sfero di Neklone, nel Faium, ma di nuovo fu raggiun to dalla

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sfero di Neklone, nel Faium, ma di nuovo fu raggiun to dalla
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Isaac / Introduzione
sfero di Neklone, nel Faium, ma di nuovo fu raggiun­
to dalla persecuzione e dovette riparare nel deserto nel
635, dove fu catturato dai Mazici che lo tennero schia­
vo per tre anni. Liberato, si fermò nella località de­
sertica di Kalarmon (il che ci fa supporre. che Ciro
fosse ancora in Egitto, dunque poco prima del 11-1 ),
dove attorno ad una piccola chiesa preesistente fondò
la nuova comunità monastica, che conobbe una gran­
de fioritura e nella quale restò per 57 anni, fino alla
morte avvenuta dunque circa nel 696. Qui ricevette la
visita di Gregorio, vescovo di Kais, che è attestato
fra il 682 ed il 685.
Il testo non richiede commenti particolari, per­
ché la sua struttura è chiara e il succedersi della nar­
razione ordinato e ragionevole. La spiritualità e le
concezioni ascetiche sono sostanzialmente quelle co­
muni alla maggior parte dei testi che abbiamo pre­
sentato, quelle cioè divenute classiche a partire dal­
!'inizio del V secolo, dopo alcune stranezze che ab­
biamo potuto riscontrare in precedenza. Lo stile è
semplice, se confrontato con opere leggermente pre­
cedenti, per esempio la stessa Vita di Apollo, ma ugual­
mente elegante (dal punto di vista della lingua copta ).
Il testo è tramandato da un manoscritto compie.
to, New York, P. Morgan Library, M578, e da almeno
altri due, giunti però in frammenti. Men tre questo li.
bro era in bozze ne è uscita l'edizione: A_ Alcock, The
life of Samuel of Kalamun, Warminster 1983. La nu­
merazione riproduce la paginazione originale del codi.
ce intero.
Questa è la vita e la politeia del nostro santo pa·
dre onorato, anacoreta e archimandrita apa Samue­
le, il padre della comunità santa della Vergine sul mon­
te di Kalamon nel distretto del Faiwn. La scrisse il
pio presbitero e asceta di questo stesso monastero
apa Isaac, poiché alcuni uomini pii e santi anziani lo
spinsero a farlo. Questi dunque si accinse con gran
elo a narrare una piccola parte delle sofferenze che
egli accettò, e cominciò dalla sua nascita fino alla sua
morte. Narrò ciò nel giorno della sua santa comme·
morazione, cioè il giorno 8 del mese d i Khoiakh, cioè
17 dicembre. Nella p ace di Dio. Amen _
verità mi accinsi molte volte a muovere il
organo della mia lingua con un movimento
La mia facoltà di ragionare mi muove, sol­
la mia mente con preoccupazione ed esortan­
con la gra n letizia che è dovuta al ricordo della
ascetica di colui che · porta Dio 2. davvero, il
della p ietà, dello stato monacale, il vitto­
santo apa Samunele, il padre della comunità san­
della Vergine di Kalamon nel distretto 1:lel Faium.
all'altezza del su o comportamento spiri­
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Vi te di monaci copti
tuale e della sua vita angelica, faccio attenzione con
grande obbedienza a molte testimonianze che pro­
clamano con grande annuncio e mi mostrano tu tti gli
aspetti delle beatitudini della sua vita pura, cioè la
testimonianza dei nostri santi padri, che passarono
tutto il tempo della loro vita con la speranza nella
verità.
E infatti essi stessi, i nostri santi padri, ascolta­
rono i loro padri che li avevano preceduti e i loro
padri a loro volta, prima d i loro, ascoltarono dai loro
padr i le cose che essi appreser o da quel grande apa
Samuele. Quello che essi videro con i loro occhi e
ascoltarono coi loro orecchi e le loro mani toccarono,
3. essendosi essi assicurati giustamente di ogni cosa
accaduta, lo narrarono ai loro figli con una testi­
monianza sicura fino ai figli di loro e ai figli dei figli,
cioè i nostri padri onorati e spirituali, sotto cui siamo
stati, che ci hanno insegnato ogni cosa secondo quan­
to è scritto nel libro dei salmi: « Ciò che abbiamo seno
tito lo sappiaf1lO, ciò che ci hanno detto i nostri pa­
dri non lo hanno nascosto ai loro figli per un'altra
gener azione» (Sal. 77, 3), dicendo le benedizioni e le
potenze del Signore e i miracoli che Egli fece.
Perciò io stesso, infimo peccatore, confido e
cio piu che confidare, amministrando ciò che i nostri
padri testimoniarono riguardo al nostro padre giusto
apa Samuele di cui si celebra oggi la fes ta, sentendo
da loro la fama delle sue grandi politeiai e delle sue
virtu mirabili e degli atti di giustizia di quel
perfetto, l'uomo di Dio apa Samuele, la cui vita
4. e le cui politeiai lo mettono a par i col grande tonio. Proprio per questo, avendo io ascoltato la fam
delle sue politeiai e delle sue virtu e delle sue
mirabili in cui si batté con coraggio, e soprattutto
te le sue altre azioni che brillano come le stelle
cielo, io esito in cuor mio e dubito molte volte
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
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affrontare il racconto della sua vita, a causa della
povertà della mia mente e della debolezza della mia
lingua, rimproverandomi da me: «A che vale un sem­
plice come me a dirigersi verso questo gran mare
spirituale e pieno di ogni bene, cioè la vita del grande
astro che brilla, nostro padre apa Samuele, la storia
della cui vita avrebbe bisogno di un sapiente la cui
mente facesse molta luce e che avesse fede nei santi? » .
Ma dopotutto, a cau sa della gioia di questa gran­
de festa di oggi e del ricordo del nostro atleta vitto­
rioso 5. apa Samuele, io prenderò l'incoraggiamento
delle sue sante preghiere e mi dirigerò verso il dovere
che ho e comincerò la sua vita dal principio, fino alla
sua fine. Ma ora, datemi la raccolta delle vostre pre­
ghiere sante, e noi vi narreremo secondo la misura
della nostra povertà, secondo quello che il Logos c'in­
segnerà.
Infanzia e giovinezza
Quanto alla patria, il santo apa Samuele era della
regione del Nord, appartenendo ai dintorni della cit­
tà di pElhip, di un villaggio di nome tKello, ma in
real tà la sua vera patria era la Gerusalemme celeste.
Il santo apa Samuele era figlio di un pio presbitero
di nome Silas, e il nome della sua beata madre era
Cosmiana. Essi erano ricchi secondo questo mondo,
ma poveri in spirito, come il patriarca A:bramo, aven­
do dato il superfluo della loro ricchezza a vantaggio
dei poveri per la gloria di Dio 6. e del suo Cristo;
perciò erano ospitali e amici dei poveri, preoccupan­
dosi di chiunque avesse" bisogno, come il giusto Giob­
be; e la maggior parte delle loro abitazioni era rico­
vero per stranieri e ammalati, infermi e ciechi, vecchi
deboli e orfani, ed essi li servivano con gran zelo per
amor di Cristo, osservando tutti i comandamenti del
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Vite di monaci copti
Vangelo, essendo perfetti in ogni atto di carità, e il
profumo della loro ricchezza si effondeva dalla bocca
di ciascuno, benedicendoli i poveri del loro distret­
to. Insomma, in una parola, erano costanti le loro
elemosine e i loro atti di misericordia nelle prigioni
e negli os telli, cosicché il profumo della loro carità
giungeva in ogni luogo.
Il santo Silas e la sua beata moglie Cosmiana era­
no molto avanzati nella vecchiaia, salendo verso la
fi ne dei loro giorni, e non avevano altri figli 7. che
il santo Samuele. Questi, sui dodici anni, era suddia­
cono, e avendolo allevato i suoi genitori in grande
pietà, educazione e saggezza, Dio gli donò una sapien­
za simile a quella di Salomone il figlio di Davide. Egli
digiunava continua mente fino a sera, essendo assiduo
alla casa di Dio giorno e notte e non beveva vino né
mangiava carne né Cosa da cui si versasse sangue.
I genitori si rivolgevano a lui con parole dolci
e preghiere desiderando che li obbedisse e sposasse
una donna con un matrimonio nobile secondo questo
mondo, ma luil non obbedi, anzi disse loro: «lo vo­
glio andarmené e diventare monaco». E se conti­
nuavano a importunarlo a causa di queste parole, egli
piangeva dicendo loro: 8. « Se non la smetterete di
tormentarmi andrò subito a farmi monaco, mi allon­
tanerò da voi e non m i vedrete mai piu ». I suoi genito­
ri, vedendo che piangeva, si addoloravano moltissimo, e
sua madre si volgeva a lui piangendo, lo stringeva al
petto, lo baciava sulla bocca, sul capo e sul petto e
diceva: « Smetti di piangere e di dar dispiacere a me
e al tuo vecchio padre: se proprio è tuo desiderio, fat­
ti monaco, noi siamo contenti con te e gioiamo, se
realmente Dio ci ha fatti degni di una discendenza in
Sion e di un abitante della Gerusalemme celeste:t.
Poi, dopo alcuni giorni mori la sua beata madre
Cosmiana: lasciò il beato apa Samuele all'età di diciot­
to anni. Il santo apa Silas suo padre era in grande
Isaac: • Vita di Samuele di Kal amon •
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preoccupazione per il santo Samuele suo figlio, per­
ché non sapeva 9. se egli sarebbe diventato monaco
o no. Perciò ebbe una visione in un'apparizione all'ora
terza del giorno. Ecco, un angelo gli apparve in leti­
zia e gli disse: « Salve, o presbitero Silas! Fatti co­
raggio e n on temere, il Signore è con te e tuo figlio
Samuele sarà monaco, e sarà grande alla presenza
di Dio e il ricordo della sua vita di monaco rimarrà
fin nelle generazioni future. Il Signore Iddio la bene­
dirà e avrà figli santi, e santi anacoreti ci saranno fra
loro, fedeli alla presenza di Dio, e ci saranno fra loro
pastori che pascoleranno bene, e degli egumeni. Ma tu,
o presbitero Silas, preoccupati della tua casa, poiché
i giorni della t ua vita si avvicinano al (momento di)
andare davanti al Signore ».
Dopo che l'angelo del Signore gli ebbe detto
queste cose scomparve. Il presbitero Silas, dopo che
lO. tornò in sé dalla visione, si rallegrò con gran leti­
zia e il suo cuore si quietò per quello che aveva sen­
tito dall'angelo del Signore. Pensò fra sé e disse: « Ec­
co, io so quel che farò: mi leverò secon do il volere
di Dio e costruirò una grande chiesa, e tutto ciò che
è mio lo profonderò per essa». E com inciò la costro­
ione della chiesa, e la ornò di ogni cosa bella, ed
entro due a nni la completò con ogni rifinitura e donò
per essa tutto quello che aveva; consacrò il santo apa
Samuele diacono e lo pose nella chiesa essendo ver­
gine. Poi, dopo queste cose si addormentò anche il
santo Silas in una vecchiaia serena, e lasciò solo il
santo apa SamueIe che aveva ventidue anni.
Inizio della vita monastica aScet i
Accadde, dopo la morte di suo padre, che il santo
apa Samuele stette in solitudine per ~cuni giorni;
11. poi pregò e si preparò ad andare al monastero di
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Vite di monaci copti
Sceti essendo in gran letizia, poiché l'angelo del Si­
gnore era suo compagno di viaggio_ L'angelo del Signo­
re gli apparve nella forma di un vecchio canuto e parlò
con lui dicendo: «Buon giovane, di dove vieni, e dove
vai? ». Gli disse il santo apa Samuele: «Sono venuto
via dal mio villaggio e dal mio distretto e voglio an­
dare a Sceti e diventare monaco » . Gli rispose l'ange­
lo: « Ecco, verrò anch'io con te in quel luogo; ho una
COSa urgente (da fare) in quel luogo, perciò verrò a
caUSa di questo ». Il santo apa Samuele si rallegrò con
gran letizia, s'inginocchiò davanti all'angelo e rice­
vet te la benedizione da lui dicendo: «iDio ha guar­
dato al mio stato di s traniero e ti ha mandato da me
perohé tu mi sia padre finché giungerò aSceti ».
E cOSI pregarono 12. insieme e percorsero la via,
e l'angelo del Signore gl'insegnava in letizia, spiegan­
dogli gli aspet ti della vita monacale. Quindi, dopo
sei giorni giunsero nelle vicinanze di apa Macario il
grande, il pneumatoforo, capo del monastero di Sce­
ti. L'angelo del Signore parlò al santo apa Samuele
dicendo: « lo cqnosco un grande anacoreta su questo
m onte che è simile agli angeli su questa terra, che
appartiene alla Gerusalemme celeste e il suo nome
è scritto nel libro della vita, quindi, se tu vuoi diven­
tare m onaco e ottenere questi stessi beni con lui, vie­
ni, io ti affiderò a lui e tu sarai monaco presso di lui ».
Il santo apa Samuele si prostemò all'angelo dicendo:
«Ti prego, fratello mio, fai ciò che è 'b ene per me
secondo la tua volontà ». E stette a lungo inginocchia­
to a terra alla sua presenza finché l'angelo prese la
sua mano e lo fece alzare dicendogli: «Alzati 13. su,
buon giovane, la ricchezza dei tuoi geniori ha avuto
potere in cielo: Silas e Cosmiana ti hanno preceduto
nel Regno dei cieli; e anche tu, figlio mio San1Uele,
non lasciare che H desiderio di questo mondo ti so<
praffaccia e non renderti estraneo alla gloria che tuo
padre ha ricevuto nel Regno dei cieli, conserva il tuo
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
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corpo puro da ogni contaminazione e Dio sarà con
te e i suoi angeli saranno tuoi compagni ».
Dopo che l'angelo gli ebbe detto queste cose ag­
giunse: «Seguimi »; quindi lo precedette e lo con­
dusse su un m onte alto e grande, a metà fra apa Ma­
cario e apa Giovanni. L'angelo del Signore stese la
mano sul santo apa Samuele dicendogli: «Ecco, la
grotta di apa Agathos è vicina ad un masso di pietra.
Affrettati da lui in pace ed egli ti accoglier à in letizia.
Obbediscilo in 14. ogni cosa che ti dirà e imita con
zelo la sua vita e il suo buon esempio e seguilo in ogni
cosa ». Dopo avergli detto queste cose, l'angelo del
Signore scomparve.
,- L'angelo del Signore si affrettò ad andare dal san­
to apa Agathos e gli parlò dicendo : «Quando verrà
da te oggi quel ragazzo che si chiama Samuele, pren­
dilo con te in letizia, perché sarà un grande perfetto
di Dio. Prega per lui e rivestilo dell'abito monacale: il
Signore Dio benedirà il ricordo della sua vita mona­
stica e 11 suo nome rimarrà per tutte le generazioni
del mondo. Questi sarà per te come un vero figlio,
bastone della tua vecohiaia. Tu istruiscilo e insegna­
gli le cose che fai e insegnagli tutti i fondamenti della
vita monastica. Egli si chiama Samuele » . Dopo che
l'angelo ebbe detto q ueste cose al vecchio, scomparve .
Subito il 15. santo Samuele bussò alla porta del
santo apa Agathos. Il vecchio allora apri la porta e
lo accolse con sé in letizia dicendo: « Benvenuto, o
Samuele, figlio mio! Dio ti ha mandato a me perché
tu mi serva nella mia vecchiaia ». E pregò sulla tuni­
ca, sul cappuccio e sulla veste san ta, dicendo: « Il Dio
dei miei padri santi apa Macario e apa Antonio sia con
o Samuele figlio mio,- e ti sia protettore in tutte le
sofferenze ». E gl'insegnò l'umiltà e il parlare umi­
le, la conoscenza e a dire ogni momento: « Perdonami
prego e insegnarni ». Apa Samuele si prosternò ad
Agathos, alle sue mani e ai suoi piedi, dicendo:
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Vite di monaci copti
« Ricordati di me, o mio signore e padre, Dio perdoni
i miei peccati, mi dia modo di adempiere la sua vo­
lontà ».
E il santo apa Sarnuele si sforzava di 'imitare suo
padre apa Agathos in ogni cosa sia nella 16. fede sia
nell'ascesi, sia nella carità digiunando sempre ogni
due giorni, sia nel suo procedere pieno di ogni cono­
scenza sia nella forma <iella sua pietà, sia nel pie.
gar si nella preghiera e nello stare in piedi in timore e
tremore. E il santo apa Sarnuele progrediva conti­
nuamente nel suo stato monacale, mentre lo Spirito
Santo lo aiutava in ogni cosa che stava per intra­
prendere, poiché si prosternava a suo padre apa Aga­
thos in ogni momento, adorando le sue mani e i suoi
piedi, quando parlava nella parola di Dio. Egli aspet­
tava le sue parole come un campo aspetta il suo col­
tivatore che semini in esso il buon frutto, e come una
'ltigna aspet ta che il suo vignaiolo la ripulisca: in
questo modo il santo apa Samuele aspettava la parola
di Dio in ogni m omento.
