articolo completo in pdf - Giornale Italiano di Diabetologia e

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articolo completo in pdf - Giornale Italiano di Diabetologia e
G It Diabetol Metab 2013;33:119-124
Lavoro originale
Trattamento della glibenclamide
nel diabete neonatale
Premessa
Sebbene molto raro (frequenza stimata in Europa 1/260.000 nati vivi), il diabete mellito neonatale (DMN), che è distinto in DMN transitorio e permanente a seconda della sua evoluzione temporale, è un importante esempio di come i progressi della genetica molecolare possano modificare l’approccio diagnostico, la terapia e la prognosi di talune malattie.
Tra le diverse forme di DMN per le quali è stata identificata l’anomalia cromosomica o genica caratterizzante, quelle dovute a mutazione
attivante dei geni KCNJ 11 e ABCC8 nel loro insieme sono le più frequenti (oltre il 50% dei pazienti) e sono caratterizzate da incapacità
della beta-cellula di secernere insulina (Ignaccolo MG et al. Un caso di diabete mellito neonatale permanente: aspetti attuali di una patologia rara. G It Diabetol Metab 2009;29:207-10). I due geni codificano rispettivamente le proteine strutturali delle subunità KIR 6.2 (rettificante inverso del K) e SUR1 (recettore delle sulfoniluree) che formano il canale del K-ATP dipendente. Quest’ultimo nella beta-cellula a
riposo è costantemente aperto con continuo efflusso di K dalla cellula che blocca la secrezione insulinica. L’ingresso di glucosio e il suo
metabolismo nella beta-cellula comporta aumento della concentrazione di ATP che, legandosi alla subunità KIR 6.2, provoca chiusura del
canale del K, depolarizzazione della membrana cellulare, ingresso di Ca+ ed esocitosi dei granuli di insulina. La subunità SUR1, che pure
è coinvolta nella regolazione metabolica del canale del K, risente anche dell’effetto di taluni farmaci: le sulfoniluree in particolare, per la
loro capacità di legarsi a SUR1, sono in grado di stimolare la secrezione insulinica inibendo l’attività del canale del K ATP-dipendente.
L’insieme di questi dati e la dimostrazione che soggetti con mutazione attivante di KIR 6.2 non sono responsivi a stimolazione con glucosio endovena, ma evidenziano un aumento di secrezione insulinica dopo stimolo combinato con glucosio e sulfonilurea, hanno portato all’utilizzo della glibenclamide in un numero crescente di lattanti e bambini con DMN permanente. La dose utile di farmaco è di 0,150,50 mg/kg/die che, per poter essere somministrata per via orale nei piccoli pazienti, richiede un’opportuna diluizione del principio attivo.
L’articolo di Di Folco e collaboratori che compare in questo numero della rivista affronta per la prima volta il problema della solubilizzazione della glibenclamide mettendo a confronto tre possibili modalità di preparazione del farmaco. Il Comitato di Redazione ritiene che
l’articolo possa costituire una lettura interessante perché, oltre a offrire un contributo all’approccio farmacologico di una patologia “di nicchia”, consente al lettore di conoscere la metodologia di intervento da parte di esperti del settore farmaceutico il cui contributo nella
gestione clinica quotidiana dei pazienti è di fondamentale importanza.
