Quaderno 4/99
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Quaderno 4/99
CeSPI Quaderni del Programma di Ricerca CIRCUITI ECONOMICI E CIRCUITI MIGRATORI NEL MEDITERRANEO Quaderno 4 - 1999 LA GEO ECONOMIA DELLE PMI, COOPERAZIONE, DECENTRAMENTO E MIGRAZIONI IN EGITTO Dallo Studio “Promozione di sistemi di piccole imprese nel mediterraneo e valorizzazione dell’immigrazione nord africana in Italia” 1 2 INDICE AUTORI ............................................................................................................................................................................................4 LA GEO ECONOMIA DELLE PMI, COOPERAZIONE, DECENTRAMENTO E MIGRAZIONI IN EGITTO.......5 1. La geo-economia delle piccole e medie imprese................................................................................... 5 1.1 Analisi della distribuzione delle PMI manifatturiere ........................................................................ 5 1.2 Le mappe geo-economiche delle PMI......................................................................................... 12 1.3 Conclusioni sulla specializzazione produttiva delle PMI a livello locale ............................................ 16 2. Programmi di cooperazione internazionale per lo sviluppo delle PMI..................................................... 17 2.1 I servizi finanziari del “Programma per l’Alleviamento della povertà e la creazione di impiego nel Governatorato di Giza” della Cooperazione Italiana ........................................................................... 21 2.2 I centri servizi promossi dalla Cooperazione Canadese e dal Social Fund for Development ................... 22 2.3 La capacity building delle PMI in un programma dell’USAID......................................................... 23 3. La politica di decentramento .......................................................................................................... 24 3.1 La struttura amministrativa ....................................................................................................... 24 3.2 Le caratteristiche del sistema amministrativo locale ....................................................................... 28 3.3 Il bilancio delle amministrazioni locali ....................................................................................... 30 3.4 Il decentramento in Egitto ........................................................................................................ 30 4. La politica egiziana sull’emigrazione .............................................................................................. 31 4.1 Breve quadro storico dell’emigrazione e della politica emigratoria .................................................. 32 4.2 Caratteristiche dell’emigrazione attuale ...................................................................................... 34 4.3 La regolamentazione dell’emigrazione ....................................................................................... 35 4.4 Indicazioni politiche ............................................................................................................... 37 5. Conclusione............................................................................................................................... 38 Bibliografia......................................................................................................................................................................................39 3 AUTORI Lo studio presentato, parte del programma di ricerca Circuiti Economici e Circuiti Migratori nel Mediterraneo diretto da Josè Luis Rhi Sausi, è il risultato di un lavoro congiunto coordinato da Andrea Stocchiero in collaborazione con Marco Zupi e Deborah Rezzoagli, ricercatori CeSPI. Il primo capitolo Analisi e proposte per lo sviluppo di cluster di piccole e medie imprese nel Mediterraneo è stato redatto da Andrea Stocchiero e i Box da Marco Zupi Il secondo capitolo Analisi e proposte per la valorizzazione degli immigrati nella cooperazione allo sviluppo è stato realizzato da Andrea Stocchiero in collaborazione con Deborah Rezzoagli Il terzo capitolo Indagine sugli immigrati nord africani come agenti di sviluppo in tre sistemi italiani di PMI è stato realizzato da Ugo Melchionda Il quarto capitolo La geo-economia delle PMI, cooperazione, decentramento e migrazioni in Egitto è stato elaborato da Helene Cottenet, l’analisi statistica è stata curata da Marion Séjourné del Centre d’Etudes et Documentation Economique, Juridique et Social (CEDEJ - Egypt), e la revisione finale da Andrea Stocchiero Il quinto capitolo Promozione di sistemi di Micro e Piccole Imprese in Marocco e contributo degli emigrati allo sviluppo economico locale è stato elaborato dal Prof. Amal Mourji e da Abdelwahad Gourch (assistente di ricerca), con il contributo del Prof. Fouzi Mourji (dell’Université Hassan II di Casablanca) , ed è stato rivisto e integrato da Marco Zupi Il sesto capitolo Piccole imprese e flussi migratori in Tunisia è stato realizzato dalla Dott.ssa Maira Fiorini e dal Dott. Antonino Trimarchi, in collaborazione con Deborah Rezzoagli e Andrea Stocchiero, per la stesura finale. Le mappe geo-economiche sono state preparate da Marco Zupi. HANNO COLLABORATO ALLA RICERCA: Emanuele Bellassai e il Prof. Bartolo Scilieri - CARITAS di Ragusa – per le interviste agli immigrati nel ragusano. Dott. Alfredo Augustoni, Dott.ssa Marta Compagnoni - Laboratorio di ricerca e interventi sociali della Università Cattolica di Brescia – per le interviste agli immigrati nel bresciano. Dott. Omar Boujbara e padre Claudio Gnesotto - Centro accoglienza Scalabriniani - per le interviste agli immigrati nel vicentino Si desidera ringraziare le Ambasciate italiane in Egitto, Marocco e Tunisia, il dott. Renzo Grimaldi, Elisabeth Beer e Carlotta Amaduzzi dell’IPI, il Dott. Franco Lattanzi di Mediocredito Centrale e diversi testimoni privilegiati e anonimi referees per le critiche e il supporto dato alla ricerca. Si desidera ringraziare, inoltre, la professoressa Colombo del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano, la professoressa Besozzi del Dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di Brescia, Enrico Parolin presidente dell’Associazione Casa Colore, Alberto Bordignon presidente dell’Associazione Oscar, Emanuele Bellassai e il Professore Bartolo Sciglieri della Caritas di Ragusa per la collaborazione nell’organizzazione dei seminari. Un particolare ringraziamento va al Centre d’Etudes et Documentation Economique, Juridique et Social (CEDEJ) per l’utilizzo concesso della banca dati sulla presenza delle PMI in Egitto La ricerca è stato sostenuto con contributi del Ministero Affari Esteri, Istituto per la Promozione Industriale, Mediocredito Centrale. 4 LA GEO EGITTO ECONOMIA DELLE PMI, COOPERAZIONE, DECENTRAMENTO E MIGRAZIONI IN Le piccole e medie imprese (PMI) costituiscono il 99,7% di tutte le unità private non agricole in Egitto, e secondo quanto risulta dal Censimento Governativo del 1996, pubblicato dall’Agenzia Centrale per la Mobilitazione Pubblica e la Statistica (CAPMAS), costituiscono il 73,5% dell’occupazione nel settore privato. Potenzialmente, le PMI rappresentano un gigantesco generatore di impiego e la promozione del loro sviluppo dovrebbe rappresentare una priorità per l’Egitto. Per definire le PMI, i criteri sono i più vari1 . Nel presente studio il nostro criterio sarà fornito dal numero dei lavoratori, ovvero lo stesso del quale si avvale il Ministero dell’Economia nel suo “Schema di Politica Nazionale per lo Sviluppo delle PMI in Egitto”2 . Tale scelta è dovuta al motivo pratico della disponibilità di dati. Nell’accezione vasta del termine, le PMI comprendono micro-imprese (da 1-4 addetti), piccole imprese (da 5-14), e medie (da 1549). 1. La geo-economia delle piccole e medie imprese Secondo quanto afferma l’ultimo Censimento governativo del 1996, le PMI rappresentano più del 99% delle unità non-agricole private e circa il 74% dell’occupazione complessiva nel settore privato. Nel presente studio focalizzeremo la nostra attenzione sulle PMI del settore manifatturiero nel quale, ai fini del nostro esame, si distinguono dieci industrie: quella alimentare, delle bevande e del tabacco, l’industria tessile, dell’abbigliamento e delle calzature, l’industria del legno e dei mobili, quella editoriale e della stampa, l’industria chimica e mineraria, del ferro e dell’acciaio e dei metalli non ferrosi, dei metalli, del trasporto e delle attrezzature e quelle non altrimenti classificate. 1.1 Analisi della distribuzione delle PMI manifatturiere L’analisi è condotta sia a livello nazionale, che a quello di governatorato. In Egitto i Governatorati sono ventisei. 1.1.1 Distribuzione degli stabilimenti manifatturieri del settore privato La Tab. 1 illustra come le PMI rappresentino il 99.58% del totale delle unità manifatturiere private in Egitto. Il settore delle PMI è dominato dalle micro-imprese, dato che esse rappresentano più del 95% del totale delle unità manifatturiere nel settore privato. Le aziende piccole, medie e grandi, rappresentano rispettivamente il 2,7%, l’1,6% e lo 0,4% del totale delle unità manifatturiere private. Le micro-imprese sono le unità più presenti nelle industrie del legno e dei suoi prodotti e in quelle dei mobili (più del 99%), quindi nelle industrie dei metalli e dei tessili (più del 95%). Rispetto alle altre industrie, le micro-imprese si situano tra l’83% e il 90% del totale delle unità manifatturiere, fatta eccezione per l’industria chimica nella quale le micro-imprese costituiscono “soltanto” il 75% delle unità complessive. E’ nell’industria chimica infatti, che il numero delle piccole e medie imprese è più presente (intorno al 10%), seguita dalle industrie del ferro e acciaio, dei minerali, degli alimentari e della carta (più del 5%). Nelle industrie tessili, del legno e dei metalli, le imprese piccole e medie raggiungono meno del 3% delle unità complessive. Quindi, è importante ricordare che quando parliamo delle PMI in Egitto, sono le micro-imprese a predominare numericamente in modo massiccio, dato che rappresentano per lo meno il 75% delle unità complessive di tutte le industrie manifatturiere. Se vogliamo comprendere meglio la geo-economia delle PMI occorre effettuare un’analisi spaziale esaminando la suddivisione delle PMI all’interno dei singoli Governatorati. I risultati sono visibili nelle Tab.3 e 4. La Tab.3 illustra la suddivisione delle PMI nelle diverse industrie per Governatorati, mentre la Tab.4 descrive la distribuzione delle PMI nei Governatorati a seconda delle attività. Il Governatorato del Cairo accoglie il 21% delle PMI, seguito da Damietta (10%), Daqaliya (8%) e Giza (7.5%). Quattro Governatorati: Al Rarbya, Alessandria, Qaliubya e Sharkya, ospitano ciascuno intorno al 6% delle PMI. In 1 Solamente tra le organizzazioni governative, incluso il Ministero dell’Industria, il Ministero per la Pianificazione, il Ministero dell’Amministrazione Locale, l’Istituto della Pianificazione Nazionale, il CAPMAS, la Banca per lo Sviluppo Industriale, il Fondo Sociale per lo Sviluppo (SFD), e la Banca Nazionale per lo Sviluppo, sono state identificate almeno nove definizioni differenti che utilizzano diversi criteri ( l’occupazione, le attività fisse, l’energia utilizzata, la dimensione degli investimenti, …) 2 Ministry of Economy, A draft National Policy on Small and Medium Enterprise Development in Egypt, June 1998. 5 tutti gli altri Governatorati ve ne sono meno del 5%. Infine nove Governatorati, cioè: Aswan, Ismaliya,Matrouh, Sinai Nord e Sud, Porto Said, Mar Rosso, Suez e Wadi Al Gedid, presentano meno dell’1% del totale delle PMI. Al Cairo, le PMI sono predominanti in tutte le attività, fatta eccezione per legno e mobili che prevalgono, invece a Damietta (26% delle PMI nel legno e nei mobili). La maggior parte delle industrie cartarie (43%) e del ferro e acciaio (42%) è al Cairo. Alcune attività sono situate essenzialmente in poche città: per esempio l’industria cartaria con il 43% delle sue PMI, è al Cairo, il 13% a Giza e l’11% ad Alessandria; l’industria chimica è, con il 20% delle sue PMI, a Qaliubiya e il 10% ad Alessandria; l’industria del ferro e dell’acciaio, con il 42% delle sue PMI, è al Cairo, il 13% a Qaliubya e l’11% ad Alessandria. Come risulta dalla Tab.4, la maggior parte delle PMI al Cairo, così come ad Alessandria sono tessili, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature (32%), dei mobili (22%), del metallo, dei trasporti e delle attrezzature (20%), alimentari, delle bevande e del tabacco (7%). In realtà, queste attività sono predominanti a livello nazionale, dato che l’industria tessile costituisce il 28% di tutte le PMI, seguita dall’industria del mobile (25%), dei metalli, trasporti e attrezzature (15%) e alimentari, bevande e tabacco (13%). Complessivamente, queste industrie raccolgono l’82% delle PMI. Precisiamo che l’industria alimentare è relativamente la più importante nei Governatorati del Sinai Sud (32% delle PMI) e Beni Suef (30%), l’industria tessile a Kafr El Sheikh (39%), Al Rarbya, Fayoum , Minia e Minoufyya (35% rispettivamente), l’industria del metallo nel Sinai Nord (27%) e Matrouh (24%), l’industria del mobile a Damietta (64%). Questo schema della distribuzione è valido per tutti i Governatorati. Lo studio simultaneo delle Tab.3 e 4, offre un primo quadro delle specializzazioni produttive nei vari governatorati3 . Il Governatorato di Damietta, presenta una specializzazione potenziale delle industrie del mobile e dal legno a causa di una alta concentrazione di tali industrie nell’area, mentre i governatorati di Sharqyya e Minia presentano una potenziale specializzazione dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco. E’ possibile che il Cairo e El Rarbya, abbiano cluster di PMI in: tessili, abbigliamento, pellame e calzature. Si notano specializzazioni produttive di PMI nelle industrie del metallo, dei trasporti e attrezzature nei Governatorati del Cairo, di Daqaliya, Giza e Qaliubiya. 1.1.2 Distribuzione dell’occupazione nel settore manifatturiero privato La Tab.2 evidenzia che le PMI occupano il 56% del totale degli addetti nel settore manifatturiero privato in Egitto. Qui troviamo, nuovamente, che le micro-imprese occupano la maggioranza della manodopera nella manifattura (41%). Le piccole imprese ne occupano il 6%, e quelle medie il 10%. La maggior parte dei lavoratori sono occupati nelle micro-imprese dell’industria del mobile (91%), del metallo (43%), alimentari e legno (38% cadauno), e carta (37%). La manodopera è distribuita in modo uguale nelle piccole e medie imprese del settore alimentare e del legno (intorno al 10%), e nelle medie e grandi imprese del settore del ferro, dell’acciaio e del settore chimico. A livello di Governatorato, risulta che il 23% (Tab.5) degli occupati nelle PMI è al Cairo, il 10% a Giza, il 9% ad Alessandria, l’8% a Damietta, il 7% a Qaliubya, El Rarbya, Daqaliya e Sharkyya. Gli altri Governatorati ospitano meno del 5% dei lavoratori delle PMI manifatturiere. Anche qui, gli stessi nove Governatorati si trovano in coda con meno dell’1% del totale dei lavoratori delle PMI manifatturiere, ovvero Aswan, Ismaliya, Matrouh, Sinai Nord e Sud, Porto Said, Mar Rosso, Suez e Wadi El Gedid. Per ciascuna delle industrie, la maggior parte dei lavoratori delle PMI manifatturiere si trova al Cairo, specialmente nelle industrie della carta (44%), del ferro e acciaio (33%) e del tessile e metalli (30%). La manodopera nell’industria mineraria è soprattutto a Giza (19%). L’ubicazione della manodopera segue la tendenza già indicata nell’ubicazione degli stabilimenti. Quindi, la maggior parte dei lavoratori delle PMI del legno e dei mobili si trova a Damietta (il 25% e 29% rispettivamente). Alessandria ospita il 9% degli operai delle PMI per alimentari, bevande e tabacco, il 10% di quelli del settore tessile, l’11% di quelli delle industrie cartiere e del ferro e il 15% di quelli dell’industria chimica. A Giza si trova il 9% della manodopera delle PMI dell’industria alimentare, il 14% di quella cartaria , il 12% di quella chimica, il 19% di quella dei minerali, l’11% di quella del ferro, acciaio e metalli. La manodopera è anche numerosa in industrie specifiche nei Governatorati di Al Rarbya (il 10% degli operai delle PMI del tessile), di Damietta (legno e mobili), di Qualiubya (il 17% dei lavoratori delle industrie chimiche, del ferro e acciaio), e di Sharkyya (l’11% o dei lavoratori nell’industria chimica, il 10% di quelli nelle industrie di ferro e acciaio). E’ da sottolineare che i Governatorati che ospitano la maggior parte della manodopera delle PMI sono situati nel Delta del Nilo dove vi è un’alta densità di popolazione. 3 Il quoziente di localizzazione può essere calcolato con i dati di questa tabella. Il quoziente di localizzazione è più rilevante della semplice quota dell’industria sul totale delle attività esistenti nel Governatorato per identificare una specializzazione produttiva, e può essere usato come primo indicatore della presenza potenziale di cluster di PMI. Il quoziente di localizzazione è calcolato più avanti. 