conquiste - CISL Scuola Ravenna

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conquiste - CISL Scuola Ravenna
conquiste dellavoro
L
a Fit Cisl chiede “un risanamento vero dell’Atac”. Per
questo, dopo una prima lettura del Piano d’Impresa che
l’azienda ha presentato, il sindacato cislino si dice critico sul
taglio dei permessi. “Troppo
poco”, secondo le parole di
Francesco Sorrentino, segretario generale della Fit del Lazio.
Manovra,
cresce
il dissenso
I
n assenza di un’opposizione di peso, la battaglia sulla legge di Stabilità si gioca
tutta all’interno del Pd. I temi caldi al centro di emendamenti Pd - Tfr, fondi pensione, taglio alle risorse
dei patronati - sono quelli
sui cui la Cisl è in pressing
costante. “Se c’è una cosa
sbagliata nella Legge di
Stabilità - sottolinea Annamaria Furlan - è proprio la
misura del Tfr”.
“Nel piano - aggiunge Gianluca
Donati, segretario regionale il taglio si attesta al 20% mentre per noi la percentuale può
essere del 30%. Si tratta di un
risparmio ulteriore che, come
sindacato, crediamo sia giusto
offrire per chiedere alla proprietà e all’azienda di fare in
fretta e bene tutto quanto pos-
ANCHE
sibile per risanare un’azienda
che può trasformarsi dall’emblema dello spreco a quello
del successo d’impresa di servizi che merita”.
“Ovviamente - precisa Sorrentino - il numero dei permessi
sindacali a valle della riduzione dev’essere assegnato in base ai parametri dettati da testo unico della rappresentanza del 10 gennaio 2014. Per
questo siamo pronti al rinnovo
delle Rsu anche domani”.
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Anno 66 - N. 257
MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014
Quotidiano della Cisl fondato nel 1948 da Giulio Pastore ---------- ISSN 0010-6348
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Atac, Fit: più tagli a costi sindacali,
vogliamo un risanamento vero
AltrocheMedioevo
Storti a pagina 2
Bonus
occupazione,
pro e contro
“Non solo non siamo tornati
al Medioevo, ma la Cisl
è un sindacato moderno
che in questi anni ha fatto
accordi molto innovativi”.
Annamaria Furlan replica
alle parole di Giorgio Squinzi
sul “sindacato medievale”.
E rilancia: su partecipazione
e contrattazione aziendale,
è Confindustria a essere indietro
L
a legge di Stabilità presenta importanti strumenti per promuovere forme di lavoro stabile. Tra essi c’è lo sgravio contributivo fino ad un triennio per i
nuovi assunti a tempo indeterminato, previsto per
il 2015. Una misura che
presenta alcuni vantaggi,
di diversa entità, per i datori di lavoro ma che contiene anche elementi di
criticità.
Olini a pagina 4
Multinazionali
Usapoco
trasparenti
sulletasse
E
se Google, Amazon e Apple facessero parte del
problema, invece che essere, come giurano in molti,
la soluzione? Dice Transparency International che c’è
del marcio anche tra Silicon
Valley e Cupertino, non fosse altro perché, se parliamo
di trasparenza, i nostri eroi
Usa hanno tutto da imparare. Addirittura anche da colossi chiacchieratissimi come Gazprom e Rosneft, i
giocattoli preferiti da Putin,
che secondo l’inchiesta, sono meglio piazzati di certe
realtà imprenditoriali ormai prossime alla santità.
Arzilla a pagina 3
Vertenza call center.
Il caso Accenture
ancora senza risposte,
nell’incertezza a Palermo
262 dipendenti.
Cisl e Fistel rivendicano
la riapertura
della trattativa
Ast ci ripensa:
trattativa in bilico.
Dopo le aperture,
arriva la marcia
indietro
sul piano industriale.
Il 17 novembre incontro
sindacati - Tk a Monaco
Di Marzo a pagina 5
D’Onofrio a pagina 6
Social Room
I doppiatori incrociano le labbra
U
n nuovo sciopero del doppiaggio è previsto per
oggi. La decisione di “incrociare le labbra” è
stata presa dai sindacati per consentire una giornata di confronto sulle iniziative da intraprendere
nell’ambito della trattativa in corso tra sindacati e
Anica. Lo sciopero di oggi è legato proprio alla volontà sindacale di informare i lavoratori di quanto
avvenuto al tavolo di confronto il 4 novembre, per
permettere alla commissione doppiaggio di riunirsi in plenaria e per consentire a tutti i professionisti del settore di partecipare massicciamente all’assemblea, senza avere problemi di impegni lavorativi.
CURIOSAmente
Pron(t)i a tutto
IL BLOG DEL DIRETTORE
a pagina 3
Quell’Italia
che difende
i patronati
C
ontinua la mobilitazione della società civile a
difesa dei patronati dopo
l’annuncio del taglio di
150 milioni di euro al fondo nazionale. Piazze urbane e digitali insieme per difendere il diritto di milioni
di cittadini e spingere il Governo a cambiare idea.
Benvenuti a pagina 8
2
MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014
SPARLAMENTO IL BLOG DI MASSIMILIANO LENZI
La variabile Quirinale nel risiko delle riforme
I
talicum, Italicum delle loro brame, chi sarà il più renziano del
Reame? Ieri è stata una giornata da ottovolante per le riforme
istituzionali ed elettorali. Renzi
si avvicina ad Alfano e pensa ad
una soglia di sbarramento nel
nuovo sistema elettorale del
3%? Brunetta si inalbera e Lotti,
sottosegretario renziano, dice
che allora diviene inutile persino l'incontro previsto per oggi
tra Fi e Pd. Senza considerare la
variabile Quirinale, entrata di
fatto nel risiko dell'intesa sulle
riforme. È bastato che Stefano
Folli scrivesse su Repubblica ciò
che in Transatlantico si spifferava da un po’, e cioè che Giorgio
Napolitano potrebbe dimettersi a breve, per scatenare un putiferio. Il patto del Nazareno stava già zoppicando ma l'idea di
dover votare presto un nuovo
Capo dello Stato,
cambierebbe molto lo scenario. Napolitano aveva detto, da subito,
che non avrebbe concluso il secondo mandato ma i tempi saranno decisivi. Berlusconi per il
Colle vuole una figura garante e
la rielezione di Napolitano era
scaturita anche da questo, dopo l'affondamento di Prodi da
parte dei 101. Il totonomi è già
ripartito, chi chiede e sostiene
una donna, chi tira fuori lo stesso Prodi, chi rispolvera Amato.
Ipotesi. La realtà politica è che
Napolitano oggi sta ancora al
Quirinale, non ha ufficializzato
nessuna data di dimissioni e al
centro c’è ancora la complicata
partita delle riforme. Renzi, invece, sembra cominci a perdere
un po’ di pazienza: l’ex rottamatore vorrebbe incassare al più
presto la riforma elettorale, un
sistema che garantisca maggioranza e governabilità dopo il voto ed eviti i rischi di un pareggio
in Parlamento. E qui arrivano i
dolori: finché Berlusconi terrà
assieme il suo partito, riducendo malumori e tensioni, già forti, si andrà comunque avanti.
Ma se la fronda dentro il partito
del Cavaliere dovesse crescere
ancora, come pare dalle ultime
giornate politiche (vedere Raffaele Fitto), a quel punto portare
avanti il patto del Nazareno diventerebbe impossibile. Immaginatevi, poi, se in uno scenario
del genere si dimettesse pure il
Capo dello Stato. Meglio non
pensarci.
Massimiliano Lenzi
Emendamenti chiave dal Pd. Furlan: servono modifiche, a partire da norme su Tfr e patronati
LeggediStabilità,
cresceildissenso
attualità
I
n assenza di un’opposizione di peso, la battaglia sulla legge di Stabilità si gioca tutta all’interno del Pd. I temi caldi Tfr, tasse sui fondi pensione, risorse per gli ammortizzatori, taglio alle risorse
dei patronati - sono quelli
sui cui la Cisl è in pressing
costante. E sui cui cominciano ad aprirsi spiragli. La
battaglia non arriva dalla
solita minoranza Pd ma è
più trasversale; le proposte di modifica sono concrete. Gli emendamenti sono tanti ma già ieri la commissione Bilancio della Camera ne ha stralciati 1.600
per mancanza di copertura o estraneità di materia.
