Lavoro Bancario e Assicurativo

Transcript

Lavoro Bancario e Assicurativo
Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma
rivista bimestrale, numero 3
VI CONGRESSO NAZIONALE
All’insegna
d e l l a re s p o n s a b i l i t à
sociale
All’interno:
Il documento
finale
Inoltre: Presentata l’indagine sullo stress – Il libro: due domande a… Giovanni Floris
SOMMARIO
rivista bimestrale, numero 3
Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma
N. 3
GIUGNO/LUGLIO 2005
VI CONGRESSO NAZIONALE
All’insegna
d e l l a re s p o n s a b i l i t à
sociale
3–
Editoriale di Giuseppe Gallo
4–
Il diario di Bak a cura di Andrea Baccherini
5–
Internazionale a cura di Maurizio Locatelli
6–
Focus Congresso Fiba
All’insegna della responsabilità sociale di Angela Cappuccini
All’interno:
Il lavoro tema centrale di Andrea Baccherini
Il documento
finale
Quale modello? di Pier Luigi Ledda
Intervista ad Alex Zanotelli
Inoltre: Presentata l’indagine sullo stress – Il libro: due domande a… Giovanni Floris
La storia siamo noi di Maurizio Locatelli
Pensieri in libertà di Anna Masiello e Paola Vinciguerra
Direttore responsabile:
Giuseppe Gallo
Comitato di direzione:
Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri, Giuseppe Gallo,
Sergio Girgenti, Pietro Mariani, Mario Mocci,
Giancarlo Pezzanera,Alessandro Spaggiari,
Matteo Tammaro, Elena Vannucci, Marina Zanobini
Redazione:
Andrea Baccherini, Umberto Bognani,Angela
Cappuccini, Giusi Esposito, Pierluigi Ledda,
Maurizio Locatelli,Anna Masiello, Paola Vinciguerra
Fotocomposizione e ricerca iconografica:
Antonella Di Girolamo
22 – Società civile a cura di Paola Vinciguerra
23 – Legale a cura di Luigi Verde
24 – (Io) lavoro positivo di Marco Ciani
25 – Servizi a cura dell’Inas
26 – Recensioni a cura di Anna Masiello
LAVORO BANCARIO
E ASSICURATIVO
Aut. decreto n. 236/92
del 15/04/1992 - reg. stampa Roma
Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in
l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma
Direzione e amministrazione:
Via Modena 5, 00184 Roma Tel. 06/4746351 - Fax 06/4746136
e-mail: [email protected]
sito web: www.fiba.it
Fotolito:
Top Colors srl - Via Giamaica, 6 - 00040 Pomezia
(Roma), tel. 069107235
Stampa:
Società Tipografica Romana srl
Via Carpi, 19 - 00040 Pomezia
(Roma), tel. 0691251177
Tiratura: 83.000 copie
GLI AUTORI
Giuseppe Gallo segr. gen. Fiba Cisl
Andrea Baccherini red. Conquiste del Lavoro
Maurizio Locatelli resp. formazione Fiba Lombardia
Angela Cappuccini resp. uff. stampa Fiba Cisl
Domenico Iodice ricercatore dip. naz. Fiba
Pierluigi Ledda resp. dipartimento naz. formazione e ricerca Fiba
Marco Ciani segretario di coord. Fiba Cisl Gruppo Intesa
Luigi Verde resp. uff. legale Fiba
Achille Cadeddu e Giuseppe Gargasso autori vignetta
EDITORIALE
Unicredit-Hbv:
in attesa del piano industriale
di Giuseppe Gallo
Il Segretario generale
Fiba Cisl Giuseppe Gallo
Non potremo
condividere
operazioni che
abbiano quale
unico obiettivo
quello di creare
valore per i soli
azionisti,
finendo per
subordinare
a questo scopo
le compatibilità
sociali.
La
responsabilità
sociale è stata
il filo conduttore
del nostro
congresso
al quale
abbiamo
dedicato
questo numero
della rivista
La fusione-acquisizione di Unicredit
con Hypovereinsbank si è decisa proprio nei giorni in cui si svolgeva il nostro congresso nazionale, infatti Alessandro Profumo, impegnato nella definizione dell’operazione, non ha potuto
essere presente alla nostra tavola rotonda (al suo posto è intervenuto il dott.
Edoardo Massaglia).
Del nuovo colosso europeo se ne è parlato ed i partecipanti alla tavola rotonda hanno riportato Unicredit quale riferimento positivo per il nostro sistema
bancario. La realizzazione della fusione piace al mercato, a banchieri e industriali. Insomma, trova riscontri positivi nell’intero paese e soddisfa persino
Bruxelles.
Da parte nostra, al di là di generici auspici o di sommarie valutazioni circa la
necessità di una maggiore integrazione
del sistema finanziario europeo, restiamo in attesa di conoscere nel dettaglio
il piano industriale e soprattutto le ricadute che avrà sull’occupazione e le prospettive strategiche per l’impresa stessa.
Al momento sappiamo che si prevede
entro il prossimo triennio una riduzione di circa il 7% della forza lavoro e
che l’impatto in Italia sarà comunque
limitato: le riduzioni previste sono del
2% e il taglio interesserebbe 800 posti di
lavoro. Una volta acquisite le informazioni potremo valutare al meglio ma,
certamente, non potremo condividere
operazioni che abbiano quale unico
obiettivo quello di creare valore per i soli azionisti, finendo per subordinare a
questo scopo le compatibilità sociali e
per rinunciare a coniugare la creazione di valore alla responsabilità che una
banca deve avere nei confronti di tutti
gli stakeholder. Troppo spesso infatti la
responsabilità sociale diventa più una
enunciazione di principio che un comportamento concreto.
Il protocollo Abi del 16 giugno 2004 invece è finalizzato ad uno sviluppo del
sistema bancario socialmente ed ambientalmente sostenibile ed è improntato alla difesa degli interessi di tutti gli
stakeholder, siano essi dipendenti,
clienti, comunità locali, azionisti. Con
questa impostazione dovranno confrontarsi tutte le aziende, sia quelle che
provengono dall’estero e che dovranno
porre al centro dell’attenzione la qualità delle risorse umane, le garanzie occupazionali, la qualità nei rapporti
con la clientela, i rapporti con le economie di riferimento, sia i gruppi bancari italiani all’estero, a cui chiediamo
una significativa qualificazione delle
normative comunitarie sui comitati
aziendali con particolare riferimento
ai diritti fondamentali dei lavoratori,
alla salute, alla sicurezza, alle tutele
occupazionali.
La responsabilità sociale è stata il filo
conduttore del nostro congresso al quale abbiamo dedicato questo numero
della rivista. Un congresso sicuramente
impegnativo nel quale la nostra organizzazione si è interrogata a fondo sulle problematiche che caratterizzano il
mondo del lavoro, il sistema economico
produttivo e finanziario. Circa 700
partecipanti hanno portato il loro contributo, la loro passione, la loro attenzione. A loro, a voi tutti, a questo tessuto di quotidianità operosa di una organizzazione fatta di persone, al servizio
delle persone, va il nostro ringraziamento più forte.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
3
IL DIARIO DI BAK
a cura di Andrea Baccherini
Ripercorriamo i fatti più significativi che hanno visto la
Cisl e il sindacato protagonisti negli ultimi mesi.
15 aprile 2005 – Sciopero nazionale dei metalmeccanici. Ferrania: da oggi cassa integrazione per
tutti.
19 aprile – Berlusconi non si dimette. Conclave: la prima fumata
è nera.
20 aprile – Eletto papa Benedetto XVI. Alla quarta votazione i
voti convergono sul nome di Ratzinger. Un pontefice tedesco dopo 950 anni.
21 aprile – Si dimette il Governo.Tarelli, segretario generale degli statali della Cisl, replica alla
Presidenza del Consiglio: il contratto è un atto dovuto.
25 aprile – Sessant’anni di libertà. Celebrazioni in tutta Italia.
Reincarico per il nuovo Governo
a Berlusconi.
28 aprile – Parte da Scampia il
ricatto del Meridione. Editoriale
su Conquiste del Lavoro di Epifani, Pezzotta e Angeletti.
30 aprile – Pezzotta critica la
composizione del nuovo Governo
ma aspetta i fatti per giudicare.
1 maggio 2005 – Oltre 50.000
persone riunite a Scampia con
Epifani, Pezzotta e Angeletti.
5 maggio – Contratti pubblici: riunita l’Assemblea nazionale dei
delegati di Cisl Cgil e Uil. Il sindacato chiede al Governo di rifare i
conti. Approvato al Senato il maxi
emendamento sulla competitività.
6 maggio – Gli statali intimano
al Governo: o contratto o lotta.
La Filca denuncia: la situazione
degli infortuni sul lavoro resa più
pesante per la consistente presenza di lavoro nero nell’edilizia.
10 maggio – Contratti pubblici:
è l’ora della verità. Ferrovieri
preparano lo sciopero per il contratto dopo la rottura delle trattative.
11 maggio – La Cisl rilancia le
priorità del sud. Ironica la Fnp
Cisl sulla possibilità, prevista dal
decreto sulla competitività, per i
pensionati di indebitarsi.
12 maggio – Passa alla Camera
il decreto sulla competitività.
Contratti pubblici: Governo
ostaggio di Lega e Confindustria.
13 maggio – Allarme economia,
l’Italia segna il passo.
14 maggio – Berlusconi sconfessa i ministri per il rinnovo del contratto degli statali. Ferrovie ed
Elettolux: scioperi ad alta adesione.
18 maggio – Papa Benedetto
XVI ringrazia la Cisl per gli auguri. Sconcerto e rabbia in Cisl per
il rapimento in Afganistan di Clementina Cantoni. Conti pubblici
in ribasso. Le tute blu annunciano
lo sciopero per il 10 giugno.
Commemorato D’Antona a sei
anni dall’omicidio ad opera delle
brigate rosse.
19 maggio – Governo-parti sociali, un vertice fuori tempo massimo. È emergenza sfratti, l’Esecutivo latita.
25 maggio – Per l’Ocse il deficit
italiano nel 2005 salirà al 4,4%. L’Istat fa la radiografia ad un paese
in crisi.
21 maggio - È scontro sul contratto del pubblico impiego: il
Governo non rispetta gli accordi.
27 maggio – Italia-Africa 2005.
L’impegno del sindacato italiano.
Ciampi frusta il governo sull’economia: bisogna agire senza attendere le elezioni.
Progetto Africa
“Per il sindacato l’Africa rappresenta un punto di riferimento importante per le sue culture, per i suoi valori e per questo è sempre
forte il nostro impegno contro la guerra, la miseria, a sostegno della pace. Occorre però che l’Europa si interessi maggiormente di
questi argomenti”. Savino Pezzotta, leader della Cisl, illustra così
l’impegno del sindacato a sostegno del Continente africano.
L’occasione è stata un’altra importante iniziativa svoltasi a Roma,
alla fine di maggio, con un corteo che partito da piazza Barberini, è
giunto a Piazza del Popolo, dove un concerto dei più importanti
nomi della musica italiana e internazionale ha evidenziato con parole e note l’opposizione alle guerre e alla povertà.
Una maglietta, indossata anche dal segretario generale Cisl, con su
scritto “North Nigeria, stop using children soldiers (Nord Nigeria,
stop all’uso dei bambini soldato) ricorda al mondo una piaga che
vede, secondo stime internazionali, impegnati in conflitti in Africa
120 mila giovani under 18. Negli ultimi 10 anni è documentata la
partecipazione a scontri armati e a guerre vere e proprie di bambini dai 10 ai 16 anni in 25 Paesi. Alcuni sono soldati a tutti gli effetti,
altri sono usati in compiti definiti logistici (munizionamento, vettovagliamento). Altri vengono regolarmente reclutati nelle forze armate del loro Stato, altri ancora fanno parte di eserciti che si oppongono ai Governi in carica. In tutti i casi sono esposti ai pericoli
della battaglia e delle armi, trattati brutalmente e puniti in modo
estremamente severo per gli errori. Anche le ragazze, sebbene in
misura minore, sono reclutate e frequentemente soggette allo stupro e alle violenze sessuali. In Etiopia, per esempio, si stima che le
donne e le ragazze formino fra il 25 e il 30% delle forze di opposizione armata.
Per questo occorre esportare in Africa lo sviluppo.“La Cisl – ricorda Savino Pezzotta – prosegue il suo impegno con il progetto Africa per creare una nuova classe dirigente e per portare avanti i processi di cooperazione. Ma non basta. Occorre che l’Africa diventi
una questione politica per l’Europa”.
Lo stesso Pezzotta ha poi chiesto, a proposito dell’immigrazione, di
cambiare la legge Bossi-Fini.
Per il segretario della Cisl del Lazio, Francesco Simeoni, è necessario parlare oggi anche di potenziamento delle risorse per i Paesi
africani e non solo di Cina e di India. E Salvatore Biondo, neo segretario generale aggiunto della Cisl di Roma, ricorda i numerosi progetti di cooperazione sia per lo sviluppo economico sia per la crescita delle istituzioni politiche e sociali, ad iniziare dai sindacati.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
4
28 Maggio – Statali, s’avvicina
l’intesa. Nel 1980 le Br uccidono
Walter Tobagi.
30 maggio – Accordo raggiunto
per il Pubblico Impego. Pezzotta:
“e ora affrontiamo la riforma della contrattazione”. Cade un elicottero in Iraq, morti 4 militari
italiani. Anche gli olandesi bocciano la costituzione europea.
31 maggio – Fazio frusta il Governo: l’Italia a crescita zero e il
deficit nel 2005 supererà il 4%.
3 giugno – Scioperano i portuali.
Il ministro Maroni convoca i sindacati per giovedì per riaprire il
confronto sul tfr.
7 giugno – La Cisl rinvia a dopo
il suo Congresso la discussione
sulla riforma del modello contrattuale. Si fa viva l’ala riformista
della Cgil.
10 giugno - Si è concluso il congresso della Fiba con la riconferma di Giuseppe Gallo segretario
generale
10 giugno – Ancora nulla di fatto sul tfr. Se ne riparlerà a fine luglio.
14 giugno – Referendum sulla
fecondazione assistita: vince l’astensione. Unicredito si fonde
con Hvb: è la prima vera banca a
dimensione europea.
16 giugno - Il Governo rinvia il
taglio dell’Irap: per Confindustria
è una decisione grave, per la Cisl è
stato evitato il peggio. Alla Saiwa
firmato l’accordo senza la Cgil.
INTERNAZIONALE
a cura di Maurizio Locatelli
La settimana
internazionale
del sindacato
europeo del
settore
finanziario
A Roma si sono tenuti due
congressi importanti, dal 16
al 20 maggio, il congresso
dell’area mediterranea e il
congresso europeo.
Un’occasione per fare il
punto della situazione sul
sindacato internazionale
con il responsabile
dell’ufficio internazionale
Fiba-Cisl Luciano Malvolti.
I lavoratori incontrano il sindacato a livello aziendale e
nazionale. L’attività internazionale del sindacato è sconosciuta ai più! Quali sono i
numeri e le strutture del sindacato internazionale?
