Complotto mondiale contro l`Italia». La paranoia al potere
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Complotto mondiale contro l`Italia». La paranoia al potere
POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46) ART.1, COMMA 1, DCB ROMA SABATO 27 NOVEMBRE 2010 seven PARTITO DEMOCRATICO ANNO VIII • N°235 • € 1,00 D.L. S TA M P A GREEN TV La protesta studentesca, dal movimento al monumento Clima, il vertice dell’Onu a Cancùn è a rischio? Il Tg1 scambia le immagini: la sua credibilità precipita Wikileaks, ikil k i rifi ifiuti, i Pompeii e l’inchiesta l i hi Finmeccanica: i i il governo sii sente accerchiato hi «Complotto mondiale contro l’Italia». La paranoia al potere Il governo dei polli I Fini: «Berlusconi deve dimettersi». E Montezemolo rompe gli indugi Veltroni-pride: «Possiamo crescere, ma se cambiamo» RUDY FRANCESCO CALVO L a tempesta dei files segreti delle ambasciate Usa nel mondo ieri s’è abbattuta come un ciclone sul barcollante governo Berlusconi. In attesa della divulgazione dei report Usa, poco lusinghieri su capi di stato e di governo di tutto il mondo incluso Putin, Berlusconi trema e sospetta complotti. Palazzo Grazioli è nel panico: teme che che i files contengano giudizi imbarazzanti sui compromettenti interessi e comportamenti del Cavaliere. Anche nel governo c’è nervosismo, come testimoniano le gravi parole del ministro Frattini che colloca nella stessa strategia «l’attacco a Finmeccanica», i files Usa, la munnezza e Pompei. Il Cavaliere è allarmato e più sospettoso che mai: si sarebbe già aperta la caccia alla “gola profonda” del governo che passava informazioni agli americani. Intanto Gianfranco Fini torna a chiedere le dimissioni di Berlusconi. «Oggi non avrebbe la fiducia, e sarebbe opportuno un suo appello a tutte le forze responsabili per fare un vero gioco di squadra». Secondo il presidente della camera non ha senso la posizione “fiducia o elezioni”, perché – ricorda Fini – sullo scioglimento delle camere decide il Quirinale e non il presidente del consiglio. Di più. NEWS ANALYSIS Sud, il bluff di palazzo Chigi Bersani: attenti al berlusconismo di sinistra MARIANTONIETTA COLIMBERTI A PAGINA 2 Voltare pagina: l’Anm ci prova, il Quirinale apprezza L I finiani prima salgono sui tetti poi votano la riforma Gelmini. La prossima volta Granata si GABRIELLA MONTELEONE a freddezza che ha accolto il piano Sud del governo dimostra che né la Lega né i cittadini del Mezzogiorno credono davvero che questa volta palazzo Chigi faccia sul serio. SEGUE A PAGINA 8 Napolitano riscrive il decreto rifiuti. Vince Caldoro, perde Cosentino porti un paracadute. GIANNI DEL VECCHIO A PAGINA 3 GIOVANI & POLITICA Il ’68 è lontano È la Rai, non tribuna politica Dai segreti Wikileaks guai per il Cavaliere. Caccia alla gola profonda nel governo P Coerenza RAFFAELLA CASCIOLI I DOSSIER AMERICANI SUL NOSTRO PAESE ossiamo per un momento lasciar fuori dalla porta le polemiche e ragionare serenamente senza farci travolgere da fazioni, tifoserie e spirito di parte? A differenza di quanto si possa pensare in questa società che si nutre ormai soltanto di scontri e risse verbali sono in molti invece a chiedere che ci si possa finalmente confrontare su determinati problemi con serietà, pacatezza, senza criminalizzare chi la pensa diversamente e soprattutto, come spesso si dice, non buttando tutto in politica. Mi riferisco allo snaturamento che sta subendo ormai da tempo il concetto di pluralismo che è uno dei principi a fondamento e a giustificazione di un servizio pubblico radiotelevisivo. L’occasione mi è data da quanto sta avvenendo attorno ad una trasmissione di grandissimo successo come Vieni via con me, ma si potrebbero fare tanti altri esempi recenti. Dico subito che non voglio entrare nel merito delle polemiche anche se non mi sottraggo a far sapere come la penso. SEGUE A PAGINA 3 ROBIN Finmeccanica: i sospetti di Silvio i silenzi di Giulio ANDREA COZZOLINO NINO RIZZO NERVO Il leader di Fli rilancia il governo tecnico quando dice che «con questa legge elettorale non si andrà a votare, ne sono sicuro». E ancora, come se non bastasse, in serata, da Milano, arriva l’annuncio di Luca di Montezemolo: «Si potrebbe dare vita a una grande lista civica nazionale». Un annuncio di candidatura che certamente non farà piacere al presidente del consiglio. FRANCESCO LO SARDO A PAGINA 4 PAOLO NATALE I l ritornello è consueto: saremo mica in presenza di un nuovo ‘68, con il suo inevitabile strascico retoricopolitico? Gli studenti che manifestano in questi giorni assomigliano però ben poco a quella (parte di) gioventù dell’epoca, cui la memoria corre inevitabilmente per tracciare una ipotetica continuità. SEGUE A PAGINA 6 Studenti, una protesta poco ideologica e molto ideale MARIO CASTAGNA La riforma degli avvocati che fa fuori anche Alfano IVANO LUSSO A PAGINA 6 ❱❱ COME LA CRISI ECONOMICA CAMBIA GLI STILI DI VITA ❰❰ L’Italia del Gas e l’America “frugalista” La pagina speciale sul cinema. Oggi: il nuovo film di Cristina Comencini, zoom su Riccardo Tozzi, le novità in sala (Johar). a pagina 11 GUIDO MOLTEDO I n Italia e in diversi paesi europei è il momento del G.a.s. In America della C.s.a. La crisi economica aguzza l’ingegno e, come si suol dire, può essere anche un’opportunità. Per cambiare stile di vita. E uscire dalla trappola di un regime consumistico senza limiti, che è la ragione più profonda della situazione tragica in cui versa l’economia occidentale e in cui si dibattono tante famiglie. Il G.a.s., Gruppo di acquisto solidale, è un gruppo di persone che acquistano all’in- grosso o direttamente dai produttori generi alimentari, secondo una filosofia di solidarietà fra i suoi membri, e nei confronti dei piccoli produttori che forniscono i prodotti, nel rispetto dell’ambiente. Il C.s.a., Community supported agriculture, consiste nell’acquisto diretto dagli agricoltori della propria zona di semi che poi saranno da loro coltivati e daranno frutta e verdura di giornata per tutto l’anno. Non solo alimenti freschi e sani, ma anche un sostegno a giovani agricoltori incentivati a intraprendere un mestiere abbandonato. Un bene per la salute, per l’am- biente e per l’occupazione. Intendiamoci: sono nicchie di consumo consapevole e ancora elitario che scalfiscono appena il sistema della grande distribuzione. Eppure sono un sintomo interessante di qualcosa di più profondo che sta avvenendo nelle società occidentali. Già, perché la crisi che si sta vivendo non è come le molte altre, che, dal dopoguerra a oggi, hanno scandito i diversi cicli alti e bassi delle vite degli europei e degli americani. Questa crisi è lì per durare, anche se possono esserci segnali più rosei. SEGUE A PAGINA 8 l mondo aspetta con ansia che Julian Assange metta in rete l’ultimo bottino, oltre due milioni di e-mail di diplomatici americani in giro per il mondo. Ci sono democrazie e dittature che temono di vedere rivelati i propri affari sporchi, delicati equilibri destinati a saltare, una rete di relazioni che può collassare. C’è di mezzo anche l’Italia e non è difficile immaginare, anche interpretando le parole di Frattini, che presto avremo la conferma di quanto poco gli alleati americani ci considerino affidabili, e per quali motivi. Per amor di patria speriamo davvero che i diplomatici Usa si siano limitati a valutazioni «di teatro» (o di teatrino, a proposito dei rapporti di Berlusconi con Putin o Gheddafi). Se dovesse esserci qualcosa di più, per esempio attinente a forniture di armamenti, saremmo nei guai. Nei guai ci sta fin d’ora il ministro degli esteri, che ieri ha trascinato il governo a lanciare un allarme che sarebbe drammatico, se non suonasse comico: l’Italia è vittima di una campagna internazionale che utilizza ogni argomento e strumento per screditarci. Berlusconi ha preso le distanze da questo gesto autolesionistico, Frattini ha provato a smentire, ma ormai il danno era fatto. Il governo conferma di essere attanagliato dalla paura, in preda alla paranoia, ulteriormente indebolito di fronte agli attacchi. Se ci mettiamo anche la preoccupazione del capo dello stato per le sorti dell’euro, abbiamo il quadro ideale per giustificare il ricorso a soluzioni d’emergenza per il governo del paese. Insomma, hanno dato l’assist ideale a Fini (che torna a chiedere dimissioni, sfiducia, nuovo governo e riforma della legge elettorale) e a Montezemolo, da ieri formalmente in campo con una proposta di lista civica nazionale (anche lui, dopo la riforma elettorale). In tutto ciò, palazzo Chigi ha trovato il tempo di occuparsi dell’aneddoto riferito da David Cameron ai giornalisti inglesi (e riportato da Europa) a proposito della barzelletta sconcia sui polli raccontata da Berlusconi al G20 e troncata per decenza dagli interpreti. Cameron voleva solo scherzare, è la tesi di palazzo Chigi. In realtà i media inglesi hanno riferito l’aneddoto come divertente, ma non inventato. E se anche lo fosse stato, vorrebbe dire che Berlusconi è diventato una barzelletta vivente, a forza di raccontarne: paradossale che la cosa venga certificata da un comunicato ufficiale della presidenza del consiglio. Chiuso in redazione alle 20,30