Un ménage a tre e Jorge Amado in salsa partenopea

Transcript

Un ménage a tre e Jorge Amado in salsa partenopea
“Caffè corretto” al Totò
Un ménage a tre e Jorge Amado in salsa partenopea
Franco de Ciuceis
In tre sotto lo stesso tetto: l’irrequieto Felice, la sua ex moglie Barbara e il di lei nuovo convivente, Marco. Un ménage rovente, con
Barbara che si barcamena nella guerra continua tra il primo marito e l’attuale compagno. A far detonare l’esplosiva miscela è
l’estrosa portinaia, di nome Speranza, che da sempre spera di conquistare Felice e s’industria con filtri d’amore riversati nella
fatidica tazzina di caffè. Si intitola appunto «Caffè corretto» lo spettacolo in scena al Totò, protagonista Caterina De Santis,
«maga» casereccia tra il bellicoso triangolo Rosario Verde, Paola Bocchetti e Fabio Brescia e uno stuolo di altri coloriti personaggi,
per la regia di Gaetano Liguori. Lo spunto iniziale ricorda alla larga la triade di «Dona Flor e i suoi due mariti» di Jorge Amado. Lì,
in ambiente carioca, il contrasto tra il primo amante, giocatore e donnaiolo, e il nuovo sposo morigerato benestante, è giocato sullo
sfondo del carnevale di Bahia fra pratiche magiche e arti culinarie. Qui, l’intreccio si colora di umori vesuviani, nei modi della farsa
scatenata. Rosario Verde veste i panni di napoletano infingardo e piagnone, incallito scommettitore, rotto a mille stratagemmi,
scene e sceneggiate, per riagganciare la renitente moglie perduta, contro il rivale che, ai suoi occhi, ha il difetto di essere un onesto
e grigio settentrionale, incarnato con accenti meneghini da Fabio Brescia. L’elemento dirompente è Caterina De Santis, che
spariglia tutti i giochi e, con il suo caffè taroccato e altre invenzioni (finanche un’esotica danza in veli di odalisca), innesca un ridda
di situazioni a proprio vantaggio. La regia di Liguori avvolge la trama in un flash-back onirico, con un’inopinata citazione finale da
«Napoli milionaria» di Eduardo De Filippo. Ma, lungi dalla carnale festosità della favola brasiliana di Amado, il plot riversato in salsa
partenopea offre una pietanza infarcita di troppi e grossolani ingredienti. Tra capitoni e re Magi di un nostrano Natale, lo spettacolo
si dilunga per quasi tre ore con lazzi e gag di comicità trash, per le risate di un pubblico di bocca facile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA