Puro 800 - Coral Electronic

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Puro 800 - Coral Electronic
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Il Regno degli Ascolti
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Non un “semplice” integrato quanto piuttosto un “grande” integrato, grazie ad un
valido stadio di conversione digitale-analogico interno, all’interfacciabilità immediata con un PC, senza dimenticare il vinile né le cuffie, in un fattore di forma pratico e compatto, ottimamente inseribile ovunque. Ecco l’Italia che ragiona.
I
ndiana Line è un’azienda italiana,
che progetta in Italia e demanda
la costruzione del prodotto alla
Cina. Ve ne ha già parlato il Direttore,
appena un paio di mesi fa, finendo
con
l’elogiare
il
rapporto
qualità/prezzo ottenuto in una coppia di piccoli diffusori da scaffale, e
stavolta parliamo di un amplificatore
integrato. Il Puro 800 è un oggetto
che presenta subito molta carne al
fuoco, si colloca in una fascia che non
oserei ancora chiamare media, direi
mediobassa, accessibile a molti, ed
offre una pletora di opzioni per in-
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terfacciarsi in un impianto antico oppure moderno, con molte sorgenti
anche abbastanza atipiche. Estratto
dall’imballo si presenta in un look
snello e compatto, che litigherà difficilmente con il proprio salotto, e una
volta collegato è così come appare,
una passeggiata per essere messo in
opera e ascoltato subito con soddisfazione. Ammiro sempre questa
semplice, assennata ingegnerizzazione e molto spesso la identifico in
prodotti concepiti nel nostro Bel
Paese, che è un po’ allo sfascio in
tutto, dalla politica all’economia, si
dice che è lo specchio del modo di
(s)ragionare all’italiana per molti
aspetti, ma nonostante ciò... cova
quella tradizione ingegneristica che
ha sempre camminato a braccetto
con il nostro senso dell’Arte, e che si
vede in tante piccole cose, come un
amplificatore hi-fi prodotto in serie.
No-nonsense, direbbero gli Americani,
a cui tocca ripeterselo frequentemente, non avendone affatto il dono
innato: quel che serve, ben aggregato, senza orpelli inutili e complicazioni dannose. Indiana Line,
guardando alla fascia popolare del
mercato, sa che il keep it simple giova
sia all’usabilità che al portafogli. Ora
basta con i neologismi anglofoni, e
via con gli ascolti.
IL SUONO
Il piacere di ascoltare un prodotto ad
alta fedeltà di prezzo non stratosferico, che non impone un chissà
quanto consapevole e ragionato percorso al pellegrino in cerca del suo
sacro graal, ma piuttosto solletica il
desiderio di ascoltare bene senza tante
storie, è di trovarsi dinanzi una macchina priva di una forte caratterizzazione e di tremendi punti di favore e
sfavore. Una macchina equilibrata,
timbricamente abbastanza neutra, è
già indice di quella maturità progettuale che la lascia raccomandare facilmente a chiunque non voglia
essere sorpreso da effetti speciali alla
lunga stancanti, e non doversi trovare a rincorrere il perfezionamento
dell’impianto per stingere quella
punta di esagerata brillantezza che
sempre, quando si fa un po’ di esperienza, passa da elemento di iniziale
attrazione a fonte di stanchezza e fastidio. Uso questo esempio perché
moltissimi iniziandi cercano l’alta fe-
teCNICA e COStRUZIONe
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L’amplificatore integrato Indiana
Line Puro 800, 80 watt su 8 ohm,
110 watt su 4 ohm, è un prodotto
compatto, poco ingombrante a discapito delle sue molte funzioni,
con un design sobrio e facile da inserire in casa.
Con un piccolo display centrale,
sottile, contornato da due manopole (una per la selezione dell’ingresso, usabile anche come
balance e selettore della coppia di
diffusori da pilotare, l’altra per il
volume), un tasto d’accensione e i
connettori mini jack per l’uscita
cuffia e l’ingresso front (adatto a
ricevere il segnale da un dispositivo portatile, ad esempio), il pannello frontale si mantiene
abbastanza pulito. Il retro è adornato di connettori e porte, che
danno rapidamente l’idea della
sua versatilità: ingressi anche digitali su coassiale, ottico o USB,
bypass per l’uso dell’amplificatore
come finale, pre-out per far da
preamplificatore, vari linea e un
phono (solo MM).
