Torino Chiesa di San Lorenzo Mercoledì 19.IX.07 ore 17

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Torino Chiesa di San Lorenzo Mercoledì 19.IX.07 ore 17
Torino
Chiesa di San Lorenzo
Mercoledì 19.IX.07
ore 17
Ensemble Les Nations
Maria Luisa Baldassari
direttore e clavicembalo
Gabrielli
Di Lotti
Se desiderate commentare questo concerto, potete collegarvi al
calendario presente sul sito www.mitosettembremusica.it dove è
attivo uno spazio destinato ai commenti degli spettatori
Videoimpaginazione e stampa • la fotocomposizione - Torino
Domenico Gabrielli
(1659 ca-1690)
San Sigismondo, re di Borgogna
oratorio per quattro voci con strumenti
San Sigismondo
Inomachia
Gondemaro
Clodomiro
Elena Biscuola
Laura Antonaz
Patrizia Vaccari
Andrea Favari
Silvana Di Lotti
(1950)
Vagheggiar di Eco (2006)
dialogo per due voci, quintetto d’archi e clavicembalo
(inserito tra le due parti dell’oratorio)
Patrizia Vaccari, Andrea Favari, voci
Ensemble Les Nations
Luca Ronconi, Katia Ciampo, violini
Emanuele Marcante, viola
Marco Dal Bianco, violoncello
Maurizio Less, violone e lirone
Marina Scaioli, organo
Maria Luisa Baldassari, direttore e clavicembalo
Progetto artistico di Maria Luisa Baldassari e Aldo Sardo
In collaborazione con
Festival delle Rocche
Festival “I luoghi dello spirito e del tempo”
Il virtuoso violoncellista Domenico Gabrielli
L’altisonante appellativo di “Corelli del violoncello” e il ben più sanguigno nomignolo “Minghén del viulunzel” sono dovuti alla grande fama di virtuoso violoncellista che accompagnò Domenico Gabrielli tra Bologna e Modena, nella cappella di
San Petronio e alla corte del duca Francesco II. Mentre in pieno Settecento, soprattutto in Francia, si stampavano ancora tanto di libelli in “difesa della viola da
gamba” contro le pretese solistiche del violoncello, pauvre diable destinato a morire di fame o a continuare ad essere aiutante del clavicembalo, a Bologna e a Modena l’emancipazione dello strumento era già stata avviata fin dalla metà del Seicento da un gruppo di ottimi esecutori (Franceschini, Colombi, Vitali, Degli Antonii)
che produssero anche un’interessante letteratura per cello solo o nella forma della
sonata con continuo. Come compositore Gabrielli ebbe una formazione importante, a Venezia con Giovanni Legrenzi, e lasciò un notevole contributo per il proprio
strumento con sonate, canoni, ricercari (fondamentali i sette Ricercari per violoncello solo del 1689) e arie con violoncello obbligato, lavori nei quali si evidenzia una
già approfondita ricerca delle possibilità timbriche ed espressive dello strumento.
Raggiunse una buona fama come operista e autore di musica sacra; i suoi melodrammi vennero quasi tutti rappresentati per la prima volta a Venezia e si ha notizia di un suo soggiorno a Torino nel 1689 per l’allestimento dell’Ascanio, re degli
Albani, con l’autore al cembalo in tutte le rappresentazioni. Altrettanto significativa la produzione di oratori tra cui spicca il San Sigismondo, re di Borgogna, eseguito per la prima volta la Domenica delle Palme del 1687 e dedicato all’arcidiacono
di Bologna, Antonio Felice Marsilii.
La storia del “San Sigismondo”
Intorno alla figura pensosa e tormentata del re burgundo Sigismondo, il letterato
bolognese Domenico Bernardoni costruisce il dramma dell’improvvisa capitolazione del suo regno, dei contrasti fra la moglie e il fratello, della resistenza disperata
dei suoi soldati, del cruento epilogo. È lo stesso librettista a premettere al testo una
sintesi della vicenda.
