imp n 3 - Arcieri del Castello
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imp n 3 - Arcieri del Castello
LA GARA DI SPINO D’ADDA Cena di Natale al Canadi In questo Numero: La gara di Spino d’Adda La preparazione mentale L'esperienza di un padre che vorrebbe far innamorare dell'arco anche il figlio. Primo giorno di scuola... 2011 IL nuovo regolamento FIARC E’ l’ora di fare un bilancio E’ ora di cambiare... Uffa!!! Comunicato 2 5 7 7 10 11 12 13 15 Ricorda: 10 Dicembre 2010 ore 21.00 Assemblea Generale 2010/2011 presso la sala dell'oratorio S.Carlo (a fianco della chiesa nuova di Bettola-Mirazzano) F I A RC 1 9 9 4 1 La Gara di Spino D’Adda Alla base di tutto: organizzazione Come ogni anno, ormai da tanto tempo, eccoci al nostro ormai classico appuntamento di fine autunno. Sull'ormai familiare territorio di Spino d'Adda, ci ritroviamo ad organizzare una gara regionale FIARC. Il copione è collaudato e conosciuto... però, proviamo a rivederlo insieme, giusto per spiegarlo a tutti. Dunque, parliamo di una gara, ma... vista da dietro le quinte. Tutto comincia con la ricerca di un territorio valido: oggi con l'aiuto delle mappe in Internet, un tempo E il lavoro inizia Ogni tanto qualcuno si perde... solo con dei sopralluoghi. Nel nostro caso, il territorio di Spino lo conosciamo bene, ma ogni volta si cerca di trovare qualcosa di nuovo: Sulle mappe e comunque con un paio di sopralluoghi Ma dopo un rapido controllo in loco, si comincia con la progettazione: Il territorio viene diviso in settori e ad ogni settore è assegnato una squadra di volontari. F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 2 Si torna a lavorare grazie alla grande collaborazione... Si cerca di arrivare sempre in fondo ad ogni cosa... Grazie anche a potenti mezzi di alta tecnologia: Ma finalmente ci si può permettere un po' di meritato riposo. E' sempre un lavoro di gruppo e tutto funziona Con tanto impegno e mettendocela tutta... F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 3 Anche se qualche volta qualcuno esagera... Anche questa volta è stata una bellissima giornata Si torna a lavorare, e, finalmente, dopo tanta fatica. E quando tutti i partecipanti alla gara se ne sono andati, stanchi, satolli e felici... Tutto è pronto Noi continuiamo a lavorare. Bisogna smontare tutto.. Prima ci si organizza E arriva al giorno della gara E si parte.. Allora, se la cosa vi ha incuriosito... tenetevi pronti, a febbraio si replica! Si cercano volontari.... F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 4 La preparazione mentale gesto sia nei particolari che nella velocità di esecuzione. Nelle seconde ribadire che il tiro deve essere rappresentato nella sua completezza, dalla posizione iniziale al follow-trough, impiegando tutti i canali sensoriali e dando sempre un'immagine positiva al risultato. Terzo e quarto passo: CONCENTRAZIONE ed ESECUZIONE Nel terzo passo all'arciere è richiesta la massima attenzione su alcuni aspetti, è importante che l'atleta impari a mantenere l'attenzione sul proprio corpo per rilevare aree di tensione dannose all'economia del tiro, poi l'attenzione può essere rivolta al bersaglio. L'esecuzione comincia dopo la preparazione e la visualizzazione (primi due passi)e contemporaneamente alla concentrazione, il soggetto ora non deve più pensare al tiro o ai possibili risultati; il pensare all'esecuzione in questa fase tende a danneggiare lo svolgimento fluido e corretto del tiro come programmato. Quinto passo: VALUTAZIONE All'atleta, come ultimo passo, è richiesta la valutazione di quanto effettuato, analizzare gli eventuali errori e valutarne le correzioni, riconsiderare nel suo insieme tutto il gesto cosi da capire gli elementi positivi e quelli negativi. Conclusioni In tutti questi passaggi è fondamentale mantenere un alto livello di ATTENZIONE, oggi raramente si sente da un arciere che pratica ”allenamento mentale” la frase: ”non so cosa è andato storto” esso è in grado di comprendere che il risultato è influenzato dalla sua attenzione e capacità di concentrazione.Questa sua comprensione abbassa le incertezze e/o insicurezze su cosa è accaduto e aumenta la fiducia aiutando a migliorare la prestazione. Esistono molti esercizi per migliorare l'attenzione, per esempio: Pensiero Passivo: per questo esercizio è necessario munirsi di un timer. Mentre si esegue questo esercizio è necessario alternare 1 minuto di pensieri liberi con 1 minuto di riposo, la durata complessiva dell'esercizio dovrebbe essere di 20/25 minuti. Durante la continuazione dell'esercizio si deve aumentare il tempo passato a pensare liberamente finchè si è in grado di eseguire serie da 5 minuti di Nel tiro con l'arco, come in tutti gli sports di precisione, l'atleta deve eseguire il gesto tecnico in maniera ripetitiva conforme a un modello mentale ben preciso ed eliminando tutti i movimenti inutili che possono creare disturbo. La preparazione mentale di conseguenza svolge un ruolo importantissimo e va ricercata da subito durante l'allenamento. Gli obbiettivi dell'allenamento mentale sono molteplici: miglioramento della capacità di sentire il proprio