Franco Cerutti per il Comitato di Redazione
RIASSUNTO
1
2
3
U. Di Folco , D. De Falco , F. Marcucci ,
G. Nobili3, V. Moretti4, G. Gioventù5,
F. Tubili1
1
UOS di Diabetologia con DH, Azienda Ospedaliera
“S. Camillo Forlanini”, Roma; 2Aurelia Hospital, Roma;
3
Farmacista territoriale, Frosinone; 4Laboratorio Regionale
Controllo Qualità, Ancona; 5Farmacista territoriale, Fermo
Corrispondenza: dott. Ugo Di Folco, via Giovenale 33,
03030 Castrocielo (FR)
G It Diabetol Metab 2013;33:119-124
Pervenuto in Redazione il 26-11-2012
Accettato per la pubblicazione il 15-04-2013
Parole chiave: diabete neonatale, glibenclamide,
insulina, formulazione, sulfonilurea
Key words: neonatal diabetes, glibenclamide, insulin,
formulation, sulphonylurea
La somministrazione di glibenclamide (sulfonilurea) in forma
liquida è utilizzata da tempo nella terapia dei pazienti affetti da
diabete mellito neonatale (DMN) permanente e transitorio. In
letteratura non sono disponibili dati relativi a formulazioni liquide di glibenclamide, la quale rappresenta un principio attivo
difficilmente reperibile sul mercato come materia prima. Inoltre,
non sono presenti sul mercato formulazioni liquide contenenti
glibenclamide, quindi l’unica possibilità è la preparazione galenica. Trattandosi spesso di neonati o lattanti, la sospensione è
l’unica forma farmaceutica adatta alla terapia (pediatrica),
dovendo spesso il medico correggere i dosaggi in base al
peso corporeo.
Lo scopo di questo studio è quello di confrontare tre diverse
formulazioni contenenti la glibenclamide utilizzate in tre ospedali pediatrici. Tutte e tre le formulazioni analizzate sono risultate stabili per almeno 90 giorni, ma soltanto due garantiscono la somministrazione di una terapia rispondente alla prescrizione medica, specialmente quando si tratta di somministrare
dosaggi molto piccoli. I campioni sono stati trattati con due
modalità di conservazione: refrigerata e ambiente, e analizzati
dal tempo 0 a 90 giorni. In entrambe le modalità le sospensioni sono stabili.
120
U. Di Folco et al.
SUMMARY
Glibenclamide suspension for neonatal diabetes
Suspensions of the sulfonylurea glibenclamide (glyburide) have
usually to be prepared on-the-spot for infants with transitional
and permanent neonatal diabetes mellitus (PND) as there are no
such products on the market and clinicians have often to establish the doses on the basis of the infant’s weight. This study
compared the stability of three galenic liquid formulations compounded from glibenclamide tablets, employed in three children’s hospitals. The samples were stored at 2-8 °C and room
temperature and analyzed immediately and at 90 days. All formulations were stable for at least 90 days, but only two guaranteed the amount prescribed, especially when the dosages were
very small.
Introduzione
La glibenclamide si presenta come una polvere cristallina
bianca insolubile in acqua e poco solubile in alcol e metanolo. È una sulfonilurea e possiede un’azione farmacologica a
breve termine e a lungo termine. Si tratta di un farmaco
molto potente rispetto agli altri della stessa categoria ed è
efficace per i pazienti non insulino-dipendenti. Un suo utilizzo è stato proposto negli ultimi anni anche nel diabete neonatale permanente (DNP), che si manifesta in genere alla
nascita o entro i primi 6 mesi di vita e che si riteneva potesse essere curato solo con somministrazioni di insulina. Negli
ultimi anni è stata scoperta la relazione del DNP con la mutazione di un gene che riguardava i canali del potassio KIR 6.2
delle cellule beta del pancreas(1-5).
Si è scoperto che la glibenclamide, da anni utilizzata per
curare il diabete di tipo 2, poteva funzionare anche per far
secernere insulina ai bambini con mutazione dei canali
KIR(6-8). Il diabete neonatale permanente da mutazione del
gene KIR rappresenta un modello di elevata importanza
data la possibilità di trattare con ipoglicemizzanti orali
pazienti altrimenti condannati a praticare insulina per tutta
la vita.
Materiale e metodi
Provenienza dei campioni oggetto
dello studio
Lo studio di stabilità ha riguardato tre diverse preparazioni
con formulazioni e concentrazioni del principio attivo differenti. Ai fini dell’identificazione i tre campioni sono stati siglati come Formulazione A, Formulazione B e Formulazione C.
Le tre formulazioni sono state allestite dalla stessa farmacia
e dallo stesso farmacista preparatore al fine di minimizzare le
eventuali differenze determinate dalla manualità individuale.
I flaconi sono stati analizzati al tempo zero con le modalità a
seguito descritte e poi divisi in due porzioni omogenee di cui
una conservata a temperatura ambiente e l’altra in frigorifero
a 2-8 °C.
