N. 20 - giugno 2013

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N. 20 - giugno 2013
Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 - Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n° 46)art. 1, comma 1, DCB Bologna
n. 20 - giugno 2013
CHI SONO E QUANTO
CI AMANO I TURISTI
L’ASSEMBLEA PRIVATA
DI UNINDUSTRIA
Credito e lavoro al centro
del confronto
WELFARE
Le aziende bolognesi e
l’attenzione per i loro
collaboratori
IL VALORE AGGIUNTO
DELLA SOLIDARIETA’
In un libro quattro modelli
d’eccellenza a confronto col
pubblico
LAVORO
FATTO DA CANI?
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RIVISTA TRIMESTRALE DI UNINDUSTRIA BOLOGNA
numero 20 giugno 2013
Direttore Responsabile
Elena Boromeo
05 FOCUS
Editore
FARE S.r.l.
via San Domenico, 4 - 40124 Bologna
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06 VITA INDUSTRIALE
Direzione e Redazione
UNINDUSTRIA BOLOGNA
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Impaginazione
Lorella Luccarini - Unindustria Bologna
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Foto
Studio Fn, archivio Unindustria Bologna
Alberto Vacchi
Elena Boromeo - Francesca Aufiero - Marco Taddei
30 ICT, motore per l’innovazione
rubrica a cura di ReteICT
32 L’Assemblea Privata e l’Assise delle Piccole Imprese
35 Vacchi: anche nel mezzo della crisi più nera prosperare è possibile
Alberto Vacchi
39 E’ in azienda la nuova frontiera del welfare
Marco Taddei
45 “Le nostre banche finanzierebbero un nuovo Mark Zuckerberg?”
M.T.
51 Quando le imprese danno il “rating” alle banche
Giacomo Ruggero
56 Con l’aiuto degli imprenditori nascerà “La Casa dei giovani”
59 « Bologna, je t’aime, moi non plus »
M.T.
61 Di Giansante: ora costruire una strategia turistica
Presidente
Alberto Vacchi
Direttore Generale
Tiziana Ferrari
68 NEWS UNINDUSTRIA
Elena Boromeo - Francesca Aufiero - Marco Taddei
Sedi
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tel. 0542644044 - fax 0542643971
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Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Unindustria Bologna che comunque li ritiene un
contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione
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Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
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FOCUS
Carissimi lettori,
voglio dedicare lo spazio di questo editoriale per fare una serie di considerazioni sulla nostra Assemblea Privata del 17 maggio scorso, infatti
eravamo veramente in molti a condividere quel momento cruciale nella
vita della nostra Associazione. Abbiamo trattato, tra gli altri, i temi del
lavoro, del welfare e del credito. Sono stato molto incoraggiato dalla
franchezza e dalla modalità in cui le posizioni sono state evidenziate,
pur comprendendo che i nostri Soci hanno molto da dire e che il tempo di queste iniziative è tiranno per definizione. Questi anni di crisi ci
hanno insegnato che lavorando insieme è possibile, pur nelle difficoltà
oggettive, identificare alcune iniziative concrete. Tra queste voglio sottolineare i contenuti della nostra proposta per un Patto generazionale
per favorire l’ingresso dei più giovani, anticipando, in parte, di tre anni
il pensionamento dei più anziani. Noi abbiamo bisogno di cose concrete. Anche se si tratta di piccoli passi, che ci possono dare comunque il segno della possibilità di muovere le
cose. Per quanto riguarda il welfare, la ricerca presentata ci ha fornito una mappatura dei sistemi adottati
dalle aziende bolognesi, per contribuire a questo tema di vitale importanza. E’ un punto di orgoglio per noi
imprenditori riconoscere che la qualità di chi lavora con noi è essenziale per il successo delle nostre imprese,
soprattutto nel settore manifatturiero moderno che integra le capacità umane alle capacità di saper investire
in innovazione e nei nuovi mercati.
Ed è altrettanto importante osservare lo sforzo delle imprese del nostro territorio per offrire nuovi servizi, nella
consapevolezza che c’è ancora margine per crescere, per collaborare al meglio.
Dal confronto sul credito, concluso dal Presidente ABI Antonio Patuelli, è emersa la necessità di un dialogo
serrato tra le parti, di migliorare il flusso di informazioni, il bisogno di reinventare metodi di lavoro che considerino le specificità delle aziende, con politiche del credito personalizzate. Proprio per questo abbiamo proposto
di affinare i nostri strumenti associativi attraverso un Servizio di Credito e Finanza che sia all’altezza della
situazione.
Infine, nell’augurarvi buon lavoro, ricordo che per quanto riguarda il nostro supporto alla ricostruzione postterremoto, abbiamo deciso di concentrare i 278mila euro raccolti in un unico grande progetto, da realizzare nel
Comune di Crevalcore; si tratta della Casa dei giovani, da sempre punto di ritrovo dei ragazzi nel fine settimana e luogo di attività per il doposcuola nei giorni lavorativi. Credo che sia un messaggio chiaro sulla “priorità
giovani”, sulla qualità del loro tempo libero e sulla scuola, temi su cui investire. Ai colleghi colpiti dal sisma,
che sono ripartiti con coraggio contro le macerie e le burocrazie, è andato il nostro applauso. E’ un applauso
forte, che deve sentirsi da lontano, e che deve essere da esempio a tutto il Paese, infatti anche dopo un solo
anno dal terremoto, con una crisi economica e politica che non fa sconti, gli imprenditori colpiti dal sisma sono
tornati a guardare il futuro, facendo leva soprattutto sulle proprie forze.
Alberto Vacchi
Presidente di Unindustria Bologna
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FARE 5
CONSEIL
vita
industriale
Elena Boromeo
Francesca Aufiero
Marco Taddei
Invitiamo le aziende della provincia di Bologna
a segnalare notizie su attività, iniziative o avvenimenti che le riguardino, dandone comunicazione all’Ufficio Stampa di Unindustria Bologna
(riferimento Elena Boromeo,
[email protected]).
La scelta sarà poi compiuta dalla redazione di
FARE.
6 FARE
“Conviene crederci e avere coraggio
se vogliamo guardare al futuro e cambiare, in meglio”. A dirlo, prendendo
spunto dalla celebre affermazione del
fondatore di Eataly Oscar
Farinetti (“conviene avere
coraggio”) è l’Amministratore delegato di Conseil Margherita Berti, da
dicembre 2012 al timone della storica agenzia
di comunicazione nata a
Bologna nei primi anni
’80.
“Conseil è presente nel settore da ormai più di 20 anni e preferiamo chiamarla ‘laboratorio di idee’, perché da
qui entrano ed escono pensieri che
possono realmente fare la differenza
in termini di business. Nella nostra
agenzia – spiega Berti – assolute protagoniste sono le idee, assieme ad un
concreto processo di elaborazione e
ottimizzazione, perché a noi piace
semplificare la vita dei nostri clienti e
creare valore alle loro marche”.
Come si sviluppa il processo creativo e strategico che porta alla nascita
dei vostri progetti? “Tutto comincia
dal brief che segue una fase di analisi
dello scenario di appartenenza in cui
si utilizzano software per fotografare
con estrema precisione la situazione.
Poi ci si riunisce con il reparto creativo, il planner e gli account per la
fase di brainstorming, nella quale la
parola chiave è contaminarsi. Da qui
– prosegue l’Amministratore Delegato di Conseil – comincia il momento
progettuale: ogni lavoro è sostenuto
da una strategia di marketing che
rappresenta un valore aggiunto del
progetto creativo perché è oggettiva
e supportata da dati e ricerche qua-
lificate”.
Chiari quindi i valori e la mission di
Conseil Comunicazione: “Abbiamo
tante competenze, ma utilizziamo
uno strumento unico: il pensiero
delle persone. Capire cosa pensano i
Margherita Berti, AD di Conseil
nostri utenti, accompagnarne le idee,
ascoltare le loro reazioni per presidiare quel preciso spazio mentale che ci
aiuta a creare un valore durevole del
brand. Crediamo che questo sia il
nostro lavoro: essere dei validi partner con un sano spirito di semplificazione”.
DISMECO
La storia di Dismeco, eccellenza
mondiale nel campo dello smaltimento rifiuti, arriva a Bruxelles.
Quando venne fondata, a Bologna
nel 1977, era la prima azienda in
Italia ad occuparsi specificamente del
corretto trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE).
E, da allora, di strada ne ha fatta. Il
Parlamento Europeo ha invitato il
presidente, Claudio Tedeschi, a presentare il suo approccio alla conferenza Zero Waste Europe, insieme
ad altri innovatori del campo. Zero
Waste Europe è una coalizione che
riunisce Comuni, imprese, università
DIECI BORSE DI STUDIO PER RICORDARE IL “CEV”
Dieci borse di studio riservate ad altrettanti studenti del Liceo Scientifico “Augusto Righi” di Bologna. È la modalità
scelta da AIOP (Associazione Italiana Ospedalità Privata)
Bologna e Bologna FC 1909, in collaborazione con l’istituto scolastico bolognese, per rendere omaggio a Maurizio
Cevenini, a un anno dalla sua scomparsa. Un’iniziativa che
vuole onorare la figura del politico più amato dai bologne-
Maurizio Cevenini
e organizzazioni impegnate nella lavorazione dei rifiuti e nella riprogettazione della vita ciclica delle risorse.
L’obiettivo ideale è quello di riutilizzare tutti i prodotti, sottraendoli
all’incenerimento o alle discariche.
“Un grande onore per noi - sottolinea
Tedeschi - che testimonia l’attenzione a livello europeo per un’esperienza
che vuole ribaltare i luoghi comuni
legati agli impianti di trattamento
dei rifiuti”. L’approccio avanguardista al tema dello smaltimento è stato,
da sempre, la carta vincente dell’azienda. Ritirare televisori, lavatrici e
lavastoviglie per riciclarne i componenti era un vero e proprio azzardo,
si coinvolgendo due ambiti molto cari al Cev, per oltre un
decennio presidente AIOP Bologna e grande tifoso dei rossoblù.
Il progetto, della durata di due anni, consentirà infatti a dieci
studenti selezionati del terzo e quarto anno di svolgere, già
da questa estate, uno stage di sei settimane. Due periodi di
formazione della durata di tre settimane ciascuno: uno negli uffici amministrativi di alcune delle strutture ospedaliere
associate ad AIOP nella provincia bolognese, l’altro presso
la sede del Bologna FC 1909, per studiare le dinamiche della
gestione di un team.
Gli studenti selezionati del Liceo Righi di Bologna potranno
così maturare una complessa varietà di esperienze e competenze nel solco della professionalità di Cevenini come
dirigente sanitario e della sua nota passione sportiva. “Attraverso queste borse di studio vogliamo offrire agli allievi
la possibilità di rivivere le giornate come le viveva Cevenini - commenta Averardo Orta, Presidente di AIOP Bologna
- Maurizio era un manager molto stimato e la sua professionalità è riconosciuta nel nostro ambiente anche a livello
nazionale”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
negli anni ’70. Non esisteva ancora
alcuna normativa: la prima sarebbe
arrivata solo nel 2005.
Attualmente la Dismeco smaltisce in
Claudio Tedeschi, Presidente di Dismeco al
Parlamento Europeo
media 600 lavatrici al giorno, recupera fino al 98% del materiale e la sua
inclinazione green ha trovato realizzazione nell’apertura del Borgo Ecologico, un’area produttiva dedicata al
trattamento degli elettrodomestici,
che occupa 42 mila metri quadri,
cioè gran parte della ex cartiera Burgo, progressivamente riqualificata
grazie a un investimento di 10 milioni di euro - senza gravare sul territorio con nuovi edifici o nuovo cemento armato, unicamente recuperando
l’esistente. Un nuovo modello di
industria sostenibile la cui progettualità si esprime nella partecipazione
ad iniziative internazionali come il
FARE 7
progetto “Sustainable Recycling of
Lighting Products”, finanziato dalla Comunità Europea. Il complesso
produce da sé quasi tutta l’energia
di cui ha bisogno grazie ad un impianto fotovoltaico che sarà in futuro
affiancato da soluzioni di tipo geotermico e idroelettrico. Nella stessa area
è prevista la ristrutturazione dell’ex
Villa Rizzoli: il sogno di Tedeschi è
quello di trasformarla in un centro
multifunzionale, aperto a visitatori,
ricercatori e, soprattutto, scolaresche,
cui si mostreranno fattivamente le
fasi del corretto processo di riciclo
dei rifiuti elettrici ed elettronici ed il
valore economico e ambientale che se
ne può trarre.
DNV BUSINESS ASSURANCE
Che il capitale umano sia la risorsa
più importante è una certezza per le
aziende dell’Emilia Romagna.
Nel 2012 DNV Business Assurance,
ente di certificazione tra i leader a livello mondiale, ha registrato infatti
un incremento superiore al 37% per
le certificazioni OHSAS 18001 relative alla salute e sicurezza dei lavoratori in Emilia Romagna.
La norma OHSAS 18001 è stata
sviluppata dalla British Standards
8 FARE
Institution ed è il frutto del lavoro
congiunto di enti di normazione,
organismi di certificazione - tra cui
DNV Business Assurance - ed esperti
del settore. Si tratta di uno standard
appositamente studiato per aiutare
le aziende a definire obiettivi e politiche a favore della sicurezza e della
salute dei lavoratori, secondo quanto
previsto dalle normative vigenti e in
base ai pericoli e ai rischi potenzialmente presenti sul posto di lavoro.
La norma prevede, inoltre, revisioni
continue per un’ottimizzazione e attualizzazione costante del sistema. È
il modello più riconosciuto, a livello
mondiale, per questo specifico ambito ed è applicabile a qualsiasi tipologia di organizzazione, indipendentemente dalle dimensioni e dal settore
di attività.
La scelta di intraprendere un processo
di certificazione con un ente terzo e
indipendente rappresenta un importante strumento di tutela delle persone e del loro lavoro, perché fornisce
la garanzia di poter contare su un
sistema di gestione della salute e della sicurezza realmente efficace. Non
stupisce che le certificazioni secondo
la norma OHSAS 18001 siano quelle che stanno registrando la maggior
crescita, non solo in Emilia Romagna
ma, in assoluto, in Italia. Nel 2012
Accredia, l’organismo nazionale di accreditamento,
registra infatti una crescita
di poco inferiore al 40%
nel nostro Paese. Non è
ancora possibile fare un
bilancio per il 2013, ma la
tendenza alla crescita sembra confermata dai dati
del primo bimestre.
“La crescita dipende da
una serie di fattori”, spie-
ga Morena Lama, Bologna Area Manager di DNV Business Assurance.
“Prima fra tutti è aumentata la sensibilità da parte degli imprenditori
nel garantire sempre di più dei luoghi di lavoro sicuri, avendo anche
la lungimiranza di valorizzare il loro
impegno non solo facendo fronte alla
normativa cogente, ma anche investendo nella certificazione volontaria
come lo Standard OHSAS 18001, a
testimonianza dell’effettiva attenzione alla tutela delle persone”, conclude Lama.
ELETTROTECNICA IMOLESE
L’eccellenza dell’azienda è nero su
bianco. Per l’Elettrotecnica Imolese,
infatti, il 25 marzo si è compiuto con
successo il processo di certificazione
del sistema di gestione della qualità
per i propri prodotti e servizi, conformemente alla norma UNI EN
ISO 9001:2008. Un traguardo frutto
di lavoro costante, di miglioramento
continuo e ricerca attiva in tema di
progettazione di automazioni elettriche ed elettroniche per macchine
industriali.
Nata nel 1980 dall’esperienza ventennale di persone operanti nel settore laterizio, l’Elettrotecnica Imolese
ha indirizzato le proprie energie al
soddisfacimento delle esigenze del
mercato.
Non solo. Si è messa in gioco in nuovi settori investendo sul sapere per
affrontare e risolvere le richieste dei
propri clienti.
Impiegando attualmente 80 addetti
ad elevata specializzazione, il reparto
produttivo dell’azienda è in grado di
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BONFIGLIOLI CONSULTING: OGNI GIORNO
DA QUARANT’ANNI INDICA LA STRADA DELL’EFFICIENZA
“Ho sempre pensato che investendo i profitti delle mie impresa oggi, ma di certo difficile. Solo chi ha davvero pasattività avrei costruito qualcosa di duraturo nel tempo. È sione, volontà, spirito di sacrificio può farcela”.
stato così”. Parola di Romano Bonfiglioli, presidente ono- Rendere proprie queste caratteristiche ha permesso a
rario della società di consulenza che porta il suo nome Bonfiglioli Consulting di compiere un cammino di continua
e che quest’anno compie 40 anni. Per questo importante crescita e innovazione. Nel 2008, infatti, è entrata a far
traguardo, Bonfiglioli Consulting ha ricevuto una targa di parte del network internazionale Highland Worldwide, alleanza mondiale delle migliori società di
riconoscimento che è stata conconsulenza. Per continuare una storia
segnata dal Direttore Generale di
di eccellenza, nel 2010 ha completato
Unindustria Bologna, Tiziana Ferracon successo il suo primo passaggio
ri, lo scorso 16 maggio, in occasione
generazionale, diventando uno dei rari
dell’ “Operational Excellence Sumcasi di continuità famigliare nel mondo
mit 2013 – storie di eccellenza”, che
della consulenza. “Quando ho pensato
si è svolto a Milano.
di affrontare concretamente il problema
Fondata nel 1973, Bonfiglioli Condella successione – racconta ancora il
sulting si posiziona fra le prime sopresidente onorario - ho cominciato un
cietà italiane di consulenza azienpercorso. Non è stato facile, ma anche
dale. Il suo impegno di ogni giorno
in questo caso è andata bene. Oggi
è mostrare alle imprese la strada
sono i miei figli, Matteo e Michele, a
per essere più efficienti e all’avancontinuare su quella strada e questa è
guardia, offrendo contributi pratici,
certamente una grande gioia.”
stimolando il coinvolgimento attivo
“Leadership e successione: un’avvinper risolvere i problemi e portare in
cente storia italiana” (Franco Angeli
azienda un riscontro tangibile e un
Edizioni, 2011) è il libro in cui Bonfiglioli
cambiamento duraturo, lavorando
Romano Bonfiglioli, Presidente onorario di
ripercorre la propria avventura umana
sulla gestione delle risorse umane,
Bonfiglioli Consulting, con i figli Michele e
e imprenditoriale. “Oggi posso dire di
i processi, l’innovazione e la sosteMatteo
aver lavorato con dei giovani capaci. Vivevano il lavoro con
nibilità.