Sul tavolo ne restano dunque 2.100. Tra gli emendamenti sui cui si è raccolto
un vasto consenso, sono
stati dichiarati inammissibili per mancanza di copertura quelli di Maino Marchi e Marco Causi (Pd) per
riportare l'anticipo del Tfr
in busta paga a un sistema
di tassazione separata, ovvero non cumulabile con il
resto dell'imponibile. Si allarga invece a dismisura il
fronte che chiede un’inversione di marcia sui patronati. In una lettera sottoscritta da quasi 200 parlamentari del Pd si chiede di
evitare il giro di vite e “ripristinare l'ammontare
Dissesto, piano da 7 miliardi
Fns: risorse vanno spese subito
I
n questo Paese non ci saranno mai
più condoni edilizi, “perché sono
dei tentati omicidi alla tutela del territorio”. Dopo giorni di alluvioni, bombe d’acqua, o forse semplici piogge
stagionali ingigantite dallo stato catastrofico del territorio italiano, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, batte un colpo sul dissesto idrogeologico. Da una parte Galetti annuncia
lo stop a futuri condoni, dall’altra annuncia un investimento di 7 miliardi in
sette anni per un piano di prevenzione per la tutela del territorio; 5 miliardi arriveranno dai fondi strutturali europei e 2 miliardi dal cofinanziamento
delle Regioni. Nei primi mesi del
2015, inoltre, partiranno 659 cantieri
per un totale di spesa di 1,96 miliardi.
“Finalmente - commenta il segretario
generale della Fns Cisl, Pompeo Mannone - il tema del dissesto idrogeologico è nell’agenda politica, speriamo
che non sia il solito fuoco di paglia. Il
Paese ha bisogno di una riforma organica del sistema della Protezione civile”. Che non si faccia prevenzione nel
nostro Paese, spiega Mannone, è
“un’evidente, cruda e drammatica realtà e diventa sempre più improcrastinabile l’esigenza di individuare risorse finanziarie per avviare la messa in
sicurezza del territorio sul fronte idrogeologico e sul versante sismico”.
Una svolta che può avere “un valore
sociale ed economico non solo perché le risorse spese per la ricostruzione post-emergenza sono nettamente
superiori a quelle necessarie per la
prevenzione ma agire subito prima degli eventi è utile anche per rilanciare
l’edilizia, settore fortemente in crisi”.
La manutenzione del territorio deve
diventare, secondo il sindacalista cislino, un tema centrale e “le risorse individuate a tale fine debbono essere
spese subito”. La Fns Cisl chiede, poi,
di chiarire anche legislativamente
“che il coordinamento del soccorso
durante l’emergenza appartiene al
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco,
l’unica organizzazione dello Stato certamente presente nello scenario
emergenziale dedicata a soccorrere i
cittadini e mettere in sicurezza i beni”. Cosa diversa è “l’assistenza alle
popolazioni fatta dai volontari di protezione civile e dallo stesso Dipartimento di protezione civile”. “Invece
di tentare di smantellare il servizio reso dal Corpo Forestale dello stato conclude Mannone - il Governo lo riformi utilizzandolo in modo funzionale ed efficace per la tutela dell’ambiente e del territorio anche ai fini di prevenire ed evitare i disastri idrogeologici
con un attento controllo dell’uso,
spesso abuso, delle attività che deturpano vaste zone del Paese”.
I. S.
conquiste del lavoro
Il referendum della Lega sulla riforma previdenziale genera valutazioni pro e contro
IlCarrocciofadiscutere
anchele“anime”dellaCgil
I
l referendum promosso dalla
Lega, per l’abrogazione della
riforma previdenziale Fornero, ancor prima che arrivi il via libera della Consulta genera valutazioni differenziate.
”La Cisl - afferma Annamaria Furlan - vuole che questa riforma
che tanto male ha fatto al Paese
venga modificata. Ma il referendum è uno strumento molto
semplice per dare risposta a una
situazione che invece è molto
complessa”. ”Abbiamo una riforma fatta in una nottata dal governo Monti che innalza per tutti a
67 anni l'età pensionistica. È una
cosa che non regge - conclude la
leader della Cisl - per troppi lavoratori. Perciò è da rivedere”.
”Nessuno pensa di andare al traino di nessuna forza politica - dice Susanna Camusso - men che
meno della Lega”. Ma, aggiunge, ”se la Corte Costituzionale lo
ammette, è evidente che, avendo noi sempre detto che quella è
una legge ingiusta, ci troveremo
a sostenerlo”. ”Diciamo anche,
però, che il referendum - prosegue Camusso - è l'occasione per
cui il Governo può rompere gli in-
dugi e aprire un confronto con
Cgil, Cisl e Uil sulla base della
piattaforma che abbiamo già
presentato. Certo - sottolinea la
leader Cgil - noi privilegiamo la
strada della contrattazione, ma
nessuno si illuda che se non c'è il
cambiamento della legge sulle
pensioni, di fronte al referendum, noi ci tiriamo indietro”.
Per Carla Cantone, segretario generale dei Pensionati Cgil, aggrapparsi al referendum della Lega sarebbe invece ”un clamoroso errore”. ”Salvini fa il suo mestiere - ha spiegato Cantone in
del fondo previsto nel bilancio 2014 ed evitare così
il ridimensionamento dei
servizi che sono particolarmente utili per i cittadini,
costretti altrimenti a ricorrere a più costose alternative”. Altro emendamento
ammesso e marcato Pd,
quello che propone l’aumento della dotazione per
gli ammortizzatori sociali
da 2 a 2,7 miliardi nel 2015
e a 3,4 miliardi nel 2016.
Scricchiola anche la norma sulla tassazione dei
rendimenti dei fondi pensione, che è stata portata
dall’11,5 al 20%: tanti gli
emendamenti da parte
delle forze di opposizione,
da Forza Italia alla Lega
Nord, passando per il Movimento 5 Stelle, ma a chiedere la cancellazione tout
court della norma è il democratico Federico Ginato.
Insomma, la partita della
manovra è apertissima. E
la Cisl continua il suo pressing per modificarla. Annamaria Furlan torna a chiedere correzioni sul Tfr, perchè “se c’è una cosa sbagliata nella Legge di Stabilità è proprio quella”. “Chi
ha davvero bisogno e chiederà di spalmare il Tfr in
busta paga - spiega il segretario generale della Cisl - si
vedrà decurtare quelle risorse con una maggiorazione fiscale di 8-9 punti,
un’intervista a Repubblica - ma
noi dobbiamo fare il nostro. È
chiaro che se non c'è altro in
campo tutti si aggrapperanno al
referendum, ma noi non possiamo rinunciare a condurre questa battaglia”. Per Cantone bisogna ”convincere il Governo a ridiscuterne, con una campagna,
possibilmente unitaria, che dovrà partire subito, tenendo conto di tutte le possibilità. Dalla raccolta di firme per un appello fino
allo sciopero, cominciando da
quello che probabilmente decideremo fra un paio di giorni”.
”Dopo la nostra manifestazione
del 25 ottobre, quella unitaria
dei pensionati, quella sempre
unitaria della pubblica amministrazione e gli scioperi che verranno, Renzi non potrà non prestare attenzione a ciò che esprime il Paese. Altrimenti - avverte
Cantone - sarà travolto dai risultati del referendum della Lega.
esagerata. È ovvio che questa manovra mette una
pietra tombale sulla previdenza integrativa”. Il combinato disposto della possibilità di scegliere il Tfr in
busta paga e dell’aumento della tassazione sui fondi pensione rischia di avere conseguenze pesantissime che si materializzeranno tra qualche anno sotto
forma di bassissimi redditi
da pensione. Non solo. A
preoccupare la Cisl è il rischio compensazione tra
tagli centrali e aumenti locali delle tasse. “Da anni ricorda Furlan - generalmente c’è una media di innalzamento delle tasse locali di oltre il 200%. Ogni
volta che c’è un taglio, le
Regioni e i Comuni tagliano i servizi e aumentano le
tasse. È una cosa che non
può andare avanti”. In questo modo, evidenzia la numero uno di Via Po, “si demolisce il reddito delle famiglie e si fa decrescere la
qualità dei servizi”. Ma
l’aumento delle tasse locali non è ineluttabile. Vanno tagliati gli sprechi “che
sono tanti nelle Regioni,
nei Comuni e a livello nazionale”.
