Campi della legalità 2015
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Campi della legalità 2015
Campi della legalità 2015 Mesagne (BR) 29 giugno- 5 luglio Anche quest’anno sono ad un campo! È il quarto per me, due qui in Puglia e due in Calabria. Sono sempre esperienze bellissime, emozionanti e arricchenti, sarà certo così anche questa volta. Ritorno a Mesagne, dove ho fatto il mio primo campo, ma le due situazioni si presentano con molte differenze. Allora alloggiavamo nella villa di Torchiarolo, bellissima ma in pessime condizioni, isolata da muri di cinta e da vigneti Oggi saremo in una scuola di Mesagne, nel centro di questa città che ricordo ricca di bei monumenti, il castello, le chiese barocche< Quattro anni fa eravamo in cinque pensionati CGIL di Rimini: io non conoscevo nessuno neanche allora ed eravamo tutti alla prima esperienza ; abbiamo dovuto tirar fuori molto ‚spirito di adattamento‛, ma siamo tornati molto soddisfatti. Questa volta di Rimini siamo solo due, io Irene, e Gabriella; saranno con noi due ‚colleghi‛ di Reggio Emilia che abbiamo conosciuto in un incontro preparatorio a Bologna; troveremo anche due compagne provenienti dalla Sicilia; mi incuriosisce molto questa nuova ‚combinazione‛: le esperienze passate mi hanno permesso di incontrare altri compagni SPI CGIL delle regioni del Sud da cui ho imparato nuove ricette che ho sperimentato anche a casa! I ragazzi saranno pochi, questo mi dispiace un po’, ma anche loro provengono da tutta l’Italia, mentre nell’esperienza precedente erano in prevalenza Emiliani, e questo anche mi interessa molto. Dovremo anche questa volta cucinare i ‚brutti ma buoni‛ e questo richiederà molta creatività, soprattutto in una situazione che, oltre alle ormai solite diete vegetariane o legate ad intolleranze, fa prevedere anche diversità di gusti ed abitudini. Io terrò il mio solito diario, mi piace riportare a casa, oltre alle emozioni che sono personali, anche nuove conoscenze, che spero di poter utilizzare negli incontri con gli studenti delle scuole riminesi a cui mi dedico durante l’anno. 1. Il nostro alloggio: LA SCUOLA DELL’INFANZIA “JOAN MIRÒ” di Mesagne 2. LA COOPERATIVA TERRE DI PUGLIA- LIBERA TERRA È la cooperativa sociale fondata nel gennaio 2008 da giovani pugliesi per il riutilizzo dei beni confiscati alla Sacra Corona Unita. Nasce dal progetto Libera Terra che l’associazione Libera promuove nel Mezzogiorno d’Italia, là dove esistono beni confiscati secondo la legge n. 109/96 da recuperare e rendere strumento di cambiamento sociale e TERRE DI PUGLIA – LIBERA TERRA Società Cooperativa Sociale Vico dei Cantelmo, 1 – 72023 Mesagne (BR) P. Iva 02197060748 – REA n° BR 127836 tel. 0831.775981 [email protected] promozione di legalità nei territori infiltrati dalle mafie. A seguito delle esperienze siciliane e calabresi, il progetto Terre di Puglia – Libera Terra prevede inizialmente l’uso dei beni confiscati alle mafie nella provincia di Brindisi, nei comuni di Mesagne, Torchiarolo e San Pietro Vernotico. Si tratta di circa venti ettari di terreno coltivati a grano biologico – grazie al quale già nel 2007 sono stati prodotti i primi tarallini pugliesi con marchio Libera Terra, diffusi presso gli ipermercati Coop – e di circa trenta ettari di vigneto tipico, in via di recupero dopo anni di abbandono anche grazie al lavoro di agronomi del circuito Slow Food.I soci della cooperativa sono stati individuati per mezzo di un bando pubblico esteso a tutto il territorio nazionale; sono 8 e hanno partecipato al periodo di formazione e stage finalizzato all’acquisizione di conoscenze e competenze da spendere all’interno della nuova cooperativa.Partner del progetto, oltre ai Comuni interessati dai beni confiscati, la Prefettura di Brindisi e Libera, sono la Provincia di Brindisi ed Italia Lavoro Spa con le risorse del Programma Pari. Al percorso partecipa l’agenzia nazionale Cooperare con Libera Terra. Fondamentale il sostegno politico ed economico della Regione Puglia che scommette su questa esperienza a vantaggio di tutto il territorio. 3. IL LAVORO IN COOPERATIVA Alla Masseria Canali: lavoro nei campi di pomodori Lavori di manutenzione della Masseria Canali Alla villa del boss Cosimo Antonio Screti , cassiere della SCU, a Torchiarolo Lavori di manutenzione in vista dell’inaugurazione delle Cantine Alla fine degli anni ’70 la penisola salentina fu teatro dello sviluppo di una feroce e cruenta organizzazione criminale, che intendeva mutuare la struttura e gli atteggiamenti tipici di Cosa Nostra siciliana. La quarta mafia, la Sacra corona unita, in pochi anni si insinuò nelle pieghe della società pugliese, minandone la serenità, il vivere civile ed inquinandone profondamente il tessuto economico. Specie nel brindisino e nel leccese si costituirono i gruppi più violenti, capaci di mettersi alla testa dell’intera consorteria criminale sino alla fine del secolo scorso. Furono anni duri per l’intera popolazione locale, una scia di