“Quando ho iniziato a fare il consulente – ricorda Bonfiglio- entusiasmo, apprezzavano il mio entusiasmo. Qualcuno in
li – vivevamo in un altro mondo. I giovani laureati avevano questi anni mi ha ringraziato e mi ha detto: ‘Da lei, ingegneenormi opportunità, c’era un’atmosfera di entusiasmo e po- re, ho imparato uno stile’. Mi sembra un bel ringraziamensitività. Adesso c’è una cappa che impedisce di guardare in to”, conclude il fondatore di Bonfiglioli Consulting.
alto, di sfidare il futuro cambiando. Non è impossibile fare
© RIPRODUZIONE RISERVATA
industriali.
Non a caso si propone come interlocutore unico che copra, nell’ambito
delle attività elettriche, l’intero processo realizzativo industriale, dagli
10 FARE
studi di fattibilità alle progettazioni,
costruzioni, installazioni nei siti industriali, startup e commissioning,
fino ai corsi di formazione ed alla
manutenzione delle installazioni.
I lavori sono suddivisi per categorie
e riguardano gli impianti per laterizi, gli impianti per cementifici, le
macchine utensili e la progettazione
hardware e software di sistemi di au-
FARE 11
DUCATI PORTA GLI ALLIEVI ALDINI VALERIANI IN GERMANIA
Per gli studenti delle Aldini Valeriani si prevede un interessante scambio di banchi. A partire dal prossimo
mese di settembre, infatti, circa 80 alunni dell’Istituto
tecnico bolognese saranno coinvolti in un programma
di gemellaggio con una scuola professionale tedesca.
L’accordo, all’insegna della cultura meccanica, è stato
siglato lo scorso 18 febbraio in casa Ducati, a Borgo
Panigale. Ad officiarlo è stata la Volkswagen, che ha da
poco acquisito la casa motociclistica bolognese attraverso Audi.
Parte così uno dei primi cinque progetti pilota
nati dal memorandum europeo sulla formazione professionale, firmato lo scorso dicembre a
Berlino dal sottosegretario all’Istruzione Elena
Ugolini e dall’ex ministro per l’educazione tedesco, Annette Schavan. Il documento ha l’obiettivo di sviluppare la cooperazione europea
nell’ambito della formazione professionale e
dell’apprendistato per favorire l’occupazione
giovanile. Un accordo Italia-Germania che
coinvolgerà 600 studenti, e che riguarderà la
rete robotica con le scuole di Torino, la meccanica-meccatronica con le Aldini Valeriani e
l’Istituto Corni di Modena.
I percorsi formativi degli Istituti e dei centri professionali potranno comprendere una parte di progettazione
tomazione e di macchine per il confezionamento dei materiali.
Oltre l’80% della produzione viene
installata e messa in servizio all’estero
a partire dalle storiche aree industriali
di Nord Europa, Stati Uniti, Canada
e, nell’ultimo decennio, anche Cina,
India, Russia, Arabia Saudita, l’area
del Maghreb, dal Marocco all’Egitto,
ed il Sud America. La certificazione
UNI EN ISO 9001:2008 dunque,
rappresenterà una carta in più da
giocare nelle relazioni con i partner
12 FARE
comune con le imprese. Il progetto è sostenuto dalla
Regione Emilia Romagna, e quindi mantiene, di fianco
al respiro internazionale, anche un forte radicamento
locale. Agli studenti del quarto e quinto anno dei corsi
di meccanica delle Aldini Valeriani verrà data la possibilità di uno stage in Audi (gruppo Volkswagen), mentre
ai ragazzi tedeschi saranno aperte le porte della storica
fabbrica Ducati.
commerciali e per incrementare le
opportunità operative sul mercato.
ELSA SOLUTIONS
Supera il traguardo dei 30 anni Elsa
Solutions, la società imolese che ha
fatto della distribuzione di prodotti
per l’automazione industriale di potenza e della fornitura di servizi in
qualità di System Integrator la propria attività principale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Un’avventura trentennale brillante
nel corso della quale l’azienda, fondata nel 1983 da Deanna ed Enzo
Dal Pozzo con il nome di Commerciale Elsa, si è sviluppata muovendosi
in sinergia con il mercato sino a fornire una gamma completa di servizi
(dall’installazione e messa in servizio
alla manutenzione preventiva e predittiva, dalla consulenza progettuale
alla teleassistenza, per seguire il cliente in tutto il ciclo di vita del prodotto) e a proporsi come sviluppatrice di
sistemi, con l’obiettivo di offrire soluzioni personalizzate che soddisfino
anche le aspettative più esigenti.
Un’espansione continua quella di
Elsa Solutions, caratterizzata da una
costante fondamentale: la grande attenzione riservata al cliente.
A tal fine la società imolese ha investito in modo convinto nella creazione di una realtà aziendale efficiente,
oggi strutturata grazie all’importante organico commerciale, tecnico e
logistico e grazie alle tre principali
divisioni strettamente connesse tra
loro che operano allo scopo di servire
professionalmente e completamente
un ampio spettro di clientela.
La distribuzione di apparecchiature e componenti per l’automazione
industriale e l’elettronica di potenza
(motori elettrici, azionamenti e trasduttori), la fornitura di servizi System Integrator con l’ausilio di tecnici qualificati e una serie di prodotti
dedicati alle tematiche del risparmio
energetico sono le tre linee specifiche
sulle quali si muove oggi Elsa Solutions, privilegiando sempre la qualità
dei contenuti tecnici e adattandosi
alle naturali evoluzioni del mercato.
La continua ricerca di soluzioni innovative è il fiore all’occhiello dell’at-
tività di Elsa Solutions e l’ha portata
a ideare nel 2012 nuovi modelli di
batterie al litio per il settore automotive. Un prodotto sviluppato internamente dall’azienda della famiglia Dal
Pozzo e che è anche stato scelto come
uno degli otto progetti vincitori del
Premio Imprenditore 2.0.
GRUPPO CIEMME
È iniziato con un prestigioso riconoscimento internazionale il 2013 per
Gruppo Ciemme, la software house
UNA STORIA DI QUALITA’ CHE DURA DAL 1938 :
DUGOMRULLI FESTEGGIA 75 ANNI
Settantacinque anni di qualità per DugomRulli, l’azienda di Zola Predosa leader nel settore dei rulli e della movimentazione dei
materiali, che nel 2013 festeggia un prestigioso compleanno. Una storia, quella iniziata nel 1938 in Via del Pratello a Bologna
con la nascita della Dante e Ugo Gamberini Officine Meccaniche, lunga quindici lustri e in continua ascesa per un’azienda che
da tre generazioni si pone con passione e competenza al servizio dei propri clienti.
Oggi DugomRulli è una realtà affermata e riconosciuta a livello mondiale grazie alla qualità e all’innovazione della propria
offerta, con innovative soluzioni di rulli per nastri trasportatori e per rulliere, supportate da strategie di comunicazione all’avanguardia e di grande impatto, capaci di entrare con forza nel mercato della movimentazione.
Per Roberto Gamberini, attuale Presidente della società, l’azienda ha potuto superare con successo le tante sfide che, in tanti
anni, ha dovuto affrontare, soprattutto puntando su una qualità di prodotto solidamente affidata alla qualità del proprio personale, la cui età media non supera, oggi, i 45 anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FARE 13
bolognese, Premier Business Partner
IBM, che dall’inizio del nuovo anno
è stata elevata, unica in Italia, al livello di Elite Partner da parte dell’azienda neozelandese Crossware New
Zealand GmbH.
Anche agli antipodi dell’Italia viene
dunque riconosciuta la competenza
di Gruppo Ciemme, già da qualche
anno partner dell’azienda che sviluppa Crossware Mail Segnature,
un potente strumento per la gestio-
ne centralizzata di firma, disclaimer
e banner all’interno dei messaggi
di posta elettronica. Dall’inizio del
2013 il vendor ha promosso una
nuova politica commerciale con la
quale ha evidenziato una ventina tra
i 500 partner mondiali portandoli
al livello di Elite Partner. La competenza e il lavoro svolto in questi anni
hanno permesso a Gruppo Ciemme
di essere oggi l’unico Elite Partner in
Italia.
Luca Ferri, CEO di Gruppo Ciemme
ITALSEL: VENT’ANNI DI AVANGUARDIA ITALIANA DELL’ICT
Festeggia i 20 anni di attività Italsel, lo storico distributore bolognese a valore aggiunto specializzato in soluzioni ICT all’avanguardia
che, nel suo lungo percorso, non solo ha seguito e assecondato
tutti i rapidi cambiamenti del mercato, ma in molti casi ne è stato
anche precursore. “Nello scenario italiano dell’ICT non sono molte
le aziende presenti 20 anni fa che sono arrivate fino ad oggi”, commenta con soddisfazione Pierangelo Rossi, Amministratore delegato di Italsel. “I mutamenti del settore informatico sono stati tanti e
tali che molte delle aziende attuali non esistevano due decenni fa
e, al contrario, numerosi protagonisti
del passato non
sono più presenti
oggi”. La capacità
di adattamento è
la chiave del successo ventennale
di Italsel, che nasce nel 1993 come
distributore
di
hardware per passare dopo qualche
anno al software,
fino a focalizzarsi
oggi su soluzioni
“a valore”, ossia
da integrare nei
sistemi informativi
delle imprese. L’azienda bolognese
Pierangelo Rossi, AD di Italsel
14 FARE
ha sempre seguito in modo reattivo e dinamico i mutamenti del
mercato e la naturale evoluzione di un modello distributivo passato in questi anni dalla vendita di software in box al licensing
a quella di servizi anche in cloud. In controtendenza rispetto
ad una situazione di calo generale del mercato ICT, Italsel ha
vissuto gli ultimi due anni all’insegna di una crescita costante
consolidando la propria posizione di leadership e dimostrandosi sempre al passo con i tempi. Dopo aver dato vita nel 2010 a
Mobability.it, una divisione focalizzata sulle nuove opportunità
legate alle potenzialità tecnologiche del Mobile Computing,
l’azienda bolognese nell’autunno 2012 ha lanciato la nuova BU
Shareprise.it destinata al delivery di soluzioni cloud, scenario
che si prospetta come uno dei trend principali di mercato e della
distribuzione informatica.
“Come a volte accade in Italia, le aziende sono pronte prima del
canale distributivo e spesso sanno esattamente cosa vogliono”,
prosegue Rossi. “È per questo che Italsel mette a disposizione dei propri partner e dei propri clienti non solo la necessaria
competenza sulle soluzioni, ma anche un vero e proprio affiancamento attraverso preparazione e supporto formativo, certificazioni, training tecnici e commerciali, supporto pre e postvendita. Senza tralasciare la costante attività di scouting per
individuare e portare sul mercato soluzioni già mature altrove e
non ancora presenti in Italia.
Il nostro compito è ‘prendere per mano’ i nostri clienti e accompagnarli verso nuovi scenari tecnologici e quindi di business”,
conclude l’ad di Italsel.
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FARE 15
UN SOGNO CHE CORRE VELOCE.
LAMBORGHINI COMPIE 50 ANNI
Ventinove paesi, dal Canada alla Nuova Zelanda, 350 supercar per un totale di 190 mila cavalli su strada. Cinquanta
anni di un sogno che corre veloce – fino a 350 chilometri
orari. Per festeggiare il suo primo mezzo secolo di storia, la
Lamborghini ha organizzato il più grande raduno di sempre
della Casa del Toro. Il primo incontro, il 7 maggio a Milano,
ha visto l’arrivo delle Lambo prodotte dal 1963 al 2013. Poi
via, dall’ombra del castello sforzesco, verso la Capitale. Una
carovana di 4 chilometri ha attraversato rombando l’Italia.
Prima Forte dei Marmi, poi Roma, poi ancora su, fino a Bologna. La città si è trasformata in un immenso museo a cielo
aperto per la mitica casa automobilistica. Le vetture sono
state schierate in Piazza Maggiore, Piazza Galvani e Piazza
Minghetti: un colpo d’occhio da togliere il fiato ad appassionati e turisti, una lezione di stile e potenza. Lamborghini,
oltre ad aver finanziato direttamente il raduno, ha destinato
il 10% dei ricavi a un fondo per la ricostruzione di chiese
Raduno in Piazza Maggiore per i 50 anni di Automobili Lamborghini
Foto di Francesca Aufiero
e centri di aggregazione sociale e culturale del territorio
emiliano colpito dal sisma del maggio 2012, per tendere una
mano all’area che ha contribuito alla nascita del suo mito.
Il sindaco Virginio Merola e Stephan Winkelmann, presidente e amministratore delegato di Automobili Lamborghini,
hanno accolto i partecipanti nel cortile di Palazzo Re Enzo
e Bologna, per due giorni, il 10 e 11 maggio, è stata capitale
16 FARE
della “Terra dei motori lungo la via Emilia” con aperture fino
a sera inoltrata dei negozi del quadrilatero e di via d’Azeglio.
Il Palazzo dell’Archiginnasio e la Torre Prendiparte sono rimasti aperti alle visite fino a mezzanotte. Sabato 11 Piazza Maggiore è diventata teatro di un concorso d’eleganza
unico nel suo genere: le più belle “storiche” della casa
del Toro, dal primo modello, la 350 GT fino alla Countach
inclusa, hanno sfilato e sono state premiate da
Winkelmann. In 700, tra piloti e co-piloti. Il più
giovane aveva 22 anni, il più anziano 75. Molti
hanno raccontato di essere cresciuti sognando di poter guidare la Lambo del papà, altri di
averla ereditata dal nonno. Una passione che si
trasmette di generazione in generazione.
Il tour non poteva che concludersi a Sant’Agata Bolognese dove tutto ebbe inizio nel 1963,
quando Ferruccio Lamborghini si mise in testa
di fare automobili supersportive, di “razza”. Lui,
che produceva trattori. Appena due anni dopo,
la casa esponeva al salone di Torino uno dei
più grandi capolavori dello stile automobilistico
di tutti i tempi. Questi e altri ricordi hanno reso
piena di emozione la serata di gala conclusiva
in fabbrica. Non solo una cena, ma un vero e
proprio show condotto dal direttore della comunicazione
Raffaello Porro, con filmati, musiche, una standing ovation
per la Polizia Stradale e altri fuori programma voluti a suon
di applausi da oltre mille invitati. Fuochi d’artificio e un concerto con le star Howard Jones, Leslie Mandoki, Midge Ure
e Paul Young hanno prolungato la festa fino a tarda notte
chiudendo degnamente una settimana memorabile.
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Per rafforzare questa partnership, Per
Andersen e Gitte Andersen, rispettivamente Ceo e Channel Manager
di Crossware New Zealand, il 22
febbraio scorso sono stati in visita
proprio a Calderara di Reno nella
sede di Gruppo Ciemme dove, oltre
a presentare le novità della nuova versione e gli sviluppi futuri, hanno avuto modo di incontrare e confrontarsi
anche con alcuni clienti selezionati.
“E’ stato veramente un piacere ricevere questo titolo da parte di Crossware – ha affermato Luca Ferri Ceo
di Gruppo Ciemme – abbiamo sempre creduto nel loro prodotto e, oggi
più che mai, crediamo che Crossware
Mail Signature sia uno strumento veramente utile non solo per avere una
firma dall’immagine univoca per tutta l’azienda e indipendente dal device
utilizzato ma, potendo definire semplicemente delle firme diverse in funzione di chi scrive e a chi, riteniamo
che sia uno strumento di marketing
veramente potente”.
Crossware Mail Signature oggi gestisce nel mondo più di 500 mila firme
di messaggi email per la piattaforma
Lotus Domino. A partire da luglio
2013, sarà disponibile anche per Microsoft Exchange.