Formulazione A: sospensione di glibenclamide 0,1 mg/ml
Gliben® o Euglucon® 5 mg cpr
2 cpr
Glicerolo
g 10
Sorbitolo
g9
Saccarina sodica
g 0,1
Gomma xantano
g1
Aroma lampone liquido 1 × 400
g 0,6
Acido citrico monoidrato
g 0,09
Sodio citrato
g 0,18
Nipagina sodica
g 0,08
Potassio sorbato
g 0,1
Acqua depurata
g 78,85
1. Ridurre i medicamenti in polvere molto fine possibilmente micronizzandoli. La granulometria delle polveri influenza enormemente l’assorbimento dei principi attivi.
2. Disponendo di acqua bollita di fresco ne prendiamo
circa 25 ml e sciogliamo i conservanti, il sistema tampone e la saccarina sodica.
3. Da parte si prepara la mucillagine disperdendo la
gomma xantano e la polvere delle compresse in un
mortaio dove abbiamo preventivamente mescolato il
glicerolo e sorbitolo.
4. Aggiungiamo alla mucillagine ottenuta e a piccole
porzioni la soluzione acquosa e portiamo a volume
con la rimanente acqua in un contenitore tarato.
5. Confezionamento ed etichettatura.
Poiché l’uso di tale terapia viene condiviso dai più importanti ospedali pediatrici italiani, le farmacie ospedaliere relative sono state interpellate per conoscere le modalità di
allestimento del preparato galenico e da qui definire un protocollo che potesse essere unico per tutti. Dalle esperienze
degli ospedali pediatrici interpellati ne deriva l’allestimento
di una sospensione acquosa con titolo 5 mg/ml di glibenclamide. Sono state contattate quattro farmacie ospedaliere e tutte hanno fornito la propria formula, rispondente alla
seguente composizione quali-quantitativa per 150 ml.
Formulazione B: sospensione di glibenclamide 5 mg/ml
Euglucon® o Gliben® 5 mg cpr
150 cpr
Acqua ppi
140 ml
Per l’allestimento, in tutti gli ospedali pediatrici hanno
proposto la seguente procedura.
1. Polverizzare in mortaio accuratamente le 150 cpr fino a
ottenere una polvere con una granulometria uniforme.
2. Aggiungere ad aliquote successive 140 ml di acqua ppi
bagnando bene la polvere all’inizio con poca acqua per
evitare grumi e diluire poi progressivamente la massa
ottenuta con l’omogeneizzazione progressiva.
3. Prelevare per due volte 50 ml di sospensione con una
siringa e trasferire nel flacone di vetro scuro, utilizzando un contenitore nuovo o riutilizzandone uno pulito
precedentemente utilizzato per la stessa preparazione.
4. Prelevare i rimanenti 50 ml con la siringa.
5. Tappare la siringa con tappino rosso.
6. Etichettare sia il flaconcino sia la siringa.
7. Annotare sulla ricetta gli estremi della preparazione
(lotto e scadenza di Euglucon o Gliben 5 mg utilizzato).
Trattamento della glibenclamide nel diabete neonatale
In etichetta si raccomanda di agitare prima dell’uso e
accertarsi che la polvere sia ben sospesa, e si attribuisce
una validità di un mese.
In alternativa alla precedente formulazione, vengono proposte le Formulazioni A e C che, pur avendo un titolo in
glibenclamide diverso dalla precedente, dimostrano invece di essere molto stabili.
Formulazione C: sospensione di glibenclamide 0,2 mg/ml
Euglucon® o Gliben® 5 mg cpr
4 cpr
Ora-Sweet SF*
100 ml
1. Calcolare la quantità di ogni componente necessario
per la preparazione;
2. Frantumare le compresse di glibenclamide utilizzando possibilmente un micronizzatore, in modo da
ridurre le dimensioni delle particelle al di sotto dei
100 micron e utilizzare un setaccio;
3. In un mortaio aggiungere una porzione di Ora-Sweet
SF e mescolare con la polvere; dopodiché mettere la
sospensione ottenuta in un contenitore tarato;
aggiungere un’altra porzione di Ora-Sweet SF nel
mortaio. Operando in questo modo produciamo un
lavaggio degli strumenti (mortaio e pestello). Infine
portiamo a volume nel contenitore tarato e continuiamo la miscelazione.
