Lavoro Bancario e Assicurativo
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Lavoro Bancario e Assicurativo
3 il marzo 2003 mensile Fiba anno XLXIII Sped. abb. post. art. 2 com. 20/c.l.662/96 - filiale Roma La scommessa dell’impresa socialmente responsabile Dal Protocollo in discussione con Abi, un’occasione di trasparenza e governance 3 Nuovo mercato del lavoro Luci e ombre della parte di disegno legge già varata 6 Inoltre: RcAuto: oltre i rimborsi 8 marzo: oltre il soffitto di vetro Social Forum 8 Pari opportunità nella Costituzione e nuove leggi per intervenire in azienda Bpvn 14 Serve una riforma vera e più capacità di servizio 9 Cud 17 12 Ad Aprile: Fisco 2 SOMMARIO n. 3 marzo 2003 Grazie ai nostri lettori a 26 anni, si chiama AnH drea Pozzoni, abita a Nerviano (Milano) e lavora alla società del gruppo Intesa Nextra. Ha vinto il viaggio in una capitale europea offerto dall’ETSI Cisl tra chi rispondeva all’indagine sul numero di fine anno. La nuova edizione di Lavoro Bancario e assicurativo vi piace: ne siamo lieti. L’indagine tra i lettori è per noi molto lusinghiera. Metà dei lettori lo legge tutto. Molti lo conservano. Piace il mix di temi offerti. Tra le indicazioni per noi preziose la richiesta per più “voce degli iscritti”, inchieste sulle condizioni di lavoro e sulle aziende, gli approfondimenti culturali. Moltissimi ancora non usano il nostro portale www.fiba.it. Peccato, perché alcune domande trovano già risposte in quella sede più idonea, come per le notizie vertenziali e per le email personali ad esperti. Anche noi alla manifestazione per la pace nche lo striscione della FiA ba, con segretari nazionali e la struttura di Roma/Lazio, alla manifestazione di 3 milioni di persone a Roma (almeno 5mila i quadri Cisl organizzati). Un sabato indimenticabile, in un clima nonviolento e di grande propositività. Un momento di presenza necessaria per trovare alternative alle logiche della guerra. Europa: i grandi gruppi bancari crescono 3 su 37 sono le banche Solo italiane nella classifica re- Manifestazione per la pace Grandi gruppi bancari Provvigioni La scommessa sull’impresa socialmente responsabile Giuseppe Gallo 2 3 Nuovo mercato del lavoro: luci e ombre Luigi Verde 6 Social Forum in Brasile. Perché anche il sindacato Eros Pizzi 8 Speciale 8 marzo. Oltre il soffitto di vetro Giusi Esposito, Marisa Di Tanna, Isabella Mecangeli, Elisa Artusio 9 RcAuto: riforma vera e più servizio Francesco Bizzotto e Matteo Tammaro 12 Popolare di Verona e Novara Marcello Barbieri 14 Corso: ritorno al futuro Maurizio Locatelli 15 In breve: giovani a Milano; reti promotori 16 Caaf Cisl: Istruzioni sul Cud 2003 17 Libri di P.G. e Anna Masiello 18 Cinema: essere se stessi, essere diversi Paola Vinciguerra 19 datta da R&S (Mediobanca) dei grandi gruppi, che controllano il 60% del sistema bancario europeo. Le italiane: Intesa, Unicredit, SanPaoloImi. Le tedesche sono 11, belghe e inglesi 6. È in atto una tendenza forte alle grandi aggregazioni tra realtà già forti: in 5 anni ben 19 megamergers. L’occupazione è in aumento, per mezzo milione di posti (2,2 milioni di occupati), specie sui mercati esteri. Solo in Italia, il costo del personale è calato, dal 45 al 36%. In 5 anni il rapporto ricavi per dipendente è cresciuto del 33,8%. Ricavi raddoppiati dal 1995, fino a 405 miliardi di euro. In aumento il peso dei ricavi per commissioni. Leggera flessione degli utili in generale nel 2001, anche se tiene l’utile da attività assicurative. In flessione anche Roe e Roa. Purtroppo il totale dei crediti dubbi (tra sofferenze e incagli) dei 3 gruppi italiani è pari al 6,8% dei crediti, contro una media dell’1,5%. Sono fioccate le smentite dei gruppi. GLI AUTORI Elisa Artusio è responsabile Coord.Donne Toscana Marcello Barbieri: organo di coordinamento del gruppo Bpvn Francesco Bizzotto è membro della formazione e ricerca Fiba Marisa Di Tanna è segretaria Fiba Savona Giusi Esposito è responsabile Coord.donne Fiba nazionale Giuseppe Gallo è segretario generale aggiunto