Quaderno 4/99

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Quaderno 4/99
CeSPI
Quaderni del Programma di Ricerca
CIRCUITI ECONOMICI E
CIRCUITI MIGRATORI NEL MEDITERRANEO
Quaderno 4 - 1999
LA GEO ECONOMIA DELLE PMI, COOPERAZIONE,
DECENTRAMENTO E MIGRAZIONI IN EGITTO
Dallo Studio
“Promozione di sistemi di piccole imprese
nel mediterraneo e valorizzazione dell’immigrazione nord africana in Italia”
1
2
INDICE
AUTORI ............................................................................................................................................................................................4
LA GEO ECONOMIA DELLE PMI, COOPERAZIONE, DECENTRAMENTO E MIGRAZIONI IN EGITTO.......5
1. La geo-economia delle piccole e medie imprese................................................................................... 5
1.1 Analisi della distribuzione delle PMI manifatturiere ........................................................................ 5
1.2 Le mappe geo-economiche delle PMI......................................................................................... 12
1.3 Conclusioni sulla specializzazione produttiva delle PMI a livello locale ............................................ 16
2. Programmi di cooperazione internazionale per lo sviluppo delle PMI..................................................... 17
2.1 I servizi finanziari del “Programma per l’Alleviamento della povertà e la creazione di impiego nel
Governatorato di Giza” della Cooperazione Italiana ........................................................................... 21
2.2 I centri servizi promossi dalla Cooperazione Canadese e dal Social Fund for Development ................... 22
2.3 La capacity building delle PMI in un programma dell’USAID......................................................... 23
3. La politica di decentramento .......................................................................................................... 24
3.1 La struttura amministrativa ....................................................................................................... 24
3.2 Le caratteristiche del sistema amministrativo locale ....................................................................... 28
3.3 Il bilancio delle amministrazioni locali ....................................................................................... 30
3.4 Il decentramento in Egitto ........................................................................................................ 30
4. La politica egiziana sull’emigrazione .............................................................................................. 31
4.1 Breve quadro storico dell’emigrazione e della politica emigratoria .................................................. 32
4.2 Caratteristiche dell’emigrazione attuale ...................................................................................... 34
4.3 La regolamentazione dell’emigrazione ....................................................................................... 35
4.4 Indicazioni politiche ............................................................................................................... 37
5. Conclusione............................................................................................................................... 38
Bibliografia......................................................................................................................................................................................39
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AUTORI
Lo studio presentato, parte del programma di ricerca Circuiti Economici e Circuiti Migratori nel Mediterraneo
diretto da Josè Luis Rhi Sausi, è il risultato di un lavoro congiunto coordinato da Andrea Stocchiero in
collaborazione con Marco Zupi e Deborah Rezzoagli, ricercatori CeSPI.
Il primo capitolo Analisi e proposte per lo sviluppo di cluster di piccole e medie imprese nel Mediterraneo è stato
redatto da Andrea Stocchiero e i Box da Marco Zupi
Il secondo capitolo Analisi e proposte per la valorizzazione degli immigrati nella cooperazione allo sviluppo è stato
realizzato da Andrea Stocchiero in collaborazione con Deborah Rezzoagli
Il terzo capitolo Indagine sugli immigrati nord africani come agenti di sviluppo in tre sistemi italiani di PMI è stato
realizzato da Ugo Melchionda
Il quarto capitolo La geo-economia delle PMI, cooperazione, decentramento e migrazioni in Egitto è stato elaborato
da Helene Cottenet, l’analisi statistica è stata curata da Marion Séjourné del Centre d’Etudes et Documentation
Economique, Juridique et Social (CEDEJ - Egypt), e la revisione finale da Andrea Stocchiero
Il quinto capitolo Promozione di sistemi di Micro e Piccole Imprese in Marocco e contributo degli emigrati allo
sviluppo economico locale è stato elaborato dal Prof. Amal Mourji e da Abdelwahad Gourch (assistente di ricerca),
con il contributo del Prof. Fouzi Mourji (dell’Université Hassan II di Casablanca) , ed è stato rivisto e integrato da
Marco Zupi
Il sesto capitolo Piccole imprese e flussi migratori in Tunisia è stato realizzato dalla Dott.ssa Maira Fiorini e dal
Dott. Antonino Trimarchi, in collaborazione con Deborah Rezzoagli e Andrea Stocchiero, per la stesura finale. Le
mappe geo-economiche sono state preparate da Marco Zupi.
HANNO COLLABORATO ALLA RICERCA:
Emanuele Bellassai e il Prof. Bartolo Scilieri - CARITAS di Ragusa – per le interviste agli immigrati nel ragusano.
Dott. Alfredo Augustoni, Dott.ssa Marta Compagnoni - Laboratorio di ricerca e interventi sociali della Università
Cattolica di Brescia – per le interviste agli immigrati nel bresciano.
Dott. Omar Boujbara e padre Claudio Gnesotto - Centro accoglienza Scalabriniani - per le interviste agli immigrati
nel vicentino
Si desidera ringraziare le Ambasciate italiane in Egitto, Marocco e Tunisia, il dott. Renzo Grimaldi, Elisabeth Beer e
Carlotta Amaduzzi dell’IPI, il Dott. Franco Lattanzi di Mediocredito Centrale e diversi testimoni privilegiati e
anonimi referees per le critiche e il supporto dato alla ricerca.
Si desidera ringraziare, inoltre, la professoressa Colombo del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di
Milano, la professoressa Besozzi del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di Brescia, Enrico Parolin
presidente dell’Associazione Casa Colore, Alberto Bordignon presidente dell’Associazione Oscar, Emanuele
Bellassai e il Professore Bartolo Sciglieri della Caritas di Ragusa per la collaborazione nell’organizzazione dei
seminari.
Un particolare ringraziamento va al Centre d’Etudes et Documentation Economique, Juridique et Social (CEDEJ)
per l’utilizzo concesso della banca dati sulla presenza delle PMI in Egitto
La ricerca è stato sostenuto con contributi del Ministero Affari Esteri, Istituto per la Promozione Industriale,
Mediocredito Centrale.
4
LA GEO
EGITTO
ECONOMIA
DELLE
PMI,
COOPERAZIONE,
DECENTRAMENTO
E
MIGRAZIONI
IN
Le piccole e medie imprese (PMI) costituiscono il 99,7% di tutte le unità private non agricole in Egitto, e secondo
quanto risulta dal Censimento Governativo del 1996, pubblicato dall’Agenzia Centrale per la Mobilitazione
Pubblica e la Statistica (CAPMAS), costituiscono il 73,5% dell’occupazione nel settore privato. Potenzialmente, le
PMI rappresentano un gigantesco generatore di impiego e la promozione del loro sviluppo dovrebbe rappresentare
una priorità per l’Egitto.
Per definire le PMI, i criteri sono i più vari1 . Nel presente studio il nostro criterio sarà fornito dal numero dei
lavoratori, ovvero lo stesso del quale si avvale il Ministero dell’Economia nel suo “Schema di Politica Nazionale per
lo Sviluppo delle PMI in Egitto”2 . Tale scelta è dovuta al motivo pratico della disponibilità di dati. Nell’accezione
vasta del termine, le PMI comprendono micro-imprese (da 1-4 addetti), piccole imprese (da 5-14), e medie (da 1549).
1. La geo-economia delle piccole e medie imprese
Secondo quanto afferma l’ultimo Censimento governativo del 1996, le PMI rappresentano più del 99% delle unità
non-agricole private e circa il 74% dell’occupazione complessiva nel settore privato.
Nel presente studio focalizzeremo la nostra attenzione sulle PMI del settore manifatturiero nel quale, ai fini del
nostro esame, si distinguono dieci industrie: quella alimentare, delle bevande e del tabacco, l’industria tessile,
dell’abbigliamento e delle calzature, l’industria del legno e dei mobili, quella editoriale e della stampa, l’industria
chimica e mineraria, del ferro e dell’acciaio e dei metalli non ferrosi, dei metalli, del trasporto e delle attrezzature e
quelle non altrimenti classificate.
1.1 Analisi della distribuzione delle PMI manifatturiere
L’analisi è condotta sia a livello nazionale, che a quello di governatorato. In Egitto i Governatorati sono ventisei.
1.1.1 Distribuzione degli stabilimenti manifatturieri del settore privato
La Tab. 1 illustra come le PMI rappresentino il 99.58% del totale delle unità manifatturiere private in Egitto. Il
settore delle PMI è dominato dalle micro-imprese, dato che esse rappresentano più del 95% del totale delle unità
manifatturiere nel settore privato. Le aziende piccole, medie e grandi, rappresentano rispettivamente il 2,7%, l’1,6%
e lo 0,4% del totale delle unità manifatturiere private.
Le micro-imprese sono le unità più presenti nelle industrie del legno e dei suoi prodotti e in quelle dei mobili (più
del 99%), quindi nelle industrie dei metalli e dei tessili (più del 95%). Rispetto alle altre industrie, le micro-imprese
si situano tra l’83% e il 90% del totale delle unità manifatturiere, fatta eccezione per l’industria chimica nella quale
le micro-imprese costituiscono “soltanto” il 75% delle unità complessive. E’ nell’industria chimica infatti, che il
numero delle piccole e medie imprese è più presente (intorno al 10%), seguita dalle industrie del ferro e acciaio, dei
minerali, degli alimentari e della carta (più del 5%). Nelle industrie tessili, del legno e dei metalli, le imprese piccole
e medie raggiungono meno del 3% delle unità complessive.
Quindi, è importante ricordare che quando parliamo delle PMI in Egitto, sono le micro-imprese a predominare
numericamente in modo massiccio, dato che rappresentano per lo meno il 75% delle unità complessive di tutte le
industrie manifatturiere.
Se vogliamo comprendere meglio la geo-economia delle PMI occorre effettuare un’analisi spaziale esaminando la
suddivisione delle PMI all’interno dei singoli Governatorati. I risultati sono visibili nelle Tab.3 e 4. La Tab.3 illustra
la suddivisione delle PMI nelle diverse industrie per Governatorati, mentre la Tab.4 descrive la distribuzione delle
PMI nei Governatorati a seconda delle attività.
Il Governatorato del Cairo accoglie il 21% delle PMI, seguito da Damietta (10%), Daqaliya (8%) e Giza (7.5%).
Quattro Governatorati: Al Rarbya, Alessandria, Qaliubya e Sharkya, ospitano ciascuno intorno al 6% delle PMI. In
1
Solamente tra le organizzazioni governative, incluso il Ministero dell’Industria, il Ministero per la Pianificazione,
il Ministero dell’Amministrazione Locale, l’Istituto della Pianificazione Nazionale, il CAPMAS, la Banca per lo
Sviluppo Industriale, il Fondo Sociale per lo Sviluppo (SFD), e la Banca Nazionale per lo Sviluppo, sono state
identificate almeno nove definizioni differenti che utilizzano diversi criteri ( l’occupazione, le attività fisse, l’energia
utilizzata, la dimensione degli investimenti, …)
2
Ministry of Economy, A draft National Policy on Small and Medium Enterprise Development in Egypt, June 1998.
5
tutti gli altri Governatorati ve ne sono meno del 5%. Infine nove Governatorati, cioè: Aswan, Ismaliya,Matrouh,
Sinai Nord e Sud, Porto Said, Mar Rosso, Suez e Wadi Al Gedid, presentano meno dell’1% del totale delle PMI.
Al Cairo, le PMI sono predominanti in tutte le attività, fatta eccezione per legno e mobili che prevalgono, invece a
Damietta (26% delle PMI nel legno e nei mobili). La maggior parte delle industrie cartarie (43%) e del ferro e
acciaio (42%) è al Cairo. Alcune attività sono situate essenzialmente in poche città: per esempio l’industria cartaria
con il 43% delle sue PMI, è al Cairo, il 13% a Giza e l’11% ad Alessandria; l’industria chimica è, con il 20% delle
sue PMI, a Qaliubiya e il 10% ad Alessandria; l’industria del ferro e dell’acciaio, con il 42% delle sue PMI, è al
Cairo, il 13% a Qaliubya e l’11% ad Alessandria.
Come risulta dalla Tab.4, la maggior parte delle PMI al Cairo, così come ad Alessandria sono tessili,
dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature (32%), dei mobili (22%), del metallo, dei trasporti e delle
attrezzature (20%), alimentari, delle bevande e del tabacco (7%).
In realtà, queste attività sono predominanti a livello nazionale, dato che l’industria tessile costituisce il 28% di tutte
le PMI, seguita dall’industria del mobile (25%), dei metalli, trasporti e attrezzature (15%) e alimentari, bevande e
tabacco (13%). Complessivamente, queste industrie raccolgono l’82% delle PMI. Precisiamo che l’industria
alimentare è relativamente la più importante nei Governatorati del Sinai Sud (32% delle PMI) e Beni Suef (30%),
l’industria tessile a Kafr El Sheikh (39%), Al Rarbya, Fayoum , Minia e Minoufyya (35% rispettivamente),
l’industria del metallo nel Sinai Nord (27%) e Matrouh (24%), l’industria del mobile a Damietta (64%). Questo
schema della distribuzione è valido per tutti i Governatorati.
Lo studio simultaneo delle Tab.3 e 4, offre un primo quadro delle specializzazioni produttive nei vari governatorati3 .
Il Governatorato di Damietta, presenta una specializzazione potenziale delle industrie del mobile e dal legno a causa
di una alta concentrazione di tali industrie nell’area, mentre i governatorati di Sharqyya e Minia presentano una
potenziale specializzazione dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco. E’ possibile che il Cairo e El
Rarbya, abbiano cluster di PMI in: tessili, abbigliamento, pellame e calzature. Si notano specializzazioni produttive
di PMI nelle industrie del metallo, dei trasporti e attrezzature nei Governatorati del Cairo, di Daqaliya, Giza e
Qaliubiya.
1.1.2 Distribuzione dell’occupazione nel settore manifatturiero privato
La Tab.2 evidenzia che le PMI occupano il 56% del totale degli addetti nel settore manifatturiero privato in Egitto.
Qui troviamo, nuovamente, che le micro-imprese occupano la maggioranza della manodopera nella manifattura
(41%). Le piccole imprese ne occupano il 6%, e quelle medie il 10%.
La maggior parte dei lavoratori sono occupati nelle micro-imprese dell’industria del mobile (91%), del metallo
(43%), alimentari e legno (38% cadauno), e carta (37%). La manodopera è distribuita in modo uguale nelle piccole e
medie imprese del settore alimentare e del legno (intorno al 10%), e nelle medie e grandi imprese del settore del
ferro, dell’acciaio e del settore chimico.
A livello di Governatorato, risulta che il 23% (Tab.5) degli occupati nelle PMI è al Cairo, il 10% a Giza, il 9% ad
Alessandria, l’8% a Damietta, il 7% a Qaliubya, El Rarbya, Daqaliya e Sharkyya. Gli altri Governatorati ospitano
meno del 5% dei lavoratori delle PMI manifatturiere. Anche qui, gli stessi nove Governatorati si trovano in coda con
meno dell’1% del totale dei lavoratori delle PMI manifatturiere, ovvero Aswan, Ismaliya, Matrouh, Sinai Nord e
Sud, Porto Said, Mar Rosso, Suez e Wadi El Gedid.
Per ciascuna delle industrie, la maggior parte dei lavoratori delle PMI manifatturiere si trova al Cairo, specialmente
nelle industrie della carta (44%), del ferro e acciaio (33%) e del tessile e metalli (30%). La manodopera
nell’industria mineraria è soprattutto a Giza (19%). L’ubicazione della manodopera segue la tendenza già indicata
nell’ubicazione degli stabilimenti. Quindi, la maggior parte dei lavoratori delle PMI del legno e dei mobili si trova a
Damietta (il 25% e 29% rispettivamente). Alessandria ospita il 9% degli operai delle PMI per alimentari, bevande e
tabacco, il 10% di quelli del settore tessile, l’11% di quelli delle industrie cartiere e del ferro e il 15% di quelli
dell’industria chimica. A Giza si trova il 9% della manodopera delle PMI dell’industria alimentare, il 14% di quella
cartaria , il 12% di quella chimica, il 19% di quella dei minerali, l’11% di quella del ferro, acciaio e metalli.
La manodopera è anche numerosa in industrie specifiche nei Governatorati di Al Rarbya (il 10% degli operai delle
PMI del tessile), di Damietta (legno e mobili), di Qualiubya (il 17% dei lavoratori delle industrie chimiche, del ferro
e acciaio), e di Sharkyya (l’11% o dei lavoratori nell’industria chimica, il 10% di quelli nelle industrie di ferro e
acciaio). E’ da sottolineare che i Governatorati che ospitano la maggior parte della manodopera delle PMI sono
situati nel Delta del Nilo dove vi è un’alta densità di popolazione.
3
Il quoziente di localizzazione può essere calcolato con i dati di questa tabella. Il quoziente di localizzazione è più
rilevante della semplice quota dell’industria sul totale delle attività esistenti nel Governatorato per identificare una
specializzazione produttiva, e può essere usato come primo indicatore della presenza potenziale di cluster di PMI. Il
quoziente di localizzazione è calcolato più avanti.
