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Aironi e compagni
In mountain bike nei luoghi del Progetto Life Natura per
il ripristino dell’habitat e la conservazione degli ardeidi
del Trasimeno, dichiarato Sito d’Importanza Comunitaria
per la grande presenza di volatili.
Lago
Trasimeno
Perugia
UMBRIA
testo di Federica Botta - foto di Alessandro De Rossi
in collaborazione con Progetto Life Natura 2002 - Trasimeno
i avverte solo un gracidare tranquillo, come il
chiocciare sereno di un pollaio. E si vede poco
o nulla, giusto il tremolare delle fronde e, di tanto in
tanto, un’ombra sfuggente tra i rami. Piccole macchie bianche s’intravedono immobili sugli alberi,
pronte ad esplodere in un frusciare d’ali e uno stormire di piume, con grida di richiamo e acute strilla di
avvertimento qualora ci avvicinassimo troppo alle
loro postazioni. Bisogna procedere con particolare
cautela e circospezione: siamo sul Lago Trasimeno
e ci stiamo avvicinando ad una delle rare “garzaie”
dell’Italia centrale. Una piccola zona densa di arbusti, salici e pioppi, in cui le varie specie di aironi arboricoli costruiscono i propri nidi, in una sorta di grande condominio. E’ tutto uno svolazzare, un gonfiare
il petto e sollevare le creste per le parate d’amore e
il rientro degli adulti, sembra incredibile che le delicate ed eleganti garzette, che ammiriamo estasiati
pescare sulle acque calme del lago, possano creare tanto scompiglio. Anche le timide nitticore, che
solitamente si fatica persino a scovare, aprono e
chiudono continuamente le ali e si uniscono al coro
di canti e richiami dei loro vicini di nido.
Visitare una garzaia nel periodo di nidificazione
può essere un’esperienza davvero insolita. Una
leggenda che passa di bocca in bocca ai vecchi
pescatori racconta che un tempo, quando le rive
dei laghi erano coperte dai boschi, le colonie erano
numerose e gli uccelli si sentivano ancora gli indiscussi padroni di casa, entrare tra gli alberi poteva
regalare maleodoranti sorprese: gli eleganti trampolieri, dall’alto dei loro nidi arboricoli, per proteggere i piccoli o le uova vomitavano sul malcapitato
intruso avanzi di pesce semidigerito, coprendolo di
escrementi, piume, penne, ramoscelli e roche urla
di sfida. Non sappiamo se la descrizione corrisponda a verità, ma di sicuro oggi la situazione è
ben diversa. A prima vista, lo stato di conservazione degli ardeidi al Trasimeno sembrerebbe buono,
ma in realtà il loro destino è appeso ad un filo: le
zone boschive di ripa adatte alla nidificazione, che
in un tempo remoto ricoprivano tutto il perimetro
lacustre, oggi sono ridotte a pochi frammenti isolati, talvolta eccessivamente antropizzati e non
sempre vicini alle aree dove gli ardeidi possono
cibarsi di pesce. Al Trasimeno è presente solo una
garzaia in uso e gli animali sono molto spaventati
dalle attività umane. Ogni forma di disturbo ai nidi
può essere fatale per l’esito riproduttivo.
UMBRIA LAGO TRASIMENO
S
Il Progetto Life Natura
Noi ci siamo spinti sin quaggiù per accompagnare i ricercatori del Progetto Life Natura per il ripristino dell’habitat e la conservazione degli ardeidi
al Lago Trasimeno, uno degli otto che hanno
ottenuto il prestigioso riconoscimento e il finanziamento dall’Unione Europea per il 2002, coordinato dalla Comunità Montana - Associazione
dei Comuni “Trasimeno - Medio Tevere” e realizzato in collaborazione con la Provincia di
Perugia, il Parco Regionale del Lago Trasimeno e
Legambiente Umbria. Il lago è stato dichiarato
Sito d’Importanza Comunitaria per la grande presenza di volatili: tutte le nove specie di aironi
europei frequentano le sue acque o le sue rive
durante tutto l’anno, anche se ancora il raro tarabuso, l’airone bianco maggiore e l’airone cenerino sono presenti solo in inverno. “Dal 1993 teniamo sotto osservazione le garzaie del lago e le
presenze di aironi” - ci racconta Francesco
Velatta, referente scientifico per il settore ornitologico - “e ci siamo resi conto che si potrebbe
ottenere un aumento significativo delle presenze
con un maggior numero di siti idonei alla nidificazione, disposti strategicamente in punti diversi del lago”. Per questo, dopo un intero anno di
studi e rilevamenti, sono state definite le modalità d’intervento: riqualificare alcuni tratti di sponda, creando cinque bacini di alimentazione, limitrofi alle possibili zone di nidificazione e ripristinare dodici ettari di bosco igrofilo ripariale per
incrementare l’offerta di siti idonei alle specie
arboricole. Ma la costruzione dei laghetti è stato
LAGO DI LUCE Lo svasso maggiore nidifica sul Trasimeno.