6 Tabella 1 - Distribuzione delle PMI secondo la dimensione e i sub settori manifatturieri Sub settore Micro Piccole Medie Totale PMI Numero % Numero % Numero % Numero % Alimentari, bevande e tabacco 34186 90,56 2406 6,37 870 2,30 37462 99,24 Tessile, abbigliamento, cuoio e 74524 95,49 2049 2,63 1156 1,48 77729 99,59 calzature Legno e suoi prodotti 25007 99,05 164 0,65 64 0,25 25235 99,95 Carta e suoi prodotti 5839 89,53 406 6,23 234 3,59 6479 99,34 Chimica 3438 75,31 512 11,22 453 9,92 4403 96,45 Minerali 9299 84,47 773 7,02 823 7,48 10895 98,97 Ferro e acciaio e metalli non 1410 83,28 131 7,74 118 6,97 1659 97,99 ferrosi Metallo, trasporti e attrezzature 40637 96,40 770 1,83 567 1,35 41974 99,57 Mobili 70284 99,41 273 0,39 116 0,16 70673 99,96 Produzioni non classificate 1993 95,86 49 2,36 32 1,54 2074 99,76 Manifatture 266617 95,30 7533 2,69 4433 1,58 278583 99,58 Fonte: Censimento stabilimenti, 1996 Tabella 2 - Distribuzione dell’occupazione nelle PMI per dimensione e sub-settori manifatturieri Sub settore Micro Piccole Medie Totale PMI Numero % Numero % Numero % Numero % Alimentari, bevande e tabacco 117054 38,42 30480 10,00 32944 10,81 180478 59,23 Tessile, abbigliamento, cuoio e 159055 33,50 26444 5,57 43854 9,24 229353 48,30 calzature Legno e suoi prodotti 58818 38,42 2103 10,00 2233 10,81 63154 59,23 Carta e suoi prodotti 19676 37,08 5240 9,87 8870 16,71 33786 63,67 Chimica 13792 9,09 6755 4,45 18374 12,11 38921 25,66 Minerali 35430 20,16 10189 5,80 31632 17,99 77251 43,95 Ferro e acciaio e metalli non 5129 6,95 1694 2,30 4426 6,00 11249 15,24 ferrosi Metallo, trasporti e attrezzature 106684 42,91 9760 3,93 22076 8,88 138520 55,72 Mobili 170365 90,58 3462 1,84 4866 2,59 178693 95,01 Produzioni non classificate 5617 66,74 618 7,34 1282 15,23 7517 89,32 Manifatture 691620 40,46 96745 5,66 170557 9,98 958922 56,10 Fonte: censimento stabilimenti, 1996 7 Tabella 3 - Suddivisione delle PMI di ogni sub-settore manifatturiero per governatorato (%) Alimentari, Tessile, Legno e bevande e abbigliamento, suoi tabacco cuoio e prodotti calzature Cairo Al Rarbya Alessandria Assiout Aswan Bahayrah Beni Suef Damietta Daqaliya Fayoum Giza Ismaliya Kafr al Sheikh Matrouh Minia Minoufyya Nord Sinai Port Said Qaliubya Quena Red Sea Sharqyya Sohag Sud Sinai Suez Wadi al Gedid Egitto 10,26 23,27 6,52 7,70 7,20 6,64 3,77 2,57 1,13 0,83 5,94 5,11 4,07 2,25 2,47 1,91 8,61 8,52 2,66 2,76 6,75 6,43 1,21 0,74 4,04 4,16 0,31 0,16 6,82 4,12 3,85 4,42 0,19 0,10 0,58 0,56 5,10 5,84 3,61 2,05 0,24 0,10 8,86 6,63 4,24 2,61 0,09 0,01 1,19 0,45 0,29 0,06 100,00 100,00 Fonte: Censimento stabilimenti, 1996 9,67 5,00 3,87 2,44 0,56 5,34 1,41 26,41 7,84 4,48 8,22 0,74 2,48 0,18 2,81 2,97 0,27 0,42 4,62 1,57 0,22 6,02 1,80 0,03 0,42 0,19 100,00 Carta e suoi Chimica prodotti Minerali Ferro e acciaio e metalli non ferrosi Metalli, Mobilio trasporto e attrezzature Produzioni non classificate Totale Manifatture 42,86 4,58 11,42 1,17 0,40 2,24 0,65 0,80 3,43 0,79 13,01 0,82 1,50 0,03 0,79 1,57 0,09 0,57 5,53 1,05 0,20 5,11 0,83 0,03 0,48 0,05 100,00 20,84 7,09 6,65 1,84 0,78 6,62 1,74 3,63 6,74 1,81 10,59 0,69 2,16 0,27 2,84 5,57 0,57 0,54 6,78 2,57 0,34 6,61 1,84 0,13 0,52 0,24 100,00 41,53 4,28 10,67 0,60 0,12 3,25 0,84 1,57 4,76 0,60 6,99 0,24 1,39 0,00 0,72 2,05 0,00 0,06 13,38 0,36 0,00 6,03 0,36 O,06 0,12 0,00 100,00 27,61 5,66 7,69 1,80 0,84 5,08 1,26 1,49 10,08 1,12 9,17 1,21 3,21 0,29 2,35 2,70 0,34 0,55 7,55 1,51 0,22 5,67 1,81 0,05 0,56 0,18 100,00 71,31 1,98 6,41 0,58 0,34 1,01 0,77 0,24 1,01 0,87 3,28 0,43 0,72 0,00 0,58 1,35 0,05 0,14 3,76 0,39 0,19 3,95 0,48 0,05 0,10 0,00 100,00 20,58 6,09 6,98 2,15 0,81 4,56 1,81 10,31 8,27 2,16 7,51 0,92 2,98 0,18 3,26 3,52 0,19 0,54 5,74 1,89 0,16 6,25 2,29 0,04 0,67 0,14 100,00 29,53 6,47 10,90 0,55 0,36 1,59 0,75 0,77 6,50 0,59 9,02 0,48 0,79 0,16 0,73 2,52 0,16 0,25 20,03 0,73 0,18 5,54 0,82 0,02 0,52 0,05 100,00 18,18 4,87 7,23 1,27 0,78 2,83 0,85 26,19 7,97 1,36 6,94 0,97 1,67 0,09 1,73 3,07 0,11 0,58 4,15 1,27 0,10 5,04 1,76 0,02 0,87 0,09 100,00 Tabella 4 - Suddivisione delle PMI di ogni Governatorato per i sub settori manifatturieri (%) Alimentari Tessile, Legno e , bevande abbigliamento, suoi e tabacco cuoio e calzature prodotti Cairo Al Rarbya Alessandria Assiout Aswan Bahayrah Beni Suef Damietta Daqaliya Fayoum Giza Ismaliya Kafr al Sheikh Matrouh Minia Minoufyya Nord Sinai Port Said Qaliubya Quena Red Sea Sharqyya Sohag Sud Sinai Suez Wadi al Gedid Egitto 6,71 31,55 14,40 35,25 13,89 25,57 23,52 33,33 18,86 28,75 17,53 31,31 30,15 34,62 3,22 5,17 14,01 28,74 16,60 35,73 12,08 23,88 17,59 22,34 18,22 38,91 22,88 24,06 28,10 35,21 14,69 35,01 14,09 15,06 14,28 28,88 11,93 28,38 25,67 30,28 20,04 17,62 19,08 29,59 24,89 31,79 32,35 10,78 23,79 18,77 28,91 12,20 13,45 27,90 Fonte: Censimento stabilimenti, 1996 4,26 7,44 5,03 10,26 6,30 10,61 7,05 23,21 8,59 18,83 9,91 7,24 7,54 9,07 7,79 7,64 13,32 7,01 7,29 7,51 12,11 8,72 7,13 7,84 5,71 13,00 9,06 Carta e suoi Chimica prodotti Minerali Ferro, acciaio, Metalli, Mobilio metalli non trasporto e ferrosi attrezzature Produzioni non classificate Totale Manifatture 4,84 1,75 3,81 1,27 1,15 1,14 0,83 0,18 0,96 0,85 4,03 2,06 1,17 0,39 0,56 1,04 1,16 2,45 2,24 1,29 2,86 1,90 0,85 1,96 1,65 0,80 2,33 3,96 4,56 3,73 3,33 3,77 5,68 3,76 1,38 3,19 3,28 5,51 2,92 2,83 5,72 3,40 6,19 11,97 3,90 4,62 5,31 8,15 4,14 3,13 13,73 3,04 6,90 3,91 2,58 0,24 0,68 0,20 0,31 0,17 0,32 0,02 0,09 0,30 0,32 0,35 0,18 0,00 0,13 0,29 0,19 0,20 0,49 0,15 0,88 0,47 0,16 0,98 0,11 0,00 0,74 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 2,27 1,68 2,47 0,40 0,71 0,55 0,65 0,12 1,24 0,43 1,90 0,82 0,42 1,38 0,35 1,13 1,35 0,73 5,51 0,61 1,76 1,40 0,56 0,98 1,23 0,53 1,58 1,20 0,42 0,91 0,17 0,09 0,43 0,28 0,09 0,34 0,17 0,55 0,16 0,28 0,00 0,13 0,35 0,00 0,07 1,39 0,11 0,00 0,57 0,09 0,98 0,11 0,00 0,60 20,22 13,99 16,60 12,56 15,71 16,81 10,45 2,17 18,38 7,86 18,38 19,74 16,21 23,87 10,84 11,55 27,80 15,20 19,82 12,03 20,48 13,68 11,91 19,61 12,64 19,89 15,07 22,41 20,28 26,31 14,96 24,36 15,77 11,90 64,44 24,45 15,95 23,44 26,78 14,24 12,62 13,49 22,13 15,06 27,30 18,33 17,02 16,08 20,45 19,48 10,78 32,96 17,77 25,37 Tabella 5 - Suddivisione dell’occupazione delle PMI di ogni sub settore manifatturiero per Governatorato (%) Alimentari Tessile, Legno e bevande e abbigliamento, suoi tabacco cuoio e calzatureprodotti Cairo Al Rarbya Alessandria Assiout Aswan Bahayrah Beni Suef Damietta Daqaliya Fayoum Giza Ismaliya Kafr al Sheikh Matrouh Minia Minoufyya Nord Sinai Port Said Qaliubya Quena Red Sea Sharqyya Sohag Sud Sinai Suez Wadi al Gedid Egitto 15,37 29,42 6,00 10,29 9,03 10,36 3,03 1,42 1,56 0,42 4,76 3,50 2,60 1,12 2,31 1,35 6,86 6,64 2,50 1,77 9,22 7,31 1,37 0,51 3,11 3,09 0,30 0,10 6,01 2,00 3,55 2,95 0,18 0,07 1,01 0,54 5,77 8,55 2,78 1,01 0,31 0,06 7,64 5,66 3,29 1,50 0,10 0,01 1,02 0,33 0,31 0,03 100,00 100,00 Fonte: Censimento stabilimenti, 1996 10,34 5,27 4,73 2,27 0,50 4,83 1,11 24,87 7,11 4,26 8,72 0,73 2,35 0,19 2,19 3,11 0,23 0,55 6,09 1,32 0,26 6,69 1,63 0,04 0,45 0,14 100,00 Carta e suoi Chimica prodotti Minerali Ferro, acciaio e metalli non ferrosi Metalli, trasporto e attrezzature Mobilio Produzioni non classificate Totale Manifatture 44,20 4,13 11,16 0,72 0,25 1,41 0,32 0,83 2,70 0,52 14,44 0,47 0,87 0,02 0,46 1,90 0,04 0,63 6,19 0,43 0,24 7,03 ‘,69 0,01 0,31 0,04 100,00 15,80 8,05 5,29 1,09 0,50 6,61 2,03 2,38 7,17 3,24 19,45 0,62 2,74 0,17 1,74 6,32 0,41 0,47 6,53 1,42 0,27 5,85 1,05 0,17 0,48 0,14 100,00 33,24 3,14 10,93 0,39 0,03 2,91 0,36 1,47 4,59 0,37 11,20 0,31 0,66 0,00 0,65 2,34 0,00 0,01 16,57 0,52 0,00 10,05 0,20 0,02 0,06 0,00 100,00 30,32 4,93 8,62 1,39 0,63 3,74 0,91 1,17 9,10 0,91 10,65 0,86 2,53 0,21 1,79 2,47 0,26 0,56 8,03 1,09 0,24 7,58 1,33 0,06 0,52 0,09 100,00 18,08 4,75 7,08 1,19 0,67 2,56 0,72 28,70 7,37 1,52 6,65 0,78 1,65 0,10 1,62 3,03 0,10 0,50 4,20 1,10 0,08 5,11 1,66 0,02 0,70 0,08 100,00 65,89 1,76 7,17 0,32 0,17 0,57 0,32 0,15 0,82 0,61 6,05 0,21 0,39 0,00 0,25 1,62 0,04 1,10 6,00 0,13 0,17 5,85 0,28 0,04 0,07 0,00 100,00 23,07 6,57 8,67 1,62 0,72 3,73 1,30 8,21 6,97 1,88 9,58 0,80 2,43 0,16 2,50 3,24 0,16 0,62 7,15 1,37 0,17 6,60 1,73 0,05 0,57 0,12 100,00 24,05 4,79 15,06 0,40 0,65 1,11 0,49 1,26 5,00 0,22 12,12 0,70 0,48 0,03 0,35 3,10 0,10 0,44 17,05 0,57 0,13 10,75 0,63 0,03 0,45 0,04 100,00 Tabella 6 - Suddivisione dell’occupazione delle PMI di ogni Governatorato per sub settore manifatturiero (%) Alimentari Tessile, Legno e bevande e abbigliamento suoi tabacco cuoio e calzature prodotti Cairo Al Rarbya Alessandria Assiout Aswan Bahayrah Beni Suef Damietta Daqaliya Fayoum Giza Ismaliya Kafr al Sheikh Matrouh Minia Minoufyya Nord Sinai Port Said Qaliubya Quena Red Sea Sharqyya Sohag Sud Sinai Suez Wadi al Gedid Egitto 12,54 30,49 17,17 37,43 19,61 28,57 35,25 21,01 40,74 13,93 23,99 22,41 37,69 20,69 5,31 3,94 18,53 22,77 24,93 22,41 18,11 18,24 32,41 15,29 24,03 30,36 35,88 15,60 45,35 19,17 20,61 21,79 20,84 10,52 30,92 20,97 15,18 28,60 38,09 17,62 32,84 8,34 21,79 20,52 35,87 20,84 37,10 3,23 33,47 13,58 50,31 5,47 18,82 23,92 Fonte: Censimento stabilimenti, 1996 2,95 5,28 3,60 9,23 4,55 8,53 5,64 19,97 6,72 14,89 5,99 6,06 6,35 7,90 5,78 6,32 9,55 5,91 5,61 6,33 9.77 6,68 6,22 5,24 5,17 7,89 6,59 Carta e suoi Chimica prodotti Minerali Ferro, acciaio e metalli non ferrosi Metalli, trasporto e attrezzature Mobilio Produzioni non classificate Totale Manifatture 6,75 2,21 4,54 1,57 1,22 1,33 0,87 0,36 1,36 0,97 5,31 2,06 1,26 0,39 0,65 2,07 0,97 3,62 3,05 1,09 4,77 3,75 1,40 0,81 1,91 1,17 3,52 5,52 9,86 4,92 5,44 6,65 14,27 12,59 2,33 8,28 13,85 16,35 6,22 9,08 8,62 6,62 15,71 20,58 6,19 7,36 8,35 12,46 7,15 4,88 26,01 6,73 9,42 8,06 1,69 0,56 1,48 0,28 0,04 0,91 0,33 0,21 0,77 0,23 1,37 0,46 0,32 0,00 0,31 0,85 0,00 0,02 2,72 0,44 0,00 1,79 0,13 0,40 0,13 0,00 1,17 18,99 10,84 14,37 12,38 12,62 14,47 10,12 2,06 18,85 6,99 16,06 15,55 15,01 19,09 10,36 10,99 23,55 13,10 16,23 11,41 19,67 16,60 11,10 17,94 13,08 11,48 14,45 14,60 13,48 15,22 13,68 17,39 12,76 10,34 65,19 19,70 15,00 12,93 18,18 12,67 11,72 12,12 17,39 11,35 14,99 10,93 14,89 8,46 14,42 17,95 6,05 22,64 13,00 18,63 2,24 0,21 0,65 0,15 0,19 0,12 0,19 0,01 0,09 0,25 0,50 0,21 0,12 0,00 0,08 0,39 0,19 1,40 0,66 0,08 0,77 0,70 0,13 0,60 0,09 0,00 0,78 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 4,23 2,96 7,05 1,00 3,68 1,20 1,54 0,62 2,91 0,48 5,13 3,57 0,79 0,79 0,57 3,87 2,45 2,88 9,67 1,69 2,92 6,61 1,48 2,62 3,20 1,26 4,06 Tutte le osservazioni contenute nella Tab.4 sono applicabili alla Tab.5, essendovi stretta correlazione tra il numero delle PMI e il numero di lavoratori in ciascuna attività del singolo Governatorato. Cioè, al Cairo, ad Alessandria, Giza, Kafr El Sheikh e Qaliubiya, la maggior parte dei lavoratori delle PMI sono occupati nell’industria tessile, ad Aswan, Beni Suef, Matrouh, Minia, Quena, Sinai Sud e Wadi Al Gedid, la maggior parte di essi è occupata nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco. Ciò è vero anche per Assiout, sebbene in questo Governatorato la quota delle PMI nell’industria alimentare rispetto al totale non sia la più importante in confronto alle altre attività e particolarmente a quella tessile. Il 65% dei lavoratori a Damietta è occupato nell’industria del mobile coerentemente con quanto esposto sopra. Questa analisi ci permette di evidenziare i seguenti punti: • la maggior parte delle PMI nel settore manifatturiero (con una media del 99,6% a livello nazionale) è costituita da micro-imprese, con meno di cinque addetti. • la maggior parte delle PMI nel settore manifatturiero si trova al Cairo e nelle città del Delta del Nilo che sono le più densamente popolate (effetto dimensione). • in ciascun Governatorato, senza eccezione, risulta con estrema chiarezza che stabilimenti e manodopera delle PMI manifatturiere sono presenti in quattro o cinque industrie principali: alimentari, bevande e tabacco, tessile e abbigliamento, pellame e calzature, legna e derivati, mobili, metalli, trasporto e attrezzature. • potenziali specializzazione produttive delle PMI sono state individuate a: Sharquiyya e Minia per le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco; al Cairo e a El Rarbya per le industrie tessili, del pellame e delle calzature; a Damietta per le industrie del legname e dei mobili e al Cairo, Daqaliya, Giza e Qaliubiya, per le industrie del metallo, dei trasporti e attrezzature. 1.2 Le mappe geo-economiche delle PMI Come abbiamo visto in precedenza, le industrie manifatturiere nelle quali predominano le PMI sono cinque: quella alimentare, delle bevande e dei tabacchi, dei tessili, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature, del legno e prodotti derivati, del mobile, dei metalli, dei trasporti e delle attrezzature. Pertanto, intendiamo concentrarci su di esse per quanto riguarda il disegno delle mappe geo-economiche. Abbiamo anche tratteggiato un quadro statistico della distribuzione delle PMI sul territorio egiziano, secondo attività, trovando una ovvia stretta correlazione tra il numero delle PMI in un singolo Governatorato e la densità della popolazione del medesimo. Vi è, pertanto, una forte prevalenza delle grandi città, come il Cairo, che accoglie la maggior parte delle PMI, al di là delle diverse attività manifatturiere 1.2.1 La concentrazione geografica delle PMI Onde fornire un’idea generale della concentrazione delle PMI sul territorio egiziano, è stato calcolato un indice di concentrazione: CI = n ∑ (x ij / x. j ) − (x i . − x ij / x .. − x . j ) 1 Laddove: - i = l’unità spaziale, qui il governatorato - j = la modalità, qui una delle industrie manifatturiere - x = il numero delle PMI Questo indice può essere interpretato come un indice Gini: più si avvicina a 1, più c’è concentrazione di PMI. Il ris ultato per ciascuna delle attività è riportato nella Tab.7. L’indice è stato calcolato per l’Egitto, quindi il Cairo e Alessandria sono state separate. 12 Tab.7 - Indice di concentramento secondo il tipo di industria in Egitto. Cairo e Alessandria Industrie Egitto Cairo Alimentari, bevande e tabacco 0,226 0,222 Tessile, abbigliamento, cuoio e calzature 0,145 0,205 Legno e suoi prodotti 0,224 0,269 Carta e suoi prodotti 0,331 0,253 Ind. chimica 0,295 0,378 Ind. mineraria 0,243 0,311 Ind. ferro e acciaio e metalli non ferrosi 0,123 0,386 Ind. del metallo, trasporti ed attrezzature 0,176 0,176 Ind. del mobile 0,220 0,208 Ind. delle produzioni non classificate 0,512 0,663 Fonte: calcolo di Marion Séjourné sui dati del censimento degli stabilimenti 1996. Alessandria 0,150 0,174 0,207 0,199 0,215 0,235 0,549 0,183 0,116 0,378 Risulta con estrema chiarezza che in Egitto, non c’è una forte concentrazione di PMI del settore manifatturiero. Nessuna delle attività vanta un indice di concentrazione superiore a 0.5. Se prescindiamo dalle industrie delle produzioni non classificate, i risultati evidenziano che a livello nazionale le industrie più concentrate sono quelle della carta (0.331) e chimiche (0.295), mentre le meno concentrate sono ferro e acciaio (0.123) e tessili (0.145). Le industrie maggiormente concentrate al Cairo sono quelle del ferro e acciaio (0.386), chimiche (0.378) e minerali (0.311), le meno concentrate sono quelle del metallo e dei trasporti e attrezzature. (0.176). In quanto ad Alessandria, le industrie a maggiore concentrazione sono: ferro e acciaio (0.549), e a minore: mobili (0.116). Non è rilevante paragonare l’indice tra i vari livelli spaziali. Questi risultati indicano che nessuna delle attività è fortemente concentrata a livello nazionale, neppure legno e mobili. L’unico dato relativamente interessante è quello di Alessandria sulla concentrazione delle industrie di ferro e acciaio. Tuttavia, il fatto che un’industria non sia concentrata a livello nazionale, non significa che uno dei Governatorati non sia specializzato in tale settore, come per esempio è già risultato evidente nel caso dell’industria del mobile a Damietta. Per analizzare il fenomeno della specializzazione, occorre calcolare il quoziente di localizzazione delle varie attività. 1.2.2 Mappe geo economiche delle PMI sulla base del quoziente di localizzazione Il quoziente di localizzazione consente di liberarsi dell’effetto dimensione, e misura il peso relativo di una modalità (il numero di PMI in una data industria) all’interno di una unità spaziale, rispetto al peso di questa modalità nelle altre unità spaziali. Distingueremo quattro diverse unità spaziali: governatorati (Mappe4 da 1 a 5), distretti (Mappe da 6 a 10 ), la città del Cairo (Mappe da 11 a 15), e la città di Alessandria (Mappe da 16 a 20). Il quoziente di localizzazione è stato calcolato per cinque industrie: il numero di PMI nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco; in quelle del tessile, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature; nell’industria del legno e prodotti relativi; in quella del mobile; e in quella dei metalli, trasporti e attrezzature. Il quoziente di localizzazione (LQ) viene calcolato nel modo seguente: LQ = (x ij / x i . ) / (x . j / x .. ) Laddove: - i = unità spaziale - j = la modalità, qui una delle industrie manifatturiere - x = il numero delle PMI Il quoziente si calcola sulla base dei risultati emersi nella Tab.4. Quando LQ è uguale a uno, significa che la modalità-industria nell’unità spaziale analizzata ha lo stesso peso di questa modalità-industria a livello nazionale. Se LQ è uguale a due, significa che la modalità-industria nelle unità spaziali date ha un peso doppio rispetto a quello che ha a livello nazionale. Di converso, se LQ è uguale a 0.5, il peso della modalità nell’unità spaziale è di due volte meno rilevante che a livello nazionale. 4 Le Mappe sono da richiedersi al CeSPI. 13 Il quoziente di localizzazione è necessario per poter identificare la specializzazione produttiva e potenziali cluster di PMI in localizzazioni specifiche. Le condizioni affinché appaiano cluster in una industria specifica (e significativa), sono due: in primo luogo, l’unità spaziale dovrà essere specializzata in quella industria, cioè il suo quoziente di localizzazione per questa industria dovrà essere alto. In secondo luogo, l’unità spaziale considerata dovrà avere un numero significativo di PMI di questa stessa industria sul totale delle PMI di questa stessa industria in Egitto. In precedenza, attraverso l’analisi simultanea delle tabelle 3 e 4, abbiamo eseguito questo lavoro di identificazione, a livello di governatorati,. Nell’ambito di questo studio, un lavoro condotto a livelli di unità spaziali più disaggregate, sarebbe troppo lungo. Peraltro l’analisi del quoziente di localizzazione a un qualsiasi livello spaziale ci dà soltanto una condizione necessaria affinché vi si trovi un cluster di PMI, ecco perché i risultati vanno interpretati con cautela. Tuttavia la presente mappatura è il primo passo necessario per dare un’idea della distribuzione spaziale delle specializzazioni delle PMI nelle principali industrie egiziane. L’analisi consente di identificare quei Governatorati che sono specializzati in una data industria. Tuttavia si ricorda che i Governatorati formano grandi unità territoriali, la maggior parte delle quali con il deserto. Pertanto occorre approfondire l’analisi fino a un livello spaziale più disaggregato, come quello relativo ai distretti e alle città, onde riuscire ad avere un’idea più chiara della specializzazione delle PMI e dei potenziali cluster. Occorre notare, inoltre, che alcuni Governatorati, come Wadi al Gedid, il Sinai Nord e Sud, Matrouh e il Mar Rosso, non hanno distretti e quindi non sono segnati sulla relativa mappa. Questi Governatorati sono territorialmente costituiti da deserti sterminati con poche oasi e alcune aggregazioni di popolazioni sparse, nelle quali non vi è nessuna possibilità di trovare dei raggruppamenti significativi di PMI. In quanto agli altri Governatorati, i distretti sono estremamente concentrati lungo il Nilo. Va ricordato che la popolazione egiziana vive soltanto sul 4% del territorio egiziano. L’analisi a livello di città è stata eseguita per le due città principali dell’Egitto: il Cairo e Alessandria. L’analisi del LQ è realizzata industria per industria per i diversi livelli geografici. 1.2.2.1 Industria alimentare, delle bevande e del tabacco Teniamo presente che, secondo la Tab.4, questa industria raggruppa il 13,4% di tutte le PMI manifatturiere in Egitto. La mappa 1 fornisce il quoziente di localizzazione a livello di Governatorato. In precedenza sono stati individuati due Governatorati ospiti di potenziali specializzazione produttive dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco: Minia e Sharkiyya. Il loro quoziente di localizzazione è logicamente superiore a uno, essendo rispettivamente di 2.09 e 1.42. Tre Governatorati, a parte Minia, sono fortemente specializzati nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco, essendovi il LQ superiore a 2: il Sinai Sud (2.41), Beni Suef (2.24) e Wadi al Gedid (2.15). Cinque Governatorati sono più specializzati del livello nazionale, e cioè: Qena (1.91), Sohag (1.85), Suez (1.77), Assiout (1.75) e Matruh (1.70). Tre Governatorati hanno una bassa specializzazione in questa industria: Giza (0.9), Qaliubya (0.89), e il Cairo (0.5)5 . Damietta (0.24) ha una bassissima specializzazione nel settore alimentare delle bevande e del tabacco rispetto agli altri Governatorati. Gli altri dodici Governatorati hanno un LQ tra l’1.5 e il 2. La mappa 6 indica i LQ per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco nei 155 distretti egiziani. 