IMA
In contemporanea con Pharmintech
(Bologna, 17-19 aprile 2013), è stato
allestito il dome di IMA Lab che ha
ospitato interventi, incontri dal vivo
e via Web di specialisti e studiosi del
settore farmaceutico, dei processi industriali e del packaging. Fra i contributi internazionali più attesi, l’intervista rilasciata da Janet Woodcock
- Direttrice del Center for Drug
Evaluation and Research (CDER)
della Food and Drug Administration
(FDA) - e l’intervento di Bernhardt
L. Trout, Professore di Chemical Engineering al prestigioso MIT, direttore del Novartis-MIT Center for Continuous Manufacturing, e Co-Chair
del Singapore-MIT Alliance, Chemical and Pharmaceutical Engineering.
IMA Lab è un progetto di IMA Spa
per promuovere, condividere e sviluppare idee e pratiche innovative
nel settore farmaceutico. Innovazione è la parola chiave per uscire dalla crisi. Ed è proprio l’innovazione
che da anni garantisce il primato
mondiale di IMA, la quale oltre ad
investire costantemente in ricerca e
sviluppo, segue e studia l’evoluzione
delle tecnologie e consolida relazioni
internazionali con chi realizza innovazione. Da qui nasce IMA Lab, uno
spazio fisico e virtuale dove mondo
accademico, ricercatori, tecnici, enti
e imprenditori possono condividere
idee ed esperienze. IMA Lab, infatti,
è un dome tecnologico e un sito Web
aperto al mondo. Sono spazi e canali
nuovi per far incontrare persone, per
far circolare nuove idee, per generare
intuizioni e trovare soluzioni. L’ambizione di IMA Lab è contribuire a
promuovere e a sviluppare quella
cultura dell’innovazione di cui abbiamo sempre più
bisogno, attraverso
la partecipazione e
la collaborazione.
L’evento di Bologna
(Pharmintech) segue quelli di Francoforte (Achema) e
di Chicago (AAPS)
del 2012. Nel corso
delle tre giornate di
fiera, IMA Lab ha
offerto un ricco programma di interventi che sono stati trasmessi in streaming sul sito www.imalab.net e che
possono essere visionabili in differita.
LAVOROPIU’
Lavoropiù arriva in Cina. A Hong
Kong, per la precisione. Vent’anni di
esperienza in Oriente, un team multietnico che opera e ha operato in
importanti trading e sourcing companies in svariati settori, una vasta
conoscenza di tutte le fasi produttive,
organizzative e di controllo: queste le
basi su cui nasce Lavoropiù Hong
Kong. Il suo obiettivo è fornire un
supporto sia a tutte quelle aziende
italiane che vogliono intraprendere o
Ingresso ufficio Lavoropiù di Hong Kong
FARE 17
approfondire i loro contatti con l’Oriente, con un occhio di riguardo alla
Cina, sia alle aziende cinesi che desiderano approcciarsi al mercato europeo e in particolare a quello italiano.
Il team di Lavoropiu HK è composto
da Fabrizio Goldoni, Consultant,
Gabriele Forni, CEO, Nicole Cheng,
Chairman of the Board of Directors,
Ray Chan, Operation Manager e
Giovanni Freddi, Director.
La flessibilità di struttura, la razionalizzazione di tempi e risorse, il
risparmio dei costi e la gestione del
personale sono, da sempre, i punti di
forza della società. In più, servizi professionali su misura e soluzioni B2B
saranno dedicati non solo alle grandi
aziende, ma anche a quelle di piccole
e medie dimensioni che difficilmente
riescono a rivolgersi a grandi partners. Lavoropiù HK potrà operare
aggregando le richieste di piccole
imprese che operano in uno stesso
settore e con esigenze simili, oppure
creando squadre ad hoc per operazioni di più ampio respiro garantendo
un’esaustiva offerta di servizi, dalla
consulenza territoriale alla ricerca e
controllo, dal business matching allo
human resources.
A tale proposito, rilevante è anche
l’accordo strategico con Hong Kong
Executive Search, una società di ricerca e selezione del personale operante
in Cina dal 1995 e membro di NPA
Worldwide Recruiting Network, che
assicurerà la copertura di quell’area
di human resurcers che costituisce il
core business di Lavoropiù.
Lavoropiù HK si aggiungerà a Lavoropiù SpA e a Lavoropiù do Brasil
RH Ltda, e potrà contare, pertanto,
su una rete di contatti con solide
aziende italiane grazie alla prima, e
sulle aziende del mercato brasiliano
18 FARE
grazie alla seconda, che ha sede a San
Paolo in Brasile, a conferma dell’attenzione della società verso l’evoluzione dei mercati esteri.
Macro Group, storico Business
Partner IBM per l’area emiliano romagnola, si espande sul territorio
italiano e, in collaborazione con Eos
Solutions, fonda a Bologna Eos Macro Solutions. Roberto Anderlini,
Ceo di Macro Group e Ezio Alboni,
Ceo di EOS Solutions, si sono alleati
per dare vita a Eos Macro Solutions,
società controllata dal gruppo EOS,
fondata su una stretta cooperazione
tecnica e commerciale volta a coprire
in maniera capillare l’offerta Microsoft Dynamics NAV sul territorio
emiliano romagnolo.
I due team hanno unito le proprie
forze per sostenere un’azione strategica e una mission comune: garantire
ai propri clienti la capacità di sostenere e implementare le soluzioni Microsoft Dynamics NAV in azienda,
software gestionali ERP in grado di
consentire un maggiore controllo
sulle operazioni e fornire le informazioni necessarie per migliorare la
redditività.
L’unione si presenta al mercato con
credenziali di elevato valore: un turnover di 13 milioni di euro, circa
130 consulenti, oltre 350 clienti e
una presenza distribuita sul territorio
nazionale.
“Questa operazione strategica – sostiene Anderlini – consente alla
nostra realtà aziendale di crescere
facendo entrare la propria divisione
Microsoft Dynamics in un gruppo
di primissimo livello quale Eos Solutions, partner NAV numero uno
in Italia. Ciò ci permette di accedere
a soluzioni e best practice su settori verticali fortemente presenti nel
nostro territorio ed a competenze
consulenziali e tecnologiche estremamente qualificate”.
“L’accordo con Macro Group - prosegue Alboni - offre ad Eos la possibilità di essere immediatamente
operativa grazie ad un team di lavoro
competente, affiatato, con un impor-
Roberto Anderlini, CEO di Macro Group
Ezio Alboni, CEO di Eos Solutions
MACRO GROUP
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FARE 19
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ADHR - GROUP Agenzia per il lavoro SpA - Iscr. Albo Agenzie per il Lavoro Sez. I Aut. min. Prot. 13/I/0013269
IL MARCONI PRIZE 2013 ALL’INVENTORE DEL CELLULARE
Era il 3 aprile del 1973 quando, passeggiando per le strade di New York, Martin Cooper si portò all’orecchio un
apparecchio telefonico da un milione di dollari e un chilogrammo di peso, da lui inventato per la società Motorola. Quel giorno nacque il primo telefono cellulare. Ma la
storia della comunicazione senza fili ebbe inizio più di un
secolo fa, quando Guglielmo Marconi iniziò a sviluppare
i sistemi di comunicazione via radio. Cooper combinò le
sue scoperte con quelle di Antonio Meucci, cui si deve
il primo telefono elettrico. Il risultato fu un terminale portatile capace di entrare nella ordinaria rete di telefonia.
Non è un caso, dunque, che il Marconi Prize 2013 venga
assegnato proprio all’inventore del cellulare. Creato nel
1974 da Gioia Marconi Braga, figlia del fisico bolognese,
il premio è il riconoscimento apicale per il mondo delle
telecomunicazioni e farà tappa a Bologna dal 29 settembre al 1 ottobre. “Il Marconi Prize è un evento di risonanza mondiale – spiega Gabriele Falciasecca, presidente
della Fondazione Marconi – e poterlo riproporre periodicamente a Bologna può fare di questa città un luogo
simbolo dello sviluppo delle tecnologie ICT, meritato
per la sua storia e per la
vivacità della sua attuale
imprenditoria”. Contemporaneamente, il Marconi Institute for Creativity
(MIC), fondato da Giovanni
Corazza grazie alla collaborazione tra l’Università
di Bologna e la FondazioGiovanni Corazza, fondatore del ne Marconi, organizzerà
MIC
la prima conferenza multidisciplinare dedicata alla Scienza del pensiero creativo.
“La distintività e l’interesse della MIC Conference – dichiara Corazza – sono garantiti dall’approccio scientifico
e dallo spessore dei protagonisti coinvolti nelle diverse
sessioni. Ricercatori, scienziati, professionisti, studenti
ed industriali di tutto il mondo si riuniscono per presentare la loro visione, le loro attività, risultati o questioni
ancora aperte su tutti gli aspetti legati a creatività e innovazione a servizio dell’umanità”. Requisito fondamentale
per il riconoscimento del Marconi Prize infatti, è il valore
di utilità sociale dell’idea presentata. Tra i precedenti
vincitori si ricordano Sergey Brin e Larry Page (Goo-
20 FARE
gle), Tim Berners-Lee
(World Wide Web),
Leonard
Kleinrock
(Internet), e l’italiano Federico Faggin
(microchip). “Poiché
la consegna del premio è accompagnata da un convegno,
quest’anno proprio
sulla creatività, potere avere da parte
Gabriele Falciasecca, Presidente della
dei premiati degli
Fondazione Guglielmo Marconi
anni precedenti, i
Marconi Fellows, una descrizione diretta dei passi che li
hanno condotti fino a questo riconoscimento può essere
di esempio e di incoraggiamento per tutti i nostri giovani,
in particolare universitari – sottolinea Falciasecca – che
al giorno d’oggi non hanno molte occasioni per poter verificare che l’impegno nella ricerca scientifica è accompagnato da un adeguato riconoscimento”.
L’evento è realizzato con il contributo della Fondazione
Guglielmo Marconi, Unindustria Bologna, il Dipartimento
dell’energia elettrica e dell’informazione dell’Università
di Bologna, il Comune di Bologna, la Fondazione Ugo
Bordoni, il Comune di Sasso Marconi, la Federazione
Nazionale Cavalieri del Lavoro e il Marconi Institute for
Creativity.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Martin Cooper, inventore del primo cellulare
tante parco clienti attivo sulle soluzioni Dynamics e grazie ad una significativa presenza ed esperienza nel
contesto d’impresa emiliano romagnolo quale quella di Macro Group”.
Macro Group, quindi, continua a
rappresentare un solution partner
ICT di altissimo livello, non solo per
le realtà aziendali nazionali ma per
tutte quelle aziende che hanno necessità di internazionalizzazione, di
multi localizzazione, di multilingua e
che possono, in Macro Group, trovare una risposta adeguata.
ciale, nel quale verranno implementate tutte le situazioni necessarie a
definire le fasi produttive, partendo
dal componente grezzo fino ad arrivare al finito.
PAOLO CASTELLI
Paolo Castelli veste il prestigioso Casinò de la Vallée di Saint Vincent.
L’azienda bolognese, che da oltre 35
anni opera a livello internazionale nel
settore del contract realizzando arredi su misura e importanti ristrutturazioni per autorevoli clienti pubblici e
privati, si è aggiudicata la realizzazione di tutti gli arredi nell’ambito del
progetto di restyling del rinomato
Casinò de la Vallée di Saint Vincent,
in provincia di Aosta.
MECHINNO
Con Mechinno, la meccanica bolognese arriva a sfidare l’atomo.
Una commessa acquisita di recente,
infatti, ha reso l’azienda di Calderara
di Reno fornitore ufficiale del prestigioso progetto ITER (International
Thermonuclear Experimental Reactor), che si propone di realizzare un
reattore sperimentale a fusione nucleare in grado di produrre più energia di quanta ne consumi per l’innesco e il sostentamento della reazione
di fusione.
La vision del progetto, nella sua totalità, è riuscire a sopperire alla futura
carenza dei combustibili fossili (petrolio, gas, carbone) creando energia
pulita in un ambiente sicuro: infatti questi reattori producono come
unica scoria l’elio-4 (un gas inerte e
non radioattivo) e, se il loro funzionamento non è controllato, si spengono automaticamente eliminando
la possibilità di reazioni a catena incontrollate.
ITER è la prima parte di questo grande disegno, che si propone di creare
una fusione nucleare che duri alcuni
minuti, poiché attualmente esistono
solo piccoli impianti che riescono a
sostenere dei tempi di fusione molto
ridotti.
Se dimostrato, si potrà procedere con
il progetto successivo, denominato
DEMO, destinato alla produzione di
energia elettrica.
Il team tecnico di Mechinno collabora con entusiasmo alla progettazione
del reattore e delle sue componenti.
L’attività di supporto fornita al cliente, legato al consorzio italiano AWM,
consiste nella predisposizione di tutta l’ingegneria di dettaglio al fine di
poter procedere con la fabbricazione
dei componenti che sono parte del
reattore.
Il compito di Mechinno è creare un
modello 3D parallelo a quello uffi-
Il Casinò de la Vallée di Saint Vincent
FARE 21
MISMAONDA FIRMA IL FESTIVAL
DEL GIORNALISMO D’INCHIESTA DI MARSALA
Il terzo Festival del giornalismo d’inchiesta di Marsala porta
il marchio di Mismaonda. La società bolognese di creazione
eventi ha organizzato assieme all’agenzia Communico e al
Comune di Marsala la terza rassegna del giornalismo investigativo e di approfondimento, che si è tenuta nella città
siciliana dal 3 al 5 maggio. Il Mediterraneo, inteso come
contenitore di storie e conflitti, ma anche risorse e speranze, è stato il tema scelto per questa edizione 2013. Nelle tre
giornate si sono alternati volti noti del giornalismo televisivo (Carmen Lasorella, Luca Telese e Giulia Innocenzi), firme autorevoli dei principali quotidiani e periodici nazionali
(Marcello Sorgi, Gianni Riotta, Fiorenza Sarzanini, Gabriele
Romagnoli), economisti, reporter, autori emergenti. Ad aprire il festival sono stati i giornalisti italiani rapiti di recente
in Siria: l’inviato Rai Amedeo Ricucci, il fotoreporter Elio
Colavolpe, il documentarista Andrea Vignali e la giornalista
freelance Susan Dabbous. Tra gli ospiti anche Elena Boromeo, vincitrice del premio tv per il giornalismo investigativo
Un momento dello spettacolo “Ferite a morte”
Dibattito con il giornalista Gianni Riotta
“Roberto Morrione”, sezione del premio “Ilaria Alpi” con
l’inchiesta “Mani Pulite 2.0”, e oggi responsabile della Comunicazione di Unindustria Bologna, che domenica 5 maggio ha presentato in anteprima il lavoro assieme alla collega
Felicia Buonomo e alla giornalista di Servizio Pubblico Giulia
Innocenzi.
Ma il Festival del Giornalismo d’Inchiesta, come negli anni
scorsi, ha messo in programma anche spettacoli strettamente legati all’identità della manifestazione. In quest’ottica sono rientrati gli spettacoli di Vinicio Capossela “Mar
sala: canzoni alla deriva” e “Ferite a morte” ideato da Serena Dandini. Andato in scena il 5 maggio al Teatro Impero
di Marsala, lo spettacolo prodotto da Mismaonda rientra in
un progetto di denuncia contro la violenza sulle donne. In
concomitanza col Festival, “Ferite a morte” ha lanciato un
appello al Governo e al Parlamento italiano per convocare
gli Stati generali contro la violenza sulle donne.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo stabile comprende, oltre al Casinò vero e proprio, lo storico resort
Grand Hotel Billia, con la sua facciata in stile Belle Epoque, eccellenza
dell’ospitalità alberghiera valdostana
sin dal 1908, anno di fondazione
dell’hotel che è stato teatro di un
22 FARE
massiccio restyling nel 2012 quando
è stato implementato con il Parc Hotel Billia.
Il progetto, curato dallo Studio di
architettura Lissoni Associati di Milano, aveva l’obiettivo di dare vita
ad una realizzazione di pregio che
si integrasse nel territorio lavorando
i materiali tradizionali del luogo, legno e pietra, anche secondo tecniche
artigianali, ma senza rinunciare alle
sofisticate prestazioni tecnologiche
ed estetiche che il progetto stesso esigeva.