sangue che sembrava non dovesse avere fine. L’azione repressiva delle forze dell’ordine e della magistratura decapitò tuttavia i vertici dell’organizzazione, in realtà assai fluida nella struttura e debole nel raccogliere il consenso dei cittadini. Oggi la Sacra Corona Unita sembra domata, ma in realtà non dorme. I clan non sparano più, ma continuano a gestire i traffici illeciti, lavorando spesso da intermediari al servizio di altre mafie nei rapporti con le organizzazioni criminali d’oltre Adriatico. Restano insomma gli affari criminali che determinano un grave pericolo per la democrazia. In cucina con i Brutti ma buoni! Con il progetto Brutti ma buoni, nato nel 2003 in seguito a una sperimentazione realizzata con l'associazione Last minute market e la Facoltà di Agraria dell'Università di Bologna, Coop Adriatica ha strutturato all'interno di alcuni punti vendita un protocollo per l'attività di recupero dei prodotti alimentari invenduti, così da poterli donare - nel massimo rispetto delle normative igienico-sanitarie e fiscali - a organizzazioni che si occupano di persone in difficoltà, di problemi sociali o in alcuni casi di animali. L'attività produce anche un notevole beneficio ambientale, incidendo in modo apprezzabile sulla produzione di rifiuti e riducendo le emissioni in aria provocate dalla combustione dei rifiuti o dai mezzi di trasporto, nel caso in cui i prodotti tornassero al produttore o andassero in discarica. 4. Tutti a tavola! 4. TUTTI A TAVOLA! Alla scuola< Buon Compleanno, Daniela! Cena tipica pugliese: purè di fave con cicoria e friarielli . Focaccia. Melone Grazie, Natalina! Un classico tra i classici, che affonda le sue radici nella tradizione contadina pugliese e che le nuove generazioni non sempre conoscono. Un ottimo primo che si trasforma in piatto unico se accompagnato da tanto pane croccante, magari caldo e insaporito con uno spicchio d'aglio. A completare una semplice insalata. (per 4 persone) 500 grammi di fave secche sgusciate Lasciare in ammollo le fave in acqua fredda per una notte. L'indomani scolarle, 1 patata sciacquarle e porle in una pentola dai bordi alti, insieme alla patata a tocchetti, 1 chilo di cicoria ricoprendole di acqua. Salare e lasciar bollire dolcemente, fino a che non si sarà 1 spicchio d'aglio creato una sorta di purè (ci vorrà circa mezz'ora). Se invece si preferisce una crema olio extra vergine di oliva più morbida, basta aggiungere un po' di acqua calda e mescolare. Aggiustare di peperoncino a piacere sale, pepare e completare con un giro d'olio. Nel frattempo lavare, mondare e sale e pepe qb lessare la cicoria in acqua bollente salata. Se si tratta di foglie giovani si possono fette di pane casereccio per accompagnare lasciare intere, in caso di cespi più grandi meglio tagliuzzare le foglie grossolanamente. Scolare bene la cicoria e ripassarla per qualche minuto in padella con un cucchiaio d'olio e l'aglio. Servire mettendo nel piatto il purè di fave con sopra la cicoria, cospargendo di peperoncino - se piace - e completando con dell'altro olio. Accompagnare con pane casereccio. e pranzo siciliano preparato da Nella e Sara: penne con le melanzane e caponata Caponata siciliana Tagliate le melanzane a dadi e distribuiteci sopra il sale per eliminare l'acqua di vegetazione amara. Friggere le melanzane e nel frattempo tagliate la cipolla e fartela rosolare in un tegame. Tagliate il sedano, snocciolate le olive e metteteli in una casseruola con acqua bollente, insieme ai capperi. Lasciate cuocere fino a che il sedano risulta quasi cotto, scolate e sciacquate con acqua fresca. Versate il tutto in una casseruola, aggiungete la salsa, lo zucchero, l'aceto, il cacao e mescolate costantemente. Dopo circa dieci minuti, togliete la salsa dal fuoco e salate le melanzane. Mettetele su un piatto di portata e versatevi sopra il resto della salsa. Spolverate con un ciuffetto di basilico tritato. Servitela fredda. 3 melanzane, 200 gr di olive verdi, 100 gr. di capperini di Pantelleria, 100 gr di sedano, 3 cipolle, 150 gr. di concentrato di pomodoro;100 gr. di zucchero; 1 bicchiere di aceto bianco,3 gr.di cacao,amaro, 1l di olio extravergine,1 ciuffo di basilico fresco. Ma anche… Pic-nic al mare, alla spiaggia della Riserva naturale di Torre Guaceto E cena al Ristorante Ex Fadda e Ostuni ni 5. IL TERRITORIO Mesagne È un comune italiano della provincia di Brindisi in Puglia. È situata lungo la via Appia Antica, 10 km a ovest del capoluogo provinciale. Fa parte dell'Associazione Rete Italiana Città Sane - OMS ed è, con le sue 22 frazioni, fra le città più popolose ed estese del Salento. È la città d'arte che meglio rappresenta il barocco pugliese insieme ad Ostuni in tutta la provincia con numerosi esempi su edifici privati e religiosi. Molto caratteristico è il centro storico, con viuzze strette e con la sua forma unica di cuore. Il Castello: presumibilmente esisteva già in periodo bizantino (XI secolo), ma la costruzione di un Castrum