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p 52-63 TRASIMENO p 12 12-10-2006 12:16 Pagina 52 Aironi e compagni In mountain bike nei luoghi del Progetto Life Natura per il ripristino dell’habitat e la conservazione degli ardeidi del Trasimeno, dichiarato Sito d’Importanza Comunitaria per la grande presenza di volatili. Lago Trasimeno Perugia UMBRIA testo di Federica Botta - foto di Alessandro De Rossi in collaborazione con Progetto Life Natura 2002 - Trasimeno i avverte solo un gracidare tranquillo, come il chiocciare sereno di un pollaio. E si vede poco o nulla, giusto il tremolare delle fronde e, di tanto in tanto, un’ombra sfuggente tra i rami. Piccole macchie bianche s’intravedono immobili sugli alberi, pronte ad esplodere in un frusciare d’ali e uno stormire di piume, con grida di richiamo e acute strilla di avvertimento qualora ci avvicinassimo troppo alle loro postazioni. Bisogna procedere con particolare cautela e circospezione: siamo sul Lago Trasimeno e ci stiamo avvicinando ad una delle rare “garzaie” dell’Italia centrale. Una piccola zona densa di arbusti, salici e pioppi, in cui le varie specie di aironi arboricoli costruiscono i propri nidi, in una sorta di grande condominio. E’ tutto uno svolazzare, un gonfiare il petto e sollevare le creste per le parate d’amore e il rientro degli adulti, sembra incredibile che le delicate ed eleganti garzette, che ammiriamo estasiati pescare sulle acque calme del lago, possano creare tanto scompiglio. Anche le timide nitticore, che solitamente si fatica persino a scovare, aprono e chiudono continuamente le ali e si uniscono al coro di canti e richiami dei loro vicini di nido. Visitare una garzaia nel periodo di nidificazione può essere un’esperienza davvero insolita. Una leggenda che passa di bocca in bocca ai vecchi pescatori racconta che un tempo, quando le rive dei laghi erano coperte dai boschi, le colonie erano numerose e gli uccelli si sentivano ancora gli indiscussi padroni di casa, entrare tra gli alberi poteva regalare maleodoranti sorprese: gli eleganti trampolieri, dall’alto dei loro nidi arboricoli, per proteggere i piccoli o le uova vomitavano sul malcapitato intruso avanzi di pesce semidigerito, coprendolo di escrementi, piume, penne, ramoscelli e roche urla di sfida. Non sappiamo se la descrizione corrisponda a verità, ma di sicuro oggi la situazione è ben diversa. A prima vista, lo stato di conservazione degli ardeidi al Trasimeno sembrerebbe buono, ma in realtà il loro destino è appeso ad un filo: le zone boschive di ripa adatte alla nidificazione, che in un tempo remoto ricoprivano tutto il perimetro lacustre, oggi sono ridotte a pochi frammenti isolati, talvolta eccessivamente antropizzati e non sempre vicini alle aree dove gli ardeidi possono cibarsi di pesce. Al Trasimeno è presente solo una garzaia in uso e gli animali sono molto spaventati dalle attività umane. Ogni forma di disturbo ai nidi può essere fatale per l’esito riproduttivo. UMBRIA LAGO TRASIMENO S Il Progetto Life Natura Noi ci siamo spinti sin quaggiù per accompagnare i ricercatori del Progetto Life Natura per il ripristino dell’habitat e la conservazione degli ardeidi al Lago Trasimeno, uno degli otto che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento e il finanziamento dall’Unione Europea per il 2002, coordinato dalla Comunità Montana - Associazione dei Comuni “Trasimeno - Medio Tevere” e realizzato in collaborazione con la Provincia di Perugia, il Parco Regionale del Lago Trasimeno e Legambiente Umbria. Il lago è stato dichiarato Sito d’Importanza Comunitaria per la grande presenza di volatili: tutte le nove specie di aironi europei frequentano le sue acque o le sue rive durante tutto l’anno, anche se ancora il raro tarabuso, l’airone bianco maggiore e l’airone cenerino sono presenti solo in inverno. “Dal 