Parola Novembre 15.indd - Alleanza di Misericordia

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Parola del mese
Novembre ’15
«Siamo invece i collaboratori della vostra gioia» (2 Cor 1, 24)
Con queste parole, San Paolo definisce la vocazione missionaria! Infatti evangelizzare è, come Papa
Francesco ci ricorda nella sua Lettera apostolica Evangelii Gaudium, “contagiare l’allegria”!
Non a caso la prima “parola del cielo” dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria è “Rallegrati!”.
Questa parola è come la chiave d’oro che apre al Nuovo Testamento, annuncio del più grande mistero
della storia umana che è l’incarnazione del Verbo Eterno nel seno di “una vergine della città di
Nazareth,” di nome Maria (Lc 1,27).
In Maria si compie di fatto, la prima e piena manifestazione di quella “Pentecoste”, avvenuta nel
Vecchio Testamento (cfr Ez 37), le cui “primizie” sono manifeste nella vita dei profeti, giudici,
patriarchi, in tutta la storia di Israele.
Con la “Pentecoste” della Vergine Maria inizia la “pienezza dei tempi” (cfr Gal 4,4), la pienezza di
una vita ricca, traboccante, che Gesù è venuto a portare a tutti gli uomini e ad ogni uomo, “Io sono
venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).
Così, a partire dall’effusione dello Spirito Santo nel seno della Vergine, si trovano, nelle pagine del
Vangelo di Luca, una serie di “Pentecoste”, che si irradiano come cerchi concentrici di un Oceano di
infinita Misericordia del Padre, ampliandosi gradualmente fino agli “ultimi confini della terra”.
La gioia è il più luminoso riflesso umano di un particolare dono dello Spirito Santo, “l’amore del
Padre, riversato nei nostri cuori” (Rm 5,5), quasi una “manifestazione in carne e ossa”, “della
presenza dello Spirito in noi!”
È meraviglioso scorrere le pagine del Vangelo di San Luca (chiamato l’evangelista dello Spirito Santo),
nel suo Vangelo e negli Atti degli Apostoli, contemplando la “gioia del Vangelo” che progressivamente
si irradia fino ai confini della terra. È sorprendente contemplare questa gioia dell’amore, dalla grazia
del Padre che trabocca attraverso il Cuore Immacolato di Maria a sua cugina Elisabetta e, quindi, nel
suo figlio Giovanni Battista che, fin dal grembo materno, viene battezzato in Spirito Santo e fuoco!
Allo stesso modo possiamo ammirare questo “fuoco d’amore” diffondersi in Zaccaria (Lc 1,67-79),
nei pastori a Betlemme, nella festa e nei canti degli angeli in cielo (cfr Lc 2,14), in Simeone e Anna,
al tempio di Gerusalemme, fino a trovare, all’inizio della vita pubblica di Gesù a Nazareth, la sua
manifestazione al mondo (battesimo). In Cristo inizia il nuovo tempo, il tempo della Misericordia del
Padre che il Signore ha portato sulla terra: una Pentecoste per tutta l’umanità che vive nelle tenebre,
nell’oscurità e nella morte!
«Siamo invece i collaboratori della vostra gioia» (2 Cor 1, 24)
Questa stessa gioia esplode nella croce del Signore! Nel suo amore senza misura, fino alla fine, nel
suo cuore che “parte” dalla Croce come “vaso pieno di Misericordia” e sgorga sull’umanità e poi
versa il Suo Spirito Santo = acqua che lava e purifica; Sangue, fuoco che santifica e infiamma! San
Giovanni ci tiene a sottolineare che è sulla croce che il Signore effonde il suo Spirito «ha vinto lo
Spirito» (Mt 27,50).
L’ultimo respiro del Cristo morente è il primo respiro della Chiesa che nasce!
La gioia di “Pentecoste” si realizza, infine, nel Cenacolo (cfr At 2,1-13). La gioia è tale che gli apostoli
appaiono “ubriachi” agli occhi della gente. Dice San Paolo che lo Spirito Santo è Amore, Pace e Gioia
(Gal 5,22); Pietro, nella sua prima lettera parla di “gioia traboccante e gloriosa”, come caratteristica
della vita cristiana (1 Pietro 4,13). A partire dal Cenacolo si ripete di nuovo se si diffonde questo
fuoco di Amore e Gioia.
