Sede c/o Casa della Cultura Via del Lavoro, 2

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Sede c/o Casa della Cultura Via del Lavoro, 2
Sede c/o Casa della Cultura
Via del Lavoro, 2 - 44039 Tresigallo (FE)
Tel. 0533/601329 - Fax 0533/607200
e-mail [email protected]
Protocollo c/o Comune di Copparo
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44034 Copparo (FE)
Sito WEB www.unioneterrefiumi.fe.it
Matrice Territoriale
C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
A NA L IS I
P O T E NZ IA L IT A’
¾
Sostanziale tenuta del sistema edilizio, per :
_ la stabilità del numero famiglie
_ la maggiore richiesta di standard dimens. degli alloggi
_ lo spostamento dalle zone rurali ai centri
¾ Capacità gestione Programmi Complessi
¾ Adeguati dimensionamenti delle dotazioni territoriali
‰ Edilizia Residenziale Pubblica non riesce a dare risposta
tempestiva e concreta al mutare dei bisogni
C R IT IC IT A ’
‰ Difficoltà recupero centri storici ed edifici rurali
‰ Modesta qualità diffusa delle tipologie edilizie
‰ Scarsa propensione utilizzo tecnologie innovative
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Matrice Territoriale
C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
LINEE GUIDA EDILIZIA
Analizzando il dato delle nuove costruzioni e degli ampliamenti dal 2000 al 2007 contenuto nel Quadro Conoscitivo, si può constatare
come, nonostante il calo demografico della popolazione residente, il trend costruttivo nei sei Comuni dell’Unione sia sostanzialmente
costante. Per quanto riguarda le contingenze di carattere economico, si evidenzia nel 2008 un forte calo dell’attività edificatoria (-22,20%
rispetto al 2007) in tutto il territorio dovuta alla crisi economica globale.
nuove costruzioni e ampliamenti
COMUNE
BERRA
COPPARO
FORMIGNANA
JOLANDA DI S.
RO
TRESIGALLO
TOTALE
% PARZIALI (*)
% PROGR. (**)
1999
2000
2001
2002
2003
2004
1.965 2.417
3.552
2.482
1.645 1.606
7.472 7.392
8.704 11.797 10.710 5.412
1.530 1.375
1300
1.692
491 2.037
575 1.296
681
2.886
1.898 1.667
3.383 6.802
2.991
1294
2.983
1298
1.211
406
795
2.185
2.192 4.181
18.135 21.688 20.024 24.338 21.922 18.205
19,59
-7,67
21,54
-9,93 -16,96
19,59
10,42
34,20
20,88
0,39
*
percentuale di variazione della superficie rispetto all’anno precedente.
**
percentuale di variazione della superficie rispetto al 2000.
2005
2006
2007
2008
TOTALE
1.417 1048
1.527
496
18.155
6.866 11.240 11.411 8.540
89.544
859
1.407
1.486 1.184
13.361
3.384 2.989
1.057 1.171
17.604
2.309 2.544
3.414
802
27.820
3.047 3.262
1.084 2.905
21.268
20.435 23.948 21.986 17.106 187.752
12,25 17,19
-8,19 -22,20
12,68 32,05
21,24
-5,67
L’andamento costante è dovuto, sostanzialmente, all’evoluzione delle richieste edificatorie, come la maggior qualità delle costruzioni e le
maggiori superfici necessarie per gli standard della popolazione attuale, che le attuali abitazioni non riescono a fornire, oltre allo
spostamento della popolazione dalle campagne ai centri urbani.
Inoltre, seppure la popolazione tende a diminuire, il numero delle famiglie è sostanzialmente costante; questo dovuto all’aumento delle
famiglie composte da pochi elementi o addirittura mono-componenti.
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Parte IV: Linee Guida
Questo andamento porta a valutare come possibile il mantenimento dell’attuale trend edificatorio anche nel futuro, almeno nel
medio/lungo periodo.
Le nuove capacità edificatorie (sia di edilizia residenziale pubblica (ERP), che residenziale privata, che commerciale) verranno
individuate adottando sistemi di perequazione tra i territori dei sei Comuni dell’Associazione.
La crescita dei centri urbani deve avvenire con logiche di concentrazione, evitando, quindi, la dispersione (sprawl), in modo da rendere
facilmente fruibili anche a queste nuove aree i servizi presenti nel centro.
Le nuove espansioni dovranno essere elementi di ricucitura e redistribuzione di funzioni urbane nei centri abitati.
Naturalmente, la nuova edificazione residenziale non deve provocare lo svuotamento, e quindi l’impoverimento, dei centri esistenti.
Per questo risulta indispensabile il monitoraggio del dato delle abitazioni vuote, che nel periodo preso in esame nel Quadro
Conoscitivo (1991-2006) si è attestato attorno al 10% del patrimonio edilizio residenziale totale.
abitazioni vuote
anni
comuni
BERRA
COPPARO
FORMIGNANA
JOLANDA DI SAVOIA
TRESIGALLO
RO
totali
1991
abit.tot
2001
%
2751
7731
1308
1539
1997
1721
17047
vuote
8,47
7,35
14,76
10,72
8,91
10,28
8,88
abit.tot
233
568
193
165
178
177
1514
2006
%
2818
8104
1328
1526
2218
1717
17711
vuote
14,44
8,69
10,17
10,48
10,64
8,10
10,06
abit.tot
407
704
135
160
236
139
1781
2894
9104
1670
1599
2586
1884
19737
%
vuote
6,88
7,51
18,08
7,50
15,47
10,72
9,66
199
684
302
120
400
202
1907
I dati riportati nella tabella sono stati raccolti nel modo seguente: per gli anni 1991 e 2001 i dati provengono da: ISTAT 13° e 14° censimento della popolazione
residente e abitazioni nelle Province Italiane -fascicolio Provinciale/ Ferrara. Per quanto riguarda il dato relativo al 2006 il risultato è stato ottenuto costruendo la
colonna delle abitazioni totali dalla banca dati SIT civici puri più il numero degli alloggi di tipo condominiale (ottenuto per i Comuni di Berra-Ro-Formignana-CopparoJolanda di Savoia direttamente dai tecnici Comunali e per Tresigallo è stato ricavato dalla banca dati dell'anagrafe) meno i civici ricadenti in zona produttiva da PRG. A
questo dato definito"abitazioni totali" ho tolto il numero delle concessioni cadf "utenze residenti e non" per l'anno 2006.