1993 teniamo sotto osservazione le garzaie del lago e le presenze di aironi” - ci racconta Francesco Velatta, referente scientifico per il settore ornitologico - “e ci siamo resi conto che si potrebbe ottenere un aumento significativo delle presenze con un maggior numero di siti idonei alla nidificazione, disposti strategicamente in punti diversi del lago”. Per questo, dopo un intero anno di studi e rilevamenti, sono state definite le modalità d’intervento: riqualificare alcuni tratti di sponda, creando cinque bacini di alimentazione, limitrofi alle possibili zone di nidificazione e ripristinare dodici ettari di bosco igrofilo ripariale per incrementare l’offerta di siti idonei alle specie arboricole. Ma la costruzione dei laghetti è stato LAGO DI LUCE Lo svasso maggiore nidifica sul Trasimeno. Nella pagina a fianco, nei pressi di Monte del Lago. p 52-63 TRASIMENO p 12 12-10-2006 12:16 solo l’ultimo passo: per prima cosa si è dovuto effettuare un censimento il più ampio possibile delle specie di ardeidi presenti e nidificanti. E se in garzaia l’operazione a cui abbiamo assistito è risultata relativamente semplice, il lavoro nel canneto presenta numerose difficoltà: nell’impossibilità di entrare a piedi, camminando su un profondo strato di fango inconsistente, e con le notevoli complessità di agire in barca, rischiando anche di rovinare le piante, si è dovuto ricorrere a ricognizioni aeree con un piccolo deltaplano a motore, capace di scendere a bassissima quota per contare le piccole piattaforme imbiancate di guano dei nidi di airone rosso. Si è sfruttato l’ardore canoro dello schivo tarabuso cercando di rilevare il caratteristico e potente richiamo che i maschi in periodo riproduttivo emettono un’ora prima dell’alba e una dopo il tramonto, per scoprire se il canneto era zona di nidificazione del prezioso ardeide. Si sono effettuati conteggi da stazioni fisse, in periodi prestabiliti per un anno o rilevazioni da natante, perlustrando tutto il perimetro del lago. 54 Pagina 54 I padroni di casa Scoperto “chi c’è”, si è cercato di indagare “di cosa ha bisogno”: una squadra di erpetologi, botanici, biologi, ittiologi ha scandagliato in lungo e in largo le rive e le acque del Trasimeno per caratterizzare l’intero ecosistema. La grande sfida del progetto è infatti proprio quella di proteggere alcune specie in stato di conservazione critico, attraverso la conoscenza e la gestione del loro intero habitat. Gli entomologi hanno setacciato al microscopio i fanghi del lago per determinare le popolazioni di macroinvertebrati. Gli erpetologi hanno sollevato pietre, esplorato pozze e frugato i cespugli per misurare, pesare, contare le specie di rettili e anfibi della zona. Altri “specialisti” hanno scovato topi, lepri, arvicole e moscardini per comprendere le abitudini dei micromammiferi che abitano i boschi e i canneti, e hanno inanellato, catalogato e descritto migliaia di piccoli volatili catturati con apposite reti. Tutto per poter conoscere e interpretare le innumerevoli relazioni tra gli aironi e il mondo che li circonda. Solo allora si è potuto immaginare di costruire e ripopolare i bacini e i boschi appositamente creati, definendo la profondità delle acque, immettendo le giuste specie ittiche, stabilendo quali alberi e arbusti piantare. E si è potuto persino immaginare un percorso turistico, con sentieri, capanni di avvistamento e coperture idonee, che permette di avvicinarsi ai siti di alimentazione e alle possibili zone di nidificazione senza compromettere la tranquillità degli aironi. “Guardate” ci sussurra d’un fiato Cristiano Spilinga, l’erpetologo del gruppo di ricerca, mentre lo accompagniamo in ricognizione sui nuovi sentieri intorno ad uno dei laghetti. Un biacco, serpente non velenoso e piuttosto schivo, se ne sta tranquillamente disteso al sole