Sin qui il merito della battaglia cislina. Quando al metodo, Furlan continua a
escludere il muro contro
muro verso cui sembrano
dirigersi Cgil e Uil. “Ciascuno fa le sue riflessioni - sottolinea il segretario generale -. La Cisl ritiene che un
Paese che ha perso 25 punti di produzione industriale non ha bisogno di fermare le fabbriche. Non vogliamo occuparle, vogliamo
che le fabbriche siano piene di occupati. Per questo
abbiamo chiesto con grande forza di cambiare la legge di Stabilità, abbiamo posto le nostre osservazioni
al governo. Aspettiamo le
risposte, in particolare per
il rinnovo dei contratti pubblici e sui patronati”.
Ilaria Storti
Penso che gli convenga parlare
con noi”.
Anche l’ex leader cigiellino Sergio Cofferati, nel merito della
questione, fa notare che ”il referendum va bene quando si tratta di temi etici, civili, ma semplici. Quando affronta temi complessi - aggiunge però Cofferati la riduzione a una semplice domanda non risolve nessun problema, diventa un fatto esclusivamente politico che non porta
risultati apprezzabili per le persone che il sindacato rappresenta, perchè il giorno dopo bisogna ricostruire con opinioni probabilmente divaricanti le norme
che devono riempire quel vuoto. Se il referendum dovesse andare a buon fine, poi quando si
tratterà di discutere cosa fare dopo - conclude Cofferati - immagino che la Cgil e la Lega avranno
opinioni addirittura opposte”.
Francesco Gagliardi
3
MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014
attraverso tagli
Etihad Passa
massicci il salvataggio
Air Berlin da parte di
taglia diEtihad,
la compagnia emiratina che sta attendenil via libera Ue per conancora dovolare
a nozze con Alitalia.
Nel
del 2015 la
posti secondacorso
compagnia aetedesca il cui 30% è
di lavoro rea
posseduto appunto da
Airways, licenzierà
in Air Etihad
200 dipendenti. Negli ultigià stati taBerlin migliatimesi900erano
posti di lavoro.
global
B
ruxelles (nostro
servizio) - E se Google, Amazon e
Apple facessero
parte, anche loro, del problema, invece che essere, come giurano in molti, la soluzione? Dice
Transparency International (TI), che di patacche
se ne intende, che c’è del
marcio anche tra Silicon
Valley e Cupertino (passandoper Seattle), non
fosse altro perché, se parliamo di trasparenza, i nostri eroi a stelle a strisce
hanno tutto da imparare. Addirittura anche da
colossi chiacchieratissimi come Gazprom e Rosneft. Proprio loro, i giocattoli preferiti da Wladimir Putin, che secondo
l’inchiesta della Ong che
a sede a Berlino, sono meglio piazzati di certe realtà imprenditoriali conclamate e ormai prossime alla santità. Non sarà un caso allora se la Commissione europea - proprio
quella guidata da Juncker, anche lui sotto pressione in questi giorni causa opacità fiscale reiterata quando spadroneggiava nel gran ducato di Lussemburgo - ha aperto
un’inchiesta proprio su
Google, Amazon e Apple
e sui loro accordi fiscali
con Irlanda, Olanda e Lussemburgo: a Bruxelles, infatti, sentono puzza di
aiuti di Stato illegali. I tre
moschettieri del New Deal (in tempi di crisi) - ma
cosa accadrà se e quando verrà firmato il Ttip,
l’accordo di liberoscambio tra Usa e Ue? - sono
tra le 90 delle 124 multinazionali esaminate che
si sono rifiutate di dire
quali tasse pagano in Paesi stranieri. E sono anche
tra le 54 super aziende,
che insieme valgono circa 11.200 miliardi di euro, che non hanno dato
alcuna informazione sui
redditi prodotti all’ estero, informazioni necessarie, spiega Transparency
International, special-
CURIOSAmente
nuova guida Eures
e Stati Uniti hanno
Apec: Cinaannunciato
Lavoro: La”Pronti
a partire?”, con
di aver ragimportanti consigli su cogiunto un accordo per abintesa battere
online me
cercare lavoro all'
le tariffe su una seestero, è disponibile grarie di prodotti elettronici
sul sito Interapre la strada ad un altra Usa che
nuova tuitamente
net del Servizio europeo
largamento dell' Informal'impiego. Nella guida
Technology Agreee Cina su tion
guida per
si possono trovare consiment firmato nel 1996 da
su come presenPaesi sotto l' egida Wto.
tagli tasse 50Il presidente
Eures per glitarepratici
la propria candidatuObama ha afra, sostenere un collofermato che l'intesa contriandare quio di lavoro e pianifica- a prodotti buirà ad una rapida conclutrasferimendelle trattative sul
elettronici sione
all'estero reto inil proprio
un altro Paese Ue.
commercio mondiale.
Transparency International: vanno meglio i colossi russi. 8 aziende europee più in regola
MultinazionaliUsapoco
trasparentisulletasse
mente per i Paesi in via di
sviluppo, per capire il livello della trasparenza fiscale. Le aziende che tacciono sulle imposte o
sugli
utili sono capaci di
operare in 70 Paesi in tutto il mondo, il che dà l’idea
della gravità della
situazione. Il test
sulla trasparenza
delle multinazionali si è basato sulla
capacità di attuare
il programma anticorruzione, sul cosiddetto country by country reporting (tasse pagate all’estero, dati sulle filiali e partecipazioni in altre società) e sulla trasparenza organizzativa. Le
prime 8 aziende più trasparenti sono tutte europee, a cominciare dalla
tedesca E.On (energia),
per poi salire con Deutsche Telekom, Arcelor
Mittal, Banco Santander,
Bhp Biliton. Le sorprese
sono appena cominciate,
perché secondo le pagelle di TI, il gruppo imprenditoriale più trasparente
ha sede in Italia e si chiama Eni: 7.3 punti su un
massimo di 10, con un livello “alto” di trasparen-
za per quanto riguarda
Acp (programmi anti corruzione) e Ot
(trasparenza
organizzativa), ma “basso”
nel country by country reporting. Al secondo
postosi piazza Vodafone
(6.7 punti), seguita da
Statoil (6.6). L’impresa
meno trasparente al
mondo, e forse sarebbe
il caso la più corrotta in
assoluto, secondo TI è la
Bank of China, che ottiene 1 punto, preceduta da
Honda Motor Co(1.3), la
cinese Bank of Communications (1.4), Agricultural Bank of China(1.4), la
russa Sberbank (1.5),
conquiste del lavoro
Bank
(1.8). Appena un po’
più su troviamo subito Amazon, con 2 punti su 10, e in buonissima
compagnia: la China
Shenhua Energy Company e la Nippon Telegraph Telephone Corporation. A 2.2 punti c’è Google insieme alla Industrial e Commercial Bank
of China. Detto della
Walt Disney a 2.5 punti,
ecco il gruppone a 2.7
punti, composto da Apple, Vi-
sa, Petrochina
e Citigoup.
Ibm è a 2.9. Seguono Microsoft
e Gazprom con 3.5
punti su 10 e Rosneft
con 4.2. Insomma, trasparenza organizzativa scarsa e approccio piuttosto
tiepido verso i programmi anti corruzione. E i colossi del petrolio e del
gas, rileva il rapporto di
Transparency International, non saranno pronti
per recepire le nuove re-
gole Ue in vigore dal
2015 sulla trasparenza e
la lotta alla corruzione.
Molte imprese, osserva
TI, non hanno voluto dire
neanche quali e quante società controllate possiedono: difficile, quindi improntare un lavoro di
conoscenza
vera
dei dati
se
non sai
chi detiene
cosa.
˘Questo non
significa, precisa il rapporto,
che le aziende che
non rivelano questo
tipo di informazioni sono più inclini a pagare
tangenti, ma è certo che
la scelta del segreto impedisce agli enti regolatori
e di controllo, così come
alla stessa società civile,
di porre alcune questioni
fondamentali sulla trasparenza fiscale di una
multinazionale. E sui voti
bassi a Google, Apple e
Amazon, cioè “a chi fornisce al mondo strumenti
importanti per entrare in
una nuova era di trasparenza” e al contempo si rifiuta di fornire informazioni sulle proprie controllate o sulle tasse pagate all’estero, Transparency International parla di
situazione “ironica e deprimente”.
