imp n 3 - Arcieri del Castello

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imp n 3 - Arcieri del Castello
LA GARA
DI SPINO D’ADDA
Cena di Natale al Canadi
In questo Numero:
La gara di Spino d’Adda
La preparazione mentale
L'esperienza di un padre che vorrebbe far
innamorare dell'arco anche il figlio.
Primo giorno di scuola...
2011 IL nuovo regolamento FIARC
E’ l’ora di fare un bilancio
E’ ora di cambiare...
Uffa!!!
Comunicato
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Ricorda:
10 Dicembre 2010 ore 21.00
Assemblea Generale 2010/2011
presso la sala dell'oratorio S.Carlo (a fianco della
chiesa nuova di Bettola-Mirazzano)
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La Gara di Spino D’Adda
Alla base di tutto: organizzazione
Come ogni anno, ormai da tanto tempo, eccoci al
nostro ormai classico appuntamento di fine autunno.
Sull'ormai familiare territorio di Spino d'Adda, ci
ritroviamo ad organizzare una gara regionale FIARC.
Il copione è collaudato e conosciuto... però,
proviamo a rivederlo insieme, giusto per spiegarlo a
tutti. Dunque, parliamo di una gara, ma... vista da
dietro le quinte.
Tutto comincia con la ricerca di un territorio valido:
oggi con l'aiuto delle mappe in Internet, un tempo
E il lavoro inizia
Ogni tanto qualcuno si perde...
solo con dei sopralluoghi. Nel nostro caso, il
territorio di Spino lo conosciamo bene, ma ogni
volta si cerca di trovare qualcosa di nuovo:
Sulle mappe e comunque con un paio di sopralluoghi
Ma dopo un rapido controllo
in loco, si comincia con la progettazione:
Il territorio viene diviso in settori e ad ogni settore è
assegnato una squadra di volontari.
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Si torna a lavorare
grazie alla grande collaborazione...
Si cerca di arrivare sempre in fondo ad ogni cosa...
Grazie anche a potenti mezzi di alta tecnologia:
Ma finalmente ci si può permettere un po' di
meritato riposo.
E' sempre un lavoro di gruppo e tutto funziona
Con tanto impegno e mettendocela tutta...
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Anche se qualche volta qualcuno esagera...
Anche questa volta è stata una bellissima giornata
Si torna a lavorare, e, finalmente, dopo tanta fatica.
E quando tutti i partecipanti alla gara se ne sono
andati, stanchi, satolli e felici...
Tutto è pronto
Noi continuiamo a lavorare. Bisogna smontare tutto..
Prima ci si organizza
E arriva al giorno della gara
E si parte..
Allora, se la cosa vi ha incuriosito... tenetevi pronti, a
febbraio si replica!
Si cercano volontari....
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La preparazione mentale
gesto sia nei particolari che nella velocità di
esecuzione. Nelle seconde ribadire che il tiro deve
essere rappresentato nella sua completezza, dalla
posizione iniziale al follow-trough, impiegando tutti i
canali sensoriali e dando sempre un'immagine
positiva al risultato.
Terzo e quarto passo:
CONCENTRAZIONE ed ESECUZIONE
Nel terzo passo all'arciere è richiesta la massima
attenzione su alcuni aspetti, è importante che l'atleta
impari a mantenere l'attenzione sul proprio corpo
per rilevare aree di tensione dannose all'economia
del tiro, poi l'attenzione può essere rivolta al
bersaglio. L'esecuzione comincia dopo la
preparazione e la visualizzazione (primi due passi)e
contemporaneamente alla concentrazione, il soggetto
ora non deve più pensare al tiro o ai possibili risultati;
il pensare all'esecuzione in questa fase tende a
danneggiare lo svolgimento fluido e corretto del tiro
come programmato.
Quinto passo: VALUTAZIONE
All'atleta, come ultimo passo, è richiesta la valutazione
di quanto effettuato, analizzare gli eventuali errori e
valutarne le correzioni, riconsiderare nel suo insieme
tutto il gesto cosi da capire gli elementi positivi e
quelli negativi.
Conclusioni
In tutti questi passaggi è fondamentale mantenere un
alto livello di ATTENZIONE, oggi raramente si sente
da un arciere che pratica ”allenamento mentale” la
frase: ”non so cosa è andato storto” esso è in grado
di comprendere che il risultato è influenzato dalla sua
attenzione e capacità di concentrazione.Questa sua
comprensione abbassa le incertezze e/o insicurezze
su cosa è accaduto e aumenta la fiducia aiutando a
migliorare la prestazione.
Esistono molti esercizi per migliorare l'attenzione, per
esempio:
Pensiero Passivo: per questo esercizio è necessario
munirsi di un timer. Mentre si esegue questo esercizio
è necessario alternare 1 minuto di pensieri liberi con
1 minuto di riposo, la durata complessiva
dell'esercizio dovrebbe essere di 20/25 minuti.