FARE 23
13
FARE
QUARANT’ANNI DI INSEGNAMENTO DI ALTO LIVELLO
PER IL MODERN ENGLISH STUDY CENTRE
Tra i suoi banchi sono passati allievi di ogni età, bambini, stuobiettivo l’insegnamento di alta qualità della lingua e della culdenti, manager, con esigenze diversificate, ma un unico obiettitura inglesi. I corsi pratici sono tutti svolti in piccoli gruppi per
vo: apprendere la lingua inglese con i metodi migliori sul mercafar sì che l’apprendimento sia mirato e di alta qualità, e coprono
to. Così il Modern English Study Centre oggi festeggia i 40 anni
tutti i livelli CEFR (Common European Framework of Reference
di attività. Nato nel 1973, tra le prime Scuole di lingua Inglese di
for language learning and teaching), istituiti dal Consiglio d’EuBologna, è stato riconosciuto ufficialmente nel 1985 dal Miniropa. La scuola prepara anche per tutti gli esami riconosciuti a
stero della Pubblica Istruzione. Associalivello internazionale e offre anche corsi
to ad AISLi (Associazione Italiana Scuole
per la preparazione di esami in specifici
di Lingue), ente che garantisce la qualità
ambiti della lingua, come il Business Endell’insegnamento delle lingue attraverglish e il Legal English. Il Modern English
so una elevata formazione professionaYoung Learners (MEYL) è la scuola di
le, il Modern English Study Centre offre
Inglese per bambini e ragazzi dai 3 ai 19
corsi per adulti, bambini e ragazzi, corsi
anni. Alcuni allievi iniziano piccolissimi
speciali per aziende, nei suoi diversi die continuano il loro percorso formativo
partimenti, ognuno dei quali si occupa di
frequentando di anno in anno la classe
un’area specifica di insegnamento.
di livello superiore, altri scelgono di freIn particolare, il Modern English Busiquentare la scuola per un periodo più
Il Modern English Study Centre
ness Centre (MEBC) si rivolge alle azienbreve, un anno o due, oppure durante
de studiando percorsi didattici in base
l’estate. Dal 1998 infine, all’interno del
ai livelli iniziali e alle esigenze formative, e analizzando settori
Modern English è attiva ARCA, scuola d’italiano per stranieri,
d’attività, esigenze ed obiettivi specifici dell’azienda. Il Business
con l’obiettivo di promuovere scambi culturali e la conoscenza
Centre non offre solo corsi d’inglese, ma anche di francese, tedella cultura, della lingua e della società italiana.
desco, spagnolo, cinese e russo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Modern English Study Centre (MESC) si pone invece come
Paolo Castelli Spa, forte di una esperienza pluridecennale nell’ambito del
contract avendo realizzato ristrutturazioni per aeroporti, hotel, banche,
biblioteche e altri spazi e allestimenti
espositivi pubblici e privati, ha portato a termine in tempi rapidi la realizzazione di tutti gli arredi su specifico
progetto delle 130 camere, 15 suite
(bagni compresi), zone comuni, corridoi, hall, bar e ristorante.
L’opera coniuga eccellenza tecnica
24 FARE
ed alta performance per il contesto
d’uso.
Particolare motivo d’orgoglio per la
Paolo Castelli Spa, industria grintosa
dal design innovativo, è stata la realizzazione del grande auditorium da
600 posti, su progetto di Lissoni, con
il sofisticato soffitto concepito con lastre lignee curve che creano un effetto ondulato, vero capolavoro di maestria tecnica ed ingegneria applicata.
PYRAMIS
Non singole soluzioni, ma sistemi integrati per la produzione di energia
da fonti rinnovabili.
È questo l’obiettivo del lavoro di
Pyramis srl, società bolognese nata
nel 2001 sulla base di un’esperienza
trentennale nel campo della progettazione elettrica e del risparmio energetico e che da oltre dieci anni opera
con successo nel settore della Green
Economy.
“Dalle fonti rinnovabili si può trarre profitto - spiega Giulio Dall’Olio,
Presidente della Pyramis e uno dei tre
soci fondatori dell’azienda assieme a
Luca Fini e Roberto Dall’Olio - noi
ci proponiamo fin da subito per fornire al cliente un sistema ‘chiavi in
mano’ che permetta di ottimizzare
l’utilizzo dell’energia garantendo un
risparmio energetico che si traduce in
un profitto che si protrae negli anni”.
Qual è il segreto di questo nuovo
modo di progettare?
Scendere sul territorio, verificando le
fonti energetiche locali e analizzando i bisogni per cercare il best fit tra
questi due elementi. Un sistema di
progettazione integrata e una politica
di continua innovazione che costituiscono la filosofia di Pyramis Srl e
che, unitamente ad uno staff molto
preparato e costantemente aggiornato, le hanno permesso di ottenere
importanti successi garantendo ai
propri clienti l’abbattimento dei costi energetici necessario per diventare
competitivi sul mercato.
Pyramis propone una gamma di servizi innovativi e prodotti all’avanguardia adottati oggi, oltre che nel
settore industriale, anche in quello
della ristrutturazione edilizia cui la
società bolognese si rivolge accompagnando il cliente dall’attività di consulenza iniziale fino al lavoro finito,
compreso il monitoraggio successivo
all’installazione dell’impianto.
“Dal fotovoltaico alla cogenerazione,
dagli impianti a biomasse all’eolico,
passando per soluzioni di geotermia,
valutiamo la migliore soluzione possibile per i nostri clienti – sottolinea Dall’Olio – per arrivare,
attraverso una progettazione
integrata, alla costruzione o
riqualificazione di edifici che
diventano produttori di energia anziché consumatori”.
Innovazione come chiave del
miglioramento, dunque, per
Pyramis: “È il nostro miglior
biglietto da visita” conclude il
Presidente Dall’Olio, membro del team europeo Cenelec
ed internazionale IEC come
esperto di efficienza energetica e impegnato nei vari settori di ricerca in
collaborazione con l’Università di
Bologna.
SYSDATA ITALIA
“Adotta l’Anagrafe” è un progetto
nato dalla collaborazione tra la bolognese Sysdata Italia SpA e il Gruppo
Banca Popolare dell’Emilia Romagna.
Consentirà ad oltre 140.000 cittadini, dei comuni de L’Aquila, Lanciano e Sulmona, di stampare da casa,
tutti i giorni della settimana, a qualunque ora, certificati di Anagrafe e
Stato Civile a valore legale. “Si tratta di un’opera congiunta che mira
al bene comune e alla trasparenza”,
dichiara Roberto Vecchione, Presi-
dente di Sysdata Italia, protagonista
da oltre 30 anni nel campo dello sviluppo, realizzazione e integrazione di
soluzioni informatiche. E aggiunge:
“L’obiettivo è rendere efficiente un
Paese che deve tornare ad essere competitivo per il benessere di tutti, partendo dal cittadino e passando dalle
Amministrazioni locali”.
A causa della forte incertezza economica del momento, in tema di
informatizzazione evoluta delle Amministrazioni locali c’è ancora tanto
margine di miglioramento.
È dalla consapevolezza di tale mancanza che nasce il progetto di un dispositivo sviluppato da Secure Edge
e distribuito da Sysdata Italia, basato sull’uso del Timbro Digitale 2D
Plus, che permette di gestire tutti i
processi di autenticazione dei documenti digitali.
“La nostra adesione al progetto proposto da Sysdata Italia vuole essere la
testimonianza tangibile della volontà del nostro Istituto di mantenere
e sviluppare i vincoli esistenti con le
comunità locali e di studiare con le
Amministrazioni forme innovative di
collaborazione e sinergie a beneficio
di tutti”, commenta Luigi Odorici,
Amministratore delegato del Gruppo
Banca Popolare dell’Emilia Roma-
Roberto Vecchione, Presidente Sysdata Italia
FARE 25
NASCE A BOLOGNA MG12 NETWORK
LA RETE DELLE IMPRESE DEL MAGNESIO
Sviluppare l’intera filiera del magnesio, dall’approvvigionamento terno del cluster, la rete svilupperà progetti nell’ambito del Defino al recupero, e diffondere la conoscenza del metallo a tutti i sign, partendo dal concept fino ad arrivare alla produzione in
livelli, dalla metallurgia alla progettazione, dalle lavorazioni alle fi- serie di manufatti non solo ecologici, riciclabili e a basso costo,
niture. Con questi obiettivi è nata a Bologna Mg12 Network, una ma anche tecnologicamente avanzati.
rete di 32 imprese che – con il supporto di Unindustria Bologna – si sono unite per scommettere assieme sul futuro
di questo metallo.
Resistente, leggerissimo, abbondante in natura, ma soprattutto ecosostenibile, il magnesio infatti si sta rivelando uno
dei materiali più interessanti per gli impieghi industriali del
domani. Ha una fortissima vocazione ecologica, dal momento che si ottiene per dissalazione dell’acqua del mare,
da cui può essere anche riassorbito. È altamente riciclabile, perché per rigenerarlo come lega secondaria assorbe
solo il 5% di energia rispetto ad altri metalli non ferrosi. Oggi
è ancora poco sfruttato rispetto alle sue potenzialità poiché
i processi di lavorazione si stanno evolvendo solo in questi
ultimi anni.
Mg12 Network oggi raggruppa 32 aziende (di cui 11 con
sede nel bolognese) e 23 partner, e mira a fare di Bologna Graziano Prantoni Assessore Provinciale, Tiziana Ferrari Direttore Geneun polo di avanguardia nella lavorazione e nella conoscen- rale di Unindustria, Maurizio Valentini Project Manager Mg12 e Andrea
za di questo metallo. La Rete di imprese si impegna nella Quartieri ideatore del logo Mg12
divulgazione della cultura dell’utilizzo del magnesio attraverso la “Crediamo che il consumo delle leghe di magnesio crescecreazione della Mg12 Academy: un progetto didattico che vedrà il rà enormemente e che il suo costo gradualmente calerà se si
coinvolgimento degli istituti tecnici, esperti e docenti universitari. considera che dopo l’alluminio è l’ottavo elemento sulla crosta
Inoltre, avvalendosi delle esperienze e delle collaborazioni all’in- terrestre da miniera, ma per ottenimento dall’oceano è il terzo
elemento. Questo significa che sulla Terra ne abbiamo
una quantità doppia rispetto all’alluminio”, ha spiegato
Maurizio Valentini, project manager di Mg12 network.
“La rete di imprese che nasce oggi attorno al magnesio
rappresenta un valore aggiunto per l’intero distretto industriale bolognese, da sempre all’avanguardia nella lavorazione di questo metallo dalle potenzialità così interessanti.
Come Associazione crediamo fermamente che le reti di
impresa siano una carta vincente per affrontare le sfide
del mercato globale. I vantaggi strategici che ne derivano
sono diversi: si va dalla riduzione dei costi per le economie
di scala all’accelerazione dei processi di internazionalizzazione”, ha dichiarato Tiziana Ferrari, Direttore Generale
di Unindustria Bologna.
Maurizio Valentini e Andrea Quartieri
26 FARE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FARE 27
gna. Adotta l’Anagrafe, quindi, va
incontro a Enti e cittadini offrendo
un servizio online tempestivo ed efficace, gratuito e di semplice utilizzo,
integrato nel portale web del Comune. I vantaggi sono evidenti: niente
code agli sportelli per i contribuenti
e una Pubblica Amministrazione più
snella ed efficiente.
TELEIMPIANTI
Si sono conclusi i lavori per la protezione della Basilica di San Luca,
Veduta della Basilica di San Luca
realizzati dall’azienda bolognese
Teleimpianti. A protezione dell’edificio, la società, Amica della Fondazione Enzo Hruby che ha sostenuto
il progetto, ha installato sei telecamere dome da interno che controllano
l’ingresso principale della Basilica e
l’accesso dagli ascensori, la zona di
raccolta delle offerte, l’area di vendita dei souvenir, la sagrestia maggiore
con il dipinto del Guercino e la zona
dell’altare. Una telecamera da esterno è preposta al controllo del piazzale
antistante la Basilica.
Tutte le apparecchiature centrali, dal
videoregistratore digitale, al gruppo
28 FARE
di alimentazione, al monitor di servizio, sono posizionate all’interno di
un armadio blindato che ne garantisce l’assoluta tutela. “In qualità di
amici della Fondazione Enzo Hruby
- dichiara Giulia Barcelloni Corte di
Teleimpianti - ci siamo sentiti in dovere di fare qualcosa di specifico per
la nostra meravigliosa città che necessita sempre di più di sicurezza. Il
pensiero è subito andato al luogo più
caro, la Basilica di San Luca. È stato
quindi un privilegio per noi metterci
a disposizione di monsignor Arturo Testi, Rettore del Santuario, per
realizzare un sistema di
videosorveglianza a protezione di questo luogo
così importante.
Siamo contenti e orgogliosi del risultato finale”.
L’intero progetto è stato
illustrato nel dettaglio in
occasione della conferenza stampa, al termine della quale monsignor Arturo Testi ha accompagnato
i presenti in una visita al
Santuario e all’immagine sacra della
Beata Vergine.
Il progetto ha ottenuto il via libera
della Soprintendenza ai beni artistici
e architettonici. “Per tutelare la basilica, la Soprintendenza ha scelto i
punti in cui collocare le telecamere
- spiega Mons.Testi - ora non si vede
neppure un filo.
Le telecamere sono poste in effetti in
punti invisibili e le immagini possono essere visualizzate anche in remoto e restano registrate per il tempo
previsto dalla legge”.
AGENZIA DI SVILUPPO DEL
VAL DE MARNE
Per le imprese bolognesi si apre una
nuova finestra sulla Francia.
È l’Agenzia di Sviluppo di Paris Valde-Marne, che quest’anno ha rinnovato la partnership con Unindustria
Bologna, e si prepara a partecipare
all’edizione 2013 di Farete, che si
terrà a Bologna il 16 e 17 settembre.
Punto d’incontro e di scambio tra
settore pubblico e privato, l’Agenzia
offre agli investitori una gamma di
servizi gratuiti e personalizzati, dalle
strategie per lo sviluppo delle società
Il salone Meet Innov organizzato dall’Agenzia di Sviluppo del Val-de-Marne
alla ricerca e preparazione di nuovi
insediamenti; è inoltre in primissimo
piano nell’ambito del Grand Paris, il
progetto di sviluppo dell’area parigina nato dal confronto tra governo e
collettività territoriali e lanciato nel
2007 dal Presidente della Repubblica francese. L’iniziativa è orientata
al futuro della metropoli e ha come
obiettivo il miglioramento della vita
degli abitanti, la creazione di nuovi
poli imprenditoriali internazionali, la
realizzazione di una rete di trasporto
pubblico ad alta velocità che colleghi
i distretti economici di Parigi con il
centro città, gli aeroporti e le stazioni.Questo impegno rende l’Agenzia
di Sviluppo Paris Val-de-Marne un
veicolo strategico per l’innovazione
del territorio. Sua è, infatti, l’organizzazione della nona edizione del
salone Meet Innov, presso il Pavillon
Baltard a Nogent sur Marne, il prossimo 19 novembre.
Si tratta della manifestazione di business e innovazione internazionale più
celebre di tutto il distretto del Grand
Paris. L’edizione 2012 ha registrato
1.950 incontri e riunito 763 imprese,
per la maggior parte startup e piccole
e medie imprese.
Vi hanno preso parte diversi investitori di Paris Val-de-Marne e grandi gruppi aziendali tra cui: Société
Générale, Bnp Paribas, KPMG, China Exim Bank, Microsoft, AlcatelLucent, Air France, China Eastern
Airlines. Meet Innov inoltre, vanta la
presenza di diversi paesi: Italia, Cina,
USA, Spagna, India, Brasile.
Gli incontri B2B, gli incontri tra
start-up e investitori e i vari workshop tematici saranno organizzati e
coordinati da un team internazionale
attraverso efficaci piattaforme elettroniche.
3F FILIPPI
Le buone pratiche non hanno bisogno di grandi riflettori. Lo dimostra
chi di luce se n’intende: 3F Filippi,
azienda che da più di 60 anni realizza impianti di illuminazione a Pian
di Macina, in provincia di Bologna,
a partire dallo scorso 15 febbraio ha
aderito alla campagna di risparmio
energetico “M’illumino di meno”.
Lanciata nel 2005 dai conduttori
della trasmissione di Rai Radio 2 Caterpillar, l’iniziativa si rivolgeva inizialmente ai soli cittadini e li invitava
a spegnere il maggior numero possibile di dispositivi elettrici per ridurre
il consumo di energia.
Ben presto arrivarono anche le adesioni da parte dei singoli Comuni e,
in seguito, della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il patrocinio
del Ministero dell’Ambiente.
Nell’ambito di questa iniziativa la 3F
Filippi ha dato il via ad una fase di
rinnovamento nell’illuminazione di
tutti i propri uffici, montando le sue
nuove lampade a led, che rispettano
i più alti requisiti di sicurezza e di
qualità. Ha inoltre cominciato a installare sensori di presenza e luminosità capaci d’integrare la luce naturale
con quella artificiale all’interno degli
ambienti.
Il risultato di questa operazione è un
risparmio energetico che raggiunge il
40%.
Oltre alla partecipazione alla campagna “M’illumino di Meno” l’azienda
è membro sostenitore del programma “GreenLight” per il miglioramento della qualità e dell’efficienza
dell’illuminazione nei grandi edifici
industriali, commerciali e pubblici.
Il programma è stato avviato dalla Commissione Europea al fine di
Esempio di illuminazione del Ponte della Costituzione Canal Grande di Venezia
diminuire i consumi di energia e ridurre le emissioni di gas serra, come
stabilito nel protocollo di Kioto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FARE 29
La tua azienda ha
gli strumenti informatici giusti?
Un check up online ti aiuta a capirlo.
Innovazione ed efficienza... la crescita competitiva del nostro tessuto imprenditoriale passa
attraverso la capacità di gestire questi due
aspetti. In un contesto di mercato caratterizzato
da forti instabilità e criticità, è proprio intorno
a questi due asset che si giocano le opportunità di ripresa della maggior parte delle imprese
italiane.
Inadeguatezza della struttura organizzativa,
scarsa propensione all’innovazione e carenza degli strumenti per la gestione dei processi
d’impresa sono infatti i punti critici che segnano
oggi le difficoltà più evidenti della maggior parte
delle aziende italiane che faticano a tenere il passo di fronte a
una competizione globale sempre più aggressiva e caratterizzata da livelli di produttività spesso insostenibili se comparate al
contesto nazionale.
