Avendo conseguito ia maturità classica nella sessione estiva del
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Avendo conseguito ia maturità classica nella sessione estiva del
DOTT.SSA VERA RUSSO MEDICO DA SESSANTANNI Avendo conseguito ia maturità classica nella sessione estiva del 1948 e la laurea nell'anno accademico 1955/56. Mi era stata assegnata una tesi sperimentale in clinica chirurgica dall'istituto dove ero interna e, dovendo presentare un congruo numero di casi su cui discutere, fui costretta a rimandare la tesi all'ultima sessione utile: quella di febbraio. Ho conseguito la specializzazione in Anestesia e Rianimazione nell'anno 1958: essendo interessata alla carriera universitaria, diventai assistente volontaria della clinica chirurgica dove soggiornai quasi per un decennio. $ 0 V/t^lE £.<v N>1 ET A UA t i ^òì C* t ^ Lì r R f t Nel 1962 vinsi il concorso per titoli ed esami di "aiuto dirigente" di Anestesia e Rianimazione presso l'ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Mi chiedevo cosa potesse significare quel "aiuto dirigente" visto che era l'unico posto messo a concorso quindi, potevo dirigere solo me stessa. Comunque tutto il servizio era da organizzare: occorreva costruire un organico del personale medico e paramendico, scegliere i locali e le attrezzature. Cominciò un'ardua fatica che potè considerarsi definita nel 1968. Nel 1974 vinsi il concorso per titoli ed esami e diventai primario di Anestesia e Rianimazione all'ospedale di Latina. Tra i miei familiari erano prevalse le scelte professionali di ingegneria e di legge, mio padre era uno stimato avvocato, ma io, fin da pìccola, con grande determinazione, affermavo di voler diventare un medico. Ero affascinata dalla figura del medico condotto del mìo paese, egli aveva assistito alla mia nascita e a quella del mio unico fratello. Era un bravo medico che poteva essere considerato un "plurispecialista" che non sbagliava mai una diagnosi. Naturalmente questa convinzione derivava dal giudizio unanime dei pazienti, non essendo io ancora in grado di giudicare per la mia giovane età. Devo confessare che fin dai primi studi universitari, la mia aspirazione sarebbe stata di intraprendere la professione del chirurgo, ma in quegli anni era ancora considerata una carriera preclusa alle donne. Ripiegai con la scelta della specializzazione (per poter comunque essere sempre presente in una o più sale operatorie^ p£^ V &^ Fui ammessa a frequentare la specializzazione di Anestesia e Rianimazione: era un concorso vero e proprio con esame non "a quiz" ma scritto e orale per dieci posti: io sono stata seconda in graduatoria. Ho dedicato quasi tutta la mia vita professionale all'attività ospedaliera a tempo pieno, quando non era ancora sancito per legge: l'ospedale è stato la mia vera casa in cui prodigavo dedizione e scrupoli. Ho studiato sempre, memore di quanto fin dalla fanciullezza mi è stato suggerito dai miei genitori; le loro parole sono rimaste impresse nella mia mente: "leggi, studia,ama i libri che sono fonte di conoscenza e formazione, necessarie nella vita e nella professione, qualunque essa sia". Nel 1985 mi sono trasferita a Roma ali'ospedale clinicizzato Santo Eugenio, sede del III biennio dell'Università di Tor Vergata con le funzioni di Direttore Sanitario^ \ < \ lo % HynfV { -, e vr <W£\fO • v tv c oV f f 11 T i Te ? r* *' N" t*1 0 o ic h e ' H B XhJ ^ A t-i ì% Nel 1992 ho conseguito con il m assimo dei voti e la lode la specializzazione in Cardiologia, non per esercitare la specializzazione di cardiologo, ma perché la conoscenza della cardiologìa è necessaria per esercitare l'Anestesia e la Rianimazione. Nel 1 992 con nomina rettorale mi fu affidato l'insegnamento di cardiologia presso la scuola di specializzazione di Anestesia e Rianimazione dell'Università di Tor Vergata. Nel 2001, raggiunta l'età pensionabile è finita la mia carriera. Non posso concludere però questo mio discorso senza offrire qìalche suggerimento ai giovani colleghi che sì preparano a percorrere la via, non sempre facile, della professione di medico; 1. a tutti raccomando ^^^^^©esei^^ffedeir^giuramento di Ippocrate. 2. sarà opportuno che la professione sia molto simile ad una missione per cui i medici siano disponibili al sacrificio del tempo libero: ci si ammala di sabato, di domenica, a Natale e a Pasqua. 3. il nostro mondo è in continua evoluzione ed il progresso tecnico e scientifico allarga quasi giornalmente anche l'orizzonte della conoscenza medica: occorre dunque aggiornarsi, non rimanere indietro perché l'esperienza del passato non resti fine a se stessa, ma sia la s pinta verso il n uovo. 4. occorre ancora ricordare che la stima nella nostra professionalità non si ottiene con .>w$> ^l'ultimo modello di una barca,né con la villa di lusso, né con la Ferrari, bensì nel trattare i pazienti come fossero i n ostri cari. Io ho avuto la fortuna di avere degli ottimi maestri, uno di loro un giorno mi disse: "Ricordati che quando sei accanto al letto di un sofferente, se non c'è una sedia, siediti sui letto e confortalo: ciò vale più di ogni medicina". iL~