Lavoro Bancario e Assicurativo
Transcript
Lavoro Bancario e Assicurativo
Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma rivista bimestrale, numero 3 VI CONGRESSO NAZIONALE All’insegna d e l l a re s p o n s a b i l i t à sociale All’interno: Il documento finale Inoltre: Presentata l’indagine sullo stress – Il libro: due domande a… Giovanni Floris SOMMARIO rivista bimestrale, numero 3 Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma N. 3 GIUGNO/LUGLIO 2005 VI CONGRESSO NAZIONALE All’insegna d e l l a re s p o n s a b i l i t à sociale 3– Editoriale di Giuseppe Gallo 4– Il diario di Bak a cura di Andrea Baccherini 5– Internazionale a cura di Maurizio Locatelli 6– Focus Congresso Fiba All’insegna della responsabilità sociale di Angela Cappuccini All’interno: Il lavoro tema centrale di Andrea Baccherini Il documento finale Quale modello? di Pier Luigi Ledda Intervista ad Alex Zanotelli Inoltre: Presentata l’indagine sullo stress – Il libro: due domande a… Giovanni Floris La storia siamo noi di Maurizio Locatelli Pensieri in libertà di Anna Masiello e Paola Vinciguerra Direttore responsabile: Giuseppe Gallo Comitato di direzione: Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri, Giuseppe Gallo, Sergio Girgenti, Pietro Mariani, Mario Mocci, Giancarlo Pezzanera,Alessandro Spaggiari, Matteo Tammaro, Elena Vannucci, Marina Zanobini Redazione: Andrea Baccherini, Umberto Bognani,Angela Cappuccini, Giusi Esposito, Pierluigi Ledda, Maurizio Locatelli,Anna Masiello, Paola Vinciguerra Fotocomposizione e ricerca iconografica: Antonella Di Girolamo 22 – Società civile a cura di Paola Vinciguerra 23 – Legale a cura di Luigi Verde 24 – (Io) lavoro positivo di Marco Ciani 25 – Servizi a cura dell’Inas 26 – Recensioni a cura di Anna Masiello LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO Aut. decreto n. 236/92 del 15/04/1992 - reg. stampa Roma Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma Direzione e amministrazione: Via Modena 5, 00184 Roma Tel. 06/4746351 - Fax 06/4746136 e-mail: [email protected] sito web: www.fiba.it Fotolito: Top Colors srl - Via Giamaica, 6 - 00040 Pomezia (Roma), tel. 069107235 Stampa: Società Tipografica Romana srl Via Carpi, 19 - 00040 Pomezia (Roma), tel. 0691251177 Tiratura: 83.000 copie GLI AUTORI Giuseppe Gallo segr. gen. Fiba Cisl Andrea Baccherini red. Conquiste del Lavoro Maurizio Locatelli resp. formazione Fiba Lombardia Angela Cappuccini resp. uff. stampa Fiba Cisl Domenico Iodice ricercatore dip. naz. Fiba Pierluigi Ledda resp. dipartimento naz. formazione e ricerca Fiba Marco Ciani segretario di coord. Fiba Cisl Gruppo Intesa Luigi Verde resp. uff. legale Fiba Achille Cadeddu e Giuseppe Gargasso autori vignetta EDITORIALE Unicredit-Hbv: in attesa del piano industriale di Giuseppe Gallo Il Segretario generale Fiba Cisl Giuseppe Gallo Non potremo condividere operazioni che abbiano quale unico obiettivo quello di creare valore per i soli azionisti, finendo per subordinare a questo scopo le compatibilità sociali. La responsabilità sociale è stata il filo conduttore del nostro congresso al quale abbiamo dedicato questo numero della rivista La fusione-acquisizione di Unicredit con Hypovereinsbank si è decisa proprio nei giorni in cui si svolgeva il nostro congresso nazionale, infatti Alessandro Profumo, impegnato nella definizione dell’operazione, non ha potuto essere presente alla nostra tavola rotonda (al suo posto è intervenuto il dott. Edoardo Massaglia). Del nuovo colosso europeo se ne è parlato ed i partecipanti alla tavola rotonda hanno riportato Unicredit quale riferimento positivo per il nostro sistema bancario. La realizzazione della fusione piace al mercato, a banchieri e industriali. Insomma, trova riscontri positivi nell’intero paese e soddisfa persino Bruxelles. Da parte nostra, al di là di generici auspici o di sommarie valutazioni circa la necessità di una maggiore integrazione del sistema finanziario europeo, restiamo in attesa di conoscere nel dettaglio il piano industriale e soprattutto le ricadute che avrà sull’occupazione e le prospettive strategiche per l’impresa stessa. Al momento sappiamo che si prevede entro il prossimo triennio una riduzione di circa il 7% della forza lavoro e che l’impatto in Italia sarà comunque limitato: le riduzioni previste sono del 2% e il taglio interesserebbe 800 posti di lavoro. Una volta acquisite le informazioni potremo valutare al meglio ma, certamente, non potremo condividere operazioni che abbiano quale unico obiettivo quello di creare valore per i soli azionisti, finendo per subordinare a questo scopo le compatibilità sociali e per rinunciare a coniugare la creazione di valore alla responsabilità che una banca deve avere nei confronti di tutti gli stakeholder. Troppo spesso infatti la responsabilità sociale diventa più una enunciazione di principio che un comportamento concreto. Il protocollo Abi del 16 giugno 2004 invece è finalizzato ad uno sviluppo del sistema bancario socialmente ed ambientalmente sostenibile ed è improntato alla difesa degli interessi di tutti gli stakeholder, siano essi dipendenti, clienti, comunità locali, azionisti. Con questa impostazione dovranno confrontarsi tutte le aziende, sia quelle che provengono dall’estero e che dovranno porre al centro dell’attenzione la qualità delle risorse umane, le garanzie occupazionali, la qualità nei rapporti con la clientela, i rapporti con le economie di riferimento, sia i gruppi bancari italiani all’estero, a cui chiediamo una significativa qualificazione delle normative comunitarie sui comitati aziendali con particolare riferimento ai diritti fondamentali dei lavoratori, alla salute, alla sicurezza, alle tutele occupazionali. La responsabilità sociale è stata il filo conduttore del nostro congresso al quale abbiamo dedicato questo numero della rivista. Un congresso sicuramente impegnativo nel quale la nostra organizzazione si è interrogata a fondo sulle problematiche che caratterizzano il mondo del lavoro, il sistema economico produttivo e finanziario. Circa 700 partecipanti hanno portato il loro contributo, la loro passione, la loro attenzione. A loro, a voi tutti, a questo tessuto di quotidianità operosa di una organizzazione fatta di persone, al servizio delle persone, va il nostro ringraziamento più forte. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 3 IL DIARIO DI BAK a cura di Andrea Baccherini Ripercorriamo i fatti più significativi che hanno visto la Cisl e il sindacato protagonisti negli ultimi mesi. 15 aprile 2005 – Sciopero nazionale dei metalmeccanici. Ferrania: da oggi cassa integrazione per tutti. 19 aprile – Berlusconi non si dimette. Conclave: la prima fumata è nera. 20 aprile – Eletto papa Benedetto XVI. Alla quarta votazione i voti convergono sul nome di Ratzinger. Un pontefice tedesco dopo 950 anni. 21 aprile – Si dimette il Governo.Tarelli, segretario generale degli statali della Cisl, replica alla Presidenza del Consiglio: il contratto è un atto dovuto. 25 aprile – Sessant’anni di libertà. Celebrazioni in tutta Italia. Reincarico per il nuovo Governo a Berlusconi. 28 aprile – Parte da Scampia il ricatto del Meridione. Editoriale su Conquiste del Lavoro di Epifani, Pezzotta e Angeletti. 30 aprile – Pezzotta critica la composizione del nuovo Governo ma aspetta i fatti per giudicare. 1 maggio 2005 – Oltre 50.000 persone riunite a Scampia con Epifani, Pezzotta e Angeletti. 5 maggio – Contratti pubblici: riunita l’Assemblea nazionale dei delegati di Cisl Cgil e Uil. Il sindacato chiede al Governo di rifare i conti. Approvato al Senato il maxi emendamento sulla competitività. 6 maggio – Gli statali intimano al Governo: o contratto o lotta. La Filca denuncia: la situazione degli infortuni sul lavoro resa più pesante per la consistente presenza di lavoro nero nell’edilizia. 10 maggio – Contratti pubblici: è l’ora della verità. Ferrovieri preparano lo sciopero per il contratto dopo la rottura delle trattative. 11 maggio – La Cisl rilancia le priorità del sud. Ironica la Fnp Cisl sulla possibilità, prevista dal decreto sulla competitività, per i pensionati di indebitarsi. 12 maggio – Passa alla Camera il decreto sulla competitività. Contratti pubblici: Governo ostaggio di Lega e Confindustria. 13 maggio – Allarme economia, l’Italia segna il passo. 14 maggio – Berlusconi sconfessa i ministri per il rinnovo del contratto degli statali. Ferrovie ed Elettolux: scioperi ad alta adesione. 18 maggio – Papa Benedetto XVI ringrazia la Cisl per gli auguri. Sconcerto e rabbia in Cisl per il rapimento in Afganistan di Clementina Cantoni. Conti pubblici in ribasso. Le tute blu annunciano lo sciopero per il 10 giugno. Commemorato D’Antona a sei anni dall’omicidio ad opera delle brigate rosse. 19 maggio – Governo-parti sociali, un vertice fuori tempo massimo. È emergenza sfratti, l’Esecutivo latita. 25 maggio – Per l’Ocse il deficit italiano nel 2005 salirà al 4,4%. L’Istat fa la radiografia ad un paese in crisi. 21 maggio - È scontro sul contratto del pubblico impiego: il Governo non rispetta gli accordi. 27 maggio – Italia-Africa 2005. L’impegno del sindacato italiano. Ciampi frusta il governo sull’economia: bisogna agire senza attendere le elezioni. Progetto Africa “Per il sindacato l’Africa rappresenta un punto di riferimento importante per le sue culture, per i suoi valori e per questo è sempre forte il nostro impegno contro la guerra, la miseria, a sostegno della pace. Occorre però che l’Europa si interessi maggiormente di questi argomenti”. Savino Pezzotta, leader della Cisl, illustra così l’impegno del sindacato a sostegno del Continente africano. L’occasione è stata un’altra importante iniziativa svoltasi a Roma, alla fine di maggio, con un corteo che partito da piazza Barberini, è giunto a Piazza del Popolo, dove un concerto dei più importanti nomi della musica italiana e internazionale ha evidenziato con parole e note l’opposizione alle guerre e alla povertà. Una maglietta, indossata anche dal segretario generale Cisl, con su scritto “North Nigeria, stop using children soldiers (Nord Nigeria, stop all’uso dei bambini soldato) ricorda al mondo una piaga che vede, secondo stime internazionali, impegnati in conflitti in Africa 120 mila giovani under 18. Negli ultimi 10 anni è documentata la partecipazione a scontri armati e a guerre vere e proprie di bambini dai 10 ai 16 anni in 25 Paesi. Alcuni sono soldati a tutti gli effetti, altri sono usati in compiti definiti logistici (munizionamento, vettovagliamento). Altri vengono regolarmente reclutati nelle forze armate del loro Stato, altri ancora fanno parte di eserciti che si oppongono ai Governi in carica. In tutti i casi sono esposti ai pericoli della battaglia e delle armi, trattati brutalmente e puniti in modo estremamente severo per gli errori. Anche le ragazze, sebbene in misura minore, sono reclutate e frequentemente soggette allo stupro e alle violenze sessuali. In Etiopia, per esempio, si stima che le donne e le ragazze formino fra il 25 e il 30% delle forze di opposizione armata. Per questo occorre esportare in Africa lo sviluppo.“La Cisl – ricorda Savino Pezzotta – prosegue il suo impegno con il progetto Africa per creare una nuova classe dirigente e per portare avanti i processi di cooperazione. Ma non basta. Occorre che l’Africa diventi una questione politica per l’Europa”. Lo stesso Pezzotta ha poi chiesto, a proposito dell’immigrazione, di cambiare la legge Bossi-Fini. Per il segretario della Cisl del Lazio, Francesco Simeoni, è necessario parlare oggi anche di potenziamento delle risorse per i Paesi africani e non solo di Cina e di India. E Salvatore Biondo, neo segretario generale aggiunto della Cisl di Roma, ricorda i numerosi progetti di cooperazione sia per lo sviluppo economico sia per la crescita delle istituzioni politiche e sociali, ad iniziare dai sindacati. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 4 28 Maggio – Statali, s’avvicina l’intesa. Nel 1980 le Br uccidono Walter Tobagi. 30 maggio – Accordo raggiunto per il Pubblico Impego. Pezzotta: “e ora affrontiamo la riforma della contrattazione”. Cade un elicottero in Iraq, morti 4 militari italiani. Anche gli olandesi bocciano la costituzione europea. 31 maggio – Fazio frusta il Governo: l’Italia a crescita zero e il deficit nel 2005 supererà il 4%. 3 giugno – Scioperano i portuali. Il ministro Maroni convoca i sindacati per giovedì per riaprire il confronto sul tfr. 7 giugno – La Cisl rinvia a dopo il suo Congresso la discussione sulla riforma del modello contrattuale. Si fa viva l’ala riformista della Cgil. 10 giugno - Si è concluso il congresso della Fiba con la riconferma di Giuseppe Gallo segretario generale 10 giugno – Ancora nulla di fatto sul tfr. Se ne riparlerà a fine luglio. 14 giugno – Referendum sulla fecondazione assistita: vince l’astensione. Unicredito si fonde con Hvb: è la prima vera banca a dimensione europea. 