conquiste - CISL Scuola Ravenna
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conquiste dellavoro L a Fit Cisl chiede “un risanamento vero dell’Atac”. Per questo, dopo una prima lettura del Piano d’Impresa che l’azienda ha presentato, il sindacato cislino si dice critico sul taglio dei permessi. “Troppo poco”, secondo le parole di Francesco Sorrentino, segretario generale della Fit del Lazio. Manovra, cresce il dissenso I n assenza di un’opposizione di peso, la battaglia sulla legge di Stabilità si gioca tutta all’interno del Pd. I temi caldi al centro di emendamenti Pd - Tfr, fondi pensione, taglio alle risorse dei patronati - sono quelli sui cui la Cisl è in pressing costante. “Se c’è una cosa sbagliata nella Legge di Stabilità - sottolinea Annamaria Furlan - è proprio la misura del Tfr”. “Nel piano - aggiunge Gianluca Donati, segretario regionale il taglio si attesta al 20% mentre per noi la percentuale può essere del 30%. Si tratta di un risparmio ulteriore che, come sindacato, crediamo sia giusto offrire per chiedere alla proprietà e all’azienda di fare in fretta e bene tutto quanto pos- ANCHE sibile per risanare un’azienda che può trasformarsi dall’emblema dello spreco a quello del successo d’impresa di servizi che merita”. “Ovviamente - precisa Sorrentino - il numero dei permessi sindacali a valle della riduzione dev’essere assegnato in base ai parametri dettati da testo unico della rappresentanza del 10 gennaio 2014. Per questo siamo pronti al rinnovo delle Rsu anche domani”. ON LINE www.conquistedellavoro.it Direttore: Annamaria Furlan - Direttore Responsabile: Raffaella Vitulano - Direzione e Redazione: Via Po, 22 - 00198 Roma - Tel. 068473430 - Fax 068541233. Email: [email protected]. Proprietà Conquiste del Lavoro Srl. 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Postale n. 51692002 intestato a: Conquiste del Lavoro, Via Po, 21 - 00198 Roma y(7HA0B0*QNOKLO( +&!#!=!#!? Anno 66 - N. 257 MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014 Quotidiano della Cisl fondato nel 1948 da Giulio Pastore ---------- ISSN 0010-6348 www.conquistedellavoro.it Atac, Fit: più tagli a costi sindacali, vogliamo un risanamento vero AltrocheMedioevo Storti a pagina 2 Bonus occupazione, pro e contro “Non solo non siamo tornati al Medioevo, ma la Cisl è un sindacato moderno che in questi anni ha fatto accordi molto innovativi”. Annamaria Furlan replica alle parole di Giorgio Squinzi sul “sindacato medievale”. E rilancia: su partecipazione e contrattazione aziendale, è Confindustria a essere indietro L a legge di Stabilità presenta importanti strumenti per promuovere forme di lavoro stabile. Tra essi c’è lo sgravio contributivo fino ad un triennio per i nuovi assunti a tempo indeterminato, previsto per il 2015. Una misura che presenta alcuni vantaggi, di diversa entità, per i datori di lavoro ma che contiene anche elementi di criticità. Olini a pagina 4 Multinazionali Usapoco trasparenti sulletasse E se Google, Amazon e Apple facessero parte del problema, invece che essere, come giurano in molti, la soluzione? Dice Transparency International che c’è del marcio anche tra Silicon Valley e Cupertino, non fosse altro perché, se parliamo di trasparenza, i nostri eroi Usa hanno tutto da imparare. Addirittura anche da colossi chiacchieratissimi come Gazprom e Rosneft, i giocattoli preferiti da Putin, che secondo l’inchiesta, sono meglio piazzati di certe realtà imprenditoriali ormai prossime alla santità. Arzilla a pagina 3 Vertenza call center. Il caso Accenture ancora senza risposte, nell’incertezza a Palermo 262 dipendenti. Cisl e Fistel rivendicano la riapertura della trattativa Ast ci ripensa: trattativa in bilico. Dopo le aperture, arriva la marcia indietro sul piano industriale. Il 17 novembre incontro sindacati - Tk a Monaco Di Marzo a pagina 5 D’Onofrio a pagina 6 Social Room I doppiatori incrociano le labbra U n nuovo sciopero del doppiaggio è previsto per oggi. La decisione di “incrociare le labbra” è stata presa dai sindacati per consentire una giornata di confronto sulle iniziative da intraprendere nell’ambito della trattativa in corso tra sindacati e Anica. Lo sciopero di oggi è legato proprio alla volontà sindacale di informare i lavoratori di quanto avvenuto al tavolo di confronto il 4 novembre, per permettere alla commissione doppiaggio di riunirsi in plenaria e per consentire a tutti i professionisti del settore di partecipare massicciamente all’assemblea, senza avere problemi di impegni lavorativi. CURIOSAmente Pron(t)i a tutto IL BLOG DEL DIRETTORE a pagina 3 Quell’Italia che difende i patronati C ontinua la mobilitazione della società civile a difesa dei patronati dopo l’annuncio del taglio di 150 milioni di euro al fondo nazionale. Piazze urbane e digitali insieme per difendere il diritto di milioni di cittadini e spingere il Governo a cambiare idea. Benvenuti a pagina 8 2 MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014 SPARLAMENTO IL BLOG DI MASSIMILIANO LENZI La variabile Quirinale nel risiko delle riforme I talicum, Italicum delle loro brame, chi sarà il più renziano del Reame? Ieri è stata una giornata da ottovolante per le riforme istituzionali ed elettorali. Renzi si avvicina ad Alfano e pensa ad una soglia di sbarramento nel nuovo sistema elettorale del 3%? Brunetta si inalbera e Lotti, sottosegretario renziano, dice che allora diviene inutile persino l'incontro previsto per oggi tra Fi e Pd. Senza considerare la variabile Quirinale, entrata di fatto nel risiko dell'intesa sulle riforme. È bastato che Stefano Folli scrivesse su Repubblica ciò che in Transatlantico si spifferava da un po’, e cioè che Giorgio Napolitano potrebbe dimettersi a breve, per scatenare un putiferio. Il patto del Nazareno stava già zoppicando ma l'idea di dover votare presto un nuovo Capo dello Stato, cambierebbe molto lo scenario. Napolitano aveva detto, da subito, che non avrebbe concluso il secondo mandato ma i tempi saranno decisivi. Berlusconi per il Colle vuole una figura garante e la rielezione di Napolitano era scaturita anche da questo, dopo l'affondamento di Prodi da parte dei 101. Il totonomi è già ripartito, chi chiede e sostiene una donna, chi tira fuori lo stesso Prodi, chi rispolvera Amato. Ipotesi. La realtà politica è che Napolitano oggi sta ancora al Quirinale, non ha ufficializzato nessuna data di dimissioni e al centro c’è ancora la complicata partita delle riforme. Renzi, invece, sembra cominci a perdere un po’ di pazienza: l’ex rottamatore vorrebbe incassare al più presto la riforma elettorale, un sistema che garantisca maggioranza e governabilità dopo il voto ed eviti i rischi di un pareggio in Parlamento. E qui arrivano i dolori: finché Berlusconi terrà assieme il suo partito, riducendo malumori e tensioni, già forti, si andrà comunque avanti. Ma se la fronda dentro il partito del Cavaliere dovesse crescere ancora, come pare dalle ultime giornate politiche (vedere Raffaele Fitto), a quel punto portare avanti il patto del Nazareno diventerebbe impossibile. Immaginatevi, poi, se in uno scenario del genere si dimettesse pure il Capo dello Stato. Meglio non pensarci. Massimiliano Lenzi Emendamenti chiave dal Pd. Furlan: servono modifiche, a partire da norme su Tfr e patronati LeggediStabilità, cresceildissenso attualità I n assenza di un’opposizione di peso, la battaglia sulla legge di Stabilità si gioca tutta all’interno del Pd. I temi caldi Tfr, tasse sui fondi pensione, risorse per gli ammortizzatori, taglio alle risorse dei patronati - sono quelli sui cui la Cisl è in pressing costante. E sui cui cominciano ad aprirsi spiragli. La battaglia non arriva dalla solita minoranza Pd ma è più trasversale; le proposte di modifica sono concrete. Gli emendamenti sono tanti ma già ieri la commissione Bilancio della Camera ne ha stralciati 1.600 