6
Tabella 1 - Distribuzione delle PMI secondo la dimensione e i sub settori manifatturieri
Sub settore
Micro
Piccole
Medie
Totale PMI
Numero
%
Numero
%
Numero
%
Numero
%
Alimentari, bevande e tabacco
34186
90,56
2406
6,37
870
2,30
37462
99,24
Tessile, abbigliamento, cuoio e
74524
95,49
2049
2,63
1156
1,48
77729
99,59
calzature
Legno e suoi prodotti
25007
99,05
164
0,65
64
0,25
25235
99,95
Carta e suoi prodotti
5839
89,53
406
6,23
234
3,59
6479
99,34
Chimica
3438
75,31
512
11,22
453
9,92
4403
96,45
Minerali
9299
84,47
773
7,02
823
7,48
10895
98,97
Ferro e acciaio e metalli non
1410
83,28
131
7,74
118
6,97
1659
97,99
ferrosi
Metallo, trasporti e attrezzature
40637
96,40
770
1,83
567
1,35
41974
99,57
Mobili
70284
99,41
273
0,39
116
0,16
70673
99,96
Produzioni non classificate
1993
95,86
49
2,36
32
1,54
2074
99,76
Manifatture
266617
95,30
7533
2,69
4433
1,58
278583
99,58
Fonte: Censimento stabilimenti, 1996
Tabella 2 - Distribuzione dell’occupazione nelle PMI per dimensione e sub-settori manifatturieri
Sub settore
Micro
Piccole
Medie
Totale PMI
Numero
%
Numero
%
Numero
%
Numero
%
Alimentari, bevande e tabacco
117054
38,42
30480
10,00
32944
10,81
180478
59,23
Tessile, abbigliamento, cuoio e
159055
33,50
26444
5,57
43854
9,24
229353
48,30
calzature
Legno e suoi prodotti
58818
38,42
2103
10,00
2233
10,81
63154
59,23
Carta e suoi prodotti
19676
37,08
5240
9,87
8870
16,71
33786
63,67
Chimica
13792
9,09
6755
4,45
18374
12,11
38921
25,66
Minerali
35430
20,16
10189
5,80
31632
17,99
77251
43,95
Ferro e acciaio e metalli non
5129
6,95
1694
2,30
4426
6,00
11249
15,24
ferrosi
Metallo, trasporti e attrezzature
106684
42,91
9760
3,93
22076
8,88
138520
55,72
Mobili
170365
90,58
3462
1,84
4866
2,59
178693
95,01
Produzioni non classificate
5617
66,74
618
7,34
1282
15,23
7517
89,32
Manifatture
691620
40,46
96745
5,66
170557
9,98
958922
56,10
Fonte: censimento stabilimenti, 1996
7
Tabella 3 - Suddivisione delle PMI di ogni sub-settore manifatturiero per governatorato (%)
Alimentari, Tessile,
Legno e
bevande e abbigliamento, suoi
tabacco
cuoio e
prodotti
calzature
Cairo
Al Rarbya
Alessandria
Assiout
Aswan
Bahayrah
Beni Suef
Damietta
Daqaliya
Fayoum
Giza
Ismaliya
Kafr al Sheikh
Matrouh
Minia
Minoufyya
Nord Sinai
Port Said
Qaliubya
Quena
Red Sea
Sharqyya
Sohag
Sud Sinai
Suez
Wadi al Gedid
Egitto
10,26
23,27
6,52
7,70
7,20
6,64
3,77
2,57
1,13
0,83
5,94
5,11
4,07
2,25
2,47
1,91
8,61
8,52
2,66
2,76
6,75
6,43
1,21
0,74
4,04
4,16
0,31
0,16
6,82
4,12
3,85
4,42
0,19
0,10
0,58
0,56
5,10
5,84
3,61
2,05
0,24
0,10
8,86
6,63
4,24
2,61
0,09
0,01
1,19
0,45
0,29
0,06
100,00
100,00
Fonte: Censimento stabilimenti, 1996
9,67
5,00
3,87
2,44
0,56
5,34
1,41
26,41
7,84
4,48
8,22
0,74
2,48
0,18
2,81
2,97
0,27
0,42
4,62
1,57
0,22
6,02
1,80
0,03
0,42
0,19
100,00
Carta e suoi Chimica
prodotti
Minerali
Ferro e
acciaio e
metalli non
ferrosi
Metalli,
Mobilio
trasporto e
attrezzature
Produzioni
non
classificate
Totale
Manifatture
42,86
4,58
11,42
1,17
0,40
2,24
0,65
0,80
3,43
0,79
13,01
0,82
1,50
0,03
0,79
1,57
0,09
0,57
5,53
1,05
0,20
5,11
0,83
0,03
0,48
0,05
100,00
20,84
7,09
6,65
1,84
0,78
6,62
1,74
3,63
6,74
1,81
10,59
0,69
2,16
0,27
2,84
5,57
0,57
0,54
6,78
2,57
0,34
6,61
1,84
0,13
0,52
0,24
100,00
41,53
4,28
10,67
0,60
0,12
3,25
0,84
1,57
4,76
0,60
6,99
0,24
1,39
0,00
0,72
2,05
0,00
0,06
13,38
0,36
0,00
6,03
0,36
O,06
0,12
0,00
100,00
27,61
5,66
7,69
1,80
0,84
5,08
1,26
1,49
10,08
1,12
9,17
1,21
3,21
0,29
2,35
2,70
0,34
0,55
7,55
1,51
0,22
5,67
1,81
0,05
0,56
0,18
100,00
71,31
1,98
6,41
0,58
0,34
1,01
0,77
0,24
1,01
0,87
3,28
0,43
0,72
0,00
0,58
1,35
0,05
0,14
3,76
0,39
0,19
3,95
0,48
0,05
0,10
0,00
100,00
20,58
6,09
6,98
2,15
0,81
4,56
1,81
10,31
8,27
2,16
7,51
0,92
2,98
0,18
3,26
3,52
0,19
0,54
5,74
1,89
0,16
6,25
2,29
0,04
0,67
0,14
100,00
29,53
6,47
10,90
0,55
0,36
1,59
0,75
0,77
6,50
0,59
9,02
0,48
0,79
0,16
0,73
2,52
0,16
0,25
20,03
0,73
0,18
5,54
0,82
0,02
0,52
0,05
100,00
18,18
4,87
7,23
1,27
0,78
2,83
0,85
26,19
7,97
1,36
6,94
0,97
1,67
0,09
1,73
3,07
0,11
0,58
4,15
1,27
0,10
5,04
1,76
0,02
0,87
0,09
100,00
Tabella 4 - Suddivisione delle PMI di ogni Governatorato per i sub settori manifatturieri (%)
Alimentari Tessile,
Legno e
, bevande abbigliamento, suoi
e tabacco cuoio e calzature prodotti
Cairo
Al Rarbya
Alessandria
Assiout
Aswan
Bahayrah
Beni Suef
Damietta
Daqaliya
Fayoum
Giza
Ismaliya
Kafr al Sheikh
Matrouh
Minia
Minoufyya
Nord Sinai
Port Said
Qaliubya
Quena
Red Sea
Sharqyya
Sohag
Sud Sinai
Suez
Wadi al Gedid
Egitto
6,71
31,55
14,40
35,25
13,89
25,57
23,52
33,33
18,86
28,75
17,53
31,31
30,15
34,62
3,22
5,17
14,01
28,74
16,60
35,73
12,08
23,88
17,59
22,34
18,22
38,91
22,88
24,06
28,10
35,21
14,69
35,01
14,09
15,06
14,28
28,88
11,93
28,38
25,67
30,28
20,04
17,62
19,08
29,59
24,89
31,79
32,35
10,78
23,79
18,77
28,91
12,20
13,45
27,90
Fonte: Censimento stabilimenti, 1996
4,26
7,44
5,03
10,26
6,30
10,61
7,05
23,21
8,59
18,83
9,91
7,24
7,54
9,07
7,79
7,64
13,32
7,01
7,29
7,51
12,11
8,72
7,13
7,84
5,71
13,00
9,06
Carta e suoi Chimica
prodotti
Minerali Ferro, acciaio, Metalli,
Mobilio
metalli non
trasporto e
ferrosi
attrezzature
Produzioni
non
classificate
Totale
Manifatture
4,84
1,75
3,81
1,27
1,15
1,14
0,83
0,18
0,96
0,85
4,03
2,06
1,17
0,39
0,56
1,04
1,16
2,45
2,24
1,29
2,86
1,90
0,85
1,96
1,65
0,80
2,33
3,96
4,56
3,73
3,33
3,77
5,68
3,76
1,38
3,19
3,28
5,51
2,92
2,83
5,72
3,40
6,19
11,97
3,90
4,62
5,31
8,15
4,14
3,13
13,73
3,04
6,90
3,91
2,58
0,24
0,68
0,20
0,31
0,17
0,32
0,02
0,09
0,30
0,32
0,35
0,18
0,00
0,13
0,29
0,19
0,20
0,49
0,15
0,88
0,47
0,16
0,98
0,11
0,00
0,74
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
2,27
1,68
2,47
0,40
0,71
0,55
0,65
0,12
1,24
0,43
1,90
0,82
0,42
1,38
0,35
1,13
1,35
0,73
5,51
0,61
1,76
1,40
0,56
0,98
1,23
0,53
1,58
1,20
0,42
0,91
0,17
0,09
0,43
0,28
0,09
0,34
0,17
0,55
0,16
0,28
0,00
0,13
0,35
0,00
0,07
1,39
0,11
0,00
0,57
0,09
0,98
0,11
0,00
0,60
20,22
13,99
16,60
12,56
15,71
16,81
10,45
2,17
18,38
7,86
18,38
19,74
16,21
23,87
10,84
11,55
27,80
15,20
19,82
12,03
20,48
13,68
11,91
19,61
12,64
19,89
15,07
22,41
20,28
26,31
14,96
24,36
15,77
11,90
64,44
24,45
15,95
23,44
26,78
14,24
12,62
13,49
22,13
15,06
27,30
18,33
17,02
16,08
20,45
19,48
10,78
32,96
17,77
25,37
Tabella 5 - Suddivisione dell’occupazione delle PMI di ogni sub settore manifatturiero per Governatorato (%)
Alimentari Tessile,
Legno e
bevande e abbigliamento, suoi
tabacco
cuoio e calzatureprodotti
Cairo
Al Rarbya
Alessandria
Assiout
Aswan
Bahayrah
Beni Suef
Damietta
Daqaliya
Fayoum
Giza
Ismaliya
Kafr al Sheikh
Matrouh
Minia
Minoufyya
Nord Sinai
Port Said
Qaliubya
Quena
Red Sea
Sharqyya
Sohag
Sud Sinai
Suez
Wadi al Gedid
Egitto
15,37
29,42
6,00
10,29
9,03
10,36
3,03
1,42
1,56
0,42
4,76
3,50
2,60
1,12
2,31
1,35
6,86
6,64
2,50
1,77
9,22
7,31
1,37
0,51
3,11
3,09
0,30
0,10
6,01
2,00
3,55
2,95
0,18
0,07
1,01
0,54
5,77
8,55
2,78
1,01
0,31
0,06
7,64
5,66
3,29
1,50
0,10
0,01
1,02
0,33
0,31
0,03
100,00
100,00
Fonte: Censimento stabilimenti, 1996
10,34
5,27
4,73
2,27
0,50
4,83
1,11
24,87
7,11
4,26
8,72
0,73
2,35
0,19
2,19
3,11
0,23
0,55
6,09
1,32
0,26
6,69
1,63
0,04
0,45
0,14
100,00
Carta e suoi Chimica
prodotti
Minerali
Ferro, acciaio
e metalli non
ferrosi
Metalli,
trasporto e
attrezzature
Mobilio
Produzioni
non
classificate
Totale
Manifatture
44,20
4,13
11,16
0,72
0,25
1,41
0,32
0,83
2,70
0,52
14,44
0,47
0,87
0,02
0,46
1,90
0,04
0,63
6,19
0,43
0,24
7,03
‘,69
0,01
0,31
0,04
100,00
15,80
8,05
5,29
1,09
0,50
6,61
2,03
2,38
7,17
3,24
19,45
0,62
2,74
0,17
1,74
6,32
0,41
0,47
6,53
1,42
0,27
5,85
1,05
0,17
0,48
0,14
100,00
33,24
3,14
10,93
0,39
0,03
2,91
0,36
1,47
4,59
0,37
11,20
0,31
0,66
0,00
0,65
2,34
0,00
0,01
16,57
0,52
0,00
10,05
0,20
0,02
0,06
0,00
100,00
30,32
4,93
8,62
1,39
0,63
3,74
0,91
1,17
9,10
0,91
10,65
0,86
2,53
0,21
1,79
2,47
0,26
0,56
8,03
1,09
0,24
7,58
1,33
0,06
0,52
0,09
100,00
18,08
4,75
7,08
1,19
0,67
2,56
0,72
28,70
7,37
1,52
6,65
0,78
1,65
0,10
1,62
3,03
0,10
0,50
4,20
1,10
0,08
5,11
1,66
0,02
0,70
0,08
100,00
65,89
1,76
7,17
0,32
0,17
0,57
0,32
0,15
0,82
0,61
6,05
0,21
0,39
0,00
0,25
1,62
0,04
1,10
6,00
0,13
0,17
5,85
0,28
0,04
0,07
0,00
100,00
23,07
6,57
8,67
1,62
0,72
3,73
1,30
8,21
6,97
1,88
9,58
0,80
2,43
0,16
2,50
3,24
0,16
0,62
7,15
1,37
0,17
6,60
1,73
0,05
0,57
0,12
100,00
24,05
4,79
15,06
0,40
0,65
1,11
0,49
1,26
5,00
0,22
12,12
0,70
0,48
0,03
0,35
3,10
0,10
0,44
17,05
0,57
0,13
10,75
0,63
0,03
0,45
0,04
100,00
Tabella 6 - Suddivisione dell’occupazione delle PMI di ogni Governatorato per sub settore manifatturiero (%)
Alimentari Tessile,
Legno e
bevande e abbigliamento
suoi
tabacco
cuoio e calzature prodotti
Cairo
Al Rarbya
Alessandria
Assiout
Aswan
Bahayrah
Beni Suef
Damietta
Daqaliya
Fayoum
Giza
Ismaliya
Kafr al Sheikh
Matrouh
Minia
Minoufyya
Nord Sinai
Port Said
Qaliubya
Quena
Red Sea
Sharqyya
Sohag
Sud Sinai
Suez
Wadi al Gedid
Egitto
12,54
30,49
17,17
37,43
19,61
28,57
35,25
21,01
40,74
13,93
23,99
22,41
37,69
20,69
5,31
3,94
18,53
22,77
24,93
22,41
18,11
18,24
32,41
15,29
24,03
30,36
35,88
15,60
45,35
19,17
20,61
21,79
20,84
10,52
30,92
20,97
15,18
28,60
38,09
17,62
32,84
8,34
21,79
20,52
35,87
20,84
37,10
3,23
33,47
13,58
50,31
5,47
18,82
23,92
Fonte: Censimento stabilimenti, 1996
2,95
5,28
3,60
9,23
4,55
8,53
5,64
19,97
6,72
14,89
5,99
6,06
6,35
7,90
5,78
6,32
9,55
5,91
5,61
6,33
9.77
6,68
6,22
5,24
5,17
7,89
6,59
Carta e suoi Chimica
prodotti
Minerali
Ferro, acciaio
e metalli non
ferrosi
Metalli,
trasporto e
attrezzature
Mobilio
Produzioni
non
classificate
Totale
Manifatture
6,75
2,21
4,54
1,57
1,22
1,33
0,87
0,36
1,36
0,97
5,31
2,06
1,26
0,39
0,65
2,07
0,97
3,62
3,05
1,09
4,77
3,75
1,40
0,81
1,91
1,17
3,52
5,52
9,86
4,92
5,44
6,65
14,27
12,59
2,33
8,28
13,85
16,35
6,22
9,08
8,62
6,62
15,71
20,58
6,19
7,36
8,35
12,46
7,15
4,88
26,01
6,73
9,42
8,06
1,69
0,56
1,48
0,28
0,04
0,91
0,33
0,21
0,77
0,23
1,37
0,46
0,32
0,00
0,31
0,85
0,00
0,02
2,72
0,44
0,00
1,79
0,13
0,40
0,13
0,00
1,17
18,99
10,84
14,37
12,38
12,62
14,47
10,12
2,06
18,85
6,99
16,06
15,55
15,01
19,09
10,36
10,99
23,55
13,10
16,23
11,41
19,67
16,60
11,10
17,94
13,08
11,48
14,45
14,60
13,48
15,22
13,68
17,39
12,76
10,34
65,19
19,70
15,00
12,93
18,18
12,67
11,72
12,12
17,39
11,35
14,99
10,93
14,89
8,46
14,42
17,95
6,05
22,64
13,00
18,63
2,24
0,21
0,65
0,15
0,19
0,12
0,19
0,01
0,09
0,25
0,50
0,21
0,12
0,00
0,08
0,39
0,19
1,40
0,66
0,08
0,77
0,70
0,13
0,60
0,09
0,00
0,78
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
4,23
2,96
7,05
1,00
3,68
1,20
1,54
0,62
2,91
0,48
5,13
3,57
0,79
0,79
0,57
3,87
2,45
2,88
9,67
1,69
2,92
6,61
1,48
2,62
3,20
1,26
4,06
Tutte le osservazioni contenute nella Tab.4 sono applicabili alla Tab.5, essendovi stretta correlazione tra il
numero delle PMI e il numero di lavoratori in ciascuna attività del singolo Governatorato. Cioè, al Cairo, ad
Alessandria, Giza, Kafr El Sheikh e Qaliubiya, la maggior parte dei lavoratori delle PMI sono occupati
nell’industria tessile, ad Aswan, Beni Suef, Matrouh, Minia, Quena, Sinai Sud e Wadi Al Gedid, la maggior
parte di essi è occupata nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco. Ciò è vero anche per Assiout,
sebbene in questo Governatorato la quota delle PMI nell’industria alimentare rispetto al totale non sia la più
importante in confronto alle altre attività e particolarmente a quella tessile. Il 65% dei lavoratori a Damietta è
occupato nell’industria del mobile coerentemente con quanto esposto sopra.
Questa analisi ci permette di evidenziare i seguenti punti:
• la maggior parte delle PMI nel settore manifatturiero (con una media del 99,6% a livello nazionale) è
costituita da micro-imprese, con meno di cinque addetti.
• la maggior parte delle PMI nel settore manifatturiero si trova al Cairo e nelle città del Delta del Nilo che
sono le più densamente popolate (effetto dimensione).
• in ciascun Governatorato, senza eccezione, risulta con estrema chiarezza che stabilimenti e manodopera
delle PMI manifatturiere sono presenti in quattro o cinque industrie principali: alimentari, bevande e
tabacco, tessile e abbigliamento, pellame e calzature, legna e derivati, mobili, metalli, trasporto e
attrezzature.
• potenziali specializzazione produttive delle PMI sono state individuate a: Sharquiyya e Minia per le
industrie alimentari, delle bevande e del tabacco; al Cairo e a El Rarbya per le industrie tessili, del pellame e
delle calzature; a Damietta per le industrie del legname e dei mobili e al Cairo, Daqaliya, Giza e Qaliubiya,
per le industrie del metallo, dei trasporti e attrezzature.
1.2 Le mappe geo-economiche delle PMI
Come abbiamo visto in precedenza, le industrie manifatturiere nelle quali predominano le PMI sono cinque:
quella alimentare, delle bevande e dei tabacchi, dei tessili, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature, del
legno e prodotti derivati, del mobile, dei metalli, dei trasporti e delle attrezzature. Pertanto, intendiamo
concentrarci su di esse per quanto riguarda il disegno delle mappe geo-economiche.
Abbiamo anche tratteggiato un quadro statistico della distribuzione delle PMI sul territorio egiziano, secondo
attività, trovando una ovvia stretta correlazione tra il numero delle PMI in un singolo Governatorato e la densità
della popolazione del medesimo. Vi è, pertanto, una forte prevalenza delle grandi città, come il Cairo, che
accoglie la maggior parte delle PMI, al di là delle diverse attività manifatturiere
1.2.1 La concentrazione geografica delle PMI
Onde fornire un’idea generale della concentrazione delle PMI sul territorio egiziano, è stato calcolato un indice
di concentrazione:
CI =
n
∑ (x
ij
/ x. j ) − (x i . − x ij / x .. − x . j )
1
Laddove:
- i = l’unità spaziale, qui il governatorato
- j = la modalità, qui una delle industrie manifatturiere
- x = il numero delle PMI
Questo indice può essere interpretato come un indice Gini: più si avvicina a 1, più c’è concentrazione di PMI. Il
ris ultato per ciascuna delle attività è riportato nella Tab.7. L’indice è stato calcolato per l’Egitto, quindi il Cairo e
Alessandria sono state separate.
12
Tab.7 - Indice di concentramento secondo il tipo di industria in Egitto. Cairo e Alessandria
Industrie
Egitto
Cairo
Alimentari, bevande e tabacco
0,226
0,222
Tessile, abbigliamento, cuoio e calzature
0,145
0,205
Legno e suoi prodotti
0,224
0,269
Carta e suoi prodotti
0,331
0,253
Ind. chimica
0,295
0,378
Ind. mineraria
0,243
0,311
Ind. ferro e acciaio e metalli non ferrosi
0,123
0,386
Ind. del metallo, trasporti ed attrezzature
0,176
0,176
Ind. del mobile
0,220
0,208
Ind. delle produzioni non classificate
0,512
0,663
Fonte: calcolo di Marion Séjourné sui dati del censimento degli stabilimenti 1996.
Alessandria
0,150
0,174
0,207
0,199
0,215
0,235
0,549
0,183
0,116
0,378
Risulta con estrema chiarezza che in Egitto, non c’è una forte concentrazione di PMI del settore manifatturiero.
Nessuna delle attività vanta un indice di concentrazione superiore a 0.5. Se prescindiamo dalle industrie delle
produzioni non classificate, i risultati evidenziano che a livello nazionale le industrie più concentrate sono quelle
della carta (0.331) e chimiche (0.295), mentre le meno concentrate sono ferro e acciaio (0.123) e tessili (0.145).
Le industrie maggiormente concentrate al Cairo sono quelle del ferro e acciaio (0.386), chimiche (0.378) e
minerali (0.311), le meno concentrate sono quelle del metallo e dei trasporti e attrezzature. (0.176). In quanto ad
Alessandria, le industrie a maggiore concentrazione sono: ferro e acciaio (0.549), e a minore: mobili (0.116).
Non è rilevante paragonare l’indice tra i vari livelli spaziali. Questi risultati indicano che nessuna delle attività è
fortemente concentrata a livello nazionale, neppure legno e mobili. L’unico dato relativamente interessante è
quello di Alessandria sulla concentrazione delle industrie di ferro e acciaio.
Tuttavia, il fatto che un’industria non sia concentrata a livello nazionale, non significa che uno dei Governatorati
non sia specializzato in tale settore, come per esempio è già risultato evidente nel caso dell’industria del mobile a
Damietta. Per analizzare il fenomeno della specializzazione, occorre calcolare il quoziente di localizzazione delle
varie attività.
1.2.2 Mappe geo economiche delle PMI sulla base del quoziente di localizzazione
Il quoziente di localizzazione consente di liberarsi dell’effetto dimensione, e misura il peso relativo di una
modalità (il numero di PMI in una data industria) all’interno di una unità spaziale, rispetto al peso di questa
modalità nelle altre unità spaziali.
Distingueremo quattro diverse unità spaziali: governatorati (Mappe4 da 1 a 5), distretti (Mappe da 6 a 10 ), la
città del Cairo (Mappe da 11 a 15), e la città di Alessandria (Mappe da 16 a 20). Il quoziente di localizzazione è
stato calcolato per cinque industrie: il numero di PMI nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco; in
quelle del tessile, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature; nell’industria del legno e prodotti relativi; in
quella del mobile; e in quella dei metalli, trasporti e attrezzature.