corpo, miglior controllo sui pensieri, sull'attenzione, sullo stress. Questi obbiettivi non sono facili da raggiungere e hanno ritmi di apprendimento molto soggettivi e differenti a seconda dell'età dell'atleta.Vi sono esercitazioni appropriate che servono per raggiungere questi obbiettivi, le esercitazioni si basano sulla ”FIVE-STEP STRATEGY”. Essa si sviluppa in cinque passi da svolgere uno dopo l'altro: 1. PREPARAZIONE 2. IMMAGINAZIONE 3. CONCENTRAZIONE 4. ESECUZIONE 5.VALUTAZIONE Applicandola al tiro, all'arciere è richiesto di: - prepararsi adeguatamente, - rappresentarsi mentalmente il tiro, - concentrarsi in posizione di tiro ed eseguire, - valutare la prestazione e correggere eventuali errori. Primo passo: PREPARAZIONE Comtrollare il battito cardiaco, quindi attivare il sistema respiratorio, con respiri lenti e profondi con il diaframma cosi da rallentare i battiti del cuore, cercare di ”sentire” questo stato controllando i vari distretti corporei e percependo il movimento dei muscoli, preparare tutto il proprio fisico all'azione facendo un censimento del proprio corpo in modo da acquisire la consapevolezza dei propri mezzi in senso positivo. Secondo passo: IMMAGINAZIONE All'arciere è richiesto di formare immagini prima esterne e poi interne, nelle prime è utile usare foto o riprese filmate cosi da dare una visione precisa del F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 5 Kisik Lee, quando il coach è una guida spirituale pensiero passivo separate sempre da periodi di 1 minuto di riposo. Questo esercizio si deve eseguire con gli occhi chiusi, rilassati e in posizione comoda. Durante i periodi di pensiero libero, lasciare che idee e pensieri entrino ed escano liberamente dalla mente, non si deve cercare di trattenerli o eliminarli. Durante i periodi di riposo, verificare se: - si è in grado di evitare che i pensieri siano collegati, - se ci sono stati pensieri particolari che si è fatto fatica ad accettare. All'inizio si avranno molte difficoltà con questo esercizio, NON SCORAGGIATEVI. Esistono anche tanti esercizi per migliorare la RESPIRAZIONE, altro punto fondamentale per una buona prestazione e molto trascurato da una larga parte di arcieri. Una respirazione corretta non solo è rilassante ma aiuta la prestazione aumentando la quantità di ossigeno nel sangue, pochi istruttori nei loro corsi insegnano agli allievi la respirazione lenta e diaframmatica (o ZEN), quando si respira si devono riempire completamente i polmoni, mentre la maggior parte delle persone ne utilizza solo la parte superiore, il respiro ZEN è un tipo di respirazione diaframmatica che è più lenta e più rilassante della respirazione toracica, si consiglia di effettuare questo tipo di respirazione ogni sera prima di addormentarsi per 15/20 minuti. Ogni volta che ci si sente nervosi o distratti, per ridurre la tensione si può eseguire questo esercizio: In piedi a gambe divaricate (non troppo) e ginocchia leggermente piegate, rilassare i muscoli del collo, delle braccia e delle spalle, concentrarsi sul movimento dei muscoli addominali, fare un respiro lento e profondo spingendo il diaframma verso l'ombelico, espirare lentamente, lasciarsi andare e cercare di sentire il rilassamento dei muscoli. Per ora ci fermiamo qui, ci sono tanti esercizi per migliorare: il rilassamento muscolare, la visualizzazione del gesto, gestire le distrazioni, aumentare la resistenza mentale, ecc. ecc. ma ne parleremo alla prossima puntata. MARIO POROTTI da: lastampa.it data: 21 agosto 2008 PECHINO - Kisik Lee, non è solo l'allenatore della nazionale di arco Usa, ma anche e soprattutto una guida spirituale per i componenti della sua squadra e battezza i suoi atleti immergendoli nelle piscine. Allenatore, ma non solo. Anche e soprattutto una guida spirituale. Ecco cosa rappresenta Kisik Lee per i suoi atleti. L'allenatore della squadra di arco degli Stati Uniti battezza i suoi ragazzi nel nome della fede cristiana immergendoli nelle piscine. Durante i Giochi Olimpici di Pechino, Lee e almeno tre dei cinque arcieri che stanno partecipando alle Olimpiadi si danno appuntamento ogni mattina per cantare inni, leggere la Bibbia o partecipare alla messa nella chiesa del Villaggio Olimpico. Lee crede che avere una fede solida aiuti a ottenere risultati migliori perché rende i suoi allievi più tranquilli e sereni. Kisik Lee, 51 anni, coreano, è tra i più quotati allenatori di tiro con l'arco in ambito internazionale. Il suo lavoro si è sviluppato attraverso lo studio scientifico dei vari aspetti del tiro con l'arco, con particolare riferimento agli aspetti di bio-meccanica e a quelli psicologici, indispensabili per la formazione e lo sviluppo di atleti di alto livello. La sua e s p e rienza gli ha permesso di scrivere il libro "Total Archery" che è considerato uno dei più importanti testi riguardanti la tecnica e l'allenamento per il tiro con l'arco. Dal gennaio 2006, Lee si è trasferito negli Stati Uniti assumendo la carica di allenatore responsabile delle squadre nazionali. Bibliografia: Guida tecnica-Tiro con l'arco---centri C.O.N.I. Total Archery-Kisik Lee