Philips modd. EL3300/3302 "Pepito" Buon Compleanno alla Compact

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Philips modd. EL3300/3302 "Pepito" Buon Compleanno alla Compact
Philips modd. EL3300/3302 "Pepito"
Buon Compleanno
alla Compact Cassette
di Marco Berti
I quarant’anni di vita della Compact
Cassette (settembre 1963) sono scoccati,
qui da noi, nel più assoluto silenzio: la
digitalizzazione di tutto il digitalizzabile
impone oggi ai nostri censuratissimi media
bocche cucite su tutto ciò che è analogico. Per rompere le
scatole, ho voluto festeggiare degnamente l’evento: riparando
ben cinque esemplari dei leggendari Philips serie EL3300/
3302, e poi... raccontando l’esperienza.
In effetti, è stato proprio l’EL3300 Philips il primo a introdurre
un formato che si è imposto per decenni in tutto il mondo,
sdoganando il nastro magnetico presso il grande pubblico.
Come succede sempre, anche la cassetta ha avuto un debutto
molto incerto sul mercato, un po’ per lo sfavorevole rapporto
qualità prezzo (305 DM di allora per un EL3300 senza accessori, e le prestazioni non erano granché), un po’ per la mancanza
di lettori per auto, ma soprattutto perché la cassetta non era
ancora uno standard: c’era già la “stereo 8”, e del resto, ancora
nel ‘65 la Grundig ha tentato di lanciare un altro standard di
cassetta, un po’ più grande, ma senza successo.
Pur con una costruzione non particolarmente compatta,
l’EL3300 consentiva, grazie al tipo di supporto, una portabilità migliore di quella degli ultracompatti apparecchi
giapponesi a bobine esistenti allora, e una grande comodità
Sopra: due delle mitiche Compact Cassette.
Sotto: ?????????????????
di utilizzo grazie al comando a leva
singola, che del resto in Philips non
era una novità, se si pensa alle famose
radio “a joystick” degli anni trenta.
Le prese di collegamento permettevano una buona versatilità: prevedevano il collegamento a un
alimentatore esterno, al microfono con comando remoto, la
registrazione dall’uscita diodo di una radio o da un giradischi
con testina piezoelettrica. C’era anche l’uscita per cuffia ad
alta impedenza e soprattutto quella per sfruttare la bassa frequenza di una radio, o un amplificatore, per ascoltare i nastri.
Qui l’EL3300 mostrava più la corda, non poteva competere
con i “bobine” ne’ come risposta in frequenza ne’ come dinamica. Del resto, la cassetta nasce come supporto monofonico,
a una pista per senso di scorrimento, senza velleità di fedeltà
musicale. Anche le cassette di allora non erano certo quelle
degli anni settanta.
Lo schema elettrico, con i transistor PNP al germanio e i trasformatori d’uscita e interstadio, denota l’età del progetto.
1965: debutta l’EL3301, costruito sia in Olanda che in Austria,
da dove sono arrivati gli esemplari venduti in Italia. Indistinguibile dal modello precedente sia all’esterno che all’interno,
è però dotato di una testina migliore, a traferro più sottile,
che fa la differenza in risposta in frequenza.
Grazie alle migliori prestazioni, e soprattutto a una riduzione
di prezzo, l’EL3301 ha un discreto successo commerciale: la
compact cassette comincia a diventare davvero uno standard
grazie ai primi lettori per auto, alle prime cassette pre-incise in
commercio - Philips era del resto anche una casa discografica
- e soprattutto, paradossalmente, grazie ai primi concorrenti
giapponesi ed europei.
L’evoluzione continua: nel ‘67 avviene il salto più grande,
esce l’EL3302. Dei modelli precedenti conserva il telaio metallico, l’impostazione, le dimensioni esterne e l’alimentazione
- sempre con 5 pile mezza torcia - ma l’aspetto abbandona,
con l’alluminio satinato e il nero, il grigiore dei modelli
precedenti, anche se a dire il vero rimane quell’impressione
di fragilità del design Philips - in questo caso falsa - tipica
di quegli anni. Ma le maggiori novità sono all’interno, con
uno stadio finale a simmetria complementare, una presa per
altoparlante esterno che gli rende giustizia, e soprattutto
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un circuito di controllo del motore, che agisce sia nei cali di
tensione sia per le differenze di carico e assicura un valore
di wow & flutter massimo dello 0,3 %.
A tutto questo si aggiungono un paio di accorgimenti pratici
che oggi ci sembrano banali ma che allora forse non lo erano:
l’oblò in plexiglass sullo sportellino e il coperchio amovibile
per la sistemazione dell’azimuth delle testine senza smontare
l’apparecchio.
