Febbraio 2012 - Tam Tam

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Febbraio 2012 - Tam Tam
AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI VIGEVANO N° 5 DEL 20.09.1988
Arte e Stile
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Arte e Stile
di COTTA -TERZOLO & C.
ALTA MODA
PER L''ARREDAMENTO
Via Matteotti 6
Tel.038485255
Il giornale per tutta la famiglia
LOMELLO
LOMELLO
24° ANNO
FEBBRAIO 2012 - N° 2 - MENSILE INDIPENDENTE D’INFORMAZIONE E OPINIONE
La rigenerazione del nostro Paese
Quando la curiosità diventa cultura
di Remo Danovi
Quando mi reco a Londra, per incontrare mio figlio che è ricercatore
medico, in ogni mia visita immancabilmente cammino fino al British
Museum, e qui passo alcune ore
sempre partendo dalla sala n. 1,
quella che si chiama Enlightenment
(illuminismo), ma io chiamo anche
“Wunder Kammer”! E’ una sala
delle meraviglie, infatti, perché raccoglie praticamente un embrione di
tutte le collezioni possibili, i fossili,
i minerali, le conchiglie, le monete,
gli strumenti, le sculture antiche, i
libri, le armi, gli insetti, gli animali,
gli uccelli: vi è perfino una copia
della stele di Rosetta che i visitatori
possono toccare (quella vera è in un
altro settore, ed è racchiusa in una
vetrina di cristallo).
L’interesse di questa sala è dato dal
fatto che essa costituisce il primo
nucleo del Museo, che si è realizzato nel 1753, quando alcuni illuminati raccoglitori di oggetti antichi pensarono di riunire le rarità del mondo
in un unico spazio, diviso tra Naturali e Artificiali.
Per molti decenni le raccolte sono
continuate, ma ai raccoglitori sono
subentrati gli storici e gli archeologi, che hanno iniziato a interpretare
gli oggetti attraverso le loro conoscenze e i loro studi. In questo modo, la curiosità è diventata cultura,
poiché ha permesso di decifrare il
passato e di raccontare la storia dei
popoli che ci hanno preceduto e
hanno consolidato la civiltà. Vi è un
secondo elemento affascinante nel
Museo. Tra i visitatori delle tante
sale sono sempre presenti classi in-
tere di ragazzi. Hanno preferibilmente giacche colorate che contrassegnano il College da cui provengono e blocchi di fogli sui quali appuntano le forme degli oggetti e i
loro pensieri. Se contate venti alunni per ogni classe, potete anche contare visi e volti che hanno almeno
dieci colori di razze diverse. Tutti
insieme.
Anche questa è cultura.
Raccogliere e accogliere, dunque.
Se applichiamo queste riflessioni
all’Italia, possiamo dire che molto è
cambiato in questi ultimi mesi e il
Paese comincia a credere nella possibilità di risollevarsi, pur nella gravità della crisi economica in cui è
precipitato. Sta cambiando infatti il
modo di vedere il futuro, non più
prigioniero delle scelte degli inte-
ressi privati, ma partecipe dei risultati che vengono dallo sforzo di tutti. Sta cambiando anche il valore
dell’etica, della correttezza e della
solidarietà verso gli altri.
Ed è proprio questo di cui abbiamo
bisogno. Dobbiamo finalmente
comprendere che il bene pubblico
richiede comprensione e non sopraffazioni e che l’evasione dagli
obblighi è una grave alterazione
dell’equilibrio e della giustizia.
Dobbiamo anche trasformare la disattenzione dei molti nell’impegno
di tutti per dare inizio alla rigenerazione necessaria.
Mi sembra il termine giusto, poiché
generare contrassegna un inizio e rigenerare contiene una ripresa.
In questo sforzo, tutto deve riportarci all’idea che la storia è stata fatta
dalle persone che sono vissute prima di noi, e hanno contribuito a
crearla, e le curiosità del mondo sono le lenti attraverso le quali colleghiamo il passato al futuro e decifriamo le nostre identità.
Non vi sono dunque confini o limiti
entro cui chiudere le nostre conoscenze e non vi sono ragioni per arroccarci in privilegi che non abbiamo o in culture che non possediamo. Dobbiamo al contrario crescere
con tutte le potenzialità possibili.
Insomma, basta leggere i segni intorno a noi, e riconoscere che il
cammino è in corso, i valori sono
comuni, i risultati ci aspettano, e
tutti insieme dobbiamo contribuire a
realizzarli.
E’ questo il modo certo per contribuire al miglioramento di tutti.
La sentenza del T.A.R. ha ridotto lo “spread” fra Demartini e Donato
Da + 16 a + 6
Il ricorso di Maurizio Donato,
candidato sindaco della lista
“Donato con Mede” nelle amministrative dello scorso maggio, è stato ingenuamente bollato come una “bufala”.
Ma il T.A.R della Lombardia
non è stato dello stesso parere
in quanto, dopo una disamina
delle schede sospette segnalate, ne ha rese valide ben dieci.
Certamente non sufficienti per
il temuto ribaltone ma dal chia-
ro ed inequivocabile contenuto
politico. Pertanto l’azione legale di Donato era più che fondata e legittima. Ora, questa
coda di una campagna elettorale dai contenuti arroganti e presuntuosi (come mai si era vista
a Mede) e che avrebbe dovuto
portare a numeri clamorosi, si
era già arenata con i risultati
del maggio scorso sino ad essere ulteriormente ridimesionata con la sentenza del T.A.R.
Questa vicenda dovrebbe servire a misurare gli slogan fini a
sè stessi, le parole in libertà,
insieme ad atteggiamenti poco
consoni da parte di coloro che
sono chiamati ad amministrare
una città, compresi “tutti” gli
abitanti che ne fanno parte e
che meritano rispetto anche se
la croce l’ hanno posta su una
casella diversa. Ora è auspicabile che l’umiltà torni ad impossessarsi dell’azione ammi-
nistrativa la quale, dati i tempi,
non abbisogna di un generale
pronto a sparare sul nemico ma
di persone coscienti del proprio delicato ruolo al servizio
di tutta una comunità. Le critiche costrutive dovrebbero essere vagliate e non respinte a
priori come offesa alla “sacra
persona”: nessuno nasce maestro e nessuno deve porsi al di
sopra di tutti come infallibile o
novello super man. Va ricorda-
to che, specialmente in politica, è facile cadere dalle stelle
alle stalle. Dicono che l’umiltà
sia la virtù dei forti ed i nostri
antenati latini, che erano dei
saggi dicevano:
“Exigua his tribuenda fides,
qui multa loquuntur”
(Bisogna prestare poca fede a
quelli che parlano molto).
E possiamo aggiungere “...e a
sproposito”
Mauro Ottonelli
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ELETTRODOMESTICI-LISTE NOZZE
2
FEBBRAIO 2012
Incontro con il senatore
Roberto Mura
Edito da: EdiLom s.a.s.
Edizioni Editoriali Lomelline
di Ottonelli Mauro & C.
Via Cesare Arrigo 25- Mede
Telefono: 0384805807
cell. 335 6874018
Roberto Mura:
nato il 5 giugno 1955 a Pavia
residente a San Genesio ed Uniti
professione: imprenditore
è stato sindaco di San Genesio
Eletto al Senato 13 aprile 2008
Membro del gruppo Lega Nord Padania
Membro della Giunta delle elezioni e delle immunità
parlamentari
Membro della 2a commissione permanente Giustizia
Membro del Comitato parlamentare per i procedimenti di
accusa
Membro della Commissione parlamentare per l’indirizzo
generale e la vigilanza dei serviri radiotelevisivi
Membro sostituto della Parlamentari membri della Commissione per la vigilanza sulla cassa depositi e prestiti.
E’ stato Segretario Provinciale della Lega Nord (PV) dal
2006 al 2010
Il senatore Roberto Mura è venuto
ad incontrarci in redazione dove
gentilmente ci ha concesso l’intervista che di seguito pubblichiamo.
Partiamo, senatore, dalla Lomellina che ha quasi sempre
sofferto di una sorta di emarginazione nelle grandi scelte di
sviluppo del territorio.
Ritiene che, nonostante il periodo poco felice, questa zona possa avere qualche buona prospettiva?
“Io porterei il discorso a tutta la
provincia di Pavia che ha sofferto
degli ultimi decenni ad essere relegata come la cenerentola della
Lombardia, insieme a tutte le provincie, diciamo, della Bassa.
La Lomellina ha avuto indiscutibilmente i suoi problemi dal punto
di vita del riconoscimento di certe
specificità da parte anche dei suoi
politici.
Abbiamo problemi in Lomellina,
abbiamo problemi anche in Oltrepo, non vedo francamente, al di la
di qualche esponente politico di
particolare rilievo per questa provincia negli ultimi trent’anni, che
può avere avuto un occhio di riguardo per l’Oltrrepo su qualche
aspetto. Non vedo questo brillante sviluppo rispetto ad altre zone
della provincia di Pavia. Vediamo
una provincia che si è impoverita,
deindustrializzata; quello che ho
visto per esempio visitando recentemente la mostra di Chiolini al
Castello Visconteo, il ruolo che
aveva Pavia agli inizi del secolo
che era la tredicesima provincia
più industrializzata d’Italia a che
cosa è arrivata invece adesso. Le
responsabilità sono indubbiamente della politica locale, sono anche
di quella che è una politica industriale degli imprenditori pavesi
che si sono sicuramente fatti allettare di più da possibilità di altre
redditività. Faccio un esempio,
uno per tutti: a Pavia molti industriali anziché investire nella propria azienda hanno preferito comprare monolocali da affittare agli
studenti perché rendeva di più.
Mensile indipendente
d’informazione e opinione
autorizzazione
Tribunale di Vigevano n. 5
del 20/09/1988
Direttore responsabile:
Mauro Ottonelli
Segretaria di redazione:
Olimpia Roncaroli Recapito
Angelo Bellone
Trasporto
Pierangelo Boccalari
Fotografi
Alex Morandi - Alessandra Pisani
Leonetto Strambi - Gigi Strocco
Questo ha impoverito il tessuto
industriale pavese ed ha portato
ad una realtà come la nostra. Ho
qualche ricordo dei fiumi di operai che entravano la mattina alla
Necchi, alla Snia Viscosa, abbiamo esempi di industrie che non
esistono più ed abbiamo pertanto
un impoverimento perché gli investimenti si sono spostati verso
altre situazioni, più di tipo economico finanziario che realmente
produttivo e quando una realtà sociale perde quello che è la sua manifattura perde sicuramente molto.
La Lomellina, nello specifico è
terra di agricoltura. Subisce quelle
che sono le politiche agricole
portate avanti da questo Paese per
colpa o non per colpa di normative europee alle quali ci si è dovuti
adeguare. Posso sintetizzare uno
dei mali in partenza: nel momento
in cui si incentiva un agricoltore
perché non produca rispetto al fatto che produca, questo diventa un
aspetto assolutamente demenziale
perché impoverisce un territorio”.
A proposito di impoverire un
territorio, lei personalmente come si pone nei confronti delle
discariche di amianto, della lavorazione dei fanghi industriali,
ecc.?
Io sono sempre stato assolutamente e nettamente contrario ad utilizzare il territorio come contenitore per i rifiuti perché soprattutto
in una realtà come quella Lomellina, che avendo una vocazione
agricola, deve essere il più possibile sana dal punto di vista aria,
acqua e suolo: sono i tre elementi
fondamentali. Dal momento in
cui si fanno dei buchi per metter
dentro qualche cosa, anche se la
tecnologia ha permesso di limitare
al massimo quelli che sono gli impatti dal punto vista ambientale, è
una contraddizione in termini avere un buco con della schifezza
dentro e, a cento metri, quella che
è la coltivazione di prodotti di
Hanno collaborato
a questo numero:
Giuliano Bertaia
Don Mauro Bertoglio
Monica Capisani
Giampiero Ceriana
Don Francesco Cervio
Mario Cigallino - Luigi Delbò
Domenico Della Monica
Mauro Depaoli - Matthew Drago
Massimo Fanchiotti
Peppino Fizzotti-Roberta Gemelli
Gian B. Leva - Ivano Meneghello
Luigi Pagetti
Cesare Panza Mara Perego
Angelo Piemontese
Ernesto Pollini-Donatella Prina
Simone Restelli
Rodrigue Serafini- Sarah Vecchio
M.Chiara Villa
Alessandro Zanardi
Davide Zardo
LA COLLABORAZIONE
Eʼ A TITOLO GRATUITO
Responsabili diffusione:
Franco Valisi - Anna Maria Gatti
Stampa :
Edizioni Tipografia Commerciale s.r.l.
- C.so Roma, 200 - Cilavegna -
Indirizzo e-mail :
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tiratura FEBBRAIO 2012: 9958
Periodico associato allʼUSPI
(continua a pagina 3)
Ristorante
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E’ gradita la prenotazione
Torre Beretti e Castellaro (PV) - Via Suardi, 4 - Tel. 0384 805 578 - www.cortevisconticastellaro.it
FEBBRAIO 2012
(continua da pagina 2)
pregio. Un aspetto importante: è
vero che un mondo come quello
attuale determina la necessità che
certi impianti ci siano, mi andrebbe anche bene ma l’ essenziale è
che nel nostro territorio non arrivino le schifezze di tutto il mondo. Comunque accettare impianti
che creano soltanto danni senza
portare nessun beneficio vedono
la mia assoluta contrarietà.
La Lomellina, in particolare, ha
già dato.
Passiamo a domande di più largo respiro.
La Lega sta attraversando un
periodo travagliato sia al suo interno che nei confronti di un
elettorato divenuto molto critico. Nel futuro della Lega c’è più
Bossi o più Maroni?
“Bossi e Maroni.
Bossi fin quando la salute lo reggerà e nonostante quello che ha
avuto, la sua presenza è fondamentale perché Bossi è la Lega.
Nel momento stesso in cui deciderà di ritirarsi e di cedere quello
che è lo scettro del comando a
qualcun altro, penso che tutto il
movimento insieme a Bossi sapranno scegliere la forma migliore; potrebbe essere Maroni, potrebbe essere, come afferma qualcuno, un triumvirato Maroni,
Calderoli e un veneto…vedremo.
Lei parla di Lega in crisi. Non dimentichiamo che la Lega è nata
venticinque anni fa, ha vissuto alti
e bassi, ha vissuto i momenti dei
180 parlamentari con un consenso
stratosferico, ha vissuto i momenti dell’opposizione al 3,9 per cento. E’ normale e fisiologico che un
partito come il nostro, un partito
fortemente radicato nelle realtà
territoriale dove opera, possa vivere dei momenti diversi. L’attuale dialettica e dibattiti interni è
comunque indice di partito democratico”.
Non pensa senatore che certi
comportamenti,
definiamoli
“folkloristici” e politicamente
poco corretti come quelli registrati recentemente alla Camera
dei deputati e al Senato, siano
fuori tempo, facciano parte di
una Lega prima maniera ma
che oggi vadano a danneggiarne l’immagine di un partito che
sembrava affrancato da vecchi
esibizionismi?
“Faccio un esempio. Durante
quasi quattro anni di legislatura
sono intervenuto una cosa come
trecentocinquanta volte in aula,
insieme ad altri colleghi abbiamo
portato avanti sicuramente delle
azioni politiche e amministrative
molto importanti: l’eco dei media
pone in rilievo non tanto il lavoro
che viene svolto tutti i giorni ma
gli episodi che destano in qualche
modo l’attenzione. Stesso caso lo
riporto a quello che è la stretta attualità. Parliamo di quando ci siamo trovati a votare per il governo
Monti; abbiamo fatto delle richieste al governo, attraverso tutti i
canali previsti dal regolamento,
dall’altra parte sono stati assolutamente sordi rispetto alle nostre
istanze. Si possono fare tutti gli
interventi più belli del mondo, più
incisivi, ma poi si ha difficoltà ad
uscire. Quand’è che si esce?
Quando ci sono le azioni eclatanti, quando alla mancanza di rispo-
ste del governo, abbiamo risposto
in aula con i fischietti, con gli striscioni e con i cartelli. Abbiamo
visto che in seguito della protesta
della Lega, rispetto a quello che
io definisco un colpo di Stato, c’è
stata la prima pagina sul Financial
Times. Quindi a volte l’azione
forte serve a raccogliere quella
che è l’attenzione anche dei media per far sapere alla gente quello
che realmente sta accadendo”.
Ma questo non è solo fumo?
Si, questo è il fumo, ma il fumo
senza l’arrosto non basta; il fumo
solo sarebbe fine a sé stesso ci
vuole anche l’azione politica che
la Lega attua sistematicamente
sul territorio portando nelle sedi
opportune le istanze della gente”.
Non vi siete troppo omologati a
Berlusconi?
“Qui occorre ben precisare. Quando si agisce in una coalizione occorre mediare nelle scelte e nelle
proposte. Pertanto a volte si cede
su un punto a volte, invece, si
portano a casa risultati importanti. Non è da oggi che la politica è
mediazione.
Un altro aspetto riguarda la richiesta avanzata, anche dalla nostra base, di staccare la spina al
governo Berlusconi.
Si immagina, vista la situazione
attuale, come tutte le colpe sarebbero state imputate a noi per aver
causato la caduta del governo in
un momento così delicato: ci
avrebbero accusati di tutto e di
più. Guardando all’attualità non le
sembra una contraddizione che
per superare la crisi, causata dal
mondo bancario e finanziario,
siano chiamati personaggi legati
LL’occasione d’ORO s.r.l.
L.G.D.
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3
proprio a quel mondo?”
Ormai è chiaro che alle prossime amministrative vi presenterete da soli. Non c’è pericolo
che gli attuali equilibri, alcuni
dei quali precari, saltino?
“Non credo perchè noi rispetteremo le attuali allenze scaturite da
una volontà popolare e le porteremo a scadenza naturale.
Quello che succederà dopo vedremo.
Un ultima domanda. La camera
dei deputati è stata chiamata a
pronunciarsi sulla richiesta di
arresto di Cosentino. Lei come
senatore non ha potuto votare.
Se le fosse stata offerta questa
possibilità come si sarebbe
espresso?
“Avrei votato si all’arresto per il
semplice fatto che ritengo non si
possa mettere in crisi di legittimità una Istituzione a causa di
personaggi come Cosentino”.
Servizio di Mauro Ottonelli
11
MARZO
ECOMUSEO
DEL PAESAGGIO
LOMELLINO
2012
PROVINCIA
DI PAVIA
35
a
OSTRA DELL’ARTIGIANATO
COMMERCIO ED AGRICOLTURA
ORARIO DI APERTURA
DOMENICA 11
ORE 9,45 - 18,00
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FEBBRAIO 2012
4
L’angolo della vita cristiana
Ottavo Comandamento:
non pronunziare falsa testimonianza
Il senso letterale originario di
questo comandamento riguarda una situazione ben precisa:
la testimonianza in tribunale.
In Israele, date le limitate possibilità che la giustizia aveva
a sua disposizione, le corrette
informazioni dei testimoni
avevano un’importanza particolarmente grande. A volte la
falsa testimonianza di due testimoni davanti al giudice poteva provocare addirittura la
condanna a morte di una persona. La Bibbia ricorda numerosi esempi al riguardo come
quello di Susanna condannata
a morte sulla parola di due
falsi testimoni e salvata per
intervento di Dio e di Daniele
(Dn 13,1-64). Nello stesso
processo di Gesù i falsi testimoni svolgono un ruolo decisivo (Mc 14,55ss).
Dati i pericoli che una falsa
testimonianza può comportare
per il prossimo, ogni israelita
viene invitato a guardarsi da
essa o da una testimonianza
velenosa, dettata dall’odio:
Non testimoniare alla leggera
contro il tuo prossimo e non
ingannare con le labbra. Non
dire: Come ha fatto a me così
io farò a lui... (Pr 24,28s).
Israele non riuscì propriamente mai ad avere un potere giudiziario indipendente dal governo e dall’amministrazione.
Ciò fece sì che gli interessi
dei potenti, sia politicamente,
sia socialmente, influenzassero assai l’amministrazione
della giustizia. I profeti usano
parole particolarmente dure
contro i giudici ingiusti.
Isaia accusa i potenti in Israele: I tuoi capi sono ribelli e
complici di ladri; tutti sono
bramosi di regali, ricevono
mance, non rendono giustizia
all’orfano e la causa della vedova fino a loro non giunge
(1,23). Lo stesso profeta
esclama: Guai a coloro che
assolvono per regali un colpevole e privano del suo diritto
l’innocente (5,23s). Parole simili usa Amos nei confronti
di quei giudici che si arricchiscono con false sentenze: Essi
sono oppressori del giusto, incettatori di ricompense e respingono i poveri nel tribunale (Am 5,12; cf. 5,7-15). Il
Deuteronomio esorta i giudici: Non temete alcun uomo,
perché il giudizio appartiene a
Dio(Dt 1,17). Richiamandosi
al Dio con noi i giudici devono salvaguardare la loro indipendenza anche verso i potenti.
Leggiamo nella lettera di Paolo agli Efesini: Perciò bando
alla menzogna: dite ciascuno
la verità al proprio prossimo,
perché siamo membra gli uni
degli altri (4,25). La verità
consiste in primo luogo in un
comportamento che favorisce
la convivenza umana. La reciproca appartenenza umana
non va distrutta dalla menzogna, che semina diffidenza e
rende impossibile la convivenza dei membri del corpo di
Cristo.
Pertanto, se vogliamo tenere
conto nel modo giusto del
senso fondamentale di questo
comandamento, dobbiamo anzitutto sottolineare l’importanza della verità per la libertà
dell’uomo. Gesù ce lo dice in
termini estremamente chiari:
La verità vi farà liberi (Gv
8,32). Verità, veracità e quindi
reciproca fiducia sono elementi vitali indispensabili per
la libera espansione dell’uomo. Dove invece la diffidenza
mina le relazioni, lì l’umanità
degli uomini intristisce.
Prendere seriamente l’ottavo
comandamento significa per i
credenti: impegnarsi per un
ordinamento e un’amministrazione corretta della giustizia,
un ordinamento e un’amministrazione che pongano la ricerca della verità al di sopra
di ogni altro interesse e cerchino di impedire e di escludere ogni manipolazione del
diritto. Un vivo interesse per
queste cose rientra nella corresponsabilità politica dei credenti, specialmente quando
oggi pensiamo agli abituali
processi farsa e ai processi
spettacolari dei regimi totalitari di ogni colore.