F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 6 L'esperienza di un padre che vorrebbe far innamorare dell'arco anche il figl i o . ri e n t rare a casa prima, per AMICIZIA!!! Questa è la benzina che alimenta il fuoco, la passione che ho per l'arco ed è grazie all'amicizia ve ra che ho trovato nell'entrare a far parte degli ARCIERI DEL CASTELLO che spero che mio figlio si innamori dell'arco! Ci hanno provato in tanti, ci sono riusciti in pochi. Alcuni figli smettono per non ricominciare, ma altri dopo aver smesso, anche dopo anni, il fuoco della passione non si è spento, si è solo assopito e sov rastato da altri fuochi da altre esperienze … , passate le quali che non lasciano nulla nell'animo allora riprende vigore e fa riemergere l'arciere che era . Con mio figlio sto usando l'arco come mezzo di crescita, c o l t u ra ed educazione, non sono un professore, ma la passione che mi ha dato l'arco sotto tantissimi aspetti sto provando a trasmetterla al mio cucciolo il quale ha bisogno di sentirsi vincente di credere in se stesso e capace di riuscire in quello che fa. L'atteggiamento che vedo in gara con i bambini è quello giusto che credo sia l'ideale per dare fiducia in se stesso al bimbo. Gli arcieri (almeno la maggior parte …) sostengono i cuccioli come fossero loro figli, incitano, consigliano in una maniera tale che il genitore non saprebbe e potrebbe fare. Molti arcieri si ricordano di mio figlio e di conseguenza mi associano a lui e non il contra rio come sarebbe più plausibile viste le mie trenta a passa gare contro le sue tre e altrettante come accompagnatore. Le prime gare ho accuratamente evitato di gareggiare con lui affidandolo ad amici che si sono resi disponibili ad accompagnarlo nei suoi primi passi agonistici. Credo sia indispensabile non opprimere soprattutto all'inizio il bimbo che potrebbe vedere nel genitore un'autorità troppo presente “… già mi dici cosa devo fare nella vita… almeno quando gioco non rompermi … !!!” . Un gioco, tale deve essere all'inizio per attizzare il fuoco di cui parl avo prima, ma il fatto di confrontarsi con altri cuccioli e magari riuscire a spuntarla e ri c e vere un premio, un momento di gloria personalissimo e una gratificazione che dopo qualsiasi gioco non sempre ottieni è la ciliegina sulla torta. La crescita però non è solo del bambino, anche il genitore ha i suoi benefici, per me è stato come salire sul podio quando dopo la gara tutti gli amici della 04CAST hanno atteso per più di un'ora le premiazioni solo per applaudire e far festa al mio tesoro, ri nunciando a Amicizia Rispetto Coinvolgimento Onore di appartenere ad un gruppo Mirex Primo giorno di scuola ... il Prof Sveglia alle sette, caspita cosa mi metto? La giornata è importante, è il mio primo giorno di scuola! Giacca e cravatta? No troppo elegante, poi pensano che me la tiro, sportivo? Bè facciamo una via di mezzo: jeans, una camicia, e una giacca sportiva, cosi va bene non è troppo impegnativo e allo stesso tempo è abbastanza elegante, poi devo pensare all'attrezzatura, computer proiettore per le slides, e dispensa scritta con il menabò della lezione, ho passato tutta la sera a fare e rifare le prove, come cominciare, come presentarmi, e poi i vari passaggi, cosa dire e soprattutto come dirlo, e se mi impappino su qualche particolare? E se mi fanno una domanda a cui non so rispondere? Porca miseria sono due mesi che mi preparo, ho letto e riletto tutte le dispense dei vari corsi che ho fatto, ho consultato decine di volte tutta F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 7 la mia biblioteca sul tiro con l'arco, ( e ne ho un bel po di trattati) e poi che diamine in questi dodici anni di attività su due fronti ne ho accumulata un bel po di esperienza, e allora dai raccatto tutto il materiale e via si parte per Treviglio, il nostro centro federale, dove devo tenere una lezione sulla biomeccanica agli allievi del corso per istruttore regionale. Certo che questa primavera, quando il nostro presidente Mandò e Pescini mi fecero i complimenti per il mio diploma di istruttore di II livello Fitarco non mi aspettavo certo che mi avrebbero proposto di fare il docente ai corsi, invece dopo breve tempo fui ricontattato e non sono riuscito a dire di no, all'inizio la cosa mi aveva spaventato un po, mi chiedevo se non c'era da parte mia troppa presunzione nel pensare di poter insegnare qualcosa a gente che magari tirava con l'arco da molto più tempo di me, poi mi sono detto: perché no, è una sfida, vediamo se veramente valgo qualcosa, tutto sommato la materia per cui mi presento è sempre stata un po trascurata in FIARC, e visto che da qualche parte bisogna pur cominciare, posso farlo io, poi se fallirò poco male potrò sempre dire di averci provato, l'importante è andare non con l'atteggiamento del professore che insegna a chi non sa, ma del collega che porta la sua esperienza e la mette a disposizione di tutti. Si direi che questo è l'atteggiamento giusto, bene allora in macchina e via, passo a prendere il mio indispensabile braccio destro Danilo, già perche se non c'era lui chi mi preparava tutte le slide ben impaginate, con una veste tipografica