Durante la continuazione dell'esercizio si deve
aumentare il tempo passato a pensare liberamente
finchè si è in grado di eseguire serie da 5 minuti di
Nel tiro con l'arco, come in tutti gli sports di
precisione, l'atleta deve eseguire il gesto tecnico in
maniera ripetitiva conforme a un modello mentale
ben preciso ed eliminando tutti i movimenti inutili
che possono creare disturbo. La preparazione
mentale di conseguenza svolge un ruolo
importantissimo e va ricercata da subito durante
l'allenamento. Gli obbiettivi dell'allenamento mentale
sono molteplici: miglioramento della capacità di
sentire il proprio corpo, miglior controllo sui pensieri,
sull'attenzione, sullo stress. Questi obbiettivi non
sono facili da raggiungere e hanno ritmi di
apprendimento molto soggettivi e differenti a
seconda dell'età dell'atleta.Vi sono esercitazioni
appropriate che servono per raggiungere questi
obbiettivi, le esercitazioni si basano sulla ”FIVE-STEP
STRATEGY”. Essa si sviluppa in cinque passi da
svolgere uno dopo l'altro:
1. PREPARAZIONE
2. IMMAGINAZIONE
3. CONCENTRAZIONE
4. ESECUZIONE
5.VALUTAZIONE
Applicandola al tiro, all'arciere è richiesto di:
- prepararsi adeguatamente,
- rappresentarsi mentalmente il tiro,
- concentrarsi in posizione di tiro ed eseguire,
- valutare la prestazione e correggere eventuali
errori.
Primo passo: PREPARAZIONE
Comtrollare il battito cardiaco, quindi attivare il
sistema respiratorio, con respiri lenti e profondi con il
diaframma cosi da rallentare i battiti del cuore,
cercare di ”sentire” questo stato controllando i vari
distretti corporei e percependo il movimento dei
muscoli, preparare tutto il proprio fisico all'azione
facendo un censimento del proprio corpo in modo
da acquisire la consapevolezza dei propri mezzi in
senso positivo.
Secondo passo: IMMAGINAZIONE
All'arciere è richiesto di formare immagini prima
esterne e poi interne, nelle prime è utile usare foto o
riprese filmate cosi da dare una visione precisa del
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Kisik Lee, quando il coach
è una guida spirituale
pensiero passivo separate sempre da periodi di 1
minuto di riposo. Questo esercizio si deve eseguire
con gli occhi chiusi, rilassati e in posizione comoda.
Durante i periodi di pensiero libero, lasciare che idee
e pensieri entrino ed escano liberamente dalla
mente, non si deve cercare di trattenerli o eliminarli.
Durante i periodi di riposo, verificare se:
- si è in grado di evitare che i pensieri siano collegati,
- se ci sono stati pensieri particolari che si è fatto
fatica ad accettare.
All'inizio si avranno molte difficoltà con questo
esercizio, NON SCORAGGIATEVI.
Esistono anche tanti esercizi per migliorare la
RESPIRAZIONE, altro punto fondamentale per una
buona prestazione e molto trascurato da una larga
parte di arcieri. Una respirazione corretta non solo è
rilassante ma aiuta la prestazione aumentando la
quantità di ossigeno nel sangue, pochi istruttori nei
loro corsi insegnano agli allievi la respirazione lenta e
diaframmatica (o ZEN), quando si respira si devono
riempire completamente i polmoni, mentre la
maggior parte delle persone ne utilizza solo la parte
superiore, il respiro ZEN è un tipo di respirazione
diaframmatica che è più lenta e più rilassante della
respirazione toracica, si consiglia di effettuare questo
tipo di respirazione ogni sera prima di addormentarsi
per 15/20 minuti.
Ogni volta che ci si sente nervosi o distratti, per
ridurre la tensione si può eseguire questo esercizio:
In piedi a gambe divaricate (non troppo) e ginocchia
leggermente piegate, rilassare i muscoli del collo,
delle braccia e delle spalle, concentrarsi sul
movimento dei muscoli addominali, fare un respiro
lento e profondo spingendo il diaframma verso
l'ombelico, espirare lentamente, lasciarsi andare e
cercare di sentire il rilassamento dei muscoli.
Per ora ci fermiamo qui, ci sono tanti esercizi per
migliorare: il rilassamento muscolare, la visualizzazione
del gesto, gestire le distrazioni, aumentare la
resistenza mentale, ecc. ecc. ma ne parleremo alla
prossima puntata.
MARIO POROTTI
da: lastampa.it
data: 21 agosto 2008
PECHINO - Kisik Lee, non
è solo l'allenatore della
nazionale di arco Usa, ma
anche e soprattutto una
guida spirituale per i
componenti della sua
squadra e battezza i suoi
atleti immergendoli nelle
piscine. Allenatore, ma non
solo. Anche e soprattutto
una guida spirituale. Ecco
cosa rappresenta Kisik Lee per i suoi atleti.
L'allenatore della squadra di arco degli Stati Uniti
battezza i suoi ragazzi nel nome della fede cristiana
immergendoli nelle piscine. Durante i Giochi Olimpici
di Pechino, Lee e almeno tre dei cinque arcieri che
stanno partecipando alle Olimpiadi si danno
appuntamento ogni mattina per cantare inni, leggere
la Bibbia o partecipare alla messa nella chiesa del
Villaggio Olimpico. Lee crede che avere una fede
solida aiuti a ottenere risultati migliori perché rende i
suoi allievi più tranquilli e sereni. Kisik Lee, 51 anni,
coreano, è tra i più quotati allenatori di tiro con
l'arco in ambito internazionale. Il suo lavoro si è
sviluppato attraverso lo studio scientifico dei vari
aspetti del tiro con l'arco, con particolare riferimento
agli aspetti di bio-meccanica e a quelli psicologici,
indispensabili per la formazione e lo sviluppo di atleti
di alto livello. La sua
e s p e rienza gli ha
permesso di scrivere il
libro "Total Archery" che è
considerato uno dei più
importanti testi riguardanti
la tecnica e l'allenamento
per il tiro con l'arco. Dal
gennaio 2006, Lee si è
trasferito negli Stati Uniti
assumendo la carica di
allenatore responsabile
delle squadre nazionali.
Bibliografia:
Guida tecnica-Tiro con l'arco---centri C.O.N.I.