La federazione internazionale dei
sindacati dei servizi è l’Uni (Union
network international) che rappresenta più di 16 milioni di lavoratori
nei settori finanziario, comunicazioni, commercio, media e spettacolo. A sua volta l’Uni è parte sia
della Ces (Confederazione europea dei sindacati) sia della Cisl Internazionale (la confederazione
mondiale). Il settore finanziario banche e assicurazioni- rappresenta in Europa circa 1,3 milioni di lavoratori e l’area mediterranea, con
Italia, Spagna, Portogallo, Grecia,
Malta e Cipro, è di gran lunga la più
importante, sia numericamente
che per tradizione sindacale.
Entriamo nel dettaglio dei
due congressi di Roma. La riunione del Mediterraneo ha
affrontato un tema di stretta
attualità, il ruolo del sindacato tra costituzione europea e
strategia di Lisbona.
La Ces si è pubblicamente schierata a favore del nuovo trattato
costituzionale europeo perché
rappresenta un sensibile passo
avanti nel riconoscimento dei diritti sociali, e quindi anche sindacali. La Carta dei diritti fondamentali è diventata parte integrante del trattato. Se considerato dal punto di vista dei dieci
nuovi stati membri dell’Unione
Europea, che scontano debolissimi livelli di tutele sociali e sindacali, la rilevanza è maggiore. Ma
l’impegno del sindacato è soprattutto indirizzato a correggere le
tendenze contraddittorie che
emergono da interpretazioni parziali della strategia di Lisbona.
Obiettivo di Lisbona per l’economia europea è legare l’eccellenza
allo sviluppo socialmente sostenibile e compatibile. Assistiamo, invece, a dinamiche economiche
quasi esclusivamente mirate a
strategie di riduzione dei costi, in
primis il costo del lavoro.
maggiori paesi europei e
sono stati cofinanziati dalla
Commissione Europea),
sui bilanci sociali e codici
etici di comportamento
(con particolare riferimento alle multinazionali). Sul
tema della contrattazione
collettiva europea si sta
concludendo un progetto
pluriennale che ha coinvolto oltre quaranta sindacati
del settore, con l’obiettivo
di creare un benchmark di
riferimento su materie contrattuali importanti quali l’orario di
lavoro e la retribuzione (con particolare riferimento al lavoro
straordinario e ai sistemi incentivanti).
Quale ruolo giocano in questo scenario internazionale
l’Italia e la Fiba Cisl?
L’Italia è certamente all’avanguardia sulla concertazione (il dialogo
sociale europeo è comunemente
considerato una concertazione
“all’acqua di rose”, se non altro
perché non può essere sostenuto
da forme di mobilitazione dei lavoratori su scala europea) e sulle
garanzie contrattuali complessive, economiche e normative. Le
alterne vicende del settore finanziario italiano hanno determinato
un forte ritardo nella costituzione dei comitati aziendali europei
(Cae). In Italia esiste un solo Cae
a legislazione italiana, Generali
Assicurazioni, mentre solo da un
anno a questa parte, grazie alla
presenza nei nuovi stati membri, i
tre maggiori gruppi bancari italiani (Intesa, Unicredit e Imi Sanpaolo) hanno i requisiti per la costituzione del Cae.
La riunione europea si è concentrata sul settore finanziario e su alcune priorità specifiche.
Il presidente di Uni Europa Finanza, lo scozzese Sandy Boyle, così
riassume le priorità del sindacato
europeo del settore finanziario: il
tema della responsabilità sociale
delle banche è la grande priorità
che stiamo cercando di declinare
attraverso iniziative specifiche
sulla formazione professionale
(risale a due
anni fa la dichiarazione
congiunta
banche/sindacati sulla formazione permanente, già
recepita
in
sette contratti nazionali),
sullo stress
(con progetti
che
hanno
coinvolto
i
Le Opa recenti su Bnl e Antonveneta, dentro uno scenario in rapida evoluzione,
stanno evidenziando rischi e
opportunità.
L’opportunità o meglio la necessità, è una tempestiva collaborazione tra i sindacati delle banche coinvolte, come avvenuto con la dichiarazione congiunta dei sindacati di Bbva e Bnl, con l’obiettivo
di tutelare gli interessi di tutti i lavoratori in uno spirito di solidarietà e reciproco sostegno. Il rischio è una situazione reale come
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
5
quella di Abn Amro, con un tasso
di sindacalizzazione prossimo al
20% e il segretario del Cae contemporaneamente
dirigente
aziendale responsabile per il sud
est asiatico! Qui risiede il punto
centrale della discussione, cioè il
ruolo del sindacato nei Cae. Mentre in Italia il sindacato ha il diritto pressoché esclusivo della rappresentanza e del potere negoziale, in Europa già da dieci anni la
Direttiva 45/94CE attribuisce genericamente ai rappresentanti dei
lavoratori diritti di informativa e
consultazione sulle imprese di dimensioni comunitarie. Il problema è che da un lato le imprese
ostacolano i Cae, anche imponendo i propri rappresentanti, dall’altro il sindacato non ha ancora superato il timore di essere espropriato dei propri poteri negoziali.
Quindi, quale soluzione?
Il sindacato deve rendersi conto
che le dinamiche internazionali
stanno diventando una realtà e
che occorre saper sfruttare tutte
le opportunità e gli strumenti,
compresi quelli che la legislazione
europea mette a disposizione di
tutti i rappresentanti dei lavoratori. I Cae restano, ad oggi,
uno strumento privilegiato
per costruire solidarietà tra lavoratori di diversi paesi, e possono
diventare preziosi per perseguire
gli obiettivi del sindacato, ma a
condizioni precise: una vera rappresentanza democratica dei lavoratori dell’impresa, una presenza pervasiva del sindacato aziendale, diritti minimi garantiti a tutti
i lavoratori del gruppo su base
europea, una definizione di materie precise negoziabili (livelli occupazionali, formazione professionale, salario variabile).
FOCUS
CONGRESSO FIBA
All’insegna della
responsabilità sociale
di Angela Cappuccini
La relazione di apertura. Quattro giorni densi di lavoro.
Riconfermato Giuseppe Gallo alla guida della federazione
Q
dacali di categoria, prima fra tutte la Fiba, anche al
mondo globalizzato che rischia sempre più di imbarbarire i rapporti di lavoro e favorire le spinte verso un selvaggio consumismo. Ed è in questo senso che il segretario generale della Fiba, Giuseppe Gallo ha posto all’auditorio una serie di interrogativi pregnanti sul futuro, nella sua relazione di apertura dei lavori: “Abbiamo
una strategia adeguata per i sommovimenti tettonici del
nostro tempo? Abbiamo un progetto? Un’idea di transizione conseguente?”
“Le contraddizioni sociali ed ambientali scatenate dal
modello di crescita dominato dai mercati finanziari – ha
detto Gallo – hanno accelerato la ricerca e favorito la
nascita di razionalità economiche e finanziarie alterna-
uattro giorni di pioggia, di freddo e di bufera,
pochi spicchi di sole a Silvi Marina, dove si svolgeva il VI congresso della Fiba Cisl. Ma
tant’è…congresso bagnato, congresso fortunato? Sicuramente un congresso vivo, partecipato, appassionato: circa 700 i delegati provenienti da tutta Italia, tanti giovani e
tante donne (i sempre assenti nel sindacato, nella Cisl in
particolare). Tanti momenti caldi che hanno emozionato
la platea, a partire dall’intervento del padre Alex Zanotelli alla tavola rotonda, fino alla riconferma, all’unanimità,
di Giuseppe Gallo alla guida della federazione.
Un congresso all’insegna della “Responsabilità sociale:
impegno per un futuro possibile”. Il riferimento è oltre
al protocollo firmato con l’Abi dalle organizzazioni sin-
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
6
FOCUS
tive: il terzo settore dell’economia
non profit, le banche etiche, la finanza etica, il commercio equo e
solidale. Si tratta di brecce, di zone
franche, alla cui costruzione e sviluppo la Fiba ha contribuito direttamente (certamente per la banca e la finanza etica in Italia), che
capovolgono il paradigma dei mercati finanziari: alla redditività di
breve e di brevissimo periodo come principio e fine della strategia e
della gestione d’impresa si oppone
il principio della redditività sufficiente a garantire l’equilibrio economico e patrimoniale, distribuendo ex ante sulle condizioni praticate il profitto atteso.”
“Insieme a Falcri, Fisac-Cgil, Uilca,
Dircredito, – ha proseguito – abbiamo impostato una politica contrattuale che ha assunto come
obiettivo dichiarato l’evoluzione
dalla banca-finanza eticamente
indifferente alla banca-finanza
socialmente ed ambientalmente
responsabile.
È questo il senso politico della piattaforma che presentammo all’Abi
nell’ottobre 2003 “Un Ccnl per le lavoratrici ed i lavoratori in una banca
eticamente e socialmente responsabile” e del “Protocollo per lo sviluppo socialmente ed ambientalmente
sostenibile e compatibile del sistema bancario italiano” sottoscritto
con l’Abi il 16 giugno 2004.
Il Protocollo ha riconosciuto che il
sistema bancario italiano, uscito
dalla crisi tendenziale della metà
degli anni novanta (il rapporto tra
Costo del lavoro e margine di intermediazione ha superato l’obiettivo
programmato per il 2001 di 8 punti
percentuali) può assumere una prospettiva di sviluppo qualificato, secondo l’impostazione di Lisbona
2000, dalla compatibilità e dalla sostenibilità sotto il duplice profilo
ambientale e sociale.
Lo sviluppo, così inteso, rappresenta l’avvio di un percorso finalizzato
Silvi Marina. Ultimi scampoli di conversazioni si trascinano pigramente fuori
dell’immensa sala.A seguire, silenzio di
microfoni già in crisi esistenziale. Si è
“celebrato il Congresso”: che espressione logora e paludata! Non la deglutisco. Perché un congresso si può solo, invariabilmente,“celebrare”? Mi soccorre
lo Zingarelli: celebrare è “compiere un
atto o svolgere un procedimento secondo le regole di rito”. Da un certo punto
di vista ciò è quanto accaduto: si è votato, si è data forma giuridica alle volontà espresse, in una prospettiva di democrazia rappresentativa. Ma l’identità
sindacale non è solo “organizzazione”.
È “organismo”: realtà vivente, pulsante
dinamica di “per” sone (“essere per”).
Mi accanisco nella ricerca semantica,
scoprendo anche che “congresso” significa “incontro in un luogo comune” (la
coscienza collettiva): il che non è affatto un… luogo comune!
Forse qualcuno era venuto solo a “celebrare” un congresso. Ma il nostro Organismo ha messo in moto la sue
enorme capacità di pensiero e di strategia: intelligenze in movimento, pronte
ad anticipare il cambiamento. Spezzato il circolo vizioso dell’autoreferenzialità, perché non osare anche un neologismo sindacale, che esprima e traduca
menti (le nostre) in fermento? Allora:
“cerebriamo” un congresso?
Domenico Iodice
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
7
alla responsabilità sociale d’impresa
come libera opzione strategica della
aziende di credito.
La responsabilità sociale d’impresa è una risposta innovativa ed alternativa al paradigma ideale di
banca, assicurazione, finanza richiesto dai mercati finanziari.”
Inoltre il segretario generale della
Fiba ha sottolineato l’importanza
della concertazione come principio
ispiratore di relazioni sindacali partecipative, sia nelle congiunture di
crisi, sia nelle fasi di sviluppo; l’esigenza di un nuovo patto concertativo per proporre delle soluzioni alla crisi di competitività che sta attraversando il nostro paese. E infine ha
tracciato lo scenario che ci attende:
“uno scenario ormai proiettato nella
dimensione europea. Le offerte
pubbliche di acquisto (Opa) su
Bnl ed Antonveneta lo segnalano
senza ambiguità. Non abbiamo
avuto dubbi a schierarci sul fronte
della difesa delle regole di correttezza e di trasparenza nei confronti
di tutti gli attori; regole faticosamente e tardivamente introdotte
nella normativa italiana sui mercati
finanziari dopo decenni di retaggi
feudali (non ancora completamente
FOCUS
LA SEGRETERIA NAZIONALE FIBA
Giuseppe Gallo,
Segretario generale
Mario Mocci
Guido Cavalieri
Giancarlo Pezzanera
Elena Vannucci
superati), di ‘salotti buoni’, di ‘scatole cinesi’, di patti di sindacato, di
controlli senza proprietà, di mobilità di tutti i fattori produttivi con l’esclusione assoluta dei rapporti di
proprietà. Gli stessi principi, estranei alle pastoie dell’“italianità’, devono valere per i gruppi bancari ita-
liani impegnati in operazioni di acquisizioni europee. Faremo valere,
con rigore e determinazione, nell’assenza di una normativa europea in
materia di ricadute sociali dei processi di aggregazione e di concentrazione sopranazionali di aziende
di credito, le regole del Protocollo
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
8
del 16.6.2004 e del Ccnl 12.2.2005.”
Tanti gli invitati ai lavori che hanno
portato il loro saluto: i segretari
confederali e il segretario generale
della Cisl Savino Pezzotta, i sindacati stranieri, le controparti, i rappresentanti di Dircredito, Falcri, Fisac
Cgil, Uilca, le autorità locali.
FOCUS
COORDINAMENTO DI SETTORE CREDITO
Giuseppe Gallo,
Coordinatore nazionale
Sergio Girgenti
Giampiero Mariani
Giulio Romani, neo eletto
Alessandro Spaggiari
COORDINAMENTO DI SETTORE ASSICURATIVO
Comitato esecutivo
nazionale
Guido Cavalieri,
Coordinatore nazionale
Giovanni Casiroli
Roberto Garibotti, neo eletto
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
9
Cognome e Nome
Cognome e Nome
Amadori Marco
Bellentani Paolo
Biondi Stefano
Bonomo Silvio
Boretti Antonio
Bove Maria Grazia
Cilento Lorenzo
Criniti Nicola
Curtale Vincenzo
De Nigris Urbani
Beniamino
De Rosa Pasquale
Di Lorenzo
Gianfranco
Elisei Paolo
Esposito Giuseppina
Ferlenghi Guigo
Franco Fiorenza
Levantesi Nicola
Loda Maria Rosa
Mancini Pierangelo
Marchiori Paolo
Merlini Pier Paolo
Minneci Mario
Missineo Angelo
Morelli Fiorella
Moriggi Ferruccio
Ovidi Roberto
Panzarino Gennaro
Piccioni Sauro
Pistonina Roberto
Tagliarini Ernesto
Tesi Leonardo
Usai Tonino Mario
Vascello Alessio
Vescogni Maurizio
Zancla Luigi
Zoppetti Claudio
FOCUS
CONGRESSO FIBA
Il tema centrale
è il lavoro
di Andrea Baccherini
Il segretario generale della Cisl
Savino Pezzotta
lancia il patto di legislatura
I
cambiamenti in atto sono così
profondi che il sindacato si trova ad affrontare problemi assolutamente inediti: il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, ha
così esordito di fronte alla platea di
circa 700 delegati al congresso della
Fiba. Spesso – ha continuato – i nostri strumenti di analisi e di proposta non riescono a tenere conto dei
cambiamenti avvenuti.
Mai c’è stata come in questa epoca
tanta ricchezza e tanta povertà nello
stesso tempo frutto anche della proposta liberista che ormai invade e
pervade tutta la società e che provoca l’indebolimento delle protezioni sociali e ha inciso sulle nostre
modalità di pensiero.