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Parte IV: Linee Guida
Abitazioni vuote nell'Unione
25000
20000
19737
17711
17047
15000
totali
10000
5000
8,88
1514
10,06
1781
9,66
1907
vuote
%
abit.tot
vuote
%
abit.tot
vuote
%
abit.tot
0
Risulta, quindi, importante il recupero del patrimonio edilizio esistente inutilizzato, attraverso politiche finanziarie e norme di
semplificazione per il riuso.
Il recupero del patrimonio edilizio esistente deve avere la priorità rispetto alle politiche di espansione edilizia, al fine di contrastare il
fenomeno delle “città infinite”, intese come consumo indiscriminato e indifferenziato del territorio.
I comuni devono recuperare la capacità di progettare la città attraverso interventi urbanistici di qualità, e riappropriarsi del compito di
ridisegnare il contesto urbano nel suo insieme, evitando, pertanto, che i singoli interventi urbanistici siano progettati in maniera a sé
stante, senza tenere conto delle ricadute che possono far nascere anche in altre zone.
Questo presuppone che si instauri una fattiva collaborazione con i liberi professionisti della progettazione e con i costruttori, al
fine di sposare quelle che sono le esigenze del mercato con quelle che sono le necessità della collettività.
Questa collaborazione si potrà anche estendere a quelle opere pubbliche “minori” che potranno essere realizzate dai privati, anche in
forma associata, nell’ottica di una responsabilizzazione e crescita a livello sociale e territoriale delle imprese locali.
Anche i bordi dei centri urbani devono essere oggetto di attenzione nella loro definizione, in quanto sono il primo elemento ad essere
incontrato da coloro che vi accedono e, pertanto, forniscono il primo impatto visivo del contesto urbano.
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Parte IV: Linee Guida
Un altro rischio che si pone in evidenza è lo svuotamento delle frazioni a scapito dei capoluoghi; invece, si ritiene importante rafforzare il
ruolo delle frazioni, quali custodi dell’identità del territorio.
Questo può avvenire attraverso il miglioramento dei servizi pubblici e dei presidi territoriali, quali i centri sportivi, culturali, civici, religiosi,
sanitari, ecc., ma, anche, attraverso meccanismi perequativi e di redistribuzione della rendita urbana dai capoluoghi.
Un altro tema importante che tratterà il Documento Preliminare è il tipo di edilizia che dovrà essere sviluppata nel territorio.
Le norme che regolamenteranno gli interventi edilizi, oltre a recepire le leggi in materia di costruzioni recentemente approvate (norme
tecniche per le costruzioni, sugli impianti, rendimento energetico, ecc.), dovranno incentivare lo sviluppo e la diffusione delle nuove
tecnologie per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale degli edifici, quale tassello importante nell’ambito delle lotte
all’inquinamento, al surriscaldamento globale terrestre e agli sprechi di materie prime e di energie, necessarie perché non venga
compromessa la qualità della vita delle generazioni future.
Però, sarà importante, anche, elevare gli standard qualitativi delle costruzioni e promuovere nuove tipologie di edilizia sociale che,
superando l’attuale sistema di Edilizia Pubblica Residenziale, diversifichi il mercato (pubblico-privato-3° settore) in modo di dare
risposte concrete ai nuovi bisogni della popolazione.
Ad esempio, per la popolazione anziana autosufficiente, è possibile promuovere politiche di edilizia sociale in stretta collaborazione con
l’Azienda per i servizi alla persona, ridando autonomia agli anziani che possono provvedere a se stessi, stimolando la loro
socializzazione e decongestionando le strutture di ricovero, che verrebbero destinate a quelle persone che ne hanno veramente bisogno.
Una parte importante del patrimonio edilizio del nostro territorio è situata nelle zone rurali; diviene, quindi, importante un censimento
omogeneo, non solo per la tutela, ma anche per la valorizzazione delle emergenze architettoniche e testimoniali.
L’edilizia rurale nel nostro territorio si è costituita in tre diverse fasi: la prima è la parte storica e testimoniale, la seconda è quella
realizzata a seguito della riforma agraria degli anni ’50 dall’Ente per la Colonizzazione del Delta Padano e la terza è quella successiva,
realizzata senza uno schema preciso.
I fabbricati realizzati nella prima fase sono in genere tutelati dal piani urbanistici attuali, senza che, però, siano individuati gli strumenti
per l’attuazione di questa tutela; portando, in alcuni casi, all’abbandono del fabbricato.
Occorre, quindi, individuare quali tra questi fabbricati mantengono effettivamente le caratteristiche tali per essere tutelati e studiare
norme di incentivazione al mantenimento in buono stato di conservazione degli stessi, anche, eventualmente, prevedendo il loro
recupero a fini turistico-rurali.
I fabbricati realizzati a seguito della riforma agraria sono stati costruiti secondo schemi prestabiliti, quindi, anche se non possiedono
elementi di pregio stilistico, connettono il territorio in un sistema riconoscibile. Per questo il loro utilizzo, o riutilizzo, può essere consentito
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Parte IV: Linee Guida
qualora venga mantenuto questo segno di riconoscimento, prevedendo, eventualmente, il loro ampliamento per l’adeguamento alle
esigenze attuali attraverso degli schemi prestabiliti dal RUE.
Per quanto riguarda gli altri fabbricati, realizzati in tempi più recenti, senza schemi precisi, può essere previsto il recupero a fini
residenziali.