per mancanza di copertura o estraneità di materia. Sul tavolo ne restano dunque 2.100. Tra gli emendamenti sui cui si è raccolto un vasto consenso, sono stati dichiarati inammissibili per mancanza di copertura quelli di Maino Marchi e Marco Causi (Pd) per riportare l'anticipo del Tfr in busta paga a un sistema di tassazione separata, ovvero non cumulabile con il resto dell'imponibile. Si allarga invece a dismisura il fronte che chiede un’inversione di marcia sui patronati. In una lettera sottoscritta da quasi 200 parlamentari del Pd si chiede di evitare il giro di vite e “ripristinare l'ammontare Dissesto, piano da 7 miliardi Fns: risorse vanno spese subito I n questo Paese non ci saranno mai più condoni edilizi, “perché sono dei tentati omicidi alla tutela del territorio”. Dopo giorni di alluvioni, bombe d’acqua, o forse semplici piogge stagionali ingigantite dallo stato catastrofico del territorio italiano, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, batte un colpo sul dissesto idrogeologico. Da una parte Galetti annuncia lo stop a futuri condoni, dall’altra annuncia un investimento di 7 miliardi in sette anni per un piano di prevenzione per la tutela del territorio; 5 miliardi arriveranno dai fondi strutturali europei e 2 miliardi dal cofinanziamento delle Regioni. Nei primi mesi del 2015, inoltre, partiranno 659 cantieri per un totale di spesa di 1,96 miliardi. “Finalmente - commenta il segretario generale della Fns Cisl, Pompeo Mannone - il tema del dissesto idrogeologico è nell’agenda politica, speriamo che non sia il solito fuoco di paglia. Il Paese ha bisogno di una riforma organica del sistema della Protezione civile”. Che non si faccia prevenzione nel nostro Paese, spiega Mannone, è “un’evidente, cruda e drammatica realtà e diventa sempre più improcrastinabile l’esigenza di individuare risorse finanziarie per avviare la messa in sicurezza del territorio sul fronte idrogeologico e sul versante sismico”. Una svolta che può avere “un valore sociale ed economico non solo perché le risorse spese per la ricostruzione post-emergenza sono nettamente superiori a quelle necessarie per la prevenzione ma agire subito prima degli eventi è utile anche per rilanciare l’edilizia, settore fortemente in crisi”. La manutenzione del territorio deve diventare, secondo il sindacalista cislino, un tema centrale e “le risorse individuate a tale fine debbono essere spese subito”. La Fns Cisl chiede, poi, di chiarire anche legislativamente “che il coordinamento del soccorso durante l’emergenza appartiene al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, l’unica organizzazione dello Stato certamente presente nello scenario emergenziale dedicata a soccorrere i cittadini e mettere in sicurezza i beni”. Cosa diversa è “l’assistenza alle popolazioni fatta dai volontari di protezione civile e dallo stesso Dipartimento di protezione civile”. “Invece di tentare di smantellare il servizio reso dal Corpo Forestale dello stato conclude Mannone - il Governo lo riformi utilizzandolo in modo funzionale ed efficace per la tutela dell’ambiente e del territorio anche ai fini di prevenire ed evitare i disastri idrogeologici con un attento controllo dell’uso, spesso abuso, delle attività che deturpano vaste zone del Paese”. I. S. conquiste del lavoro Il referendum della Lega sulla riforma previdenziale genera valutazioni pro e contro IlCarrocciofadiscutere anchele“anime”dellaCgil I l referendum promosso dalla Lega, per l’abrogazione della riforma previdenziale Fornero, ancor prima che arrivi il via libera della Consulta genera valutazioni differenziate. ”La Cisl - afferma Annamaria Furlan - vuole che questa riforma che tanto male ha fatto al Paese venga modificata. Ma il referendum è uno strumento molto semplice per dare risposta a una situazione che invece è molto complessa”. ”Abbiamo una riforma fatta in una nottata dal governo Monti che innalza per tutti a 67 anni l'età pensionistica. È una cosa che non regge - conclude la leader della Cisl - per troppi lavoratori. Perciò è da rivedere”. ”Nessuno pensa di andare al traino di nessuna forza politica - dice Susanna Camusso - men che meno della Lega”. Ma, aggiunge, ”se la Corte Costituzionale lo ammette, è evidente che, avendo noi sempre detto che quella è una legge ingiusta, ci troveremo a sostenerlo”. ”Diciamo anche, però, che il referendum - prosegue Camusso - è l'occasione per cui il Governo può rompere gli in- dugi e aprire un confronto con Cgil, Cisl e Uil sulla base della piattaforma che abbiamo già presentato. Certo - sottolinea la leader Cgil - noi privilegiamo la strada della contrattazione, ma nessuno si illuda che se non c'è il cambiamento della legge sulle pensioni, di fronte al referendum, noi ci tiriamo indietro”. Per Carla Cantone, segretario generale dei Pensionati Cgil, aggrapparsi al referendum della Lega sarebbe invece ”un clamoroso errore”. ”Salvini fa il suo mestiere - ha spiegato Cantone in del fondo previsto nel bilancio 2014 ed evitare così il ridimensionamento dei servizi che sono particolarmente utili per i cittadini, costretti altrimenti a ricorrere a più costose alternative”. Altro emendamento ammesso e marcato Pd, quello che propone l’aumento della dotazione per gli ammortizzatori sociali da 2 a 2,7 miliardi nel 2015 e a 3,4 miliardi nel 2016. Scricchiola anche la norma sulla tassazione dei rendimenti dei fondi pensione, che è stata portata dall’11,5 al 20%: tanti gli emendamenti da parte delle forze di opposizione, da Forza Italia alla Lega Nord, passando per il Movimento 5 Stelle, ma a chiedere la cancellazione tout court della norma è il democratico Federico Ginato. Insomma, la partita della manovra è apertissima. E la Cisl continua il suo pressing per modificarla. Annamaria Furlan torna a chiedere correzioni sul Tfr, perchè “se c’è una cosa sbagliata nella Legge di Stabilità è proprio quella”. “Chi ha davvero bisogno e chiederà di spalmare il Tfr in busta paga - spiega il segretario generale della Cisl - si vedrà decurtare quelle risorse con una maggiorazione fiscale di 8-9 punti, un’intervista a Repubblica - ma noi dobbiamo fare il nostro. È chiaro che se non c'è altro in campo tutti si aggrapperanno al referendum, ma noi non possiamo rinunciare a condurre questa battaglia”. Per Cantone bisogna ”convincere il Governo a ridiscuterne, con una campagna, possibilmente unitaria, che dovrà partire subito, tenendo conto di tutte le possibilità. Dalla raccolta di firme per un appello fino allo sciopero, cominciando da quello che probabilmente decideremo fra un paio di giorni”. ”Dopo la nostra manifestazione del 25 ottobre, quella unitaria dei pensionati, quella sempre unitaria della pubblica amministrazione e gli scioperi che verranno, Renzi non potrà non prestare attenzione a ciò che esprime il Paese. Altrimenti - avverte Cantone - sarà travolto dai risultati del referendum della Lega. esagerata. È ovvio che questa manovra mette una pietra tombale sulla previdenza integrativa”. Il combinato disposto della possibilità di scegliere il Tfr in busta paga e dell’aumento della tassazione sui fondi pensione rischia di avere conseguenze pesantissime che si materializzeranno tra qualche anno sotto forma di bassissimi redditi da pensione. Non solo. A preoccupare la Cisl è il rischio compensazione tra tagli centrali e aumenti locali delle tasse. “Da anni ricorda Furlan - generalmente c’è una media di innalzamento delle tasse locali di oltre il 200%. Ogni volta che c’è un taglio, le Regioni e i Comuni tagliano i servizi e aumentano le tasse. È una cosa che non può andare avanti”. In questo modo, evidenzia la numero uno di Via Po, “si demolisce il reddito delle famiglie e si fa decrescere la qualità dei servizi”. Ma l’aumento delle tasse locali non è ineluttabile. Vanno tagliati gli sprechi “che sono tanti nelle Regioni, nei