di tutto rispetto, con i disegni e le tavole al posto giusto? L'ho fatto diventare matto per due mesi a correggere aggiungere, togliere insomma far si che tutta la presentazione del corso fosse impeccabile, e alle nove siamo a Treviglio, ci stanno aspettando, l'aula è piena, a me tremano le gambe, ma chi me lo ha fatto fare? Poi dopo aver preparato l'attrezzatura e dopo un breve preambolo del RRI Pescini, tocca a me. Non mi ricordo quasi nulla di quella giornata, però mi dicono che me la sono cavata bene, tanto bene che la federazione mi vuole in commissione d'esami, be allora tutto sommato non deve essere andata male! Mario Porotti ... l'Assistente Se faccio tardi o dimentico qualcosa, il Prof mi pela... Computer, schermo per il proiettore, chiavetta USB con la copia della presentazione, non si sa mai... ok c'è tutto. Mancano ancora 10 minuti... meglio andare, scommetto che è già li che mi aspetta... Infatti, ecco là la sua macchina, ma cosa sta facendo? Nooooo, sta ripassando la lezione! Grande Prof.! Mi viene da sorridere, pensando a qualche battuta, ma mi trattengo. Tutto comincia qualche mese fa, prima dell'estate. Suona il telefono, è il Mario. Mi dice che è stato incaricato di preparare un corso per la FIARC, sulla Biomeccanica, sta preparando il materiale ma ha bisogno di una mano “da professionista” per impostare e impaginare la presentazione. Ripsondo di getto, “Ma certo, basterà un'ora di lavoro, più un'altra ora per rivedere il tutto con te e mettendoci anche un aperitivo ce la caviamo in mezza giornata, e poi è un piacere aiutare un amico”. Ecco l'errore tipico del consulente.... Prima di fare una stima bisogna avere tutti gli elementi, capire bene l'obiettivo del lavoro, considerare chi è il cliente, valutare i rischi, i tempi e i costi. Ma il “cliente” è il Mario, e per fortuna non gli devo far pagare nulla, altrimenti sarei in “profondo rosso”. Il primo dubbio mi viene quando mi manda la bozza del materiale: sembra la copia dell'enciclopedia treccani, ma non ordinata per volumi, capitoli, paragrafi, ecc. Sembra più messa lì con una carriola. Rivediamo il materiale e faccio la bozza della presentazione. F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 8 Secondo dubbio. Arriva la mail del Mario: “la pagina numero 2 mettila dopo la 11, mentre la 7 mettila prima della 9, ma dopo la 14. Sulla figura 5 cambia il titolo. Nella pagina 22 c'è un errore incredibile! Hai messo una m invece di una n, poi manca l'accento sulla e della pagina 20, riga 6, parola 9, poi occhio che.....” Ma è arrivata l'estate, si va in vacanza. Suona il telefono, è Mario “Ho riscritto il capitolo 3, te lo mando via mail, intanto cambia l'intestazione della seconda scheda, cambia la foto della pagina 5 con quella della 17, aggiorna la bibliografia, poi...” Comincio a temere che suoni il telefono e ad aprire la posta con terrore. Ma in una serata di fine estate, ricca di discussioni e di grappa... tutto è pronto. E oggi: si va in scena! Entriamo in aula, prepariamo i proiettori (due, siamo professionisti...) e i computer (due, ma in realtà nella borsa ho anche quello piccolo... non si sa mai... siamo professionisti, ma la sfiga....). Tutto a posto. “Prof, ce lo facciamo un caffè?” Riesco a portarlo via dall'aula, beviamo il caffè e torniamo. Azz.... l'aula è piena. Circa 30 persone. Io sono abituato per mestiere a trovarmi in quelle situazioni, ma vedo che il Prof, già agitato, ha un sussulto. Cerco di incoraggiarlo con uno sguardo e un sorriso. Pescini finisce la sua introduzione.Sinceramente non l'ho ascoltato, ho preferito verificare che tutto fosse a posto. Caso mai chiederò al Mario.... no, credo che neanche lui lo abbia ascoltato... sta ripassando... E il Prof comincia, rompe il ghiaccio e va con la sua lezione. Tutto bene, arriva la prima domanda, il Prof risponde alla grande. Come si dice in gergo, l'aula risponde. C'è attenzione e interesse. Da buon assistente, guardo i tempi. Segnalo al Prof che è meglio fare la pausa caffè prima di iniziare un nuovo argomento. Qualcuno va a bere il caffé. Altri si fermano in piedi vicino alla cattedra del Prof e cominciano a fare domande. Succede sempre così quando il corso è “buono”, ma chissà perché la gente le domande non le fa durante il corso e preferisce farle durante il break. Anche i Prof hanno diritto a una pausa e a un buon caffé! Il Prof mi guarda: “come sto andando?”