unITI per la poesia - "B. Pascal"

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unITI per la poesia - "B. Pascal"
Classe 4ªG a.s. 2013-14
unITI per la poesia
(il titolo è di Matteo S.)
La decisione di andare
•,Martedì 6 novembre la nostra classe, la 4ªG, ha avuto la fortuna di incontrare Mariangela Gualtieri.
Per chi non lo sapesse, Mariangela Gualtieri è una poetessa di Cesena molto importante, che ha
pubblicato anche per la casa editrice Einaudi. (Antonio)
• In classe si è parlato molto del ruolo della poesia nella nostra società. La poesia è frutto di riflessione
e non si combina bene con l’idea dominante oggi nella nostra società, cioè l’attenzione rivolta solo ai
lavori che hanno finalità pratiche, che servono materialmente a qualcosa. Nonostante questo, la nostra
professoressa ha voluto rischiare e ha dato alla nostra classe la possibilità di avere un incontro
personale con la poesia della Gualtieri. (Antonio)
• L’iniziativa si può anche considerare un po’ ardita: una classe quasi completamente maschile e di un
Istituto Tecnico non è di certo il gruppo migliore per un’avventura del genere. Ma l’incontro, tenutosi al
Teatro Valdoca, ha portato 21 temerari alunni, insieme a due loro professori, ad incontrarsi con una
poetessa, in una stanza buia di un vecchio convento che faceva percepire solo un profondo silenzio.
(Michelangelo)
Osserviamo, ascoltiamo
• Verso le dieci del mattino ci siamo recati al Teatro Valdoca, un teatro molto piccolo, con una trentina
di posti e un palco molto vicino al pubblico. L’ambiente era privo di luce, apposta per entrare
nell’ambito della poesia: nel vuoto. (Matteo B.)
• L’ambiente era appena illuminato da tre faretti sul palco. La luce del sole non passava attraverso le
finestre chiuse, ma non passava neanche il rumore tipico della città, del continuo transitare di persone
e mezzi di trasporto. Questo assoluto silenzio era così bello da ascoltare che per ognuno di noi il dire
solo una parola sarebbe stato un gesto dissacrante. C’era talmente tanto silenzio che l’unica cosa che
passava per quella stanza era la voce ben distinta della poetessa. (Giacomo)
• Questo faccia a faccia con la poesia ha avuto inizio con quella che secondo me, uno di quei 21
fortunati, è una delle più belle che la Gualtieri ha recitato: Cuccioli della mia specie. (Michelangelo)
• Un altro aspetto degno di nota erano le panche su cui eravamo seduti: tronchi tagliati a metà. Questa
dettaglio è rimasto insignificante fino a che la poetessa non ha recitato qualche sua poesia che
richiamava il silenzio e la tranquillità della natura. (Giacomo)
• Dalle nostre domande è emerso che Mariangela Gualtieri ha cominciato a scrivere a quarant’anni,
dopo una malattia, scoprendo solo allora quale era la sua vera vocazione: un motivo in più per farci
capire che l’amore per la poesia può avvenire anche quando meno ce lo aspettiamo. (Antonio)
• La poetessa (ma lei preferisce chiamarsi poeta) ha detto che la poesia deriva dal vuoto di parole, dal
silenzio; e ha spiegato che la poesia le ha cambiato la vita e il suo modo di vedere il mondo.
Mariangela Gualtieri ci ha detto anche un’altra cosa: che la poesia è più vicina alla musica che alla
letteratura, perché la musica è poesia formata da note e silenzi. E il silenzio è necessario sia alla
musica sia alla poesia. (Matteo B.)
• Un aspetto che mi ha colpito è stato che l’auto-presentazione della poetessa non è avvenuta subito
all’inizio, ma dopo la recitazione di alcune poesie. Quello che voleva presentare era il suo lavoro, la sua
passione, mettendo in secondo ordine la sua persona. La cosa più importante non era far conoscere il
suo nome e cognome, ma la sua poesia, che nasce da un lavoro intellettuale pregiato, accurato.
(Antonio)
In conclusione…
• Vorrei davvero consigliare a tutti questo incontro perché, oltre a far incontrare una forma d’arte, fa
anche star meglio, con la mente più aperta e leggera. (Michelangelo)
• Non so cosa realmente mi ha colpito della sua poesia, so solo che è stata una fantastica esperienza.
(Antonio)
• Il modo in cui la Gualtieri interpreta le sue poesie mi ha colpito molto e ha toccato qualcosa dentro di
me, suscitandomi una sensazione di piacere. (Daniele)
• Come Mariangela ha detto, nella vita di tutti i giorni parliamo tanto, ma le parole che conosciamo e
usiamo sono in numero limitatissimo rispetto a quelle esistenti. Ma è con quelle parole, quelle più
sconosciute, quelle più antiche, che riusciamo ad esprimere veramente quello che pensiamo e
proviamo. E quei termini riescono a trovare l’associazione perfetta nella poesia, che è l’espressione più
elevata del parlare umano. Pensando proprio a quanto noi parliamo, sia a voce, sia sui social media,
mi permetto di affermare che la comunicazione sta contemporaneamente fiorendo e morendo. (Mattia)
Poi proviamo a scrivere anche noi…
L’esperienza della mattinata si è conclusa con una poesia di ringraziamenti, Bello mondo, (ispirata
all’autrice da Un’altra poesia dei doni di Jorge Luis Borges) che raccoglie tanti grazie nei confronti della
natura e i suoi elementi. Come dice Mariangela Gualtieri, questa poesia potrebbe non finire mai,
perché ognuno di noi ha i suoi grazie da aggiungere, e ognuno potrebbe contribuire al proseguimento.
(Giacomo)
BELLO MONDO
In quest´ora della sera
da questo punto del mondo
io ringraziare desidero…
[…]
(Mariangela Gualtieri)
https://www.youtube.com/watch?v=Kct1vYShWAI
In quest´ora della sera
da questo punto del mondo
io ringraziare desidero
per gli alberi
che nonostante la forza del vento
rimangono in piedi
per la gioia di vivere
che si trasmette
come le onde generate
da una pietra gettata
su un lago
ringrazio il dare
e il ricevere
[…]
(Marco)
In quest´ora della sera
da questo punto del mondo
io ringraziare desidero per il cielo
ringrazio il sole, gli astri
e tutti i pianeti
che col loro ritmo perfetto
coesistono
ringrazio le fasce muscolari
i globuli rossi e i nervi
ringrazio per l’amore
infinito dei miei fratelli
ringrazio la mia mano
il mio cuore la mia mente
che scrivono queste poche righe
[…]
(Giovanni)
Infine grazie a Mariangela che porta avanti la sua passione: poetessa ai tempi di Facebook
(Mattia)