60 Combinata per yogurt Compounding in vetrina

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60 Combinata per yogurt Compounding in vetrina
cessibile praticamente a tutti, permetterebbero di sostituire i sistemi di riscaldamento tradizionali ben più onerosi attualmente
utilizzati nello stampaggio rotazionale. La tecnologia SRM, inoltre, non richiede la realizzazione di strutture specifiche né l’allacciamento a reti del gas o elettriche.
Sull’argomento abbiamo interpellato alcuni costruttori italiani di
impianti per stampaggio rotazionale tra i quali Caccia Engineering, in particolare, rileva che la tecnologia proposta da LightManufacturing è comunemente in uso nelle centrali solari con
specchi parabolici a concentrazione. Nella fattispecie però viene
messo in evidenza che, a fronte di una potenza di 600 W (0,6 kW)
ottenibile da 0,75 m2 di superficie a specchi, per riscaldare uno
o più stampi fino a raggiungere il punto di fusione del PE (114°C
circa) servirebbero potenze di decine, se non centinaia, di kW.
Di conseguenza quanti metri quadri di specchi parabolici sarebbero necessari per ottenere una cottura ottimale del materiale?
La risposta si trova nelle conclusioni che vengono offerte al riguardo. Il sistema richiede superfici molto estese a cielo aperto
ed è estremamente costoso e utilizzabile solo in alcune aree geografiche, risultando comunque dipendente dalle condizioni meteorologiche. Tutto ciò, in definitiva, lo renderebbe improponibile
per l’impiego sugli impianti per stampaggio rotazionale.
Combinata per yogurt
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macplas
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In una open house svoltasi dal 17 al 21 ottobre nella sede di Castel Guelfo (Bologna), Techne Graham Packaging Company Italia
ha presentato un impianto integrato per soffiaggio, riempimento
e tappatura di bottiglie da 200 ml in polietilene per yogurt da
bere (destinato a un’azienda lattiero-casearia cinese) basato sulla
macchina modulare Unika.
Si tratta di una soluzione integrata per contenitori in PE o PP con
capacità da 60 ml a 5 litri destinati, oltre che al settore alimentare (latte e derivati, succhi di frutta ecc.), anche a quelli della
detergenza, della cosmesi e dei prodotti industriali.
La soffiatrice completamente elettrica garantisce un ridotto consumo energetico grazie all’assenza di un impianto idraulico e a
sistemi avanzati come per esempio un dispositivo simile al KERS
(Kinetic Energy Recovery System), che rigenera circa il 30% dell’energia dissipata durante la frenata delle parti in movimento e
la reintroduce in linea in tempo reale. In questo modo la macchina consente di abbattere di 30.000-35.000 euro l’anno i costi
energetici.
L’estrusore (diametro 120 mm, portata 410 kg/ora) è posizionato
su una piattaforma (che può ospitare fino a 4 estrusori per produrre bottiglie a 6 strati) ed è collegato a una testa ad alimentazione verticale con cui, durante la dimostrazione, erano estrusi 8
parison monostrato. Questo tipo di teste di estrusione permette
una migliore e più omogenea distribuzione del fuso e un cambio
colore molto rapido. La piattaforma di estrusione si muove se-
TECHNE GRAHAM
Raccordi stampati
Tra gli stampi a iniezione realizzati di recente da Marra
riveste particolare interesse uno con matrici e punzoni
intercambiabili per la produzione di raccordi a T di vario
diametro e del relativo gomito in polietilene.
I punzoni (2.060 x 970 x 1.630 mm) sono movimentati
mediante martinetti idraulici interni, che permettono di
ridurre, oltre alle dimensioni dello stampo, i tempi di
cambio e montaggio/smontaggio e, di conseguenza, di
utilizzare una pressa con forza di chiusura inferiore a
3.000 ton.
Il cambio di versione dei raccordi viene effettuato direttamente sulla pressa, senza smontaggio dello stampo,
mediante un sistema idraulico di estrazione e inserimento delle varie matrici. Dato il peso dei pezzi stampatio (fino a 27 kg), è previsto l’utilizzo di una camera calda,
mentre il tempo di ciclo si attesta a circa 15 minuti.
condo il principio del bobbing, favorendo così taglio e prelievo
del parison da parte dello stampo.
La soffiatrice è configurabile in versione a corsa corta (510 mm)
o lunga (700 mm) con 2 carri (2 stampi) oppure, come in questo
caso, con 4 carri (4 stampi a 8 cavità), per assicurare una produzione oraria di 12.000 bottiglie.
Il trasferimento delle bottiglie dalla soffiatrice alla riempitrice avviene tramite un sistema di trasporto pneumatico ad aria pressurizzata e filtrata. In questo modo risultano virtualmente chiuse
ed esenti da qualsiasi contaminazione atmosferica fino all’ingresso nella riempitrice. Sulla versione a 2 carri è possibile utilizzare la tecnologia IML, per realizzare soffiaggio, etichettatura,
riempimento e tappatura in un’unica macchina ed eliminare l’impiego di sistemi di trasporto, silos, riordinatori, nastri ecc.
Compounding in vetrina
Il 2 e 3 novembre si è tenuto a Norimberga un workshop di Leistritz Extrusionstechnik per presentare le più recenti innovazioni
nel settore del compounding.
Il primo giorno Kathrin Lehmann (Evonik) ha parlato della mescolazione di nanocompositi, con particolare riferimento a quelli
con elevata resistenza al graffio per applicazioni quali, per esempio, gli interni auto. In seguito Werner Rahm (Kuhne Group) ha
presentato lo sviluppo congiunto con Leistritz di linee per estrusione diretta di film a testa piana. Sono stati proposti i risultati ottenuti dall’utilizzo di un estrusore bivite con elevate proprietà di
degasaggio e miscelazione nella produzione di film impiegando
diverse percentuali di PET vergine e riciclato.
Peter Vollmann (NatureWorks) ha trattato la produzione di compound a base di biopolimeri (PLA), sottolineando i tratti che l’accomunano a quella del PET, mentre uno studio sull’influenza di
diverse configurazioni vite sul tempo di residenza è stato espsoto
da Gerd Wehnert (Georg-Simon-Ohm College).
In particolare, è stato sottolineato che anche un estrusore di piccola taglia (come il bivite ZSE 18 Maxx), dato lo stesso rapporto
L/D di tutti quelli della gamma, offre, a un livello di energia esattamente definito, un’eccellente capacità di miscelazione, favorendo lo sviluppo di un processo affidabile per scale produttive di
maggiori dimensioni.
I vari tipi di talco utilizzabili nella compoundazione sono stati proposti da Jerome Crépin-Leblond (Imerys), che ne ha sottolineato