16 giugno - Il Governo rinvia il taglio dell’Irap: per Confindustria è una decisione grave, per la Cisl è stato evitato il peggio. Alla Saiwa firmato l’accordo senza la Cgil. INTERNAZIONALE a cura di Maurizio Locatelli La settimana internazionale del sindacato europeo del settore finanziario A Roma si sono tenuti due congressi importanti, dal 16 al 20 maggio, il congresso dell’area mediterranea e il congresso europeo. Un’occasione per fare il punto della situazione sul sindacato internazionale con il responsabile dell’ufficio internazionale Fiba-Cisl Luciano Malvolti. I lavoratori incontrano il sindacato a livello aziendale e nazionale. L’attività internazionale del sindacato è sconosciuta ai più! Quali sono i numeri e le strutture del sindacato internazionale? La federazione internazionale dei sindacati dei servizi è l’Uni (Union network international) che rappresenta più di 16 milioni di lavoratori nei settori finanziario, comunicazioni, commercio, media e spettacolo. A sua volta l’Uni è parte sia della Ces (Confederazione europea dei sindacati) sia della Cisl Internazionale (la confederazione mondiale). Il settore finanziario banche e assicurazioni- rappresenta in Europa circa 1,3 milioni di lavoratori e l’area mediterranea, con Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro, è di gran lunga la più importante, sia numericamente che per tradizione sindacale. Entriamo nel dettaglio dei due congressi di Roma. La riunione del Mediterraneo ha affrontato un tema di stretta attualità, il ruolo del sindacato tra costituzione europea e strategia di Lisbona. La Ces si è pubblicamente schierata a favore del nuovo trattato costituzionale europeo perché rappresenta un sensibile passo avanti nel riconoscimento dei diritti sociali, e quindi anche sindacali. La Carta dei diritti fondamentali è diventata parte integrante del trattato. Se considerato dal punto di vista dei dieci nuovi stati membri dell’Unione Europea, che scontano debolissimi livelli di tutele sociali e sindacali, la rilevanza è maggiore. Ma l’impegno del sindacato è soprattutto indirizzato a correggere le tendenze contraddittorie che emergono da interpretazioni parziali della strategia di Lisbona. Obiettivo di Lisbona per l’economia europea è legare l’eccellenza allo sviluppo socialmente sostenibile e compatibile. Assistiamo, invece, a dinamiche economiche quasi esclusivamente mirate a strategie di riduzione dei costi, in primis il costo del lavoro. maggiori paesi europei e sono stati cofinanziati dalla Commissione Europea), sui bilanci sociali e codici etici di comportamento (con particolare riferimento alle multinazionali). Sul tema della contrattazione collettiva europea si sta concludendo un progetto pluriennale che ha coinvolto oltre quaranta sindacati del settore, con l’obiettivo di creare un benchmark di riferimento su materie contrattuali importanti quali l’orario di lavoro e la retribuzione (con particolare riferimento al lavoro straordinario e ai sistemi incentivanti). Quale ruolo giocano in questo scenario internazionale l’Italia e la Fiba Cisl? L’Italia è certamente all’avanguardia sulla concertazione (il dialogo sociale europeo è comunemente considerato una concertazione “all’acqua di rose”, se non altro perché non può essere sostenuto da forme di mobilitazione dei lavoratori su scala europea) e sulle garanzie contrattuali complessive, economiche e normative. Le alterne vicende del settore finanziario italiano hanno determinato un forte ritardo nella costituzione dei comitati aziendali europei (Cae). In Italia esiste un solo Cae a legislazione italiana, Generali Assicurazioni, mentre solo da un anno a questa parte, grazie alla presenza nei nuovi stati membri, i tre maggiori gruppi bancari italiani (Intesa, Unicredit e Imi Sanpaolo) hanno i requisiti per la costituzione del Cae. La riunione europea si è concentrata sul settore finanziario e su alcune priorità specifiche. Il presidente di Uni Europa Finanza, lo scozzese Sandy Boyle, così riassume le priorità del sindacato europeo del settore finanziario: il tema della responsabilità sociale delle banche è la grande priorità che stiamo cercando di declinare attraverso iniziative specifiche sulla formazione professionale (risale a due anni fa la dichiarazione congiunta banche/sindacati sulla formazione permanente, già recepita in sette contratti nazionali), sullo stress (con progetti che hanno coinvolto i Le Opa recenti su Bnl e Antonveneta, dentro uno scenario in rapida evoluzione, stanno evidenziando rischi e opportunità. L’opportunità o meglio la necessità, è una tempestiva collaborazione tra i sindacati delle banche coinvolte, come avvenuto con la dichiarazione congiunta dei sindacati di Bbva e Bnl, con l’obiettivo di tutelare gli interessi di tutti i lavoratori in uno spirito di solidarietà e reciproco sostegno. Il rischio è una situazione reale come Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 5 quella di Abn Amro, con un tasso di sindacalizzazione prossimo al 20% e il segretario del Cae contemporaneamente dirigente aziendale responsabile per il sud est asiatico! Qui risiede il punto centrale della discussione, cioè il ruolo del sindacato nei Cae. Mentre in Italia il sindacato ha il diritto pressoché esclusivo della rappresentanza e del potere negoziale, in Europa già da dieci anni la Direttiva 45/94CE attribuisce genericamente ai rappresentanti dei lavoratori diritti di informativa e consultazione sulle imprese di dimensioni comunitarie. Il problema è che da un lato le imprese ostacolano i Cae, anche imponendo i propri rappresentanti, dall’altro il sindacato non ha ancora superato il timore di essere espropriato dei propri poteri negoziali. Quindi, quale soluzione? Il sindacato deve rendersi conto che le dinamiche internazionali stanno diventando una realtà e che occorre saper sfruttare tutte le opportunità e gli strumenti, compresi quelli che la legislazione europea mette a disposizione di tutti i rappresentanti dei lavoratori. I Cae restano, ad oggi, uno strumento privilegiato per costruire solidarietà tra lavoratori di diversi paesi, e possono diventare preziosi per perseguire gli obiettivi del sindacato, ma a condizioni precise: una vera rappresentanza democratica dei lavoratori dell’impresa, una presenza pervasiva del sindacato aziendale, diritti minimi garantiti a tutti i lavoratori del gruppo su base europea, una definizione di materie precise negoziabili (livelli occupazionali, formazione professionale, salario variabile). FOCUS CONGRESSO FIBA All’insegna della responsabilità sociale di Angela Cappuccini La relazione di apertura. Quattro giorni densi di lavoro. Riconfermato Giuseppe Gallo alla guida della federazione Q dacali di categoria, prima fra tutte la Fiba, anche al mondo globalizzato che rischia sempre più di imbarbarire i rapporti di lavoro e favorire le spinte verso un selvaggio consumismo. Ed è in questo senso che il segretario generale della Fiba, Giuseppe Gallo ha posto all’auditorio una serie di interrogativi pregnanti sul futuro, nella sua relazione di apertura dei lavori: “Abbiamo una strategia adeguata per i sommovimenti tettonici del nostro tempo? Abbiamo un progetto? Un’idea di transizione conseguente?” “Le contraddizioni sociali ed ambientali scatenate dal modello di crescita dominato dai mercati finanziari – ha detto Gallo – hanno accelerato la ricerca e favorito la nascita di razionalità economiche e finanziarie alterna- uattro giorni di pioggia, di freddo e di bufera, pochi spicchi di sole a Silvi Marina, dove si svolgeva il VI congresso della Fiba Cisl. Ma tant’è…congresso bagnato, congresso fortunato? Sicuramente un congresso vivo, partecipato, appassionato: circa 700 i delegati provenienti da tutta Italia, tanti giovani e tante donne (i sempre assenti nel sindacato, nella Cisl in particolare). Tanti momenti caldi che hanno emozionato la platea, a partire dall’intervento del padre Alex Zanotelli alla tavola rotonda, fino alla riconferma, all’unanimità, di Giuseppe Gallo alla guida della federazione. Un congresso all’insegna della “Responsabilità sociale: impegno per un futuro possibile”. Il riferimento è oltre al protocollo firmato con l’Abi dalle organizzazioni sin- Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 6 FOCUS tive: il terzo settore dell’economia non profit, le banche etiche, la finanza etica, il commercio equo e solidale. Si tratta di brecce, di zone franche, alla cui costruzione e sviluppo la Fiba ha contribuito direttamente (certamente per la banca e la finanza etica in Italia), che capovolgono il paradigma dei mercati finanziari: alla redditività di breve e di brevissimo periodo come principio e fine della strategia e della gestione d’impresa si oppone il principio della redditività sufficiente a garantire l’equilibrio economico e patrimoniale, distribuendo ex ante sulle condizioni praticate il profitto atteso.” “Insieme a Falcri, Fisac-Cgil, Uilca, Dircredito, – ha proseguito – abbiamo impostato una politica contrattuale che ha assunto come obiettivo dichiarato l’evoluzione dalla banca-finanza eticamente indifferente alla banca-finanza socialmente ed ambientalmente responsabile. È questo il senso politico della piattaforma che presentammo all’Abi nell’ottobre 2003 “Un Ccnl per le lavoratrici ed i lavoratori in una banca eticamente e socialmente responsabile” e del “Protocollo per lo sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile e compatibile del sistema bancario italiano” sottoscritto con l’Abi il 16 giugno 2004. Il Protocollo ha riconosciuto che il sistema bancario italiano, uscito dalla crisi tendenziale della metà degli anni novanta (il rapporto tra Costo del lavoro e margine di intermediazione ha superato l’obiettivo programmato per il 2001 di 8 punti percentuali) può assumere una prospettiva di sviluppo qualificato, secondo l’impostazione di Lisbona 2000, dalla compatibilità e dalla sostenibilità sotto il duplice profilo ambientale e sociale. Lo sviluppo, così inteso, rappresenta l’avvio di un percorso finalizzato Silvi Marina. Ultimi scampoli di conversazioni si trascinano pigramente fuori dell’immensa sala.A seguire, silenzio di microfoni già in crisi esistenziale. Si è “celebrato il Congresso”: che espressione logora e paludata! Non la deglutisco. Perché un congresso si può solo, invariabilmente,“celebrare”? Mi soccorre lo Zingarelli: celebrare è “compiere un atto o svolgere un procedimento secondo le regole di rito”. Da un certo punto di vista ciò è quanto accaduto: si è votato, si è data forma giuridica alle volontà espresse, in una prospettiva di democrazia rappresentativa. Ma l’identità sindacale non è solo “organizzazione”. È “organismo”: realtà vivente, pulsante dinamica di “per” sone (“essere per”). Mi accanisco nella ricerca semantica, scoprendo anche che “congresso” significa “incontro in un luogo comune” (la coscienza collettiva): il che non è affatto un… luogo comune! Forse qualcuno era venuto solo a “celebrare” un congresso. Ma il nostro Organismo ha messo in moto la sue enorme capacità di pensiero e di strategia: intelligenze in movimento, pronte ad anticipare il cambiamento. Spezzato il circolo vizioso dell’autoreferenzialità, perché non osare anche un neologismo sindacale, che esprima e traduca menti (le nostre) in fermento? Allora: “cerebriamo” un congresso? Domenico Iodice Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 7 alla responsabilità sociale d’impresa come libera opzione strategica della aziende di credito. La responsabilità sociale d’impresa è una risposta innovativa ed alternativa al paradigma ideale di banca, assicurazione, finanza richiesto dai mercati finanziari.” Inoltre il segretario generale della Fiba ha sottolineato l’importanza della concertazione come principio ispiratore di relazioni sindacali partecipative, sia nelle congiunture di crisi, sia nelle fasi di sviluppo; l’esigenza di un nuovo patto concertativo per proporre delle soluzioni alla crisi di competitività che sta attraversando il nostro paese. E infine ha tracciato lo scenario che ci attende: “uno scenario ormai proiettato nella dimensione europea. Le offerte pubbliche di acquisto (Opa) su Bnl ed Antonveneta lo segnalano senza ambiguità. Non abbiamo avuto dubbi a schierarci sul fronte della difesa delle regole di correttezza e di trasparenza nei confronti di tutti gli attori; regole faticosamente e tardivamente introdotte nella normativa italiana sui mercati finanziari dopo decenni di retaggi feudali (non ancora completamente FOCUS LA SEGRETERIA NAZIONALE FIBA Giuseppe Gallo, Segretario generale Mario Mocci Guido Cavalieri Giancarlo Pezzanera Elena Vannucci superati), di ‘salotti buoni’, di ‘scatole cinesi’, di patti di sindacato, di controlli senza proprietà, di mobilità di tutti i fattori produttivi con l’esclusione assoluta dei rapporti di proprietà. Gli stessi principi, estranei alle pastoie dell’“italianità’, devono valere per i gruppi bancari ita- liani impegnati in operazioni di acquisizioni europee. Faremo valere, con rigore e determinazione, nell’assenza di una normativa europea in materia di ricadute sociali dei processi di aggregazione e di concentrazione sopranazionali di aziende di credito, le regole del Protocollo Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 8 del 16.6.2004 e del Ccnl 12.2.2005.” Tanti gli invitati ai lavori che hanno portato il loro saluto: i segretari confederali e il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta, i sindacati stranieri, le controparti, i rappresentanti di Dircredito, Falcri, Fisac Cgil, Uilca, le autorità locali. FOCUS COORDINAMENTO DI SETTORE CREDITO Giuseppe Gallo, Coordinatore nazionale Sergio Girgenti Giampiero Mariani Giulio Romani, neo eletto Alessandro Spaggiari COORDINAMENTO DI SETTORE ASSICURATIVO Comitato esecutivo nazionale Guido Cavalieri, Coordinatore nazionale Giovanni Casiroli Roberto Garibotti, neo eletto Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 9 Cognome e Nome Cognome e Nome Amadori Marco Bellentani Paolo Biondi Stefano Bonomo Silvio Boretti Antonio Bove Maria Grazia Cilento Lorenzo Criniti Nicola Curtale Vincenzo De Nigris Urbani Beniamino De Rosa Pasquale Di Lorenzo Gianfranco Elisei Paolo Esposito Giuseppina Ferlenghi Guigo Franco Fiorenza Levantesi Nicola Loda Maria Rosa Mancini Pierangelo Marchiori Paolo Merlini Pier Paolo Minneci Mario Missineo Angelo Morelli Fiorella Moriggi Ferruccio Ovidi Roberto Panzarino Gennaro Piccioni Sauro Pistonina Roberto Tagliarini Ernesto Tesi Leonardo Usai Tonino Mario Vascello Alessio Vescogni Maurizio Zancla Luigi Zoppetti Claudio FOCUS CONGRESSO FIBA Il tema centrale è il lavoro di Andrea Baccherini Il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta lancia il patto di legislatura I cambiamenti in atto sono così profondi che il sindacato si trova ad affrontare problemi assolutamente inediti: il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, ha così esordito di fronte alla platea di circa 700 delegati al congresso della Fiba. Spesso – ha continuato – i nostri strumenti di analisi e di proposta non riescono a tenere conto dei cambiamenti avvenuti. Mai c’è stata come in questa epoca tanta ricchezza e tanta povertà nello stesso tempo frutto anche della proposta liberista che ormai invade e pervade tutta la società e che provoca l’indebolimento delle protezioni sociali e ha inciso sulle nostre modalità di pensiero. Il nostro congresso deve affrontare un passaggio importante e delicato per noi e per il sindacalismo italiano. Certo deve servire per l’elaborazione delle nostre strategie, alla elaborazione delle politiche contrattuali, ma soprattutto deve essere l’inizio di un cammino in grado di rilanciare un idea forte del sindacalismo e dei suoi riferimenti ideali. Se Dal sindacato un surplus di impegno per coprire i vuoti della politica “Mi pare di cogliere dalla relazione di Gallo – afferma il segretario della Cisl Raffaele Bonanni -un messaggio preciso: per poter affrontare con il necessario entusiasmo le vicende alterne e incerte del nostro presente occorrono motivazioni alte, motivazioni che proiettano il nostro lavoro in un contesto di altissimo livello”. “Nel nostro tempo stiamo subendo – ha proseguito - anche le vicende di un corpo politico che è completamente disancorato dal sociale e dalla realtà del paese. Ciò comporta la necessità da parte del sindacato di un surplus di impegno per coprire i vuoti, in questa materia, della politica”. Per Bonanni deve restare forte il messaggio di autonomia della Cisl, perché è un valore fondante del “nostro sindacato e dobbiamo custodirlo con cura. Ed è solo su questa autonomia che è possibile ricostruire un percorso di unità sindacale”. Bonnanni mette ancora in evidenza le contraddizioni di un governo che “fa cose mai viste” e a cui ci si può contrapporre correttamente solo facendo leva sulla terzietà del sindacato rispetto alla politica. Parole severe il segretario della Cisl le riserva alla politica antimeridionalista del Governo. Anni bui in cui abbiamo assistito ad una arretramento dell’economia e delle società del sud. Ne è specchio dei tempi la scomparsa dei grandi banchi meridionali fagocitati dagli istituti di credito del centro nord. Il sud ha bisogno di una grande banca, ha bisogno di poter accedere al credito almeno agli stessi tassi del resto d’Italia. La politica deve dare le risposte a queste esigenze. A.B. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 10 FOCUS il nostro orizzonte è quello del riformismo partecipativo, noi sbaglieremmo se lo limitassimo ad una sola questione di metodo. Riformismo partecipativo vuol dire una rinnovata capacità di rideclinare in modo nuovo e confacente i tempi che viviamo, le nostre vecchie e antiche parole d’ordine uguaglianza e solidarietà. “Il tema centrale – ha quindi rilanciato Pezzotta – è quello del lavoro, non come mezzo ma come valore. Noi dobbiamo valorizzare le competenze, le professionalità, le specificità anche all’interno della visione collettiva che abbiamo dei contratti. Dobbiamo avere attenzione per i lavori poveri, per riscattarli, per pagarli meglio. Dobbiamo farci carico del gap demografico, ripensare la Bossi Fini e leggere l’immigrazione non come un pericolo ma come una risorsa. Ed ecco che dobbiamo ripensare il nostro stato sociale.” Infine il segretario generale della Cisl ha posto degli interrogativi e delle proposte al tempo stesso: “In questo paese dobbiamo comunque fare i conti col sistema che abbiamo. Può il sindacato continuare i questa defaticante situazione di inseguire finanziaria dopo finanziaria, sciopero dopo sciopero? E visto che i governi ormai tendono ad essere governi di legislatura non sarà il caso che all’inizio di ogni legislatura si determinino le condizioni di un patto di legislatura e utilizzare i confronti sulla finanziaria per verificare se il Governo rispetta i patti? Non sarà il caso di cominciare a ripensare i nodelli contrattuali di cui verifichiamo continuamente la loro ormai scarsa funzionalità? Dobbiamo riproporre un modello di unità sindacale nel pluralismo delle nostre diversità, un pluralismo che converge. Dobbiamo ripensare anche il nostro modello organizzativo adeguandolo ai cambiamenti che ci sono, un modello più flessibile, articolato, in grado di produrre sinergie, un sistema organizzativo decentrato, a rete, che valorizzi la dimensione associativa nel luogo di lavoro, nella struttura territoriale, nella struttura regionale. Un modello in cui le risorse non siano più concepite come un qualcosa di mio ma di nostro. Per un nuovo modello di relazioni sindacali “Viviamo in una fase in cui il futuro appare incerto e questo vale per tutti anche per i ricchi. La molla che ha fatto scattare il nostro impegno la nostra voglia di crescere è nata dall’aver sperato in un futuro migliore per noi e per i nostri figli. Se questo desiderio, questa speranza viene meno, questo è già il declino è la depressione.” Così il segretario confederale della Cisl Pierpaolo Baretta ha esordito al congresso Fiba. Eppure – ha proseguito – siamo in un epoca piena di opportunità, piena di cambiamento. Siamo alla fine di un ciclo economico e ne sta già cominciando un altro spinto dalla globalizzazione dei mercati verso confini non definiti. Tutto è cambiato ma nulla è già definito. Dobbiamo lavorare perché vengano ridefinite le regole del gioco nelle quali trovino cittadinanza giustizia sociale e competitività. Vanno ridefinite le regole del gioco politico. Una democrazia che ti porta al voto ogni 5 anni e poi si affida solo alla comunicazione televisiva o altro non risponde più alle esigenze dei nuovi modelli sociali. Così come non può funzionare un mondo in cui le risorse siano concentrate solo nelle mani del 20% della popolazione. Il sindacato si deve attrezzare e lavorare alla costruzione di un nuovo modello di relazioni sociali. Guardando a casa nostra possiamo dire che stiamo vivendo una fase di recessione che come ha sostenuto da tempo la Cisl non è iniziata oggi ma ben due anni fa. Il problema, come altre volte in passato è il debito pubblico che se non lo affrontiamo per tempo con politiche anche di rigore rischia di aggredire lo stato sociale con le conseguenze spesso drammatiche che tutti noi conosciamo. Tre sono le sfide su cui ci dobbiamo misurare: lo sviluppo, la questione fiscale, la questione sociale. Quando le tasse sul lavoro sono al 40% e quelle sulle rendite finanziarie sono al 12% c’è qualcosa che non funziona nel sistema. Sulla responsabilità sociale dell’impresa dobbiamo stare attenti le aziende cercano di usare questo terreno per acquisire il consenso dei lavoratori prescindendo dal sindacato. A.B. Globalizzazione è anche opportunità, ma il nostro paese perde il treno Insolito e coinvolgente l’incontro tenutosi con due personalità di spessore: i segretari nazionali confederali Anna Maria Furlan e Giorgio Santini. Intrigante la scelta di offrire il loro contributo al nostro congresso sotto forma di dialogo, uno scambio sui temi di maggiore attualità, che ha reso questo appuntamento vivace e appassionante. Si è affrontato il tema della globalizzazione sotto un’ottica meno banale del solito: la mondializzazione non è un fatto negativo di per sé ma offre, a chi sa coglierne i frutti, opportunità e sfide. Cita, Anna Maria Furlan, le parole del presidente del Ghana, quando sostiene che la globalizzazione non può fermarsi all’economia o all’informazione ma deve tendere all’universalità della giustizia, alla libertà di cittadinanza per tutti. La nostra aspirazione deve essere, come sindacato, quella di ridare speranza e passione soprattutto ai giovani, indicando un percorso da seguire, decidendo di stare dalla parte dei paesi che stanno faticosamente uscendo da uno stato di povertà e arretratezza, sfruttando le nostre reti internazionali per sostenere la nascita e lo sviluppo nel terzo mondo di un sindacato libero e forte. Santini affronta tematiche più domestiche. Sottolinea, sulla base degli ultimi impietosi indicatori economici, come l’Italia stia vivendo il suo più grave periodo di empasse produttiva dal dopoguerra, in un ristagno economico che dura ormai da 4 anni. Il nostro paese, sostiene, ha perso la strada per indirizzare le sue risorse allo sviluppo. Le nostre grandi capacità di intrapresa, di rischio, di progettazione sono ad un punto morto. Abbiamo il dovere come Cisl di individuare tale percorso e di chiederci soprattutto verso quale tipo di sviluppo vogliamo andare. Il protagonismo dei paesi emergenti ci obbliga a cambiare. Utilizza una metafora forte: lo tsunami del 26 dicembre scorso. Arriverà in Europa un’onda competitiva che nessuno fermerà. Se la nostra economia sarà sulla spiaggia non ci sarà scampo. Se invece ci saremo riparati sulla collina, grazie ad un riposizionamento competitivo e a una serie di investimenti sul fronte dell’innovazione e della ricerca, riusciremo a non soccombere, anzi a sfruttare a nostro favore l’enorme opportunità di mercato creatosi. Il giudizio sulla stagione delle riforme attuate dal governo di centrodestra è spietato. Il nostro paese sostiene la Furlan, dopo 4 anni è più debole, più povero, più residuale a livello internazionale, con meno equità e meno socialità. Tutti eravamo convinti della necessità di portare a termine le riforme, ma averlo fatto con una maggioranza blindata, senza la partecipazione del parlamento intero e delle parti sociali ha portato a risultati disastrosi. Si riallaccia a questo discorso Santini, denunciando il tentativo, in atto nel nostro paese, di escludere il sindacato dalle grandi questioni sociali ed economiche. La contrattazione si è fermata, e dove si ferma la trattativa tra le parti sociali avanza la legislazione, che però non è mai neutra. Bisogna rilanciare il ruolo del sindacato facendoci promotori di una riforma contrattuale che ci permetta anche a livello decentrato di gestire i processi di cambiamento. P.V. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 11 FOCUS CONGRESSO FIBA Quale modelllo per il nostro sistema finanziiario? di Pier Luigi Ledda Alla tavola rotonda tutti concordi nel denunciare la latitanza della politica “R to Pinza (Comm. Finanze Camera Deputati), Edoardo Massaglia (Unicredito), Fabio Salviato (pres. Banca Etica), Bruno Tabacci (pres. comm. Attività produttive Camera Deputati), Alex Zanotelli (Missionario Comboniano). “Riteniamo sia necessario un cambiamento di strategia delle imprese e, per quanto ci riguarda, delle aziende assicurative creditizie e finanziarie”: inizia così la tavola rotonda con l’intervento di apertura di Gallo, che prosegue: “un cambiamento che chiama in causa tutte le variabili strategiche. Innanzitutto la governance, l’impresa deve aprire ad una prospettiva di democrazia economica e all’azionariato diffuso che comprenda i dipendenti; la seconda variabile attiene al fatto che vi è responsabilità sociale se si innova il modo di produrre valore tenendo conto delle risorse umane e di tutti i soggetti che entrano in relazione con le imprese; le ossessive politiche di breve periodo con le campagne prodotto e di raggiungimento dei budget finalizzate a realizzare subito profitti determinano spesso delle distorsioni nel rapporto con la clientela e con i dipendenti. Infine occorre ridistribuire equamente il valore prodotto tra tutti gli stakeholder (dipendenti, clienti, management, azionisti, comunità ed economie locali). In questi anni di grandi concentrazioni bancarie c’è stata molta sofferenza nel rapporto tra il sistema creditizio e le economie locali soprattutto per quelle meridionali. In termini più generali i casi Enron, Cirio, Parmalat richiedono interventi correttivi e la Cisl ha una proposta per una esponsabilità sociale: impegno per un futuro possibile” è stato il tema del convegno tenutosi nella terza giornata del VI° congresso della Fiba Cisl. Diciamo subito che l’iniziativa ha suscitato entusiasmo e acceso le aspettative dei 700 delegati i quali hanno assistito, con grande attenzione e crescente interesse, al confronto che Giovanni Floris, noto giornalista Rai e conduttore della trasmissione Ballarò, ha saputo sapientemente vivacizzare ed animare. E i protagonisti della discussione non si sono affatto risparmiati! Infatti hanno risposto con acume alle domande di Floris e sono stati al “gioco” delle reciproche provocazioni riuscendo spesso a strappare applausi ad una platea sicuramente molto esigente. Dunque possiamo affermare che la tavola rotonda ha risposto alle attese ed alle finalità che ci eravamo prefissi, evidenziando come ci sia bisogno di un sindacato che sappia rinnovare costantemente le forti motivazioni ideali necessarie per parlare al cuore della gente. “Le contraddizioni sociali ed ambientali scatenate dal modello di crescita dominato dai mercati finanziari hanno favorito la nascita di realtà economiche e finanziarie alternative alla cui costruzione e sviluppo la Fiba ha contribuito direttamente: il terzo settore dell’economia non profit, le banche etiche, la finanza etica, il commercio equo e solidale.” Alla tavola rotonda oltre a Floris sono intervenuti Giuseppe Gallo (segr.gen. Fiba), Enea Mazzoli (pres.onorario Unipol Assicurazioni, Roberto Mazzotta (pres. Banca Popolare Milano), Rober- Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 12 FOCUS riforma complessiva dei mercati finanziari che va dalla Tobin tax alla riforma dei grandi Istituti quali il Fondo Monetario e la Banca Mondiale, alla remissione del debito, alla clausola sociale”. Su questi temi è intervenuto l’onorevole Tabacci: ”le vicende di questi anni la dicono lunga sullo scontro reale che c’è stato nel nostro paese. Il 31 maggio 2003, in occasione della rituale “messa cantata” del Governatore, le questioni Parmalat - Cirio venivano viste come una responsabilità di qualche operatore di sportello con basso spirito etico con evidente tentativo di rovesciare sul ruolo del dipendente quello che era avvenuto”. Tabacci ha poi insistito sul ruolo per lui negativo del Governatore anche nelle recenti Opa bancarie e indica come un buon esempio ciò che sta facendo Unicredit con la seconda banca tedesca. Di