Il nostro congresso deve affrontare
un passaggio importante e delicato
per noi e per il sindacalismo italiano. Certo deve servire per l’elaborazione delle nostre strategie, alla elaborazione delle politiche contrattuali, ma soprattutto deve essere l’inizio di un cammino in grado di rilanciare un idea forte del sindacalismo e dei suoi riferimenti ideali. Se
Dal sindacato un surplus di impegno
per coprire i vuoti della politica
“Mi pare di cogliere dalla relazione di Gallo – afferma il segretario della Cisl
Raffaele Bonanni -un messaggio preciso: per poter affrontare con il necessario
entusiasmo le vicende alterne e incerte del nostro presente occorrono motivazioni alte, motivazioni che proiettano il nostro lavoro in un contesto di altissimo livello”.
“Nel nostro tempo stiamo subendo – ha proseguito - anche le vicende di un
corpo politico che è completamente disancorato dal sociale e dalla realtà del
paese. Ciò comporta la necessità da parte del sindacato di un surplus di impegno per coprire i vuoti, in questa materia, della politica”.
Per Bonanni deve restare forte il messaggio di autonomia della Cisl, perché è
un valore fondante del “nostro sindacato e dobbiamo custodirlo con cura. Ed
è solo su questa autonomia che è possibile ricostruire un percorso di unità
sindacale”.
Bonnanni mette ancora in evidenza le contraddizioni di un governo che “fa cose mai viste” e a cui ci si può contrapporre correttamente solo facendo leva
sulla terzietà del sindacato rispetto alla politica.
Parole severe il segretario della Cisl le riserva alla politica antimeridionalista
del Governo. Anni bui in cui abbiamo assistito ad una arretramento dell’economia e delle società del sud. Ne è specchio dei tempi la scomparsa dei grandi banchi meridionali fagocitati dagli istituti di credito del centro nord. Il sud
ha bisogno di una grande banca, ha bisogno di poter accedere al credito almeno agli stessi tassi del resto d’Italia. La politica deve dare le risposte a queste
esigenze.
A.B.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
10
FOCUS
il nostro orizzonte è quello del riformismo
partecipativo, noi sbaglieremmo se lo limitassimo ad una sola questione di metodo.
Riformismo partecipativo vuol dire una rinnovata capacità di rideclinare in modo
nuovo e confacente i tempi che viviamo, le
nostre vecchie e antiche parole d’ordine
uguaglianza e solidarietà.
“Il tema centrale – ha quindi rilanciato Pezzotta – è quello del lavoro, non come mezzo ma come valore. Noi dobbiamo valorizzare le competenze, le professionalità, le
specificità anche all’interno della visione
collettiva che abbiamo dei contratti. Dobbiamo avere attenzione per i lavori poveri,
per riscattarli, per pagarli meglio. Dobbiamo farci carico del gap demografico, ripensare la Bossi Fini e leggere l’immigrazione
non come un pericolo ma come una risorsa. Ed ecco che dobbiamo ripensare il nostro stato sociale.”
Infine il segretario generale della Cisl ha
posto degli interrogativi e delle proposte al
tempo stesso: “In questo paese dobbiamo
comunque fare i conti col sistema che abbiamo. Può il sindacato continuare i questa
defaticante situazione di inseguire finanziaria dopo finanziaria, sciopero dopo
sciopero? E visto che i governi ormai tendono ad essere governi di legislatura non
sarà il caso che all’inizio di ogni legislatura
si determinino le condizioni di un patto di
legislatura e utilizzare i confronti sulla finanziaria per verificare se il Governo rispetta i patti?
Non sarà il caso di cominciare a ripensare i
nodelli contrattuali di cui verifichiamo continuamente la loro ormai scarsa funzionalità? Dobbiamo riproporre un modello di
unità sindacale nel pluralismo delle nostre
diversità, un pluralismo che converge.
Dobbiamo ripensare anche il nostro modello organizzativo adeguandolo ai cambiamenti che ci sono, un modello più flessibile, articolato, in grado di produrre sinergie, un sistema organizzativo decentrato, a rete, che valorizzi la dimensione associativa nel luogo di lavoro, nella struttura territoriale, nella struttura regionale. Un
modello in cui le risorse non siano più
concepite come un qualcosa di mio ma di
nostro.
Per un nuovo modello di relazioni sindacali
“Viviamo in una fase in cui il futuro appare incerto e questo vale per tutti anche per i ricchi. La
molla che ha fatto scattare il nostro impegno la nostra voglia di crescere è nata dall’aver sperato
in un futuro migliore per noi e per i nostri figli. Se questo desiderio, questa speranza viene meno,
questo è già il declino è la depressione.” Così il segretario confederale della Cisl Pierpaolo Baretta ha esordito al congresso Fiba. Eppure – ha proseguito – siamo in un epoca piena di opportunità, piena di cambiamento. Siamo alla fine di un ciclo economico e ne sta già cominciando un
altro spinto dalla globalizzazione dei mercati verso confini non definiti.
Tutto è cambiato ma nulla è già definito. Dobbiamo lavorare perché vengano ridefinite le regole
del gioco nelle quali trovino cittadinanza giustizia sociale e competitività.
Vanno ridefinite le regole del gioco politico. Una democrazia che ti porta al voto ogni 5 anni e
poi si affida solo alla comunicazione televisiva o altro non risponde più alle esigenze dei nuovi
modelli sociali. Così come non può funzionare un mondo in cui le risorse siano concentrate solo nelle mani del 20% della popolazione. Il sindacato si deve attrezzare e lavorare alla costruzione di un nuovo modello di relazioni sociali.
Guardando a casa nostra possiamo dire che stiamo vivendo una fase di recessione che come ha
sostenuto da tempo la Cisl non è iniziata oggi ma ben due anni fa.
Il problema, come altre volte in passato è il debito pubblico che se non lo affrontiamo per tempo
con politiche anche di rigore rischia di aggredire lo stato sociale con le conseguenze spesso
drammatiche che tutti noi conosciamo.
Tre sono le sfide su cui ci dobbiamo misurare: lo sviluppo, la questione fiscale, la questione sociale. Quando le tasse sul lavoro sono al 40% e quelle sulle rendite finanziarie sono al 12% c’è qualcosa che non funziona nel sistema.
Sulla responsabilità sociale dell’impresa dobbiamo stare attenti le aziende cercano di usare questo terreno per acquisire il consenso dei lavoratori prescindendo dal sindacato.
A.B.
Globalizzazione è anche opportunità,
ma il nostro paese perde il treno
Insolito e coinvolgente l’incontro tenutosi con due personalità di spessore: i segretari nazionali
confederali Anna Maria Furlan e Giorgio Santini.
Intrigante la scelta di offrire il loro contributo al nostro congresso sotto forma di dialogo, uno
scambio sui temi di maggiore attualità, che ha reso questo appuntamento vivace e appassionante.
Si è affrontato il tema della globalizzazione sotto un’ottica meno banale del solito: la mondializzazione non è un fatto negativo di per sé ma offre, a chi sa coglierne i frutti, opportunità e sfide.
Cita, Anna Maria Furlan, le parole del presidente del Ghana, quando sostiene che la globalizzazione non può fermarsi all’economia o all’informazione ma deve tendere all’universalità della giustizia, alla libertà di cittadinanza per tutti.
La nostra aspirazione deve essere, come sindacato, quella di ridare speranza e passione soprattutto ai giovani, indicando un percorso da seguire, decidendo di stare dalla parte dei paesi che stanno
faticosamente uscendo da uno stato di povertà e arretratezza, sfruttando le nostre reti internazionali per sostenere la nascita e lo sviluppo nel terzo mondo di un sindacato libero e forte.
Santini affronta tematiche più domestiche. Sottolinea, sulla base degli ultimi impietosi indicatori
economici, come l’Italia stia vivendo il suo più grave periodo di empasse produttiva dal dopoguerra, in un ristagno economico che dura ormai da 4 anni. Il nostro paese, sostiene, ha perso la
strada per indirizzare le sue risorse allo sviluppo. Le nostre grandi capacità di intrapresa, di
rischio, di progettazione sono ad un punto morto. Abbiamo il dovere come Cisl di individuare
tale percorso e di chiederci soprattutto verso quale tipo di sviluppo vogliamo andare. Il protagonismo dei paesi emergenti ci obbliga a cambiare. Utilizza una metafora forte: lo tsunami del
26 dicembre scorso. Arriverà in Europa un’onda competitiva che nessuno fermerà. Se la nostra
economia sarà sulla spiaggia non ci sarà scampo. Se invece ci saremo riparati sulla collina, grazie
ad un riposizionamento competitivo e a una serie di investimenti sul fronte dell’innovazione e
della ricerca, riusciremo a non soccombere, anzi a sfruttare a nostro favore l’enorme opportunità di mercato creatosi.
Il giudizio sulla stagione delle riforme attuate dal governo di centrodestra è spietato. Il nostro
paese sostiene la Furlan, dopo 4 anni è più debole, più povero, più residuale a livello internazionale, con meno equità e meno socialità. Tutti eravamo convinti della necessità di portare a termine le riforme, ma averlo fatto con una maggioranza blindata, senza la partecipazione del parlamento intero e delle parti sociali ha portato a risultati disastrosi.
Si riallaccia a questo discorso Santini, denunciando il tentativo, in atto nel nostro paese, di escludere il sindacato dalle grandi questioni sociali ed economiche. La contrattazione si è fermata, e
dove si ferma la trattativa tra le parti sociali avanza la legislazione, che però non è mai neutra.
Bisogna rilanciare il ruolo del sindacato facendoci promotori di una riforma contrattuale che ci
permetta anche a livello decentrato di gestire i processi di cambiamento.
P.V.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
11
FOCUS
CONGRESSO FIBA
Quale modelllo
per il nostro
sistema finanziiario?
di Pier Luigi Ledda
Alla tavola rotonda tutti concordi
nel denunciare la latitanza della politica
“R
to Pinza (Comm. Finanze Camera Deputati), Edoardo
Massaglia (Unicredito), Fabio Salviato (pres. Banca
Etica), Bruno Tabacci (pres. comm. Attività produttive
Camera Deputati), Alex Zanotelli (Missionario Comboniano).
“Riteniamo sia necessario un cambiamento di strategia
delle imprese e, per quanto ci riguarda, delle aziende
assicurative creditizie e finanziarie”: inizia così la tavola
rotonda con l’intervento di apertura di Gallo, che prosegue: “un cambiamento che chiama in causa tutte le
variabili strategiche. Innanzitutto la governance, l’impresa deve aprire ad una prospettiva di democrazia
economica e all’azionariato diffuso che comprenda i dipendenti; la seconda variabile attiene al fatto che vi è
responsabilità sociale se si innova il modo di produrre
valore tenendo conto delle risorse umane e di tutti i
soggetti che entrano in relazione con le imprese; le ossessive politiche di breve periodo con le campagne
prodotto e di raggiungimento dei budget finalizzate a
realizzare subito profitti determinano spesso delle distorsioni nel rapporto con la clientela e con i dipendenti.
Infine occorre ridistribuire equamente il valore prodotto tra tutti gli stakeholder (dipendenti, clienti, management, azionisti, comunità ed economie locali). In questi
anni di grandi concentrazioni bancarie c’è stata molta
sofferenza nel rapporto tra il sistema creditizio e le economie locali soprattutto per quelle meridionali. In termini più generali i casi Enron, Cirio, Parmalat richiedono interventi correttivi e la Cisl ha una proposta per una
esponsabilità sociale: impegno per un futuro possibile” è stato il tema del convegno tenutosi nella terza giornata del VI°
congresso della Fiba Cisl. Diciamo subito che l’iniziativa
ha suscitato entusiasmo e acceso le aspettative dei 700
delegati i quali hanno assistito, con grande attenzione e
crescente interesse, al confronto che Giovanni Floris,
noto giornalista Rai e conduttore della trasmissione Ballarò, ha saputo sapientemente vivacizzare ed animare. E
i protagonisti della discussione non si sono affatto risparmiati! Infatti hanno risposto con acume alle domande di Floris e sono stati al “gioco” delle reciproche provocazioni riuscendo spesso a strappare applausi ad una
platea sicuramente molto esigente. Dunque possiamo
affermare che la tavola rotonda ha risposto alle attese
ed alle finalità che ci eravamo prefissi, evidenziando come ci sia bisogno di un sindacato che sappia rinnovare
costantemente le forti motivazioni ideali necessarie per
parlare al cuore della gente.
“Le contraddizioni sociali ed ambientali scatenate dal
modello di crescita dominato dai mercati finanziari hanno favorito la nascita di realtà economiche e finanziarie
alternative alla cui costruzione e sviluppo la Fiba ha
contribuito direttamente: il terzo settore dell’economia
non profit, le banche etiche, la finanza etica, il commercio equo e solidale.” Alla tavola rotonda oltre a Floris
sono intervenuti Giuseppe Gallo (segr.gen. Fiba),
Enea Mazzoli (pres.onorario Unipol Assicurazioni, Roberto Mazzotta (pres. Banca Popolare Milano), Rober-
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
12
FOCUS
riforma complessiva dei mercati finanziari che va dalla Tobin tax alla
riforma dei grandi Istituti quali il
Fondo Monetario e la Banca Mondiale, alla remissione del debito, alla clausola sociale”. Su questi temi è
intervenuto l’onorevole Tabacci:
”le vicende di questi anni la dicono
lunga sullo scontro reale che c’è
stato nel nostro paese. Il 31 maggio
2003, in occasione della rituale
“messa cantata” del Governatore, le
questioni Parmalat - Cirio venivano
viste come una responsabilità di
qualche operatore di sportello con
basso spirito etico con evidente
tentativo di rovesciare sul ruolo del
dipendente quello che era avvenuto”. Tabacci ha poi insistito sul ruolo per lui negativo del Governatore
anche nelle recenti Opa bancarie e
indica come un buon esempio ciò
che sta facendo Unicredit con la seconda banca tedesca. Di seguito
Massaglia, chiamato in campo da
Floris come esempio positivo che
deve spiegare se è possibile stare
sul mercato in maniera etica, illustra
la nuova organizzazione di Unicredito e l’introduzione della nuova
Carta d’Integrità. In particolare la
specializzazione delle diverse banche del gruppo garantisce per ogni
tipologia di cliente un offerta di servizi adeguata al suo target. Floris ha
poi dato la parola all’onorevole
Pinza che ha pesantemente criticato il sistema delle stock option e
della finanza che vive sul breve periodo in maniera irrazionale ed autodistruttiva. “Il caso Cirio e il caso
Parmalat hanno dimostrato che il sistema di controlli non solo non funziona, ma è inesistente. Sindaci e
revisori contabili delle società sono
scelti dall’azionista di maggioranza.
Dopo i due gravi scandali finanziari
sembrava che si dovesse varare rapidamente una nuova legge per la
tutela dei risparmiatori. Sono passati due anni e siamo ancora alle discussioni in commissione. Infine, at-
tenzione va posta sul problema del
conflitto di interesse, se sradicarlo è
impossibile bisogna almeno contenerlo. Troppo spesso infatti il governo delle banche è di tipo autoreferenziale, si gioca nel rapporto affidamenti e finanziamento di acquisto di azioni delle banche stesse”. Il
presidente Mazzotta nel suo intervento ha sostenuto che si debba
parlare anche della parte sana e attiva del sistema bancario, di quello
che fa profitto e di come si investe
questo profitto. Più che di controlli
il sistema ha bisogno di reputazione
e valorizzare le sue solidità. E a chi
demonizza la finanza risponde “attenzione la finanza per la finanza è
il male ma c’è il credito che è stru-
“
Riteniamo sia necessario
un cambiamento di
strategia delle imprese e,
per quanto ci riguarda,
delle aziende assicurative
creditizie e finanziarie
”
mento di crescita”. Di seguito Salviato, presidente di Banca Etica,
realtà fortemente proiettata su investimenti in attività eticamente
garantite,
ha
messo in rilievo
come alle garanzie reali Banca
Etica privilegi la
fiducia nel risparmiatore e
nell’investitore.