43 distretti sono fortemente specializzati con un LQ superiore a 2 e perfino a 3. In nove di essi, che appartengono al Governatorato di Sharkiyya6 (Husayniya e Habu Hammad) e di Minia (Idwah, Maghagha, Matay, Samalut, Abu Qurqas, Malawi e Dayr Muwas), vi sono potenziali cluster di PMI. Per gli altri 32 distretti, con un LQ superiore a 2, non è possibile dire alcunché senza ulteriore analisi. Tutti i distretti con LQ tra 1 e 2 (80 distretti) e che sono situati nel Governatorato di Minia (2) e di Sharkyya (11), hanno anch’essi una possibilità (seppure in misura minore dei distretti già nominati) di vedere raggruppamenti di PMI nell’industria alimentare. Nuovamente, nulla può essere affermato per gli altri. D’altro canto, siamo certi di avere poche probabilità di trovare cluster di PMI nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco nei 32 distretti con un LQ inferiore a 1. Tutti questi si trovano nei Governatorati del Basso Egitto: Suez, Ismailia, Porto Said, Damietta, Gharbiyya, Bahayrah, Giza e il Cairo, eccettuato uno di essi nel Fayum. La specializzazione produttiva spaziale ha una maggiore precisione quando lavoriamo a livello di distretto urbano (qism). La mappa 11, raffigura il Grande Cairo, che comprende tre Governatorati: il Cairo, Giza e Qaliubiyya. Nel Grande Cairo i quism sono 60 e vi si trova il 22% di tutte le PMI alimentari, delle bevande e del tabacco in Egitto. Dalla mappa 6, apprendiamo che il LQ per l’industria alimentare, delle bevande e del tabacco è basso nei distretti del Governatorato del Cairo e nella maggior parte di quelli di Giza e Qualiubiyya, eccettuati due distretti a Giza (Ayat e Badrashaym) e due distretti a Qualiubiya (Tukh e Shibin al Qanater). La mappa 11, 5 6 I tre Governatorati del Cairo, Qaliubiya e Giza assieme costituiscono il Grande Cairo. La mappa dei distretti e del Grande Cairo con i nomi dei distretti e dei qism sono da richiedersi al CeSPI. 14 raccorda i risultati e ci informa che i quozienti di localizzazione dell’industria alimentare sono superiori a Shibin al Qanater rispetto a Tukh. Cinque quism del primo distretto sono fortemente specializzati nell’industria alimentare, con un LQ che si estende da 2 a 7.88 e cioè: Shibin al Qanater, Madinet Nasr, Hawamdiyya, 15 Mayu e al Ayyat. Come abbiamo già spiegato, ciò non significa che vi siano dei cluster di PMI in questi quism. Il quoziente di localizzazione di altri 34 quism è superiore a 1. I 21 altri sono considerati non specializzati nell’industria alimentare. Sette dei quism con i LQ più bassi si trovano soprattutto nel cuore della città del Cairo: Zamalek, Bulaq, Abdin, Muski, Gammaliya, Darb El Ahmar, Minsha’at Nasir. Nella mappa 16 è riportato il quoziente di localizzazione per l’industria alimentare nei vari quism di Alessandria. Questo Governatorato urbano è moderatamente specializzato nell’industria alimentare (LQ tra 1 e 1-5 a livello di Governatorato e di distretto). Sempre la mappa 16, precisa che le PMI dell’industria alimentare sono essenzialmente situate nel quism di Burg Al Arab, e poi di Bab Sharley. Complessivamente, 9 quism su 17 sono specializzati nell’industria alimentare. Il cuore della città di Alessandria non è specializzato in tale industria. 1.2.2.2 Industrie tessili, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature Questa industria, o insieme di industrie, raccoglie la più alta quota di PMI in Egitto (28%). La Tab.4 indica come questa industria prevalga nella maggior parte dei Governatorati secondo il criterio del numero delle PMI. La mappa 2 caratterizza l’analisi fornendo per ogni Governatorato il quoziente di localizzazione dell’industria tessile, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature. Precedentemente, due Governatorati sono stati individuati come potenzialmente specializzati: il Cairo e Al Rarbya. Entrambi i luoghi hanno un LQ superiore a uno, cioè rispettivamente di 1.13 e 1.26. Al Rarbya appartiene ai cinque Governatorati più specializzati nell’industria tessile, insieme a Kafr al Sheikh (1.39), Minufiyya (1.25), Fayum (1.26) e Minia (1.26). Undici altri Governatorati hanno un quoziente di localizzazione per questa industria tra l’1 e l’1.25. Sei Governatorati non sono specializzati nell’industria tessile rispetto ad altri Governatorati: Suez, Sinai Nord e Sud, Wadi al Gedid e Mar Rosso. A livello di distretto, la mappa 7 evidenzia che vi è soltanto un distretto dove il LQ è superiore a 2, cioè il distretto di Fuwa nel Governatorato di Kafr el Sheikh. Il quoziente di localizzazione per l’industria tessile va da 1.5 a 2 in undici distretti, uno dei quali è Mahalla el Kubra, nel Governatorato di Rarbya. Gli altri 10 distretti sono: Hawsh Isa e Ityay al Barud nel Governatorato di Behayrah, Shuhada e Ashmun nel Governatorato di Minufiyya, Mashtul al Suq nel Governatorato di Sharkiyya, Itsa e Sinuria nel Governatorato di Fayum, Abu Tig nel Governatorato di Assiout e Waqf e Nagada nel Governatorato di Sohag. Per quanto concerne questi distretti, occorrerebbe un’analisi più approfondita per sapere se vi sono alcuni cluster di PMI nell’industria tessile. E’ interessante constatare che, a livello distrettuale, il Cairo non è maggiormente specializzato nel tessile di quanto non siano altri distretti, essendo il LQ minore di 1. Tuttavia, il Grande Cairo accoglie una quota così elevata di PMI tessili rispetto a tutto il paese (35.5%, Tab.3), che potrebbe essere relativamente semplice incontrare numerosi esempi di cluster di PMI. La mappa 12 specifica che vi sono cinque quism nel Grande Cairo specializzati nell’industria tessile, tutti situati nel cuore della città, e cioè: Qasr al Nil, Abdim, Muski, Babal Sha’riyya e Darb al Ahmar. Sarebbe interessante a questo punto vedere in quale sotto-settore dell’industria tessile questi quism sono specializzati, e se sono organizzati in raggruppamenti di PMI. Quello che è certo, è che le PMI nel cuore delle città sono tradizionalmente micro-imprese, e se vi sono cluster potenziali, non può trattarsi di raggruppamenti moderni. Altri 20 quism sono relativamente specializzati nell’industria tesile, la maggior parte dei quali si trova al Cairo. Alessandria raccoglie il 7% di tutte le PMI dell’industria tessile in Egitto. Come al Cairo, la mappa 17 evidenzia il fatto che la maggior parte dei quism relativamente specializzati nel tessile è al centro della città, soprattutto ad Atarin, Manshiya e Sidi Gaber. Anche qui, tali imprese sono tradizionalmente micro-imprese. 1.2.2.3 Industrie del legno e del mobile Il 9% di tutte le PMI è nelle industrie del legno e il 25% in quelle del mobile. Damietta è stato identificato come il Governatorato che può presentare numerosi esempi di cluster di PMI per l’industria del legno e del mobile in Egitto. Come risulta dalle mappe 3 e 4, Damietta è il Governatorato più specializzato nell’industria del mobile e del legno, con un LQ di 2.54 e 2.56 rispettivamente. Anche Fayoum è specializzato nell’industria del legno (2.08), ma questo Governatorato accoglie un minor numero di PMI (5%) nell’industria del legno rispetto a Damietta (26%, vedi Tab.3). Il Governatorato del Cairo è quello meno specializzato nel legno (LQ di 0.47), e Beni-Suef il meno specializzato nel mobile (0.47).Complessivamente, sono più numerosi i Governatorati specializzati nell’industria del legno che non quelli specializzati in quella del mobile. Dopo Damietta, i Governatorati più specializzati nel mobile sono: Suez (1.30), Porto Said (1.08), Ismailiyya (1.09) e Alessandria (1.04). 15 Le stesse osservazioni sono valide anche a livello di distretto. Dalle mappe 6 e 8 si evince che alcuni distretti sono specializzati nell’industria del legno e più ancora in quella del mobile, ovvero: 52 nel legno e 21 nel mobile. Fatta eccezione per Damietta, i distretti più specializzati nel legno sono Rashid nel Governatorato di Bahayrah, Faqus nel Governatorato di Sharqiyya, Tukh in quello di Qaliubiyya, Giza in quello omonimo, Sinuris e Fayoum nel Governatorato di Fayoum, e Fath e Sahil Salim nel Governatorato di Assiout. Per quanto concerne il mobile, tutti i distretti del Governatorato di Damietta possono dirsi relativamente specializzati nell’industria del mobile, cioè: Damietta, Kafr Sa’d, Fariskur e Zarqa. Vicino a Damietta, anche il distretto di Manzala nel Governatorato di Daqaliyya è specializzato nel mobile. Il quoziente di localizzazione di Alessandria va da 1 a 1.5 per l’industria del mobile. Il Grande Cairo raccoglie il 22,5% di tutte le PMI dell’industria del legno e il 29% di tutte le PMI di quella del mobile. La mappa 13 evidenzia come il quism del Grande Cairo maggiormente specializzato nel mobile sia Basatin, che merita qualche indagine circa la possibilità di trovarvi raggruppamenti di PMI. Complessivamente, nel Grande Cairo, 25 quism sono parzialmente specializzati nell’industria del mobile, mentre altri 20 lo sono nell’industria del legno. Tre di questi hanno un LQ maggiore di 2, e cioè: Tukh, Giza e Badrashayn. Anche qui, nulla può dirsi in merito a eventuali cluster senza ulteriore analisi. Alessandria è parzialmente specializzata nell’industria del mobile, meno in quella del legno. La città raccoglie rispettivamente il 4% e il 7% di tutte le PMI dell’industria del legno e del mobile, rispettivamente. Le mappe 18 e 19 consentono di vedere come l’industria del mobile sia più diffusa all’interno dei vari quism di quanto non lo sia quella del legno, essendo i quozienti di localizzazione per l’industria del legno maggiori di quelli per il mobile. Sei quism sono parzialmente specializzati nell’industria del mobile e sette in quella del legno. 1.2.2.4 Industria del metallo, dei trasporti e delle attrezzature Queste industrie raccolgono il 15% di tutte le PMI dell’Egitto. Nei Governatorati del Cairo, di Daqaliyya, Giza e Qaliubiyya potrebbero esservi esempi di cluster potenziali di PMI. Dalla mappa 5, si evince che questi Governatorati sono tutti parzialmente specializzati in questo gruppo di industrie, soprattutto il Cairo (1,34), Qaliubbiyya (1,32), Giza (1,22) e Daqaliyya (1,22). I Governatorati più specializzati in queste industrie in Egitto sono il Sinai Nord (1,85) e Matruh (1,58), anche se il numero di PMI in tali Governatorati è marginale rispetto al loro numero totale in quelle stesse industrie in Egitto. Anche Alessandria (1,10) è parzialmente specializzata in queste industrie. I Governatorati meno specializzati sono Damietta (0,14), Fayoum (0,52), Beni Suef (0,69) e Minia (0,72). Il LQ per tali industrie è alto (tra 1.5 e 2.05) in 12 distretti: Abu al Matamir nel Governatorato di Bahayrah, Disuq e Hamul in quello di Kafr al Sheikh, Talkha e Mit Ghamr in quello di Daqaliyya, distretto 6 ottobre nel Governatorato di Giza, Sadat in quello di Minufiyya, Qanatir in quello di Qaliubiyya, distretto 10 di Ramadan nel Gov. Sharkiyya, Sahaliya e Fayyid nel Governatorato di Ismailiya. I distretti situati a Qaliubbiyya (1), Giza (1) e Daqaliyya (2) potrebbero avere raggruppamenti di PMI nelle industrie del metallo, dei trasporti e delle attrezzature. La maggior parte dei distretti specializzati in tali industrie si trovano nel Delta del Nilo. Il Grande Cairo raccoglie il 44% di tutte le PMI in queste industrie in Egitto. Si ritiene che i tre Governatorati di cui è comp osto il grande complesso urbano contengano potenziali cluster di PMI. Con l’aiuto della mappa 15, possiamo individuare con maggiore precisione dove tali raggruppamenti potrebbero essere situati. Quattro quism sono relativamente più specializzati che non gli altri in tali industrie. Tutti sono situati nel Governatorato del Cairo, e si tratta di: Bulaq, Shubra, Minsha’at Nasir e Madinat Nasr. Anche 23 altri quism sono parzialmente specializzati in queste industrie e potrebbero albergare potenziali cluster. Alessandria accoglie l’8% di tutte le PMI di queste industrie in Egitto. Dalla mappa 20, si evince che vi sono due quism in cui il LQ è superiore a 2, e cioè: Atarin e al Amriyah el Gedida. Se Atarin è situata nel cuore di Alessandria e non può ospitare raggruppamenti moderni di PMI, Al Amriyah el Gedida è una città nuova e potrebbe essere organizzata con cluster probabilmente più dinamici, anche se, fino ad oggi, nessuno ne ha parlato in Egitto come di un raggruppamento importante nell’industria del metallo, dei trasporti e delle attrezzature. 1.3 Conclusioni sulla specializzazione produttiva delle PMI a livello locale L’analisi delle mappe ha indicato le specializzazioni produttive spaziali delle PMI nelle varie industrie. Pertanto, specializzazioni di PMI a livello locale sono presenti: • in due distretti del Governatorato di Sharkiyya: Hasayniya e Habu Hammad e in sette distretti del Governatorato di Minia: Idwah, Maghagha, Matay, Samalut, Abu Qurqas, Malawi e Dayr Muwas, per le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. 16 • • • • nel distretto di Mahalla el Kubra nel Governatorato di Rarbys, e in cinque quism del Cairo: Quasr al Nil, Abdin, Muski, Bab al Sha’riyya e Darb al Ahmar nelle industrie tessili, dell’abbigliamento, del pellame e delle calzature. in tutti i distretti del Governatorato di Damietta: Damietta, Kafr Sa’d, Fariskur e Zarqa, e nel quism di Basatin nel Grande Cairo, per l’industria del mobile. nel distretto di Damietta e nei quism di Tukh, Giza e Badrashayn nel Grande Cairo, nell’industria del legno. Tre distretti del Governatorato di Fayoum meritano attenzione: Ibshaway, Sinuris e Fayoum. nei distretti di Talkha e Mit Ghamr nel Governatorato di Dqaliyya e nei quism di Bulaq, Shubra, Minsha’at e Madinat Nasr nel Grande Cairo. Il quism di Al Amriyqh el Gedida nell’agglomerato di Alessandria merita ugualmente attenzione. Data la loro ubicazione e storia, la maggior parte di questi potenziali cluster di PMI sembra essere estremamente tradizionale e tecnologicamente carente. Sarebbe interessante approfondire l’analisi e vedere in quali sottosettori, in quali rami e in quali prodotti di queste industrie sono specializzati importanti raggruppamenti potenziali di PMI. 2. Programmi di cooperazione internazionale per lo sviluppo delle PMI La tavola seguente offre una panoramica dei numerosi progetti di cooperazione internazionale rivolti allo sviluppo delle PMI egiziane. Come si può notare nessuno adotta un approccio specificamente diretto allo sviluppo, non di singole imprese, ma di cluster di PMI, come metodologia per accrescerne la capacità produttiva, di innovazione e di inserimento nel mercato. Di questi alcuni sono illustrati più dettagliatamente. Sono stati scelti i programmi che comunque sono maggiormente diretti a sostenere l’organizzazione di gruppi di PMI, e riguardano i servizi finanziari, di assistenza tecnica e di capacity building. 17 Tavola dei programmi per lo sviluppo delle PMI Agenzia esecutrice Titolo del programma Budget Attività Luogo Durata Save the Children Group Guarantee Lending and Savings Progetto per la crescita delle piccole e micro imprese Progetto Sviluppo di Iniziativa Comunitaria $ 42.000 Credito e formazione Cairo 1996-1997 $ 3.638.600 - MOA Agribusiness Investment Office GTZ (cooperazione tedesca) Sviluppo delle imprese agricole nei Progetti di Nuovi insediamenti $ 167.200 GTZ, Centro per le Migrazioni Internazionali e lo Sviluppo Camera di Commercio tedesca-Araba Foundation of International Training (FIT) CARE Businessmen Associations (sostenuto da USAID) Cooperazione olandese National Council of Negro Women/UMI Catholic Evangelical 1994-1999 Sohag, Aswan, Fayoum e Qena $ 5.340.000 1990-1993 Ricerca, marketing e formazione Nuove terre in Fayoum, Noubariya e Ismailia 1996-1997 Progetto dell’iniziativa MubarakKohl Formazione professionale 1994-in corso Programma Esperti Expertise tecnica Sadat city, 10th of Ramadan, 6th of October, Cairo In tutto il paese Programma di servizi di esperti senior Progetto-Fondo per iniziative delle donne Expertise tecnica In tutto il paese In corso - Qena e Aswan 1990-1998 Qena, Sohag e Beni Suef 1996-1999 - UNICEF - credito, institution biulding, marketing e formazione credito e institution building Progetto per lo sviluppo delle piccole imprese nell’Alto Egitto C$ 8.200.000 C$ 20.000.000 Progetto-Fondo per lo sviluppo delle $ 950.000 famiglie Progetto per lo sviluppo delle $ 44.000.000 piccole e micro imprese Programma di credito per le piccole imprese agricole e industriali Progetto per lo sviluppo egiziano DFL 10,24 milioni - LE 500.000 Programma di formazione per le $ 23 milioni credito, formazione personalizzata, studi di fattibilità, avvio imprese, consulenze credito, institutional building, studi di fattibilità, avvio imprese, consulenze Credito, servizi sociali e sviluppo delle capacità Credito, institution building, marketing Assiut, Sohag, Qena e Alessandria Alessandria, Assiut, Cairo, Port Said, Sharkya, Kafr elSheikh, Dakahlia, New Valley e Hurghada Credito, institutional building e Menoufia, Sharqia, Borg El supporto gestionale a due banche Arab e Salam city Credito e institution building Cairo, Alessandria, Nord Sinai, Minia e Assiut Formazione professionale, In corso 1993-in corso 1989-1998 1994-1998 1992-1998 1993-in corso Organization for Social Services (CEOSS) imprese - Programma di formazione e gestione imprenditoriale - Agriculture Cooperative Development International Programma di credito per le piccole imprese e lavoratori autonomi Progetto di sviluppo imprese rurali Near Est Foundation Progetto di credito comunitario Deloitte and Touche (Cooperazione canadese) Plan International Progetto di sostegno alle piccole e medie imprese Progetto per il miglioramento del tenore di vita e lo sviluppo delle risorse e delle abilità Credito per le piccole imprese CARITAS Freidrich Ebert Stiftung Regional Center for Research and Development (RCRD) Social Fund for Development Institute of Cultural Affairs Catholic Relief Services (CRS) LE 400.000 Programma per lo sviluppo delle imprese - Programma per l’occupazione e la formazione Progetto per lo sviluppo istituzionale e delle capacità delle comunità locali e delle associazioni - - Progetto Biad El Arab - Progetto per lo sviluppo delle micro-imprese in Sohag Cairo, Minia e Assiut LE 1 milione Credito e avvio imprese LE 1.412.786 Credito, marketing, avvio imprese, consulenze, institutional building Credito, sviluppo delle capacità, studi di fattibilità, consulenze Formazione professionale, sviluppo tecnologico, consulenze Credito, ricerca,avvio imprese, consulenze, marketing e formazione Credito Nuove terre e Alessandria ovest Institutional building C$ 12.000.000 LE 6.000.000 Progetto per lo sviluppo dell’artigianato e le piccole imrpese industriali Progetto di sostegno tecnico alle piccole imprese - sviluppo tecnologico e avvio imprese Formazione, marketing, avvio imprese e consulenze $ 391,7 milioni Credito, sviluppo tecnologico, ricerca, consulenza e servizi per avvio imprese assistenza tecnica, credito, sviluppo delle capacità