Pierpaolo Arzilla
IL BLOG DEL DIRETTORE
Pron(t)i a tutto
U
l’americana Berkshire Hathaway (1.6) e China Construction
na nuova indagine da parte
del sindacato Gruppo 20
(L20), che rappresenta il lavoro
dei paesi del G20, rileva che il
56% delle politiche del G20 sono
inefficaci nel migliorare le condizioni dei lavoratori. C’è da meravigliarsi? E’ per questo che oggi a
capo della commissione europea ritroviamo un uomo che a capo del governo del Lussemburgo
stringeva accordi fiscali segreti
con centinaia di multinazionali e
da presidente dell’Eurogruppo
strigliava i Paesi periferici con feroci politiche economiche depressive. L’avviso di tempesta all’Italia si concretizza in un ”allarme preventivo” sui conti pubbli-
ci e sull’apertura di una procedura per deficit eccessivo. Interessante l’analisi di John Muellbauer - prof di economia all’università di Oxford - per il quale
una strada percorribile per la ripresa della domanda sarebbe un
Quantitative Easing for the People: fornire a tutti i lavoratori e
pensionati in possesso del codice fiscale una somma di denaro,
erogata dalla Bce, che i governi
dovrebbero semplicemente aiutare a distribuire. O ancora, fare
riferimento alle liste elettorali
per una banca dati pubblica che
la Bce potrebbe utilizzare indipendentemente dai governi. Dei
circa 275 milioni di adulti posses-
sori di codice fiscale
nell’eurozona, circa
il 90% è iscritto nelle liste elettorali. Negli Stati Uniti, nel 2001,
un rimborso previdenziale pari a
trecento dollari a persona ebbe
l’effetto di aumentare la spesa
del 25% circa del totale distribuito. Ecco che un assegno di 500
euro (640 dollari) emesso dalla
Bce potrebbe aumentare la spesa di circa 34 miliardi di euro,
cioè l’1,4% del Pil. Per di più, il
gettito fiscale aggiuntivo derivante da questo rimborso ridurrebbe in modo significativo il disavanzo pubblico. Ma lo sguardo di
Renzi sembra piuttosto distratto
dalle banche, alle quali starebbe
per fare un nuovo regalo: nella
legge di stabilità c’è una norma
(contenuta nell’articolo 33 del
ddl) che potrebbe comportare
l’obbligo per l’Italia di versare miliardi di euro su conti esteri come garanzia per le grandi banche d’affari - come Morgan Stanley, Jp Morgan, Deutsche Bank con cui a metà anni novanta il ministero guidato da Ciampi fece
man bassa di derivati per un valore di 160 miliardi di euro per portare il deficit all’interno dei parametri imposti ai Paesi che aspiravano a entrare nell’Eurozona. In
quel periodo, ricorda il Financial
Times, ”Mario Draghi era direttore generale del Tesoro” e oggi è
difficile specificare le potenziali
perdite dell’Italia sui derivati ristrutturati. La norma attribuirebbe alle banche d’affari anche un
vantaggio inedito: un credito privilegiato con la possibilità di rivalersi sui depositi di garanzia nel
caso di un default sovrano dell’Italia (ad oggi per nulla escluso;
basti seguire le mosse della Germania). Mentre gli altri creditori,
come tutti i piccoli risparmiatori
italiani, dovrebbero mettersi in
fila. Già dimenticati i due miliardi
e 567 milioni di euro passati dalle casse del Tesoro a quelle di
Morgan Stanley il 3 gennaio
2012? E questo mentre si chiedono sacrifici a pensionati, lavoratori e disoccupati. Bruxelles ci
prende a schiaffi. Ma noi, per
ora, restiamo pron(t)i al Fiscal
Compact e al Meccanismo europeo di stabilità.
[email protected]
4
MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014
dibattito
Vantaggi e criticità dello sgravio contributivo previsto nella Legge di bilancio per promuovere il lavoro stabile
Ilbonusoccupazione
L
a legge di bilancio,
attualmente in discussione in Parlamento, presenta
importanti strumenti per
promuovere forme di lavoro stabile. Si tratta dello sgravio contributivo fino ad un triennio per i
nuovi assunti a tempo indeterminato, previsto
per il 2015, e la deduzione integrale del costo del
lavoro sull’imponibile
Irap per i soli lavoratori a
tempo indeterminato.
Questo studio quantifica
i vantaggi per i datori di
lavoro ed il cambiamento delle convenienze portati dal primo strumento.
Con i bonus per i neo assunti, per una retribuzione pari a 26 mila euro, i
rapporti di lavoro stabile
costano all’impresa 5 mila euro per anno meno di
un corrispondente contratto parasubordinato;
cifra che diventa di 8 mila
euro per i rapporti a tempo determinato (Tav. 1 e
Grafico). In questo modo
i contratti a tempo indeterminato
diventano
quelli più convenienti
per l’impresa.
Si è detto che questi sgravi non creano occupazione aggiuntiva, data la situazione attuale di recessione. E’ possibile, ma,
da un lato, con il taglio
del cuneo fiscale si pongono le condizioni per un
aumento più sostenuto
della domanda di lavoro
in una situazione di ripresa. E, soprattutto, cambiano in maniera incontestabile le convenienze e
questo può spingere a
convertire i rapporti più
precari in contratti stabili. Per rafforzare la fidelizzazione dell’impresa ai
suoi assunti è possibile
pensare, pure a parità di
risorse, a un profilo crescente degli sgravi nel triennio e a un successivo
décalage dei benefici. Come d’altra parte occorre
coordinare gli sgravi contributivi alla misura dell’indennità di licenziamento.
conquiste del lavoro
Il bonus occupazione
Per ridurre la precarietà
del lavoro, la legge di Stabilità per il 2015 ha previsto per le nuove assunzioni con contratto di lavoro
a tempo indeterminato
l’esonero dal versamento dei contributi a carico
dei datori di lavoro, con
esclusione dei premi e
dei contributi dovuti all'
Inail. L’esonero vale per
un periodo massimo di
trentasei mesi e nel limite di 8.060 euro su base
annua. La misura è indirizzata ai datori di lavoro
privati per rapporti decorrenti dal 1˚ gennaio
2015 e stipulati entro il
31 dicembre 2015. Sono
esclusi il settore agricolo,
oltre che i contratti di apprendistato e di lavoro
domestico.
La tavola ed i grafici illustrano i cambiamenti di
convenienza per i datori
di lavoro che la norma determina. Il confronto vie-
Retribuzione
lorda
Aliquota totale
Aliquota
a carico
lavoratore
Aliquota
contributi va a
carico datore
di lavoro
Costo
del lavoro
Costo
del Lavoro
con bonus
assunti (b)
Operai
26.000
41,57
9,49
32,8
34,341
26.281
Commerciofino a 50 dipendenti - Operai e Impiegati
26.000
38,17
9,19
28,98
33.535
26.000
Commercio oltre 50 dipendenti
- Operai e Impiegati
26.000
39,37
9,49
29,88
33.769
26.000
Industria fino a 15 dipendenti Operai
26.000
41,47
9,19
32,28
34.393
Industria oltre 50 dipendenti Operai
26.000
42,97
9,49
33,48
34.705
Commerciofino a 50 dipendenti - Operai e Impiegati
26.000
39,57
9,19
30,38
33.899
Commercio oltre 50 dipendenti
- Operai e Impiegati
26.000
40,77
9,49
31,28
34.133
TABELLA
OccupazioneaTempoIndeterminato
OccupazioneaTemoDeterminato
Lavoro Parasubordinato
Lavoro Autonomo
Liberi professionisti (a)
26.000
30,72
10,24
20,48
31.325
Altri isritti via esclusiva (a)
26.000
30,72
10,24
20,48
31.325
Iscritti alle forme previdenziali
Obbligat.
26.000
23,50
7,83
15,67
30.073
Commercianti
26.000
22,74
22,74
31.912
Artigiani
26.000
22,65
22,65
31.889
ne fatto su un’ampia
gamma di tipologie di
rapporti di lavoro con diversi gradi di stabilità e di
autonomia. A fini esemplificativi, data la varietà
di aliquote contributive
per settore, tipologia di
lavoratore e dimensione
aziendale, si sono presi
in considerazione per i dipendenti, sia a termine
che a tempo indeterminato, gli operai dell’industria fino a 15 dipendenti, quelli oltre i 50 dipendenti, gli operai ed impiegati del commercio, sopra e sotto i 50 addetti. I
risultati della simulazione possono, però, essere
estesi con piccole variazioni ad un numero molto più elevato di casi.