CosI, dopd tre anni che apa Agathos e apa Sa.
muele perseveravano 17. nelle loro numerose ascesi,
il Signore visitò apa Agathos ed egli cadde ammala­
to, e cosi stette tre mesi giacendo ammalato, mentre
apa Samuele lo serviva nel timore di Dio e nell'amore
spirituale, 'p rendendosi cura di ogni cosa riguardante
la sua malattia. Dopo ciò mori apa Agathos, ma il
suo spirito si raddoppiò su apa Samuele suo figlio e
discepolo, come Elia con Eliseo, ed egli lo ebbe in
eredità per sempre.
. Il santo apa Samuele, dopo la m or te del suo pa.
dre spir ituale, continuò nelle sue ascesi e nelle sue
politeiai, e digiunava ogni d ue giorni, e quando veniva
la dom enica di Quaresima non mangiava pane fino al
sabato santo, ma soltanto erba della m ontagna ed erba
dei cam pi, e continuò cosi fino alla vecchiaia, donando­
gli Dio 18. l'amore spirituale e il discernimento ver-
Isaac: «Vita di Samuele di Kalamon •
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so tutti i suoi fratelli, essendo per loro come padre,
maestro e guida nella virtu. Ed essi credevano alle sue
parole come ad un angelo di Dio, guardando tutti allo
scopo della su a vita e del suo comportamento spiri­
tuale che era per tutti loro come una colonna che
illuminava tutto il m onastero di Sceti.
E i fratelli che erano tentati e quelli tormentati
dai desideri fisici notte e giorno, quando andavano
da lui ed egli parlava con loro e vedevano il suo buon
esempio e la gloria della sua ver ginità che splendeva
sul suo viso, veniva loro una gran consolazione e una
gran letizia spirituale, poiché uno spirito di Dio era
in lui. Egli operava grazie di guarigioni cosicché la
sua fama si sparse fino alla r egione del Nord, presto
raggiunse le città del mar e, cosicché portavano a lui
i malati e q uelli 19. possedu ti dagli spiriti impuri, e
quando egli pregava 'Su di loro Dio dava loro la gua­
rigione. E i mercanti che navigavano sul mare, se cor­
revano un per icolo, nel momento in cui soltanto pro­
nunciavano il suo nome: «Il Dio di apa Samuele ci
aiuti », subito Dio li salvava con le loro mercanzie.
Comunque, lasciamo i preamboli e t orniamo al­
l'argomento che abbiam o davanti e alla sua uscita da
Sceti, e vi narreremo per quale motivo lasciò il monte
di Sceti e si recò nel distretto del Faium, e secondo
un disegno di Dio andò e rimase sul monte di Kalamon.
La persecuzione di Ciro Moqauqas
Ciò accadde dunque ai tempi ·di Ciro il malfatto­
re, che entrò in Alessandria perseguitando il santo
arcivescovo apa Beniamino, che fu ricercato con falsi
pretesti, desider ando questi ucciderlo e sedere sul suo
trono. Ma il n ostro Dio Cristo Gesu, che conosce ogni
cosa prima che accada, dunque salvò !o. l'arcivesco­
vo dalle mani dell'empio e lo protesse nel Sud del­
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Vite di monaci copti
l'Egitto. Dopo queste cose il Cauchiano sedette sul
trono e gli fu data l'amministrazione della cosa pub­
blica; quindi, dopo che sedette sul trono, da tiranno,
pubblicò il tomo di Leone.
Dopo ciò mandò un magistriano crudele al santo
monastero di Sceti e i suoi piedi si affrettavano a far
scorrere sangue. Egli gli diede il tomo impuro di Cal-,
cedonia e chiese: «Che tutti gli anziani di Sceti sot­
toscrivano questo tomo, dal piu piccolo al piO. gran­
de, poiChé tutta la terra d'Egitto segue quegli anziani
Quindi fa' del tuo meglio e indaga nelle celle dei mona­
ci e nel deserto: forse ti imbatterai in quello dalla
gr an barba, cioè Beniamino; mandamelo e io farò
giustizia di lui, poiché finché quello vive, la mia rega­
lità e il mio ti tolo di arcivescovo non si estenderà in
tutta la terra d'Egitto ».
E cosi il 21. magistriano andò a Sceti con gran
pompa, essendo con lui duecento soldati, sedette nel­
la grande chiesa di apa Macario e comandò di riunire
tutti i vecchi dal piu piccolo al piu grande e cercò
l'egumeno di Scati - che si chiamava apa Giovanni ­
senza trovarlo, perché, dato che gli arredi sacri della
chiesa erano in mano sua, per questo era andato nella
valle all'interno, e i barbari l'avevano visto li e lo
avevano portato prigioniero al loro paese. Poi, dopo
che il magistriano ebbe riunito a sé tutti i fratelli,
fece leggere loro il tomo di Leone l'impuro, e fece
leggere loro anche una lettera del Cauchiano che inse.
-gnava li con le sue parole ingannatrici per spingerli
verso il tomo pieno di tenebre.
Poi, dopo che ebbero fini to di leggere la lettera,
fece levare la voce ad un diacono in mezzo alla foUa
22. (dicendo): (( O miei santi padri, credete voi com'è
scritto in questo tomo? ». Ma essi tacevano. Di nuovo
egli lo disse per tre volte, ma essi non gli risposero
niente. Allora il magistriano si adirò moltissimo e co­
mandò di picchiarli dicendo: «Perché 110n parlate e
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
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tacete come queste pietre senza vita e non ci date
una benedizione e non dite: "Benvenuto te e il re che
ti ha mandato"? Se voi pensate che eviterò ai v~rsare
il vostro sangue - ciò non accada - io non vi rispar­
mierò in nessun modo ». Poi aggiunse : «Non parlate,
o monaci che mi fate adirare ».
Allora in quel momento si levò il santo apa Sa­
muele desiderando dare la sua anima alla morte e ma·
strare coraggio. Disse al magistriano: «Cosa vuoi che
ti facciamo? Non accettiamo questo tomo 23. né
quello che c'è scritto, neppure accetteremo il Conci­
lio di Calcedoni a né avremo altro arcivescovo che il
nostro santo padre apa Beniamino l). Dopo queste cose
il magistriano si adirò, digrignò i denti verso di lui e
disse: (( Per la potenza degli imperatori, ti farò sot­
toscrivere questo tomo per primo, e tu confesserai
tutte le cose che ci sono scritte, perché hai agito da
svergognato e ti sei comportato male ». AIlora il santo
apa Samuele si preparò a dare la sua anima alla mor­
te. Disse al magistriano: « t:: solo questa piccola cosa
che hai giurato di farmi fare? Porta qui il tomo, che
io obbedisca alla tua decisione l). E il magistriano glie­
lo fece dare rallegrandosi molto. Come glielo ebbero
dato in mano lo tese al popolo dicendo: «O miei
padri, ricevete questo tomo? Anatema a questo tomo!
Anatema al Sinodo di Calcedonia! Anatema a Leone
l'empio! 24. Anatema a chiunque creda secondo lui! » ,
E si affrettò a fare a pezzi il tomo e lo gettò fuori
dalla porta della chiesa.
Il magistriano allor a si riempi d'ira contro il san­
apa Samuele; mandò grida dal naso, si torse le
i e comandò a dieci soldati di picchiarlo tutti in­
sieme, finché ognuno disse: «Ormai è morto», e il
magistriano li incoraggiava contro di lui a colpirlo
con nerbi di pelle fresca. Dopo queste cose gli fece
legare le mani die tro la schiena, gli legaro~o una corda
WIO dei piedi e lo tirarono su, poi gli diedero dei
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Vite di monaci copti
colpi di bastone, e lo colpirono finché il suo sangue
scorreva come acqua, e un nervo che era in mano a
uno dei servi gli sfuggi e andò sul suo occhio destro
e subito la sua pupilla si ruppe e andò sulla sua guan­
cia. Il magistriano, come vide l'occhio ferito e il suo
sangue che scorreva 25. per terra come acqua, tornò
in sé allor a e sospese per un momento la sua ir a, e
comandò ai soldati di smettere di picchiarlo e disse
al santo: «Il tuo occhio perduto ti ha salvato dalla
morte, o monaco inutile ». E oroinò a dodici soldati
di cacciarlo insieme a>i suoi figli monaci, allontanano
dolo dal monte di Sceti. JQuanto a quelli che erano
nel monte di Sceti, noi taceremo riguardo a loro e
torneremo al santo atleta vittorioso apa SamueIe, e
mostreremo il combattimento della sua fede.
Nel monastero di Neklone
Dopo che i soldati lo ebbero scacciato da Seeti
finché lo fecero drrivare a Sud nel deserto, lui e i suoi
piccoli discepoli,' sostenendolo i discepoli dall'una e
dall'altra parte, perché era molto debole, facendolo
andare a Sud del monte con gran sofferenza e diffi.
coltà finché giWlSero ad una piccola grotta sospesa
sulla mon tagna e lo posero sul m onte come un cada.
vere e respirando come morente. E i suoi discepoli
26. lo piangevano dicendo: «Miseri noi, padre nostro!
Tra poco tu esalerai l'anima» e si accingevano a
scavare e a seppellire il suo corpo. Ma a metà della
notte venne in terra dal cielo un angelo del Signore
e si fermò in mezzo alla grotta, b rillante come 'u na lin.
gua di fuoco. I suoi discepoli temettero e si ahban­
donarono alla paura. L'angelo del Signore prese la
m ano di apa Samuele e lo sollevò dicendogli: « Non
temere, o santo: il Signore mi ha m andato da te per
darti forza ». Pose la sua mano sulla sua faccia ed egli
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon
»
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vide subito, pose la mano su tutto il suo corpo e fu
subito sano, anzi gli venne anche maggior forza.
Gli disse l'angelo: «Alzati e vai a Sud, neI distret­
to del Faium, e resta in un monastero che si chiama
Neklone: infatti tu hai ricevuto una corona perché
hai lottato per la fede dei tuoi padri. 27. Ecco, altre
due corone ti aspettano, una nel distretto del Faium,
e l'altra in un altro paese lontano, e dopo questo
ci sarà per te onore, e il ricordo del tuo nome rimar­
rà per le generazioni della terra ». Dopo che l'angelo
gli ebbe detto queste cose sali al cielo in gloria, mentre
il santo lo guaroava.
E il santo aDa Samuele si affrettò a rincuorare
i suoi discepoli, ~ioè apa Iacopo, apa Giuseppe, apa
Salomone e apa Silvano e si diresse a Sud nel distret­
to del Faium. Camminando recitavano questo salmo:
« La nostra anima si è salvata come un passero dalla
mano del cacciatore; la trappola si ruppe e noi fum­
mo salvi. La nostra salvezza è nel pome di Dio che
ha creato il cielo e la terra» (Sal. 123, 7-8). Finalmen·
te giunsero al distretto ,d el Faium e stettero nel mona­
stero santo di Neklone.
Il santo apa Samuele, coi suoi figli, 28. si preoc­
cupava costantemente delle synaxeis, con canti e
preghiere, lavoro manuale e veglie, e stava in gran
pace e in somma tr anquillità, procedendo essi in umile
tà di cuore e in buon esempio, essendo obbedienti,
piccoli e grandi in ogni letizia. Ed essi si sforzavano
di perfezionare le buone qu alità: pietà, purezza, e giu­
stizia, ed erano servi di Dio, e Dio stesso si preoccu­
pava di loro in ogni luogo perché erano suoi servi.
Tutti i fratelli che abitavano nel m onastero di
Neklone, dopo che videro la loro fermezza e il loro
buon esempio, resero grazie a Dio dicendo:· «Il no­
stro monas tero è degno di un grande onore, poiché
questo sant'uomo dimora in esso coi sut)i figli spiri­
tuali ». Allora si compi ciò che è scritto: « Guarxlino
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Vite di monaci copti
le vostre buone opere e diano gloria al Padre vostro
29. che è nei cieli» (Mt. 5, 16) . Dunque, essi avevano
una gran fede nel santo apa Samuele vedendo che
quando pregava per i fratelli ammalati la guarigione
veniva lor o per mezzo di lui.
Dopo un po' di giorni che era nel monastero di
Neklone, la fama del suo profumo si sparse nel di­
stretto del Faium fino a raggiungere il distretto vici­
no, e gli portavano chiunque fosse ammalato di qua­
lunque malattia e il Signore donava loro la guarigio­
ne per mezzo suo. Infatti Dio il Cristo rivelava i suoi
santi glorificandoli in ogni luogo e non li lasciava
nascosti, secondo quanto disse con la sua bocca divi­
na: « Voi siete la luce del mondo. Non è possibile che
una città sia nascosta se è costruita su un monte, né
si mette un lume sotto un maggio, ma si pone sulla
lucerna affinché faccia luce su ciò che è nella casa»
(Mt. 5, 14).
Il santo apa Samuele, dopo che vide che gli uo­
mini 30. lo importunavano molto e non lo lascia­
vano tranquillo ~n sol giorno, si costru1 una grotta
sulla montagna a est del monastero, alla distanza di
un miglio, e nessuno lo conosceva. Qui il santo apa
Samuele stava chiuso tutta la settimana; facendo i
lavori nel giardino che 'Chiamano occidentale; qUando
veniva il sabato e la domenica andava al monastero
e partecipava alla synaxis e trovava una folla di per­
sone riunite davanti alla por ta in cui era la sua pic­
cola dimora, e moltissimi tra loro erano ammalati e
sofferenti. E il santo apa Samuele, per la sua grande
filantropia e misericordia pregava su di loro e li
segnava col segno della croce, e la salute li toccava
subito tutti, ed essi andavano a casa gioiosi, glorifi­
cando Dio e il santo apa Samuele.
237
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
Altra persecuzione di Ciro
Poi, dopo un anno che egli erain 31. gran pace
nella piccola grotta, andò a Sud nella terra d'Egitto
Ciro il Cauchiano, frugando in ogni luogo alla ricerca
del santo apa Beniamino, e ad ogni mona'Co che in­
contrava faceva sottos'Crivere il tomo impuro d i Leo­
ne l'empio e dava loro la comunione con le sue mani.
Dopo queste cose andò nel distretto del Faium con
gran pompa e Vittore, il vescovo del Faium, gli andò
incontro con gran letizia e con la gloria vana di que­
sto mondo, glorificandolo finché fu accolto nella città
del Fayum.
Accadde dopo queste cose che tirò fuori, nella
città del Fayum, il tomo impuro di Calcedonia ·per
comanQo di Giustiniano 3 il falso, imperatore dei roma­
ni, che ordinava che tutta -la terra d'Egitto comunicas­
se col tomo empio di Calcedonia. Ma le genti orto­
dosse, come videro che il Cauchiano si accingeva a
ingannarli con le sue parole bugiarde, si ritirarono
ciascuno al suo posto, 32. e lo lasciarono senza con­
siderarlo. Come il Cauchiano vide che i capi e gli
altri ortodossi si allontanavano da lui e non lo "COn­
sideravano e non obbedivano alle sue parole ingan­
natrici, si adirò molto e disse in cuor suo: « Mi alzerò
e tornerò ai monasteri di tutto questo distretto e farò
che i monasteri mi obbediscano e che i monaci sotto­
scrivano per primi il tomo di Leone e la mia fede, e
quando questi sottoscriveranno, pure il popolo sotto­
scriverà senza che nessuno si ribelli». E andò in
tutti i monasteri, e i monad che trovava li costrinse
sottoscrivere il tomo di Calcedonia e a partecipare
con lui alla synaxis.
Allora il santo apa Samuele, dopo che ebbe visto
gran perdizione che avveniva per mezzo del Cau­
#
3
Al posto di Giustiniano va inteso Eraclio.
238
Vite di monaci copti
chiano ingannatore, riuni tutti i fratelli che erano nel
monastero di Neklone - che er ano duecento fr atelli
laici e 33. centoventi monaci - e passò molto tempo
parlando coh loro nella par-ola di Dio, insegnando loro
ciò che era u tile alle loro anime, parlando loro con
parole di preghiera d icendo: «Vi prego, o miei padri
e fratelli, ciascuno si nasconda nel luogo che vuole
per un po' di giorni, finché il Signore Gesti ci pro­
tegga e ci salvi da questa impura sottoscrizione e dal.
le bestemmie emesse dal Sinodo contaminato di Calo
cedonia, e io cr edo che se mi obbedirete Dio ci farà
da guida, ci salverà e ci difenderà, le dimore vostre
e di quelli che saranno con noi, e vi lascerà nei vostri
posti in pace senza alcun male ».
Dopo che il santo apa Samuele ebbe detto queste
cose, le sue parole piacquero a tutti i fratelli, e si con.
gedarono da lui dicendo: « Benedicici, o padre nostro
santo, noi siamo pronti a morire per la fede retta ».
Allora il santo apa Samuele 34. li benedisse e li lasciò
andare in pace, ep egli si ritirò con i suoi discepoli.