Comuni e a livello nazionale”. Sin qui il merito della battaglia cislina. Quando al metodo, Furlan continua a escludere il muro contro muro verso cui sembrano dirigersi Cgil e Uil. “Ciascuno fa le sue riflessioni - sottolinea il segretario generale -. La Cisl ritiene che un Paese che ha perso 25 punti di produzione industriale non ha bisogno di fermare le fabbriche. Non vogliamo occuparle, vogliamo che le fabbriche siano piene di occupati. Per questo abbiamo chiesto con grande forza di cambiare la legge di Stabilità, abbiamo posto le nostre osservazioni al governo. Aspettiamo le risposte, in particolare per il rinnovo dei contratti pubblici e sui patronati”. Ilaria Storti Penso che gli convenga parlare con noi”. Anche l’ex leader cigiellino Sergio Cofferati, nel merito della questione, fa notare che ”il referendum va bene quando si tratta di temi etici, civili, ma semplici. Quando affronta temi complessi - aggiunge però Cofferati la riduzione a una semplice domanda non risolve nessun problema, diventa un fatto esclusivamente politico che non porta risultati apprezzabili per le persone che il sindacato rappresenta, perchè il giorno dopo bisogna ricostruire con opinioni probabilmente divaricanti le norme che devono riempire quel vuoto. Se il referendum dovesse andare a buon fine, poi quando si tratterà di discutere cosa fare dopo - conclude Cofferati - immagino che la Cgil e la Lega avranno opinioni addirittura opposte”. Francesco Gagliardi 3 MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014 attraverso tagli Etihad Passa massicci il salvataggio Air Berlin da parte di taglia diEtihad, la compagnia emiratina che sta attendenil via libera Ue per conancora dovolare a nozze con Alitalia. Nel del 2015 la posti secondacorso compagnia aetedesca il cui 30% è di lavoro rea posseduto appunto da Airways, licenzierà in Air Etihad 200 dipendenti. Negli ultigià stati taBerlin migliatimesi900erano posti di lavoro. global B ruxelles (nostro servizio) - E se Google, Amazon e Apple facessero parte, anche loro, del problema, invece che essere, come giurano in molti, la soluzione? Dice Transparency International (TI), che di patacche se ne intende, che c’è del marcio anche tra Silicon Valley e Cupertino (passandoper Seattle), non fosse altro perché, se parliamo di trasparenza, i nostri eroi a stelle a strisce hanno tutto da imparare. Addirittura anche da colossi chiacchieratissimi come Gazprom e Rosneft. Proprio loro, i giocattoli preferiti da Wladimir Putin, che secondo l’inchiesta della Ong che a sede a Berlino, sono meglio piazzati di certe realtà imprenditoriali conclamate e ormai prossime alla santità. Non sarà un caso allora se la Commissione europea - proprio quella guidata da Juncker, anche lui sotto pressione in questi giorni causa opacità fiscale reiterata quando spadroneggiava nel gran ducato di Lussemburgo - ha aperto un’inchiesta proprio su Google, Amazon e Apple e sui loro accordi fiscali con Irlanda, Olanda e Lussemburgo: a Bruxelles, infatti, sentono puzza di aiuti di Stato illegali. I tre moschettieri del New Deal (in tempi di crisi) - ma cosa accadrà se e quando verrà firmato il Ttip, l’accordo di liberoscambio tra Usa e Ue? - sono tra le 90 delle 124 multinazionali esaminate che si sono rifiutate di dire quali tasse pagano in Paesi stranieri. E sono anche tra le 54 super aziende, che insieme valgono circa 11.200 miliardi di euro, che non hanno dato alcuna informazione sui redditi prodotti all’ estero, informazioni necessarie, spiega Transparency International, special- CURIOSAmente nuova guida Eures e Stati Uniti hanno Apec: Cinaannunciato Lavoro: La”Pronti a partire?”, con di aver ragimportanti consigli su cogiunto un accordo per abintesa battere online me cercare lavoro all' le tariffe su una seestero, è disponibile grarie di prodotti elettronici sul sito Interapre la strada ad un altra Usa che nuova tuitamente net del Servizio europeo largamento dell' Informal'impiego. Nella guida Technology Agreee Cina su tion guida per si possono trovare consiment firmato nel 1996 da su come presenPaesi sotto l' egida Wto. tagli tasse 50Il presidente Eures per glitarepratici la propria candidatuObama ha afra, sostenere un collofermato che l'intesa contriandare quio di lavoro e pianifica- a prodotti buirà ad una rapida conclutrasferimendelle trattative sul elettronici sione all'estero reto inil proprio un altro Paese Ue. commercio mondiale. Transparency International: vanno meglio i colossi russi. 8 aziende europee più in regola MultinazionaliUsapoco trasparentisulletasse mente per i Paesi in via di sviluppo, per capire il livello della trasparenza fiscale. Le aziende che tacciono sulle imposte o sugli utili sono capaci di operare in 70 Paesi in tutto il mondo, il che dà l’idea della gravità della situazione. Il test sulla trasparenza delle multinazionali si è basato sulla capacità di attuare il programma anticorruzione, sul cosiddetto country by country reporting (tasse pagate all’estero, dati sulle filiali e partecipazioni in altre società) e sulla trasparenza organizzativa. Le prime 8 aziende più trasparenti sono tutte europee, a cominciare dalla tedesca E.On (energia), per poi salire con Deutsche Telekom, Arcelor Mittal, Banco Santander, Bhp Biliton. Le sorprese sono appena cominciate, perché secondo le pagelle di TI, il gruppo imprenditoriale più trasparente ha sede in Italia e si chiama Eni: 7.3 punti su un massimo di 10, con un livello “alto” di trasparen- za per quanto riguarda Acp (programmi anti corruzione) e Ot (trasparenza organizzativa), ma “basso” nel country by country reporting. Al secondo postosi piazza Vodafone (6.7 punti), seguita da Statoil (6.6). L’impresa meno trasparente al mondo, e forse sarebbe il caso la più corrotta in assoluto, secondo TI è la Bank of China, che ottiene 1 punto, preceduta da Honda Motor Co(1.3), la cinese Bank of Communications (1.4), Agricultural Bank of China(1.4), la russa Sberbank (1.5), conquiste del lavoro Bank (1.8). Appena un po’ più su troviamo subito Amazon, con 2 punti su 10, e in buonissima compagnia: la China Shenhua Energy Company e la Nippon Telegraph Telephone Corporation. A 2.2 punti c’è Google insieme alla Industrial e Commercial Bank of China. Detto della Walt Disney a 2.5 punti, ecco il gruppone a 2.7 punti, composto da Apple, Vi- sa, Petrochina e Citigoup. Ibm è a 2.9. Seguono Microsoft e Gazprom con 3.5 punti su 10 e Rosneft con 4.2. Insomma, trasparenza organizzativa scarsa e approccio piuttosto tiepido verso i programmi anti corruzione. E i colossi del petrolio e del gas, rileva il rapporto di Transparency International, non saranno pronti per recepire le nuove re- gole Ue in vigore dal 2015 sulla trasparenza e la lotta alla corruzione. Molte imprese, osserva TI, non hanno voluto dire neanche quali e quante società controllate possiedono: difficile, quindi improntare un lavoro di conoscenza vera dei dati se non sai chi detiene cosa. ˘Questo non significa, precisa il rapporto, che le aziende che non rivelano questo tipo di informazioni sono più inclini a pagare tangenti, ma è certo che la scelta del segreto impedisce agli enti regolatori e di controllo, così come alla stessa società civile, di porre alcune questioni fondamentali sulla trasparenza fiscale di una multinazionale. E sui voti bassi a Google, Apple e Amazon, cioè “a chi fornisce al mondo strumenti importanti per entrare in una nuova era di trasparenza” e al contempo si rifiuta di fornire informazioni sulle proprie controllate o sulle tasse pagate all’estero, Transparency International parla di situazione “ironica e deprimente”. Pierpaolo Arzilla IL BLOG DEL DIRETTORE Pron(t)i a tutto U l’americana Berkshire Hathaway (1.6) e China Construction na nuova indagine da parte del sindacato Gruppo 20 (L20), che rappresenta il lavoro dei paesi del G20, rileva