L’esemplificazione parte
per tutti da una retribuzione annua (reddito nel
caso degli autonomi) di
26mila euro; si calcolano, quindi, gli oneri sociali (sulla base delle aliquote previste nel 2015) ed il
costo del lavoro a carico
delle imprese. Il datore
di lavoro, come si vede
nella Tav. 1, paga a normativa attuale cifre variabili fino ad un massimo di
34.700 euro per gli operai a tempo determinato
delle imprese industriali
con più di 50 addetti. Seguono, intorno a 34.300
euro, gli importi pagati
per gli occupati stabili
dello stesso settore, per i
lavoratori a termine dell’industria fino a 15 dipendenti e poi per le
aziende sopra la soglia
dei 50 nel commercio. Come si vede i costi maggiori si hanno per i contratti
a tempo determinato;
questi, infatti, presentano una maggiorazione
contributiva dell’1,40%
introdotta dalla Riforma
Fornero e destinata a finanziare l’ASpI. Ma seguono, a non grande distanza, i contratti a tempo indeterminato nei diversi settori; poi, più distaccati, vi sono, intorno
a 32 mila euro, gli artigiani ed i commercianti. Nella normativa vigente, nonostante il percorso di avvicinamento delle aliquote, restano più convenienti le diverse tipologie di lavoro parasubordinato, che si collocano intorno ai 31.300 euro.
Il bonus occupazione per
i neo assunti della legge
di Stabilità modifica sensibilmente le convenienze sopra viste. Il costo di
lavoro più contenuto diventa quello dei rapporti
di lavoro a tempo indeterminato con 26mila euro con un beneficio intorno al 30%. Infatti per una
retribuzione all’incirca
dello stesso livello, l’esonero contributivo resta
nei limiti previsti dal tetto di 8.060 euro. Questo
significa, a parità di retribuzione, un costo inferiore rispetto allo stesso lavoro parasubordinato di
oltre 5 mila euro per anno, che diventano, quindi, 15mila nel triennio. La
differenza è ancora più rilevante per i contratti a
termine: tramite il bonus
occupazione i rapporti di
lavoro stabile costano all’impresa tra 8.000 e
8.500 euro in meno, ovvero tra 24 e 25mila euro
nel triennio. Forzando un
pò i termini della questione, con il costo di tre contratti a tempo determinato (per circa 104 mila euro l’anno), l’impresa può
avere disponibili quattro
occupati a tempo indeterminato. Questo incentiva molto la conversione
di contratti a termine in
essere presso lo stesso
datore di lavoro in rapporti a tempo indeterminato. D’altra parte la disposizione esclude la possibilità di beneficiare dello sgravio per persone
già occupate a tempo indeterminato nei precedenti sei mesi presso
qualsiasi datore di lavoro. Per evitare il licenzia-
mento fittizio di personale già occupato, sono
escluse anche le assunzioni di lavoratori che,
nei tre mesi precedenti
l’entrata in vigore della
legge (quindi, da ottobre
a dicembre 2014) siano
stati dipendenti a tempo
indeterminato con lo
stesso datore di lavoro
(anche per interposta
persona ), comprese anche le società collegate e
controllate. Ma la disposizione non esclude la possibilità di assumere un lavoratore a tempo indeterminato, già occupato
a tempo determinato, oppure persone che già collaborano con l’azienda attraverso tutta quella congerie di rapporti di lavoro, come co.co.co/pro, di
associati in partecipazione, partite Iva, oppure
soggetti ammessi a svolgere uno stage. Come,
d’altra parte, la previsione della legge di Stabilità
per il 2015 non nega la
possibilità di assumere
personale, che presta lavoro con questo tipo di
rapporti atipici, presso altri datori di lavoro.
Tornando alla quantificazione degli incentivi, per
livelli di retribuzione più
elevati il minor costo resta fermo a 8.060 euro,
ma rimane sensibile la
convenienza ad assume-
re stabilmente. Ad esempio per 40mila euro lordi
di retribuzione, il beneficio per l’impresa dell’assumere a tempo indeterminato è pari a circa il
16% del costo corrispondente per un occupato a
termine.
Le obiezioni al bonus
E’ stato notato che la prospettiva di rilevanti benefici contributivi a partire
dal prossimo anno possa
determinare un calo delle assunzioni a novembre e dicembre 2014, a
cui potrebbe corrispondere un picco ad inizio
2015. Ancora più rilevante è l’osservazione che
gli sgravi contributivi durano al massimo per un
triennio e, quindi, dopo
questo periodo il costo
per l’impresa torna ad essere pieno. Potrà questo
reinnescare una nuova
destabilizzazione dei rapporti di lavoro? Tanto più
se l’impresa, a fronte degli sgravi contributivi ricevuti, venisse chiamata a
corrispondere per il licenziamento solo una somma
ridotta
per
l’anzianità maturata. Ha
ragione chi ritiene che le
modalità di calcolo dell’indennità di licenziamento debbano essere
coordinate con gli sgravi
contributivi. Ma probabilmente è possibile anche
pensare, a parità di risorse, ad un profilo crescente degli sgravi nel triennio ed un periodo successivo di décalage dei benefici per rafforzare la fidelizzazione dell’impresa ai
suoi assunti. Dopo un triennio potrebbe essersi
innescata la ripresa. Bisogna rilevare, comunque,
che la stessa proposta
del Governo, prevede un
altro importante strumento per promuovere
forme di occupazione stabile, quale lo sgravio ai fini Irap delle retribuzioni
per il solo personale dipendente a tempo indeterminato e che sarà oggetto di un ulteriore approfondimento. Dunque, le nuove assunzioni
con il bonus triennale si
inseriscono in un sistema, che nel suo insieme
favorisce il lavoro stabile
piuttosto che quello precario.
Gabriele Olini
MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014
Liguria
ancora
in ginocchio,
nel Tigullio
anche
il lavoro
travolto
dall’alluvione
Toscana.
Tirocini all’estero
con il progetto
Let’s go,
in molti
trovano lavoro.
Esperienze
di chi ce l’ha fatta
Frambati a pagina 6
Campaioli a pagina 7
Call center,
il 21 notte
bianca
e corteo
a Roma
I
sindacati tornano in piazza (dopo la manifestazione dello scorso 4 giugno)
contro i licenziamenti a ca-
tena e le mancate tutele
occupazionali che stanno
investendo il settore dei
call center. Slc Cgil, Fistel
Cisl e Uilcom Uil hanno
proclamato la seconda
giornata di sciopero nazionale del settore, con manifestazione in programma
a Roma il 21 novembre e
una ”notte bianca” in difesa della vertenza. Lo comunicano le sigle sindacali
con una nota precisando
che “Mentre la vertenza
che vede contrapposte British Telecom e Accenture
con 262 licenziamenti non
ha ancora trovato una soluzione, E-Care ha annunciato la chiusura della sede milanese con il licenziamento di oltre 500 persone. Nelle prossime settimane la chiusura delle gare di Enel, Comune di Roma e il continuo ribasso
delle tariffe praticato dai
clienti porterà all’esubero
di altre centinaia di dipen-
denti”. Da tempo nel mirino dei sindacati le gare al
massimo ribasso per l’affidamento degli appalti e in
particolare “l’errata trasposizione della Direttiva
Europea 2001/23 sulla tutela dei lavoratori, con la
mancata estensione delle
tutele previste dall’articolo 2112 del c.c. in occasione della successione o
cambio di appalti, che ha
creato in Italia un vuoto
normativo”.
Vertenza call center. Ancora un nulla di fatto per i 262 dipendenti di Palermo. Cisl e Fistel: ”Si riapra la trattativa”
Accenture,squilloavuoto
conquiste del lavoro
TERRITORIO & IMPRESE
P
alermo (nostro
servizio). Le angosce restano e sono sempre più
grandi, soprattutto dopo
l’ennesimo tavolo al ministero del Lavoro andato a
vuoto. Il futuro resta così
incerto per i 262 lavoratori di Accenture il call center di Palermo, azienda
che due settimane fa ha
avviato la mobilità per
tutti gli operatori. Ieri ennesimo vertice romano
senza soluzione a causa
dell’assenza di British Telecom (Bt), che ha fatto
sapere di non partecipare fino a quando non sarà
siglato un accordo con Accenture, che fino ad ottobre si occupava della
commesse della società
italo inglese. “Un incontro puramente informativo - ha spiegato Michele
Giordano Rsu Fistel Cisl
Palermo Trapani - e soprattutto poco costruttivo, il Ministero ha assunto l’impegno di contattare Bt e riconvocare entro
la fine della prossima settimana il tavolo nel corso
del quale si spera di approfondire la vertenza”.