La sfera dell’ottavo comandamento non abbraccia solo la
semplice bugia e neppure solo
la sala del tribunale, ma ingloba tutte le situazioni in cui,
sulla base di affermazioni altrui, si prende di mira un individuo. Tali situazioni si verificano anche nel campo
dell’informazione e dell’elaborazione e conservazione dei
dati. Nella sua odierna attualizzazione il comandamento
riguarda anche il modo in cui
si rilasciano certificati, nonché l’intenzione con cui i
giornalisti mettono in pubblico la vita privata degli altri.
Ogni giorno, attraverso la
stampa, la radio e la televisione, la scena pubblica della nostra vita diventa un tribunale.
Non di rado il giornalista vi
svolge il ruolo di pubblico ministero, accusa, adduce testimoni e richiede la pena. Una
volta si diceva: È cosa terribile cadere nelle mani del Dio
vivente (Eb 10,31). Oggi molti siamo quotidianamente co-
stretti a sperimentare quanto
sia spaventoso cadere nelle
mani degli uomini. Non è
fuori posto dunque mettere
l’ottavo comandamento anche
in relazione al rispetto che gli
strumenti di comunicazione
sociale devono avere della
sfera privata e personale degli
individui. Il richiamo alla verità non autorizza a danneggiare in qualunque modo la
vita, l’onore, la professione e
la libertà di un uomo, fintanto
che il bene comune non lo richiede.
Non tutto ciò che è vero va
manifestato, fintanto che esso
non pregiudica la libertà altrui. Quel che diciamo deve
essere vero, ma non abbiamo
l’obbligo di dire tutto quello
che è vero.
Alcuni fanatici della verità
vanno fieri di sé perché dicono in faccia a tutti quel che
pensano di male sul loro conto. Certo, a volte è necessario
parlare con coraggio. La Bibbia ricorda numerosi esempi
in questo senso: la coraggiosa
filippica pronunciata da Natan
davanti a Davide (2Sam 12,115) o la critica rivolta dal Battista al re Erode (Mt 14,4).
Questo però non va scambiato
con quegli episodi che servono solo a poter dire poi con
orgoglio a sé e agli altri: Gliele ho cantate chiare! Il punto
decisivo è un altro e cioè se
con la mia critica intendo veramente aiutare il prossimo.
Un uso della verità che ha
nell’amore il criterio supre-
Don Mauro Bertoglio
mo, richiede molto tatto. Bisogna fare in modo che la verità, anche quando fa male, in
ultima analisi edifichi e non
distrugga, che infonda coraggio e non deprima. Tutto questo ha un’elevata rilevanza
pedagogico-morale.
L’ottavo comandamento - visto nel contesto di tutta la
Bibbia - tiene conto in partenza della malignità del cuore
umano, per esempio nella sua
tendenza a dire piuttosto male
che bene del prossimo. Uno
dei compiti dell’autoeducazione etica sta nell’abituarsi a
saper parlare bene dei propri
nemici. Infatti se non so dire
nulla di buono su di essi, posso star sicuro che non ho
guardato bene.
Proprio sotto questo aspetto
può essere utile richiamare
l’avvertimento di Gesù: Non
giudicate per non essere giudicati; perché col giudizio con
cui giudicate, sarete giudicati,
e con la misura con la quale
misurate sarete misurati (Mt
7,2s). La prospettiva escatologica è evidente: Come tu fai
agli altri Dio farà a te. Viceversa dobbiamo dire: Come
Dio fa a me, così io faccio a
te. Dio mi ha perdonato, è stato magnanimo con me, perciò
sarò anch’io magnanimo nel
perdonare gli altri. Perdonatevi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo (Ef
4,32). Ovviamente non possiamo dire tutto questo finché
non abbiamo smesso di danneggiare gli altri.
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FEBBRAIO 2012
5
Avvenimenti, fatti e personaggi
a cura di Ernesto Pollini
Scende la neve … ma non solo !
Ci eravamo illusi, fortemente
illusi, che l’inverno 2012 fosse
dolce, gradevole: un’illusione
durata sino a poco dopo il venti di gennaio, quando improvvisamente il generale inverno,
il freddo, freddissimo generale
inverno, è arrivato sulle nostre
teste e sulle nostre case.
Sì proprio così, perché si è verificata una nevicata importante, ma soprattutto si sono create le condizioni per assaporare
( si fa per dire ) giornate freddissime, che hanno sfiorato i
venti gradi. Cose impensabili
per le nostre abitudini climatiche, che trovano riscontro in
pochissimi annali della meteorologia padana . Ma non si è
trattato di un fatto locale, praticamente tutta l’Italia è stata investita dal manto bianco, che
ha provocato danni gravi, grossi problemi, ed ahimè anche
diverse vittime a vario titolo
collegate al freddo. Freddo,
vento e neve… tanta neve ! E
qui lo “stellone italiano” ha
iniziato a polemizzare, cittadini contro le istituzioni, istituzioni contro altre istituzioni,
istituzioni contro i bollettini
meteorologici, partiti contro
uno o a favore dell’altro e l’altro ancora contro quello, que-
sto e quell’altro. L’Italia s’è
desta ! Non ci smentiamo. Invece di considerare che gli
eventi straordinari debbono essere considerati tali, senza rimbalzi di responsabilità, senza
offendere o difendere alcuno,
perché è solo la natura “ colpevole” nella fattispecie del disagio umano. Siamo diventati dei
lamentosi, abbiamo bisogno di
trovare, individuare, colpire un
avversario, non ci passa nemmeno per la mente che dobbiamo invece rassegnarci, migliorare ove possibile il disagio,
sopportare in vista di giorni
migliori, questi brutti giorni.
Non c’è niente da fare. Il sindaco di Roma che colpevolizza
la Protezione civile per alcuni
centimetri di neve non preventivata; la protezione civile che
si dice legata da problemi legislativi a suo tempo emanati ; i
cittadini che imprecano il sindaco per non essersi adeguatamente fornito di mezzi per prevenire il disagio.
Insomma il caos.
E’ troppo facile veder sempre e
solo un colpevole che guarda
caso è sempre un altro; di noi
stessi non abbiamo mai un metro positivo di valutazione che
probabilmente ci porterebbe al-
la sopportazione, all’analisi, al
coinvolgimento dei problemi,
che ci sono, sono pesanti, ma
che sono fuori dalla volontà
umana, almeno in buona misura. Sentivo, dai “ terrorgiornali
“ ( così io li chiamo quando c’è
il gusto insistente di esaltare
sempre il non positivo ) che si
lamentavano come il Comune
di Roma non fosse adeguatamente attrezzato con pale,
spargisale, spazzaneve, ruspe
rompighiaccio e quant’altro.
Ebbene l’ultima nevicata importante che si è abbattuta su
Roma risale all’Epifania del
1985 : Roma non è Helsinki, o
Mosca o San Pietroburgo, lì
una nevicata come quella romana dei primi di febbraio non
la commenterebbe nemmeno il
portinaio dello stabile alla sveglia mattutina.
Ebbene se il Comune di Roma
nel 1986 si fosse dotato in via
preventiva di macchinari antineve, sono sicurissimo che si
sarebbe urlato allo spreco del
denaro pubblico, anche perché
tra il 1986 ed il 2012 ci sono
ben 26 anni di differenza. I
macchinari sarebbero stati utili, ora, per la rottamazione.
Ecco perché mi preme prendere spunto dall’evento per dire
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che dopo tutto i disagi debbono
essere anche nel limite del
possibile, soprattutto se inevitabili, accettati. Arricchiremmo
la nostra autostima, ma soprattutto non faremmo brillare
quell’italico stellone che ci
sormonta come per marchiarci.
E la neve scende ! Ma non solo
la neve, anche certe affermazioni di taluni ministri, sono
scese unendosi al clima difficile di questi giorni. Mi riferisco
alle affermazioni sui giovani e
sul posto fisso che la Cancellieri, ministro dell’Interno, del
welfare Fornero e dello stesso
premier Monti, per quanto hanno affermato sul posto fisso dicendo che è monotono, che i
giovani vogliono il posto fisso
ma vogliono anche un posto
vicino a casa, vicino alla mamma ecc. ecc.
Che si studi per diventare dei
tecnici, quali lor signori sono,
è sicuro; ma è anche sicuro che
bisognerebbe studiare anche
per diventare comunicatori e
soprattutto avere quel bon ton
che non guasta mai. Dico questo perché anche a questi signori, manca quel piccolo “
grano salis” che li renderebbe
compiutamente
accettabili.
Che nell’odierna società il po-
sto fisso, contrariamente al
passato, sia diventato forse irraggiungibile è un dato di fatto, ma dire che è “monotono” e
che è “bello” cambiare spesso,
mi sembra troppo. Il prof Monti che io sappia ha sempre fatto
il professore, la Cancellieri ha
sempre lavorato al ministero
dell’Interno, la Fornero la docente universitaria, con variazioni sul loro lavoro per assunzioni di impegni di carattere
politico che se non hanno auspicato, certamente non hanno
sdegnosamente rifiutato. Mi
sembra che così si offenda tanti giovani, specie meridionali,
che per trovare lavoro, hanno
veramente abbandonato la loro
terra, la loro famiglia per il
nord o addirittura per altre nazioni. Altro che vicinanza alla
mamma !
Ovviamente questi ministri
tecnici, si sono subito vestiti da
ministri politici, dicendo che le
loro parole sono state travisate,
che intendevano dire un’altra
cosa: insomma il rito della
smentita del giorno dopo, che
noi italiani ben conosciamo.
Ma questa è un’altra storia, un
altro aspetto dell’italico stellone. Scende la neve…ma non
solo!
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6
Quelle due ore
interminabili
FEBBRAIO 2012
Due giovani medesi erano
a bordo della nave Concordia
Doveva essere la crociera per festeggiare felicememte i rispettivi
compleanni (Lucrezia Dall’Armellina il 13 gennaio, Giuseppe
Rotundo il 12 gennaio) ed invece
si è trasformata in una brutta avventura.
Il tour, partito da Savona il 7 gennaio, toccava Tolone, Palma di
Majorca, Barcellona, Cagliari,
Palermo, Civitavecchia e si sarebbe concluso a Savona il 14. Abbiamo incontrato Lucrezia e Giuseppe che gentilmente si sono resi
disponibili a rievocare quei tragici momenti.
Dove vi trovavate al monento
dell’impatto?
“Eravamo al ristorante per la cena e verso le 21.30 circa abbiamo
avvertito un forte rumore, come
una scossa di terremoto.
Siamo stati tranquillizzati imputando il fatto ad un guasto del generatore elettrico.
Nel frattempo ci sono stati due
black out elettrici e abbiamo avvertito che la nave si stava inclinando sul lato destro. Siamo rimasti un’ora e mezza nella sala
ristorante senza vedere nessun ufficiale ma assistiti solo dal personale di sala e dagli chef.
Durante quel lasso di tempo aumentavano i dubbi e iniziavano a
verificarsi scene di panico, svenimenti, gente che correva, caduta
di stoviglie. A quel punto ci siamo recati dal ponte 4 al ponte 7,
dove erano ubicate le nostre cabine per prendere i salvagente, dato
che quelli disponibili sui ponti
erano esauriti. Già in quei momenti camminare era difficoltoso
per l’inclinazione che via via andava ad assumere la nave.
Ma in quei frangenti non è suonato l’allarme?
“Nè allarme nè assistenza da
parte degli ufficiali, se non camerieri e cuochi.
Siamo ritornati al ponte 4, punto
di raccolta, dove vigeva il caos
più completo.
Sono stati venti minuti interminabili e lì abbiamo avuto veramente
paura. Solo dopo forti pressioni
al personale presente, siamo saliti
sulla scialuppa che ci ha portati
sull’isola del Giglio.
Abbiamo assistito a scene veramente tragiche: molte persone,
anche prive di salvagente, che si
gettavano in mare e tentavano di
raggiungere gli scogli più vicini.
Scialuppe che non riuscivano a
muoversi perchè incastrate sul
fianco della nave.
Per non parlare delle urla, dei
pianti dei bambini.
Mentre stavamo raggiungendo la
terra ferma abbiamo udito i sette
fischi che annunciavano l’allarme. Questo dopo circa due ore
dall’impatto.
A terra chi vi ha soccorso?
“ Gli abitanti dell’isola del Giglio
sono stati veramente eccezionali
nel portare soccorso.
Noi, unitamente ad altre persone
siamo stati ospitati presso la locale scuola materna.
Durante le fasi caotiche a bordo, avete recuperato qualcosa
del vostro bagaglio?
“No, niente, solo un telefono cellulare con il quale abbiamo avvisato i nostri familiari che stavamo
bene.. Sulla nave sono rimasti
abiti, documenti, tutto quanto
avevamo portato.
Com’era la situazione a terra?
“ C’era attività frenetica per accogliere i naufraghi che approdavano, nelle diverse modalità, sul
molo. Io stesso - ci dice Giuseppe
- una volta trovata ospitalità presso le suore dell’asilo, mi sono recato ad aiutare i soccoritori in
quanto c’erano molti feriti bisognosi di assistenza”.
Quando siete rientrati a casa?
“ Sabato 14, tramite un traghetto,
siamo stati portati a Porto Santo
Stefano, presso un centro di accoglienza della Protezione Civile.
Dopo circa un’ ora, con un pullman, abbiamo raggiunto Savona
e quindi, ritorno a casa”.
Certamente un’esperienza da dimenticare, ma, come giustamente
asserisce Roberto Dall’Armellina,
padre di Lucrezia, non sarà facile
perchè il destino ha voluto che il
tragico evento si sia verificato
proprio in concomitamza con il
compleanno dei due giovani.
Spegnendo le prossime candeline
il pensiero non potrà non andare a
quella sera del 13 gennaio 2012
sul ponte numero 4 della Concordia. Però è anche vero che il tempo è il medico migliore per mitigare i brutti ricordi.
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Poco più di in mese fa, dopo il vostro
Capodanno, un certo Roberto Calderoli,
che la mia Topina Clavis dice essere un
esponente della Lega ed un ex ministro,
non avendo altri argomenti per attaccare il premier Mario Monti, si è invece
attaccato ad un episodio che mi piace
riportare affinchè voi contemporanei
possiate giudicare.
Il Calderoli che mi dicono essere un faccione con una “vasta fronte “, all’indomani del Capodanno ha chiesto le dimissioni di Monti, il vostro nuovo premier, perché pensate un po’ ha osato, il
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Monti, festeggiare in casa con moglie,
figli e nipotini più una cognata con marito, la notte di San Silvestro. Tutto nasce perché la casa è un appartamento
all’interno di Palazzo Ghigi, sede del
governo, e da sempre a disposizione del
vari primi ministri.
La “vasta fronte “ ha detto che la famiglia Monti, ha consumato ai danni dello
Stato più luce, più riscaldamento e sicuramente più acqua perché lo sciacquone
del bagno, visto le circa dieci persone,
sarà stato sicuramente più usato. Ma
avete capito bene, cari contemporanei ?
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più acqua per lo sciacquone del bagno.
Questo è quanto ha chiesto la “ vasta
fronte “. Qui non oso nemmeno tirar
fuori dalla sotto caverna la mia clava,
sarebbe inutile, dico solo che visto l’argomento bagno, il Calderoli, cioè la “
vasta fronte “, nel chiedere le dimissioni
come suo primo atto di parlamentare del
nuovo anno, ha fatto semplicemente una
figura di cacca. No la notizia…non ci
piace; cose dell’altro mondo !
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Creatività? Meglio gli anziani
di Angelo Piemontese
Macché dinosauri: sono più creativi e innovatori gli anziani dei
giovani. La notizia, che farebbe
sobbalzare sull’agiato seggiolone
di sindaco il giovane Renzi, non
arriva da qualche politico “matusa” che proprio il primo cittadino
di Firenze vorrebbe, com’è arcinoto, rottamare per raggiunti limiti d’età. A sostenerlo è la scienza.
Secondo una seria e autorevole ricerca, pubblicata su una delle più
prestigiose riviste scientifiche
americane, le menti più creative e
prolifere di idee soggiornano prevalentemente sotto i crani attempati e canuti, piuttosto che nelle
teste di giovani rampanti. Lo studio, condotto da scienziati
dell’università dell’Ohio, in America, ha dimostrato che nel nuovo
millennio tutte le grandi e innovative scoperte scientifiche sono state realizzate solo da ultracinquantenni. Altro che rottamazione o
casa di riposo coatta. Al contrario,
nella prima metà del secolo passato, erano i trentenni a farla da padroni. I ricercatori americani hanno calcolato l’età in cui tutti i vincitori di premi Nobel in chimica,
fisica e medicina dal 1901 al 2008
hanno compiuto le ricerche e realizzato i lavori scientifici che li
hanno portati a conseguire l’ambito riconoscimento. E i risultati
parlano chiaro: se nelle prime decadi del novecento quasi il settan-
ta percento dei futuri Nobel ha
realizzato la propria opera prima
dei quarant’anni (ricordiamo, tra
gli altri, i nostri Guglielmo Marconi, Nobel nel 1909 a 35 anni ed
Enrico Fermi, premiato nel 1938 a
37) e un buon venti percento addirittura prima di averne compiuti
trenta, a partire dal 2000 manco
uno studioso ha raggiunto grandi
conquiste scientifiche prima dei
trenta. E anche per i quarantenni,
la percentuale crolla a zero se si
considerano gli ambiti di chimica
e medicina. Gli autori di scoperte
da Nobel hanno un’età media di
oltre 48 anni. Non rispecchiano
proprio l’immagine di giovane e
brillante genio alla Zuckemberg,
l’inventore di Facebook. Insomma, la tendenza in corso è chiara:
gli innovatori sono sempre più
vecchi. I ricercatori spiegano anche il perché. I picchi di creatività
dei trentenni sono avvenuti nel
1923 e nel 1934, in coincidenza
con l’avvento delle rivoluzionarie
teorie scientifiche del secolo scorso, basti pensare alla Relatività
Generale di Einstein. Secondo gli
studiosi, proprio lo sviluppo delle
nuove branche della conoscenza
avrebbe favorito i giovani scienziati, che condussero i loro studi
basandosi prevalentemente sulle
allora recenti ricerche di coetanei,
abbandonando l’ingente e obsoleta mole di conoscenza pregressa e
il vecchio modo di pensare. Sfornarono così i risultati più innovativi del secolo. Un trionfo della
creatività pura, che suona straordinariamente simile all’ormai leggendario monito “siate folli” lanciato da Steve Jobs. Certo, sono
finiti i tempi in cui bastava un garage e un vecchio Pc per escogitare idee che avrebbero rivoluzionato il mondo. Oggi, ricordano gli
esperti, bisogna invece avere alle
spalle almeno un decennio di buona formazione post universitaria
per accedere agli ultra tecnologici
e iper costosi laboratori delle multinazionali. Ecco perché i cinquantenni sarebbero avvantaggiati: semplicemente per la loro
profonda conoscenza della materia, maturata nel corso della lunga
carriera accademica. I giovani
scienziati oggi devono sottoporsi
a un lungo tirocinio per padroneggiare il sapere sempre più vasto
accumulatosi nell’ultimo mezzo
secolo e che ormai è base inevitabile per produrre un lavoro davvero innovativo. Una spiegazione
troppo ovvia per questo fenomeno? Può darsi. Certo, però, che se
cent’anni fa i frutti migliori si coglievano imperativamente nella
“primavera di bellezza”, oggi
sembrerebbe più adatto per i giovani scienziati il vecchio ma sempreverde detto: “Cresci bene e poi
ripassa”.
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dei Campanelli”, operetta di Carlo Lom-
bardo e Virgilio Ranzato presentato dalla Compagnia dʼoperette “La belle epoque”
Biglietti: interi euro 25, ridotti studenti e
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FEBBRAIO 2012
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La psicologa
Dottoressa
Monica Capisani
psicoterapeuta
-Sono molto preoccupata per mio
padre dott.ssa, io ho 53 anni e lavoro ancora, mio padre ne ha 78
ed è in pensione. Abitiamo nello
stesso cortile e ultimamente lo vedo strano. Non abbiamo mai avuto un buon rapporto, è sempre stato un uomo brusco, introverso, ha
sempre voluto comandare su di
me e su mia madre, un padre-padrone insomma; PIANTO, sa io
sono figlia unica e mia madre è
mancata da tempo. Da quando mi
sono sposata era più mio marito
che trattava con lui, tra uomini si
rispettavano ma ormai è due anni
che sono vedova e non lo controllo più. Mangia e beve quello che
vuole, ma ora è proprio strano e
mi fa paura, ha trattato male anche il muratore che è venuto a fare dei lavori, dice che sa che questo uomo è il mio amante , mi dice brutte parole e …non è che si
lavi molto ultimamente, ma non
gli puoi dire niente. Ho paura di
lui e non riesco a fargli più niente,
non riesco a fare niente neppure
in casa mia e fatico ad andare al
lavoro, sono sempre così stanca;
la mia unica figlia c’è, ma va e
viene perché lavora molto e va
spesso all’estero. PIANTO.
Dallo psicologo….stralci.
La Sig.ra parla della paura e della sua preoccupazione verso il padre che in effetti data l’età e quel
che riferisce la signora, potrebbe
manifestare aspetti legati all’invecchiamento normale ma che potrebbe essere anche patologico.
Sarebbero da effettuare indagini
mirate, magari rivolgersi al dottore di famiglia o al geriatra; ma
vorrei porre l’accento anche sulla
signora che esprime in maniera
intensa un disagio che è tutto suo.
Rimasta vedova da due anni
(LUTTO) deve trattare con un padre con cui non ha mai avuto un
buon rapporto fin da bambina e
dovrà fornirgli in futuro maggiore
aiuto. La signora probabilmente
non sente di avere le risorse necessarie, lavora ed è affaticata,
non pare ritenere d’aiuto la figlia
ed esprime un pianto rivolto alla
situazione ma che è rivolto anche
a se stessa. Sarebbe da approfondire l’indagine sulla sua situazione personale per valutare l’intensità di un’eventuale momento depressivo (pochi rapporti con la figlia, morte del marito, relazione
difficile col padre), tenendo aperta l’eventualità sia di una grande
stanchezza psico-fisica, sia di
una vera e propria depressione,
magari collegata al lutto del marito.