che il 56% delle politiche del G20 sono inefficaci nel migliorare le condizioni dei lavoratori. C’è da meravigliarsi? E’ per questo che oggi a capo della commissione europea ritroviamo un uomo che a capo del governo del Lussemburgo stringeva accordi fiscali segreti con centinaia di multinazionali e da presidente dell’Eurogruppo strigliava i Paesi periferici con feroci politiche economiche depressive. L’avviso di tempesta all’Italia si concretizza in un ”allarme preventivo” sui conti pubbli- ci e sull’apertura di una procedura per deficit eccessivo. Interessante l’analisi di John Muellbauer - prof di economia all’università di Oxford - per il quale una strada percorribile per la ripresa della domanda sarebbe un Quantitative Easing for the People: fornire a tutti i lavoratori e pensionati in possesso del codice fiscale una somma di denaro, erogata dalla Bce, che i governi dovrebbero semplicemente aiutare a distribuire. O ancora, fare riferimento alle liste elettorali per una banca dati pubblica che la Bce potrebbe utilizzare indipendentemente dai governi. Dei circa 275 milioni di adulti posses- sori di codice fiscale nell’eurozona, circa il 90% è iscritto nelle liste elettorali. Negli Stati Uniti, nel 2001, un rimborso previdenziale pari a trecento dollari a persona ebbe l’effetto di aumentare la spesa del 25% circa del totale distribuito. Ecco che un assegno di 500 euro (640 dollari) emesso dalla Bce potrebbe aumentare la spesa di circa 34 miliardi di euro, cioè l’1,4% del Pil. Per di più, il gettito fiscale aggiuntivo derivante da questo rimborso ridurrebbe in modo significativo il disavanzo pubblico. Ma lo sguardo di Renzi sembra piuttosto distratto dalle banche, alle quali starebbe per fare un nuovo regalo: nella legge di stabilità c’è una norma (contenuta nell’articolo 33 del ddl) che potrebbe comportare l’obbligo per l’Italia di versare miliardi di euro su conti esteri come garanzia per le grandi banche d’affari - come Morgan Stanley, Jp Morgan, Deutsche Bank con cui a metà anni novanta il ministero guidato da Ciampi fece man bassa di derivati per un valore di 160 miliardi di euro per portare il deficit all’interno dei parametri imposti ai Paesi che aspiravano a entrare nell’Eurozona. In quel periodo, ricorda il Financial Times, ”Mario Draghi era direttore generale del Tesoro” e oggi è difficile specificare le potenziali perdite dell’Italia sui derivati ristrutturati. La norma attribuirebbe alle banche d’affari anche un vantaggio inedito: un credito privilegiato con la possibilità di rivalersi sui depositi di garanzia nel caso di un default sovrano dell’Italia (ad oggi per nulla escluso; basti seguire le mosse della Germania). Mentre gli altri creditori, come tutti i piccoli risparmiatori italiani, dovrebbero mettersi in fila. Già dimenticati i due miliardi e 567 milioni di euro passati dalle casse del Tesoro a quelle di Morgan Stanley il 3 gennaio 2012? E questo mentre si chiedono sacrifici a pensionati, lavoratori e disoccupati. Bruxelles ci prende a schiaffi. Ma noi, per ora, restiamo pron(t)i al Fiscal Compact e al Meccanismo europeo di stabilità. [email protected] 4 MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014 dibattito Vantaggi e criticità dello sgravio contributivo previsto nella Legge di bilancio per promuovere il lavoro stabile Ilbonusoccupazione L a legge di bilancio, attualmente in discussione in Parlamento, presenta importanti strumenti per promuovere forme di lavoro stabile. Si tratta dello sgravio contributivo fino ad un triennio per i nuovi assunti a tempo indeterminato, previsto per il 2015, e la deduzione integrale del costo del lavoro sull’imponibile Irap per i soli lavoratori a tempo indeterminato. Questo studio quantifica i vantaggi per i datori di lavoro ed il cambiamento delle convenienze portati dal primo strumento. Con i bonus per i neo assunti, per una retribuzione pari a 26 mila euro, i rapporti di lavoro stabile costano all’impresa 5 mila euro per anno meno di un corrispondente contratto parasubordinato; cifra che diventa di 8 mila euro per i rapporti a tempo determinato (Tav. 1 e Grafico). In questo modo i contratti a tempo indeterminato diventano quelli più convenienti per l’impresa. Si è detto che questi sgravi non creano occupazione aggiuntiva, data la situazione attuale di recessione. E’ possibile, ma, da un lato, con il taglio del cuneo fiscale si pongono le condizioni per un aumento più sostenuto della domanda di lavoro in una situazione di ripresa. E, soprattutto, cambiano in maniera incontestabile le convenienze e questo può spingere a convertire i rapporti più precari in contratti stabili. Per rafforzare la fidelizzazione dell’impresa ai suoi assunti è possibile pensare, pure a parità di risorse, a un profilo crescente degli sgravi nel triennio e a un successivo décalage dei benefici. Come d’altra parte occorre coordinare gli sgravi contributivi alla misura dell’indennità di licenziamento. conquiste del lavoro Il bonus occupazione Per ridurre la precarietà del lavoro, la legge di Stabilità per il 2015 ha previsto per le nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato l’esonero dal versamento dei contributi a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e dei contributi dovuti all' Inail. L’esonero vale per un periodo massimo di trentasei mesi e nel limite di 8.060 euro su base annua. La misura è indirizzata ai datori di lavoro privati per rapporti decorrenti dal 1˚ gennaio 2015 e stipulati entro il 31 dicembre 2015. Sono esclusi il settore agricolo, oltre che i contratti di apprendistato e di lavoro domestico. La tavola ed i grafici illustrano i cambiamenti di convenienza per i datori di lavoro che la norma determina. Il confronto vie- Retribuzione lorda Aliquota totale Aliquota a carico lavoratore Aliquota contributi va a carico datore di lavoro Costo del lavoro Costo del Lavoro con bonus assunti (b) Operai 26.000 41,57 9,49 32,8 34,341 26.281 Commerciofino a 50 dipendenti - Operai e Impiegati 26.000 38,17 9,19 28,98 33.535 26.000 Commercio oltre 50 dipendenti - Operai e Impiegati 26.000 39,37 9,49 29,88 33.769 26.000 Industria fino a 15 dipendenti Operai 26.000 41,47 9,19 32,28 34.393 Industria oltre 50 dipendenti Operai 26.000 42,97 9,49 33,48 34.705 Commerciofino a 50 dipendenti - Operai e Impiegati 26.000 39,57 9,19 30,38 33.899 Commercio oltre 50 dipendenti - Operai e Impiegati 26.000 40,77 9,49 31,28 34.133 TABELLA OccupazioneaTempoIndeterminato OccupazioneaTemoDeterminato Lavoro Parasubordinato Lavoro Autonomo Liberi professionisti (a) 26.000 30,72 10,24 20,48 31.325 Altri isritti via esclusiva (a) 26.000 30,72 10,24 20,48 31.325 Iscritti alle forme previdenziali Obbligat. 