E’ importante che tale patrimonio non venga abbandonato, in quanto costituisce un elemento di riconoscimento del nostro territorio,
anche quando questi fabbricati non vengono più utilizzati ai fini della conduzione agricola; pertanto sarà importante definire delle norme
flessibili per consentire, nel rispetto del territorio e dell’ambiente in cui sorgono, la conversione di tali immobili allo scopo del loro
riutilizzo.
Infine, dovrà essere limitata al massimo la nuova costruzione per usi non agricoli fuori dai centri urbani, agevolando solamente chi
accorcia la filiera produttiva.
Un’azione molto importante, necessaria a limitare la confusione e la diversità di applicazione delle tante normative che entrano in campo
nell’ambito della progettazione e dell’esecuzione delle attività edilizie, ma non solo, sarà quella di uniformare le procedure
burocratiche a livello di Associazione.
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L INE E GUIDA Matrice Territoriale
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Parte IV: Linee Guida
1. Conferma dell’attuale trend edificatorio
almeno nel medio periodo, in quanto il
territorio, pur in presenza di calo
demografico, presenta una sostanziale
tenuta del sistema edilizio.
2. Il segnale di crisi del sistema è dato
dall’indicatore “alloggi vuoti”, che pertanto
va attentamente monitorato.
3. Perequazione e redistribuzione della rendita
urbana dal capoluogo alle frazioni.
4. Sviluppo di edilizia sociale in un sistema che
superi l’attuale Edilizia Residenziale
Pubblica; risposte diversificate (pubblicoprivate, 3° settore) in grado di dare risposte
effettive al mutare dei bisogni.
5. Limitare la “città infinita”: la precedenza
delle attività edificatorie deve essere
individuata nel recupero dei centri
rispetto all’espansione.
6. In ogni fase di espansione, anche i bordi
dei centri urbani, pur se temporanei,
vanno progettati.
7. I Comuni devono recuperare la capacità
di progettare la città attraverso interventi
urbanistici di qualità, valorizzando forme
di partenariato con privati.
8. Perequazione territoriale tra i 6 Comuni
nel comparto edilizio (ERP, residenziale,
commerciale).
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1. Nel dimensionamento del P.S.C. va confermata
la capacità edificatoria residenziale equivalente
al trend attuale.
2. La logica di crescita dei centri urbani deve
essere la concentrazione in contrasto alla
dispersione (sprawl).
3. Espansioni come elementi di ricucitura e
redistribuzione di funzioni urbane nei centri
abitati.
4. Censimento omogeneo non solo per la tutela,
ma anche per la valorizzazione delle emergenze
architettoniche e testimoniali.
5. Tutela tipologica per gli ambiti agricoli pianificati.
6. Massima limitazione agli usi non agricoli nelle
zone extraurbane e agevolazioni a chi in zona
agricola accorcia la filiera produttiva.
7. Flessibilità per la riconversione ed il recupero
degli edifici esistenti in zona agricola.
8. Sviluppare la diffusione delle tecnologie per il
risparmio energetico e la sostenibilità ambientale
degli edifici all’interno della nuova
regolamentazione.
9. Uniformare le procedure a livello di Associazione
per facilitarne l’applicazione.
AZIONI S TR ATE GIC HE
AZIONI S TR UTTUR AL I
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Parte IV: Linee Guida
1. Rafforzare il ruolo delle Frazioni come
custodi dell’identità del territorio,
attraverso il miglioramento dei servizi
pubblici e dei presidi territoriali (sport,
cultura, usi civici, religione, sanità,
ecc.).
2. Incentivare politiche finanziarie e
norme di semplificazione per il riuso
degli alloggi vuoti nei centri.
3. Promuovere politiche di edilizia sociale
in stretta collaborazione con Azienda
Servizi alla Persona.
4. Riappropriazione della capacità di
progettare da parte degli Enti Pubblici.
5. Collaborazione con il privato anche
nelle realizzazioni di opere pubbliche
minori.
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Parte IV: Linee Guida
A NA L IS I
P OT E NZ IAL IT A’
¾ Canali: capillarità della rete di scolo e irrigua
¾ Acqua: approvvigionamento generale da pozzi con
presenza quasi costante di adduzione
¾ Acqua: dotazione infrastrutturale principale in buono
stato di manutenzione
‰ Canali: Fragilità idrogeologica in caso di calamità
‰ Inadeguatezza dell’impianto di Codigoro e mancanza di
impianti di sollevamento intermedi (Contuga) e casse di
espansione
‰ Interferenza fra rete di scolo e di irrigazione
‰ Mancanza di presidio umano sulla gestione della rete dei fossi
C R IT IC IT A’
‰ Acqua: stato manutentivo insufficiente di alcune parti della rete
secondaria di distribuzione
‰ Preoccupante dispersione di acqua potabile dalle condotte (42%
nel 2006)
‰ Parte di rete in fibrocemento-amianto
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Parte IV: Linee Guida
LINEE GUIDA SERVIZI A RETE
(Canali – Acquedotto)
CANALI
La carta dei canali evidenzia come l'attuale rete per complessivi 794 km sia capillarmente distribuita sull'intero territorio (518 km di rete
promiscua – 148 km di rete di scolo e 128 km di rete per l’irrigazione).
Il 96 % della rete di canali risulta essere di proprietà demaniale. Solo il 4 % risulta essere di proprietà privata.
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Parte IV: Linee Guida
RETE DEI CANALI
600
500
400
privato
Km 300
pubblico
200
100
0
Promiscuo
scolo
irriguo
USO
Il territorio, compreso tra il Po Grande e il Po di Volano mostra sempre più spesso la propria fragilità idrogeologica, sia durante le piene
del Po Grande che sempre più spesso si verificano aumentando il rischio di inondazioni sia nei periodi di siccità dove si riscontra la
risalita del cuneo salino.
I cambiamenti climatici correlati all’eliminazione delle casse d’espansione naturali avvenute attraverso lo spianamento dei dossi e la
cementificazione dei terreni agricoli contigui ai centri abitati porta a frequenti allagamenti.