Total Archery-Kisik Lee
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L'esperienza di un padre che
vorrebbe far innamorare
dell'arco anche il figl i o .
ri e n t rare a casa prima, per AMICIZIA!!!
Questa è la benzina che alimenta il fuoco, la passione
che ho per l'arco ed è grazie all'amicizia ve ra che ho
trovato nell'entrare a far parte degli ARCIERI DEL
CASTELLO che spero che mio figlio si innamori
dell'arco!
Ci hanno provato in tanti, ci sono riusciti in pochi.
Alcuni figli smettono per non ricominciare, ma altri dopo
aver smesso, anche dopo anni, il fuoco della passione
non si è spento, si è solo assopito e sov rastato da altri
fuochi da altre esperienze … , passate le quali che non
lasciano nulla nell'animo allora riprende vigore e fa
riemergere l'arciere che era .
Con mio figlio sto usando l'arco come mezzo di crescita,
c o l t u ra ed educazione, non sono un professore, ma la
passione che mi ha dato l'arco sotto tantissimi aspetti
sto provando a trasmetterla al mio cucciolo il quale ha
bisogno di sentirsi vincente di credere in se stesso e
capace di riuscire in quello che fa.
L'atteggiamento che vedo in gara con i bambini è quello
giusto che credo sia l'ideale per dare fiducia in se stesso
al bimbo. Gli arcieri (almeno la maggior parte …)
sostengono i cuccioli come fossero loro figli, incitano,
consigliano in una maniera tale che il genitore non
saprebbe e potrebbe fare.
Molti arcieri si ricordano di mio figlio e di conseguenza
mi associano a lui e non il contra rio come sarebbe più
plausibile viste le mie trenta a passa gare contro le sue
tre e altrettante come accompagnatore.
Le prime gare ho accuratamente evitato di gareggiare
con lui affidandolo ad amici che si sono resi disponibili ad
accompagnarlo nei suoi primi passi agonistici. Credo sia
indispensabile non opprimere soprattutto all'inizio il
bimbo che potrebbe vedere nel genitore un'autorità
troppo presente “… già mi dici cosa devo fare nella
vita… almeno quando gioco non rompermi … !!!” .
Un gioco, tale deve essere all'inizio per attizzare il fuoco
di cui parl avo prima, ma il fatto di confrontarsi con altri
cuccioli e magari riuscire a spuntarla e ri c e vere un
premio, un momento di gloria personalissimo e una
gratificazione che dopo qualsiasi gioco non sempre
ottieni è la ciliegina sulla torta.
La crescita però non è solo del bambino, anche il
genitore ha i suoi benefici, per me è stato come salire sul
podio quando dopo la gara tutti gli amici della 04CAST
hanno atteso per più di un'ora le premiazioni solo per
applaudire e far festa al mio tesoro, ri nunciando a
Amicizia
Rispetto
Coinvolgimento
Onore di appartenere ad un gruppo
Mirex
Primo giorno di scuola
... il Prof
Sveglia alle sette, caspita cosa mi metto? La giornata è
importante, è il mio primo giorno di scuola! Giacca e
cravatta? No troppo elegante, poi pensano che me la
tiro, sportivo? Bè facciamo una via di mezzo: jeans,
una camicia, e una giacca sportiva, cosi va bene non è
troppo impegnativo e allo stesso tempo è abbastanza
elegante, poi devo pensare all'attrezzatura, computer
proiettore per le slides, e dispensa scritta con il
menabò della lezione, ho passato tutta la sera a fare
e rifare le prove, come cominciare, come
presentarmi, e poi i vari passaggi, cosa dire e
soprattutto come dirlo, e se mi impappino su qualche
particolare? E se mi fanno una domanda a cui non so
rispondere? Porca miseria sono due mesi che mi
preparo, ho letto e riletto tutte le dispense dei vari
corsi che ho fatto, ho consultato decine di volte tutta
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la mia biblioteca sul tiro con l'arco, ( e ne ho un bel
po di trattati) e poi che diamine in questi dodici anni
di attività su due fronti ne ho accumulata un bel po
di esperienza, e allora dai raccatto tutto il materiale e
via si parte per Treviglio, il nostro centro federale,
dove devo tenere una lezione sulla biomeccanica agli
allievi del corso per istruttore regionale. Certo che
questa primavera, quando il nostro presidente
Mandò e Pescini mi fecero i complimenti per il mio
diploma di istruttore di II livello Fitarco non mi
aspettavo certo che mi avrebbero proposto di fare il
docente ai corsi, invece dopo breve tempo fui
ricontattato e non sono riuscito a dire di no, all'inizio
la cosa mi aveva spaventato un po, mi chiedevo se
non c'era da parte mia troppa presunzione nel
pensare di poter insegnare qualcosa a gente che
magari tirava con l'arco da molto più tempo di me,
poi mi sono detto: perché no, è una sfida, vediamo se
veramente valgo qualcosa, tutto sommato la materia
per cui mi presento è sempre stata un po trascurata
in FIARC, e visto che da qualche parte bisogna pur
cominciare, posso farlo io, poi se fallirò poco male
potrò sempre dire di averci provato, l'importante è
andare non con l'atteggiamento del professore che
insegna a chi non sa, ma del collega che porta la sua
esperienza e la mette a disposizione di tutti. Si direi
che questo è l'atteggiamento giusto, bene allora in
macchina e via, passo a prendere il mio
indispensabile braccio destro Danilo, già perche se
non c'era lui chi mi preparava tutte le slide ben
impaginate, con una veste tipografica di tutto
rispetto, con i
disegni e le tavole
al posto giusto?