***
-Ho un ragazzo in prima media
che mi porta a casa tutti quattro e
non studia, noi (i genitori) lavoriamo tutto il giorno e L. rimane
da solo, ormai però è grandino e
si arrangia, quando torna da scuola pranza da solo e fa…diciamo
….faceva i compiti da solo.
E’ questa scuola media che ci da
tutte queste difficoltà, per lui è
nuova e difficile, lui alle elementari ha sempre avuto bei voti e si è
sempre trovato bene, ora ha fin
troppi amici ma di quelli che non
studiano, sa? Siamo molto preoccupati, non è più L. di prima!
I genitori riconoscono il disagio
che il ragazzo manifesta ma solo
per quanto riguarda il rendimento
scolastico, non pongono l’accento
sulla vita emotiva di L. che sta affrontando, forse in solitudine, il
cambiamento alla scuola media;
un cambiamento che avviene nel
difficile periodo dell’adolescenza.
L. sta molto da solo prima che
rientrano mamma e papà e proprio nel periodo in cui servono
regole, anche flessibili, ma rego-
le; lasciare troppa libertà a Luca
può essere per lui angosciante. Il
ragazzo può sentire un vuoto e
riempirlo con la frequentazione di
amici sempre disponibili ma non
interessati allo studio. I genitori
vanno accompagnati a tener conto degli aspetti più profondi di L.,
aspetti di difficoltà e ribellione
che vengono espressi con brutti
voti ed una condotta che non è la
sua normalità.
Potrebbero essere necessarie, per
migliorare la situazione, solo poche regole, concordate però col
ragazzo che deve essere coinvolto
nel deciderle; nel contempo L. deve sentire la presenza dei suoi genitori che lo vedono o lo vogliono
già tanto grande. Mamma e papà
anche se non possono essere lì fisicamente si devono interessare a
lui e non solo per i brutti voti. Un
interessamento dei genitori che
non diventi però, all’opposto, un
controllo ossessivo dopo tanta libertà.
***
Non riesco a buttarmi con le ragazze, tutti i miei amici sono accoppiati ed io mi trovo bene con
loro in compagnia ma con loro
non conosco nessuno. Nessuna ra-
gazza intendo. Non riesco ad avvicinarmi a nessuna ragazza nuova, le fidanzate dei miei amici mi
dicono che sono un bel tipo che
ho anche una “bella testa”, ma se
devo fare qualche battuta a ragazze e anche a ragazzi nuovi,
non mi riesce mi blocco. E’ difficile, mi viene l’ansia…..etc.
Poche parole e questo giovane
uomo esprime un empasse emotivo rispetto all’area sociale e sentimentale, egli vive intorno al solito gruppo di amici che ormai è
diventato di sole coppie, tale situazione lo limita, ma lo difende
nel contempo dal provare ad avere altre amicizie o relazioni. In
realtà lo tutela anche dalle delusioni. Quest’ansia potrebbe essere collegata ad un senso di inferiorità personale poco elaborato,
una inferiorità o nei confronti degli amici o più in generale.
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FEBBRAIO 2012
10
VIAGGIAMO INSIEME
questo mese andiamo a:
ALBISOLA
Questa volta andiamo in provincia di Savona e precisamente ad Albisola Marina,
città balneare della Riviera di
Ponente. Allʼarrivo, è dʼobbligo
la classica passeggiata sul
lungomare, caratteristica per
la sua pavimentazione in ceramica, con grandi riquadri
policromi di noti pittori e scultori moderni. Numerosi, specie lungo la via Aurelia, le botteghe ed i laboratori dellʼindustria locale di ceramica artistica, di antica data che raggiunse floridezza nel sec. XVII°.
La nostra meta è però a pochi
chilometri dal centro abitato,
precisamente allʼantico Santuario Madonna della Pace.
Le sue origini sono dovute
allʼintervento prodigioso di
Maria quale pacificatrice degli
Peppino Fizzotti
abitanti di due borghi limitrofi:
Albisola e Stella, in lotta fra loro per la proprietà di boschi e
terreni posti ai confini dei loro
centri abitati. La contesa si
protrae per anni, finchè si decide di porre fine alla discordia
con uno scontro avvenuto il
18 ottobre 1482. Scelta la località del conflitto, le due armate con alla testa i rispettivi
sindaci, danno inizio allo
scontro quando, unʼora dopo il
mezzogiorno, da oriente appare una nuvoletta bianchissima, tanto luminosa da sembrare che tutti i raggi del sole
siano raccolti in essa. Si ferma nel mezzo del conflitto e,
abbagliati dal chiarore, i combattenti sospendono la zuffa
ed odono una voce chiara,
dolcissima e celeste che ripete per ben tre volte la parola
“pace”, poi si dilegua e scompare. Tutti rimangono attoniti,
con lo sguardo rivolto al cielo!
Depongono le armi, si tendono le mani e si abbracciano. I
sindaci per primi si incontrano
e proclamano: “sia pace tra
noi”. Nello stesso luogo viene
eretta una piccola cappella
che è lʼattuale Cripta dedicata
alla Madonna della Pace e a
Mauro Depaoli
è il nuovo direttore
del settimanale
“il Punto”
VICTOR srl
S. Anna. Il soffitto è coperto da
un pregevole affresco rappresentante la Vergine Assunta in
cielo tra uno stuolo di Angeli e
nella parte superiore la SS.
Trinità. Nella nicchia cʼera una
statua in marmo dedicata alla
Madonna della Pace con in
braccio il Bambino che ora troviamo allʼinterno del Santuario.
Il messaggio, altro non è che
quello recato da Gesuʼ risorto
agli Apostoli “Pace a voi”.
Uscita degna dʼessere vissuta
per la sua semplicità ed attualità.
Il nostro collaboratore Mauro Depaoli ha assunto la direzione del settimanale “il Punto”. Certamente una grande soddisfazione che va a premiare anni di professione giornalistica.
“Per la mia promozione a direttore de Il Punto, concretizzata il 25
gennaio scorso, arriva dopo un percorso giornalistico iniziato nel
1993 con Il Giornale di Vigevano e Lomellina e dal 1994 concretizzatosi con la nascita di quello che a lungo è stato il secondo giornale
della provincia di Pavia. Certamente una grande soddisfazione, anche
perché di quel primo gruppo partito sotto la direzione di Gianluigi
Astroni e Giovanni Bertizzolo sono l'unico sopravvissuto. Ho collaborato con passione costantemente (staccando la spina temporaneamente
solo gli ultimi 4 mesi del 2011) fedele ai colori della "squadra", come
un Carabiniere lo è per la divisa, e in quasi 18 anni ci si è ritrovati ad
affrontare sia "mari tranquilli" che "oceani in tempesta".
Che aggiungere, se non citare il titolo del romanzo di Marcello D'Orta: "Io speriamo che me la cavo".
A Mauro le congratulazioni da parte di noi tutti del Tam Tam.
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I pompieri
della Lomellina
Per quale motivo anche a Mede,
come in molte altre parti d'Italia, è
nata questa nuova Associazione?
In primo luogo perchè il Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Mede, annovera tra le proprie fila
personale esclusivamente volontario. Vale a dire che, per libera
scelta, alcuni cittadini hanno deciso di dedicare il proprio tempo libero
ai bisogni della collettività. Già questo potrebbe essere
un buon motivo per tendere loro
una mano.
Va specificato poi che quello dei
nostri Vigili è un servizio particolare che si contraddistingue per due
caratteristiche tra loro congiunte:
- da un lato l'attività di soccorso
nei Comuni di Mede, Torre Beretti
e Castellaro, Frascarolo, Sartirana, Valle Lomellina, Breme, Villa
Biscossi, Lomello, Mezzana Bigli,
Pieve del Cairo, Ferrera Erbognone, Semiana, Ottobiano, Gambarana, Suardi, Galliavola, Vellezzo
Lomellina, Sannazzaro diretta a
salvaguardare beni fondamentali
quali ad esempio la pubblica incolumità e la vita stessa degli individui
- dall'altro l'esercizio efficiente di
tale attività con interventi di carattere tecnico urgente.
Tutto ciò richiede ovviamente la
disponibilità di mezzi ed attrezzature di intervento idonee che consentono di giungere sul luogo dell'intervento e di porre la situazione
in sicurezza nel modo più rapido
possibile.
Ebbene, benché ogni Distaccamento VVFF volontario venga dotato di mezzi ed attrezzature dal
Ministero degli Interni, è innegabile che le esigenze di ammodernamento spesso siano superiori alle
stesse concrete possibilità del Ministero.
Se aggiungiamo il desiderio dei
Volontari di garantire al proprio
territorio una migliore capacità di
intervento ecco che diventa indispensabile fornire al Distaccamento un supporto che si affianchi
a quello istituzionale.
“LʼAssociazione 115 Amici dei
pompieri Lomellina Sud” si propone quindi di fornire tale supporto
attraverso un'opera di sensibilizzazione verso Autorità, Enti e Cittadini al fine di ottenere risorse da
investire in mezzi ed attrezzature
per ottenere un soccorso migliore.
E' partendo da questi presupposti
che ha così preso vita il nostro
progetto che potremmo sintetizzare così: "Aiutateci ad aiutarvi".
Chi crede che la presenza di un
Distaccamento dei Vigili del Fuoco sul proprio territorio sia la migliore garanzia per la salvaguardia della comunità sicuramente ha
da oggi una buona opportunità
per condividere con noi questi valori e decidere di effettuare un gesto di solidarietà verso i Vigili del
Fuoco Volontari di Mede.
Paolo Soldati
FEBBRAIO 2012
Rimborsi elettorali
11
Matthew Drago
Basta un decreto per spazzare via
la più indecente delle leggine,
quella che spiega come «le erogazioni liberali in denaro» a organizzazioni, enti, associazioni di assistenza si possono detrarre dalle
imposte per il 19% fino a un tetto
massimo di 2.065 euro e 83 centesimi. Tetto che per i finanziamenti politici è cinquanta volte più
alto. Di qua un risparmio di 392
euro per chi regala 100.000 euro
alla ricerca sulle cardiopatie infantili, di là uno di 19.000 per chi versa la stessa somma ad Alfano o
Bersani. I risparmi non sarebbero
molti? È una questione di principio. Ineludibile.
Nellʼaprile del 1993 si era svolto
un referendum promosso dai radicali con otto quesiti, uno dei quali
proponeva lʼabrogazione del finanziamento pubblico ai partiti politici. Ad esso aveva partecipato il
77% degli aventi diritto e il 90,3%
aveva detto chiaramente di voler
abrogare il finanziamento pubblico. Ma i signori di Roma non si
erano persi dʼanimo e avevano
detto: “Non volete più darci dei
quattrini per finanziare le nostre
attività? Va bene, come volete,
però almeno continuate a rimbor-
sarci le spese che dobbiamo sostenere quando ci sono le elezioni”. E così è stata
approvata, subito dopo il referendum, una legge che concedeva ai
partiti politici un “contributo per le
spese elettorali”. Un rimborso è un
rimborso: se io viaggio per conto
di una ditta e spendo 100 il rimborso, se non ho fatto spese folli,
al massimo sarà di 100. Ma vediamo cosa è successo: elezioni del
2006.
Le spese di Rifondazione Comunista , certificate dalla Corte dei
Conti, erano state 1 milione e 636
mila euro e i voti ottenuti gli avevano dato il diritto di ricevere dalla
pubblica amministrazione un “rimborso” di 6 milioni e 987 mila euro
allʼanno per cinque anni. In totale
34 milioni 932 mila euro (fonte:
Corte dei Conti, relazione sulle
elezioni politiche del 9 e 10 aprile
2006, pagina 269) .
Dunque al partito Rifondazione
Comunista per ogni 100 Euro spesi ne sono stati “rimborsati” 2.135,
che in parte ha incassato anche
dopo le elezione del 2008, quando
non era più rappresentato in Parlamento Elezioni del 2008.
Le spese certificate dalla Corte
dei Conti della Lega Nord sono
state 2 milioni e 940 mila euro e i
voti ottenuti gli hanno dato il diritto
di ricevere dalla pubblica amministrazione un “rimborso” di 8 milioni e 277 mila euro allʼanno per cinque anni. In totale 41 milioni 385
mila euro (fonte: Corte dei Conti) .
Dunque al Carroccio per ogni 100
Euro spesi ne sono stati “rimborsati” complessivamente 1.408.
Questo per le elezioni del 2008,
che si sommano ai “rimborsi” relativi alle elezioni del 2006. Per
quanto riguarda PDL e PD, la
Corte dei Conti ha certificato che
per le elezioni del 2008 il primo ha
speso 54 milioni e ne incasserà
206 (il “rimborso” è stato uguale al
381% della spesa) mentre il secondo, dopo averne speso 18, ne
incasserà 180 (il “rimborso” rappresenta il 1.000% della spesa).
La Corte dei Conti ha scritto che “
quello che viene normativamente
definito contributo per il rimborso
delle spese elettorali è, in realtà,
un vero e proprio finanziamento”.
Con buona pace dei 31,2 milioni
di italiani che col referendum del
1993 avevano dichiarato di volere
lʼabolizione del finanziamento
pubblico ai partiti.
Dal 1955 serietà, discrezione e professionalità
CENTRO ONORANZE FUNEBRI
GUALA
s.n.c.
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Il momento luttuoso giunge improvviso ed inflessibile ed il nostro compito è sempre stato
è e sarà quello di aiutare, consigliare e seguire
chi ne è colpito.
Da decenni cerchiamo con le famiglie le soluzioni più adatte alle esigenze e possibilità individuali, aiutiamo i meno abbienti e garantiamo a tutti un alto standard qualitativo nei servizi.
Gli ultimi scandali nel settore delle Onoranze
Funebri (non ultimo a Milano) ci portano ad
informare che le persone estranee o improvvisate che “consigliano” l’impresa amica, non
MEDE - Viale Martiri della Libertà 55
lo farebbero solo per la bonarietà, ma per loro
esclusivi interessi economici (percepiscono
compensi per ogni funerale). E’ giusto sapere
che tali soldi, se regolarmente percepiti da
questi individui, non li paga l’impresa di pompe funebri, ma vengono da questa addebitati
sul costo del funerale (quindi a carico della famiglia).
Diffidate quindi da chi Vi consiglia l’impresa amica di pompe funebri.
Una scelta affrettata o pilotata potrebbe
danneggiarvi.
Fatevi fare i preventivi.
Credere alle false chiacchiere e maldicenze
potrebbe costarVi caro
Vi invitiamo quindi a recarVi presso i nostri
uffici per preventivi gratuiti e senza impegno,
per ogni tipo di informazione sui reali costi di
un funerale e sui pagamenti rateali personalizzati che concediamo.
Ricordiamo infine che dal lontano 1955, per
due generazioni, con onestà, esperienza, professionalità e qualità, ci siamo sempre contraddistinti in ogni servizio funebre e la soddisfazione dei nostri clienti ce lo ha sempre
confermato.
Le parole svaniscono, ma i fatti restano indelebili nel tempo.
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FEBBRAIO 2012
12
I forconi
Giuliano Bertaia
Il cosidetto Movimento
dei forconi sta infiammando il mondo del dissenso e della protesta ed
è ,nei suoi simboli, un richiamo allʼantica forma
delle rivolte popolari di
qualche secolo fa. Il popolo contadino, povero e
senza mezzi, reagiva a
vessazioni e sfruttamento
con gli attrezzi usati per il
proprio lavoro contro fucili e baionette.
Era ed è tuttora una protesta di massa spontanea
se pur con qualche lecito
dubbio. Ciò che è veramente nuovo è il luogo di
“nascita” di questo movimento ovvero la Sicilia,
una delle regioni Italiane
a più alto tasso di criminalità organizzata dove è
arduo affermare che tutto
sia sotto il controllo dello
Stato Italiano .
Lasciando ad altri le valutazioni delle motivazioni
della protesta un movimento popolare che si
sviluppa dove niente si
muove liberamente senza pagare pegno alla criminalità è un segno di
speranza per tutta lʼItalia
che vede il Sud perennemente nel guado tra lo
Stato e lʼantistato. Una
speranza che diventerà
certezza nel momento
stesso in cui il movimento
sarà così coerente nel rimanere integro da infiltrazioni criminali. Per realizzare ciò è indispensabile
confrontarsi consapevolmente con la realtà in cui
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dal 1964 esperienza, qualità e cortesia
sempre al Vostro servizio
i criminali faranno di tutto
per infiltrarsi ed asservire
il movimento ai loro subdoli scopi. Il giudizio
preoccupato di Confindustria Sicilia che teme ciò,
non va sottovalutato, anzi
va preso come stimolo
per continuare sulla strada della libertà senza
paura che viene dalla
unità di intenti tra le varie
realtà sociali. Se il movimento dei forconi si mantiene pulito allora si che
si può oggettivamente
sperare che troppe disparità vengano smussate
proponendo e tutti gli italiani un Meridione diverso
in modo da andare verso
una effettiva unità dʼItalia.
Vediamo in questi giorni
dove si tratta in modo
esagerato lʼaffondamento
della nave Concordia come è giudicato il popolo
italiano senza tener conto
che gli sbagli gravi e dannosi compiuti sono a livello personale e non di
tutta una nazione: alcuni
stati europei non perdono
occasione di criticarci,
come se loro fossero
maestri di civiltà e gli italiani una mandria di beceri individui.
La legge dirà che e come
ha sbagliato ma sentir
parlare di codardia riferito
allʼItalia a me personalmente ripugna e perciò
spero che il movimento
nato in Sicilia contribuisca a smentire il giudizio
di “spaghetti, mandolino
e pistola”troppo spesso
richiamato nelle cronache
estere.
Naturalmente tutto deve
rimanere nellʼalveo del
pacifico confronto e della
proposta civile e migliorativa anche se purtroppo
episodi di violenza sono
successi rischiando di
screditare anche i buoni
propositi. Il popolo ha un
grande potere nelle “rivoluzioni” e speriamo che
ciò che è nato sia base
per una vera rivolta contro lo strapotere corrotto
e vergognoso della delinquenza organizzata: come si suol dire : lʼunione
fa la forza.
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FEBBRAIO 2012
Aumentare l’efficienza degli alberghi
13
Ultransismo
L’Assessore Marchiafava :
“Avremo finalmente un aggiornamento continuo
e in tempo reale delle presenze turistiche sul territorio provinciale”
Emanuela Marchiafava
Oggi solo il 60% delle strutture
ricettive della Provincia di Pavia comunica i dati sul movimento turistico a Regione
Lombardia; la restante percentuale sceglie di ottemperare
unicamente allʼobbligo di segnalare gli arrivi alla Questura.
Non sono dunque mai del tutto
reali le informazioni sui flussi
turistici che permetterebbero
alla Provincia di progettare
nuove politiche di promozione
turistica. Informazioni preziose
tra lʼaltro, relative, ad esempio,
ai target (famiglie, gruppi, anziani, giovani), allʼandamento
della domanda nei diversi giorni dellʼanno, alle caratteristiche
dei flussi organizzati.
Nasce da queste considerazioni la volontà dellʼAssessore al
Turismo della Provincia di Pavia, Emanuela Marchiafava, di
far proprio il progetto della Provincia di Cremona che semplifica lʼattuale sistema di rilevazione dei turisti e rende possibile lʼassolvimento degli obblighi di legge con una unica
azione. Il tutto avverrà attraverso un nuovo sistema informatico oggi utilizzato in via
sperimentale da Cremona.Tra
venti settimane, a conclusione
della sperimentazione anche la
Provincia di Pavia se ne doterà. “Attualmente il flusso dati
avviene in modo disgiunto verso la Questura e verso la Regione Lombardia – spiega lʼAssessore Emanuela Marchiafava - . Con questo nuovo sistema di rilevazione una sola
azione permetterà agli albergatori di mandare le informazioni sia alla Regione che alla
Questura permettendo a noi di
avere un aggiornamento continuo e in tempo reale delle presenze turistiche e agli operatori di risparmiare tempo. Gli
stessi albergatori, sempre a
costo zero per loro, avranno
anche la possibilità di interrogare il sistema ed estrarre le
proprie statistiche. Credo che
lʼintroduzione di un modello
standard per la gestione di
queste informazioni sarà di
aiuto a tutti migliorando decisamente il livello qualitativo e
quantitativo dei dati”. Lʼinnovazione sarà attuata a costo zero
perché il software è in open
source e verrà quindi messo a
disposizione gratuitamente per
tutte le strutture ricettive: un
bellʼesempio di semplificazione
amministrazione (che infatti è
stata finanziata da Regione
Lombardia).
Sul territorio della Provincia
sono presenti: 124 alberghi
(17 quattro stelle; 50 tre stelle,
22 due stelle, 32 1 stella e 3
residenze turistico alberghiere); 50 Bed & Breakfast e 140
complementari (29 alloggi in
affitto gestiti in forma imprenditoriale, 101 alloggi agrituristici
e country house, 4 ostelli della
gioventù, 3 case per ferie, 1 rifugio alpino e 2 campeggi).
Giancarlo Rossi, scultore e pittore di Suardi, fondatore dello stile
“Ultransismo” ne ha festeggiato i cinquanta anni della fondazione. Alla cerimonia erano presenti pittori, scultori, critici dʼarte e
amici.
Le elargizioni
del
“Club Giancarlo e Pierlugi Civardi”
Come sempre il “Club Giancarlo e Pierluigi Civardi di Mede”, a conclusione dell’attività 2011, ha elargito offerte ad
alcune associazioni medesi e precisamente:
C.R.I. - Mede € 1.000,00
“La Cuccia” € 250,00
AVIS € 1.000,00
Vigili del Fuoco di Mede € 500,00
Don Mauro Bertoglio per l’Oratorio € 250,00.
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FEBBRAIO 2012
14
C’era una volta il festival della canzone italiana
Dal 14 al 18 febbraio si svolgerà la
62° edizione del Festival della canzone italiana. La rassegna sarà condotta, come per la scorsa edizione,
da Gianni Morandi e si svolgerà in
cinque serate al Teatro Ariston di
Sanremo.