Il quoziente di localizzazione (LQ) viene calcolato nel modo seguente:
LQ = (x ij / x i . ) / (x . j / x .. )
Laddove:
- i = unità spaziale
- j = la modalità, qui una delle industrie manifatturiere
- x = il numero delle PMI
Il quoziente si calcola sulla base dei risultati emersi nella Tab.4. Quando LQ è uguale a uno, significa che la
modalità-industria nell’unità spaziale analizzata ha lo stesso peso di questa modalità-industria a livello nazionale.
Se LQ è uguale a due, significa che la modalità-industria nelle unità spaziali date ha un peso doppio rispetto a
quello che ha a livello nazionale. Di converso, se LQ è uguale a 0.5, il peso della modalità nell’unità spaziale è di
due volte meno rilevante che a livello nazionale.
4
Le Mappe sono da richiedersi al CeSPI.
13
Il quoziente di localizzazione è necessario per poter identificare la specializzazione produttiva e potenziali
cluster di PMI in localizzazioni specifiche. Le condizioni affinché appaiano cluster in una industria specifica (e
significativa), sono due: in primo luogo, l’unità spaziale dovrà essere specializzata in quella industria, cioè il suo
quoziente di localizzazione per questa industria dovrà essere alto. In secondo luogo, l’unità spaziale considerata
dovrà avere un numero significativo di PMI di questa stessa industria sul totale delle PMI di questa stessa
industria in Egitto. In precedenza, attraverso l’analisi simultanea delle tabelle 3 e 4, abbiamo eseguito questo
lavoro di identificazione, a livello di governatorati,. Nell’ambito di questo studio, un lavoro condotto a livelli di
unità spaziali più disaggregate, sarebbe troppo lungo. Peraltro l’analisi del quoziente di localizzazione a un
qualsiasi livello spaziale ci dà soltanto una condizione necessaria affinché vi si trovi un cluster di PMI, ecco
perché i risultati vanno interpretati con cautela. Tuttavia la presente mappatura è il primo passo necessario per
dare un’idea della distribuzione spaziale delle specializzazioni delle PMI nelle principali industrie egiziane.
L’analisi consente di identificare quei Governatorati che sono specializzati in una data industria. Tuttavia si
ricorda che i Governatorati formano grandi unità territoriali, la maggior parte delle quali con il deserto. Pertanto
occorre approfondire l’analisi fino a un livello spaziale più disaggregato, come quello relativo ai distretti e alle
città, onde riuscire ad avere un’idea più chiara della specializzazione delle PMI e dei potenziali cluster. Occorre
notare, inoltre, che alcuni Governatorati, come Wadi al Gedid, il Sinai Nord e Sud, Matrouh e il Mar Rosso, non
hanno distretti e quindi non sono segnati sulla relativa mappa. Questi Governatorati sono territorialmente
costituiti da deserti sterminati con poche oasi e alcune aggregazioni di popolazioni sparse, nelle quali non vi è
nessuna possibilità di trovare dei raggruppamenti significativi di PMI. In quanto agli altri Governatorati, i
distretti sono estremamente concentrati lungo il Nilo. Va ricordato che la popolazione egiziana vive soltanto sul
4% del territorio egiziano. L’analisi a livello di città è stata eseguita per le due città principali dell’Egitto: il
Cairo e Alessandria. L’analisi del LQ è realizzata industria per industria per i diversi livelli geografici.
1.2.2.1 Industria alimentare, delle bevande e del tabacco
Teniamo presente che, secondo la Tab.4, questa industria raggruppa il 13,4% di tutte le PMI manifatturiere in
Egitto.
La mappa 1 fornisce il quoziente di localizzazione a livello di Governatorato. In precedenza sono stati
individuati due Governatorati ospiti di potenziali specializzazione produttive dell’industria alimentare, delle
bevande e del tabacco: Minia e Sharkiyya. Il loro quoziente di localizzazione è logicamente superiore a uno,
essendo rispettivamente di 2.09 e 1.42. Tre Governatorati, a parte Minia, sono fortemente specializzati
nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco, essendovi il LQ superiore a 2: il Sinai Sud (2.41), Beni
Suef (2.24) e Wadi al Gedid (2.15). Cinque Governatorati sono più specializzati del livello nazionale, e cioè:
Qena (1.91), Sohag (1.85), Suez (1.77), Assiout (1.75) e Matruh (1.70). Tre Governatorati hanno una bassa
specializzazione in questa industria: Giza (0.9), Qaliubya (0.89), e il Cairo (0.5)5 . Damietta (0.24) ha una
bassissima specializzazione nel settore alimentare delle bevande e del tabacco rispetto agli altri Governatorati.
Gli altri dodici Governatorati hanno un LQ tra l’1.5 e il 2.
La mappa 6 indica i LQ per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco nei 155 distretti egiziani. 43
distretti sono fortemente specializzati con un LQ superiore a 2 e perfino a 3. In nove di essi, che appartengono al
Governatorato di Sharkiyya6 (Husayniya e Habu Hammad) e di Minia (Idwah, Maghagha, Matay, Samalut, Abu
Qurqas, Malawi e Dayr Muwas), vi sono potenziali cluster di PMI. Per gli altri 32 distretti, con un LQ superiore
a 2, non è possibile dire alcunché senza ulteriore analisi. Tutti i distretti con LQ tra 1 e 2 (80 distretti) e che sono
situati nel Governatorato di Minia (2) e di Sharkyya (11), hanno anch’essi una possibilità (seppure in misura
minore dei distretti già nominati) di vedere raggruppamenti di PMI nell’industria alimentare. Nuovamente, nulla
può essere affermato per gli altri. D’altro canto, siamo certi di avere poche probabilità di trovare cluster di PMI
nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco nei 32 distretti con un LQ inferiore a 1. Tutti questi si
trovano nei Governatorati del Basso Egitto: Suez, Ismailia, Porto Said, Damietta, Gharbiyya, Bahayrah, Giza e il
Cairo, eccettuato uno di essi nel Fayum.
La specializzazione produttiva spaziale ha una maggiore precisione quando lavoriamo a livello di distretto
urbano (qism). La mappa 11, raffigura il Grande Cairo, che comprende tre Governatorati: il Cairo, Giza e
Qaliubiyya. Nel Grande Cairo i quism sono 60 e vi si trova il 22% di tutte le PMI alimentari, delle bevande e del
tabacco in Egitto. Dalla mappa 6, apprendiamo che il LQ per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco
è basso nei distretti del Governatorato del Cairo e nella maggior parte di quelli di Giza e Qualiubiyya, eccettuati
due distretti a Giza (Ayat e Badrashaym) e due distretti a Qualiubiya (Tukh e Shibin al Qanater). La mappa 11,
5
6
I tre Governatorati del Cairo, Qaliubiya e Giza assieme costituiscono il Grande Cairo.
La mappa dei distretti e del Grande Cairo con i nomi dei distretti e dei qism sono da richiedersi al CeSPI.
14
raccorda i risultati e ci informa che i quozienti di localizzazione dell’industria alimentare sono superiori a Shibin
al Qanater rispetto a Tukh. Cinque quism del primo distretto sono fortemente specializzati nell’industria
alimentare, con un LQ che si estende da 2 a 7.88 e cioè: Shibin al Qanater, Madinet Nasr, Hawamdiyya, 15
Mayu e al Ayyat. Come abbiamo già spiegato, ciò non significa che vi siano dei cluster di PMI in questi quism.
Il quoziente di localizzazione di altri 34 quism è superiore a 1. I 21 altri sono considerati non specializzati
nell’industria alimentare. Sette dei quism con i LQ più bassi si trovano soprattutto nel cuore della città del Cairo:
Zamalek, Bulaq, Abdin, Muski, Gammaliya, Darb El Ahmar, Minsha’at Nasir.
Nella mappa 16 è riportato il quoziente di localizzazione per l’industria alimentare nei vari quism di Alessandria.
Questo Governatorato urbano è moderatamente specializzato nell’industria alimentare (LQ tra 1 e 1-5 a livello di
Governatorato e di distretto). Sempre la mappa 16, precisa che le PMI dell’industria alimentare sono
essenzialmente situate nel quism di Burg Al Arab, e poi di Bab Sharley. Complessivamente, 9 quism su 17 sono
specializzati nell’industria alimentare. Il cuore della città di Alessandria non è specializzato in tale industria.
1.2.2.2 Industrie tessili, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature
Questa industria, o insieme di industrie, raccoglie la più alta quota di PMI in Egitto (28%). La Tab.4 indica come
questa industria prevalga nella maggior parte dei Governatorati secondo il criterio del numero delle PMI.
La mappa 2 caratterizza l’analisi fornendo per ogni Governatorato il quoziente di localizzazione dell’industria
tessile, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature. Precedentemente, due Governatorati sono stati
individuati come potenzialmente specializzati: il Cairo e Al Rarbya. Entrambi i luoghi hanno un LQ superiore a
uno, cioè rispettivamente di 1.13 e 1.26. Al Rarbya appartiene ai cinque Governatorati più specializzati
nell’industria tessile, insieme a Kafr al Sheikh (1.39), Minufiyya (1.25), Fayum (1.26) e Minia (1.26). Undici
altri Governatorati hanno un quoziente di localizzazione per questa industria tra l’1 e l’1.25. Sei Governatorati
non sono specializzati nell’industria tessile rispetto ad altri Governatorati: Suez, Sinai Nord e Sud, Wadi al
Gedid e Mar Rosso.
A livello di distretto, la mappa 7 evidenzia che vi è soltanto un distretto dove il LQ è superiore a 2, cioè il
distretto di Fuwa nel Governatorato di Kafr el Sheikh. Il quoziente di localizzazione per l’industria tessile va da
1.5 a 2 in undici distretti, uno dei quali è Mahalla el Kubra, nel Governatorato di Rarbya. Gli altri 10 distretti
sono: Hawsh Isa e Ityay al Barud nel Governatorato di Behayrah, Shuhada e Ashmun nel Governatorato di
Minufiyya, Mashtul al Suq nel Governatorato di Sharkiyya, Itsa e Sinuria nel Governatorato di Fayum, Abu Tig
nel Governatorato di Assiout e Waqf e Nagada nel Governatorato di Sohag. Per quanto concerne questi distretti,
occorrerebbe un’analisi più approfondita per sapere se vi sono alcuni cluster di PMI nell’industria tessile. E’
interessante constatare che, a livello distrettuale, il Cairo non è maggiormente specializzato nel tessile di quanto
non siano altri distretti, essendo il LQ minore di 1. Tuttavia, il Grande Cairo accoglie una quota così elevata di
PMI tessili rispetto a tutto il paese (35.5%, Tab.3), che potrebbe essere relativamente semplice incontrare
numerosi esempi di cluster di PMI. La mappa 12 specifica che vi sono cinque quism nel Grande Cairo
specializzati nell’industria tessile, tutti situati nel cuore della città, e cioè: Qasr al Nil, Abdim, Muski, Babal
Sha’riyya e Darb al Ahmar. Sarebbe interessante a questo punto vedere in quale sotto-settore dell’industria
tessile questi quism sono specializzati, e se sono organizzati in raggruppamenti di PMI. Quello che è certo, è che
le PMI nel cuore delle città sono tradizionalmente micro-imprese, e se vi sono cluster potenziali, non può
trattarsi di raggruppamenti moderni. Altri 20 quism sono relativamente specializzati nell’industria tesile, la
maggior parte dei quali si trova al Cairo.
Alessandria raccoglie il 7% di tutte le PMI dell’industria tessile in Egitto. Come al Cairo, la mappa 17 evidenzia
il fatto che la maggior parte dei quism relativamente specializzati nel tessile è al centro della città, soprattutto ad
Atarin, Manshiya e Sidi Gaber. Anche qui, tali imprese sono tradizionalmente micro-imprese.
1.2.2.3 Industrie del legno e del mobile
Il 9% di tutte le PMI è nelle industrie del legno e il 25% in quelle del mobile. Damietta è stato identificato come
il Governatorato che può presentare numerosi esempi di cluster di PMI per l’industria del legno e del mobile in
Egitto.
Come risulta dalle mappe 3 e 4, Damietta è il Governatorato più specializzato nell’industria del mobile e del
legno, con un LQ di 2.54 e 2.56 rispettivamente. Anche Fayoum è specializzato nell’industria del legno (2.08),
ma questo Governatorato accoglie un minor numero di PMI (5%) nell’industria del legno rispetto a Damietta
(26%, vedi Tab.3). Il Governatorato del Cairo è quello meno specializzato nel legno (LQ di 0.47), e Beni-Suef il
meno specializzato nel mobile (0.47).Complessivamente, sono più numerosi i Governatorati specializzati
nell’industria del legno che non quelli specializzati in quella del mobile. Dopo Damietta, i Governatorati più
specializzati nel mobile sono: Suez (1.30), Porto Said (1.08), Ismailiyya (1.09) e Alessandria (1.04).
15
Le stesse osservazioni sono valide anche a livello di distretto. Dalle mappe 6 e 8 si evince che alcuni distretti
sono specializzati nell’industria del legno e più ancora in quella del mobile, ovvero: 52 nel legno e 21 nel
mobile. Fatta eccezione per Damietta, i distretti più specializzati nel legno sono Rashid nel Governatorato di
Bahayrah, Faqus nel Governatorato di Sharqiyya, Tukh in quello di Qaliubiyya, Giza in quello omonimo, Sinuris
e Fayoum nel Governatorato di Fayoum, e Fath e Sahil Salim nel Governatorato di Assiout. Per quanto concerne
il mobile, tutti i distretti del Governatorato di Damietta possono dirsi relativamente specializzati nell’industria
del mobile, cioè: Damietta, Kafr Sa’d, Fariskur e Zarqa. Vicino a Damietta, anche il distretto di Manzala nel
Governatorato di Daqaliyya è specializzato nel mobile. Il quoziente di localizzazione di Alessandria va da 1 a 1.5
per l’industria del mobile.
Il Grande Cairo raccoglie il 22,5% di tutte le PMI dell’industria del legno e il 29% di tutte le PMI di quella del
mobile. La mappa 13 evidenzia come il quism del Grande Cairo maggiormente specializzato nel mobile sia
Basatin, che merita qualche indagine circa la possibilità di trovarvi raggruppamenti di PMI. Complessivamente,
nel Grande Cairo, 25 quism sono parzialmente specializzati nell’industria del mobile, mentre altri 20 lo sono
nell’industria del legno. Tre di questi hanno un LQ maggiore di 2, e cioè: Tukh, Giza e Badrashayn. Anche qui,
nulla può dirsi in merito a eventuali cluster senza ulteriore analisi.
Alessandria è parzialmente specializzata nell’industria del mobile, meno in quella del legno. La città raccoglie
rispettivamente il 4% e il 7% di tutte le PMI dell’industria del legno e del mobile, rispettivamente. Le mappe 18
e 19 consentono di vedere come l’industria del mobile sia più diffusa all’interno dei vari quism di quanto non lo
sia quella del legno, essendo i quozienti di localizzazione per l’industria del legno maggiori di quelli per il
mobile. Sei quism sono parzialmente specializzati nell’industria del mobile e sette in quella del legno.
1.2.2.4 Industria del metallo, dei trasporti e delle attrezzature
Queste industrie raccolgono il 15% di tutte le PMI dell’Egitto. Nei Governatorati del Cairo, di Daqaliyya, Giza e
Qaliubiyya potrebbero esservi esempi di cluster potenziali di PMI. Dalla mappa 5, si evince che questi
Governatorati sono tutti parzialmente specializzati in questo gruppo di industrie, soprattutto il Cairo (1,34),
Qaliubbiyya (1,32), Giza (1,22) e Daqaliyya (1,22). I Governatorati più specializzati in queste industrie in Egitto
sono il Sinai Nord (1,85) e Matruh (1,58), anche se il numero di PMI in tali Governatorati è marginale rispetto
al loro numero totale in quelle stesse industrie in Egitto. Anche Alessandria (1,10) è parzialmente specializzata
in queste industrie. I Governatorati meno specializzati sono Damietta (0,14), Fayoum (0,52), Beni Suef (0,69) e
Minia (0,72).
Il LQ per tali industrie è alto (tra 1.5 e 2.05) in 12 distretti: Abu al Matamir nel Governatorato di Bahayrah,
Disuq e Hamul in quello di Kafr al Sheikh, Talkha e Mit Ghamr in quello di Daqaliyya, distretto 6 ottobre nel
Governatorato di Giza, Sadat in quello di Minufiyya, Qanatir in quello di Qaliubiyya, distretto 10 di Ramadan
nel Gov. Sharkiyya, Sahaliya e Fayyid nel Governatorato di Ismailiya. I distretti situati a Qaliubbiyya (1), Giza
(1) e Daqaliyya (2) potrebbero avere raggruppamenti di PMI nelle industrie del metallo, dei trasporti e delle
attrezzature. La maggior parte dei distretti specializzati in tali industrie si trovano nel Delta del Nilo.
Il Grande Cairo raccoglie il 44% di tutte le PMI in queste industrie in Egitto. Si ritiene che i tre Governatorati di
cui è comp osto il grande complesso urbano contengano potenziali cluster di PMI. Con l’aiuto della mappa 15,
possiamo individuare con maggiore precisione dove tali raggruppamenti potrebbero essere situati. Quattro quism
sono relativamente più specializzati che non gli altri in tali industrie. Tutti sono situati nel Governatorato del
Cairo, e si tratta di: Bulaq, Shubra, Minsha’at Nasir e Madinat Nasr. Anche 23 altri quism sono parzialmente
specializzati in queste industrie e potrebbero albergare potenziali cluster.
Alessandria accoglie l’8% di tutte le PMI di queste industrie in Egitto. Dalla mappa 20, si evince che vi sono due
quism in cui il LQ è superiore a 2, e cioè: Atarin e al Amriyah el Gedida. Se Atarin è situata nel cuore di
Alessandria e non può ospitare raggruppamenti moderni di PMI, Al Amriyah el Gedida è una città nuova e
potrebbe essere organizzata con cluster probabilmente più dinamici, anche se, fino ad oggi, nessuno ne ha
parlato in Egitto come di un raggruppamento importante nell’industria del metallo, dei trasporti e delle
attrezzature.
1.3 Conclusioni sulla specializzazione produttiva delle PMI a livello locale
L’analisi delle mappe ha indicato le specializzazioni produttive spaziali delle PMI nelle varie industrie. Pertanto,
specializzazioni di PMI a livello locale sono presenti:
• in due distretti del Governatorato di Sharkiyya: Hasayniya e Habu Hammad e in sette distretti del
Governatorato di Minia: Idwah, Maghagha, Matay, Samalut, Abu Qurqas, Malawi e Dayr Muwas, per le
industrie alimentari, delle bevande e del tabacco.
16
•
•
•
•
nel distretto di Mahalla el Kubra nel Governatorato di Rarbys, e in cinque quism del Cairo: Quasr al Nil,
Abdin, Muski, Bab al Sha’riyya e Darb al Ahmar nelle industrie tessili, dell’abbigliamento, del pellame e
delle calzature.
in tutti i distretti del Governatorato di Damietta: Damietta, Kafr Sa’d, Fariskur e Zarqa, e nel quism di
Basatin nel Grande Cairo, per l’industria del mobile.
nel distretto di Damietta e nei quism di Tukh, Giza e Badrashayn nel Grande Cairo, nell’industria del legno.
Tre distretti del Governatorato di Fayoum meritano attenzione: Ibshaway, Sinuris e Fayoum.
nei distretti di Talkha e Mit Ghamr nel Governatorato di Dqaliyya e nei quism di Bulaq, Shubra, Minsha’at e
Madinat Nasr nel Grande Cairo. Il quism di Al Amriyqh el Gedida nell’agglomerato di Alessandria merita
ugualmente attenzione.
Data la loro ubicazione e storia, la maggior parte di questi potenziali cluster di PMI sembra essere estremamente
tradizionale e tecnologicamente carente. Sarebbe interessante approfondire l’analisi e vedere in quali sottosettori, in quali rami e in quali prodotti di queste industrie sono specializzati importanti raggruppamenti
potenziali di PMI.