4. Confezionamento ed etichetta.
*Ora-Sweet SF: è un veicolo aromatizzato di facile e veloce utilizzo nelle preparazioni estemporanee. Non contiene zucchero, alcol e può essere utilizzato da solo o con
altri veicoli. La soluzione è tamponata a un pH = 4,2 e
contiene: acqua, saccarina sodica, gomma xantano, glicerina, sorbitolo, acido citrico e sodio citrato come sistema tampone. È inoltre preservata con potassio sorbato,
metilparaben e propilparaben.
121
Descrizione della composizione
delle tre formulazioni
Le formulazioni differiscono sia per concentrazione sia
per eccipienti. In particolare la concentrazione varia da
0,1 mg/ml a 5 mg/ml. La tabella 1 elenca le principali caratteristiche delle formulazioni.
Manipolazione dei campioni e diluizione
ai fini della determinazione quantitativa
I flaconi sono stati siglati: A-ambiente, A-refrigerato;
B-ambiente, B-refrigerato; C-ambiente, C-refrigerato.
Prima della diluizione vengono manipolati nel modo seguente.
a. Rimozione del tappo contagocce, dopo svuotamento e
sostituzione con un tappo a vite.
b. Agitazione vigorosa per 10 secondi e poi per rovesciamento 10 volte.
c. Trasferimento immediato in una provetta da 13 ml per la
misura del pH con potenziometro e con cartina universale 1-14 (solo la prima volta al tempo “zero”).
d. Ricongiunzione della porzione prelevata per la misura del
pH con il resto della sospensione.
Suddivisione del campione in due porzioni da 50 ml circa in
flacone ambrato di cui una viene conservata refrigerata
(2-8 °C) e l’altra a temperatura ambiente (22-25 °C).
Diluizione delle tre formulazioni
Prima della diluzione predisposta per portare tutte e tre le
formulazioni a una concentrazione idonea per l’analisi quantitativa in HPLC-MS/MS, ogni campione viene preventivamente agitato come indicato in precedenza alla lettera b.
Successivamente le operazioni differiscono per le tre serie:
Tabella 1 Principali caratteristiche delle formulazioni.
Formulazione A
Formulazione B
Camerino
Roma
Concentrazione (mg/ml)
0,1
5
Concentrazione % (p/v)
0,01
0,5
Eccipienti
Glicerolo, sorbitolo, saccarina Acqua depurata + eccipienti
sodica, gomma xantano,
del prodotto commerciale
aroma lampone, sodio citrato, (100 cpr su 100 ml di
acido citrico monoidrato,
preparato)
nipagina, potassio sorbato,
acqua depurata + eccipienti
del prodotto commerciale
(2 cpr su 100 ml di preparato)
pH
4,7-5,0
7-7,3
Consistenza
Gel denso
Sospensione biancastra
Note
Sospensione ad alta viscosità, Sospensione senza
tamponata, stabilizzata con
conservanti, a elevata
conservanti, aromatizzata
sedimentazione degli eccipienti
e del principio attivo
Formulazione C
Ora-Sweet
0,2
0,02
Ora-Sweet (sorbitolo,
saccarina sodica, aroma
lampone, sodio fosfato,
acido citrico monoidrato,
nipagina, potassio sorbato,
acqua depurata + eccipienti
del prodotto commerciale)
(4 cpr su 100 ml di preparato)
4,0-4,2
Gel fluido
Sospensione a viscosità
aumentata, tamponata,
stabilizzata con conservanti,
aromatizzata
122
–
–
–
U. Di Folco et al.
Formulazione A (0,1 mg/ml)
• Prelievo al centro della massa con una pipetta
Pasteur monouso di un quantitativo sufficiente per
pesare su bilancia analitica 0,5 g della sospensione
(direttamente su provetta da 13 ml);
• aggiunta di 9,5 ml di metanolo e agitazione su vortex
per 30 secondi;
• attesa di 15 minuti e nuova agitazione su vortex per
10 secondi;
• prelievo di 0,1 ml della soluzione diluita portando a
1 ml con metanolo: la soluzione così diluita ha una
concentrazione pari a 0,5 µg/ml.