Perché, allora, intitolare questo pezzo “C’era una volta….”? Ma perché,
per me, questa rassegna iniziata nel
lontano 1951 ha perso nel corso degli anni la sua funzione di privilegiare le canzoni agli interpreti e ai conduttori. Un autorevole giornalista
sportivo della Gazzetta dello Sport,
più volte nella nostra città in occasione di eventi organizzati dal locale
Gruppo Alpini, parlando di ciclismo
ebbe ad affermare, provocatoriamente, che per lui il vero ciclismo è finito con Fausto Coppi.
Parlando dell’imminente manifestazione canora, mi sento di affermare,
altrettanto provocatoriamente, che il
vero festival è finito con Domenico
Modugno.
Questa rassegna è diventata sempre
più un variegato e costosissimo contenitore utile solo ai troppo lautamente pagati (con i nostri soldi!)
presentatori, vallette bellocce e
svampite e ospiti più o meno famosi.
Le canzoni, che dovrebbero essere le
uniche vere protagoniste, passano in
secondo piano al punto che contrariamente al passato, ben pochi si ricordano i motivi proposti.
Ben altra cosa era il festival dei tempi andati quando le serate del festival erano veramente dedicate alle
canzoni molte delle quali sono anco-
ra oggi cantate in Italia e nel mondo.
Una su tutte: Nel Blu dipinto di blu
altrimenti conosciuta come Volare,
proprio scritta e interpretata dal
grande e indimenticato Domenico
Modugno nell’edizione 1958.
Non voglio però limitarmi a queste
considerazioni polemiche. E mia intenzione proporre ai lettori del nostro giornale una breve storia del Festival, partendo dalle origini fino ad
arrivare ai giorni nostri.
Era il 1951 e l’Italia si stava ancora
leccando le ferite provocate dalla seconda guerra mondiale. La città di
Sanremo non faceva eccezione
avendo anche il Teatro comunale distrutto dai bombardamenti. Funzionava a
fatica solo il Casinò. Ma
c’era anche tanta voglia di
riscatto e di ricostruire la
fama del più importante
centro turistico e floricolo
della riviera. E proprio dal
direttore delle manifestazioni del Casinò, Angelo
Nicola Amato venne l’idea
di proporre una rassegna
della canzone italiana, allora un po’ snobbata a favore
di ritmi portati in Italia dalle
truppe americane. L’idea fu sottoposta all’EIAR (così si chiamava allora
la RAI) e venne accettata. E così, il
29 gennaio 1951 ebbe inizio la prima edizione del Festival della Canzone Italiana. L’evento fu trasmesso
dalla radio e presentato da Nunzio
Filogamo che esordì salutando il
pubblico con un annuncio che di-
Giampiero Ceriana
ventò proverbiale. “miei cari amici
vicini e lontani, buonasera”. Erano
in gara venti canzoni cantate da soli
tre interpreti (Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano). Al termine
delle tre serate seguite da circa 25
milioni di ascoltatori vinse “Grazie
dei fior” cantata da Nilla Pizzi che
nell’edizione del 1952 porterà al
successo addirittura tre canzoni:
“Vola colomba”, al primo posto,
“Papaveri e papere”, al secondo e
“Una donna prega”, al terzo.
La rassegna si tenne al Casinò fino
al 1976. Dal 1977 a oggi si tiene al
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Teatro Ariston tranne la quarantesima edizione (1990) che si svolse al
Palafiori di Arma di Taggia.
Nel 1955 il Festival approda in televisione. La vittoria quell’anno se
l’aggiudicano Claudio Villa e Tullio
Pane con “Buongiorno tristezza”, e i
brani in gara sono eseguiti con una
doppia interpretazione e direzione
orchestrale. La fine degli anni ’50
vede l’esplosione del fenomeno Modugno che nel 1958 porta al successo “Nel Blu dipinto di blu” (volare)
e l’anno successivo “Piove”
(ciao,ciao bambina).
Gli anni sessanta sono ricordati
per l’esibizione della prima
cantante minorenne, Gigliola Cinquetti, che nel 1964
trionfa con la canzone “Non
ho l’età”.
Nella stessa edizione fa la
comparsa per la prima volta
il play back utilizzato nella
serata finale da un Bobby
Solo senza voce. Consapevole di essere squalificato
presenta “Una lacrima sul
viso” che diventa un brano
record con oltre un milione e
ottocentomila dischi venduti.
L’edizione 1967 è ricordata
per la tragedia di Luigi Tenco: il
giovane cantautore ligure viene trovato morto la mattina del 2 gennaio
dalla compagna e collega Dalida. Insieme avevano presentato il brano
“Ciao amore ciao”, eliminata al primo turno.
Fanno la loro comparsa i così detti
“urlatori”: Mina, Caterina Caselli,
Adriano Celentano, Tony Dallara, e i
primi cantautori. Viene dato spazio
ai ai primi complessi musicali, antenati dei gruppi Rock formatesi sulla
scia dei Beatles.
Gli anni ’70 sono un po’ sottotono e
vengono ricordati soprattutto per la
vittoria di Adriano Celentano con il
brano “Chi non lavora non fa l’amore”, eseguito in coppia con la moglie
Claudia Mori.
Gli anni ’80 iniziano con un’edizione condotta da Roberto Benigni, con
Olimpia Carlisi e Claudio Cecchetto.
Vince la canzone “Solo noi” cantata
da Toto Cutugno.
Nel 1982 viene istituito il premio
della critica appositamente per “E
non finisce mica il cielo” di Mia
Martini, vinto dall’artista altre due
volte e intitolato a suo nome dal
1996, dopo la sua scomparsa avvenuta il 12 maggio 1995..
Negli anni ‘90 fanno il loro debutto
le star della musica leggera di oggi:
Enrico Ruggeri, Laura Pausini, Renato Zero, Giorgia, Irene Grandi,
Anna Oxa con canzoni come “Mistero”, “La solitudine”, “Ave Maria”.
Le edizioni del Festival degli anni
2000 subiscono l’influenza del potere televisivo che porta sul palcoscenico dell’Ariston lo stile dei talk
show e sono ricordati più per i conduttori e gli ospiti che per le canzoni
e i cantanti. La rassegna dura cinque
serate che finiscono noiosamente a
tarda ora e ben pochi ricorderanno le
canzoni proposte. Era decisamente
meglio il festival di una volta, almeno per me!
FEBBRAIO 2012
L’annuale festa dei giornalisti a Vigevano
Puntuale, come ogni anno, in concomitanza con la ricorrenza di
San Francesco di Sales, si è svolta
a Vigevano, il 29 gennaio scorso,
la festa dei giornalisti, organizzata
dal settimanale “L’Araldo”.
E’ stato altresì il primo incontro
con la stampa locale del vescovo
Vincenzo Di Mauro il quale ha di-
mostrato particolare attenzione al
mondo dell’informazione, essendo egli stesso giornalista.
Rispondendo alle domande dei
rappresentanti le varie testate, il
suo intervento si è focalizzato
specialmente sulla situazione socio-economica della Lomellina
definendola” una Ferrari che viag-
Pieve del Cairo
Torna
la Sezione
Primavera
gia come una 500” nonostante le
potenzialità presenti sul territorio.
Una nota anche per la città di Vigevano “..il nulla oltre la piazza”.
Hanno fatto gli onori di casa il
presidente dell’associazione dei
giornalisti lomellini “Giancarlo
Rolandi”, Massimo Sala e il direttore dell’Araldo, Monsignor Emi-
lio Pastormerlo.
Sono stati altresì consegnati premi
alla giornalista Laura Piva, all’associazione Polisportiva Gambolese e al nostro giornale per i 25 anni di presenza sul territorio.
A conclusione della giornata, dedicata ai giornalisti lomellini, un
lieto convivio proposto dall’asso-
Visto il successo di adesione degli scorsi anni,
molti genitori interessati si aspettano una conferma e uno sviluppo dellʼesperienza. La Direzione Didattica del Circolo di Mede, per venire
incontro a tali esigenze emerse dal contesto familiare e sociale del territorio, ha istituito anche
per lʼanno scolastico 2011/12 presso la Scuola
Materna Statale di Pieve del Cairo, una SEZIONE PRIMAVERA per accogliere i bambini di due
anni, nati nel periodo dal 1° febbraio 2009 al 31
gennaio 2010
15
ciazione cuochi pavesi e dai giovani dell’istituto professionale
“Pollini” di Mortara.
Le foto di Massimo Girini: il
gruppo dei partecipanti al convegno e il vescovo Vincenzo Di
Mauro premia il nostro direttore.
Possono essere accolti bambini residenti anche in altri Comuni.
La retta è di euro 110 mensili e andrà versata a
prescindere dai giorni di frequenza.
Lʼorario di funzionamento è dalle ore 8,30 alle
ore 16,30, ma flessibile, è possibile frequentare
anche per minor numero di ore.
Per le iscrizioni si possono richiedere appositi
moduli presso la Segreteria della Direzione Didattica (tel. 0384820010) dalle ore 8,30 alle ore
16,30 dal lunedì al venerdì.
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18
Gestione rifiuti
La Regione Lombardia, nel prepararsi ad aggiornare il vecchio PRGR (
Piano Regionale Gestione Rifiuti) del
2005 ha emanato un Atto di indirizzi
in materia di Programmazione della
gestione rifiuti.
Vengono prese in considerazione tutte
le tipologie di rifiuti: dagli urbani agli
speciali, dagli inerti ai fanghi, alle ceneri, per poi soffermarsi sul difficile
settore delle bonifiche. Tutti gli operatori pubblici e privati presenti nel
contesto provinciale dovranno prossimamente allinearsi con le previsioni e
le indicazioni del nuovo Piano, in
particolare la Provincia dovrà aggiornare il proprio PPGR. Assessorato
Ambiente e Commissione consiliare
hanno già avviato tavoli di lavoro con
le società territoriali coinvolte.
Sulla gestione dei rifiuti siamo sicuramente ad una svolta, infatti le priorità vanno verso una riduzione della
produzione totale dei rifiuti, prima
ancora della differenziata occorrerà
evitare di produrre rifiuti con azioni
semplici ed incisive sia sul comportamento dei cittadini che in specifico
Judo
campionato
italiano
cadetti
sul ciclo di vita dei materiali e quindi
sulla filiera prodotto-rifiuto-riciclosmaltimento.
Se è vero che si andrà in questa direzione è altrettanto vero che non poche
difficoltà si sovrapporranno rispetto
allo stato delle cose in Provincia di
Pavia, che vede sul territorio la presenza di importanti centri di termovalorizzazione.
Il rifiuto da vedersi dunque sempre
più come risorsa e quindi con minori
oneri per i cittadini che alla fine pagano il costo di queste gestioni. Tutto
ciò vale soprattutto per la nostra provincia, buona ultima tra le provincie
lombarde nella raccolta differenziata.
Sulla situazione incombono sicuramente scelte e strategie ormai passate, che in qualche modo bloccano uno
sviluppo ormai non più rinviabile e
che va ricercato con il raggiungimento di nuovi assetti sia tecnici che economici.
Due esempi su tutti: il primo riguarda
l’urgente necessità di poter disporre
di nuovi impianti per il trattamento
delle frazioni organiche in arrivo dal-
la differenziata ed a seguire l’opportunità, se non l’esigenza, come si sta
facendo per l’acqua, di ragionare a livello omogeneo provinciale sull’intero comparto rifiuti, unendo gli sforzi
e gli obiettivi delle società territoriali
( ASM ed altri)
La Commissione Ambiente sta seguendo da vicino questi sviluppi e sta
sollecitando la Giunta provinciale a
farsi parte attiva per favorire, in stretta sintonia con la Regione Lombardia,
l’avvio delle azioni che il nuovo PRGR imporrà.
Pierangelo Fazzini
Presidente Commissione
Ambiente della Provincia
di Pavia
La rivincita
Burro, cipolla, Carnaroli, una spruzzata di vino......pare di sentire l’aroma
degli ingredienti che sfrigolano in
pentola.
Qualche mestolo di brodo e tutto sarà
pronto per dare il via ad un ottimo risotto secondo l’antica ricetta dell’Artusi, forse il primo appassionato di
cucina che trasferisce sulla carta tutta
la specialità e la bontà della nostra
tradizione culinaria alla fine del 1800
e crea un’opera imperdibile per chi
della cucina ha fatto un lavoro, una
grande passione, o, semplicemente,
un hobby rilassante e piacevole. Dopo
anni di fast food, di pranzi veloci fatti
di panini pallidi ed insignificanti insalatone stiamo riscoprendo uno dei tesori nascosti della tradizione e del genio italiano: la cucina.
Spuntano come funghi riviste di ogni
genere e i piu’ grandi cuochi del momento sono le star delle trasmissioni
televisive piu’ seguite. Allora viene
alla luce quello che è un popolo di
piccoli chef e appassionati del genere,
uomini e donne che non vedono l’ora
di cimentarsi nelle loro opere frutto
del genio e della creatività di ognuno.
E’ la riconquista di un patrimonio che
sembrava destinato a scomparire.
Ogni borgo, ogni paese, ogni provincia e regione è depositario di tante e
tali variazioni culinarie da fare invidia
ai colori della più bella tavolozza di
un pittore.
E finalmente i nostalgici dello slow
food o, per dirla alla lomellina, delle
“ gambe sotto il tavolo” hanno la loro
rivincita.
Per molto tempo si sono sentiti inadeguati, un po’ carbonari di una passione proibita, isolati dal mondo iperattivo del pranzo veloce e della cena etnica a tutti i costi.
Quei pochi chiletti di troppo di fronte
ai sorrisi smaglianti di veline, bellocci
tutto fitness e ragazzette insalata e
verdurine scondite stanno per avere il
sopravvento e gli inappetenti per scelta hanno le ore contate. In medio stat
virtus dicevano i latini, la virtù sta nel
mezzo, e se abbiamo voglia di una
bella cena a base di di salumi nostrani, di un buon risotto, di secondi e
dolci a volontà non dovremo che accomodasrci accanto ad un buon amico
a cui avremo tante cose da raccontare.
Gara veramente difficile al Palasport di Ciserano per la qualificazione del Campionato Italiano cadetti, e il Gran Prix Under 23,.
Accedono alla finale di Ostia
(RM) delʼ 11 e 12 febbraio
Alessandro Romagnoli con
uno splendido Oro e Arianna
Recagli in Bronzo.
Ancora in ritardo nella preparazione ma in netto recupero
Greta Barisio, primo anno nella difficilissima classe Junior,
non va oltre lʼargento in finale
con la Campionessa Italiana
delle Fiamme Oro Federica
Tau.
Il 28 e 29 gennaio i Campioni
Medesi del Judo Amisaniano
sranno in pedana a Lignano
Sabbbiadoro per il Torneo Internazionale “ Alpe di Adria”,
Trofeo Italia.
Roberta Gemelli
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FEBBRAIO 2012
19
FEBBRAIO 2012
20
Pagina a cura di Cesare Panza
Mede: flop della popolazione
Cala, sensibilmente, la popolazione
di Mede. Ma il flop, al momento,
non intacca la fatidica quota 7.000
residenti, persa nel 2006 e riacquistata nel 2007. E’ quanto emerge dal
bilancio demografico dell’anno da
poco archiviato elaborato dalle operatrici Maria Luisa Chiesa, Rosa
Nebbia e Carla Zanetti degli uffici
di stato civile del comune. Al 1°
gennaio 2011 la popolazione era di
7.085 abitanti, con 3.419 maschi e
3.666 femmine. Al 31 dicembre la
cifra è scesa a 7.033, con 3.408 uomini e 3.625 donne. Una perdota
secca di 52 unità.
Stazionario il numero degli stranieri.
Mede si conferma un centro multietnico con la presenza di ben 34 nazionalità (una in più rispetto al
2010) oltre a quella italiana. Con
new entry da Israele e San Salvator
e la cancellazione del Venezuela.
Degli oltre 7.000 abitanti, 835 sono
stranieri (444 maschi, 391 femmine)
3 in più rispetto al 2010.
Una percentuale del 12% dell’intera
popolazione. Da sottolineare poi che
nel corso del 2011, 7 stranieri (3 maschi, 4 femmine) hanno ottenuto la
cittadinanza italiana (19 nel 2008,
15 nel 2009, 42 nel 2010). La comunità straniera più numerosa si conferma quella albanese. Sono 311 gli
albanesi (143 femmine, 168 maschi), un’ unità in meno rispetto
all’anno precedente.
Seguono i bulgari: sono 180 (101
maschi, 79 femmine), 4 in più rispetto al 2010. In terza posizione i
marocchini: 176 (69 femmine, 107
maschi), tre di meno del 2010. Alle
loro spalle i rumeni. I cittadini provenienti dalla Romania sono 64, con
34 donne e 30 uomini. Un incremen-
to di sei unità rispetto al 2010. A
Mede risiedono anche 15 tunisini (9
uomini, 6 donne), altrettanti cinesi (
7 donne, 8 uonini), 13 ucraine, otto
polacchi (5 femmine, 3 maschi).
E ancora: cinque cittadini della Moldavia (4 femmine, un maschio), e
dell’India (1 donna, 4 uomini), quattro della Russia (due uomini, due
donne) e del Brasile (tre donne, un
uomo), tre colombiane e altrettante
spagnole.
Stessa quota con due femmine e un
maschio per Israele, Santo Domingo
e Thailandia. A quota due : Ecuador
(due donne), Perù ( due donne),
Svizzera (un uomo e una donna).
Rappresentati infine, con un componente per nazione: Argentina (F),
Egitto (M), Germania (F), Guinea
(F), Honduras (F), Libia (M), Paraguay (M), Portogallo (M), Regno
Unito (F), Repubblica Ceca (F), San
Salvador (M), Slovacchia (F), Turchia (M), Ungheria (F).
Bene le nascite. Nel 2011 ci sono
state 57 nascite, 13 in più rispetto al
2010.
Si tratta di 35 bambini e 22 bambine, con 13 fiocchi (6 azzurri, 7 rosa)
appesi nelle comunità straniere. Nel
2010 sono decedute 84 persone (50
donne, 34 uomini), 8 in meno in relazione all’anno precedente.
Da segnalare che gli uffici comunali
hanno registrato 303 decessi: si tratta, oltre ai residenti, di persone di altri comuni decedute, per lo più,
presso l’ospedale San Martino.
L’anno 2011 presenta poi una sgradevole novità per quanto riguarda il
movimento migratorio che in controtendenza rispetto agli ultimi anni
chiude in passivo. Hanno lasciato
Mede 186 cittadini (92 maschi, 94
femmine).
Nel 2010 erano migrate 188 persone, immigrate 230.
In diminuzione anche le nozze: registrati 22 matrimoni, 7 in meno del
2010.
Di questi 8 quelli celebrati in città: 5
civili, 3 concordatari.
Fuorti Mede, 14 : 10 religiosi, 4 civili.
Infine i nuclei familiari. Sono 3.042,
5 in meno del 2010. Di questi 278 (
7 in più) hanno come intestatario
uno straniero.
STRANIERI RESIDENTI A MEDE
AL 31 DICEMBRE 2011
nazionalità
femmine maschi
ISRAELE
ALBANIA
ARGENTINA
BRASILE
BULGARIA
CINA
COLOMBIA
ECUADOR
EGITTO
GERMANIA
GUINEA
HONDURAS
INDIA
LIBIA
MAROCCO
MOLDAVIA
PARAGUAY
PERU'
POLONIA
PORTOGALLO
REGNO UNITO
REPUBBLICA CECA
ROMANIA
RUSSIA
SAN SALVADOR
SANTO DOMINGO
SLOVACCHIA
SPAGNA
SVIZZERA
THAILANDIA
TUNISIA
TURCHIA
UCRANIA
UNGHERIA
2
143
1
3
79
7
3
2
TOTALI
391
AVVISO AI LETTORI
totale
1
168
1
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8
1
1
1
1
1
69
4
2
5
1
1
34
2
2
1
3
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2
6
4
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3
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30
2
1
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1
9
1
13
1
Molti lettori, dei paesi limitrofi a Mede, desiderosi di sostenere il nostro
giornale, ci chiedono come debbono comportarsi in merito. L e modalità sono diverse:
1) con bonifico bancario intestato a Edilom - Tam Tam utilizzando le seguenti
coordinate bancarie: I T 75 W 0200856010 0000412593422) con vaglia postale sempre intestato a Edilom - Tam Tam- Via Arrigo 25 - Mede
3) recandosi presso la Tabaccheria Comelli in P.zza della Repubblica - Mede
dove verrà rilasciata regolare ricevuta di versamento.
444
3
311
1
4
180
15
3
2
1
1
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1
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3
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1
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835
MOVIMENTO POPOLAZIONE STRANIERI
maschi femmine totale
residenti al 01.01.2011
441
391
832
residenti al 31.12.2011
444
391
835
nascite
6
7
13
minorenni
99
86
185
immigrati da altri comuni
11
18
29
immigrati dall'estero
14
14
28
emigrati in altri comuni
24
32
56
emigrati all'estero
2
0
2
irreperibili
4
3
7
65
53
118
stranieri nati in italia
famiglie con uno straniero
336
famiglie con intestatario straniero
278
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FEBBRAIO 2012
22
Cibo & Salute
L’importanza di dedicarsi con
regolarità alla pratica dell’attività fisica, in ogni sua forma di
espressione (gioco, lavoro, danza, esercizi ginnici, sport, etc.)
era conosciuta ben prima dei
Romani, ma furono i Greci che
più di ogni altro popolo e di
ogni altra cultura ne compresero pienamente il valore morale,
tanto da considerare la ginnastica e lo sport elementi fondamentali del processo educativo.
La parola dieta, oggi comunemente intesa come “regime alimentare rivolto a determinati
scopi terapeutici” deriva, infatti, dalla parola greca “diaita” il
cui significato è in realtà molto
più ricco e ampio indicando
uno stile di vita in cui una corretta alimentazione ed una corretta ed adeguata quantità di attività fisica insieme creano a
mantenere e sviluppare benessere psichico e salute.
