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Siglato ieri in Prefettura, aila presenza del viceministro dei Trasporti Cesare De Piccoli e del sottosegretario alla Sanità Giampaolo Patta, il protocollo sulla sicurezza del lavoro nel porto di Venezia. La firma era un atto dovuto, dopo ii difficile accordo raggiunto tra le parti una settimana fa con la mediazione del prefetto Guido Nardone, del sindaco Massimo Cacciari e dello stesso De Piccoli. E ora i'obiemvo dichiarato dalle parti è l'estensione del piano per la sicurezza quantomeno a livello regionale, agli scali minoridi Chioggia e Porto Levante, coinvolgendo la stessa giunta regionale. La questione ora si sposta dai tavoli di trattativa aile banchine portuali, dalla raggiunta definizione di un protocollo aila sua effettiva applicazione, e ii primo banco di prova deli'accordo sarà ii tavolo di lavoro del 28 febbraio tra Autorità Portuale e parti sociali e che avrà ai centro la definizione del monte ore, retribuite in busta paga, che avranno a disposizione i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rsf) per svolgere il loro incarico. Altro snodo cruciale sarà la defihione del ruolo delle imprese "terziste", un argomento di dibattito già segnalato dai vertici del porto ai comitato portuale che si è riunito l'altro ieri. E non è affatto certo che i'amazione del protocoilo, ai di là della sua carica innovativa, non si incagli proprio su queste due tematiche e sulla contrapposizione che vede da una parte imprese e daü'aitra lavoratori discordi sull'ammontare delle ore lavorative concesse agli Rsl; mentre sd'altra contrapposizione, quella suile imprese temiste, CgiI e Cis1 sono contrapposte alia Uil. "Ki lavoro per attuare il protocollo è agli inizi - ha commentato ii prefetto - ma sono ottimista in quanto il protocollo stesso è una forma di amazione, nella pratica dell'attività portuale, di norme suiia sicu- La nave nella cuistiva sop0 morti DenisZanon e Paolo Ferrara rezza che già ci sono". Ii prefetto si dichiara ottimista anche sull'altro accordo sulla sicurezza sul lavoro di cui è stato promotore, quello per la prevenzione di incidenti neli' edilizia, nonostante nella parte riguardante i lavori pubblici sia stato ratificato solo da 8 COmuni sui 47 della provincia di Venezia. "Sono sicuro che alla fine anche gli altri comuni lo ratificheranno" ha concluso Nardone. Mentre il sottosegretario Patta ha sottolineato le differenze tra l'accordo concluso a Venezia e quello, di qualche tempo fa, siglato a Genova ma nato monco in quanto non ratificato da Confindustia. "L accordo di Genova prevede un ruolo più incisivo degli Rsl che non è stato gradito alle imprese - spiega Patta - queiio di Venezia, però, ha un elementa assolutamente innovativo, la possibilità per i lavoratori di bloccare l'attività della banchina in caso di rischi per la sicurezza avvertendo il Rappresentante della sicurezza". Secondo il sottosegrerario, insomma, "ii protocollo veneziano ha qualcosa di meno rispetto a queiio di ~ e nova da una parte, ma qualcosa in più dall'altra" e, soprattutto, come ha sottolineato I'ammiragli0 Stefano Vignani, comandante della capitaneria di porto veneziana, "nasce con la firma di tutte le parti sociali". Autore della mediazione che portò ad accettare la possibilità per i lavoratori di fermare la banchina era stato De Piccoli secondo cui "questa previsione obbliga ad innalzare ii livello dl professionalità deiie maestranze". I sindacati ora $hiedono che si faccia presto. 'E importante che già nei prossimi giorni divenga operativo il Soi, il coordinamento per la sicurezza secondo Antonio Cappiello della Cg3 - e che i lavoratori abbiano subito un ufficio cui rivolgersi". Mentre Paolo Pozzobon, segretario veneziano della Ust-Cisl, auspica che si parta subito con ii comitato incaricato di formare alla sicurezza gli Rsl. Un'ente regionale bilaterale sulla sicurezza nei porti, infine, è auspicato da Brunero Zacchei della Ud. Pierluigi Tamburrini