26.000 23,50 7,83 15,67 30.073 Commercianti 26.000 22,74 22,74 31.912 Artigiani 26.000 22,65 22,65 31.889 ne fatto su un’ampia gamma di tipologie di rapporti di lavoro con diversi gradi di stabilità e di autonomia. A fini esemplificativi, data la varietà di aliquote contributive per settore, tipologia di lavoratore e dimensione aziendale, si sono presi in considerazione per i dipendenti, sia a termine che a tempo indeterminato, gli operai dell’industria fino a 15 dipendenti, quelli oltre i 50 dipendenti, gli operai ed impiegati del commercio, sopra e sotto i 50 addetti. I risultati della simulazione possono, però, essere estesi con piccole variazioni ad un numero molto più elevato di casi. L’esemplificazione parte per tutti da una retribuzione annua (reddito nel caso degli autonomi) di 26mila euro; si calcolano, quindi, gli oneri sociali (sulla base delle aliquote previste nel 2015) ed il costo del lavoro a carico delle imprese. Il datore di lavoro, come si vede nella Tav. 1, paga a normativa attuale cifre variabili fino ad un massimo di 34.700 euro per gli operai a tempo determinato delle imprese industriali con più di 50 addetti. Seguono, intorno a 34.300 euro, gli importi pagati per gli occupati stabili dello stesso settore, per i lavoratori a termine dell’industria fino a 15 dipendenti e poi per le aziende sopra la soglia dei 50 nel commercio. Come si vede i costi maggiori si hanno per i contratti a tempo determinato; questi, infatti, presentano una maggiorazione contributiva dell’1,40% introdotta dalla Riforma Fornero e destinata a finanziare l’ASpI. Ma seguono, a non grande distanza, i contratti a tempo indeterminato nei diversi settori; poi, più distaccati, vi sono, intorno a 32 mila euro, gli artigiani ed i commercianti. Nella normativa vigente, nonostante il percorso di avvicinamento delle aliquote, restano più convenienti le diverse tipologie di lavoro parasubordinato, che si collocano intorno ai 31.300 euro. Il bonus occupazione per i neo assunti della legge di Stabilità modifica sensibilmente le convenienze sopra viste. Il costo di lavoro più contenuto diventa quello dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato con 26mila euro con un beneficio intorno al 30%. Infatti per una retribuzione all’incirca dello stesso livello, l’esonero contributivo resta nei limiti previsti dal tetto di 8.060 euro. Questo significa, a parità di retribuzione, un costo inferiore rispetto allo stesso lavoro parasubordinato di oltre 5 mila euro per anno, che diventano, quindi, 15mila nel triennio. La differenza è ancora più rilevante per i contratti a termine: tramite il bonus occupazione i rapporti di lavoro stabile costano all’impresa tra 8.000 e 8.500 euro in meno, ovvero tra 24 e 25mila euro nel triennio. Forzando un pò i termini della questione, con il costo di tre contratti a tempo determinato (per circa 104 mila euro l’anno), l’impresa può avere disponibili quattro occupati a tempo indeterminato. Questo incentiva molto la conversione di contratti a termine in essere presso lo stesso datore di lavoro in rapporti a tempo indeterminato. D’altra parte la disposizione esclude la possibilità di beneficiare dello sgravio per persone già occupate a tempo indeterminato nei precedenti sei mesi presso qualsiasi datore di lavoro. Per evitare il licenzia- mento fittizio di personale già occupato, sono escluse anche le assunzioni di lavoratori che, nei tre mesi precedenti l’entrata in vigore della legge (quindi, da ottobre a dicembre 2014) siano stati dipendenti a tempo indeterminato con lo stesso datore di lavoro (anche per interposta persona ), comprese anche le società collegate e controllate. Ma la disposizione non esclude la possibilità di assumere un lavoratore a tempo indeterminato, già occupato a tempo determinato, oppure persone che già collaborano con l’azienda attraverso tutta quella congerie di rapporti di lavoro, come co.co.co/pro, di associati in partecipazione, partite Iva, oppure soggetti ammessi a svolgere uno stage. Come, d’altra parte, la previsione della legge di Stabilità per il 2015 non nega la possibilità di assumere personale, che presta lavoro con questo tipo di rapporti atipici, presso altri datori di lavoro. Tornando alla quantificazione degli incentivi, per livelli di retribuzione più elevati il minor costo resta fermo a 8.060 euro, ma rimane sensibile la convenienza ad assume- re stabilmente. Ad esempio per 40mila euro lordi di retribuzione, il beneficio per l’impresa dell’assumere a tempo indeterminato è pari a circa il 16% del costo corrispondente per un occupato a termine. Le obiezioni al bonus E’ stato notato che la prospettiva di rilevanti benefici contributivi a partire dal prossimo anno possa determinare un calo delle assunzioni a novembre e dicembre 2014, a cui potrebbe corrispondere un picco ad inizio 2015. Ancora più rilevante è l’osservazione che gli sgravi contributivi durano al massimo per un triennio e, quindi, dopo questo periodo il costo per l’impresa torna ad essere pieno. Potrà questo reinnescare una nuova destabilizzazione dei rapporti di lavoro? Tanto più se l’impresa, a fronte degli sgravi contributivi ricevuti, venisse chiamata a corrispondere per il licenziamento solo una somma ridotta per l’anzianità maturata. Ha ragione chi ritiene che le modalità di calcolo dell’indennità di licenziamento debbano essere coordinate con gli sgravi contributivi. Ma probabilmente è possibile anche pensare, a parità di risorse, ad un profilo crescente degli sgravi nel triennio ed un periodo successivo di décalage dei benefici per rafforzare la fidelizzazione dell’impresa ai suoi assunti. Dopo un triennio potrebbe essersi innescata la ripresa. Bisogna rilevare, comunque, che la stessa proposta del Governo, prevede un altro importante strumento per promuovere forme di occupazione stabile, quale lo sgravio ai fini Irap delle retribuzioni per il solo personale dipendente a tempo indeterminato e che sarà oggetto di un ulteriore approfondimento. Dunque, le nuove assunzioni con il bonus triennale si inseriscono in un sistema, che nel suo insieme favorisce il lavoro stabile piuttosto che quello precario. Gabriele Olini MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014 Liguria ancora in ginocchio, nel Tigullio anche il lavoro travolto dall’alluvione Toscana. Tirocini all’estero con il progetto Let’s go, in molti trovano lavoro. Esperienze di chi ce l’ha fatta Frambati a pagina 6 Campaioli a pagina 7 Call center, il 21 notte bianca e corteo a Roma I sindacati tornano in piazza (dopo la manifestazione dello scorso 4 giugno) contro i licenziamenti a ca- tena e le mancate tutele occupazionali che stanno investendo il settore dei call center. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno proclamato la seconda giornata di sciopero nazionale del settore, con manifestazione in programma a Roma il 21 novembre e una ”notte bianca” in difesa della vertenza. Lo comunicano le sigle sindacali con una nota precisando che “Mentre la vertenza che vede contrapposte British Telecom e Accenture con 262 licenziamenti non ha ancora trovato una soluzione, E-Care ha annunciato la chiusura della sede milanese con il licenziamento di oltre 500 persone. Nelle prossime settimane la chiusura delle gare di Enel, Comune di Roma e il continuo ribasso delle tariffe praticato dai clienti porterà all’esubero di altre centinaia di dipen- denti”. Da tempo nel mirino dei sindacati le gare al massimo ribasso per l’affidamento degli appalti e in particolare “l’errata trasposizione della Direttiva Europea 2001/23 sulla tutela dei lavoratori, con la mancata estensione delle tutele previste dall’articolo 2112 del c.c. in occasione della successione o cambio di appalti, che ha creato in Italia un vuoto normativo”. Vertenza call center. Ancora un nulla di fatto per i 262 dipendenti di Palermo. Cisl e Fistel: ”Si riapra la trattativa” Accenture,squilloavuoto conquiste del lavoro TERRITORIO & IMPRESE P alermo (nostro servizio). Le angosce restano e sono sempre più grandi, soprattutto dopo l’ennesimo tavolo al ministero del Lavoro andato a vuoto. Il futuro resta così incerto per i 262 lavoratori di Accenture il call center di Palermo, azienda che due settimane fa ha avviato la mobilità per tutti gli operatori. Ieri ennesimo vertice romano senza soluzione a causa dell’assenza di British Telecom (Bt), che ha fatto sapere di non partecipare fino a quando non sarà siglato un accordo con Accenture, che fino ad ottobre si occupava della commesse della società italo inglese. “Un incontro puramente informativo - ha spiegato Michele Giordano Rsu Fistel Cisl Palermo Trapani - e soprattutto poco costruttivo, il Ministero ha assunto l’impegno di contattare Bt e riconvocare entro la fine della prossima settimana il tavolo nel corso del quale si spera di approfondire la vertenza”. Accenture, titolare di una commessa British Telecom bloccata prima dei termini previsti lo scorso 31 ottobre, ha intanto avviato le