“Occorre – dice
– una finanza
che sappia rimettere al cenLavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
13
tro l’uomo. Il futuro non sarà per le
grandi aziende ma per le reti e per
chi le saprà governare”. Mazzoli,
nel riportare l’esperienza del bilancio sociale della sua compagnia e
dell’accurata diffusione che ne viene fatta per un’esigenza di sensibilizzazione e trasparenza, concorda
con la necessità di un nuovo sistema di controlli. Infine l’intervento
di Alex Zanotelli, accolto da un
calorosissimo applauso, ha usato
parole che hanno più volte scosso
la platea. “Due cose non sono state
dette – ha affermato – una è che il
legame tra armi e finanza è un legame forte e perverso e l’altra è l’allarme lanciato dall’Onu sulla sopravvivenza del pianeta. Un allarme concreto e drammatico. O ci salviamo
tutti insieme o tutti insieme cadremo a picco. Diamoci da fare perché
vinca la vita”. Nelle sue conclusioni
Gallo ha denunciato la latitanza
della politica che deve mettere in
campo una riforma dei mercati internazionali: le analisi vanno bene –
ha detto – ma le proposte sono deficitarie. Noi siamo solo un sindacato di categoria, ed abbiamo fatto un
atto politico, piccolo, modesto, ma
che apre una breccia, un percorso:
il protocollo per lo sviluppo sostenibile del sistema bancario.
La visione integrale dei lavori è disponibile sul nostro sito dove i lavori congressuali sono stati trasmessi in tempo reale.
FOCUS
di più di Berlusconi, e lo uso come
immagine, è il fenomeno giovanile.
Io penso che il
berlusconismo lascerà una traccia
indelebile in questo paese, soprattutto perché ormai
nei giovani è entrata una certa con- Alex Zanotelli e Giuseppe Gallo al Congresso Fiba
cezione di vita e
cioè: se tu fai soldi puoi far tutto, e questo è devastante. Ce ne vorrà di
tempo per tirarci fuori da questo e risanarci a livello culturale, spirituale
e morale.
Contro il “male freddo”
facciamo sentire la nostra voce
Abbiamo approfittato della presenza alla tavola rotonda di padre Zanotelli,
da sempre in prima fila in difesa degli umili e dei poveri, per farci raccontare
la sua esperienza.
Come mai dopo l’Africa ha scelto di vivere nel rione Sanità a
Napoli?
Potevo andare a vivere a Scampìa ma ho preferito il rione Sanità, il centro città, perché è degradato, ma almeno c’è un minimo di società tradizionale napoletana, ci sono relazioni umane su cui si può costruire.
Scampìa è morta, hanno ucciso tutto, bisognerebbe abbattere anche le
costruzioni. Ho scelto di vivere qui, venendo dall’Africa, perché la mia
gente l’ultimo giorno mi ha imposto le mani e mi ha detto: ricevi lo spirito santo perché tu possa tornare dalla tua tribù bianca e convertirla.
Quindi tornando in Italia posso solo vivere in luoghi, come Napoli, in cui
c’è sofferenza umana.Vivo lì con loro, portiamo avanti una serie di attività vivendo il più semplicemente possibile.
Cosa pensa del dibattito su etica e finanza?
Vorrei citare a questo proposito l’ultimo libro di Jeremy Rifkin Il sogno
europeo nel quale si trova una riflessione che a me pare centrale in questo discorso. Nella nostra società sempre più globalizzata e interconnessa, sostiene Rifkin, si sta manifestando un nuovo tipo di immoralità: il cosiddetto male freddo. Si tratta di un’azione i cui effetti sono talmente
distanti dai comportamenti di chi la compie da non lasciare sospettare
un nesso causale, da non far avvertire un senso di colpa o di responsabilità e rispetto alla quale non interviene nessuna collettività a sanzionare.
Questo è quello che sta succedendo. La finanza è oggi il cuore del mondo, governa tutte le scelte internazionali, e si sostiene con l’indebitamento. Il debito del terzo mondo ammonta a circa 2500 miliardi di dollari e sta stritolando le popolazioni nella morsa della fame (50 milioni di
persone muoiono di fame ogni anno nel mondo). Sono i poveri che foraggiano il sistema finanziario, il debito viene pagato con la fame, la mancanza di servizi sociali, di scuole, di medicinali. Non è possibile che le 3
famiglie più ricche al mondo abbiano un patrimonio pari al Pil di 48 stati
africani nei quali vivono 600 milioni di persone!
Che cosa significa passare dalla baraccopoli in Kenia ai quartieri di Napoli?
Sono due mondi radicalmente differenti. Alla Sanità la gente non è così
povera, i problemi sono la camorra e la sottocultura su cui si innesta la
cultura televisiva, la corsa ad accaparrare soldi per poter vivere al di sopra delle nostre possibilità.Anche se il passaggio dall’Africa a qui per me
è stato duro, la cosa importante è condividere la sorte di queste persone che spesso vengono marginalizzate. Quello che mi domando quando
vado in giro in Italia è fino a che punto questa atmosfera che respiriamo
tutti – chiamiamola borghese – non la assorbo anch’io e se i 12 anni di
anticorpi che mi sono fatto con i poveri in Africa mi aiuteranno a resistere.
Quello che noti in Italia è che più stiamo bene più infelici siamo, perché
questo tipo di società, o meglio di cultura, massificante, materialista,
consumista ci rende tubi digerenti e i tubi digerenti non hanno relazioni,
ed ecco la nascita dell’infelicità.
Noi andiamo dagli psichiatri per farci coraggio, ma dovremmo chiedere
agli psichiatri di curare prima il sistema che non fa soltanto ammattire le
mucche, ci fa ammattire tutti.
Cosa possiamo fare noi come cittadini, come sindacalisti per
dare un nostro contributo?
Io ho la sensazione che noi come chiesa e voi come sindacato, parlo in
termini generali, stiamo diventando funzionali a questo sistema. Possiamo, invece, e dobbiamo, far sentire la nostra voce. Dobbiamo fare pressione, soprattutto oggi alla vigilia del G8, affinché venga cancellato il debito dei paesi africani, così come proposto dalla Commissione Africa inglese. Non c’è altrimenti speranza alcuna per il sud del mondo e non dimenticarci di due parole: armi e ambiente. Esiste infatti un rapporto
strettissimo tra l’industria bellica e la finanza. Gli Usa stanno spendendo
in armamenti 700 miliardi di dollari l’anno, quando, secondo la Banca
Mondiale, basterebbero 40 miliardi all’anno per sconfiggere la fame e le
malattie!
Dobbiamo lanciare un grido d’allarme: l’Onu riconosce alla Terra 50 anni di vita se non modifichiamo il nostro stile di vita, che ha sempre più
bisogno delle armi per essere difeso. È tutto connesso.
Come sindacato dei bancari dovete fare pressione per rompere il rapporto tra armi e banche. Apprendo con piacere che l’Unicredit e Banca
Intesa hanno rinunciato a finanziare le fabbriche d’armi. Bisogna continuare su questa strada.
Lei venne scacciato dall’Italia quando parlava di armi, sotto il
governo Craxi e mandato in Africa. Ora è tornato. Come vede
l’Italia di oggi.
L’Italia è cambiata profondamente, non avrei mai pensato che in dieci anni si sarebbe arrivati a questo, è andata sempre più degradandosi. Non
me la prendo neanche con Berlusconi. Berlusconi è il frutto maturo del
craxismo con cui allora io mi sono scontrato.Abbiamo avuto mani pulite, ma non ne è nata una rivoluzione morale. La cosa che mi preoccupa
Padre Alex Zanotelli nasce a Livo (Trento) nel 1938, completa i suoi
studi a Cincinnati (Usa) e, neI 1964, viene ordinato sacerdote. Parte
come missionario comboniano per il Sudan, restandovi dal 1965 al
1978. Dal 1978 diviene direttore della rivista “Nigrizia”. Nel 1987
lascia la direzione di “Nigrizia”, pur continuando a collaborare con
la rivista. Dal 1994, fino al 2002, padre Zanotelli ha vissuto a
Korogocho, una delle infinite, “per estensione e miseria”, baraccopoli di Nairobi (Kenia). Dall’aprile 2002 è rientrato stabilmente in
Italia dove vive a Napoli, nel quartiere popolare Sanità. È considerato un profeta del nostro tempo.
Ci spiega il significato di questo anello che porta al dito?
È l’unica cosa brasiliana che porto.Viene dai ragazzini di strada del Brasile, molti vescovi in Brasile lo portano ed è il segno di fedeltà ai poveri e
di solidarietà con loro.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
14
FOCUS
CONGRESSO FIBA
La storia siamo noi
di Maurizio Locatelli
Un incontro con chi ha guidato la federazione negli ultimi 30 anni
“C
che le parole contenute nei libri non possono trasmettere.
Ho voluto incontrarli come persone, oltre il ruolo ricoperto, per cogliere lati della personalità forse sconosciuti anche a chi ha condiviso con loro riunioni, congressi,
lotte e conquiste dentro l’organizzazione. Ho ricercato
in loro la motivazione dell’agire sindacale, i loro punti
di riferimento, pensando ai nostri iscritti. I più anziani
conosceranno le persone firmatarie di contratti nazionali che hanno regolato per decenni il loro rapporto di lavoro, i più giovani vivranno momenti di storia di sindacalisti. Spero trovino nelle parole di Franco, Sergio e Eligio stimoli per pensare e scoprire che impegnarsi nel
sindacato è bello e dà soddisfazione.
hi non ha memoria rinuncia alla sua
storia”. La citazione è contenuta nel libro
che la Fiba Cisl mise in stampa per i 50 anni della Federazione.
Al Congresso incontro tre uomini che rappresentano un
pezzo della nostra storia organizzativa. Negli anni passati, tra il 1973 e il 2004, hanno ricoperto il ruolo di segretario generale della Federazione, Fib fino al giugno
1985, e poi Fiba.
Franco Tegoni, Sergio Ammannati, Eligio Boni. Personalmente conoscevo soltanto Eligio, essendo la mia
esperienza sindacale non così datata. Incontrare i massimi esponenti della Fiba è stato toccare con mano la
storia, sentirne le vibrazioni, le pulsazioni, le emozioni
Franco Tegoni, di Parma, classe 1936. Segretario Generale
dal 1973 al 1980. Già da bambino immerso in problemi sociali.
Il padre schedato dal regime. A sei anni ascoltava Radio Londra. Suoi riferimenti culturali i Padri Gesuiti, di cui frequentò la
scuola di formazione sociale a Reggio Emilia. Estimatore della
musica sinfonica, di Bach in particolare.
Franco Tegoni
Sergio Ammannati, di Pisa, 66 anni. Segretario Generale dal
1980 al 1993 Un sogno: il mare, la barca. La barca a vela nel
mare. Immagine di libertà.Voglia di avventura, di girare il mondo. Prima di approdare in banca, svolge diversi lavori. Nonno di
due nipotini, ama le canzoni di Mia Martini. La preoccupazione
per il futuro.
Eligio Boni
Eligio Boni, di Modena, classe 1948. Segretario generale dal
1993 al 2004. La lotta contro le ingiustizie, piccole e grandi, vicine e lontane. L’impronta del Concilio Vaticano II e di don Giuseppe. La siderurgia degli anni novanta, Pierre Carniti, i meninos
de rua… Cantautori preferiti, tra gli altri, Baglioni e De Gregori. L’alto senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori.
Sergio Ammannati
➤
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
15
FOCUS
MAESTRI DI VITA.
A chi ti sei ispirato
nella tua vita
o nel sindacato?
FRAMMENTI DI STORIA
Protagonista nella storia della Fiba.
Un fatto emblematico.
Tegoni. Ho avuto molti punti di riferimento, ma
non ho eletto dei maestri. Nel sindacato la figura di Bruno Storti per la sua capacità di reggere un’organizzazione complessa e Idolo
Marcone, sempre della Cisl, per la sua umanità.
Ammannati. Nel sindacato Tegoni, seppur diverso da me. Nella vita ho pagato sulla mia
pelle tante cose.
Boni. Carniti sul piano delle idee. Nella vita il
mio cappellano all’oratorio, ora vescovo di
Ravenna.
SINDACATO MON
AMOUR
La scelta e l’impe
gno.
Come nasce il tuo
impegno
nel sindacato?
Boni. Dalla volontà di lot
tare contro le ingiustizi
e
sociali, grandi e piccole,
come gli straordinari no
n
pagati.
Ammannati. Avevo la pro
mozione a funzionario
in
tasca, ma mi feci trascinare
dal sindacato. Eletto nella commissione interna,
a fine anni ’60, iniziai sub
ito
una vertenza, il giorno do
po facemmo il sindacato
,
500 iscritti in un giorno
solo.
Tegoni. L’attrazione di un
collega amico, già dirigente
sindacale. Inizia così l’avven
tura nel 1958.
Boni. Essere riusciti a resiDONNE E U
stere alla volontà delle
OMINI
banche di eliminare il sinIN CAMBIA
M
ENTO.
dacato, agganciarsi al moUn sindaca
dello concertativo porlista incon
tra
molte don
tando Abi ad un salto di
ne e uomin
qualità nelle relazioni
i.
Com’è cam
biato
sindacali nel periodo
negli anni
della grande trasformal’uomo?
zione del settore.
Ammannati.
Tantissimo.
Tegoni. Protagonista al
Allora c’eran
collettivi. Si
o sogni
faceva a gara
congresso della svolta
a sognare, vi
chi sognava
nceva
m
eglio. Il risult
di San Marino, con il
ato era la qu
Ora non c’è
alità.
nelle persone
cambio radicale della
la ricerca di
dello alternat
un moivo
dirigenza
Boni. È enco
miabile il se
Ammannati. Mi ricononso di respon
che i lavorato
sabilità
ri dimostran
sco nelle persone che
o,
strato nel se
guire il movim che hanno dimohanno guidato la Fiba
ento sindacal
Tegoni. Ora
e
i rappor ti in
dopo di me. C’è un
te
complessi. Fi
no agli anni ’7 rpersonali sono
pezzo di me in loro.
0 erano più sp
nei, più sempl
ontaici.
Una grande soddisfazione nel mettere la
firma sui contratti di conquiste,
unendo valori e interessi.
.
SINDACATO
L
E
D
E
N
G
suto
COMPA
me hai vis
o
LE DONNE,
C
.
a
li
ig
e fam
alista
Sindacato
ere sindac
s
s
e
l’
a
tr
il rappor to
lia?
e la famig
a mia moglie di
attività. Do atto
into la mia
sia costao ha contraddist
cale, nonostante
da
ism
ar
sin
ol
o
nd
gn
pe
pe
Il
m
Tegoni.
ciare all’i
chiesto di rinun
o.
merinon avermi mai
sissimo sacrifici
os
gr
pagati. Grande
un
,
famiglia
uno dei prezzi
li.