Medianum è attestata solo nel 1062. Nel XVI secolo la parte più antica del castello, pericolante, venne abbattuta e sostituita dal torrione ancora esistente, dotato di un ponte levatoio. Al suo interno è allestito il Museo archeologico Ugo Granafei. LA RISERVA NATURALE DI TORRE GUACETO La Riserva naturale statale Torre Guaceto è situata sulla costa adriatica dell'alto Salento, a pochi chilometri da Brindisi. Le prime azioni a tutela di Torre Guaceto risalgono al 1970, ma solo nel 1991 l’istituzione di una riserva marina a Torre Guaceto diventa realtà con un decreto del Ministero della Marina . Il Ministero dell’Ambiente nel 2000 istituisce poi la riserva naturale dello Stato di Torre Guaceto. Il Consorzio di Gestione è costituito dai Comuni di Brindisi e Carovigno e dall’Associazione Italiana per il WWF for Nature Onlus: dall'atto della sua costituzione gli è attribuita anche la gestione della riserva naturale marina. Torre Guaceto si estende per circa 1.200 ha, presentando un fronte marino che si sviluppa per 8.000 m₂ L’area è attraversata e divisa dalla strada statale 379. I sistemi che si sviluppano a monte e a valle della strada statale sono profondamente diversi. A monte permane un sistema agricolo tipico della zona: grandi oliveti secolari attentamente mantenuti, divisione degli appezzamenti e limitazione delle strade realizzate con muretti a secco di pietra locale ed ancora negli oliveti, terreni rossi, non coperti da vegetazione e non interessate da altre culture. Nell’area posta a valle della superstrada i terreni hanno una connotazione più naturale. Qui sono riconoscibili due tratti principali. In primo luogo, nella parte prossima al mare e per circa metà della lunghezza della costa protetta della riserva vi è un apparato dunale imponente, concluso verso terra da una fitta macchia mediterranea. Una significativa varietà di ambiti diversificati si succedono in questo tratto costiero per alcune centinaia di metri verso l’entroterra. Al suo interno vi sono piccole zone umide che si formano durante e dopo le piogge e che scompaiono nei periodi più caldi, ed alcune risorgive di acqua dolce anche esse stagionali. La successione spaziale spiaggia, duna, macchia mediterranea si conclude con aree agricole (prevalentemente orticole) ed alcuni rimboschimenti di non grande qualità. Il secondo tratto costiero, che si sviluppa verso sud, si caratterizza come una costa bassa e rocciosa, con piccole spiaggette ed una vegetazione che si spinge fin sulla linea di costa. Successivamente la crescita dei canneti ha chiuso parzialmente le superfici libere delle acque. Il sistema che n’è scaturito riviste un grande interesse da punto di vista ambientale, essendo luogo di passo di numerose specie di avifauna e, inoltre, essendo caratterizzato dalla presenza costante di uccelli, anfibi ed insetti connessi ai sistemi umidi. OSTUNI Ostuni è un comune nella provincia di Brindisi in Puglia, il suo territorio è parte integrante della Murgia meridionale, al confine con il Salento. Dal secondo dopoguerra , accanto allo sviluppo dell'agricoltura e dell'industria di trasformazione ad essa correlata (olio di oliva, mandorle,vino), la città è diventata una rinomata meta turistica, riuscendo a valorizzare i suoi beni culturali, storici e architettonici. È detta anche Città Bianca perché la caratteristica più peculiare del centro storico è l'imbiancatura a calce delle case fino ai tetti. L'uso, attestato sin dal Medioevo, deriva, oltre che dalla facile reperibilità della calce come materia prima, dalla necessità di assicurare alle viuzze e agli ambienti ristretti di impianto medievale una maggiore luminosità, data dalla luce sia diretta che riflessa. Questo costume ha rivestito anche un ruolo importante storicamente nel XVII secolo, quando l'imbiancatura a calce fu l'unico modo per evitare che la peste dilagasse nella cittadina ed il contagio aumentasse distruzione. sino a portarne la Colonna di Sant'Oronzo 6.LA FORMAZIONE La nostra terra è la vostra terra 29 giugno , Incontro di presentazione I campisti non sono ancora arrivati tutti, al momento ci sono Tommaso e Francesca da Firenze; Maddalena da Torino; Daniela, da Molfetta, Matteo, da Milano;Gabriella, da Napoli; Francesco, da Barletta; dopo qualche giorno,perché impegnato in un esame, ci raggiungerà Michele, dalla provincia di Bari. Poi ci siamo noi dello SPI- CGIL: Nella e Sara dalla provincia di Ragusa; Laura e Antonio, da Reggio Emilia; Lella e Irene da Rimini. Il nostro coordinatore è Lorenzo, di Brindisi che ha studiato per dieci anni a Bologna. È un gruppo piccolo, paragonato alle esperienze precedenti, ma interessante per le molte diversità: di età, di generazioni, di genere, di provenienza. Colpisce il numero relativamente alto di ragazzi che provengono dalla Puglia, è la prima volta che mi capita, di solito ci siamo meravigliati della scarsa partecipazione dei giovani locali. Ci accolgono in tanti. Diversi soci e collaboratori della Cooperativa: Fabio, Ivano, Francesco , Gigi; tutti sottolineano l’importanza dell’esperienza dei campi, che genera cambiamento, nei partecipanti come nel territorio. Illustrano, poi, la giornata-tipo. Per Libera-Puglia saluta Alessandro, responsabile regionale dei campi. Salutano, per lo SPI-CGIL: Roberto, dall’Emilia-Romagna; Cosimo, segretario provinciale SPI di Brindisi; Mario, Antonio, Natalina, da SPI Mesagne; Lucia e Adolfo, dell’AUSER provinciale; Michele, della segreteria provinciale CGIL. La maggioranza dei campisti è alla prima esperienza, e manifestano tutti molto interesse, chi per ‚toccare con mano‛ situazioni di cui ha conoscenza attraverso i media, chi perché desidera conoscere il mondo del volontariato Anche per essere utile nella propria terra. L’esperienza dei campi è un atto politico, una gemma nello stato depressivo della scarsa partecipazione 30 giugno, alla Masseria Canali Incontro con il Procuratore della Repubblica di Brindisi Dott. Marco Dinapoli Con parole appassionate e appassionanti, il magistrato ha raccontato la sua esperienza alla procura di Brindisi, la sua lotta contro la malavita ma anche contro la complicità di una cultura dell’illegalità radicata in tutti gli strati sociali in un territorio che da molto tempo trovava nel contrabbando delle sigarette un business vantaggioso per tutti. ‚ Il fiume di sigarette ha profondamente inquinato il tessuto sociale brindisino…le famiglie benestanti investivano sulle puntate, cioè sui carichi… i contrabbandieri erano organizzati in squadre, motoristi o scaricatori, in genere studenti, poi c’erano le colonne contrabbandiere che trasferivano il carico via terra… si era persa la consapevolezza che si trattasse di un reato. Ha sottolineato, quindi, la solitudine nella quale ha operato, all’interno delle Istituzioni come nella società civile ‚ È stato un errore strategico gravissimo questa sottovalutazione…quando ho cominciato a contrastarla non ho trovato nessuna collaborazione la gente doveva pur vivere. Dopo le sigarette, sono arrivate la droga e la prostituzione” . Ha ricordato commosso le vittime di questa lotta, che molti giudicano ormai archiviata ma che, a suo giudizio, ha solo cambiato metodi e interessi, limitando le azioni violente a favore della corruzione, molto penetrata anche nel mondo della politica. ‚ Il vero problema è che non si vuole fare… non è vero che da una parte ci sono solo le persone perbene e dall’altra tutti i cattivi…ma la politica parla solo il linguaggio della convenienza< in Italia solo le morti emozionano l’opinione pubblica…non c’è strategia nella lotta alla malavita…la SCU è una mafia giovane, si poteva intervenire subito per contrastarla, ma non ce ne è stata lo volontà, si diceva che trattare con la mafia conveniva per mettere fine alle stragi…si preferiva minimizzare per tutelare l’onorabilità del territorio”. Sollecitato anche dalle domande dei presenti, ha ricordato come la Sacra Corona Unita (SCU) sia nata nel 1983 proprio ad opera di un mesagnese, Giuseppe Roccoli . Nel 1978 incontra, in carcere, un boss della ‘ndrangheta con cui si allea per contrastare la penetrazione in Puglia della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo che stava prendendo piede nel foggiano. La quarta mafia, come viene chiamata la SCU, è organizzata sul modello delle ‘ndrine, ma non riesce a creare legami altrettanto forti, tanto è vero che il maggior numero di pentiti proviene proprio dalla Sacra Corona Unita: sacra perché ogni membro riceve un battesimo; corona perché gli appartenenti sono come i grani di un rosario; unita La mafia è nemica del bene comune per indicare la coesione degli aderenti. È un nemico con cui non si tratta . 1 Luglio, mattina alla villa di Torchiarolo- San Pietro in Vernotico Incontro con alcuni soci della Cooperativa, Fabio e Vincenzo Fabio ci informa che la Cooperativa ha in affidamento due beni, uno a Mesagne, la masseria Canali che abbiamo già visitato, e la tenuta di Torchiarolo. La prima era di proprietà di Carlo Cantone, che vi ha risieduto, agli arresti domiciliari, fino al 2010. La seconda apparteneva a Cosimo Antonio Screti, definito dagli inquirenti il cassiere della SCU; oggi è libero dopo aver scontato sei anni di carcere. Don Tonino, ufficialmente produttore di vino risultato poi sofisticato, era il signore del posto, riceveva i potenti: politici e religiosi ( nel giardino della villa c’è una cappella nella quale ha officiato anche il vescovo), ma anche la gente comune per cercare lavoro ma anche per risolvere controversie familiari. Quando la tenuta è stata confiscata, villa e coltivazioni sono state devastate, mentre incendi e intimidazioni hanno cercato di impedirne la Cooperativa non mancanza di fondi, al ripristino della villa, mentre ha nuova cantina, la cui apertura ufficiale avverrà il 13 È per i soci, la realizzazione di un sogno! assegnazione. La ha ancora provveduto, per recuperato buona parte dei vigneti e attivato luglio prossimo. una 1 