e consulenze formazione 1993 in corso 1983-in corso 1994-1998 Sayeda Zeinab, Cairo 1995-1996 Dakahlia 1996-2001 Masr El Qadima, Ezzab Kheirallah, Basateen, Ain El Seera, Matariya Alto e Basso Egitto 1996-1998 Cairo, 10th of Ramadan, 6th of October, Alto Egitto 1996-1998 1989-in corso 1994-1996 Dakahlia 1993 in corso In tutto il paese 1993 in corso Credito, formazione e sviluppo delle capacità 3 anni Beni Suef Servizi e consulenze per avvio di imprese e sviluppo dei prodotti credito, formazione professionale, sviluppo 1991-1995 Sohag 1993-1996 tecnologico, consulenze - National Bank for Development ILO Credit Guarantee Corporation DANIDA (Cooperazione danese) Cooperazione italiana UNIDO e GAFI (sostenuto da cooperazione italiana) Progetto per sviluppare opportunità di lavoro autonomo dei giovani diplomati LE 600.000 Progetto di credito per le piccole imprese Studio sullo sviluppo delle risorse umane $ 25.000.000 credito, ricerca e formazione, consulenza, sviluppo delle capacità Credito $ 18.000 - - Progetto per promuovere occupazione, produttività e reddito degli insediamenti cooperativi nelle Nuove terre, a Mariut e Alessandria Progetto-Fondo di garanzia al credito progetto DANIDA per lo sviluppo delle piccole e medie imprese industriali nel Governatorato di Aswan $ 2.349.113 - credito e institutional building - Progetto per lo sviluppo del settore privato Progetto per l’alleviamento della povertà e la generazione di occupazione nel Governatorato di Giza Programma di supporto integrale alle PMI egiziane - Minia 1995-1997 Grande Cairo 1991-1998 ricerca 1996 Mariut e Alessandria 1992-1997 $ 45.000.000 Credito e institutional building In tutto il paese 1993-2001 DKK 20 milioni - Aswan 1995-1998 DKK 750 milioni - sviluppo tecnologico, consulenze, avvio imprese In sei paesi tra i quali l’Egitto Giza 1996-2001 In tutto il paese 1998-2001 credito, marketing, formazione, sviluppo tecnologico, ricerca, consulenze, avvio imprese $ 4.500.000 Micro-credito, assistenza tecnica e formazione $ 23.000.000 (linea di credito) Credito, assistenza tecnica, consulenze e sviluppo delle capacità Fonte: Ministero dell’Economia egiziano e aggiornamento di Helene Cottenet 1997-2003 2.1 I servizi finanziari del “Programma per l’Alleviamento della povertà e la creazione di impiego nel Governatorato di Giza” della Cooperazione Italiana Il programma per la riduzione della povertà e la creazione di impiego nel Governatorato di Giza è sostenuto dalla Cooperazione Italiana ed è consta di due componenti: una sociale, in corso sin dal 1996, e una di orientamento al mercato, che ha avuto inizio nel giugno 1999, per la durata di 20 mesi. Scopo di tale programma è la creazione di posti di lavoro. La componente sociale è focalizzata sulle famiglie, quella di orientamento al mercato sulle microimprese. La componente sociale rappresenta un modello di micro-credito che ha avuto successo, ed il Ministero per l’Assicurazione e gli Affari Sociali (MOSA) ne ha chiesto il prolungamento per altri tre anni. L’approccio del programma, che prevede il recupero dei costi, rappresenta la chiave del suo successo. I prestiti vengono concessi al costo dell’interesse di mercato e l’indice di copertura è quasi del 100%. E’ previsto che la componente di orientamento al mercato abbia lo stesso obiettivo di sostenibilità. La Cooperazione Italiana fornisce un fondo che ammonta a 2,5 milioni di LE (Lire Egiziane) per lo sviluppo delle micro-imprese nel Governatorato di Giza. Lo scopo è quello di agevolare l’accesso al credito delle piccole imprese onde aiutarle a finanziare l’investimento in attività fisse e in capitale circolante. Il progetto non prevede il finanziamento di terreni e immobili, e finanzia imprese nuove ed esistenti. L’obiettivo generale del Programma per quanto riguarda la componente di orientamento al mercato, è quello di rafforzare la crescita economica e di creare nuove opportunità di lavoro appoggiando il settore delle piccolissime imprese tramite la rete delle Associazioni di Sviluppo Comunitario. Il Governo Italiano ha concesso un fondo di garanzia di 2,5 LE quale sovvenzione al MOSA. Tale fondo sarà gestito dalla Società di Garanzia del Credito (Credit Guarantee Company - CGC). La Società è stata creata 10 anni fa dall’USAID (Cooperazione Statunitense) e comprende 9 banche, di cui 5 private e 4 pubbliche. E’ compito del CGC investire tale fondo sul mercato finanziario in modo da triplicarne il valore, giungendo a 7,5 milioni di LE dopo tre anni. Il CGC fungerà da garanzia: il fondo verrà attivato quale garanzia, con l’appoggio del CGC, sui prestiti che le banche egiziane concederanno a tassi competitivi ai micro-imprenditori residenti nelle aree prescelte del Governatorato di Giza. Il CGC designerà una banca in accordo con il programma (la Banca Haly) onde fornire una linea di credito, garantita dal CGC, alla Unità di micro-imprese (UMI). La UMI ha sede nel MOSA, e rappresenterà l’intermediario tra la banca e le piccole imprese. Tale unità è composta di 7 persone: il Direttore, un controllore finanziario, due funzionari sul campo, un segretario, uno specialista di informatica e un contabile. Sempre questa Unità effettuerà studi di fattibilità e sarà responsabile della selezione dei beneficiari. Essa agirà anche quale centro di formazione e di servizi, organizzando l’opportuna formazione di gruppi di piccoli imprenditori, e fornendo assistenza tecnica. Il gruppo target è quello delle micro-imprese con da uno a sei addetti, e un capitale investito del valore di 2.500 fino a 40.000 LE, esclusi terreni e immobili. Il primo prestito non prevede la registrazione ufficiale per le imprese che dovranno, tuttavia, provvedere alla loro formalizzazione se vorranno beneficiare di altri prestiti. Il progetto finanzia attività del commercio, della manifattura e dei servizi. Tuttavia, una particolare attenzione verrà data alla manifattura, alle imprese artigianali e ai servizi. Un trattamento preferenziale verrà accordato alle attività ad alto impiego di manodopera con un più alto rapporto tra fatturato previsto e fabbisogno di capitale. Occorre che i beneficiari abbiano garanzie insufficienti per poter ricevere i prestiti del Programma. E’ altresì necessario che essi investano per lo meno il 25% della somma del prestito in beni strumentali. Le nuove imprese verranno finanziate soltanto se il richiedente può rivendicare precedenti esperienze nel settore, se ha la disponibilità del terreno e/o dell’edificio e se è in grado di contribuire con capitale d’esercizio. Le richieste verranno raccolte tramite il Governatorato per opera delle Associazioni di Sviluppo Comunitario (ASC), che sono Organizzazioni Non Governative (ONG) coinvolte nella componente sociale del programma. Tali ASC costituiranno una rete per la ricezione delle richieste che saranno indirizzate all’UMI. Un funzionario si recherà sul campo onde visionare i progetti di investimento e svolgere studi di fattibilità. La UMI sottoporrà la richiesta di prestito con la rispettiva documentazione e i piani di affari al comitato esecutivo che provvederà a fornire indicazioni caso per caso. Il comitato esecutivo sottoporrà le indicazioni all’Unità di Coordinamento del Programma, la quale sarà responsabile dell’approvazione definitiva dei prestiti previsti. Lo scopo principale delle attività di prestito è quello di aumentare il volume della produzione e la produttività delle imprese. Vi sono sette diverse dimensioni di prestiti, varianti da 5.000 fino a 50.000 LE, con tranche di 5.000 LE. Il cliente riceverà dapprima i prestiti entro le prime tre categorie di dimensione, mentre le categorie maggiori verranno prese in considerazione, all’occorrenza, secondo i risultati dello studio di fattibilità. Lo schema delle condizioni del prestito varia a seconda della categoria di dimensione. Per la prima dimensione (5.000-10.000 LE) il periodo massimo di pagamento (compreso il periodo di grazia) è di 12 mesi, di 15 per la seconda dimensione (10.000-15.000 LE), di 18 per la terza, di 24 mesi per la quarta e di 24 per le tre ultime dimensioni. Il periodo di grazia non supererà i tre mesi. In ogni modo il cliente sarà tenuto a pagare l’interesse sul prestito con inizio a partire dal primo mese. Il tasso di interesse non sarà inferiore al tasso primario (prime rate) stabilito dalla Banca Centrale d’Egitto, che è il tasso del Buono del Tesoro a 90 giorni. In sostanza, i beneficiari saranno tenuti a pagare un tasso di interesse intorno al 14% (11% imposto dalla banca e 3% dalla UMI a copertura delle spese di amministrazione). Il Programma prevede un esborso di 475 prestiti l’anno. Dopo la fine del Programma il patrimonio fiduciario (trust fund) rimarrà di proprietà del MOSA sotto la gestione della CGC. La UMI si assumerà tutte le responsabilità del programma. 2.2 I centri servizi promossi dalla Cooperazione Canadese e dal Social Fund for Development Il progetto di creazione di un centro servizi sostenuto dalla Cooperazione Canadese (CIDA) è situato a Mansoura, e prevede un finanziamento di 12 milioni di $C (Dollari Canadesi) per il periodo 1996-2001. L’agenzia operativa di questo progetto è il Gruppo di Consulenza Deloitte & Touche. Il progetto si propone di sviluppare le PMI nella regione del Delta del Nilo. L’esperienza di questo progetto viene condivisa con altri due progetti CIDA attualmente in corso nell’Alto Egitto. Complessivamente la CIDA ha impegnato una voce di bilancio di quasi 30 milioni di $C per lo sviluppo delle PMI in Egitto. Scopo di tale progetto è di stabilire un centro di servizi a Mansoura che fornirà consulenza professionale per le PMI (da 30 a 50 addetti, per tutte le attività economiche ma soprattutto per le industrie del legno e del tessile) e corsi di formazione professionale. Tale centro affari ha il nome di Unità di Appoggio per la Consulenza Affari (Business Advisory Support Unit - BASU). E’ altresì presente un Centro Informazioni d’Affari. Il Centro Informazioni Affari è una joint venture tra il Progetto e il Governatorato e fornisce l’informazione necessaria agli imprenditori riguardo la concessione di licenze, le assicurazioni sociali, la sicurezza industriale, i requisiti per l’importazione e l’esportazione, i fondi di credito e i corsi di formazione, i finanziamenti dei donatori, i programmi governativi e non governativi che appoggiano le PMI, le norme di protezione ambientale, ecc.. Il sito di questo centro è stato acquistato dal Governatorato. Il Progetto ha ristrutturato il sito, acquistato l’attrezzatura e formato il gruppo di lavoro. Esso continuerà a prestare il suo appoggio fornendo consulenza e formazione supplementare, monitoraggio continuo e valutazioni periodiche. La BASU ha l’obiettivo di dare maggiore appoggio locale fattivo alle PMI, di migliorare i rapporti tra il settore privato delle PMI e gli organi di formazione professionale, di diffondere tecnologie più efficaci e ambientalmente compatibili. Scopo della BASU è di migliorare la gestione d’impresa, riguardo la produzione, il mercato e la finanza. Importante è inoltre considerato il miglioramento della capacità delle PMI nella Ricerca & Sviluppo (R&S) e il consolidamento del sistema informativo del management. Sono previste due riunioni comuni al mese tra il CCP (Comitato Consultivo Professionale) e il CCA (Comitato Consultivo per gli Affari). L’incontro tra gli imprenditori e i centri di formazione consente il miglioramento dei corsi di formazione professionale in modo da riflettere i bisogni delle PMI in quanto a tecnologia e R&S. Le attività della BASU sono le seguenti: servizi di consulenza, appoggio istituzionale per le reti-cluster PMI, cooperazione con l’Università di Mansoura nell’area dello sviluppo commerciale, utilizzo del fondo per il finanziamento dello sviluppo tecnologico (1 milione di $C) per migliorare la produttività di PMI selezionate. Tuttavia, fino ad oggi il finanziamento tecnologico non è stato utilizzato. Ciò è dipeso dal fatto che i criteri che consentivano l’accesso a tale finanziamento erano troppo rigidi. In aggiunta, la BASU promuove l’interazione tra industria e scuola per il miglioramento dei curriculum, la formazione di formatori per accrescere la loro capacità di insegnamento e il potenziamento delle risorse di centri di formazione professionali selezionati. La BASU serve annualmente una media di 300 imprese: 100 con interventi tecnici e 200 con interventi informativi. Una delle questioni principali è la sostenibilità finanziaria del centro di servizi. Terminato il progetto, la BASU sarà autonoma sebbene inizialmente sotto la supervisione del Governatorato. Questo progetto è l’unico con un Governatorato come partner ufficiale (distretto di Mansoura, Governatorato di Daqaliya). Lo sviluppo imprenditoriale e la formazione professionale sono attività sinergiche: ciascuna necessita il coinvolgimento di rappresentanti del Dipartimento dell’Industria e dell’Educazione a livello di Governatorato. Il dialogo politico si concretizza tramite il progetto, non soltanto in queste due componenti, ma anche in quelle dell’ambiente, del lavoro infantile e di genere. Il Fondo Sociale per lo Sviluppo (Social Fund for Development - SFD) prevede di fornire alle PMI di Damietta la necessaria capacità operativa mediante un centro tecnologico che verrà incentrato sulla manifattura di mobili. Difatti, Damietta è nota come città dell’industria del mobile. Più di 18.500 imprese vi lavorano in questo campo. Il SFD ne sta finanziando 3.200. L’idea del centro servizi è sorta a seguito del calo dell’attività economica, e in particolare della domanda del mercato egiziano, e della necessità di aumentare l’esportazione. Oggi, soltanto il 2% o 3% delle imprese a Damietta esportano i loro prodotti. Il problema principale è la qualità dei prodotti dovuto essenzialmente al fatto che la materia prima (il legno), importata in primo luogo dalla Romania, Bulgaria e ex- Jugoslavia, è di qualità estremamente scadente, e che il lavoro viene eseguito con macchinari obsoleti. Scopo specifico del centro tecnologico, che entrerà in attività nel 2000, sarà quello di migliorare la qualità della produzione e, in secondo luogo, la produttività. Attualmente, la sua organizzazione, il suo bilancio, ecc., sono in fase di esame, con l’assistenza di un’associazione inglese: l’Associazione di Ricerca per l‘Industria del Mobile (Forniture Industry Research Association - FIRA). Il centro prevede una sala di conferenze e una biblioteca, e servirà da scuola di formazione per le nuove tecnologie legate all’industria del mobile. Il centro sarà fornito di macchinari moderni, disporrà di materie prime di qualità e insegnerà come usare le nuove tecnologie per ottenere prodotti di qualità. Ve rranno consegnati certificati di qualità, specie per i prodotti destinati all’esportazione. Il centro favorirà anche la riorganizzazione della produzione tramite la creazione di cluster di PMI. Damietta è, inoltre, una nota città per le sue attività complementari: lavorazione e pulitura del legno, manifatture tessili e del cuoio, lavori di pittura, produzioni in acciaio, vetro, marmo, tutte industrie che partecipano nella lavorazione del prodotto finito, ovvero del singolo mobile. Nel 1998, una delegazione italiana legata a cluster di PMI, è giunta sul posto per consulenze. Tuttavia, attualmente è la FIRA inglese, che intende promuovere le PMI del settore dei mobili a Damietta. Gli specialisti internazionali concordano nel dire che la divisione del lavoro, la specializzazione del processo di produzione potrebbero essere accentuate. Gli imprenditori di Damietta, sarebbero disposti a suddividere il loro processo di produzione, in quanto ciò aumenterebbe la quantità e la qualità della loro produzione e a loro toccherebbe occuparsi di una sola fase del processo di produzione. Attualmente è necessario uno studio di mercato per analizzare quali imprese potrebbero essere abbinate (stesso livello di esperienza, di tecnologia) al fine di condividere il processo di produzione dello stesso prodotto. 2.3 La capacity building delle PMI in un programma dell’USAID Nel 1988, la USAID ha varato il Progetto per lo Sviluppo delle Piccole e Micro Imprese, con un finanziamento di 44 milioni di $USA. Tale progetto si propone di utilizzare associazioni non profit, come associazioni di imprenditori, quali intermediari finanziari per creare sistemi vitali di distribuzione di credito, per consentire alle piccole e micro imprese di espandersi e di aumentare le possibilità di impiego e di guadagno degli egiziani con un basso reddito. Questo progetto fornisce servizi finanziari e non finanziari alle imprese già esistenti. L’Associazione Imprenditoriale di Alessandria (Alexandria Business Association - ABA) funge da intermediario per il programma ad Alessandria e Kafr El-Sheikh. Il Progetto ABA/SME (Small and Medium Enterprises) è stato avviato nel gennaio 1990. Dopo soli due anni di attività, il servizio crediti produceva un reddito sufficiente a coprire tutti i costi operativi. Nel 1994, l’indice dei costi operativi dell’ABA figurava tra i migliori del mondo. Gli obiettivi dell’ABA sono quelli di sviluppare e promuovere le piccole e micro imprese esistenti, di aumentare il reddito delle medesime, di aiutare la loro trasformazione accrescendo la loro capacità di organizzazione, di contribuire a risolvere i problemi della disoccupazione. L’Associazione si propone di fornire crediti, formazione e assistenza tecnica alle PMI ad Alessandria e Kafr ElSheikh, di fornire prestiti a breve per il capitale di avviamento, per passare, in seguito, a prestiti per investimenti a più lungo termine. L’ABA si serve di banche locali per l’esborso e la restituzione dei prestiti, ed è gestita con criteri privati, è, quindi, motivata dal profitto per assicurarsi autonomia e sostenibilità. I beneficiari dei prestiti devono pagare tassi di interesse commercialmente adeguati, le dimensioni del prestito devono essere confacenti al tipo di impresa e il prestito deve essere concesso nel momento giusto, al fine di portare gradualmente le imprese più forti a rivolgersi al settore bancario formale. Il mercato target di ABA comprende i proprietari di piccole e micro imprese ad Alessandria non in grado di accedere al credito delle banche commerciali. Con piccole e micro imprese si intendono quelle con un numero da 1 a 5 addetti - micro-, e da 6-15 –piccole-. Le nuove imprese non vengono prese in considerazione per la concessione di prestiti, occorre che i clienti abbiano avviato la loro attività per lo meno da un anno. Il settore delle micro imprese rappresenta il 74% del portafoglio, mentre l’attività manifatturiera ne rappresenta il 63%, il commercio il 26, e i servizi l’11%. Per l’estensione del programma, l’ABA si è basata sulla fitta rete sociale esistente nella densamente popolata Alessandria, avvalendosi del passa parola per rendere nota l’esistenza dei propri servizi. Essa opera secondo una strategia di prossimità e ha 10 filiali nei vari quartieri di Alessandria, mentre due di esse sono a Kafr El-Sheikh. Da quando l’ABA ha iniziato il progetto, essa ha creato una serie di ramificazioni paragonabili a quelle delle più riuscite micro imprese finanziarie a livello mondiale. A fine 1998 il progetto ha potuto servire più di 40.000 clienti, di cui 19.000 clienti attivi. ABA ha concesso più di 108.000 prestiti per un ammontare di quasi 92 milioni di $USA. La quota di mercato che ABA serve rappresenta meno del 3% del totale, rimane uno notevole spazio per un’ulteriore espansione. Il progetto ha creato il Centro per le Piccole Imprese di Alessandria (Alexandria Small Business Center - ASBC) quale struttura di supporto tecnico intesa a occuparsi delle esigenze dei micro imprenditori, svolgendo in tal senso funzione complementare al meccanismo di distribuzione del credito. Gli obiettivi del Centro sono quelli di migliorare le capacità tecniche e manageriali dei clienti, di assistere questi ultimi con tecnologie di produzione più avanzate, di massimizzare l’efficienza e di soddisfare le esigenze di mercato. In aggiunta, il Centro si propone di assistere i clienti con attività di mercato, di aiutarli nella soluzione di problemi tecnici e amministrativi, e di fornire loro conoscenze e tecnologia aggiornate. Sono quattro i tipi di servizi offerti dal Centro: • formazione che riguarda: conoscenza del sistema di tassazione, concessione delle licenze, sicurezza sociale, contabilità e marketing. Corsi tecnici specifici sulla lavorazione del legno, la fabbricazione di indumenti e ad altre attività, • marketing: individuazione dei dettaglianti per lo smercio dei prodotti, esibizione dei prodotti nei saloni di esposizione del Centro, organizzazione di esposizioni e procura di ordinativi di forniture per conto dei clienti, • biblioteca: disponibilità di una raccolta di cataloghi che consente ai clienti di essere informati sulle nuove tendenze e tecniche di produzione, • assistenza tecnica: cooperazione con organizzazioni internazionali come USAID, tramite il Corpo Internazionale di Servizi Operativi, e il GTZ (Cooperazione Tedesca), cercando specialisti volontari nei vari settori per fornire assistenza tecnica ai clienti. Tali servizi sono offerti a pagamento. I clienti pagano una tassa per il diritto di accesso alla biblioteca (50 LE l’anno), per i corsi di formazione (10 LE a sessione), e per l’assistenza tecnica (10 LE a sessione). I prodotti venduti per conto dei clienti tramite il salone di esposizione, oppure tramite altri punti di vendita al dettaglio, vengono maggiorati del 10-20%. Nulla è fornito gratuitamente. I punti di forza specifici del progetto sono: l’armonizzazione produzione/mercato; la fornitura di servizi efficienti ai clienti; una difesa di prim’ordine contro la criminalità; un Sistema Informativo Manageriale di prim’ordine; lo schema differenziato di incentivi per gli addetti ai lavori; un solido rapporto con le banche. 