è
so
lia
ig
da
i
m
fa
rc
to a lei, alla mia
ia
e
, ad arrang
ciliare sindacato
chi è
lle piccole cose
di
ne
e
i,
tt
sa
Ammannati. Con
tu
ca
i
a
at
è
i
itu
one, di ch
. Ci siamo ab
e in piedi.
urità delle pers
to della madre
i si vede la mat
la famiglia riman
cu
ità
in
ss
a
ce
ov
ne
pr
a
he
oc
ato a stapr
ci
ut
ai
Boni. È un
re
o
le
che mi hann
lo capendo
So
lie
.
fig
sa
ca
lle
de
da
e
o
lontan
una moglie
rtuna di avere
Ho avuto la fo
me la famiglia.
sie
in
re
o, a tene
re via tranquill
ANI.
GIOV nte
I
A
O
AGGI
ualme e stanno
MESS i a te vir t
ani ch
v
nt
o
a
i
v
g
a
D
di
si
uppo
egnar sti loro?
un gr do di imp
e
di
n
sa dir
lcare ,
,
a
o
s
c
n
:
e
i scava ro sindacale
o
p
d
t
e
a
t
c
a
c
a
o
r
v
e
d
c
la
n
on
tuo
nel si
izio. N
ene il
lo,
e fai b
n ser v
o calco
to è u i carriere . S chiamerà.
a
c
a
d
relativ iù posd
in
i
n
s
i
t
o
l
c
ip
o
I
t
,
n
altri
Boni.
ntura
ualcu
re il p
iottare
in cui q uto con avve scere, a sape opar te né
s
scimm il momento
o
r
n
is
n
v
o
la co t
o va
à
ta a c
à riarriver ati. L’impegn n tanta spin ltato né con ce bene avr
s
o
u
n
c
o
n
is
n
a
a
r
o
Amm
ce il
o è, m
che c
arantis
rsona
è megli
caziomeno sapere non g e. Ma una pe
, per vo delio
iz
n
l
I
v
io
.
r
se
ità
izzaz
sibile
tta per Vivete l’etic rapl’organ
tata fa
.
s
a
tri
c
è
s
dentro
n
o
a
a
v
lt
dei
sce
e in b
io
la
r
.
c
a
o
e
fi
r
t
s
t
e
o
i
e
n
v
v
sp
te
be
i la
tto” d
Chiede
atele a
Tegoni. ché ti sei “ro dacali utilizz
in
er
ne o p o: le libertà s
gn
e
p
im
l’
tati.
presen
FIBA, ADDIO!
Come ti sei sentito
quando hai lasciato la carica
di segretario generale?
Ammannati. Ho lasciato bene la Fiba, con una ferita dolorosa la Cisl.
Tegoni. Sono rientrato in banca ripartendo dall’inizio. È
stata dura. L’impegno ad un livello più basso mi ha sconcertato, ma era stata una mia scelta
Boni. Mi sono sentito vuoto. Abituato a ricevere telefonate ogni minuto, mi sono sentito improvvisamente solo. Ma è durato poco.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
16
FOCUS
CONGRESSO FIBA
Pensieri
in libertà
a cuda di Anna Masiello e Paola Vinciguerra
Opinioni ed impressioni a caldo
dai delegati al Congresso
di Silvi Marina
Elia Randazzo, Palermo 49 anni
,
Gabriella Ferrario
Monza 49 anni
, la relazioOttimo livello di dibattito
are alto è
vol
,
lto
mo
ta
ne mi è piaciu
strategie e
necessario per avere
futuro. Mi è
il
ano
obiettivi che riguard
onda, il dirot
ola
tav
la
he
piaciuta anc
problemi dei
battito. Le criticità: i
to sviscerati.
tan
o
bancari non si son
la sede, ma
sta
que
era
Forse non
leghi questi
quando si torna dai col
problemi e
o
lor
ai
vogliono risposte
Mi porto a
to.
nca
ma
è
forse questo
che cerpiù
casa una motivazione in
tutto ai
rat
sop
ere
cherò di trasmett
non
che
di
mo
nei
e
pi
tem
giovani, nei
po
tem
i
ma
è facile trovare, non c’è
per questo.
Questo congresso lo ricorderò non solo per i contenuti che ho trovato molto
interessanti e che riporterò nella mia realtà
quotidiana, ma perché è stata la prima volta
che ho preso la parola anch’io, quindi ho vissuto un’esperienza personale di grande
emozione e grande soddisfazione. Gli spunti
erano talmente interessanti che la voglia di
esprimere anche la mia opinione, di dire “io
ci sono” è stata forte!
Ho rinnovato il senso di appartenenza, perché ci si sente un piccolo elemento
che partecipa al tutto. La partecipazione è per me fondamentale, perché un progetto collettivo non deve mai dimenticare l’apporto di ogni singola soggettività.
Stefano Mezz
anotte, Pesca
ra 39 anni
Ho avuto il
compito di occupa
rmi, collaborando
dell’Abruzzo Benia
col segretario gene
mino de Nigris, de
rale
lla parte logistica
stata un’esperienz
del congresso. È
a molto gratifican
te , anche se dispe
ndiosa per le
energie profuse, ch
e mi porterò dentro e che mi ha ar
ricchito. Ho parla
to
con i vertici dell’o
rganizzazione e ho
conosciuto person
e che hanno sapu
to apprezzare il no
stro lavoro. Spero
di aver dato il mio
modestissimo contributo per aiutar
e l’organizzazione
a
crescere.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
17
FOCUS
Piergiorgio Celestino, Milano 28 anni
Ho notato con piacere che il processo che porterà alla mozione conclusiva
è stato molto democratico, sono state accolte
anche altre mozioni.
Di Pezzotta mi ha colpito l’idea di recuperare l’idea di sindacato, l’uguaglianza la solidarietà, che
sono valori alla base della nostra organizzazione
che non dobbiamo dimenticare e che dobbiamo
rinnovare e diffondere soprattutto tra i giovani. Io
quando andavo a scuola non sapevo nemmeno
cos’era il sindacato…
Come giovane vivo la precarietà dei miei amici,
dei miei colleghi che comunque pur se precari si
iscrivono al sindacato. Noi dobbiamo cercare il
modo di garantire ai giovani, che sperimentano
questa maggiore flessibilità, la possibilità di fare un mutuo per la casa o altro
in modo che possano vivere anche loro serenamente…
Filippo Mastrovito,
Bari 54 anni
È la prima volta che partecipo ad un congresso nazionale e la cosa che mi ha colpito di più è stato notare attraverso gli
interventi dei vari segretari nazionali Bonanni, Annamaria Furlan, Baretta, come
all’interno della Cisl ci siano posizioni diverse ma quello che prevale, e l’intervento conclusivo di Pezzotta lo ha sottolineato, è il movimento dei lavoratori, l’autonomia, lo spirito di uguaglianza e solidarietà che accomuna tutti noi e rappresenta il bagaglio culturale della Cisl.
Ho provato una grande emozione nel vedere la grande partecipazione e il coinvolgimento da parte di tutti, ha rafforzato
in me la convinzione di far parte di un
gruppo solido e di riferimento, solido in
termini culturali e di riferimento per le
attività da sviluppare in futuro.
È il mio primo co
ngresso, e sto viv
endo
una bellissima espe
rienza, soprattutto
la
giornata di oggi. L’i
nter vento di Pezz
otta,
ha toccato le cord
e che mi hanno ind
otto a fare sindacato
: dalla base fino ai
vertici pur con diversi
compiti e diverse
responsabilità, quello
che si condivide è
un
idea comune, un’ut
opia e la voglia re
alizzarla e di farla diven
tare realtà.
Una cosa che mi è
dispiaciuta è il fatto
che
alcune persone no
n hanno presenzia
to in
modo costante ai
lavori e questo mi
ha
deluso, perché qu
ando veniamo qu
i a
scambiarci concett
i aulici dobbiamo ric
ordarci prima di tutto
che stiamo spende
ndo
tempo e denaro de
i nostri iscritti e qu
esto
dovrebbe renderci
più responsabili.
Giulio Olivieri,
L’Aquila 46 anni
me speciale perché
Questo congresso é per
l’Abruzzo. Ciò mi
e
si svolge nella mia region
tribuire un po’
con
di
à
ilit
ha dato la possib
di vedere il backstaalla sua organizzazione,
nd, la scelta dei rige, l’allestimento degli sta
andato tutto bene
sia
che
cordini ecc.Trovo
che ci ha costretto
e anche il cattivo tempo,
in albergo tutti e
quattro i giorni, mi
ha concesso tanti
momenti di socializzazione, per riallacciare rapporti
con persone che
non vedevo da
tanto tempo.
ttocci,
Achille Ma
anni
labria 46
a
C
io
g
g
e
R
o
rà un contribut
Gabriella Serr
a,
Sassari 38 a
nni
Sandro Testa,
Torino 44 anni
: il nuhanno colpito
Due cose mi
esto
qu
a
i presenti
mero di giovan
te e
an
cc
to
o
ntervent
congresso e l’i
ha
ci
e
ch
li
el
ot
an
xZ
l
profondo di Ale
de
ri
ve
dei più po
aportato la voce
isf
dd
so
de
più gran
mondo. La mia
selezione del mio
l’e
a
at
st
è
o
zione
cc
Ro
le
le territoria
ogretario genera
zi
na
le
ra
ne
siglio ge
Iannò nel Con
ppreo che saprà ra
rt
ce
no
So
.
nale
e daze
an
nostre ist
sentare bene le
.
io
o quadrienn
fattivo al prossim
L’iniziativa che ho apprezzato di più è senza dubbio la tavola rotonda, che ci ha indicato un percorso da seguire di grande condivisione, un grande salto di qualità rispetto ai congressi precedenti. Mi è piaciuto molto lo stand della formazione nazionale, ho
portato i miei ragazzi a visitarlo, sono rimasto colpito dalla qualità dell’allestimento, i cartelloni, i filmati realizzati, dal numero e
dalla qualità degli interventi formativi. Io ho una mia filosofia: per
attirare i giovani verso il sindacato bisogna creare soprattutto
momenti di aggregazione, i miei iscritti sono prima di tutto amici,
persone con cui condividere valori e progetti. Una volta consolidato lo zoccolo duro, il resto viene da se. Io ho molti giovani che
mi chiedono un coinvolgimento diretto nel sindacato, per me è
una grande soddisfazione.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
18
FOCUS
Leo Boschiroli, Reggio Emilia
39 anni
llandi,
Stefano Be
nni
Prato 46 a
È il mio secondo congresso nazionale e questa volta ho potuto apramente
to congresso ve
es
qu
o
prezzare di più la vita congressuale fuori dalla sala convegni. Rispetto
at
i
ov
on
tr
Ho
relazi
prattutto per le
a quattro anni fa mi muovo meglio, mi sento più a mio agio con gli aldi alto livello so di giovedì. Ho appreznda
tri congressisti, conosco più gente. Ho fatto il pieno di emozioni: gli
Ta
di
i
e la tavola roto
ut
rib
modo i cont
ar
ol
ic
rt
interventi di Zanotelli e Pezzotta mi hanno toccato dentro, mi hanno
pa
x
in
le
A
zato
bacci e di
fatto crescere. Mi porto a casa il fatto di stare bene in questa orgala
n
co
li,
Zanotel
nizzazione e la convinzione di avere qualcosa da condividere con i
ca
ri
ca
e
rt
fo
sua
colleghi e gli amici. Ho già mandato diversi sms per sollecitarli a sere
di umanità. Le
guire il congresso on line sul sito, trovo che poter vedere il congrese
lo
al
G
lazioni di
so in diretta sul portale sia stata una grande idea.
ta
ot
Pe zz
mi hanRober to
no conMaiani,
aGenova
fe rm
D
39 ann
o
p
o quattro
to, se
i
giorni di in
c
o
te
n
n
fe
sa
rm
attività con
a della giu
o bisogno,
at
st
gr
e
st
ss
e
e
fo
ss
zz
S
u
ne
a
te
al
d
e, mi porto
rling che n
mai ce
alla
el suo rom ell’analisi politica di
a casa la ri
preconizza
l’appar tenenza
anzo Isole
Bruce
che
ato
en
n
pi
el
q
u
la
de
e
on
lla
R
et
isp
ch
rr
e
co
av
e
totalizzante
p
e
o
va
i
sa
gi
Fiba/Cisl
re
à
bbe diventa
,n
i valori e alla
ta l’azienda
tina di dem ella quale l’uomo, so
mente ai mie
tto la parve
ca
o
ni
cr
L’u
az
.
ta
ia
vi
e
lla
m
de
nza, la pao
ne
gr
d
so
e
az
vi
rn
ia
ia
it
m
”. E il go
à, viene
no stati gli
all’econom verno di tutto è dem schiavizzato “con
nota dolente so
ia, unico o
andato alla
delegati al
biettivo: il
finanza e
quello che
interventi dei
profitto. P
sta succed
e
hi
ng
lu
so
iù o meno
es
endo adess
nosciamo.
dibattito: sp
o nelle azie
La cosa più
nde ch
so
stato scritt
ripetitivi.
o 15 anni fa rprendente è che il ro e comanzo è
circa, in tem
pi non sosp
etti.
Cerchiai ha quindi ribadito l’importanza di relazioni sindacali efficaci (che diano cioè il risultato che ci si attende):“una leva che
permette di coniugare l’esigenza di breve periodo con la stabilizzazione del risultato economico positivo, perché garantisce la
crescita” . Una impresa di assicurazioni si basa sulla fiducia della
gente – ha detto – e la capacità di stare sul mercato è rappresentata dalle risorse che operano nell’impresa. Le risorse umane sono quindi il punto centrale e tali devono restare.
Il presidente di Federasse Alessandro Azzi ha presentato
la vivacità di un “gruppo”, il credito cooperativo, che negli ultimi anni ha visto, in controtendenza rispetto al resto del settore bancario, incrementare gli addetti, i depositi, gli impieghi.
“Un dinamismo riconosciuto anche recentemente dalla Banca
d’Italia nella sua relazione e che dimostra che non si fa banca
solo in termini di grandi aggregazioni. Abbiamo dimensioni
contenute, delimitate nel territorio, ma in grado di competere sul mercato. Siamo banche differenti, non omologate, locali, e non perseguiamo l’obiettivo del profitto ma del vantaggio
ai soci e alle comunità locali. In questa sede si è parlato di responsabilità sociale: per noi è una pratica costante.” Non poteva mancare il riferimento alle trattative in corso: attraversiamo un periodo di particolare impegno che vede due momenti importati, il rinnovo contrattuale e la revisione degli
accordi sulle libertà sindacali, ma partiamo dalla condivisione
dei principi per noi fondamentali della omogeneità e della
specificità.
(A.C.)
Le controparti hanno detto…
Il presidente dell’Abi Maurizio Sella, dopo aver risposto alle
recenti polemiche sull’euro ed aver ribadito i vantaggi che la moneta unica ha portato in termini di tassi di interesse e di inflazione, vantaggi che Sella quantifica in circa 50 miliardi annui, ha risposto alle sollecitazione lanciate da Gallo sul rispetto degli accordi contrattuali, in particolare riguardo alla realizzazione degli
osservatori bilaterali. “Certo che vogliamo farli funzionare – ha
detto.” Inoltre, dopo aver espresso soddisfazione per la felice
conclusione della vicenda contrattuale ha ribadito l’importanza
del metodo concertativo: Non l’ho mai dimesso, nemmeno nei
momenti nei quali altri settori proponevano altri metodi”. E in
tema di responsabilità sociale:“non possiamo imporla alle aziende poiché si tratta di una libera scelta, ma siamo sicuri che porta
grandi vantaggi, purché inserita in un contesto di competitività.