Il progetto UMIQ (Unindustria Metodo Innovazione Qualità),
sviluppato da Unindustria Bologna, parte da queste premesse
e cerca di fornire percorsi utili che aiutino le organizzazioni ad
accrescere e ottimizzare la propria capacità di innovazione e
pianificazione strategica, consolidando, nello stesso tempo, efficienza e produttività dei processi.
La filosofia UMIQ, in sostanza, si concentra su due passaggi
essenziali. Il primo riguarda l’esigenza di un rinnovamento culturale e strategico, che può trovare supporto in mirate attività
di consulenza e formazione. Il secondo si indirizza, invece, sulla
capacità di sfruttare pienamente i moderni strumenti tecnologi-
Le domande riportate nel documento aiutano a capire, in modo
estremamente concreto, se il proprio sistema informatico è adeguato alle esigenze di competitività richieste dal mercato e se è
coerente con gli obiettivi che l’azienda stessa si pone.
Il Protocollo di Check Up si concentra immediatamente sugli
elementi pratici che devono essere verificati per valutare il livello di informatizzazione dell’impresa, dividendoli in tre macro
sezioni: flussi informativi, software di gestione, hardware e tecnologie.
Nella prima parte si individuano alcune informazioni essenziali
per determinare il posizionamento e la tipologia azienda. L’impresa viene guidata nell’identificare le macro attività gestite e
le risorse che se ne occupano. Questo primo lavoro potrà poi
essere, ove necessario, integrato da una ulteriore analisi su
“come” viene svolta e “quanto tempo” si impiega per ogni sin-
ci come leva di efficienza gestionale. Ed è proprio su questo se-
gola attività.
condo punto che ReteICT ha inteso fornire il proprio contributo
L’analisi del software di gestione, che rappresenta il cuore del
al progetto UMIQ.
protocollo, si articola invece per aree gestionali in base a una
Il lavoro svolto si è tradotto nella progettazione e redazione del
suddivisione dei processi aziendali tipica delle imprese italia-
“Protocollo di Check Up ICT”, ossia di una metodologia che con-
ne più evolute: C.R.M. (marketing e servizi), area commerciale,
sente di misurare in modo molto rapido il livello di efficienza ICT
acquisti, magazzini e logistica, produzione, qualità, amministra-
di un’impresa.
zione e finanza, risorse umane, controllo di gestione, comunica-
30 FARE
ICT, motore per l’innovazione
rubrica a cura di ReteICT
zioni, funzioni generali, sicurezza.
Per ogni “area di gestione” - che può essere composta da più
moduli software o moduli funzionali – vengono valutati utilità,
livello di importanza, eventuale presenza di uno strumento informatico o tecnologico a supporto, adeguatezza o meno dello
strumento presente, motivi per i quali lo strumento utilizzato può
non essere efficiente (obsolescenza tecnologica, insufficienza
funzionale, non integrazione con gli altri software, ecc.).
La struttura del protocollo si basa naturalmente su quanto è
possibile gestire con soluzioni standard già disponibili sul mercato, in particolare su strutture di software ERP di ultima generazione (ERP2), ma è ovviamente ben presente nel documento
la rilevanza che possono avere anche i cosiddetti software applicativi “ad hoc” per il raggiungimento della massima efficienza nei processi d’impresa, così come la peculiarità dei moduli
software già presenti in azienda di essere già integrati tra loro
(sono cioè parte di un unico sistema di gestione).
effettuare il check up direttamente online, utilizzando anche
dispositivi “mobile”. Su www.checkupimpresa.it, in pochi clic,
ogni azienda può compilare il test e ottenere, alla fine del processo, un report grafico di immediata lettura che riassume 3
livelli di efficienza: copertura del software rispetto ai processi,
adeguatezza dell’hardware e livello di integrazione complessivo
del sistema informativo.
ReteICT, per chi lo desidera, mette anche gratuitamente a disposizione professionisti qualificati che possono affiancare
l’impresa nella redazione del check up.
Chi fosse interessato può contattare i seguenti recapiti per pianificare, senza impegno, la visita di un tecnico: ReteICT – tel.+39
335.156241 ; email: [email protected]
Enrico Salsi
Segretario Generale ReteICT
www.reteict.it
I risultati che si possono ottenere dall’utilizzo del Protocollo di
Check Up permettono di capire a che punto di adeguatezza è
il sistema informativo dell’azienda e di quali interventi urgenti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
può eventualmente avere bisogno, consentendo quindi di predisporre un piano di azione per l’innovazione ICT. Non solo le
imprese, ma anche i consulenti organizzativi che collaborano
con le aziende stesse possono trovare utile questo strumento
come ausilio nel comprendere quali sono gli strumenti, le tecnologie o i servizi più idonei che devono essere offerti per innovare
l’organizzazione.
ReteICT non si è limitata a sviluppare e stampare il suo protocollo, ma ha realizzato un apposito sito web in cui è possibile
FARE 31
L’ASSEMBLEA PRIVATA
E L’ASSISE DELLE
PICCOLE IMPRESE
32 FARE
1
assemblea
privata
Le immagini di copertina e di queste pagine sono di
Serena Zammartini e Francesca Aufiero
FARE 33
Il Presidente Alberto Vacchi consegna la targa a Roberto Gamberini per i 75 anni della DugomRulli
I
l lavoro, le proposte dell’Associazione contro la disoccupazione
giovanile, il welfare aziendale, il
ruolo delle Fondazioni Onlus, il resoconto delle attività svolte nel 2012
e i progetti futuri, ma anche i risultati dell’Osservatorio banche, e un faccia a faccia sul tema del credito con i
rappresentanti delle banche e il Presidente nazionale Abi, Antonio Patuelli. Sono i principali temi e momenti
di confronto condensati all’interno
di uno dei momenti più importanti
della vita associativa di Unindustria
Bologna: l’Assemblea Privata Generale, che si è svolta venerdì 17 maggio 2013 nella suggestiva location
di Palazzo Albergati a Zola Predosa,
in concomitanza con l’Assise delle
Piccole Imprese. Un momento di
riflessione per dialogare con gli associati sulle crescenti difficoltà che le
aziende si trovano a fronteggiare ogni
giorno, con un focus specifico sui
temi del welfare e del credito.
34 FARE
I lavori si sono aperti con la relazione
del Presidente di Unindustria Bologna Alberto Vacchi e la presentazione
delle attività da parte del Direttore
Generale, Tiziana Ferrari. Il pomeriggio è stato poi dedicato al tema del
welfare aziendale: Stefania Radoccia
di Ernst&Young ha tratteggiato una
panoramica di alcuni efficaci modelli
di welfare nelle imprese, mentre l’Associazione ha presentato le proposte
per creare un sistema di welfare aziendale nel tessuto economico bolognese. Momento centrale della giornata
organizzata da Unindustria Bologna
è stato il confronto tra imprenditori e rappresentanti del mondo delle
banche sul tema del credito, moderato da Daniele Salati Chiodini, Consigliere delegato a Credito e Finanza
di Unindustria Bologna. L’Assemblea
è stata anche l’occasione per dare il
benvenuto al nuovo amministratore
delegato di Ducati Motor, Claudio
Domenicali, e per premiare i 75 anni
dell’azienda DugomRulli di Roberto
Gamberini, a cui il Presidente Vacchi
ha consegnato una targa di riconoscimento. La giornata si è poi conclusa
con l’intervento di Antonio Patuelli,
Presidente di Abi, che ha esaminato il
delicato contesto economico attuale
sottolineando la necessità di un dialogo costante tra imprese e banche
per uscire insieme dalla crisi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Claudio Domenicali, nuovo AD Ducati
1
Vacchi: anche nel mezzo
della crisi più nera
prosperare è possibile
Pubblichiamo su queste pagine alcuni
dei passaggi più salienti della relazione
del Presidente Alberto Vacchi.
C
hi sente sulla propria pelle
i segni delle lacerazioni del
contesto mondiale, difficilmente riesce a comprendere i contenuti ed i tempi del dibattito politico,
i riti, le alchimie, gli equilibrismi e
le non scelte cui stiamo assistendo
da troppo tempo. Le imprese italiane
sono storicamente sottocapitalizzate
e questo è un deficit importante. Tut-
tavia questo tema negli ultimi anni è
stato affrontato e risolto da molte
aziende, e non a caso, sono proprio
quelle che crescono a dispetto della
crisi.
Lavoro
Mai come in questo momento, i
destini di imprenditori e lavoratori
appaiono indissolubilmente legati.
Il 1 maggio, dopo essermi confrontato con il nostro Direttivo, ho onorato l’invito dei sindacati; ho detto
che eravamo presenti in punta di
assemblea
privata
di Alberto Vacchi
piedi, essendo quella la festa dei lavoratori. Pochi hanno contestato, la
maggioranza ha aperto a prospettive
costruttive e responsabili. Come dividere il destino del lavoro dall’andamento delle imprese? E quale è la
nostra colpa se la busta paga porta
solo una traccia di quello che noi
spendiamo realmente? Educhiamoci
tutti, sia noi, sia i sindacati, a mandare i messaggi corretti agli indirizzi
corretti! Andiamo subito al cuore del
problema: non ci sono più ordini per
il mercato interno, non c’è più lavo-
FARE 35
DALLA MAIL ALLA STRETTA DI MANO
LA NOSTRA PASSIONE
E’ DARVI
NUOVE OPPORTUNITA’
16-17 settembre 2013
www.unindustria.bo.it
36 FARE
1
ro, non ci sono più fondi per i servizi
sociali e sanitari. La necessità che avvertiamo come prioritaria è di trovare le strade più efficaci per rimettere
in moto l’economia, affinché non si
laceri ulteriormente quella coesione
sociale che, oltre ad essere un bene
in sé, ha rappresentato per questo
territorio un fattore, al contempo, di
sviluppo economico e di progresso
sociale. Occorre pertanto abbandonare ogni inerzia e passività, perché è
adesso che si gioca la partita decisiva,
per l’oggi e per il domani.
Ponte generazionale
Per entrare nel concreto, occorre
lavorare alla definizione di nuovi
strumenti che la contrattazione può
rendere disponibili. Come, ad esempio, un’intesa a livello territoriale tra
Associazioni d’impresa, Parti Sociali
ed Ente pubblico che favorisca il cosiddetto “scambio intergenerazionale”. Lo abbiamo definito progetto di
“Ponte Generazionale” e si prefigge
di realizzare una sperimentazione
di solidarietà funzionale non solo al
problema dell’occupazione giovanile, ma anche a quello emergente
dell’invecchiamento attivo. Questa
iniziativa si realizzerà attraverso la
trasformazione del rapporto di lavoro di collaboratori anziani da fulltime a part-time fino al 50%, con
la contestuale assunzione di giovani
– preferibilmente in apprendistato
o comunque con contratto a tempo
indeterminato – in misura tale da
determinare un saldo occupazionale
positivo.
Solidarietà
Vi abbiamo consegnato un’analisi
sulle Fondazioni Onlus Ant, Antoniano, Dopo Di Noi e Hospice M.T.
Chiantore Seràgnoli. Abbiamo messo in rete queste realtà, abbiamo studiato i loro bilanci, virtuoso esempio
di equilibrio economico finanziario,
pur con la garanzia di prestazioni di
alta, altissima qualità, spesso ad un
decimo del costo del servizio pubblico. Non possiamo più permetterci una spesa pubblica crescente, con
una qualità sempre più modesta di
ciò che ci viene offerto.
Giustizia
Andando ancora avanti, un nuovo
problema frutto del perdurare del
contesto di crisi, è dato dall’ulteriore rallentamento della giustizia. Le
nuove discutibili forme del concordato di continuità, la concentrazione sul Tribunale di Bologna di tutta
l’operatività regionale, ha reso inaccettabile ogni iter e tempo di attesa.
Anche questi sono costi che finiremo
poi per pagare noi. Ricordiamoci che
un’impresa che muore non rinasce
più. Spenti i motori la ripartenza è
quasi impossibile. Su questa strategia
per la ricerca di una costruttiva collaborazione, nel rispetto dei ruoli, ho
chiesto il vostro assenso.
Credito
Da ultimo, non certo per importanza, il tema del credito, il più complesso in assoluto. Su questo due sono le
vie: prevenzione e collaborazione con
gli istituti di credito. Siamo una delle
poche Territoriali in Italia in grado di
rilasciare una fotografia corretta del
valore dell’impresa, del suo profilo
finanziario, dando per tempo i necessari warning all’imprenditore, troppo spesso impegnato sul mercato, e
ancora troppo poco sulla gestione.
L’efficacia delle nostre azioni è proporzionale al tempismo con il quale
assemblea
privata
siamo in grado di attivarle, occorre
prevenire il problema. Con il servizio
credito e finanza dell’associazione vogliamo offrirvi un supporto concreto
e guidarvi nelle relazioni con le banche. La collaborazione è un tentativo
che abbiamo voluto cogliere quando
qualche mese fa ci è stato chiesto di
inserire il nostro Direttore Generale
nel Consiglio di amministrazione
di una delle principali banche della
città.
Orgoglio e passione
Spero che le difficoltà che stiamo
attraversando, in questa complessa
fase economica, facciano riflettere
tutti noi sui nostri doveri, su quello
che siamo in grado di fare, di più e
meglio, prima di reclamare a gran
voce quello che devono fare gli altri.
Dobbiamo abbandonare la logica
dei campanili, andare verso un’integrazione di servizi e soggetti, lo dobbiamo fare ora, ancora in posizione
di forza. Nel mezzo della crisi più
nera c’è spazio non solo per sopravvivere, ma anche per prosperare. Se
il viaggio tra le aziende bolognesi che
abbiamo intrapreso con il Premio
Mascagni ha dimostrato qualcosa, è
che rassegnarsi al declino è una scelta fondata su presupposti sbagliati.
Le forze per promuovere l’industria
producono risultati sorprendenti. La
ricetta, tuttavia, non sarebbe completa senza due ingredienti, da sempre
parte della nostra visione. Il primo
è l’orgoglio di essere italiani in settori dove gli altri player sono tutti
stranieri. Il secondo è la passione, la
stessa che avevano i nostri genitori
cinquant’anni fa e che oggi tutti continuiamo ad avere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FARE 37
Interporto di Bologna,
la community
che si muove in rete.
É online il nuovo sito internet dell’Interporto di Bologna.
Incontriamoci sul web.
www.bo.interporto.it
38 FARE
moves the global logistics
Tel. +39 051 291 3011 - [email protected]
2
assemblea
privata
è in azienda
la nuova frontiera
del welfare
di Marco Taddei
Presentato all’Assemblea Privata
lo studio condotto
da Unindustria Bologna e Ernst&Young
sui vantaggi fiscali del welfare aziendale
e sulle iniziative messe in campo
dalle imprese bolognesi
I
Stefania Radoccia, labour law leader
Ernst&Young Italia
l welfare aziendale oggi rappresenta un’opportunità estremamente
interessante per quelle imprese che
decidono di investire sulle proprie
risorse umane, offrendo servizi integrativi (se non addirittura sostitutivi)
rispetto a quelli messi a disposizione
dal Pubblico. Il progressivo ridimensionamento dei servizi resi dagli Enti
pubblici, inoltre, rende quanto mai
attuale il tema del welfare aziendale. Uno studio condotto dall’Ufficio
fiscale di Unindustria Bologna in
collaborazione con Ernst&Young
ha riassunto in una pubblicazione
la normativa e le agevolazioni fiscali
di cui oggi gli imprenditori possono
beneficiare, corredate da una casistica reale e una mappatura delle misure
di welfare già adottate dalle imprese
del territorio. Lo studio è stato presentato in occasione dell’Assemblea
Privata dell’Associazione da Stefania
Radoccia di Ernst&Young e dal Direttore Generale di Unindustria Bologna, Tiziana Ferrari.
Lo spaccato che emerge dall’indagine
mette in risalto come il fenomeno del
welfare aziendale sia ben radicato nel
tessuto economico bolognese, grazie
a molti percorsi virtuosi sviluppati
sul territorio, con le grandi imprese
a fare da traino - quasi nove su dieci
hanno avviato un progetto di welfare
- e le piccole e le medie che superano
di poco il terzo. Analizzando nel dettaglio i dati dell’indagine realizzata
da Unindustria Bologna, a cui hanno
risposto 112 associate suddivise in
grandi (14%), medie (16%) e piccole (60%), si scopre che in media le
imprese bolognesi svolgono poco più
di un’iniziativa di welfare aziendale
ciascuna. Nello specifico, esaminando le finalità di queste iniziative si
nota come siano per la maggior parte
FARE 39
Tiziana Ferrari, Direttore Generale
di Unindustria Bologna
collocate nel settore “salute”, con il
32,1% di imprese che dichiarano di
avere sviluppato un progetto in questo ambito. Seguono l’intervento diretto sulle spese familiari (19,6%) e il
tempo libero (13,4%), mentre i trasporti alternativi assumono un rilievo marginale (4,5%). Classificando
invece i progetti secondo un criterio
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WELFARE AZIENDALE
E AGEVOLAZIONI FISCALI
40 FARE
organizzativo, risulta significativo il dato della percentuale media di imprese per
ogni tipo di iniziativa: prevale la scelta di sviluppare
progetti di welfare tramite
convenzioni con cui integrare la domanda dei dipendenti verso offerte esterne di beni e servizi (10%),
rispetto all’impegno monetario diretto per l’acquisto
di beni e servizi a favore dei
dipendenti (3,2%) e all’offerta con strutture interne
o convenzionate di servizi
(1,5%). Nel complesso, la
stragrande maggioranza delle attività di welfare (95%) è rivolta a tutti i
dipendenti dell’impresa e non a particolari categorie e nel 77,5% dei casi
le iniziative vengono portate avanti
per volontà dell’azienda, non in forza di impegni contrattuali. Il 91,5%
dei progetti, conclude l’indagine
dell’Ufficio Fiscale di Unindustria
Bologna, ha preso il via oltre tre anni
fa, mentre si registra una minoranza
di iniziative recenti (8,5%), che si
svolgono sempre su un piano interaziendale.