3. La politica di decentramento Prima di analizzare il livello decentramento politico/amministrativo in Egitto, occorre dedicare qualche attenzione all’organizzazione amministrativa territoriale. Come illustrato nel riquadro in basso, i livelli amministrativi sono cinque. 3.1 La struttura amministrativa Le struttura amministrativa Primo livello: Muhafazat (Governatorati) Secondo livello: Rif (rurale) Hadar (urbano) Qism (distretti urbani) Terzo livello: Markaz (distretti regionali) Quarto livello: Qariyat (villaggi rurali) Quinto livello: “Urban” Muhafazat Shiyakhat Madinat (città) Qism Shiyahat L’Egitto è diviso in 26 Governatorati (Muhafazat), quattro dei quali sono Governatorati urbani: Cairo, Alessandria, Porto Said e Suez. I Governatorati urbani, (città) sono divisi in distretti urbani (Quism) e questi a loro volta in quartieri (Shiyakhat). Nel caso dei Governatorati misti, la suddivisione è più complessa, cioè ciascun Governatorato è diviso in distretti regionali (Markaz), che costituiscono livelli amministrativi inferiori. Entrambi i tipi di Governatorati sono costituiti di aree rurali e urbane, dette rispettivamente Rif e Hadar per i Governatorati, e Qariyat e Madinat per i distretti regionali. Le città (Madinat) sono poi divise in Qism e Shiyakhat. 3.1.1 I Governatorati Il funzionario esecutivo di più alto grado è il Governatore; seguito dal capo distrettuale e dal capo della città o del villaggio 7 . Ciascuno di questi soggetti istituzionali ha responsabilità precise e, secondo la legge, sono figure dominanti nel sistema amministrativo locale secondo i rispettivi livelli di responsabilità. Secondo l’articolo 25 della Legge 43 (1979), con gli emendamenti della Legge 145 (1988), “il Governatore è nominato direttamente con decreto presidenziale e la sua permanenza in ufficio dipende dal Presidente. Il Governatore potrà essere destituito con decreto presidenziale oppure può considerarsi dimissionario per legge a scadenza dell’incarico presidenziale”. Secondo gli articoli 26-29 della Legge 45, “il governatore è considerato rappresentante del Presidente nel Governatorato. Egli sorveglia l’attuazione della politica generale dello Stato. Gli sarà concessa piena autorità su tutti i direttorati di servizi e produzione, i dipartimenti, le infrastrutture e organizzazioni all’interno del Governatorato. Egli è responsabile della sicurezza alimentare e della promozione dell’efficienza della produzione agricola e industriale, e ha facoltà di ricorrere a tutti i mezzi onde raggiungere tali obiettivi, nei limiti della legge e dei regolamenti.” Il Governatore ha la possibilità di svolgere un ruolo dinamico nell’intero processo di sviluppo economico locale. In realtà, i Governatori sono portati ad attendere gli ordini che giungono dai ministeri centrali o dalla leadership nazionale. Al Governatore spettano anche altre mansioni legate alla sicurezza, alla supervisione dei servizi e delle agenzie pubbliche, alla cooperazione con le università e alla gestione delle risorse umane. L’Articolo 27, consente ai ministeri al Cairo di delegare funzioni suppletive al Governatore se lo ritengono necessario. In genere, tendenzialmente, i ministeri centrali hanno resistito al decentramento delle loro prerogative al livello di Governatorato. Secondo l’Articolo 30, ”ciascun Governatorato ha anche un segretario generale avente autorità e funzioni di sotto-segretario negli affari finanziari e amministrativi specificati per legge e regolamenti rispetto al quartiere generale del Governatorato”. Per quanto riguarda la struttura del Governatorato uno dei principi chiave è che i gradini più bassi all’interno del sistema sono ufficialmente legati a quelli del livello superiore. Una caratteristica fondamentale del sistema amministrativo egiziano locale è il “principio del duplice controllo” secondo cui i ministeri centrali sono dotati di poteri di supervisione tecnica e professionale significativi e di responsabilità riguardo al loro personale distaccato presso i Governatorati, sebbene ai Governatori sia stata concessa autorità amministrativa e una qualche autorità operativa. La struttura operativa del Governatorato è illustrata nel riquadro seguente. La struttura dei Governatorati Governatore Primo livello CAOA* Secondo (A) Capi distretto (B) Direttorati di servizio (C) Direttorati finanziari (D) Direttorati (E) Dipartimento della Pianificazione (F) Consiglio di Stato (Diwan) (G) Dipartimenti dello Sviluppo (H) Direttorati livello Centro Informaz. Segretario Generale (I) Terzo livello Affari amministrativi (J) Affari personale *Central Agency for Organization and Administration Fonte: James B. Mayfield, 1996. del (K) Affari finanziari (L) Affari consigli locali Il primo livello è costituito da quelle organizzazioni in cui si riflette l’autorità più diretta dei ministeri del governo centrale. I capi distrettuali (A) sottostanno alla supervisione amministrativa del Governatore, ma sono nominati dal primo ministro e ricevono importanti direttive tramite il gabinetto e il Ministero delle Amministrazioni Locali. Sono 12 i ministeri dei servizi (B) i cui bilanci del personale addetto al lavoro sono stati decentrati a livello di Governatorato, quelli di: educazione, sanità, casa, affari sociali, agricoltura, manodopera/formazione, rifornimento/commercio interno, trasporto/strade, gioventù, tasse catastali, veterinaria, operazioni e manutenzione. Questi direttorati di servizio hanno il supporto tecnico e professionale dei rispettivi Ministeri centrali, ma in quanto a 7 Tutta la sezione sulla organizzazione e il decentramento del sistema amministrativo in Egitto è tratto dal libro di James B. Mayfield, Local Government in Egypt. Structure, Process and the Challenges of Reform, The American University in Cairo Press, 1996. fini amministrativi e alla maggior parte di quelli operativi, essi vengono considerati parte del sistema amministrativo locale del Governatorato. Vi è, in aggiunta, una serie di altri Ministeri che hanno visto le proprie funzioni trasferite a livello di Governatorato, ma non l’assegnazione dei loro bilanci, e cioè: cultura, informazione, Waqf, Al-Awhar, bonifica dei terreni, turismo, affari economici, cooperazione, interni, elettricità e industria. Il direttorato finanziario (C) rappresenta il meccanismo chiave di collegamento finanziario e di bilancio tra governo centrale e unità locali. Il direttorato per l’organizzazione e l’amministrazione (D) rappresenta l’ufficio distaccato per il CAOA, che è responsabile per il sistema della pubblica amministrazione in Egitto. Il direttorato per la pianificazione e il controllo (E) al secondo livello è direttamente collegato al Ministero della Pianificazione ed è responsabile del coordinamento delle assegnazioni degli investimenti. Tutte le richieste di bilancio delle unità locali per ottenere nuovi capitali di investimento vengono incanalate attraverso il suddetto direttorato e indi coordinate con il direttorato finanziario prima di essere sottoposte al Ministero delle Finanze e al Minis tero della Pianificazione per la decisione definitiva. Il Consiglio di Stato (diwan) (F), racchiude una serie di dipartimenti e uffici di appoggio che meglio potrebbero definirsi parte dello staff personale del Governatore: affari legali, pubbliche relazioni, servizio alla cittadinanza, sicurezza, affari attinenti alla comunicazione, monitoraggio e controllo di progetti e programmi speciali sovvenzionati e realizzati dal Governatore e dal suo staff personale, infine contabilità e revisione. Tutti i funzionari di questi dipartimenti sono separati del ministero centrale e quindi formano il nucleo di un eventuale sistema di funzionari di governo locale. Questo gruppo di funzionari e staff di sostegno sente molto meno il problema della duplice fedeltà che molti impiegati nel servizio dei direttorati sono costretti ad affrontare. I dipartimenti di sviluppo (G), sono quelli in qualche modo collegati e coinvolti con lo sviluppo dell’impresa come: produzione e affari economici, cooperative, affari di progettazione ingegneristica, turismo, organizzazione per la ricostruzione e lo sviluppo dei villaggi egiziani (Organization for the Reconstruction and the Development of Egyptian Villages - ORDEV)8 , ambiente, miniere e cave, e consulenze. Le funzioni chiave del centro informazioni e ricerca (H), comprendono: sistema di informazione manageriale, biblioteche/archivi di documentazione e ricerca, gestione di database e statistiche. Un funzionario estremamente importante in ogni Governatorato è il segretario generale. Il grado di responsabilità che gli spetta dipende in gran parte dalla decisione del Governatore. I settori da (I) a (L) sono quasi sempre di competenza del segretario generale. 3.1.2 Distretti e città Secondo l’Art.44, “ciascun distretto avrà un direttore esecutivo il quale, oltre ad essere il funzionario più alto in grado del distretto, sarà anche sindaco della città capoluogo distrettuale. Nominato dal Primo Minis tro, egli avrà poteri finanziari e amministrativi di sotto segretario nei confronti delle agenzie e dei bilanci distrettuali”. Al direttore distrettuale non spettano altre incombenze o funzioni specifiche, se non quelle di essere il funzionario esecutivo più alto in grado del distretto e di essere a capo del Consiglio esecutivo del distretto. L’Articolo 55 recita: “ciascuna città avrà un funzionario capo dotato di poteri di sottosegretario e del potere di capo dipartimento di Governatorato per gli affari finanziari e amministrativi nei confronti delle agenzie della città e del bilancio, conformemente alla modalità indicata nei regolamenti esecutivi”. I Capi delle città, come quelli dei quartieri e dei villaggi, sono nominati con decreto governatoriale e rimangono in servizio secondo il beneplacito del governatore. Il sistema amministrativo a livello distrettuale e di città è, sotto molti aspetti, un riflesso del sistema del Governatorato. Gli uffici esecutivi a livello distrettuale e di città, comprendono gli uffici del Consiglio di Stato (diwan) o uffici esecutivi del capo distrettuale, oltre a circa una decina di dipartimenti di servizi sotto la supervisione tecnica dei direttorati di servizio a livello di Governatorato. Tali dipartimenti di servizio riguardano: strade e ponti, produzione agricolo/zootecnica, affari sociali, tassazione di beni, sanità, educazione, manodopera, rifornimento/commercio nazionale, gioventù, attività sportive e casa. Ugualmente paragonabile al segretario generale del Governatorato, è il segretario distrettuale responsabile degli affari amministrativi, di quelli del personale e delle finanze. La diversità di fondo tra la struttura distrettuale e quella urbana attiene ad alcune differenze specifiche nell’affidamento di dipartimenti di servizi all’uno o all’altro livello. La struttura urbana detiene tutti i dipartimenti di servizio elencati sopra tranne quello della casa, della manodopera e del rifornimento/commercio interno, che rimangono a livello distrettuale. Tuttavia, la città possiede un dipartimento di programmazione ingegneristica sotto supervisione diretta del capo della città, responsabile di: pianificazione e organizzazione, servizi e progetti quali quelli idrici e acque di scolo, in città e villaggi collegati alla città. 8 La sezione economica dell’ORDEV è responsabile nell’aiutare la mobilizzazione delle risorse a livello locale, nazionale e internazionale al fine di assistere gli imprenditori dei villaggi a sviluppare progetti produttivi e per la creazione di occupazione nell’artigianato, meccanizzazione agricola, allevamento, … 3.1.3 Quartiere e villaggio Grandi città o Governatorati che comprendono soltanto una grande città (Il Cairo, Alessandria, Giza, Porto Said, Suez, Shubra al-Khayma), sono suddivisi in quartieri (Quism). Secondo quanto precisa l’Art.63, “ciascun quartiere sarà presieduto da un capo con poteri di sotto segretario e di capo dipartimento governativo per gli affari finanziari e amministrativi.” Secondo Art. 72, “ciascuna unità-villaggio avrà un capo unità-villaggio con poteri di capo dipartimento governativo per gli affari finanziari e amministrativi nei confronti delle agenzie e del bilancio dell’unità-villaggio”. Il capo del villaggio è scelto dal Governatore e, di solito, è appoggiato da uno dei dipartimenti ministeriali a livello dis trettuale o di villaggio. In quanto a stipendio e promozioni, egli continua a dipendere dal suo ministero di origine. Questa situazione dà luogo ad una duplice fedeltà che crea alcuni problemi specifici per l’amministrazione a livello di villaggio. Il capo del villaggio è il funzionario di più alto grado nelle aree delle unità-villaggio che comprendono un villaggio “madre” e uno o più villaggi satellite. Il capo è scelto dal governatore e abitualmente è appoggiato da uno degli uffici ministeriali situati nei distretti o villaggi del Governatorato. Il capo del villaggio è amministrativamente responsabile delle sezioni di servizio, delle scuole, delle unità sanitarie e delle unità sociali, anche se esse ricevono sostegni tecnici e, in parte, di bilancio dai loro rispettivi ministeri. Il capo del villaggio provvede alla diretta supervisione del personale assegnato alle seguenti sezioni di sostegno delle unitàvillaggio: pianificazione e sorveglianza, progetti di sviluppo economico, rifornimento, gioventù e attività sportive, esazione tasse, dipartimento di progettazione ingegneristica. Il segretario del villaggio, generalmente, è amministrativamente responsabile di tre settori generali di attività: uffici amministrativi, affari finanziari, consigli e comitati. L’amministrazione locale svolge un ruolo molto importante nello sviluppo economico e sociale dell’Egitto. Secondo J.B.Mayfield (1996), sarebbe palesemente vantaggioso se, i membri di livello superiore del sistema amministrativo, avessero una qualche forma di esperienza a livello di villaggio e città, prima di diventare capi distretto o segretari generali. Troppo spesso, funzionari egiziani, soprattutto a livello di Governatorato, hanno avuto pochissima esperienza pratica a livello locale. Per i più importanti funzionari esecutivi del sistema amministrativo, una carriera il cui percorso iniziasse con una esperienza locale, migliorerebbe notevolmente la loro competenza e qualità operativa. 