Accenture, titolare di una
commessa British Telecom bloccata prima dei
termini previsti lo scorso
31 ottobre, ha intanto avviato le procedure di mobilità per i lavoratori resi
noti dalla campagna
#262acasa alla quale hanno aderito diversi esponenti del mondo dello
spettacolo. “Continueremo a lottare” aggiunge
Giordano. “Ci auguriamo
che la trattativa possa essere riaperta in modo proficuo - spiegano Mimmo
Milazzo, segretario Cisl
Palermo Trapani e Francesco Assisi, segretario Fistel Cisl Palermo Trapani
- chiederemo un più decisivo intervento del governo nazionale al solo scopo di raggiungere un ac-
cordo che abbia come
priorità la salvaguardia
dei posti di lavoro, il rispetto dei diritti degli
operatori e lo sviluppo
dell’azienda”. Il testo proposto un mese fa ai sindacati al tavolo del Mise lasciava poco spazio alla
trattativa. Fra i punti nodali, la cessione del 30%
dei lavoratori ad una società di Accenture e il
70% ad una di proprietà
di Bt, ma il limite resta
l’accordo tombale vincolante per tutti con il quale
i lavoratori rinuncerebbero a tutti i diritti maturati.
“Non si può chiedere di rinunciare ai diritti maturati, per noi è un ricatto” aggiunge Giordano.
Nelle scorse settimane a
loro fianco si è schierato
anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando “il
nostro impegno è quello
di riportare ragionevolezza sulla vertenza Accenture, continuiamo a chiedere la riapertura della trat-
CrisiBurgo,il28
èsciopero
generale.
Si salva Avezzano
L
tativa al Mise auspicando
una riflessione da parte
di British Telecom che
possa salvaguardare la
continuità occupazionale
dei 262 lavoratori, evitando, cosi, l'ennesima delocalizzazione a danno della città di Palermo”. La cri-
a cartiera Burgo di Avezzano non chiuderà. È stato firmato a Roma un accordo tra sindacati e azienda
che mette in salvo cento lavoratori: circa la metà nello stabilimento marsicano e la parte restante negli stabilimenti
presenti sul territorio nazionale, a partire da Sora (Frosi-
si in città infatti assume
toni allarmanti “non possiamo permetterci nemmeno la perdita di un posto di lavoro” commentano Milazzo e Assisi. Due
giorni fa a scendere in
piazza per denunciare il
mancato pagamento de-
none). È stato firmato anche
un altro accordo in base al
quale ai primi di dicembre
verrà aperto un altro tavolo
per valutare le quattro manifestazioni d’interesse arrivate. Intanto è stato proclamato per il 28 novembre lo sciopero generale di tutti gli stabilimenti del Gruppo con mani-
gli stipendi, sono stati i lavoratori di un altro call
center palermitano, 4U,
già per 130 di loro è scattata la cassa integrazione
a zero ore. Chiedono certezze, una speranza sembra difficile da concretizzarsi per i lavoratori dei
festazione a Vicenza, davanti
la sede di Confindustria. I sindacati preoccupati del forte
indebitamento temono ripercussioni negative sull’occupazione. ”Per l’ennesima volta dichiara Paolo Gallo, segretario nazionale Fistel Cisl - abbiamo dovuto rilevare l’assenza dell’ad Paolo Mattei, al-
call center, un settore privo di regole e soggetto a
concorrenze spesso sleali.
Tutte vertenze che animeranno la piazza di Roma il prossimo 21 novembre per la notte bianca
dei call center.
Angela Di Marzo
la quale si è aggiunta anche
quella dell’attuale proprietario della maggioranza azionaria del Gruppo. Un’assenza
che riteniamo irrispettosa
delle istituzioni, dei sindacati
e di tutti i dipendenti. Da qui
la decisione di proclamare la
mobilitazione”.
6
MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014
Da due territori Cisl,
Modena e Reggio,
ad uno solo. Procede
il percorso di unificazione
D
a due territori Cisl, di Modena e Reggio, a uno solo, in
un mondo del lavoro che conta complessivamente
quasi 100 mila iscritti. Il seminario rivolto ai due consigli
generali Cisl reggiano e modenese di ieri è un nuovo passo verso la nuova rappresentanza sindacale unificata del
mondo dei lavoratori Cisl. Nel corso della giornata i consi-
vertenze
È
uno strano negoziato
quello tra Ast e i sindacati dei metalmeccanici. Ogni volta che il traguardo sembra vicino, quasi
ad un passo, arriva improvvisamente un giudice di gara che
lo sposta più in là. È successo
anche lunedì al ministero dello Sviluppo Economico. Dove
l’azienda ha di fatto rimesso in
discussione le aperture fatte
la settimana precedente sul
piano industriale, che ora sembra tornato alla versione presentata il 17 luglio: quella, per
capirsi, che ha innescato la
protesta dei sindacati, gli scioperi e la mobilitazione delle
istituzioni locali.
Le notizie che rimbalzano da
Roma a Terni non fanno che
aggravare un clima di tensione che nella città umbra è già
palpabile.
A bruciare non è solo il ricordo, ancora fresco, delle manganellate nella manifestazione del 29 ottobre. Ora c’è anche da governare la protesta
delle ditta d’appalto, rimasta
sotto traccia nella prima fase
della vertenza ma destinata
ad esplodere man mano che i
contratti arrivano a scadenza
e Ast si rifiuta di rinnovarli. Ieri
quattro tra carabinieri e poliziotti sono rimasti contusi davanti alla sede di Confindustria, dove un centinaio di lavoratori della Ilserv - una società
di servizi che opera all’interno
dello stabilimento - manifestavano contro la decisione dell’azienda di avviare la cassa integrazione, nonostante Ast sostenga di aver concesso una
proroga fino al 31 dicembre.
L’incidente ha messo in allarme il prefetto, che non a caso
ieri ha convocato il Comitato
per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Quel che non si spiega, e che i
sindacati intendono però farsi
chiarire dall’ad di Ast Lucia
Morselli, è come sia possibile
tenere insieme le promesse di
conquiste del lavoro
G
enova (nostro servizio) - Stesso orario,
stessa data, un mese dopo. Eguale o forse ancora peggiore disastro rispetto al Bisagno straripato.
Il diluvio sommerge questa volta il Levante ligure,
toccando zone rinomate
turisticamente, ma anche
ricche di piccole attività
commerciali ed aziende.
Piccoli torrenti come il Rupinaro, sconosciuti persino a molti liguri del posto,
hanno sommerso una zona ampia, allagando centinaia tra negozi, case, scantinati, box. L'acqua ha lambito pure la sede Cisl di
Chiavari, con Caf e patronato, nella centralissima
piazza Roma: “Le doppie
porte hanno resistito ma
si sono ammucchiati contro detriti, fango”, spiega
Antonio Graniero, segretario generale ligure Cisl, an-
glieri, organizzati per gruppi, hanno dato il loro contributo per dare risposta alle domande di base del processo di
fusione.
“L’unificazione di due territori impone di allargare lo
sguardo, a mettere in discussione le proprie certezze: è
una bella sfida e soprattutto una grossa opportunità per
trovare risposte adeguate ai nuovi bisogni di giovani, lavoratori e pensionati” ha introdotto Margherita Salvioli
Mariani, segretaria della Cisl di Reggio Emilia.
“E di fronte a un contesto che si modifica sia socialmente
che economicamente, il nostro sindacato saprà unirsi
per cambiare la propria risposta. Da due realtà su base
provinciale giungeremo a una più forte a beneficio del
mondo del lavoro e della società” ha spiegato William
Ballotta, segretario generale della Cisl di Modena.
“I consiglieri - ha ricordato Giorgio Graziani, segretario
generale Cisl Emilia Romagna - sono stati coinvolti attivamente e hanno partecipato definendo le linee guida sulle modalità e le attese del processo di fusione. Gli attori
sono loro. Il 5 dicembre, il Consiglio generale unificato
avvierà formalmente il percorso congressuale delle due
strutture accorpate che si terrà entro maggio 2015 ed
eleggerà i nuovi organismi e la nuova segreteria. Questo
avverrà anche per tutte le categorie della Cisl”.
In Italia da 120 territori Cisl si è passati a 68, che diminuiranno ulteriormente. In Emilia Romagna dai precedenti
10 territori Cisl (che corrispondevano alle 9 province più
Imola) oggi la Cisl è strutturata in 6 territori e, con questa
aggregazione, diventeranno 5, superando la logica dei
confini istituzionali.
