Omocodia - Lattes Editori
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FIN A N PU B ICA BL ZA Approfondimenti ed Espansioni online Omocodia, un “disturbo” che colpisce il codice fiscale di 30mila italiani M a quanti Mario Rossi ci sono in Italia? Fosse solo questo il problema, sarebbe facilmente risolvibile. Le cose per l’anagrafe tributaria si complicano invece se i diversi Mario Rossi (o gli altri diffusi casi di omonimia) sono anche nati lo stesso giorno dello stesso mese dello stesso anno nella stessa città. E’ qui che i sistemi di calcolo del codice fiscale vanno in tilt. Già, perché il codice fiscale – che ogni neonato riceve a pochi giorni di vita e che rappresenterà da lì in avanti il suo codice identificativo per l’erario – è il risultato di un calcolo automatico. Quindi due persone con dati anagrafici uguali avranno “in automatico” lo stesso codice fiscale. Ma questo non è possibile. L’identificazione univoca del contribuente è fondamentale: vorreste pagare le tasse per un altro? La “patologia” si chiama omocodia e va eliminata. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha dichiarato che vi sono circa 30 000 casi di omocodia. Ma come si guarisce? Il primo passo per risolvere il problema dell’omocodia è accorgersene: il cliente ovviamente non sa dell’esistenza di un suo gemello fiscale fin quando non entra col suo codice in qualche processo telematico, cosa che ormai accade piuttosto di frequente. Scovato dal sistema, lo sfortunato contribuente dovrà rivolgersi all’Agenzia delle Entrate per chiedere la correzione del codice. Si tratta di una procedura già prevista e consiste nel sostituire Economia politica 2 © 2014 S. Lattes & C. Editori SpA uno o più dei sette numeri del codice, a partire da quello più a destra, con delle lettere corrispondenti. Verrebbe da chiedersi perché la correzione non possa essere fatta “a monte”, cioè perché non vi sia un sistema per riconoscere che un determinato codice fiscale è già stato attribuito e possa essere modificato all’origine, invece che obbligare il contribuente a un intervento successivo. Ma i problemi non finiscono qui. Il codice fiscale infatti è un biglietto da visita sempre più richiesto. E sempre più verificato. In tempi di informatizzazione dei servizi, di shopping ebanking on line, capita sempre più spesso di dover digitare il proprio codice fiscale in qualche maschera di accesso. L’esattezza del codice viene poi verificata da programmi che utilizzano un algoritmo (cioè un calcolo) automatico, lo stesso usato per la creazione iniziale. Risultato: il sistema non riconosce il codice corretto e respinge l’utente. E siccome i casi di omocodia sono in crescita, anche per via dell’attribuzione del codice fiscale a molti stranieri, anche le proteste degli utenti sono destinate ad aumentare. A proposito: Rossi è il cognome più diffuso in Italia (58.421) ma Mario Rossi non è la firma più frequente. Il premio dell’omonimia lo vincono infatti i 2.772 Giuseppe Russo. (Estratto e rielaborato da http://economia.virgilio.it, 8 febbraio 2012) 1