2. Programmi di cooperazione internazionale per lo sviluppo delle PMI
La tavola seguente offre una panoramica dei numerosi progetti di cooperazione internazionale rivolti allo
sviluppo delle PMI egiziane. Come si può notare nessuno adotta un approccio specificamente diretto allo
sviluppo, non di singole imprese, ma di cluster di PMI, come metodologia per accrescerne la capacità produttiva,
di innovazione e di inserimento nel mercato. Di questi alcuni sono illustrati più dettagliatamente. Sono stati scelti
i programmi che comunque sono maggiormente diretti a sostenere l’organizzazione di gruppi di PMI, e
riguardano i servizi finanziari, di assistenza tecnica e di capacity building.
17
Tavola dei programmi per lo sviluppo delle PMI
Agenzia esecutrice
Titolo del programma
Budget
Attività
Luogo
Durata
Save the Children
Group Guarantee Lending and
Savings
Progetto per la crescita delle
piccole e micro imprese
Progetto Sviluppo di Iniziativa
Comunitaria
$ 42.000
Credito e formazione
Cairo
1996-1997
$ 3.638.600
-
MOA
Agribusiness Investment
Office
GTZ (cooperazione
tedesca)
Sviluppo delle imprese agricole nei
Progetti di Nuovi insediamenti
$ 167.200
GTZ, Centro per le
Migrazioni Internazionali e
lo Sviluppo
Camera di Commercio
tedesca-Araba
Foundation of International
Training (FIT)
CARE
Businessmen Associations
(sostenuto da USAID)
Cooperazione olandese
National Council of Negro
Women/UMI
Catholic Evangelical
1994-1999
Sohag, Aswan, Fayoum e
Qena
$ 5.340.000
1990-1993
Ricerca, marketing e formazione
Nuove terre in Fayoum,
Noubariya e Ismailia
1996-1997
Progetto dell’iniziativa MubarakKohl
Formazione professionale
1994-in corso
Programma Esperti
Expertise tecnica
Sadat city, 10th of
Ramadan, 6th of October,
Cairo
In tutto il paese
Programma di servizi di esperti
senior
Progetto-Fondo per iniziative
delle donne
Expertise tecnica
In tutto il paese
In corso
-
Qena e Aswan
1990-1998
Qena, Sohag e Beni Suef
1996-1999
-
UNICEF
-
credito, institution biulding,
marketing e formazione
credito e institution building
Progetto per lo sviluppo delle
piccole imprese nell’Alto Egitto
C$ 8.200.000
C$ 20.000.000
Progetto-Fondo per lo sviluppo delle $ 950.000
famiglie
Progetto per lo sviluppo delle
$ 44.000.000
piccole e micro imprese
Programma di credito per le piccole
imprese agricole e industriali
Progetto per lo sviluppo egiziano
DFL 10,24 milioni
-
LE 500.000
Programma di formazione per le
$ 23 milioni
credito, formazione
personalizzata, studi di
fattibilità, avvio imprese,
consulenze
credito, institutional
building, studi di fattibilità,
avvio imprese, consulenze
Credito, servizi sociali e sviluppo
delle capacità
Credito, institution building,
marketing
Assiut, Sohag, Qena e
Alessandria
Alessandria, Assiut, Cairo,
Port Said, Sharkya, Kafr elSheikh, Dakahlia, New
Valley e Hurghada
Credito, institutional building e
Menoufia, Sharqia, Borg El
supporto gestionale a due banche Arab e Salam city
Credito e institution building
Cairo, Alessandria, Nord
Sinai, Minia e Assiut
Formazione professionale,
In corso
1993-in corso
1989-1998
1994-1998
1992-1998
1993-in corso
Organization for Social
Services (CEOSS)
imprese
-
Programma di formazione e
gestione imprenditoriale
-
Agriculture Cooperative
Development International
Programma di credito per le
piccole imprese e lavoratori
autonomi
Progetto di sviluppo imprese rurali
Near Est Foundation
Progetto di credito comunitario
Deloitte and Touche
(Cooperazione canadese)
Plan International
Progetto di sostegno alle piccole e
medie imprese
Progetto per il miglioramento del
tenore di vita e lo sviluppo delle
risorse e delle abilità
Credito per le piccole imprese
CARITAS
Freidrich Ebert Stiftung
Regional Center for
Research and Development
(RCRD)
Social Fund for
Development
Institute of Cultural Affairs
Catholic Relief Services
(CRS)
LE 400.000
Programma per lo sviluppo
delle imprese
-
Programma per l’occupazione e
la formazione
Progetto per lo sviluppo
istituzionale e delle capacità
delle comunità locali e delle
associazioni
-
-
Progetto Biad El Arab
-
Progetto per lo sviluppo delle
micro-imprese in Sohag
Cairo, Minia e Assiut
LE 1 milione
Credito e avvio imprese
LE 1.412.786
Credito, marketing, avvio
imprese, consulenze, institutional
building
Credito, sviluppo delle capacità,
studi di fattibilità, consulenze
Formazione professionale,
sviluppo tecnologico, consulenze
Credito, ricerca,avvio imprese,
consulenze, marketing e
formazione
Credito
Nuove terre e Alessandria
ovest
Institutional building
C$ 12.000.000
LE 6.000.000
Progetto per lo sviluppo
dell’artigianato e le piccole imrpese
industriali
Progetto di sostegno tecnico alle
piccole imprese
-
sviluppo tecnologico e avvio
imprese
Formazione, marketing, avvio
imprese e consulenze
$ 391,7 milioni
Credito, sviluppo tecnologico,
ricerca, consulenza e servizi per
avvio imprese
assistenza tecnica, credito,
sviluppo delle capacità e
consulenze
formazione
1993 in corso
1983-in corso
1994-1998
Sayeda Zeinab, Cairo
1995-1996
Dakahlia
1996-2001
Masr El Qadima, Ezzab
Kheirallah, Basateen, Ain
El Seera, Matariya
Alto e Basso Egitto
1996-1998
Cairo, 10th of Ramadan, 6th
of October, Alto Egitto
1996-1998
1989-in corso
1994-1996
Dakahlia
1993 in corso
In tutto il paese
1993 in corso
Credito, formazione e sviluppo
delle capacità
3 anni
Beni Suef
Servizi e consulenze per avvio di
imprese e sviluppo dei prodotti
credito, formazione
professionale, sviluppo
1991-1995
Sohag
1993-1996
tecnologico, consulenze
-
National Bank for
Development
ILO
Credit Guarantee
Corporation
DANIDA
(Cooperazione danese)
Cooperazione italiana
UNIDO e GAFI (sostenuto
da cooperazione italiana)
Progetto per sviluppare
opportunità di lavoro autonomo
dei giovani diplomati
LE 600.000
Progetto di credito per le piccole
imprese
Studio sullo sviluppo delle
risorse umane
$ 25.000.000
credito, ricerca e
formazione, consulenza,
sviluppo delle capacità
Credito
$ 18.000
-
-
Progetto per promuovere
occupazione, produttività e
reddito degli insediamenti
cooperativi nelle Nuove terre, a
Mariut e Alessandria
Progetto-Fondo di garanzia al
credito
progetto DANIDA per lo
sviluppo delle piccole e medie
imprese industriali nel
Governatorato di Aswan
$ 2.349.113
- credito e institutional building
-
Progetto per lo sviluppo del
settore privato
Progetto per l’alleviamento della
povertà e la generazione di
occupazione nel Governatorato di
Giza
Programma di supporto integrale alle
PMI egiziane
-
Minia
1995-1997
Grande Cairo
1991-1998
ricerca
1996
Mariut e Alessandria
1992-1997
$ 45.000.000
Credito e institutional building
In tutto il paese
1993-2001
DKK 20 milioni
-
Aswan
1995-1998
DKK 750 milioni
- sviluppo tecnologico,
consulenze, avvio imprese
In sei paesi tra i quali
l’Egitto
Giza
1996-2001
In tutto il paese
1998-2001
credito, marketing,
formazione, sviluppo
tecnologico, ricerca,
consulenze, avvio imprese
$ 4.500.000
Micro-credito, assistenza tecnica
e formazione
$ 23.000.000 (linea
di credito)
Credito, assistenza tecnica,
consulenze e sviluppo delle
capacità
Fonte: Ministero dell’Economia egiziano e aggiornamento di Helene Cottenet
1997-2003
2.1 I servizi finanziari del “Programma per l’Alleviamento della povertà e la creazione di impiego nel
Governatorato di Giza” della Cooperazione Italiana
Il programma per la riduzione della povertà e la creazione di impiego nel Governatorato di Giza è sostenuto dalla
Cooperazione Italiana ed è consta di due componenti: una sociale, in corso sin dal 1996, e una di orientamento al
mercato, che ha avuto inizio nel giugno 1999, per la durata di 20 mesi. Scopo di tale programma è la creazione di
posti di lavoro. La componente sociale è focalizzata sulle famiglie, quella di orientamento al mercato sulle microimprese. La componente sociale rappresenta un modello di micro-credito che ha avuto successo, ed il Ministero per
l’Assicurazione e gli Affari Sociali (MOSA) ne ha chiesto il prolungamento per altri tre anni. L’approccio del
programma, che prevede il recupero dei costi, rappresenta la chiave del suo successo. I prestiti vengono concessi al
costo dell’interesse di mercato e l’indice di copertura è quasi del 100%. E’ previsto che la componente di
orientamento al mercato abbia lo stesso obiettivo di sostenibilità.
La Cooperazione Italiana fornisce un fondo che ammonta a 2,5 milioni di LE (Lire Egiziane) per lo sviluppo delle
micro-imprese nel Governatorato di Giza. Lo scopo è quello di agevolare l’accesso al credito delle piccole imprese
onde aiutarle a finanziare l’investimento in attività fisse e in capitale circolante. Il progetto non prevede il
finanziamento di terreni e immobili, e finanzia imprese nuove ed esistenti. L’obiettivo generale del Programma per
quanto riguarda la componente di orientamento al mercato, è quello di rafforzare la crescita economica e di creare
nuove opportunità di lavoro appoggiando il settore delle piccolissime imprese tramite la rete delle Associazioni di
Sviluppo Comunitario.
Il Governo Italiano ha concesso un fondo di garanzia di 2,5 LE quale sovvenzione al MOSA. Tale fondo sarà gestito
dalla Società di Garanzia del Credito (Credit Guarantee Company - CGC). La Società è stata creata 10 anni fa
dall’USAID (Cooperazione Statunitense) e comprende 9 banche, di cui 5 private e 4 pubbliche. E’ compito del CGC
investire tale fondo sul mercato finanziario in modo da triplicarne il valore, giungendo a 7,5 milioni di LE dopo tre
anni. Il CGC fungerà da garanzia: il fondo verrà attivato quale garanzia, con l’appoggio del CGC, sui prestiti che le
banche egiziane concederanno a tassi competitivi ai micro-imprenditori residenti nelle aree prescelte del
Governatorato di Giza. Il CGC designerà una banca in accordo con il programma (la Banca Haly) onde fornire una
linea di credito, garantita dal CGC, alla Unità di micro-imprese (UMI). La UMI ha sede nel MOSA, e rappresenterà
l’intermediario tra la banca e le piccole imprese. Tale unità è composta di 7 persone: il Direttore, un controllore
finanziario, due funzionari sul campo, un segretario, uno specialista di informatica e un contabile. Sempre questa
Unità effettuerà studi di fattibilità e sarà responsabile della selezione dei beneficiari. Essa agirà anche quale centro di
formazione e di servizi, organizzando l’opportuna formazione di gruppi di piccoli imprenditori, e fornendo
assistenza tecnica.
Il gruppo target è quello delle micro-imprese con da uno a sei addetti, e un capitale investito del valore di 2.500 fino
a 40.000 LE, esclusi terreni e immobili. Il primo prestito non prevede la registrazione ufficiale per le imprese che
dovranno, tuttavia, provvedere alla loro formalizzazione se vorranno beneficiare di altri prestiti. Il progetto finanzia
attività del commercio, della manifattura e dei servizi. Tuttavia, una particolare attenzione verrà data alla
manifattura, alle imprese artigianali e ai servizi. Un trattamento preferenziale verrà accordato alle attività ad alto
impiego di manodopera con un più alto rapporto tra fatturato previsto e fabbisogno di capitale. Occorre che i
beneficiari abbiano garanzie insufficienti per poter ricevere i prestiti del Programma. E’ altresì necessario che essi
investano per lo meno il 25% della somma del prestito in beni strumentali. Le nuove imprese verranno finanziate
soltanto se il richiedente può rivendicare precedenti esperienze nel settore, se ha la disponibilità del terreno e/o
dell’edificio e se è in grado di contribuire con capitale d’esercizio.
Le richieste verranno raccolte tramite il Governatorato per opera delle Associazioni di Sviluppo Comunitario (ASC),
che sono Organizzazioni Non Governative (ONG) coinvolte nella componente sociale del programma. Tali ASC
costituiranno una rete per la ricezione delle richieste che saranno indirizzate all’UMI. Un funzionario si recherà sul
campo onde visionare i progetti di investimento e svolgere studi di fattibilità. La UMI sottoporrà la richiesta di
prestito con la rispettiva documentazione e i piani di affari al comitato esecutivo che provvederà a fornire
indicazioni caso per caso. Il comitato esecutivo sottoporrà le indicazioni all’Unità di Coordinamento del
Programma, la quale sarà responsabile dell’approvazione definitiva dei prestiti previsti.
Lo scopo principale delle attività di prestito è quello di aumentare il volume della produzione e la produttività delle
imprese. Vi sono sette diverse dimensioni di prestiti, varianti da 5.000 fino a 50.000 LE, con tranche di 5.000 LE. Il
cliente riceverà dapprima i prestiti entro le prime tre categorie di dimensione, mentre le categorie maggiori verranno
prese in considerazione, all’occorrenza, secondo i risultati dello studio di fattibilità. Lo schema delle condizioni del
prestito varia a seconda della categoria di dimensione. Per la prima dimensione (5.000-10.000 LE) il periodo
massimo di pagamento (compreso il periodo di grazia) è di 12 mesi, di 15 per la seconda dimensione (10.000-15.000
LE), di 18 per la terza, di 24 mesi per la quarta e di 24 per le tre ultime dimensioni. Il periodo di grazia non supererà
i tre mesi. In ogni modo il cliente sarà tenuto a pagare l’interesse sul prestito con inizio a partire dal primo mese. Il
tasso di interesse non sarà inferiore al tasso primario (prime rate) stabilito dalla Banca Centrale d’Egitto, che è il
tasso del Buono del Tesoro a 90 giorni. In sostanza, i beneficiari saranno tenuti a pagare un tasso di interesse intorno
al 14% (11% imposto dalla banca e 3% dalla UMI a copertura delle spese di amministrazione).
Il Programma prevede un esborso di 475 prestiti l’anno. Dopo la fine del Programma il patrimonio fiduciario (trust
fund) rimarrà di proprietà del MOSA sotto la gestione della CGC. La UMI si assumerà tutte le responsabilità del
programma.
2.2 I centri servizi promossi dalla Cooperazione Canadese e dal Social Fund for Development
Il progetto di creazione di un centro servizi sostenuto dalla Cooperazione Canadese (CIDA) è situato a Mansoura, e
prevede un finanziamento di 12 milioni di $C (Dollari Canadesi) per il periodo 1996-2001. L’agenzia operativa di
questo progetto è il Gruppo di Consulenza Deloitte & Touche. Il progetto si propone di sviluppare le PMI nella
regione del Delta del Nilo. L’esperienza di questo progetto viene condivisa con altri due progetti CIDA attualmente
in corso nell’Alto Egitto. Complessivamente la CIDA ha impegnato una voce di bilancio di quasi 30 milioni di $C
per lo sviluppo delle PMI in Egitto. Scopo di tale progetto è di stabilire un centro di servizi a Mansoura che fornirà
consulenza professionale per le PMI (da 30 a 50 addetti, per tutte le attività economiche ma soprattutto per le
industrie del legno e del tessile) e corsi di formazione professionale. Tale centro affari ha il nome di Unità di
Appoggio per la Consulenza Affari (Business Advisory Support Unit - BASU). E’ altresì presente un Centro
Informazioni d’Affari.
Il Centro Informazioni Affari è una joint venture tra il Progetto e il Governatorato e fornisce l’informazione
necessaria agli imprenditori riguardo la concessione di licenze, le assicurazioni sociali, la sicurezza industriale, i
requisiti per l’importazione e l’esportazione, i fondi di credito e i corsi di formazione, i finanziamenti dei donatori, i
programmi governativi e non governativi che appoggiano le PMI, le norme di protezione ambientale, ecc.. Il sito di
questo centro è stato acquistato dal Governatorato. Il Progetto ha ristrutturato il sito, acquistato l’attrezzatura e
formato il gruppo di lavoro. Esso continuerà a prestare il suo appoggio fornendo consulenza e formazione
supplementare, monitoraggio continuo e valutazioni periodiche.
La BASU ha l’obiettivo di dare maggiore appoggio locale fattivo alle PMI, di migliorare i rapporti tra il settore
privato delle PMI e gli organi di formazione professionale, di diffondere tecnologie più efficaci e ambientalmente
compatibili. Scopo della BASU è di migliorare la gestione d’impresa, riguardo la produzione, il mercato e la
finanza. Importante è inoltre considerato il miglioramento della capacità delle PMI nella Ricerca & Sviluppo (R&S)
e il consolidamento del sistema informativo del management. Sono previste due riunioni comuni al mese tra il CCP
(Comitato Consultivo Professionale) e il CCA (Comitato Consultivo per gli Affari). L’incontro tra gli imprenditori e
i centri di formazione consente il miglioramento dei corsi di formazione professionale in modo da riflettere i bisogni
delle PMI in quanto a tecnologia e R&S.
Le attività della BASU sono le seguenti: servizi di consulenza, appoggio istituzionale per le reti-cluster PMI,
cooperazione con l’Università di Mansoura nell’area dello sviluppo commerciale, utilizzo del fondo per il
finanziamento dello sviluppo tecnologico (1 milione di $C) per migliorare la produttività di PMI selezionate.
Tuttavia, fino ad oggi il finanziamento tecnologico non è stato utilizzato. Ciò è dipeso dal fatto che i criteri che
consentivano l’accesso a tale finanziamento erano troppo rigidi. In aggiunta, la BASU promuove l’interazione tra
industria e scuola per il miglioramento dei curriculum, la formazione di formatori per accrescere la loro capacità di
insegnamento e il potenziamento delle risorse di centri di formazione professionali selezionati.
La BASU serve annualmente una media di 300 imprese: 100 con interventi tecnici e 200 con interventi informativi.
Una delle questioni principali è la sostenibilità finanziaria del centro di servizi. Terminato il progetto, la BASU sarà
autonoma sebbene inizialmente sotto la supervisione del Governatorato.
Questo progetto è l’unico con un Governatorato come partner ufficiale (distretto di Mansoura, Governatorato di
Daqaliya). Lo sviluppo imprenditoriale e la formazione professionale sono attività sinergiche: ciascuna necessita il
coinvolgimento di rappresentanti del Dipartimento dell’Industria e dell’Educazione a livello di Governatorato. Il
dialogo politico si concretizza tramite il progetto, non soltanto in queste due componenti, ma anche in quelle
dell’ambiente, del lavoro infantile e di genere.
Il Fondo Sociale per lo Sviluppo (Social Fund for Development - SFD) prevede di fornire alle PMI di Damietta la
necessaria capacità operativa mediante un centro tecnologico che verrà incentrato sulla manifattura di mobili.
Difatti, Damietta è nota come città dell’industria del mobile. Più di 18.500 imprese vi lavorano in questo campo. Il
SFD ne sta finanziando 3.200. L’idea del centro servizi è sorta a seguito del calo dell’attività economica, e in
particolare della domanda del mercato egiziano, e della necessità di aumentare l’esportazione. Oggi, soltanto il 2% o
3% delle imprese a Damietta esportano i loro prodotti. Il problema principale è la qualità dei prodotti dovuto
essenzialmente al fatto che la materia prima (il legno), importata in primo luogo dalla Romania, Bulgaria e ex-
Jugoslavia, è di qualità estremamente scadente, e che il lavoro viene eseguito con macchinari obsoleti. Scopo
specifico del centro tecnologico, che entrerà in attività nel 2000, sarà quello di migliorare la qualità della produzione
e, in secondo luogo, la produttività. Attualmente, la sua organizzazione, il suo bilancio, ecc., sono in fase di esame,
con l’assistenza di un’associazione inglese: l’Associazione di Ricerca per l‘Industria del Mobile (Forniture Industry
Research Association - FIRA).