L’ausilio del solo impianto di Codigoro, la mancanza d’impianti di sollevamento intermedi (Contuga) e casse d’espansione, l’interferenza
fra rete di scolo e irriguo la diminuzione dell’approvvigionamento idrico durante i periodi di siccità, la mancanza di presidio umano sulla
gestione della rete dei fossi sono tra le cause principali della fragilità idrogeologica anzi citata.
Dalle valutazioni effettuate emerge l’esigenza di:
•
•
•
individuare nuovi punti di scarico intermedi prima dell'impianto di Codigoro;
attuare politiche rivolte al mantenimento e all’efficienza della rete di scolo secondaria eliminando l’interferenza fra reti di scolo e
irrigazione nonché controllare le portate di deflusso delle acque;
ridurre il rischio idraulico attraverso la progettazione di casse di espansione utilizzate a fini ambientali e pertanto superando
l’attuale destinazione di bacini di emergenza per la raccolta delle acque nonché implementando il sistema di drenaggio dei terreni;
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Parte IV: Linee Guida
•
•
•
ripensare la funzione dei canali come sistema complesso che coinvolge l’ambiente, l’identità e la fruibilità di un territorio e non solo
rete di scolo o di irrigazione.
realizzare vasche di laminazione per far fronte ai problemi legati all’emergenza idraulica e all’emergenza siccità.
Coordinamento dei vari soggetti nei casi di emergenza atmosferica.
Le considerazioni di cui sopra portano ad analizzare le problematiche emerse suddividendo le metodologie di azione verso quelle che
possono essere individuate nel Piano Strutturale in quanto prettamente “strutturali” e in quelle strategiche poiché coinvolgono l’adozione
di politiche di concertazione per la gestione sistematica e integrate delle casse di espansione, attivando tutte le azioni necessarie per
prevenire la proliferazione della zanzara anche attraverso adeguata campagna informativa e una fattiva collaborazione fra l’apparato
pubblico e il privato cittadino.
Strutturalmente si ritiene importante:
• rinnovare gli impianti di Contuga di Berra con contestuale alleggerimento della derivazione del Canale Leone-Codigoro-Po di Volano
convogliando le acque di Jolanda di Savoia verso il Po
• adottare norme specifiche per l’utilizzazione a fini ambientali delle casse di espansione superando l’attuale destinazione di bacini di
emergenza per la raccolta delle acque, valutandone il collocamento in funzione di un progetto generale
• adozione di norme specifiche per la realizzazione delle vasche di laminazione
• adottare norme che consentano interventi specifici di mantenimento e ripristino dei fossi
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Acquedotto
Dall’analisi dei dati associati alle cartografie ufficiali pubblicate sul sito Cartografico della Provincia di Ferrara e forniti dal gestore della
rete (CADF), si rileva che l’approvvigionamento idrico avviene attraverso un sistema di Pozzi che garantiscono una quasi costante
adduzione e che servono una rete con diffusione capillare sul territorio costituita da 538 km di condotte di distribuzione e di 93 km ci
condotte per allacciamenti.
Tale impianto è da considerarsi importante fonte d’approvvigionamento per gli insediamenti costieri durante il periodo estivo.
Dai dati forniti si rileva che il gestore considera in buono stato di manutenzione il 52 % della rete di adduzione.
La rete d’adduzione è stata posata prevalentemente negli anni ’70 e il 70% risulta essere in fibro/cemento amianto.
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Parte IV: Linee Guida
RETE DI ADDUZIONE - in base all' anno di posa
0%
14%
11%
12%
63%
posa anni 1930/1950
posa anni '70
posa anni '90
posa anno 1995
posa anni 1999/2001
La rete secondaria di distribuzione è stata posata per il 53% negli anni 1950-’70.
Il 70% della rete è in fibro/cemento amianto e dal metadato fornito da CADF si ricava che il 26% della rete (anni di posa 1990/2001) è da
considerarsi in buono stato di manutenzione e il restante 74% mediamente in discrete condizioni.
RETE DI DISTRIBUZIONE- in base all' anno di posa
2%
1%
15%
24%
1%
4%
1950
1960-70
53%
1975
1980-1985
1990
1995-2001
/
Per l’anno 2006 le perdite sulla rete sono state pari al 42.2% pari a 3366 mc/km (su un totale di 775 KM di rete complessiva).
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Parte IV: Linee Guida
Per l’anno 2007 è stato fornito un dato stimato che si attesta attorno al 40%.
Il dato fornito da ISTAT indica un parametro medio del 38% di perdita sull’intera rete Nazionale con situazioni di grave criticità (80%)
nel meridione e punte d’eccellenza (10-18%) in alcune aree del Nord e del Centro Italia.
Dalle valutazioni effettuate emerge l’esigenza di:
•
•
salvaguardare l’acqua potabile attraverso il controllo pubblico della risorsa al fine della drastica riduzione della dispersione delle
condotte;
normare la dotazione di vasche di raccolta dell’acqua piovana per gli usi consentiti per tutti i nuovi insediamenti (irriguo – lavatrici
– bagni – ecc …).
Le considerazioni di cui sopra portano ad analizzare le problematiche emerse suddividendo le metodologie di azione verso quelle che
possono essere individuate nel Piano Strutturale e in quelle strategiche poiché si basano su una migliore e più efficace programmazione
della manutenzione della rete acquedottistica esistente nonché alla valorizzazione delle reti di adduzione e distribuzione del territorio
quale risorsa a supporto del turismo costiero.
Strutturalmente si ritiene importante:
• implementare e dove possibile rinnovare le reti di adduzione e distribuzione del territorio più vetuste e in pessimo stato di
conservazione anche in funzione dei nuovi insediamenti;
• normare la dotazione di vasche di raccolta dell’acqua piovana per tutti i nuovi insediamenti (irriguo – lavatrici – bagni – ecc ).
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L INE E GUIDA 1. Individuazione di nuovi punti di scarico
intermedi prima dell’impianto di Codigoro.