Nella pagina a fianco, nei pressi di Monte del Lago.
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solo l’ultimo passo: per prima cosa si è dovuto
effettuare un censimento il più ampio possibile
delle specie di ardeidi presenti e nidificanti. E se
in garzaia l’operazione a cui abbiamo assistito è
risultata relativamente semplice, il lavoro nel
canneto presenta numerose difficoltà: nell’impossibilità di entrare a piedi, camminando su un
profondo strato di fango inconsistente, e con le
notevoli complessità di agire in barca, rischiando
anche di rovinare le piante, si è dovuto ricorrere
a ricognizioni aeree con un piccolo deltaplano a
motore, capace di scendere a bassissima quota
per contare le piccole piattaforme imbiancate di
guano dei nidi di airone rosso. Si è sfruttato l’ardore canoro dello schivo tarabuso cercando di
rilevare il caratteristico e potente richiamo che i
maschi in periodo riproduttivo emettono un’ora
prima dell’alba e una dopo il tramonto, per scoprire se il canneto era zona di nidificazione del
prezioso ardeide. Si sono effettuati conteggi da
stazioni fisse, in periodi prestabiliti per un anno o
rilevazioni da natante, perlustrando tutto il perimetro del lago.
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I padroni di casa
Scoperto “chi c’è”, si è cercato di indagare “di
cosa ha bisogno”: una squadra di erpetologi,
botanici, biologi, ittiologi ha scandagliato in
lungo e in largo le rive e le acque del Trasimeno
per caratterizzare l’intero ecosistema. La grande sfida del progetto è infatti proprio quella di
proteggere alcune specie in stato di conservazione critico, attraverso la conoscenza e la
gestione del loro intero habitat. Gli entomologi
hanno setacciato al microscopio i fanghi del
lago per determinare le popolazioni di macroinvertebrati. Gli erpetologi hanno sollevato pietre,
esplorato pozze e frugato i cespugli per misurare, pesare, contare le specie di rettili e anfibi
della zona. Altri “specialisti” hanno scovato
topi, lepri, arvicole e moscardini per comprendere le abitudini dei micromammiferi che abitano i boschi e i canneti, e hanno inanellato, catalogato e descritto migliaia di piccoli volatili catturati con apposite reti. Tutto per poter conoscere e interpretare le innumerevoli relazioni tra
gli aironi e il mondo che li circonda. Solo allora
si è potuto immaginare di costruire e ripopolare
i bacini e i boschi appositamente creati, definendo la profondità delle acque, immettendo le
giuste specie ittiche, stabilendo quali alberi e
arbusti piantare. E si è potuto persino immaginare un percorso turistico, con sentieri, capanni di avvistamento e coperture idonee, che permette di avvicinarsi ai siti di alimentazione e alle
possibili zone di nidificazione senza compromettere la tranquillità degli aironi. “Guardate” ci sussurra d’un fiato Cristiano Spilinga, l’erpetologo del gruppo di ricerca, mentre lo accompagniamo in ricognizione sui nuovi sentieri
intorno ad uno dei laghetti. Un biacco, serpente non velenoso e piuttosto schivo, se ne sta
tranquillamente disteso al sole sull’argine, tra il
gracidare quasi assordante di rane, rospi e
raganelle, aspettando solo di essere immortalato. Poco più avanti, sotto un tronco abbattuto
due tritoni crestati si riparano dal sole, non lontano dall’acqua, mentre due lucertole muraiole
si combattono per un morso di lombrico.