Formulazione B (5 mg/ml)
• prelievo al centro della massa, con una pipetta Gilson
calibrata, di 0,5 ml della sospensione che vengono
depositati in una provetta da 13 ml unitamente al
puntale monouso;
• aggiunta di 4,5 ml di metanolo e agitazione su vortex
per 30 secondi;
• attesa di 15 minuti e nuova agitazione su vortex per
10 secondi;
• prelievo con pipetta graduata di 0,1 ml della soluzione diluita portando a 10 ml con metanolo: la soluzione così diluita ha una concentrazione pari a 5 µg/ml;
• agitazione su vortex per 10 secondi;
• prelievo con pipetta graduata di 0,1 ml della soluzione
più diluita portando a 1 ml con metanolo: la soluzione
così diluita ha una concentrazione pari a 0,5 µg/ml.
Formulazione C (0,2 mg/ml)
• Prelievo al centro della massa, con una pipetta
Pasteur monouso, di un quantitativo sufficiente per
pesare su bilancia analitica 0,5 g della sospensione
(direttamente su provetta da 13 ml);
• aggiunta di 9,5 ml di metanolo e agitazione su vortex
per 30 secondi;
• attesa di 15 minuti e nuova agitazione su vortex per
10 secondi;
• prelievo con siringa Hamilton di 40 µl della soluzione
diluita portando a 800 µl con metanolo: la soluzione
così diluita ha una concentrazione pari a 0,5 µg/ml.
Preparazione dello standard di riferimento
Considerato che la glibenclamide è facilmente solubile nei
solventi organici, viene scelto come solvente per il principio
attivo il metanolo. La glibenclamide non è reperibile come
principio attivo puro sul mercato delle sostanze di grado farmaceutico; si è pertanto ricorso all’estrazione del farmaco a
partire dalla specialità commerciale utilizzata per lo studio.
La procedura per l’estrazione è stata la seguente: 1 cpr da
5 mg della specialità Gliben® viene triturata finemente su
mortaio, vengono aggiunti 10 ml di metanolo in mortaio, si
amalgama la sospensione, si versa in cilindro graduato, si
lava ripetutamente mortaio e pestello con 5-8 ml di metanolo per cinque volte, si porta a volume con metanolo fino a
50 ml. La soluzione viene agitata e una parte filtrata su filtri
0,22 µm. La soluzione filtrata viene ulteriormente diluita fino
a 0,5 µg/ml; suddivisa in 10 frazioni da 1 ml e posta a –20 °C.
In ogni sessione di analisi, ai tempi di seguito indicati, è stata
utilizzata una frazione come standard di riferimento esterno per
la quantificazione del principio attivo nei campioni analizzati.
Metodo di analisi
La metodica analitica per la determinazione quantitativa della
glibenclamide è stata messa a punto dal Laboratorio
Regionale Controllo di Qualità (LRCQ) a partire da dati presenti in letteratura(2-6).
I solventi utilizzati, di grado LC-MS, sono stati ottenuti dalla
Sigma-Aldrich (acqua per LC-MS, metanolo per LC-MS e
acido formico 96%).
I campioni da analizzare, preparati come sopra descritto
al paragrafo “Manipolazione dei campioni e diluizione ai fini
della determinazione quantitativa”, sono stati analizzati con
HPLC(9,10) Agilent serie 1100 composto da sistema 4 pompe,
miscelatore, autocampionatore, reparto colonne termostatato
e detector UV-Vis. La determinazione quantitativa è stata effettuata in MS/MS con triplo quadrupolo Agilent serie 6410
mediante analisi in Multiple ReactionMonitoring (MRM)(11-14). La
tabella 2 elenca i parametri analitici della metodica adottata.