Sella ha quindi illustrato la dichiarazione congiunta recentemente firmata in sede europea sulla corporate social responsibility,
che prevede tra l’altro, formazione al cambiamento (adaption to
change) e alla leadership, gli anni sabbatici, le pari opportunità.
Il presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai, dopo aver illlustrato
le buone condizioni di salute che gode il settore delle assicurazioni in Italia ha rilevato l’importanza di uno sviluppo che abbia
al centro la logica del profitto, ma sostenibile, che permetta cioè
di coniugare il risultato per l’imprenditore con il ruolo che l’impresa deve svolgere nella società moderna.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
19
FOCUS
CONGRESSO FIBA
Comitato nazionale settore credito
Cognome e Nome
Cognome e Nome
Cognome e Nome
Amadori Marco
Anichini
Anichini Emanuela
Bellandi Stefano
Biondi Fulvio
Biondi Stefano
Bottegal
Brunamonti Fabio
Cartelli Mario
Castronovo
Giuseppe
Chiodetto Gianni
Ciani Marco
Cilento Lorenzo
Criniti Nicola
Crociani Gilberto
De Marchi Roberto
De Nigris Urbani
Beniamino
De Rosa Pasquale
De Troia M.Teresa
Delfino Alessandro
Dotto Caterina
Elisei Paolo
Emanuela
Esposito Giusy
Gallo Giuseppe
Gatti Maria Rita
Gemelli Maurizio
Salvatore
Girgenti Sergio
Gobbi Annalisa
Incletolli Mauro
Incletolli Mauro
Leoni Maurizio
Levantesi Nicola
Loda Maria Rosa
Loda Maria Rosa
Lunardon Annamaria
Mancini Pierangelo
Maranella Antonio
Marchiori Paolo
Mariani Pietro
Marino Emilio
Massoglio Ezio
Merlini Pier Paolo
Minneci Mario
Mocci Mario
Morelli Fiorella
Morosinotto
Emanuele
Nevone Pietro
Ovidi Roberto
Palladino Giacinto
Panzarino Gennaro
Pedalino Corrado
Piana Mario
Piarulli Carlo
Piccioni Sauro
Piercesare
Pistonina Roberto
Polimeno Walther
Randazzo Antonina
Elia
Robotti Patrizia
Romani Giulio
Rufini Mauro
Sammarco
Gioacchino
Santus Giuseppina
Santus Giuseppina
Spaggiari Alessandro
Tagliarini Ernesto
Tesi Leonardo
Testa Sandro
Testi Enrico
Toledo Giancarlo
Ugolini Raffaele
Usai Tonino Mario
Vannucci Elena
Vescogni Maurizio
Vittone Nadia
Zancla Luigi
Zoanni Andrea
Fanno inoltre parte del settore credito con solo diritto di parola i responsabili delle sas
di complesso e di gruppo interregionali finanziate
Comitato nazionale
settore assicurativo
Cognome e Nome
Cognome e Nome
Cognome e Nome
Baiocchi Gianni
Beducci Massimo
Bellucci Cristina
Bognani Umberto
Caporali Sandra
Capozzoli Francesca
Casiroli Giovanni
Cavalieri Guido
Ciavarella Luciano
Cicerchia Cesare
Contini Andrea
Curtale Vincenzo
D’andola Loretta
De Falco Raffaele
De Marco Elisabetta
De Noia Alessandro
De Tomasi Paolo
Ferlenghi Guido
Franco Fiorenza
Garibotto Roberto
La Cagnina Francesco
Lo Presti Costantino
Giuseppe
Lobrano Tiziana
Magliocchetti
Giancarlo
Majani Roberto
Mandara Marina
Martinotti Brunella
Marzano Domenico
Matonti Vigilio
Musicco Ivana
Oliva Alberto
Paganini Annamaria
Palleschi Piero
Pavan Fabrizio
Pierini Piero
Pisciaroli Luigi
Quadrana Pasquale
Ranieri Annunziata
Raspa Maurizio
Rochas Andrea
Rossi Sonia
Ruccolo Orietta
Secchi Linda
Somma Maria Rita
Tammaro Matteo
Tucci Luigi
Valentini Roberto
Zelco Marina
Zoppetti Claudio
COLLEGIO SINDACALE
Cognome
Nome
Pirro
Battaglia
Branduardi
Righini
Scotti
Giuseppe
Luigi
Giorgio
Ferdinando
Nicola
Presidente
COLLEGIO DEI PROBIVIRI
Cognome
Nome
Mina
Civale
Gagna
Ianniccari
Portinaro
Guido
Maria Teresa
Giovanni
Amedeo
Guido
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
20
Presidente
FOCUS
Cognome e Nome
Cravero Giovanni
Criniti Nicola
Curtale Vincenzo
De Falco Raffaele
De Marchi Roberto
De Marco Elisabetta
De Nigris Urbani
Beniamino
De Rosa Pasquale
Desideri Michele
Di Lorenzo
Gianfranco
Donnini Maurizio
Dotto Caterina
Elisei Paolo
Ferlenghi Guido
Ferrario Gabriella
Fogu Marco Salvatore
Franco Fiorenza
Gallo Giuseppe
Garibotti Roberto
Gastaldo Mauro
Gatti Maria Rita
Gianuario Giovanni
Giovanni
Girgenti Sergio
Giuliano Domenico
Iannò
Giuseppe Rocco
Incletolli Mauro
Ingegno Gianfranco
Iscaro Agostino
Lanzoni Eros
Levantesi Nicola
Lobrano Tiziana
Locatelli Maurizio
Loda Maria Rosa
Longo Giuseppe
Lunardon Annamaria
Magni Donatella
Magrin Roberta
Majani Roberto
Mancini Pierangelo
Marchiori Paolo
Mariacci Fabio
Mariani Giampiero
Marini Francesco
Marra Emma
Marzano Domenico
Masto Calogero
Mazzola Carmen
Mecangeli Isabella
Menta Tiziano
Merio Dino
Merlini Pier Paolo
Consiglio generale
Cognome e Nome
Struttura
Cognome e Nome
Struttura
Amadori Marco
Baiocchi Gianni
Bartoli Giuseppe
Bedogni Daniele
Bellandi Stefano
Bellentani Paolo
Berti Lauro
Biondi Stefano
Bognani Umberto
Bonanini Lino
Bonomo Silvio
Boretti Antonio
Borriello Anna
Boschiroli Leonello
Bottaro Antonio
E. Romagna
Lazio
Toscana
E. Romagna
Toscana
E. Romagna
E. Romagna
Toscana
Lombardia
Liguria
Toscana
Liguria
Campania
E. Romagna
Liguria
Bove Maria Grazia
Buosi Paola
Calandriello
Francesco
Calò Carmine
Capozzoli Francesca
Caria Salvatore
Caruso Germano
Casiroli Giovanni
Cavalieri Guido
Cerale Andrea
Ciardelli Enzo
Cilento Lorenzo
Conte Angelo
Contini Andrea
Lombardia
Veneto
Lazio
Puglia
Lombardia
Sardegna
Puglia
Piemonte
Toscana
Friuli V.G.
E. Romagna
Sardegna
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
21
Struttura
Piemonte
Veneto
E. Romagna
Veneto
Friuli V.G.
Lazio
Abruzzo
Puglia
Marche
Campania
Friuli V.G.
Veneto
Marche
Lazio
Lombardia
Sardegna
Lombardia
Piemonte
Liguria
Lombardia
Marche
Basilicata
Sicilia
Calabria
Lazio
Campania
Toscana
Lombardia
Marche
Lombardia
Lombardia
Lombardia
E. Romagna
Lombardia
Lombardia
Veneto
Liguria
Lazio
Lazio
Umbria
Umbria
Campania
Piemonte
Sicilia
Lombardia
Lazio
E. Romagna
Lombardia
Lombardia
Cognome e Nome
Minneci Mario
Missineo Angelo
Mocci Mario
Morelli Fiorella
Moriggi Ferruccio
Muzzi Roberto
Olivieri Giulio
Ovidi Roberto
Pacini Andrea
Pafundi Amedeo
Paganini Annamaria
Paltrinieri Sandra
Panzarino Gennaro
Papalini Paolo
Parri Franco
Pavan Fabrizio
Pedalino Corrado
Pellegrino Marcello
Perotti Mariano
Perri Tommaso
Pezzanera Giancarlo
Piccioni Sauro
Pighi Bruno
Pistonina Roberto
Porcaro Elena
Praz Cristina
Ranucci Roberto
Raspa Maurizio
Romani Giulio
Sarlo Guglielmo
Satriani Augusto
Scaglioni Andrea
Secchi Linda
Serra Vincenzo
Signoriello M. Gerarda
Spaducci Giuseppe
Spaggiari Alessandro
Tagliarini Ernesto
Tamburini Ivano
Tammaro Matteo
Tesi Leonardo
Testa Sandro
Tomassoni Fabrizio
Usai Tonino Mario
Valerio Mario
Vannucci Elena
Vascello Alessio
Vecchio Salvatore
Vescogni Maurizio
Vino Francesco
Vitale Tommaso
Zancla Luigi
Zanobini Mara
Zoanni Andrea
Zoppetti Claudio
Struttura
Sicilia
Calabria
Sardegna
Lombardia
Piemonte
Lombardia
Abruzzo
Piemonte
Toscana
Toscana
Lombardia
E. Romagna
Puglia
Marche
Toscana
Veneto
Sicilia
Puglia
Trentino
Calabria
Lazio
Umbria
Veneto
Toscana
Campania
V. D’aosta
Lazio
Friuli V.G.
Campania
Lombardia
Lombardia
Lazio
Lazio
Lazio
Lombardia
E. Romagna
Lombardia
Toscana
Piemonte
Lazio
Sardegna
Molise
Toscana
Veneto
Sicilia
E. Romagna
Puglia
Abruzzo
Sicilia
Liguria
Lombardia
Lombardia
SOCIETÀ CIVILE
a cura di Paola Vinciguerra
Forum sociale antimafia
“Felicia e Peppino
Impastato”
1978-2005
ricordare per continuare
È difficile per me scrivere col necessario
distacco del Forum Sociale antimafia del
7-9 maggio scorsi, tradurre in parole le
tante contrastanti emozioni vissute nelle
tre giornate di Cinisi: il senso di impotenza nel sentirmi siciliana ed insieme di orgoglio e speranza per quei 5 mila giovani
accorsi per la fiaccolata in ricordo di Peppino e Felicia; la commozione provata di
fronte alle toccanti testimonianze delle
donne che dedicano la loro vita alla lotta
antimafia, la tragica consapevolezza di
quanto sia lunga e impari la guerra alla
mafia e alla cultura mafiosa, la voglia di
fare qualcosa, di cominciare da qualche
parte per gridare che la mafia non è
morta anche se è diventata quasi invisibile, anche se non occupa più le prime
pagine dei giornali, anzi proprio per questo è diventata più insidiosa, pericolosa.
La straordinaria
normalità di
Felicia Impastato
7 dicembre 2004. La porta di casa di
Felicia Impastato è chiusa. Per sempre. Il suo sorriso, dietro gli spessi
occhiali, spento. Finalmente in pace
il suo corpo asciutto, forte e fragilissimo, a stretto lutto da quel lontano
9 maggio 1978, giorno della feroce
uccisione del figlio Peppino.
La rivoluzione di Felicia comincia
una settimana dopo la morte del
figlio, quando lei ed il figlio Giovanni presentano un esposto alla
Procura denunciando il movente
mafioso del delitto, contro la tesi
di forze dell’ordine e stampa che
volevano Peppino terrorista e
suicida. Parole pesanti come macigni in quel contesto, che sconvolsero le reazioni obbligate, che
vedevano nella vendetta e nell’omertà l’unica risposta possibile.
“Me lo fecero a pezzetti me figghiu” ripeteva Felicia in dialetto siciliano a chi andava a trovarla a Cinisi, in Corso Umberto 220, a soli
cento maledettissimi passi dalla casa del mandante dell’assassinio di
Peppino, Tano Badalamenti (condannato solo nel 2002, dopo quasi
25 anni di montature e indagini).
È lì che ha continuato ad abitare,
malgrado l’ostilità dei suoi compaesani, ed è lì che accoglieva giovani,
militanti, amici, autorità che trovavano in lei sempre un sorriso, un
gesto, una parola. Parlava con tutti
Felicia “perché tutti devono conoscere la storia di mio figlio”, ma era
felice di parlare soprattutto con i
ragazzi:“è come se vedessi Peppino
tra di voi” aveva detto ai 60 boyscout che aveva ricevuto solo il
giorno prima della sua morte.
Tante le testimonianze, i racconti
raccolti al Forum durante l’incontro in ricordo di Felicia. Ecco i più
significativi.
Rita Borsellino – moglie del
giudice ucciso dalla mafia con
un’autobomba nel 1992 – ha ricordato con gli occhi lucidi: “Felicia era per me una mamma ed
una sorella: si diventa parenti
quando si è avuto in comune un
dolore così grande e diverso. Anche lei come me non si è mai rassegnata, e come me non riusciva
a superare il dolore di non avere
altro su cui piangere che brandelli di carne. Nei momenti di sfiducia e stanchezza mi aiutava il pensiero della sua forza, la sua serenità, la sua perseveranza. I giovani
rappresentavano per lei, come
per me, la vita che sconfigge la
morte. È stata un esempio per
tutti noi”.
L’esperienza di Michela Buscemi è emblematica. Sorella di Salvatore e Rodolfo, uccisi nel 1982,
si costituisce parte civile al maxiprocesso, unica donna del popolo
palermitano assieme a Vita Rugnetta. Le conseguenze sono per
lei pesanti e dolorose: viene isolata dalla famiglia, ripudiata dalla
madre, minacciata e insultata,
emarginata dal suo ambiente.
Legge una poesia scritta da lei
per Felicia, ingenua ma sincera,
racconta la sua esperienza: “ho
voluto bene a Felicia e sono stata
anche gelosa di lei, avrei voluto
avere una madre come lei e non
Peppino Impastato: una vita contro la mafia
Nato a Cinisi, in provincia di Palermo, nel 1948 da una famiglia mafiosa, ancora ragazzo, a causa
delle sue idee e delle sue iniziative antimafia, rompe con il padre, che lo caccia di casa.
Condivide le lotte con i contadini espropriati per la costruzione dell’aeroporto di Palermo (in
territorio di Cinisi), con gli edili e con i disoccupati. Nel 1975 costituisce il circolo culturale
“Musica e Cultura”, che diventa punto di riferimento per i giovani di Cinisi; nel 1976 fonda “Radio Aut”, radio privata autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e
Terrasini, e in primo luogo del capomafia Tano Badalamenti, che aveva un ruolo di primo piano
nei traffici internazionali di droga. Il programma più seguito era “Onda Pazza”, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali.Viene assassinato il 9 Maggio nel corso della campagna elettorale,
con una carica di tritolo posta sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia.Verrà comunque votato ed eletto al Consiglio Comunale. La stampa, le forze dell’ordine parlano subito
di atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto ucciso e, dopo il ritrovamento di una
lettera scritta molti mesi prima, di suicidio. Grazie all’attività della madre e del fratello, dei
compagni di militanza e del centro di documentazione a lui intitolato viene individuata la matrice mafiosa e, sulla base della documentazione raccolta e delle denuncie presentate, riaperta
l’inchiesta giudiziaria. Dopo anni di indagini e depistaggi, nel 2001 la Corte d’Assise ha riconosciuto il mafioso Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L’11 aprile del 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all’ergastolo quale mandante del delitto.
