Corsi e consigli per una passione in crescita

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Corsi e consigli per una passione in crescita
SABATO 14 SETTEMBRE 2013
■ 45
IL POSTO DEL CUORE
A CAPRAROLA
NEL PALAZZO
DEI SOGNI
VALERIO MAGRELLI
o ammetto: è una citazione di cui
abuso. Secondo l’ex direttore della
guida Lonely Planet, i due luoghi al
mondo più belli e meno noti sarebbero
l’isola della Nuova Zelanda in cui abita, e
“una zona fra Orvieto e il Tirreno”. Ecco
cos’è il Viterbese, dove sorge Palazzo
Farnese a Caprarola. Lo visitai nel 1968 (la
mia rivoluzione personale), ci sono
tornato da poco, ma in tanti anni ha
continuato a ospitare sogni e incubi
L
plasmati sul suo stampo inconfondibile.
Come mai? Forse perché, molti secoli
prima del Pentagono Usa, Alessandro
Farnese da Canino, futuro Paolo III, scelse
la stessa sagoma cui lavorarono Sangallo
e Vignola. Non dirò degli affreschi, delle
scale elicoidali, dei giardini dove
trascorse alcune estati il Presidente Luigi
Einaudi (tra i sommi ideatori della nostra
Costituzione). Non dirò della splendida
intuizione urbanistica (quando i governi
creavano città invece di abbandonarle
come L’Aquila). Non dirò del cortile
circolare visitabile solo pochi giorni al
mese (visto che i soldi pubblici servono
alle pensioni d’oro dei politici). Basta
demagogia: meglio la strada onirica! Per
me, più che una reggia, Caprarola fu il set
di infiniti di sogni, sogni che solo una
forma tanto pura, ossessiva, enigmatica
avrebbe potuto ispirare.
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INFOGRAFICA DI ANNALISA VARLOTTA
Corsi e consigli per una passione in crescita
IL CAMPIONE
“SUPER SICURI
MA LA PAURA
È UNA BUONA
CONSIGLIERA”
o quella nautica.
In cima alla lista c’è il volo in
aeroplano. Anche se la Licenza di pilota privato richiede alcuni mesi di impegno e un investimento economico non
trascurabile, alcune scuole offrono a un costo contenuto la
possibilità di fare una prova
prendendo da subito i comandi di un aereo al fianco di un
istruttore.
E dal cielo, fare esperienza
di quella che Del Giudice definisce “la visione cubica”. Scoprendo così che non è tanto la
visione verticale, dall’alto, a
stupire, ma piuttosto quella
obliqua, “cubica” appunto.
na delusione sentimentale. Ecco la
ragione principale per cui la gente decide di provare a volare» dice perentorio Graziano Maffi, 64 anni, istruttore di volo libero da più di 30 e più volte campione italiano di deltaplano «Quando arrivano qui la prima cosa che chiedo è: “Sta divorziando?” E loro: “Come fa a saperlo?”».
Graziano fu, verso la fine degli anni ‘70, tra i pionieri del deltaplano («ci chiamano i deltasauri»), allora una novità assoluta. «Avevo visto delle immagini di volo e me ne ero innamorato. Ho cercato per due
o tre anni di trovare qualcuno che mi insegnasse e alla fine… non l’ho trovato. Ma ho trovato un deltaplano, e ho cominciato a volare», racconta ridendo.
Che consigli dare a chi vuole volare per la prima
volta?
«Tutti hanno paura di volare, o almeno dovrebbero! Quando decollo con un passeggero da un pendio
che dà su uno strapiombo di mille metri, se mi dice
di non avere paura mi preoccupo. La paura è un’emozione necessaria, che si affronta insieme all’istruttore. Il piacere del volo arriva dopo: è un traguardo» .
Chi può praticare il parapendio?
«Se fatto in sicurezza, e solo con condizioni meteorologiche perfette, il parapendio è uno sport molto sicuro. Basta essere in buona salute, e non ci si sono veri limiti di età: di recente ho accompagnato nel
suo battesimo dell’aria un signore di 83 anni».
Non si può essere troppo anziani, insomma. E
troppo giovani?
Anche sette anni possono bastare: l’unica cosa
che conta è che il bambino lo desideri davvero. (sara
porro)
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«U
re da indossare come uno zaino (che lo rende, tecnicamente, un “paramotore”) si può
decollare anche dalla pianura.
Con un aliante, invece, non
si “vola” — si veleggia: per intenderci, il modo in cui si
muovono nell’aria un gabbiano o un’aquila. Dopo essere decollati grazie al traino
di un piccolo aereo, dal quale
ci si sgancia appena raggiunta la quota, si vola anche per
molte ore consecutive sfruttando le correnti dell’aria,
che un pilota esperto sa individuare. Per questo, il brevetto richiede uno studio più approfondito — un po’ come
prendere la patente per l’auto
LA SCUOLA
I PARIGINI
A LEZIONE
DI CUCINA
ITALIANA
ANAIS GINORI
er capire l’Italia basterebbe studiare la nostra cucina, quel misto di semplicità e raffinatezza, che è tuttora il nostro miglior
passaporto all’estero. Non stupisce dunque che
tra qualche giorno partirà all’interno dell’Istituto
culturale di Parigi il primo corso di “italiano in cucina”. Da lunedì 16 settembre, si potrà infatti partecipare all’originale proposta di studio-degustazione all’Hôtel Galliffet, la prestigiosa sede del settimo arrondissement.
In questo edificio storico in rue de Varenne, la
direttrice Marina Valensise ha allestito un nuovo
spazio dove si può cucinare. Un’operazione a costo zero, sponsorizzata da alcuni dei migliori marchi del made in Italy. Proprio davanti alla scuola di lingue, c’è ora
una sala al pianterreno con una
grande isola con fornelli, elettrodomestici, utensili di ogni tipo.
Intorno allo spazio cucina ultramoderno, come quelli che si vedono a Masterchef e altre trasmissioni tv, si possono sedere
dodici, fortunati invitati.
«L’idea — spiega Valensise — è
quella di far conoscere la cucina
P
GLI CHEF
Gianfranco
Vissani e
Carlo
Cracco, due
dei
più famosi
e premiati
cuochi italiani
italiana e i prodotti dell’eccellenza enogastronomica in tutta la loro varietà». Un modo di
intendere la cultura in “senso
lato”, secondo l’intraprendente direttrice che ha anche
ristrutturato l’antica foresteria dell’Iic nella dépendance
dell’Hôtel Galliffet, ora aperta
a giovani artisti residenti a rotazione per un mese.
Il primo corso di “italiano in
cucina” è stato affidato allo
chef stellato Gianfranco Vissani e durerà tutta la giornata di
martedì. I dodici alunni andranno a fare la spesa al
mercato con il cuoco italiano, per poi imparare
dietro le quinte i segreti della sua cucina fino a degustare con lui, nel salone adiacente, un pranzo da
gourmet. L'originale proposta costa 150 euro a
persona. Dopo Vissani, gli altri corsi saranno affidati a giovani cuochi italiani residenti a Parigi, che
verranno segnalati da grandi chef tra cui anche
Alfonso Iaccarino, Daniele Oldani e Carlo Cracco.
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Repubblica Nazionale