Un cavaliere d’Italia, con la sua bella livrea bianca e nera, sta corteggiando la sua futura sposa
svolazzandole intorno. Appena ci vede si precipita su di noi urlando, le zampe rosse protese in
avanti, il becco aperto con fare minaccioso, le
ali spalancate. Stiamo disturbando la sua nuova
area di pesca e possibile nidificazione e non ha
alcuna intenzione di farsi da parte. Qualcuno ha
subito approfittato delle nuove installazioni, e il
bello è che gli animali riprendono a sentirsi i
padroni di casa...
Ali sul lago
Nelle acque del Trasimeno arrivano in autunno oltre 40.000
folaghe, un numero sufficiente a qualificare l’area come Zona
umida d’Importanza internazionale, ma secondo il censimento del 2003 sono circa 200 le specie di avifauna che abitano il
lago durante lo svernamento o nel periodo riproduttivo. Alcune
con concentrazioni eccezionali - come lo svasso maggiore, che
con i suoi circa 600 individui stabili durante tutto l’arco dell’anno e nidificanti è probabilmente una delle popolazioni più
grandi d’Italia - altre con pochi ma preziosissimi esemplari,
come le 68 coppie residenti e oltre cento di passo di moretta P. Fioratti
tabaccata, un’anatra dichiarata dagli esperti in pericolo critico
di estinzione. O ancora il raro falco pescatore, un tempo solo di passo durante la migrazione invernale, oggi sempre più spesso colto ad indugiare sino alla stagione riproduttiva, alimentando la speranza di una sua imminente
nidificazione. Anche la schiribilla è inserita nella Lista Rossa nazionale delle specie in pericolo critico.
Gli aironi sono senza dubbio uno dei pregi ornitologici dell’area: si può contare sulla presenza di tutte le specie europee, compresa quella fondamentale di alcuni tarabusi svernanti, e sulla nidificazione del tarabusino, della
nitticora, della sgarza ciuffetto, dell’airone guardabuoi, della garzetta e dell’airone rosso.
MIMETICO È BELLO
Dall’alto in basso:
un tarabuso;
la lepre americana
immessa per scopi
venatori si è
purtroppo diffusa
a spese di quella
autoctona;
una libellula;
censimento
in canoa.
Nella pagina a fianco,
la torre
del castello
di Mongiovino
Vecchio.
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Le opere di ripristino ambientale
Per la riqualificazione e il ripristino dell’habitat ottimale degli ardeidi del Trasimeno sono stati scavati cinque bacini
di alimentazione, tre nella zona di Castiglione e due nella fascia denominata “La Valle”, tra San Savino e
Sant’Arcangelo, dove saranno immesse specie ittiche autoctone e dove altre specie tipiche dell’ecosistema lacustre, come
insetti, rettili, anfibi e micromammiferi, giungeranno attraverso un processo di colonizzazione spontanea, provenienti
dalla vicina riva del lago. Il fondale è volutamente poco profondo, per favorire la cattura dei pesci da parte degli aironi. Gli stagni verranno riempiti d’acqua ogni primavera e lasciati lentamente prosciugare nel corso dell’estate, tranne una
zona più profonda che sarà mantenuta perennemente allagata per permettere la sopravvivenza dei pesci riproduttori.
Questo tipo di gestione (mutuato dalle tecniche comunemente impiegate in piscicoltura) ha lo scopo di consentire, alla
fine del ciclo produttivo, tramite l’esposizione dei fondali all’aria, una rapida mineralizzazione della sostanza organica
prodotta, condizione indispensabile per promuovere nella primavera successiva un rigoglioso sviluppo del fitoplancton
(insieme di alghe microscopiche), alla base della catena alimentare che si stabilirà negli stagni e al cui vertice si situeranno proprio gli aironi.
Intorno ai laghetti è stato piantato un bosco igrofilo ripariale, costituito da una combinazione di varie specie di salici
e pioppi, ontani, olmi, sanguinelle e ligustri, ricostruendo l’ambiente che in tempi remoti ricopriva le sponde del lago e
che oggi è stato in gran parte sostituito dai coltivi.
Con questi interventi si vuol cercare di favorire le possibilità di nidificazione degli ardeidi, offrendo siti ideali all’insediamento di garzaie e disponibilità, nelle immediate vicinanze, di aree di pesca indispensabili per l’alimentazione dei giovani aironi. I nuovi bacini sono stati dotati di itinerari didattici e turistici per la fruizione, attraverso la creazione di
sentieri, capanni di avvistamento e pannelli esplicativi. I percorsi e i capanni saranno opportunamente schermati con
siepi di arbusti autoctoni, permettendo ai visitatori di osservare gli uccelli senza causare loro un eccessivo disturbo.