Poi, quando fu l'alba e il sole si alzò un po', ecco che
tre soldati giunsero al monastero per preparare il
luogo davanti al Cauchiano, e non trovarono nessun
monac-o in tutto il monastero, se non quello che
serviva.
I soldati lo presero con violenza, corsero giti con
lui e incontrarono il Caucruano p er strada allo sboc­
co del canale. Gli dissero: « Non abbiamo trovato
monaci nel monastero, salvo questo s-olo ». Gli disse
il Cauchiano: « Perché i monaci non sono usciti incon­
tro a me? O per qual motivo se ne sono andati? D.
Disse l'economo: « N-on so perché se ne siano andati D.
Egli coman dò di picchiarlo finché non dicesse tutto
quello che era successo. Gli disse l'economo: « Non
mi picchiare, io ti dirò la ver ità: questo, cioè Samue­
le l'asceta, ha fatto un gran 35. sermone a loro, rim-
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon.
239
proverandoli nelle sue parole, dipingendoti come un
bestemmiatore, (dicendo) che tu sei un giudeo calce­
doniano ed empio e che tu lasci che gli stranieri p ar·
tecipino alle tue synaxeis e comunichino con te in
qualsiasi cosa. Perciò i m-onaci lo hanno obbedito e
si sono ritirati tutti ».
Il Cauchio, dopo che ebbe sentito queste cose,
si adirò moltissimo e si morse le labbra in gran rab­
bia e maledisse l'economo e il monastero con i mona­
ci che vi abitavano e ritornò per un'altr a strada e non
sali mai piti sulla montagna. Dopo ciò i fratelli torna·
rono al monastero in pace, ma il Cauchio, il falso arci·
vescovo, si preoccupò di far entrare la cattiveria nel­
la città del Fayum, e subito disse ai servi e ad alcuni
uomini fi dati di andar e al monastero di Neklone e di
portargli- apa Samu ele con le mani legate diet ro la
schiena e un collare al collo.
36. Quindi essi andarono al monastero, trovarono
il santo, lo presero e lo portarono a lui, ed egli si avviò
gioioso nell-o spirito dicendo: « Voglia il cielo che acca­
da che oggi versino il mio sangue nel nome del mio
Signore il Cristo ». Perciò rimproverò il Cauchio da­
vanti a tutti, pensando che l'avrebbe u cciso. Dopo ciò
il Cauchio disse ai soldati : « Portatemi quell'empio mo­
naco ». Allora i soldati glielo portarono davanti. L'em­
pio, dopo che vide l'uomo di Dio, fu pieno d'ir a verso
di lui e comandò ai soldati di picchiarlo finché il suo
sangue scorresse come acqua. Dopo gli disse: « Tu
~ei Samuele, l'asceta empio. Chi ti ha m esso come
egurneno di quel monastero? O chi ti ha ordinato di
ai monaci ad allontanarsi da me e dalla
fede? ».
Disse il santo apa Samuele: 37. « ~ meglio che
bbediscano Dio e a nostro padre l'arcivescovo Be­
amino piuttosto che obbediscano a te e ai tuoi inse­
' gnarnenti dem oniaci, o figlio di Satana 'é anticristo
». Dopo che senti queste cose, il Cauchio
a
240
Vite di monaci copti
comandò che picchiassero sulla bocca il santo apa
Samu ele e gli gridava dicendo: « O Samuele, la gloria
che ti danno gli uomini come asceta ha distrutto la
tua mente, ma io ti darò una lezione e t'insegnerò a
parlar bene, perché tu non mi hai glorificato come
arcivescovo né hai dato gloria alla mia potenza, es.
sendo io a comandare sui tributi della terra d'Egitto ».
Rispose il santo apa Samuele e disse al Cauchio:
« Tassiarca era anche Mastema, che comandava gli
angeli, ma la sua superbia e la sua incredulità lo re.
sero estraneo a Dio e ai suoi angeli, e tu, 38. o ere.
tÌCo calcedoniano, la tua fede è corrotta, e tu sei piu
maledetto del d iavolo e dei su oi demoni». Allora il
Cauchio, come ebbe sentito queste cose, si adirò mol­
tissimo e fece segno ai soldati di picchiarlo 'a morte.
Insomma, avrebbe ucciso il gius to, se non che i capì
della città del Faium lo salvarono dalle sue mani.
Come vide che gli sfuggiva dalle mani, comandò che
lo scacciassero dal monastero di Neklone dicendogli:
« Se non comun.tchi con me nella mia fede, vattene
via da tutti i monasteri di questo distretto, se non vuoi
morire di mala mor te per mano mia».
Nel deserto
Accadde dunque dopo queste cose che, mentre il
santo apa Samuele era ancora debole, un angelo del
Signore venne da lui e guaIi tutte le sue ferite. Gli
disse: « Alzati e vai a Su d nel distretto di Takinash e
r imani li con i tuoi discepoli l'>. E cosi andò 39. via
dal monastero di Neklone con i suoi discepoli e si
diresse a Sud salmodiando, dicendo: « Nel mio Dio
valicherò un muro» e « Chi è Dio se non il nostro Si­
gnore? nio mi ha cinto di forza, tu hai raddrizzato
il mio sentiero» (2 Re, 22, 30-33).
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
241
Cosi, dopo ciò arrivò al monte di Takinash e r i­
mase Jf coi suoi figli in gran pace e serenità, facendo
molte orazioni, digiuni, meditazioni e veglie costante­
mente. 'Egli diceva in ogni momento: « La preghiera
e il digiuno sono la salvezza delle anime, la preghiera
e il digiuno sono il profumo degli angeli, la preghiera
e il digiuno sono quel che accusa i peccati, la preghie­
ra e il digiuno sono la purezza dei santi, la preghiera
e il digiuno sono la politeia degli angeli, la preghiera
e il digiuno scacciano 40. i demoni, la preghiera e il
digilUlo fecero si che Mosè conversasse con Dio, at­
traverso la preghiera e il digiuno Elia ed Eliseo cam­
minarono sulle acque del Giordano; con la preghiera e
il digiuno Paolo fu salvo dalle onde del mare. Chiun­
que desideri vivere la vita monastica am i la preghiera
e i1 digitlno. Senza il digiuno e la preghiera il monaco
non si Hbera dai patimenti del diavolo ».
Poi, dopo q ueste cose, come il Dio della gloria ap­
parve al nostro padre Abramo quando era in Mesopo­
tarnia, prima di apparirgli in Charan (e gli disse):
«Esci dalla tua terra e dalla tua gente e vai nella
terra che ti indicherò» (Gen. 12, 1) , quello stesso ora
apparve al nostro padre apa Samuele mentre stava
ancora nel monte di Takinash prima che dimorasse
nella vane dicendogli : « Esci 41. da questo luogo ,
lascia j tuoi discepoli e vai nel deser to che io t'in­
dicherò». Allora il santo apa Samuele si affrettò a
rispondere alla voce del Signore degli eserciti. Gli
disse: « Sono pronto, io sono tuo servo. Ecco, che io
ti segua». Quindi strinse un patto coi suoi discepoli
dicendo: « Ecco, io andrò in questo deserto e non tor­
nerò da voi per molti giorni, ma aspettatemi fino
alla santa Pasqua del Signore; se io verrò da voi
mi vedrete, altrimenti non andate nel deserto in nes­
sun modo a cercarmi, miei amati figli ».
Dopo queste cose si alzò coi suoi ffgli e pregò
con loro e si congedò da loro nel giorno 16 di Mesor e
242
cioè il giorno dell'assunzione della Nostra Signora la
santa Maria, Madre d i Dio. Quindi si 42. diresse sul
monte. Si mosse il beato senza sapere dove andava,
come Abramo in quel tempo. Egli andò via proceden.
do senza sapere .dove andava, ma fidando in- Dio che
ha potenza su ogni cosa; cosi il beato ap a Samu ele non
ebbe dubbi a dirigersi sul mon te, anzi, si armò del.
l'armatura di Dio e della fede possente e si diresse
al monte deciso, e camminò finché giunse alla valle;
guardò giu davanti a sé e vide m olte p alme sotto di
lui e una piccola ch iesa .
E cosi si fermò e pregò dicendo: «O Signore
onnipoten te, ascolta la mia p reghiera e rispondi alla
mia supplica nel tuo amore. Tu sei q uello che si rive.
lò al nostro padre Abramo, tu gli promettesti Isacco,
43. a Isacco Giacobbe e a Giacobbe: "Non ti chiami
Giacobbe, ma Israele sarà il tuo nome ". E disse: "Ho
visto Dio a faccia a faccia, la mia anima si è salvata".
Dunque, o mio Signore, insegnami ciò che devo fare»
(cf. Gen. 32, 28.30~. Mentre ancora p regava senti una
voce che diceva: «·Samuele, Samuele! Ho ascoltato la
tua supplica e la tua preghiera, e la tua voce è giunta
a me, quindi fatti coraggio e non temere, io sono con
te. Ecco, io ti darò questa terra in eredità insieme coi
tuoi figli che verranno dopo di te a gloria del mio
santo nome; io stesso coi miei san ti che verranno dopo
di te ». E smise di sentire la voce. Quindi scese nella
valle saImodiando ed era molto felice.
In quel momento ecco che gli apparve un angelo
in gran gloria. Il santo, come lo vide, temette e cadde
faccia a terra, m a l'angelo gli diede la mano e lo
sollevò. Gli disse: 44.« Non temere, il Signore è con
te. Ecco la terra che il Signore promise a te e alla tua
discendenza per sempre; in luogo della consolazione
dei figli secondo la carne Dio ti darà dei gius ti vec­
chi », L'angelo allora lo 'prese per mano e lo por tò
nella piccola chiesa e gli disse: «Coraggio e f orza, il
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
243
Signore è con te ». E l'angelo spari da lui. Allora il
vecchio pregò cosi: «Entrerò nella tua casa, ador erò
il tuo santo tempio ». Quindi trovò la piccola chiesa
coperta di sabbia perché da molto tempo era deser ta,
cosi passò molto tempo e u na gran quantità di giorni
finché non la puli bene. Allora il santo 'prese dimora
nella piccola chiesa facendo molte orazioni e pre­
ghiere, dando gloria a Dio perché gli aveva preparato
una tale dimora nel deser to, e riceveva il suo poco nu­
trimento 45. dai ,f rutti delle palme che erano li.
Dopo queste cose il diavolo apparve a nostro pa­
dre apa Samuele dicendogli m inacciosamente: « O vio­
lenza, io ti ho da to il mondo, o monaco, e n on ti è
bastato, finché sei venu to nel luogo in cui sto io e
i miei. Forse tu imiti i modi di quello [cioè Antonio]:
se si lottérò anche con te ». Subito egli stese le mani
dicendo: « O Signore, tu sei la mia luce e il mio sal­
vatore, di chi avrò paura?» (Sal. 26, 1). E il diavolo
Incursione dei M azici
Dopo qualche giorno alcuni barbari scesero nella
vane dall'Occidente. Il santo, come li guardò e li
vide, si spaventò molto e cercò il modo di nascondersi
a loro. Ma Dio non permise che questo accadesse senza
sofferenza, affinché si rivelasse la costanza del giusto
e la sua fede. Dunqu e, il santo 46. apa Samuele
senti 'lUla voce che diceva « Samuele, Samuele, non
temere, vai nella chiesa e non p arlare. lo non permet­
terò loro di (vederti J ». Egli an dò e fece cosi.
Dopo ciò i barbari ent rarono nella chiesa con le
sguainate in m ano gridando nella loro lingua.
santo, come li vide in questo m odo, fu }llolto im­
e fu turbato vedendo la loro sfrontatezza nel­
chiesa e nel santuario. Intervenne e disse: « Cosa
244
Vite di monacI copti
fate cosi, o empi impuri e senza Dio! Il Signore Dio
vi r ipagherà! )l. I barbari d issero al santo: « Che fai
tu seduto proprio qui? Noi non ti avevamo visto)l.
Subito lo afferrarono e gli dissero: « Dove sono gli
oggetti sacri di questo luogo?)l. Ed egli disse loro:
cc Qui non c'è nessun oggetto sacro ». Essi lo assali­
rono tanto piu. 47 .
O popolo pio, guardate i miracoli di Dio e il suo
grande amore per noi uomini! Egli disse al santo vec­
chio: « Non parlare », ma fu lui che gli permise .di
parlare, come 'h o detto prima. I barbari lo trascina­
vano di qua e di là cercando gli oggetti· sacri della
chiesa, e finalmente lo legarono a una colonna della
chiesa con gran crudeltà e gli diedero moltissimi colpi,
cosicché fu in pericolo di morte. Quando furono stan­
chi di picchiarlo e non trovarono nulla in suo possesso,
lo slegarono . Allora il santo, dopo che lo ebbero slega­
to cadde a terra senza potersi rialzare, a causa dei
tr oppi colpi che gli avevano dato. Essi lo afferrarono
per i piedi; lo tra$cinarono con crudeltà fino a por­
tarlo al recinto dei" loro cammelli, mentre altri lo se­
guivano picchiandolo sulla testa e sui fianchi, come ci
testimoniano i nostri 48. padri, che dichiarò il santo
apa Samuele che questo era stato il modo in cui ave­
vano agito con llù quei barbari senza Dio.
.
Poi, dopo queste cose, lo p osero sulla camm ella
per portarlo prigioniero nella loro terra. Dopo che lo
ebbero caricato proseguirono con lui; Dio mandò il
suo angelo affinché lo salvasse dalle loro mani quel
giorno. L'angelo spronò il fianco alla cammella, e
subito la cammella voltò il muso verso il viso di apa
Samuele; Dio le diede voce umana, essa parlò e disse
ad apa Samuele: «O vecchio, perché 'piangi e ti rat­
tristi?)l. Egli restò in silenzio per un po', meravi­
gliandosi della voce della cammella, poi disse alla
cammella: « Soffro per i gran colpi che mi hanno dato,
e perché mi porteranno in un paese che non cono­
Isaac: • Vita di Samuele di Kalam on •
245
sco». Disse .la cammella al santo: «A ragione ti han­
no picchiato e non ti hanno fatto niente che non sia
secondo il tuo merito: 49. tu sei degno infatti di
quel che ti 'h anno fatto, perché sei stato disobbediente
alla voce del Signore tuo Dio che ti diceva: "Non par ­
lare", perciò tu sei degno di grande punizione ».
Allora il vecchio, come senti queste cose dalla
cammella, pianse amaramente dicendo: « Veramente
io ho peccato e mi biasimo da me, ma Dio mi può
perdonare per la mia disobbedienza perché non ho
potuto trattenermi vedendo la tracotanza di questi
barbari nella chiesa, quindi io ho parlato, sono stato
costretto a parlare contro la mia volontà e sono stato
disobbediente ». Mentre ancora il santo a.pa Samue1e
diceva queste cose alla cammella, l'angelo del Signore
afferrò i· piedi della cammella e le impedi di andare
avanti o indietro ma stava ferma gridando smisurata­
mente finché ruppe le corde che aveva sul collo. Quin­
di i barbari si diressero verso di lei e le diedero una
gran battitura ed essa non si poté muovere avanti o
indietro, 50. ma si sdraiò per terra col santo su di
sé; e subito lo slegarono e lo lasciarono a terra su d i
lei. Nel momento in cui lo lasciarono giu su di lei, que­
sta si tirò su e stette in piedi e balzò sputando fin­
ché raggiunse i cammelli.
Se uno si dovesse scandalizzare per questo p ic­
colo miracolo, cioè che la cammella parlò, prima di
tutto ricordi l'asina che parlò col profeta Balaham
biasimandolo per la sua incredulità, quella che è de­
scritta nei Numeri (cf. 22 , 23). Ora quindi, o miei
cari, non vi meravigliate e non siate sciocchi come
i Giudei senza Dio e non siate increduli verso queste
sante potenze, ma siate - credenti e credete in quel
che è scritto nella Scrittura.
Quindi caricarono ancora il santo sulla cammella
per la seconda volta e quella non si mos~e né avanti
né indietro, ed essi le diedero una gran battitura fin­
246
Vite di monaci copti
ché essa gridò fortissimo. Allora il proprietario 51
della cammella si adirò moltissimo col santo apa Sa­
muele per i colpi che avevano dato alla sua cammel­
la, si scagliò sul santo pieno d'ira, lo afferrò per i
piedi e lo gettò a terra, sguainò la spada e andò per
ucciderlo, se non che uno dei barbari glielo impedf
dicendo: «Non mettere le mani su di lui, abbando­
niamolo in questa montagna e morirà da solo l).