“Libri per i figli dei collaboratori,
polizze sanitarie integrative, asili,
flessibilità negli orari di ingresso,
sono solo alcuni esempi di interventi
messi in atto dalle aziende bolognesi per facilitare la conciliazione dei
tempi famiglia-lavoro, ma anche per
migliorare il potere d’acquisto dei lavoratori, favorire attività di prevenzione della salute e, più in generale,
promuovere servizi che agevolano
la vita dei dipendenti”, dichiara il
Presidente di Unindustria Bologna,
Alberto Vacchi. “Questo perché da
tempo noi imprenditori abbiamo
capito che il destino nostro e delle
nostre risorse sono indissolubilmente
legati, soprattutto in un settore manifatturiero dove sono le capacità e le
competenze che fanno la differenza.
Affrontando in modo responsabile
il tema dei servizi sociali in drastica
razionalizzazione, il taglio del potere
d’acquisto dei salari e le tante difficoltà date anche da un tema di non
autosufficienza che avanza in un paese sempre più vecchio, Unindustria
Bologna si è mossa per piccoli passi
con poche concrete iniziative”, conclude il Presidente Alberto Vacchi.
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FARE 41
SOTTO L’ALA DI UNINDUSTRIA
NASCE LA RETE DELLA SOLIDARIETA’
Non tutti lo sanno, ma ogni giorno c’è chi a Bologna
offre un pasto caldo a 80 persone bisognose e un riparo ai senza dimora. C’è anche chi ogni anno accoglie
e educa i ragazzi disabili per prepararli alla vita, chi si
prende cura a casa dei sofferenti di tumore, e chi ospita
e assiste le persone malate nei propri Hospice. E tutto
questo, senza costi per la collettività, con l’aiuto parziale degli enti pubblici.
Sono le Fondazioni Onlus Ant, Antoniano, Dopo Di Noi
le circonda. In un’epoca di riduzione complessiva delle
disponibilità economiche delle famiglie, anche le donazioni sono a rischio. La pubblicazione a cura di Unindustria Bologna, comunicando sinteticamente la forza di
queste quattro Fondazioni bolognesi attraverso alcuni
numeri significativi, mette in evidenza come ogni giorno queste “macchine della solidarietà” garantiscano
un notevole risparmio economico al sistema pubblico.
L’Associazione si fa promotrice di una più profonda sinergia tra le stesse Fondazioni Ant, Antoniano, Dopo Di
Noi e Hospice M.T. Chiantore Seràgnoli, attraverso la
creazione di una “rete della solidarietà”, e sottolinea
l’importanza di un maggiore coinvolgimento delle Onlus nel sistema pubblico, proseguendo sulla strada, in
parte già tracciata, di una progressiva integrazione dei
servizi.
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e Hospice M.T. Chiantore Seràgnoli: quattro modelli
di volontariato che coniugano la gratuità e la bellezza
della solidarietà con una grande professionalità nell’offerta dei servizi ed una efficiente gestione aziendale.
Unindustria Bologna ha deciso di mettere in evidenza
il ruolo di queste Onlus nella nostra comunità, anche in
termini di risparmio per il pubblico, attraverso la pubblicazione “La rete della solidarietà”, presentata in occasione dell’Assemblea Privata che si è tenuta lo scorso
17 maggio a Palazzo Albergati.
Queste Onlus, sebbene siano in parte sovvenzionate, di
fatto vivono del buon senso e della generosità di chi
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3
assemblea
privata
“Le nostre banche
finanzierebbero
un nuovo Mark Zuckerberg?”
di M.T.
Faccia a faccia tra imprese e banche moderato
da Daniele Salati Chiodini, Consigliere delegato al Credito.
“Ma se una mattina vi venisse a cercare un ragazzo che si chiama Zuckerberg senza un euro in tasca, ma
con una grande idea, per chiedervi
di sostenere un suo investimento, voi
cosa gli rispondereste?”.
In altre parole, le banche sono capaci
di comprendere fino in fondo le potenzialità di un progetto (e in questo
senso il caso di Mark Zuckerberg,
fondatore di Facebook, è emblematico), e le imprese, da parte loro, sono
in grado di comunicare con chiarezza
alle banche il valore del business?
Si potrebbe riassumere in questa provocazione, rivolta da un imprenditore ai rappresentanti delle banche, il
clima del confronto, a tratti anche
duro, ma sicuramente costruttivo
che ha animato la giornata dell’Assise
delle Piccole Imprese organizzata da
Unindustria Bologna e dedicata al
tema del credito.
Un dibattito, moderato da Daniele
Salati Chiodini, Vice Presidente di
Unindustria Bologna con delega al
Credito, che ha fatto emergere validi
spunti di discussione, nella prospetti-
FARE 45
va condivisa di superare un approccio
di contrapposizione e rendere comprensibili esigenze e problemi reciproci per trovare nuove possibilità di
collaborazione utili a superare la crisi.
Gli associati hanno espresso generale
preoccupazione per una situazione
economica che sta diventando sempre più insostenibile evidenziando
– ancora una volta – un urgente problema di accesso al credito, in particolare per progetti a medio e lungo
termine.
Le origini della crisi sono state individuate dagli imprenditori in particolare nella riforma del credito che ha
fatto del sistema di rating un elemento troppo condizionante nelle scelte
degli istituti bancari e che, di fatto,
impedisce alle aziende di ottenere liquidità per investire dando così nuovo impulso all’economia.
Dall’altra parte dell’“arena”, gli esponenti del mondo bancario hanno
spiegato che il problema di garantire
46 FARE
finanziamenti alle aziende non deriva esclusivamente dal rating, ma dal
fatto che in passato si sia spesso mal
concesso il credito con valutazioni
troppo superficiali. Un malcostume
che ha portato ad una situazione
difficile che impone oggi agli istituti
bancari una maggior selettività e una
più attenta valutazione del rischio.
Da parte delle banche, però, “c’è la
volontà di rimanere al fianco delle
imprese, come dimostra il fatto che
in molte circostanze impiegano sul
territorio più di quanto raccolgono
direttamente”.
Nel corso del dibattito è emersa in
maniera importante anche la necessità di una nuova forma di comunicazione nel rapporto tra banche
e imprese, fondata sulla trasparenza
reciproca e sul dialogo franco tra le
parti. Se da un lato i bancari dovranno approcciarsi con una conoscenza
tecnica sempre più approfondita al
business d’impresa, garantendo così
le forme consulenziali che l’imprenditore si aspetta, dal canto loro le
realtà aziendali avranno il compito
di mettere gli istituti di credito nelle
condizioni di acquisire tutte le informazioni necessarie sui progetti da
finanziare.
Infine, di fronte alla possibilità di
mettere insieme delle imprese evocata da alcuni esponenti degli istituti
di credito per competere sui mercati,
il Vice Presidente Salati Chiodini ha
spiegato come aggregazioni e filiere
siano uno dei punti di riferimento dell’Associazione, sui quali si sta
lavorando anche dal punto di vista
culturale.
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FARE 47
PATUELLI: “UNA DIALETTICA COSTRUTTIVA
PER USCIRE DALLA CRISI INSIEME”
“Dobbiamo trovare la soluzione per uscire insieme dalla crisi: imprese, banche, famiglie e Stato”.
È questa la ricetta di Antonio Patuelli, Presidente
dell’Abi, per sbloccare la difficile situazione economica
attuale: una convinzione espressa in maniera decisa
nel corso dell’intervento che ha
concluso l’Assise
delle Piccole Imprese organizzata
da Unindustria Bologna.
Nella sua conversazione con gli
imprenditori bolognese, Patuelli (per
la prima volta a Bologna dopo la sua
nomina alla guida
dell’Associazione
Bancaria
Italiana) si è concentrato anche sul rapporto tra banche e
imprese sottolineando come “debba esserci una dialettica costruttiva, altrimenti queste due componenti,
operando da sole, non riusciranno ad emergere dalla
crisi, perché sono oppresse da un carico fiscale pesantissimo”.
Il numero uno dell’Abi ha inoltre analizzato le dinamiche che hanno portato al complesso quadro odierno,
48 FARE
partendo da un confronto tra la crisi attuale e quella che
aveva colpito l’Italia all’inizio degli anni ’90. “La differenza
fondamentale consiste nel debito pubblico che in questi
20 anni in Italia è cresciuto in maniera vertiginosa e rappresenta la vera palla al piede dell’economia produttiva,
sia per le industrie
coi comignoli sia
per quelle finanziarie”, ha spiegato
Patuelli.
Infine, il Presidente
dell’Abi ha delineato gli orizzonti
futuri auspicando
un nuovo percorso,
anche culturale,
che possa portare
ad una soluzione
della crisi: “Oggi
in Europa viviamo
un’esplosione delle
contraddizioni con un mercato unico e una moneta unica, ma gradi di tassazione e sistemi normativi nel settore bancario differenziati. Il progetto di Unione bancaria
europea garantirà maggiore competitività”, ha concluso
Patuelli.
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4
assemblea
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Quando le imprese danno
il “rating” alle banche
di Giacomo Ruggero
I dati dell’ultimo Osservatorio banche di
Unindustria evidenziano un leggero miglioramento del rapporto qualitativo tra imprese e
Istituti di credito.
Promosse, ma con riserva: quando a
esprimere il rating sulle banche sono
le imprese. A scattare la fotografia
dell’altra parte dello sportello, quella
del cliente, è l’Ufficio Centro studi
di Unindustria Bologna che ha puntato il suo obbiettivo sulla relazione
imprese-istituti di credito. Facendo
parlare pmi e grandi.
“La diffusa percezione di un drammatico peggioramento della situazione finanziaria ha convinto Unindustria Bologna – spiega il Centro
studi – a verificare lo stato dell’arte
di questo rapporto” all’alba del 2013.
Analisi in tempo reale. Strumento del
report, il dialogo, attraverso questionario, con 187 associati di cui ben 96
con un fatturato minore o uguale a
cinque milioni di euro (discrimine
nella ponderazione del rischio secondo Basilea 2).
Non mancano le sorprese da un’indagine che, nel complesso, “assegna
un voto superiore alla sufficienza e in
lento miglioramento” alla convivenza
banche-impresa.
Inevitabile punto di partenza: la recessione. Per il 49%, il 2012 è stato
peggiore; per il 21% stabile e per il
30% migliore. Oscillazioni differenti
per le piccole: il 50% lo bolla come
peggiore, il 25% migliore e il 25%
invariato.
Questo, per via San Domenico, è
probabile abbia avuto ripercussioni
anche sulla finanza d’impresa. Un
primo effetto sembra essere stata la
contrazione dei rapporti bancari:
il 51% ha tre istituti di riferimento
(41% nel 2012); il 23% da 4 a 5; il
12% da 6 a 8 e il 14% oltre 8. A far
da contraltare, il 68% delle piccole
che ‘parla’ con tre banche (59% nel
2012); il 23% da 4 a 5; il 5% da 6 a
8 e il 4% oltre 8. A gestire il dialogo:
l’imprenditore (37%; 45% nella piccola); l’ad o il dg (21%, idem per la
piccola); il responsabile amministrativo o finanziario (42%; nella piccola
il 34%).
Altro aspetto finito sotto il grandangolo, i movimenti. Negli ultimi
tre mesi, al 6% (senza distinzione) è
stato chiesto di rientrare dagli affidamenti. Tre punti percentuali in meno
rispetto all’anno scorso (9%, per le
piccole 12%). Di non poco conto
è l’osservazione del Centro studi: le
due cifre vanno sommate. Il 6% non
è sostitutivo, ma aggiuntivo al 9%.
Dopodiché, si è passati a scandagliare
la domanda. Il 24% ha chiesto nuovi
finanziamenti (26% nel 2012), mentre il 21% ha ricevuto un secco no
(26%). Tra le piccole, il 27% (28%)
chiede e il 22% (35%) se lo vede rifiutare.
Se paragonati, per i tecnici, i due
dati sono meno negativi di quanto
appaia: è possibile che chi ha chiesto
finanziamenti a fine 2012 abbia reiterato la richiesta nel 2013, mentre
chi ha subito richieste di rientro nella seconda metà del 2012, non può
FARE 51
essere annoverato tra chi l’ha subito
nella 2013. In altri termini, il 5% segnala un rifiuto alla richiesta di nuovi
finanziamenti, cifra inferiore al quasi
7% del 2012.
Definito il quadro, si è entrati nel
cuore della ricerca con il giudizio
sul modus operandi. Quattordici gli
istituti, ben radicati sul territorio,
valutati (voto: da 1 a 5, sufficienza
3): Unicredit, Gruppo Bper, Carisbo – Intesa S.Paolo, Federazione
delle Banche di Credito Cooperativo
dell’Emilia-Romagna, Banco Popolare, Bnl, Banca di Bologna, Banca
di Imola-CariRavenna, Caricento,
Mps, Bpm, Credem, Unipol Banca
e Ubi Banca.
Quattro i fattori da ‘recensire’: comprensione dell’attività imprenditoriale; l’essere in grado di saper fare la
banca; correttezza formale del rapporto bancario e affidabilità sostanziale del confronto. Dai voti emerge
52 FARE
appunto un complessivo giudizio di
sufficienza piena, anzi più piena del
sistema bancario se raffrontata al
2012: 3,2 contro il 3,1. Una differente sfumatura figlia, forse, di una
consapevolezza leggermente maggiore che gli istituti, adesso, abbiano minori margini discrezionali per scelte
arbitrarie.
Scomponendo la nuance, si nota una
più efficace comprensione del business imprenditoriale (2,8 nel 2010;
3,2 nel 2013), da sempre uno dei
punti più dolenti del rapporto. Un
tratto che s’intreccia con una più alta
competenza nel saper fare il mestiere
di banca (da 3,2 nel 2010 a 3,4 nel
2013). Insomma le imprese riconoscono agli istituti la capacità di saper
fare il mestiere ai propri fini più di
quella che è la capacità di dare valore
al business delle imprese clienti.
Ultime due sfumature affini, ma con
punte di contrasto, sono l’affidabilità
del sistema e la correttezza formale del
rapporto bancario.
La prima è in netta
risalita (da 3,2 nel
2010 a 3,4 nel 2013
non tanto, però, da
controbilanciare la
seconda, ben superiore (3,5 dal 2010
al 2013).
“I dati di quest’ultimo Osservatorio
evidenziano un piccolo miglioramento
in quasi tutti i parametri di giudizio, in
buona parte dovuto
ad una maggiore
attenzione critico
costruttiva dell’imprenditore verso il rapporto con gli
Istituti. Il vero punto debole resta la
‘comprensione del proprio business’,
a cui gli imprenditori assegnano un
punteggio medio di 3,2, contro i 3,4
della preparazione tecnica, i 3,5 della correttezza formale e i 3,3 dell’affidabilità sostanziale – commenta
Daniele Salati Chiodini, Consigliere
delegato a Credito e Finanza – In
particolare, quest’ultimo dato dimostra come non tutta la clientela senta
la banca come vero supporto nelle
fasi di difficoltà, al di là della correttezza e della professionalità”.
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FARE 53
RICOSTRUIAMO!
54 FARE
Foto Protezione Civile Nazionale
FARE 55
1
terremoto
Con l’aiuto degli imprenditori
nascerà “La Casa dei giovani”
Il Consiglio Direttivo di Unindustria ha deliberato all’unanimità
di destinare i fondi dell’iniziativa “Ricostruiamo!”
alla realizzazione di un luogo aggregativo a Crevalcore.
Che la solidarietà cementifichi le comunità meglio della malta e dei mattoni lo ha dimostrato sulla propria
pelle l’Emilia. Un anno dopo il sisma
che ha colpito le province di Bologna,
Modena e Ferrara, provocando 27
vittime (tra cui anche due imprenditori) e danni incalcolabili all’economia del territorio, grazie all’impegno
di tanti, la vita è ricominciata e molte
attività sono ripartite. Ma resta ancora tanto da ricostruire. A cominciare
dai luoghi di aggregazione.
È proprio qui che Unindustria Bologna ha deciso di inserire il proprio
“mattone”. L’Associazione, infatti,
dopo le scosse del 20 e 29 maggio
2012 ha istituito una raccolta fondi
per contribuire alla ricostruzione delle zone più colpite. “Ricostruiamo!”
è il nome dell’iniziativa che ad oggi,
dopo quasi un anno, grazie alla generosità delle aziende, ha raccolto ben
278.215 euro. Le imprese hanno versato 178.215, mentre 100.000 sono
stati stanziati direttamente dall’associazione, che ha alimentato i fondi
“raddoppiando” ciascuna donazione
fino al tetto massimo stabilito (e fissato, appunto, a 100.000 euro).