Luglio, pomeriggio, alla Masseria Canali: La risposta democratica , popolare, intergenerazionale del territorio Incontro con rappresentanti dell’A.N.P.I e dell’Unione degli Studenti Dal comunicato ufficiale dell’A.N.P.I. di Brindisi : Il primo luglio scorso l’ANPI di Brindisi, ha tenuto un incontro a Masseria Canali… La lotta alla mafia ha in sé anche quello che fu il senso della lotta dei partigiani nella Resistenza. Nel corso dell’incontro con il presidente Donato Peccerillo si è discusso della Resistenza, dei suoi valori alla base della Costituzione, tra i quali il diritto a una vita sociale ed economica libera da ogni condizionamento illegittimo ed illegale, e del coinvolgimento spesso dimenticato dei partigiani brindisini e dell’intero Sud nella guerra di Liberazione. E la lotta contro la mafia e per la Liberazione è stato il tema discusso con i volontari…di tutte le età, provenienti dalla Sicilia, da Rimini, Reggio Emilia, Puglia, Firenze … I temi messi in campo sono stati molti, accomunati dal rilievo dato alla partecipazione di tutti, Dalla pagina Facebook dell’Unione degli Studenti di Brindisi: studenti e anziani Oggi ci troviamo con Libera, l'Anpi e la CGIL presso nell’impegno a Masseria Canali, bene confiscato alla Mafia presso Mesagne, per parlare della Mafia nel passato e nel presente. combattere indifferenza, egoismo, qualunquismo per contribuire ad uscire dalla ‚crisi‛ attuale, che non è solo crisi economica, ma anche valoriale. I volontari dell’A.N.P.I hanno sottolineato l’opera di ricostruzione storica in cui sono impegnati per ‚raccontare la Resistenza al Sud‛ ignorata per molti motivi: la minore durata dell’occupazione nazista in queste Regioni, un certo razzismo nei confronti del Sud ritenuto tendenzialmente favorevole al fascismo e ossequiente nei confronti delle mafie; certamente ancora oggi una parte dell’ opinione pubblica ricorda il fascismo come in grado di mantenere l’ordine pubblico ma molti sono stati i combattenti per la liberazione, prima nei loro territori e poi anche nelle regioni del nord. ‚ La responsabilità maggiore del Meridione è stata quella di non richiedere con chiarezza la riforma agraria che anche nel ’50 non è tata fatta in maniera democratica‛. Fare chiarezza sul passato è il punto di partenza per le lotte di oggi, per questo è importante il dialogo con gli studenti. Questi sono impegnati nella lotta per una società autenticamente democratica, quindi libera dalla mafia, con una scuola davvero per tutti, aperta ai migranti e rispettosa delle diversità. 2 luglio, pomeriggio San Vito dei Normanni : la risposta delle Istituzioni Visita a EX FADDA: l’ Officina del Sapere Ci riceve Martina, che ci guida per tutto il percorso. Ex Fadda è il nome di questo stabile che ha una superficie di circa 4 000 m²: era un’azienda enologica di proprietà della famiglia Fadda che ha venduto lo stabile al Comune di San Vito il quale lo ha lasciato inutilizzato per molti anni. Nel 2010 il Comune partecipa al programma regionale Bollenti Spiriti 1 col progetto Laboratori urbani e riceve finanziamenti per la ristrutturazione dell’area. Vengono aperti un bar, una scuola dell’infanzia, si tengono molte manifestazioni, ma la struttura è decisamente sotto utilizzata, lo spazio si presenta ‚essenziale e anonimo‛ ExFadda è un progetto promosso dal Comune di San Vito dei Normanni e dalla Regione Puglia nell'ambito del programma per le politiche giovanili Bollenti Spiriti. ExFadda è gestito da una cordata di realtà locali composta da Sandei s.r.l, Magazzini Teatrali Dardagnam, Associazione Un Futuro a Sud, Associazione Bendicò e le Stelle, Associazione Epifani Barbers Nel 2012, dopo incontri con sociologo della Regione, esponente della ‚sociologia dal basso‛ si procede ad una riorganizzazione dello spazio con l’aiuto di un collettivo di architetti milanesi e ad un ‚arredamento‛ frutto di recupero di materiali. Ci si avvale della collaborazione delle persone già impegnate, ma ci si apre all’apporto di tutta la comunità cittadina. L’obiettivo è quello di ‚restituire il bene alla comunità‛, senza obiettivi preventivamente ‚dedicati‛ . Le relazioni sono basate sulla fiducia: non ci sono ‚guardiani‛, ognuno deve sentirsi a casa propria, moltissime persone hanno le chiavi; non c’è un ‚tariffario‛ chi utilizza gli spazi lascia ciò che vuole: alcuni versano una parte di quanto ricavano, altri restituiscono ‚ in servizi‛, ad esempio di pulizia. Periodicamente si svolge un’assemblea. Il Project Manager è Roberto Covolo . C’è un centro falegnameria, fotografico, ludico una una per scuola la di libreria, prima musica, un bar, infanzia, un una una collettivo radio. C’è XLive, lo spazio all’aperto che i ragazzi affittano per i concerti e le feste. C’è Vito Valente, con la stessa determinazione degli inizi, quando con gli amici della sua società decise di partecipare al bando; c’è Roberto Covolo detto Rambi, il project manager, una laurea in Sociologia e la convinzione che “fare le