procedure di mobilità per i lavoratori resi noti dalla campagna #262acasa alla quale hanno aderito diversi esponenti del mondo dello spettacolo. “Continueremo a lottare” aggiunge Giordano. “Ci auguriamo che la trattativa possa essere riaperta in modo proficuo - spiegano Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo Trapani e Francesco Assisi, segretario Fistel Cisl Palermo Trapani - chiederemo un più decisivo intervento del governo nazionale al solo scopo di raggiungere un ac- cordo che abbia come priorità la salvaguardia dei posti di lavoro, il rispetto dei diritti degli operatori e lo sviluppo dell’azienda”. Il testo proposto un mese fa ai sindacati al tavolo del Mise lasciava poco spazio alla trattativa. Fra i punti nodali, la cessione del 30% dei lavoratori ad una società di Accenture e il 70% ad una di proprietà di Bt, ma il limite resta l’accordo tombale vincolante per tutti con il quale i lavoratori rinuncerebbero a tutti i diritti maturati. “Non si può chiedere di rinunciare ai diritti maturati, per noi è un ricatto” aggiunge Giordano. Nelle scorse settimane a loro fianco si è schierato anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando “il nostro impegno è quello di riportare ragionevolezza sulla vertenza Accenture, continuiamo a chiedere la riapertura della trat- CrisiBurgo,il28 èsciopero generale. Si salva Avezzano L tativa al Mise auspicando una riflessione da parte di British Telecom che possa salvaguardare la continuità occupazionale dei 262 lavoratori, evitando, cosi, l'ennesima delocalizzazione a danno della città di Palermo”. La cri- a cartiera Burgo di Avezzano non chiuderà. È stato firmato a Roma un accordo tra sindacati e azienda che mette in salvo cento lavoratori: circa la metà nello stabilimento marsicano e la parte restante negli stabilimenti presenti sul territorio nazionale, a partire da Sora (Frosi- si in città infatti assume toni allarmanti “non possiamo permetterci nemmeno la perdita di un posto di lavoro” commentano Milazzo e Assisi. Due giorni fa a scendere in piazza per denunciare il mancato pagamento de- none). È stato firmato anche un altro accordo in base al quale ai primi di dicembre verrà aperto un altro tavolo per valutare le quattro manifestazioni d’interesse arrivate. Intanto è stato proclamato per il 28 novembre lo sciopero generale di tutti gli stabilimenti del Gruppo con mani- gli stipendi, sono stati i lavoratori di un altro call center palermitano, 4U, già per 130 di loro è scattata la cassa integrazione a zero ore. Chiedono certezze, una speranza sembra difficile da concretizzarsi per i lavoratori dei festazione a Vicenza, davanti la sede di Confindustria. I sindacati preoccupati del forte indebitamento temono ripercussioni negative sull’occupazione. ”Per l’ennesima volta dichiara Paolo Gallo, segretario nazionale Fistel Cisl - abbiamo dovuto rilevare l’assenza dell’ad Paolo Mattei, al- call center, un settore privo di regole e soggetto a concorrenze spesso sleali. Tutte vertenze che animeranno la piazza di Roma il prossimo 21 novembre per la notte bianca dei call center. Angela Di Marzo la quale si è aggiunta anche quella dell’attuale proprietario della maggioranza azionaria del Gruppo. Un’assenza che riteniamo irrispettosa delle istituzioni, dei sindacati e di tutti i dipendenti. Da qui la decisione di proclamare la mobilitazione”. 6 MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014 Da due territori Cisl, Modena e Reggio, ad uno solo. Procede il percorso di unificazione D a due territori Cisl, di Modena e Reggio, a uno solo, in un mondo del lavoro che conta complessivamente quasi 100 mila iscritti. Il seminario rivolto ai due consigli generali Cisl reggiano e modenese di ieri è un nuovo passo verso la nuova rappresentanza sindacale unificata del mondo dei lavoratori Cisl. Nel corso della giornata i consi- vertenze È uno strano negoziato quello tra Ast e i sindacati dei metalmeccanici. Ogni volta che il traguardo sembra vicino, quasi ad un passo, arriva improvvisamente un giudice di gara che lo sposta più in là. È successo anche lunedì al ministero dello Sviluppo Economico. Dove l’azienda ha di fatto rimesso in discussione le aperture fatte la settimana precedente sul piano industriale, che ora sembra tornato alla versione presentata il 17 luglio: quella, per capirsi, che ha innescato la protesta dei sindacati, gli scioperi e la mobilitazione delle istituzioni locali. Le notizie che rimbalzano da Roma a Terni non fanno che aggravare un clima di tensione che nella città umbra è già palpabile. A bruciare non è solo il ricordo, ancora fresco, delle manganellate nella manifestazione del 29 ottobre. Ora c’è anche da governare la protesta delle ditta d’appalto, rimasta sotto traccia nella prima fase della vertenza ma destinata ad esplodere man mano che i contratti arrivano a scadenza e Ast si rifiuta di rinnovarli. Ieri quattro tra carabinieri e poliziotti sono rimasti contusi davanti alla sede di Confindustria, dove un centinaio di lavoratori della Ilserv - una società di servizi che opera all’interno dello stabilimento - manifestavano contro la decisione dell’azienda di avviare la cassa integrazione, nonostante Ast sostenga di aver concesso una proroga fino al 31 dicembre. L’incidente ha messo in allarme il prefetto, che non a caso ieri ha convocato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Quel che non si spiega, e che i sindacati intendono però farsi chiarire dall’ad di Ast Lucia Morselli, è come sia possibile tenere insieme le promesse di conquiste del lavoro G enova (nostro servizio) - Stesso orario, stessa data, un mese dopo. Eguale o forse ancora peggiore disastro rispetto al Bisagno straripato. Il diluvio sommerge questa volta il Levante ligure, toccando zone rinomate turisticamente, ma anche ricche di piccole attività commerciali ed aziende. Piccoli torrenti come il Rupinaro, sconosciuti persino a molti liguri del posto, hanno sommerso una zona ampia, allagando centinaia tra negozi, case, scantinati, box. L'acqua ha lambito pure la sede Cisl di Chiavari, con Caf e patronato, nella centralissima piazza Roma: “Le doppie porte hanno resistito ma si sono ammucchiati contro detriti, fango”, spiega Antonio Graniero, segretario generale ligure Cisl, an- glieri, organizzati per gruppi, hanno dato il loro contributo per dare risposta alle domande di base del processo di fusione. “L’unificazione di due territori impone di allargare lo sguardo, a mettere in discussione le proprie certezze: è una bella sfida e soprattutto una grossa opportunità per trovare risposte adeguate ai nuovi bisogni di giovani, lavoratori e pensionati” ha introdotto Margherita Salvioli Mariani, segretaria della Cisl di Reggio Emilia. “E di fronte a un contesto che si modifica sia socialmente che economicamente, il nostro sindacato saprà unirsi per cambiare la propria risposta. Da due realtà su base provinciale giungeremo a una più forte a beneficio del mondo del lavoro e della società” ha spiegato William Ballotta, segretario generale della Cisl di Modena. “I consiglieri - ha ricordato Giorgio Graziani, segretario generale Cisl Emilia Romagna - sono stati coinvolti attivamente e hanno partecipato definendo le linee guida sulle modalità e le attese del processo di fusione. Gli attori sono loro. Il 5 dicembre, il Consiglio generale unificato avvierà formalmente il percorso congressuale delle due strutture accorpate che si terrà entro maggio 2015 ed eleggerà i nuovi organismi e la nuova segreteria. Questo avverrà anche per tutte le categorie della Cisl”. In Italia da 120 territori Cisl si è passati a 68, che diminuiranno ulteriormente. In Emilia Romagna dai precedenti 10 territori Cisl (che corrispondevano alle 9 province più Imola) oggi la Cisl è strutturata in 6 territori e, con questa aggregazione, diventeranno 5, superando