Il materiale usato per tutte le parti
del telaio è l’alluminio, ben rifinito
e satinato. Osservando l’interno, la
sezione di alimentazione vede un
toroidale di generose dimensioni
nonostante la classe di funzionamento “efficiente” dei finali, tenuto
a debita distanza dalle sensibili sezioni pre frapponendo nel mezzo
quella finale, con il dissipatore
piazzato longitudinalmente.
L’amplificatore giunge in un imballo ben fatto, sicuro, con un cavo
d’alimentazione e un buon manuale d’istruzioni in Italiano e in Inglese; un po’ scarno e parco
d’informazioni, per i miei gusti, ma
agile da consultare per la messa
in opera.
Questi manuali quick start sono, a
mio avviso, un brutto vizio da perdere per oggetti di un certo spessore come i nostri giocattoli audio,
che andrebbero sempre accompagnati da un minimo di filosofia
spicciola e qualche lezione su un
utilizzo consapevole e ottimizzato...
Ma tant’è. L’amplificatore e le sue
peculiarità si spiegano da soli,
anche ad un utente inesperto. ◾
deltà nel registro acuto, e più ne sentono e più son felici, convinti che
l’esubero di alte frequenze sia l’agognata trasparenza; tana facile di dettaglio, sì, ma quando il campanellino
e il pizzichìo hanno stupito per la
prima settimana, durante la seconda
si inizia a percepire che sotto è il
vuoto siderale, e forse l’alta fedeltà
stava (anche) altrove. Ecco, il Puro
800 si qualifica subito come un prodotto pensato per chi ha già fatto il
passettino iniziale, ha superato la
sindrome da incontinenza del tweeter, in quanto la sua presentazione, lo
anticipo subito in grande, è votata ad
un suono pieno e corposo nel medio,
leggermente ovattato in alta frequenza. Non necessariamente caldo
per questo, anche se di sicuro non è
freddo, ma con un avvertibile roll-off
nel registro superiore e un carico di
matericità nel medio non comune ad
un amplificatore di questo tipo. Sembra, per alcuni versi, una pasta valvolare, senza essere lenta né colorata,
ma così piena e succosa che lascia un
attimo interdetti, specie in relazione
al costo della macchina. Si è capito
insomma, l’ho spiattellato subito, la
parte più interessante di questo integrato è il suo registro medio. In realtà
va molto bene anche all’infuori di
esso, senza eccellere agli estremi: il
basso più profondo è abbastanza latitante, avvertibile ma di poca sostanza, e si inizia a sentire qualcosa
muoversi sul serio dal mediobasso,
carnoso ma non strabordante, ben articolato, che ben sostiene l’anticipato
medio fatto di spessore, profondità,
dettaglio non esasperato ma sempre
ottimo per la classe della macchina,
eccellente anzi se misurato con l’immediatezza e la presenza fisica del
suono. Insomma, voci umane, cariche
e comunicative, chitarre di legni masselli, palpabili e vivide. Salendo, il
medioalto c’è ma manca quell’apertura nell’estremo superiore che donerebbe ancora maggior dettaglio e
una scena più olografica di quella
proposta, pur buona anche se non
particolarmente larga o profonda.
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Classica l’impostazione circuitale, ben dimensionata la sezione di alimentazione
e molto curata la realizzazione generale.
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Quel che c’è è sempre ben scandito e
mai impastato o confuso, anche ad
alto volume se la cava bene, diciamo
che l’assenza di un grande lavoro di
rifinitura e presenza negli estremi di
banda sottrae un po’ di aria e profondità al suono del Puro 800.
Dinamicamente, l’amplificatore è
okay, senza strafare. In questa classe
di prezzo è difficile stracciarsi le vesti
per chissà quali finezze nei transienti, e l’Indiana Line non gioca in
questo campo i suoi carichi vincenti,
preferendo dar prova di capacità da
fuoriclasse (sicuramente fuori dalla
sua, almeno) nella liquidità e pienezza del medio, nella comunicazione di un messaggio sonoro
corposo
e
coinvolgente.