Dopo ciò lo lasciarono sulla montagna abbando­
nato, se ne andarono, lo lasciarono e si ritirarono
nella loro terra. Il santo apa Samuele era molto inde­
bolito per il modo in cui l'avevano gettato dalla cam­
mella e per i colpi che gli avevano dato, e passò quat­
tro giorni camminando sulla strada finché giunse alla
chiesa con grandissima sofferenza, ma durante tutto
questo si faceva coraggio rendendo grazie al Signore
e glor ificandolo dicendo: « Chi potrà separarci dal­
l'amore di Dio? Forse 52. il dolore o l'angoscia o la
persecuzione o il pericolo o la spada, secondo quanto
è scritto: "Per causa tua siamo uccisi tutto il giorno
e ci considerano co~e pecore da abbattere, ma in que­
sto siamo diventati piu forti per il Cristo Gesu" (Rom.
8, 35-37) l) . Cosi, dopo queste cose ebbe la costanza
di abitare nella chiesa da solo, in frequenti preghiere
e digiuni e non incontrò nessuno né andò a cercare i
su oi discepoli ma aspettava quel che sarebbe succes­
so alla fine.
Catturato dai Maziel
Accadde dunque dopo alcuni giorni che i barba­
ri si mossero per tornare al monte, derubando tutte
le cose degli abitanti dei villaggi che incontravano,
che a:bitavano ne! distretto ai piedi del monte, e inol­
tre p rendevano gli uomini come prigionieri. Comun­
que, per una opportunità data da Dio, gli uomini del
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
247
villaggio seppero che i harbari sarebbero venuti da
loro e si affrettarono a prendere le loro donne e i
loro figli, fuggirono e lasciarono le loro case con quel­
lo che avevano e salvarono le loro vite dalla 53. pri­
gionia dei bar:bari. Quando venne la sera i barbari
entrarono nel villaggio, preser o ogni cosa che trova­
rono, si mossero verso il deserto e andarono nella
valle di Kalamon per ritornare alla loro terra.
Accadde dopo queste cose che il santo apa Sa­
mueIe si trovava nel palmeto a Sud, ripulendo le sue
piccole palme. Mentre dunque faceva questo, i barbari
lo circondarono, lo afferrarono e gli diedero una gran
battitura, poi gli legarono le mani dietro la schiena
e continuarono a trascinarlo da una parte e dall'al­
tra cercando i suoi vestiti e i suoi ornamenti, ma non
trovarono niente di suo se non solo u n po' di datteri.
I barbari si comportarono con lui come belve sel­
vagge, perché pensavano in cuor loro che forse c'era
un uomo con lui o degli ornamenti che egli non aveva
mostrato loro. Perciò lo trascinarono irosamente .fin­
ché lo portarono 54. a noro alla fonte, un po' a sud
della chiesa, lo legarono a u na palma e lo picchiarono
duramente. Oh, quanti furono i colpi che gli furono
dati da quei barbari senza Dio! Essi tagliarono alcuni
rami freschi dalle palme, pieni di spine e picchiarono
il santo apa Samuele con violenza finché il suo sangue
scorse come acqua.
Poi, dopo che gli ebbero fatto male picchiandolo,
senza che egli dicesse loro assolutamente niente, lo
caricarono su una cammella e lo portarono con loro
come p rigioniero nella loro terra. Oh, quanti dolori
il santo accettò a causa del Regno dei cieli affinché
lo ereditasse con tutti i suoi beni! Cosi, dopo queste
cose accadde, dopo che i barbari senza Dio ebbero
portato il santo apa Samuele alla loro terra, che lo
diedero come servo ad un barbaro importante. Quin­
di, secondo la provvidenza di Dio, giunse ad run vil­
248
Vite di monaci copti
Iaggio dove 55. c'era apa Giovanni, egumeno di Sce­
ti, anch'egli schiavo.
n santo fu inviato nei campi a pascolare i cam­
melli. Succedeva che, andando nel campo, incontrava
il santo apa Giovanni, ed essi andavano sempre insie­
me parlando f ra loro dei miracoli di Dio, consolando­
si reciprocamente dei dolori che avevano sopportato,
dicendo moltissime preghiere, suppliche, salmi e can­
tici spirituali, dicendo dossologie di benedizione a
Cristo, poiché Dio li aveva fatti degni di incontrarsi
in una terra straniera e idolatra. Apa Giovanni parlan­
do con apa Samuele per informarlo (diceva): « Fat­
ti coraggio, che certamente ·questi barbari ti vorranno
costringere ad adorare il sole, ma tu sii forte e non
obbedire. lo sono stato duramente picchiato a causa
di -q uesto: questo è infatti l'uso: quando 56. vedono
il sole che sorge volgono il viso ad Oriente e lo ado­
rano dicendo: "Benvenuto o nostr o signore sole, per­
ché tu c'illumini, noi che siamo nella tenebra della
notte". E poco prima che tramonti 'si volgono all'Oc­
cidente e lo adonino dicendo: "O nostro signore sole,
andrai e ci lascerai nelle tenebre della notte? Sorgi
presto e illuminaci". Dunque, padre mio santo, que­
sto è il costume che seguono costantemente i barbari ».
Accadde, dopo queste cose, che, essendo il santo
apa Samuele nella terra dei Mazici, il diavolo infieri
nel cuore del barbaro nei riguardi del santo apa Sa­
mueIe, e lo tormentava continuamen te con lavori fa­
ticosi. Dopo questo lo portò sul tetto della sua casa
al momento in cui il sole ' sarebbe sorto e lo costrinse
dicendo: « Vieni pure tu; adora il sole signore dei
Mazici ». Ma il santo 57. apa Samuele si fece forza
con la gra:nde fede in Dio e disse allbarbaro: «lo non
ti obbedirò -in questo, e non sia mai che io adori il
sole ». Allora il barbaro si adirò m oltissimo, afferrò
apa Samuele, mise la mano sulla testa di apa Samue­
le e sul suo collo dicendo: «Non ti lascerò se non
Isaac : • Vita di Samuele di Kalamon •
249
adorerai il sole, cioè il Signore, davanti ai miei occhi ».
Ma il giusto, forte nel suo Cl,lore e nella sua fede , il
confessore benedetto, liberò il collo dalla mano del
barbaro con gran coraggio, sputò verso il sole dicen­
do: «Non sia mai che io adori il sole che Dio pose
a illuminare la terra al servizio degli uomini ». Allora
il servo del barbaro, come vide queste cose si strac­
ciò le vesti 58. e disse al barbaro padrone di apa
Samuele: « Non lo vedi tu stesso che sputa sul I,lostro
Dio?». Allora il barbaro disse: « Perché sputi sul
nostro signore il sole, volendo che si adiri con noi e
non sorga e renda buia tutta la nostra terra per cau­
sa tua? ".
Credetemi, fratelli miei, che il barbaro diede una
gran quantità di schiaffi. in faccia ad apa Samuele e lo
buttò a terr a moltissime volte volendo ucciderlo, però
Dio non volle che questo accadesse, ma gli diede forza
finché CQmpisse la sua lotta. O tu che fosti martire
moltissime volte senza che ti fosse tagliata la testa !
O confessore della fede ortodossa, ti prego e ti su p­
plico, padre mio santo, affinché tu preghi Dio per me
- io e tutti quelli che mi ascoltano oggi - affinché
Egli perdoni i nostri peccati e ci aiuti, e io compia
(il racconto) 59. delle altre tue virtu e delle soffe­
renze che tu affrontasti nel nome di Cristo.
Quindi, dopo questa gran battitura che gli fu in­
flitta da quel barbaro crudele, lo ~egò ad un'acacia
che era nel recinto dei suoi cammelli e lo lasciò lega­
to ad essa per cinque giorni, senza mangiare né bere,
ma non provò a 'Picchiarlo di nuovo, né lo costrinse
ad adorare il sole: infatti temeva che sputasse su di
esso come prima.
Dopo che apa Giovanni l'egwneno di Sceti vide
la gran crudeltà del bal1baro verso il santo apa Samue­
le, che il santo era assai debole e che continuava a star
legato all'acacia, fu turbato e soffri moTto, andò dal
barbaro di cui era servo e lo pregò affinché andasse
250
Vite di monacI copti
dal harbaro di apa San1Uele e lo facesse liberare. E
quello prese 60. altri due con sé e andò dal barba­
ro, e dopo che glielo ebbe chiesto egli liberò il vec­
ch io nella gran debolezza in cui si trovava e lo mandò
al campo a pascolare i cammelli, dopo che ebbe p as­
sato due settimane giacendo ammalato in una capan­
na mentre il santo apa Giovanni lo assisteva, ,p oiché
molte erano le ferite sul suo corpo per i colpi che gli
aveva dato il barbaro.
Quindi, dopo pochi giorni, Dio ebbe pietà di lui
e guan le ferite che erano sul suo corpo. Allora il
santo apa Samuele trovò m aggior forza, ed essi stava­
no nel campo a pascolare i cammelli insieme glorifi­
cando Dio con preghiere e orazioni e cantici spiri tuali
e compivano bene il servizio del loro stato di schiavi
e obbedivano ai loro padroni carnali con ogni cura,
compiendo ciò che è scritto: «Obbedite ai vostri pa­
droni con ogni timore, non solo 61. i buoni, ma
anche i malvagi: questa infatti è '1,lD.a grazia » (Ef.
6, 5).
Accadde p~i dopo alcuni giorni, che essendo egli
nel campo a pascolare i cammelli, trovandosi in una
gran pace senza alcun turbamento, il diavolo malva­
gio non poté sopportare di vedere una tal pace. Entrò
nel barbaro ingiusto di cui apa Samuele era schiavo
e quindi rifletté n ella sua mente cosi: « Perché lasci
questo schiavo senza donna? Mu oviti, fallo accop­
piare con questa ragazza che pascola le tue capre
affinché ti generi dei figli che ti siano schiavi e ti ser­
vano nella tua casa ». Dopo queste cose decise in cuor
suo secondo le parole cattive del diavolo.
Accadde poi, dopo che il santo usci nel campo a
pascolare i cammelli, che la ragazza andò anche lei
a pascolare le capre; essa era robusta nel corpo
62. e cattiva nella mente come una belva; si diceva
di lei che si caricava in testa un carico di legna e lo
portava al villaggio, che a stento un uomo forte se
Isaac: • Vita dI Samuele di Kalamon.
251
lo sarebbe caricato sulle spalle. Dunque, il santo apa
Samuele andò pure con questa ragazza. Disse (il bar­
baro) 'al santo: cc Prendi costei, che sia tua moglie e
la tua autorità sia su di lei e fai di lei quel che vuoi
ed essa sarà per te consolazione nel tuo stato di stra­
niero, e tu genererai ,figli da lei Il. Ma il santo non
fu contento di queste parole ma disse: «lo non ti
obbedirò in questo tuo discorso: poiché infatti io sono
un monaco e porto un abito santo non m i è lecito rin­
negare il mio ab ito, perché l'unione [sessuale] non
mi è mai venuta in mente ».
Gli disse il b arbar o adirato, stringendo gli occhi
e scuotendo la testa: « O servo cattivo, tu vuoi 63. di­
sobbedire di nuovo com e quella volta che sputasti
in f accia al sole? lo farò di te quel che mi piace. Tu
non sai che io sono il tuo padrone? Obbediscimi e non
morir male per mano mia ». Allora il santo apa Sa­
muele disse: cc lo sono servo di Cristo e sono pronto
a morire per il suo santo nome e a sopportare qual­
siasi cosa tu mi farai. Ecco il fuoco e la spada e ogni
morte che vuoi: certo io non contaminerò il mio
corpo ». Rispose il barbaro: « Dunque sei pronto ad
affrontare qualsiasi morte? lo non ti ucciderò in fret­
ta ma ti legherò a quest'acacia e non ti scioglierò fin­
ché morirai di fame e di sete, a meno che non accon­
senta a prendere moglie ». Quindi lo legò all'acacia
e lo lasciò alcuni giorni in questa punizione, cioè fame
e sete, col freddo di notte e il caldo di giorno. 64. O
santo apa Samuele, l'asceta del Regno dei cieli, o
uomo del cielo che cerchi le cose del cielo, il luogo
dov'è Cristo col suo Padre buono e con lo Spirito
Santo!
Quindi, dopo queste cose, il diavolo maligno, l'ope­
ratore d 'ingiu stizia, l'avversario d ei santi fino al loro
ultimo respiro, senza interruzione, vide che non ave­
va potere su di lui con questa trap{1ola e ne pensò
un'altra. Prese la f onna di un vecchio bar baro stra­
252
Vi te di monaci copti
niero che era arrivato camminando ver so sera, come
per r iposarsi fino al m attino. Il barbaro di cui il san­
to apa Sam uele era schiavo lo accolse fino al mattino.
Come fu mattina, si alzò il vecchio barbaro e disse al
bal1baro di apa Samuele: « Per qual motivo questo
tuo servo sta legato all'acacia? Ecco, è vicino a mo­
rire ». Disse il barbaro: « Perché non ha obbedito . a
me che volevo unirlo a questa ragazza 65. come mo­
glie; perciò gli ho fatto questo, volendo che muoia ».
Disse il diavolo: « Non ucciderlo e non perdere il prez­
zo che hai pagato per lui, ma ascoltami e ti dirò que­
sto, e tu lo far ai a lui come mio padre fece a uno dei
suoi schiavi » .
Gli disse il barbaro: « Dimmi cosa gli debbo fare ».
Rispose il diavolo: «Accadde al tempo della mia
fanciullezza che m io :padre prese come servo un mona­
co che gli avevano portato dall'Egitt o e voleva unirlo
con una donna come hai fatto tu con questo ora,
quindi gli diede una gran quantità di colpi poi li cac­
ciò in un luogo da soli insieme e li chiuse; e in tutto
questo non sareHbe riuscito a far si che loro stessero
insieme, se non che prese una catena e ci infilò la
mano del monaco e ci mise pure la mano sinistra del­
la r agazza dall'altra parte. Egli li legò cosi 66. e li
mandò en trambi nei campi a pascolare i cammelli, ed
essi andavano insieme cosi tutti e due. Dopo ciò, es­
sendo stati nei campi il giorno, dormivano insieme la
notte, finché la r agazza concepi e ,f u prossima a par­
torire. E cosi il monaco generò sei figli a mio padre
e sono loro che servono in casa mia tuttora. Quindi fai
ciò pure a costui, e il tuo cuore sarà tranquillo ri­
guardo a lui ».
Il barbaro, dopo che ebbe udito queste cose dal
vecchio, si rallegrò moltissimo, considerando che era
un vecchio (esperto ) quello che gli aveva dato l'inse­
gnamen to e quindi compi ogni cosa che il maestro di
ogni m alvagità gli aveva insegnato, e insomma il bar-
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
253
baro mise la catena al santo e alla ragazza. Ma voi,
sentendo queste cose non dovete scandalizzarvi né
pensare a un decadimento di questo santo! 67. lo
ricordo bene che ho detto al principio del p roemio:
«Siate tranquilli e ascoltate con a ttenzione », ora vi
dico di nuovo: «Siate tranquilli e pazienti e ascol­
tate la conclusione della storia, affinché passiamo da
un miracolo all'altro e crediate alle sofferenze che i
santi accettar ono per amor di Dio ».
Accadde, dopo che il barbaro ebbe messo la cate­
na a loro due, che d isse ad apa Samuele: «Va' ora e
pascola le capre insieme con lei ». Dopo queste cose
la ragazza lo trascinava qua e là per il pascolo facen­
do il suo lavQro. Dopo un po' essi lasciarono le capre
e si mossero verso i campi, e mentre ancora cam­
mina1Tano, ecco che un altro gregge di capre usci da
un'altra parte del villaggio e (le due greggi) cercarono
di colpirsi fra di loro e il santo 68. apa Samuele non
riusci a tenerle dietro a causa dei giorni di fame che
aveva sopportato legato all'acacia, ma la tirava in­
dietro, e quell'impura si adirò assai minacciosamente
urlando come un cinghiale e una fiera selvatica. Si
volse verso il santo e gli diede uno schiaffo dicendo:
«Quando mi vedi correre dietr o le capre corri pure
tu con me, affinché le capre non vadano perdute e il
nostro signQre non ci sgridi ». E cOSI lo trascinava di
.qua e di là come un corridore.
Il santo era sconvolto pensando: « Che sarà di
me, in un lavoro di tal genere pieno di vergogna? » e
si scoraggiava molto dicendo: «Che gran vergogna
sarà per me lo star sedu to a fare i miei bisogni mentre
stiamo seduti insieme guardandoci apertamente! ».
Pensando queste cose -piangeva dicendo: « Dio, ascol­
ta ]a mia 69. preghiera, presta attenzione alla mia
supp1ica! Dai confini della terra io grjdai a te con
cuore ami tto, o Dio (Sal. 60, 3), ascol fami nell' ango­
scia de] m io cuore e nel turbamento della mia anima ».
254
Vite di monaci copti
Il santo dunque pregava e piangeva con cuore
afflitto, ed ecco un angelo del Signore gli apparve
e gli disse: «Perché piangi e ti lamenti in questa pic­
cola cosa? Il tuo cuore si è afflitto oltre tutte le sof­
ferenze che hai accettato; ancora un po' e il Signore
ti renderà come un dio nella casa di Sokortes il bar­
baro e in tutto il suo villaggio. Ecco, ora io entrerò nel
villaggio e manderò incontro a te uno storpio dalla
nascita ed un muto; né (l'uno) ha mai camminato,
né il muto ha mai parlato, ma tu stendi la tua mano e
guariscili e Dio guiderà la forza dentro di te e tu li
guarirai dalle loro malattie».