cose con gli altri non solo è più bello, ma più utile”. C’è una comunità organizzata che ha cancellato la parola assistenzialismo, e ha fatto dell’aggregazione un’opportunità professionale ed economica. Soprattutto 0 fresco ragazzi c’è XFood, di inaugurazione, disabili gestione ristorante in che sala, dell’orto in sociale impiega cucina biologico. a km sedici e nella Sono stati selezionati con avviso pubblico, formati e avviati attraverso il programma regionale di job coaching destinato alle persone svantaggiate. Altri 26 stanno per essere selezionati, l’obiettivo è di stabilizzare almeno il 30 per cento. Le cucine sono state acquistate con il contributo de Il Mio Dono, la fondazione Unicredit per il no profit; attraverso la vendita di abbonamenti per il pranzo o per la affrontare cena, invece, le spese ristrutturazione. Qualcosa i ragazzi per di slogan di XFood. Diverso sì. hanno potuto l’arredo diverso, e recita la lo 3-4 Luglio, pomeriggio alla Masseria Casali LIBERA 2 e la promozione dell’impegno Su richiesta dei campisti, gli ultimi due incontri hanno permesso il confronto con la rete di Libera sul territorio e hanno consentito di conoscere meglio la sua struttura anche a livello nazionale. Il primo incontro ha visto come protagonisti studenti e volontari di varie associazioni di Ceglie Messapica, una cittadina della provincia di Brindisi che vanta il riconoscimento di città d'arte e terra di gastronomia. Tra le più antiche della regione e fu fondata attorno al XV secolo a.C. Il territorio si caratterizza per i trulli, le masserie, gli oliveti secolari e le grotte carsiche; ed è molto apprezzato dai turisti. Non fa pensare alla malavita, anche se i locali sanno che ci sono almeno 7 beni confiscati. Sono attive varie associazioni di volontariato, con vocazioni diverse, e da circa 2 anni in 15 si sono messe in rete dando vita ad un presidio di Libera. Ciascuna Associazione si occupa di temi specifici, ma attraverso il presidio sostengono lotte comuni, organizzano percorsi di educazione alla legalità nelle scuole, diffondono le campagne di Libera. Uno degli impegni più condivisi riguarda la difesa del territorio, che è la principale risorsa del luogo, anche allo scopo di limitare la migrazione dei giovani. È stata richiesta l’adesione della Amministrazione alla carta di Pisa3, sono stati creati spazi di socializzazione ( biblioteca, teatro, cinema,<) in cui un gruppo di studenti autogestito organizza cineforum, dibattiti su letture condivise, incontri con docenti considerati esperti<Lavorando con la scuola sono riusciti,in vista dell’EXPO, ad ottenere la certificazione Slot-food per il Biscotto di Ceglie, preparato secondo un’antica ricetta popolare. Gabriella ha poi spiegato, rispondendo ad una domanda, che un Presidio di Libera non è un’Associazione, ma una rete e richiede, per la sua costituzione, almeno tre soggetti, che possono essere Associazioni, scuole, Parrocchie< Ciascuno mantiene la propria autonomia, si condividono temi ed esigenze. Il presidio si mette in rete con l’organizzazione provinciale, si dà uno Statuto 4 che è estrapolato dallo Statuto nazionale, senza sopprimere lo statuto proprio di ogni aderente. Il giorno successivo, sempre alla Masseria Canali, incontro con esponenti dell’Ufficio Regionale di Libera : Alessandro Cobianchi referente regionale, Giovanna della segreteria, Angelo responsabile dei presidi e Gloria, responsabile della formazione. Molti campisti sono interessati all’impegno di Libera, desiderano conoscere l’organizzazione e come contattarla nei loro territori. Viene quindi spiegato che si Tratta di un'Associazione a ‚struttura piramidale‛, in cui base e vertice sono entrambi fondamentali. Al vertice c’è la Segreteria Nazionale, che elabora le linee-guida grazie alle informazioni che arrivano dai territori, dove operano Coordinamenti regionali, provinciali e presidi presenti nelle città. I principi ispiratori sono: l’etica della bellezza e la difesa del bene comune, il ‚vangelo‛ è la Costituzione della Repubblica. Chiunque lo desideri può cercare i presidi operanti nel proprio territorio. L’etica libera la bellezza La lettura del fenomeno mafioso in Puglia è difficile, perché la malavita è divisa in molte organizzazioni: oltre alla Sacra Corona Unita, presente soprattutto nel Salento e a Taranto, operano la mafia foggiana, quella del Gargano, quella barese molto simile alla camorra. La magistratura ha difficoltà a riconoscere ‚reati di mafia‛, perché il territorio non è ‚intrinsecamente mafioso‛ sono presenti ‚anticorpi‛e questo ha portato anche alla sottovalutazione del fenomeno, così come è avvenuto in molte zone del nord d’Italia. Malgrado ci siano state molte vittime di mafia, queste non sono mai state ‚eccellenti‛ e questo ha fatto sì che i Pugliesi si siano distratti per troppi anni, anche se sono nate sul territorio molte associazioni e iniziative di contrasto. Libera si propone non di ‚fagocitare‛ ma di organizzare in rete le tante