2. Politiche rivolte al mantenimento e
all’efficienza della rete di scolo secondaria
(eliminare l’interferenza fra reti di scolo e
irrigazione); politiche di controllo delle
portate di deflusso delle acque e ricerca
dei correttivi atti a favorire il mantenimento
e la manutenzione dei fossi.
3. Riduzione rischio idraulico attraverso le
casse di espansione e il sistema di
drenaggio.
4. Utilizzo a fini ambientali delle casse di
espansione superando l’attuale
destinazione di bacini di emergenza per la
raccolta delle acque.
5. Salvaguardia dell’acqua potabile attraverso
il controllo pubblico della risorsa, per la
drastica riduzione della dispersione delle
condotte.
6.
Normare la dotazione di vasche di
raccolta dell’acqua piovana per usi
consentiti (irriguo - lavatrici - bagni,
ecc.) per tutti i nuovi insediamenti.
7.
Pensare ai canali come un sistema
complesso (ambientale, identitario,
ricreativo, ecc.) e non solo come rete di
scolo o irrigazione.
8.
Le casse di espansione e le vasche di
laminazione possono rispondere anche
al problema della siccità, oltre a quello
dell’emergenza idraulica.
9.
Diffondere la cultura del recupero
dell’acqua nell’edilizia privata.
10. Coordinamento dei vari soggetti nei
casi di emergenza atmosferica.
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1. Adozione di norme specifiche inerenti
all’utilizzo a fini ambientali delle casse di
espansione.
2. Adozione di norme specifiche di
mantenimento e ripristino dei fossi .
3. Rinnovamento degli impianti di Contuga di
Berra e alleggerimento della derivazione
del Canal Leone-Codigoro-Po di Volano,
facendo convogliare le acque di Jolanda di
Savoia verso il Po.
4. Rinnovo e implementazione delle reti di
adduzione e distribuzione del territorio più
vetuste, anche in funzione dei nuovi
insediamenti.
5. Adozione di norme specifiche di utilizzo
della risorsa acqua piovana per usi irrigui
e/o altri usi compatibili.
6. Sviluppo delle reti acquedottistiche
industriali di servizio alle grandi aree
produttive derivando le portate necessarie
dal sistema delle acque superficiali.
7. Salvaguardia ponti storici.
AZ IONI S TR ATE GIC HE
AZ IONI S TR UTTUR AL I
Matrice Territoriale
C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
1. Effettuare politiche di concertazione
per la gestione sistematica e
integrata delle casse di espansione.
2. Programmazione puntuale della
manutenzione della rete
acquedottistica esistente.
3. Valorizzazione delle reti di adduzione
e distribuzione del territorio quale
risorsa a supporto del turismo della
costa.
4. Nelle politiche relative alle casse di
espansione, attenzione al problema
della proliferazione delle zanzare.
5. Lotta alla zanzara anche in base alle
misure di prevenzione che i cittadini
possono mettere in atto in base ad
un’adeguata campagna informativa.
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C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
A NA L IS I
¾ Rete poco compromessa
¾ Spazio per l’ammodernamento della rete
P O T E NZ IA L IT A ’
¾ Presenza di nuclei con Abitanti
Equivalenti <=2000
¾ Utilizzo della fitodepurazione
‰ sistemi di accumulo in relazione alle emergenze
igienico sanitarie ed ambientali. (Zanzara tigre ed
acque meteoriche di dilavamento stradale)
‰ Diffusione della rete mista
C R IT IC IT A ’
‰
Presenza di centri non serviti
‰ Ripristini della viabilità a seguito di interventi sulle
reti
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C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
LINEE GUIDA SERVIZI A RETE (FOGNATURE - DEPURAZIONE)
Fognature
Km. 27 (14%) di rete acque bianche - Km. 155 (78%) di rete acque miste - Km. 16 (8%) di rete acque nere - Totale km. 198 di rete
distribuita sui sei Comuni (18% Berra – 35% Copparo – 10% Formignana – 9% Jolanda di Savoia – 10% Ro – 18% Tresigallo).
Non è stata fatta l’analisi in base alla vetustà della rete perché sono disponibili dati solo per il 18% della rete pari a km 36 di cui 29 km di
rete mista posata nel 1940 – 5 km di rete bianca posata nel 1970 e poco più di un km di rete posata fra il1998 e il 2001.
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Parte IV: Linee Guida
La parte più consistente della rete (61%) è in cemento armato vibrato e 22% di rete di cui non è conosciuto il materiale della tubazione.
Si rilevano consistenti parti di territorio urbanizzato non ancora asservite e un massiccio utilizzo di rete mista con incidenza sui costi di
depurazione e smaltimento.
ANALISI SUL SISTEMA FOGNANTE NEI TERRITORI COMUNALI DELL'ASSOCIAZIONE
Comune
bianca
mista
nera
TOTALI
%
Berra
367
25188
9492
35047
17,76
Copparo
8828
59084
531
68443
34,69
Formignana
1374
18001
0
19375
9,82
Jolanda di Savoia
6396
7936
2765
17097
8,67
Ro
542
19872
428
20842
10,56
Tresigallo
9180
24526
2777
36483
TOTALI
26687
154607
15993
197287
18,49
100,00
DATO COMPLESSIVO RIFERITO ALL'ASSOCIAZIONE
8%
14%
78%
bianca
mista
nera
ANALISI SUL SISTEMA FOGNANTE IN BASE AI MATERIALI UTILIZZATI PER LA RETE
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Parte IV: Linee Guida
MATERIALE
Acciaio
Calcestruzzo
Cemento Armato Vibrato
LUNGHEZZA
%
168
0,09
7338
3,72
120889
61,28
Fibrocemento_amianto
2307
1,17
Muratura
1821
0,92
PVC
19675
9,97
non conosciuto
45089
22,85
197287
100,00
TOTALI
Obiettivi:
• Individuazione delle criticità e ammodernamento della rete fognaria esistente. .
• Razionalizzazione dell’attuale sistema di depurazione dei centri abitati e potenziamento della rete fognante anche delle frazioni.