3.1.4 I Consigli esecutivi A ciascun livello del sistema amministrativo locale egiziano vi è un consiglio esecutivo presieduto dal capo esecutivo di quel livello, ovvero: dal governatore per il Consiglio esecutivo del Governatorato, dal capo distrettuale per il Consiglio esecutivo distrettuale e dal capo dell’unità-villaggio per il Consiglio esecutivo dell’unità-villaggio. I Consigli amministrativi rappresentano gli organismi amministrativi principali per il coordinamento, la pianificazione, la realizzazione e la gestione delle politiche governative generali nell’ambito dei rispettivi livelli del sistema amministrativo. Di solito, i membri di questi Consigli comprendono rappresentanti dei ministeri centrali (dodici) le cui mansioni e responsabilità sono state trasferite ai Governatorati. Il Consiglio esecutivo del Governatorato comprende: il Governatore e il suo assistente, i capi dei distretti, di città, di quartieri urbani e i capi di dipartimenti pubblici, agenzie e varie autorità nell’ambito del Governatorato, secondo quanto stabilito dai regolamenti operativi. Il segretario generale del Governatorato sarà segretario del Consiglio esecutivo, che si riunirà per lo meno una volta al mese su richiesta del Governatore. L’Articolo 33 stabilisce le funzioni principali del Consiglio esecutivo che sono attinenti al controllo e alla valutazione delle attività eseguite dai direttorati, alla preparazione del bilancio, a quella dei piani amministrativi e finanziari per le delibere del Consiglio del popolo, alla fissazione di regolamenti riguardanti terreni e proprietà, ecc.. I Consigli esecutivi distrettuali comprendono il capo distrettuale, i direttori dei dipartimenti di servizi e produzione del distretto, tutti i sindaci delle città e i capi villaggio all’interno del distretto, il segretario. Il Consiglio esecutivo si riunisce almeno una volta ogni due settimane su richiesta del capo distrettuale. Secondo l’Art.46, il Consiglio esecutivo sarà tenuto ad assistere il capo distrettuale nell’elaborare i piani manageriali e finanziari occorrenti per il disbrigo degli affari dei distretti e per realizzare le decisioni prese dal Consiglio del popolo locale del distretto. Il Consiglio esecutivo distrettuale assume anche alcune funzioni legate alla messa a disposizione di personale e appoggio a città e villaggi, all’estensione di aiuto finanziario a città e villaggi qualora i loro proventi interni si dimostrassero insufficienti, alla realizzazione di progetti che superano le capacità di città e villaggi, al monitoraggio e la valutazione delle attività di dipartimenti dei servizi nell’ambito del distretto, alla preparazione della bozza di bilancio distrettuale, ecc.. I Consigli esecutivi urbani comprendono: il capo della città, i direttori dei dipartimenti di servizi e produzione nella città, come stabilito dai regolamenti esecutivi, e il segretario della città. Il Consiglio esecutivo urbano si riunisce almeno due volte al mese, su richiesta del capo della città. Secondo l’Art. 57, il Consiglio esecutivo urbano assiste il capo della città nel formulare i piani amministrativi e finanziari occorrenti per la città e nell’attuare le decisioni del Consiglio locale urbano del popolo o del capo della città. Nella fattispecie, il Consiglio esecutivo assume alcune funzioni connesse: al monitoraggio e alla valutazione di attività delle agenzie operative della città, alla preparazione delle proposte di bilancio cittadino, all’esame della raccolta dei proventi della città, all’assistenza alle unità locali, ecc.. I Consigli esecutivi di quartiere comprendono: il capo del quartiere, i direttori delle agenzie esecutive nell’ambito del quartiere, il segretario di quartiere. Il Consiglio si riunisce per lo meno bimensilmente su richiesta del capo del quartiere. Secondo l’Art.65, il Consiglio esecutivo di quartiere aiuta il capo del quartiere nel formulare i piani amministrativi e finanziari occorrenti. Il Consiglio esamina altresì le questioni che il Consiglio del popolo locale di quartiere, o il capo del quartiere, gli avrà sottoposto. In particolare, il Consiglio esecutivo assumerà funzioni attinenti alla supervisione delle attività svolte dalle agenzie esecutive del quartiere, ecc. Il Consiglio esecutivo di villaggio comprende: il capo villaggio, i direttori delle agenzie esecutive esistenti nel villaggio, il segretario. Il Consiglio esecutivo dell’unità-villaggio si riunisce su richiesta del capo dell’unità-villaggio almeno una volta ogni due settimane. L’Art. 74 stabilisce le funzioni del Consiglio esecutivo dell’unità-villaggio che sono le stesse di quelle di livello superiore. 3.1.5 I Consigli locali del popolo Ad ogni livello del sistema amministrativo locale egiziano troviamo un Consiglio del popolo. Il Consiglio locale del popolo, a livello di Governatorato, è formato da otto membri di ciascun distretto o quartiere (quism) amministrativo, uno dei quali sarà un candidato indipendente. Il Consiglio elegge, nella prima riunione delle proprie sessioni ordinarie e per il periodo di tale sessione, fra i propri membri, un presidente e un vice presidente, uno dei quali almeno, dovrà essere agricoltore o lavoratore. Secondo l’Art.12 della Legge 23, “il Consiglio locale del popolo a livello di Governatorato si farà carico, nell’ambito del contesto della politica generale dello stato, della sorveglianza dei vari servizi e delle varie attività che rientrano nella giurisdizione del Governatorato”. Indi, le incombenze del Consiglio locale del popolo si limitano essenzialmente all’approvazione dei bilanci e progetti decisi, poi, a livello di Consiglio esecutivo e di governo centrale. Il Governatore ha il diritto di respingere qualsiasi decisione, raccomandazione o proposta, che egli consideri contraria alla politica nazionale o al bilancio nazionale annuale. Questa forte autorità del Governatore costringe i Consigli del popolo alla massima attenzione nell’esaminare le proposte e, in genere, a chiedere consiglio al Governatore o al suo personale prima di avanzare una qualsiasi proposta controversa su cui decidere. Il Consiglio locale del popolo, a livello di Governatorato, gode di una maggiore autorità di sorveglianza e approvazione sui Consiglio del popolo locali di livello inferiore. Mentre la legge sottintende che i Consigli del popolo locali godano di una qualche autonomia, in realtà essi sono soggetti al potere amministrativo e politico dell’esecutivo (del Governatore), che rappresenta il potere presidenziale. Il Consiglio distrettuale del popolo è formato da membri eletti della città principale del distretto e di ciascuna delle unità-villaggio del distretto. La capitale del distretto è rappresentata da dieci membri eletti, nove dei quali con il sistema delle liste di partito, e uno dei quali come candidato indipendente. Se la città è composta da più di una sezione, le spetteranno dodici membri eletti. Ciascuna unità-villaggio è rappresentata da otto membri, di cui sette eletti tramite lista di partito e uno come indipendente. Il Consiglio locale distrettuale del popolo si incarica, nell’ambito della politica generale del Governatorato, del controllo e della sorveglianza delle attività dei Consigli locali del popolo di città e di unità-villaggio che rientrino nella giurisdizione del distretto. In pratica, quando un Consiglio del popolo di città o di villaggio prende particolarmente a cuore una proposta, potrà decidere di inoltrare la questione direttamente al Consiglio locale del popolo a livello di Governatorato. Le funzioni generali del Consiglio distrettuale del popolo sono le stesse del Consiglio a livello di Governatorato, ma applicate al distretto. Il Consiglio locale urbano del popolo elegge dodici persone da ciascun settore amministrativo interno alla città tramite le liste di partito, mentre almeno un membro è indipendente. Il Consiglio del popolo locale di quartiere elegge dieci membri da ciascun settore amministrativo interno al quartiere. Il Consiglio del popolo locale di villaggio elegge dodici membri tramite le liste dei partiti e almeno uno di essi sarà indipendente. Le funzioni di questi Consigli sono uguali a quelli dei livelli superiori. 3.2 Le caratteristiche del sistema amministrativo locale In Egitto, il sistema amministrativo locale mira a unificare le funzioni del personale amministrativo dei vari ministeri centrali chiave, a quelle di un organo locale eletto, che rappresenti varie aree geografiche. Pertanto, varie caratteristiche contraddistinguono il sistema amministrativo locale egiziano. La prima caratteristica è l’adesione del sis tema decisionale locale al controllo centrale. Mentre in linea di massima, a livello locale il sistema ha facoltà di fare presente, necessità e priorità di bilancio, diverse dalle direttive ministeriali centrali, in pratica la tendenza è di accettare tali direttive, quindi anche i piani di sviluppo e i bilanci che le riflettono. Una seconda caratteristica importante è l’integrazione tra lo Stato e il sistema di partito che garantisce la fedeltà dell’amministrazione locale all’attuale regime ed è, pertanto, politicamente “sicura”. Mentre è un fatto che i Consigli esecutivi, costituiti da funzionari locali provenienti dai ministeri centrali, sono organizzazioni amministrative e non politiche, i membri dei Consigli del popolo sono tutti eletti tramite liste di partito, sistema che assicura in tal modo il predominio del Partito Democratico Nazionale (PDN) nei Consigli locali. La terza caratteristica è rappresentata dalla misura in cui unità amministrative locali e agenzie governative determinano gli aspetti economici del settore pubblico. Negli ultimi anni vi è stato un cambiamento in quanto decreti ministeriali e presidenziali recenti hanno richiesto alle unità locali di perseguire politiche di privatizzazione vendendo imprese pubbliche laddove possibile. Le priorità degli investimenti pubblici vengono fissate dal Ministero per la Programmazione in tutti i settori fornitori di servizi economici e sociali. Sia i funzionari del Governatorato, che i membri del Consiglio del popolo legati ai capi del Partito Nazionale sono costretti a trattare con potenti ministeri per ottenere investimenti pubblici. Ai Consigli esecutivi urbani, a quelli di città e di villaggio spetta la difficile incombenza di coordinare e eseguire la politica pubblica. Tuttavia, il processo di pianificazione a livello locale incoraggia i Consigli locali a prendere in considerazione alcune priorità e aree problematiche speciali. Il Ministero della Programmazione esamina le priorità di natura locale, ma non è obbligato a tenerne conto nei propri programmi. Un quarto aspetto tipico del sistema amministrativo egiziano è una certa forma di centralismo democratico, che prevede, per lo meno in teoria, che i Consigli amministrativi locali debbano rispondere sia al Consiglio del popolo eletto, che all’Amministrazione a livello superiore. Per comprendere il funzionamento di questo sistema occorre tenere presente l’importanza del principio gerarchico, secondo cui i funzionari dei Consigli esecutivi di livello inferiore sono totalmente dipendenti dal controllo dei membri di un livello superiore (a partire dal livello di villaggio o città, indi da quello distrettuale, per giungere infine al Consiglio esecutivo di Governatorato). Pertanto, ciascun direttorato (sanità, educazione, agricoltura, industria, affari sociali) a livello di Governatorato, deve rispondere, sia al Governatore, per quanto riguarda le funzioni amministrative, che al rispettivo ministero centrale interessato, per quanto riguarda le materie tecniche. I direttorati locali ricevono quasi tutti i finanziamenti da fondi centrali. Risulta evidente che il sistema amministrativo egiziano è estremamente centralizzato. Tale situazione, che trova spesso la sua giustificazione in un’esigenza di “sicurezza nelle strade a nell’alimentazione”, fa sì che nessun organo del sistema amministrativo statale venga mai controllato da un qualsiasi gruppo di opposizione. Si può considerare questa centralizzazione un fatto positivo nella misura in cui essa assicura una guida statale unitaria per le grandi questioni nazionali. D’altro canto, è anche possibile considerarla come un pesante sistema burocratico che lascia poco spazio a cambiamenti di politica pubblica a qualsiasi livello locale. Il livello di decentramento dipende da quale prospettiva lo si considera: se da quella della comunità o da quella dell’organizzazione. L’organizzazione può sembrare ragionevolmente decentrata con ampi poteri delegati al personale dei direttorati a livello di Governatorato. Ma per quanto concerne l’area in cui questo personale opera, il sistema in realtà è ancora centralizzato lasciando scarsa autonomia a distretti, città o villaggi. Il tasso di decentramento all’interno del sistema amministrativo locale egiziano può anche essere misurato valutando la quantità di autonomia e di potere dis crezionale delegato ai livelli inferiori dell’amministrazione. Effettivamente, i funzionari di rango inferiore hanno incombenze varie, come: approvazione di programmi, poteri esecutivi, funzioni ispettive, sempre con vari gradi di autonomia all’interno di ciascuna incombenza. Per esempio, il capo del villaggio è libero di approvare determinati progetti di costo inferiore a una determinata cifra, senza accordo con i gradi superiori. Nella misura in cui tale potere decisionale discrezionale aumenta ed è ampliato, si può dire che il decentramento amministrativo viene accresciuto. Uno dei problemi con cui i funzionari di livello inferiore sono chiamati a fare i conti è il potere di revisione ancora nelle mani dei livelli superiori. Quindi vi à poca incentivazione a utilizzare al massimo i poteri discrezionali. Nella maggior parte delle burocrazie l’iniziativa e l’assunzione di responsabilità non vengono premiate. Attualmente, sono 12 i Ministeri di sevizio i cui bilanci per il personale fuori sede sono stati decentrati a livello di Governatorato. Questi direttorati di servizio ricevono sostegno tecnico e professionale dai rispettivi ministeri centrali, ma ai fini amministrativi e alla maggior parte di quelli operativi, essi vengono considerati parte del sistema amministrativo locale del Governatorato. In aggiunta, come abbiamo vista prima, vi è una serie di altri Ministeri le cui funzioni sono state trasferite a livello di Governatorato, mentre non lo sono state le assegnazioni dei loro bilanci. E’, questo, il caso dell’industria che dipende essenzialmente da uno dei dipartimenti dello sviluppo, detto degli Affari di Produzione e dell’Economia. In genere, questo dipartimento comprende tre o quattro uffici: risorse economiche, investimenti, autorità economiche e società pubbliche, e sviluppo della sicurezza alimentare. Il dipartimento è anche responsabile dell’elaborazione di studi di valutazione e analisi di fattibilità su: potenziale di produzione di reddito, aumento di posti di lavoro e sviluppo generale di imprese produttive nell’ambito del Governatorato. Mentre gli uffici in questo dipartimento dispongono di grande potere nell’appoggiare una crescente privatizzazione e lo sviluppo del settore privato all’interno del Governatorato, la loro reale efficacia è stata fortemente ostacolata dalla mancanza di personale competente e dall’incapacità dei Governatori di dedicare il tempo necessario alla cura e all’appoggio di tale attività. 3.3 Il bilancio delle amministrazioni locali Il bilancio del patrimonio direttamente controllato dei Governatorati rappresenta il 3,4% del patrimonio nazionale complessivo, ma la maggior parte degli investimenti viene effettuata a livello locale, la maggioranza delle spese di esercizio è fatta a livello locale e la maggior parte degli introiti è raccolta a livello di Governatorato. Effettivamente, il sistema amministrativo a livello distrettuale ha pochissimi impiegati e dispone di un bilancio estremamente ridotto. A questo livello, quasi tutte le attività governative vengono eseguite tramite agenzie governative destinate al livello di città e villaggio. I principali introiti disponibili per le unità amministrative in Egitto sono tasse, tariffe, licenze, concessioni e prestiti. Per esempio, durante l’anno fiscale ‘88/89, lo stanziamento complessivo ai Governatorati è ammontato al 12% dell’intero bilancio del Governo centrale, di cui l’85% destinato a stipendi e salari. Questa situazione deriva, in gran parte, dal fatto che il Governo centrale ha garantito un impiego pubblico a tutti i laureati universitari e, negli ultimi anni, la maggior parte di questi laureati trova collocazione nel sistema governativo locale. Risulta altresì, che l’indice degli esborsi per investimenti rispetto alla spesa totale nell’anno fiscale 1987 per il bilancio del governo locale (17,3%) è stato quasi il doppio di quello per il Governo centrale (10,9%). Sembra evidente che il finanziamento degli investimenti del governo locale stia crescendo, denotando la presenza di donatori stranieri e un rinnovato interesse del Governo a incentivare la capacità di sviluppo a lungo termine del livello locale. Considerando le limitate capacità di mobilitazione delle risorse locali, di cui il sistema amministrativo locale dispone attualmente, quasi il 75% di tutte le spese delle unità locali sono coperte da qualche tipo di programma di prestito del Governo centrale. I Governatorati del Basso Egitto percepiscono tendenzialmente introiti per capita superiori, in misura significativa, a quelli dell’Alto Egitto, fatta eccezione per due Governatorati abbastanza vicini al Cairo come Fayum e Beni Suef. Sebbene siano stati fatti progressi importanti nel fornire servizi governativi nelle zone più povere dell’Egitto (Alto Egitto e provincie del deserto), occorre fare ancora molto di più prima che queste aree raggiungano un livello di alfabetizzazione, mortalità infantile, e sviluppo economico paragonabile a quello delle principali città e del Basso Egitto. La capacità dell’amministrazione dei Governatorati e dei livelli amministrativi inferiori di aumentare le fonti delle risorse locali è diventato un motivo di crescente preoccupazione, dato che per finanziare progetti di sviluppo, il Governo centrale non può più contare sulla crescita continua degli introiti derivanti da petrolio, turismo e rimesse. Pertanto, oggi, l’enfasi deve spostarsi su crescenti introiti non tradizionali generati localmente. In queste circostanze, occorre che il problema della capacità del Governatorato di imporre e riscuotere imposte sia prioritario nell’ambito delle preoccupazioni fiscali. Uno dei motivi per cui i Governatorati sono stati restii a individuare nuove fonti di tassazione, va ricercato nel fatto che, durante gli anni ‘70 e ’80, essi hanno dimostrato una crescente incapacità a spendere gli stanziamenti di bilancio esistenti. Spesso, la crescita del surplus di bilancio, dovuta alla mancata spesa dei fondi di investimento, è stata attribuita alla mancanza di appaltatori esperti e affidabili capaci di eseguire i progetti. Ma un motivo ancora più importante e radicato, è l’incapacità amministrativa. 