Sigismondo, avendo fatto uccidere il proprio figlio per i cattivi consigli della seconda moglie Inomachia, si trova a fronteggiare l’attacco del nemico Clodomiro e la
rivolta del fratello Gondemaro come una punizione divina per il crimine commesso. Il re fugge nel deserto di Agauno per scontare la propria pena, mentre la moglie
viene fatta prigioniera dal vincitore e Gondemaro riesce a riconquistare il regno
usurpato. Clodomiro rivolge allora la sua ira contro l’angosciato Sigismondo e contro Inomachia, tardivamente pentitasi: vengono trascinati ad Orléans dove «con
barbara crudeltà furono ambi co’ propri figli decapitati, ed i loro corpi furono sepolti in un fetido pozzo, sopra il quale fu udita in progresso di tempo melodia celeste».
La musica
La partitura del San Sigismondo (l’unico esemplare rimasto si trova nella Biblioteca Estense di Modena) richiede cinque ruoli vocali (la breve parte del duce nella presente versione è stata distribuita fra i quattro protagonisti; i ruoli acuti, in mancanza delle voci di castrato per le quali erano stati scritti, sono affidati a voci femminili), cinque parti di strumenti e il basso continuo. Nella sua Geschichte des
Oratoriums (1911) il musicologo tedesco Arnold Schering evidenzia la modernità di
alcune situazioni formali quali l’abbandono dell’aria strofica in favore della forma
con il “da capo”, la strumentazione molto curata e non convenzionale (sicuramente l’aspetto di maggior pregio del lavoro) e l’importante ruolo affidato agli strumenti
concertanti. L’oratorio è diviso in due sezioni introdotte da sinfonie strumentali:
magistralmente scritte per le cinque parti di archi, richiedono all’ensemble un
significativo impegno tecnico. Complessivamente le arie sono diciassette e ricalcano appieno le tipologie operistiche in voga al tempo: sei sono accompagnate dal
solo basso continuo mentre altre otto, sempre con il continuo, sono seguite da un
breve ritornello strumentale. Molto interessanti le restanti tre, sostenute dal gruppo degli archi e collocate in punti cruciali dell’oratorio: l’iniziale conflitto interiore
di Sigismondo (Due nemici ha l’alma mia); il desiderio di vendetta di Gondemaro
(Voi, furie, armatemi) espresso da impegnativi melismi vocali che rivaleggiano con
le rapide scale e gli arpeggi dell’orchestra; il pentimento di Inomachia (Aure, voi de’
miei sospiri), punto culminante dell’oratorio, scritto nella forma del concerto grosso con archi di ripieno a cinque e un concertino costituito da violino, violone (in
questo caso identificabile con il violoncello per i virtuosismi della scrittura, inadatti a uno strumento a tasti) e tiorba. Fra gli altri brani del San Sigismondo spiccano
il breve e unico coro composto per le voci in organico raddoppiate dagli strumenti, l’altrettanto breve recitativo accompagnato Ecco il nemico, oh Dio, siamo perduti scritto nel cosiddetto stile “concitato” e il coup de théâtre conclusivo, l’improvvisa interruzione dell’ultima aria di San Sigismondo a causa della decapitazione del
santo da parte di Clodomiro.
Vagheggiar di Eco
Tra le due parti dell’oratorio si colloca il brano di Silvana Di Lotti composto nel
2006 su invito del piemontese Festival delle Rocche e della rassegna concertistica
“I luoghi dello spirito” di Ravenna. Il progetto prevedeva la creazione di nuova
musica con lo stesso soggetto e lo stesso organico del San Sigismondo di Gabrielli e
l’esecuzione dei due brani nello stesso concerto. In Vagheggiar di Eco il collegamento con il passato si sviluppa come “eco della memoria”, la fonte originaria si
trasforma, ne risultano sensazioni derivate o più semplicemente aggiunte seguendo il proprio istinto e le proprie scelte di linguaggio sonoro. Le idee musicali sottolineano i dialoghi e le azioni; i gesti melodici, racchiusi in impasti timbrici di grande fascino, sottolineano gli aspetti drammatici e meditativi più importanti del testo,
che la stessa autrice ha desunto dal libretto originale, focalizzando la propria attenzione sugli aspetti più sottilmente psicologici dei personaggi.
