Non solo bici. Anche tennis.

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Non solo bici. Anche tennis.
Nonsolobici.Anchetennis.
Roberto Baraldi , Dicembre 2014
In modo amatoriale come tutto ciò che facciamo per tenerci allegri e in forma.
Il gruppo fondatore dell‘associazione , instancabile e fantasioso , non concede tregua agli
amici e propone sempre qualche iniziativa per
toglierci le pantofole e staccare il lato B dal
divano. Questa è la cronaca , quasi nera , del
torneo di tennis che si è svolto a Cognento nel
mese di novembre. I partecipanti sono misti (
come è per l’equitazione ) , cioè maschi e
femmine e già questo rappresenta un aspetto
positivo.
L’organizzazione ha deciso che sarà un torneo
di doppio e con criteri misteriosi ha formato le
coppie . Gli incontri si svolgeranno in due serate a distanza di una settimana. Per molti di noi
il tempo per il recupero è anche scarso , ma il
direttore del torneo non ha concesso niente di
più. Il ranking dei giocatori non è conosciuto ma certamente non va oltre i risultati ottenuti nel circolo di appartenenza , pertanto le coppie potrebbero risultare ben assortite.
Inserisco questa citazione perché a qualcuno potrebbe tornare utile.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
“Il tennis è uno sport che vede opposti due giocatori (uno contro uno, incontro singolare) o quattro
(due contro due, incontro di doppio) in un campo diviso in due metà da una rete alta circa un metro
dal terreno. I giocatori utilizzano una racchetta, come se fosse il prolungamento del braccio, al fine
di colpire una palla. In passato le racchette avevano un telaio in legno, successivamente in leghe
leggere, ora in grafite pura o mista a kevlar, fibra di vetro, tungsteno o basalto[1], con una corda
monofilamento o multifilamento congiunta in diversi punti del telaio in modo da formare una rete.
Lo scopo del gioco è colpire la palla per far sì che l'avversario, posto nell'altra metà del campo da
gioco, non possa ribatterla dopo il primo rimbalzo (l'obbligo del primo rimbalzo è solo in risposta
alla palla messa in gioco dalla battuta dall'avversario, nelle altre fasi del gioco è consentito ribatterla anche al volo) o che battendola finisca con mandarla fuori campo o non riesca a superare la rete
posta al centro.
Non solo forza fisica e precisione bastano per poter giocare a tennis, fondamentale, soprattutto se
lo sport è praticato a livello agonistico, è il fattore mentale. Non per niente la maggior parte dei giocatori e delle giocatrici che sono nella "top ten" mondiale sono seguiti da uno psicologo oltre che
da un allenatore che si occupa dei colpi in campo e da un preparatore atletico. Viene per questo
considerato uno degli sport più difficili nonché faticosi del mondo. Un buon giocatore si distingue
per la sua completezza in 4 fattori diversi: fisico, tecnico, tattico e mentale. L'ultimo è probabilmente il più complicato da allenare, in quanto solo giocando tanti match si impara a gestire la tensione,
le proprie sensazioni e le proprie emozioni. A livello amatoriale è divertente e crea sempre un
po' di competizione.”
Per animare il torneo sono stati definiti suggestivi nomi delle squadre e riportati su etichettone
adesive. Sarebbero poi stati assegnati alle diverse coppie.
Esempi di squadre :
“ giovani promesse “ , “ qui per caso “ , “ lui e lei “ , “ quelli con “ , “ quelli
senza “ , “ gnocco e tigelle “
“ amatori “ , “ sempreverdi “ , “la strana coppia “……. fino ad arrivare a “
tira pian” e “ scarsi” come sintesi del livello medio dei partecipanti.
Il primo incontro si ha nello spogliatoio . Qui risuona una sola domanda
: “ ma anche tu giochi a tennis? “ e una sola risposta : “ tennis …?! .. sì ,
ma solo per divertirmi un pò. “ Come se qualcuno potesse pensare che lo
fai per mestiere.
Incontro facce conosciute da decenni perché pratichiamo gli stessi sport ,
ma anche volti nuovi e questo solitamente , nelle nudità dello spogliatoio,
crea un po’ di imbarazzo. Ti domandi se sarà un discreto principiante,
scarso solo di rovescio , oppure un maestro FIT , in incognito, amico di
qualcuno di noi venuto per sostenere e vedere i progressi del suo allievo/allieva.
L’appuntamento in campo è per le ore 20.00. Come i veri dilettanti c’è chi arriva mezz’ora prima e
chi in ritardo di un’ora portando a giustificazione tutte le tragedie
del mondo. Il direttore del torneo Ivan Lendl, è molto tollerante
con tutti. Si può cominciare. Già in queste prime fasi di riscaldamento si delineano le caratteristiche dei giocatori. Si distinguono
bene i veri dilettanti, quelli presenti per il dopo partita in trattoria,
dagli altri pur sempre dilettanti ma con minor appetito e più agonismo sportivo.
Si compongono le coppie. Si gioca . Il campo offre momenti di bel
gioco accompagnato da enorme secrezione dalle ghiandole sudoripare (sudore). Qualcuno di noi sicuramente emerge per tecnica
e prestanza fisica, altri per l’esatto contrario. I secondi sono decisamente più divertenti. Come riesce un colpo straordinario ad un
principiante rimarrà sempre un mistero.