Bibliografia e sitografia
Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia, La Luna, Palermo.
Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli. Pappino Impastato, una vita contro la mafia, Rubettino, 1995,2002.
Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia, Centro Impastato, Palermo 2005.
www.centroimpastato.it
per chi volesse ascoltare stralci di Onda Pazza con la voce di Peppino su Radio Aut: www.
peppinoimpastato.com
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
22
una che quando decisi di denunciare gli assassini dei miei fratelli
(suoi figli) mi disse: “ti auguro di
avere anche tu dei figli ammazzati,
cosi provi il mio stesso dolore!”.
Anche Salvo Vitale, amico fraterno e autore della biografia di
Peppino, animatore dell’associazione “Radio Aut”, parla di Felicia
con la tenerezza e il trasporto di
un figlio: “la madre che ho scelto
e non quella naturale che il giorno dopo la morte di Peppino, vedendomi sconvolto dal dolore mi
disse: “era solo un folle! Non c’è
da piangere, c’è da ridere!”.
Franca Imbergamo, giudice
istruttore al processo sull’omicidio di Peppino Impastato ci consegna la testimonianza più fervida e
incisiva: “ricorderò sempre di Felicia la schiena dritta, lo sguardo fiero, il dolore portato negli
anni con coraggio e dignità. La
sua deposizione al processo è stata cruciale, di enorme valore. Indimenticabile il suo dito puntato
contro Tano Badalamenti, il suo
“voglio giustizia, non voglio vendetta” che ha rotto gli schemi di
una tradizione mafiogena secolare.
Se vogliamo onorare la memoria
di Peppino e Felicia non possiamo
fermarci solo alle verità processuali, dobbiamo tutti noi esercitare
un diritto di critica impietosa. I buchi neri della mafia sono anche i
buchi neri della nostra democrazia. Non si tratta di affrontare
l’altro da noi, e questo rende
difficile battere la mafia”.
Il ritratto che viene fuori da questi e dagli altri interventi che si
susseguono è di una madre, Felicia, distrutta dal dolore ma non
per questo meno implacabile nell’accusare e nel ricordare, protagonista di una vera rivolta culturale: la sua straordinaria normalità.
LEGALE
a cura di Luigi Verde
La
dequalificazione
può sussistere
anche quando
le nuove mansioni
assegnate al
lavoratore siano
previste dal
contratto collettivo
in relazione
alla sua qualifica
(C. Lavoro
7351/2005).
Innanzitutto una sintetica ricostruzione dei fatti e dello svolgimento dei primi due gradi di giudizio. Un dipendente di Poste italiane con la qualifica di quadro di
primo livello, nel periodo
1996/99, ha svolto mansioni di direttore di una cd.“agenzia di coordinamento”, con il compito di
coordinare l’attività di alcune
agenzie di base. Nel ‘99, in seguito
alla soppressione delle agenzie di
coordinamento, i loro compiti sono stati affidati alle filiali. Il dipendente, che fu allora preposto ad
un’agenzia di base con l’attribuzione di un’indennità di funzione
inferiore a quella percepita in
precedenza, ha chiesto al Tribunale di accertare il suo diritto alla
qualifica di dirigente per le mansioni svolte dal ‘96 al ‘99 e di dichiarare comunque che egli aveva
subito una dequalificazione ed
un’illegittima decurtazione dell’indennità di funzione. L’azienda ha
contestato la natura dirigenziale
delle mansioni svolte dal lavoratore come responsabile di un’agenzia di coordinamento e ha sostenuto che questi non aveva subito un’illegittima dequalificazione
con la destinazione a un’agenzia
di base per due motivi: 1) perché
anche per il nuovo incarico era
prevista dal contratto la qualifica
di quadro di primo livello; 2) perché, dopo la soppressione delle
agenzie di coordinamento, si imponeva una valutazione necessariamente elastica delle mansioni,
non potendosi pretendere la assegnazione ad un ruolo ormai
inesistente. Sia il Tribunale che la
Corte di Appello hanno ritenuto
infondate entrambe le domande
La risposta
per iscritto
del lavoratore
alla contestazione
disciplinare
non esaurisce
l’esercizio del
diritto alla difesa,
se è accompagnata
dalla richiesta
di audizione
(C. Lavoro
9066/2005).
proposte dal lavoratore, in quanto, da un lato, hanno escluso che
le mansioni di responsabile di
agenzia di coordinamento comportassero l’elevato grado di autonomia nelle scelte decisionali
proprio della qualifica dirigenziale
e, dall’altro, hanno ritenuto legittimo l’impiego del lavoratore, a far
tempo dal ‘99, come preposto a
un’agenzia di base, rilevando che
anche per tale posizione la disciplina collettiva prevede la qualifica di quadro di primo livello da
lui posseduta. Il lavoratore ha
proposto allora ricorso per cassazione. La Cassazione, nell’accogliere il ricorso del lavoratore, limitatamente alla parte concernente l’esclusione, da parte della
Corte di Appello, della configurabilità di una dequalificazione, nell’assegnazione al lavoratore delle
mansioni di preposto a un’agenzia
di base, ha confermato il principio
di diritto in base al quale “ il divieto di variazioni in “peius” opera anche quando al lavoratore, nella formale equivalenza delle precedenti e
delle nuove mansioni, siano assegnate di fatto mansioni sostanzialmente
inferiori, sicché nell’indagine circa tale equivalenza non è sufficiente il riferimento in astratto al livello di categoria ma è necessario accertare
che le nuove mansioni siano aderenti alla specifica competenza del dipendente, salvaguardandone il livello
professionale acquisito e garantendo
lo svolgimento e l’accrescimento delle sue capacità professionali. A tal fine l’indagine del giudice di merito
deve essere volta a verificare i contenuti concreti dei compiti precedenti e di quelli nuovi onde formulare il
giudizio di equivalenza, da fondare
sul complesso della contrattazione
collettiva e delle determinazioni
aziendali. In particolare – secondo
la Corte – le nuove mansioni possono considerarsi equivalenti alle ultime effettivamente svolte soltanto
ove risulti tutelato il patrimonio professionale del lavoratore, anche nel
senso che la nuova collocazione gli
consenta di utilizzare, ed anzi di arricchire, il patrimonio professionale
acquisito con lo svolgimento della
precedente attività lavorativa, in una
prospettiva dinamica di valorizzazione della capacità di arricchimento del proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze”.
La sentenza, di cui proponiamo,
dopo una sintetica ricostruzione
dei fatti e dello svolgimento dei
primi due gradi di giudizio, le
principali argomentazioni, è di
grande interesse per i lavoratori
e per i sindacalisti giacché interviene a (ri)stabilire un principio,
quello della “cumulabilità”, in
presenza di determinate condizioni, di due forme di difesa a
disposizione del lavoratore e
cioè la risposta scritta e l’audizione orale, che è stato oggetto
nel tempo di valutazioni giurisprudenziali tendenti ad escluderlo, alle quali, ovviamente, i datori di lavoro si sono spesso
conformati nella prassi dei procedimenti disciplinari. Un dipendente di una piccola impresa,
sottoposto a procedimento disciplinare, si è giustificato rispondendo per iscritto alla contestazione dell’addebito e chiedendo
di essere sentito personalmente
con la presenza di un sindacalista
del quale ha fornito nome, cognome e indirizzo. L’azienda senza convocarlo per l’audizione
orale gli ha comminato la sanzione del licenziamento. Il lavoratore ha chiesto al giudice di dichiarare illegittimo il licenziamento
per violazione dell’art. 7 St. Lav.,
commi 2 e 3, in quanto non era
stato sentito a sua difesa, e, comunque, per infondatezza dell’addebito. Il Tribunale ha accolto
la domanda, dichiarando il licenziamento nullo per violazione
dell’art. 7 St. Lav., secondo cui il
datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore
senza avergli preventivamente
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
23
contestato l’addebito e senza
averlo sentito a sua difesa. Questa decisione è stata confermata
dalla Corte di Appello. L’azienda
ha proposto ricorso per cassazione argomentando che essa
non era tenuta a convocare il lavoratore dal momento che questi, con la lettera con la quale
aveva contestato la fondatezza
dell’addebito fornendo la sua
versione dei fatti, aveva esercitato compiutamente il suo diritto
alla difesa. La Suprema Corte, nel
rigettare il ricorso, ha richiamato
il suo insegnamento secondo cui
“ il discolparsi per iscritto “consuma” l’esercizio del diritto di difesa
solo quando il lavoratore nulla dica
circa l’audizione, quando cioè lo
scritto costituisca il preciso segnale
di una scelta, ovvero la rinuncia ad
essere “sentito”; ma, quando, come
nella specie, nella risposta scritta
l’interessato “dice qualcosa”, chiede
cioè di essere ascoltato personalmente, e, peraltro, con l’assistenza
di un sindacalista ben individuato,
non è più dato desumere l’esistenza di una tale rinuncia ed operano
allora necessariamente le conseguenze derivanti dalla espressa richiesta di essere sentito a difesa; in
altri termini, l’opzione sta nella facoltà di presentazione di giustificazioni soltanto scritte. Non è pertanto condivisibile – secondo la Corte
– la tesi della “consumazione” del
diritto di difesa rapportata alla mera esistenza di uno scritto del lavoratore; tesi che non ha alcun appiglio normativo e non è giustificata
nemmeno dal timore di una compressione del potere disciplinare,
che in realtà non sussiste perché
spetta comunque alla discrezionalità del datore di lavoro stabilire i
tempi di fissazione dell’audizione”.
INIZIATIVE
(Io) lavoro positivo
di Marco Ciani
Presentata al Cnel l’indagine
sullo stress in ambiente bancario
I
l 30 giugno sono stati resi noti, nella sede del Cnel a
Roma, i risultati dell’inchiesta svolta dalla Fiba Cisl
sullo stress in ambiente bancario utilizzando come
campione le aziende del gruppo Intesa. Alla presentazione sono intervenuti la segreteria nazionale con Giuseppe Gallo e Mario Mocci, la responsabile Fiba del gruppo Intesa Caterina Dotto, e la psicologa del lavoro Anna Paola Jeri, che ha curato la predisposizione dei questionari. Il lavoro è stato invece illustrato dalla sociologa
Daniela Ferrazza, che ha seguito in prima persona l’inserimento e l’elaborazione dei dati. La rilevazione dei dati è stata effettuata da dicembre 2004 a marzo 2005, mediante la distribuzione capillare e la successiva raccolta
nelle società del gruppo del questionario di rilevazione
dello stress in ambiente bancario denominato Work Positive (Lavoro Positivo).
Principali artefici del successo dell’iniziativa sono state
le rsa del gruppo Intesa, che con costanza e dedizione
hanno collaborato alla riuscita della ricerca.
Nata sotto il patrocinio della Cisl, l’analisi della Fiba ha
avuto fin dall’inizio lo scopo dichiarato di studiare i livelli di stress e le sue motivazioni nel settore creditizio.
In quest’ottica il gruppo Intesa è stato prescelto come
gruppo pilota per un esame che riguarderà in futuro l’intero settore del credito e quello assicurativo. Questo
gruppo creditizio, infatti, per dimensioni e articolazione
territoriale, rappresenta senza dubbio uno spaccato significativo ed un campione della realtà creditizia italiana. Come è stato sottolineato dai relatori, l’indagine di clima della Fiba ha però anche una finalità più importante a cui
tendere. Quella di creare le premesse per la stipula di
specifici accordi di clima nelle aziende bancarie, accordi
che consentano di monitorare e di riportare i livelli di
stress entro limiti accettabili per la popolazione lavorativa.
In questo senso, come ribadito in molte occasioni, l’iniziativa non va intesa come mirata al Gruppo interessato
dall’indagine, ma come una opportunità ricca di valenze positive poiché un’azienda dove la qualità di vita del
dipendente viene promossa è un’azienda dove si lavora
meglio e un’azienda dove si lavora meglio è un’azienda
dove si produce di più e con maggior qualità. Oggi la situazione, dati alla mano, dimostra che molta strada de-
ve essere ancora fatta sotto questo aspetto.
Come emerge dai dati presentati al Cnel, lo stress sul
luogo di lavoro sembra essere frutto di molteplici cause.
Sicuramente tra i fattori più importanti sono da annoverare la inadeguata gestione dei cambiamenti organizzativi,
la sensibile carenza di informazioni, una formazione insoddisfacente, l’inadeguatezza dei livelli retributivi. Segnali meno preoccupanti all’apparenza, anche se non
per questo da sottovalutare, emergono invece dalle domande che hanno riguardato l’orario e i carichi di lavoro
dei dipendenti e la stabilità del lavoro. Molte delle cosiddette domande aperte, dove i colleghi potevano esprimersi scrivendo le proprie impressioni, hanno evidenziato una grossa insofferenza nei confronti delle eccessive
ed improprie pressioni commerciali svolte dalle aziende.
Il “mal di budget” quindi si fa sentire in modo piuttosto rilevante. Anche se è difficile quantificare la portata di questo ultimo aspetto, rileva che esso costituisce certamente
uno dei fattori di maggior disagio lavorativo ed una fonte
considerevole di stress. La comparazione dei dati ha mostrato una situazione migliore nelle aziende del gruppo,
rispetto alla capogruppo Banca Intesa.
Ma quanto incide realmente lo stress sulla salute dei lavoratori?
In Europa lo stress sul lavoro occupa il secondo posto tra i
problemi di salute legati all’attività lavorativa. All’interno
dell’Unione europea interessa oltre 40 milioni di persone
ed è la causa di oltre il 50% dei casi d’assenza sul lavoro.
Ecco perché l’iniziativa della Fiba Cisl, che si inserisce a
pieno titolo nel solco della legge sulla salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro (626/94) capita in un momento appropriato e quanto mai opportuno per affrontare temi, per
certi versi innovativi, ma non per questo meno importanti
per la tutela e la promozione del benessere dei lavoratori.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
24
SERVIZI
a cura dell’Inas Cisl
La previdenza
complementare,
questa
sconosciuta
Il 2005 sembra essere l’anno decisivo per la previdenza complementare nel nostro Paese.
Infatti, una volta emanati dal Governo i decreti legislativi di attuazione della legge 243/2004, scatteranno i 6 mesi nei quali i lavoratori, che ancora non hanno aderito ad un fondo pensione complementare, dovranno scegliere tra:
aderire ad un fondo pensione, dichiarare di mantenere il Tfr (trattamento di fine rapporto) in
azienda e non destinarlo ad alcuna forma pensionistica complementare, oppure non effettuare
alcuna scelta nell’arco di questo
tempo. In quest’ultimo caso, secondo il meccanismo del silenzioassenso, il Tfr verrà destinato alla
previdenza complementare.
La necessità di prendere una decisione entro sei mesi presuppone, però, la conoscenza, da parte
dei lavoratori, di cosa sia questa
previdenza
complementare.
Quanti, infatti, sanno che cosa è la
previdenza complementare, e
perché è necessario iscriversi ad
un fondo pensione? Non molti, a
giudicare dai sondaggi pubblicati
sui quotidiani ed alle analisi della
Commissione di Vigilanza dei
Fondi Pensione.