RICERCATORI
E VOLONTARI
Dall’alto in basso
e da sinistra a destra:
attività
di inanellamento
all’Oasi “La Valle”;
nella garzaia
di Castiglione
nidificano garzette
e nitticore;
un cinghiale;
ricercatori al lavoro;
fase della ricerca
sulla biometria
di rettili e anfibi.
Nella pagina a fianco:
pannello informativo
sugli ardeidi
del Progetto Life
Natura; le tipiche
barche del lago;
la ciclabile
nei dintorni
di Castiglione.
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Cortona,
Arezzo
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Tuoro
sul Trasimeno
0
2
4
chilometri
Campo
Punta del Sole
Navaccia
Borghetto
Passignano
sul Trasimeno
del Ferretto
Lago
Torricella
Monte del Lago
Magione
Zocco
Castiglione del Lago
Isola Polvese
Case Nuove
Monte
Sperello
S. Feliciano
Monte Penna
425
T rasimeno
S. Savino
Primo itinerario
(MTB facile)
Secondo itinerario
(MTB impegnativo)
Oasi
La Valle
Sant’Arcangelo
Punto di partenza
M. Bella Veduta
Parco Naturale
Bacino di
alimentazione
Monte Buono
494
Castello di
Montalera
Casalini
M. Mazzolana
586
Ardeidi
Borgo di pescatori
Montali
Bosco
Castello
Chiesa
Panicale
Muserale
Museo, mostra
Panorama
Rovine di castello
Mongiovino
Vecchio
Colle
San Paolo
Gli itinerari
Primo itinerario
Punto di partenza: Oasi “La Valle”
Punto di arrivo: bacini di alimentazione del
Progetto Life Natura
Lunghezza: 33.5 km solo andata
Dislivello: trascurabile
Tempo di percorrenza: 2-3 ore di pedalata
effettiva, solo andata, escluse le soste
Grado di difficoltà: facile
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Dall’Oasi “La Valle”, dove è possibile visitare il
primo bacino di alimentazione per la riproduzione degli ardeidi, subito all’inizio del pontile di
osservazione, si esce a sinistra sull’asfalto in direzione San Feliciano, piccolo borgo di pescatori a
circa 2 km e tutt’oggi tra i più attivi nella conservazione delle vecchie tradizioni, con il suo Museo
della Pesca e delle barche. Oltrepassato il paese
si prosegue sull’asfalto in direzione Passignano. Di
AGEVOLE CICLABILE Dalle rovine del Castello di Zocco ha inizio la facile pista ciclabile in terra battuta che conduce
a Monte del Lago per proseguire poi, con un agevole fondo brecciato, proprio in riva al Trasimeno, addentrandosi
nella frescura di un boschetto igrofilo di pianura.
fronte alle affascinanti ma decrepite rovine del
Castello di Zocco (km 4.5), sulla sinistra della
strada inizia la pista ciclabile (non indicata) in terra
battuta, poco dopo il cartello del km 5. Seguendola si esce nuovamente sull’asfalto all’ingresso
del borgo di Monte del Lago (km 5.3), importante
stazione di studio e ricerca, dove si continua ancora a sinistra. Giunti al pontile (km 5.7) la pista ciclabile prosegue nel fresco degli alberi igrofili planiziali, di fianco al divieto d’accesso ai veicoli a motore,
proprio sulla sponda del lago, con un bel fondo
brecciato che si addentra nelle vecchie “scese
degli orti” che dal paese arroccato sulla collinetta
portavano in riva.
Si esce di nuovo sull’asfalto al km 8.5 di fronte
all’Hotel Torricella. Al km 9.1 poco prima del passaggio a livello, al culmine della breve salita, si
seguono le indicazioni a sinistra per la pista ciclabile che da questo momento in poi sarà ben indicata, con un fondo di brecciato ben tenuto. Al km
13.9 un brutto incrocio ci obbliga ad attraversare
l’asfalto per proseguire a sinistra. Le indicazioni per
la pista ciclabile si perdono, ma è possibile rientrare sul percorso pedonale al km 14.8, a sinistra di
fronte al Palazzo della Provincia, per raggiungere
il parcheggio di Passignano e il pontile. Si può
quindi proseguire ancora a sinistra, in direzione
Borghetto, sull’ampio marciapiede a sinistra della
strada o sulla passeggiata lungolago. Superato il
passaggio a livello (km 16.2) è necessario fare
attenzione per imboccare a sinistra la pista ciclabile, di fronte al bar “La Perla” e alle indicazioni
per l’Hotel Belvedere. E’ una stradina in discesa,
che diventa sterrata dopo pochi metri passando
sotto un ponte bassissimo. Si svolta a destra
seguendo le indicazioni, ben presenti per il restante tracciato, fino al km 21 quando si esce a Punta
Navaccia per attraversare la strada principale.
Prima di proseguire è interessante soffermarsi nel
parco artistico di Campo del Sole, un’installazione di sculture per la vita, l’uomo e la pace.
Si seguono le indicazioni della ciclabile sino all’uscita sull’asfalto nel paese di Borghetto. Allo stop
si segue per Castiglione, per poi riprendere la pista
in prossimità dell’ingresso del Camping
Badiaccia (km 27.9). Il percorso dedicato alle biciclette continua incantevole all’ombra del bosco
ripariale del Ferreto, luogo ideale per la nidificazione degli ardeidi in affollate garzaie.
Costeggiando la riva del lago si sfiorano ampi tratti di canneto e campi coltivati, superando su ponticelli di legno alcuni canali. La pista termina
davanti ai tre maggiori bacini di alimentazione
creati dal Progetto Life Natura, circondati da un
giovane habitat ripariale con ontani, pioppi, salici e
olmi che attendono solo di ospitare nuovi nidi.
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Secondo itinerario
Prima tappa
Punto di partenza: Oasi “La Valle”
Punto di arrivo: bivio Magione-Mugnano
Lunghezza: 11.3 km
Dislivello: 200 m
Tempo di percorrenza: 1.30/1.50 ore
Grado di difficoltà: impegnativo
Dall’Oasi “La Valle” si segue in direzione MagionePerugia, sull’asfalto in leggera salita, fino al bivio di
San Savino, quindi in discesa fino all’incrocio
(900 m), dove si prende per Magione-Perugia. Si
superano il centro abitato di Dirindello e l’indicazione per Magione, quindi si deve fare attenzione a
svoltare su uno sterrato a destra, subito dopo il cartello di Case Nuove (km 1.750). Dopo pochi metri
s’incontra un quadrivio e si prosegue diritto sulla
strada centrale. Un casale da poco restaurato, con
le finestre blu, ha privatizzato la vecchia strada che
gli passava di fronte e ci costringe ad una faticosa
deviazione a destra in salita. Si segue il brecciato
bianco e al primo bivio si scende a sinistra. La strada diventa di terra (possibilità di fango), entra nel
bosco, costeggia un oliveto e alcuni laghetti (a sinistra). Al km 1.7 dal quadrivio, in prossimità del
rudere di un casale sulla destra e di un grande traliccio a sinistra, s’imbocca una vecchia mulattiera
che sale a destra, ripida e con fondo cedevole.
Ci si arrampica per 700 metri, aggirando il casale,
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fino all’asfalto e al borgo di Monte Sperello. Da
qui si prende a destra, in prossimità della minuscola chiesina, sullo sterrato, seguendo sempre le
indicazioni per “Il Cantico”. Giunti all’ingresso dell’agriturismo si svolta a sinistra sulla ripida salita di
terra, costruita da poco come variante alla vecchia
strada che passava di fronte al casale. Ripresa la
principale la si segue fino alla vetta di Monte
Penna (km 2.1 da Monte Sperello) da cui si gode
un superbo panorama a 360° sul lago da una parte
e sulla valle di Pietrafitta e Perugia dall’altra. Si può
evitare l’ultimo tratto di salita, che porta alla piccola edicola votiva, con la strada a destra che aggira la cima, quindi si prosegue diritto, non in discesa, tenendo d’occhio le indicazioni bianco-rosse
del sentiero e la strada principale. Al bivio in fondo
alla discesa (km 1.350 dalla vetta) si prende a
destra, poi ancora in discesa e a destra verso il
lago sullo sterrato principale, fino all’asfalto (km
4.550 dalla vetta) della strada MagioneMugnano. Svoltando a destra è possibile rientrare
eventualmente all’Oasi “La Valle” in circa 3 km d’asfalto.