I giocatori con qualche trascorso di lontano successo e la presunzione di ben figurare, finiscono il primo turno di gioco con il peggior score di tutte le coppie. Non hanno vinto una partita. La delusione si sente anche nelle parole dell’intervista rilascia a caldo
sotto la doccia calda. Se non si fosse capito sto scrivendo di me.
Il giornalista era sempre uno di noi che non si è lasciato sfuggire
la ghiotta occasione per ridimensionare la brillante e lunga carriera sui campi di terra rossa del suo parente avversario di sempre.
Già la terra , questa è una delle cause di questo deludente risultato. Il terreno su cui abbiamo giocato è di materiale sintetico, morbido, veloce ma non scivoloso come la terra rossa. Provo a descrivere la differenza tra le due superfici. La terra restituisce il ribalzo della palla ( quella giocata da noi dilettanti )con lentezza ,
forse la rallenta come se la giocassimo sul bagnasciuga della spiaggia, e in più le scarpe del giocatore possono scivolare dopo la ricorsa per raggiungere la palla finita intenzionalmente lontana
dal proprio braccio. Tutto questo sul sintetico non esiste. La palla rimbalza alta e veloce come nel
tennis tavolo (ping pong ) e se tenti di scivolare sul terreno ti impunti come fa l’asta del saltatore
(salto con l’asta) proiettandoti oltre la rete. Questo non si può fare, perdi un 15 e ti fai certamente
male.
Con tale inadeguata performance ho anche meritato l’etichettona che nessuna squadra desidera,
quella degli “ scarsi “. Con questa sul petto mi presenterò al prossimo turno di gioco.
Figuraccia da dimenticare che richiede un pronto e convincente riscatto.
Nell’intervallo dopo il primo turno il giocoso gruppo si è trasferito in altura sulle montagne francesi
per continuare la preparazione atletica e praticare lo sport che a qualcuno di noi riesce molto meglio del tennis. Abbiamo sciato alla grande , meteo stupendo e piacevole compagnia. Non sempre,
perché i più amici non perdevano occasione per ricordarmi il sei-zero rimediato qualche giorno
prima.
Arriva finalmente il momento della riscossa. E’ il giovedì del secondo turno. Devo ammettere che
tuttora non conosco i risultati delle altre partite perché tutto il mio impegno era rivolto a riacquistare
il credito sportivo che la lunga pratica del gioco mi ha fornito. Sono pronto, il mio compagno pure.
La settimana trascorsa ha fatto qualche vittima e alcune coppie sono da ricomporre. Una fortunata
congiunzione astrale fa che la coppia mia avversaria sia composta dal “giornalista” della doccia e
dalla inesauribile animatrice del gruppo che mi aveva strapazzato con il famigerato sei-zero. Quale
migliore occasione per riprendermi il maltolto ? Se vinco prendo due piccioni con una fava.
E così è stato, una buona partita del compagno Ivan e mia. Praticamente un demonio con scarpe
da ginnastica. Restituito il 6-0. Questa volta la doccia è più serena. Devo, mio malgrado, da cronista corretto, riportare un comportamento censurabile avvenuto nello spogliatoio quando gli atleti
erano ancora senza vestiti, quindi nudi. Sono stato testimone di un discreto passaggio di denaro
contante , direi banconote da 20€, da più giocatori verso altrettanti giocatori. Tennisti non vestiti
che si scambiano denaro lascia molti inquietanti interrogativi. Fonti ben informate parlano di anticipi per la cena ,altre parlano di ritardi nell’iscrizione al torneo, i maliziosi azzardano ipotesi peggiori.
Se qualcuno di loro riterrà di dare spiegazioni scrivibili in questo sito, sarò ben lieto di riportarle nel
prossimo articolo.
Come in tutte le belle storie moderne si finisce a tavola, in una accogliente trattoria di Cognento.
Frequento questa frazione da quando le racchette da tennis erano solo di legno, tutti gli indumenti
di gioco erano rigorosamente bianchi e non era neanche immaginabile “ l’occhio di falco “. Bene in
tutti questi anni non avevo mai notato la presenza di quella trattoria. Menù tradizionale gnocco e
tigelle , pinzimonio, formaggi, lambrusco caffè e ammazza caffè per 20€. Tutto bene, una sola osservazione per ricordare a me stesso di quanto i tempi siano cambiati. La gestione della trattoria è
ora affidata a cordiali persone con forte accento del nord-est europeo, lunghi di statura, pallidi e
secchi come i pioppi d’inverno. Nulla a che vedere con le generose donne emiliane alle quali non
dovevi sillabare ( moderno spelling ) lam-bru-sco per avere una seconda, una terza, … bottiglia di
vino.
Cognento le cambie, tot al mond al cambia. Anca mè. ( licenza geografica da bella canzone di
Andrea Mingardi )
Auguri a Chris Evert, 60 anni da numero uno del tennis.
Anche noi abbiamo la nostra Chris, molto più giovane e con tanto tempo per rimanere la
nostra numero uno.
Grazie a tutti .
Roberto Baraldi.