Il ricorso ad un tipo di previdenza
detta “complementare”, che si affianca quindi a quella obbligatoria
garantita dall’iscrizione ai diversi
Enti previdenziali (Inps, Inpdap, Enpals, e così via), consente al lavoratore di integrare, con un’altra rendita, la propria futura pensione.
Il passo è reso necessario, in particolare, per i lavoratori più giovani, ai quali, al momento della cessazione dell’attività lavorativa, non
pria campagna informativa sulla
previdenza complementare, in
particolare nel corso del consueto incontro annuale con i cittadini denominato “Inas in piazza”,
che si è svolto il 17 e 18 giugno
scorsi nelle piazze e nei centri
commerciali di tutta Italia.
Le sedi dell’Inas Cisl su tutto il
territorio nazionale sono quindi a
disposizione per informazioni e
chiarimenti sulla previdenza complementare, vale a dire per saper
distinguere tra Fondi chiusi ed
aperti, per capire a che tipo di
rendita dà diritto l’iscrizione ad
un Fondo e con quali requisiti di
età e contribuzione, e via dicendo.
sarà più garantito un trattamento
pensionistico quasi equivalente alla retribuzione, come è accaduto
finora. Infatti, molti studi economici mettono in evidenza che il
nostro sistema previdenziale si sta
orientando verso un “tasso di sostituzione” (vale a dire, il rapporto
tra l’ultima retribuzione e la rendita pensionistica) pari al 65%. Ciò
significa che ad esempio, per chi
ha oggi 30 anni di età, il sistema
previdenziale pubblico non potrà
garantire rendimenti superiori al
50% della retribuzione. Inoltre, bisogna tenere presente che i coefficienti di trasformazione, previsti
per il calcolo nel sistema contributivo, dovranno essere rivisti nel
corso del 2005, e non può escludersi che vengano ridotti.
Finora, sono nati 134 nuovi fondi
di previdenza complementare, di
cui 42 di tipo negoziale e 92 di tipo
aperto: nel complesso, risultano
iscritti circa 1.450.000 lavoratori.
Il patronato Inas-Cisl, pertanto,
ha incentrato quest’anno la pro-
Revisione
per infortunio
Mi è stata costituita una rendita per
infortunio il 10.12.1991: entro quale data posso ancora essere chiamato per la visita di revisione? Mi è sta-
to detto che posso essere chiamato
anche oltre il decennio, ma entro un
massimo di altri tre anni e 210 giorni: nel mio caso, quindi, la data ultima di chiamata a revisione corrisponderebbe al 10.6.2005. Vorrei
sapere se è realmente così.
I suoi calcoli sono esatti: potrebbe
essere chiamato a visita entro la
data dal Lei indicata. È però necessario che la valutazione medico-legale sia riferita alle sue condizioni
fisiche al momento della scadenza
del decennio (10.12.2001) e non
oltre.
Qualora il danno residuato fosse
valutato in una percentuale tra
l’11 ed il 15%, la rendita cesserebbe e sarebbe liquidata in capitale,
con un esborso finale da parte
dell’Inail in unica soluzione.
Domande frequenti
Pensione di anzianità per un dipendente statale
Sono un dipendente statale (settore scuola), ho 56 anni di età e 35 di contributi, e sono in fase di risoluzione del
rapporto di lavoro, avendo superato i 18 mesi di assenza di malattia (come previsto dal contratto). Potrò accedere
al pensionamento di anzianità al compimento dei 57 anni (cioè, a gennaio del 2006)?
Ai fini del diritto alla pensione di anzianità Inpdap, i requisiti (sia quello contributivo che quello anagrafico)
devono essere maturati in attualità di iscrizione. Essendo cessato dal servizio dovrà, pertanto, chiedere all’Inpdap l’autorizzazione ai versamenti volontari, in quanto alla data di compimento del 57° anno di età
dovrà trovarsi nella posizione di “iscritto”.
Assunzione invalidi civili
Un lavoratore, al quale viene riconosciuta una invalidità civile pari al 46%, può trasformare il suo rapporto di lavoro, senza licenziarsi, in quello relativo ai soggetti assunti come “categoria protetta” ?
La L.68/99 stabilisce che i lavoratori che divengono inabili allo svolgimento delle proprie mansioni, a seguito di infortunio o malattia, non possono essere computati nella quota di riserva se hanno subito una riduzione della capacità lavorativa inferiore al 60%: quindi, il lavoratore con invalidità al 46% non rientra nella
casistica prevista dalla norma. L’unica sua possibilità sarebbe quella di licenziarsi e poi farsi riassumere come invalido civile, procedura che risulta però piuttosto rischiosa per il lavoratore.
Fino a che età può lavorare una donna?
Mia moglie, dipendente di una ditta privata, compirà 60 anni di età nel 2007, ma a tale data avrebbe solo 33 anni di contributi. Potrebbe continuare a lavorare dopo i 60 anni, oppure sarà obbligata ad andare in pensione?
La donna può decidere di proseguire l’attività lavorativa fino al 65° anno di età, presentando apposita richiesta al datore di lavoro ed all’Inps, almeno sei mesi prima del compimento dell’età pensionabile (60 anni). Se non viene presentata tale domanda, nei termini previsti, il licenziamento può avvenire in qualsiasi
momento dopo il compimento del 60° anno, senza alcuna tutela.
Per la consulenza e l’assistenza necessarie, ci si può recare presso la più vicina sede dell’Inas- Cisl (gli indirizzi si
trovano su www.inas.it, oppure chiamando il numero verde 800 001 303): ricordiamo che la consulenza offerta
dall’Inas è assolutamente gratuita.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
25
RECENSIONI
a cura di Anna Masiello
Aspiranti suicidi
si raccontano…
“La vita che vivevo non mi permetteva di essere … non lo so, di essere
quello che pensavo di essere.[…] Dopo la fine della band l’unico spazio di
autoespressione che mi restava era
congedarmi dalla mia vita irreale: sarei
volato via da quel tetto del cazzo, come Superman. Salvo naturalmente
che non è andata così.” Siamo a pag.
38 dell’ultimo romanzo di Nick
Hornby, ma in quanto a citazioni
esistenzial-umoristiche avrei potuto scegliere già prima a piene mani.
Ed anche in seguito, ovviamente. Infatti da uno spunto tragico, quattro
persone che decidono di suicidarsi
la notte di capodanno, l’autore riesce a costruire un libro molto originale, frizzante e dallo humor a
tratti davvero irresistibile. Martin,
Maureen, Jess e J.J. sono i quattro
protagonisti, a turno narratori della
storia. Ognuno con il suo linguaggio, racconta il suo punto di vista in
una trama che si sviluppa come una
catena da una voce all’altra.
È la notte di capodanno, dicevamo, e i nostri si ritrovano per caso tutti e quattro sul tetto di un
palazzo, la Casa dei Suicidi, per at-
tuare il proposito per cui il edificio è tristemente noto. Ciascuno
ha le proprie motivazioni: Martin
è un famoso presentatore televisivo che in seguito ad uno scandalo ha perso carriera, moglie e figlie; Maureen è una madre ormai
esasperata da un figlio disabile;
Jess è un’adolescente sboccata e
problematica abbandonata dal fidanzato, J.J. è un musicista fallito.
Dopo la perplessità iniziale, causata
dal tragicomico caso di ritrovarsi in
quattro nello stesso luogo con lo
stesso fine(“Il suicidio doveva essere
una cosa mitica. L’ultimo dell’anno era
una notte per falliti sentimentali. Colpa
mia, stupido che son stato. Naturale
che lassù avrei trovato un livello tipo
case popolari. Avrei dovuto scegliere
una data più di classe…”) gli aspiranti suicidi si raccontano, si confidano le loro angustie, fanno amicizia e decidono di scendere giù dal
tetto.A questo punto ricominciare
a vivere non sarà facile, ma potranno contare sul loro legame e sull’intima complicità che li unisce.
“Lo scrittore migliore della
sua generazione” è stato definito dal Sunday Times, bravo lo è di
sicuro soprattutto nel rendere una
vicenda paradossale assolutamente
autentica e credibile. Le emozioni
ci sono, ma non sono mai sulla pagina, bensì fuori, aldilà, sono a portata del lettore, ma mai espresse,
mascherate il più delle volte dall’ironia. Il libro si chiude sul tetto con
l’immagine del London Eye, la ruota
panoramica che domina Londra,
grande e rassicurante presenza, da
quella distanza sembra ferma nel
suo movimento rotatorio impercettibile, e con una domanda dal sapore ancestrale. E forse la vita è
tutta lì, nello spazio temporale tra
una domanda e l’altra.
Due domande a… Giovanni Floris
Trentottenne, giornalista, inviato Rai a New York nel 2001, da
due anni conduttore del programma di informazione e approfondimento della terza rete Rai Ballarò, da qualche mese
anche scrittore, (è appena uscito il suo libro Una cosa di
(centro) sinistra, Mondatori, 2004), Giovanni Floris ha partecipato come moderatore alla tavola rotonda su responsabilità sociale e finanza svoltasi a Silvi Marina nell’ambito
del congresso della Fiba. Con la semplicità di chi ama visibilmente il proprio mestiere, avulso dai protagonismi che spesso accompagnano la notorietà, sorridendo, ha risposto alle nostre domande.
Qual è, se c’è, il libro che ti ha cambiato la vita?
La Montagna Incantata senza dubbio (Thomas Mann, Corbaccio)! Io ero, anzi sarei,
un grande lettore di classici, ora sono purtroppo costretto dal mio lavoro a leggere praticamente solo libri che riguardano l’attualità, libri sulla guerra, sul mercato del lavoro, sulla finanza. D’estate torno a libri un po’ più impegnativi, però
oltre La Montagna Incantata le mie letture preferite riguardano la Mitteleuropa e
l’inizio Novecento. Sono un lettore che non si arrende, non lascio mai a metà i
libri, anche se non mi piacciono, mi obbligo a finirli e poi li sottolineo.
Il libro che in questo momento hai sul comodino?
L’ultimo libro di Giulio Giorello Di Nessuna Chiesa. La libertà del laico (R. Cortina Ed., 2005) sulle ragioni dei laici. Dovendo preparare la trasmissione sui
referendum sulla legge 40/2004, sono riuscito a tenere insieme le letture dei
sì e dei no, adesso tocca al sì, dopo Claudia Navarini sulle posizioni del no
(Procreazione assistita? Le sfide culturali: selezione umana o difesa della vita, Portalupi Ed., Casale Monferrato, 2004).
Bancari…
ma non solo!
Mario Ulderici è un nostro collega,
un bancario. Si rimane sempre un
po’ sorpresi, ci si immagina lo scrittore come un personaggio romantico fuori dal mondo, stupisce sapere
che può essere il collega della scrivania accanto… È in ottima compagnia, se pensiamo a Pontiggia, o Tullio Avoledo. Minimalia è una raccolta
di racconti. Leggerli è un piacere, un
po’ come fare un viaggio nella realtà
a velocità ridotta, come andare in
un treno, quelli di una volta, (o forse
anche di ora in certe zone!) quei
regionali che attraversano lentamente il paesaggio fermandosi ad
ogni stazione, magari in seconda
classe in un giorno festivo. Un viaggio tranquillo, fatto con un mezzo
antico attraverso paesi e cittadine
con le loro piccole stazioni, ognuna
con la sua personalità, ognuna che
ci racconta una storia. E vi troviamo
il Bar Sport con i suoi avventori, un
calzolaio che fa ancora le scarpe a
mano, un adolescente con i suoi
turbamenti dietro cui si intravede
l’autore stesso, e così via. La caratteristica di queste storie è quella di
rendere protagonisti i singoli gesti
quotidiani, le sensazioni, le emozioni
Nick Hornby, Non Buttiamoci giù, Ugo Guanda Ed.,
Parma, 2004.
INDOVINA L’INCIPIT:
“Il suono del disco che cade sul piatto è un sospiro veloce, che sa appena
un po’ di polvere.”
Inviare la soluzione a [email protected].
Sarà pubblicato il nome del primo lettore che indovinerà la risposta esatta.
La risposta al quesito del numero scorso era LE NOTTI BIANCHE di Fedor Dostoevskij.
La lettrice che ha risposto per prima è Giovanna Gava Cella di Milano.
Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005
26
semplici, quelle ‘piccole cose’ che
danno il sapore alla vita, con un ritmo che abbiamo quasi dimenticato,
tipico della provincia. Del resto anche i grandi avvenimenti della vita in
realtà altro non sono che un puzzle
di tanti piccoli eventi, che è la maniera con cui la memoria si appropria delle cose e ci restituisce la nostra storia.
Mario Ulderici, Minimalia Storie minime di provincia, Soc. Ed. Il Ponte Vecchio,
Cesena, 2004)
I SERVIZI DELLA FIBA CISL
La Fiba cerca di offrire ai propri iscritti opportunità di risparmio, dalla spesa quotidiana agli
acquisti straordinari. Come iscritto, ti sono riservati vantaggi e servizi. Hai a tua disposizione
servizi di consulenza gratuita che puoi richiedere per posta, fax o e-mail quali:
– Consulenza Giuridica, Consulenza Fiscale, Consulenza Previdenziale:
I nostri consulenti ti informano e ti consigliano nel modo più efficace e ti indicano il comportamento legalmente più corretto, aiutandoti a risolvere eventuali problemi. Se necessario, intervengono direttamente per arrivare ad una soluzione rapida e amichevole della controversia.
– Consulenza Assicurativa:
Un servizio on-line per aiutare tutti coloro che hanno un problema assicurativo (polizze e sinistri rca; infortuni, danni da
incendio/furto, responsabilità civile ecc).
– CONVENZIONI –
Gli iscritti presentando la tessera FIBA possono usufruire di sconti in diversi punti vendita sparsi in Italia, nei vari settori:
ASSICURAZIONI E CREDITO,TURISMO (viaggi, alberghi, ristorazione), ELETTRONICA E VARIE.
Per conoscere i dettagli delle convenzioni nazionali e regionali
visita il sito www.fiba.it e clicca nel link “per gli iscritti”, troverai:
– La tabella dei PREMI ANNUALI DI RIFERIMENTO POLIZZE RC VEICOLI A MOTORE
– OFFERTE TURISTICHE,
– I CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IAL Cisl.
INFINE TROVERAI:
Novità: polizza RC Auto grazie ad un accordo con un broker assicurativo siamo riusciti ad ottenere una tariffa RcAuto
tra le più vantaggiose del mercato. Potrai acquistare la polizza
online direttamente da casa tua. Scopri quanto puoi risparmiare sulla tua polizza auto, clicca su:“Per gli iscritti”
SUCCOACIDO
– TANTE NOTIZIE UTILI su pubblica amministrazione, fisco, lavoro,
previdenza, sanità, turismo, privacy e scuola;
– le CONVENZIONI stipulate dalle strutture Regionali,Territoriali e
dalle Sas.
APRI UNA CASELLA
DI POSTA FIBA COSÌ
POTRAI RICHIEDERE
([email protected])
LE NEWSLETTER
SUI SERVIZI FIBA
Ricordati, in caso
☞
di cambio di indirizzo,
di rettificare la tua iscrizione
Per ulteriori informazioni:
www.fiba.it
un sito che ha 70.000 visitatori mensili e che vede crescere quotidianamente gli accessi e le visite grazie ai nuovi strumenti messi a disposizione