realtà, per consentire loro di essere più visibili e più efficaci. Sostiene progetti nelle scuole per diffondere la conoscenza della Costituzione, sollecita le Amministrazioni anche attraverso il progetto‚SOS Giustizia‛, nato nel 2010; è un Servizio di ascolto e di assistenza alle vittime della criminalità organizzata", finanziato dal Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali (legge 383/2000 ), che ha permesso l'attivazione in alcune regioni di vari sportelli di ascolto finalizzati ad accogliere, orientare e offrire consulenza a quanti faranno richiesta in particolari ambiti di disagio quali usura, estorsioni., corruzione. Libera ha rapporti con le Forze dell’ordine, con le Istituzioni, con le Amministrazioni, con i soggetti economici. Tenere insieme soggetti differenti per salvaguardare il bene comune 7. CONCLUSIONI 5 luglio, ultimo giorno Non c’è stato un vero e proprio ‚incontro di verifica‛, i ragazzi hanno compilato un questionario preimpostato. Però, forse anche perché il gruppo non era molto numeroso, le occasioni di scambio sono state frequenti: è piaciuto a tutti il clima collaborativo, a dispetto delle tante differenze, già sottolineate. Ha colpito noi, più ‚grandi‛ , l’entusiasmo ma anche il desiderio di conoscere di più per impegnarsi di più dei ‚ragazzi‛ e, naturalmente, hanno fatto piacere anche gli apprezzamenti per la cucina. Molto interessante è stato anche vedere la presenza di molti giovani provenienti dal territorio pugliese: spesso, negli anni precedenti, è stata sottolineata l’invisibilità delle persone del luogo, ad esclusione di quelle impegnate nelle Associazioni. Per tutti, riassume Laura: II campo di Mesagne Noi possiamo! Potrebbe essere questo, parafrasando Obama, il motto di queste oasi di legalità nel mare dell' indecenza. Un mare diventato oceano che tutto sommergerà' con le sue onde. Ma qui a Mesagne, sotto il sole che si erge alto nel cielo, il motto diventa "noi potremo". Un noi fatto di persone di tutte le età e credo, sesso e suoi vari orientamenti. Ma sopratutto i giovani, che alla spicciolata ma sempre più' numerosi si apprestano a trascorrere insieme una settimana o più nel caldo e nella scomodità della camerata con bagno in comune, che dopo il primo momento di smarrimento diventa fonte di Ilarità e confidenza. Non è una sistemazione 5 stelle ma nessun hotel potrebbe regalare momenti di unione e solidarietà paragonabili ai nostri... Quando mi hann o chiesto con chi sarei andata nella "masseria canali" di Mesagne, nel senso di quale organizzazione può sobbarcarsi questo impegno, alla mia risposta "SPI-CGIL" ecco che venivo bollata come l'anziana ideologizzata. E perché no? La caduta delle ideologie ha provocato l'egoismo e l'arraffismo più sfrenato, se noi, o soltanto alcuni di noi, i più anziani, i pensionati, coloro che momenti bui ne hanno passati, riescono a trasportare ancora sulle loro spalle gli ideali di giustizia, qui e ora tutta terrena, facendosi aiutare da giovani di tutte le latitudini d'Italia, perché ci credono, hanno l' obbligo e il dovere di crederci, per loro e per un domani per i loro figli e nipoti. Nonostante il lavoro dei campi non sia leggero questi ragazzi non se ne curano e faticano senza lamentarsi, portano vita, rumore e sorrisi gioiosi in questa terra conquistata da sempre dalle mafie, che ha i colori di questa terra faticosa, rossa la terra che si sbriciola, azzurro intenso del cielo spazzato dalle nuvole mai cariche, il verde lucido dei fichi e delle palme. Il sole è alto ma la brezza costante tutto il giorno, rende il lavoro per tutti sopportabile. Tutto qui è a misura di persona. Ciò che è stato tolto a chi molto ha tolto, torna a nuova vita e più carica di significato in queste case dove tutto è stato recuperato, dai muri ai mestieri che con passione uomini e donne tramandano ai giovani di questi luoghi, dai campi che donano tutto ciò di cui una comunità ha bisogno per il suo sostentamento, ogni oggetto e momento è carico di vitalità e bellezza che questa porta con sé. E non c'è chi è sfortunato ed è partito con meno possibilità dei suoi compagni, qui le opportunità e possibilità si riequilibrano e tornano ad operare in sintonia. Ma non ogni momento è lavoro o svago cameratesco, ci sono anche i momenti in cui la riflessione si impone dura come la roccia. L'incontro col magistrato Di Napoli dell'antimafia di Bari ha toccato tutti, lui stesso per primo. Dalle indagini incrociate col Montenegro per aggredire il contrabbando della sacra corona unita, che causa intrecci di politica corrotta e collusa ed una informazione asservita ai potenti tanti lutti ha causato alle giovani forze dell'ordine e a persone innocenti. Il pensiero e un ringraziamento anche se doloroso e stanco va a loro e a chi, come persone qualunque, ancora investe tempo e spazio anche mentale per testimoniare che ancora si può. Non poteva mancare l'incontro coi responsabili di "libera" e delle giovani associazioni che ne fanno parte, che