L'ho fatto
diventare matto
per due mesi a
correggere
aggiungere, togliere
insomma far si che
tutta la
presentazione del
corso fosse
impeccabile, e alle
nove siamo a
Treviglio, ci stanno
aspettando, l'aula è piena, a me tremano le gambe,
ma chi me lo ha fatto fare? Poi dopo aver preparato
l'attrezzatura e dopo un breve preambolo del RRI
Pescini, tocca a me.
Non mi ricordo quasi nulla di quella giornata, però
mi dicono che me la sono cavata bene, tanto bene
che la federazione mi vuole in commissione d'esami,
be allora tutto sommato non deve essere andata
male!
Mario Porotti
... l'Assistente
Se faccio tardi o dimentico qualcosa, il Prof mi pela...
Computer, schermo per il proiettore, chiavetta USB
con la copia della presentazione, non si sa mai... ok
c'è tutto.
Mancano ancora 10 minuti... meglio andare,
scommetto che è già li che mi aspetta...
Infatti, ecco là la sua macchina, ma cosa sta facendo?
Nooooo, sta ripassando la lezione! Grande Prof.!
Mi viene da sorridere, pensando a qualche battuta,
ma mi trattengo.
Tutto comincia qualche mese fa, prima dell'estate.
Suona il telefono, è il Mario. Mi dice che è stato
incaricato di preparare un corso per la FIARC, sulla
Biomeccanica, sta preparando il materiale ma ha
bisogno di una mano “da professionista” per
impostare e impaginare la presentazione.
Ripsondo di getto, “Ma certo, basterà un'ora di
lavoro, più un'altra ora per rivedere il tutto con te e
mettendoci anche un aperitivo ce la caviamo in
mezza giornata, e poi è un piacere aiutare un amico”.
Ecco l'errore tipico del consulente....
Prima di fare una stima bisogna avere tutti gli
elementi, capire bene l'obiettivo del lavoro,
considerare chi è il cliente, valutare i rischi, i tempi e i
costi.
Ma il “cliente” è il Mario, e per fortuna non gli devo
far pagare nulla, altrimenti sarei in “profondo rosso”.
Il primo dubbio mi viene quando mi manda la bozza
del materiale: sembra la copia dell'enciclopedia
treccani, ma non ordinata per volumi, capitoli,
paragrafi, ecc. Sembra più messa lì con una carriola.
Rivediamo il materiale e faccio la bozza della
presentazione.
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Secondo dubbio. Arriva la mail del Mario: “la pagina
numero 2 mettila dopo la 11, mentre la 7 mettila
prima della 9, ma dopo la 14. Sulla figura 5 cambia il
titolo. Nella pagina 22 c'è un errore incredibile! Hai
messo una m invece di una n, poi manca l'accento
sulla e della pagina 20, riga 6, parola 9, poi occhio
che.....”
Ma è arrivata l'estate, si va in vacanza.
Suona il telefono, è Mario “Ho riscritto il capitolo 3,
te lo mando via mail, intanto cambia l'intestazione
della seconda scheda, cambia la foto della pagina 5
con quella della 17, aggiorna la bibliografia, poi...”
Comincio a temere che suoni il telefono e ad aprire
la posta con terrore.
Ma in una serata di fine estate, ricca di discussioni e
di grappa... tutto è pronto. E oggi: si va in scena!
Entriamo in aula, prepariamo i proiettori (due, siamo
professionisti...) e i computer (due, ma in realtà nella
borsa ho anche quello piccolo... non si sa mai... siamo
professionisti, ma la sfiga....).
Tutto a posto.
“Prof, ce lo facciamo un caffè?” Riesco a portarlo via
dall'aula, beviamo il caffè e torniamo.
Azz.... l'aula è piena. Circa 30 persone. Io sono
abituato per mestiere a trovarmi in quelle situazioni,
ma vedo che il Prof, già agitato, ha un sussulto. Cerco
di incoraggiarlo con uno sguardo e un sorriso.
Pescini finisce la sua introduzione.Sinceramente non
l'ho ascoltato, ho preferito verificare che tutto fosse a
posto. Caso mai chiederò al Mario.... no, credo che
neanche lui lo abbia ascoltato... sta ripassando...
E il Prof comincia, rompe il ghiaccio e va con la sua
lezione. Tutto bene, arriva la prima domanda, il Prof
risponde alla grande. Come si dice in gergo, l'aula
risponde. C'è attenzione e interesse.
Da buon assistente, guardo i tempi. Segnalo al Prof
che è meglio fare la pausa caffè prima di iniziare un
nuovo argomento.
Qualcuno va a bere il caffé. Altri si fermano in piedi
vicino alla cattedra del Prof e cominciano a fare
domande. Succede sempre così quando il corso è
“buono”, ma chissà perché la gente le domande non
le fa durante il corso e preferisce farle durante il
break.
Anche i Prof hanno diritto a una pausa e a un buon
caffé! Il Prof mi guarda: “come sto andando?”.
Rispondo “ottimo, ma non accelerare, segui lo
schema che hai fatto”.
Riprendiamo, ormai il Prof è padrone dell'aula.
Pausa pranzo, il Prof si contiene con il vino.... è un
professionista...
Finita la lezione sulla Biomeccanica, si parla di
istruzione per i diversamente abili.
Anche su questo argomento il nostro Prof dimostra
le cose fondamentali per un Prof: conoscenza della
materia, esperienza, passione.
La giornata è finita. Mentre il Prof raccoglie le ultime
domande e i complimenti di tutti, l'assistente smonta
le attrezzature informatiche.