• Valorizzazione dei Borghi Risicoli o nuclei sparsi nelle zone rurali con particolare attenzione agli aspetti igienico sanitari.
• Approfondimento anche a fini ambientali della tecnologia della fitodepurazione
• Programmazione attenta dei sistemi di accumulo di prima pioggia in relazione alle emergenze igienico sanitarie ed ambientali.
(Zanzara tigre ed acque meteoriche di dilavamento stradale).
• controllo pubblico sulla gestione dei servizi a rete esternalizzati, con particolare attenzione agli interventi sulla viabilità pubblica e
ai ripristini
• adozione di norme per la semplificazione per l’approvazione di nuove linee e impianti a rete.
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Parte IV: Linee Guida
Depurazione
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Parte IV: Linee Guida
Residenti agglomerato
Turisti agglomerato
AE produttivi agglomerato
AE nominali agglomerato
% AE serviti agglomerato
AE serviti agglomerato
% AE depurati agglomerato
AE depurati agglomerato
N° reti non depurate
AE reti non depurate
CADF Berra
CADF Tresigallo
CADF Copparo
Nome agglomerato
Gestore
Dati agglomerati oltre 2000ae
1.964
7.898
10.284
0
0
90
45
417
730
2.009
8.315
11.104
100
98
100
2.009
8.149
11.104
100
98
100
2.009
8.149
11.104
0
0
0
0
0
0
Il sistema tende a privilegiare gli impianti di grandi dimensioni, per i quali è più agevole la gestione e il controllo attraverso il collettamento
della rete ramificata nel territorio.
Si ritiene opportuno proseguire nell’attuazione delle azioni di miglioramento ambientale eliminando progressivamente gli scarichi non
depurati in acque superficiali e combattendo l’abusivismo degli scarichi stessi.
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L INE E GUIDA Matrice Territoriale
C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
1. Ammodernamento della rete fognaria
esistente ed individuazione delle
criticità.
2. Razionalizzazione dell’attuale sistema
di depurazione dei centri abitati e
potenziamento della rete fognaria
anche nelle frazioni.
3. Valorizzazione dei Borghi Risicoli o
nuclei sparsi nelle zone rurali, con
particolare attenzione agli aspetti
igienico sanitari.
4. Approfondimento anche a fini
ambientali della tecnologia della
fitodepurazione.
5. Programmazione attenta dei sistemi di
accumulo di prima pioggia in relazione
alle emergenze igienico sanitarie ed
ambientali. (Zanzara tigre ed acque
meteoriche di dilavamento stradale).
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1. Disposizioni normative alternative alla
realizzazione delle casse di accumulo
acque prima pioggia con sistemi più
efficaci a maggior tutela della salute e
dell’ambiente (manufatti strutturali
interrati).
2. Attuazione di sistemi di depurazione
compatta dei nuclei.
3. Adozione di norme di semplificazione
per l’approvazione di nuove linee o
impianti a rete.
AZ IONI S TR ATE GIC HE
AZ IONI S TR UTTUR AL I
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Parte IV: Linee Guida
1. Adozione di politiche volte alla revisione
ed ammodernamento della rete
esistente.
2. Controllo pubblico sulla gestione dei
servizi a rete esternalizzati con
particolare riguardo agli interventi sulla
viabilità pubblica e ai ripristini.
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C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
A NA L IS I
P O T E NZ IA L IT A ’
¾ Delta Web: crescente bacino d’utenza
¾ Fibra Ottica: aumento della velocità di comunicazione e
trasmissione dati/informazioni; immune ai disturbi elettrici
ed alle condizioni atmosferiche più estreme.
¾ Antenne Radio e TV: copertura territoriale totale
¾ Telefonia mobile :elevata copertura territoriale;
implementazione del sistema verso le nuove tecnologie
¾ Rete Enel: copertura territoriale
‰ Delta Web: copertura incompleta del territorio
‰ Fibra Ottica: asservimento incompleto del territorio; problemi
implementazione con nuovi tracciati (lavori edili e ripristini dispendiosi)
‰ Antenne Radio e TV: collocazione urbanistica incongrua degli impianti
C R IT IC IT A ’
‰ Telefonia mobile: frammentazione del sist.dei tralicci con
rilevante impatto territoriale e visivo; copertura territoriale incompleta
‰ Rete Enel: arretrato stato di manutenzione; alto impatto estetico degli
impianti; collocazione in centro abitato di impiantistica di alta e media
tensione con relative ricadute sulla localizzazione di nuovi insed.urbani
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C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
LINEE GUIDA SERVIZI A RETE
(ENERGIA ELETTRICA-GAS-TELEFONIA-TELECOMUNICAZIONI)
Energia Elettrica
Gli eventi che provocarono il black-out sull’intero territorio nazionale (settembre 2003) nonché il maltempo che causò l’interruzione del
pubblico servizio d’energia elettrica in diverse province italiane fra cui Ferrara e Rovigo (Febbraio 2004) misero in evidenza la fragilità
della rete distributiva principale. Eventi che posero una maggiore attenzione verso la manutenzione di una rete ormai vetusta e che in
alcuni punti tratti interessa siti definiti sensibili dalla recente normativa.
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C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
Alcuni esempi di questa situazione si riscontrano a Copparo dove la linea AT lambisce il centro abitato e in particolare la zona Industriale
(Comparto Berco e Via del Lavoro) mentre a Formignana il plesso scolastico elementare e Media si trova interamente all’interno della
fascia di rispetto dell’elettrodotto.
Dalle valutazioni effettuate emerge l’esigenza di:
• superare l'attuale dipendenza da fonti fossili e da paesi esteri ponendo una maggiore attenzione verso le tecnologie che consentono
un'autoproduzione di energia – calore
• ridurre l’impatto visivo del sistema dei tralicci anche attraverso l’individuazione dei siti oggetto di localizzazione di sorgenti con
emissioni elettromagnetiche – nel rispetto dell’ambiente e della salute.