Fiba Cisl Maurizio Locatelli è responsabile formazione Fiba Lombardia Anna Masiello è formatrice Fiba Puglia Isabella Mecangeli è responsabile Coord.Donne Roma-Lazio Eros Pizzi è responsabile Dip. telecomunicazioni Cisl Matteo Tammaro è segretario nazionale Fiba settore assicurativo Luigi Verde è segretario Fiba Roma-Lazio Paola Vinciguerra è responsabile formazione Fiba Sicilia QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 Novità per le ritenute d’acconto sulle provvigioni a Finanziaria 2003 ha riL toccata la misura delle ritenute d’acconto a valere su Irpef o Ipeg, come previsto dall’art 25bis del dpr 600/73. Pertanto sulle provvigioni pagate dal 1 gennaio 2003 dovrà essere operata una ritenuta d’acconto nella misura dell’11,50% (che corrisponde al 23% calcolato sul 50% della provvigione). Se l’intermediario si avvale di dipendenti o collaborati, la nuova misura della ritenuta è pari al 4,6%. 3 Nel Protocollo in discussione con l’Abi chiediamo la diffusione di Bilanci sociali centrati sull’effettiva valorizzazione del capitale intellettuale dei dipendenti. Un’occasione di trasparenza e di governance, nonché un segnale di voler uscire dalle strategie commerciali di basso profilo LA SCOMMESSA SULL IMPRESA SOCIALMENTE RESPONSABILE di Giuseppe Gallo La crisi del liberismo selvaggio ll’inizio del luglio 2002 Alan Greenspan, Presidente della F.E.D.,parlando al Congresso degli Stati Uniti in sede di audizione parlamentare, riconosce, drammaticamente, che i fallimenti Enron,World Com, Global Crossing, Adelphia e la lunga sequela di falsi in bilancio che hanno coinvolto numerose altre aziende primarie, rappresentano la prova sul campo che tutti i sistemi di controllo, sui quali si è retta, storicamente, la reputazione e l’affidabilità del capitalismo americano, sono saltati. Dalle funzioni di revisione contabile interna alle aziende (pagate per omettere i falsi) e di certificazione esterna (incentivate alle frodi con contratti di consulenza assai più lauti dell’attività di accounting); alle merchant banks interessate a rientrare dai loro investimenti e dalle linee di credito accordate alle aziende sostenendone il corso dei titoli attraverso Fondi Comuni controllati ed il condizionamento delle società di rating; alle società di interme- diazione mobiliare e ai “guru” di Wall Street trascinati da miraggio della crescita illimitata dei corsi; alla “mitica” Sec travolta dall’euforia ed incapace di assicurare il regolare funzionamento dei mercati finanziari; al top management ossessionato dalle stock options e vero motore originario di tutto il processo di corruzione e di degrado che si reggeva sul sostegno, con ogni mezzo,dei corsi azionari per incassare opzioni miliardarie. Negli stessi giorni l’ Amministrazione Bush (quantunque annoveri tra le sue file un vice ministro della difesa – T. White – ex bancarottiere Enron, un vice Presidente – D. Cheney – con 5 processi a carico per falso in bilancio relativi al periodo 1995-2000 quand’era presidente della società petrolifera Hulliburton, ed un Presidente indagato, a suo tempo, per insider trading) introduce misure severe contro il falso in bilancio, aumentando le pene sino a 25 anni di carcere (mentre il Governo Berlusconi, in assoluta controtendenza lo ha depenalizzato), sancisce l’incompatibilità tra attività di consulenza e di revisione contabile, ob- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 bliga le aziende ad accantonamenti a fondi interni per risarcire le vittime dei falsi in bilancio. Il 9 luglio Bush interviene personalmente a Wall Street nel tentativo di rilanciare la fiducia dei mercati finanziari; alle sue spalle campeggia la scritta “corporate responsability”. L’unione europea un anno prima, il 18/7/2001, approva il Libro verde sulla responsabilità sociale dell’impresa dopo l’interesse manifestato per il tema dai Consigli di Nizza, Lisbona, Gòteborg. Il capitalismo tende, storicamente, a riformarsi quando attraversa fasi di crisi. Non a caso la riforma più efficace e