Proprio nell’ottica di una ricostruzio-
56 FARE
ne non solo urbanistica, ma anche e
soprattutto “umana”, tramite il ripristino dei principali servizi per le famiglie nei territori colpiti dal sisma,
il Consiglio Direttivo di Unindustria
Bologna del 30 gennaio scorso ha deliberato all’unanimità di destinare il
ricavato della raccolta fondi a favore
della costruzione della “Casa dei giovani” di Crevalcore. Una scelta volta
a dare un forte segnale di ritrovata
vivacità e dinamismo di un luogo
centro e simbolo di Crevalcore come
la chiesa, i cui locali adiacenti ospitavano molte attività ad oggi ancora
sospese dopo il drammatico sisma,
tra le quali un’associazione onlus che
offriva ripetizioni gratuite ai ragazzi
bisognosi. Con la somma raccolta da
Unindustria Bologna viene garantito
l’avvio dei lavori per la costruzione di
un piano dell’oratorio dove concentrare doposcuola, ripetizioni e feste
per i compleanni dei bambini, restituendo così a quel luogo l’importante ruolo aggregativo e solidale che
incarnava. Le imprese hanno inoltre
proposto di indire una gara tra tutti i giovani architetti di Crevalcore
al fine di predisporre progetti per la
costruzione della nuova ala dell’ora-
torio. Al vincitore, che riceverà anche
un premio in denaro, verrà assegnata
la gestione della somma e dei relativi
lavori, dietro l’egida di una commissione composta da membri di Unindustria e rappresentanze del Comune
e della parrocchia di Crevalcore.
La raccolta fondi “Ricostruiamo!” è
stata solo l’ultima di una serie di iniziative avviate da Unindustria Bologna che nei giorni seguenti il sisma si
è attivata in moto per dare il via una
rete di solidarietà tra gli imprenditori, facilitando il recupero di materiali
e attrezzature di prima necessità e
mettendo gratuitamente a disposizione delle aziende danneggiate dal
terremoto 50.000 metri quadrati di
capannoni sfitti per garantire continuità di produzione. Un percorso
che ha contribuito a mantenere alta
l’attenzione sul territorio provinciale,
le imprese e le famiglie colpite e che
non si è limitato agli interventi della
prima fase di emergenza ma ha avuto
una visione di più ampio respiro per
essere ancora, a distanza di un anno,
di supporto alla ricostruzione. E non
solo di quella fisica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RICOSTRUIAMO!
Con il vostro impegno restituiremo
alla comunità di Crevalcore
la “Casa dei giovani”, lo spazio ricreativo
dedicato alle attività dei ragazzi,
distrutto dal sisma del maggio 2012.
Un piccolo passo verso la ricostruzione
dei nostri luoghi, ma soprattutto
delle vite di ogni giorno.
GRAZIE!
per il tuo contributo:
IBAN IT 25 P 05387 02418 000000466777
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FARE 57
« Bologna,
JE T’AIME
MOI NON PLUS »
58 FARE
1
turismo
Una ricerca condotta in collaborazione con
Nomisma ha rivelato come i nuovi turisti
apprezzino sempre di più la città delle Due
Torri, che da parte sua però dimostra di non
essere abbastanza preparata.
di M.T.
Troppo grande per proporsi come città museo, troppo piccola per attirare
eventi di richiamo internazionale.
Così Bologna rischierebbe di rimanere fuori dalle mappe turistiche, compressa com’è tra due “giganti” quali
Venezia e Firenze. Invece l’indagine
realizzata da Nomisma per conto di
Unindustria Bologna ribalta ogni
pronostico. La città delle Due Torri
infatti, per i suoi tratti identitari, per
l’alta qualità dei servizi offerti, e per
quel fortunato mix di caratteristiche
che la rendono unica, sta registrando una crescita sempre maggiore di
visitatori, in particolare di quelli provenienti dai Paesi emergenti. Sono
queste le tendenze più interessanti
che emergono dalla ricerca condotta
tra gli ospiti degli alberghi dell’hinterland bolognese, attraverso circa
1.000 questionari sottoposti ai turisti
negli hotel, on-line e in rilevazioni
dirette all’Aeroporto “Guglielmo
Marconi” di Bologna nel periodo
aprile 2012-marzo 2013.
Bologna viene vista come una meta
dove andare volentieri (l’88% degli
intervistati ci tornerebbe), ma che
oggi non offre motivazioni sufficienti
per restarci a lungo: la permanenza
media, infatti è di poco più di due
giorni, con un calo dell’11% circa
rispetto al 2000, quando era circa di
due giorni e mezzo.
L’evoluzione dei flussi turistici nella
provincia bolognese (1,6 milioni di
arrivi e 3,4 milioni di presenze totali nel 2012, +9% circa rispetto al
2000), con un movimento in forte
recupero dopo le perdite comportate dal terremoto (a novembre 2012
+46.644 presenze rispetto al novembre 2011), dimostra l’appeal della
città dei portici che conquista in
particolare la clientela straniera, il cui
numero complessivo di presenze è in
costante crescita, con un incremento
addirittura dell’87,5% negli ultimi
cinque anni per quanto riguarda le
presenze dei “nuovi” clienti provenienti dai Paesi emergenti.
Se i clienti stranieri “tradizionali” (da
Regno Unito, USA, Spagna, Germania, Francia e Olanda) costituiscono
ancora la componente più significativa in termini di numero di presenze
(oltre il 40%), di grande rilevanza è
il dato che riguarda i “nuovi” turisti
in arrivo da Russia, Cina, Brasile e
Turchia, specie in relazione alle risorse che sono capaci di immettere
nel sistema economico locale. Si tratta infatti di Paesi in grande crescita
FARE 59
economica e che, pur rappresentando ancora “solo” il 12,9% del totale
delle presenze straniere, portano al
territorio un indotto importante grazie ad una spesa turistica giornaliera
pro capite di oltre 200 euro (circa 25
euro in più della media), elemento
questo che potrebbe favorire la ricerca di nuovi mercati proprio là dove
il potere d’acquisto sta aumentando
velocemente.
La crescente apertura internazionale
del territorio è confermata anche dai
dati del “Marconi” di Bologna, unico
grande aeroporto italiano in crescita (+ 4,8% dei passeggeri nel primo
trimestre del 2013) insieme a quello
di Venezia. Dal 2008, anno di introduzione delle compagnie low cost
nello scalo bolognese, il numero dei
passeggeri internazionali è in costante incremento e nei primi due mesi
del 2013 ha fatto segnare un +7,6%
rispetto allo stesso periodo del 2012.
Anche analizzando altri asset del
territorio balza all’occhio il peso dei
visitatori stranieri: è in grande ascesa
negli ultimi anni l’incidenza percentuale degli espositori esteri sul totale
della Fiera di Bologna (36,2%) e si
conferma significativa quella dei visitatori stranieri (9,5%), così come fa
registrare un trend positivo la percentuale di congressi di respiro internazionale (18,5%) su quelli totali gestiti da Bologna Congressi.
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60 FARE
2
turismo
La Presidente del Settore Turismo di Unindustria Bologna chiede una riflessione
sugli orari di apertura dei negozi.
Di Giansante: ora costruire
una strategia turistica
La ricerca condotta da Nomisma è
un ottimo punto di partenza per sviluppare strategie di marketing territoriale. A scommetterci è la Presidente del settore Turismo di Unindustria
Bologna, Marianna Di Giansante,
che sottolinea l’importanza di basare
le pianificazioni future su studi dettagliati per mettere le ali a un settore
che a Bologna stenta a decollare.
Dott.ssa Di Giansante, qual è l’utilità
di un’analisi di questo tipo?
“L’utilità è prima di tutto strategica.
Bologna infatti ha iniziato da poco
a mettere in cantiere un progetto
turistico. Come fa ogni imprenditore, prima di realizzare un prodotto o predisporre un investimento, è
necessario studiare dettagliatamente
i segmenti di mercato. Allo stesso
modo, ogni progetto serio di promocommercializzazione deve fare riferimento a dei dati reali. Non ci si può
improvvisare”.
Qual è la specificità della ricerca condotta da Nomisma?
“Fino ad ora i dati a disposizione degli operatori del turismo erano solo
quelli della Provincia
sulla ricettività alberghiera, che però nulla
dicevano sulla ‘qualità’
dei visitatori. Nomisma
è riuscita per la prima
volta a tracciare un identikit preciso che ci fa capire, ad esempio, come si
muove e quanto spende
il turista business piuttosto che quello leisure. E
con quali mezzi scelgono
di raggiungere la città,
ad esempio. Inoltre si
tratta di un’analisi che copre l’intero
arco di un anno, il che significa che
ha preso in considerazione tutte le
fiere e tutte le stagioni. E’ un fatto
molto importante per una città come
Bologna connotata da una forte stagionalizzazione”.
Uno degli aspetti più interessanti emersi dall’analisi è la capacità di spesa delle varie tipologie di turista.
“Esatto. Questa ricerca dimostra
statisticamente che i turisti che pro-
FARE 61
62 FARE
vengono dai Paesi Brics, ad esempio,
spendono mediamente di più rispetto agli altri. Oppure che il visitatore
che raggiunge Bologna con voli low
cost spende molto poco. Questo dato
ci dovrebbe far riflettere sul tipo di
turista che vogliamo attrarre, anche
in funzione dell’uso della città che
desideriamo”.
A proposito di stagionalizzazione, qual
è l’aspetto che è certamente da migliorare?
“C’è un dato molto significativo che
riguarda le presenze turistiche ad agosto. La metà dei visitatori intervistati
in quel periodo hanno dichiarato che
non tornerebbero a Bologna. Le motivazioni le possiamo immaginare:
gli esercizi sono quasi tutti chiusi, gli
eventi e le iniziative si riducono drasticamente”.
L’orario dei negozi è anche uno dei
punti critici additati dai turisti tutto
l’anno.
“Proprio così. I negozi chiudono
troppo presto e i ristoranti hanno
orari poco flessibili che difficilmente
si adattano con le esigenze dei turisti
internazionali.
Basta immaginare un turista congressuale o della Fiera che si reca in centro dopo una giornata di lavoro, alle
19-19.30 e trova tutto chiuso. Ecco,
su questo punto credo che si debba
aprire una riflessione, per capire in
quale direzione debba andare il turismo della nostra città”.
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FARE 63
64 FARE
COSA NON VA: ORARI DEI NEGOZI, GRAFFITI
E POCHE INFORMAZIONI
Gli aspetti valutati in maniera maggiormente positiva
nei questionari sono la qualità e il numero di attrazioni turistiche offerte dal territorio bolognese (premiate
rispettivamente con il 60% e il 59% di risposte ‘alto’ o
‘molto alto’), mentre basso (solo il 46%) è il grado di
soddisfazione per i servizi turistici. Uno scostamento
dovuto in particolare all’esigenza espressa dagli intervistati di poter accedere a più informazioni turistiche,
sopratutto in inglese, e di migliorare la motivazione
delle persone che lavorano nei luoghi del turismo, elementi che evidenziano un potenziale ancora inespresso. Gli altri tasti dolenti secondo l’opinione dei clienti
intervistati riguardano invece la viabilità e gli orari dei
negozi (entrambi con il 57% di risposte pari o inferiori a
‘medio’), nonché l’arredo urbano (54%). Nel dettaglio,
gli intervistati evidenziano soprattutto la ‘ristrettezza’
degli orari di negozi e ristoranti, criticando l’assenza
dell’orario continuato, e manifestano la necessità di
migliori indicazioni stradali e più panchine, nonché di
una miglior pulizia e manutenzione dei portici, sottolineando la presenza di troppi graffiti in città.
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FARE 65
RUSSI, CINESI, BRASILIANI E TURCHI:
ECCO CHI SPENDE DI PIU’
La spesa turistica media pro capite giornaliera nella
provincia bolognese è pari a 175 euro. Esaminando
nello specifico l’indotto generato dai turisti stranieri,
emerge chiaramente come i visitatori dei paesi “tradizionali” (Francia, USA, Regno Unito, Germania e Spagna) spendano meno della media (169 euro), mentre i
“nuovi” clienti (Russia, Cina, Brasile e Turchia) incidano in maniera significativa sulle risorse fatte entrare
nel sistema economico locale grazie ad una spesa turistica giornaliera pro capite di 201,1 euro (ben 26 euro
in più della media).
Se si pone la lente di ingrandimento sulle voci di spesa
si può notare come questa si suddivida in quella diretta
alberghiera per poco più della metà (50,9%) e per l’altra
metà in spesa indotta su ristorazione, abbigliamento,
trasporti, altri alimentari e spettacoli.
Scomponendo poi la spesa in base ai vari aspetti del
viaggio, si evince come a spendere di più siano i visitatori che si recano a Bologna per partecipare a congressi o in generale per motivi di lavoro, quelli che arrivano
in città utilizzando un’auto a noleggio o aziendale e,
ovviamente, i clienti che soggiornano in hotel di categoria elevata. Elementi che possono portare a diverse
riflessioni, anche nell’ottica di individuare un disegno
condiviso della direzione che si vuole imprimere al turismo cittadino bolognese, evidenziando ad esempio
come chi raggiunge Bologna con compagnie low cost
porta molte meno risorse di chi lo fa tramite voli di linea
(147 euro la spesa media di chi vola in low cost, oltre
190 euro quella di chi usa aerei di linea).
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66 FARE
FARE 67
RESPONSABILITÀ SOLIDALE
TRIBUTARIA NEGLI APPALTI:
UN ONERE INACCETTABILE
SULLE SPALLE
DELLE IMPRESE
NEWS
unindustria
Elena Boromeo
Francesca Aufiero
Marco Taddei
68 FARE
Lo scorso 12 agosto, con il cosiddetto Decreto Crescita, è entrata in
vigore la normativa sulla “responsabilità solidale tributaria” nell’ambito
dei contratti di appalto e subappalto
di opere e servizi (D.L. numero 83
del 2012 art. 13-ter). Una norma che
di fatto scarica sulle aziende l’onere
di controllare il corretto pagamento
delle imposte da parte delle imprese
fornitrici. Unindustria Bologna si è
appellata alle Istituzioni e al Governo perché venga abolita al più presto
questa ingiusta ed inapplicabile norma che sta provocando ritardi inaccettabili nei pagamenti delle fatture,
e che alimenta una burocrazia già abnorme, accrescendo i costi e facendo
produrre montagne di carta anche
per contratti esigui.
Più esattamente, la disposizione prevede che l’appaltatore e il committente siano responsabili anche per il
versamento di ritenute sui redditi di
lavoro dipendente e Iva dovute dal
subappaltatore per quanto riguarda
le prestazioni effettuate nell’ambito
del contratto. “Il buon senso vorrebbe che un compito ispettivo così
delicato facesse capo all’Amministrazione Finanziaria e non alle imprese,
che devono farsi carico di un ruolo
di controllo che non gli compete,
oltretutto impiegando tempo e risorse proprie” ha spiegato Daniele
Salati Chiodini, Vice Presidente di
Unindustria Bologna con delega al
Credito. “Nessuno può rispondere
dei mancati versamenti di altri sog-
getti. È necessario evitare che le conseguenze di questa legge possano definitivamente compromettere la già
delicata situazione economica delle
nostre aziende”, conclude il Vice Presidente di Unindustria Bologna.
DALL’ALLEANZA
UNINDUSTRIA-UNIBO
NASCE ALMA CUBE SRL
L’INCUBATORE CHE FARÀ
CRESCERE NUOVE IMPRESE
Generare start-up eccellenti e altamente innovative, accompagnando
i giovani talenti che provengono dal
mondo universitario in un percorso imprenditoriale di successo. Con
questo obiettivo è nato Alma Cube
Srl, l’incubatore dell’Università di
Bologna che da marzo scorso ha visto
l’ingresso di Unindustria Bologna nel
ruolo di co-promotore del progetto.
Si tratta della prima esperienza in
Italia in cui l’Università e l’Associazione di Industriali costituiscono
una società di capitale per accelerare
i processi di incubazione di progetti
aziendali nati nell’ambito della ricerca accademica, condividendo il rischio d’impresa attraverso una partecipazione nella compagine societaria
della start-up.
Dopo lo scioglimento del Consorzio
di imprese “Alma Cube”, l’Ateneo di
Bologna e l’Associazione degli Industriali hanno dato vita ad una società di capitale partecipata al 50% da
Università e Unindustria Bologna.
L’Ateneo, oltre al marchio, conferisce know how ed esperienza, mentre
Unindustria mette a disposizione servizi di accompagnamento al mercato
e risorse sia economiche sia umane
FARE 69
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UNINDUSTRIA BOLOGNA VINCE CONTRO IL CLICK DAY
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di illegittimità
costituzionale presentato da Unindustria Bologna contro il
“click day” introdotto nel 2009 dal Ministero dell’Economia
per assegnare alle imprese i contributi per ricerca e sviluppo. Sono 328 le aziende che da tutta Italia hanno preso
parte all’azione legale portata avanti da Unindustria Bologna. Con l’ordinanza n. 9026 del 12 aprile 2013, infatti, la VI
sezione tributaria della Corte di Cassazione ha dichiarato
“rilevante e non manifestamente infondata, in relazione
all’articolo 3 della Costituzione, la questione di legittimità
costituzionale” nei confronti dell’art. 29 del Decreto Legge
n. 185/2008, cioè quello del “click day”.