Il LOQ (limit of quantification) del metodo predisposto è pari
a 2,5 pg.
Tabella 2 Parametri analitici per il dosaggio di
glibenclamide.
Parametro
Valore
Note
Metodo di misura
MRM
Trasferimento campione ESI
Polarità
Positiva
Ione precursore
494,2
494,01 (PM)
(glibenclamide base)
Ioni prodotti
369,1 – 359,1 – 169,1 Ottimale 177,2
e 357,2
Fragmentor
130
Collision energy
8
Temperatura del gas
320 °C
Flusso di azoto
6,5 litri/min
Nebulizzatore
28 psi
Capillare
4000 V
Volume di iniezione
3-5 µl
Colonna analitica
Gemini C18 5 µm
150 mm RP 18
Flusso di solventi
0,4 ml/min
Solventi HPLC
Acido formico 0,1%: 30:70 (v/v)
MeOH
Gradiente
Assente
Temperature colonna 30 °C
Lunghezza d’onda UV 230 nm
Tempo di analisi
6 min
Tempo di ritenzione
3,2 min
123
Trattamento della glibenclamide nel diabete neonatale
La Linearità è stata studiata in un range di concentrazioni tra
0,5 ng/ml e 50 µg/ml. Le concentrazioni tra 0,05 µg/ml e
2 µg/ml mostrano una linearità con r = 0,9997.
Gli studi di precisione sono stati condotti analizzando tre concentrazioni scalari (0,3 – 0,6 e 0,9 µg/ml) con test intra-day
(verifica ripetibilità) e inter-day (studio precisione intermedia). Il
coefficiente di variazione è stato costantemente inferiore al 5%.
Verifica della stabilità nel tempo
Tutti i flaconi delle tre formulazioni (A-B-C) conservati a temperatura ambiente e refrigerata, sono stati manipolati ai
tempi di seguito indicati per ottenere la soluzione alla concentrazione richiesta (0,5 µg/ml) secondo le modalità sopra
descritte ai tempi 0 – 3 – 7 – 14 – 21 – 30 – 45 – 60 – 90 gg.
I campioni diluiti a 0,5 µg/ml sono stati analizzati con tecnica HPLC-MS/MS in duplicato.
Formulazione C: valore atteso 0,2 mg/ml (0,02%)
% var vs atteso
Tempo Ambiente Refrigerato Form. A Form. A
(gg)
amb
refrig
0
0,205
0,205
2,481
2,481
3
0,200
1,382
0,827
0,874
7
0,196
2,558
–0,827 –0,732
14
0,198
0,198
–0,869 –0,751
21
0,200
0,201
–0,093
0,457
30
0,194
0,196
–3,230 –2,016
45
0,1940
0,1933
–3,007 –3,341
60
0,19
0,1917
–5,447 –4,129
90
0,19
0,1910
–4,815 –4,481
Variazione % concentrazione vs atteso
25,000
Risultati
20,000
Risultati studio glibenclamide sospensione (tutti i valori sono
la media di singole misure).