duratura del “sistema di Manchester”, quell’ “età dell’oro” segnata dal fordismo, dal keynesismo, dal welfare e dalla sintesi che ne risultò tra crescita economica, coesione sociale, democrazia politica, si sviluppò in seguito alla crisi degli anni ‘30 ed alla catastrofe del secondo conflitto mondiale. Verso l’etica della responsabilità Anche i tentativi di riforma contemporanei nascono da 4 una crisi assai più profonda delle pur distruttive metamorfosi del “capitalismo produttore” in “capitalismo predatore” (Der Spiegel) che ha caratterizzato, nella seconda metà degli anni ‘90 la fase apicale della new economy e della bolla speculativa. Essi, a mio parere, attingono le proprie radici nella crisi irreversibile del modello liberista che ha tentato, nell’ultimo quarto di secolo, di governare la transizione post fordista keynesiana: sperequazioni crescenti ed intollerabili nel controllo e nella distribuzione delle risorse planetarie, estensione delle aree di povertà e di precarietà nelle economie avanzate ed indebolimento del ceto medio, squilibri ambientali oltre il livello di guardia, anarchia delle relazioni politiche internazionali. Per queste ragioni il tentativo di indirizzare l’attività delle imprese e la complessiva dinamica economica secondo principi di responsabilità sociale dev’essere valutato in tutta la sua portata politica: non è soltanto la risposta di immagine (la “foglia di fico”) finalizzata ad un rapido recupero di reputazione dei mercati finanziari; alza il velo su questioni di fondo irrisolte: il rapporto tra l’impresa e tutti i portatori di interesse (Stakeholders) che con essa interagiscono (clienti, dipendenti, fornitori, management, azionisti, comunità locali, nazionali, sovranazionali); l’etica della responsabilità sociale che deve presiedere a tali rapporti; la mediazione ed il punto di equilibrio possibile tra creazione di valore e responsabilità sociale; il progetto di società, di convivenza, di democrazia che queste domande, necessariamente interpellano. La responsabilità sociale rafforza la linea partecipativa della Cisl,poiché ne assume esplicitamente il principio di equilibrio e di composizione degli interessi parziali in una superiore sintesicollettiva e comunitaria condivisa. Per le ragioni pur connesse all’evoluzione del nostro tempo e al correlativo posizionamento strategico del sindacato, in estrema sintesi addotte, la Fiba ha assunto, unitariamente insieme alle altre sei OO.SS. del credito, la responsabilità sociale dell’impresa come obiettivo ispiratore del “Protocollo di sviluppo socialmente sostenibile e compatibile del sistema bancario italiano” proposto all’Abi il 12.12.2002 in sede di rinnovo della parte normativa del ccnl 11/7/1999. Le linee generali della proposta di Protocollo impegnano l’Abi a promuovere la diffusione, presso le associate, del bilancio sociale e la sua pubblicazione insieme al bilancio annuale di esercizio. Il bilancio sociale è il documento che definisce l’identità strategica dell’impresa, i valori che orientano la sua missione, le modalità di produzione e di distribuzione del valore aggiunto, i rapporti che l’impresa intrattiene con tutti gli stakeholders (non solo con gli Shareholders). Questi principi sono stati tradotti dalle OO.SS. del credito nella centralità del “capitale in- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 tellettuale” articolato nelle sue tre componenti costitutive: • il capitale umano, • il capitale relazionale (capitale-cliente), • il capitale strutturale (capitale organizzativo). Il bilancio sociale dovrà, pertanto, dedicare specifica attenzione al capitale intellettuale rilevandone, tempo per tempo, il grado di valorizzazione. Per il capitale umano, la componente onnipervasiva del capitale intellettuale, i criteri di rilevazione e i parametri di valutazione saranno concordati, nella proposta sindacale, tra le parti sociali nazionali. Un nuovo passo di un processo vincente L’efficacia contrattuale di questa impostazione può essere compresa, agevolmente, attraverso