la logica dei confini istituzionali. La vertenza. Trattativa in stallo, ieri nuovo incontro. Fim: sui due forni proposta inaccettabile Astfamarciaindietro sulpianoindustriale rilancio dell’acciaieria con la liquidazione delle ditte d’appalto. Una domanda che si somma a quelle relative al piano industriale. Per esempio: c’è ancora la volontà di mantenere in esercizio i due forni e di allineare la produzione al volume di un milione di tonnellate necessario a mantenere l’equilibrio economico - finanziario? E cosa ne è il raddoppio degli investimenti da 100 a 200 milioni? Peraltro si tratta di impegni che, prima che con i sindacati, Ast ha assunto con il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, la cui proposta di mediazione costituisce l’intelaiatura sulla quale si regge la trattativa. ”Non possiamo rimanere nell’incertezza, Ast deve mettere le carte in tavola. Dire che si va avanti con i due forni per il prossimo biennio, per poi sedersi di nuovo a fare il punto e magari ricominciare da capo una vertenza, per noi è inaccettabile”, dice il segretario nazionale Fim Sandro Pasotti prima di rientrare in serata al ministero dello Sviluppo Economico per un altro round del negoziato. Eppure sarebbe questa la proposta avanzata da Morselli nel lungo faccia a faccia di lunedì sera con il ministro Guidi. Resta intanto congelato il dossier esuberi, che i sindacati intendono affrontare solo quando il piano industriale sarà nero su bianco. Ad illuminare la strategia fin qui ondivaga potrebbe comunque rivelarsi utile la trasferta in Germania in programma il 17 novembre. I sindacati italiani incontreranno a Monaco il board di ThyssenKrupp: ”Per noi - sottolinea il segretario nazionale Fim Marco Bentivogli è importante chiarire l'interesse di medio-lungo termine dell'azienda per lo stabilimento di Terni”. Nel frattempo, avanti con lo sciopero. Solo se da Tk arriveranno indicazioni positive, mette in chiaro la Fim, si potrà pensare ad una pausa. Maltempo. Nubifragio sul Tigullio, aziende e negozi sott’acqua. È emergenza anche per il lavoro Liguria,unaregioneinginocchio LaCislsimobilitaperglialluvionati nunciando la mobilitazione del popolo cislino per raccogliere fondi per gli alluvionati e chiedendo ai lavoratori di devolvere qualche ora a favore di chi ha perso tutto, come accaduto per alluvioni del passato. Perché, assicura Graniero, “nei momenti di disgrazia i lavoratori sanno dare un giusto contributo di solidarietà”. Ma anche per cercare di far sopravvivere agli eventi un tessuto commerciale già messo in ginocchio della crisi, con posti di lavoro a rischio. “Oltre alle vite umane - indica infatti Graniero - è andato distrutto un tessuto commerciale notevole”. Colpa in buona parte di un territorio fragile, secondo il segretario, che accusa come ci sia scarsa attenzione a questo. Ed afferma: “La Cisl ripete da molto tempo come danni e morti del passato avrebbero dovuto indurre ad iniziative che non sono state avviate: né argini né altro. Neppure il piano di bacino che esisteva per mettere in sicurezza rivi e fiumi, che continuano invece a straripare, sempre gli stessi, negli stessi punti”. Graniero torna a sottolineare l’importanza della cura di boschi e monti, che evidentemente è mancata. “E' importante - dichiara - un presidio del territorio a monte, anche in presenza di eventi eccezionali, specie quando nonostante la stagione la temperatura resta a 16-18 gradi. Qua non si fa prevenzione, i boschi sono abbandonati, le comunità montane non ci sono più, non c'è presidio del territorio, che diventa franoso”. Colpa di una classe dirigente che “non vuole investire, quando in questo settore si potrebbe invece creare lavoro”. Come nelle ferrovie che, osserva il sindacalista, “corrono sui pendii sul mare da mettere in sicurezza”. La maggiore preoccupazione per Graniero resta tuttavia su commercio e micro attività allagate, che rischiano di chiudere lasciando a casa gli occupati. Chiavari, Carasco, Leivi sono in buona parte sott'acqua, annegate in oltre 200 millimetri di pioggia caduti in 12 C.D’O. ore. Zona vasta quella colpita, compresi mitici luoghi di turismo come Portofino, Rapallo, con strade interrotte da frane. Chiusi per allagamenti i caselli di Lavagna e Chiavari sulla A12; la ferrovia che collega Genova a Roma tagliata in due nel Tigullio, persone evacuate in elicottero, 150 sfollati. Nel Tigullio sono arrivati rinforzi della Protezione Civile provenienti da varie parti d'Italia e 40 soldati. Il bellissimo scenario del golfo e relativo hinterland, perla turistica nazionale, è ridotto ad un panorama spettrale dopo l'ennesimo affondo del maltempo contro una terra dove, a memoria d'uomo, non si ricorda un analogo accanimento con tre eventi alluvionali in altrettante settimane. Dino Frambati 7 MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014 Cisl Piemonte. Cambioal vertice, arriva Ferraris: subito incontro con Regione L’ alessandrino Alessio Ferraris è il nuovo segretario generale della Cisl Piemonte. Lo ha eletto a larga maggioranza il Consiglio generale della Cisl regionale, riunito ieri a Torino, alla presenza della leader Cisl, Annamaria Furlan e della segretaria uscente Giovanna Ventura. Alessio Ferraris è nato 56 anni fa a Novi Ligure (Al), dopo il diploma di perito industriale, muove i primi passi in sindacato agli inizi degli anni ’80 all’interno della federazione dei tessili per approdare successivamente nei metalmeccanici. Dal 1994 al 2004 Ferraris svolge la sua attività nella Fistel, prima come delegato, poi come responsabile provinciale e, infine, come segretario regionale. Nel 2005 entra a far parte della segreteria Cisl di Alessandria, con delega all’organizzazione e nel 2008 ne diventa segretario generale. Nel marzo del 2013, in seguito alla riorganizzazione regionale, è riconfermato alla guida della Cisl di Alessandria-Asti. “Sono consapevole della grande responsabilità che mi è affidata - ha affermato Ferraris dopo la sua elezione - e confido nell’aiuto dei miei colleghi di segreteria, eletti oggi insieme a me, e di tutto il gruppo dirigente piemontese. Raccolgo l’eredità importante di Giovanna Ventura che, oltre ad avviare una grande riforma organizzativa a livello territoriale, ha saputo rinnovare e creare una squadra unita e motivata in tutta la regione. Voglio dare alla Cisl continuità politica e introdurre elementi di innovazione, puntando a mantenere saldi i rapporti con le istituzioni, il mondo delle imprese e con Cgil e Uil. Dobbiamo osare di più nel rapporto con i lavoratori precari, i giovani e le donne. Considerata, inoltre, la difficile situazione finanziaria della Regione, confido in un confronto costruttivo con la Giunta Chiamparino per non far pagare il conto salato di questa crisi ai cittadini, lavoratori e pensionati piemontesi”. Con Ferraris compongono la nuova segreteria regionale della Cisl, Marcello Maggio (riconfermato nell’incarico di segretario regionale), Bruna Tomasi Cont della segreteria regionale Fim, Gianni Baratta, segretario regionale Femca e Sergio Melis della segreteria Cisl Torino-Canavese. Toscana. L’opportunità in controtendenza dimostra che la buona formazione funziona cronache Tirociniall’estero conilprogettoLet’sgo, inmoltitrovanolavoro conquiste del lavoro F irenze (nostro servizio). La disoccupazione giovanile è uno dei maggiori problemi italiani e la Toscana non fa eccezione. Giovane, insomma, non fa rima con lavoro. C’è però un’esperienza toscana in controtendenza. Grazie al progetto “Let’s go”, finanziato dalla Regione Toscana con risorse del Fondo Sociale Europeo e attuato dallo Ial Toscana, un gruppo di giovani ha avuto l’opportunità di realizzare un tirocinio di tre mesi in aziende all’estero. Ebbene, la metà di loro al termine ha ricevuto un’offerta di lavoro in quelle stesse aziende. E il bilancio potrebbe anche migliorare perché il progetto non è ancora terminato. 