con notevole fatica, tra una burocrazia collusa e inetta e tanta indifferenza, portano avanti l'idea che i beni dei mafiosi (a quando anche i beni della mafia come stato?) possono redistribuire be ne e meglio ciò che hanno tolto. Ma non è tutto "lavoro e impegno sociale" il tempo che trascorriamo qui. Anche l'aspetto ludicoculturale è cibo per menti sane. La gita a Torre Guaceto, una splendida oasi naturalistica protetta sia di mare che di terra con la torre normanna a protezione dell'entroterra, dove possono crescere centinaia di piante officinali ad uso gastronomico, e che contiene anche il mare, cosa che ai ragazzi fa venire voglia di tuffarsi tra onde cristalline. M are, sole e tante risate! Anche l'"ex Fadda" a san Vito dei normanni, immobile sottratto, utilizzato dai giovani per attività ludiche e culturali per tutti, ha in sé anche un ristorante. Infine la splendida Ostuni, la città bianca, che ci accoglie dalla collina proprio al tramonto, dove la luce della sera fa risplendere di mille colori le bianche costruzioni di tufo. Non potevamo perdere la visita al museo del paleolitico che ospita ceramiche e reperti che ben si addicono al luogo. La nostra settimana è finita, ma durante il viaggio di ritorno si cementano ancora di più le amicizie che si sono costruite sul campo, tanto che ci si può organizzare per rivederci. a presto! Iemmi Laura NOTE 1 1 COS'E' BOLLENTI SPIRITI? Benvenuta, benvenuto! Questo è Bollenti Spiriti 2.0, il nuovo sito web del programma della Regione Puglia per la Politiche Giovanili. In questa pagina trovi alcune informazioni di massima sul Programma Bollenti Spiriti. Se hai delle domande da farci e non trovi la risposta qui sotto, invia una mail ai nostri recapiti di contatto. Ti risponderemo al più presto. Cosa è Bollenti Spiriti? Bollenti Spiriti è il programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili cioè un insieme di interventi e di azioni per consentire ai giovani cittadini pugliesi di partecipare a tutti gli aspetti della vita della comunità. Perché questo nome? Perché l’idea di Bollenti Spiriti è considerare i giovani come una risorsa e non come uno dei problemi della Puglia. L’accento è sul talento, l’energia e la voglia di partecipare. Sullo spirito, insomma. Cosa vuol dire “programma”? Vuol dire che le politiche regionali per i giovani non sono fatte di tanti singoli progetti, scollegati tra loro e di breve respiro, ma costruiscono un disegno coerente per realizzare un grande obiettivo: fare delle giovani generazioni il vero motore della rinascita sociale, economica e culturale della nostra terra. Sì, ma in concreto, che c’è di nuovo? Bollenti Spiriti è un dispositivo che produce attivazione dei giovani: non li ‚sistema‛ ma li incoraggia. Perché considerare i giovani una risorsa non significa dimenticare i loro problemi, ma immaginare che i giovani stessi possano contribuire a trovare le migliori soluzioni. 2. Libera: chi siamo www.libera.it "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie" è nata il 25 marzo 1995 con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. La legge sull'uso sociale dei beni confiscati alle mafie, l'educazione alla legalità democratica, l'impegno contro la corruzione, i campi di formazione antimafia, i progetti sul lavoro e lo sviluppo, le attività antiusura, sono alcuni dei concreti impegni di Libera. Libera è riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale. Nel 2008 è stata inserita dall'Eurispes tra le eccellenze italiane. Nel 2012 è stata inserita dalla rivista The Global Journal nella classifica delle cento migliori Ong del mondo: è l'unica organizzazione italiana di "community empowerment" che figuri in questa lista, la prima dedicata all'universo del no-profit. 3 La Carta di Pisa è un codice etico, destinato agli amministratori pubblici, contenente specifiche regole di condotta e di comportamento finalizzate a rafforzare la trasparenza e la legalità nella pubblica amministrazione. Questo codice etico, promosso dall'associazione di Comuni "Avviso Pubblico" a partire dal 2012, può essere sottoscritto volontariamente dagli eletti locali (Presidente regionale e provinciale, Sindaco, Assessori ecc.) e configura come un importante strumento in grado di fornire precise indicazioni su una serie di questioni rilevanti quali la trasparenza di redditi, patrimoni e finanziamenti politici, la totale pubblicità e pubblicazione degli Atti, il conflitto di interessi, il divieto di accettare regali e di cumulare cariche, i criteri di nomina in enti e società pubbliche e i rapporti con l'autorità giudiziaria. Ma forse l’aspetto veramente rivoluzionario del codice consiste nelle sanzioni applicate a chi non lo rispetta. Essendo rivolto ad amministratori politici, anche le sanzioni hanno natura politica. Vanno dal richiamo formale, alla censura pubblica, fino alla revoca del mandato fiduciario – ossia l’obbligo di dimissioni. www.avvisopubblico.it 4 V. Statuto di Libera www.libera.it