• ricerca dell’equilibrio fra necessità di risparmio energetico e sicurezza della popolazione nella progettazione degli impianti di pubblica
illuminazione, con particolare attenzione all’inquinamento luminoso.
Le considerazioni di cui sopra, portano ad analizzare le problematiche emerse suddividendo le metodologie di azione verso quelle che
possono essere individuate nel Piano Strutturale in quanto prettamente “strutturali” e in quelle strategiche poiché necessitano del
coinvolgimento dell'ente gestore al fine di avviare una politica di rinnovamento delle reti ma soprattutto di educazione verso un più
corretto e consapevole consumo energetico.
Andrà mantenuto sempre elevato il ruolo pubblico sulla gestione dei servizi a rete esternalizzati e sulle politiche rivolte al controllo dei
consumi e degli sprechi.
Strutturalmente si ritiene importante:
• normare la realizzazione di impianti o strutture atte all'autoproduzione di energia e calore individuandone sul territorio idonee
localizzazioni.(si veda la scheda ENERGIA)
• ricercare un equilibrio nella pubblica illuminazione tra la necessità di risparmio energetico ponendo maggiore attenzione agli aspetti
ambientali in termini di inquinamento luminoso e la garanzia di un adeguata illuminazione di sicurezza urbana e viaria.
• Individuare i siti deputati alla localizzazione di sorgenti di emissioni elettromagnetiche, nel rispetto dell’ambiente e della salute.
• semplificare le norme per l’approvazione di nuove linee o impianti a rete.
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C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
Gasdotto
Si riportano di seguito le tabelle con le indicazioni dei materiali impiegati nonchè della copertura territoriale da parte di ogni singolo ente
gestore della rete e relativo servizio.
COPERTURA TERRITORIALE DEI GESTORI
DI RETE
TOTALI - COMPLESSIVI
15%
20%
21%
64%
ACCIAIO ML
NON NOTO
POLIETILENE
80%
HERA
THUGA MEDITERRANEA
La rete di distribuzione del gas si articola in 449 km di cui 359 gestiti da Hera (Comuni di Berra-Copparo-Jolanda di Savoia-Ro) e Km 90
gestiti da Thuga Mediterranea (Formignana-Tresigallo)
Alla rete di distribuzione va aggiunto il nuovo gasdotto Cavarzere-Minerbio che trasporta gas naturale da un terminale marino di
rigassificazione di fronte a Porto Viro.
La rete si sviluppa in 94 KM di tubo d’acciaio di diametro 762mm/914.4mm, pressione Max in esercizio 75 bar.
Il nuovo gasdotto (posato sul territorio dell’Associazione negli anni 2006-2007) attraversa il territorio Comunale di Berra (ad est di
Cologna) e di Copparo (ad est di Coccanile/Cesta- attraversa l’Azienda Zenzalino e a sud-est taglia i territori di Gradizza in confine con
Formignana – SSV –SSP con attraversamento del Po di Volano verso il Comune di Ferrara.
Alla buona copertura territoriale fa da contrappeso l’impossibilità di far fronte ad un mercato dei prezzi in costante aumento per una
cronica dipendenza dalla produzione straniera.
Questa ultima considerazione rende opportuna la ricerca di sistemi alternativi di autoproduzione di energia e calore oltre che di
educazione al corretto consumo ed al risparmio energetico anche attraverso il rinnovamento della rete esistente.
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C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
Telefonia – Telecomunicazioni
La L.R. 30/2000 stabilisce, all’art.3 comma 1 che la Provincia debba dotarsi di un Piano provinciale per la Localizzazione delle Emittenti
Radio e Televisive (PLERT), nel contesto della più ampia azione di regolazione finalizzata alla tutela della salute e dell’ambiente
dall’inquinamento elettromagnetico.
Il Piano per la Localizzazione per l’Emittenza Radio Televisiva (PLERT) è lo strumento finalizzato all’individuazione delle aree idonee alla
localizzazione degli impianti per emittenza televisiva.
La normativa del settore televisivo impone il “diritto all’informazione” e quindi la copertura integrale del territorio abitato con le reti
nazionali pubbliche e private, mentre la necessità di competitività spinge i gestori di telefonia a garantire ovunque continuativamente il
servizio.
Dal Piano provinciale di localizzazione delle emittenti radio e televisive, è stata ricavata la situazione esistente in materia di sviluppo
economico e sociale di tutte le tecnologie che, direttamente o indirettamente, comportino esposizione della popolazione e dell’ambiente
ai campi elettromagnetici:
a) linee elettriche
b) Antenne radio FM e TV
c) Telefonia mobile
Nell’evoluzione tecnologica è previsto che i sistemi di antenne radio e TV si arricchiscano di stazioni per la trasmissione di segnali digitali
terrestri, mentre la telefonia mobile avvierà a pieno regime lo sviluppo del sistema UMTS.
Per il principio di minimizzazione nell’esposizione complessiva a fonti diverse di campi elettromagnetici per la popolazione; saranno
analizzate senza distinzioni di sorta antenne per radio, televisioni, telefonia, nonché linee elettriche.
Si ritiene che in sintonia con la normativa di settore, si debba intervenire nella:
• ricerca dei sistemi con minore impatto sull'ambiente e sulla salute pubblica intervenendo sulla mitigazione ambientale visiva delle
antenne nonchè alla loro localizzazione in aree strategiche, pianificate al fine di ridurre al numero minimo i siti interessati da emissioni
elettromagnetiche;
• adeguamento dell'attuale collocazione delle antenne radio televisive al PLERT (Piano di Localizzazione Emittenti Radio Televisive)
• sviluppo delle nuove tecnologie della comunicazione per diffondere nei cittadini e soprattutto fra i giovani il concetto di associazionepartecipazione e condivisione dei processi evolutivi del territorio.
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Matrice Territoriale
C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
Strutturalmente si ritiene importante:
• incrementare il numero di gestori per ogni sito, pianificandone la collocazione sul territorio al fine di ottenere la copertura totale e
pertanto migliorare qualitativamente il servizio, a fronte di una diminuzione dei siti interessati al collocamento di impianti
• Istituire sportelli informativi per i cittadini inerenti problematiche amministrative e tecniche.