140 i giovani tra i 18 e i 35 anni che hanno partecipato alla selezione. 37 di loro sono stati scelti per tirocini di tre mesi in aziende di vari settori: dall’alberghiero al legale, dal- la meccanica al marketing, dal commercio alle banche, dall’architettura all’ingegneria civile. Gli stage hanno avuto luogo a Dusseldorf e Schwerin in Germania, Budapest in Ungheria e Siviglia in Spagna. Al termine 18 giovani hanno ricevuto una proposta di assunzione da parte delle aziende in cui avevano svolto il tirocinio. Sei di loro (3 a Budapest e 3 a Schwerin) hanno deciso di accettarla e rimarranno a lavorare all’estero. Altri 12 hanno ed in cui si è occupata soprattutto di marketing. “E’ stata un’esperienza molto positiva. Se mi sentirei di consigliarla a qualcun altro? Sicuramente, a tutti. Difficoltà? Beh, forse la lingua nella vita quotidiana, ma con l’inglese sul lavoro non ho avuto problemi”. Ilenia Carrozza invece, si è collegata con l’incontro via skype, appena rientrata a casa da Budapest; con in tasca una proposta di assunzione da parte della Camera di Commercio italiana per l’Ungheria, dove ha svolto il suo tirocinio. Ha raccontato che ci sta pensando e negoziando su condizioni e stipendio. Era partita dall’Italia con un a laurea in Scienze Politiche conseguita all’Università di Siena e un master in progettazione europea. E proprio sui progetti europei ha lavorato per tre mesi (e forse lavorerà ancora a lungo) a Budapest. so professionale intrapreso. I risultati confermano la bontà del lavoro fatto e indicano la strada da seguire se si vuole superare il baratro che separa scuola e università dal mondo del lavoro”. “Questa esperienza - spiega Alessandra Bianchi, direttrice di Ial Toscana - attraverso un percorso di accompagnamento ha consentito a ciascuno di mettere a fuoco il proprio progetto professionale, di approfondire la padronanza della lingua straniera e mettersi alla prova in un contesto lavorativo specifico e in un ambiente nuovo. Alcuni hanno già deciso di cogliere l’opportunità occupazionale che si è aperta loro; ma tutti hanno accumulato un bagaglio di esperienza e di autostima che potranno spendere in modo proficuo in Toscana o altrove”. L’Assessore alle attività produttive, credito e lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, ha confermato che la Toscana crede molto nei programmi di formazione e lavoro transnazionali: “Lavorare all’estero - dice - è fonte di grande arricchimento. La Regione ha intenzione di continuare su questa strada e di offrire ai nostri giovani nuove opportunità di lavoro e, quindi, di vita”. A. C. Alberto Campaioli preferito invece tornare a casa e spendere in Toscana l’esperienza accumulata. E ancora non si è chiuso il progetto a Dusseldorf, per cui il bilancio complessivo potrebbe ancora migliorare. “Questo progetto - dice il segretario generale aggiunto della Cisl Toscana, Ciro Recce - fa sì che giovane faccia rima con lavoro. E dimostra che la formazione, se ben fatta, funziona. Si tratta però di collegarla al lavoro e in questo la strada dei tirocini unita a serie misure di accompagnamento è senz’altro quella giusta. La formazione quando erogata da agenzie serie serve ai formati e non ai formatori o alle aziende che cercano, con i tirocini, manodopera gratis. A monte c’è stato un attento lavoro di selezione che ha consentito di inviare ogni giovane in un’impresa adatta ai suoi studi e in linea col percor- Leesperienzeaconfronto diFrancesco,ChiaraeIlenia “D a tanto tempo avevo voglia di un’esperienza all’estero, non avendo partecipato al progetto Erasmus, ed ho colto questa occasione al volo” ha raccontato, alla presentazione del report del progetto “Let’s go”, Francesco Ivaldi, 27 laureato in Economia e commercio all’Università di Firenze, che ha svolto il tirocinio a Budapest: tre mesi in una banca locale, prorogati poi con altri tre nella filiale magiara di Intesa Sanpaolo, occupandosi di Corporate finance verso le aziende italiane che operano in Ungheria. “E’ stata un’esperienza - aggiunge - che mi ha fatto crescere molto, non solo dal punto di vista professionale, ma anche umano.” Chiara D’Alfonso, 30enne laureata in relazioni internazionali, ha svolto il suo stage sempre a Budapest ma in una società di consulenza, la Itl Group, che segue le aziende italiane che intendono investire in Ungheria 8 MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014 Social Room a cura di Andrea Benvenuti Patronati,mobilitazione senza sosta in tutta Italia tautosufficienze tweet “Dopo il fondo per le non si riveda anche l’inaccettabile taglio ai Patronati”. Carlo Barbieri post “Servizi Patronati? Grazie a flavoratori dipendenti che versano un contributo che Renzi ora decide di prendersi”. Giovanni Scarazzini “134.236 persone hanno già firmato la petizione. Firma anche tu su inas.it” “No a taglio 150 mln del Fondo. Emendamento firmato con altri colleghi Pd” Inas Cisl nazionale Enzo Lattuca “Così si taglia uno degli istituti migliori del welfare italiano. Errore da rimediare” “I patronati danno servizi importanti a costi contenuti. Taglio errore da correggere” Sanzio Patacchini Antonio Misiani www.youtube.com/watch?v=ny_ pmCTb8Gc”. Enrico Grasso “Quel taglio mette a rischio il lavoro di 10 mila persone e il servizio alla gente” “Renzi, Renzi .... Il taglio ai patronati cancella la tutela gratuita ai cittadini” tweet “Patronati e Caf operano tinsieme. Ridimensionarli significa Denis Nesci Giovanni Barosini “Quel taglio è una c... Io tsonotweet un operatore e ogni giorno aiuto tante persone a far valere i loro diritti”. @alfonso fverrà post “Una delle tante attività che meno a Genova! Guarda social farli chiudere con disoccupati e disagi ai cittadini”. Massimo M. Romano conquiste del lavoro Start Up Premio Marzotto, un milione di euro a sostegno dell nuove imprese “C erchiamo nuovi imprenditori e costruttori di futuro che siano in grado di far convivere innovazione, impresa e società”: così titola l’edizione 2014 del Premio Gaetano Marzotto. La quarta edizione di una delle più importanti ed attese startup competition in Italia è entrata nella sua fase finale, con importanti novità: il network di incubatori ed acceleratori quest’anno è praticamente raddoppiato grazie all’ingresso di dodici nuovi incubatori da tutta Italia. Main partner dell’evento, patrocinato dal Padiglione Italia Expo 2015, è Italia Startup. L’edizione 2014 prevede tre tipologie di premi: il “Premio per l’impresa”, il “Premio dall’idea all’impresa” ed, infine, il “Premio Speciale UniCredit Start Lab”, per un montepremi complessivo che si aggira intorno al milione di euro. In particolare, il Premio per l'Impresa, dedicato alla migliore impresa innovativa all'interno dei settori sociali, territoriali, ambientali e culturali, ammonta a ben 300.000 euro più un percorso di affiancamento in Fondazione CUOA. Tra i progetti selezionati per la finale, che si terrà il prossimo 27 novembre, figurano Celector, Microturbina, EndoFaster, Tensive e Blu(e), ognuno dei quali ovviamente presentato da una startup differente. Il Premio dall'Idea all'Impresa, invece, riservato esclusivamente ai giovani fino ai 35 anni, consiste in un premio in denaro di ben 50.000 euro, che è stato conquistato dall' "allenatore virtuale" di Xmetrics nella finale del 30 ottobre, e in un periodo di residenza e affiancamento all'interno di incubatori ed acceleratori per tutte e 22 le startup che hanno raggiunto questa fase. Infine, il Premio Speciale UniCredit Start Lab è stato assegnato a My Angel Care, il braccialetto contenente le informazioni mediche del proprietario, il quale verrà inserito all'interno di un programma dedicato, creato da UniCredit, che, tra le altre cose, include la partecipazione alla Startup Academy. Giulia Capaldi