Già Ippocrate affermava “La
salute positiva presuppone la
conoscenza della costituzione
primaria dell’uomo e dell’adozione dei vari alimenti, sia
quelli naturali sia quelli che sono frutto dell’abilità umana. Ma
l’alimentazione da sola non è
sufficiente per la salute. Ci deve essere anche l’esercizio fisico, gli effetti del quale devono
anch’essi essere noti. L’unione
di questi due aspetti costituisce
il regime che deve tener conto
anche della stagione dell’anno,
dei cambiamenti del vento,
dell’età dell’individuo e della
sua situazione famigliare. Se
l’alimentazione e l’esercizio fisico sono carenti, il corpo si
ammalerà (da Declaaration of
Olympia on Nutrition and Fitness-Ancient Olympia, Greece,
May 28-29, 1996).
Linee di indirizzo elaborate dal
modulo formativo “Alimenta-
Dott.ssa Maria Chiara Villa
Biologa Nutrizionista
Specialista in Scienza
dell'Alimentazione
e-mail: [email protected]
ALIMENTAZIONE
E
SPORT
zione e attività motoria” in occasione del XIII Corso Nazionale ADI (Roma, 21-24 ottobre
2009), che sintetizzano lo stretto legame tra attività fisica, dieta mediterranea e prevenzione:
1.
L’attività fisica deve
essere praticata con regolarità e
gradualità, come strumento di
prevenzione e/o terapia, dal
soggetto sano o affetto da patologia. Si consiglia di praticarla
almeno 30 minuti al giorno, anche suddivisa in 2-3 sessioni,
ad intensità media-moderata,
quanti più giorni alla settimana,
con un intervallo massimo di 2
giorni.
2.
L’alimentazione adeguata, equilibrata e variata soddisfa tutti i fabbisogni nutrizionali anche dei soggetti che praticano attività fisica e non richiede l’uso di integratori.
3.
Chi pratica attività fisica deve assumere abbondanti
quantità di acqua, in particolare
prima, durante e dopo l’attività
fisica. Si consiglia di introdurre
liquidi in quantità pari a una
volta e mezzo la perdita di peso
causata dalla sudorazione.
4.
Il fabbisogno giornaliero di macronutrienti deve essere espresso in termini di
grammi/kg di peso corporeo desiderabile.
5.
La pratica dell’attività
fisica è sconsigliata dopo un digiuno superiore alle 4 ore.
Quando viene svolta al mattino
presto, dopo il riposo notturno,
si consiglia di assumere piccole
porzioni di alimenti ricchi di
carboidrati. La prima colazione
sarà consumata dopo l’esercizio
fisico.
6.
La razione alimentare
giornaliera deve essere distribuita in almeno 5 pasti, tenendo
conto degli impegni scolastici,
lavorativi e sportivi.
7.
Prima e dopo l’attività
fisica è opportuno consumare
alimenti con prevalenza di carboidrati e un’adeguata quantità
di proteine.
8.
Le diete vegetariane
possono essere adottate dagli
sportivi. Si consiglia anche un
maggior ricorso a cereali minori e “pseudo-cereali” (quinoa,
amaranto, etc.), legumi meno
conosciuti (lupini, soia, etc.),
frutta secca e semi.
9.
Un incremento del
consumo di frutta, ortaggi e
verdura di stagione e di legumi
va promosso in chi pratica attività fisica.
10.
Latte e yogurt contenenti fermenti lattici vivi in
quantità adeguate possono completare la razione alimentare
contribuendo a migliorare la
funzionalità intestinale e le difese immunitarie.
11.
L’olio
extravergine
d’oliva, in quantità adeguate,
rappresenta il grasso di condimento da preferire.
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La scomparsa
di Marino Denari
SARTIRANA – All’età di 90 anni, si è spento Marino Denari. Lascia la
moglie Emilia, figli, nipoti e pronipoti, ma con lui, possiamo dire, se ne va
un pezzo di storia locale. Le vicende della seconda guerra mondiale lo hanno infatti visto in prima fila, prima come membro diciannovenne del genio
ferrovieri di stanza in Yugoslavia dove trascorre anni pesantissimi poi, rimpatriato a seguito dell’armistizio firmato l’8 settembre 1943, come capo di
un gruppo di resistenza partigiana formato da giovani combattenti di Sartirana, Mede e Breme. Anche se non amava descrivere nel dettaglio le vicende di quel convulso periodo, quando lottava contro “gente che non
scherzava per niente”; quando si era presentato da solo davanti al plotone
di esecuzione per salvare un compagno; quando, con la brigata Fachiro,
aveva attaccato la sede del partito fascista a Mortara, dai suoi racconti
emergono il coraggio e la determinazione di chi voleva mettere tutte le sue
energie al servizio degli ideali in cui credeva, per la realizzazione di un più
ampio progetto che prevedeva la difesa della libertà e dei valori della resistenza. Il nucleo partigiano di Sartirana, infatti, si mise in contatto non solo
con gli altri gruppi di resistenza della Lomellina, ma anche con il Comitato
di liberazione nazionale e con gli Alleati, per portare a compimento le missioni di guerra contro i nazifascisti. Nel libro " L'altra guerra ", del professor Guderzo, Marino Denari viene citato per testimoniare di uno dei rari
lanci di armi eseguito in Lomellina, destinatario il gruppo da lui comandato. Marino andava in bicicletta (!) - e le strade erano ben diverse da quelle
odierne - da Sartirana a Milano per ricevere gli ordini dal comando alleato,
allora nascosto in una villa nei pressi della stazione Centrale. Un giorno,
nei pressi di Piazza della Repubblica, si imbatté in un partigiano che scappava, a piedi, da un rastrellamento nemico. Lo caricò sulla sella e lo portò
in salvo: si trattava di Giovanni Marcora, il partigiano "Albertino", militante nella "Brigata Val Toce", formazione molto attiva nella liberazione
della val d'Ossola, comandata da Alfredo Di Dio. Diventato dopo la liberazione, Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali rimase,
sino alla sua prematura morte, grande amico di Marino. Scampato alla fucilazione proprio nei giorni intorno al 25 aprile 1945, grazie ad un scambio
di prigionieri, Marino Denari è diventato in seguito il primo sindaco di
Sartirana del dopoguerra: di quei giorni ricordava soprattutto la fatica e
l’impegno per garantire un minimo di cibo e riscaldamento a oltre 4000
persone, compresi gli sfollati, con le casse del comune vuote e i generi di
prima necessità ancora razionati. Nella vita privata, invece, avvenne l’incontro, per via di amici comuni, con quella che poi sarebbe diventata sua
moglie per il resto della vita. Negli anni successivi, la coppia ha vissuto
per un lungo periodo a Milano, dove lui lavorava all'inizio come vigile ed,
in seguito, come funzionario all'erario comunale. Del periodo milanese ricorda soprattutto la battaglia, combattuta e vinta, per la riqualificazione dei
gradi dei suoi colleghi. Grazie a lui infatti oltre 600 vigili urbani ottennero
una importa qualifica, con conseguenti benefici economici.“ Se ripenso al
tempo di guerra e al periodo immediatamente successivo – diceva - a volte
quasi piango e mi domando come posso essere riuscito a superare così tante peripezie. Credo che a darmi la forza per andare avanti, sia stato il mio
proposito di affrontare ogni situazione con onestà e correttezza, confidando
nei miei ideali di giovane combattente, cioè nella conquista della libertà attraverso la vittoria sul nazifascismo, seguita poi dall’instaurazione della
giustizia sociale e della pace”.
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FEBBRAIO 2012
Il primo disco
dei “fooga&nico”
“Fooga&Nico”, gruppo medese, si
costituisce nel corso del 2010 e
iniziano lʼesperienza artistica dello
sviluppo di brani di inediti nellʼambito del cantautorato. Il gruppo è
composto da Nicola Farinello (autore dei testi, voce e chitarra ritmica), Carlo Guardamagna (chitarra
solista), Luca Corilli (basso) e Davide Milano (Batteria).
Il primo disco.
Il primo disco dei “fooga&nico” è
intitolato “Anni 2010” e vuole essere un racconto di questo strano
ed inquietante inizio decennio,
chiaramente attraverso il punto di
vista dellʼautore dei testi.
Il lavoro tecnico di registrazione è
stato effettuato presso gli studi di
registrazione della scuola di musi-
Capitan
coniglio
Mara Perego
23
ca “Matra” che ha sede ad Ovada
(AL), sotto la supervisione del tecnico ed arrangiatore Gabriele
Massa (musicista di esperienza
ultradecennale che può vantare
collaborazioni di rilievo come
quella realizzata con i Delirium,
importante gruppo prog degli anni
ʼ70), che ha curato sia lʼaspetto
tecnico, che quello artistico per
quanto riguarda lʼimpiego dellʼorgano e degli archi, oltre ad alcuni
accorgimenti stilistici di diverso tipo che hanno impreziosito le musiche rispetto alla proposta originale del gruppo. Un altro ed importante aspetto qualitativo è stata, senza alcun dubbio la collaborazione, sia in fase di registrazione, sia a livello di esibizione live,
con il musicista Luca Correzzola
che si è occupato delle parti di
tromba.
I testi.
A livello testuale, il disco tratta diversi argomenti, attraverso i quali
lʼautore ha delineato gli aspetti per
lui più significativi di questo inizio
decennio. Viene trattato il tema
della crisi economica nei confronti
della quale emerge la richiesta di
una risposta necessaria (immagine-simbolo
diventa
quella
dellʼoperaio che sulla gru), le incertezze dei giovani per un futuro
che appare sempre più incerto,
lʼamore ai nostri giorni, la follia co-
me mezzo di cambiamento, la storia di un prigioniero ucciso in carcere, per poi terminare con una
provocazione alle giovani generazioni che rischiano di essere solamente “generazioni di passaggio”,
pronte per essere “bruciate” da chi
occupa posizioni di potere (lʼautore afferma che questa provocazione è rivolta anche a se stesso,
perché si è sentito di non trattare
la questione con distacco intellettuale) e con un pezzo dai connotati visionari in cui emerge nuovamente la richiesta di un cambiamento necessario e forse inevitabile, messaggio, questo, che filtra
attraverso lʼimmagine di una città
che brucia nella notte.
Le musiche
Il disco Anni 2010 sviluppa diverse sonorità che si muovono dalla
ballata elettrica, ricca di sonorità
rock, a melodie acustiche che
rientrano nella tradizione del cantautorato nostrano, fino ad arrivare alla sperimentazione, a cui è lasciato ampio spazio, soprattutto
nellʼultima traccia del disco che
presenta un lungo intermezzo psichedelico. Prossimamente il primo
disco dei fooga&nico verrà presentato presso la biblioteca del
comune di Mede.
Fino al giorno del tragico naufragio all’isola del Giglio, esisteva
un uomo apparentemente invincibile, bello nella sua divisa impeccabile, capace di controllare la navigazione di una nave enorme con
più di 4000 persone a bordo. Era
l’orgoglio della sua famiglia che
lo vedeva partire per le crociere
sicuro di sé nel ruolo di governatore di una città galleggiante.
Poi è crollato tutto: prima, quando
lo hanno visto intervistato a poche
ore dalla disgrazia, mentre sem-
brava che stesse balbettando alla
ricerca di giustificazioni; poi hanno ascoltato la registrazione della
telefonata con il comandante De
Falco e, in quel momento, hanno
avuto l’immagine di un ometto
privo di coraggio e di dignità.
Non smetteranno certamente di
volergli bene, ma non potranno
nascondere la profonda delusione
che ha dato loro. In aggiunta a
questo, si è scatenato un morboso
accanimento da parte di giornali e
tv che assediano la loro casa sen-
za alcun rispetto. Non c’è trasmissione in cui non compaia un sopravvissuto che racconta la sua
versione. Hai voglia, sono più di
4000 e i talk-show possono viverci di rendita per mesi e mesi. Il
capitano ha sbagliato e verrà giustamente giudicato nelle sedi opportune. Purtroppo ha favorito il
diffondersi all’estero dell’immagine degli italiani, soliti cialtroni,
ma questo ennesimo esempio di
come il male faccia rumore e il
bene sia silenzioso, non rende cer-
tamente onore ai tanti italiani che
sanno affrontare appieno le loro
responsabilità, che non si curano
del pericolo pur di aiutare gli altri
e, spesso, pagano con la vita. Di
questi però si parla pochissimo.
Molti di noi però non dimenticano
un esempio di italiano coraggioso,
quel Fabrizio Quattrocchi che in
Iraq è morto pronunciando le parole “ora ti faccio vedere come sa
morire un italiano”. Un esempio
come questo riscatta qualsiasi capitan coniglio.
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Festa della donna 2012
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Antipasti:
salumi al taglio
salame crudo - prosciutto crudo - coppa
Insalata russa della nonna
Flan di funghi e brie
Primi:
Risotto alla crema di carciofi
Pappardelle al ragù d’anatra
Secondo e contorni:
Arrosto di daino con salsa sottobosco - Patate al forno
Dolci:
Crema gialla con pere aromatizzate al Porto
Acqua frizzante e naturale, vino, caffè.
Vini:
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FEBBRAIO 2012
24
Punto-Linea-Punto
notizie telegrafiche
Buone notizie circa la viabilità in Lomellina:
è stato, infatti, depositato presso tutti i comuni coinvolti il progetto definitivo della Broni-Mortara. Nel tratto lomellino, oltre allʼintersezione a Gropello Cairoli con lʼautostrada A7 Milano-Serravalle-Genova sarebbero
quattro le uscite previste: Garlasco, Tromello, Mortara e Castello dʼAgogna.
***
A Sannazzaro de Burgondi si festeggerà in
Primavera la “ promozione a città “. Nei
giorni scorsi i Prefetto di Pavia Giuseppa
Strano ha consegnato al Sindaco Giovani
Maggi il decreto del Presidente della Repubblica.
***
Don Cesare Silva, Laureatosi nel 2009
presso la Pontificia Università Gregoriana di
Roma in Storia della Chiesa, il 22 gennaio
ha fatto il suo ingresso in Breme quale nuovo parroco calorosamente accolto dal Sindaco Francesco Berzero. La cerimonia, iniziata al Santuario di S. Maria in Pollicino alla Cascina Rinalda con un momento di preghiera, è proseguita nella Parrocchiale della
Beata Vergine Assunta dove nel corso della
celebrazione il neo parroco ha ricevuto il
mandato dal Vescovo di Vigevano, Arcivescovo Mons. Vincenzo Di Mauro. Eʼ seguito
un momento di festa. Auguro a Don Silva
una proficua attività pastorale e allo storico
una altrettanto intensa attività di ricerca.
Chissà che dopo la “Guida alle chiese di
Lomello” possa uscire una nuova opera dedicata a Breme. Sono certo che la sua
competenza di storico abbinata alla tenacia
dimostrata in questi anni da Franco Berzero
per valorizzare il suo paese che ha come
principale monumento lʼAntica Abbazia di S.
Pietro (attuale sede del Municipio), possano
dare vita ad un mix vincente che potrebbe
risultare utile non solo ai cittadini di Breme
ma a tutta la Lomellina.
***
A Sartirana, venerdì 20 gennaio, lʼAssociazione “Brunoldi Ceci”, la biblioteca “Francesco Moro”, lʼAssociazione Est Sesia e lʼEcomuseo del Paesaggio Lomellino hanno presentato il progetto “ Il Roggione di Sartirana
– una via dʼacqua tra storia e attualità”. Il
Roggione, canale sorto verso la fine del
1300, attinge acqua dal Sesia e si snoda
per ventisette kilometri irrigando una superficie di circa 14000 ettari.
***
Feste, usanze e leggende - Anche
questʼanno il 17 gennaio in occasione della
festa di SantʼAntonio Abate in alcuni paesi
si è rinnovato il rito della benedizione degli
animali e dei mezzi agricoli. La tradizione è
stata rispettata anche nei “giorni della merla” ( 29-30 e 31 gennaio) nei quali il freddo
si è fatto pungente ed è caduta abbondante
la neve. La leggenda narra che una merla,
allora ricoperta di un piumaggio completamente bianco, per cercare un poʼ di tepore
andò a rifugiarsi in un grosso comignolo. La
merla era talmente intirizzita e stanca che si
appisolò. Quando si risvegliò il suo manto
era diventato completamente scuro a causa
della fuliggine fuoriuscita dal comignolo. Da
allora…le merle hanno il piumaggio scuro.
Auguri a due reverendi ultra novantenni,
Don Andrea Mittino ( 91 anni il primo di
gennaio) dal 1974 Cappellano dellʼOspedale e della Casa di Riposo e Don Dante Caprioglio ( 92 anni il 15 di gennaio) dal 1957
al Collegio San Carlo di Borgo San Martino
di cui è stato anche Direttore oltre che Preside degli Istituti Tecnici fino alla loro chiusura. Questʼultimo, nella foto con il Sindaco,
ha festeggiato lʼevento celebrando una S.
Messa a San Martino di Rosignano, suo
paese natale di cui è parroco da circa
ventʼanni, alla presenza di amici, parrocchiani e di un centinaio di ex-allievi del San
Carlo (presenti sei di Mede e diversi lomellini). Magistrale lʼomelia dellʼantico professore di Lettere pronunciata con il caratteristico
linguaggio semplice ma profondo e con
quellʼardore che coinvolge chi ascolta, dono
che pochi hanno. Eʼ seguito un rinfresco e
lʼagape fraterna con gli ex-allievi presso un
noto ristorante monferrino.
Don Dante Caprioglio e Graziella Micco
***
Spettacoli teatrali – Al Teatro Besostri di
a cura di Luigi Pagetti
Mede, tutto esaurito per la commedia della
scrittrice francese Dany Laurent dal titolo “
Di mamma ce nʼè due sole” con Paola
Quattrini, Debora Caprioglio e Rosario Coppolino, per la regia di Patrik Rossi Gastaldi.
A Mortara “ Don e guai i finisan mai” è lo
spettacolo messo in scena dalla Compagnia Dialettale Mortarese. La commedia in
due atti è stata presentata al Teatro Angelicum di Mortara nei giorni 3,4, e 5 febbraio.
Il ricavato andrà in beneficenza al comitato
Lomellina per Cernobyl.
Sempre a Mortara, il 25 febbraio, Terry e i
Tri Pè presenteranno “Gris…con i amis”
musical andato in scena lo scorso anno ma
che questʼanno presenterà consistenti novità. La serata si svolgerà in collaborazione
con il Lions club Mortara Silvabella e con il
club Parco del Ticino. Il ricavato della serata
sarà devoluto ad un service dei due sodalizi.
***
Anche questʼanno “Il giorno della memoria”
( ufficialmente il 27 gennaio) al fine di ricordare la Shoah ( sterminio del popolo ebraico) è stato vissuto in varie localita della Lomellina con diverse iniziative sia presso le
scuole che presso centri culturali ed altri sodalizi.
***
La stampa locale, purtroppo, è chiamata ad
occuparsi spesso dei disagi subiti dagli
utenti delle ferrovie, delle inevitabili proteste, delle raccolte firme e quantʼaltro. Dal
mondo ferrovie segnalo due notizie relative
alla stazione ferroviaria di Sartirana Lomellina.
La prima riguarda la cessione da parte di
R.F.I. in comodato dʼuso gratuito della stazione ferroviaria al Comune di Sartirana per
cinque anni. Complimenti. Queste piccole
stazioni sguarnite e sovente alla mercé di
vandali potrebbero costituire una risorsa per
le ferrovie che potrebbe affittarle o venderle
magari ad enti locali e/o con a privati con
vantaggio per gli utenti.
Lʼaltra notizia, riguarda il ponte per attraversare i binari costruito in stazione, presumo
in alternativa ad un sottopassaggio, al fine
di tutelare la sicurezza degli utenti tenuto
anche conto che in questa stazione non vi è
più personale delle ferrovie. Per la cronaca,
uno analogo sorge alla stazione di Olevano
Lomellina mentre, quella di Valle Lomellina,
né è, per ora, sprovvista.
Tale investimento mi lascia qualche dubbio.
Resta il fatto che ormai cʼè ed ora per attraversare i due binari, circa dieci metri, bisogna fare 39 scalini in salita + dieci metri +
39 scalini in discesa ai quattro venti. Tenuto conto che in Lomellina pioggia e neve
non mancano mi permetto di segnalare a
chi di dovere che forse si potrebbe dotare il
manufatto di un tunnel di vetro o plastica
per riparare il cliente dalle intemperie e un
idoneo montacarichi per consentire lʼattraversamento allʼutente disabile.
Spero che queste due criticità siano temporanee e, magari in ritardo, vengano sanate.
Nonostante il problema sicurezza sia comprensibile il dubbio di fondo rimane e, mi si
consenta, forse, come a Valle, era meglio
continuare ad attraversare i binari.
Eʼ di questi giorni la notizia che il Governo
ha dato il via alla spending rewiev ( revisione di spesa che tradotto dal politichese dovrebbe comprendere (il condizionale è dʼobbligo) anche la limitazione di spese e la riduzione degli sprechi. Chissà se si entrerà
nel merito “ ferrovie” intervenendo con determinazione o si fermerà al capito primo
cioè quello delle buone intenzioni. Ricordo,
a proposito, lʼantico adagio: tra il dire ed il
fare cʼè di mezzo il mare. E Dio solo sa
quanto vorremmo che non ci fosse più di
mezzo il mare, il fiume, la palude e quantʼaltro.
Voglio essere ottimista perché mi dispiacerebbe molto se, nonostante i suoi sforzi per
cambiare le molte criticità del nostro Paese,
anche lʼottimo Prof. Monti passasse invano,
mentre le ferrovie, magari cambiando ancora nome, restassero comʼerano, o quasi.
Centro Estetico
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Anche questo mese teniamo accesi i riflettori sull'imprescindibile
contributo che arriva alla musica
pop e rock da parte delle donne. Il
percorso sarà sempre largamente
cronologico arrivando questa volta
fino al tempo presente e farà riferimento ad artiste che abbiano
avuto una rilevanza musicale piuttosto che commerciale.
Una brevissima premessa per salutare purtroppo per sempre il personaggio con cui avevo aperto
l'articolo precedente: Etta James è
morta il 20 Gennaio 2012 dopo
quasi sessant'anni passati sui palcoscenici. La terra le sia leggera.
Verso la fine degli anni '80 emerse, dapprima con il gruppo degli
Sugarcubes poi come solista,
Björk che, da Islandese, ha un patronimico quasi impronunciabile,
Guðmunsdóttir. Grazie a una vocalità da bambina che canta il Jazz
e al suo talento compositivo visionario e in grado di adeguarsi o anticipare gli sviluppi dei mezzi tecnologici e di comunicazione ha
costruito una carriera che tuttora
la vede tra le avanguardie musicali. Un buon esempio del suo eclettismo è nel cofanetto “Voltaic”
uscito nel 2009.