. Rispondo “ottimo, ma non accelerare, segui lo schema che hai fatto”. Riprendiamo, ormai il Prof è padrone dell'aula. Pausa pranzo, il Prof si contiene con il vino.... è un professionista... Finita la lezione sulla Biomeccanica, si parla di istruzione per i diversamente abili. Anche su questo argomento il nostro Prof dimostra le cose fondamentali per un Prof: conoscenza della materia, esperienza, passione. La giornata è finita. Mentre il Prof raccoglie le ultime domande e i complimenti di tutti, l'assistente smonta le attrezzature informatiche. Risaliamo in macchina, si torna a casa. Il Prof è stanchissimo e si vede, ma è anche soddisfatto. Sta guidando e , strano a dirsi, va piano... Mi viene solo un dubbio. Ma se Mario è il Prof, io non sarò mica il Mignolo eh? (i più giovani capiranno...) “Ehi Prof, cosa facciamo stasera?” “Quello che facciamo tutte le sere, tentare di conquistiare il mondo!” Danilo F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 9 2011: Il nuovo re g o l amento FIARC Cacciatori più vicino al bersaglio ed il picchetto Cuccioli. In questo modo, si tende a ridurre l'impatto della transizione da Cucciolo a Scout. Sempre gli Scout sono interessati anche da un'altra variazione relativa all'intervallo di età che viene esteso di un anno portando così il passaggio a Cacciatori al compimento della maggiore età. Parlando di età, per le manifestazioni a carattere nazionale è stata introdotta la classe Seniores per gli atleti oltre i 55 anni. A livello regionale invece, l'istituzione di tale classe è lasciata alla decisione autonoma dei singoli Comitati Regionali. Su quest'ultimo punto il dibattito ferve, anche perché il regolamento non chiarisce se il superamento della soglia di età comporta l'automatico e obbligatorio inserimento nella nuova classe, ovvero si tratta di una possibilità lasciata all'arciere che ne abbia ovviamente maturato i requisiti. Anche l'arco storico è interessato dal nuovo regolamento, che ammette per la loro costruzione l'impiego di colle “moderne” e consente l'utilizzo di corde realizzate sia con fibre naturali che sintetiche. Anche per la preparazione delle frecce, sono consentiti collanti non naturali per il fissaggio delle punte e delle penne. In definitiva un arco un po' meno storico, ma forse più sfruttabile e sicuro. Modifiche minori per la conformazione dei longbow, per venire incontro ai modelli industriali presenti oggi sul mercato. E con questo abbiamo terminato la carrellata sul nuovo regolamento, che è già scaricabile dal sito FIARC per maggiori dettagli. Con l'arrivo del 2011 e l'inizio del nuovo anno sportivo, la FIARC ha preparato alcune modifiche significative al Regolamento Sportivo, e di riflesso al Regolamento Tecnico, con immediate ricadute sulle gare del prossimo anno. La modifica più eclatante del nuovo Regolamento Sportivo riguarda sicuramente le caratteristiche delle gare Round 3D e Tracciato, riassumibili in: - migrazione delle mobili dal Tracciato al 3D - riduzione della distanza massima di tiro nel 3D da 45 a 35 metri, applicabile però a tutti i gruppi di animali - diminuzione da 12 a 8 dei tiri a tempo nel 3D, in virtù delle 4 mobili aggiunte In sostanza, il Tracciato assume i connotati di una gara di precisione, mentre il 3D aumenta la componente “venatoria” del tiro, anche se un Gruppo 4 a 35 metri è comunque difficilmente classificabile come “tiro da caccia”… Un'altra importante modifica riguarda la creazione di due nuove categorie di tiro, limitate alla sola classe Cacciatori, denominate Arco Nudo e Free Style. La prima riguarda gli utilizzatori di archi ricurvi dotati di rest, che quindi non possono più gareggiare nella categoria Arco Ricurvo. Per l'Arco Nudo sono ammessi inoltre altri accessori quali berger button, stabilizzatore, smorzatori di vibrazione e pesi, con in più la possibilità di mira chiudendo un occhio e lo “string walking”, ovvero la variazione dell'aggancio sulla corda in funzione della distanza di tiro. La seconda liberalizza completamente gli accessori (ad esclusione dei dispositivi elettrici od elettronici) consentiti ai compound, includendo anche la possibilità di tirare frecce diverse tra loro. Questa modifica alle categorie di tiro va inquadrata nell'ottica di avvicinamento di FIARC a FITARCO, consacrata anche dall'organizzazione dei prossimi campionati italiani 3D Indoor FIARC. Novità anche per gli Scout, per i quali nelle piazzole con bersagli di Gruppo 1 e 2 dovrà essere predisposto (tranne che nel Round 3D) un picchetto ad hoc, di colore azzurro, posto tra il picchetto Buone frecce a tutti! RS F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 10 E’ l’ora di fare un bilancio garantire che per quanto mi consentiranno le mie forze e i miei numerosi impegni con le due (anzi tre) federazioni sarò sempre disponibile per dare supporto alle attività della compagnia, nelle manifestazioni, nelle gare, nelle iniziative di socializzazione. Che diamine, come potreste fare SENZA UN ROMPIPALLE COME ME?! E comunque un grazie di cuore a tutti quelli che mi anno sopportato in questi anni. Quando all'assemblea elettiva, qualche anno fa, mi sono presentato per il consiglio ero sicuro che sarei riuscito a fare tante cose per la compagnia; sono passati due mandati e penso quindi che sia arrivato il momento di fare un piccolo bilancio. Ho fatto, per il primo periodo, il responsabile del settore istruzione, e, contemporaneamente, ho ricoperto anche la carica di vice-presidente, perché come pensionato avevo più tempo libero e quindi potevo coadiuvare il presidente nelle pratiche burocratiche; ho poi sostituito (momentaneamente) il Franco Tacconi quando ha deciso di smettere con la direzione del campo; ho sempre partecipato all'organizzazione delle gare (almeno fin dove la salute mi ha sorretto), mi sono attivato per la costituzione e la crescita del gruppo storico, organizzando