Fibra Ottica
Da settembre 2005 è stata realizzata una rete a larga banda costituita da infrastruttura in fibra ottica e da 45 impianti radio che coprono il
territorio della Provincia di Ferrara.
Si tratta di una doppia rete: la prima -“Lepida”- destinata alle Pubbliche amministrazioni e la seconda, di proprietà della Società Delta
Web destinata ai cittadini.
La realizzazione dell’infrastruttura della Provincia di Ferrara è stata inserita nel 4° stralcio del progetto complessivo Regionale per l’egovernment.
I 26 Comuni e la Provincia hanno sottoscritto nel 2004 la Convenzione con DeltaWeb per la realizzazione della rete di circa 193 Km tra
dorsali principali e derivazioni a servizio di utenze specifiche.
Il progetto prevede l’utilizzo di tre diverse tecnologie di connessione: fibra ottica (per 19 Comuni) – HDSL (per tre Comuni) e satellite
(per 4 Comuni tra cui Ro e Berra).
A tutt’oggi la connessione in rete web appare per la maggior parte del territorio non possibile o di scarsa qualità, ed anche ove attiva non
si pone in modo concorrenziale sul mercato con costi ancora troppo elevati. Anche in questo caso è ragionevolmente auspicabile
l’evoluzione verso sistemi con maggior efficienza tecnico-economica, oltre che doverosamente orientati alla sempre maggior richiesta
della comunicazione veloce, sia per scopi produttivi che culturali e di svago.
In conclusione, dopo aver analizzato la maggiori reti energetiche di settore, si ravvisa la necessità di porre una maggiore attenzione
verso le nuove tecnologie legate soprattutto alle telecomunicazioni come spinta evolutiva del sistema di scambio delle informazioni a
servizio di una maggiore ed efficiente rete di divulgazione delle eccellenze del territorio e accrescimento culturale della popolazione.
Importante risulta essere l'adozione di norme di semplificazione nell'approvazione di nuove linee o impianti a rete, concertandone
preventivamente la localizzazione.
Le considerazioni di cui sopra, portano ad analizzare le problematiche emerse suddividendo le metodologie di azione verso quelle che
possono essere individuate nel Piano Strutturale in quanto prettamente “strutturali” e in quelle strategiche poiché necessitano del
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C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
coinvolgimento dell'ente gestore al fine di avviare una politica di rinnovamento e per quanto possibile di ricollocamento degli impianti ma
soprattutto di educazione verso un più corretto e consapevole consumo energetico.
Importante ruolo tra le azioni strategiche si ritiene debba essere il controllo pubblico sulla gestione dei servizi a rete esternalizzati
ponendo maggiore attenzione verso un corretto consumo e controllo degli sprechi
Strutturalmente si ritiene importante:
• porre la massima attenzione verso una dotazione completa dei sistemi di connessione alla rete soprattutto verso i comparti produttivi
e alle aree destinate ai servizi sia pubblici che privati prevedendo la futura copertura totale del territorio al fine di incentivare la
divulgazione delle eccellenze del territorio nonchè di eventuali tipologie di lavoro "a distanza"
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L INE E GUIDA Matrice Territoriale
C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
1. Incremento dell’uso e della diffusione delle
nuove tecnologie legate alle comunicazioni
come spinta all’evoluzione del sistema della
produzione di beni e scambio veloce delle
informazioni-divulgazione delle eccellenze
del territorio e accrescimento culturale della
popolazione.
2. Autoproduzione di energia-calore
attraverso la ricerca di nuove metodologie,
con inevitabile superamento dell’attuale
dipendenza da fonti fossili e da paesi esteri.
3. Ricerca e applicazione in campo
energetico di sistemi e tecnologie che
comportano un minor impatto sull’ambiente
e sulla salute.
4. Riduzione dell’impatto visivo per tutto il
sistema di antenne e tralicci, localizzando
in posizioni strategiche gli impianti e
riducendo al minimo indispensabile i siti.
6.
Nell’illuminazione pubblica: ricercare
l’equilibrio fra la necessità di risparmio
energetico e la garanzia di sicurezza
della popolazione.
7.
Attenzione agli aspetti ambientali in
termini di inquinamento luminoso.
8.
Adozione di norme di semplificazione
per l’approvazione di nuove linee o
impianti a rete.
9.
Adeguamento al PLERT (Piano di
Localizzazione Emittenti RadioTelevisive).
10. Necessità di diffondere nei cittadini e
soprattutto tra i giovani, i concetti di
associazione, partecipazione e
condivisione, con l’utilizzo sempre
maggiore delle nuove tecnologie della
comunicazione.
5. Programmazione della localizzazione delle
sorgenti di emissioni elettromagnetiche.
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1. Massima dotazione dei sistemi di
connessione alla rete con particolare
attenzione ai comparti produttivi e alle
aree destinate a servizi, con previsione
futura di copertura totale del territorio,
per incentivare una nuova tipologia di
lavoro “a distanza”.
2. Telefonia mobile: incremento quantitativo
e qualitativo dell'utilizzo della tecnologia
attraverso la copertura del territorio.
3. Normativa di accompagnamento per il
passaggio dall’attuale uso dell’energia
all’autoproduzione di energia-calore sia a
carattere territoriale che domestico.
4. Individuazione normativa dei siti e/o delle
zone deputate alla posa dei servizi a
rete.
AZ IONI S TR ATE GIC HE
AZIONI S TR UTTUR AL I
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C1 – Sistema Insediativo
Parte IV: Linee Guida
1. Enel – Gas: attività volta alla politica di
rinnovamento delle reti e per contro
attività di educazione ad un corretto
consumo della risorsa.
2. Controllo pubblico sulla gestione dei
servizi a rete esternalizzati – politica del
controllo sui consumi e sugli sprechi.
3. Sportelli informativi per i cittadini inerenti
problematiche amministrative e tecniche.
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