Il centro prevede una sala di conferenze e una biblioteca, e servirà da scuola di formazione per le nuove tecnologie
legate all’industria del mobile. Il centro sarà fornito di macchinari moderni, disporrà di materie prime di qualità e
insegnerà come usare le nuove tecnologie per ottenere prodotti di qualità. Ve rranno consegnati certificati di qualità,
specie per i prodotti destinati all’esportazione.
Il centro favorirà anche la riorganizzazione della produzione tramite la creazione di cluster di PMI. Damietta è,
inoltre, una nota città per le sue attività complementari: lavorazione e pulitura del legno, manifatture tessili e del
cuoio, lavori di pittura, produzioni in acciaio, vetro, marmo, tutte industrie che partecipano nella lavorazione del
prodotto finito, ovvero del singolo mobile. Nel 1998, una delegazione italiana legata a cluster di PMI, è giunta sul
posto per consulenze. Tuttavia, attualmente è la FIRA inglese, che intende promuovere le PMI del settore dei mobili
a Damietta. Gli specialisti internazionali concordano nel dire che la divisione del lavoro, la specializzazione del
processo di produzione potrebbero essere accentuate. Gli imprenditori di Damietta, sarebbero disposti a suddividere
il loro processo di produzione, in quanto ciò aumenterebbe la quantità e la qualità della loro produzione e a loro
toccherebbe occuparsi di una sola fase del processo di produzione. Attualmente è necessario uno studio di mercato
per analizzare quali imprese potrebbero essere abbinate (stesso livello di esperienza, di tecnologia) al fine di
condividere il processo di produzione dello stesso prodotto.
2.3 La capacity building delle PMI in un programma dell’USAID
Nel 1988, la USAID ha varato il Progetto per lo Sviluppo delle Piccole e Micro Imprese, con un finanziamento di 44
milioni di $USA. Tale progetto si propone di utilizzare associazioni non profit, come associazioni di imprenditori,
quali intermediari finanziari per creare sistemi vitali di distribuzione di credito, per consentire alle piccole e micro
imprese di espandersi e di aumentare le possibilità di impiego e di guadagno degli egiziani con un basso reddito.
Questo progetto fornisce servizi finanziari e non finanziari alle imprese già esistenti. L’Associazione Imprenditoriale
di Alessandria (Alexandria Business Association - ABA) funge da intermediario per il programma ad Alessandria e
Kafr El-Sheikh. Il Progetto ABA/SME (Small and Medium Enterprises) è stato avviato nel gennaio 1990. Dopo soli
due anni di attività, il servizio crediti produceva un reddito sufficiente a coprire tutti i costi operativi. Nel 1994,
l’indice dei costi operativi dell’ABA figurava tra i migliori del mondo.
Gli obiettivi dell’ABA sono quelli di sviluppare e promuovere le piccole e micro imprese esistenti, di aumentare il
reddito delle medesime, di aiutare la loro trasformazione accrescendo la loro capacità di organizzazione, di
contribuire a risolvere i problemi della disoccupazione.
L’Associazione si propone di fornire crediti, formazione e assistenza tecnica alle PMI ad Alessandria e Kafr ElSheikh, di fornire prestiti a breve per il capitale di avviamento, per passare, in seguito, a prestiti per investimenti a
più lungo termine. L’ABA si serve di banche locali per l’esborso e la restituzione dei prestiti, ed è gestita con criteri
privati, è, quindi, motivata dal profitto per assicurarsi autonomia e sostenibilità. I beneficiari dei prestiti devono
pagare tassi di interesse commercialmente adeguati, le dimensioni del prestito devono essere confacenti al tipo di
impresa e il prestito deve essere concesso nel momento giusto, al fine di portare gradualmente le imprese più forti a
rivolgersi al settore bancario formale.
Il mercato target di ABA comprende i proprietari di piccole e micro imprese ad Alessandria non in grado di
accedere al credito delle banche commerciali. Con piccole e micro imprese si intendono quelle con un numero da 1 a
5 addetti - micro-, e da 6-15 –piccole-. Le nuove imprese non vengono prese in considerazione per la concessione di
prestiti, occorre che i clienti abbiano avviato la loro attività per lo meno da un anno. Il settore delle micro imprese
rappresenta il 74% del portafoglio, mentre l’attività manifatturiera ne rappresenta il 63%, il commercio il 26, e i
servizi l’11%.
Per l’estensione del programma, l’ABA si è basata sulla fitta rete sociale esistente nella densamente popolata
Alessandria, avvalendosi del passa parola per rendere nota l’esistenza dei propri servizi. Essa opera secondo una
strategia di prossimità e ha 10 filiali nei vari quartieri di Alessandria, mentre due di esse sono a Kafr El-Sheikh. Da
quando l’ABA ha iniziato il progetto, essa ha creato una serie di ramificazioni paragonabili a quelle delle più
riuscite micro imprese finanziarie a livello mondiale. A fine 1998 il progetto ha potuto servire più di 40.000 clienti,
di cui 19.000 clienti attivi. ABA ha concesso più di 108.000 prestiti per un ammontare di quasi 92 milioni di $USA.
La quota di mercato che ABA serve rappresenta meno del 3% del totale, rimane uno notevole spazio per un’ulteriore
espansione.
Il progetto ha creato il Centro per le Piccole Imprese di Alessandria (Alexandria Small Business Center - ASBC)
quale struttura di supporto tecnico intesa a occuparsi delle esigenze dei micro imprenditori, svolgendo in tal senso
funzione complementare al meccanismo di distribuzione del credito.
Gli obiettivi del Centro sono quelli di migliorare le capacità tecniche e manageriali dei clienti, di assistere questi
ultimi con tecnologie di produzione più avanzate, di massimizzare l’efficienza e di soddisfare le esigenze di
mercato. In aggiunta, il Centro si propone di assistere i clienti con attività di mercato, di aiutarli nella soluzione di
problemi tecnici e amministrativi, e di fornire loro conoscenze e tecnologia aggiornate.
Sono quattro i tipi di servizi offerti dal Centro:
• formazione che riguarda: conoscenza del sistema di tassazione, concessione delle licenze, sicurezza sociale,
contabilità e marketing. Corsi tecnici specifici sulla lavorazione del legno, la fabbricazione di indumenti e ad
altre attività,
• marketing: individuazione dei dettaglianti per lo smercio dei prodotti, esibizione dei prodotti nei saloni di
esposizione del Centro, organizzazione di esposizioni e procura di ordinativi di forniture per conto dei clienti,
• biblioteca: disponibilità di una raccolta di cataloghi che consente ai clienti di essere informati sulle nuove
tendenze e tecniche di produzione,
• assistenza tecnica: cooperazione con organizzazioni internazionali come USAID, tramite il Corpo
Internazionale di Servizi Operativi, e il GTZ (Cooperazione Tedesca), cercando specialisti volontari nei vari
settori per fornire assistenza tecnica ai clienti.
Tali servizi sono offerti a pagamento. I clienti pagano una tassa per il diritto di accesso alla biblioteca (50 LE
l’anno), per i corsi di formazione (10 LE a sessione), e per l’assistenza tecnica (10 LE a sessione). I prodotti venduti
per conto dei clienti tramite il salone di esposizione, oppure tramite altri punti di vendita al dettaglio, vengono
maggiorati del 10-20%. Nulla è fornito gratuitamente. I punti di forza specifici del progetto sono: l’armonizzazione
produzione/mercato; la fornitura di servizi efficienti ai clienti; una difesa di prim’ordine contro la criminalità; un
Sistema Informativo Manageriale di prim’ordine; lo schema differenziato di incentivi per gli addetti ai lavori; un
solido rapporto con le banche.
3. La politica di decentramento
Prima di analizzare il livello decentramento politico/amministrativo in Egitto, occorre dedicare qualche attenzione
all’organizzazione amministrativa territoriale. Come illustrato nel riquadro in basso, i livelli amministrativi sono
cinque.
3.1 La struttura amministrativa
Le struttura amministrativa
Primo livello:
Muhafazat
(Governatorati)
Secondo livello:
Rif (rurale)
Hadar (urbano) Qism (distretti urbani)
Terzo livello:
Markaz (distretti regionali)
Quarto livello:
Qariyat
(villaggi rurali)
Quinto livello:
“Urban” Muhafazat
Shiyakhat
Madinat
(città)
Qism Shiyahat
L’Egitto è diviso in 26 Governatorati (Muhafazat), quattro dei quali sono Governatorati urbani: Cairo, Alessandria,
Porto Said e Suez. I Governatorati urbani, (città) sono divisi in distretti urbani (Quism) e questi a loro volta in
quartieri (Shiyakhat). Nel caso dei Governatorati misti, la suddivisione è più complessa, cioè ciascun Governatorato
è diviso in distretti regionali (Markaz), che costituiscono livelli amministrativi inferiori. Entrambi i tipi di
Governatorati sono costituiti di aree rurali e urbane, dette rispettivamente Rif e Hadar per i Governatorati, e Qariyat
e Madinat per i distretti regionali. Le città (Madinat) sono poi divise in Qism e Shiyakhat.
3.1.1 I Governatorati
Il funzionario esecutivo di più alto grado è il Governatore; seguito dal capo distrettuale e dal capo della città o del
villaggio 7 . Ciascuno di questi soggetti istituzionali ha responsabilità precise e, secondo la legge, sono figure
dominanti nel sistema amministrativo locale secondo i rispettivi livelli di responsabilità. Secondo l’articolo 25 della
Legge 43 (1979), con gli emendamenti della Legge 145 (1988), “il Governatore è nominato direttamente con decreto
presidenziale e la sua permanenza in ufficio dipende dal Presidente. Il Governatore potrà essere destituito con
decreto presidenziale oppure può considerarsi dimissionario per legge a scadenza dell’incarico presidenziale”.
Secondo gli articoli 26-29 della Legge 45, “il governatore è considerato rappresentante del Presidente nel
Governatorato. Egli sorveglia l’attuazione della politica generale dello Stato. Gli sarà concessa piena autorità su tutti
i direttorati di servizi e produzione, i dipartimenti, le infrastrutture e organizzazioni all’interno del Governatorato.
Egli è responsabile della sicurezza alimentare e della promozione dell’efficienza della produzione agricola e
industriale, e ha facoltà di ricorrere a tutti i mezzi onde raggiungere tali obiettivi, nei limiti della legge e dei
regolamenti.”
Il Governatore ha la possibilità di svolgere un ruolo dinamico nell’intero processo di sviluppo economico locale. In
realtà, i Governatori sono portati ad attendere gli ordini che giungono dai ministeri centrali o dalla leadership
nazionale. Al Governatore spettano anche altre mansioni legate alla sicurezza, alla supervisione dei servizi e delle
agenzie pubbliche, alla cooperazione con le università e alla gestione delle risorse umane. L’Articolo 27, consente ai
ministeri al Cairo di delegare funzioni suppletive al Governatore se lo ritengono necessario. In genere,
tendenzialmente, i ministeri centrali hanno resistito al decentramento delle loro prerogative al livello di
Governatorato. Secondo l’Articolo 30, ”ciascun Governatorato ha anche un segretario generale avente autorità e
funzioni di sotto-segretario negli affari finanziari e amministrativi specificati per legge e regolamenti rispetto al
quartiere generale del Governatorato”.
Per quanto riguarda la struttura del Governatorato uno dei principi chiave è che i gradini più bassi all’interno del
sistema sono ufficialmente legati a quelli del livello superiore. Una caratteristica fondamentale del sistema
amministrativo egiziano locale è il “principio del duplice controllo” secondo cui i ministeri centrali sono dotati di
poteri di supervisione tecnica e professionale significativi e di responsabilità riguardo al loro personale distaccato
presso i Governatorati, sebbene ai Governatori sia stata concessa autorità amministrativa e una qualche autorità
operativa. La struttura operativa del Governatorato è illustrata nel riquadro seguente.
La struttura dei Governatorati
Governatore
Primo livello
CAOA*
Secondo
(A)
Capi distretto
(B)
Direttorati di servizio
(C)
Direttorati finanziari
(D)
Direttorati
(E)
Dipartimento della
Pianificazione
(F)
Consiglio di
Stato (Diwan)
(G)
Dipartimenti dello
Sviluppo
(H)
Direttorati livello
Centro Informaz.
Segretario Generale
(I)
Terzo livello
Affari amministrativi
(J)
Affari personale
*Central Agency for Organization and Administration
Fonte: James B. Mayfield, 1996.
del
(K)
Affari finanziari
(L)
Affari consigli locali
Il primo livello è costituito da quelle organizzazioni in cui si riflette l’autorità più diretta dei ministeri del governo
centrale. I capi distrettuali (A) sottostanno alla supervisione amministrativa del Governatore, ma sono nominati dal
primo ministro e ricevono importanti direttive tramite il gabinetto e il Ministero delle Amministrazioni Locali.
Sono 12 i ministeri dei servizi (B) i cui bilanci del personale addetto al lavoro sono stati decentrati a livello di
Governatorato, quelli di: educazione, sanità, casa, affari sociali, agricoltura, manodopera/formazione,
rifornimento/commercio interno, trasporto/strade, gioventù, tasse catastali, veterinaria, operazioni e manutenzione.
Questi direttorati di servizio hanno il supporto tecnico e professionale dei rispettivi Ministeri centrali, ma in quanto a
7
Tutta la sezione sulla organizzazione e il decentramento del sistema amministrativo in Egitto è tratto dal libro di
James B. Mayfield, Local Government in Egypt. Structure, Process and the Challenges of Reform, The American
University in Cairo Press, 1996.
fini amministrativi e alla maggior parte di quelli operativi, essi vengono considerati parte del sistema amministrativo
locale del Governatorato. Vi è, in aggiunta, una serie di altri Ministeri che hanno visto le proprie funzioni trasferite a
livello di Governatorato, ma non l’assegnazione dei loro bilanci, e cioè: cultura, informazione, Waqf, Al-Awhar,
bonifica dei terreni, turismo, affari economici, cooperazione, interni, elettricità e industria.
Il direttorato finanziario (C) rappresenta il meccanismo chiave di collegamento finanziario e di bilancio tra governo
centrale e unità locali.
Il direttorato per l’organizzazione e l’amministrazione (D) rappresenta l’ufficio distaccato per il CAOA, che è
responsabile per il sistema della pubblica amministrazione in Egitto.
Il direttorato per la pianificazione e il controllo (E) al secondo livello è direttamente collegato al Ministero della
Pianificazione ed è responsabile del coordinamento delle assegnazioni degli investimenti. Tutte le richieste di
bilancio delle unità locali per ottenere nuovi capitali di investimento vengono incanalate attraverso il suddetto
direttorato e indi coordinate con il direttorato finanziario prima di essere sottoposte al Ministero delle Finanze e al
Minis tero della Pianificazione per la decisione definitiva.
Il Consiglio di Stato (diwan) (F), racchiude una serie di dipartimenti e uffici di appoggio che meglio potrebbero
definirsi parte dello staff personale del Governatore: affari legali, pubbliche relazioni, servizio alla cittadinanza,
sicurezza, affari attinenti alla comunicazione, monitoraggio e controllo di progetti e programmi speciali
sovvenzionati e realizzati dal Governatore e dal suo staff personale, infine contabilità e revisione. Tutti i funzionari
di questi dipartimenti sono separati del ministero centrale e quindi formano il nucleo di un eventuale sistema di
funzionari di governo locale. Questo gruppo di funzionari e staff di sostegno sente molto meno il problema della
duplice fedeltà che molti impiegati nel servizio dei direttorati sono costretti ad affrontare.
I dipartimenti di sviluppo (G), sono quelli in qualche modo collegati e coinvolti con lo sviluppo dell’impresa come:
produzione e affari economici, cooperative, affari di progettazione ingegneristica, turismo, organizzazione per la
ricostruzione e lo sviluppo dei villaggi egiziani (Organization for the Reconstruction and the Development of
Egyptian Villages - ORDEV)8 , ambiente, miniere e cave, e consulenze.
Le funzioni chiave del centro informazioni e ricerca (H), comprendono: sistema di informazione manageriale,
biblioteche/archivi di documentazione e ricerca, gestione di database e statistiche. Un funzionario estremamente
importante in ogni Governatorato è il segretario generale. Il grado di responsabilità che gli spetta dipende in gran
parte dalla decisione del Governatore. I settori da (I) a (L) sono quasi sempre di competenza del segretario generale.
3.1.2 Distretti e città
Secondo l’Art.44, “ciascun distretto avrà un direttore esecutivo il quale, oltre ad essere il funzionario più alto in
grado del distretto, sarà anche sindaco della città capoluogo distrettuale. Nominato dal Primo Minis tro, egli avrà
poteri finanziari e amministrativi di sotto segretario nei confronti delle agenzie e dei bilanci distrettuali”. Al direttore
distrettuale non spettano altre incombenze o funzioni specifiche, se non quelle di essere il funzionario esecutivo più
alto in grado del distretto e di essere a capo del Consiglio esecutivo del distretto.
L’Articolo 55 recita: “ciascuna città avrà un funzionario capo dotato di poteri di sottosegretario e del potere di capo
dipartimento di Governatorato per gli affari finanziari e amministrativi nei confronti delle agenzie della città e del
bilancio, conformemente alla modalità indicata nei regolamenti esecutivi”. I Capi delle città, come quelli dei
quartieri e dei villaggi, sono nominati con decreto governatoriale e rimangono in servizio secondo il beneplacito del
governatore.
Il sistema amministrativo a livello distrettuale e di città è, sotto molti aspetti, un riflesso del sistema del
Governatorato. Gli uffici esecutivi a livello distrettuale e di città, comprendono gli uffici del Consiglio di Stato
(diwan) o uffici esecutivi del capo distrettuale, oltre a circa una decina di dipartimenti di servizi sotto la supervisione
tecnica dei direttorati di servizio a livello di Governatorato. Tali dipartimenti di servizio riguardano: strade e ponti,
produzione agricolo/zootecnica, affari sociali, tassazione di beni, sanità, educazione, manodopera,
rifornimento/commercio nazionale, gioventù, attività sportive e casa.
Ugualmente paragonabile al segretario generale del Governatorato, è il segretario distrettuale responsabile degli
affari amministrativi, di quelli del personale e delle finanze. La diversità di fondo tra la struttura distrettuale e quella
urbana attiene ad alcune differenze specifiche nell’affidamento di dipartimenti di servizi all’uno o all’altro livello.
La struttura urbana detiene tutti i dipartimenti di servizio elencati sopra tranne quello della casa, della manodopera e
del rifornimento/commercio interno, che rimangono a livello distrettuale. Tuttavia, la città possiede un dipartimento
di programmazione ingegneristica sotto supervisione diretta del capo della città, responsabile di: pianificazione e
organizzazione, servizi e progetti quali quelli idrici e acque di scolo, in città e villaggi collegati alla città.
8
La sezione economica dell’ORDEV è responsabile nell’aiutare la mobilizzazione delle risorse a livello locale,
nazionale e internazionale al fine di assistere gli imprenditori dei villaggi a sviluppare progetti produttivi e per la
creazione di occupazione nell’artigianato, meccanizzazione agricola, allevamento, …
3.1.3 Quartiere e villaggio
Grandi città o Governatorati che comprendono soltanto una grande città (Il Cairo, Alessandria, Giza, Porto Said,
Suez, Shubra al-Khayma), sono suddivisi in quartieri (Quism). Secondo quanto precisa l’Art.63, “ciascun quartiere
sarà presieduto da un capo con poteri di sotto segretario e di capo dipartimento governativo per gli affari finanziari e
amministrativi.”
Secondo Art. 72, “ciascuna unità-villaggio avrà un capo unità-villaggio con poteri di capo dipartimento governativo
per gli affari finanziari e amministrativi nei confronti delle agenzie e del bilancio dell’unità-villaggio”. Il capo del
villaggio è scelto dal Governatore e, di solito, è appoggiato da uno dei dipartimenti ministeriali a livello dis trettuale
o di villaggio. In quanto a stipendio e promozioni, egli continua a dipendere dal suo ministero di origine. Questa
situazione dà luogo ad una duplice fedeltà che crea alcuni problemi specifici per l’amministrazione a livello di
villaggio. Il capo del villaggio è il funzionario di più alto grado nelle aree delle unità-villaggio che comprendono un
villaggio “madre” e uno o più villaggi satellite. Il capo è scelto dal governatore e abitualmente è appoggiato da uno
degli uffici ministeriali situati nei distretti o villaggi del Governatorato.