Aldo Sardo
L’Ensemble Les Nations è presente da alcuni anni sulla scena musicale italiana;
nato con l’intento di approfondire il repertorio barocco italiano, ha in seguito esteso
i suoi interessi al repertorio rinascimentale, con una particolare attenzione per l’uso
degli strumenti a fiato. Il gruppo ha registrato per RadioRai3, ha partecipato a numerose rassegne e festival musicali in diverse città italiane (ricordiamo recentemente il
prestigioso Bolzano Festival e il Festival del Concorso Internazionale Guido d’Arezzo) ed è stato invitato a festival internazionali in Grecia e in Francia. Su commissione della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha allestito l’Euridice di
Jacopo Peri, che ha avuto diverse repliche in vari luoghi storici del Veneto nell’estate 1999 con notevole successo di pubblico. Nell’ottobre 1997 l’ensemble ha inciso il
suo primo cd, dedicato alle musiche sacre di Bartolomeo Tromboncino. La registrazione è stata modellata sulla pratica vocale e strumentale del primo Rinascimento,
in particolare nel Nord Italia e a Venezia. Una nuova incisione dedicata alla musica
profana di Tromboncino è uscita nel 2001; nel 2002 è stata pubblicata invece una
registrazione di composizioni sacre e profane del polifonista Costanzo Porta. Nel
2005 infine è uscito il cd con l’oratorio di Giovanni Paolo Colonna Il Transito di San
Giuseppe, inedito conservato alla Biblioteca Estense di Modena.
I componenti dell’Ensemble hanno al proprio attivo ampie esperienze musicali come
solisti, docenti in Conservatori e in corsi di perfezionamento musicale, musicologi.
Maria Luisa Baldassari, diplomata in pianoforte, clavicembalo, paleografia e
filologia musicale, svolge duplice attività di esecuzione e ricerca nel campo musicologico; perfezionatasi con Gordon Murray e Bob van Asperen, è stata inoltre
finalista al Concorso Nazionale di esecuzione cembalistica tenutosi a Bologna nel
1987. Attualmente è direttore dell’Ensemble Les Nations, con il quale ha effettuato incisioni per la Rai e registrato un cd di musiche sacre vocali e strumentali. In
qualità di solista e con diverse formazioni orchestrali e cameristiche è stata invitata in vari festival italiani, in Grecia, Francia e Brasile. Ha collaborato con solisti
di chiara fama e a produzioni intra generi, come due collaborazioni con Angelo
Branduardi. Ha tenuto diverse conferenze e conferenze-concerti, in particolare
sulla musica clavicembalistica francese e sulla musica sacra del Seicento italiano;
collabora a pubblicazioni di storiografia musicale (in particolare con la «Nuova
Rivista Musicale Italiana») e realizza edizioni critiche per la casa editrice Ut
Orpheus. È docente di clavicembalo al Conservatorio di Pesaro, dove è responsabile del Dipartimento di Musica Antica, ed è presidente dell’Associazione Collegium Musicum Classense, per la quale dirige la rassegna di musica sacra “I luoghi
dello spirito”.
È stata direttrice al cembalo di numerose produzioni concertistiche e sceniche: in
particolare ha diretto diverse rappresentazioni dell’Euridice di Jacopo Peri, considerata la prima opera mai composta, commissionatele dalla Fondazione Cassa di
Risparmio di Padova e Rovigo.
Laura Antonaz ha conseguito il diploma di canto presso il Conservatorio di Trieste. Ha approfondito lo studio del repertorio liederistico perfezionandosi con Ada ed
Erik Werba e recentemente con Christa Ludwig.
Ha frequentato l’Accademia estiva di musica antica di Innsbruck e la Händel-Akademie a Karlsruhe con Jessica Cash e Serge Wilfart, perfezionando la prassi esecutiva barocca con Nigel Rogers, Alan Curtis e Joshua Rifkin.
Nel 1992 ha vinto il Concorso Internazionale di canto barocco “Pergolesi” di Roma
e ha partecipato al seminario biennale sulla vocalità monteverdiana patrocinato
dall’As.Li.Co. per il Teatro Ponchielli di Cremona; nel 1988 ha vinto il Concorso
Internazionale di Bardolino per cantanti di Lieder.