sull’argine, tra il gracidare quasi assordante di rane, rospi e raganelle, aspettando solo di essere immortalato. Poco più avanti, sotto un tronco abbattuto due tritoni crestati si riparano dal sole, non lontano dall’acqua, mentre due lucertole muraiole si combattono per un morso di lombrico. Un cavaliere d’Italia, con la sua bella livrea bianca e nera, sta corteggiando la sua futura sposa svolazzandole intorno. Appena ci vede si precipita su di noi urlando, le zampe rosse protese in avanti, il becco aperto con fare minaccioso, le ali spalancate. Stiamo disturbando la sua nuova area di pesca e possibile nidificazione e non ha alcuna intenzione di farsi da parte. Qualcuno ha subito approfittato delle nuove installazioni, e il bello è che gli animali riprendono a sentirsi i padroni di casa... Ali sul lago Nelle acque del Trasimeno arrivano in autunno oltre 40.000 folaghe, un numero sufficiente a qualificare l’area come Zona umida d’Importanza internazionale, ma secondo il censimento del 2003 sono circa 200 le specie di avifauna che abitano il lago durante lo svernamento o nel periodo riproduttivo. Alcune con concentrazioni eccezionali - come lo svasso maggiore, che con i suoi circa 600 individui stabili durante tutto l’arco dell’anno e nidificanti è probabilmente una delle popolazioni più grandi d’Italia - altre con pochi ma preziosissimi esemplari, come le 68 coppie residenti e oltre cento di passo di moretta P. Fioratti tabaccata, un’anatra dichiarata dagli esperti in pericolo critico di estinzione. O ancora il raro falco pescatore, un tempo solo di passo durante la migrazione invernale, oggi sempre più spesso colto ad indugiare sino alla stagione riproduttiva, alimentando la speranza di una sua imminente nidificazione. Anche la schiribilla è inserita nella Lista Rossa nazionale delle specie in pericolo critico. Gli aironi sono senza dubbio uno dei pregi ornitologici dell’area: si può contare sulla presenza di tutte le specie europee, compresa quella fondamentale di alcuni tarabusi svernanti, e sulla nidificazione del tarabusino, della nitticora, della sgarza ciuffetto, dell’airone guardabuoi, della garzetta e dell’airone rosso. MIMETICO È BELLO Dall’alto in basso: un tarabuso; la lepre americana immessa per scopi venatori si è purtroppo diffusa a spese di quella autoctona; una libellula; censimento in canoa. Nella pagina a fianco, la torre del castello di Mongiovino Vecchio. 55 p 52-63 TRASIMENO p 12 12-10-2006 12:16 Pagina 56 Le opere di ripristino ambientale Per la riqualificazione e il ripristino dell’habitat ottimale degli ardeidi del Trasimeno sono stati scavati cinque bacini di alimentazione, tre nella zona di Castiglione e due nella fascia denominata “La Valle”, tra San Savino e Sant’Arcangelo, dove saranno immesse specie ittiche autoctone e dove altre specie tipiche dell’ecosistema lacustre, come insetti, rettili, anfibi e micromammiferi, giungeranno attraverso un processo di colonizzazione spontanea, provenienti dalla vicina riva del lago. Il fondale è volutamente poco profondo, per favorire la cattura dei pesci da parte degli aironi. Gli stagni verranno riempiti d’acqua ogni primavera e lasciati lentamente prosciugare nel corso dell’estate, tranne una zona più profonda che sarà mantenuta perennemente allagata per permettere la sopravvivenza dei pesci riproduttori. Questo tipo di gestione (mutuato dalle tecniche comunemente impiegate in piscicoltura) ha lo scopo di consentire, alla fine del ciclo produttivo, tramite l’esposizione dei fondali all’aria, una rapida mineralizzazione della sostanza organica prodotta, condizione indispensabile per promuovere nella primavera successiva un rigoglioso sviluppo del fitoplancton (insieme di alghe microscopiche), alla base della catena alimentare che si stabilirà negli stagni e al cui vertice si situeranno proprio