Il capo del villaggio è amministrativamente responsabile delle sezioni di servizio, delle scuole, delle unità sanitarie e
delle unità sociali, anche se esse ricevono sostegni tecnici e, in parte, di bilancio dai loro rispettivi ministeri. Il capo
del villaggio provvede alla diretta supervisione del personale assegnato alle seguenti sezioni di sostegno delle unitàvillaggio: pianificazione e sorveglianza, progetti di sviluppo economico, rifornimento, gioventù e attività sportive,
esazione tasse, dipartimento di progettazione ingegneristica. Il segretario del villaggio, generalmente, è
amministrativamente responsabile di tre settori generali di attività: uffici amministrativi, affari finanziari, consigli e
comitati.
L’amministrazione locale svolge un ruolo molto importante nello sviluppo economico e sociale dell’Egitto. Secondo
J.B.Mayfield (1996), sarebbe palesemente vantaggioso se, i membri di livello superiore del sistema amministrativo,
avessero una qualche forma di esperienza a livello di villaggio e città, prima di diventare capi distretto o segretari
generali. Troppo spesso, funzionari egiziani, soprattutto a livello di Governatorato, hanno avuto pochissima
esperienza pratica a livello locale. Per i più importanti funzionari esecutivi del sistema amministrativo, una carriera
il cui percorso iniziasse con una esperienza locale, migliorerebbe notevolmente la loro competenza e qualità
operativa.
3.1.4 I Consigli esecutivi
A ciascun livello del sistema amministrativo locale egiziano vi è un consiglio esecutivo presieduto dal capo
esecutivo di quel livello, ovvero: dal governatore per il Consiglio esecutivo del Governatorato, dal capo distrettuale
per il Consiglio esecutivo distrettuale e dal capo dell’unità-villaggio per il Consiglio esecutivo dell’unità-villaggio.
I Consigli amministrativi rappresentano gli organismi amministrativi principali per il coordinamento, la
pianificazione, la realizzazione e la gestione delle politiche governative generali nell’ambito dei rispettivi livelli del
sistema amministrativo. Di solito, i membri di questi Consigli comprendono rappresentanti dei ministeri centrali
(dodici) le cui mansioni e responsabilità sono state trasferite ai Governatorati.
Il Consiglio esecutivo del Governatorato comprende: il Governatore e il suo assistente, i capi dei distretti, di città, di
quartieri urbani e i capi di dipartimenti pubblici, agenzie e varie autorità nell’ambito del Governatorato, secondo
quanto stabilito dai regolamenti operativi. Il segretario generale del Governatorato sarà segretario del Consiglio
esecutivo, che si riunirà per lo meno una volta al mese su richiesta del Governatore. L’Articolo 33 stabilisce le
funzioni principali del Consiglio esecutivo che sono attinenti al controllo e alla valutazione delle attività eseguite dai
direttorati, alla preparazione del bilancio, a quella dei piani amministrativi e finanziari per le delibere del Consiglio
del popolo, alla fissazione di regolamenti riguardanti terreni e proprietà, ecc..
I Consigli esecutivi distrettuali comprendono il capo distrettuale, i direttori dei dipartimenti di servizi e produzione
del distretto, tutti i sindaci delle città e i capi villaggio all’interno del distretto, il segretario. Il Consiglio esecutivo si
riunisce almeno una volta ogni due settimane su richiesta del capo distrettuale. Secondo l’Art.46, il Consiglio
esecutivo sarà tenuto ad assistere il capo distrettuale nell’elaborare i piani manageriali e finanziari occorrenti per il
disbrigo degli affari dei distretti e per realizzare le decisioni prese dal Consiglio del popolo locale del distretto. Il
Consiglio esecutivo distrettuale assume anche alcune funzioni legate alla messa a disposizione di personale e
appoggio a città e villaggi, all’estensione di aiuto finanziario a città e villaggi qualora i loro proventi interni si
dimostrassero insufficienti, alla realizzazione di progetti che superano le capacità di città e villaggi, al monitoraggio
e la valutazione delle attività di dipartimenti dei servizi nell’ambito del distretto, alla preparazione della bozza di
bilancio distrettuale, ecc..
I Consigli esecutivi urbani comprendono: il capo della città, i direttori dei dipartimenti di servizi e produzione nella
città, come stabilito dai regolamenti esecutivi, e il segretario della città. Il Consiglio esecutivo urbano si riunisce
almeno due volte al mese, su richiesta del capo della città. Secondo l’Art. 57, il Consiglio esecutivo urbano assiste il
capo della città nel formulare i piani amministrativi e finanziari occorrenti per la città e nell’attuare le decisioni del
Consiglio locale urbano del popolo o del capo della città. Nella fattispecie, il Consiglio esecutivo assume alcune
funzioni connesse: al monitoraggio e alla valutazione di attività delle agenzie operative della città, alla preparazione
delle proposte di bilancio cittadino, all’esame della raccolta dei proventi della città, all’assistenza alle unità locali,
ecc..
I Consigli esecutivi di quartiere comprendono: il capo del quartiere, i direttori delle agenzie esecutive nell’ambito
del quartiere, il segretario di quartiere. Il Consiglio si riunisce per lo meno bimensilmente su richiesta del capo del
quartiere. Secondo l’Art.65, il Consiglio esecutivo di quartiere aiuta il capo del quartiere nel formulare i piani
amministrativi e finanziari occorrenti. Il Consiglio esamina altresì le questioni che il Consiglio del popolo locale di
quartiere, o il capo del quartiere, gli avrà sottoposto. In particolare, il Consiglio esecutivo assumerà funzioni
attinenti alla supervisione delle attività svolte dalle agenzie esecutive del quartiere, ecc.
Il Consiglio esecutivo di villaggio comprende: il capo villaggio, i direttori delle agenzie esecutive esistenti nel
villaggio, il segretario. Il Consiglio esecutivo dell’unità-villaggio si riunisce su richiesta del capo dell’unità-villaggio
almeno una volta ogni due settimane. L’Art. 74 stabilisce le funzioni del Consiglio esecutivo dell’unità-villaggio che
sono le stesse di quelle di livello superiore.
3.1.5 I Consigli locali del popolo
Ad ogni livello del sistema amministrativo locale egiziano troviamo un Consiglio del popolo.
Il Consiglio locale del popolo, a livello di Governatorato, è formato da otto membri di ciascun distretto o quartiere
(quism) amministrativo, uno dei quali sarà un candidato indipendente. Il Consiglio elegge, nella prima riunione delle
proprie sessioni ordinarie e per il periodo di tale sessione, fra i propri membri, un presidente e un vice presidente,
uno dei quali almeno, dovrà essere agricoltore o lavoratore. Secondo l’Art.12 della Legge 23, “il Consiglio locale
del popolo a livello di Governatorato si farà carico, nell’ambito del contesto della politica generale dello stato, della
sorveglianza dei vari servizi e delle varie attività che rientrano nella giurisdizione del Governatorato”. Indi, le
incombenze del Consiglio locale del popolo si limitano essenzialmente all’approvazione dei bilanci e progetti decisi,
poi, a livello di Consiglio esecutivo e di governo centrale. Il Governatore ha il diritto di respingere qualsiasi
decisione, raccomandazione o proposta, che egli consideri contraria alla politica nazionale o al bilancio nazionale
annuale. Questa forte autorità del Governatore costringe i Consigli del popolo alla massima attenzione
nell’esaminare le proposte e, in genere, a chiedere consiglio al Governatore o al suo personale prima di avanzare una
qualsiasi proposta controversa su cui decidere. Il Consiglio locale del popolo, a livello di Governatorato, gode di una
maggiore autorità di sorveglianza e approvazione sui Consiglio del popolo locali di livello inferiore. Mentre la legge
sottintende che i Consigli del popolo locali godano di una qualche autonomia, in realtà essi sono soggetti al potere
amministrativo e politico dell’esecutivo (del Governatore), che rappresenta il potere presidenziale.
Il Consiglio distrettuale del popolo è formato da membri eletti della città principale del distretto e di ciascuna delle
unità-villaggio del distretto. La capitale del distretto è rappresentata da dieci membri eletti, nove dei quali con il
sistema delle liste di partito, e uno dei quali come candidato indipendente. Se la città è composta da più di una
sezione, le spetteranno dodici membri eletti. Ciascuna unità-villaggio è rappresentata da otto membri, di cui sette
eletti tramite lista di partito e uno come indipendente. Il Consiglio locale distrettuale del popolo si incarica,
nell’ambito della politica generale del Governatorato, del controllo e della sorveglianza delle attività dei Consigli
locali del popolo di città e di unità-villaggio che rientrino nella giurisdizione del distretto. In pratica, quando un
Consiglio del popolo di città o di villaggio prende particolarmente a cuore una proposta, potrà decidere di inoltrare
la questione direttamente al Consiglio locale del popolo a livello di Governatorato. Le funzioni generali del
Consiglio distrettuale del popolo sono le stesse del Consiglio a livello di Governatorato, ma applicate al distretto.
Il Consiglio locale urbano del popolo elegge dodici persone da ciascun settore amministrativo interno alla città
tramite le liste di partito, mentre almeno un membro è indipendente. Il Consiglio del popolo locale di quartiere
elegge dieci membri da ciascun settore amministrativo interno al quartiere. Il Consiglio del popolo locale di
villaggio elegge dodici membri tramite le liste dei partiti e almeno uno di essi sarà indipendente. Le funzioni di
questi Consigli sono uguali a quelli dei livelli superiori.
3.2 Le caratteristiche del sistema amministrativo locale
In Egitto, il sistema amministrativo locale mira a unificare le funzioni del personale amministrativo dei vari
ministeri centrali chiave, a quelle di un organo locale eletto, che rappresenti varie aree geografiche. Pertanto, varie
caratteristiche contraddistinguono il sistema amministrativo locale egiziano.
La prima caratteristica è l’adesione del sis tema decisionale locale al controllo centrale. Mentre in linea di massima, a
livello locale il sistema ha facoltà di fare presente, necessità e priorità di bilancio, diverse dalle direttive ministeriali
centrali, in pratica la tendenza è di accettare tali direttive, quindi anche i piani di sviluppo e i bilanci che le
riflettono.
Una seconda caratteristica importante è l’integrazione tra lo Stato e il sistema di partito che garantisce la fedeltà
dell’amministrazione locale all’attuale regime ed è, pertanto, politicamente “sicura”. Mentre è un fatto che i Consigli
esecutivi, costituiti da funzionari locali provenienti dai ministeri centrali, sono organizzazioni amministrative e non
politiche, i membri dei Consigli del popolo sono tutti eletti tramite liste di partito, sistema che assicura in tal modo il
predominio del Partito Democratico Nazionale (PDN) nei Consigli locali.
La terza caratteristica è rappresentata dalla misura in cui unità amministrative locali e agenzie governative
determinano gli aspetti economici del settore pubblico. Negli ultimi anni vi è stato un cambiamento in quanto decreti
ministeriali e presidenziali recenti hanno richiesto alle unità locali di perseguire politiche di privatizzazione
vendendo imprese pubbliche laddove possibile. Le priorità degli investimenti pubblici vengono fissate dal Ministero
per la Programmazione in tutti i settori fornitori di servizi economici e sociali. Sia i funzionari del Governatorato,
che i membri del Consiglio del popolo legati ai capi del Partito Nazionale sono costretti a trattare con potenti
ministeri per ottenere investimenti pubblici. Ai Consigli esecutivi urbani, a quelli di città e di villaggio spetta la
difficile incombenza di coordinare e eseguire la politica pubblica. Tuttavia, il processo di pianificazione a livello
locale incoraggia i Consigli locali a prendere in considerazione alcune priorità e aree problematiche speciali. Il
Ministero della Programmazione esamina le priorità di natura locale, ma non è obbligato a tenerne conto nei propri
programmi.
Un quarto aspetto tipico del sistema amministrativo egiziano è una certa forma di centralismo democratico, che
prevede, per lo meno in teoria, che i Consigli amministrativi locali debbano rispondere sia al Consiglio del popolo
eletto, che all’Amministrazione a livello superiore. Per comprendere il funzionamento di questo sistema occorre
tenere presente l’importanza del principio gerarchico, secondo cui i funzionari dei Consigli esecutivi di livello
inferiore sono totalmente dipendenti dal controllo dei membri di un livello superiore (a partire dal livello di villaggio
o città, indi da quello distrettuale, per giungere infine al Consiglio esecutivo di Governatorato). Pertanto, ciascun
direttorato (sanità, educazione, agricoltura, industria, affari sociali) a livello di Governatorato, deve rispondere, sia al
Governatore, per quanto riguarda le funzioni amministrative, che al rispettivo ministero centrale interessato, per
quanto riguarda le materie tecniche. I direttorati locali ricevono quasi tutti i finanziamenti da fondi centrali.
Risulta evidente che il sistema amministrativo egiziano è estremamente centralizzato. Tale situazione, che trova
spesso la sua giustificazione in un’esigenza di “sicurezza nelle strade a nell’alimentazione”, fa sì che nessun organo
del sistema amministrativo statale venga mai controllato da un qualsiasi gruppo di opposizione. Si può considerare
questa centralizzazione un fatto positivo nella misura in cui essa assicura una guida statale unitaria per le grandi
questioni nazionali. D’altro canto, è anche possibile considerarla come un pesante sistema burocratico che lascia
poco spazio a cambiamenti di politica pubblica a qualsiasi livello locale.
Il livello di decentramento dipende da quale prospettiva lo si considera: se da quella della comunità o da quella
dell’organizzazione. L’organizzazione può sembrare ragionevolmente decentrata con ampi poteri delegati al
personale dei direttorati a livello di Governatorato. Ma per quanto concerne l’area in cui questo personale opera, il
sistema in realtà è ancora centralizzato lasciando scarsa autonomia a distretti, città o villaggi. Il tasso di
decentramento all’interno del sistema amministrativo locale egiziano può anche essere misurato valutando la
quantità di autonomia e di potere dis crezionale delegato ai livelli inferiori dell’amministrazione. Effettivamente, i
funzionari di rango inferiore hanno incombenze varie, come: approvazione di programmi, poteri esecutivi, funzioni
ispettive, sempre con vari gradi di autonomia all’interno di ciascuna incombenza. Per esempio, il capo del villaggio
è libero di approvare determinati progetti di costo inferiore a una determinata cifra, senza accordo con i gradi
superiori. Nella misura in cui tale potere decisionale discrezionale aumenta ed è ampliato, si può dire che il
decentramento amministrativo viene accresciuto.
Uno dei problemi con cui i funzionari di livello inferiore sono chiamati a fare i conti è il potere di revisione ancora
nelle mani dei livelli superiori. Quindi vi à poca incentivazione a utilizzare al massimo i poteri discrezionali. Nella
maggior parte delle burocrazie l’iniziativa e l’assunzione di responsabilità non vengono premiate.
Attualmente, sono 12 i Ministeri di sevizio i cui bilanci per il personale fuori sede sono stati decentrati a livello di
Governatorato. Questi direttorati di servizio ricevono sostegno tecnico e professionale dai rispettivi ministeri
centrali, ma ai fini amministrativi e alla maggior parte di quelli operativi, essi vengono considerati parte del sistema
amministrativo locale del Governatorato. In aggiunta, come abbiamo vista prima, vi è una serie di altri Ministeri le
cui funzioni sono state trasferite a livello di Governatorato, mentre non lo sono state le assegnazioni dei loro bilanci.
E’, questo, il caso dell’industria che dipende essenzialmente da uno dei dipartimenti dello sviluppo, detto degli
Affari di Produzione e dell’Economia. In genere, questo dipartimento comprende tre o quattro uffici: risorse
economiche, investimenti, autorità economiche e società pubbliche, e sviluppo della sicurezza alimentare. Il
dipartimento è anche responsabile dell’elaborazione di studi di valutazione e analisi di fattibilità su: potenziale di
produzione di reddito, aumento di posti di lavoro e sviluppo generale di imprese produttive nell’ambito del
Governatorato. Mentre gli uffici in questo dipartimento dispongono di grande potere nell’appoggiare una crescente
privatizzazione e lo sviluppo del settore privato all’interno del Governatorato, la loro reale efficacia è stata
fortemente ostacolata dalla mancanza di personale competente e dall’incapacità dei Governatori di dedicare il tempo
necessario alla cura e all’appoggio di tale attività.
3.3 Il bilancio delle amministrazioni locali
Il bilancio del patrimonio direttamente controllato dei Governatorati rappresenta il 3,4% del patrimonio nazionale
complessivo, ma la maggior parte degli investimenti viene effettuata a livello locale, la maggioranza delle spese di
esercizio è fatta a livello locale e la maggior parte degli introiti è raccolta a livello di Governatorato. Effettivamente,
il sistema amministrativo a livello distrettuale ha pochissimi impiegati e dispone di un bilancio estremamente
ridotto. A questo livello, quasi tutte le attività governative vengono eseguite tramite agenzie governative destinate al
livello di città e villaggio. I principali introiti disponibili per le unità amministrative in Egitto sono tasse, tariffe,
licenze, concessioni e prestiti. Per esempio, durante l’anno fiscale ‘88/89, lo stanziamento complessivo ai
Governatorati è ammontato al 12% dell’intero bilancio del Governo centrale, di cui l’85% destinato a stipendi e
salari. Questa situazione deriva, in gran parte, dal fatto che il Governo centrale ha garantito un impiego pubblico a
tutti i laureati universitari e, negli ultimi anni, la maggior parte di questi laureati trova collocazione nel sistema
governativo locale. Risulta altresì, che l’indice degli esborsi per investimenti rispetto alla spesa totale nell’anno
fiscale 1987 per il bilancio del governo locale (17,3%) è stato quasi il doppio di quello per il Governo centrale
(10,9%). Sembra evidente che il finanziamento degli investimenti del governo locale stia crescendo, denotando la
presenza di donatori stranieri e un rinnovato interesse del Governo a incentivare la capacità di sviluppo a lungo
termine del livello locale. Considerando le limitate capacità di mobilitazione delle risorse locali, di cui il sistema
amministrativo locale dispone attualmente, quasi il 75% di tutte le spese delle unità locali sono coperte da qualche
tipo di programma di prestito del Governo centrale.
I Governatorati del Basso Egitto percepiscono tendenzialmente introiti per capita superiori, in misura significativa, a
quelli dell’Alto Egitto, fatta eccezione per due Governatorati abbastanza vicini al Cairo come Fayum e Beni Suef.
Sebbene siano stati fatti progressi importanti nel fornire servizi governativi nelle zone più povere dell’Egitto (Alto
Egitto e provincie del deserto), occorre fare ancora molto di più prima che queste aree raggiungano un livello di
alfabetizzazione, mortalità infantile, e sviluppo economico paragonabile a quello delle principali città e del Basso
Egitto.
La capacità dell’amministrazione dei Governatorati e dei livelli amministrativi inferiori di aumentare le fonti delle
risorse locali è diventato un motivo di crescente preoccupazione, dato che per finanziare progetti di sviluppo, il
Governo centrale non può più contare sulla crescita continua degli introiti derivanti da petrolio, turismo e rimesse.
Pertanto, oggi, l’enfasi deve spostarsi su crescenti introiti non tradizionali generati localmente. In queste circostanze,
occorre che il problema della capacità del Governatorato di imporre e riscuotere imposte sia prioritario nell’ambito
delle preoccupazioni fiscali. Uno dei motivi per cui i Governatorati sono stati restii a individuare nuove fonti di
tassazione, va ricercato nel fatto che, durante gli anni ‘70 e ’80, essi hanno dimostrato una crescente incapacità a
spendere gli stanziamenti di bilancio esistenti. Spesso, la crescita del surplus di bilancio, dovuta alla mancata spesa
dei fondi di investimento, è stata attribuita alla mancanza di appaltatori esperti e affidabili capaci di eseguire i
progetti. Ma un motivo ancora più importante e radicato, è l’incapacità amministrativa.
