioni di feste e manifestazioni di paese. A settembre hanno partecipato ad
una gara tra band ad Arcene, il GioFest - musica per altri, classificandosi terzi.
Fabrizio, Stefano, Paolo e Francesco sono i loro nomi.
Risponde alle nostre domande Fabrizio, chitarrista del
gruppo.
Come vi è venuta l’idea di formare un gruppo?
«È iniziato tutto quando Stefano e io abbiamo comprato una batteria e una chitarra e abbiamo pensato di formare un gruppo punk-rock. All’inizio eravamo solo in due
ma poi si sono aggiunti Paolo, il cantante, e infine il nostro bassista Francesco».
Quando è stato il vostro primo concerto?
«Nel luglio dell’estate scorsa, nell’anfiteatro dietro le
scuole medie di Ciserano: certo, non ha fatto il pienone,
ma è stato in ogni caso un inizio. A questo poi ne sono
seguiti altri, sia a Ciserano che nei paesi vicini».
Che progetti avete per la prossima stagione?
«Abbiamo in programma un concerto a Comun Nuovo
il 4 o 5 di novembre, mentre a dicembre terremo a Ciserano un concerto a una festa di volontariato per i disabili;
inoltre stiamo incidendo un cd live tratto dall’ultimo concerto di Ciserano e abbiamo anche stampato delle magliette con il nome e il logo del gruppo».
E quale sarebbe il vostro sogno nel cassetto?
«Beh… quello di suonare allo Heineken Jammin’ Festival come i Finley, e anche se sembra un sogno lontano, noi continuiamo a sperarci».
Al momento i Pink Punkers cantano cover dei gruppi
punk-rock italiani più famosi, fra cui Punkreas e Famiglia
Rossi, ma hanno già prodotto due canzoni loro e una terza, in inglese, è in lavorazione. E siccome le premesse per
un nuovo astro nascente della musica punk ci sono e la
voglia di fare è tanta, oltre che ringraziarli per l’intervista
gli auguriamo tanta fortuna per la loro carriera musicale.
Alessandra Raimondi
I RAGAZZI DELL’ ORATORIO IMPEGNATI NELLE PROVE DI UN RECITAL
Aggiungi un posto nell’Arca
Verdellino – Cosa può unire un parroco di
montagna, che parla con Dio, e i ragazzi dell’oratorio di
Verdellino? Don Silvestro è il protagonista di una storia
originale e divertente che annovera nel suo cast un
divo dei più illustri: Dio, appunto. In un paese
qualunque, di una montagna indefinita, è in arrivo un
secondo diluvio universale, annunciato dall’alto con
una semplice telefonata. Compito degli abitanti:
costruire un’arca, proprio come quella di Noè.
Un momento delle prove del recital ‘Aggiungi un posto a tavola’
UN GIORNALE NEL GIORNALE
Riusciranno nel loro intento? Qualcuno cercherà di
ostacolarli? Qual è il ruolo di Dio? Aggiungi un posto a
tavola è il musical che risponderà a tutte queste
Abbiamo chiesto lumi sui motivi e lo scopo di
quest’idea all’assessore alle politiche culturali di
Boltiere: «Tutto è nato per due motivi per noi molto
importanti – risponde Matteo Di Tullio –. Il primo è dare
ai ragazzi delle scuole medie la possibilità di capire
come funzionano il consiglio comunale e il paese in cui
vivono, il secondo è quello di non lasciare la politica
locale avvolta nella nebbia della teoria, ma di tradurla
appunto in occasioni pratiche».
Si sono così tenute le elezioni dei consiglieri: cinque
per le classi prime, altrettanti per le seconde e per le
terze. Chi scrive era uno dei quindici eletti: la politica
non fa impazzire, ma far parte del consiglio è stata
comunque un’occasione, perché ci ha aiutato a capire
come si amministra un paese.
Nessuno nega che a volte la politica sia pesante o
confusa, ma vale la pena provarcisi, perché con la
pratica diventa tutto molto più stimolante. Tutti i
membri del Consiglio di comunità dei ragazzi sono grati
all’amministrazione di questa proposta e ai professori
della scuola media di averla resa concreta: la speranza
è che nei prossimi anni altri giovani e giovanissimi
cittadini si accostino con curiosità alla politica locale.
Stefano Mangolini
Perché si possa costituire un gruppo deve esserci,
tra i suoi membri, una relazione basata sulla fiducia e
sulla conoscenza, che si raggiungono stando insieme.
La collaborazione porta a scontrarsi con stili e idee
diversi, a cercare di decifrare il linguaggio dell’altro per
trovare sempre nuovi canali di comunicazione.
domande e verrà rappresentato a maggio da ragazzi e
ragazze dell’oratorio.
Allestire il musical potrebbe essere inoltre
un’occasione per ognuno di esprimere al meglio le
proprie capacità attraverso la musica, la danza o anche
l’arte (utile per la scenografia) e la recitazione.
Ma perché scrivere adesso, quando il palcoscenico è
ancora un pensiero lontano? Perché la serata finale è
solo ciò che appare: dietro ci sono il progetto, il
pensiero e il lavoro di tante persone, non solo degli
attori, ma di tutti coloro che collaborano spendendo il
loro tempo in questa iniziativa.
Con questo musical si vuole puntare alla formazione
di un gruppo solido che stimoli la creatività dei più
piccoli e aiuti a rendere l’oratorio una realtà sempre più
viva.
Come ogni piccolo gesto degli abitanti del paese
montano serve alla costruzione dell’arca, così anche
lavorare insieme e dare vita allo spettacolo è per tutti
l’occasione di mettersi in gioco. È un’iniziativa già
sperimentata da molti oratorî, e il miglioramento nelle
relazioni tra i ragazzi è garantito: non resta che provare,
provare, provare.
Laura Avogadri