Risaliamo in macchina, si torna a casa. Il Prof è
stanchissimo e si vede, ma è anche soddisfatto. Sta
guidando e , strano a dirsi, va piano...
Mi viene solo un dubbio. Ma se Mario è il Prof, io
non sarò mica il Mignolo eh? (i più giovani
capiranno...)
“Ehi Prof, cosa facciamo stasera?”
“Quello che facciamo tutte le sere, tentare di
conquistiare il mondo!”
Danilo
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2011:
Il nuovo re g o l amento FIARC
Cacciatori più vicino al bersaglio ed il picchetto
Cuccioli. In questo modo, si tende a ridurre l'impatto
della transizione da Cucciolo a Scout.
Sempre gli Scout sono interessati anche da un'altra
variazione relativa all'intervallo di età che viene
esteso di un anno portando così il passaggio a
Cacciatori al compimento della maggiore età.
Parlando di età, per le manifestazioni a carattere
nazionale è stata introdotta la classe Seniores per gli
atleti oltre i 55 anni. A livello regionale invece,
l'istituzione di tale classe è lasciata alla decisione
autonoma dei singoli Comitati Regionali. Su
quest'ultimo punto il dibattito ferve, anche perché il
regolamento non chiarisce se il superamento della
soglia di età comporta l'automatico e obbligatorio
inserimento nella nuova classe, ovvero si tratta di una
possibilità lasciata all'arciere che ne abbia ovviamente
maturato i requisiti.
Anche l'arco storico è interessato dal nuovo
regolamento, che ammette per la loro costruzione
l'impiego di colle “moderne” e consente l'utilizzo di
corde realizzate sia con fibre naturali che sintetiche.
Anche per la preparazione delle frecce, sono
consentiti collanti non naturali per il fissaggio delle
punte e delle penne. In definitiva un arco un po'
meno storico, ma forse più sfruttabile e sicuro.
Modifiche minori per la conformazione dei longbow,
per venire incontro ai modelli industriali presenti oggi
sul mercato.
E con questo abbiamo terminato la carrellata sul
nuovo regolamento, che è già scaricabile dal sito
FIARC per maggiori dettagli.
Con l'arrivo del 2011 e l'inizio del nuovo anno
sportivo, la FIARC ha preparato alcune modifiche
significative al Regolamento Sportivo, e di riflesso al
Regolamento Tecnico, con immediate ricadute sulle
gare del prossimo anno.
La modifica più eclatante del nuovo Regolamento
Sportivo riguarda sicuramente le caratteristiche delle
gare Round 3D e Tracciato, riassumibili in:
- migrazione delle mobili dal Tracciato al 3D
- riduzione della distanza massima di tiro nel 3D da
45 a 35 metri, applicabile però a tutti i gruppi di
animali
- diminuzione da 12 a 8 dei tiri a tempo nel 3D, in
virtù delle 4 mobili aggiunte
In sostanza, il Tracciato assume i connotati di una gara
di precisione, mentre il 3D aumenta la componente
“venatoria” del tiro, anche se un Gruppo 4 a 35
metri è comunque difficilmente classificabile come
“tiro da caccia”…
Un'altra importante modifica riguarda la creazione di
due nuove categorie di tiro, limitate alla sola classe
Cacciatori, denominate Arco Nudo e Free Style.
La prima riguarda gli utilizzatori di archi ricurvi dotati
di rest, che quindi non possono più gareggiare nella
categoria Arco Ricurvo. Per l'Arco Nudo sono
ammessi inoltre altri accessori quali berger button,
stabilizzatore, smorzatori di vibrazione e pesi, con in
più la possibilità di mira chiudendo un occhio e lo
“string walking”, ovvero la variazione dell'aggancio
sulla corda in funzione della distanza di tiro.
La seconda liberalizza completamente gli accessori
(ad esclusione dei dispositivi elettrici od elettronici)
consentiti ai compound, includendo anche la
possibilità di tirare frecce diverse tra loro.
Questa modifica alle categorie di tiro va inquadrata
nell'ottica di avvicinamento di FIARC a FITARCO,
consacrata anche dall'organizzazione dei prossimi
campionati italiani 3D Indoor FIARC.
Novità anche per gli Scout, per i quali nelle piazzole
con bersagli di Gruppo 1 e 2 dovrà essere
predisposto (tranne che nel Round 3D) un picchetto
ad hoc, di colore azzurro, posto tra il picchetto
Buone frecce a tutti!
RS
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E’ l’ora di fare un bilancio
garantire che per quanto mi consentiranno le mie
forze e i miei numerosi impegni con le due (anzi tre)
federazioni sarò sempre disponibile per dare
supporto alle attività della compagnia, nelle
manifestazioni, nelle gare, nelle iniziative di
socializzazione.
Che diamine, come potreste fare
SENZA UN ROMPIPALLE COME ME?!
E comunque un grazie di cuore a tutti quelli che mi
anno sopportato in questi anni.
Quando all'assemblea elettiva, qualche anno fa,
mi sono presentato per il consiglio ero sicuro che
sarei riuscito a fare tante cose per la compagnia;
sono passati due mandati e penso quindi che sia
arrivato il momento di fare un piccolo bilancio.