Leggendo la Parola di Dio ci si rende conto che “l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che
esce dalla bocca di Dio” (Mt 4,4). Perciò il Signore ci invita ad “essere misericordiosi come il Padre”
(cfr Lc 6,36), non solo nelle opere di misericordia corporale, dando da mangiare agli affamati, acqua
agli assetati, vestendo gli ignudi, etc. Egli ci manda come suoi “ministri della riconciliazione” (2 Cor
5,18-19), “vasi di Misericordia ,” strumenti della sua grazia.
Egli ci invia come evangelizzatori “collaboratori della sua gioia”, per irradiare il suo amore, la sua
bontà, la tenerezza, la compassione, il perdono su tutte le creature. Queste sono le opere di misericordia
corporale. In questa luce i Vescovi dell’America Latina sostengono con forza che l’evangelizzazione
è la massima espressione della carità! 1
Papa Francesco scrive nella sua bolla del Giubileo della Misericordia:
“È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta, durante il Giubileo, sulle Opere di Misericordia
corporali e spirituali. Sarà un modo per svegliare la nostra coscienza, spesso addormentata davanti al
dramma della povertà, ed entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati
della misericordia divina. La predicazione di Gesù ci mostra queste opere di misericordia per capire
se viviamo o no come suoi discepoli.
Riscopriamo le Opere di Misericordia corporale: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli
assetati, vestire gli ignudi, accogliere i pellegrini e assistere gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i
morti. “E non dimentichiamo le opere di misericordia spirituale: consigliare gli indecisi, insegnare agli
ignoranti, ammonire i peccatori, consolare gli afflitti, perdonare le offese, sopportare pazientemente
le persone moleste, pregare Dio per i vivi e per i defunti”.
«Siamo invece i collaboratori della vostra gioia» (2 Cor 1, 24)
La Chiesa cattolica è sempre stata nel mondo una meravigliosa espressione della misericordia del Padre
per gli affamati, gli assetati, gli ignudi, i carcerati, i malati, gli abbandonati e feriti dalla vita. Tempo
fa, uno dei governatori del nostro paese ha detto che se la Chiesa Cattolica ponesse fine alle sue opere
sociali, lo Stato crollerebbe lo stesso giorno! Non sempre, però, viviamo come cattolici, con lo stesso
fervore nelle opere di misericordia spirituale, come nei primi tempi della Chiesa apostolica e come
oggi ci invita, con forza, Papa Francesco, chiamandoci ad una nuova evangelizzazione. È necessario
“uscire dalle sagrestie”, portare il Vangelo per le strade, nelle piazze e, una “nuova evangelizzazione”,
nuova nei metodi, nel fervore, nella creatività.
Non possiamo limitarci a rendere le nostre chiese “ONG” organizzazioni assistenziali, “club” di
carità! La Chiesa è Cristo stesso che ieri, oggi e sempre, vuole raggiungere ogni uomo e tutto l’uomo,
fisicamente e spiritualmente, con le sue povertà fisiche e spirituali. “L’uomo ha “fame di pane e fame
di Dio.”
Come Alleanza, abbiamo ricevuto un carisma meraviglioso che si riassume in questo motto
“Evangelizzare per trasformare”. Il Signore ci ha fatto una chiamata che ha la forza della Misericordia,
nelle sue espressioni materiali e spirituali! Noi siamo per la Chiesa e per il mondo ciò che siamo
chiamati ad essere in verità e vedremo continui miracoli dello Spirito Santo e della carità che ci porta
a dare la vita per le pecore che il Signore ci affida.
Che il Signore ci dia la fedeltà a questo carisma e ci benedica in modo che possiamo sperimentare la
sua bontà e la tenerezza che abbraccia ogni creatura.
Dio vi benedica!
P. Antonello e P. Enrico
1.Documento di Puebla nel 1979.
2.Papa Francisco - Misericordiae Vultos - Il volto della Misericordia n. 15.
3.João Paolo II ai Vescovi delle Conferenze Episcopali dell’America Latina, Haiti, 9 marzo 1983: AAS 75 (1983) 778