Mantiene l’uso dei transistor al germanio PNP - quindi il
positivo a massa - e in effetti tutto il circuito a monte del
potenziometro di volume viene ereditato dal 3301.
L’anno successivo - il 1968 - arriva la seconda serie. Anche
questa volta l’aspetto esterno non cambia per niente, e solo
un occhio attento riconosce all’interno - dal disegno delle
piste del circuito stampato principale - questa versione dalla precedente. La novità è infatti circuitale, in conseguenza
dell’adozione dei nuovi transistor al silicio NPN. Il totale
passa a 9 transistor e 4 diodi, di cui 2 transistor e 2 diodi
adibiti al controllo del motore. Il maggior guadagno di questi
transistor permette l’utilizzo di un paio di accoppiamenti
diretti; rimangono ancora però 4 condensatori di accoppiamento, fonte di guai - come vedremo - per chi oggi si dedica
alla riparazione di questi apparecchi. Ovviamente, ora è il
negativo a massa.
Un’ulteriore riduzione di prezzo - e il maggior potere d’acquisto dei consumatori - determinano un successo travolgente,
il più gran successo europeo in questo campo. In Olanda, un
intero complesso produttivo Philips viene adibito alla costruzione dell’EL3302 che, dobbiamo ricordarlo, è interamente
europeo, in tutti i suoi componenti. Viene venduto fino al
1974, in milioni e milioni di esemplari.
Sopra: ???????????????????????.
Sotto a sinistra: ?????????????????
Sotto a destra: ?????????????
La concorrenza non rimane ferma: Grundig ad esempio
introduce nel 1967 il C200, e l’anno successivo il C201FM, il
suo primo radioregistratore, con in più la funzione di Pausa
ed il controllo automatico di livello, ma a prezzi decisamente
superiori. Il nostro EL3302, collegato ad una cassa acustica,
non ha niente da invidiare a modelli che costano il doppio.
Si conquista anche un soprannome, “Pepito”, come è tipico
di tutti i grandi successi.
Nasce perfino il mercato degli accessori: GBC ad esempio
vendeva una specie di valigetta che oltre al vano per contenere
il registratore comprendeva l’alimentatore dalla rete luce, un
altoparlante di maggior diametro ed il vano per le cassette.
Siamo nel ventunesimo secolo, ed ecco che il nostro ex sessantottino - riconoscibile dai mocassini, da calvizie incipiente e da
jeans tenuti a vita bassa non per la moda ma per la pancetta,
vuole rimettere in funzione l’apparecchio della sua gioventù.
Di solito la prima reazione dopo aver aperto un EL330x è di
disgusto e di immediata richiusura: oltre alle frequenti fuoruscite di acido dalle batterie lasciate all’interno, le due cinghie,
nel 100% dei casi, si sono sciolte e sono diventate una poltiglia
nera che, al solo sfiorarla, macchia orribilmente.
Se si ha il fegato per superare questa fase e ripulire tutta la
poltiglia, bisogna armarsi di altrettanta pazienza per cercare
cinghiette nuove, non solo perché sono rimasti in pochi a
venderle, ma soprattutto perché vai a spiegare al negoziante,
a volte paziente, altre volte veramente indisponente, che il
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campione non ce l’hai perché si è sciolto!
Superata anche la ricerca delle cinghie, si è pronti, oltre che
per una missione in Iraq, al test dell’apparecchio. Il motore,
per fortuna, funziona sempre, al massimo con qualche cigolio,
e così il resto della meccanica. Tutt’al più, se serve qualche
pezzo, basta cercare un altro Pepito ai mercatini - sono in
vendita di solito a 10 Euro. E’ raro invece che l’elettronica sia
ancora a posto: con tutti quegli elettrolitici, il meno che possa
capitare è un suono troppo aspro, senza bassi. Gli elettrolitici
di oggi sono molto migliori... Anche gli AC126 sono un po’
delicati, nel caso meglio sostituirli con dei BC558, per non aver
più problemi. In ogni caso, con l’ausilio di un generatore di
bassa frequenza, non sarà difficile riparare i guasti. Il resto è
ordinaria amministrazione. Per non dover più soffrire in futuro, prima di riporre di nuovo il Pepito, sarà meglio togliere
o almeno “detensionare” le nuove cinghie... Un’ultima prova
di pazienza sarà costruire dei cavetti adattatori per i collegamenti: le norme DIN, che Philips applicava rigorosamente,
sono ormai in disuso da molti anni.
… Come passa il tempo!
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A sinistra: ?????????????????
A destra: schema ed istruzioni del mod. EL 3300
Sotto: ?????????????