gli aironi. Intorno ai laghetti è stato piantato un bosco igrofilo ripariale, costituito da una combinazione di varie specie di salici e pioppi, ontani, olmi, sanguinelle e ligustri, ricostruendo l’ambiente che in tempi remoti ricopriva le sponde del lago e che oggi è stato in gran parte sostituito dai coltivi. Con questi interventi si vuol cercare di favorire le possibilità di nidificazione degli ardeidi, offrendo siti ideali all’insediamento di garzaie e disponibilità, nelle immediate vicinanze, di aree di pesca indispensabili per l’alimentazione dei giovani aironi. I nuovi bacini sono stati dotati di itinerari didattici e turistici per la fruizione, attraverso la creazione di sentieri, capanni di avvistamento e pannelli esplicativi. I percorsi e i capanni saranno opportunamente schermati con siepi di arbusti autoctoni, permettendo ai visitatori di osservare gli uccelli senza causare loro un eccessivo disturbo. RICERCATORI E VOLONTARI Dall’alto in basso e da sinistra a destra: attività di inanellamento all’Oasi “La Valle”; nella garzaia di Castiglione nidificano garzette e nitticore; un cinghiale; ricercatori al lavoro; fase della ricerca sulla biometria di rettili e anfibi. Nella pagina a fianco: pannello informativo sugli ardeidi del Progetto Life Natura; le tipiche barche del lago; la ciclabile nei dintorni di Castiglione. 57 p 52-63 TRASIMENO p 12 12-10-2006 Cortona, Arezzo 12:16 Pagina 58 Tuoro sul Trasimeno 0 2 4 chilometri Campo Punta del Sole Navaccia Borghetto Passignano sul Trasimeno del Ferretto Lago Torricella Monte del Lago Magione Zocco Castiglione del Lago Isola Polvese Case Nuove Monte Sperello S. Feliciano Monte Penna 425 T rasimeno S. Savino Primo itinerario (MTB facile) Secondo itinerario (MTB impegnativo) Oasi La Valle Sant’Arcangelo Punto di partenza M. Bella Veduta Parco Naturale Bacino di alimentazione Monte Buono 494 Castello di Montalera Casalini M. Mazzolana 586 Ardeidi Borgo di pescatori Montali Bosco Castello Chiesa Panicale Muserale Museo, mostra Panorama Rovine di castello Mongiovino Vecchio Colle San Paolo Gli itinerari Primo itinerario Punto di partenza: Oasi “La Valle” Punto di arrivo: bacini di alimentazione del Progetto Life Natura Lunghezza: 33.5 km solo andata Dislivello: trascurabile Tempo di percorrenza: 2-3 ore di pedalata effettiva, solo andata, escluse le soste Grado di difficoltà: facile 58 Dall’Oasi “La Valle”, dove è possibile visitare il primo bacino di alimentazione per la riproduzione degli ardeidi, subito all’inizio del pontile di osservazione, si esce a sinistra sull’asfalto in direzione San Feliciano, piccolo borgo di pescatori a circa 2 km e tutt’oggi tra i più attivi nella conservazione delle vecchie tradizioni, con il suo Museo della Pesca e delle barche. Oltrepassato il paese si prosegue sull’asfalto in direzione Passignano. Di AGEVOLE CICLABILE Dalle rovine del Castello di Zocco ha inizio la facile pista ciclabile in terra battuta che conduce a Monte del Lago per proseguire poi, con un agevole fondo brecciato, proprio in riva al Trasimeno, addentrandosi nella frescura di un boschetto igrofilo di pianura. fronte alle affascinanti ma decrepite rovine del Castello di Zocco (km 4.5), sulla sinistra della strada inizia la pista ciclabile (non indicata) in terra battuta, poco dopo il cartello del km 5. Seguendola si esce nuovamente sull’asfalto all’ingresso del borgo di Monte del Lago (km 5.3), importante stazione di studio e ricerca, dove si continua ancora a sinistra. Giunti al pontile (km 5.7) la pista ciclabile prosegue nel fresco degli alberi igrofili planiziali, di fianco al divieto d’accesso ai veicoli a motore, proprio sulla sponda del lago, con un bel fondo brecciato che si addentra nelle vecchie “scese degli orti” che dal paese arroccato sulla collinetta portavano in riva. Si esce di nuovo