L’uscita cuffia è una funzione sempre
piacevole da avere per le emergenze,
in questo tipo di implementazioni
non farà decollare le vostre cuffie hiend (che non dovreste infilare in questo buco, in ogni caso, tanto più che
essendo un mini jack vi servirebbe
un adattatore, a suggerirvi che state
forzando la mano), ma è un fatto trito
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e ritrito. Non posso purtroppo commentare lo stadio phono, in quanto
inadatto alla mia correntemente
unica testina MC, di uscita troppo
bassa, ma posso dire ottime cose dell’ingresso digitale, in forma di USB
collegata al mio MacBook Pro. Il funzionamento è stato immediato e perfetto, e la resa sonora sbalorditiva per
un accessorio integrato in un amplificatore di questa fascia. L’equilibrio
timbrico del DAC è agli antipodi di
quello della sezione di amplificazione, evidentemente, perché non
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appena ho usato quell’ingresso il
Puro 800 si è aperto moltissimo,
senza diventare un mostro dove
prima non lo era – cosa che darebbe
da pensar male circa il DAC, visto
che l’oggetto da me usato precedentemente per la prova non era assolutamente chiuso – ma sicuramente
sfoggiando un’aria e un’estensione
un gradino superiori. Non lo stesso
dettaglio del Wyred4Sound µDAC,
ma nemmeno così lontano, e se si
pensa che il W4S costa più della metà
del Puro 800...
La sezione preamplificatrice di questo integrato, come prevedibile, non
poteva fare chissà che figura a pilotare i miei finali, che volano in un’orbita economica distante anni luce
dall’Indiana Line; in generale, le se-
zioni pre a questi livelli sono talmente semplici da non avere mai
molto senso “da sole”, se non per pilotare un subwoofer o qualcosa del
genere (brrr...). Lo stadio finale, preso
singolarmente, suona come l’ampli
stesso nel suo insieme. Con un pre
linea anche molto economico si può
(ri)ottenere all’incirca il suono dell’integrato, posto che interessi a qual-
Sopra: il pulito e lineare pannello frontale con i luminoso display retroilluminato.
Sotto: il pannello posteriore, molto generoso, con, da sinistra verso destra, gli ingressi analogici, quelli digitali e una
doppia coppia di morsetti per il collegamento dei diffusori.
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cuno. Non vedo mai la necessità o
l’opportunità di spaccare una macchina ben congegnata, che si integra
perfettamente su sé stessa, con improbabili accostamenti di finali o preamplificatori a sbilanciare la
ripartizione dei costi, e perciò sono
sempre molto sbrigativo su queste
funzionalità: però ci sono, e almeno
due righe vanno spese.
CONCLUSIONI
È molto facile raccomandare questo
integrato a chiunque sia in cerca di
un suono di sostanza – ma mai grezzo
o sparato nei denti – senza spendere
una fortuna. È l’ideale per chi inizia
con un impianto di discreto livello,
ed è soprattutto indicato, a mio avviso, ad essere usato con il suo DAC
interno. Oggigiorno la cosiddetta
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musica liquida dilaga, ascoltare
usando un PC come sorgente, sia
esso un notebook o un HTPC o vattelapesca, è sempre più comune, e a
parer mio estremamente sensato; il
Puro 800 regala, in una sorta di
“prendi due paghi uno”, uno stadio
di conversione assolutamente adatto
al livello della macchina. Insieme,
sono un’accoppiata dallo straordinario rapporto qualità/prezzo, rapporto che sarebbe già favorevole al
solo amplificatore integrato, per dare
un’idea di cosa intendo. Se questo
tipo di suono è quello che desiderate,
e il budget quadra, fatevi pure lusingare dal pacchetto: c’è tanta di quella
sostanza che vale davvero la pena di
provare.
Caratteristiche tecniche
dichiarate
2 x 80 watt RMS / 2 channel driven (8 ohm)
2 x 110 watt RMS / 2 channel driven (4 ohm)
10 ÷ 80000 Hz +/- 0.5 dB frequency
response
20 ÷ 20000 Hz +/- 0.5 dB (Phono)
0.006% THD @ 1 KHz (80% nominal power)
> 92 dB A weighted signal noise
ratio (CD, Aux)
> 82 dB A weighted (MM Phono)
400 mV / 47 Kohm input sensitivity
1.2 mV (MM Phono)
750 mV / 600 ohm pre output
24 bit / 192 KHz digital to analog
converter
500 mVpp / 75 ohm coaxial input
JEITA format / CP-1212 optical
input
32-96 KHz USB input sampling
220 ÷ 240 VAC / 50 Hz power supply
280 W max power consumption
Dimensioni: 430 x 88 x 345 mm
Peso: 8.2 Kg
Remote control included
Prezzo IVA inclusa: Euro 780,00
Distributore:
CORAL ELECTRONIC
Tel. 011 959 44 55
Web: www.coralelectronic.com