Allora l'angelo si diresse al villaggio sotto l'ap­
par enza di un u omo. C'era 70. uno storpio dalla
nascita nel villaggio, sui diciotto anni, che non aveva
mai camminato, ma strisciava in terra chiedendo l'ele­
mosina. Allor a l'angelo del Signore si diresse verso lo
storpio e gli disse: «Hai tr ovato oggi qualcosa di cui
vivere? ». Rispose lo storpio: «No, mio signore ». Gli
disse l'angelo: «Alzati e va' ad oriente del villaggio:
incontrerai Samuete il servo di Sokor tes con la mano
incatenata a quella di una ragazza, ed egli ti donerà
un bene di cui vivrai per tutta la tua vita ».
Lo storpio allora, dopo che senti ciò, si rallegrò
molto, si affrettò e strisciò per terra procedendo a
fatica, finché non giunse nel luogo in cui era il santo
con la ragazza ed alcuni altri con loro. Dopo che gli
fu vicino rivolse il viso verso il suo. Gli disse il santo
apa Samuele: «Chi cerchi? ». Lo storpio gli afferrò i
piedi e li baciò dicendo: 71.« Mio signore, che la tua
carità mi dia qualcosa di cui vivere oggi». Disse il
santo: « lo non ho niente, figlio mio, ma quel che ho
te lo darò ». Stese la mano e prese quella dello stor­
pio e gli disse: «Nel nome del mio Signore Gesu Cri­
sto alzati e 'S ta' dritto sui tuoi piedi » . E subito quello
balzò in piedi e stette diritto senza piu alcun male,
e si mosse ballando e benedicendo Dio; andò nel vil-
Isaac: • Vita di Samuele di Kala mon.
255
laggio dicendo: « O gente, venite e vedrete questo gran
bene che mi è toccato ».
Allora tutti gli abitanti del villaggio si riunirono
attorno a lui domandandogli tutti: « Che ti è succes­
so?». Ed egli disse: «Samuele, il servo di Sokortes,
è quello che mi ha guarito ». E cosi la gente del vil­
laggio si riUDi attorno al santo apa Samuele mentre lo
storpio correva davanti a loro come un corridore. E
tutta la folla 72. si meravigliava di quello che era
accaduto, vedendo il santo e la r agazza con la catena
alle mani.
Nel momento in cui erano attorno a lui, ecco,
venne anche una vecchia barbara con in braccio un
suo bambino di sei anni che aveva le dita della mano
attaccate tra loro e sordomuto. Allora il bambino si
slanciò" verso il san to muovendo la testa, come per
comunicare con lui, secondo la sua abitudine, e affer­
randogli la veste con la bocca. Allora il santo gli
diede uno schiaffo dicendo: «Il Signore ti guarisce,
o stirpe di Canaan ». Subito le sue orecchie si apri­
rono ed egli u di, e la sua bocca si apri e parlò e le sue
dita si stesero. Dopo queste cose la catena cadde come
cera dalle mani del santo e la ragazza divenne muta e
strisciava per terra in gran sofferenza, cosicché 73.
una gran paura cadde su tutto il villaggio e la noti­
zia raggiunse i capi di tutto il villaggio.
E dopo che la cosa r aggiunse il capo del villaggio,
questi diceva ai suoi dignitari: «Se quest'uomo ha
fatto camminare lo storpio e parlare il muto, ecco,
gli è possibile far del male a tutto il nostro paese,
quindi sforziamoci di mandarlo al suo paese e non
proviamo piu ad andare in Egitto a prendere uomini
che tornino ancora quf perché non ci umilino tutti,
perché il loro Dio è piu grande di tutti gli dèi ».
Allora iI b arbaro di cui apa Samu~e era servo
andò con sua moglie e i suoi servi volendo vedere cosa
era accaduto. Dopo che videro ciò che aveva fatto, la
256
Vite di monac i copti
paura cadde su tu tti loro. Allora il bar baro Sokortes
afferrò la m ano di apa Samuele, lo accolse in casa con
gran gioia, e ,d a quel giorno si 74. as tenne dal dargli
dolore in qualsiasi modo, ma andava nei camp i in
pace secondo il suo desiderio, pascolando i cammel­
li. E per un po' di giorni la ragazza stette china su di
sé e sui suoi piedi con gran sofferenza essend o muta.
Ella sapeva che questo gran m ale le proveniva dalla
gran mancanza di rispetto che aveva avuto verso il
vecchio santo apa Samuele. Allora strisciò e giunse dal
santo, afferrò i suoi piedi e li baciò piangendo e invo­
candolo che la guarisse dalla sua m alattia. E il santo
allora ebbe pietà di lei, pregò su u n po' d'acqua e la
versò su di lei. Prese la sua mano e la sollevò di·
cendo: «Nel nome del mio Signore Gesti Cristo, alza­
ti in piedi e sii sanata come prima». E subito essa
si alzò e stette in piedi senza p iti alcun male, ed essa
udi e parlò.
Dopo queste cose un gran timore ci fu in tutta la
casa di Sokorte1 e tutta la sua gente; essi dicevano:
75. «È u n abitante del cielo che è disceso in terra,
quest'uomo». Accadde poi, dopo quei giorni, che,
secondo il comando del buon Dio si ammalò la moglie
di Sokortes e il suo viso, la sua testa e il suo corpo
si piagarono profondamente. Ella non smetteva mai
di notte e di giorno di gridare per il gran tormento
che aveva, e la ponevano su un letto e la lasciavano al
sole affinché quando sorgeva la guarisse, ma con tut­
to ciò non aveva guarigione ma andava molto peggio
e gridava moltissimo cosicché la su a voce riempiva
ogni luogo, e si affann avano a starle intorno da una
parte e dall'altra quand o ,l a mettevano a giacere al
sole, affinché il suo calore liberasse tu tto il suo corpo,
e non aveva alcun sollievo.
Quindi essa parlò con suo marito dicendo: «Per­
ché n on mandi a chiamare Samuele, l'uomo del cielo,
che venga e mi guarisca dalla mia malattia ? Non la-
Isaac: • Vi ta di Samuele di Kalamon •
257
sci anni morire di questa malattia ». Disse suo mari­
to : '" lo temo le 76. ,leggi dei Mazici e soprattutto
il nostro signore il sole ». Gli disse ella: «Ahimè, se
io muoio tutto quello che è in casa and rà in rovina».
E COSl mandarono a cercare il santo apa Samuele e
lo portarono al villaggio, e appena la donna d i Sokor­
tes lo vide gridò dicendo: « Benvenu to, Sam uele, uomo
del cielo, vieni e aiutami nella mia malattia, dammi
uno schiaffo e guariscimi come guaristi il muto e lo
storpio, guariscimi il viso e la testa e tutto il corpo
che si è corrotto ».
Ma a l santo apa Samuele fu impedito di avvici­
narsi a lei dalla f olla che le era riunita intorno e gli
dicevano: «Avvicinati, o uomo di Dio, e guariscila
con i rimedi del tuo Dio ». La donna ammalata si af­
frettò -ad afferrare i suoi vestiti e lo attirò a sé; affer­
rò la sua mano, se la mise sulla testa e sul viso e su
tutto il corpo. Le disse il santo: « Il mio Signore Gesti
Cristo ti guarisca 77. dalla tua malattia». Guardate
il grande m iracolo, o miei cari, che accadde in quel
momento: la donna sussultò, \Subito si alzò e ,f u libera
dalla sua malattia, compiendosi su di lui ciò che è
scritto: «Imporranno le m ani agli ammalati ed essi
saranno guariti» (Mc. 16, 18).
Il >bar baro, come vide che sua moglie era guari­
ta dalla malattia che era in lei, si gettò ai piedi del
giusto apa Samuele dicendo: «Uno solo è il tuo Dio
e non c'è altri che Lui ». Quindi lo pregò di perdonar­
lo per tutto il male ch~ gli aveva fatto. La d onna fece
dei giuramenti terribili: «Non adoreremo il sole mai
piti poiché non è stato capace di guarirmi dalla mia
malattia». La donna disse al marito: «Quest'uomo
è un dio del popolo d'Egitto, quin di diamogli gloria,
diamogli onore e mandiamolo alla sua t erra affinché
non lo addoloriamo ed egli si adiri COlUro di noi e
distrugga noi e tutta la 78. nostra casa».
258
Vite di monaci copti
Dopo queste cose Sokortes si sedette e russe al
santo apa Samuele alcune parole di consolazione di­
cendo: «Veramente grande è il tuo Dio, perché fin
dal primo giorno in cui tu sei entrato in casa mia
c'è stata una gran benedizione in essa, .e i miei cam­
melli si sono moltiplicati e hanno riempito i miei
recinti; i miei schiavi si sono m oltiplicati e hanno
riempito la mia casa, quindi ti p rego di farmi questo
gran favore: prega per me e per mia moglie affinché
abbiamo un bambino, poiché essa è sterile e non ha
mai concepito, e io ho avuto pazienza con lei perché
è m ia cugina, mio padre e il suo sono fratelli, e anche
questa grande ricchezza è sua tutta insieme, perciò io
non posso ripudiarla e prendere un'altra donna stra­
niera; quindi ti giuro oggi col giuramento dei Mazici
che, se tu pregher ai per me perché mi nasca un figlio,
ti manderò al tuo paese 79. con grande onore e con
gran gloria ».
Gli disse il santo: «Tu credi che io abbia il pote­
re di far ciòl per la forza del mio Dio? ». Disse il bar­
baro: « Si, io' credo che tu hai potere su tutto ciò che
vuoi per la forza del tuo Dio ». Gli disse il santo:
« Che il mio Signore Gesu Cristo, figlio del Dio viven­
te, ti conceda secondo la tua fede ». Dopo queste cose
Dio ascoltò la parola d i apa Samuele, e la moglie del
capo concepi da quel momento, quindi il santo apa
Samuele divenne gran de nella casa del barbaro e in
tutto il villaggio, cosicché chiunque fosse ammalato
e in pericolo, nel momento in cui gridava: «Dio del
santo apa Samuele, ascoltaci nella nostra sofferenza! Il
otteneva subito la salvezza. Oh, quanto grandi furono
i doni di guarigione che avvennero per mezzo · suo in
quella terra 80. tanto che portavano gli ammalati
da ogni parte e li mettevano dove egli passava e nel
momento in cui appena lo vedevano la salute li rag­
giungeva.
Isaac: • Vita dì Samuele di Kalamon .
259
Quindi, dopo qualche giorno partori la moglie di
Sokortes e generò' un figlio maschio e gran gioia ci
fu in tutta la casa, perciò egli diede grande onore al
santo e lo ringraziava dicendo: «Ecco, se vuoi essere
lasciato libero, qualsiasi luogo tu voglia raggiunger e,
raggiungi lo in pace, e se invece desideri andare al tuo
paese, di certo ti manderò in pace e con grande ono­
re. Se desideri restare in questo paese ti nominerò
mio erede; ma io ricordo che ti dissi: "Ti manderò in
pace alla tua terra ", quindi scegli quello che vuoi che
io ti faccia » _
E 81. dopo queste cose il santo apa Samuele
passò altre cinque settimane andando nel campo con
apa Giovanni e non voleva separarsi da lui, ma apa
Giovanni lo pregò dicendo: «Dal momento che Dio
ti 'ha reso libero, o mio caro fratello, non fermarti qui
per causa mia, ma vattene nel tuo monastero, il luogo
che il Signore ti ha des tinato, e prega per me nel
luogo in cui andrai ». Gli disse il santo apa Samuele:
le Coraggio, o mio caro fr atello, certamente tutto quel­
lo che è accaduto a me accadrà anche a te, sarai inca­
tenato insieme con una donna esattamente come me,
ma guar dati dal far trionfare il desiderio su di te,
affinché tu sia salvo. Dopo queste cose verrà qui un
calcedonense e sarai portato da lui ed egli ti porterà
nella Pentapoli; ma fa' ben attenzione, certamente egli
cercherà di convertirti, ma se tu per severerai nella
tua fede egli ti libererà e ti manderà in pace alla tua
casa. 82. Ora io ti saluto perché mi dirigo al mio
monastero, il luogo che il Signore mi 'h a destinato per
viverci ».
Oh, quan te furono le lacrime di questi due santi
insieme in quel momento! Apa Giovanni: «Ti saluto»
e apa Samuele: « Non vedrai piu il mio viso carnale »;
poi disse apa Samuele: «Anche se non ci vedremo piu
fisicamente ci vedremo spiritualmertte ». E COSI si
ab bracciarono e si separarono con grande angustia;
260
.ylte di monaci copti
poi, dopo queste cose il santo apa Samuele andò al
villaggio in quel giorno. ,D isse il santo apa Samuele a
Sokortes: « Quel che desidero che tu mi conceda è
questo: che tu mi mandi al mio paese perché era la
volontà del mio Dio lO. E quello si affre ttò a compie­
re il desiderio del sant o in fretta e con gran gioia.
83. Quindi gli diede una cammella molto bu ona e gra­
vida e con un giovane na to che la seguiva e gli diede
molti bei doni e gli assegnò cinque suoi servi montati
sui cammelli,.i quali conoscevano bene i sentieri del­
la zona desertica affinché andassero con lui fino a
p ortarlo ai confini dell'Amoniakè e gli mostrassero la
strada per andare a Kalamon. Ed essi tornarono dal
loro signore in pace; avevano passato diciassette giorni
camminando con lui.
Fondazione della comunità di Kalamon
Allora il ~anto apa Samuele procedette sru sentie­
ro che i barbari gli avevano insegnato e salmodiava
dicendo: «Hai appianato le mie vie al tuo cospetto»
finché giunse a Kalamon , e come entrò nella piccola
chiesa tese le mani e rese grazie a Dio dicendo: « Ti
ringrazio, o mio Signore Dio onnipotente, perché mi
hai ,f atto 84. degno di entrare di nuovo jn questo
luogo; ecco, infatti , da questo momento io non morirò,
ma vivrò finché dirò le potenze e i miracoli del Signo­
re, perché in eterno è il suo amore. Con l'insegnamen­
to il Signore mi ha insegnato e non mi ha messo nelle
mani della morte lO.
E mentre il santo apa Samuele ancora pregava,
un'estasi lo prese e si trovò in una grande visione e
vide la santa Vergine Maria in piedi dalla parte orien­
tale della piccola chiesa con una verga d'oro nella d e­
stra mentre alcune persone venerabili le stavano ai
lati glorificandola, ed ella procedeva tenendo la verga
Isaae: • Vita di Samuele di Kalamon •
261
mentre tutti quelli si muovevano con lei; quindi ella
la sollevò verso nord e verso ovest verso est e verso
sud; dopo ciò vide un gran trono assai glorioso e su­
blime che fu posto a terra nel luogo che ella aveva
misurato.
Dopo queste cose la santa Vergine Maria si affret­
tò a sedere 85. sru trono e disse: « Questa è la m ia
dimora per sempre, io dimorerò in essa perché l'ho
desiderato, e fin da ora costruirò per me una dimora
su questo monte e rimarrò in essa con Samuele servo
di mio figlio; inoltre, quelle beatitudini che ebbi nella
città di Davide, cioè Bethleem, farò che siano in que­
sto luogo, poiché io amo stare in esso con Samuele
per la sua purezza, e resterò con lui per sempre ».
Dopo ciò chiesero i capi, cioè quelli che la seguiva­
no:· « Dunque, o nostra Signora, i barbari non torne­
ranno piu qui-? lO . Ella disse: « Non sia mai, ma mio
figlio veglierà su Samuele e i suoi figli a causa delle
sofferenze che h a accettato ». Mentre diceva queste
cose 'Si alzò e stette in piedi ed egli smise di vederla,
e si svegliò àal sogno e si rallegrò in gran letizia e
gioi nello Spirito Santo dicendo: « Sono state dette
lodi di te, o città del nostro Dio, poiché 86. in te
è la dimora di tutti qu elli che sono lieti» (Sal. 86, 3).
Accadde poi, dopo queste cose, dhe si alzò e andò
al monte di Takinash, e portò i suoi discepoli nel
luogo che il Signore gli aveva preparato. Dopo queste
cose progettarono la chiesa con le piccole dimore, e
purificarono il lato delle fonti e piantarono m olto fru­
mento con altri tipi di semi intorno alle fonti; queste
cose Dio le benedisse e le aumen tò ed esse furono
abbondanti nei loro frutti, cosicché quando ne ave­
vano bisogno trovavano in essi il poco che era loro
necessario; e passarono due anni vivendo dei loro
piccoli frutti, cosicché non andaron o in Egitto per
nessun motivo, quindi la fama del fo ro profumo si
sparse per tutti i distretti confinanti, cosicché (la
262
Vite di monaci copti
gente) diceva: « Qualche grande anacoreta santo vive
in quella montagna - cioè la montagna di Kalamon
nel distretto del Faium - tanto che Dio tiene lonta­
ni i barbari per la fede di questi santi, ed essi non
vengono piu in Egitto a rubare 87. arredi [sacri] ».