sull’asfalto al km 8.5 di fronte all’Hotel Torricella. Al km 9.1 poco prima del passaggio a livello, al culmine della breve salita, si seguono le indicazioni a sinistra per la pista ciclabile che da questo momento in poi sarà ben indicata, con un fondo di brecciato ben tenuto. Al km 13.9 un brutto incrocio ci obbliga ad attraversare l’asfalto per proseguire a sinistra. Le indicazioni per la pista ciclabile si perdono, ma è possibile rientrare sul percorso pedonale al km 14.8, a sinistra di fronte al Palazzo della Provincia, per raggiungere il parcheggio di Passignano e il pontile. Si può quindi proseguire ancora a sinistra, in direzione Borghetto, sull’ampio marciapiede a sinistra della strada o sulla passeggiata lungolago. Superato il passaggio a livello (km 16.2) è necessario fare attenzione per imboccare a sinistra la pista ciclabile, di fronte al bar “La Perla” e alle indicazioni per l’Hotel Belvedere. E’ una stradina in discesa, che diventa sterrata dopo pochi metri passando sotto un ponte bassissimo. Si svolta a destra seguendo le indicazioni, ben presenti per il restante tracciato, fino al km 21 quando si esce a Punta Navaccia per attraversare la strada principale. Prima di proseguire è interessante soffermarsi nel parco artistico di Campo del Sole, un’installazione di sculture per la vita, l’uomo e la pace. Si seguono le indicazioni della ciclabile sino all’uscita sull’asfalto nel paese di Borghetto. Allo stop si segue per Castiglione, per poi riprendere la pista in prossimità dell’ingresso del Camping Badiaccia (km 27.9). Il percorso dedicato alle biciclette continua incantevole all’ombra del bosco ripariale del Ferreto, luogo ideale per la nidificazione degli ardeidi in affollate garzaie. Costeggiando la riva del lago si sfiorano ampi tratti di canneto e campi coltivati, superando su ponticelli di legno alcuni canali. La pista termina davanti ai tre maggiori bacini di alimentazione creati dal Progetto Life Natura, circondati da un giovane habitat ripariale con ontani, pioppi, salici e olmi che attendono solo di ospitare nuovi nidi. 59 p 52-63 TRASIMENO p 12 12-10-2006 12:16 Secondo itinerario Prima tappa Punto di partenza: Oasi “La Valle” Punto di arrivo: bivio Magione-Mugnano Lunghezza: 11.3 km Dislivello: 200 m Tempo di percorrenza: 1.30/1.50 ore Grado di difficoltà: impegnativo Dall’Oasi “La Valle” si segue in direzione MagionePerugia, sull’asfalto in leggera salita, fino al bivio di San Savino, quindi in discesa fino all’incrocio (900 m), dove si prende per Magione-Perugia. Si superano il centro abitato di Dirindello e l’indicazione per Magione, quindi si deve fare attenzione a svoltare su uno sterrato a destra, subito dopo il cartello di Case Nuove (km 1.750). Dopo pochi metri s’incontra un quadrivio e si prosegue diritto sulla strada centrale. Un casale da poco restaurato, con le finestre blu, ha privatizzato la vecchia strada che gli passava di fronte e ci costringe ad una faticosa deviazione a destra in salita. Si segue il brecciato bianco e al primo bivio si scende a sinistra. La strada diventa di terra (possibilità di fango), entra nel bosco, costeggia un oliveto e alcuni laghetti (a sinistra). Al km 1.7 dal quadrivio, in prossimità del rudere di un casale sulla destra e di un grande traliccio a sinistra, s’imbocca una vecchia mulattiera che sale a destra, ripida e con fondo cedevole. Ci si arrampica per 700 metri, aggirando il casale, Pagina 60 fino all’asfalto e al borgo di Monte Sperello. Da qui si prende a destra, in prossimità della minuscola chiesina, sullo sterrato, seguendo sempre le indicazioni per “Il Cantico”. Giunti all’ingresso dell’agriturismo si svolta a sinistra sulla ripida salita di terra, costruita da poco come variante alla vecchia strada che passava di fronte al casale. Ripresa la principale la si segue fino alla vetta di