La vertenza. Trattativa in stallo, ieri nuovo incontro. Fim: sui due forni proposta inaccettabile
Astfamarciaindietro
sulpianoindustriale
rilancio dell’acciaieria con la liquidazione delle ditte d’appalto.
Una domanda che si somma a
quelle relative al piano industriale. Per esempio: c’è ancora la volontà di mantenere in
esercizio i due forni e di allineare la produzione al volume di
un milione di tonnellate necessario a mantenere l’equilibrio
economico - finanziario? E cosa ne è il raddoppio degli investimenti da 100 a 200 milioni?
Peraltro si tratta di impegni
che, prima che con i sindacati,
Ast ha assunto con il ministro
dello Sviluppo Economico Federica Guidi, la cui proposta di
mediazione costituisce l’intelaiatura sulla quale si regge la
trattativa.
”Non possiamo rimanere nell’incertezza, Ast deve mettere
le carte in tavola. Dire che si va
avanti con i due forni per il
prossimo biennio, per poi sedersi di nuovo a fare il punto e
magari ricominciare da capo
una vertenza, per noi è inaccettabile”, dice il segretario
nazionale Fim Sandro Pasotti
prima di rientrare in serata al
ministero dello Sviluppo Economico per un altro round del
negoziato. Eppure sarebbe
questa la proposta avanzata
da Morselli nel lungo faccia a
faccia di lunedì sera con il ministro Guidi.
Resta intanto congelato il dossier esuberi, che i sindacati intendono affrontare solo quando il piano industriale sarà nero su bianco.
Ad illuminare la strategia fin
qui ondivaga potrebbe comunque rivelarsi utile la trasferta
in Germania in programma il
17 novembre. I sindacati italiani incontreranno a Monaco il
board di ThyssenKrupp: ”Per
noi - sottolinea il segretario nazionale Fim Marco Bentivogli è importante chiarire l'interesse di medio-lungo termine
dell'azienda per lo stabilimento di Terni”. Nel frattempo,
avanti con lo sciopero. Solo se
da Tk arriveranno indicazioni
positive, mette in chiaro la
Fim, si potrà pensare ad una
pausa.
Maltempo. Nubifragio sul Tigullio, aziende e negozi sott’acqua. È emergenza anche per il lavoro
Liguria,unaregioneinginocchio
LaCislsimobilitaperglialluvionati
nunciando la mobilitazione del popolo cislino per
raccogliere fondi per gli alluvionati e chiedendo ai lavoratori di devolvere qualche ora a favore di chi ha
perso tutto, come accaduto per alluvioni del passato.
Perché, assicura Graniero, “nei momenti di disgrazia i lavoratori sanno dare
un giusto contributo di solidarietà”. Ma anche per
cercare di far sopravvivere agli eventi un tessuto
commerciale già messo in
ginocchio della crisi, con
posti di lavoro a rischio.
“Oltre alle vite umane - indica infatti Graniero - è andato distrutto un tessuto
commerciale notevole”.
Colpa in buona parte di un
territorio fragile, secondo
il segretario, che accusa
come ci sia scarsa attenzione a questo. Ed afferma:
“La Cisl ripete da molto
tempo come danni e morti del passato avrebbero
dovuto indurre ad iniziative che non sono state avviate: né argini né altro.
Neppure il piano di bacino
che esisteva per mettere
in sicurezza rivi e fiumi,
che continuano invece a
straripare, sempre gli stessi, negli stessi punti”.
Graniero torna a sottolineare l’importanza della cura di boschi e monti, che
evidentemente è mancata. “E' importante - dichiara - un presidio del territorio a monte, anche in presenza di eventi eccezionali, specie quando nonostante la stagione la temperatura resta a 16-18 gradi. Qua non si fa prevenzione, i boschi sono abbandonati, le comunità montane non ci sono più, non c'è
presidio del territorio, che
diventa franoso”.
Colpa di una classe dirigente che “non vuole investire, quando in questo settore si potrebbe invece creare lavoro”. Come nelle ferrovie che, osserva il sindacalista, “corrono sui pendii sul mare da mettere in
sicurezza”. La maggiore
preoccupazione per Graniero resta tuttavia su
commercio e micro attività allagate, che rischiano
di chiudere lasciando a casa gli occupati. Chiavari,
Carasco, Leivi sono in buona parte sott'acqua, annegate in oltre 200 millimetri di pioggia caduti in 12
C.D’O.
ore. Zona vasta quella colpita, compresi mitici luoghi di turismo come Portofino, Rapallo, con strade
interrotte da frane. Chiusi
per allagamenti i caselli di
Lavagna e Chiavari sulla
A12; la ferrovia che collega Genova a Roma tagliata in due nel Tigullio, persone evacuate in elicottero, 150 sfollati.
Nel Tigullio sono arrivati
rinforzi della Protezione
Civile provenienti da varie
parti d'Italia e 40 soldati. Il
bellissimo scenario del golfo e relativo hinterland,
perla turistica nazionale,
è ridotto ad un panorama
spettrale dopo l'ennesimo affondo del maltempo
contro una terra dove, a
memoria d'uomo, non si ricorda un analogo accanimento con tre eventi alluvionali in altrettante settimane.
Dino Frambati
7
MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014
Cisl Piemonte.
Cambioal vertice,
arriva Ferraris: subito
incontro con Regione
L’
alessandrino Alessio Ferraris è il nuovo segretario generale della Cisl Piemonte. Lo ha eletto a larga maggioranza il
Consiglio generale della Cisl regionale, riunito ieri a Torino, alla presenza della leader
Cisl, Annamaria Furlan e della segretaria
uscente Giovanna Ventura. Alessio Ferraris è nato 56 anni fa a Novi Ligure (Al), dopo
il diploma di perito industriale, muove i primi passi in sindacato agli inizi degli anni ’80
all’interno della federazione dei tessili per
approdare successivamente nei metalmeccanici. Dal 1994 al 2004 Ferraris svolge la
sua attività nella Fistel, prima come delegato, poi come responsabile provinciale e, infine, come segretario regionale. Nel 2005
entra a far parte della segreteria Cisl di Alessandria, con delega all’organizzazione e
nel 2008 ne diventa segretario generale.
Nel marzo del 2013, in seguito alla riorganizzazione regionale, è riconfermato alla
guida della Cisl di Alessandria-Asti. “Sono
consapevole della grande responsabilità
che mi è affidata - ha affermato Ferraris dopo la sua elezione - e confido nell’aiuto dei
miei colleghi di segreteria, eletti oggi insieme a me, e di tutto il gruppo dirigente piemontese. Raccolgo l’eredità importante di
Giovanna Ventura che, oltre ad avviare
una grande riforma organizzativa a livello
territoriale, ha saputo rinnovare e creare
una squadra unita e motivata in tutta la regione. Voglio dare alla Cisl continuità politica e introdurre elementi di innovazione,
puntando a mantenere saldi i rapporti con
le istituzioni, il mondo delle imprese e con
Cgil e Uil. Dobbiamo osare di più nel rapporto con i lavoratori precari, i giovani e le donne. Considerata, inoltre, la difficile situazione finanziaria della Regione, confido in un
confronto costruttivo con la Giunta Chiamparino per non far pagare il conto salato di
questa crisi ai cittadini, lavoratori e pensionati piemontesi”. Con Ferraris compongono la nuova segreteria regionale della Cisl,
Marcello Maggio (riconfermato nell’incarico di segretario regionale), Bruna Tomasi
Cont della segreteria regionale Fim, Gianni
Baratta, segretario regionale Femca e Sergio Melis della segreteria Cisl Torino-Canavese.
Toscana. L’opportunità in controtendenza dimostra che la buona formazione funziona
cronache
Tirociniall’estero
conilprogettoLet’sgo,
inmoltitrovanolavoro
conquiste del lavoro
F
irenze (nostro servizio). La disoccupazione giovanile è
uno dei maggiori
problemi italiani e la Toscana non fa eccezione.
Giovane, insomma, non
fa rima con lavoro.
C’è però un’esperienza toscana in controtendenza.