Un'altra artista la cui creatività
non scende dai massimi livelli fin
dai suoi esordi datati 1992 è PJ
Harvey che citiamo di passaggio
essendo già stata oggetto di un articolo qui su TamTam.
Se volete scoprire dove si può arrivare con il più intimo e scarno
strumento musicale di cui tutti disponiamo, la voce, ascoltate Diamanda Galás. Suoni degni della
Spazio
chitarra di Jimi Hendrix e note di
profondità tellurica sono alla portata della sua straordinaria estensione vocale. Spesso accompagnata solo dal suo pianoforte, l'artista,
americana di origini greche e armene, può vantare alcune significative collaborazioni tra cui quella
con John Paul Jones, bassista dei
Led Zeppelin. Da sentire, tra gli
altri, “Malediction & Prayer” del
1998 e “Guilty Guilty Guilty” del
2008.
Alcune donne hanno anche contribuito all'identità femminile nella
musica cercando di garantirsi l'indipendenza dalle multinazionali
discografiche, tra queste Ani DiFranco che per pubblicare il suo
primo disco nel 1990 creò un anno
prima la sua etichetta indipendente “Righteous Babe”. Ani è una
cantante e chitarrista con uno stile
molto originale e compositrice vicino alle tematiche femministe.
A proseguire il discorso musicale
di Ani DiFranco espandendolo
troviamo Kaki King (Katherine
Elizabeth King) cantante e chitarrista eccezionale dotata di una tecnica molto personale che lei arricchisce con trattamenti elettronici.
Raccomandato il suo terzo disco
“... Until We Felt Red” del 2006.
Un altro esempio di artiste impegnate nel rivendicare un ruolo paritario per le donne sono le Slea-
FEBBRAIO 2012
25
SETTE
NOTE
a cura di
Ivano Meneghello
L'ALTRA METÀ
DEL ROCK
2a parte
ter – Kinney. Il gruppo, fondato e
composto da Carrie Brownstein,
Corin Tucker e Janet Weiss, è rimasto attivo tra il 1994 e il 2006
con una serie di lavori musicalmente ispirati dalla scena punk e
indipendente dell'area di Seattle
(WA) e dal movimento delle Riot
Grrrl. Arriviamo ai nostri giorni e
occupiamoci di personaggi che sono le sorprese degli anni recenti e
le promesse per quelli futuri. La
prima è Zola Jesus, nome d'arte di
Nika Roza Danilova cantante e
compositrice americana appena
ventiduenne. Il suo ambito è quello della musica elettronica e del
genere dark / gothic, completato
dalla sua voce impostata e solenne. L'ultimo suo lavoro “Conatus”
dello scorso anno ha ricevuto ottimi apprezzamenti.
Dal Wisconsin innevato alla calda
Los Angeles sempre negli USA
per trovare Chelsea Wolfe che con
il suo secondo lavoro “Apokalipsys” si conferma artista estremamente interessante con sonorità
rock, folk e, ancora, gotiche. Pensate a un incontro tra Nick Cave,
Johhny Cash e Edgar Allan Poe
per farvene un'idea.
Cambiamo genere con le CocoRosie, gruppo fondato nel 2003 dalle
due sorelle Bianca (Coco) e Sierra
(Rosie) Casady. Nella loro musica
il tratto fondamentale è l'eclettismo, una libertà di espressione
che combina strumenti e ritmi
elettronici con suoni tradizionali,
la voce di Sierra impostata dagli
studi classici con quella spontanea
e infantile di Bianca. Dei loro
quattro dischi finora possiamo
scegliere l'ultimo “Grey Oceans”
del 2010.
Su territori rock relativamente più
tradizionali possiamo trovare
EMA “marchio” artistico di Erika
M. Anderson che definisce sé
stessa “artista di media digitali e
distruttrice di chitarre”. In effetti il
ritratto è calzante in quanto la nostra ha una propensione per i suoni elettrici e per la costruzione di
una forte tensione nelle sue composizioni e fa un uso decisamente
attivo della comunicazione con i
suoi fan attraverso Internet. Con
solo due dischi all'attivo citiamo
l'ultimo “Past Life Martyred
Saints” uscito nel 2011.
Puntiamo su altri lidi con i californiani BellRays. Qui abbiamo l'esplosiva combinazione di una musica rock molto energica e aggressiva con la spettacolare voce e
presenza scenica della cantante,
Lisa Kekaula, di impronta soul e
rhythm'n'blues che ricorda la migliore Tina Turner degli anni settanta con forse ancora maggiore
intensità. I BellRays hanno una
lunga carriera alle spalle iniziata
nel 1990 e proseguita finora lungo
quattordici dischi, l'ultimo del
2010 è “Black Lightning”.
Torniamo in Europa per trovare in
Inghilterra Bat For Lashes nome
d'arte e progetto della cantante e
compositrice Natasha Khan che ha
finora prodotto due lavori, “Fur
and Gold” nel 2006 e “Two Suns”
nel 2009. Anche qui la chiave di
lettura è la varietà, strumenti tradizionali ed elettronici convivono e
creano tappeti a volte minimali a
volte più densi e ritmati per la voce di Natasha. Ancora dalla terra
di Albione arriva Gemma Ray
cantante, compositrice nonché
chitarrista dalla tecnica particolare
(usa tra l'altro un coltello per le
parti “slide”). Sull'ultimo suo lavoro “It's a shame about Gemma
Ray” del 2010 troviamo cover che
spaziano dai Mudhoney a Gershwin filtrate attraverso il suo stile
musicale che si rifà agli anni cinquanta. Questa seconda parte finisce qui e, se ve lo state chiedendo,
ci sarà il dovuto spazio per le artiste italiane il mese prossimo.
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FEBBRAIO 2012
26
Don Spritz: tra lucertole, farfalle e dinosauri
Sacerdote creativo, romanziere e cappellano nel carcere di Padova
Don Marco Pozza e Don Mauro Bertoglio
Dormono, apparentemente. Come
lucertole sotto il sole, pronte a
scattare con un guizzo, una scintilla, anche solo al passaggio di un
insetto. Sono i giovani dʼoggi. E
per loro quel guizzo, quella scintilla capace di fargli fare un balzo, è
la speranza. Pronta ad essere colta al volo, come nel romanzo “Penultima lucertola a destra”, di don
Marco Pozza, alias “Don Spritz”.
Quella scintilla, quasi una scarica
di adrenalina, era a Mede giovedì
26 gennaio, nella sala delle conferenze di via Dante, dove don Marco, invitato dal parroco don Mauro
Bertoglio, ha presentato il suo libro, raccontando qualcosa della
sua straordinaria esperienza di
sacerdote. 32 anni, nato in provincia di Vicenza, a Padova don Marco ha iniziato a fare apostolato tra
i giovani nei bar (da qui il soprannome di “Don Spritz”, anche se lui
è astemio): “Io sto qui dieci minuti
con te, e tu domenica vieni in
chiesa per la messa. Se ti annoi,
te ne vai”. Non se ne andava nessuno, anzi la chiesa era sempre
piena. Se nʼè andato lui, invece:
prima a Roma per studiare teologia, poi in carcere: “Solo come
cappellano, per adesso” precisa
lui. E proprio nel carcere di Padova don Marco ha trovato lʼispirazione per “La sconfitta è lʼarma
segreta dei vincitori”, sottotitolo
del suo romanzo: “Se lei fa il prete
come si deve, qui dentro, scoprirà
la cosa più bella: che chi vince
non sa cosa si perde”. Parola di
serial-killer, Donato Bilancia. Come dire che anche dentro la storia
più atroce, quella di un assassino,
può nascondersi qualcosa di
grande. “Ho un piccolo sogno: –
ha esordito don Marco davanti al
pubblico numeroso, dopo la proiezione di un breve filmato realizzato da Mtv per il programma “Il te-
stimone”, con Pif - che questa sera possiate prendere sonno con
una certezza: che la speranza
non è ancora morta”. Sembra
dormire, la speranza: ma a un
certo punto qualcosa la fa scattare. Come quella lucertolina che il
piccolo Marco, a sei anni, cercava di stuzzicare con un ramoscello, ma che a un certo punto, inaspettatamente, ha spiccato un
balzo solo per acchiappare al volo un insetto che le passava davanti. “A scuola in prima fila – racconta don Marco - siedono sempre quelli che sanno già tutto,
nellʼultima quelli che non capiscono niente, e in penultima fila quelli come me, che in quel posto così comodo, vicino alla finestra o al
termosifone, fanno finta di dormire. Ecco, io ero la lucertola nella
quinta fila, la penultima a destra.
E aspettavo solo qualcuno che
mi facesse fare il guizzo”. Quel
qualcuno era la maestra Assunta,
che ha insegnato a Marco a leggere e a scrivere, e che è anche
lʼunico personaggio, nel libro “Penultima lucertola a destra”, ad apparire col suo vero nome. Il romanzo parla di un paese, Fossa
delle Lucertole, che dopo essere
stato amministrato per trentʼanni
dal partito dei Dinosauri, si risveglia e decide di cambiare, votando per il partito delle Farfalle. A
scuola Marco ha imparato a conoscere le lucertole e i dinosauri.
Ma anche le farfalle. “Secondo il
famoso “effetto farfalla” di Lorenz,
se una farfalla batte le ali in Brasile, può provocare un tornado in
Texas. Ebbene, io ho scoperto
che se un bimbo fa un gesto coraggioso, i dinosauri cominciano
a tremare”. Quei “dinosauri” che
in Puglia hanno minacciato un ragazzino di dieci anni, testimone di
un omicidio. “Lʼavevo conosciuto
a Vieste quando aveva sei anni,
mentre parlavo a un gruppo di
giovani insieme al mio amico Pif,
di Mtv, e mi aveva invitato a cena
con la sua famiglia chiedendomi
in cambio di parlargli di Gesù per
dieci minuti. Sono rimasto lì più di
due ore, sotto un fuoco di fila di
domande, perché i suoi genitori
non gli avevano mai parlato di religione. Ogni mese mi scriveva una
lettera, e quattro anni dopo, visto
che dovevo tenere una conferenza in Puglia, ho deciso di fargli
una sorpresa, ma ho scoperto che
lui e i genitori erano stati trasferiti
dalla polizia in una località segreta. Il bambino aveva assistito
allʼomicidio del padre di una sua
compagna di scuola, e aveva fornito un perfetto identikit del killer
alla polizia, che aveva riconosciuto e arrestato lʼuomo. Prima di Natale gli era arrivata a casa una busta contenente una cartolina di
auguri con la frase “Ti aspettiamo”, e un piccolo petardo. Quando sono andato a trovarlo e gli ho
chiesto come avesse avuto tanto
coraggio, mi ha risposto: ʻTi ricordi
cosa mi hai detto, quattro anni fa?
Che nella vita, per essere sorridenti, bisogna dire la veritàʼ. I suoi
genitori facevano i notai, e adesso
zappano la terra. Non hanno più
niente, ma la loro più grande
preoccupazione è quella di non
aver fatto nulla per meritarsi un figlio così meraviglioso. E poi qualcuno vuole ancora farmi credere
che questo è un mondo schifoso”.
Un mondo che può migliorare.
“Ero stato invitato a parlare in una
scuola di Torino, ma quel giorno
cʼera sciopero, e il preside, convinto che sarebbero venuti solo
una decina di ragazzi, mi aveva
messo a disposizione una specie
di sgabuzzino. Alla fine cʼerano
495 studenti su 519, e abbiamo
dovuto trasferirci nellʼauditorium.
Quando ho finito di parlare, ho visto che erano tutti infiammati
dallʼentusiasmo. Poi mi si è avvicinato un giovane enorme, e io ho
pensato: ʻMi sono spinto un poʼ
troppo in là, e adesso mi pestaʼ.
Invece mi ha ringraziato: “Il professore di ginnastica mi ha regalato il tuo libro, e leggendolo ho scoperto che in una città di persone
intelligenti cʼè posto anche per un
asino come meʼ. Quella sera, tornando a casa, ho pensato che se
mi fosse apparso Gesù in persona
per dirmi che qui sulla Terra avevo
finito, lʼavrei seguito allʼistante,
tanto ero contento di aver riacceso la speranza anche solo in un
ragazzo”. Anche la Chiesa avrebbe bisogno di cambiare. “Come
prete, sono innamorato della mia
Chiesa. – ha spiegato don Marco
– Ma non è quella dei miei sogni.
Il verbo ʻcambiareʼ, nel nostro ambiente, non è molto popolare. Molti però non hanno capito che cambiare non significa buttare via il
proprio passato, ma averlo così a
cuore da rischiare anche di perderlo”. Nella sua prima parrocchia, a Padova, durante la messa
don Marco ha fatto ascoltare le
canzoni di De Gregori e Masini,
usandole come spunto di riflessione per lʼomelia. E ha fatto appendere il poster di una modella per
fare il paragone tra la bellezza effimera, quella che sparisce con
solo due millimetri di cellulite, e
quella eterna e interiore di Maria.
Esperimenti che i giovani hanno
capito. Qualcun altro invece si è
scandalizzato. Quella di don Marco, adesso, è una parrocchia “soltanto” virtuale, su Internet:
www.sullastradadiemmaus.it.
E
poi cʼè lʼapostolato in carcere, dove la speranza va tenuta sempre
accesa. “Dopo la mia prima messa in carcere, un ragazzo in lacrime mi ha raccontato la sua storia.
Dai 14 ai 27 anni ha smesso di
andare a scuola per prendersi cura della madre, ridotta a un vegetale dopo un incidente. Poi una
sera non ce lʼha fatta più a vederla soffrire così, e lʼha uccisa. Gli
ho chiesto perché avesse fatto
una cosa così terribile a una persona a cui voleva così bene: ʻPerché non sono stato fortunato come te. – mi ha risposto. Se in quei
13 anni qualcuno avesse bussato
alla mia porta e mi avesse fatto
capire che non ero solo, forse
adesso mia madre sarebbe ancora vivaʼ. Ecco, aveva perso la speranza. E io non lʼavevo capito. In
quel momento mi sono vergognato tantissimo di avergli fatto quella
domanda”.
Davide Zardo
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Ritardo del linguaggio-Ritardo mentale-Afasia (post-isctus)-Post coma (con l’uso della tabella aumentativa)-Autismo-Disturbi dell’apprendimento-Problemi di memoriaSindromi che comportano problemi di linguaggio (Es. trisomia 21, X fragile)
E’ inoltre possibile accordarsi per screening logopedici nelle scuole.
FEBBRAIO 2012
Salviamo i paesaggi italiani
Porcino
da record
27
Mario Cigallino
C’è un fenomeno che negli ultimi
anni, in tutto il mondo ed in modo
particolare in Italia, ha assunto i
contorni dell’emergenza: la cementificazione selvaggia. Si continua a costruire sempre di più,
palazzi, fabbriche, capannoni,
strade, strutture di vario tipo, cancellando per sempre chilometri
quadrati di prati, terreni agricoli,
boschi, a volte anche nei parchi e
nelle aree protette; questo comportamento folle da parte dell’uomo ha conseguenze molto gravi.
Si verifica innanzitutto un danno
al paesaggio: i diversi, bellissimi
paesaggi italiani che hanno ispirato tanti artisti nel corso dei secoli
vengono spesso stravolti, con ricadute negative sul turismo.
Spesso le nuove costruzioni non
sono neanche autorizzate, alimentando l’esteso abusivismo edilizio
sempre tollerato in certe zone
d’Italia, periodicamente condonato. Proprio l’edificazione in aree a
rischio (zone golenali dei fiumi,
colline franose, ecc.), unitamente
al dissesto idrogeologico, provoca
tragedie come quelle che hanno
colpito la Liguria e la Sicilia negli
ultimi tempi. In varie parti del
mondo, poi, l’espansione urbanistica provoca anche l’estinzione
di specie animali che vengono
private del loro habitat. Infine,
una conseguenza forse meno appariscente ma secondo me molto
grave, considerando la continua
crescita della popolazione mondiale e la limitatezza delle risorse
alimentari disponibili, è la sottrazione di terreni all’agricoltura.
Ma chi è che provoca questa crescita incontrollata del cemento?
Soggetti con pochi scrupoli e
comportamenti discutibili che si
ripetono negli anni.
Dietro l’abusivismo edilizio c’è
spesso l’ingombrante presenza
delle organizzazioni criminali
(mafie), che lucrano sulle nuove
costruzioni in luoghi dove non si
dovrebbe costruire e sulla successiva vendita degli alloggi. Per
questo in Italia ci sono centinaia
di migliaia di alloggi vuoti o invenduti, costruiti non si sa bene
perché a fronte di una popolazione costante, mentre il mercato immobiliare risulta stagnante. Perché dunque si autorizzano nuove
costruzioni? Presumo per sostenere in modo artificiale il settore
edilizio e per rimpinguare le casse
dei Comuni con gli oneri di urbanizzazione. C’è poi il triste fenomeno tutto italiano, evidenziato
spesso dal programma “Striscia la
notizia”, di nuove costruzioni ultimate ma mai inaugurate e utilizzate: centri sportivi, palazzi, ospedali. Rappresentano uno spreco di
risorse e servizi mai offerti in
concreto ai cittadini. Per fortuna
c’è qualcuno che si oppone a questa logica. Un esempio luminoso
ci viene dal giovane Sindaco di
Cassinetta di Lugagnano (MI)
piccolo paese del Parco del Ticino. Domenico Finiguerra ha varato un piano urbanistico a zero
consumo di suolo, volto a riqualificare gli edifici esistenti. All’inizio imprese edili e partiti erano
indignati, ma ora le imprese lavorano comunque, i soldi persi con
gli oneri di urbanizzazione sono
stati recuperati col risparmio energetico (fotovoltaico) e i tagli alle
spese. Ora Finiguerra ha acquisito notorietà, ha scritto un libro,
dal titolo “Il suolo è dei nostri figli” e si candiderà come Sindaco
al Comune di Abbiategrasso. Negli ultimi tempi il problema è
molto sentito, nell’autunno scorso
mezzo migliaio di persone e numerose associazioni si sono raccolte attorno ai promotori “Slow
Food” e “Movimento stop al consumo del territorio” (di cui vi invito a vedere il sito internet) per
la prima Assemblea Nazionale
che si è svolta proprio a Cassinetta. C’erano il FAI, Italia Nostra,
Legambiente, Lipu, ecc. C’erano
anche architetti, urbanisti, sindaci,
assessori, tra questi l’assessore
della Provincia di Torino, Ronco,
che ha impedito all’IKEA di “occupare” 150 mila m² di terreni
agricoli. E’ giunto anche un messaggio di incoraggiamento dal
Quirinale, ed è stata una manifestazione apartitica, o meglio con
esponenti di tutti i partiti. Numerose persone hanno preso la parola, in un alternarsi di idee, proposte, senso di impotenza, recriminazioni e rabbia per la situazione
attuale. E’ stato un punto di partenza, forse si arriverà ad una raccolta firme per una proposta di
legge. A differenza del problema
dell’acqua, qui non ci sono leggi
o direttive europee da cui partire,
ma c’è l’importante art. 9 della
Costituzione: “La Repubblica…..
tutela il paesaggio e il patrimonio
storico ed artistico della Nazione.” Certo, riflettendo a mente
fredda quest’invasione del cemento non è un fenomeno solo italiano, ma riguarda tutto il pianeta. In
Cina, per esempio, nuove città
spuntano dal nulla nel giro di pochi anni. Forse la maggior parte
degli uomini ha un desiderio inconscio di abbandonare le campagne e stabilirsi in città. Un paio di
anni fa ho appreso dalla radio che
c’era stato lo storico sorpasso da
parte della popolazione che vive
nelle città rispetto a quella che vive nelle zone di campagna o nei
piccoli paesi: un fatto epocale.
Dobbiamo riflettere tutti su questi
fenomeni, tenendo presente che il
cibo per sfamare la crescente popolazione mondiale non può venire dalle città e dal cemento, ma
solo dai campi, dal bestiame e dal
mare. Ridimensionando queste
realtà mettiamo a grave repentaglio il futuro dell’umanità.
CRAZY FROG
Angelo Mugni, appassionato micologo di Torreberetti, ha trovato tra le querce e gli ontani dei boschi sabbiosi tra Cergnago e
Tromello, all’altezza della Cascina Pia, sul Naviglio Langosco
un porcino record di kg. 2,755. Angelo non è nuovo a questi
straordinari ritrovamenti di funghi. “Nella mia collaudata vita di
appassionato ricercatore di funghi - ci ha detto Angelo - ho
raccolto esemplari di ogni grandezza e specie, ma mai un esemplare così grande come questo, un autentico pachiderma del genere. Ottimo in padella come, tutti i porcini che ancora si trovano nella nostra zona specialmente in quell’area dove ancora si
trovano ancora boschi di querce ed ontani antichi, sabbia finissima e la necessaria umidità ovvero il giusto equilibrio per ritrovamenti tanto ghiotti”. Insomma da un vero “campione” della
ricerca dei funghi come Angelo ad un campione di esemplare,
per peso e grandezza degno del “guinness dei primati”.
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28
Era il mese di febbraio
Alle sei e mezza del mattino
del 3 febbraio 1960, muore in
un incidente automobilistico
avvenuto a Roma, Fred Buscaglione, detto il Clark Gable
della Bovisa.
Già famoso in Europa, in Italia
la TV gli apre le porte solo nel
1958 e subito, Ferdinando Buscaglione, Il Mike Spillane della canzone inventa un genere
nuovo che il pubblico accetta
con entusiasmo, già perchè lui
ha una faccia simpatica, un
soprriso smagliante, una serie
strabiliante di panciotti colorati, una collezione di bretelle
sgargianti: è solo un personaggio, un dicitore, con una
accattivante voce alla Armstrong, ma certo è un musicista serio e preparato.
Già nel 1952 era stato classificato il primo violino jazz dʼItalia. Ma non suona solo il violino, suona anche in contrabbasso la tromba, il pianoforte
e lʼorgano.
Prima della guerra (Fred era
nato nel 1920) lo squattrinato
studente di violino ha fatto anche il verniciatore, pitturando
chilometri di cancellate.