Ho fatto, per il primo periodo, il responsabile del
settore istruzione, e, contemporaneamente, ho
ricoperto anche la carica di vice-presidente,
perché come pensionato avevo più tempo libero e
quindi potevo coadiuvare il presidente nelle
pratiche burocratiche; ho poi sostituito
(momentaneamente) il Franco Tacconi quando ha
deciso di smettere con la direzione del campo;
ho sempre partecipato all'organizzazione delle gare
(almeno fin dove la salute mi ha sorretto), mi sono
attivato per la costituzione e la crescita del gruppo
storico, organizzando le varie manifestazioni
(vedi Val Tidone e Pavia), ho organizzato gli stages
per le scuole di Peschiera, per non parlare della
collaborazione con Mario Brambati per
SOSTEGNO 70.
Insomma, penso di essermi dato abbastanza
da fare per contribuire alla crescita
della compagnia……
Eppure, sento che non sono riuscito a realizzare
tutti i progetti che avevo in testa quando ho
cominciato questa avventura.
Forse ho voluto fare troppe cose invece di
dedicarmi a qualcosa di specifico, il fatto è che
non sono capace di dire di no e allora quando mi
veniva proposto qualcosa mi ci buttavo a capofitto
anche a costo di incasinarmi, cosi non sono riuscito
ad organizzare il settore istruzione come volevo,
non sono riuscito a tenere sempre il campo in
ordine come mi sarebbe piaciuto, e non
sono stato in grado di sviluppare il
gruppo storico come avevo progettato,
forse ho preteso troppo dalle mie forze,
o forse non sono poi cosi bravo ad organizzare.
E' anche per questo che ho deciso di non
ripresentarmi per il prossimo consiglio.
Lascio spazio a chi è più giovane di me e perché no,
magari anche più capace di me; io posso comunque
MARIO POROTTI
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È’ ora di cambiare...
provato. Di una cosa sono sicuro: è stata una bella
esperienza. Ci sono stati momenti difficili, discussioni,
qualcuna anche con i toni accesi, ma sempre con la
convinzione che quello che stavamo facendo, serviva
a trovare la soluzione giusta per la compagnia e poco
importava se la soluzione scelta non era quella che
avevo proposto io. Ho partecipato a quello che
penso sia stato una dei momenti più importanti degli
ultimi anni: la revisione dello statuto per diventare
ASD, la successiva iscrizione all'albo del CONI che si
è concretizzata attravaerso l'associazione alla UISP.
So che in particolare quest'ultima cosa non è piaciuta
a tutti. Io penso invece che anche l'associazione alla
UISP sia stato un passo importante per la compagnia.
Abbiamo allargato l'offerta ai nostri soci:
- FIARC per chi vuole partecipare alle gare
- UISP per chi vuole solo tirare al nostro campo
E per completare la cosa, quest'anno ho contribuito a
iniziare la collaborazione anche con la LAM (Lega
Arcieri Medievali). Altro argomento importante per
me: i Roving. E' risaputo quanto io ami questo genere
di mnifestazioni come arciere; devo ringraziatre la
Compagnia che mi ha permesso di cimentarmi per 2
volte anche come organizzatore. A causa del mio
lavoro che mi costringe molto tempo (quasi tutto in
realtà...) lontano da Milano, ho deciso, negli ultimi anni
di dedicarmi ad attività, all'interno del consiglio e per
la compagnia, che mi permettessero di lavorare da
lontano. E mi sono dedicato quindi al rifacimento del
sito e negl corso dell'ultimo anno, al rilancio del
giornale di compagnia “Mai dire SPOT!”.
Altro? Bhe, ho cercato di partecipare, attivamentre a
tutto quello che è successo in questi anni nella nostra
Compagnia: manifestazioni, sociali, organizzazioni gare
e naturalmente anche ai mitici giovedì gastronomici...
In conclusione, posso sicuramente dire che è stata una
e s p e rienza molto positiva. Una esperienza che mi sento
di consigliare a tutti, anzi, che tutti dovrebbero fare.
Perchè ho deciso di non ricandidarmi.
Credo nel cambiamento. Secondo me, per il bene
della compagnia, sarebbe meglio che un consigliere
non possa essere eletto per più di due cicli
consecutivi. Questo obbligherebbe a cambiare e
anche non permetterebbe la “fossilizazione” delle
idee ai vecchi consiglieri. Cerco di spiegarmi meglio,
facendo l'esempio di quando ero presidente del
Fra pochi giorni ci sarà l'assemblea annuale della
nostra associazione; un appuntamento classico e
fondamentale per la vita della Compagnia.
L'assemblea è l'organo sociale più importante, infatti
l'Assemblea rappresenta tutti i soci e le delibere da
essa adottate in conformità allo Statuto ed ai
Regolamenti della Compagnia, vincolano tutti i soci.
Quest'anno, così come vuole il nostro statuto con
cadenza biennale deve esssere eletto il nuovo
consiglio direttivo e il nuovo presedente.
Il nostro statuto prevede due diverse votazioni, una
per scegliere il presidente fra i soci che hanno
presentato la loro candidatura per questa carica, e
una seconda votazione per eleggere i consiglieri,
ovviamente fra coloro che si sono candidati.
Il Consiglio, sempre in base al nostro statuto, deve
essere composto minimo da cinque consiglieri e
massimo da 10, in base ad una semplice proporzione:
1 ogni 10 iscritti. A questo punto non mancano che
le candidature.... Questo che si sta per concludere è
per me il terzo ciclo da consigliere ed è venuto il
momento di fare un bilancio.
Perchè ho iniziato
Nel “lontano” 2005, fresco e orgoglioso della mia
nomina a istruttore regionale, pensai che era venuto
il momento di darmi da fare all'interno della
compagnia e decisi di candidarmi. Le motivazioni
erano diverse. Prima di tutto, il mio carattere mi ha
sempre portato a partecipare in prima persona alle
cose in cui credo. Ho sempre pensato che è meglio
fare o cercare di fare, piuttosto che mugugnare
nell'ombra o lamentarsi in coro. L'ho sempre fatto,
nelle varie associazioni dove sono stato iscritto, nella
scuola elementare (consiglio di circolo) quando
frequentavano le mia bambine, e anche se solo per
pochi anni, nella politica. Altra motivazione fu, come
detto, la nomina a istruttore mi spinse a cercare di
riorganizzare il settore dell'istruzione in compagnia.
Infine, una discussione in compagnia a proposito di
un “coccodrillo” mi convinve che dovevo darmi da
fare, ma che, prima di tutto, dovevo capire la
compagnia dal suo interno.
L'esperienza
Se ho veramente capito non lo so. Sicuramente ci ho
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UFFA!!!
consiglio di circolo delle scuole elementari della mia
zona. Quando fui eletto la prima volta, per tre anni,
avevo la grinta e la voglia di lottare, novello Don
Chisciotte, contri i mulini a vento della burocrazia del
Provveditorato e del Comune di Milano. In due anni
riuscì, rompendo le scatole al Sindaco e agli assessori,
a far aprire una scuola, risttrutturata e vuota da anni
che avrebbe risolto il problema del sovraffollamento
nelle altre due scuole. La scuola fu aperta, ma non
c'erano i soldi per il trasloco. Arrivai a minacciare
l'assessore all'istruzione che se non facera il trasloco
lo avrei fatto fare io, a piedi, con un banco per ogni
bambino/famiglia e con il corteo aperto dal Gabibbo.
Il trasloco venne fatto la settimana dopo.
In questo caso vinsi, ma potete immaginare quante
volte, invece fu solo fatica e senza risultati.
Al terzo mandato consecutivo (nove anni...), aveva
vinto la burocrazia. Mi resi conto che non avevo più
la voglia nemmeno di iniziare a discutere. Era meglio
lasciare il campo a chi, invece, avrebbe avuto voglia e
grinta. La stessa cosa, secondo me, vale oggi per la
nostra Compagnia. Le problematiche, sono ahime,
sempre le stesse: il bilancio, la manutenzione del
campo, le manifestazioni e i rapporti con il comune e
le altre istituzioni, la continua ricerca di nuovi spazi
per le nostre gare. E poi, ci sono i problemi di ogni
giorno, le piccole cose da gestire, risolvere e
possibilmente prevenire.
Infine una riflessione. Come detto, passo molto
(troppo..) tempo lontano da Milano per motivi di
lavoro; quindi anche lontano dalla Compagnia. Credo
sia giusto fare un passo indietro e lasciare spazio a
chi può partecipare con continuità
alla vita della Compagnia.
Il futuro?
Tornerò a candidarmi, ne
sono sicuro. E' una promessa,
non una minaccia....
Per questo ciclo... torno a fare
l'arciere.
Giovani o meno giovani, forza,
aspettiamo le vostre
candidature....
E si, proprio “uffa!”
perché sono un po stufo di sentire sempre i soliti
luoghi comuni , le solite frasi fatte, i soliti
commentucci tra il sarcastico e il risentito:
- ”ma quello li è un FITARCO cosa vuoi che capisca
della nostra filosofia”.
- oppure: ”ma non saranno mica arcieri quelli li che
sono tutti vestiti di bianco come i gelatai”.
- e ancora: ”ecco è facile prendere il bersaglio
con il mirino”.
- e ancora: ”e ma il patrimonio della FIARC…..!”
e potrei continuare, ma preferisco fermarmi qui
perché l'elenco sarebbe troppo lungo.
E allora vediamo se mi riesce di mettere un po
d'ordine nella fiera delle insulsaggini, per prima cosa
mi viene in mente che FITARCO o FIARC stiamo
tutti e due parlando di TIRO CON L'ARCO, due
specialità diverse, ma sempre e comunque di tiro con
l'arco, per quanto ne so come federazione è nata un
bel po prima la FITARCO, mentre la Fiarc è nata da
un gruppo di arcieri che volevano praticare questo
sport senza dover sottostare a delle regole precise,
(correggetemi se sbaglio, a me è stata venduta cosi),
a questo punto mi sorge il dubbio che se pur con
idee organizzative diverse ma tutti avevano un unico
obbiettivo che era: tirare con l'arco.
Premesso che senza voler fare polemiche, ma non ho
mai capito bene cosa si intende con il “patrimonio”
della FIARC, perché se è vero come si insiste a dire
che lo scopo della nostra federazione è
essenzialmente ludico, non riesco a quantificare il
patrimonio del divertimento, io posso capire che ogni
arciere ha un suo patrimonio di esperienze e
conoscenza (delle tecniche di tiro, dei materiali ecc.)
che può mettere a disposizione della federazione, ma
una associazione che ha si e no vent'anni di vita, non
so che patrimonio storico possa avere. Ma ammettiamo
pure che questo patrimonio esista, non sarebbe
meglio condividerlo con altri in modo da arricchirlo
piuttosto che tenerselo stretto gelosamente
impedendogli di crescere? Tutto sommato io
preferisco considerare la Fitarco come un fratello
maggiore da cui posso “rubare” delle esperienze in
più invece di un antagonista a cui fare la guerra.
Gli antichi romani quando conquistavano un paese,
Danilo
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cercavano sempre di assimilare la cultura dell'altro
popolo e davano la possibilità ai cittadini di quel
paese di diventare cittadini romani, in questo modo
accrescevano le loro conoscenze e diventavano
culturalmente più ricchi.