3.4 Il decentramento in Egitto
Nel valutare la possibilità di un effettivo decentramento, occorre individuare gli incentivi politici che potrebbero
motivare il Cairo a perseguire un programma di effettiva devoluzione9 . Nel corso degli ultimi 15 anni, l’attrattiva
costituita dai crescenti finanziamenti stranieri ha incoraggiato il Governo centrale a decentrare molte prerogative ad
autorità governative. USAID, per esempio, ha appoggiato una politica di decentramento in Egitto, in primo luogo
9
Si possono distinguere tre livelli di decentramento: la deconcentrazione si riferisce all’assegnazione di personale
dal Governo centrale ai governi locali del sistema amministrativo, incluso qualche grado di responsabilità per
funzioni specifiche, l’autorità ultima rimanendo comunque a livello di ministeri centrali. Questa è stata la forma di
decentramento più comune in Egitto durante gli anni ’60 e ’70. La delega si riferisce al trasferimento di
responsabilità manageriali per funzioni specifiche a unità amministrative e locali e ad altri tipi di organizzazioni al
di fuori della struttura burocratica normale, incluso le agenzie amministrative para-statali e semi-autonome. Questa
forma di decentramento è stata usata più ampiamente in Egitto negli anni ’80. I Governatori e i loro staff hanno
ottenuto deleghe per la gestione di progetti locali e di servizi specifici. La devoluzione si riferisce alla creazione e al
rafforzamento di sistemi di governo a livello locale attraverso l’istituzione di unità di governo indipendenti a livello
legale e finanziario, relativamente autonome e libere rispetto al Governo centrale.
con sovvenzioni per ricerca e formazione, con un Fondo per l’Aiuto al Decentramento (1980-1990, $100 milioni),
indi con progetti per lo sviluppo di imprese locali (programma di Sviluppo Decentrato, 1978-1986, $126 milioni) e,
infine, con lo sviluppo di infrastrutture e di attività per accrescere le capacità dei Consigli locali (tramite tre diversi
progetti, 1979-1992, con $655 milioni). USAID aiuta tuttora il decentramento tramite il pacchetto di Programmi per
la Promozione della Democrazia: programma per il Governo Rurale Partecipativo (dal 1996 con $35 milioni
previsti), per la Mobilitazione delle Risorse della Comunità (dal 1994 con $8,4 milioni), per lo Sviluppo di
Organizzazioni di Volontariato Private (dal 1991 con $27.5 milioni), per un Centro Servizi ONG (dal 1998 con
$32.5 milioni).
L’assunto di questo sforzo di cooperazione era che il Governo sarebbe stato capace e disposto a perseguire un
programma di decentramento finanziario e amministrativo e che le risorse USAID avrebbero costituito
un’integrazione ed un sostegno all’impegno esplicito del governo. Ma è un fatto, che le istituzioni governative locali
in Egitto non migliorano. Per esempio, in Egitto è ancora impossibile applicare il modello francese di cooperazione
decentrata. Chiedendo per quale motivo non vi è ancora un gemellaggio tra città francesi e egiziane, la cooperazione
francese risponde che ciò è giuridicamente impossibile perché Governatori, capi di città, di distretto, di quartiere e
villaggio sono nominati e non eletti. Di conseguenza, l’amministrazione locale non è abbastanza indipendente da
adottare i criteri della cooperazione decentrata francese. Come abbiamo visto in precedenza, il progetto canadese, è
l’unico programma per l’Egitto che ha come partner formale un Governatorato (il distretto di Mansoura,
Governatorato di Daqaliya).
In Egitto permangono alcune forze contrarie al decentramento. In primo luogo, negli alti gradi del Governo egiziano
vi è una generazione di funzionari civili e militari la cui esperienza risale a tempi passati quando la pianificazione
centrale era considerata la chiave del processo di sviluppo. L’influenza esercitata da questa generazione si sta
lentamente attenuando mano a mano che la nuova generazione di funzionari governativi ne prende il posto. In
secondo luogo, all’interno della maggior parte dei ministeri governativi chiave, esiste un nucleo di competenza e
esperienza amministrativa che mette in dubbio la capacità e/o volontà delle unità locali di governo, di attuare
programmi pubblici in modo efficiente. Infine, in terzo luogo, all’interno del Partito Nazionale Democratico
dominante vi sono elementi che appoggiano un più rigoroso controllo nella selezione dei candidati, e che nutrono
serie preoccupazioni circa i gruppi di opposizione nella società egiziana.
D’altro canto, in Egitto vi sono forze crescenti a favore del decentramento, forze piccole, ma in crescita, di
amministratori e di funzionari eletti disposti a dimostrare e sostenere la validità di una legislazione che rafforzi il
decentramento governativo locale. Una forza spesso ignorata, ma tuttavia estremamente importante che incoraggia il
decentramento, è la comunità degli intellettuali, giornalisti, e membri di facoltà universitarie. Ma la forza emergente
più potente, a favore del decentramento, è formata da un gruppo di Governatori che sanno dialogare con i donatori
internazionali e programmare investimenti per lo sviluppo. Il Programma di Sviluppo Locale USAID II, ha fornito a
questi Governatori e ai loro funzionari, sovvenzioni che sono state usate direttamente per soddisfare le necessità
decise a livello locale.
E’ relativamente difficile vedere gli effetti degli sforzi di decentramento compiuti a partire dagli anni ‘80, ma
l’aumento di capacità, interesse e motivazione, è fenomenale se si guarda all’insieme degli ultimi venti o trent’anni.
I programmi appoggiati da vari finanziatori internazionali hanno svolto, e continuano a svolgere un ruolo importante
fornendo risorse, formazione e assistenza tecnica a quelle forze, in Egitto, che aspirano ad una maggiore
mobilitazione delle risorse locali.
4. La politica egiziana sull’emigrazione
Secondo le previsioni, la popolazione attuale dell’Egitto, che conta almeno 60 milioni di individui, è destinata a
raggiungere per lo meno 80 milioni di abitanti nel 2010, con un tasso di crescita del 2% annuo. Si prevede che la
popolazione economicamente attiva aumenterà del 4,5% annuo fino all’anno 2002, ma che la crescita della
partecipazione femminile sarà quasi nulla. Durante lo stesso periodo, un terzo della popolazione avrà 15 anni di età
o meno.
Storicamente, fattori politici, demografici ed economici hanno spinto gli egiziani ad emigrare in cerca di migliori
condizioni di vita. Alla fine della I Guerra Mondiale, il numero degli emigranti egiziani aveva raggiunto 1.700.000
unità10 .
Gli egiziani continuano a emigrare, sia su base temporanea, che in modo permanente. Nel primo caso essi espatriano
soprattutto per motivi finanziari, mentre nel secondo, cercano un ambiente professionalmente più avanzato. I primi
non sono necessariamente diretti verso economie strutturalmente più sviluppate, mentre i secondi lo sono. Inoltre,
gli emigranti temporanei imboccano questa strada con la prospettiva di risparmiare e migliorare il proprio tenore di
10
Da Mayar Farrag, Emigration Dynamics in Egypt, IOM/UNFPA, Policy Workshop on Emigration Dynamics in
the Arab region, Geneva, 7-8 October 1996
vita una volta ritornati a casa. Di converso, chi parte definitivamente, non manda necessariamente i propri risparmi a
casa, né la decisione di emigrare si basa su prospettive di migliorare il proprio tenore di vita con un futuro ritorno in
patria.
4.1 Breve quadro storico dell’emigrazione e della politica emigratoria
L’emigrazione di egiziani è iniziata abbastanza tardi rispetto a quella di altri paesi. Un insieme di pressione politica,
demografica ed economica ha portato alla prima ondata migratoria internazionale dell’Egitto post-rivoluzionario.
Mentre il numero esatto degli egiziani all’estero non è noto, si presume che il numero complessivo tra emigranti
temporanei e permanenti possa facilmente arrivare ai tre milioni11 .
4.1.1 Il decennio degli anni ‘60
A seguito della trasformazione della società egiziana dopo la rivoluzione del 1952 da un’economia agraria a una che
prediligeva l’industrializzazione, la mobilità della manodopera è cresciuta drammaticamente, con spostamenti dalle
camp agne in città, di dimensioni senza precedenti. Quando le aree urbane non furono più in grado di assorbire gli
immigranti dalle campagne, iniziò l’emigrazione internazionale verso diverse parti del mondo. Durante il regime di
Nasser negli anni ‘60 con le sue politiche socialiste, il Governo nutriva grande timore di perdere all’estero il proprio
patrimonio di professioni altamente qualificate, soprattutto in Australia, Stati Uniti, Canada, Brasile e Medio Oriente
arabo, e quindi impose alcune restrizioni sull’emigrazione.
Sempre nello stesso periodo, molti studenti laureati si recavano all’estero con borse di studio oppure a proprie spese.
Di questi, non pochi erano tentati di rimanervi (soprattutto nell’Occidente industrializzato) considerando le
condizioni economiche sfavorevoli in patria, specialmente dopo la guerra del 1967. Le primissime ondate di
emigranti permanenti dall’Egitto risalgono agli anni ‘60. La maggioranza degli emigranti era costituita da persone
colte e altamente qualificate compresi insegnanti, medici, avvocati e ingegneri desiderosi di svolgere la propria
attività nel migliore ambiente di lavoro possibile e di ottimizzare i propri introiti. In tale periodo i visti di espatrio
erano tassativamente richiesti. Vi è stata anche emigrazione temp oranea, ma su scala molto ridotta e limitata al
settore dell’istruzione.
Nella letteratura sull’emigrazione egiziana temporanea, gli autori hanno tentato di distinguere varie fasi di
migrazione della manodopera caratterizzate da diverse qualità e destinazioni. La prima fase è durata dalla metà degli
anni ‘60 fino alla metà degli anni ‘70. Molti emigranti di questa fase erano partiti sulla base di accordi interstatali,
soprattutto professori universitari, che nel 1970 erano pari a circa 1000 unità. Gli insegnanti di scuole medie, 600 in
quell’anno, partivano essenzialmente su assunzioni individuali, e solo in seguito decidevano se emigrare
definitivamente o meno. Con l’aumento del prezzo del petrolio, il numero complessivo di insegnanti scolastici nei
paesi arabi tra il 1973-1976, oscillava tra le 19.400 e le 20.000 unità. Durante la prima fase, l’emigrazione di ritorno
avveniva dopo circa due anni dall’espatrio, un fenomeno reso possibile dalla prossimità dei principali importatori di
manodopera dell’epoca, cioè Arabia Saudita e Libia. Nell’insieme, durante questa prima fase, l’entità
dell’emigrazione è risultata molto limitata rispetto alle fasi successive.
4.1.2 Il decennio degli anni ‘70
Con il sopraggiungere degli anni ‘70, l’emigrazione internazionale egiziana cambia natura, dimensioni e
destinazione. Un maggior numero di egiziani ha lasciato la patria su base temporanea, diretto verso i ricchi stati
petroliferi, dando luogo a un crescente aumento dell’emigrazione di manodopera. Questo fenomeno emigratorio
verso i paesi arabi è aumentato drammaticamente per due volte durante il decennio dei ‘70: dopo il boom dei prezzi
petroliferi del 1973 e del 1979.
Sempre in questo decennio, il Governo modificò drasticamente il proprio atteggiamento verso il fenomeno
migratorio: una prima volta nel 1971 e la seconda volta nel 1974. La Costituzione egiziana del 1971 garantì, con
l’Art.52, al cittadino egiziano il diritto di emigrare permanentemente o temporaneamente. Di proposito il Governo si
è sforzato di eliminare tutti gli ostacoli e i limiti all’emigrazione. L’Art. 51 recitava che a tutti gli egiziani era
concesso il diritto di emigrare e ritornare a casa. Sempre nel 1971, il Governo emise una Legge, la n.73, secondo cui
gli impiegati del settore pubblico potevano ritornare al proprio lavoro entro un anno dalla data in cui si erano
licenziati. Questo termine fu poi esteso a due anni. In seguito sono stati eliminati anche altri intralci legali
all’emigrazione.
11
Ambasciatore Ihab Wahba, Consigliere del Ministro della Forza Lavoro ed Emigrazione, Egypt and Egyptians
Abroad, Seminar on Immigration Policies in Mediterranean Countries organized by Italian National Economic and
Labor Council, November 1997.
Per rafforzare il proprio impegno mirante a facilitare le procedure di emigrazione, nel 1974 è stato abolito anche il
visto di uscita. In aggiunta, il Governo ha esonerato gli emigranti dalla tassazione sul reddito guadagnato all’estero,
abolendo anche una legge che prevedeva il trasferimento di un minimo del 10% degli introiti in Egitto a un tasso di
cambio ufficiale sopravvalutato.
Tra il 1971 e il 1974, dalle dichiarazioni rilasciate da funzionari governativi, risultò gradualmente palese che
l’incoraggiamento all’emigrazione aveva priorità assoluta al fine di risolvere il problema della disoccupazione,
utilizzare le rimesse degli emigranti per finanziare il deficit della bilancia dei pagamenti e i progetti di sviluppo,
fornire ai paesi arabi confinanti la manodopera qualificata di cui avevano bisogno, e allentare la pressione politica
crescente.
Il quadruplicarsi dei prezzi petroliferi a metà degli anni ‘70, ha predisposto lo scenario per la seconda fase
dell’emigrazione egiziana temporanea, iniziata verso la fine degli anni ‘70 e continuata fino a metà degli anni ‘80.
Crebbe notevolmente la richiesta di insegnanti egiziani e le cifre ufficiali indicano che dal paese emigrarono circa
24.000 insegnanti. In questa cifra complessiva non sono compresi i contratti con le scuole private estere. Nel
Kuwait, per esempio, il 75% degli insegnanti egiziani erano ingaggiati al di fuori del sistema delle trasferte stabilite
nel quadro di accordi ufficiali. Tuttavia, la seconda fase dell’emigrazione era formata soprattutto da manodopera
rurale non qualificata. Fino al 1977, l’emigrazione rurale si dirigeva essenzialmente verso la Libia, ma le ostilità
egiziano-libiche di quell’anno modificarono la destinazione della manodopera rurale, dirottandola verso la
Giordania, l’Iraq e l’Arabia Saudita. Inoltre, in questa seconda fase, la maggioranza degli emigranti era composta da
non professionisti. Per lo più essi lavorarono nel settore delle costruzioni, negli stati del Golfo. Nel 1980, una grande
quantità di egiziani era attiva nel settore delle costruzioni: il 30% nel Kuwait, il 33% nell’Arabia Saudita, il 40% in
Giordania e il 20% negli Emirati Arabi Riuniti (UAE).
L’appoggio governativo all’emigrazione dal settore sanitario si manifestò con il crescente numero di medici in
trasferta che passò da 28 nel 1967 a 2.152 nel 1977, in aggiunta a 4.017 assistenti, tecnici di laboratorio e infermiere.
Nel 1983, i medici in trasferta aumentarono di altre 1.765 unità, così come crebbero i veterinari, farmacisti e dentisti
all’estero.
L’Iraq diventò una meta preferenziale per la manodopera non specializzata. La manodopera rurale fu assorbita
soprattutto dal settore delle costruzioni e in altri settori di lavoro manuale considerati degradanti dalla popolazione
locale. Gli emigranti di questo gruppo, tornati in patria, non riprendevano a lavorare in attività agricole, dando luogo
a profonde conseguenze per l’abbandono dell’ambiente rurale. Un altro motivo per privilegiare l’Iraq è stata la forte
richiesta di manodopera straniera a seguito della guerra con l’Iran. Occorrevano operai per lavorare nelle fabbriche
e, in alcuni casi, si sono reclutati egiziani per integrarli nell’esercito iracheno. Durante questa seconda fase,
l’emigrazione di ritorno avveniva circa ogni quattro-cinque anni, mano a mano che le distanze tra la patria e i luoghi
di destinazione aumentavano e i costi del viaggio dal Kuwait e dagli UAE crescevano.
4.1.3 Dagli anni ‘80 ad oggi
L’emigrazione egiziana dalla seconda metà degli anni ‘80 fino ad oggi ha assunto dimensioni diverse di quelle
prevalenti negli anni ‘70. In considerazione del costante mutamento delle condizioni mondiali economiche, politiche
e tecnologiche, l’emigrazione di manodopera egiziana affronta oggi problemi che non esistevano in passato. Quindi,
l’epoca tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90 richiede un’attenzione speciale. E ciò in virtù di fattori domestici e
internazionali come la Guerra del Golfo, la caduta dei prezzi petroliferi e l’inizio di una recessione economica negli
Stati del Golfo, il completamento dei principali progetti infrastrutturali nella maggior parte dei paesi del Golfo e il
conseguente calo della domanda di manodopera edile e la tendenza a sostituire i lavoratori stranieri con quelli
nazionali che hanno terminato la propria formazione.
La terza fase dell’emigrazione è stata il risultato del mutato clima politico ed economico nel Medio Oriente, infatti
esso ha influenzato la scelta di destinazione degli emigranti. Questa fase è iniziata alla fine degli anni ‘80 ed è
tuttora in corso. L’Arabia Saudita era diventata meta preferita degli emigranti egiziani qualificati. Ciò è dovuto alla
forte concorrenza cui erano esposti gli egiziani non qualificati da parte di asiatici e yemeniti. In seguito, altri stati del
Golfo, come Kuwait e UAE, diventarono destinazioni privilegiate per gruppi non specializzati.
Tra il 1974 e il 1993, sono stati firmati undici accordi bilaterali tra Egitto e importatori di manodopera, fra cui
Arabia Saudita, Giordania, UAE, Iraq, Qatar, Kuwait, Libano, Libia, Yemen, Sudan e Grecia. Questi accordi si
suddividono in due gruppi: generali e specifici.
Dei primi fanno parte gli accordi firmati con Giordania, Kuwait, Libia e Grecia. Gli accordi generali non risolvono i
problemi del lavoro che l’Egitto è chiamato ad affrontare, né riguardano questioni relative alle rivendicazioni contro
gli abusi commessi dalle imprese dei paesi ospitanti.
Il secondo tipo di accordo riguarda alcuni particolari relativi al processo migratorio, quali: la responsabilità
dell’impresa o del Governo ospitante di accollarsi i costi legati allo spostamento del lavoratore (all’andata e al
ritorno), i problemi relativi all’accordo contrattuale tra lavoratore e imprenditore, compreso il rinnovo del contratto,
altri punti ancora, come le leggi sul lavoro nei paesi ospitanti e la loro applicabilità ai lavoratori egiziani onde
evitare abusi e discriminazioni. Nessuno dei due accordi copre le spese sanitarie o il trattamento di fine rapporto.
4.2 Caratteristiche dell’emigrazione attuale
Le ondate di emigranti temporanei nei paesi arabi confinanti superano di gran lunga quelle permanenti verso
l’Europa, l’Australia e l’America del Nord. Sull’emigrazione permanente sono disponibili pochissimi dati. Secondo
una stima del Ministero per l’Emigrazione il numero di egiziani che lavorano o vivono nei principali paesi ospitanti
del Mediterraneo settentrionale, sono così suddivisi: Grecia 45.000, Italia 35.000, Francia 50.000 e Spagna 1.500. In
aggiunta, il gruppo di emigranti permanenti ha un atteggiamento diverso verso la madrepatria, ovvero i suoi membri
non ritornano a casa e vi inviano pochi risparmi rispetto a quelli rimessi dagli emigranti temporanei. Ciò cambia e
limita le dinamiche del processo e i rispettivi effetti di ricaduta, come risulta evidente nella discussione sulla
emigrazione temporanea. Quest’ultimo fenomeno prevede un contratto firmato tra il lavoratore del paese esportatore
e il datore di lavoro del paese ospitante per un periodo di tempo limitato, trascorso il quale l’emigrante temporaneo
ritorna a casa. Oggi, l’Egitto sta vivendo ciò che si potrebbe chiamare la permanenza dell’emigrazione temporanea.
4.2.1 Aspetti demografici, sociali ed economici
I flussi degli emigranti sono composti sia di individui altamente qualificati che di manodopera non qualificata. Si
ritiene che durante la seconda fase migratoria, dal 10 al 15% delle forze lavorative siano emigrate nei vicini stati
petroliferi. Dagli anni ‘70, per lo meno il 90% del flusso migratorio è composto da maschi.
Gli emigranti temporanei comprendono quelli accompagnati e quelli non accompagnati dalle famiglie. Gli emigranti
temporanei provengono da tutte le classi sociali e non soltanto dagli strati a medio reddito. Alcuni autori
considerano l’insieme degli emigranti uno spaccato di tutte le classi economico-sociali dell’Egitto.
Durante le prime fasi dei massicci spostamenti di manodopera, cioè dalla metà degli anni ‘70 alla metà degli anni
‘80, la maggior parte dei lavoratori fu occupata nell’edilizia. Dalla metà degli anni ‘80 in avanti, aumenta il numero
di scienziati e tecnici rispetto al numero complessivo di emigranti, mentre diminuisce la quota dei lavoratori non
qualificati pur rimanendo ancora alta, con una media del 32% tra il 1990 e il 1994. La presenza di scienziati e tecnici
aumenta dal 17% sul totale delle professioni nel 1985, al 40% nel 1994. Secondo le cifre del Ministero del Lavoro e
della Formazione Professionale, i lavoratori agricoli costituivano il 29% degli emigranti temporanei nel 1994, quelli
impiegati nei servizi il 14%, e quelli nelle amministrazioni l’8%.