Nel 1993 ha debuttato nel ruolo del primo genio nel Flauto magico di Mozart al
Teatro Verdi di Trieste. Nel 1997 ha vinto il concorso indetto dalla Società dell’Opera Buffa con La cantata e disfida di Don Trastullo di Jommelli e La frascatana
di Paisiello. L’oratorio è attualmente il fulcro della sua attività, dagli inediti secenteschi (Colonna, Gabrielli) a Händel, Bach, Haydn, Schumann.
Svolge attività concertistica in Italia e all’estero collaborando con vari gruppi vocali e strumentali.
Elena Biscuola si è diplomata con il massimo dei voti e la lode in musica vocale
da camera presso il Conservatorio di Torino, sotto la guida di Erik Battaglia.
Si è quindi perfezionata con Sherman Lowe e ha seguito masterclass sul Lied tedesco tenute da Dietrich Fischer-Dieskau a Stoccarda e da Irwin Gage a Firenze. Successivamente si è specializzata nella musica rinascimentale e barocca con Claudine
Ansermet, Gloria Banditelli e Patrizia Vaccari presso il Conservatorio di Vicenza.
Si è segnalata in diverse competizioni, vincendo il Concorso Internazionale Luca Marenzio con il gruppo Vox Altera (1999) e il Concorso Internazionale di Vercelli di liederistica, con ulteriore premio per la migliore interpretazione (2004). Nel giugno 2006 si è
classificata terza al XXII Concorso Internazionale di Musica Vocale da Camera Città di
Conegliano, aggiudicandosi anche il premio per il miglior duo con Marina D’Ambroso.
Come solista si è esibita in più occasioni nei principali festival di musica antica in
Italia e all’estero sotto la direzione di grandi maestri italiani e stranieri, tra i quali
Filippo Maria Bressan, Alfredo Bernardini, Fabio Bonizzoni, Peter Maag e Michael
Radulescu. Per quanto riguarda il repertorio romantico ha collaborato con Antonio
Ballista, Rudolf Buchbinder e Tiziano Severini.
Andrea Favari nasce a Verona e si diploma in canto presso il Conservatorio della stessa città. Entra presto a far parte di diversi organismi musicali (Cappella musicale di San
Simpliciano a Milano, Cappella Ducale di Venezia). Negli stessi anni partecipa alle attività del gruppo teatrale Teatro di via Rosa con il regista Maurizio Corradini e si accosta al canto barocco con Cristina Miatello. Dal 1996 collabora come solista con numerosi ensemble (l’Accademia Strumentale italiana diretta da Alberto Rasi, l’Orchestra
Barocca di Bologna diretta da Paolo Faldi, La Venexiana diretta da Claudio Cavina, La
Reverdie, Ensemble Aurora diretto da Enrico Gatti, Collegium Vocale Lenzburg), con i
quali ha avuto occasione di esibirsi in numerosissimi festival italiani e stranieri (Belgio, Francia, Spagna, Germania); ha effettuato numerose incisioni di successo.
Patrizia Vaccari si è diplomata in pianoforte, organo e canto presso i Conservatori di
Venezia e Rovigo. In seguito ha partecipato a corsi di perfezionamento di organo e di
interpretazione vocale, con particolare riguardo al repertorio rinascimentale e barocco. Si è esibita in prestigiose rassegne concertistiche e in esecuzioni di opere e oratori,
in Italia e all’estero, collaborando con importanti formazioni vocali e strumentali quali
la Cappella Artemisia, Athestis Chorus, Harmonices Mundi, La Capella Reial de Catalunya, Il Complesso Barocco di Alan Curtis, La Venexiana, Ensemble Abendmusik.
Più recentemente si è avvicinata al repertorio cameristico classico e romantico e
alla musica contemporanea, collaborando in particolare con l’Ensemble Musagète
e con il pianista Carlo Mazzoli.
Ha inciso le Cantate op. 4 per soprano e basso continuo di Tommaso Albinoni e l’oratorio San Giovanni Battista di Alessandro Stradella con l’ensemble Harmonices
Mundi. Affianca all’attività concertistica quella didattica: è docente di canto rinascimentale e barocco al Conservatorio di Vicenza e ha insegnato ai corsi internazionali di Belluno, Bolzano, Nervi, Pamparato e Monte San Savino.
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