Monte Penna (km 2.1 da Monte Sperello) da cui si gode un superbo panorama a 360° sul lago da una parte e sulla valle di Pietrafitta e Perugia dall’altra. Si può evitare l’ultimo tratto di salita, che porta alla piccola edicola votiva, con la strada a destra che aggira la cima, quindi si prosegue diritto, non in discesa, tenendo d’occhio le indicazioni bianco-rosse del sentiero e la strada principale. Al bivio in fondo alla discesa (km 1.350 dalla vetta) si prende a destra, poi ancora in discesa e a destra verso il lago sullo sterrato principale, fino all’asfalto (km 4.550 dalla vetta) della strada MagioneMugnano. Svoltando a destra è possibile rientrare eventualmente all’Oasi “La Valle” in circa 3 km d’asfalto. Seconda tappa Punto di partenza: bivio Magione-Mugnano Punto di arrivo: Mongiovino Vecchio Lunghezza: 16 km Dislivello: 350 m Tempo di percorrenza: circa 2 ore Grado di difficoltà: impegnativo TUTTE LE SFUMATURE DEL VERDE Panorama del lago da una radura sul Monte Penna, lungo l’impegnativo percorso in mountain bike tra San Savino e Sant’Arcangelo. Chi se la sente d’affrontare un percorso di un intera giornata può proseguire attraversando l’asfalto, svoltando per Magione e dopo pochi metri a sinistra, in salita, non sulla strada di terra battuta ma sulla mulattiera più ripida dal fondo sconnesso. Il percorso, indicato come sentiero in bianco-rosso e come pista mtb in giallo-verde, sale sul Monte Bellaveduta e sul Monte Mazzolana, impreziositi da importanti leccete residuali. All’unico bivio con un grande sterrato (km 3.1 dall’asfalto) si prende a sinistra e si resta sulla mulattiera, ben tenuta, fino ad un bivio in mezzo alle querce, dove si continua diritto in salita. Arrivati ad un brecciato grande si costeggia un agriturismo, in discesa, e al primo bivio si prosegue diritto in direzione Montali. Poco prima del borgo (km 3.8 dalla fine del tratto impegnativo e dal bivio con lo sterrato) si seguono le indicazioni per mtb in giallo-verde, in discesa a destra, su un grande sterrato che ci accompagnerà fino all’asfalto e alla chiesa di Colle San Paolo. Di fronte alla chiesa si svolta a destra sulla strada vicinale di Muserale seguendo le indicazioni mtb, anche al bivio per la vicinale di Palombaro. Si tiene la destra e si sorpassa un’area picnic su fondo di terra. Giunti al bivio a cinque strade, riconoscibile dai ruderi di una fonte (km 7.1 da bivio di Montali), s’imbocca la seconda strada a sinistra in salita, ripida e faticosa, seguendo sempre le indicazioni mtb per due incroci. Dopo 20 metri dall’ultima indicazione per mtb, di fronte ad un cartello poco visibile che indica il fondo chiuso, si prende a sinistra la mulattiera, abbandonando le indicazioni mtb e seguendo il sentiero bianco-rosso. Si arriva su uno sterrato, costeggiando la recinzione di una casa, quindi si continua fino ad una croce, su asfalto. A sinistra in 50 metri si raggiunge il borgo di Mongiovino Vecchio. Terza tappa Punto di partenza: Mongiovino Vecchio Punto di arrivo: Oasi “La Valle” Lunghezza: 22 km Dislivello: 300 m Tempo di percorrenza: 1.45-2.30 ore Grado di difficoltà: impegnativo Da Mongiovino Vecchio si ridiscende su asfalto sino alla croce, quindi si torna indietro sulla stessa strada per 1850 metri sino a ritrovare le indicazioni per la mtb. Prendendo a sinistra si scende su una strada a fondo naturale all’interno del bosco. Al primo incrocio (circa 1 km), in corrispondenza di un prato in mezzo agli ulivi, si prosegue in discesa sempre su fondo naturale, SAPORE DI BORGO Mongiovino Vecchio, ultima tappa dell’itinerario sui colli del Trasimeno. fino allo sterrato di via Vieniche (km 1.5 dal bivio). Si continua a destra sulla principale seguendo sempre le indicazioni per la mtb. Quando comincia l’asfalto (km 1.7 dall’inizio di via Vieniche) si svolta a destra sullo