le varie manifestazioni (vedi Val Tidone e Pavia), ho organizzato gli stages per le scuole di Peschiera, per non parlare della collaborazione con Mario Brambati per SOSTEGNO 70. Insomma, penso di essermi dato abbastanza da fare per contribuire alla crescita della compagnia…… Eppure, sento che non sono riuscito a realizzare tutti i progetti che avevo in testa quando ho cominciato questa avventura. Forse ho voluto fare troppe cose invece di dedicarmi a qualcosa di specifico, il fatto è che non sono capace di dire di no e allora quando mi veniva proposto qualcosa mi ci buttavo a capofitto anche a costo di incasinarmi, cosi non sono riuscito ad organizzare il settore istruzione come volevo, non sono riuscito a tenere sempre il campo in ordine come mi sarebbe piaciuto, e non sono stato in grado di sviluppare il gruppo storico come avevo progettato, forse ho preteso troppo dalle mie forze, o forse non sono poi cosi bravo ad organizzare. E' anche per questo che ho deciso di non ripresentarmi per il prossimo consiglio. Lascio spazio a chi è più giovane di me e perché no, magari anche più capace di me; io posso comunque MARIO POROTTI F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 11 È’ ora di cambiare... provato. Di una cosa sono sicuro: è stata una bella esperienza. Ci sono stati momenti difficili, discussioni, qualcuna anche con i toni accesi, ma sempre con la convinzione che quello che stavamo facendo, serviva a trovare la soluzione giusta per la compagnia e poco importava se la soluzione scelta non era quella che avevo proposto io. Ho partecipato a quello che penso sia stato una dei momenti più importanti degli ultimi anni: la revisione dello statuto per diventare ASD, la successiva iscrizione all'albo del CONI che si è concretizzata attravaerso l'associazione alla UISP. So che in particolare quest'ultima cosa non è piaciuta a tutti. Io penso invece che anche l'associazione alla UISP sia stato un passo importante per la compagnia. Abbiamo allargato l'offerta ai nostri soci: - FIARC per chi vuole partecipare alle gare - UISP per chi vuole solo tirare al nostro campo E per completare la cosa, quest'anno ho contribuito a iniziare la collaborazione anche con la LAM (Lega Arcieri Medievali). Altro argomento importante per me: i Roving. E' risaputo quanto io ami questo genere di mnifestazioni come arciere; devo ringraziatre la Compagnia che mi ha permesso di cimentarmi per 2 volte anche come organizzatore. A causa del mio lavoro che mi costringe molto tempo (quasi tutto in realtà...) lontano da Milano, ho deciso, negli ultimi anni di dedicarmi ad attività, all'interno del consiglio e per la compagnia, che mi permettessero di lavorare da lontano. E mi sono dedicato quindi al rifacimento del sito e negl corso dell'ultimo anno, al rilancio del giornale di compagnia “Mai dire SPOT!”. Altro? Bhe, ho cercato di partecipare, attivamentre a tutto quello che è successo in questi anni nella nostra Compagnia: manifestazioni, sociali, organizzazioni gare e naturalmente anche ai mitici giovedì gastronomici... In conclusione, posso sicuramente dire che è stata una e s p e rienza molto positiva. Una esperienza che mi sento di consigliare a tutti, anzi, che tutti dovrebbero fare. Perchè ho deciso di non ricandidarmi. Credo nel cambiamento. Secondo me, per il bene della compagnia, sarebbe meglio che un consigliere non possa essere eletto per più di due cicli consecutivi. Questo obbligherebbe a cambiare e anche non permetterebbe la “fossilizazione” delle idee ai vecchi consiglieri. Cerco di spiegarmi meglio, facendo l'esempio di quando ero presidente del Fra pochi giorni ci sarà l'assemblea annuale della nostra associazione; un appuntamento classico e fondamentale per la vita della Compagnia. L'assemblea è l'organo sociale più importante, infatti l'Assemblea rappresenta tutti i soci e le delibere da essa adottate in conformità allo Statuto ed ai Regolamenti della Compagnia, vincolano tutti i soci. Quest'anno, così come vuole il nostro statuto con cadenza biennale deve esssere eletto il nuovo consiglio direttivo e il nuovo presedente. Il nostro statuto prevede due diverse votazioni, una per scegliere il presidente fra i soci che hanno presentato la loro candidatura per questa carica, e una seconda votazione per eleggere i consiglieri, ovviamente fra coloro che si sono candidati. Il Consiglio, sempre in base al nostro statuto, deve essere composto minimo da cinque consiglieri e massimo da 10, in base ad una semplice proporzione: 1 ogni 10 iscritti. A questo punto non mancano che le candidature.... Questo che si sta per concludere è per me il terzo ciclo da consigliere ed è venuto il momento di fare un bilancio. Perchè ho iniziato Nel “lontano” 2005, fresco e orgoglioso della mia nomina a istruttore regionale, pensai che era venuto il momento di darmi da fare all'interno della compagnia e decisi di candidarmi. Le motivazioni erano diverse. Prima di tutto, il mio carattere mi ha sempre portato a partecipare in prima persona alle cose in cui credo. Ho sempre pensato che è meglio fare o cercare di fare, piuttosto che mugugnare nell'ombra o lamentarsi