Valutazione della concentrazione di glibenclamide nelle Formulazioni A, B e C e della % variazione sul valore atteso (Fig. 1):
10,000
15,000
5,000
%
0,000
▲
▲
▲
▲
◆
◆
-5,000 0
10
▲
▲
▲
▲
▲
◆
◆
◆
20
30
40
50
60
◆
70
80
◆
90
-10,000
Formulazione A: valore atteso 0,1 mg/ml (0,01%)
% var vs atteso
Tempo Ambiente Refrigerato Form. A Form. A
(gg)
amb
refrig
0
0,1026
0,1026
1,474
1,474
3
0,1006
0,1028
0,571
2,850
7
0,1008
0,1028
0,792
4,059
14
0,1038
0,1050
3,792
5,009
21
0,1051
0,1051
5,081
5,125
30
0,1044
0,1055
4,425
5,452
45
0,1051
0,1063
5,056
6,340
60
0,1060
0,1074
5,964
7,378
90
0,1066
0,1082
6,607
8,193
Formulazione B: valore atteso 5 mg/ml (0,5%)
% var vs atteso
Tempo Ambiente Refrigerato Form. A Form. A
(gg)
amb
refrig
0
4,990
4,990
–0,298 –0,298
3
5,044
4,916
0,877 –1,687
7
5,004
4,998
0,082 –0,034
14
4,923
4,942
–1,543 –1,162
21
4,906
5,016
–1,880
0,321
30
4,947
5,002
–1,064 –1,064
45
4,9807
4,9755
–0,386 –0,489
60
4,90
4,9389
–2,071 –1,222
90
4,90
4,9537
–2,002 –0,926
-15,000
-20,000
-25,000
gg
▲
Camerino amb
Roma amb
Camerino refrig
Roma refrig
◆
Orasw amb
Orasw refrig
Variazione % concentrazione vs atteso
20,000
15,000
10,000
%
5,000
0,000
-5,000
0
3
7
14
21
30
45
60
90
-10,000
-15,000
-20,000
gg
Camerino amb
Roma amb
Orasw amb
Camerino refrig
Roma refrig
Orasw refrig
Figura 1 Percentuale di variazione contro concentrazione
nominale.
La formulazione B diverge per concentrazione e per composizione dalle altre.
Tutte le formulazioni prevedono l’avvertenza: “agitare prima
dell’uso”. Il rispetto di tale avvertenza è cruciale per la formulazione.
124
U. Di Folco et al.
Uno studio mirato a verificare la concentrazione della sospensione nella porzione superiore della massa in base ai tempi di
attesa dopo l’agitazione vigorosa ha dato i seguenti risultati:
Secondi di attesa
2
10
30
90
270
810
2430
% variazione
di glibenclamide
–3,69
–3,59
–13,38
–12,07
–18,91
–37,87
–49,81
Discussione
Lo studio permette di valutare la stabilità nel tempo di formulazioni di glibenclamide con due modalità di conservazione a
partire da tre diverse formulazioni.
I dati di stabilità sono confortanti. Essi documentano che
tutte le formulazioni analizzate sono stabili per almeno 90 gg.
La formulazione B, pur presentando un profilo di stabilità
migliore, è soggetta a rischio di sottodosaggio o sovradosaggio relativo a causa della forte dipendenza dalle modalità di agitazione e dai tempi di prelievo dopo l’agitazione del flacone.
La formulazione A presenta dei valori in aumento ai tempi
successivi al t “zero”: tale dato non è facilmente interpretabile, poiché si parte dal presupposto che la concentrazione
possa solo diminuire per effetto della degradazione del principio attivo e non aumentare. Tuttavia non va dimenticato
che ci troviamo ad analizzare una sospensione in una forma
gelificata e addensata. Non è da escludere la possibilità che
la viscosità della sospensione possa subire modifiche nel
corso del tempo, rendendo maggiormente disponibile il principio attivo per la solubilizzazione in metanolo. In secondo
luogo è possibile che il solvente utilizzato per la solubilizzazione del principio attivo (metanolo) sia meno efficiente nel
periodo immediatamente successivo all’allestimento della
sospensione più densa (A). Dobbiamo pertanto ipotizzare
che al tempo “zero” la concentrazione reale nel preparato A
sia almeno pari a quella riscontrata a 90 gg.
La refrigerazione non apporta un miglioramento significativo
alla stabilità delle tre formulazioni. La conservazione dei preparati in frigo a 2-8 °C assicura una riduzione della crescita
microbica ma non incide sulla stabilità del galenico.
Suggerimenti e proposte
La formulazione B appare troppo concentrata e perciò non
idonea alla somministrazione in fasce di età in cui i dosaggi
sono estremamente ridotti; inoltre la velocità di sedimentazione è tale da rendere erratica la dose effettivamente somministrata di volta in volta.
Entrambe le soluzioni A e C sono idonee per l’uso nella pra-
tica clinica. La soluzione C è di più rapido allestimento utilizzando una base pronta. La soluzione A risulta economicamente più vantaggiosa per l’utente.
Conflitto di interessi
Nessuno.
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