Grazie al progetto “Let’s
go”, finanziato dalla Regione Toscana con risorse
del Fondo Sociale Europeo e attuato dallo Ial Toscana, un gruppo di giovani ha avuto l’opportunità
di realizzare un tirocinio
di tre mesi in aziende all’estero. Ebbene, la metà
di loro al termine ha ricevuto un’offerta di lavoro
in quelle stesse aziende. E
il bilancio potrebbe anche
migliorare perché il progetto non è ancora terminato. 140 i giovani tra i 18
e i 35 anni che hanno partecipato alla selezione. 37
di loro sono stati scelti
per tirocini di tre mesi in
aziende di vari settori: dall’alberghiero al legale, dal-
la meccanica al marketing, dal commercio alle
banche, dall’architettura
all’ingegneria civile. Gli
stage hanno avuto luogo
a Dusseldorf e Schwerin
in Germania, Budapest in
Ungheria e Siviglia in Spagna. Al termine 18 giovani
hanno ricevuto una proposta di assunzione da
parte delle aziende in cui
avevano svolto il tirocinio. Sei di loro (3 a Budapest e 3 a Schwerin) hanno deciso di accettarla e rimarranno a lavorare all’estero. Altri 12 hanno
ed in cui si è occupata soprattutto di marketing. “E’ stata un’esperienza molto positiva. Se mi sentirei di consigliarla a qualcun altro? Sicuramente, a tutti. Difficoltà?
Beh, forse la lingua nella vita quotidiana, ma con l’inglese sul lavoro non ho avuto problemi”.
Ilenia Carrozza invece, si è collegata con l’incontro via
skype, appena rientrata a casa da Budapest; con in tasca una proposta di assunzione da parte della Camera
di Commercio italiana per l’Ungheria, dove ha svolto il
suo tirocinio. Ha raccontato che ci sta pensando e negoziando su condizioni e stipendio. Era partita dall’Italia
con un a laurea in Scienze Politiche conseguita all’Università di Siena e un master in progettazione europea.
E proprio sui progetti europei ha lavorato per tre mesi
(e forse lavorerà ancora a lungo) a Budapest.
so professionale intrapreso. I risultati confermano
la bontà del lavoro fatto e
indicano la strada da seguire se si vuole superare
il baratro che separa scuola e università dal mondo
del lavoro”.
“Questa esperienza - spiega Alessandra Bianchi, direttrice di Ial Toscana - attraverso un percorso di accompagnamento ha consentito a ciascuno di mettere a fuoco il proprio progetto professionale, di approfondire la padronanza
della lingua straniera e
mettersi alla prova in un
contesto lavorativo specifico e in un ambiente nuovo. Alcuni hanno già deciso di cogliere l’opportunità occupazionale che si è
aperta loro; ma tutti hanno accumulato un bagaglio di esperienza e di autostima che potranno
spendere in modo proficuo in Toscana o altrove”.
L’Assessore alle attività
produttive, credito e lavoro della Regione Toscana,
Gianfranco Simoncini, ha
confermato che la Toscana crede molto nei programmi di formazione e lavoro transnazionali: “Lavorare all’estero - dice - è
fonte di grande arricchimento. La Regione ha intenzione di continuare su
questa strada e di offrire
ai nostri giovani nuove opportunità di lavoro e, quindi, di vita”.
A. C.
Alberto Campaioli
preferito invece tornare a
casa e spendere in Toscana l’esperienza accumulata. E ancora non si è chiuso il progetto a Dusseldorf, per cui il bilancio
complessivo potrebbe ancora migliorare.
“Questo progetto - dice il
segretario generale aggiunto della Cisl Toscana,
Ciro Recce - fa sì che giovane faccia rima con lavoro.
E dimostra che la formazione, se ben fatta, funziona. Si tratta però di collegarla al lavoro e in questo
la strada dei tirocini unita
a serie misure di accompagnamento è senz’altro
quella giusta. La formazione quando erogata da
agenzie serie serve ai formati e non ai formatori o
alle aziende che cercano,
con i tirocini, manodopera gratis. A monte c’è stato un attento lavoro di selezione che ha consentito
di inviare ogni giovane in
un’impresa adatta ai suoi
studi e in linea col percor-
Leesperienzeaconfronto
diFrancesco,ChiaraeIlenia
“D
a tanto tempo avevo voglia di un’esperienza all’estero, non avendo partecipato al progetto Erasmus, ed ho colto questa occasione al volo” ha raccontato, alla presentazione del report del progetto “Let’s
go”, Francesco Ivaldi, 27 laureato in Economia e commercio all’Università di Firenze, che ha svolto il tirocinio a Budapest: tre mesi in una banca locale, prorogati
poi con altri tre nella filiale magiara di Intesa Sanpaolo,
occupandosi di Corporate finance verso le aziende italiane che operano in Ungheria. “E’ stata un’esperienza
- aggiunge - che mi ha fatto crescere molto, non solo
dal punto di vista professionale, ma anche umano.”
Chiara D’Alfonso, 30enne laureata in relazioni internazionali, ha svolto il suo stage sempre a Budapest ma in
una società di consulenza, la Itl Group, che segue le
aziende italiane che intendono investire in Ungheria
8
MERCOLEDÌ 12 NOVEMBRE 2014
Social Room
a cura di Andrea Benvenuti
Patronati,mobilitazione
senza sosta in tutta Italia
tautosufficienze
tweet “Dopo il fondo per le non
si riveda anche
l’inaccettabile taglio ai Patronati”.
Carlo Barbieri
post “Servizi Patronati? Grazie a
flavoratori
dipendenti che versano un
contributo che Renzi ora decide di
prendersi”. Giovanni Scarazzini
“134.236 persone hanno
già firmato la petizione.
Firma anche tu su inas.it”
“No a taglio 150 mln del
Fondo. Emendamento
firmato con altri colleghi Pd”
Inas Cisl nazionale
Enzo Lattuca
“Così si taglia uno degli istituti
migliori del welfare italiano.
Errore da rimediare”
“I patronati danno servizi
importanti a costi contenuti.
Taglio errore da correggere”
Sanzio Patacchini
Antonio Misiani
www.youtube.com/watch?v=ny_
pmCTb8Gc”. Enrico Grasso
“Quel taglio mette a rischio
il lavoro di 10 mila persone
e il servizio alla gente”
“Renzi, Renzi .... Il taglio ai
patronati cancella la tutela
gratuita ai cittadini”
tweet “Patronati e Caf operano
tinsieme.
Ridimensionarli significa
Denis Nesci
Giovanni Barosini
“Quel taglio è una c... Io
tsonotweet
un operatore e ogni giorno
aiuto tante persone a far valere i loro
diritti”. @alfonso
fverrà
post “Una delle tante attività che
meno a Genova! Guarda
social
farli chiudere con disoccupati e disagi
ai cittadini”. Massimo M. Romano
conquiste del lavoro
Start Up
Premio Marzotto,
un milione di euro
a sostegno
dell nuove imprese
“C
erchiamo nuovi imprenditori e costruttori di futuro che siano in grado di far
convivere innovazione, impresa e società”: così titola l’edizione 2014 del Premio Gaetano Marzotto. La quarta edizione di una delle più importanti ed attese startup competition in Italia è entrata nella sua fase finale, con importanti novità: il
network di incubatori ed acceleratori quest’anno è praticamente raddoppiato grazie
all’ingresso di dodici nuovi incubatori da tutta Italia. Main partner dell’evento, patrocinato dal Padiglione Italia Expo 2015, è Italia Startup. L’edizione 2014 prevede tre tipologie di premi: il “Premio per l’impresa”, il “Premio dall’idea all’impresa” ed, infine, il “Premio Speciale UniCredit Start Lab”, per un montepremi complessivo che si aggira intorno
al milione di euro. In particolare, il Premio per l'Impresa, dedicato alla migliore impresa
innovativa all'interno dei settori sociali, territoriali, ambientali e culturali, ammonta a
ben 300.000 euro più un percorso di affiancamento in Fondazione CUOA. Tra i progetti
selezionati per la finale, che si terrà il prossimo 27 novembre, figurano Celector, Microturbina, EndoFaster, Tensive e Blu(e), ognuno dei quali ovviamente presentato da una
startup differente. Il Premio dall'Idea all'Impresa, invece, riservato esclusivamente ai
giovani fino ai 35 anni, consiste in un premio in denaro di ben 50.000 euro, che è stato
conquistato dall' "allenatore virtuale" di Xmetrics nella finale del 30 ottobre, e in un
periodo di residenza e affiancamento all'interno di incubatori ed acceleratori per tutte e
22 le startup che hanno raggiunto questa fase. Infine, il Premio Speciale UniCredit Start
Lab è stato assegnato a My Angel Care, il braccialetto contenente le informazioni mediche del proprietario, il quale verrà inserito all'interno di un programma dedicato, creato
da UniCredit, che, tra le altre cose, include la partecipazione alla Startup Academy.
Giulia Capaldi