Reti Solidali, ” Yemen sposarsi a 10 anni un film racconta la tragedia”

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Reti Solidali, ” Yemen sposarsi a 10 anni un film racconta la tragedia”
11/5/2016
YEMEN, SPOSARSI A 10 ANNI. UN FILM RACCONTA LA TRAGEDIA
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YEMEN, SPOSARSI A 10 ANNI.
UN FILM RACCONTA LA
TRAGEDIA
“La sposa bambina” è la storia di una bambina che ha
subito un matrimonio precoce. Ne abbiamo parlato
con la regista yemenita Khadija Al Salami
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 Categorie: Pensieri e parole (http://www.retisolidali.it/category/pensieri-eparole/)  07-05-2016  Maurizio Ermisino
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Interno, giorno. Siamo nello Yemen, in un’aula di tribunale. Alla
ne della giornata di udienza, un giovane giudice si avvicina a
una bambina che è lì da sola. Le chiede cosa ci faccia in quel
luogo. «Voglio divorziare», risponde lei. Inizia così La sposa
bambina (“I am Nojoom, age 10 and divorced” in originale), il lm
di Khadija Al Salami, tratto dal libro
(http://www.garzantilibri.it/default.php?
page=visu_libro&CPID=2660) La sposa bambina di Nojoud Ali e
Delphine Minoui, che racconta una storia vera. Quella di
Nojoom, che a dieci anni, o forse anche meno (perché nessuno in
famiglia sa la sua vera età), viene data in sposa a un uomo di
trent’anni, essenzialmente per motivi economici. Una cosa
impensabile, per la nostra società. Ma una pratica tristemente
molto diffusa in paesi come lo Yemen, dove non sono previsti
limiti di età per i matrimoni. Il lm, sostenuto da Amnesty
International, è stato presentato sabato 7 maggio al Festival dei
Diritti Umani alla Triennale di Milano, e sarà nelle nostre sale dal
12 maggio.
(http://www.retisolidali.it/wpcontent/uploads/2016/05/DSC03636.jpg)È già sconvolgente,
alla prima scena de La sposa bambina, vedere una ragazzina
presentarsi da sola in tribunale per chiedere il divorzio. Ma i
momenti destinati a turbarci, durante la visione, sono molti.
Come quello in cui viene siglato il matrimonio, con un rito che si
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svolge tra i due padri, alla presenza di un of ciante e due
testimoni, con lo scambio di una somma di denaro, una stretta di
mano e il lancio di alcuni sassolini. C’è poi anche un rituale che
coinvolge la sposa, che è costretta a essere truccata e a
indossare un vestito che non le piace, e che qualcun altro ha
scelto per lei. Ma questo è il meno. Del resto non ha scelto
neanche il marito.
Ed è ancora più duro il momento in cui incontra il marito.
Costretta a fare sesso quando si vorrebbe ancora giocare con le
bambole. Costretta con richieste decise, e poi con la forza, quindi
stuprata. Il punto è proprio questo. Il problema delle spose
bambine non sta solo nella loro crescita precoce, nella mancanza
di possibilità di scegliere la direzione della propria vita, di avere
un’istruzione. Queste ragazzine sono oggetto di violenza
sessuale, e vengono spesso ridotte alla condizione di schiavitù. È
un problema enorme, e gravissimo. Le donne che in tutto il
mondo sono vittima di violenze siche e psicologiche a causa di
matrimoni precoci sono 60 milioni. E sono 70 mila le
giovanissime donne che ogni anno muoiono a seguito di questa
situazione: morti per parto prematuro, o per emorragia interna.
Per questo ho odiato la mia famiglia
La storia della regista Khadija Al Salami, classe 1966, yemenita,
oggi lmmaker con 25 documentari all’attivo, è tristemente
simile a quella della sua protagonista. «Quando è accaduto a me,
trent’anni fa, rimasi completamente devastata. È stata
un’esperienza orribile» ci racconta. «Io sapevo solo di non
volermi sposare. Sapevo solo che sarei andata a vivere con
qualcun altro, rispetto alla mia famiglia, ma non sapevo di cosa si
trattasse. Credevo che fosse andare a vivere in un’altra famiglia,
e volevo la mia. Scoprire cosa comporta un matrimonio è
terri cante. È un paradosso: quando sei un bambino la tua
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famiglia si prende cura di te, ti protegge, ti insegna a stare
attenta, a non farti toccare da nessuno. E poi la tua famiglia ti fa
questo. Per questo ho odiato la mia famiglia. E ci ho messo
tantissimo tempo per dimenticare. Quelle persone che
dovrebbero proteggerti sono le stesse che ti mettono in una
situazione dif cile, durissima».