Cinque anni di naja, poi, tornato borghese si scopre compositore, ma si ispira più alla
cronaca nera e al mondo di
una immaginaria vita alla Al
Capone che a quella tradizionale della camzone italiana.
Vive a Torino, quando non è in
tourné con i suoi “Asternovas”. La sua casa è vicina a
quella dove abita Leo Chiosso. Tra i due nasce un sodalizio. “ Tu vuò fà lʼamericano”
canta Carosone e Fred lo fa
lʼamericano, ma per scherzo,
per irridire a una moda di violenza dilagante nei film gialli.
Il suo personaggio è quello di
un duro che però perde sempre, le sue “bambole”, i suoi
“mammiferi di lusso, modello
103”, prima lo intimidiscono e
Luigi Delbò
poi lo picchiano.
Eʼ un duro allʼitaliana, ma di
una Italia dove ancora lʼomicidio ed il pestaggio allʼamericana suscitano perplessità.
Fred canta “Che notte! Li conto, li stendo, son sei! Poi li riconto, perchè non si sa mai”.
Ma non gli crede nessuno, è
chiaro che lui Fred, non farebbe male ad una mosca.
E, infatti, resuscitato dopo le
fucilate di una Teresa che
“ fumava mille sigarette, mentre, lui , faceva il grano con il
tresette ed era piccola...piccola...così” canta “Love in Portofino” e “Guarda che luna”.
“Nelle sue canzoni cʼè sesso,
violenza, ottimismo” scrive un
suo biografo.
Eh no! Buscaglione non è nè
un seduttore nè un violento
ma è, soprattutto, un pessimista, specialmente per quello
che riguarda le donne che vede tutte nemiche e ostili.
Tutte, meno una: sua moglie.
Perchè questo Clark Gable
allʼitaliana, di donne ne ha
avuta una soltanto: la sua Fatma Ben Embarek, tunisina .
Poi, il 3 febbraio del 1960, alle
sei e mezza del mattino, Fred
incontra il suo destino che ha i
connotati di un camion spuntato da un incrocio nella prima luce di unʼalba romana.
Colpa sua, tutta sua: canta e
suona tutta la notte, cʼè anche
Mina con lui, poi esce dal night, salta sul suo macchinone
americano e parte veloce.
Fred corre perchè deve essere alle 9 a Castel Fusano, dove sta girando un film.
Lavora troppo e lo sa, ma sa
anche che il successo, nel
suo ambiente, è sempre effimero, che bisogna sfruttarlo a
fondo finchè cʼè: di notte suona, di giorno fa lʼattore, è ancora giovane con energie da
vendere, ma sul suo cammino
incontra un camion...
Ai funerali in piazza Euclide la
folla è enorme. Lui giace nella
bara ancora scoperta con cinque rose tra le dita.
LO SPAZIO DEI LETTORI
Vandalismi
a Torre Beretti
Spett.le redazione,
anche Torre Beretti non si sottrae a episodi di vandalismo che
procurano danni anche di rilievo economico. Una prima volta mi
hanno imbrattato la porta dʼingresso e del garage con acido delle batterie dʼauto, una seconda volta hanno “disegnato” con acetone che purtroppo pur lavando non è andato via.
Mi appello alle autorità competenti affinchè possano trovare un
rimedio a questi episodi che oltre a danno morale procurano
danno economico. Grazie per lʼattenzione
Franco Modini - Torre Beretti
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FEBBRAIO 2012
Che fatica fare sport!
a cura di
Alessandro Zanardi
“La felicità rende l'uomo pigro” recitava Tacito nel I secolo d.C., e non potrebbe esserci affermazione più tristemente attuale e adatta a dipingere i nostri giorni. Chi di
noi in una nebbiosa giornata
dʼautunno non ha mai preferito la poltrona a una salutare
passeggiata in campagna?
“Mamma, oggi non vado agli
allenamenti, sono stanco”, “E
dove lo trovo il tempo per fare
anche sport?”. Lʼelenco di
giustificazioni potrebbe continuare allʼinfinito, eppure siamo quotidianamente bombardati da servizi e campagne
pubblicitarie che ci spronano
ad alzarci dalla poltrona e a
metterci in moto per bruciare
le calorie di troppo. Nella
IL PARERE
dell’Avvocato
a cura dellʼavvocato
Simone Restelli
Il reato di insolvenza fraudolenta è previsto e punito
dallʼarticolo 641 del codice penale che recita testualmente
che “chiunque, dissimulando il
proprio stato di insolvenza,
contrae unʼobbligazione col
proposito di non adempierla è
punito, a querela della persona
offesa, qualora lʼobbligazione
non sia adempiuta, con la reclusione fino a due anni o con
la multa fino a 516 euro.
Lʼadempimento dellʼobbligazio-
29
stragrande maggioranza delle
visite mediche, il paziente si
sente consigliare di perdere
peso e fare attività fisica regolare
ma,
puntualmente,
allʼuscita dallo studio del dottore, tali inviti vengono magicamente dimenticati: eppure
spesso sono proprio queste le
“pillole” migliori! E infatti, prima o poi, quasi per tutti, divorati da sensi di colpa ormai insostenibili, arriva il momento
di cedere: solitamente questo
coincide con la fine delle vacanze, dopo lo spavento provato con i piedi sulla bilancia
pronta a ricordarci il numero
esatto di panettoni accomodati tra fianchi e pancia; per non
parlare poi della fatidica “prova costume”. E allora è boom
di iscrizioni alle palestre, di
buoni propositi per il nuovo
anno, di promesse e di anime
vendute al diavolo pur di perdere quei kg di troppo. Ma
non è sicuramente questo il
corretto stile di vita a cui faceva riferimento quellʼantipatico
dottore che come prima cosa
ci aveva detto ”ah, lei deve
assolutamente perdere peso!”.
Alimentazione corretta e attività fisica regolare, ripeto regolare, sono i primi due cardini da seguire per la prevenzione di un numero spropositato
di patologie, dallʼipertensione
arteriosa allʼosteoporosi, dal
diabete mellito alla cardiopatia
ischemica, dallʼictus alla depressione. E questo lo sappiamo tutti. Eppure sono in pochi
a considerare davvero importanti questi accorgimenti.
In effetti, parliamoci chiaro: fare attività fisica costa fatica,
energie, tempo, denaro, tutti
fattori molto preziosi per la
quotidianità, e così, spesso, la
salute viene messa in secondo piano, quasi fosse data per
scontata; ma chi di noi non
sarebbe disposto a investire
fatica, energie, tempo e denaro in funzione di una buona e
duratura salute? Ecco, lʼattività fisica è un investimento. E
come tutti i buoni investimenti
non va zappata ogni tanto, va
coltivata regolarmente, iniziando da piccoli gesti da eseguire in semplici momenti della giornata: dal mantenere sollevata una gamba per 10 secondi, poi lʼaltra e poi entrambe insieme mentre, sul divano, si guarda la televisione; da
semplici esercizi di stretching
mentre si aspetta di scolare la
pasta; da qualche pedalata
sulla cyclette mentre si chiacchiera in famiglia.
Questo potrebbe essere un
modo corretto di avvicinarsi
allʼattività fisica; si potrebbe
poi passare a una breve ma
intensa camminata (o corsa
per i più giovani) se non giornaliera, quantomeno a giorni
alterni: lʼinizio dellʼesercizio,
soprattutto nella stagione più
fredda, dovrebbe essere lento
e graduale, in modo da permettere alla muscolatura di riscaldarsi a dovere ed evitare
così spiacevoli acciacchi postattività.
Lo sport più completo e proficuo in assoluto resta, senza
ombra di dubbio, il nuoto: innanzitutto permette di eseguire movimenti in assenza di
gravità, quindi le articolazioni
non vengono sovraccaricate
eccessivamente; in secondo
luogo richiede unʼattivazione
completa e soprattutto simmetrica dei segmenti corporei, in
modo da rafforzare la muscolatura in maniera uniforme e
regalare una postura sicuramente migliore. Tra i diversi
stili sarebbe meglio evitare la
rana, in quanto potrebbe svegliare qualche problema ancora latente alle ginocchia.
Altro sport indubbiamente valido è il pedalare in bicicletta:
per i più pigri la cyclette è sicuramente il meglio, basta ricordarsi di tenere il sellino abbastanza alto di modo da non
piegare il ginocchio oltre i 90°,
di iniziare con una resistenza
leggera e di non esagerare
con i km (meglio pochi ma
quotidiani!). La bicicletta “vera” ha lʼenorme vantaggio di
portarci allʼaria aperta, al di
fuori delle mura di casa: lʼunico accorgimento è quello di
prestare attenzione alle buche
improvvise, soprattutto per coloro che hanno qualche problema alla schiena. Venendo
proprio a questi ultimi, e purtroppo il numero di interessati
è davvero enorme, gli esercizi
migliori comprendono lo stretching degli ischio-crurali (muscoli della loggia posteriore
della coscia) e il rafforzamento
della muscolatura addominale
e paravertebrale: vista la particolarità degli esercizi, sarebbe
buona cosa farsi aiutare,
quantomeno per le prime volte, da un fisioterapista o da un
altro esperto in materia, per
evitare di compiere movimenti
scorretti che potrebbero non
giovare o addirittura nuocere.
Insomma, i modi per mantenersi attivi e sani sono davvero tanti: il trucco è quello di iniziare a piccole dosi, di non tuffarsi subito a capofitto per poi
stufarsi in breve tempo. Quel
pizzico di coraggio iniziale
però ci vuole, perché se è vero che la felicità rende lʼuomo
pigro, è altrettanto vero che
lʼattività rende lʼuomo felice.
ne avvenuta prima della condanna estingue il reato”.
Lʼinsolvenza fraudolenta è un
delitto ricompreso tra quelli
contro il patrimonio mediante
frode e tende a regolamentare
e punire alcune situazioni di fatto che non sono riconducibili
nella fattispecie di truffa.
La differenza tra lʼinsolvenza
fraudolenta e la truffa è motivata dal fatto che in questʼultima
la frode è attuata mediante la
simulazione di circostanze e di
condizioni non vere e artificiosamente create per indurre in
errore, mentre nella prima la
frode è attuata con la dissimulazione della volontà dellʼagente di non adempiere.
Gli elementi costitutivi dellʼinsolvenza fraudolenta, come
emerge dal tenore letterale della norma, risultano quindi essere la dissimulazione dello stato
di insolvenza, lʼassunzione di
unʼobbligazione con lo specifico
proposito di non adempierla e il
suo inadempimento.
Eʼ bene evidenziare subito che
la dissimulazione dello stato di
insolvenza costituisce elemento
essenziale dellʼincriminazione e
può realizzarsi con comportamenti sia positivi sia negativi.
Anche un atteggiamento reticente o addirittura il silenzio
(consistente per esempio nel
tenere il creditore allʼoscuro
dello stato di insolvenza), possono quindi essere considerati
elementi costitutivi di questa
ipotesi di reato.
Sul punto però la Suprema
Corte ha chiarito che “integra il
reato di insolvenza fraudolenta
la condotta di chi tiene il creditore allʼoscuro del proprio stato
di insolvenza al momento di
contrarre lʼobbligazione, con il
preordinato proposito di non
adempiere la dovuta prestazione, mentre si configura solo un
illecito civile nel mero inadempimento non preceduto da alcuna preordinazione” (esattamente in termini Cassazione penale, sez. II, 22/05/2009, n.
39890). Eʼ stato altresì precisato contestualmente che “la prova della preordinazione può essere desunta anche da argomenti induttivi seri e univoci, ricavabili dal contesto dellʼazione, nellʼambito del quale anche
il silenzio può acquistare rilievo
come forma di preordinata dissimulazione dello stato di insolvenza, quando fin dal momento
della stipula del contratto sia
già maturo, nel soggetto, lʼintento di non far fronte agli obblighi conseguenti”. In altre parole
il silenzio ha rilievo solo quando
è legato al preordinato proposito di non adempiere alle obbligazioni assunte.
Per stato di insolvenza invece
deve intendersi lʼimpossibilità
economico finanziaria totale o
parziale di adempiere lʼobbligazione assunta, che deve esistere al momento della nascita
dellʼobbligazione e che deve
protrarsi fino al momento
dellʼadempimento.
Per poter configurare il reato di
insolvenza fraudolenta poi lʼobbligazione deve corrispondere
ad una prestazione che grava
la persona offesa e soprattutto
deve essere valida ed efficace.
Rimangono quindi escluse
dallʼambito di applicazione
dellʼarticolo 641 le obbligazioni
a titolo gratuito e quelle derivanti da contratti nulli o inesistenti.
Affinché possa essere contestato il reato di insolvenza fraudolenta è necessario infine che
venga provata la precisa volontà di non adempiere fin dal
momento in cui è stata assunta
lʼobbligazione.
Dal punto di vista del diritto sostanziale non si può poi non
sottolineare che il capoverso
dellʼarticolo 641 del codice penale prevede espressamente
che lʼadempimento dellʼobbligazione avvenuto prima della
condanna estingue il reato.
Lʼinserimento di una siffatta
causa di non punibilità permette di capire la ratio legis e cioè
lo scopo dellʼintroduzione di ta-
le delitto, che sembra essere
non tanto quello di sanzionare
penalmente lʼautore quanto
quello di sollecitarlo al pagamento del dovuto.
Da ultimo alcune osservazioni
in relazione agli aspetti procedurali per evidenziare che si
tratta di un reato procedibile a
querela di parte da presentarsi
perentoriamente entro tre mesi
dalla commissione del fatto o
da quando se ne è venuti a conoscenza.
Secondo la dottrina maggioritaria poi il reato di insolvenza
fraudolenta si consuma nel
luogo e nel momento in cui
viene a manifestarsi lʼinadempimento e non nel momento in
cui viene contratta lʼobbligazione (o in cui viene a manifestarsi lo stato di insolvenza), con
tutte le conseguenze del caso
in relazione al Tribunale territorialmente competente.
L’insolvenza fraudolenta
Le lettere ed i quesiti
vanno inviati a :
Simone Restelli
c/o Tam Tam
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o inviando e-mail
al seguente indirizzo:
simone_ [email protected]
FEBBRAIO 2012
30
LO SPAZIO DEI LETTORI
Depaoli risponde a Crotti
Caro direttore
Chiedo ospitalità, per una risposta
alla lettera del segretario del circolo di Rifondazione comunista di
Mede Enrico Crotti apparsa a pagina 36 del numero del gennaio
scorso. Partendo dal postulato del
Crotti stesso cioè: “l’indifferenza
uccide più delle pallottole”, sul
quale mi trova pienamente d’accordo, di primo acchito il mio
istinto era quello di “passare oltre”. Ma l’accusa gratuita e qualunquista, tipica di una certa classe politica sorpassata dal tempo,
ripresa poi anche dal titolo “Razzisti si nasce o si diventa”, merita
qualcosa di più di semplici spallucce. Ma andiamo con ordine e
cominciamo dall’inizio.
Il signor Crotti per avvalorare le
sue tesi tira in ballo la questione
di Torino dove cito le sue parole:
“Una famiglia imbevuta nel pregiudizio maschilista patriarcale
che non tollera il rapporto sessuale prima del matrimonio”.
No, caro Crotti, e bene ha fatto
don Cervio a rimandarla in religione: nessun pregiudizio maschilista e nessun patriarcato, bensì
normali regole di vita, giuste o
sbagliate che siano (non è qui la
sede adatta per dibatterne), di chi
abbraccia la fede cattolica e la
vuole praticare sino in fondo. Ma
quando si tratta di una famiglia
sconosciuta, allora sono pregiudizi maschilisti e bigotti, quando invece si tratta di sbugiardare Berlusconi (vedi le feste ad Arcore) i
comunisti alla Crotti diventano
ancora più bigotti dei miei poveri
bisnonni.
Che poi la ragazza di Torino abbia
recitato la sceneggiata, sbagliando, ok, ma allora mettiamo sul
piatto della bilancia anche la famiglia distrutta lo scorso anno da
un rom ubriaco al volante che poi
è diventato testimonial di moda
nei pressi di Pescara. Mettiamoci
la ragazza stuprata a Roma, sempre ad opera di Rom e mettiamoci
anche il mercato della prostituzione (vedi Mortara e Vigevano dove
c’è scappato pure il morto) alimentato sempre da rom e albanesi. Il cattolicissimo Depaoli non è
un razzista perché lavora ed ha lavorato insieme ad infermieri diplomati polacchi, tunisini e moldavi ai quali va tanto di cappello
perché sono venuti in Italia per
lavorare e lo fanno con grande
professionalità. Il cattolicissimo
Depaoli, che non è neppure leghista, pur ritenendo legittime comunque molte tesi del Carroccio,
è contro invece ai campi nomadi
composti da persone che per la
maggior parte delinquono e vivono in condizioni igieniche contrarie ad ogni logica umana.
Il signor Pisapia sindaco di Milano, radical chic di sinistra che ha
passato le recenti vacanze di Natale in Thailandia in un hotel del
costo di 900 euro a notte ci vuole
appioppare i “suoi signori” rom.
Non una notizia “fasulla”, come
asserisce tra le righe il Crotti, ma
assolutamente vera. A Mezzana
Bigli ne arriveranno per il momento 15 (lo hanno scritto tutti i
giornali, anche di sinistra), e in
breve termine ne arriveranno altri.
Persone che lavorano oppure che
trasferiscono solamente le problematiche di convivenza con i residenti, dovute alla loro vita fatta di
espedienti e traffici poco limpidi
da Milano alla Lomellina? Vedremo. Vorrei tanto sbagliarmi ma
non sono per nulla ottimista in
merito. Il progressista Crotti poi
che per cultura dovrebbe essere a
favore del pluralismo di informazione si rende protagonista di
LA ROSA
DEI VENTI
RISTORANTE E PIZZERIA
VI aspettiamo
per la festa
della Donna
SPETTACOLO
A SORPRESA
SEMPRE APERTO
Siamo a MEDE in Viale Unione Sovietica, 55 - Tel. 823314
un’affermazione finale a mio avviso gravissima. Tira per la giacchetta il direttore Ottonelli ed afferma: “Mi preme raccomandarmi con chi dirige questo giornale
di usare più prudenza nel modo
di passare le notizie”. Per la serie: libertà di espressione solo ad
“amici ed agli amici degli amici”.
Chi è il razzista signor Crotti? Si
metta il cuore in pace per fortuna
qui non siamo né a Cuba, né in
Corea del Nord e neppure in Venezuela dai suoi amici, dove si la
avrei avuto grossi problemi ad
esprimere liberamente le mie opinioni.
Tanto le dovevo
Mauro Depaoli
Marino
Denari
Lo ricorda il genero, nonché attuale sindaco di Sartirana, Ernesto Prevedoni – Gorone: “Marino è stato per me un padre, un
fratello, un amico ed un costante
esempio da seguire. Dai lui conserverò indelebile il ricordo della
sua integrità morale e della sua
onestà intellettuale. Sono certo
che, anche da lassù, continuerà
ad aiutare me, Luisa e la sua adorata Maria Sole
Luigi
Rossanigo
24-02-2006 - 24-02-2012
Nulla ha turbato la sua fine; era
la sera di un bel giorno
(La Fontaine)
Nel vi° anniversario della scomparsa, la moglie con figli e loro
famiglie, unitamente ai parenti e
tutte le persone che gli vollero
bene, lo ricordano con infinito affetto.
Remo
Lusetti
Ciao amico Remo. Ti ricordo
sempre con affetto.
Paola Anfossi
FEBBRAIO 2012
31
LO SPAZIO DEI LETTORI
Non abbiamo vinto per 6 voti: però l’”anatra è azzoppata”!
A seguito della sentenza del TAR
emessa in data 17/01/2012 riteniamo utile fare un po’ di chiarezza sulla vicenda relativa al ricorso
presentato dalla nostra lista.
Senza entrare nel merito tecnico, è
utile osservare che, contrariamente a quanto più volte dichiarato da
Demartini, non “abbiamo fatto
perdere tempo”, il TAR, infatti,
non ha rigettato il ricorso ma, accogliendolo, ha deciso di verificare le schede, così come da noi richiesto. Inoltre, il tribunale non ha
ritenuto inaccoglibile l’istanza,
ma semplicemente “improcedibile
per sopravvenuta carenza di interesse”, cioè i voti contestati non
bastano per vincere.
Demartini è sempre un “fantasio-
so” nelle sue affermazioni, così
come è pura fantasia affermare
che sono state annullate 30 schede
alla Sua lista. Vero è, invece, che
il TAR ha appurato che 10 schede
delle 20 da noi segnalate nel ricorso sono VALIDE!
Tutto ciò non modifica l’esito del
voto: Demartini viene confermato
Sindaco.
Ciò detto, va rilevato che, se da
un punto di vista amministrativo
nulla cambia, dal punto di vista
politico il responso del TAR evidenzia ancora di più la debolezza
politica della vittoria di Demartini. La differenza di voti fra la sua
lista e la nostra si riduce a 6 Per
usare un termine in uso nella politica americana la Sua maggioran-
za è sempre di più “un’anatra azzoppata”!
Il responso certifica che il margine di vittoria si riduce a soli 6 Voti! La sua è, dunque, una vittoria
risicata, basata sulla grande debolezza politica della sua lista, che si
evidenzia ancora di più, se si pensa che la maggioranza uscente
dalla precedente Amministrazione
Comunale (di cui Demartini rappresenta la continuità) si è presentata alla competizione elettorale
con una dote di voti pari al
52,82% (elezioni 2006) scesa oggi
al 38% accusando la pesante perdita del 14,82%. Non può sfuggire il fatto che oggi, a differenza
del 2006, il 62% dei cittadini medesi ha espresso un voto contrario
gione di leale confronto fra diverse visioni politiche, da cui
scaturì in unʼalta mediazione
di valori la nostra Carta Costituzionale. Era profondamente
convinto che la nostra Costituzione, ancora prima che nelle
aule parlamentari, fosse nata
nel sangue dei martiri, nelle
sofferenze degli esuli, nei
grandi ideali della Resistenza.