seguito Massaglia, chiamato in campo da Floris come esempio positivo che deve spiegare se è possibile stare sul mercato in maniera etica, illustra la nuova organizzazione di Unicredito e l’introduzione della nuova Carta d’Integrità. In particolare la specializzazione delle diverse banche del gruppo garantisce per ogni tipologia di cliente un offerta di servizi adeguata al suo target. Floris ha poi dato la parola all’onorevole Pinza che ha pesantemente criticato il sistema delle stock option e della finanza che vive sul breve periodo in maniera irrazionale ed autodistruttiva. “Il caso Cirio e il caso Parmalat hanno dimostrato che il sistema di controlli non solo non funziona, ma è inesistente. Sindaci e revisori contabili delle società sono scelti dall’azionista di maggioranza. Dopo i due gravi scandali finanziari sembrava che si dovesse varare rapidamente una nuova legge per la tutela dei risparmiatori. Sono passati due anni e siamo ancora alle discussioni in commissione. Infine, at- tenzione va posta sul problema del conflitto di interesse, se sradicarlo è impossibile bisogna almeno contenerlo. Troppo spesso infatti il governo delle banche è di tipo autoreferenziale, si gioca nel rapporto affidamenti e finanziamento di acquisto di azioni delle banche stesse”. Il presidente Mazzotta nel suo intervento ha sostenuto che si debba parlare anche della parte sana e attiva del sistema bancario, di quello che fa profitto e di come si investe questo profitto. Più che di controlli il sistema ha bisogno di reputazione e valorizzare le sue solidità. E a chi demonizza la finanza risponde “attenzione la finanza per la finanza è il male ma c’è il credito che è stru- “ Riteniamo sia necessario un cambiamento di strategia delle imprese e, per quanto ci riguarda, delle aziende assicurative creditizie e finanziarie ” mento di crescita”. Di seguito Salviato, presidente di Banca Etica, realtà fortemente proiettata su investimenti in attività eticamente garantite, ha messo in rilievo come alle garanzie reali Banca Etica privilegi la fiducia nel risparmiatore e nell’investitore. “Occorre – dice – una finanza che sappia rimettere al cenLavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 13 tro l’uomo. Il futuro non sarà per le grandi aziende ma per le reti e per chi le saprà governare”. Mazzoli, nel riportare l’esperienza del bilancio sociale della sua compagnia e dell’accurata diffusione che ne viene fatta per un’esigenza di sensibilizzazione e trasparenza, concorda con la necessità di un nuovo sistema di controlli. Infine l’intervento di Alex Zanotelli, accolto da un calorosissimo applauso, ha usato parole che hanno più volte scosso la platea. “Due cose non sono state dette – ha affermato – una è che il legame tra armi e finanza è un legame forte e perverso e l’altra è l’allarme lanciato dall’Onu sulla sopravvivenza del pianeta. Un allarme concreto e drammatico. O ci salviamo tutti insieme o tutti insieme cadremo a picco. Diamoci da fare perché vinca la vita”. Nelle sue conclusioni Gallo ha denunciato la latitanza della politica che deve mettere in campo una riforma dei mercati internazionali: le analisi vanno bene – ha detto – ma le proposte sono deficitarie. Noi siamo solo un sindacato di categoria, ed abbiamo fatto un atto politico, piccolo, modesto, ma che apre una breccia, un percorso: il protocollo per lo sviluppo sostenibile del sistema bancario. La visione integrale dei lavori è disponibile sul nostro sito dove i lavori congressuali sono stati trasmessi in tempo reale. FOCUS di più di Berlusconi, e lo uso come immagine, è il fenomeno giovanile. Io penso che il berlusconismo lascerà una traccia indelebile in questo paese, soprattutto perché ormai nei giovani è entrata una certa con- Alex Zanotelli e Giuseppe Gallo al Congresso Fiba cezione di vita e cioè: se tu fai soldi puoi far tutto, e questo è devastante. Ce ne vorrà di tempo per tirarci fuori da questo e risanarci a livello culturale, spirituale e morale. Contro il “male freddo” facciamo sentire la nostra voce Abbiamo approfittato della presenza alla tavola rotonda di padre Zanotelli, da sempre in prima fila in difesa degli umili e dei poveri, per farci raccontare la sua esperienza. Come mai dopo l’Africa ha scelto di vivere nel rione Sanità a Napoli? Potevo andare a vivere a Scampìa ma ho preferito il rione Sanità, il centro città, perché è degradato, ma almeno c’è un minimo di società tradizionale napoletana, ci sono relazioni umane su cui si può costruire. Scampìa è morta, hanno ucciso tutto, bisognerebbe abbattere anche le costruzioni. Ho scelto di vivere qui, venendo dall’Africa, perché la mia gente l’ultimo giorno mi ha imposto le mani e mi ha detto: ricevi lo spirito santo perché tu possa tornare dalla tua tribù bianca e convertirla. Quindi tornando in Italia posso solo vivere in luoghi, come Napoli, in cui c’è sofferenza umana.Vivo lì con loro, portiamo avanti una serie di attività vivendo il più semplicemente possibile. Cosa pensa del dibattito su etica e finanza? Vorrei citare a questo proposito l’ultimo libro di Jeremy Rifkin Il sogno europeo nel quale si trova una riflessione che a me pare centrale in questo discorso. Nella nostra società sempre più globalizzata e interconnessa, sostiene Rifkin, si sta manifestando un nuovo tipo di immoralità: il cosiddetto male freddo. Si tratta di un’azione i cui effetti sono talmente distanti dai comportamenti di chi la compie da non lasciare sospettare un nesso causale, da non far avvertire un senso di colpa o di responsabilità e rispetto alla quale non interviene nessuna collettività a sanzionare. Questo è quello che sta succedendo. La finanza è oggi il cuore del mondo, governa tutte le scelte internazionali, e si sostiene con l’indebitamento. Il debito del terzo mondo ammonta a circa 2500 miliardi di dollari e sta stritolando le popolazioni nella morsa della fame (50 milioni di persone muoiono di fame ogni anno nel mondo). Sono i poveri che foraggiano il sistema finanziario, il debito viene pagato con la fame, la mancanza di servizi sociali, di scuole, di medicinali. Non è possibile che le 3 famiglie più ricche al mondo abbiano un patrimonio pari al Pil di 48 stati africani nei quali vivono 600 milioni di persone! Che cosa significa passare dalla baraccopoli in Kenia ai quartieri di Napoli? Sono due mondi radicalmente differenti. Alla Sanità la gente non è così povera, i problemi sono la camorra e la sottocultura su cui si innesta la cultura televisiva, la corsa ad accaparrare soldi per poter vivere al di sopra delle nostre possibilità.Anche se il passaggio dall’Africa a qui per me è stato duro, la cosa importante è condividere la sorte di queste persone che spesso vengono marginalizzate. Quello che mi domando quando vado in giro in Italia è fino a che punto questa atmosfera che respiriamo tutti – chiamiamola borghese – non la assorbo anch’io e se i 12 anni di anticorpi che mi sono fatto con i poveri in Africa mi aiuteranno a resistere. Quello che noti in Italia è che più stiamo bene più infelici siamo, perché questo tipo di società, o meglio di cultura, massificante, materialista, consumista ci rende tubi digerenti e i tubi digerenti non hanno relazioni, ed ecco la nascita dell’infelicità. Noi andiamo dagli psichiatri per farci coraggio, ma dovremmo chiedere agli psichiatri di curare prima il sistema che non fa soltanto ammattire le mucche, ci fa ammattire tutti. Cosa possiamo fare noi come cittadini, come sindacalisti per dare un nostro contributo? Io ho la sensazione che noi come chiesa e voi come sindacato, parlo in termini generali, stiamo diventando funzionali a questo sistema. Possiamo, invece, e dobbiamo, far sentire la nostra voce. Dobbiamo fare pressione, soprattutto oggi alla vigilia del G8, affinché venga cancellato il debito dei paesi africani, così come proposto dalla Commissione Africa inglese. Non c’è altrimenti speranza alcuna per il sud del mondo e non dimenticarci di due parole: armi e ambiente. Esiste infatti un rapporto strettissimo tra l’industria bellica e la finanza. Gli Usa stanno spendendo in armamenti 700 miliardi di dollari l’anno, quando, secondo la Banca Mondiale, basterebbero 40 miliardi all’anno per sconfiggere la fame e le malattie! Dobbiamo lanciare un grido d’allarme: l’Onu riconosce alla Terra 50 anni di vita se non modifichiamo il nostro stile di vita, che ha sempre più bisogno delle armi per essere difeso. È tutto connesso. Come sindacato dei bancari dovete fare pressione per rompere il rapporto tra armi e banche. Apprendo con piacere che l’Unicredit e Banca Intesa hanno rinunciato a finanziare le fabbriche d’armi. Bisogna continuare su questa strada. Lei venne scacciato dall’Italia quando parlava di armi, sotto il governo Craxi e mandato in Africa. Ora è tornato. Come vede l’Italia di oggi. L’Italia è cambiata profondamente, non avrei mai pensato che in dieci anni si sarebbe arrivati a questo, è andata sempre più degradandosi. Non me la prendo neanche con Berlusconi. Berlusconi è il frutto maturo del craxismo con cui allora io mi sono scontrato.Abbiamo avuto mani pulite, ma non ne è nata una rivoluzione morale. La cosa che mi preoccupa Padre Alex Zanotelli nasce a Livo (Trento) nel 1938, completa i suoi studi a Cincinnati (Usa) e, neI 1964, viene ordinato sacerdote. Parte come missionario comboniano per il Sudan, restandovi dal 1965 al 1978. Dal 1978 diviene direttore della rivista “Nigrizia”. Nel 1987 lascia la direzione di “Nigrizia”, pur continuando a collaborare con la rivista. Dal 1994, fino al 2002, padre Zanotelli ha vissuto a Korogocho, una delle infinite, “per estensione e miseria”, baraccopoli di Nairobi (Kenia). Dall’aprile 2002 è rientrato stabilmente in Italia dove vive a Napoli, nel quartiere popolare Sanità. È considerato un profeta del nostro tempo. Ci spiega il significato di questo anello che porta al dito? È l’unica cosa brasiliana che porto.Viene dai ragazzini di strada del Brasile, molti vescovi in Brasile lo portano ed è il segno di fedeltà ai poveri e di solidarietà con loro. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 14 FOCUS CONGRESSO FIBA La storia siamo noi di Maurizio Locatelli Un incontro con chi ha guidato la federazione negli ultimi 30 anni “C che le parole contenute nei libri non possono trasmettere. Ho voluto incontrarli come persone, oltre il ruolo ricoperto, per cogliere lati della personalità forse sconosciuti anche a chi ha condiviso con loro riunioni, congressi, lotte e conquiste dentro l’organizzazione. Ho ricercato in loro la motivazione dell’agire sindacale, i loro punti di riferimento, pensando ai nostri iscritti. I più anziani conosceranno le persone firmatarie di contratti nazionali che hanno regolato per decenni il loro rapporto di lavoro, i più giovani vivranno momenti di storia di sindacalisti. Spero trovino nelle parole di Franco, Sergio e Eligio stimoli per pensare e scoprire che impegnarsi nel sindacato è bello e dà soddisfazione. hi non ha memoria rinuncia alla sua storia”. La citazione è contenuta nel libro che la Fiba Cisl mise in stampa per i 50 anni della Federazione. Al Congresso incontro tre uomini che rappresentano un pezzo della nostra storia organizzativa. Negli anni passati, tra il 1973 e il 2004, hanno ricoperto il ruolo di segretario generale della Federazione, Fib fino al giugno 1985, e poi Fiba. Franco Tegoni, Sergio Ammannati, Eligio Boni. Personalmente conoscevo soltanto Eligio, essendo la mia esperienza sindacale non così datata. Incontrare i massimi esponenti della Fiba è stato toccare con mano la storia, sentirne le vibrazioni, le pulsazioni, le emozioni Franco Tegoni, di Parma, classe 1936. Segretario Generale dal 1973 al 1980. Già da bambino immerso in problemi sociali. Il padre schedato dal regime. A sei anni ascoltava Radio Londra. Suoi riferimenti culturali i Padri Gesuiti, di cui frequentò la scuola di formazione sociale a Reggio Emilia. Estimatore della musica sinfonica, di Bach in particolare. Franco Tegoni Sergio Ammannati, di Pisa, 66 anni. Segretario Generale dal 1980 al 1993 Un sogno: il mare, la barca. La barca a vela nel mare. Immagine di libertà.Voglia di avventura, di girare il mondo. Prima di approdare in banca, svolge diversi lavori. Nonno di due nipotini, ama le canzoni di Mia Martini. La preoccupazione per il futuro. Eligio Boni Eligio Boni, di Modena, classe 1948. Segretario generale dal 1993 al 2004. La lotta contro le ingiustizie, piccole e grandi, vicine e lontane. L’impronta del Concilio Vaticano II e di don Giuseppe. La siderurgia degli anni novanta, Pierre Carniti, i meninos de rua… Cantautori preferiti, tra gli altri, Baglioni e De Gregori. L’alto senso di responsabilità dimostrato dai lavoratori. Sergio Ammannati ➤ Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 15 FOCUS MAESTRI DI VITA. A chi ti sei ispirato nella tua vita o nel sindacato? FRAMMENTI DI STORIA Protagonista nella storia della Fiba. Un fatto emblematico. Tegoni. Ho avuto molti punti di riferimento, ma non ho eletto dei maestri. Nel sindacato la figura di Bruno Storti per la sua capacità di reggere un’organizzazione complessa e Idolo Marcone, sempre della Cisl, per la sua umanità. Ammannati. Nel sindacato Tegoni, seppur diverso da me. Nella vita ho pagato sulla mia pelle tante cose. Boni. Carniti sul piano delle idee. Nella vita il mio cappellano all’oratorio, ora vescovo di Ravenna. SINDACATO MON AMOUR La scelta e l’impe gno. Come nasce il tuo impegno nel sindacato? Boni. Dalla volontà di lot tare contro le ingiustizi e sociali, grandi e piccole, come gli straordinari no n pagati. Ammannati. Avevo la pro mozione a funzionario in tasca, ma mi feci trascinare dal sindacato. Eletto nella commissione interna, a fine anni ’60, iniziai sub ito una vertenza, il giorno do po facemmo il sindacato , 500 iscritti in un giorno solo. Tegoni. L’attrazione di un collega amico, già dirigente sindacale. Inizia così l’avven tura nel 1958. Boni. Essere riusciti a resiDONNE E U stere alla volontà delle OMINI banche di eliminare