(http://www.retisolidali.it/wpcontent/uploads/2016/05/NOJOOM_09.jpg)È un problema
duro da combattere, quello dei matrimoni precoci. È qualcosa
che ha a che fare con la cultura, o meglio, la non cultura e
l’ignoranza. Per questo, a distanza di molto tempo, Khadija non
considera come dei mostri i propri familiari. «Al tempo fu mio zio
a decidere, perché mio padre era malato» ci racconta. «Li ho
odiati, mio zio per me era un mostro. Il fatto che abbia studiato, e
sia diventata quello che sono diventata, mi ha fatto ri ettere
molto. C’erano dei valori condivisi, ci sono molte donne che
credono nello sposarsi da giovani. Mia madre si è sposata a otto
anni, e quando parliamo di quello che mi è successo, dice che non
credeva che fosse una cosa sbagliata»
Oggi in Yemen le cose sono cambiate, ma non troppo. Nelle zone
rurali questa usanza esiste ancora. «Oggi la situazione è molto
diversa tra le città e le campagne» ci spiega la regista de La sposa
bambina. «Ci sono le scuole, dove le ragazze possono studiare, a
differenza dei miei tempi, in cui dovevano lavorare, ed era una
cosa vergognosa. Il problema esiste ancora nelle zone rurali,
dove ci si sposa ancora da giovanissime».
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La sposa bambina pone un problema di cultura e
povertà
Non è un caso che Khadija Al Salami nomini spesso le scuole, e
che chiuda il suo lm con l’arrivo di Nojoom in una di queste. È
con la cultura, con la conoscenza che si combattono situazioni
come quella de La sposa bambina. «Il problema può essere
risolto, in termini psicologici e sici, portando a conoscenza i
fatti, lavorando sull’educazione» ri ette. «Dobbiamo spingere il
governo a combattere la povertà, e anche a lavorare sulla legge:
oggi se una ragazza viene costretta a un matrimonio precoce può
rivolgersi alla corte e chiedere aiuto, ed essere difesa. È un
problema di cultura, che non riguarda solo lo Yemen, ma anche
l’India, e molti paesi dell’Africa e dell’Asia. E, oltre che con la
cultura, ha a che fare con la povertà». Sono proprio l’istruzione e
la cultura ad aver salvato la vita a Khdija. «Se non avessi potuto
andare a scuola, e studiare, non sarei stata quello che sono oggi»
afferma era. «Quando ho divorziato la mia famiglia mi ha
disconosciuto, e non ho potuto più farne parte. Così ho iniziato a
lavorare a undici anni. Lavoravo nel pomeriggio, e andavo a
scuola la mattina. E ringrazio la scuola per aver avuto una
cultura. Sono grata all’educazione che ho avuto. Ho visto mia
sorella, che si è sposata anche lei molto giovane, a tredici anni,
oggi è nonna, e ha solo 43 anni. C’è molta differenza tra noi,
anche se veniamo dalla stessa famiglia. È più giovane di me, ma
non ha avuto il coraggio di fare quello che ho fatto io. Non è
facile. Ma devi provare ad andare avanti con la tua vita. Devi
essere forte, lottare per quello che vuoi. Ho voluto incontrare
Nojoud, e congratularmi con lei. Le sono molto grata, perché
grazie a questa storia molte ragazze con questo problema sono
uscite allo scoperto».
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LA SPOSA BAMBINA | Trailer UfÞciale ITA (90")
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Maurizio Ermisino (http://www.retisolidali.it/author/maurizio-ermisino/)
Curioso n da piccolo, è sempre stato attratto da tutto ciò che è immagine in movimento e
suono elettrico. In due parole: cinema e rock. In un master ha incontrato le altre due passioni
della sua vita: Chiara e il sociale. Oggi si occupa della comunicazione del progetto Well-Fare |
Tra mediazione e comunità, costruire il welfare locale. http://www.well-farecomunita.it/
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