L`Azienda Dopo aver lavorato in città meravigliose, ma inquinate

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L`Azienda Dopo aver lavorato in città meravigliose, ma inquinate
L'Azienda
Dopo aver lavorato in città meravigliose, ma inquinate, finalmente
abbiamo reso realtà la nostra passione per la montagna la natura e gli
animali.
Attraverso la nostra cooperativa agricola fondata ormai da tre anni,
abbiamo avviato il nostro allevamento della Capra Cashmere.
Il nostro principale obiettivo è un allevamento che va oltre il biologico,
cioè che integra i principi di salute ambientale e l’utilizzo efficiente delle
risorse rinnovabili volte all’economicità dell’azienda, al trattamento etico
degli animali e il loro benessere, al fine di migliorarne la qualità di vita.
Questa filosofia solidale e consapevole ha lo scopo di integrare
l’allevamento tradizionale con l’agricoltura didattica e sociale cercando
così di promuovere anche servizi educativi e d’integrazione anche verso
persone con difficoltà sociali.
Perché Ovindoli
...per amore della Montagna.
Là dove un tempo viveva l’antica comunità dei Marsi ecco Ovindoli
dall’interessante passato storico, porta d’ingresso dal versante della
marsica all’Altopiano delle Rocche, chiuso dai poderosi massicci del
Velino e del Sirente, perla dell’Appenino Abruzzese e rinomata stazione
turistica sia invernali che estiva.
Ovindoli con le sue due frazioni, Santa Jona con un borgo fortificato e
San Potito, oggi è uno dei 18 centri più importanti del Parco Regionale
Sirente – Velino. Il vantaggio è sicuramente la sua posizione strategica,
a soli 120 km da Roma a pochi chilometri dall’Aquila (citta d’arte) e dalle
Grotte di Stiffe, e senza andare troppo lontano ecco Celano con i tesori
d’arte del Castello Piccolomini e Alba Fucens , o dalle musiche del Teatro
dei Marsi ad Avezzano o dal Festival d’Arte di mezza estate di
Tagliacozzo.
Il parco è regno incontrastato di animali come l’orso marsicano, il lupo,
l’aquila reale, la poiana, il falco pellegrino e il gufo reale oltre ai
reintrodotti cervi, agli stambecchi e caprioli.
Inoltre per tutti gli appassionati di sport all’aperto è possibile praticare
equitazione, sci, alpinismo, trekking, mountain bike, parapendio, tiro con
l’arco il free-climbing
Il Cashmere
Il termine Cashmere deriva dal nome della provincia indiana, dove nel
19°' secolo gli Europei, per la prima volta, scoprirono l'esistenza di
questa fibra nobile. A quel tempo il Tibet era il principale fornitore della
fibra grezza, che veniva in seguito lavorata nel Kashmir. La lana
cashmere è prodotta unicamente da una razza particolare di capra la “
hircus”, che vive prevalentemente sugli altopiani della Cina del Nord e
della Mongolia, a 2500 m di altitudine, ai confini del deserto del Gobi,
dove i contadini nomadi allevano i loro greggi. In queste regioni
terribilmente inospitali, ghiacciate e aride, gli animali vivono a
temperature vicine a -25°. Quanto maggiore l'altitudine e più rigide sono
le temperature, tanto migliore e più pregiata la qualità del loro mantello.
Nei secoli passati questa lana morbida e sottile, rappresentava per i
proprietari una vera fonte di ricchezza. Oltre a curare le capre essi
detenevano il segreto della tessitura della lana. Nell'ultimo secolo sono
stati creati grossi allevamenti di Capre da Cashmere in Australia e negli
Stati Uniti, ma è soltanto negli ultimi anni che la situazione socioeconomico-politica nei paesi produttori (il più importante essendo la
Cina) è cambiata al punto da fare diventare interessante la produzione
anche in Europa e nel nostro paese.
Quella morbidissima, finissima fibra che è conosciuta come "Cashmere" o
"Vello d'Oro" non è altro che il sottovello prodotto dalla capra, come del
resto la giarra (o pelo) che lo protegge, esso può essere di vari colori,
dal bianco al nero al beige, con tutta una serie di colori e sfumature
intermedi.
Tutte le capre (con l'eccezione della Capra d'Angora) sono in grado di
produrre delle piccolissime quantità di questa fibra ma le Capre da
Cashmere sono frutto di una serie di selezioni genetiche per aumentare
la produzione di questa lanugine preziosa. Il Cashmere, difatti, è per
definizione una fibra ondulata e opaca, con il diametro fra 13 e 18
micron con un potere isolante 10 volte superiore a quello della lana, la
capra produce la fibra per tutta la vita, cominciando con il primo inverno
(la fibra cresce dalla fine di giugno fino alla fine dell'inverno, quando
verrebbe persa con la muta primaverile), e la prima raccolta avviene in
primavera (Marzo-Aprile), pettinando o tosando, successivamente viene
sottoposta a una prima pulitura che consiste nella separazione dai residui
vegetali poi “degiarrata” (separata dal pelo o “giarra”) e in fine filata.
La lana Cashmere è molto più fine rispetto alla lana Merinos, la più
pregiata tra le lane da pecora, che si aggira sui 20/24 micron di
diametro. Nella selezione genetica della Capra Cashmere sono
fondamentali la quantità e la qualità della fibra, prodotta e trasmessa da
un determinato animale alla propria discendenza, non è importante che
la Capra abbia giarra (pelo) lungo o corto, ciò che conta è il numero di
follicoli piliferi secondari che sono i veri produttori del sottovello .
Oltre alla loro famosa fibra, sempre molto richiesta, le Capre Cashmere
producono anche ottima carne a basso contenuto di colesterolo e pelli
eccellenti di alto valore commerciale.
Il latte è uno degli emollienti per la pelle più usati dall’antichità, il latte
delle Capre Cashmere è particolarmente ricco di tutti gli acidi grassi
naturali presenti nel latte fresco.