Seconda tappa
Punto di partenza: bivio Magione-Mugnano
Punto di arrivo: Mongiovino Vecchio
Lunghezza: 16 km
Dislivello: 350 m
Tempo di percorrenza: circa 2 ore
Grado di difficoltà: impegnativo
TUTTE LE SFUMATURE DEL VERDE Panorama del lago da una radura sul Monte Penna, lungo l’impegnativo percorso
in mountain bike tra San Savino e Sant’Arcangelo.
Chi se la sente d’affrontare un percorso di un
intera giornata può proseguire attraversando l’asfalto, svoltando per Magione e dopo pochi metri
a sinistra, in salita, non sulla strada di terra battuta ma sulla mulattiera più ripida dal fondo
sconnesso. Il percorso, indicato come sentiero in
bianco-rosso e come pista mtb in giallo-verde,
sale sul Monte Bellaveduta e sul Monte
Mazzolana, impreziositi da importanti leccete
residuali. All’unico bivio con un grande sterrato
(km 3.1 dall’asfalto) si prende a sinistra e si resta
sulla mulattiera, ben tenuta, fino ad un bivio in
mezzo alle querce, dove si continua diritto in salita. Arrivati ad un brecciato grande si costeggia
un agriturismo, in discesa, e al primo bivio si prosegue diritto in direzione Montali.
Poco prima del borgo (km 3.8 dalla fine del tratto impegnativo e dal bivio con lo sterrato) si
seguono le indicazioni per mtb in giallo-verde, in
discesa a destra, su un grande sterrato che ci
accompagnerà fino all’asfalto e alla chiesa di
Colle San Paolo. Di fronte alla chiesa si svolta a
destra sulla strada vicinale di Muserale seguendo le indicazioni mtb, anche al bivio per la vicinale di Palombaro. Si tiene la destra e si sorpassa un’area picnic su fondo di terra. Giunti al
bivio a cinque strade, riconoscibile dai ruderi di
una fonte (km 7.1 da bivio di Montali), s’imbocca la seconda strada a sinistra in salita, ripida e
faticosa, seguendo sempre le indicazioni mtb per
due incroci. Dopo 20 metri dall’ultima indicazione per mtb, di fronte ad un cartello poco visibile
che indica il fondo chiuso, si prende a sinistra la
mulattiera, abbandonando le indicazioni mtb e
seguendo il sentiero bianco-rosso. Si arriva su
uno sterrato, costeggiando la recinzione di una
casa, quindi si continua fino ad una croce, su
asfalto. A sinistra in 50 metri si raggiunge il borgo
di Mongiovino Vecchio.
Terza tappa
Punto di partenza: Mongiovino Vecchio
Punto di arrivo: Oasi “La Valle”
Lunghezza: 22 km
Dislivello: 300 m
Tempo di percorrenza: 1.45-2.30 ore
Grado di difficoltà: impegnativo
Da Mongiovino Vecchio si ridiscende su asfalto
sino alla croce, quindi si torna indietro sulla stessa strada per 1850 metri sino a ritrovare le indicazioni per la mtb. Prendendo a sinistra si scende su una strada a fondo naturale all’interno del
bosco. Al primo incrocio (circa 1 km), in corrispondenza di un prato in mezzo agli ulivi, si
prosegue in discesa sempre su fondo naturale,
SAPORE DI BORGO Mongiovino Vecchio, ultima tappa
dell’itinerario sui colli del Trasimeno.
fino allo sterrato di via Vieniche (km 1.5 dal
bivio). Si continua a destra sulla principale
seguendo sempre le indicazioni per la mtb.
Quando comincia l’asfalto (km 1.7 dall’inizio di
via Vieniche) si svolta a destra sullo sterrato,
seguendo la principale fino al nuovo tratto asfaltato (km 1.150), quindi si segue a destra e si
pedala per un altro km per poi riprendere lo sterrato a sinistra in prossimità di una grossa quercia. Seguendo il brecciato principale in 800 metri
si arriva ad un bivio dove si svolta a sinistra,
quindi si segue la bella pista principale all’interno
dell’Azienda Agricola del Castello di Montalera.
Ritrovato ancora un incrocio con l’asfalto (km 3.4
dall’ultimo bivio) si attraversa la provinciale, si
pedala per 200 metri sullo sterrato, quindi, di
nuovo sull’asfalto, si prende a sinistra seguendo
le indicazioni per circa 8 km fino a Castiglione
(circa 20 km dalla partenza della terza tappa).