Per questo alla Carta Costituzionale rimase sempre fedele,
particolarmente quando ricoprì
la Suprema Magistratura dello
Stato, difendendola con coraggio e decisione da attacchi
sconsiderati nel tormentato
passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Quel “Non
ci sto”, pronunciato ad alta voce, è la viva testimonianza di
un uomo libero e cristallino,
dal cui rigore morale traeva la
legittimazione di scacciare ”i
mercanti dal tempio“.
Addio, Presidente Scalfaro!
Sandro Carrera -Mede •
Rocco Cigallino
Un altro anno è trascorso senza di te.
Oggi come ogni giorno ci manchi,
ma ti percepiamo negli ultimi bagliori del giorno, vediamo in lontananza
il tuo lieve sorriso e siamo felici di
sapere che ci sei come ci sei stato un
tempo.
Mario e Pietrina
Annetta Bosio
A tutti coloro che la conobbero e
l’amarono perchè rimanga vivo il
suo ricordo.
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intrapresa.
Al Sindaco Demartini vorremmo
NUOVAMENTE rivolgere l’invito a dismettere i “panni” e i “toni”
della campagna elettorale conclusasi il 15 di maggio. Ora è tempo
di lavorare e affrontare con serietà
gli impegni amministrativi per assolvere al meglio il compito che,
sia pur una minoranza dei cittadini medesi, gli ha affidato.
Cerchi quindi di fare bene il Sindaco di TUTTI i medesi, senza
sollevare sterili polemiche o attaccare l’avversario con meschini
personalismi!
Maurizio Donato
Lista “DONATO con MEDE”
Mede:
passaggio a livello pericoloso.
Sarà il caso di provvedere!
Ricordando
il presidente Scalfaro
Da democratico cristiano di
vecchia data (la mia prima tessera, che ancora conservo, risale al 1965) ricordo con sincera commozione e vivo rimpianto il Presidente Scalfaro.
Nativo di Novara, fu spesso
presente nellʼimmediato dopoguerra sulle piazze della Lomellina: i più anziani rammentano ancora, nel clima acceso
dello scontro D.C.- P.C.I., i
suoi vibranti ed appassionati
comizi (gli amici di Mortara
non dimenticano che era consuetudine fosse lui a chiudere
sulla piazza del Municipio, nel
giorno del mercato del venerdì, la campagna elettorale).
Cresciuto nelle file dellʼAzione
Cattolica, del cui distintivo si è
sempre fregiato con orgoglio,
fu autentico testimone di una
fede granitica, da vivere con
coerenza nella laicità dellʼimpegno politico. In Parlamento
fin dallʼAssemblea Costituente,
visse quella straordinaria sta-
a Demartini.
In conclusione, vorremmo esprimere:
* la ns soddisfazione per l’esito
del TAR. La sentenza, pur non
premiandoci con la vittoria, riconosce la fondatezza del ricorso,
avevamo evidenziato scorrettezze
nell’annullamento dei voti che in
larga parte ci è stato riconosciuto (
20 schede segnalate nel ricorso 10
ritenute valide). Giustizia quindi
anche per quegli elettori ai quali
era stato annullato il voto;
* un ringraziamento a tutti gli
elettori che ci hanno votato e a
tutti i cittadini che in questi mesi
di attesa per l’esito del TAR ci
hanno fatto sentire la loro vicinanza e la condivisione sull’azione
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Il 10 gennaio 2012, nei miei ricordi, rimarrà impresso come
una giornata molto fortunata.
Mi trovavo a Mede per riaccompagnare mia figlia a casa
dopo una lezione di musica,
erano le 19.00 e mio marito, di
ritorno da Mortara ci aveva raggiunto con il suo furgone per
tornare a casa tutti insieme.
Siamo quindi partiti, lui davanti
con il suo furgone e io dietro
con la mia Panda, abbiamo imboccato la strada che porta verso il cimitero e arrivati all'altezza del passaggio a livello, l'abbiamo trovato aperto e a luce
spenta, ovviamente l'abbiamo
attraversato in tutta tranquillità,
senonchè abbiamo sentito il treno in arrivo da Pavia che suonava per avvisare del suo passaggio, mi sono girata e ho visto i
fari a una distanza di neanche
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100 metri. Probabilmente mi sarei dovuta fermare subito dopo
per capire cosa fosse successo,
ma la situazione insolita e il
realizzare che per pochi secondi
avevamo sfiorato un incidente
con un treno, mi hanno portato
a raggiungere per prima cosa la
mia casa.
Parlando dell'accaduto con amici medesi ho scoperto che non
era la prima volta che quel passaggio a livello aveva dei problemi.
In conclusione, io non passerò
più da quella strada, ma spero
che qualcuno si preoccupi della
manutenzione e della riparazione dei passaggi a livello automatizzati di Mede e non solo.
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LO SPAZIO DEI LETTORI
Egregio signor sindaco Lorenzo Demartini:
si metta due lastre di cemento-amianto sotto il letto e...buon riposo!
Egregio Signor Sindaco,
leggendo i giornali ho notato con
molta soddisfazione quanto le sta
a cuore il problema dello smaltimento dell'amianto, questo le fa
molto onore e come dico spesso,
differenti ideologie politiche non
modificano le cause fondamentali
che orientano le azioni di un buon
amministratore a preoccuparsi
principalmente della salute dei
propri cittadini. Come lei asserisce è giusto, invece di buttare l'eternit nei campi o lungo i fossi,
facciamoci promotori per una discarica, meglio se a casa di altri,
non si sa mai, e seppelliamoci
montagne di materiale che luminari della medicina moderna definiscono erroneamente “cancerogeno e letale per l'uomo”, ma che
lei, essendo sicuramente più erudito in materia, definisce innocui
perchè impacchettati e sepolti.
Però, non chiamiamola “discarica
di amianto”, suona male, meglio
un “centro ecologico per la valorizzazione del calciosilicato coibente diversamente atossico”.
Ho sentito dire che alcuni suoi
colleghi hanno paura che possa
capitare qualche disastro, ma
valà! Li convinca che le possibilità che succeda un incidente sono
risibili, che sarà mai! Ad esempio,
le voglio citare un paio di fatti di
cronaca: in Giappone tutti erano
orgogliosi della sicurezza che trasmetteva loro le nuove centrali
nucleari di quarta generazione,
pensi che su 443 centrali attive in
tutto il mondo ci è voluto addirittura un terremoto di quinta generazione per distruggerne solo una.
E la diga del Vajont? E’ crollata la
montagna, ma lei è rimasta ritta e
salda come un gendarme col pennacchio. Sì, è uscita tutta l’acqua,
ma che vuole che siano un paio di
spruzzi? E se proprio non sono
convinti (i sindaci) dica loro che è
una bufala, citi un suo collega,
consigliere della regione Lombardia, che nell’ottobre del 2006 con
una sua proposta bloccò sul nascere la discarica delle ceneri del
termodistruttore progettata a Galliavola da Asm Vigevano e Lo-
mellina spa, per la quale il presidente del comitato di LomelloValle, Patrizia Berti, disse: “Ringraziamo di cuore Lorenzo Demartini, sempre sensibile alle tematiche ambientali della nostra
Lomellina, e anche tutto lo schieramento di centrodestra che ha
votato l’emendamento anti-discariche”. Io, comunque, la invito a
insistere, non si perda d'animo,
l'eternit è un tesoro per il quale
vale la pena battersi e se l'amianto
non la convince, allora pensi alle
montagne di soldi che da tempo
memorabile i veleni portano ad
aziende e politici senza scrupoli.
Anzi, io le consiglierei una dimostrazione estrema, da coraggioso
quale lei è, si metta due lastre di
cemento-amianto sotto il letto e ci
faccia una dormita sopra, così dimostra a tutti che non c'è niente di
cui aver paura. Faccia come quel
presentatore giapponese che, per
aiutare i coltivatori locali, mangiò
in diretta televisiva degli ortaggi
raccolti vicino alla centrale di
Fukushima, certo, poi si è amma-
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lato di leucemia, ma sicuramente
il cancro non era nell’insalata!
Osservo con molta soddisfazione
che, come me, considera le discariche a cielo aperto un grosso problema da risolvere, bene, le voglio
dare una buona notizia, ma lei lo
sa che la legge n.257 del
27.3.1992 la autorizza a denunciare la presenza di discariche abusive di amianto e, in qualità di responsabile della salute dei suoi
cittadini, è obbligato a bonificare
il terreno sul quale sorgono queste
discariche? Però, se non ricordo
male lei una di queste denunce
dovrebbe già averla, anche se la
discarica abusiva è ancora lì, proprio dietro casa mia.
Un'ultima cosa, se è vero, come
lei asserisce, che un manufatto di
eternit contiene solo il 5% di
amianto, allora stiamo tranquilli!
Ciò vuol dire che una tonnellata
di queste lastre contiene 950 Kg
di innocuo cemento e solo 50 Kg
di asbesto, e non importa se nei
testi di medicina alcuni medici,
cialtroni, a differenza di lei, asse-
CBL
riscono che teoricamente l'inalazione anche di una sola fibra può
causare il mesotelioma ed altre
patologie mortali, incredibile,
anche perché un filamento di
amianto è 1300 volte più fine di
un capello, si immagina quanti filamenti ci possono essere in 50
Kg di polvere? Assurdo, incredibile.
Allora, che facciamo? si fa o no
questa discarica?
Nicola De Rosa (Lista Donato
con Mede) , un cittadino che vuole dormire tranquillo la notte.
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FEBBRAIO 2012
34
LO SPAZIO DEI LETTORI
Ben arrivato
Christian
Sessantesimo
Genoveffa Blasigh e Duilio Blaseotto di Ferrera
compiono il 9 febbraio la
bella ricorrenza dei 60
anni di matrimonio. I figli
Bruna, Claudia, Fernanda, Guido, Teresa e Livio
si stringono intorno a loro
con grande affetto e gli
dicono: Vi vogliamo bene".
3/01/2012
Ilenia e Ivano annunciano la
nascita del loro piccolo Christian.
(per gli amici del papà... Freccino Junior)
Mede:
la Lista Civica a proposito
di cimitero e viabilità
La situazione del cimitero
Siamo stati interpellati da molti
concittadini circa la deplorevole
situazione relativa allo stato di
abbandono del cimitero di Mede.
Infatti per molti giorni i cancelli
sono rimasti chiusi.
Il disagio non ha interessato solo i
cittadini di Mede ma bensì anche
persone provenienti da altri centri. Ora non si discute il periodo
particolare di emergenza ma almeno la pulizia dei sentieri andava immediatamente fatta dopo la
cospicua nevicata.
Non ci risulta, infatti, che altri cimiteri dei paesi limitrofi abbiano
adottato gli stessi provvedimenti.
A nostro avviso il problema è a
monte in quanto la cronica mancanza di manutenzione si rivela in
tutta la sua “drammaticità” in occasione di eventi eccezionali in
quanto non si è ancora compreso
che, prevenire è meglio che curare. Basta guardare le condizioni
strutturali della parte anteriore, ivi
compresa la cappella, per rendersi
conto dell’incuria che da anni è
presente in questa parte del nostro
cimitero.
A nostro avviso, in questo caso,
non ravvisiamo giustificazioni: è
pur vero che le amministrazioni
comunali hanno difficoltà economica in relazione alla normativa
vigente (patto di stabilità) ma se
in passato quando le casse lo permettevano ci fosse stata più attenzione e senso di responsabilità
non saremmo in tali condizioni.
***
La viabilità
Un altro aspetto negativo si evidenzia in merito alla viabilità di
Via Cesare Arrigo e Via Gramsci.
Nonostante le promesse enunciate
in campagna elettorale, la situazione in queste vie rimane difficoltosa e particolarmente pericolosa. La causa si evince nella
mancanza di una seria e moderna
progettualità atta a favorire il
flusso del traffico, ora concentrato unicamente su queste due arterie cittadine.
Il disagio dei residenti è notevole, tenendo conto che in via
Gramsci è situata la scuola materna. Per quali motivi la giunta comunale, conoscendo bene questi
disagi, non ha ancora adottato
provvedimenti adeguati per porre
freno almeno a quanti transitano
con velocità elevata?
Per trovare le giuste soluzioni non
è un problema economico ma si
tratta solo di buona volontà e senso di buona amministrazione.
I cittadini attendono le giuste risposte.
Lista Civica per Mede
Claudio Biscuola
Il destino ti ha tolto troppo presto
dall’amore della tua famiglia, ma
non ti toglierà mai dalla nostra
memoria e dal nostro cuore.
Patrizia, Manuela e Stefania
La calligrafia ritorna a scuola
Corso su “La calligrafia ritorna a
Scuola” a Mortara, per docenti e
genitori.
Come scriviamo in Italia?
Come scrivono i nostri bambini?
E’ arrivato il momento di riflettere
su questi temi. Numerosi bambini
scrivono disordinatamente, ragazzi più grandi scrivono in maiuscolo o in maniera illeggibile; molti
adulti accusano difficoltà e disagio nell’atto di scrivere.
Occorre affrontare il tema della
scrittura nella sua globalità comprendendo che si trovano riuniti
l’aspetto linguistico (il testo, la
grammatica, l’ortografia), l’aspetto psicologico (la personalità, le
caratteristiche temperamentali e
comportamentali) e l’aspetto grafico (la forma delle lettere e il
movimento necessario per crearle). In un’ epoca in cui la mancanza di forma e di regole si riflette su tanti aspetti della vita
scolastica e sociale più in generale, la scrittura potrebbe aiutare i
bambini nel loro percorso di apprendimento dando un senso
dell’ordine, dei limiti. La scrittura
va insegnata, non è un disegno libero, ha le sue regole, è un codice
attraverso cui comunichiamo con
gli altri, non deve essere letta solo
da noi stessi.
Proprio per rispondere a queste
esigenze l’AIMC (Associazione
Italiana Maestri Cattolici) promuove a Mortara un corso con il
seguente calendario:
Lunedì 27 febbraio 1° INCONTRO
La situazione attuale: i quattro
modelli insegnati. Motivi e ragioni, pareri favorevoli e contrari.
La scrittura che imita i caratteri da
stampa e la scrittura corsiva: differenze strutturali.
Lunedì 12 marzo 2° INCONTRO
Comprensione dell’atto dello scrivere e delle sue peculiarità.
L’utilità degli esercizi di pregrafismo. La buona riuscita di una
scrittura dipende da come viene
padroneggiato lo schema motorio:
proposta di esercizi corporei e
gestuali spaziali.
L’ordine, il numero e soprattutto
la direzione dei tratti da cui dipende la capacità di unire correttamente le lettere.
La postura, la prensione, il piano
di scrittura, le penne più usate oggi, i tipi di quaderni.
I mancini: qualche problema in
più da conoscere.
Lunedì 19 marzo 3° INCONTRO
L’insegnamento del corsivo maiuscolo e minuscolo. Le lettere una
a una in dettaglio.
Gli incontri avranno luogo dalle
ore 16,45 alle 18,45 presso la CasaMadre delle Suore Pianzoline di
Mortara. Viene richiesto un contributo di 5 euro per i soci AIMC,
euro 15 per i non soci.
Info: Presidente Sezione AIMC
Maria Grazia Demartini
Tel. 0384 820 913
Federconsumatori
Comunicazione apertura nuovi
sportelli federconsumatoripavia a
Mede e Mortara
MEDE: Via Invernizzi, 2
Lunedi’
dalle 14.30
alle 18.00
MORTARA : C.so Piave, 32
Martedi’
dalle 14.30
alle 18.00
Diego Chieregato
Piero Deodato
Perotti Gilberto
Giorgio Ruzza
15.02.1996 - 15.02.2012
Ci sono momenti nella vita in cui
qualcuno ti manca così tanto che
vorresti proprio tirarlo fuori dai
tuoi sogni per abbracciarlo davvero. Con grande amore
La mamma
Rimane sempre vivo il tuo ricordo, giorno dopo giorno, malgrado
siano passati 5 anni dalla tua
scomparsa tu sei e sempre sarai
nei nostri cuori.
La moglie Anna, mamma Rina
e i tuoi figli Chiara e Alessandro
16.02.2007 - 16.02.2012
Non muore mai chi vive nel ricordo di chi si ama.
La mamma Franca,
le figlie Sonia, Sabrina, Stefania
e le sorelle Anna e Vilma.
Sono trascorsi ormai 10 anni da
quando ci hai lasciate.
Nei momenti più tristi avremmo voluto averti vicino, per aiiutarci a
suoerare le difficoltà che la vita ci ha
imposto. Ci manchi tanto. Vogliamo
che le persone si ricordino della persona buona, onesta e giusta che sei
sempre stata. Ciao Giorgio, ciao papà
Tua moglie Lucia con Donata, Melania e Cristina.
FEBBRAIO 2012
35
LO SPAZIO DEI LETTORI
Una lettera speciale a Giovanni Bordone
La Lega Nord e Scalfaro
Il Gruppo consiliare della Lega Nord
in Provincia di Pavia, alla proposta di
osservare un minuto di silenzio in
memoria dell’ex Presidente della Repubblica, Scalfaro, durante la seduta
del Consiglio Provinciale del 31 Gennaio, è uscito dall’Aula. Cosa che ha
generato le rimostranze dei Gruppi
consiliari di Maggioranza, anche attraverso un comunicato stampa in cui
si parla di “volgare mancanza di rispetto per la persona e la figura politica di un padre della Costituzione e
servitore dello Stato”. Il punto è questo..noi non lo riconosciamo come tale e la scelta, dal significato prettamente politico, di uscire dall'aula è
stata di coerenza verso le nostre idee.
Non ha senso osservare un minuto di
silenzio per una figura, peraltro piena
di luci e ombre, alla quale non riconosciamo alcun merito. La sua “interpretazione” ed il suo comportamento,
ricoprendo la più alta carica dello
Stato, spesso hanno contrastato con il
suo presunto ruolo di “garante della
Costituzione” e soggetto super partes.
Come più cauti si dovrebbe essere anche nell’etichettare come “servitori
dello Stato” persone che l’avranno
certamente anche “servito”, questo
Stato, ma non senza ricavarne ben tre
sostanziosi vitalizi (senatore a vita, ex
parlamentare ed ex magistrato)ai quali di certo il Presidente Scalfaro non
ha mia rinunciato. Ma forse anche
questo è rispetto...
Gruppo consiliare
Lega Nord
Provincia di Pavia
Alex, c’è posta per te
Ciao Alex, come va?
Una mia lettera a te indirizzata su
questo stesso giornale, alcuni anni
fa, iniziava proprio così.
Ne sono passati quasi sei, eri alla
fine della terza media e con molta
preoccupazione da parte mia ti
accingevi ad iniziare il liceo e
avresti dovuto viaggiare da solo
(a tredici anni e mezzo).
Si, lo so, tutti i ragazzi che studiano fuori paese hanno lo stesso
problema, ma per me che sono
stato sempre molto apprensivo
nei tuoi confronti mi sembrava un
ostacolo difficilissimo.
Ora hai raggiunto la maturità e
dal settembre scorso ti sei buttato
anima e corpo nel mondo del lavoro ed io ne sono orgoglioso.
Un augurio grande di una vita felice e piena di soddisfazioni, con
un briciolo di tristezza e una lacrima che mi sta scendendo propio ora nel ricordo di quando eri
piccino e ti potevo stringere, coccolare e sbaciucchiare.
Ciao, ti voglio bene,
papà
Carissimo Giovanni,
quando ho guardato il tuo presepe
mi sono rivista piccina, a quando
papà mi portava in chiesa a guardare quello allestito nella nostra
parrocchia. Allora ho pensato di
aiutare chi ha bisogno e di amare
il mio prossimo senza riserve.
Tutto questo è rinato in me, ogni
istante, mentre fissavo il tuo meraviglioso presepe.
Sai Giovanni, da come la vedo io
il Natale non dura solo 15 giorni
ma, volendo, con tutte le nostre
forze può durare una vita.
E’ facile ricordarsi di essere buoni
quando è Natale, ma se si compiono buone azioni ogni giorno,
allora anche quello è Natale!
Questo l’ho percepito mentre ero
dinnanzi al tuo presepe.
Di tutto ciò riportato sopra ringra-
Amministrazione Mede:
totale indifferenza.
Amministrazione Provinciale: solerte
Ringraziando anticipatamente per
l’ospitalità vorrei far rilevare che
nell’agosto 2011 appariva sul
quotidiano “La Provincia Pavese”, un articolo facente riferimento ad una mia lettera pubblicata
antecedentemente su questo giornale, nella quale evidenziavo la
condizione di abbandono delle
piante presenti in via Montemartini in frazione Goido. In risposta,
il sindaco uscente sign. Guardamagna, sosteneva che preso atto
della segnalazione, l’amministrazione avrebbe senz’altro provveduto ad intervenire per quanto di
sua competenza.
Ad oggi nulla è stato fatto e mi
riesce impossibile non mettere in
risalto, per l’ennedsima volta, la
totale indifferenza e condotta che
si tramanda vergognosamente da
amministrazione ad amministrazione. Di contro, facendomi portavoce di chi percorre abitualmente il tratto di strada MedeGoido, ringrazio l’amministrazione provinciale che con grande solerzia, dopo una segnalazione, ha
provveduto alla tracciatura della
segnaletica orizzontale nel tragitto sopra citato, prima che si presentassero i disagio della stagione
invernale.
Lorenza Ponti
Via Montemartini, 17
zio la famiglia Bordone, e colgo
l’occasione per dirle: non smettete
mai di mostrare il votro meraviglioso presepe perchè scalda il
cuore e l’anima, ci dona spunti di
riflessiome ed il mio è il seguente:
che senso ha gettare via soldi
quando ci sono bimbi che si accontenterebbero di un giocattolo
usato?!
Adana Lupani
Auguri
Martina
Tanti auguri Martina, per il tuo
primo compleanno!
Da mamma Caterina, papà
Giuseppe, nonni, zii e cuginette
TABACCHERIA COMELLI
P.zza Repubblica 9/10 - Mede Tel. 0384822106
RICEVITTORIA LOTTO N° 4244
CANONE TV
BOLLO AUTO
GIOCATTOLI
RICARICHE CELLULARI
VALORI BOLLAT I
ARTICOLI DA REGALO
SUPERENALOTTO
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36
Il tuo sogno? ...
«cambiare
biare la mia
m vvecchia cucina...»
Ora lo
o pu
da 06-02-12 al 18-02-12 noi valutiamo il tuo usato
dal
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sull
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