una breve ricognizione retrospettiva sul quadriennio 19972001 che ha preso avvio con il protocollo di concertazione settoriale 4/6/1997 sottoscritto a Palazzo Chigi tra OO.SS, Abi, Federcasse e Governo. Il quadriennio concertativo ha finalizzato, con lungimiranza, le favorevoli condizioni della congiuntura finanziaria internazionale 1998-2000, consentendo al sistema bancario italiano di uscire dalla crisi tendenziale nella quale si trovava a metà degli anni ‘90 e recuperare un equilibrio competitivo di standard europeo sotto i profili economico, reddituale e patrimoniale. I mutamenti morfologici (concentrazioni e privatizzazioni su vasta scala), organizzativi (modelli decisionali, processi produttivi e canali distributivi segmentati), gestionali (trasformazione della composizione del margine di intermediazione a favore della compo- 5 nente servizi) ne sono gli indicatori macroscopici. Il contributo dei lavoratori è stato determinante sia sotto il profilo delle dinamiche salariali (moderazione salariale di breve periodo bilanciata dal Fondo di solidarietà settoriale per affrontare crisi temporanee o strutturali) che dell’assunzione di responsabilità generalizzate in rapporto agli obiettivi aziendali, consentendo il contenimento del rapporto tra costo del lavoro e margine di intermediazione ben oltre i 4 punti percentuali programmati dalle Parti nazionali per il quadriennio. Il ritorno all’equilibrio competitivo è stato dominato da obiettivi di breve periodo, dalla fase apicale della new economy e dalla bolla speculativa che ad essa si è accompagnata. Ne sono risultati, conseguentemente, penalizzati i profili qualitativi previsti dal Protocollo 4/6/1997 e dagli Accordi(28/2/1998 e 11/7/1999) che ad esso hanno fatto seguito: • la qualità del capitale umano (il capitolo più innovativo e più eluso del ccnl 11/7/1999 che ha introdotto formazione permanente e pari opportunità di sviluppo professionale per tutto il personale, innovato i criteri di valutazione professionale, aperto il confronto sui sistemi incentivanti); • la qualità del capitalecliente (sul quale si sono scaricati i miraggi della speculazione finanziaria e, talora, anche titoli non quotati e privi di rating attendibili, con effetti di grave distruzione di risparmio e di reddito e di caduta della reputazione degli intermediari nel loro insieme); Un azienda socialmente responsabile non pu che far propria la prospettiva della democrazia economica . • la qualità del capitale organizzativo (sacrificato sull’altare della turbolenza finanziaria, delle prestazioni, dei budget, del mercato da aggredire anziché del cliente da soddisfare). Si comprende, allora, il senso di un bilancio sociale centrato sul capitale intellettuale che, nell’impostazione sindacale, diviene strumento di governance e tende a recuperare l’opzione strategica di lungo periodo conciliando, nelle aziende di credito, creazione di valore e responsabilità sociale nei confronti degli stokholders. Le ricadute non sono da poco Le implicazioni politiche sono, a parer nostro, rilevanti. Un’azienda socialmente responsabile non può, infatti, che far propria la prospettiva della democrazia economica, assumendo ex ante, attraverso l’azionariato diffuso, a partire dall’azionariato dei lavoratori, il principio della mediazione e dell’equilibrio tra creazione di valore ed interesse sociale dei dipendenti, dei clienti, del management, degli azionisti, delle comunità di riferimento. Egualmente, un’azienda di credito socialmente responsabile non può essere indifferente al rapporto tra intermediazione monetaria e finanziaria da un lato e sviluppo delle comunità locali dall’altro. Il documento delle 7 OO.SS. del credito indica, a questo proposito, l’obiettivo del rafforzamento delle banche locali, specie all’interno dell’economica meridionale, e del complessivo rapporto tra sistema bancario nazionale ed economia meridionale. L’obiettivo si articola sia in sessioni informative di sistema e di azienda sia in incentivi (da introdurre nel ccnl) che accompagnino processi di rilocazione di funzioni bancarie nell’economia meridionale (direzioni d’area, società prodotto, merchant bank per le piccole imprese, Sicav, Fondi chiusi, call center, centri servizi) al fine di favorire dinamiche di convergenza tra il Sud e il Centro-Nord del Paese. Un sistema bancario risanato e competitivo può stabilizzare, nel lungo periodo, il proprio equilibrio economico e patrimoniale solo se assume strategie socialmente responsabili. Sono questi i principi e la sfida sui quali si gioca il rinnovo contrattuale del credito. Non è la banca etica che si colloca oltre l’economia di mercato poiché riporta la creazione di valore a strumento subordinato alla creazione di cittadinanza, di coesione sociale, di civiltà, di valore sociale. Ma non è più l’impresa socialmente irresponsabile che ha sventolato, nell’ultimo quarto di secolo, sui vessilli del liberismo. www.fiba.it = dove chiedere, collaborare, leggere QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 6 NUOVO MERCATO DEL LAVORO Luci ed ombre Prima che si riapra il dibattito sulle modifiche sperimentali all’art.18, guardiamo dal di dentro la parte di disegno di legge già varata di Luigi Verde l dibattito, aspro e lacerante, sulla riforma dell’articolo 18, catalizzando l’ attenzione del paese su questo aspetto, pur simbolicamente importante, della strategia governativa e confindustriale di ridimensionamento del sistema dei diritti e delle tutele, non ha consentito di valutare appieno la gravità di alcune novità contenute nel Disegno di Legge Delega per la riforma del mercato del lavoro. Vale la pena, pertanto, ri-focalizzare, in sintesi e senza la pretesa di essere esaustivo, alcuni contenuti di tale provvedimento alla luce delle modifiche del testo originario (varato, si ricordi, nel dicembre 2001 sottraendolo al preventivo confronto con le Organizzazioni Sindacali) intervenute durante l’iter parlamentare, che si è ormai concluso, e nella prospettiva dell’ avvio della fase di confronto con il Sindacato (spero tutto questa volta!) prevista, prima della emanazione dei decreti attuativi, dal Patto del 5 luglio 2002. Preliminare una precisazione tecnico-nominalistica per evitare confusione in chi legge. Il disegno di Legge iniziale (848) fu scisso, in corso d’opera, in due provvedimenti: il primo, l’848 B, che è oggetto della presente nota e il secondo, l’848 Bis, in cui sono stati inseriti la riforma degli incentivi alla occupazione, la riforma degli ammortizzatori sociali, la modifica dell’articolo 18 e l’introduzione dell’arbitrato secondo equità. COMINCIAMO DALLE LUCI Il testo originario della Delega, come dicevo prima, durante l’esame nelle Commissioni di Camera e Senato, ha subito alcune modifiche frutto dell’azione della opposizione dell’Ulivo e della Cisl che ne hanno attenuato la portata destabilizzante per i lavoratori e per il ruolo contrattuale e organizzativo del sindacato confederale. Le luci, riferibili a questa azione congiunta, sono rappresentate da: a) recupero della locuzione canonica “associazioni comparativamente più rappresentative” già derubricata dal Governo in “associazioni comparativamente rappresentative” in tutte le parti del testo della delega in cui si faceva riferimento alle associazioni sindacali e che avrebbe comportato, se non modificata, la possibilità per il Governo e le Aziende di concludere accordi privilegiando, a seconda delle convenienze, Sindacati minori e/o di comodo; b) obbligo del contratto scritto per i CO.CO.CO. da cui risulti, tra l’altro, la indicazione di “un corrispettivo… proporzionato alla qualità e quantità del lavoro” (elemento essenziale del contratto di lavoro subordinato denso di implicazioni positive per i collaboratori) nonché la previsione di tutele fondamentali quali maternità, malattia, infortunio e sicurezza QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 nei luoghi di lavoro; c) cancellazione della possibilità di utilizzare il lavoro temporaneo per coprire le quote del collocamento obbligatorio (L:68/99); d) efficace contenimento delle conseguenze,altrimenti devastanti, della introduzione dello STAFF/LEASING (grazie alla iniziativa assunta dalla Fiba Nazionale) mediante la garanzia della equivalenza del trattamento economico del lavoratore somministrato dalla Agenzia a quello cui hanno diritto i dipendenti di pari livello della Impresa utilizzatrice e la ammissibilità dello S/L solo in presenza di ragioni di carattere tecnico, organizzativo o produttivo individuate da leggi o contratti.Considerato che accampare ragioni tecnico-organizzative è sempre molto facile per l’impresa, averne assegnato la individuazione alla legge e ai contratti è un risultato positivo, che sarà tanto più positivo per il Sindacato se, prima della redazione dei decreti attuativi da parte del Governo, le Confederazioni, esercitando al meglio il diritto al confronto previsto dal Patto per il Lavoro, sapranno limitare al minimo le fattispecie legali e massimizzare il rinvio alla contrattazione di categoria (con la L.196/97 le fattispecie legali furono solo due); e) parziale riequilibrio della nuova disciplina del trasferimento di ramo di azienda, che pure era stata riformata dal Governo Amato con il DLgs n.18 del 2001, re-introducendo il requisito della autonomia funzionale abolito dal testo originario 7 della Delega. Tale re-introduzione, anche questa ottenuta dalla Cisl grazie al contributo determinante della Fiba Nazionale, stabilirà – a legge approvata – che il requisito debba sussistere al momento del trasferimento del ramo. Rimane, purtroppo, il rischio di “autonomie funzionali” costruite alla bisogna dalle Imprese per frammentare l’unità contrattuale e per indebolire il potere contrattuale e organizzativo del Sindacato. PASSIAMO ALLE OMBRE L’ombra più grande è rappresentata dalla filosofia liberista che permea la iniziativa legislativa del Governo dentro la quale si legge in filigrana lo obiettivo di una riforma copernicana in pejus del diritto del lavoro, inteso come sistema “speciale” di diritti e tutele storicamente (dagli anni ’70 in poi) prodotte dal Legislatore per attenuare lo squilibrio socio-economico fra il soggetto forte (datore di lavoro) e il soggetto debole (lavoratore) del rapporto di lavoro subordinato. Nel Ddl il tentativo pericoloso di manomettere la gerarchia delle fonti del diritto del lavoro (che trova la sua legittimazione “ scientifica “ nel Libro Bianco) si estrinseca, ad esempio, in quelle parti tendenti a “valorizzare” capziosamente la volontà del singolo lavoratore, attraverso la riscoperta del contratto individuale, a scapito della norma collettiva (ad esempio, nel caso della contrattazione individuale delle clausole elastiche nel lavoro a tempo parziale). C’è poi nel Ddl la realizzazione dell’obiettivo del de-potenziamento a favore dell’impresa delle regole e dei vincoli insiti nel contratto di lavoro subordinato anche attraverso la creazione di nuove tipologie contrattuali più “flessibili” (vedi articolo 4 re- lativo a contratto a chiamata, temporaneo ecc.) che sortiscono, peraltro, l’effetto indesiderabile di una ulteriore frantumazione del mercato del lavoro (c’era semmai il bisogno di semplificare!).Debbo dire, a questo punto, che si sta rivelando falsa la previsione che associava all’ affermarsi dell’epoca del post-fordismo la fuga dal lavoro subordinato. È vero invece il contrario, e i contenuti del Ddl lo dimostrano! Quanto alla frantumazione di cui parlavo prima, questa tendenza ormai consolidata impone al Sindacato come indifferibile la battaglia per assicurare una rete di tutele e diritti a tutte le forme di lavoro (Statuto dei Lavori Il ricorso allo staff leasing dopo le resistenze di Fiba e Cisl, dovrebbe essere fenomeno modesto o Carta dei Diritti). Un’altra ombra della Legge Delega è l’assenza, a fronte della overdose di flessibilità e quindi di minor tutele sul posto di lavoro, di segni tangibili di una politica volta a sviluppare efficaci forme di tutela sul mercato del lavoro, così come auspicato dal Libro Bianco. All’Europa che ci chiede non solo più flessibilità ma anche più sicurezza la Delega risponde solo con il potenziamento delle flessibilità. Due parole infine sullo STAFF/LEASING. Il ricorso a tale istituto da parte delle imprese,dopo la positiva azione di contrasto esercitata dalla Fiba e dalla Cisl, dovrebbe es- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 sere fenomeno modesto. Della morfologia dello S/L mi preoccupa, comunque, la scissione, che potrebbe potenzialmente dilatarsi a quote consistenti del personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato, tra l’imprenditore e i lavoratori. Tale regime di separatezza che contraddice tutta la cultura di impresa mirante a potenziare il senso di appartenenza del lavoratore, contrasta, peraltro, con quelle iniziative legislative di esponenti della stessa maggioranza di Governo sull’azionariato dei dipendenti tendenti a promuovere la compartecipazione del lavoratore alla impresa. La litania delle ombre potrebbe continuare, ma quanto ho messo sin qui in risalto basta per dare il senso della importanza del momento che il sindacato confederale si appresta a gestire e cioè quello della apertura del tavolo negoziale dopo la approvazione della legge e prima della emanazione dei decreti attuativi. La azione di contrasto rispetto a ulteriori “sconfinamenti” del Governo dovrà essere sviluppata ai massimi livelli e, se possibile, dovrà porsi l’ obiettivo di sterilizzare alcune tendenze pericolose insite nel provvedimento. Per ottimizzare l’efficacia dell’azione, però, è necessario, a mio avviso, un recupero convinto e responsabile di unità di azione da parte delle tre Confederazioni; segnali di consapevolezza in tal senso ci sono ma stentano a consolidarsi perchè, ancora, soffocati dalle ragioni di una contrapposizione che trova alimento in una concezione del sindacato come soggetto “antagonista” e collaterale ad una parte politica che, certamente, non appartiene alla cultura dell’autonomia e della contrattazione propria della CISL. 8 INTERNAZIONALE INCONTRO COL SINDACATO BANCARIO DEL BRASILE Il racconto di un membro della delegazione Cisl al grande incontro di fine gennaio a Porto Alegre (Brasile) E conomia globalizzata, concentrazione della ricchezza, esclusione sociale: sono queste le parole d’ordine di uno dei tanti convegni in discussione al Forum Sociale Mondiale, tenutosi a Porto Alegre dal 23 al 28 gennaio 2003. Il panel promosso dalla Confederazione Nazionale dei Bancari (Cnb-Cut) ha posto al centro della discussione tre importanti temi: a) Ruolo del Fondo Monetario Mondiale, rispetto al debito dei paesi del terzo mondo rimarcando il divario crescente tra paesi ricchi e quelli poveri; b) Il sistema finanziario internazionale dovrebbe essere il terreno per sviluppare il rapporto umano e produttivo. c) Creazione di un Fondo Mondiale per combattere la fame nel mondo e per lo sviluppo nei paesi del Terzo mondo. Queste proposte sono state riportate al Forum economico mondiale di Davos, che si teneva negli stessi giorni, da parte del presidente del Brasile, Luiz Ignazio Lula da Silva. Alla Cnb, che commemorava i 70 anni della loro nascita, si sono resi protagonisti di una iniziativa con la Cut e la Cisl molto importante e coinvolgente avendo come ambasciatore delle proprie idee il Presidente Lula. Oggi quello che si può definire utopia, domani potrebbe diventare realtà. (e.p.) SOCIAL FORUM Perché anche il sindacato artecipare al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre è una esperienza che ha un significato inedito. Il Forum Sociale è una realtà molto complessa e di grandissima vitalità, partecipazione, voglia di impegno sociale e di confronto fra sindacati e i vari movimenti del pianeta terra. Cercare di dare risposte alle diseguaglianze sociali sempre molto accentuate nel mondo globalizzato era l’imperativo dei dibattiti dei molteplici panel, seminari, corsi e incontri programmati dal 23 al 28 di gennaio 2003. L’attività della nostra delegazione