Sotto la rocca si segue il lungolago, s’imbocca
la pista ciclabile ben indicata e al primo bivio su
asfalto si svolta a destra e si percorre per km
11.5 la statale verso San Feliciano. Di fronte al
distributore di carburante IP si prende a sinistra
la pista ciclabile (indicata) in terra battuta che
riporta all’Oasi “La Valle”. In prossimità del
Ristorante Faliero, ben visibile, s’incontra uno
dei nuovi bacini di alimentazione per gli aironi,
con torretta d’avvistamento.
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Durata 3 giorni
Quando tutto l’anno
UMBRIA LAGO TRASIMENO
Come arrivare
In auto: da nord A1 Firenze-Roma, uscita
Valdichiana, direzione Perugia, raccordo autostradale 75 bis E45; da sud Autostrada del
Sole fino a Chiusi-Chianciano Terme, poi direzione Perugia, le uscite per il lago sono ben
indicate. L’Oasi “La Valle”, tra S. Savino e S.
Arcangelo, si raggiunge uscendo a Magione
dalla 4 corsie e seguendo per Chiusi-S.
Feliciano: la si trova di fronte appena giunti sul
lago. Per Castiglione del Lago venendo da
nord c’è l’uscita sulla 4 corsie, poi seguire le
indicazioni della statale; da est si può uscire a
Magione e godersi il lungolago in direzione
Chiusi, ben indicato. In treno: il versante a nordest del lago è raggiungibile anche in treno
(FS, www.trenitalia.it) lungo la tratta TerontolaFoligno, fermate di Tuoro sul Trasimeno,
Passignano sul Trasimeno, Torricella (solo estivo) e Magione. Castiglione del Lago è sulla
tratta Firenze-Roma. Da Perugia, Terni, S.
Sepolcro e Città di Castello è attiva anche una
linea ferroviaria regionale (Ferrovia Centrale
Umbra, www.fcu.it). Entrambe effettuano servizio di trasporto biciclette.
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Agriturismo
Il Nespolo, S. Savino, tel. 075.959138, affacciato sull’Oasi “La Valle”, doppia con bagno e
colazione 50/85 €; Mongiovino Vecchio, tel.
075.8355311, 335.6276007, www.castellodi
mongiovino.com, proprio al termine della
seconda tappa del 2° itinerario, ideale per percorrere il tracciato in 2 giorni, doppia con
bagno e colazione 78/140 €; Montali (in basso),
tel. 075.8350680, www.montalionline.it, lungo
la seconda tappa del 2° itinerario, splendida
posizione vista lago, doppia con bagno e colazione 92/103 € a persona; Poggio del Belveduto, tel. 075.829076, www.poggiodel
belveduto.com, appartamenti e camere in
posizione dominante sulle colline di
Passignano.
Ostelli
Casa del fanciullo, via del Lavoro, Torricella,
Magione, tel. 075.843508, 11/19 € a persona
con colazione, possibilità di mezza pensione; Il
Poggio, Isola Polvese, tel. 075.6959550,
www.fattoriaisolapolvese.it, 13/16 € a persona
con colazione e bagno.
Campeggi
La maggior parte sono aperti da aprile a ottobre, l’unico annuale è l’Eden Park, Torricella,
tel. 075.843320, ben alberato; Cerquesta,
Monte del Lago, tel. 075.8400100, lungo l’anello ciclabile; Europa, tel. 075.827405 e
Kursaal, tel. 075.828085, S. Donato,
Passignano; Punta Navaccia, Tuoro, tel.
075.826357, lungo il primo itinerario, buoni
servizi.
Cosa mangiare
Cannara, nel
comprensorio
della Comunità
Montana, è rinomata per le
squisite e dolci
cipolle rosse,
un ecotipo locale selezionato da antiche tradizioni produttive che ha ottenuto la tutela del presidio Slow Food. In stato di
valorizzazione anche il pregiato crocco di
Pietro Perugino, da cui si ricava uno zafferano - anticamente usato per colorare i tessuti e
preparare colori a olio per tele e affreschi - poi
entrato in cucina a dare sapore alla “pizza di
Pasqua”. Piatti tipici sono il “tegamaccio”
(pesce di lago di varie specie cotto in umido in
recipienti di coccio) e la carpa in porchetta, da
assaggiare nei ristorantini sulle rive. La torta al
testo è una sorta di piadina spessa cotta su un
piatto di cemento direttamente sulle braci;
ideale per picnic e sostanziosi pranzi da asporto, viene preparata in tutta l’Umbria, farcita con
salsicce ed erbe di campo, prosciutto e pecorino, ortaggi sott’olio e funghi.