E allora perché non fare anche noi cosi? Tante nostre
compagnie sono già con la doppia tessera, e non ho
notizie che esse abbiano difficoltà anzi sono quelle
con più iscritti e che hanno quindi più mezzi
economici e di conseguenza riescono a fare di più.
Per quanto riguarda le “spiritosaggini” come quella
dei “gelatai” be' non varrebbe neanche la pena di
rispondere, ma siccome ho un po di tempo da
perdere tenterò di spiegarlo e chissà che finalmente
si finisca con queste sciocche punzecchiature:
cominciamo dalla storia che in FITARCO si va in giro
tutti vestiti di bianco, è una stupidaggine messa in
giro da chi non sa quello che dice, la Fitarco ha dato
disposizioni poiché le sue manifestazioni possono a
volte essere riprese dai media, che ci sia una certa
omogeneità nell'abbigliamento, quindi gli arcieri
devono vestire la DIVISA DI COMPAGNIA quando
partecipano alle gare, è previsto che se un arciere
per motivi contingenti non ha la divisa di compagnia
allora onde evitare certi spettacoli carnevaleschi (che
purtroppo in FIARC si verificano) l'arciere deve
indossare maglia e pantaloni bianchi,
MA SOLO IN QUEL CASO.
Noi che prendiamo in giro i Fita, poi ci ritroviamo
alle gare con gente che per fare una passeggiata nel
bosco si concia che sembra debba andare a fare la
guerra in Afganistan. Inoltre, molto giustamente a mio
parere, la Fitarco ha deciso che poiché è una
federazione sportiva, non vi debba essere
nell'abbigliamento dell'arciere nessun riferimento di
carattere militare o politico, siamo tutti qui per fare
sport e lo sport non ha né frontiere né colori
politici, e almeno su questo spero che dovremmo
essere tutti d'accordo.
Se poi vogliamo parlare della facilità di tirare con il
mirino, allora basterà chiedere a chi da noi tira con il
compound con il mirino da caccia, se è cosi semplice
oppure se l'aver messo un attrezzo tecnologico al
proprio arco non gli ha complicato la vita.
Insomma, potrei continuare ma so già che queste
poche righe susciteranno un discreto vespaio da chi
non riesce a capire che i tempi sono cambiati, che il
feudalesimo è finito, che siamo nell'era degli scambi
interculturali e che se non vogliamo restare indietro
dobbiamo aprirci alle nuove esperienze, acquisire
nuove conoscenze che ci permettano di crescere
nella tecnica, solo cosi potremo crescere alla pari con
gli altri e mantenere quell'identità tanto cara ai nostri
“vecchi”e da chi acquisire nuove conoscenze se non
da chi pratica il nostro stesso sport?
Come nello sci c'è il fondo e la discesa, come nella
scherma ci sono la spada, il fioretto e la sciabola,
come nel nuoto c'è la pallanuoto e i tuffi, perché non
può esserci il tiro alla targa e il tiro di simulazione
venatoria?
Come le altre federazioni convivono ognuna
sviluppandosi nel suo campo, perché non possiamo
farlo anche noi?
Chi sta scrivendo è un arciere che ha cominciato la
sua esperienza in Fitarco, poi è venuto in Fiarc, e
quando ha intrapreso il percorso dell'istruzione, ha
voluto di proposito fare i corsi di entrambe le
federazioni, questo mi ha dato la possibilità di
acquisire molte più nozioni, che ora proprio la Fiarc
mi ha messo in condizioni di trasmettere ai futuri
istruttori regionali. E forse sbagliato tutto questo?
Mario Porotti
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Comunicato
A tutti i soci
Peschiera Borromeo, li 10 novembre 2010
Oggetto: Convocazione Assemblea Generale 2010/2011.
Come richiesto dallo Statuto ed in accordo con il Regolamento Generale della nostra compagnia, viene
convocata l'Assemblea Generale 2010/2011 dei soci, per il giorno 10 dicembre 2010 , in prima convocazione alle
ore 12.00 e in seconda convocazione alle ore 21.00, c/o la sala dell'oratorio S.Carlo (a fianco della chiesa nuova
di Bettola-Mirazzano ), p.zza Paolo VI, Peschiera Borromeo, fraz. Bettola, per deliberare sugli argomenti all'ordine
del giorno di cui all'allegato 1 della presente.
Si ricorda che, dovendo deliberare in merito all'elezione del nuovo Consiglio Direttivo come scadenza dei
termini previsti dallo Statuto, occorre la presenza di oltre il 50% degli iscritti (seconda convocazione) + 1.
Chi non potesse essere presente di persona , è pregato di lasciare una delega scritta (v. allegato 1 alla presente)
o per e-mail.
Articolo 6 regolmento generale :
Possono presentarsi in qualità di candidati alle cariche sociali previste dall'art.14 dello Statuto , i soci in regola con
i pagamenti delle quote sociali.
Chi intende porre la propria candidatura per l'elezione a Presidente, Consigliere o Revisore dei Conti dovrà
darne comunicazione scritta o via E-Mail al Segretario entro e non oltre il 6 Dicembre 2010.
Qualora le suddette candidature non coprano il numero di cariche previste dallo Statuto e del Regolamento
Generale, saranno raccolte ulteriori candidature all'inizio dell' Assemblea a cura del
Segretario stesso.
Siccome il numero dei soci è di 89 , da statuto sono previsti Nr. 9 Consiglieri + il Presidente.
Pertanto le preferenze non dovranno superare il numero riportato .
Si ricorda che hanno diritto di voto solo i soci maggiorenni (ar t.17 dello Statuto).
Cordialmente
Compagnia Arcieri del castello
(il Presidente)
MassimoAlfredo
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