sterrato, seguendo la principale fino al nuovo tratto asfaltato (km 1.150), quindi si segue a destra e si pedala per un altro km per poi riprendere lo sterrato a sinistra in prossimità di una grossa quercia. Seguendo il brecciato principale in 800 metri si arriva ad un bivio dove si svolta a sinistra, quindi si segue la bella pista principale all’interno dell’Azienda Agricola del Castello di Montalera. Ritrovato ancora un incrocio con l’asfalto (km 3.4 dall’ultimo bivio) si attraversa la provinciale, si pedala per 200 metri sullo sterrato, quindi, di nuovo sull’asfalto, si prende a sinistra seguendo le indicazioni per circa 8 km fino a Castiglione (circa 20 km dalla partenza della terza tappa). Sotto la rocca si segue il lungolago, s’imbocca la pista ciclabile ben indicata e al primo bivio su asfalto si svolta a destra e si percorre per km 11.5 la statale verso San Feliciano. Di fronte al distributore di carburante IP si prende a sinistra la pista ciclabile (indicata) in terra battuta che riporta all’Oasi “La Valle”. In prossimità del Ristorante Faliero, ben visibile, s’incontra uno dei nuovi bacini di alimentazione per gli aironi, con torretta d’avvistamento. 61 12:16 Pagina 62 Durata 3 giorni Quando tutto l’anno UMBRIA LAGO TRASIMENO Come arrivare In auto: da nord A1 Firenze-Roma, uscita Valdichiana, direzione Perugia, raccordo autostradale 75 bis E45; da sud Autostrada del Sole fino a Chiusi-Chianciano Terme, poi direzione Perugia, le uscite per il lago sono ben indicate. L’Oasi “La Valle”, tra S. Savino e S. Arcangelo, si raggiunge uscendo a Magione dalla 4 corsie e seguendo per Chiusi-S. Feliciano: la si trova di fronte appena giunti sul lago. Per Castiglione del Lago venendo da nord c’è l’uscita sulla 4 corsie, poi seguire le indicazioni della statale; da est si può uscire a Magione e godersi il lungolago in direzione Chiusi, ben indicato. In treno: il versante a nordest del lago è raggiungibile anche in treno (FS, www.trenitalia.it) lungo la tratta TerontolaFoligno, fermate di Tuoro sul Trasimeno, Passignano sul Trasimeno, Torricella (solo estivo) e Magione. Castiglione del Lago è sulla tratta Firenze-Roma. Da Perugia, Terni, S. Sepolcro e Città di Castello è attiva anche una linea ferroviaria regionale (Ferrovia Centrale Umbra, www.fcu.it). Entrambe effettuano servizio di trasporto biciclette. 62 Agriturismo Il Nespolo, S. Savino, tel. 075.959138, affacciato sull’Oasi “La Valle”, doppia con bagno e colazione 50/85 €; Mongiovino Vecchio, tel. 075.8355311, 335.6276007, www.castellodi mongiovino.com, proprio al termine della seconda tappa del 2° itinerario, ideale per percorrere il tracciato in 2 giorni, doppia con bagno e colazione 78/140 €; Montali (in basso), tel. 075.8350680, www.montalionline.it, lungo la seconda tappa del 2° itinerario, splendida posizione vista lago, doppia con bagno e colazione 92/103 € a persona; Poggio del Belveduto, tel. 075.829076, www.poggiodel belveduto.com, appartamenti e camere in posizione dominante sulle colline di Passignano. Ostelli Casa del fanciullo, via del Lavoro, Torricella, Magione, tel. 075.843508, 11/19 € a persona con colazione, possibilità di mezza pensione; Il Poggio, Isola Polvese, tel. 075.6959550, www.fattoriaisolapolvese.it, 13/16 € a persona con colazione e bagno. Campeggi La maggior parte sono aperti da aprile a ottobre, l’unico annuale è l’Eden Park, Torricella, tel. 075.843320, ben alberato; Cerquesta, Monte del Lago, tel. 075.8400100, lungo l’anello ciclabile; Europa, tel. 075.827405 e Kursaal, tel. 075.828085, S. Donato, Passignano; Punta Navaccia, Tuoro, tel. 075.826357, lungo il primo itinerario, buoni servizi. Cosa mangiare Cannara, nel comprensorio della Comunità Montana, è rinomata per le squisite e dolci cipolle rosse, un ecotipo locale selezionato da antiche tradizioni produttive che ha ottenuto