E la strada p er andare a Kalamoll fu aperta a tutti
senza timore.
Quindi, dopo che la fama del santo apa Samuele
si sparse per tutto il distretto, i fratelli che stavano
nel convento di Neklone sentirono che il santo apa
Samuele si trovava sul monte di Kalamon. Si leva­
rono quattordici santi monaci, andarono da lui e lo
pregarono di accoglierli presso di sé, ed egli li accol­
se, rallegrandosi molto, in comunità come' figli. Essi
furono sotto la sua regola, perché anch'essi erano pii
e cercavano la salvezza delle loro anime. Quindi egli
costro! una piccola salina affinché i fr atelli vi lavo­
rassero e la piccola cammella coi suoi figli aiutava in
ogni cosa. Dopo queste cose altri cinque fratelli del
monastero di Takinash si levarono e andarono dal
santo ed egli l,li accolse in una sola comunità.
Accadde poi, dopo queste cose, che apa Gregorio,
il vescovo della città di Kais, 88. e apa Iacopo suo
discepolo, appresero la fama del santo con quelli del­
la loro città. Sali e andò al monastero di Kalamon
perché aveva una gran sofferenza che lo tormentava
giorno e notte, poiché era stato crudele con l'immagine
di Dio, essendo senza carità verso i poveri, ammuc­
chiando per sé una gran quantità di ricchezze insazia­
bilmente; e passò tutta la notte ' m entre il dolore lo
tormentava e non lasciò riposare nessuno di 'quelli
che gli stavano vicino.
Costui dunque, dopo che ebbe incontrato il santo
apa Samuele ed ebbe parlato con lui, vide la grazia
di Dio sul suo viso, e appena abbracciò il santo il male
in lui fini ed egli senti la guarigione che lo aveva rag­
giunto; 'Per cui gran fede ebbe il vescovo nel santo
263
Isaac: • Vita di Samuele di Kal amon •
apa Samuele e passò quattro giorni nel monastero,
parlando tra loro della grandezza d i Dio. Come parti
andò alla sua città e mandò cento olocottini alla chie­
sa, 89. venti misure d'olio e trenta misure di fru­
mento e cen to vasi di vino, li diede al monastero con
un cammello e un asino e diceva: « Com e abbiamo
sentito cosi abbiamo visto ». E cosi, per le preghiere
del n ostro padre apa Samuele, il monastero aveva
mezzi quotidianamente giorno per giorno e s'ingran­
diva nel timore del Signore e nell'amore spirituale.
In breve tutti guardavano alla politeia dell'uomo di
Dio apa Samuele e ai suoi buoni esempi, chiunque lo
vedesse.
Dopo ciò il santo apa Samuele cinse altri dicias­
sette fratelli dell'abito monacale tutti insieme: erano
uQIDini perfetti e caritatevoli verso ciascuno. Il fra­
tello Apollo era fra i diciassette che cinse, uomo di
Dio veramente, c'he soleva alzarsi a metà della notte
per attingere acqua per il servizio e 90. spazzare
le celle di tutti i fratelli, e lui stesso si occupava dei
piccoli cammelli. Se andava al Faium, solevano man­
darlo per commissioni, compiendo egli ogni cosa. In
breve egli era l'incaricato delle attività m anuali di
tutti i fratelli, portando il prodotto in Egitto, venden­
dolo, servendoli con ogni zelo e cura; questi dunque si
prendeva gran cura dei fratelli. E il santo apa Samue­
le gioiva di lui e faceva spessissimo le sue lodi da­
vanti ai fratelli e diceva questa frase adatta a lui
molte volte: « Ho trovato Davide figlio di Jesse (SaL
88, 21), che viene nel mio cuore, colui che compie
tutti i miei desideri. Ho trovato pure Apollo che vie­
ne nel mio cuor e, colui che mi darà tranquillità in
tutte le mie coc;e ».
~
264
Vite dI monacI copti
Insegnamenti
Il santo apa Samuele parlava ai fratelli con la
parola di Dio giorno e notte, parlando e sostenendo i
loro cuori nel timore di Dio e dei suoi comandamen­
ti, specialmente i neofiti, 91 . quelli che avevano rice­
vuto (da poco) l'abito monastico, insegnan do loro i
pensieri m alvagi dei demoni e diceva: II; Non trascu­
rate la vostra salvezza, nessun minuto sia infruttuoso,
poiché n on sappiamo in quale ora saremo chiamati.
E non siamo negligenti come le cinque vergini stolte
nella cui vita non c 'è niente di buono, perciò accor­
sero prive (di olio), e ' questo accade al monaco che
non ha alcun bene nella vita, cioè non si dà cura del­
la preghiera e del digiuno, e si trova invece che è
ricco delle passioni e dei desideri impuri che. uccido­
no l'anima e il corpo insieme.
Non passate un giorno senza dar frutti di Dio, affin­
ché non ne passiate un altro dando frutti del diavolo
nei suoi voleri imF\uri, e se persevererete in cose di
questo genere o passerete la vostra vita lavorando
92. per ciò che è vano. Dice infatti: .. Non è possibile
a voi servire Dio e Mammona" (Le. 16, 13). Per que­
sto vi prego, o figli cari, non trascurate la vostra sal.
vezza una sola ora ma osservate tutti i comandamenti
di Dio e indossate il mantello della fede e prendete in
mano la spada a due tagli, cioè lo Spirito Santo e
inseguite i nemici velenosi, cioè i demoni. Quindi
acquistatevi una visione spirituale di Dio che è invisi­
bile, e continuate a perseverare nell'amore del suo
nome santo e benedetto in eterno. O figli amati, lot­
tate in purezza e pace poiché i nostri padri, i profeti,
procedettero in purezza e pace; perciò lo Spirito San­
to dimorò fra loro e parlò per b occa loro, perciò il
Signore disse: "La legge e i profeti dipen dono da que­
sti due comandamenti" (Mt. 22, 40) .
Isaac: • Vita di Samue le di Kalamon.
265
Ecco, 93. voi avete imparato che Dio è nella
purezza, perciò agite per la vostra terra spirituale,
cioè il vostro corpo, con ogni purezza, affinché Cri·
sto venga a voi e si costruisca una dimora fra di voi,
poiché voi sapete che il Signore non dimora in una
casa contaminata, né il peccatore sta nel luogo della
purezza. Avete mai sentito che i leoni abitino nelle
tane delle volpi o che le volpi abitino o si possano
avvicinare al luogo i cui sono i leoni? O in qual modo,
o ascoltatori, voi che votaste i vostri corpi a Dio,
permetterete alle volpi maligne, cioè le p assioni, di
sopraffare l'hegemonikon giorno e notte, incendiando
i vostri granai pieni d i frutti, mentre pochi dei suoi
rendono maleodoranti i vostri unguenti? Quindi guar­
datevi fin da dom ani dal peccare ancora, e non con­
taminate l'abito santo che avete ricevuto, affinché mai
94. Dio si adiri con voi e carichi su di voi i 'Vostri
peccati di prima e dopo raddoppiati, e gran biasimo
sia su di voi e vergogna alla presenza di tutti i santi
e si compia su di voi ciò che è scritto: .. Sono migliori
quelli che non conoscono la via giusta di quelli che
pur avendola conosciuta sono tornati alle loro impu­
rità come al solito, come un cane che torna al suo
vomito è cosa abominevole, e come una 's crofa nel
rotolarsi nel fango".
E ascoltate questa temibile rivelazione: "Amico,
perché sei venuto al banchetto nuziale senza l'abito
nuziale indosso? Come sei entrato in questo luogo es­
sendo pieno di macchie? Che tu sia cacciato nella tene­
bra esteriore dove ci sarà pianto e stridor di denti"
(Mt. 22, 12). Perciò vi prego con saggezza: "Pensate
che lascerete il mondo, e [pensate] alla r agione per
cui avete indossato l'abito' monaca1e" . 95. Quello che
perseguite, cercatelo con zelo. Non sapete, o fratelli,
che grande è la ricompensa davanti a !)io a causa
della privazione delle nozze che vi siete imposti? Ecco,
i fratelli monaci prima di voi, che perseverano nella
266
Vite di monaci copti
vita monastica, teneteli a modello per la loro pietà e
il loro buon esempio. I nsomma, adempite ogni cosa
santa con ogni letizia, e non siate superbi e orgogliosi,
d iventando censori fra voi, affinché n on si compia su
di voi ciò che è scritto: "Dio va contro gli orgogliosi
m a concede grazie agli umili" (Prov. 3, 34 ecc.). Umi­
liatevi nella preghiera e nel digiuno che sono le origi­
n i di tutte le virtu. La preghier a e il digiuno sono gli
ambasciatori davanti a Dio, con la p reghiera e il di­
giuno Daniele chiuse la bocca ai leoni che non pote­
rono toccarlo. Lo stesso nostro Signore Gesu ci rac­
comandò dicendo "che la preghiera e il digiuno sono
la salvezza delle nostre 96. anime" (Mt. 17, 20) ».
Costruzione della chiesa
Ma dopo di ciò torniamo alla commemorazione
del nostro santo padre apa Samuele, glorificando Dio
nel giorno della s~a santa commemorazione, e vi ral­
legreremo con (il . racconto) del momento in cui si
accinse a costruire la grande chiesa, come il popolo
fedele venisse da loro da ogni parte, perché i suoi
figli erano numerosi e crescevano di numero nel timo­
re del Signore, essendo con tinuamente riuniti attorno
a lui, benedicendoli il Signore e rimanendo su di loro
con i suoi figli. Siamo benedetti noi nel Signore che
ha creato il cielo e la terra.
Dopo che il santo apa Samuele aveva preparato
ogni cosa per la costruzione della chiesa, dandogli
aiuto apa Giuseppe, vescovo del Faium, in ogni cosa,
cominciarono a costruire, aiutandoli il Signore in ogni
cosa di cui avessero bisogno, e apa Apollo stava in
Egitto con altri f ratelli monaci e mandavano da loro
una quantità di cammelli per le loro necessità, per­
ché tutti i grandi d'Egitto avevano saputo che il santo
apa Samuele cominciava a costruire una chiesa nella
Isaac: «Vita di Samuele di Kalamon •
267
valle di 97. Kalamon, e quindi mandavano a chia­
mare Apollo molto spesso e lo accoglievan o città e
villaggi, e gli davano ogni cosa necessaria alla co­
struzione della chiesa, chiedendo con gran fede che
la benedizione e le preghiere del nostro santo padre
apa Samuele fossero sulle loro case e sui loro campi
e sui loro animali, e avevano una gran fede in lui.
Ogni persona che d imorava in Egitto diceva: « Per
le preghiere del santo apa Samuele e per le sofferen­
ze che ha sopportato, Dio ha trattenuto i barbari e non
li ha lasciati venire in Egitto fino ad oggi». iPerciò
egli era per le regioni che lo circondavano, come apo­
stolo di Dio, ed essi gli mandavano gran doni e ric­
chezze per la costruzione.
Dopo queste cose, Mena, l'eparca della città di
pElhil', che era un parente del santo apa Samuele,
venne a sapere che aveva cominciato a costruire una
chiesa. Egli gioi profondamente, quindi mise suo fi­
glio a capo della città al 98. suo posto, caricò alcu­
ne barche di grandi equipaggiamenti, legno, pece, fer­
ro, insomma ogni cosa necessaria di cui potesse avere
bisogno, la scaricò presso il monastero e testimoniano
i nostri pa dri che portò anche mille e cinquecento
olocottini e li lasciò al monastero con alcune stoffe di
seta per l'addobbo del santo altare. E cosi non smise
di rimaner e presso di lui finché non ebbero comple­
tato la chiesa in ogni ornamento, aven dola essi ornata
bene e accingendosi i fratelli a consacrarla al nome del
santo apa Samuele. Ma questi, dopo che ebbe udito
questa cosa, si levò e disse: « Non sia mai I Sarà
consacrata alla Signora di tutti noi, la santa Maria,
Madre di Dio, con la chiesa piccola e la diaconia, tut­
te al suo nome. Credetemi, figli ,m iei, dopo quattro
generazioni Dio su sciterà un superiore in questo mo­
nastero, sarà lui che 99 . costruirà .la chiesa al mio
nome ». Allora i fratelli, come sentirono questo discor­
so da parte dell'uomo di <Dio apa Samuele, tacquero
268
Vite di monaci copti
e glorificarono Dio per quel che sarebbe accaduto in
futuro.
Quindi, dopo che ebbero completato la chiesa
mandarono a chiamare apa Giuseppe, il vescovo del
Faiwn, perché venisse e consacrasse la chiesa. Egli
venne con gran gioia e anche molti notabili della cit­
tà di Faium vennero con lui. Il vescovo, dopo che fu
entrato nella chiesa si rallegrò e disse: «Veramente
questo è il luogo del perdono dei peccati; questo è il
luogo in cui dimora Dio coi suoi angeli, questa è la
dimora che l'Altissimo ha purificato; Dio è in essa e
non sarà scossa. Vera:mente come abbiam o sentito,
coSI abbiamo visto nella città il Signore delle nostre
forze ». Anche i notabili posero i loro doni dentro la
chiesa secondo quanto è scritto: « I capi del popolo
portarono i loro doni alla chiesa» e il vescovo fece
una 100. synaxis solenne. Dopo ciò consacrò la chie­
sa nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo
e della Madre di Dio, santa Maria. E allora si fece
condurre il 's anto apa Samuele, sebbene egli non lo vo­
lesse e lo ordirl.ò prete, con Apollo, apa Gigioi e apa
Silvano; mentre apa Teodoro ,d i Canopo, Zaccheo e
Shenute oli ordinò e li fece diaconi, oltre a d altri sei
che apa Samuele fece ordinare da apa Giovanni. E si
testimonia di Teodor o di Canopo che parlò con la Ver­
gine Maria spesso a faccia a faccia p er la purezza del
suo corpo, e cOSI anche era per il diacono Zaccheo per
la sua buona disposizione. Egli portò a termine la con­
sacrazione della chiesa con gran letizia e ad uno ad
uno tornarono al loro posto in pace.
Altri miracoli
Inoltr e par lano i lIlostri padri di una vedova che
viveva nella città di Pem ge con due figliolette v~rgini,
dicendo di lei che si preoccupava 101. di mandare
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
269
tre misure di olio all'anno al monastero affinché si
ricordassero di lei e delle figlie. Accadde una volta
che essa le mandò secondo l'abitudine, e le prese
Apollo, il fratello diacono, e le portò nella cella; dopo
che andò per posare il recipiente a terra lo fece cadere
su un altro pieno e li ruppe entrambi. Si dispiacque
Apollo, il fratello diacono, e si affrettò a uscire e si
gettò ai piedi del nostro padre apa Samuele dicendcr
gli: « Perdonami, padre mio santo, perché ho pecca­
to ». E il vecchio gli disse: « :t: il Signore che li ha
mandati, Egli li ha ripresi. Comunque vai e raduna
ciò che troverai ». Apollo allora prese altri due fra­
telli per raccogliere l'olio, e dopo che furono entrati
nella cella trovarono i vasi che galleggia:vano sull'olio.
Allora raccolsero <l'olio, finché non r iempirono alcuni
altn vasi vuoti che avevano trovato, con la benedi­
zione che il Signore aveva decretato per loro per le
preghiere del nostro padre apa Samuele. 102. Se
per caso c'è q ualcuno che non crede a questo mira­
colo mi stia a sentire, ed io vi convincerò con la
Scrittura a proposito di Eliseo il profeta (cf. 4 Re, 4),
poiché un profeta è pure nostro padre apa Samuele.
Dunque, una donna andò dal p rofeta Eliseo dicendcr
gli: « Mio signore, aiutami, in verità mio marito è
morto e l'usuraio ha preso i miei due figli e se li è
fatti schiavi ». Le disse Eliseo: « Cosa vuoi che ti
faccia? Dirruni, cos'hai in casa? ». E d ella disse: « lo
non h o niente, non c'è niente in casa se non un po'
d'olio per ungermi, me e i miei bambini ». Disse Eli­
seo: «Vai e chiedi ai tuoi vicini dei vasi vuoti e non
evitare di chiederne tanti; entra in casa tua e chiudi
la porta dietro di te e i tuoi figli, travasa l'olio nei
tuoi recipienti d a quello che sta nei vasi finché non
avrai riempito i recipienti ». 103. Ed ella chiuse la
porta dietro di sé e i suoi figli e vt'!rsò olio nei reci­
pienti finché li riempi tutti. Ella dunque andò d al
270
Vite di monaci copti
profeta e gli annunciò quello che era accaduto. Egli
le disse: «Affrettati ora e vendi l'olio, e riscatta la
vita dei tuoi figli. Col resto dell'olio vivrai, tu e i tuoi
figli ». Voi sapete dunque che colui che operò in Eli­
seo è lo stesso che oper ò nel giusto apa Samuele,
affinché in ogni occasione Dio riceva gloria dai suoi
santi.