3.4 Il decentramento in Egitto Nel valutare la possibilità di un effettivo decentramento, occorre individuare gli incentivi politici che potrebbero motivare il Cairo a perseguire un programma di effettiva devoluzione9 . Nel corso degli ultimi 15 anni, l’attrattiva costituita dai crescenti finanziamenti stranieri ha incoraggiato il Governo centrale a decentrare molte prerogative ad autorità governative. USAID, per esempio, ha appoggiato una politica di decentramento in Egitto, in primo luogo 9 Si possono distinguere tre livelli di decentramento: la deconcentrazione si riferisce all’assegnazione di personale dal Governo centrale ai governi locali del sistema amministrativo, incluso qualche grado di responsabilità per funzioni specifiche, l’autorità ultima rimanendo comunque a livello di ministeri centrali. Questa è stata la forma di decentramento più comune in Egitto durante gli anni ’60 e ’70. La delega si riferisce al trasferimento di responsabilità manageriali per funzioni specifiche a unità amministrative e locali e ad altri tipi di organizzazioni al di fuori della struttura burocratica normale, incluso le agenzie amministrative para-statali e semi-autonome. Questa forma di decentramento è stata usata più ampiamente in Egitto negli anni ’80. I Governatori e i loro staff hanno ottenuto deleghe per la gestione di progetti locali e di servizi specifici. La devoluzione si riferisce alla creazione e al rafforzamento di sistemi di governo a livello locale attraverso l’istituzione di unità di governo indipendenti a livello legale e finanziario, relativamente autonome e libere rispetto al Governo centrale. con sovvenzioni per ricerca e formazione, con un Fondo per l’Aiuto al Decentramento (1980-1990, $100 milioni), indi con progetti per lo sviluppo di imprese locali (programma di Sviluppo Decentrato, 1978-1986, $126 milioni) e, infine, con lo sviluppo di infrastrutture e di attività per accrescere le capacità dei Consigli locali (tramite tre diversi progetti, 1979-1992, con $655 milioni). USAID aiuta tuttora il decentramento tramite il pacchetto di Programmi per la Promozione della Democrazia: programma per il Governo Rurale Partecipativo (dal 1996 con $35 milioni previsti), per la Mobilitazione delle Risorse della Comunità (dal 1994 con $8,4 milioni), per lo Sviluppo di Organizzazioni di Volontariato Private (dal 1991 con $27.5 milioni), per un Centro Servizi ONG (dal 1998 con $32.5 milioni). L’assunto di questo sforzo di cooperazione era che il Governo sarebbe stato capace e disposto a perseguire un programma di decentramento finanziario e amministrativo e che le risorse USAID avrebbero costituito un’integrazione ed un sostegno all’impegno esplicito del governo. Ma è un fatto, che le istituzioni governative locali in Egitto non migliorano. Per esempio, in Egitto è ancora impossibile applicare il modello francese di cooperazione decentrata. Chiedendo per quale motivo non vi è ancora un gemellaggio tra città francesi e egiziane, la cooperazione francese risponde che ciò è giuridicamente impossibile perché Governatori, capi di città, di distretto, di quartiere e villaggio sono nominati e non eletti. Di conseguenza, l’amministrazione locale non è abbastanza indipendente da adottare i criteri della cooperazione decentrata francese. Come abbiamo visto in precedenza, il progetto canadese, è l’unico programma per l’Egitto che ha come partner formale un Governatorato (il distretto di Mansoura, Governatorato di Daqaliya). In Egitto permangono alcune forze contrarie al decentramento. In primo luogo, negli alti gradi del Governo egiziano vi è una generazione di funzionari civili e militari la cui esperienza risale a tempi passati quando la pianificazione centrale era considerata la chiave del processo di sviluppo. L’influenza esercitata da questa generazione si sta lentamente attenuando mano a mano che la nuova generazione di funzionari governativi ne prende il posto. In secondo luogo, all’interno della maggior parte dei ministeri governativi chiave, esiste un nucleo di competenza e esperienza amministrativa che mette in dubbio la capacità e/o volontà delle unità locali di governo, di attuare programmi pubblici in modo efficiente. Infine, in terzo luogo, all’interno del Partito Nazionale Democratico dominante vi sono elementi che appoggiano un più rigoroso controllo nella selezione dei candidati, e che nutrono serie preoccupazioni circa i gruppi di opposizione nella società egiziana. D’altro canto, in Egitto vi sono forze crescenti a favore del decentramento, forze piccole, ma in crescita, di amministratori e di funzionari eletti disposti a dimostrare e sostenere la validità di una legislazione che rafforzi il decentramento governativo locale. Una forza spesso ignorata, ma tuttavia estremamente importante che incoraggia il decentramento, è la comunità degli intellettuali, giornalisti, e membri di facoltà universitarie. Ma la forza emergente più potente, a favore del decentramento, è formata da un gruppo di Governatori che sanno dialogare con i donatori internazionali e programmare investimenti per lo sviluppo. Il Programma di Sviluppo Locale USAID II, ha fornito a questi Governatori e ai loro funzionari, sovvenzioni che sono state usate direttamente per soddisfare le necessità decise a livello locale. E’ relativamente difficile vedere gli effetti degli sforzi di decentramento compiuti a partire dagli anni ‘80, ma l’aumento di capacità, interesse e motivazione, è fenomenale se si guarda all’insieme degli ultimi venti o trent’anni. I programmi appoggiati da vari finanziatori internazionali hanno svolto, e continuano a svolgere un ruolo importante fornendo risorse, formazione e assistenza tecnica a quelle forze, in Egitto, che aspirano ad una maggiore mobilitazione delle risorse locali. 4. La politica egiziana sull’emigrazione Secondo le previsioni, la popolazione attuale dell’Egitto, che conta almeno 60 milioni di individui, è destinata a raggiungere per lo meno 80 milioni di abitanti nel 2010, con un tasso di crescita del 2% annuo. Si prevede che la popolazione economicamente attiva aumenterà del 4,5% annuo fino all’anno 2002, ma che la crescita della partecipazione femminile sarà quasi nulla. Durante lo stesso periodo, un terzo della popolazione avrà 15 anni di età o meno. Storicamente, fattori politici, demografici ed economici hanno spinto gli egiziani ad emigrare in cerca di migliori condizioni di vita. Alla fine della I Guerra Mondiale, il numero degli emigranti egiziani aveva raggiunto 1.700.000 unità10 . Gli egiziani continuano a emigrare, sia su base temporanea, che in modo permanente. Nel primo caso essi espatriano soprattutto per motivi finanziari, mentre nel secondo, cercano un ambiente professionalmente più avanzato. I primi non sono necessariamente diretti verso economie strutturalmente più sviluppate, mentre i secondi lo sono. Inoltre, gli emigranti temporanei imboccano questa strada con la prospettiva di risparmiare e migliorare il proprio tenore di 10 Da Mayar Farrag, Emigration Dynamics in Egypt, IOM/UNFPA, Policy Workshop on Emigration Dynamics in the Arab region, Geneva, 7-8 October 1996 vita una volta ritornati a casa. Di converso, chi parte definitivamente, non manda necessariamente i propri risparmi a casa, né la decisione di emigrare si basa su prospettive di migliorare il proprio tenore di vita con un futuro ritorno in patria. 4.1 Breve quadro storico dell’emigrazione e della politica emigratoria L’emigrazione di egiziani è iniziata abbastanza tardi rispetto a quella di altri paesi. Un insieme di pressione politica, demografica ed economica ha portato alla prima ondata migratoria internazionale dell’Egitto post-rivoluzionario. Mentre il numero esatto degli egiziani all’estero non è noto, si presume che il numero complessivo tra emigranti temporanei e permanenti possa facilmente arrivare ai tre milioni11 . 4.1.1 Il decennio degli anni ‘60 A seguito della trasformazione della società egiziana dopo la rivoluzione del 1952 da un’economia agraria a una che prediligeva l’industrializzazione, la mobilità della manodopera è cresciuta drammaticamente, con spostamenti dalle camp agne in città, di dimensioni senza precedenti. Quando le aree urbane non furono più in grado di assorbire gli immigranti dalle campagne, iniziò l’emigrazione internazionale verso diverse parti del mondo. Durante il regime di Nasser negli anni ‘60 con le sue politiche socialiste, il Governo nutriva grande timore di perdere all’estero il proprio patrimonio di professioni altamente qualificate, soprattutto in Australia, Stati Uniti, Canada, Brasile e Medio Oriente arabo, e quindi impose alcune restrizioni sull’emigrazione. Sempre nello stesso periodo, molti studenti laureati si recavano all’estero con borse di studio oppure a proprie spese. Di questi, non pochi erano tentati di rimanervi (soprattutto nell’Occidente industrializzato) considerando le condizioni economiche sfavorevoli in patria, specialmente dopo la guerra del 1967. Le primissime ondate di emigranti permanenti dall’Egitto risalgono agli anni ‘60. La maggioranza degli emigranti era costituita da persone colte e altamente qualificate compresi insegnanti, medici, avvocati e ingegneri desiderosi di svolgere la propria attività nel migliore ambiente di lavoro possibile e di ottimizzare i propri introiti. In tale periodo i visti di espatrio erano tassativamente richiesti. Vi è stata anche emigrazione temp oranea, ma su scala molto ridotta e limitata al settore dell’istruzione. Nella letteratura sull’emigrazione egiziana temporanea, gli autori hanno tentato di distinguere varie fasi di migrazione della manodopera caratterizzate da diverse qualità e destinazioni. La prima fase è durata dalla metà degli anni ‘60 fino alla metà degli anni ‘70. Molti emigranti di questa fase erano partiti sulla base di accordi interstatali, soprattutto professori universitari, che nel 1970 erano pari a circa 1000 unità. Gli insegnanti di scuole medie, 600 in quell’anno, partivano essenzialmente su assunzioni individuali, e solo in seguito decidevano se emigrare definitivamente o meno. Con l’aumento del prezzo del petrolio, il numero complessivo di insegnanti scolastici nei paesi arabi tra il 1973-1976, oscillava tra le 19.400 e le 20.000 unità. Durante la prima fase, l’emigrazione di ritorno avveniva dopo circa due anni dall’espatrio, un fenomeno reso possibile dalla prossimità dei principali importatori di manodopera dell’epoca, cioè Arabia Saudita e Libia. Nell’insieme, durante questa prima fase, l’entità dell’emigrazione è risultata molto limitata rispetto alle fasi successive. 4.1.2 Il decennio degli anni ‘70 Con il sopraggiungere degli anni ‘70, l’emigrazione internazionale egiziana cambia natura, dimensioni e destinazione. Un maggior numero di egiziani ha lasciato la patria su base temporanea, diretto verso i ricchi stati petroliferi, dando luogo a un crescente aumento dell’emigrazione di manodopera. Questo fenomeno emigratorio verso i paesi arabi è aumentato drammaticamente per due volte durante il decennio dei ‘70: dopo il boom dei prezzi petroliferi del 1973 e del 1979. Sempre in questo decennio, il Governo modificò drasticamente il proprio atteggiamento verso il fenomeno migratorio: una prima volta nel 1971 e la seconda volta nel 1974. La Costituzione egiziana del 1971 garantì, con l’Art.52, al cittadino egiziano il diritto di emigrare permanentemente o temporaneamente. Di proposito il Governo si è sforzato di eliminare tutti gli ostacoli e i limiti all’emigrazione. L’Art. 51 recitava che a tutti gli egiziani era concesso il diritto di emigrare e ritornare a casa. Sempre nel 1971, il Governo emise una Legge, la n.73, secondo cui gli impiegati del settore pubblico potevano ritornare al proprio lavoro entro un anno dalla data in cui si erano licenziati. Questo termine fu poi esteso a due anni. In seguito sono stati eliminati anche altri intralci legali all’emigrazione. 11 Ambasciatore Ihab Wahba, Consigliere del Ministro della Forza Lavoro ed Emigrazione, Egypt and Egyptians Abroad, Seminar on Immigration Policies in Mediterranean Countries organized by Italian National Economic and Labor Council, November 1997. Per rafforzare il proprio impegno mirante a facilitare le procedure di emigrazione, nel 1974 è stato abolito anche il visto di uscita. In aggiunta, il Governo ha esonerato gli emigranti dalla tassazione sul reddito guadagnato all’estero, abolendo anche una legge che prevedeva il trasferimento di un minimo del 10% degli introiti in Egitto a un tasso di cambio ufficiale sopravvalutato. Tra il 1971 e il 1974, dalle dichiarazioni rilasciate da funzionari governativi, risultò gradualmente palese che l’incoraggiamento all’emigrazione aveva priorità assoluta al fine di risolvere il problema della disoccupazione, utilizzare le rimesse degli emigranti per finanziare il deficit della bilancia dei pagamenti e i progetti di sviluppo, fornire ai paesi arabi confinanti la manodopera qualificata di cui avevano bisogno, e allentare la pressione politica crescente. Il quadruplicarsi dei prezzi petroliferi a metà degli anni ‘70, ha predisposto lo scenario per la seconda fase dell’emigrazione egiziana temporanea, iniziata verso la fine degli anni ‘70 e continuata fino a metà degli anni ‘80. Crebbe notevolmente la richiesta di insegnanti egiziani e le cifre ufficiali indicano che dal paese emigrarono circa 24.000 insegnanti. In questa cifra complessiva non sono compresi i contratti con le scuole private estere. Nel Kuwait, per esempio, il 75% degli insegnanti egiziani erano ingaggiati al di fuori del sistema delle trasferte stabilite nel quadro di accordi ufficiali. Tuttavia, la seconda fase dell’emigrazione era formata soprattutto da manodopera rurale non qualificata. Fino al 1977, l’emigrazione rurale si dirigeva essenzialmente verso la Libia, ma le ostilità egiziano-libiche di quell’anno modificarono la destinazione della manodopera rurale, dirottandola verso la Giordania, l’Iraq e l’Arabia Saudita. Inoltre, in questa seconda fase, la maggioranza degli emigranti era composta da non professionisti. Per lo più essi lavorarono nel settore delle costruzioni, negli stati del Golfo. Nel 1980, una grande quantità di egiziani era attiva nel settore delle costruzioni: il 30% nel Kuwait, il 33% nell’Arabia Saudita, il 40% in Giordania e il 20% negli Emirati Arabi Riuniti (UAE). L’appoggio governativo all’emigrazione dal settore sanitario si manifestò con il crescente numero di medici in trasferta che passò da 28 nel 1967 a 2.152 nel 1977, in aggiunta a 4.017 assistenti, tecnici di laboratorio e infermiere. Nel 1983, i medici in trasferta aumentarono di altre 1.765 unità, così come crebbero i veterinari, farmacisti e dentisti all’estero. L’Iraq diventò una meta preferenziale per la manodopera non specializzata. La manodopera rurale fu assorbita soprattutto dal settore delle costruzioni e in altri settori di lavoro manuale considerati degradanti dalla popolazione locale. Gli emigranti di questo gruppo, tornati in patria, non riprendevano a lavorare in attività agricole, dando luogo a profonde conseguenze per l’abbandono dell’ambiente rurale. Un altro motivo per privilegiare l’Iraq è stata la forte richiesta di manodopera straniera a seguito della guerra con l’Iran. Occorrevano operai per lavorare nelle fabbriche e, in alcuni casi, si sono reclutati egiziani per integrarli nell’esercito iracheno. Durante questa seconda fase, l’emigrazione di ritorno avveniva circa ogni quattro-cinque anni, mano a mano che le distanze tra la patria e i luoghi di destinazione aumentavano e i costi del viaggio dal Kuwait e dagli UAE crescevano. 4.1.3 Dagli anni ‘80 ad oggi L’emigrazione egiziana dalla seconda metà degli anni ‘80 fino ad oggi ha assunto dimensioni diverse di quelle prevalenti negli anni ‘70. In considerazione del costante mutamento delle condizioni mondiali economiche, politiche e tecnologiche, l’emigrazione di manodopera egiziana affronta oggi problemi che non esistevano in passato. Quindi, l’epoca tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90 richiede un’attenzione speciale. E ciò in virtù di fattori domestici e internazionali come la Guerra del Golfo, la caduta dei prezzi petroliferi e l’inizio di una recessione economica negli Stati del Golfo, il completamento dei principali progetti infrastrutturali nella maggior parte dei paesi del Golfo e il conseguente calo della domanda di manodopera edile e la tendenza a sostituire i lavoratori stranieri con quelli nazionali che hanno terminato la propria formazione. La terza fase dell’emigrazione è stata il risultato del mutato clima politico ed economico nel Medio Oriente, infatti esso ha influenzato la scelta di destinazione degli emigranti. Questa fase è iniziata alla fine degli anni ‘80 ed è tuttora in corso. L’Arabia Saudita era diventata meta preferita degli emigranti egiziani qualificati. Ciò è dovuto alla forte concorrenza cui erano esposti gli egiziani non qualificati da parte di asiatici e yemeniti. In seguito, altri stati del Golfo, come Kuwait e UAE, diventarono destinazioni privilegiate per gruppi non specializzati. Tra il 1974 e il 1993, sono stati firmati undici accordi bilaterali tra Egitto e importatori di manodopera, fra cui Arabia Saudita, Giordania, UAE, Iraq, Qatar, Kuwait, Libano, Libia, Yemen, Sudan e Grecia. Questi accordi si suddividono in due gruppi: generali e specifici. Dei primi fanno parte gli accordi firmati con Giordania, Kuwait, Libia e Grecia. Gli accordi generali non risolvono i problemi del lavoro che l’Egitto è chiamato ad affrontare, né riguardano questioni relative alle rivendicazioni contro gli abusi commessi dalle imprese dei paesi ospitanti. Il secondo tipo di accordo riguarda alcuni particolari relativi al processo migratorio, quali: la responsabilità dell’impresa o del Governo ospitante di accollarsi i costi legati allo spostamento del lavoratore (all’andata e al ritorno), i problemi relativi all’accordo contrattuale tra lavoratore e imprenditore, compreso il rinnovo del contratto, altri punti ancora, come le leggi sul lavoro nei paesi ospitanti e la loro applicabilità ai lavoratori egiziani onde evitare abusi e discriminazioni. Nessuno dei due accordi copre le spese sanitarie o il trattamento di fine rapporto. 4.2 Caratteristiche dell’emigrazione attuale Le ondate di emigranti temporanei nei paesi arabi confinanti superano di gran lunga quelle permanenti verso l’Europa, l’Australia e l’America del Nord. Sull’emigrazione permanente sono disponibili pochissimi dati. Secondo una stima del Ministero per l’Emigrazione il numero di egiziani che lavorano o vivono nei principali paesi ospitanti del Mediterraneo settentrionale, sono così suddivisi: Grecia 45.000, Italia 35.000, Francia 50.000 e Spagna 1.500. In aggiunta, il gruppo di emigranti permanenti ha un atteggiamento diverso verso la madrepatria, ovvero i suoi membri non ritornano a casa e vi inviano pochi risparmi rispetto a quelli rimessi dagli emigranti temporanei. Ciò cambia e limita le dinamiche del processo e i rispettivi effetti di ricaduta, come risulta evidente nella discussione sulla emigrazione temporanea. Quest’ultimo fenomeno prevede un contratto firmato tra il lavoratore del paese esportatore e il datore di lavoro del paese ospitante per un periodo di tempo limitato, trascorso il quale l’emigrante temporaneo ritorna a casa. Oggi, l’Egitto sta vivendo ciò che si potrebbe chiamare la permanenza dell’emigrazione temporanea. 4.2.1 Aspetti demografici, sociali ed economici I flussi degli emigranti sono composti sia di individui altamente qualificati che di manodopera non qualificata. Si ritiene che durante la seconda fase migratoria, dal 10 al 15% delle forze lavorative siano emigrate nei vicini stati petroliferi. Dagli anni ‘70, per lo meno il 90% del flusso migratorio è composto da maschi. Gli emigranti temporanei comprendono quelli accompagnati e quelli non accompagnati dalle famiglie. Gli emigranti temporanei provengono da tutte le classi sociali e non soltanto dagli strati a medio reddito. Alcuni autori considerano l’insieme degli emigranti uno spaccato di tutte le classi economico-sociali dell’Egitto. Durante le prime fasi dei massicci spostamenti di manodopera, cioè dalla metà degli anni ‘70 alla metà degli anni ‘80, la maggior parte dei lavoratori fu occupata nell’edilizia. Dalla metà degli anni ‘80 in avanti, aumenta il numero di scienziati e tecnici rispetto al numero complessivo di emigranti, mentre diminuisce la quota dei lavoratori non qualificati pur rimanendo ancora alta, con una media del 32% tra il 1990 e il 1994. La presenza di scienziati e tecnici aumenta dal 17% sul totale delle professioni nel 1985, al 40% nel 1994. Secondo le cifre del Ministero del Lavoro e della Formazione Professionale, i lavoratori agricoli costituivano il 29% degli emigranti temporanei nel 1994, quelli impiegati nei servizi il 14%, e quelli nelle amministrazioni l’8%. In genere gli egiziani svolgono occupazioni che i lavoratori locali non sono in grado di fare, o che considerano degradanti per motivi tradizionali, per esempio l’edilizia nell’Arabia Saudita e l’agricoltura in Iraq. Sin dalla fine degli anni’70, le rimesse hanno rappresentato una fonte essenziale di valuta pregiata per finanziare gli scambi con l’estero. Esse hanno costituito in media il 12.5% e il 13% del PNL negli anni ‘80 e ‘90 rispettivamente. Nel 1997, le entrate da rimesse (5,1 miliardi di $USA) superavano la somma delle entrate da esportazione di petrolio, dei tributi del Canale di Suez e del turismo (4.4 miliardi di $USA) e costituivano il 28% del valore delle esportazioni complessive. 