in coro. L'ho sempre fatto, nelle varie associazioni dove sono stato iscritto, nella scuola elementare (consiglio di circolo) quando frequentavano le mia bambine, e anche se solo per pochi anni, nella politica. Altra motivazione fu, come detto, la nomina a istruttore mi spinse a cercare di riorganizzare il settore dell'istruzione in compagnia. Infine, una discussione in compagnia a proposito di un “coccodrillo” mi convinve che dovevo darmi da fare, ma che, prima di tutto, dovevo capire la compagnia dal suo interno. L'esperienza Se ho veramente capito non lo so. Sicuramente ci ho F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 12 UFFA!!! consiglio di circolo delle scuole elementari della mia zona. Quando fui eletto la prima volta, per tre anni, avevo la grinta e la voglia di lottare, novello Don Chisciotte, contri i mulini a vento della burocrazia del Provveditorato e del Comune di Milano. In due anni riuscì, rompendo le scatole al Sindaco e agli assessori, a far aprire una scuola, risttrutturata e vuota da anni che avrebbe risolto il problema del sovraffollamento nelle altre due scuole. La scuola fu aperta, ma non c'erano i soldi per il trasloco. Arrivai a minacciare l'assessore all'istruzione che se non facera il trasloco lo avrei fatto fare io, a piedi, con un banco per ogni bambino/famiglia e con il corteo aperto dal Gabibbo. Il trasloco venne fatto la settimana dopo. In questo caso vinsi, ma potete immaginare quante volte, invece fu solo fatica e senza risultati. Al terzo mandato consecutivo (nove anni...), aveva vinto la burocrazia. Mi resi conto che non avevo più la voglia nemmeno di iniziare a discutere. Era meglio lasciare il campo a chi, invece, avrebbe avuto voglia e grinta. La stessa cosa, secondo me, vale oggi per la nostra Compagnia. Le problematiche, sono ahime, sempre le stesse: il bilancio, la manutenzione del campo, le manifestazioni e i rapporti con il comune e le altre istituzioni, la continua ricerca di nuovi spazi per le nostre gare. E poi, ci sono i problemi di ogni giorno, le piccole cose da gestire, risolvere e possibilmente prevenire. Infine una riflessione. Come detto, passo molto (troppo..) tempo lontano da Milano per motivi di lavoro; quindi anche lontano dalla Compagnia. Credo sia giusto fare un passo indietro e lasciare spazio a chi può partecipare con continuità alla vita della Compagnia. Il futuro? Tornerò a candidarmi, ne sono sicuro. E' una promessa, non una minaccia.... Per questo ciclo... torno a fare l'arciere. Giovani o meno giovani, forza, aspettiamo le vostre candidature.... E si, proprio “uffa!” perché sono un po stufo di sentire sempre i soliti luoghi comuni , le solite frasi fatte, i soliti commentucci tra il sarcastico e il risentito: - ”ma quello li è un FITARCO cosa vuoi che capisca della nostra filosofia”. - oppure: ”ma non saranno mica arcieri quelli li che sono tutti vestiti di bianco come i gelatai”. - e ancora: ”ecco è facile prendere il bersaglio con il mirino”. - e ancora: ”e ma il patrimonio della FIARC…..!” e potrei continuare, ma preferisco fermarmi qui perché l'elenco sarebbe troppo lungo. E allora vediamo se mi riesce di mettere un po d'ordine nella fiera delle insulsaggini, per prima cosa mi viene in mente che FITARCO o FIARC stiamo tutti e due parlando di TIRO CON L'ARCO, due specialità diverse, ma sempre e comunque di tiro con l'arco, per quanto ne so come federazione è nata un bel po prima la FITARCO, mentre la Fiarc è nata da un gruppo di arcieri che volevano praticare questo sport senza dover sottostare a delle regole precise, (correggetemi se sbaglio, a me è stata venduta cosi), a questo punto mi sorge il dubbio che se pur con idee organizzative diverse ma tutti avevano un unico obbiettivo che era: tirare con l'arco. Premesso che senza voler fare polemiche, ma non ho mai capito bene cosa si intende con il “patrimonio” della FIARC, perché se è vero come si insiste a dire che lo scopo della nostra federazione è essenzialmente ludico, non riesco a quantificare il patrimonio del divertimento, io posso capire che ogni arciere ha un suo patrimonio di esperienze e conoscenza (delle tecniche di tiro, dei materiali ecc.) che può mettere a disposizione della federazione, ma una associazione che ha si e no vent'anni di vita, non so che patrimonio storico possa avere. Ma ammettiamo pure che questo patrimonio esista, non sarebbe meglio condividerlo con altri in modo da arricchirlo piuttosto che tenerselo stretto gelosamente impedendogli di crescere? Tutto sommato io preferisco considerare la Fitarco come un fratello maggiore da cui posso “rubare” delle esperienze in più invece di un antagonista a cui fare la guerra. Gli antichi romani quando conquistavano un paese, Danilo F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 13 cercavano sempre di assimilare la cultura dell'altro popolo e davano la possibilità ai cittadini di quel paese di diventare cittadini romani, in questo modo accrescevano le loro conoscenze e diventavano culturalmente più ricchi. E allora perché non fare anche noi cosi? Tante nostre compagnie sono già con la doppia tessera, e non ho notizie che