Dove mangiare
Faliero “da Maria”, Montebuono, strada S.
Savino-S. Arcangelo, tel. 075.8476341, di fronte
ad uno dei bacini d’alimentazione del Progetto
Life Natura, ideale per entrambi i percorsi in mtb,
la torta al testo più buona di tutto il lago, tagliatelle alla norcina, pesce di lago, fritto o in umido,
porzioni gigantesche e prezzi contenuti, self-service con prodotti fatti in casa, torta+birra+fritti e
verdure 10 €, chiuso lun; Il casale, Cerreto,
Paciano, tel. 075.830465, cucina umbra casalinga in ambiente familiare, primi, carne e arrosti
eccellenti, prezzi medi, chiuso mer.
Trasimeno Blues Festival, fine luglio-primi d’agosto; Festa dell’Olio, ultima decade di novembre-prima di dicembre; Dicembre con gusto,
tutto il mese, concerti, animazione, degustazioni
all’interno di palazzi e castelli storici.
Noleggio
Cicli Valentini, via Firenze 68, Castiglione del Lago, tel. 075.951663; Marinelli Ferrettini, via Buozi
26, Castiglione, tel. 075.953126, anche il sab fino
alle 20; Ristorante I Bonci, lungolago Alicata, S.
Feliciano, tel. 075.8479355, anche la dom.
BLOCKNOTES
12-10-2006
Cosa vedere
Castello dei Cavalieri di Malta, via Cavalieri di Malta, Magione, tel. 075.843859
(estate), 075.843547
(inverno), www.castel
lodimagione.com,
visita gratuita su appuntamento. Museo
Aperto, circuito di visita con biglietto unico a Tuoro e Castiglione, ispirato alla
pittura umbra del XV e
XVI secolo, gestione
Coop. Vino d’oliva, tel. 075.953654 o percorso
museale tra Palazzo della Corgna e Rocca del
Leone, tel. 075.9658210; circuito della Battaglia
del Trasimeno, percorso storico-archeologico
con cartelloni esplicativi, sui luoghi della battaglia di Annibale (sopra), dal Centro di Documentazione Permanente sulla Battaglia, gestione Pro Loco di Tuoro, tel. 075.825220. Museo della Pesca, lungolago Alicata, S. Feliciano, tel. 075.8479261, da nov a gen, sab e dom
10.30-13/14.30-17, feb-mar-ott, da gio a dom
10-12.30/14.30-17, da apr a set, da mar a dom
10-12.30/15-18, lug e ago tutti i giorni 10.3013/16-19. Oasi “La Valle”, strada provinciale
per S. Feliciano, via dell’emissario, S. Savino,
gestione Legambiente, tel. 075.8476007, giuset 9-13/16-20, ott-mag 9-13/15-18, ingresso
2.50 €, sabato mattina all’alba, su appuntamento, si può partecipare alle sessioni d’inanellamento scientifico, chiuso lun.
Appuntamenti
Coloriamo i cieli, 1° maggio, incontro internazionale di aquiloni, Castiglione; Qualità Trasimeno,
ultima decade di maggio-prima di giugno, convegni, mostre, spettacoli, percorsi enogastronomici;
Indirizzi utili
Comunità Montana Trasimeno-Medio Tevere, viale Dante Alighieri 2, Magione (Pg), tel. 075.
847411, www.montitrasimeno.umbria.it; Servizio Turistico Territoriale del Trasimeno, piazza
Mazzini 10, Castiglione del Lago (Pg), tel. 075.
9652848, www.trasimeno.umbria2000.it; Ufficio informazioni Comune di Magione, piazza
della Repubblica 3, tel. 075.843859.
Il file formato PDF, stampabile,
del “road book” degli itinerari proposti
è scaricabile dal sito
www.itinerarieluoghi.it
UMBRIA LAGO TRASIMENO
BLOCKNOTES
p 52-63 TRASIMENO p 12
63