Riflessioni per campo da golf in Maglione

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Riflessioni per campo da golf in Maglione
Maglione, 15 Marzo 2013
LETTERA APERTA
Oggetto: Maglione, assemblea del 15 Marzo 2013 sul progetto “Campo da golf”:
opinioni espresse da alcuni cittadini nel corso del dibattito
L’ ipotesi dell’ impianto di un campo da golf in Maglione non è stata da noi accolta in modo
superficiale, ma è stata attentamente valutata dal punto di vista razionale, anche se ha suscitato in
noi un sussulto di sentimenti che derivano dalle radici delle nostre famiglie profondamente legate
alla terra e al nostro paese.
Abbiamo riflettuto se il campo da golf poteva rappresentare una vera opportunità per i nostri
giovani e per il nostro paese, e se valeva la pena privarci di quella terra che i nostri nonni ci hanno
conquistato a prezzo di privazioni ed emigrazione in Argentina, e che i nostri genitori hanno
faticosamente coltivato.
Quella terra ha dato un reddito, ha permesso ai nostri genitori di farci studiare, e a noi di costruire
le nostre case, ha dato quindi alla nostra generazione molti benefici.
Ci siamo poi informati su quanto incide un campo da golf sul territorio e non ci siamo fatti un’ idea
positiva.
Noi conosciamo bene il nostro terreno, perché molti di noi ci lavorano e ci vivono tutti i giorni e
ben sappiamo che la sua essenza è fragile, al di là dell’ esistenza o meno di vincoli idrogeologici.
Siamo consapevoli che un campo da golf colpisce il delicato equilibrio dell’ ecosistema esistente,
che ha garantito da sempre la nostra sicurezza da frane ed alluvioni; compromette la biodiversità;
rende impossibile fare agricoltura; modifica per sempre il nostro paesaggio, consuma volumi di
acqua ed inquina ben al di là dell’ agricoltura convenzionale; genera cementificazione, quantunque
ci si sforzi di ridurla al minimo.
I posti di lavoro che offre non sono qualificati, i flussi turistici ipotizzati potrebbero venire anche
attraverso da altre vie. Dobbiamo essere noi ad ideare un progetto, a nostra misura, senza che ci
venga calato dall’ alto, valorizzando adeguatamente Maglione, situato in un contesto collinare
delizioso e Paese d’ arte, grazie a Maurizio Corgnati.
Pensiamo che non è utile privarci della terra perché una volta venduta, è venduta per sempre.
La terra garantisce il sostentamento e seppure la maggior parte dei giovani hanno percorso altre
strade, in un contesto di crisi, dove ogni giorno chiudono nuove aziende, non vediamo perché
dovremmo togliere ai nostri discendenti la possibilità di ritornare alla terra.
Non vorremmo un domani essere rimproverati dai nostri nipoti che ci potrebbero dire: perché ci
avete venduto la terra, perché ci avete tolto una possibilità, perché ci costringete andare all’ estero
per avere un lavoro qualificato, mentre potevamo crearcelo a casa nostra, con un’ azienda agricola
modello?
Ci rendiamo conto che sia a livello mondiale che a livello locale, c’ è una corsa a comprare terra,
quindi perché noi dovremmo alienarla ?
Per alcuni di noi vorrebbe dire la perdita dell’ intera o di frazioni importanti della proprietà, in
pratica l’ impossibilità di svolgere la professione di agricoltore che da sempre ci ha dato da vivere.
Alcuni di noi hanno affittato la terra, permettendo a dei giovani di fare un’ agricoltura sostenibile.
Nessuna garanzia ci dà lo scambio terra-denaro: quest’ ultimo potrebbe volatilizzarsi in un attimo
nella situazione odierna dove si parla di possibili fallimenti di banche, dove per motivi a noi oscuri,
oppure fin troppo chiari, la BCE o la Banca d’ Italia, devono sostenere le banche con robuste
iniezioni di capitali.
E poi ci cambia forse la vita, avere poche migliaia di Euro in più ?
Anche un bosco da un reddito costante nel tempo, perché o ci scaldiamo o vendiamo la legna e tra
10 anni, si rinnoverà questa possibilità, mentre tra 10 anni non avremo più nemmeno l’ ombra dei
soldi che ci offre il proponente per una giornata di bosco.
Ci dispiace per i cittadini di Maglione che per i motivi più svariati, che rispettiamo, desideravano
vendere le proprie terre: liberi di farlo, ma altrettanto sia per noi che riteniamo di non vendere.
Promettiamo che ci impegneremo per le nostre possibilità e con il sostegno delle Istituzioni e di
tecnici validi, a studiare soluzioni sostenibili per Maglione, in armonia con il “genius loci”, lo
spirito del luogo, che non coincide con un campo da golf.
Non possiamo non ricordare che in terre non distanti da noi, Slow Food e Eataly hanno creato “dal
basso” un progetto vincente, hanno dato alla terra cuneese un valore immenso; non possiamo non
vedere che il valore dell’ Italia all’ estero, oltre che alla moda, è legata alla qualità e alla varietà
dell’ agroalimentare.
Abbiamo sentito Farinetti, dire con orgoglio “noi contadini di Alba, abbiamo aperto negozi a New
York, Chicago …. dove va a ruba il nostro made in Italy, dai vini ai salumi, ai formaggi”
In conclusione riteniamo che il progetto campo da golf non sia consono, né adatto al nostro
territorio, e che abbia un bilancio costo-benefici del tutto negativo per il nostro paese.
Un gruppo di cittadini di Maglione