Accadde poi, dopo queste cose, che il santo apa
Samuele mandò alcuni fratelli a tagliare giunchi, ed
essi si costruirono una piccola capanna nel luogo in
cui lavoravano. C'erano due fratelli nel monas tero,
generati insieme; questi erano pii e obbedivano a
nostro padre, il nome di uno di loro era Hatre, il
nome dell'altro Humise. Allora nostro 104. padre
mandò m io fratello Hatre a tagliare giunchi; d opo al­
cuni giorni egli cadde ammalato, e i fratelli pazien­
tavano, perché oggi o domani si sarebbe alzato, per­
ciò non lo rimandarono (indietro). In seguito la
malattia si aggravò ancora su di lui e le sofferenze
della morte lo raggiunsero. Allora i fratelli presero
un asino e ve Id.caricarono, volendo portarlo al mona­
stero. Ma quello non poteva stare sull'asino a causa
della sofferenza della malattia che era su di lui.
Allora lo posero a terra e lo chiusero in
ca­
panna e m andarono un fratello al monastero a dare
la notizia a nostro padre: « Ecco, nostro f ra tello Hatre
è ammalato ed è prossimo alla morte ». Il vecchio
allora, dopo che ebbe udito queste cose riguardo al
fratello, chiamò Humise il fratello di Hatre e altri due
fratelli e li mandò in Egitto d icendo loro: «Andate,
dite questo al fratello Hatre: "Dice Samuele tuo pa­
dre: Alzati in fretta e vieni, che io ti veda, perché non
desidero che tu muoia fuori dal 105. monastero" ».
I fratelli si congedarono in fretta dal vecchio, ma
Hatre mori nella notte in cui i fratelli giunsero da lui.
Allora il santo apa Samuele fece molte preghiere
e suppliche, notte e giorno, per lui alla presenza di
una
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
271
Dio, e men tre continuava cOSI, ecco, la santa Vergine
Maria venire da lui con viso lieto. Gli disse con gran
gioia: «Perché ti addolori e piangi? Ecco, è m orto
Batre quello che hai mandato a chiamare. Fatti corag­
gio e sii forte, e io lo resusciterò dai morti e lo far ò
venire da te qui e tu lo vedrai con tutti i fratelli;
dopo ques to egli morirà. Poiché tu mi hai glorificato,
io ti glorificherò ». Dopo che gli ebbe detto queste cose
la santa Vergine Maria sali in cielo in gloria. Allora
il santo apa Samuele a questo punto continuò a pre­
gare rendendo grazie a Dio, aspettando quel che sa­
rebbe accaduto.
Quando fu l'alba i fratelli lavarono 106. Hatre,
chiusero la capanna aspettando la notizia che sareb­
be venu ta, e mentre stavano seduti, ecco, Humise giun­
se coi fratelli che venivano con lui e stette chino sulla
sua faccia a lungo, piangendo molto e dicendo: « Ahi­
mè, fratello mio, nostro padre mi aveva mandato da
te affinché tu venissi da lui; ora ti trovo già morto! ».
Dopo che questi ebbe detto queste cose piangendo
molto, Hatre apri gli occhi e disse: « E mio padde apa
Samuele che mi chiama? ». L'altro disse: «Si, è lui
che ti chiama ». Subito egli si alzò come uno che non
fosse mai stato male e si diresse sulla strada su cui
erano i fratelli, e gli chiedevano: « Che ti è successo? ».
Ed egli diceva: « Ho timore di rivelare le cose, affinché
Dio non si adiri con me ». Gli dissero i fratelli: « No
davvero, fr atello nostro caro, Dio non si adira con te,
ma sta scritto nella Scrittura: "Le cose di Dio buone
si rivelano 107. per la gloria di Dio" . Si dice ancora
nel Vangelo: "Quello che avete ascoltato con le vostre
orecchie p roclamatelo dall'alto del vostro tetto" (Mt.
lO, 27) ».
Disse apa Hatre: « Sono stato portato nell'altro
mondo e l'ho visto come una dimora ampia circondata
da una gran luce. Non c'era sole né 1una H, né notte
né giorno, ma la luce di Dio li illuminava. Poi fui por­
272
Vite di monaci copti
tato in una dimora tutta circondata da alberi pieni di
frutti, circondati da una gran gloria, e vi erano moltis­
simi santi. Questi, porgendomi dei frutti buoni e ral­
legrandosi con me con gran gioia mi dicevano: «Que­
sta è la dimora di apa Samuele e di tutti i suoi ,figli
che lo seguiranno in tutti i suoi buoni esempi ».
Disse Humise a suo fratello: «Fratello mio, cos'è
successo perché ti lasciassero venire da noi?». Disse
Hatre: « lo ero in quel luogo con tutti i santi che si
rallegravano con me, e all'improvviso 108. ecco, un
uomo assai luminoso mi chiamò tre volte: Hatre,
Hatre, vieni, tuo padre ti chiama" e io l'ho seguito con
gran gioia, e mentre quello mi faceva passare sulla
soglia della porta io vidi te ».
Dicendo queste cose si avvicinarono al monastero.
Allor a il santo apa Samuele riwll i fratelli del monaste­
ro sapendo che veniva apa Hatre. Dopo che i fratelli
videro apa Hatre lo abbracciarono. Gli disse nostro
padre apa Samuele: «Benvenuto, mio pio figlio, quel­
lo che Dio ha amato e ha accolto con Sé ». Dopo che
Hatre lo vide si affrettò a inchinarsi a lui, e lo abbrac­
ciò. E subito giacque ed esalò lo spirito. Nostro padre
gli gettò le braccia al collo piangendo e dicendo: « Be­
nedetto te, o figlio mio, perché ti è stata aperta la
dimora celeste. Benedetto te, perché hai visto cose che
gli angeli desiderano vedere. Benedetto te, o figlio mio,
perché sei stato un santo dono 109. di Dio ». Quin­
di lo fece preparare per la sepoltura, e lo misero nel
mezzo della chiesa e passarono tutta la notte meditan­
do presso di lui; il giorno seguente fece l'offerta su di
lui, fecero la synaxis, si riunirono, lo portarono fuori
e lo seppellirono glorificando Dio per il miracolo che
era accaduto.
Dopo queste cose, ognuno veniva da lui da ogni
parte, venendo dal santo apa Samuele per essere bene­
detti da lui e per ricevere insegnamenti per la sal­
vezza delle proprie anime, ed egli istruiva ciascuno
tt
Isaac: • Vita dl Samuele di Kalamon •
273
per il Ib ene della p ropria anima, ma era triste, per­
ché non lo lasciavano in pace e lo affaticavano mol­
tissimo. Ma lo Spirito Santo gli apri gli occhi su
ciò che era vantaggioso per la sua anima e per tutto
il monaster o, quindi mise in mezzo apa Apollo e lo
pose a capo di tutti i fratelli al suo posto, e gli dette
il potere di fare ogni cosa a modo suo. Nostr o padre
quindi stava in gran pace come Elia sul monte Carmelo.
C'era una piccola 110. valle a occidente del monte
che chiamano Pilikeu, distante dal monastero di Ka­
larnon una mezza giornata di cammino. Il nostro padre
prese con sé il santo leipsanon (vaso dell'eucaristia),
e andò giu di là, e non tornava al monastero se non
una volta ogni tre mesi.
Dopo ciò venne una volta un drappello di guar­
die, furono requisiti i cammelli del monastero e quel­
li di tutti, affinché portassero il grano a Clysma, e
furono presi quelli del monastero, come ho detto e
non li resero per sei mesi, perciò non poterono tro­
vare il modo di trasportare il pane giu al monastero
ai fratelli. Quindi, 'p er la moltitudine delle persone
che venivano da loro e la carità che facevano a ciascu­
no, sia piccolo sia grande, per questo restarono privi
di pane, salvo una piccola quantità. E apa Apollo chia­
mò l'economo (dicendo): « Vai, preoccupati dei fra­
telli e di quelli che verranno da noi, perché oggi è
il giorno della Madre di Dio santa, 111. la santa Ma­
ria». Mentre la folla stava per venire da loro gli
disse l'economo: «Non troveremo pane per la folla,
appena sarà sufficiente per i fratelli oggi». Gli disse
apa Apollo: « Va', quei pani che troverai dalli a loro,
Dio li benedirà ». L'economo andò e fece cosi, li mise
davanti alla moltitudirle e il Signore li benedisse.
Mangiarono e si saziarono tutti.
Ma si rattristava apa Apollo perché~ non trovava
nostro padre apa Samuele: non poteva sottoporgli la
cosa, cioè che i pani erano finiti; egli era sul monte
274
Vite di monaci copti
occidentale a causa della folla che lo infastidiva Come
fu sera disse apa Apollo all'economo: « Occupati dei
fratelli adesso, e domani, col volere di Dio li mande­
remo in Egitto, e si caricherann o un po' di pane sulle
spalle e ve lo porteranno l>. Gli disse l'economo: « Pa­
dre m io, di cosa devo prendermi cura? I pani sono
finiti già 112. da ieri e non c'è niente in dispensa, se
non un po' di tozzi e un po' di avanzi » . Disse apa Apol­
lo: « Va' spazza la dispensa e prepara qualcosa da man­
giare ai fratelli: e un po' di datteri; insomma fa' del
tuo meglio e occupati di loro, io confido in Dio e nelle
preghiere del nostro santo padre apa Samuele che Dio
ci somministrerà il dovuto anche domani l>.
Allora l'economo fece come apa Apollo gli aveva
detto e andò alla porta della dispensa volendo aprirla,
apa Apollo si alzò in piedi, stese le m ani e p regò dicen­
do: « O Dio, per le preghiere di mio padre apa Samue­
le ascoltam i oggi che grido a te, e manda la tua bene­
dizione su questa dispensa, concedi pane a questo
monastero sant<? per quelle moltitudini che verranno
da noi da ogni par te ». Mentre ancora apa Apollo dice­
va la preghiera, l'economo raggiunse la porta e andò
per aprire 113 . 'l a porta della dispensa, ma non riu­
sci, guardò dentro dal buco della porta e vide la
dispensa piena di pane fino al tetto.
Allora l'economo, dopo che vide q uesta gran me­
raviglia che era accaduta si rallegrò con gran letizia, e
andò e annunziò ad apa Apollo quel che era accaduto.
Allora il santo apa Apollo rese grazie a Dio e alle pre­
ghiere di apa Samuele nostro padre, e i f ratelli ven­
nero con apa Apollo, andarono e trovarono la dispensa
piena di pane fino alla porta; allora scoprirono il tet­
to e portar ono fuori una quantità di pane finché non
trovar ono la maniera <li aprire la porta. E tutti q uelli
che avevano sentito si meravigliavano e rendevano
lode a Dio, che solo lui compie questi miracoli. Dopo
che venne dal deserto n ostro padre apa Samuele e
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
275
glielo raccontarono, egli si rallegrò molto e passò al­
cuni giorni coi fratelli nel monastero, insegnando a
tutti i fratelli nel timore del Signore, e poi il santo apa
Samuele tornò come sua abitudine alla valle.
114. Quindi, dopo che fu tornato al suo luogo
tardò sei mesi a tornare al monastero, per visitare i
fratelli, perché i quaranta giorni santi capitavano in
quel periodo, ed egli si trovava in gr ande e dura
ascesi. Cosi, a causa dell'intensità dell'ascesi ~he pra­
ticava, sprofondò in una grave malattia fisica, come
tutti i santi. A questo -p unto restò a giacere e non poté
alzarsi d a solo per fare la synaxis e non trovava nes­
suno che lo accudisse.
Quindi tutti i demoni della montagna si riunirono,
andarono alla porta della chiesetta in cui giaceva am­
malato e gridarono con voce terrificante dicendo:
«Entriamo e portiamolo fuori perché il suo Dio lo
ha abbandonato: ora quindi facciamo la nostra ven­
detta su di lui poiché questo è il momento in cui è
venuto -n elle nostre mani l>. Dopo queste cose si dires­
sero verso di lui con spade, bastoni e lance in mano,
seminando terrore come 115. b arbari dicendo: «Col­
piamolo e uccidiamolo », altri: «Non lo uccidiamo,
ma lasciamolo morire da solo ». Allora il santo in si­
lenzio diceva: «Dio, mio Dio, aiutami, poiché io ho
levato a te la mia anim a, mio Dio, non fare che io sia
confuso e non fare che i -m iei nemici ridano di me»
(Sal. 24, 1-3). Mentre diceva queste cose angustiato,
il Signore gli m andò il suo angelo e dopo che i de­
moni lo videro divennero come fumo e si dissolsero.
Allora l'angelo del Signore lo prese per la mano,
lo rialzò e gli disse: « Non temere, il Signore è con te,
di che avrai timore? ; : E gli p ose nella bocca del cibo
spirituale, e dopo che 'l o ebbe ricevuto una gran for­
za gli venne, si alzò e fece adorazione ~l1a presenza di
Dio e del suo angelo, e l'angelo allontanò il timore da
lui e salf al cielo. Nostro padre apa Samuele si ralle­
276
Vite di monaci copti
grò per la grazia di Dio che lo aveva toccato e sali
116. dalla valle per visitare i fratelli. Mentre cammi­
nava meditando, ecco, il diavolo prese la forma d i uno
storpio e si fermò davanti a ,lui. Gli disse il vecchio:
" Di dove sei venu to qui? ». Gli disse il diavolo: "Chi
ti è stato maestro, o di chi imiti gli esempi?». Gli
disse il santo: « lo imito l'esempio di Antonio il gran­
de asceta l). Aggiunse il santo : «Che vuoi da me? ».
Gli disse il diavolo: « Forse tu non segui le orme di
quello? Quello e quelli come lui rendono vane tutte
le mie potenze e le colpiscono fortemente».
Dopo che ebbe detto queste cose, il diavolo prese
la forma di un leopardo; una fiamma gli usciva dalla
bocca e dalle nari, e si ,d iresse verso il vecchio in
u,n'appar izione assai terr ificante. Allora il vecchio tese
le m ani e pregò dkendo: « Signore, volgi il tuo orec­
chio e ascoltami: "lo sono un misero, un povero, abbi
pietà di me, o Signore perché ho gridato 117. a te
tutto il giorno " (Sal. 85, 3) ». Mentre il vecchio santo
pregava, il diavplo divenne fumo e si dissolse. Allora
il veochio andò Verso il monastero camminando assor­
to in meditazione.
Narrano di apa Stefano, presbitero, che fosse un
grande asceta, e testimoniano di lui che passò lungo
tempo, addirittura diciotto anni, senza mangiare pane
ma solo qualche erba del prato; quindi, a causa della
troppa ascesi, senza sosta cadde in preda a una grave
m ala ttia. Egli (Samuele) comandò che gli preparasse­
ro un po' di cibo affinché lo mangiasse e riprendesse
forza, ma quello non volle dicendo: «Non mangerò
niente di cotto in nessun modo ,finché il Signore ver­
rà a chiamarmi». Gli disse nostro padre: «Credimi,
o Stefano, che tu mangerai cose cotte e berrai vino
e m angerai piu di queste cose che non convengono alla
vita monastica l) . Apa Stefano allor a, dopo che ebbe
sentito 118. queste cose pianse amaramente e si
addolorò. Egli disse: «Perché piangi ? Per questa pie­
lsaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
277
cola cosa che hai sentito da me? ». E quello gli disse:
« lo pia ngo padre mio perché forse tu hai visto la per­
dizione che verrà su di me l). Il santo gli disse: « Non
addolorarti, figlio mio, poiché n on ti avrei detto q ue­
sto 'Se si fosse trattato di una perdizione che ti r ag­
giungerà, ma tu sarai vescovo e riceverai ciò che ti
piace in ogni cosa buona ».
Quindi, senza indugio la profezia di apa Samuele
si avverò: il fratello si ammalò, fu ricevuto in un
monastero sul monte di Pemge perché bevesse l'acqua
d'Egitto Ii; poi, dopo che apa Stefano passò alcuni
giorni in quel luogo, la fama del santo riempi ogni
luogo, sia in città sia nei villaggi a causa delle guari_
gioni che operava sugli ammalati. Dopo alcuni giorni
il vescovo di Pemge mori, quindi presero il santo
119. apa Stefano e lo consacrarono vescovo affinché
pascolasse il gregge di Dio in timore e sapienza. Ed
egli stette a lodare Dio con apa Samuele.
Dicevano inoltre di un grande asceta che stava nel
monastero, che praticava grandi e numer ose ascesi
giorno e notte. Di questi testimoniavano che passò
vent'anni in una politeia di questo genere, che non
desiderò un giorno (la compagnia) di gente; ma alla
fine il diavolo gH mise addosso una gran golosità con
gran desiderio, ma quello continuava a r esistere pur
in una gran sofferenza d i tal genere. Diceva in cuor
suo: « Cosa farò stando in mezzo ai fratelli? Non po­
trò m angiare, non potrò bere, soprattutto per questo
gran nome che ho di asceta. Ma h o capito cosa farò:
mi leverò e me ne andrò da qui e andrò in un altro
monastero straniero dove non mi conoscono e rice­
verò 11 'quello di cui ho bisogno e non ci sarà chi mi
conosca ».