la tutela del presidio Slow Food. In stato di valorizzazione anche il pregiato crocco di Pietro Perugino, da cui si ricava uno zafferano - anticamente usato per colorare i tessuti e preparare colori a olio per tele e affreschi - poi entrato in cucina a dare sapore alla “pizza di Pasqua”. Piatti tipici sono il “tegamaccio” (pesce di lago di varie specie cotto in umido in recipienti di coccio) e la carpa in porchetta, da assaggiare nei ristorantini sulle rive. La torta al testo è una sorta di piadina spessa cotta su un piatto di cemento direttamente sulle braci; ideale per picnic e sostanziosi pranzi da asporto, viene preparata in tutta l’Umbria, farcita con salsicce ed erbe di campo, prosciutto e pecorino, ortaggi sott’olio e funghi. Dove mangiare Faliero “da Maria”, Montebuono, strada S. Savino-S. Arcangelo, tel. 075.8476341, di fronte ad uno dei bacini d’alimentazione del Progetto Life Natura, ideale per entrambi i percorsi in mtb, la torta al testo più buona di tutto il lago, tagliatelle alla norcina, pesce di lago, fritto o in umido, porzioni gigantesche e prezzi contenuti, self-service con prodotti fatti in casa, torta+birra+fritti e verdure 10 €, chiuso lun; Il casale, Cerreto, Paciano, tel. 075.830465, cucina umbra casalinga in ambiente familiare, primi, carne e arrosti eccellenti, prezzi medi, chiuso mer. Trasimeno Blues Festival, fine luglio-primi d’agosto; Festa dell’Olio, ultima decade di novembre-prima di dicembre; Dicembre con gusto, tutto il mese, concerti, animazione, degustazioni all’interno di palazzi e castelli storici. Noleggio Cicli Valentini, via Firenze 68, Castiglione del Lago, tel. 075.951663; Marinelli Ferrettini, via Buozi 26, Castiglione, tel. 075.953126, anche il sab fino alle 20; Ristorante I Bonci, lungolago Alicata, S. Feliciano, tel. 075.8479355, anche la dom. BLOCKNOTES 12-10-2006 Cosa vedere Castello dei Cavalieri di Malta, via Cavalieri di Malta, Magione, tel. 075.843859 (estate), 075.843547 (inverno), www.castel lodimagione.com, visita gratuita su appuntamento. Museo Aperto, circuito di visita con biglietto unico a Tuoro e Castiglione, ispirato alla pittura umbra del XV e XVI secolo, gestione Coop. Vino d’oliva, tel. 075.953654 o percorso museale tra Palazzo della Corgna e Rocca del Leone, tel. 075.9658210; circuito della Battaglia del Trasimeno, percorso storico-archeologico con cartelloni esplicativi, sui luoghi della battaglia di Annibale (sopra), dal Centro di Documentazione Permanente sulla Battaglia, gestione Pro Loco di Tuoro, tel. 075.825220. Museo della Pesca, lungolago Alicata, S. Feliciano, tel. 075.8479261, da nov a gen, sab e dom 10.30-13/14.30-17, feb-mar-ott, da gio a dom 10-12.30/14.30-17, da apr a set, da mar a dom 10-12.30/15-18, lug e ago tutti i giorni 10.3013/16-19. Oasi “La Valle”, strada provinciale per S. Feliciano, via dell’emissario, S. Savino, gestione Legambiente, tel. 075.8476007, giuset 9-13/16-20, ott-mag 9-13/15-18, ingresso 2.50 €, sabato mattina all’alba, su appuntamento, si può partecipare alle sessioni d’inanellamento scientifico, chiuso lun. Appuntamenti Coloriamo i cieli, 1° maggio, incontro internazionale di aquiloni, Castiglione; Qualità Trasimeno, ultima decade di maggio-prima di giugno, convegni, mostre, spettacoli, percorsi enogastronomici; Indirizzi utili Comunità Montana Trasimeno-Medio Tevere, viale Dante Alighieri 2, Magione (Pg), tel. 075. 847411, www.montitrasimeno.umbria.it; Servizio Turistico Territoriale del Trasimeno, piazza Mazzini 10, Castiglione del Lago (Pg), tel. 075. 9652848, www.trasimeno.umbria2000.it; Ufficio informazioni Comune di Magione, piazza della Repubblica 3, tel. 075.843859. Il file formato PDF, stampabile, del “road book” degli itinerari proposti è scaricabile dal sito www.itinerarieluoghi.it UMBRIA LAGO TRASIMENO BLOCKNOTES p 52-63 TRASIMENO p 12 63