esse abbiano difficoltà anzi sono quelle con più iscritti e che hanno quindi più mezzi economici e di conseguenza riescono a fare di più. Per quanto riguarda le “spiritosaggini” come quella dei “gelatai” be' non varrebbe neanche la pena di rispondere, ma siccome ho un po di tempo da perdere tenterò di spiegarlo e chissà che finalmente si finisca con queste sciocche punzecchiature: cominciamo dalla storia che in FITARCO si va in giro tutti vestiti di bianco, è una stupidaggine messa in giro da chi non sa quello che dice, la Fitarco ha dato disposizioni poiché le sue manifestazioni possono a volte essere riprese dai media, che ci sia una certa omogeneità nell'abbigliamento, quindi gli arcieri devono vestire la DIVISA DI COMPAGNIA quando partecipano alle gare, è previsto che se un arciere per motivi contingenti non ha la divisa di compagnia allora onde evitare certi spettacoli carnevaleschi (che purtroppo in FIARC si verificano) l'arciere deve indossare maglia e pantaloni bianchi, MA SOLO IN QUEL CASO. Noi che prendiamo in giro i Fita, poi ci ritroviamo alle gare con gente che per fare una passeggiata nel bosco si concia che sembra debba andare a fare la guerra in Afganistan. Inoltre, molto giustamente a mio parere, la Fitarco ha deciso che poiché è una federazione sportiva, non vi debba essere nell'abbigliamento dell'arciere nessun riferimento di carattere militare o politico, siamo tutti qui per fare sport e lo sport non ha né frontiere né colori politici, e almeno su questo spero che dovremmo essere tutti d'accordo. Se poi vogliamo parlare della facilità di tirare con il mirino, allora basterà chiedere a chi da noi tira con il compound con il mirino da caccia, se è cosi semplice oppure se l'aver messo un attrezzo tecnologico al proprio arco non gli ha complicato la vita. Insomma, potrei continuare ma so già che queste poche righe susciteranno un discreto vespaio da chi non riesce a capire che i tempi sono cambiati, che il feudalesimo è finito, che siamo nell'era degli scambi interculturali e che se non vogliamo restare indietro dobbiamo aprirci alle nuove esperienze, acquisire nuove conoscenze che ci permettano di crescere nella tecnica, solo cosi potremo crescere alla pari con gli altri e mantenere quell'identità tanto cara ai nostri “vecchi”e da chi acquisire nuove conoscenze se non da chi pratica il nostro stesso sport? Come nello sci c'è il fondo e la discesa, come nella scherma ci sono la spada, il fioretto e la sciabola, come nel nuoto c'è la pallanuoto e i tuffi, perché non può esserci il tiro alla targa e il tiro di simulazione venatoria? Come le altre federazioni convivono ognuna sviluppandosi nel suo campo, perché non possiamo farlo anche noi? Chi sta scrivendo è un arciere che ha cominciato la sua esperienza in Fitarco, poi è venuto in Fiarc, e quando ha intrapreso il percorso dell'istruzione, ha voluto di proposito fare i corsi di entrambe le federazioni, questo mi ha dato la possibilità di acquisire molte più nozioni, che ora proprio la Fiarc mi ha messo in condizioni di trasmettere ai futuri istruttori regionali. E forse sbagliato tutto questo? Mario Porotti F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 14 Comunicato A tutti i soci Peschiera Borromeo, li 10 novembre 2010 Oggetto: Convocazione Assemblea Generale 2010/2011. Come richiesto dallo Statuto ed in accordo con il Regolamento Generale della nostra compagnia, viene convocata l'Assemblea Generale 2010/2011 dei soci, per il giorno 10 dicembre 2010 , in prima convocazione alle ore 12.00 e in seconda convocazione alle ore 21.00, c/o la sala dell'oratorio S.Carlo (a fianco della chiesa nuova di Bettola-Mirazzano ), p.zza Paolo VI, Peschiera Borromeo, fraz. Bettola, per deliberare sugli argomenti all'ordine del giorno di cui all'allegato 1 della presente. Si ricorda che, dovendo deliberare in merito all'elezione del nuovo Consiglio Direttivo come scadenza dei termini previsti dallo Statuto, occorre la presenza di oltre il 50% degli iscritti (seconda convocazione) + 1. Chi non potesse essere presente di persona , è pregato di lasciare una delega scritta (v. allegato 1 alla presente) o per e-mail. Articolo 6 regolmento generale : Possono presentarsi in qualità di candidati alle cariche sociali previste dall'art.14 dello Statuto , i soci in regola con i pagamenti delle quote sociali. Chi intende porre la propria candidatura per l'elezione a Presidente, Consigliere o Revisore dei Conti dovrà darne comunicazione scritta o via E-Mail al Segretario entro e non oltre il 6 Dicembre 2010. Qualora le suddette candidature non coprano il numero di cariche previste dallo Statuto e del Regolamento Generale, saranno raccolte ulteriori candidature all'inizio dell' Assemblea a cura del Segretario stesso. Siccome il numero dei soci è di 89 , da statuto sono previsti Nr. 9 Consiglieri + il Presidente. Pertanto le preferenze non dovranno superare il numero riportato . Si ricorda che hanno diritto di voto solo i soci maggiorenni (ar t.17 dello Statuto). Cordialmente Compagnia Arcieri del castello (il Presidente) MassimoAlfredo F I A RC 1 9 9 4 Mai dire... Spot! Dicembre 2010 15