120. Chiamò i suoi due discepoli e disse loro:
«Riunite insieme i vostri vestiti e tenetevi pronti
cosicché quando sarà mezzanotte ci ~1zeremo e ce ne
andremo ». Quan do il santo apa Samuele lo seppe in
278
Vite di monaci copti
spirito, sÌ alzò in f retta, chiamò Apollo e gli disse tut­
to q uello che era accaduto al fratello asceta e lo man­
dò all'entrata dicendo: « Siediti li, se egli vuole usci­
re afferralo e non lo lasciar andare, perché è un buon
vecchio, insieme coi suoi figli, e avvertilo, insieme coi
suoi figli, con le Sacre Scritture, come ti ho rivelato ».
Allora il fratello apa Apollo si mise alla porta del
fratello, si sdraiò e si copri la faccia. Dopo che il vec­
chio asceta fu pronto ·p er uscire disse a uno dei suoi
discepoli: « Alzati e va' a vedere se il luogo è tranquil­
lo, prima che n oi usciamo». Dopo che questi fu usci­
to si imbatté in Apollo sdraiato con la faccia coperta
e non lo riconobbe né parlò con lui, quindi tornò da
suo padre 121. dicendo: « C'è un uomo sdraiato da­
vanti alla soglia». Il vecchio si adirò col fratello e
disse: « Forse non vuoi venire con me che tr ovi pre­
testi di questo genere? ». Quello gli chiese scusa dicen­
do: « Perdonami, mio santo padre, sono pronto a ve­
nire con te dovunque tu andrai. Va' pure tu stesso e
guar da ».
Il vecchio ~llora usci e vide apa Apollo sdraiato;
non lo riconobbe ma pensò che fosse un laico, si
mosse verso di lui, gli levò il mantello e gli scopri il
viso. Gli disse apa Apollo: « Dove andrai, mio caro
fratello? Se non ti fossi imbattuto in uno dei fratel­
li e gli avessi rivelato il tuo pensiero avresti perseguito
il desiderio del tuo cuore e avresti distrutto tutta la tua
fatica con cui ti sei conquistato la pace di questo
mondo. Paolo dice: "Bevi un po' di vino" (1 Tim. 5,
23), e dice pure: "I dolori di questo mondo non sono
degni della gloria che ci si rivelerà" ( Ebr. 11, 38) e
inoltre: 122. "Quello che l'uomo seminerà è quello
che raccoglierà" (Gal, 6, 8), e inoltre: "Quello che
semina nelle lacrime raccoglierà nella gioia" (Sal.
125, 5). Forse non li hai letti e non li h ai meditatì, ma
hai lasciato che il desiderio di cibo si impadronisse
di te».
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon.
279
Il vecchio asceta, allora, dopo che ebbe ascoltato
queste cose da apa Apollo, si inginocchiò dicendo:
« Perdonam i, ho peccato nella mia sconsideratezza, ti
prego padre mio di dirmi la frase che Paolo scrisse a
Timoteo, cioè: "Non bere acqua, ma bevi un po' di
vino a causa del tuo stomaco e delle tue numerose ma­
lattie" (1 Tim. 5, 23)). Gli disse apa Apollo: « lo
ti spiegherò questa frase secondo quanto il Signore
mette sulla mia bocca, poiché tu non ignori che Paolo
scrisse a Timoteo molte volte: "Combatti la buona
battaglia" (1 Tim. 6, 12), e ancora: "Affrettati, alzati
come un eletto di Dio, un lavoratore irreprensibile"
(2 Tim. 2, 15); infatti Timoteo combatté esattamente
in questo m odo cosicché passò 123. moltissimi gior­
ni senza mangiare né 'b ere a causa del suo amore per
Dio; quindi il suo intestino s'infettò all'interno: se
prendeva un po' di nutrimento lo rimetteva dalla boc­
ca, a causa dell'eccessivo dolore, se beveva acqua e
raggiungeva una via d'uscita, Timoteo soffriva molto
e gridava con gran dolore, perciò Paolo gli scrisse:
"'Non bere acqua, ma bevi un po' di vino a c ausa del
tuo stomaco e delle tue frequenti malattie" (2 Tim.
5, 23), perché il vino è sangue nel corpo um ano e
non tende ad uscire come l'acqua, ma essendo san­
gue rimane nel corpo dell'uomo». E in questo modo
l'asceta fu persuaso dalle parole di apa Apollo, tomò
come al solito all'ascesi finché non compi la sua vita
bene e in letizia, dando lode a Dio e al santo apa Sa­
illuele.
Morte di Samuele
Il nostro santo p adre apa Samuele divenne vec­
chio nei suoi giorni come Mosè l'archiprofeta: il pro­
feta Mosè compi 124. centoventi ru!ni mentre nostro
padre apa Samuele ne compi novant otto. Passò diciot­
280
Vite di monaci copti
to anni prima di diventare monaco, e da quando di­
venne monaco passò sedici anni nel monastero di
Sceti. Passò altri trent'anni e mezzo sul monte di
Neklone, passò sei m esi sul monte di Takinash; passò
tre anni in prigionia tra i bwbari e passò altr i cinquan­
t'anni nel monte di Kalamon, cioè il suo monastero.
Costui dunque, grande era la forza di Dio con lui e
non aveva bisogno che nessun altro lo aiutasse come
tutti i vecchi, né cercava di alleggerirsi, e né la sua
capacità di ragionare né la sua mente erano cambiate
ma le sue parole erano forti, praticando preghiera e
digiuno con gran zelo e non si lasciava precedere da
nessuno nell'andare in c'hiesa.
Accadde poi una volta, essendo egli in piedi e
pregando, ecco, un angelo del Signore stette davanti
a lui e gli disse: « Salva apa Samuele 125. anacoreta
santo, salve archimandrita e grande asceta, salve ar­
bitro e padre di monaci, salve o Samuele che hai com­
piuto tutti i comandamenti del Vangelo, salve, o tu
che sei stato martire tante volte senza effondere san­
gue, salve, tu ch~ hai edificato la tenda d'Abramo che
accolse Dio e i suoi angeli. Benedetto tu, o Samue­
le, che hai dato la tua anima per i tuoi fratelli secon­
do il comandamento del Vangelo: "Non c'è amore piu
grande di uno che dia la sua vita per i suoi compagni"
(Gv. 15, 13). Ora, quindi, il Signore è con te. Ancora
otto giorni e il Signore verrà a cercarti e ti dar à l'ere­
dità di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Coraggio,
Samuele, che la tua morte non è una morte ma una
"ita eterna poiché tu hai dato gloria al Signore e alla
sua Madr e Vergine, egli darà gloria a te e ti manderà in­
contro i santi, 126. quelli di cui tu hai imitato l'esem­
pio, cioè Basilio, Gregor io, Severo, Antonio, Macario,
Pacomio e apa Shenute, l'archimandrita, quelli che tu
hai imitato ». Dopo che gli ebbe detto queste cose
l'angelo del Signore sali al cielo in gloria.
Isaac: • Vita
di
Samuele di Ka lamon •
281
Accadde a questo punto che nostro padre apa
Samuele cadde ammalato e una gran febbre lo prese, e
ringraziava Dio aspettando l'ora in cui il Signore sa­
rebbe venuto a cercarlo. Quindi, dopo che i fratelli
ebbero visto che giaceva a-mmalato si riunirono tutti
intorno a lui e stettero a confortarlo, e lo pregavano
di dire loro una parola di consolazione; e il vecchio
santo, dopo che vide che la malattia gli si aggravava
e che i suoi figli gli chiedevano di dir loro una parola
di Dio prima di andare davanti al Signore, allora si
sedette in mezzo a loro e passò 127. tutta la not te
parlando con loro nella parola di Dio e dando loro
coraggio dicendo loro: «Voi siete i figli della pro­
messa, come Isacco è figlio della promessa; voi infatti,
figli miei, siete il mio orgoglio e la mia corona nel
Signore, quindi perseverate in quello in cui siete, cioè
l'amore reciproco.
Rimanete saldi in tutti i comandamenti del santo
Vangelo, ciascuno edificando il proprio vicino nel­
l'amore d i Dio. Non calunniate i vostri compagni e
non dite bugia tra voi -m a siate e rimanete tra voi
nella santa verità, legati dalla preghiera e dal digiuno
con santa fede. Voi sapete, o figli amati, che io ho
ricordato a voi molte volte che la preghiera e il digiuno
sono quelli che rinnovano l'uomo e lo rendono compa­
gno di Dio e dei suoi angeli. Si dice nella sapienza pa­
gana: "Chi desidera tendere a Dio 128. porti avanti
la preghiera e il digiuno". Se i pagani che non cono­
scono Dio lodano la preghiera e il digiuno, poiché sono
cose capitali, quanto piu noi che siamo i figli di Dio
l'Altissimo? Quindi, pregate in ogni circostanza, sia
che mangiate, sia che 'b eviate, ogni cosa fatela a glo­
ria di Dio.
Quando siederete a mangiare, non fate che uno
guar di l'altro in viso (per vedere) come mangia, m a
ciascuno guardi sé solo. E ancora, qfiando cammina­
te per via, pregate che il Signore mandi il suo angelo
282
Vite di monaci copti
davanti a voi. Mosè pregò e sconfisse Amalec affinché
i figli di Israele trovassero la via e andassero nella
Terra Promessa. Anche Elia pregò e resuscitò il figlio
della vedova, di nuovo pregò e fece scend ere il fuoco
dal cielo. Pietro pregò e il Signore mandò il suo an­
gelo da lui e lo liberò dalla prigione. Eliseo pregò set­
te volte e resuscitò il figlio 129. della sunamita. 'Pie­
tro pregò e resuscitò Tabita che era morta. Susanna
pregò in cuor suo essendo stata presa per essere rovi­
nata, e Dio la salvò dalla morte e dal disonore. E an­
cora, la preghiera e il digiuno salvarono i tre santi
nella fornace di Nabucodonosor. Niente altro 'Può
ottenere tali cose, se non la preghiera e il digiuno.
Credetemi o figli miei, che p iu di sessanta fratelli fra
voi osservano tutti i comandamenti del Signore e li
compiono con forza e si rafforzano contro le potenze
dell'Antagonista. Quindi, o figli miei, osservate tutti i
comandamenti che vi diedero i vostri padri ».
Allora il santo apa Samuele, dopo che ebbe finito
di dire queste parole ai fratelli, volse il suo viso verso
apa Apollo e gli disse: «Ecco, io andrò dal Signore
come tutti i miei padri, perciò io affido i fratelli nelle
mani del Signore e li affido nelle tue mani affinché
tu ti prenda cura di loro come facevi, e non dare scan­
dalo a nessuno di loro affinché non perda la sua ani­
ma e Dio non chieda conto a te del suo sangue; non
130. solo a te ma a tutti quelli che verranno dopo di
te se essi daranno scandalo ai fratelli e renderanno vane
le loro synaxeis e le loro devozioni, io cercherò il
loro sangue davanti a Dio e al suo Cristo ed essi saran­
no estranei a me e a tutti i santi ».
Dopo che ebbe detto queste cose comandò che
tutti i fr atelli facessero la synaxis perché era mezza­
notte; dopo ciò passarono altri sei giorni riuniti at­
torno a lui continuamente, giorno e notte, ed egli era
sdraiato in mezzo a loro mentre la malattia infieriva
su di lui, ma lui, per il suo grande amore verso di loro
Isaac:
c
Vita di Samuel e di Kalamon •
283
ordinò che ciascuno di essi recitasse le proprie orazio­
ni mentre egli li ascoltava con letizia, ed erano cento­
venti monaci che gli stavano intorno. E quando giun­
sero alla notte tra il sette di Khoiak e l'otto, cioè 16­
17 dicembre - la notte in cui sarebbe morto -,
all'ora in cui il sole sta per tramontare, la sua mente
fu rapita in cielo ed egli diceva le par ole celesti men­
tre una gran febbre lo invadeva. Allora i fratelli stava­
no intorno 131. a lui tutti piangendo e dicendo: «Po­
veri noi, nostro padre se n'è andato e ci ha lasciati
orrani » .
Cosi, dopo queste cose il veochio santo apri gli
occhi e li vide che piangevano e disse loro: «Perché
piangete? ». Gli dissero: «Noi piangiamo perché te ne
andrai e ci lascerai ». Disse loro: « Figli miei, non
piangete se io me ne vado dal Signore ». Gli dissero:
« Apa, perché hai passato tutto questo tempo attonito
e non hai parlato con noi? ». Disse loro: «Ho visto la
mia Signora, la Vergine santa Maria seguita da una
gran folla che portava delle vesti bianche e io, il mio
cuore tendeva verso di loro, e restai a guardarli cosic­
ché la mia mente fu rapita in cielo ». Mentre diceva
queste cose una gran gioia venne sul suo viso, e apri
la bocca al sorriso e un gran profumo si sparse. In
quel momento il santo apa Samuele apri la bocca e
rese lo spirito in pace. Amen.
Allora i fratelli piangevano dicendo: « Veramente
Dio ci ha privato 132. di u n padre giusto e noi sia­
mo diventati orfani » . I f ratelli lo presero e lo lava­
rono, lo portarono nella chiesa e lo posero in mezzo
e pregarono apa Apollo di poterlo abbracciare prima di
seppellirlo, ed egli non li addolorò ma disse loro: « Ve­
nite avanti e abbraociatelo ad uno ad uno in ordine di
gerarchia ». Cosi vennero avanti ad u no ad uno e lo
abbracciarono tutti mentre Apollo stesso teneva la
mano di apa Samuele e la posava sulJa testa dei fratel­
li, ad uno ad uno.
284
Vite di monaci copti
Oh, q uale gran m iracolo accadde in qu el momen­
to, che non è giusto tralasciare, ma è doveroso pro­
clamarlo, secondo quanto testimoniano i nostri padri.
Dicono i nfatti che c'era nel monastero un suonatore
di cetra della città di Pemge di nome Cristoforo; no­
stro padre lo aveva preso nel monastero perché era
cieco dalla nascita, ed aveva passato quattordici anni
suonando nella chiesa coi fratelli, avendogli concesso
Dio la sapienza e la saggezza 133. e avendo egli impa­
rato tutta la salmodia della chiesa. Avendolo amato
nostro padre come un monaco p erfetto, andò anche lui
a prendere la henedizione di nostro padre essendo gui­
dato, e si stracciava la piccola tunica che aveva indos­
so piangendo con amarezza e dolore per tutto il bene
che il vecchio gli aveva fatto. Ma dopo che lo ebbero
condotto e lo ebbero portato sul corpo del santo ed
ebbe abbracciato il suo corpo, ebbe preso la sua mano
e se la fu m essa sul capo e sul viso, nel momento in
cui la mano gli toccò gli occhi, essi si aprirono come
quelli di tutti.
Quante furono le grazie che avvennero attraverso
il santo apa Sarnuele! Veramente il n ostro giusto pa­
dre trovò potere presso Dio e gli è possibile pregare
per noi Dio che ci perdoni i nostri peccati. Ed essi ve­
stirono il su o corpo santo e fecero sedere l'arcidia­
cono in mezzo 134. alla chiesa ed egli ,l esse le La­
mentazioni del profeta Geremia. Dopo ciò fecero una
synaxis splenne sul suo corpo onorato, lo presero e
lo seppellirono e gli fecero sette gior ni d i Jamenta­
zioni facendo per lui veglie, salmi e cantici spirituali
e facen do synaxeis per lui. Egli mori nel giorno otto
di Khoiak, cioè 17 dicembre , finendo in una vecchiaia
serena e gradita a Dio, e ricevette l'eredità con tutti
i san ti.
285
Isaac: • Vita di Samuele di Kalamon •
Epilogo
Ti supplico e ti prego, o padre mio santo apa Sa­
muele, di pregare il Signore per me che mi perdoni
tutto ciò ch e ho s bagliato nella narrazione della tua
vita an gelica, Im a io ho descritto queste poche cose
secondo la m ia forza e la misura della povertà della
mia mente. Quindi ti preghiamo, o padre nostro, ricor­
dati di noi alla presenza dieristo il Figlio di Dio che
ci ha riscattati col suo sangue 135. stesso affinché
troviamo pietà e fiducia alla sua presenza e il perdono
dei nostri peccati e dei nostri errori nel gran giorno
finale; che accada a tutti noi di raggiungere la destra
alla sua presenza; noi siamo i figli dei cristiani. Per la
grazia e l'am ore del nostro Signore Gesu Cristo che
da Lui proviene, a cui conviene ogni lode insieme col
suo Padre buono e lo Spirito Santo vivificatore e della
stessa sostanza, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Amen.
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