In genere gli egiziani svolgono occupazioni che i lavoratori locali non sono in grado di fare, o che considerano
degradanti per motivi tradizionali, per esempio l’edilizia nell’Arabia Saudita e l’agricoltura in Iraq.
Sin dalla fine degli anni’70, le rimesse hanno rappresentato una fonte essenziale di valuta pregiata per finanziare gli
scambi con l’estero. Esse hanno costituito in media il 12.5% e il 13% del PNL negli anni ‘80 e ‘90 rispettivamente.
Nel 1997, le entrate da rimesse (5,1 miliardi di $USA) superavano la somma delle entrate da esportazione di
petrolio, dei tributi del Canale di Suez e del turismo (4.4 miliardi di $USA) e costituivano il 28% del valore delle
esportazioni complessive.
4.2.2 Destinazioni e qualifiche dell’emigrazione
Durante gli anni ‘70 e nella maggior parte degli anni’80, la domanda di manodopera egiziana si concentrava
tendenzialmente in quattro mercati principali: Iraq, Arabia Saudita, Libia e Giordania. Nel 1985, i lavoratori egiziani
rappresentavano il 13% del totale degli espatriati in Arabia Saudita e circa il 40% del totale della forza lavoro
espatriata nei paesi del Golfo. Un numero più esiguo di lavoratori emigrò nel Bahrain, nel Kuwait, Oman, Qatar e
UAE.
I dati del Ministero del Lavoro per gli anni ‘90 indicano che la destinazione degli emigranti egiziani occupati nei
settori pubblici ha subito un qualche cambiamento rispetto agli anni ‘80 e ‘70. La guerra del Golfo ha fatto
provocato la riduzione della quota di egiziani diretti verso l’Iraq dal 22% nel 1989, a quasi zero nel 1991.
Analogamente, il numero di egiziani in Libia, a seguito del deterioramento dei rapporti politici iniziati negli anni’90,
è calato drasticamente nel 1992. L’Arabia Saudita continua a essere il principale importatore di manodopera
egiziana, assorbendo, nel 1994, il 71% degli emigrati complessivi nel settore pubblico.
Il fenomeno dell’emigrazione temporanea ha influenzato praticamente tutte le attività e professioni sul mercato del
lavoro egiziano. Tuttavia, le richieste di lavoro in ognuno dei paesi ospitanti variano, per cui la qualifica e la
professione determinano la destinazione dell’emigrante. Fino al 50% degli egiziani impiegati in Arabia Saudita sono
salariati a basso reddito occupati nella manifattura, nel trasporto o nell’agricoltura, mentre più del 30% svolge lavori
professionali. Il resto è costituito da lavoratori part-time, o in cerca di lavoro.
Nel Kuwait, gli egiziani sono occupati in mis ura quasi uguale tra professioni e operai. In Giordania, la maggior parte
di essi è costituita da operai occupati nella manifattura, nei trasporti e nell’agricoltura, in sostituzione di lavoratori
indigeni che svolgevano questi stessi lavori, ma che sono attualmente all’estero, essendo la Giordania, sia
esportatore, che importatore di manodopera.
4.3 La regolamentazione dell’emigrazione
Vari ministeri e diverse autorità governative hanno il compito di legiferare, analizzare e organizzare l’emigrazione, e
cioè: il Ministero degli Affari Migratori, l’Amministrazione dell’Emigrazione all’interno del Ministero degli Affari
Esteri, il Ministero degli Interni, il Ministero del Lavoro e della Formazione Professionale, l’Agenzia Centrale di
Mobilitazione Pubblica e di Statistica. Questa molteplicità di organi governativi che si occupano dell’emigrazione
ha prodotto una inefficienza amministrativa dovuta al sovrapporsi di mansioni e responsabilità.
4.3.1 Il Ministero degli Affari Migratori
Dato il rapido aumento di emigranti egiziani temporanei, nel 1981 è stato istituito il Ministero per gli Affari
Migratori. Il Decreto Presidenziale 574 del 1981 ne ha definito le competenze e responsabilità che, in
coordinamento con gli altri ministeri interessati, sono le seguenti:
• garantire e proteggere i lavoratori egiziani all’estero
• trarre benefici dalle qualificazioni e esperienze degli egiziani che lavorano all’estero in tutti i campi e tutte le
professioni (tuttavia in che modo questo debba avvenire non è detto chiaramente)
• rafforzare i legami nazionali, politici, sociali ed economici tra gli emigranti e la loro patria, da un lato, e fra gli
emigranti stessi, dall’altro.
• stabilire una politica sull’emigrazione complessiva che prenda in considerazione le necessità economiche e
sociali dell’Egitto come anche quelle dei vicini stati arabi.
Il compito di elaborare una politica nazionale complessiva sull’emigrazione è stato infine affidato al Ministero con
Decreto ministeriale 573 del 1981. L’Articolo 1 recita: “le competenze del Ministero comprendono l’elaborazione di
una politica complessiva per l’emigrazione egiziana, e ciò tenendo presente gli obiettivi dello sviluppo nazionale,
sociale ed economico del paese e nell’interesse della nazione”. Ciò nonostante, a tutt’oggi, la definizione di una tale
politica non è ancora avvenuta.
4.3.2 L’Amministrazione dell’Emigrazione del Ministero degli Affari Esteri
Nel 1969 è stato emesso il Decreto ministeriale 121, secondo cui il Ministero istituiva una divisione responsabile del
coordinamento, congiuntamente con altri organi governativi, delle modalità per agevolare il processo
dell’emigrazione, della preparazione di studi sul mercato estero del lavoro onde migliorare la politica concernente
l’emigrazione a scopo lavorativo.
Il Decreto ministeriale 74 del 1982, stabilisce le responsabilità ministeriali che comprendono l’elaborazione
complessiva di una valida politica dell’emigrazione basata su obiettivi di sviluppo nazionale sociale ed economico.
La Legge 111 del 1983, nomina il Ministro come solo responsabile per la pianificazione e l’attuazione della politica
di emigrazione in coordinamento con gli altri Ministeri interessati. L’Art.2 recita: “lo Stato si occuperà degli
emigranti egiziani e provvederà con ogni mezzo affinché questi ultimi rafforzino i legami con l’Egitto. A tal fine, il
Ministero interessato ricorrerà a tutte le misure necessarie, emetterà tutti i decreti occorrenti e ricorrerà ai mezzi
idonei onde attuare tali provvedimenti.”. Il suddetto Ministero è altresì responsabile dell’aiuto agli egiziani all’estero
e della soluzione di eventuali problemi con le autorità locali.
4.3.3 Il Ministero degli Interni
Questo dicastero rilascia autorizzazioni di espatrio agli emigranti permanenti prima della loro partenza, nell’ambito
delle leggi e dei regolamenti varati dal Ministero.
4.3.4 Il Ministero del Lavoro e della Formazione Professionale
Come da Decreto Presidenziale 165 del 1979, questo dicastero è responsabile della formulazione di una politica
mirante a massimizzare i vantaggi derivanti da qualificazioni e professioni emigrate all’estero con riferimento alle
priorità e ai programmi nazionali, ed è anche tenuto a proteggere gli interessi dei lavoratori espatriati.
Il Decreto ministeriale 23 del 1979, sottolinea che il Dipartimento per l’emigrazione all’interno del Ministero ha il
compito di elaborare una politica complessiva sull’emigrazione che ne organizzi le procedure. Questo comporta uno
studio approfondito delle economie e dei settori dei paesi esteri che richiedono manodopera egiziana, e anche
l’elaborazione di strategie del mercato del lavoro a livello nazionale.
Secondo l’Art.2, comma 18, del medesimo Decreto, il Ministero “avrà cura degli emigranti egiziani, compresi
scienziati, studenti e lavoratori residenti all’estero, al fine di rafforzare una coscienza nazionale in grado di
appoggiare i problemi nazionali interni, di trarre benefici dall’esperienza e dalle specializzazioni nei vari comparti
produttivi accumulate dagli emigranti egiziani, e di irrobustire i legami di questi con la madre patria e anche fra di
loro, sotto il profilo nazionale, politico, economico e sociale, informandoli dei problemi pubblici nazionali e
spiegandone cause e obiettivi, e infine contrastando le informazioni non corrette all’estero.”
L’Art.2, comma 19, recita che il Ministero “provvederà a fornire agli emigranti egiziani e ai loro figli vari servizi,
compresa la scuola e le agevolazioni per spostamenti e per superare problemi economici, a rafforzare i loro legami
con le Ambasciate e i Consolati egiziani all’estero”.
Secondo l’Art. 2, comma 20, il Ministero “ provvederà a organizzare conferenze e seminari in patria e all’estero al
fine di appoggiare le questioni nazionali e di prendere regolarmente contatto con le varie unioni, società,
associazioni, club, o altre organizzazioni interessate che agiscono per conto degli emigranti egiziani”.
L’Amministrazione delle Pubbliche Relazioni al Ministero del Lavoro, ha aperto undici uffici nei paesi importatori
di manodopera, che si trovano nell’Arabia Saudita (Jeddah e Riyadh), nel Kuwait, nel Qatar, in Giordania, nel
Sudan, negli EAR, in Iraq e nello Yemen. Tali uffici rappresentativi sono adibiti al monitoraggio e all’analisi dei
mercati di manodopera stranieri, alla preparazione di studi sulle condizioni di ingaggio nei paesi ospiti, e alla
protezione dei lavoratori egiziani all’estero in questioni relative a mancati pagamenti di salari e emolumenti.
Il piano del Ministero del Lavoro per l’anno 1998/99 prevedeva di:
• migliorare la previdenza per le comunità egiziane all’estero, soprattutto per le prossime generazioni, stabilendo
un’efficace cooperazione con i ministeri e le organizzazioni interessate alle questioni dell’emigrazione onde
esaminare i vari servizi da concedere ai connazionali egiziani all’estero e cercare soluzioni per i problemi che
essi incontrano.
• stabilire contatti stretti con l’Ufficio Internazionale per le Migrazioni nell’ambito del progetto previsto:
“Sistema di Gestione dell’Informazione sull’Emigrazione per l’Egitto”.
• attivare l’emigrazione verso mercati nuovi.
4.3.5 L’Agenzia Centrale per Mobilitazione Pubblica e Statistiche (CAPMAS)
Questa agenzia raccoglie, compila e pubblica dati e studi legati all’emigrazione. La questione dell’entità esatta
dell’emigrazione di manodopera egiziana, è stata lungamente dibattuta ed è controversa. Fra i motivi di queste
incertezze vi è il fatto che le stime fornite dalla CAPMAS includono soltanto gli egiziani in trasferta e con contratti
individuali. La quantità di stime contraddittorie circa il numero di egiziani occupati all’estero, è dovuta al grande
numero di agenzie e organi governativi responsabili dell’amministrazione dell’emigrazione dal paese. Ciascuno di
tali organi governativi ha diversi obiettivi e quindi si concentra su aspetti diversi dell’emigrazione. Per esempio,
alcuni di questi uffici si occupano unicamente degli addetti al settore pubblico che emigrano per periodo prestabiliti
e includono soltanto questi nelle loro stime sulla presenza di egiziani all’estero. Altri organismi si focalizzano sulla
manodopera, escludendo spesso i lavoratori dipendenti, e altri ancora includono soltanto i lavoratori urbani e non gli
aggregati nazionali.
I ministeri responsabili degli affari migratori sono di due categorie:
• i ministeri che forniscono servizi o consulenze specifiche agli emigranti e che non si sovrappongono ad altri
organismi governativi. E questi sono: Ministero degli Interni, Ministero di Previdenza Sociale e Affari Sociali e
Ministero delle Finanze e dell’Economia.
• i ministeri le cui responsabilità si sovrappongono, e sono: Amministrazione dell’Emigrazione al Ministero degli
Affari Esteri, Ministero del Lavoro e della Formazione, che ha proprie rappresentanze all’estero.
Le funzioni che si sovrappongono sono, per esempio, la preparazione di ricerche e studi, il contributo alla
preparazione di accordi bilaterali sull’emigrazione, l’aiuto a lavoratori egiziani all’estero, lo studio di politiche
legate all’emigrazione, la raccolta e pubblicazione di dati e statistiche. Questo aspetto organizzativo
dell’emigrazione è una questione politica che occorre affrontare se si vuole che il processo informativo e
amministrativo migliori
Numerose sono le indicazioni fornite dal Primo Ministro egiziano, come per esempio:
• stabilire buoni rapporti con i vari Stati onde creare maggiori opportunità di lavoro e aumentare l’emigrazione
permanente degli egiziani;
• operare al fine di ottenere per i potenziali emigranti egiziani opportunità di lavoro in nuovi paesi, specie in
Africa e Asia Orientale;
• rafforzare i legami tra gli emigranti egiziani permanenti e l’Egitto mediante nuove agevolazioni che li
incoraggino a investire parte del loro capitale in patria;
• avviare studi e inchieste sulla domanda dei mercati del lavoro esteri;
• focalizzare l’attenzione sull’emigrazione permanente quale mezzo per assorbire l’eccedenza di manodopera e
aumentare il flusso delle rimesse;
•
accertare che la politica intesa a fornire all’estero manodopera in eccedenza svolga un ruolo chiave nella
politica estera egiziana.
4.4 Indicazioni politiche
4.4.1 Indicazioni politiche relative al mercato del lavoro
Allo scopo di ottenere un relativo vantaggio per gli egiziani rispetto agli asiatici, il governo dovrebbe varare
programmi intensivi di formazione per emigranti in: inglese scritto e parlato, nell’uso di attrezzature elettroniche e
dei computer, come anche della tecnologia delle comunicazione in genere. Ciò aumenterebbe le possibilità di
ottenere lavori meglio retribuiti e condizioni più favorevoli, riducendo al minimo i casi di espulsione.
Occorre una formazione intensiva per adattare le capacità delle forze lavoro alla domanda di nuovi lavori che sta
emergendo sia in patria che all’estero. L’organizzazione di questi corsi può essere affidata a organi governativi
oppure al settore privato.
Il governo dovrebbe adottare una politica di educazione e formazione flessibile che possa soddisfare i continui
cambiamenti di richieste sul mercato del lavoro sia interno che estero. Il monitoraggio e l’analisi dei requisiti del
mercato di lavoro nei paesi ospitanti ridurrebbe la vulnerabilità dell’economia nazionale agli shock esterni.
L’Egitto dovrebbe organizzare meglio i flussi migratori dei suoi cittadini, e lo potrebbe fare stabilendo contatti
permanenti tra emigranti e governo.
4.4.2 Indicazioni per una politica di risparmi e investimenti
Agli inizi degli anni ‘90, il governo ha modificato alcuni regolamenti e preso importanti provvedimenti per rendere
appetibile l’invio di una più consistente quantità di rimesse dei lavoratori all’estero. E’ stato unificato il tasso di
cambio e sono stati aumentati i tassi di interesse domestici su depositi in Lire egiziane. Queste riforme economiche
hanno palesemente accresciuto il flusso di rimesse che tutto fa pensare sia destinato a continuare.
Il governo dovrebbe estendere il proprio appoggio alle imprese egiziane che lavorano nel Golfo e che potrebbero
diventare uno strumento per l’organizzazione dell’emigrazione della manodopera. Difatti queste aziende sono
meglio attrezzate per valutare le condizioni del mercato del lavoro, sia in patria che all’estero. Ciò garantirebbe un
migliore raccordo tra offerta e domanda, minimizzando le perdite generalmente dovute a scarsa conoscenza delle
condizioni del mercato del lavoro.
Gli emigranti di ritorno andrebbero incoraggiati a investire in piccole imprese offrendo loro un trattamento
preferenziale, comprese esenzioni o riduzione tributarie. I corsi di formazione potrebbero essere estesi anche ai
gestori di PMI.
In aggiunta, sarebbe utile inviare rappresentanti di banche commerciali in paesi a forte presenza di lavoratori
egiziani, con il compito di informare e indirizzare questi ultimi relativamente alle opportunità di risparmio e
investimento in patria.
4.4.3 Indicazioni per organizzare il processo di emigrazione
Occorrerebbe destinare un’autorità ufficiale a prendersi carico della gestione e direzione del processo di
emigrazione. Un maggiore coordinamento tra i ministeri interessati all’emigrazione, diminuirebbe al minimo i pesi
amministrativi ai quali gli emigranti sono chiamati a fare fronte. Alcuni ministeri che si occupano dell’emigrazione
sono già tenuti a monitorare la domanda straniera di manodopera egiziana. Questa attività andrebbe potenziata e
incoraggiata al massimo, essendo essa un input cruciale per l’attuazione della politica emigratoria.
Occorrerebbe anche istituire un centro nazionale per l’emigrazione, il cui scopo sarebbe quello di minimizzare i
costi della ricerca di posti di lavoro, sia per i datori di lavoro che per gli emigranti di ritorno. Fra i compiti del centro
figurerebbe: consulenza professionale per i lavoratori ritornati nel paese, informazioni sulla disponibilità di posti di
lavoro e sforzi per far coincidere i profili delle offerte con i lavori esistenti.
In aggiunta, il database sugli emigranti già esistente necessita di miglioramenti. L’Ufficio Internazionale per le
Migrazioni ha un progetto diretto a questo scopo.
Diventa necessario elaborare una politica dell’emigrazione a breve e medio termine che includa il riassorbimento
degli emigranti tornati sul mercato del lavoro egiziano e che preveda la loro sistemazione offrendo possibilità
alternative, compresa la formazione e consulenza professionale.
Tutte queste indicazioni riguardano principalmente gli emigranti temporanei. Si ritiene che il grosso
dell’emigrazione verso l’Europa sia permanente. In questo caso, il ruolo del governo è diverso e, mediante la
Camera di commercio e le associazioni egiziane all’estero, è teso a incoraggiare gli egiziani all’estero a investire in
Egitto. Purtroppo però, i contatti sono deboli e sarebbe essenziale migliorarli, il che, a sua volta, richiede più
numerose e più esatte informazioni sugli emigranti permanenti.
5. Conclusione
Lo scopo del presente studio è stato quello di iniziare un’analisi geo-economica mirata all’individuazione di gruppi
(cluster) di PMI in Egitto e di passare in rassegna alcuni programmi in grado di appoggiare il loro sviluppo, ovvero i
programmi internazionali di cooperazione, il decentramento e le politiche di emigrazione.
L’esame complessivo dei programmi internazionali di cooperazione ha dimostrato inequivocabilmente che, mentre i
programmi miranti ad appoggiare lo sviluppo delle PMI sono numerosi, a tutt’oggi nessuno di essi ha un approccio
specificamente mirato a gruppi di PMI (cluster approach). Tuttavia, alcune associazioni e organizzazioni sono
consapevoli dell’importanza del cluster di PMI al fine di migliorare l’organizzazione della divisione del lavoro e
quindi la produttività, e sono disposte ad essere coinvolte nelle loro promozione.
Il decentramento può aiutare lo sviluppo del raggruppamento delle PMI nella misura in cui è più probabile che
alcune delle politiche che le riguardano siano più efficienti se decise a livello locale. Fino ad oggi l’Egitto non può
considerarsi un paese con un sistema amministrativo decentrato ed è molti difficile trattare direttamente con i
Governatorati interessati ai programmi internazionali. Tuttavia, l’ambasciata canadese vi è riuscita.
L’Egitto dovrebbe imprimere alla sua emigrazione un orientamento a favore dello sviluppo dei raggruppamenti PMI
convogliando le rimesse verso le imprese. Questo progetto è ambizioso e difficile per due motivi: gli emigranti
permanenti inviano pochi risparmi a casa. In questo campo occorre varare campagne di informazione nei vari paesi
di emigrazione al fine di promuovere l’idea dell’investimento in Egitto, e più specificamente diffondere tale idea nei
gruppi di PMI. Questo richiede il possesso di dati relativi all’ubicazione e all’occupazione degli emigranti all’estero.
In secondo luogo, le rimesse che arrivano in Egitto vengono essenzialmente usate per il consumo e non per
investimenti, e sembra oltremodo difficile modificare questo stato di cose. Anche se il progetto di promuovere
cluster di PMI moderne in Egitto è ambizioso, tutti i pianificatori e le persone coinvolte nelle PMI che abbiamo
incontrate sono entusiaste all’idea di affidare la promozione di gruppi di PMI all’Italia, considerata una specialista
oltremodo esperta in tale materia.
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