il sinIN CAMBIA M ENTO. dacato, agganciarsi al moUn sindaca dello concertativo porlista incon tra molte don tando Abi ad un salto di ne e uomin qualità nelle relazioni i. Com’è cam biato sindacali nel periodo negli anni della grande trasformal’uomo? zione del settore. Ammannati. Tantissimo. Tegoni. Protagonista al Allora c’eran collettivi. Si o sogni faceva a gara congresso della svolta a sognare, vi chi sognava nceva m eglio. Il risult di San Marino, con il ato era la qu Ora non c’è alità. nelle persone cambio radicale della la ricerca di dello alternat un moivo dirigenza Boni. È enco miabile il se Ammannati. Mi ricononso di respon che i lavorato sabilità ri dimostran sco nelle persone che o, strato nel se guire il movim che hanno dimohanno guidato la Fiba ento sindacal Tegoni. Ora e i rappor ti in dopo di me. C’è un te complessi. Fi no agli anni ’7 rpersonali sono pezzo di me in loro. 0 erano più sp nei, più sempl ontaici. Una grande soddisfazione nel mettere la firma sui contratti di conquiste, unendo valori e interessi. . SINDACATO L E D E N G suto COMPA me hai vis o LE DONNE, C . a li ig e fam alista Sindacato ere sindac s s e l’ a tr il rappor to lia? e la famig a mia moglie di attività. Do atto into la mia sia costao ha contraddist cale, nonostante da ism ar sin ol o nd gn pe pe Il m Tegoni. ciare all’i chiesto di rinun o. merinon avermi mai sissimo sacrifici os gr pagati. Grande un , famiglia uno dei prezzi li. è so lia ig da i m fa rc to a lei, alla mia ia e , ad arrang ciliare sindacato chi è lle piccole cose di ne e i, tt sa Ammannati. Con tu ca i a at è i itu one, di ch . Ci siamo ab e in piedi. urità delle pers to della madre i si vede la mat la famiglia riman cu ità in ss a ce ov ne pr a he oc ato a stapr ci ut ai Boni. È un re o le che mi hann lo capendo So lie . fig sa ca lle de da e o lontan una moglie rtuna di avere Ho avuto la fo me la famiglia. sie in re o, a tene re via tranquill ANI. GIOV nte I A O AGGI ualme e stanno MESS i a te vir t ani ch v nt o a i v g a D di si uppo egnar sti loro? un gr do di imp e di n sa dir lcare , , a o s c n : e i scava ro sindacale o p d t e a t c a c a o r v e d c la n on tuo nel si izio. N ene il lo, e fai b n ser v o calco to è u i carriere . S chiamerà. a c a d relativ iù posd in i n s i t o l c ip o I t , n altri Boni. ntura ualcu re il p iottare in cui q uto con avve scere, a sape opar te né s scimm il momento o r n is n v o la co t o va à ta a c à riarriver ati. L’impegn n tanta spin ltato né con ce bene avr s o u n c o n is n a a r o Amm ce il o è, m che c arantis rsona è megli caziomeno sapere non g e. Ma una pe , per vo delio iz n l I v io . r se ità izzaz sibile tta per Vivete l’etic rapl’organ tata fa . s a tri c è s dentro n o a a v lt dei sce e in b io la r . c a o e fi r t s t e o i e n v v sp te be i la tto” d Chiede atele a Tegoni. ché ti sei “ro dacali utilizz in er ne o p o: le libertà s gn e p im l’ tati. presen FIBA, ADDIO! Come ti sei sentito quando hai lasciato la carica di segretario generale? Ammannati. Ho lasciato bene la Fiba, con una ferita dolorosa la Cisl. Tegoni. Sono rientrato in banca ripartendo dall’inizio. È stata dura. L’impegno ad un livello più basso mi ha sconcertato, ma era stata una mia scelta Boni. Mi sono sentito vuoto. Abituato a ricevere telefonate ogni minuto, mi sono sentito improvvisamente solo. Ma è durato poco. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 16 FOCUS CONGRESSO FIBA Pensieri in libertà a cuda di Anna Masiello e Paola Vinciguerra Opinioni ed impressioni a caldo dai delegati al Congresso di Silvi Marina Elia Randazzo, Palermo 49 anni , Gabriella Ferrario Monza 49 anni , la relazioOttimo livello di dibattito are alto è vol , lto mo ta ne mi è piaciu strategie e necessario per avere futuro. Mi è il ano obiettivi che riguard onda, il dirot ola tav la he piaciuta anc problemi dei battito. Le criticità: i to sviscerati. tan o bancari non si son la sede, ma sta que era Forse non leghi questi quando si torna dai col problemi e o lor ai vogliono risposte Mi porto a to. nca ma è forse questo che cerpiù casa una motivazione in tutto ai rat sop ere cherò di trasmett non che di mo nei e pi tem giovani, nei po tem i ma è facile trovare, non c’è per questo. Questo congresso lo ricorderò non solo per i contenuti che ho trovato molto interessanti e che riporterò nella mia realtà quotidiana, ma perché è stata la prima volta che ho preso la parola anch’io, quindi ho vissuto un’esperienza personale di grande emozione e grande soddisfazione. Gli spunti erano talmente interessanti che la voglia di esprimere anche la mia opinione, di dire “io ci sono” è stata forte! Ho rinnovato il senso di appartenenza, perché ci si sente un piccolo elemento che partecipa al tutto. La partecipazione è per me fondamentale, perché un progetto collettivo non deve mai dimenticare l’apporto di ogni singola soggettività. Stefano Mezz anotte, Pesca ra 39 anni Ho avuto il compito di occupa rmi, collaborando dell’Abruzzo Benia col segretario gene mino de Nigris, de rale lla parte logistica stata un’esperienz del congresso. È a molto gratifican te , anche se dispe ndiosa per le energie profuse, ch e mi porterò dentro e che mi ha ar ricchito. Ho parla to con i vertici dell’o rganizzazione e ho conosciuto person e che hanno sapu to apprezzare il no stro lavoro. Spero di aver dato il mio modestissimo contributo per aiutar e l’organizzazione a crescere. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 17 FOCUS Piergiorgio Celestino, Milano 28 anni Ho notato con piacere che il processo che porterà alla mozione conclusiva è stato molto democratico, sono state accolte anche altre mozioni. Di Pezzotta mi ha colpito l’idea di recuperare l’idea di sindacato, l’uguaglianza la solidarietà, che sono valori alla base della nostra organizzazione che non dobbiamo dimenticare e che dobbiamo rinnovare e diffondere soprattutto tra i giovani. Io quando andavo a scuola non sapevo nemmeno cos’era il sindacato… Come giovane vivo la precarietà dei miei amici, dei miei colleghi che comunque pur se precari si iscrivono al sindacato. Noi dobbiamo cercare il modo di garantire ai giovani, che sperimentano questa maggiore flessibilità, la possibilità di fare un mutuo per la casa o altro in modo che possano vivere anche loro serenamente… Filippo Mastrovito, Bari 54 anni È la prima volta che partecipo ad un congresso nazionale e la cosa che mi ha colpito di più è stato notare attraverso gli interventi dei vari segretari nazionali Bonanni, Annamaria Furlan, Baretta, come all’interno della Cisl ci siano posizioni diverse ma quello che prevale, e l’intervento conclusivo di Pezzotta lo ha sottolineato, è il movimento dei lavoratori, l’autonomia, lo spirito di uguaglianza e solidarietà che accomuna tutti noi e rappresenta il bagaglio culturale della Cisl. Ho provato una grande emozione nel vedere la grande partecipazione e il coinvolgimento da parte di tutti, ha rafforzato in me la convinzione di far parte di un gruppo solido e di riferimento, solido in termini culturali e di riferimento per le attività da sviluppare in futuro. È il mio primo co ngresso, e sto viv endo una bellissima espe rienza, soprattutto la giornata di oggi. L’i nter vento di Pezz otta, ha toccato le cord e che mi hanno ind otto a fare sindacato : dalla base fino ai vertici pur con diversi compiti e diverse responsabilità, quello che si condivide è un idea comune, un’ut opia e la voglia re alizzarla e di farla diven tare realtà. Una cosa che mi è dispiaciuta è il fatto che alcune persone no n hanno presenzia to in modo costante ai lavori e questo mi ha deluso, perché qu ando veniamo qu i a scambiarci concett i aulici dobbiamo ric ordarci prima di tutto che stiamo spende ndo tempo e denaro de i nostri iscritti e qu esto dovrebbe renderci più responsabili. Giulio Olivieri, L’Aquila 46 anni me speciale perché Questo congresso é per l’Abruzzo. Ciò mi e si svolge nella mia region tribuire un po’ con di à ilit ha dato la possib di vedere il backstaalla sua organizzazione, nd, la scelta dei rige, l’allestimento degli sta andato tutto bene sia che cordini ecc.Trovo che ci ha costretto e anche il cattivo tempo, in albergo tutti e quattro i giorni, mi ha concesso tanti momenti di socializzazione, per riallacciare rapporti con persone che non vedevo da tanto tempo. ttocci, Achille Ma anni labria 46 a C io g g e R o rà un contribut Gabriella Serr a, Sassari 38 a nni Sandro Testa, Torino 44 anni : il nuhanno colpito Due cose mi esto qu a i presenti mero di giovan te e an cc to o ntervent congresso e l’i ha ci e ch li el ot an xZ l profondo di Ale de ri ve dei più po aportato la voce isf dd so de più gran mondo. La mia selezione del mio l’e a at st è o zione cc Ro le le territoria ogretario genera zi na le ra ne siglio ge Iannò nel Con ppreo che saprà ra rt ce no So . nale e daze an nostre ist sentare bene le . io o quadrienn fattivo al prossim L’iniziativa che ho apprezzato di più è senza dubbio la tavola rotonda, che ci ha indicato un percorso da seguire di grande condivisione, un grande salto di qualità rispetto ai congressi precedenti. Mi è piaciuto molto lo stand della formazione nazionale, ho portato i miei ragazzi a visitarlo, sono rimasto colpito dalla qualità dell’allestimento, i cartelloni, i filmati realizzati, dal numero e dalla qualità degli interventi formativi. Io ho una mia filosofia: per attirare i giovani verso il sindacato bisogna creare soprattutto momenti di aggregazione, i miei iscritti sono prima di tutto amici, persone con cui condividere valori e progetti. Una volta consolidato lo zoccolo duro, il resto viene da se. Io ho molti giovani che mi chiedono un coinvolgimento diretto nel sindacato, per me è una grande soddisfazione. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 18 FOCUS Leo Boschiroli, Reggio Emilia 39 anni llandi, Stefano Be nni Prato 46 a È il mio secondo congresso nazionale e questa volta ho potuto apramente to congresso ve es qu o prezzare di più la vita congressuale fuori dalla sala convegni. Rispetto at i ov on tr Ho relazi prattutto per le a quattro anni fa mi muovo meglio, mi sento più a mio agio con gli aldi alto livello so di giovedì. Ho appreznda tri congressisti, conosco più gente. Ho fatto il pieno di emozioni: gli Ta di i e la tavola roto ut rib modo i cont ar ol ic rt interventi di Zanotelli e Pezzotta mi hanno toccato dentro, mi hanno pa x in le A zato bacci e di fatto crescere. Mi porto a casa il fatto di stare bene in questa orgala n co li, Zanotel nizzazione e la convinzione di avere qualcosa da condividere con i ca ri ca e rt fo sua colleghi e gli amici. Ho già mandato diversi sms per sollecitarli a sere di umanità. Le guire il congresso on line sul sito, trovo che poter vedere il congrese lo al G lazioni di so in diretta sul portale sia stata una grande idea. ta ot Pe zz mi hanRober to no conMaiani, aGenova fe rm D 39 ann o p o quattro to, se i giorni di in c o te n n fe sa rm attività con a della giu o bisogno, at st gr e st ss e e fo ss zz S u ne a te al d e, mi porto rling che n mai ce alla el suo rom ell’analisi politica di a casa la ri preconizza l’appar tenenza anzo Isole Bruce che ato en n pi el q u la de e on lla R et isp ch rr e co av e totalizzante p e o va i sa gi Fiba/Cisl re à bbe diventa ,n i valori e alla ta l’azienda tina di dem ella quale l’uomo, so mente ai mie tto la parve ca o ni cr L’u az . ta ia vi e lla m de nza, la pao ne gr d so e az vi rn ia ia it m ”. E il go à, viene no stati gli all’econom verno di tutto è dem schiavizzato “con nota dolente so ia, unico o andato alla delegati al biettivo: il finanza e quello che interventi dei profitto. P sta succed e hi ng lu so iù o meno es endo adess nosciamo. dibattito: sp o nelle azie La cosa più nde ch so stato scritt ripetitivi. o 15 anni fa rprendente è che il ro e comanzo è circa, in tem pi non sosp etti. Cerchiai ha quindi ribadito l’importanza di relazioni sindacali efficaci (che diano cioè il risultato che ci si attende):“una leva che permette di coniugare l’esigenza di breve periodo con la stabilizzazione del risultato economico positivo, perché garantisce la crescita” . Una impresa di assicurazioni si basa sulla fiducia della gente – ha detto – e la capacità di stare sul mercato è rappresentata dalle risorse che operano nell’impresa. Le risorse umane sono quindi il punto centrale e tali devono restare. Il presidente di Federasse Alessandro Azzi ha presentato la vivacità di un “gruppo”, il credito cooperativo, che negli ultimi anni ha visto, in controtendenza rispetto al resto del settore bancario, incrementare gli addetti, i depositi, gli impieghi. “Un dinamismo riconosciuto anche recentemente dalla Banca d’Italia nella sua relazione e che dimostra che non si fa banca solo in termini di grandi aggregazioni. Abbiamo dimensioni contenute, delimitate nel territorio, ma in grado di competere sul mercato. Siamo banche differenti, non omologate, locali, e non perseguiamo l’obiettivo del profitto ma del vantaggio ai soci e alle comunità locali. In questa sede si è parlato di responsabilità sociale: per noi è una pratica costante.” Non poteva mancare il riferimento alle trattative in corso: attraversiamo un periodo di particolare impegno che vede due momenti importati, il rinnovo contrattuale e la revisione degli accordi sulle libertà sindacali, ma partiamo dalla condivisione dei principi per noi fondamentali della omogeneità e della specificità. (A.C.) Le controparti hanno detto… Il presidente dell’Abi Maurizio Sella, dopo aver risposto alle recenti polemiche sull’euro ed aver ribadito i vantaggi che la moneta unica ha portato in termini di tassi di interesse e di inflazione, vantaggi che Sella quantifica in circa 50 miliardi annui, ha risposto alle sollecitazione lanciate da Gallo sul rispetto degli accordi contrattuali, in particolare riguardo alla realizzazione degli osservatori bilaterali. “Certo che vogliamo farli funzionare – ha detto.” Inoltre, dopo aver espresso soddisfazione per la felice conclusione della vicenda contrattuale ha ribadito l’importanza del metodo concertativo: Non l’ho mai dimesso, nemmeno nei momenti nei quali altri settori proponevano altri metodi”. E in tema di responsabilità sociale:“non possiamo imporla alle aziende poiché si tratta di una libera scelta, ma siamo sicuri che porta grandi vantaggi, purché inserita in un contesto di competitività. Sella ha quindi illustrato la dichiarazione congiunta recentemente firmata in sede europea sulla corporate social responsibility, che prevede tra l’altro, formazione al cambiamento (adaption to change) e alla leadership, gli anni sabbatici, le pari opportunità. Il presidente dell’Ania, Fabio Cerchiai, dopo aver illlustrato le buone condizioni di salute che gode il settore delle assicurazioni in Italia ha rilevato l’importanza di uno sviluppo che abbia al centro la logica del profitto, ma sostenibile, che permetta cioè di coniugare il risultato per l’imprenditore con il ruolo che l’impresa deve svolgere nella società moderna. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 19 FOCUS CONGRESSO FIBA Comitato nazionale settore credito Cognome e Nome Cognome e Nome Cognome e Nome Amadori Marco Anichini Anichini Emanuela Bellandi Stefano Biondi Fulvio Biondi Stefano Bottegal Brunamonti Fabio Cartelli Mario Castronovo Giuseppe Chiodetto Gianni Ciani Marco Cilento Lorenzo Criniti Nicola Crociani Gilberto De Marchi Roberto De Nigris Urbani Beniamino De Rosa Pasquale De Troia M.Teresa Delfino Alessandro Dotto Caterina Elisei Paolo Emanuela Esposito Giusy Gallo Giuseppe Gatti Maria Rita Gemelli Maurizio Salvatore Girgenti Sergio Gobbi Annalisa Incletolli Mauro Incletolli Mauro Leoni Maurizio Levantesi Nicola Loda Maria Rosa Loda Maria Rosa Lunardon Annamaria Mancini Pierangelo Maranella Antonio Marchiori Paolo Mariani Pietro Marino Emilio Massoglio Ezio Merlini Pier Paolo Minneci Mario Mocci Mario Morelli Fiorella Morosinotto Emanuele Nevone Pietro Ovidi Roberto Palladino Giacinto Panzarino Gennaro Pedalino Corrado Piana Mario Piarulli Carlo Piccioni Sauro Piercesare Pistonina Roberto Polimeno Walther Randazzo Antonina Elia Robotti Patrizia Romani Giulio Rufini Mauro Sammarco Gioacchino Santus Giuseppina Santus Giuseppina Spaggiari Alessandro Tagliarini Ernesto Tesi Leonardo Testa Sandro Testi Enrico Toledo Giancarlo Ugolini Raffaele Usai Tonino Mario Vannucci Elena Vescogni Maurizio Vittone Nadia Zancla Luigi Zoanni Andrea Fanno inoltre parte del settore credito con solo diritto di parola i responsabili delle sas di complesso e di gruppo interregionali finanziate Comitato nazionale settore assicurativo Cognome e Nome Cognome e Nome Cognome e Nome Baiocchi Gianni Beducci Massimo Bellucci Cristina Bognani Umberto Caporali Sandra Capozzoli Francesca Casiroli Giovanni Cavalieri Guido Ciavarella Luciano Cicerchia Cesare Contini Andrea Curtale Vincenzo D’andola Loretta De Falco Raffaele De Marco Elisabetta De Noia Alessandro De Tomasi Paolo Ferlenghi Guido Franco Fiorenza Garibotto Roberto La Cagnina Francesco Lo Presti Costantino Giuseppe Lobrano Tiziana Magliocchetti Giancarlo Majani Roberto Mandara Marina Martinotti Brunella Marzano Domenico Matonti Vigilio Musicco Ivana Oliva Alberto Paganini Annamaria Palleschi Piero Pavan Fabrizio Pierini Piero Pisciaroli Luigi Quadrana Pasquale Ranieri Annunziata Raspa Maurizio Rochas Andrea Rossi Sonia Ruccolo Orietta Secchi Linda Somma Maria Rita Tammaro Matteo Tucci Luigi Valentini Roberto Zelco Marina Zoppetti Claudio COLLEGIO SINDACALE Cognome Nome Pirro Battaglia Branduardi Righini Scotti Giuseppe Luigi Giorgio Ferdinando Nicola Presidente COLLEGIO DEI PROBIVIRI Cognome Nome Mina Civale Gagna Ianniccari Portinaro Guido Maria Teresa Giovanni Amedeo Guido Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 20 Presidente FOCUS Cognome e Nome Cravero Giovanni Criniti Nicola Curtale Vincenzo De Falco Raffaele De Marchi Roberto De Marco Elisabetta De Nigris Urbani Beniamino De Rosa Pasquale Desideri Michele Di Lorenzo Gianfranco Donnini Maurizio Dotto Caterina Elisei Paolo Ferlenghi Guido Ferrario Gabriella Fogu Marco Salvatore Franco Fiorenza Gallo Giuseppe Garibotti Roberto Gastaldo Mauro Gatti Maria Rita Gianuario Giovanni Giovanni Girgenti Sergio Giuliano Domenico Iannò Giuseppe Rocco Incletolli Mauro Ingegno Gianfranco Iscaro Agostino Lanzoni Eros Levantesi Nicola Lobrano Tiziana Locatelli Maurizio Loda Maria Rosa Longo Giuseppe Lunardon Annamaria Magni Donatella Magrin Roberta Majani Roberto Mancini Pierangelo Marchiori Paolo Mariacci Fabio Mariani Giampiero Marini Francesco Marra Emma Marzano Domenico Masto Calogero Mazzola Carmen Mecangeli Isabella Menta Tiziano Merio Dino Merlini Pier Paolo Consiglio generale Cognome e Nome Struttura Cognome e Nome Struttura Amadori Marco Baiocchi Gianni Bartoli Giuseppe Bedogni Daniele Bellandi Stefano Bellentani Paolo Berti Lauro Biondi Stefano Bognani Umberto Bonanini Lino Bonomo Silvio Boretti Antonio Borriello Anna Boschiroli Leonello Bottaro Antonio E. Romagna Lazio Toscana E. Romagna Toscana E. Romagna E. Romagna Toscana Lombardia Liguria Toscana Liguria Campania E. Romagna Liguria Bove Maria Grazia Buosi Paola Calandriello Francesco Calò Carmine Capozzoli Francesca Caria Salvatore Caruso Germano Casiroli Giovanni Cavalieri Guido Cerale Andrea Ciardelli Enzo Cilento Lorenzo Conte Angelo Contini Andrea Lombardia Veneto Lazio Puglia Lombardia Sardegna Puglia Piemonte Toscana Friuli V.G. E. Romagna Sardegna Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 21 Struttura Piemonte Veneto E. Romagna Veneto Friuli V.G. Lazio Abruzzo Puglia Marche Campania Friuli V.G. Veneto Marche Lazio Lombardia Sardegna Lombardia Piemonte Liguria Lombardia Marche Basilicata Sicilia Calabria Lazio Campania Toscana Lombardia Marche Lombardia Lombardia Lombardia E. Romagna Lombardia Lombardia Veneto Liguria Lazio Lazio Umbria Umbria Campania Piemonte Sicilia Lombardia Lazio E. Romagna Lombardia Lombardia Cognome e Nome Minneci Mario Missineo Angelo Mocci Mario Morelli Fiorella Moriggi Ferruccio Muzzi Roberto Olivieri Giulio Ovidi Roberto Pacini Andrea Pafundi Amedeo Paganini Annamaria Paltrinieri Sandra Panzarino Gennaro Papalini Paolo Parri Franco Pavan Fabrizio Pedalino Corrado Pellegrino Marcello Perotti Mariano Perri Tommaso Pezzanera Giancarlo Piccioni Sauro Pighi Bruno Pistonina Roberto Porcaro Elena Praz Cristina Ranucci Roberto Raspa Maurizio Romani Giulio Sarlo Guglielmo Satriani Augusto Scaglioni Andrea Secchi Linda Serra Vincenzo Signoriello M. Gerarda Spaducci Giuseppe Spaggiari Alessandro Tagliarini Ernesto Tamburini Ivano Tammaro Matteo Tesi Leonardo Testa Sandro Tomassoni Fabrizio Usai Tonino Mario Valerio Mario Vannucci Elena Vascello Alessio Vecchio Salvatore Vescogni Maurizio Vino Francesco Vitale Tommaso Zancla Luigi Zanobini Mara Zoanni Andrea Zoppetti Claudio Struttura Sicilia Calabria Sardegna Lombardia Piemonte Lombardia Abruzzo Piemonte Toscana Toscana Lombardia E. Romagna Puglia Marche Toscana Veneto Sicilia Puglia Trentino Calabria Lazio Umbria Veneto Toscana Campania V. D’aosta Lazio Friuli V.G. Campania Lombardia Lombardia Lazio Lazio Lazio Lombardia E. Romagna Lombardia Toscana Piemonte Lazio Sardegna Molise Toscana Veneto Sicilia E. Romagna Puglia Abruzzo Sicilia Liguria Lombardia Lombardia SOCIETÀ CIVILE a cura di Paola Vinciguerra Forum sociale antimafia “Felicia e Peppino Impastato” 1978-2005 ricordare per continuare È difficile per me scrivere col necessario distacco del Forum Sociale antimafia del 7-9 maggio scorsi, tradurre in parole le tante contrastanti emozioni vissute nelle tre giornate di Cinisi: il senso di impotenza nel sentirmi siciliana ed insieme di orgoglio e speranza per quei 5 mila giovani accorsi per la fiaccolata in ricordo di Peppino e Felicia; la commozione provata di fronte alle toccanti testimonianze delle donne che dedicano la loro vita alla lotta antimafia, la tragica consapevolezza di quanto sia lunga e impari la guerra alla mafia e alla cultura mafiosa, la voglia di fare qualcosa, di cominciare da qualche parte per gridare che la mafia non è morta anche se è diventata quasi invisibile, anche se non occupa più le prime pagine dei giornali, anzi proprio per questo è diventata più insidiosa, pericolosa. La straordinaria normalità di Felicia Impastato 7 dicembre 2004. La porta di casa di Felicia Impastato è chiusa. Per sempre. Il suo sorriso, dietro gli spessi occhiali, spento. Finalmente in pace il suo corpo asciutto, forte e fragilissimo, a stretto lutto da quel lontano 9 maggio 1978, giorno della feroce uccisione del figlio Peppino. La rivoluzione di Felicia comincia una settimana dopo la morte del figlio, quando lei ed il figlio Giovanni presentano un esposto alla Procura denunciando il movente mafioso del delitto, contro la tesi di forze dell’ordine e stampa che volevano Peppino terrorista e suicida. Parole pesanti come macigni in quel contesto, che sconvolsero le reazioni obbligate, che vedevano nella vendetta e nell’omertà l’unica risposta possibile. “Me lo fecero a pezzetti me figghiu” ripeteva Felicia in dialetto siciliano a chi andava a trovarla a Cinisi, in Corso Umberto 220, a soli cento maledettissimi passi dalla casa del mandante dell’assassinio di Peppino, Tano Badalamenti (condannato solo nel 2002, dopo quasi 25 anni di montature e indagini). È lì che ha continuato ad abitare, malgrado l’ostilità dei suoi compaesani, ed è lì che accoglieva giovani, militanti, amici, autorità che trovavano in lei sempre un sorriso, un gesto, una parola. Parlava con tutti Felicia “perché tutti devono conoscere la storia di mio figlio”, ma era felice di parlare soprattutto con i ragazzi:“è come se vedessi Peppino tra di voi” aveva detto ai 60 boyscout che aveva ricevuto solo il giorno prima della sua morte. Tante le testimonianze, i racconti raccolti al Forum durante l’incontro in ricordo di Felicia. Ecco i più significativi. Rita Borsellino – moglie del giudice ucciso dalla mafia con un’autobomba nel 1992 – ha ricordato con gli occhi lucidi: “Felicia era per me una mamma ed una sorella: si diventa parenti quando si è avuto in comune un dolore così grande e diverso. Anche lei come me non si è mai rassegnata, e come me non riusciva a superare il dolore di non avere altro su cui piangere che brandelli di carne. Nei momenti di sfiducia e stanchezza mi aiutava il pensiero della sua forza, la sua serenità, la sua perseveranza. I giovani rappresentavano per lei, come per me, la vita che sconfigge la morte. È stata un esempio per tutti noi”. L’esperienza di Michela Buscemi è emblematica. Sorella di Salvatore e Rodolfo, uccisi nel 1982, si costituisce parte civile al maxiprocesso, unica donna del popolo palermitano assieme a Vita Rugnetta. Le conseguenze sono per lei pesanti e dolorose: viene isolata dalla famiglia, ripudiata dalla madre, minacciata e insultata, emarginata dal suo ambiente. Legge una poesia scritta da lei per Felicia, ingenua ma sincera, racconta la sua esperienza: “ho voluto bene a Felicia e sono stata anche gelosa di lei, avrei voluto avere una madre come lei e non Peppino Impastato: una vita contro la mafia Nato a Cinisi, in provincia di Palermo, nel 1948 da una famiglia mafiosa, ancora ragazzo, a causa delle sue idee e delle sue iniziative antimafia, rompe con il padre, che lo caccia di casa. Condivide le lotte con i contadini espropriati per la costruzione dell’aeroporto di Palermo (in territorio di Cinisi), con gli edili e con i disoccupati. Nel 1975 costituisce il circolo culturale “Musica e Cultura”, che diventa punto di riferimento per i giovani di Cinisi; nel 1976 fonda “Radio Aut”, radio privata autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, e in primo luogo del capomafia Tano Badalamenti, che aveva un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga. Il programma più seguito era “Onda Pazza”, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali.Viene assassinato il 9 Maggio nel corso della campagna elettorale, con una carica di tritolo posta sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia.Verrà comunque votato ed eletto al Consiglio Comunale. La stampa, le forze dell’ordine parlano subito di atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto ucciso e, dopo il ritrovamento di una lettera scritta molti mesi prima, di suicidio. Grazie all’attività della madre e del fratello, dei compagni di militanza e del centro di documentazione a lui intitolato viene individuata la matrice mafiosa e, sulla base della documentazione raccolta e delle denuncie presentate, riaperta l’inchiesta giudiziaria. Dopo anni di indagini e depistaggi, nel 2001 la Corte d’Assise ha riconosciuto il mafioso Vito Palazzolo colpevole e lo ha condannato a 30 anni di reclusione. L’11 aprile del 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all’ergastolo quale mandante del delitto. Bibliografia e sitografia Felicia Bartolotta Impastato, La mafia in casa mia, La Luna, Palermo. Salvo Vitale, Nel cuore dei coralli. Pappino Impastato, una vita contro la mafia, Rubettino, 1995,2002. Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia, Centro Impastato, Palermo 2005. www.centroimpastato.it per chi volesse ascoltare stralci di Onda Pazza con la voce di Peppino su Radio Aut: www. peppinoimpastato.com Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 22 una che quando decisi di denunciare gli assassini dei miei fratelli (suoi figli) mi disse: “ti auguro di avere anche tu dei figli ammazzati, cosi provi il mio stesso dolore!”. Anche Salvo Vitale, amico fraterno e autore della biografia di Peppino, animatore dell’associazione “Radio Aut”, parla di Felicia con la tenerezza e il trasporto di un figlio: “la madre che ho scelto e non quella naturale che il giorno dopo la morte di Peppino, vedendomi sconvolto dal dolore mi disse: “era solo un folle! Non c’è da piangere, c’è da ridere!”