Tale articolo assicurava la fruizione del credito solo a quelle imprese che avessero inviato un apposito formulario al
sito dell’Agenzia
delle Entrate a
partire dalle ore 10
del 6 maggio 2009.
Dopo appena 35
secondi il plafond
stanziato di 1,62
miliardi di euro si
era già esaurito,
escludendo così
moltissime aziende
dai bonus fiscali
per lo svolgimento delle attività.
In particolare, Alma Cube si prefigge
il lancio, ogni anno, di spin off basati su brevetti d’Ateneo ad alto potenziale di crescita organizzativa e di
successo di mercato, che coinvolgano
almeno uno studente o un neolaureato Unibo.
L’incubatore avrà anche il compito
di individuare altre aziende potenzialmente interessate per inserirle
nella compagine societaria delle nuove imprese e di attrarre investimenti
70 FARE
per gli investimenti in ricerca, a prescindere dal merito dei
progetti. Unindustria Bologna, determinata ad ottenere il riconoscimento del diritto acquisito per le aziende escluse dal
beneficio, decise di impugnare il diniego, rivolgendosi alla
Commissione Tributaria Provinciale ed intraprendendo così
un’azione legale contro l’Amministrazione Finanziaria.
“Oggi raggiungiamo un traguardo molto importante. Il pronunciamento della Corte di Cassazione premia finalmente il
nostro impegno a difesa delle imprese, e costituisce un precedente non trascurabile contro tutte le varie forme di ‘click
day’”, ha dichiarato Daniele Salati Chiodini, Vice Presidente
di Unindustria Bologna con delega al Credito.
“Con questa azione legale abbiamo tutelato le imprese più
innovative, che avevano e hanno tuttora il diritto di ottenere
l’interezza dei contributi per l’attività di ricerca e sviluppo che hanno svolto.
Contributi che erano già stati previsti, e che
invece in un secondo momento si sono visti
sottrarre attraverso un meccanismo di assegnazione insensato, che viola il principio
costituzionale dell’uguaglianza”, sottolinea il
Vice Presidente di Unindustria Bologna.
privati.
Dopo il primo anno di avvio, i soci
valuteranno una possibile apertura
multicampus su altri territori, e uno
sviluppo internazionale mediante accordi con Paesi target.
“Il progetto darà nuova enfasi alla
cultura d’impresa, con una attenzione particolare ai giovani. L’obiettivo
dovrà essere quello di favorire per un
numero sempre maggiore di ragazzi
l’ingresso nel mondo del lavoro da
imprenditori, sostenendo al tempo
C
M
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CM
MY
CY
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K
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stesso il ricambio del tessuto imprenditoriale con lo sviluppo di start-up
altamente innovative”, ha dichiarato
il Presidente di Unindustria Bologna,
Alberto Vacchi.
“Il progetto – ha affermato il Rettore dell’Università di Bologna Ivano
Dionigi - parte dall’esigenza dell’Ateneo di svolgere il proprio ruolo in
modo consapevole e responsabile,
valorizzando e finalizzando i risultati
della ricerca. La diversità delle discipline e degli ambiti di ricerca e la ric-
Il generatore DCW partendo da
acqua salata e corrente elettrica
produce acido ipocloroso che è uno
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nell’ambito dei composti a base di
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BENVENUTI NELLA NUOVA SEDE DI VIA SAN DOMENICO
Unindustria Bologna ha una nuova sede: è la “Casa degli industriali bolognesi” di via San Domenico, progettata dall’architetto
Enzo Zacchiroli e voluta dal cavaliere del lavoro, Giorgio Barbieri.
L’edificio è stato inaugurato il 30
maggio dal Presidente dell’Associazione, Alberto Vacchi, che ha
tagliato il nastro alla presenza di
S.E. Angelo Tranfaglia, Prefetto di
Bologna, e dei colleghi imprenditori, dopo la benedizione di S.E.
Card. Carlo Caffarra. La “Casa
degli industriali”, che sorge tra
via Castiglione e la basilica di
San Domenico, è stata costruita
nel 1963 e dunque quest’anno festeggia anche il suo primo mezzo
secolo di storia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
chezza di idee degli studenti saranno
il fulcro e il motore dei futuri spin
off”.
L’UE INCORONA GAIA
“BEST OF THE BEST
PROJECTS”
Contribuire a migliorare la qualità
della vita attraverso la piantumazione
di nuovi alberi nelle zone urbane e
industriali della città, grazie a un impegno diretto delle imprese. È questo l’obiettivo del progetto “Gaia”,
promosso dal Comune di Bologna
in partnership con Unindustria Bologna, Impronta Etica, CNR _IBI-
72 FARE
Il manifesto del progetto “Gaia”
MET e Cittalia, tramite il quale sono
già stati piantati in città 1.000 dei
3.000 nuovi alberi previsti che garantiranno un totale di 9.000 tonnellate
di CO2 compensate.
Il successo di Gaia (www.lifegaia.eu)
è testimoniato anche dall’importante
riconoscimento della Commissione
Europea che lo ha indicato come
progetto “best of bests” fra quelli finanziati dal programma Life dell’Unione Europea, realizzando a Bologna un video che sarà utilizzato come
esempio di buon progetto Life per i
prossimi bandi.
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FARE 73
piante, il progetto Gaia ha già consentito di realizzare gli interventi di
forestazione urbana con la messa a
dimora di nuovi alberi nei parchi di
Villa Angeletti, Tanara, San Donnino e Baden Power, la sistemazione a
verde del Cortile del Pozzo di Palazzo
D’Accursio e la piantagione di alberi in alcuni lotti dell’area industriale
delle Roveri.
Sulle Roveri, in particolare, si è focalizzata l’attenzione di Unindustria
Bologna che, commissionando la
realizzazione di un masterplan per la
sistemazione paesaggistica dell’area
industriale, ha voluto evidenziare le
potenzialità di riqualificazione delle
aree urbane grazie ad un uso attento
del verde.
“La partecipazione di Unindustria
Bologna al progetto Gaia nasce dalla
consapevolezza che le imprese in maniera sempre più convinta investono
proprio sul territorio in iniziative
a finalità ambientale e sociale - ha
sottolineato Roberto Kerkoc, Vice
Presidente di Unindustria Bologna siamo soddisfatti dei risultati ottenuti dal progetto, al quale hanno già
aderito numerose aziende, e molto
orgogliosi del riconoscimento ricevuto dalla Commissione Europea”.
BOOM DI ESPOSITORI
INTERNAZIONALI
PER PHARMINTECH
Sold out di espositori per la quarta
edizione di Pharmintech, la rassegna della filiera tecnologia al servizio
dell’industria farmaceutica parafarmaceutica e nutrizionale, che si è tenuta dal 17 al 19 aprile alla Fiera di
Bologna. La manifestazione quest’anno ha ospitato 315 espositori, il 34%
dei quali esteri, confermandosi eccellente ribalta per la produzione
farmaceutica italiana che, con punte
di export del 90%, vanta già un’altissima reputazione sui mercati globali.
Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Messico, Olanda, Polonia, Russia, Spagna, Svezia, Svizzera, Taiwan
e Turchia i Paesi da cui provengono
i produttori, cui si sono aggiunte le
rappresentative di USA e Cina. La
presenza di 12 delegazioni delle più
importanti case
farmaceutiche del
mondo ha confermato l’interesse internazionale
dell’evento.
“L’edizione 2013
ha coinciso con la
prima uscita della
società Pharmintech srl - dichiara
Roberto Kerkoc,
Vice Presidente
Visita ai padiglioni con il Presidente di Bolognafiere Duccio CampaUnindustria
gnoli, Giampaolo Vitali autore indagine congiunturale, il Presidente di di
Pharmintech Srl Roberto Kerkoc, l’AD di Pharmintech Srl Guido Cor- Bologna e Prebella, il Presidente di Pharmintech 2013 Sergio Dompé
sidente
Phar-
74 FARE
mintech srl - una società nata dalla
collaborazione fra tre partner d’eccellenza, cioè Bologna Fiere, Ipack-Ima
e Unindustria Bologna.
Le sinergie fra questi tre grandi partner, che hanno messo a disposizione
della società le loro specifiche competenze e le loro professionalità, hanno
portato al felice esito di questa iniziativa”. Ora, annuncia il Vice Presidente di Unindustria Bologna, “visto
il raggiungimento di questo primo
obiettivo con risultati più che soddisfacenti, intendiamo investire sulla
prossima edizione di questa grande
rassegna del farmaco con l’apporto
di tutte le componenti societarie. In
particolare, lavoreremo affinché anche la prossima edizione di Pharmintech, che avverrà nel 2016, sempre a
Bologna, riunisca e rappresenti non
solo l’eccellenza della produzione bolognese, ma tutto il meglio della tecnologia europea e mondiale di questo
settore”.
FARE BUSINESS NELLE ZONE
CALDE DEL MONDO:
RISCHIO O OPPORTUNITA’?
Gli ultimi anni hanno visto alcuni
Paesi del bacino del Mediterraneo e
del Golfo attraversati da tensioni o
gravi conflitti.
In molti casi si tratta di Paesi che si
stanno gradualmente riaffacciando
al commercio internazionale, ma che
vivono tuttora una fase di difficile
riassesto politico ed istituzionale: in
particolare, sono Tunisia, Libia, Egitto, Iran, Iraq e Siria.
Oggi la crisi di questi Paesi rappresenta più un rischio o un’opportunità
per le aziende italiane?
FARE 75
Per rispondere a questa domanda,
il servizio Internazionalizzazione di
Unindustria Bologna ha organizzato
lo scorso 8 maggio un seminario dal
titolo “Operare e fare business nelle
zone calde del mondo”.
Si tratta di mercati importanti per le
aziende italiane, che negli ultimi anni
si trovano a fare i conti con le difficoltà crescenti dovute alle crisi politiche.
Lo dimostrano i dati dell’export, che
verso questi sei Paesi si sono significativamente ridotti in corrispondenza
dei conflitti locali, per poi conoscere
– in alcuni casi – una rapida ripresa.
Per quanto riguarda l’Emilia Romagna, il valore delle esportazioni è passato da 1,4 miliardi di euro nel 2009
a poco più di 1 miliardo di euro nel
2012.
Più nel dettaglio, è crollato l’export
verso la Siria (da 93 milioni di euro
nel 2009 a 31 milioni nel 2012),
l’Iraq (da 201 a 68 milioni) e la Libia (da 169 milioni nel 2009 a 29
nel 2011, per poi tornare a 136 nel
2012).
È più ridotto, invece, il calo delle
esportazioni delle aziende della provincia di Bologna verso questi sei Paesi. Si è passati da circa 290 milioni
di euro di valore delle esportazioni
nel 2009 a 257 milioni nel 2012.
Andando a guardare i singoli Paesi,
si nota che a soffrire di più è il mercato siriano (da poco meno di 25 milioni nel 2009 a poco meno di 6 nel
2012), assieme a quello iraniano (da
94 milioni nel 2009 a 75 nel 2012)
e a quello libico (da 18 milioni nel
2009 a 5 nel 2011, e 14 nel 2012).
La provincia di Bologna da sola rappresenta un quarto dell’export dell’Emilia Romagna verso Tunisia, Libia,
Egitto, Iran, Iraq e Siria.
Sul tema, lo scorso 8 maggio nella
76 FARE
Sala dei Cento della sede Carisbo
in via Farini 22, si sono confrontati
Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes, Youssef Tadros, Former
Export Counselor Embassy of France
in Egypt e attualmente funzionario
internazionalizzazione di Unindustria Bologna, Claudio Perrella dello
Studio legale LS Lexjus Sinacta Bologna, Matteo Scagliarini, Presidente
di Andrea Scagliarini Spa Broker di
assicurazioni e Giuseppe Gradi, del
Servizio Internazionalizzazione Imprese di Intesa Sanpaolo.
LE AGENZIE PER IL LAVORO
SPIEGANO
LE CARTE VINCENTI
DELLA SOMMINISTRAZIONE
Il mercato del lavoro è completamente cambiato e sempre di più le imprese, per essere competitive, richiedono
lavoro flessibile. Che non coincide
necessariamente con il lavoro precario. Uno degli strumenti che meglio
interpretano questa rinnovata esigenza di un mercato del lavoro elastico è
la somministrazione. Oggi, le Agenzie per il lavoro, che rappresentano
attori polifunzionali a cui le imprese
più evolute possono guardare come
partner strategici per
definire tutte le dinamiche inerenti le risorse umane, proprio grazie a questa tipologia
contrattuale offrono la
migliore flessibilità sia
per le aziende clienti
che per i lavoratori.
Per illustrare al meglio le prerogative di
questo strumento, la
Sezione delle Agenzie per il lavoro
di Unindustria Bologna sta realizzando una brochure da distribuire
alle imprese associate, che riassume
gli aspetti salienti della flessibilità in
entrata e evidenzia i vantaggi della
somministrazione di lavoro per i minori vincoli dell’istituto, le modalità
di utilizzo più flessibili e i minori costi ed adempimenti burocratici. Sullo
stesso tema, inoltre, verranno organizzati dei workshop specifici.
In questi anni – come spiega la Sezione Agenzie per il lavoro – è cambiato
il modo con cui le imprese utilizzano la somministrazione. Le missioni sono più lunghe e le retribuzioni
mediamente più alte, dal che si può
desumere che cresce la percentuale di
lavoratori qualificati. Al lavoratore
si garantiscono tutele e retribuzioni
uguali a quelle del lavoro alle dirette dipendenze dell’azienda. Inoltre,
grazie al contributo degli Enti bilaterali, Forma.Temp ed Ebitemp, la
somministrazione offre ai lavoratori
tutele e garanzie integrative, al punto
da rappresentare un modello positivo
da valorizzare.
Il nuovo scenario creato dalla riforma Fornero, inoltre, impone un
cambiamento nelle dinamiche che
si esplicano nel mercato del lavoro
con riflessi positivi per la sommini-
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strazione: l’unica forma di flessibilità
riconosciuta come positiva sia dalle
imprese che dai sindacati – sottolinea
ancora la Sezione Agenzie per il lavoro di Unindustria Bologna – perché
coniuga tutele e giusta retribuzione
per il lavoratore con esigenze di temporaneità di alcune attività aziendali.
Nell’attuale situazione del mercato
del lavoro, con tassi di disoccupazione già ad alti livelli, le Agenzie
costituiscono dunque una possibilità
di miglioramento della situazione,
specie per i più giovani e per coloro
che con maggiore difficoltà riescono
a rientrare in tale mercato, come conferma anche una recente indagine di
fonte sindacale secondo la quale oltre
l’80% di lavoratori che hanno sperimentato l’irregolarità lavorativa sono
usciti dal segmento del sommerso
proprio grazie alle Agenzie del lavoro
e alla somministrazione. Un crescente apprezzamento verso le Agenzie è
ribadito anche dai dati dell’indagine
IPSOS - Assolavoro della fine del
2011, che evidenzia come in pochi
anni la percentuale di coloro che le
paragonano al “lavoro nero” sia scesa
dal 35% al 17%, mentre quella di chi
le considera una forma moderna del
mercato del lavoro è salita dal 42%
al 54%.
ACCORDO CON BNL
PER FAVORIRE
LE RETI D’IMPRESA
Le aziende che fanno rete da oggi
hanno uno strumento in più per
crescere, sviluppare nuovi progetti e
internazionalizzarsi. BNL e Unindustria Bologna hanno siglato, infatti,
un accordo di collaborazione com-
78 FARE
merciale “Reti di impresa e competitività”, che prevede forme di finanziamento dedicate agli associati che
hanno sottoscritto un contratto di
rete.
BNL, con questo accordo, sosterrà i
progetti delle imprese attraverso finanziamenti ad hoc, che andranno
niele Salati Chiodini - Come Associazione desideriamo fornire, anche
attraverso un coordinato calendario
di incontri, una costante e puntuale
attività di assistenza e consulenza alle
imprese, condividendo con BNL le
reciproche conoscenze ed esperienze
sulla diffusione del modello delle reti
di impresa nel sistema
economico e produttivo del territorio”.
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Ernesto Di Giacomo Responsabile Centro Imprese Territoriale di BNL, Marco Barbi Direttore Centro Affari Territoriale di
BNL e Daniele Salati Chiodini Consigliere Delegato al Credito
di Unindustria Bologna
da un minimo di 20 mila euro a un
massimo di 3 milioni. Le imprese,
inoltre, attraverso BNL, avranno la
possibilità di accedere a specifici plafond messi a disposizione dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI),
che prevedono condizioni agevolate.
Alla firma della partnership sono intervenuti, per Unindustria Bologna,
il Vice Presidente con delega al credito Daniele Salati Chiodini; per BNL,
Marco Barbi, Direttore Centro Affari
Territoriale Corporate - Bologna,
Romagna, Marche e Ernesto Di Giacomo, Responsabile Centro Imprese
Retail Bologna. “L’accordo ha lo scopo di svolgere una incisiva ed efficace
attività di sensibilizzazione e crescita
culturale circa l’importanza dell’aggregazione in rete – ha spiega Da-
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