4.2.2 Destinazioni e qualifiche dell’emigrazione Durante gli anni ‘70 e nella maggior parte degli anni’80, la domanda di manodopera egiziana si concentrava tendenzialmente in quattro mercati principali: Iraq, Arabia Saudita, Libia e Giordania. Nel 1985, i lavoratori egiziani rappresentavano il 13% del totale degli espatriati in Arabia Saudita e circa il 40% del totale della forza lavoro espatriata nei paesi del Golfo. Un numero più esiguo di lavoratori emigrò nel Bahrain, nel Kuwait, Oman, Qatar e UAE. I dati del Ministero del Lavoro per gli anni ‘90 indicano che la destinazione degli emigranti egiziani occupati nei settori pubblici ha subito un qualche cambiamento rispetto agli anni ‘80 e ‘70. La guerra del Golfo ha fatto provocato la riduzione della quota di egiziani diretti verso l’Iraq dal 22% nel 1989, a quasi zero nel 1991. Analogamente, il numero di egiziani in Libia, a seguito del deterioramento dei rapporti politici iniziati negli anni’90, è calato drasticamente nel 1992. L’Arabia Saudita continua a essere il principale importatore di manodopera egiziana, assorbendo, nel 1994, il 71% degli emigrati complessivi nel settore pubblico. Il fenomeno dell’emigrazione temporanea ha influenzato praticamente tutte le attività e professioni sul mercato del lavoro egiziano. Tuttavia, le richieste di lavoro in ognuno dei paesi ospitanti variano, per cui la qualifica e la professione determinano la destinazione dell’emigrante. Fino al 50% degli egiziani impiegati in Arabia Saudita sono salariati a basso reddito occupati nella manifattura, nel trasporto o nell’agricoltura, mentre più del 30% svolge lavori professionali. Il resto è costituito da lavoratori part-time, o in cerca di lavoro. Nel Kuwait, gli egiziani sono occupati in mis ura quasi uguale tra professioni e operai. In Giordania, la maggior parte di essi è costituita da operai occupati nella manifattura, nei trasporti e nell’agricoltura, in sostituzione di lavoratori indigeni che svolgevano questi stessi lavori, ma che sono attualmente all’estero, essendo la Giordania, sia esportatore, che importatore di manodopera. 4.3 La regolamentazione dell’emigrazione Vari ministeri e diverse autorità governative hanno il compito di legiferare, analizzare e organizzare l’emigrazione, e cioè: il Ministero degli Affari Migratori, l’Amministrazione dell’Emigrazione all’interno del Ministero degli Affari Esteri, il Ministero degli Interni, il Ministero del Lavoro e della Formazione Professionale, l’Agenzia Centrale di Mobilitazione Pubblica e di Statistica. Questa molteplicità di organi governativi che si occupano dell’emigrazione ha prodotto una inefficienza amministrativa dovuta al sovrapporsi di mansioni e responsabilità. 4.3.1 Il Ministero degli Affari Migratori Dato il rapido aumento di emigranti egiziani temporanei, nel 1981 è stato istituito il Ministero per gli Affari Migratori. Il Decreto Presidenziale 574 del 1981 ne ha definito le competenze e responsabilità che, in coordinamento con gli altri ministeri interessati, sono le seguenti: • garantire e proteggere i lavoratori egiziani all’estero • trarre benefici dalle qualificazioni e esperienze degli egiziani che lavorano all’estero in tutti i campi e tutte le professioni (tuttavia in che modo questo debba avvenire non è detto chiaramente) • rafforzare i legami nazionali, politici, sociali ed economici tra gli emigranti e la loro patria, da un lato, e fra gli emigranti stessi, dall’altro. • stabilire una politica sull’emigrazione complessiva che prenda in considerazione le necessità economiche e sociali dell’Egitto come anche quelle dei vicini stati arabi. Il compito di elaborare una politica nazionale complessiva sull’emigrazione è stato infine affidato al Ministero con Decreto ministeriale 573 del 1981. L’Articolo 1 recita: “le competenze del Ministero comprendono l’elaborazione di una politica complessiva per l’emigrazione egiziana, e ciò tenendo presente gli obiettivi dello sviluppo nazionale, sociale ed economico del paese e nell’interesse della nazione”. Ciò nonostante, a tutt’oggi, la definizione di una tale politica non è ancora avvenuta. 4.3.2 L’Amministrazione dell’Emigrazione del Ministero degli Affari Esteri Nel 1969 è stato emesso il Decreto ministeriale 121, secondo cui il Ministero istituiva una divisione responsabile del coordinamento, congiuntamente con altri organi governativi, delle modalità per agevolare il processo dell’emigrazione, della preparazione di studi sul mercato estero del lavoro onde migliorare la politica concernente l’emigrazione a scopo lavorativo. Il Decreto ministeriale 74 del 1982, stabilisce le responsabilità ministeriali che comprendono l’elaborazione complessiva di una valida politica dell’emigrazione basata su obiettivi di sviluppo nazionale sociale ed economico. La Legge 111 del 1983, nomina il Ministro come solo responsabile per la pianificazione e l’attuazione della politica di emigrazione in coordinamento con gli altri Ministeri interessati. L’Art.2 recita: “lo Stato si occuperà degli emigranti egiziani e provvederà con ogni mezzo affinché questi ultimi rafforzino i legami con l’Egitto. A tal fine, il Ministero interessato ricorrerà a tutte le misure necessarie, emetterà tutti i decreti occorrenti e ricorrerà ai mezzi idonei onde attuare tali provvedimenti.”. Il suddetto Ministero è altresì responsabile dell’aiuto agli egiziani all’estero e della soluzione di eventuali problemi con le autorità locali. 4.3.3 Il Ministero degli Interni Questo dicastero rilascia autorizzazioni di espatrio agli emigranti permanenti prima della loro partenza, nell’ambito delle leggi e dei regolamenti varati dal Ministero. 4.3.4 Il Ministero del Lavoro e della Formazione Professionale Come da Decreto Presidenziale 165 del 1979, questo dicastero è responsabile della formulazione di una politica mirante a massimizzare i vantaggi derivanti da qualificazioni e professioni emigrate all’estero con riferimento alle priorità e ai programmi nazionali, ed è anche tenuto a proteggere gli interessi dei lavoratori espatriati. Il Decreto ministeriale 23 del 1979, sottolinea che il Dipartimento per l’emigrazione all’interno del Ministero ha il compito di elaborare una politica complessiva sull’emigrazione che ne organizzi le procedure. Questo comporta uno studio approfondito delle economie e dei settori dei paesi esteri che richiedono manodopera egiziana, e anche l’elaborazione di strategie del mercato del lavoro a livello nazionale. Secondo l’Art.2, comma 18, del medesimo Decreto, il Ministero “avrà cura degli emigranti egiziani, compresi scienziati, studenti e lavoratori residenti all’estero, al fine di rafforzare una coscienza nazionale in grado di appoggiare i problemi nazionali interni, di trarre benefici dall’esperienza e dalle specializzazioni nei vari comparti produttivi accumulate dagli emigranti egiziani, e di irrobustire i legami di questi con la madre patria e anche fra di loro, sotto il profilo nazionale, politico, economico e sociale, informandoli dei problemi pubblici nazionali e spiegandone cause e obiettivi, e infine contrastando le informazioni non corrette all’estero.” L’Art.2, comma 19, recita che il Ministero “provvederà a fornire agli emigranti egiziani e ai loro figli vari servizi, compresa la scuola e le agevolazioni per spostamenti e per superare problemi economici, a rafforzare i loro legami con le Ambasciate e i Consolati egiziani all’estero”. Secondo l’Art. 2, comma 20, il Ministero “ provvederà a organizzare conferenze e seminari in patria e all’estero al fine di appoggiare le questioni nazionali e di prendere regolarmente contatto con le varie unioni, società, associazioni, club, o altre organizzazioni interessate che agiscono per conto degli emigranti egiziani”. L’Amministrazione delle Pubbliche Relazioni al Ministero del Lavoro, ha aperto undici uffici nei paesi importatori di manodopera, che si trovano nell’Arabia Saudita (Jeddah e Riyadh), nel Kuwait, nel Qatar, in Giordania, nel Sudan, negli EAR, in Iraq e nello Yemen. Tali uffici rappresentativi sono adibiti al monitoraggio e all’analisi dei mercati di manodopera stranieri, alla preparazione di studi sulle condizioni di ingaggio nei paesi ospiti, e alla protezione dei lavoratori egiziani all’estero in questioni relative a mancati pagamenti di salari e emolumenti. Il piano del Ministero del Lavoro per l’anno 1998/99 prevedeva di: • migliorare la previdenza per le comunità egiziane all’estero, soprattutto per le prossime generazioni, stabilendo un’efficace cooperazione con i ministeri e le organizzazioni interessate alle questioni dell’emigrazione onde esaminare i vari servizi da concedere ai connazionali egiziani all’estero e cercare soluzioni per i problemi che essi incontrano. • stabilire contatti stretti con l’Ufficio Internazionale per le Migrazioni nell’ambito del progetto previsto: “Sistema di Gestione dell’Informazione sull’Emigrazione per l’Egitto”. • attivare l’emigrazione verso mercati nuovi. 4.3.5 L’Agenzia Centrale per Mobilitazione Pubblica e Statistiche (CAPMAS) Questa agenzia raccoglie, compila e pubblica dati e studi legati all’emigrazione. La questione dell’entità esatta dell’emigrazione di manodopera egiziana, è stata lungamente dibattuta ed è controversa. Fra i motivi di queste incertezze vi è il fatto che le stime fornite dalla CAPMAS includono soltanto gli egiziani in trasferta e con contratti individuali. La quantità di stime contraddittorie circa il numero di egiziani occupati all’estero, è dovuta al grande numero di agenzie e organi governativi responsabili dell’amministrazione dell’emigrazione dal paese. Ciascuno di tali organi governativi ha diversi obiettivi e quindi si concentra su aspetti diversi dell’emigrazione. Per esempio, alcuni di questi uffici si occupano unicamente degli addetti al settore pubblico che emigrano per periodo prestabiliti e includono soltanto questi nelle loro stime sulla presenza di egiziani all’estero. Altri organismi si focalizzano sulla manodopera, escludendo spesso i lavoratori dipendenti, e altri ancora includono soltanto i lavoratori urbani e non gli aggregati nazionali. I ministeri responsabili degli affari migratori sono di due categorie: • i ministeri che forniscono servizi o consulenze specifiche agli emigranti e che non si sovrappongono ad altri organismi governativi. E questi sono: Ministero degli Interni, Ministero di Previdenza Sociale e Affari Sociali e Ministero delle Finanze e dell’Economia. • i ministeri le cui responsabilità si sovrappongono, e sono: Amministrazione dell’Emigrazione al Ministero degli Affari Esteri, Ministero del Lavoro e della Formazione, che ha proprie rappresentanze all’estero. Le funzioni che si sovrappongono sono, per esempio, la preparazione di ricerche e studi, il contributo alla preparazione di accordi bilaterali sull’emigrazione, l’aiuto a lavoratori egiziani all’estero, lo studio di politiche legate all’emigrazione, la raccolta e pubblicazione di dati e statistiche. Questo aspetto organizzativo dell’emigrazione è una questione politica che occorre affrontare se si vuole che il processo informativo e amministrativo migliori Numerose sono le indicazioni fornite dal Primo Ministro egiziano, come per esempio: • stabilire buoni rapporti con i vari Stati onde creare maggiori opportunità di lavoro e aumentare l’emigrazione permanente degli egiziani; • operare al fine di ottenere per i potenziali emigranti egiziani opportunità di lavoro in nuovi paesi, specie in Africa e Asia Orientale; • rafforzare i legami tra gli emigranti egiziani permanenti e l’Egitto mediante nuove agevolazioni che li incoraggino a investire parte del loro capitale in patria; • avviare studi e inchieste sulla domanda dei mercati del lavoro esteri; • focalizzare l’attenzione sull’emigrazione permanente quale mezzo per assorbire l’eccedenza di manodopera e aumentare il flusso delle rimesse; • accertare che la politica intesa a fornire all’estero manodopera in eccedenza svolga un ruolo chiave nella politica estera egiziana. 4.4 Indicazioni politiche 4.4.1 Indicazioni politiche relative al mercato del lavoro Allo scopo di ottenere un relativo vantaggio per gli egiziani rispetto agli asiatici, il governo dovrebbe varare programmi intensivi di formazione per emigranti in: inglese scritto e parlato, nell’uso di attrezzature elettroniche e dei computer, come anche della tecnologia delle comunicazione in genere. Ciò aumenterebbe le possibilità di ottenere lavori meglio retribuiti e condizioni più favorevoli, riducendo al minimo i casi di espulsione. Occorre una formazione intensiva per adattare le capacità delle forze lavoro alla domanda di nuovi lavori che sta emergendo sia in patria che all’estero. L’organizzazione di questi corsi può essere affidata a organi governativi oppure al settore privato. Il governo dovrebbe adottare una politica di educazione e formazione flessibile che possa soddisfare i continui cambiamenti di richieste sul mercato del lavoro sia interno che estero. Il monitoraggio e l’analisi dei requisiti del mercato di lavoro nei paesi ospitanti ridurrebbe la vulnerabilità dell’economia nazionale agli shock esterni. L’Egitto dovrebbe organizzare meglio i flussi migratori dei suoi cittadini, e lo potrebbe fare stabilendo contatti permanenti tra emigranti e governo. 4.4.2 Indicazioni per una politica di risparmi e investimenti Agli inizi degli anni ‘90, il governo ha modificato alcuni regolamenti e preso importanti provvedimenti per rendere appetibile l’invio di una più consistente quantità di rimesse dei lavoratori all’estero. E’ stato unificato il tasso di cambio e sono stati aumentati i tassi di interesse domestici su depositi in Lire egiziane. Queste riforme economiche hanno palesemente accresciuto il flusso di rimesse che tutto fa pensare sia destinato a continuare. Il governo dovrebbe estendere il proprio appoggio alle imprese egiziane che lavorano nel Golfo e che potrebbero diventare uno strumento per l’organizzazione dell’emigrazione della manodopera. Difatti queste aziende sono meglio attrezzate per valutare le condizioni del mercato del lavoro, sia in patria che all’estero. Ciò garantirebbe un migliore raccordo tra offerta e domanda, minimizzando le perdite generalmente dovute a scarsa conoscenza delle condizioni del mercato del lavoro. Gli emigranti di ritorno andrebbero incoraggiati a investire in piccole imprese offrendo loro un trattamento preferenziale, comprese esenzioni o riduzione tributarie. I corsi di formazione potrebbero essere estesi anche ai gestori di PMI. In aggiunta, sarebbe utile inviare rappresentanti di banche commerciali in paesi a forte presenza di lavoratori egiziani, con il compito di informare e indirizzare questi ultimi relativamente alle opportunità di risparmio e investimento in patria. 4.4.3 Indicazioni per organizzare il processo di emigrazione Occorrerebbe destinare un’autorità ufficiale a prendersi carico della gestione e direzione del processo di emigrazione. Un maggiore coordinamento tra i ministeri interessati all’emigrazione, diminuirebbe al minimo i pesi amministrativi ai quali gli emigranti sono chiamati a fare fronte. Alcuni ministeri che si occupano dell’emigrazione sono già tenuti a monitorare la domanda straniera di manodopera egiziana. Questa attività andrebbe potenziata e incoraggiata al massimo, essendo essa un input cruciale per l’attuazione della politica emigratoria. Occorrerebbe anche istituire un centro nazionale per l’emigrazione, il cui scopo sarebbe quello di minimizzare i costi della ricerca di posti di lavoro, sia per i datori di lavoro che per gli emigranti di ritorno. Fra i compiti del centro figurerebbe: consulenza professionale per i lavoratori ritornati nel paese, informazioni sulla disponibilità di posti di lavoro e sforzi per far coincidere i profili delle offerte con i lavori esistenti. In aggiunta, il database sugli emigranti già esistente necessita di miglioramenti. L’Ufficio Internazionale per le Migrazioni ha un progetto diretto a questo scopo. Diventa necessario elaborare una politica dell’emigrazione a breve e medio termine che includa il riassorbimento degli emigranti tornati sul mercato del lavoro egiziano e che preveda la loro sistemazione offrendo possibilità alternative, compresa la formazione e consulenza professionale. Tutte queste indicazioni riguardano principalmente gli emigranti temporanei. Si ritiene che il grosso dell’emigrazione verso l’Europa sia permanente. In questo caso, il ruolo del governo è diverso e, mediante la Camera di commercio e le associazioni egiziane all’estero, è teso a incoraggiare gli egiziani all’estero a investire in Egitto. Purtroppo però, i contatti sono deboli e sarebbe essenziale migliorarli, il che, a sua volta, richiede più numerose e più esatte informazioni sugli emigranti permanenti. 5. Conclusione Lo scopo del presente studio è stato quello di iniziare un’analisi geo-economica mirata all’individuazione di gruppi (cluster) di PMI in Egitto e di passare in rassegna alcuni programmi in grado di appoggiare il loro sviluppo, ovvero i programmi internazionali di cooperazione, il decentramento e le politiche di emigrazione. L’esame complessivo dei programmi internazionali di cooperazione ha dimostrato inequivocabilmente che, mentre i programmi miranti ad appoggiare lo sviluppo delle PMI sono numerosi, a tutt’oggi nessuno di essi ha un approccio specificamente mirato a gruppi di PMI (cluster approach). Tuttavia, alcune associazioni e organizzazioni sono consapevoli dell’importanza del cluster di PMI al fine di migliorare l’organizzazione della divisione del lavoro e quindi la produttività, e sono disposte ad essere coinvolte nelle loro promozione. Il decentramento può aiutare lo sviluppo del raggruppamento delle PMI nella misura in cui è più probabile che alcune delle politiche che le riguardano siano più efficienti se decise a livello locale. Fino ad oggi l’Egitto non può considerarsi un paese con un sistema amministrativo decentrato ed è molti difficile trattare direttamente con i Governatorati interessati ai programmi internazionali. Tuttavia, l’ambasciata canadese vi è riuscita. L’Egitto dovrebbe imprimere alla sua emigrazione un orientamento a favore dello sviluppo dei raggruppamenti PMI convogliando le rimesse verso le imprese. Questo progetto è ambizioso e difficile per due motivi: gli emigranti permanenti inviano pochi risparmi a casa. In questo campo occorre varare campagne di informazione nei vari paesi di emigrazione al fine di promuovere l’idea dell’investimento in Egitto, e più specificamente diffondere tale idea nei gruppi di PMI. Questo richiede il possesso di dati relativi all’ubicazione e all’occupazione degli emigranti all’estero. In secondo luogo, le rimesse che arrivano in Egitto vengono essenzialmente usate per il consumo e non per investimenti, e sembra oltremodo difficile modificare questo stato di cose. Anche se il progetto di promuovere cluster di PMI moderne in Egitto è ambizioso, tutti i pianificatori e le persone coinvolte nelle PMI che abbiamo incontrate sono entusiaste all’idea di affidare la promozione di gruppi di PMI all’Italia, considerata una specialista oltremodo esperta in tale materia. Bibliografia Amoroso B. 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