. Franca Imbergamo, giudice istruttore al processo sull’omicidio di Peppino Impastato ci consegna la testimonianza più fervida e incisiva: “ricorderò sempre di Felicia la schiena dritta, lo sguardo fiero, il dolore portato negli anni con coraggio e dignità. La sua deposizione al processo è stata cruciale, di enorme valore. Indimenticabile il suo dito puntato contro Tano Badalamenti, il suo “voglio giustizia, non voglio vendetta” che ha rotto gli schemi di una tradizione mafiogena secolare. Se vogliamo onorare la memoria di Peppino e Felicia non possiamo fermarci solo alle verità processuali, dobbiamo tutti noi esercitare un diritto di critica impietosa. I buchi neri della mafia sono anche i buchi neri della nostra democrazia. Non si tratta di affrontare l’altro da noi, e questo rende difficile battere la mafia”. Il ritratto che viene fuori da questi e dagli altri interventi che si susseguono è di una madre, Felicia, distrutta dal dolore ma non per questo meno implacabile nell’accusare e nel ricordare, protagonista di una vera rivolta culturale: la sua straordinaria normalità. LEGALE a cura di Luigi Verde La dequalificazione può sussistere anche quando le nuove mansioni assegnate al lavoratore siano previste dal contratto collettivo in relazione alla sua qualifica (C. Lavoro 7351/2005). Innanzitutto una sintetica ricostruzione dei fatti e dello svolgimento dei primi due gradi di giudizio. Un dipendente di Poste italiane con la qualifica di quadro di primo livello, nel periodo 1996/99, ha svolto mansioni di direttore di una cd.“agenzia di coordinamento”, con il compito di coordinare l’attività di alcune agenzie di base. Nel ‘99, in seguito alla soppressione delle agenzie di coordinamento, i loro compiti sono stati affidati alle filiali. Il dipendente, che fu allora preposto ad un’agenzia di base con l’attribuzione di un’indennità di funzione inferiore a quella percepita in precedenza, ha chiesto al Tribunale di accertare il suo diritto alla qualifica di dirigente per le mansioni svolte dal ‘96 al ‘99 e di dichiarare comunque che egli aveva subito una dequalificazione ed un’illegittima decurtazione dell’indennità di funzione. L’azienda ha contestato la natura dirigenziale delle mansioni svolte dal lavoratore come responsabile di un’agenzia di coordinamento e ha sostenuto che questi non aveva subito un’illegittima dequalificazione con la destinazione a un’agenzia di base per due motivi: 1) perché anche per il nuovo incarico era prevista dal contratto la qualifica di quadro di primo livello; 2) perché, dopo la soppressione delle agenzie di coordinamento, si imponeva una valutazione necessariamente elastica delle mansioni, non potendosi pretendere la assegnazione ad un ruolo ormai inesistente. Sia il Tribunale che la Corte di Appello hanno ritenuto infondate entrambe le domande La risposta per iscritto del lavoratore alla contestazione disciplinare non esaurisce l’esercizio del diritto alla difesa, se è accompagnata dalla richiesta di audizione (C. Lavoro 9066/2005). proposte dal lavoratore, in quanto, da un lato, hanno escluso che le mansioni di responsabile di agenzia di coordinamento comportassero l’elevato grado di autonomia nelle scelte decisionali proprio della qualifica dirigenziale e, dall’altro, hanno ritenuto legittimo l’impiego del lavoratore, a far tempo dal ‘99, come preposto a un’agenzia di base, rilevando che anche per tale posizione la disciplina collettiva prevede la qualifica di quadro di primo livello da lui posseduta. Il lavoratore ha proposto allora ricorso per cassazione. La Cassazione, nell’accogliere il ricorso del lavoratore, limitatamente alla parte concernente l’esclusione, da parte della Corte di Appello, della configurabilità di una dequalificazione, nell’assegnazione al lavoratore delle mansioni di preposto a un’agenzia di base, ha confermato il principio di diritto in base al quale “ il divieto di variazioni in “peius” opera anche quando al lavoratore, nella formale equivalenza delle precedenti e delle nuove mansioni, siano assegnate di fatto mansioni sostanzialmente inferiori, sicché nell’indagine circa tale equivalenza non è sufficiente il riferimento in astratto al livello di categoria ma è necessario accertare che le nuove mansioni siano aderenti alla specifica competenza del dipendente, salvaguardandone il livello professionale acquisito e garantendo lo svolgimento e l’accrescimento delle sue capacità professionali. A tal fine l’indagine del giudice di merito deve essere volta a verificare i contenuti concreti dei compiti precedenti e di quelli nuovi onde formulare il giudizio di equivalenza, da fondare sul complesso della contrattazione collettiva e delle determinazioni aziendali. In particolare – secondo la Corte – le nuove mansioni possono considerarsi equivalenti alle ultime effettivamente svolte soltanto ove risulti tutelato il patrimonio professionale del lavoratore, anche nel senso che la nuova collocazione gli consenta di utilizzare, ed anzi di arricchire, il patrimonio professionale acquisito con lo svolgimento della precedente attività lavorativa, in una prospettiva dinamica di valorizzazione della capacità di arricchimento del proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze”. La sentenza, di cui proponiamo, dopo una sintetica ricostruzione dei fatti e dello svolgimento dei primi due gradi di giudizio, le principali argomentazioni, è di grande interesse per i lavoratori e per i sindacalisti giacché interviene a (ri)stabilire un principio, quello della “cumulabilità”, in presenza di determinate condizioni, di due forme di difesa a disposizione del lavoratore e cioè la risposta scritta e l’audizione orale, che è stato oggetto nel tempo di valutazioni giurisprudenziali tendenti ad escluderlo, alle quali, ovviamente, i datori di lavoro si sono spesso conformati nella prassi dei procedimenti disciplinari. Un dipendente di una piccola impresa, sottoposto a procedimento disciplinare, si è giustificato rispondendo per iscritto alla contestazione dell’addebito e chiedendo di essere sentito personalmente con la presenza di un sindacalista del quale ha fornito nome, cognome e indirizzo. L’azienda senza convocarlo per l’audizione orale gli ha comminato la sanzione del licenziamento. Il lavoratore ha chiesto al giudice di dichiarare illegittimo il licenziamento per violazione dell’art. 7 St. Lav., commi 2 e 3, in quanto non era stato sentito a sua difesa, e, comunque, per infondatezza dell’addebito. Il Tribunale ha accolto la domanda, dichiarando il licenziamento nullo per violazione dell’art. 7 St. Lav., secondo cui il datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore senza avergli preventivamente Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 23 contestato l’addebito e senza averlo sentito a sua difesa. Questa decisione è stata confermata dalla Corte di Appello. L’azienda ha proposto ricorso per cassazione argomentando che essa non era tenuta a convocare il lavoratore dal momento che questi, con la lettera con la quale aveva contestato la fondatezza dell’addebito fornendo la sua versione dei fatti, aveva esercitato compiutamente il suo diritto alla difesa. La Suprema Corte, nel rigettare il ricorso, ha richiamato il suo insegnamento secondo cui “ il discolparsi per iscritto “consuma” l’esercizio del diritto di difesa solo quando il lavoratore nulla dica circa l’audizione, quando cioè lo scritto costituisca il preciso segnale di una scelta, ovvero la rinuncia ad essere “sentito”; ma, quando, come nella specie, nella risposta scritta l’interessato “dice qualcosa”, chiede cioè di essere ascoltato personalmente, e, peraltro, con l’assistenza di un sindacalista ben individuato, non è più dato desumere l’esistenza di una tale rinuncia ed operano allora necessariamente le conseguenze derivanti dalla espressa richiesta di essere sentito a difesa; in altri termini, l’opzione sta nella facoltà di presentazione di giustificazioni soltanto scritte. Non è pertanto condivisibile – secondo la Corte – la tesi della “consumazione” del diritto di difesa rapportata alla mera esistenza di uno scritto del lavoratore; tesi che non ha alcun appiglio normativo e non è giustificata nemmeno dal timore di una compressione del potere disciplinare, che in realtà non sussiste perché spetta comunque alla discrezionalità del datore di lavoro stabilire i tempi di fissazione dell’audizione”. INIZIATIVE (Io) lavoro positivo di Marco Ciani Presentata al Cnel l’indagine sullo stress in ambiente bancario I l 30 giugno sono stati resi noti, nella sede del Cnel a Roma, i risultati dell’inchiesta svolta dalla Fiba Cisl sullo stress in ambiente bancario utilizzando come campione le aziende del gruppo Intesa. Alla presentazione sono intervenuti la segreteria nazionale con Giuseppe Gallo e Mario Mocci, la responsabile Fiba del gruppo Intesa Caterina Dotto, e la psicologa del lavoro Anna Paola Jeri, che ha curato la predisposizione dei questionari. Il lavoro è stato invece illustrato dalla sociologa Daniela Ferrazza, che ha seguito in prima persona l’inserimento e l’elaborazione dei dati. La rilevazione dei dati è stata effettuata da dicembre 2004 a marzo 2005, mediante la distribuzione capillare e la successiva raccolta nelle società del gruppo del questionario di rilevazione dello stress in ambiente bancario denominato Work Positive (Lavoro Positivo). Principali artefici del successo dell’iniziativa sono state le rsa del gruppo Intesa, che con costanza e dedizione hanno collaborato alla riuscita della ricerca. Nata sotto il patrocinio della Cisl, l’analisi della Fiba ha avuto fin dall’inizio lo scopo dichiarato di studiare i livelli di stress e le sue motivazioni nel settore creditizio. In quest’ottica il gruppo Intesa è stato prescelto come gruppo pilota per un esame che riguarderà in futuro l’intero settore del credito e quello assicurativo. Questo gruppo creditizio, infatti, per dimensioni e articolazione territoriale, rappresenta senza dubbio uno spaccato significativo ed un campione della realtà creditizia italiana. Come è stato sottolineato dai relatori, l’indagine di clima della Fiba ha però anche una finalità più importante a cui tendere. Quella di creare le premesse per la stipula di specifici accordi di clima nelle aziende bancarie, accordi che consentano di monitorare e di riportare i livelli di stress entro limiti accettabili per la popolazione lavorativa. In questo senso, come ribadito in molte occasioni, l’iniziativa non va intesa come mirata al Gruppo interessato dall’indagine, ma come una opportunità ricca di valenze positive poiché un’azienda dove la qualità di vita del dipendente viene promossa è un’azienda dove si lavora meglio e un’azienda dove si lavora meglio è un’azienda dove si produce di più e con maggior qualità. Oggi la situazione, dati alla mano, dimostra che molta strada de- ve essere ancora fatta sotto questo aspetto. Come emerge dai dati presentati al Cnel, lo stress sul luogo di lavoro sembra essere frutto di molteplici cause. Sicuramente tra i fattori più importanti sono da annoverare la inadeguata gestione dei cambiamenti organizzativi, la sensibile carenza di informazioni, una formazione insoddisfacente, l’inadeguatezza dei livelli retributivi. Segnali meno preoccupanti all’apparenza, anche se non per questo da sottovalutare, emergono invece dalle domande che hanno riguardato l’orario e i carichi di lavoro dei dipendenti e la stabilità del lavoro. Molte delle cosiddette domande aperte, dove i colleghi potevano esprimersi scrivendo le proprie impressioni, hanno evidenziato una grossa insofferenza nei confronti delle eccessive ed improprie pressioni commerciali svolte dalle aziende. Il “mal di budget” quindi si fa sentire in modo piuttosto rilevante. Anche se è difficile quantificare la portata di questo ultimo aspetto, rileva che esso costituisce certamente uno dei fattori di maggior disagio lavorativo ed una fonte considerevole di stress. La comparazione dei dati ha mostrato una situazione migliore nelle aziende del gruppo, rispetto alla capogruppo Banca Intesa. Ma quanto incide realmente lo stress sulla salute dei lavoratori? In Europa lo stress sul lavoro occupa il secondo posto tra i problemi di salute legati all’attività lavorativa. All’interno dell’Unione europea interessa oltre 40 milioni di persone ed è la causa di oltre il 50% dei casi d’assenza sul lavoro. Ecco perché l’iniziativa della Fiba Cisl, che si inserisce a pieno titolo nel solco della legge sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (626/94) capita in un momento appropriato e quanto mai opportuno per affrontare temi, per certi versi innovativi, ma non per questo meno importanti per la tutela e la promozione del benessere dei lavoratori. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 24 SERVIZI a cura dell’Inas Cisl La previdenza complementare, questa sconosciuta Il 2005 sembra essere l’anno decisivo per la previdenza complementare nel nostro Paese. Infatti, una volta emanati dal Governo i decreti legislativi di attuazione della legge 243/2004, scatteranno i 6 mesi nei quali i lavoratori, che ancora non hanno aderito ad un fondo pensione complementare, dovranno scegliere tra: aderire ad un fondo pensione, dichiarare di mantenere il Tfr (trattamento di fine rapporto) in azienda e non destinarlo ad alcuna forma pensionistica complementare, oppure non effettuare alcuna scelta nell’arco di questo tempo. In quest’ultimo caso, secondo il meccanismo del silenzioassenso, il Tfr verrà destinato alla previdenza complementare. La necessità di prendere una decisione entro sei mesi presuppone, però, la conoscenza, da parte dei lavoratori, di cosa sia questa previdenza complementare. Quanti, infatti, sanno che cosa è la previdenza complementare, e perché è necessario iscriversi ad un fondo pensione? Non molti, a giudicare dai sondaggi pubblicati sui quotidiani ed alle analisi della Commissione di Vigilanza dei Fondi Pensione. Il ricorso ad un tipo di previdenza detta “complementare”, che si affianca quindi a quella obbligatoria garantita dall’iscrizione ai diversi Enti previdenziali (Inps, Inpdap, Enpals, e così via), consente al lavoratore di integrare, con un’altra rendita, la propria futura pensione. Il passo è reso necessario, in particolare, per i lavoratori più giovani, ai quali, al momento della cessazione dell’attività lavorativa, non pria campagna informativa sulla previdenza complementare, in particolare nel corso del consueto incontro annuale con i cittadini denominato “Inas in piazza”, che si è svolto il 17 e 18 giugno scorsi nelle piazze e nei centri commerciali di tutta Italia. Le sedi dell’Inas Cisl su tutto il territorio nazionale sono quindi a disposizione per informazioni e chiarimenti sulla previdenza complementare, vale a dire per saper distinguere tra Fondi chiusi ed aperti, per capire a che tipo di rendita dà diritto l’iscrizione ad un Fondo e con quali requisiti di età e contribuzione, e via dicendo. sarà più garantito un trattamento pensionistico quasi equivalente alla retribuzione, come è accaduto finora. Infatti, molti studi economici mettono in evidenza che il nostro sistema previdenziale si sta orientando verso un “tasso di sostituzione” (vale a dire, il rapporto tra l’ultima retribuzione e la rendita pensionistica) pari al 65%. Ciò significa che ad esempio, per chi ha oggi 30 anni di età, il sistema previdenziale pubblico non potrà garantire rendimenti superiori al 50% della retribuzione. Inoltre, bisogna tenere presente che i coefficienti di trasformazione, previsti per il calcolo nel sistema contributivo, dovranno essere rivisti nel corso del 2005, e non può escludersi che vengano ridotti. Finora, sono nati 134 nuovi fondi di previdenza complementare, di cui 42 di tipo negoziale e 92 di tipo aperto: nel complesso, risultano iscritti circa 1.450.000 lavoratori. Il patronato Inas-Cisl, pertanto, ha incentrato quest’anno la pro- Revisione per infortunio Mi è stata costituita una rendita per infortunio il 10.12.1991: entro quale data posso ancora essere chiamato per la visita di revisione? Mi è sta- to detto che posso essere chiamato anche oltre il decennio, ma entro un massimo di altri tre anni e 210 giorni: nel mio caso, quindi, la data ultima di chiamata a revisione corrisponderebbe al 10.6.2005. Vorrei sapere se è realmente così. I suoi calcoli sono esatti: potrebbe essere chiamato a visita entro la data dal Lei indicata. È però necessario che la valutazione medico-legale sia riferita alle sue condizioni fisiche al momento della scadenza del decennio (10.12.2001) e non oltre. Qualora il danno residuato fosse valutato in una percentuale tra l’11 ed il 15%, la rendita cesserebbe e sarebbe liquidata in capitale, con un esborso finale da parte dell’Inail in unica soluzione. Domande frequenti Pensione di anzianità per un dipendente statale Sono un dipendente statale (settore scuola), ho 56 anni di età e 35 di contributi, e sono in fase di risoluzione del rapporto di lavoro, avendo superato i 18 mesi di assenza di malattia (come previsto dal contratto). Potrò accedere al pensionamento di anzianità al compimento dei 57 anni (cioè, a gennaio del 2006)? Ai fini del diritto alla pensione di anzianità Inpdap, i requisiti (sia quello contributivo che quello anagrafico) devono essere maturati in attualità di iscrizione. Essendo cessato dal servizio dovrà, pertanto, chiedere all’Inpdap l’autorizzazione ai versamenti volontari, in quanto alla data di compimento del 57° anno di età dovrà trovarsi nella posizione di “iscritto”. Assunzione invalidi civili Un lavoratore, al quale viene riconosciuta una invalidità civile pari al 46%, può trasformare il suo rapporto di lavoro, senza licenziarsi, in quello relativo ai soggetti assunti come “categoria protetta” ? La L.68/99 stabilisce che i lavoratori che divengono inabili allo svolgimento delle proprie mansioni, a seguito di infortunio o malattia, non possono essere computati nella quota di riserva se hanno subito una riduzione della capacità lavorativa inferiore al 60%: quindi, il lavoratore con invalidità al 46% non rientra nella casistica prevista dalla norma. L’unica sua possibilità sarebbe quella di licenziarsi e poi farsi riassumere come invalido civile, procedura che risulta però piuttosto rischiosa per il lavoratore. Fino a che età può lavorare una donna? Mia moglie, dipendente di una ditta privata, compirà 60 anni di età nel 2007, ma a tale data avrebbe solo 33 anni di contributi. Potrebbe continuare a lavorare dopo i 60 anni, oppure sarà obbligata ad andare in pensione? La donna può decidere di proseguire l’attività lavorativa fino al 65° anno di età, presentando apposita richiesta al datore di lavoro ed all’Inps, almeno sei mesi prima del compimento dell’età pensionabile (60 anni). Se non viene presentata tale domanda, nei termini previsti, il licenziamento può avvenire in qualsiasi momento dopo il compimento del 60° anno, senza alcuna tutela. Per la consulenza e l’assistenza necessarie, ci si può recare presso la più vicina sede dell’Inas- Cisl (gli indirizzi si trovano su www.inas.it, oppure chiamando il numero verde 800 001 303): ricordiamo che la consulenza offerta dall’Inas è assolutamente gratuita. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 25 RECENSIONI a cura di Anna Masiello Aspiranti suicidi si raccontano… “La vita che vivevo non mi permetteva di essere … non lo so, di essere quello che pensavo di essere.[…] Dopo la fine della band l’unico spazio di autoespressione che mi restava era congedarmi dalla mia vita irreale: sarei volato via da quel tetto del cazzo, come Superman. Salvo naturalmente che non è andata così.” Siamo a pag. 38 dell’ultimo romanzo di Nick Hornby, ma in quanto a citazioni esistenzial-umoristiche avrei potuto scegliere già prima a piene mani. Ed anche in seguito, ovviamente. Infatti da uno spunto tragico, quattro persone che decidono di suicidarsi la notte di capodanno, l’autore riesce a costruire un libro molto originale, frizzante e dallo humor a tratti davvero irresistibile. Martin, Maureen, Jess e J.J. sono i quattro protagonisti, a turno narratori della storia. Ognuno con il suo linguaggio, racconta il suo punto di vista in una trama che si sviluppa come una catena da una voce all’altra. È la notte di capodanno, dicevamo, e i nostri si ritrovano per caso tutti e quattro sul tetto di un palazzo, la Casa dei Suicidi, per at- tuare il proposito per cui il edificio è tristemente noto. Ciascuno ha le proprie motivazioni: Martin è un famoso presentatore televisivo che in seguito ad uno scandalo ha perso carriera, moglie e figlie; Maureen è una madre ormai esasperata da un figlio disabile; Jess è un’adolescente sboccata e problematica abbandonata dal fidanzato, J.J. è un musicista fallito. Dopo la perplessità iniziale, causata dal tragicomico caso di ritrovarsi in quattro nello stesso luogo con lo stesso fine(“Il suicidio doveva essere una cosa mitica. L’ultimo dell’anno era una notte per falliti sentimentali. Colpa mia, stupido che son stato. Naturale che lassù avrei trovato un livello tipo case popolari. Avrei dovuto scegliere una data più di classe…”) gli aspiranti suicidi si raccontano, si confidano le loro angustie, fanno amicizia e decidono di scendere giù dal tetto.A questo punto ricominciare a vivere non sarà facile, ma potranno contare sul loro legame e sull’intima complicità che li unisce. “Lo scrittore migliore della sua generazione” è stato definito dal Sunday Times, bravo lo è di sicuro soprattutto nel rendere una vicenda paradossale assolutamente autentica e credibile. Le emozioni ci sono, ma non sono mai sulla pagina, bensì fuori, aldilà, sono a portata del lettore, ma mai espresse, mascherate il più delle volte dall’ironia. Il libro si chiude sul tetto con l’immagine del London Eye, la ruota panoramica che domina Londra, grande e rassicurante presenza, da quella distanza sembra ferma nel suo movimento rotatorio impercettibile, e con una domanda dal sapore ancestrale. E forse la vita è tutta lì, nello spazio temporale tra una domanda e l’altra. Due domande a… Giovanni Floris Trentottenne, giornalista, inviato Rai a New York nel 2001, da due anni conduttore del programma di informazione e approfondimento della terza rete Rai Ballarò, da qualche mese anche scrittore, (è appena uscito il suo libro Una cosa di (centro) sinistra, Mondatori, 2004), Giovanni Floris ha partecipato come moderatore alla tavola rotonda su responsabilità sociale e finanza svoltasi a Silvi Marina nell’ambito del congresso della Fiba. Con la semplicità di chi ama visibilmente il proprio mestiere, avulso dai protagonismi che spesso accompagnano la notorietà, sorridendo, ha risposto alle nostre domande. Qual è, se c’è, il libro che ti ha cambiato la vita? La Montagna Incantata senza dubbio (Thomas Mann, Corbaccio)! Io ero, anzi sarei, un grande lettore di classici, ora sono purtroppo costretto dal mio lavoro a leggere praticamente solo libri che riguardano l’attualità, libri sulla guerra, sul mercato del lavoro, sulla finanza. D’estate torno a libri un po’ più impegnativi, però oltre La Montagna Incantata le mie letture preferite riguardano la Mitteleuropa e l’inizio Novecento. Sono un lettore che non si arrende, non lascio mai a metà i libri, anche se non mi piacciono, mi obbligo a finirli e poi li sottolineo. Il libro che in questo momento hai sul comodino? L’ultimo libro di Giulio Giorello Di Nessuna Chiesa. La libertà del laico (R. Cortina Ed., 2005) sulle ragioni dei laici. Dovendo preparare la trasmissione sui referendum sulla legge 40/2004, sono riuscito a tenere insieme le letture dei sì e dei no, adesso tocca al sì, dopo Claudia Navarini sulle posizioni del no (Procreazione assistita? Le sfide culturali: selezione umana o difesa della vita, Portalupi Ed., Casale Monferrato, 2004). Bancari… ma non solo! Mario Ulderici è un nostro collega, un bancario. Si rimane sempre un po’ sorpresi, ci si immagina lo scrittore come un personaggio romantico fuori dal mondo, stupisce sapere che può essere il collega della scrivania accanto… È in ottima compagnia, se pensiamo a Pontiggia, o Tullio Avoledo. Minimalia è una raccolta di racconti. Leggerli è un piacere, un po’ come fare un viaggio nella realtà a velocità ridotta, come andare in un treno, quelli di una volta, (o forse anche di ora in certe zone!) quei regionali che attraversano lentamente il paesaggio fermandosi ad ogni stazione, magari in seconda classe in un giorno festivo. Un viaggio tranquillo, fatto con un mezzo antico attraverso paesi e cittadine con le loro piccole stazioni, ognuna con la sua personalità, ognuna che ci racconta una storia. E vi troviamo il Bar Sport con i suoi avventori, un calzolaio che fa ancora le scarpe a mano, un adolescente con i suoi turbamenti dietro cui si intravede l’autore stesso, e così via. La caratteristica di queste storie è quella di rendere protagonisti i singoli gesti quotidiani, le sensazioni, le emozioni Nick Hornby, Non Buttiamoci giù, Ugo Guanda Ed., Parma, 2004. INDOVINA L’INCIPIT: “Il suono del disco che cade sul piatto è un sospiro veloce, che sa appena un po’ di polvere.” Inviare la soluzione a [email protected]. Sarà pubblicato il nome del primo lettore che indovinerà la risposta esatta. La risposta al quesito del numero scorso era LE NOTTI BIANCHE di Fedor Dostoevskij. La lettrice che ha risposto per prima è Giovanna Gava Cella di Milano. Lavoro Bancario e Assicurativo - giugno/luglio 2005 26 semplici, quelle ‘piccole cose’ che danno il sapore alla vita, con un ritmo che abbiamo quasi dimenticato, tipico della provincia. Del resto anche i grandi avvenimenti della vita in realtà altro non sono che un puzzle di tanti piccoli eventi, che è la maniera con cui la memoria si appropria delle cose e ci restituisce la nostra storia. Mario Ulderici, Minimalia Storie minime di provincia, Soc. Ed. Il Ponte Vecchio, Cesena, 2004) I SERVIZI DELLA FIBA CISL La Fiba cerca di offrire ai propri iscritti opportunità di risparmio, dalla spesa quotidiana agli acquisti straordinari. Come iscritto, ti sono riservati vantaggi e servizi. Hai a tua disposizione servizi di consulenza gratuita che puoi richiedere per posta, fax o e-mail quali: – Consulenza Giuridica, Consulenza Fiscale, Consulenza Previdenziale: I nostri consulenti ti informano e ti consigliano nel modo più efficace e ti indicano il comportamento legalmente più corretto, aiutandoti a risolvere eventuali problemi. Se necessario, intervengono direttamente per arrivare ad una soluzione rapida e amichevole della controversia. – Consulenza Assicurativa: Un servizio on-line per aiutare tutti coloro che hanno un problema assicurativo (polizze e sinistri rca; infortuni, danni da incendio/furto, responsabilità civile ecc). – CONVENZIONI – Gli iscritti presentando la tessera FIBA possono usufruire di sconti in diversi punti vendita sparsi in Italia, nei vari settori: ASSICURAZIONI E CREDITO,TURISMO (viaggi, alberghi, ristorazione), ELETTRONICA E VARIE. Per conoscere i dettagli delle convenzioni nazionali e regionali visita il sito www.fiba.it e clicca nel link “per gli iscritti”, troverai: – La tabella dei PREMI ANNUALI DI RIFERIMENTO POLIZZE RC VEICOLI A MOTORE – OFFERTE TURISTICHE, – I CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IAL Cisl. INFINE TROVERAI: Novità: polizza RC Auto grazie ad un accordo con un broker assicurativo siamo riusciti ad ottenere una tariffa RcAuto tra le più vantaggiose del mercato. Potrai acquistare la polizza online direttamente da casa tua. Scopri quanto puoi risparmiare sulla tua polizza auto, clicca su:“Per gli iscritti” SUCCOACIDO – TANTE NOTIZIE UTILI su pubblica amministrazione, fisco, lavoro, previdenza, sanità, turismo, privacy e scuola; – le CONVENZIONI stipulate dalle strutture Regionali,Territoriali e dalle Sas. APRI UNA CASELLA DI POSTA FIBA COSÌ POTRAI RICHIEDERE ([email protected]) LE NEWSLETTER SUI SERVIZI FIBA Ricordati, in caso ☞ di cambio di indirizzo, di rettificare la tua iscrizione Per ulteriori informazioni: www.fiba.it un sito che ha 70.000 visitatori mensili e che vede crescere quotidianamente gli accessi e le visite grazie ai nuovi strumenti messi a disposizione