è stata intensissima al Social Forum, testimoniando la crescita di un terreno di confronto con questi movimenti presenti a Porto Alegre, nella reciproca autonomia. La Cisl e il sindacato internazionale hanno dato il loro fattivo contributo sui temi come: i diritti umani e i diritti sindacali, sulla tutela del lavoro e dei lavoratori, il lavoro decente come obiettivo in tutto il mondo per tutti i lavoratori, contro il lavoro minorile, lo sfruttamento delle donne, la negazione dei diritti contrattuali e sindacali, la sicurezza sul lavoro, contro la povertà, la fame, le malattie, e a favore dell’istruzione. Su questi temi la Cisl può vantare esperienze significative. Dall’instancabile azione del dipartimento internazionale per sostenere i sindacati dei paesi del terzo mondo, ovvero quelli più esposti alle disuguaglianze, alla cooperazione promossa dall’Iscos e dalle attività di Intersos. Il tema della guerra ha monopolizzato molte iniziative al Forum Sociale; la Cisl ribadisce il proprio no a qualsiasi guerra come risposta ai problemi fra i popoli, compresa quella contro l’Iraq. Argomento molto sentito e dibattuto a Porto Alegre è stato quello relativo alla povertà dichiarata illegale che, nella sua evidente utopia, ha però una straordinaria spinta alla mobilitazione per l’acqua come fattore di sviluppo. Sono questi, in sintesi, i temi che migliaia di persone venute da tutto il mondo hanno discusso, ed è su questi contenuti concreti e di grande valenza di valori ed identitaria, che la Cisl (che ha molto da dire) può e deve confrontarsi con i nuovi movimenti, con tutti coloro che sono mobilitati per le stesse finalità. L’evento più sentito al Forum mondiale è stato l’intervento del presidente del Brasile Lula, che davanti a centi- naia di migliaia di persone ha parlato della fame in Brasile e nel mondo, e degli impegni assunti per le riforme nel suo paese come: l’agricoltura, la sanità, la pensione e il lavoro. Lula nel suo discorso mette in risalto una forte attenzione alle problematiche che i sindacati liberi e i movimenti discutevano al Social Forum senza contestare la globalizzazione, ma discutendo su quale globalizzazione vogliamo, come fare per renderla socialmente giusta con proposte forti per combattere le disuguaglianze sociali. Infine Lula, che era in partenza per Davos, rimarcava la volontà di portare in quella sede il messaggio che i due mondi, quello economico e quello sociale devono cominciare a dialogare. A Davos, Lula con un discorso conciliatore ha proposto di avviare un confronto tra il Forum Sociale Mondiale e il Forum Economico Mondiale. Inoltre, tra gli applausi dei paesi più evoluti e gli inve- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 stitori internazionali, ha proposto di creare un fondo internazionale per finanziare e combattere la fame e la miseria nel terzo mondo. Non si può non essere d’accordo con lui, con un Presidente che trascina tutta l’America Latina, con il Papa, che in ogni suo discorso si sofferma sulla fame nel mondo, con la Chiesa in prima linea su questo tema, con le forze cattoliche e laiche, con il sindacati liberi e i movimenti tutti, è un obiettivo che si può raggiungere Nel raccontare questa magnifica esperienza credo che la Cisl con la forza delle sue idee, della sua autonomia e del suo agire possa dare molto, a far sì che un altro mondo sia possibile, constatando che la globalizzazione e il mercato sono forme economiche che determinano maggiore prosperità e ciò non chiude la discussione, ma la mantiene aperta per renderla socialmente equa e giusta. Eros Pizzi 9 SPECIALE 8 MARZO Oltre il soffitto di vetro e leggi ormai ci sono, ma per realizzare l’uguaglianza sostanziale tra le persone, servono interventi a tutti i livelli, a cominciare dai luoghi di lavoro. È per questo che il Coordinamento Donne della Fiba Cisl ha scelto di dedicare non solo la celebrazione dell’8 marzo ma tutto l’anno 2003 proprio alla ricerca di nuove strategia per rimuovere “il soffitto di vetro”. Cosa si intende per soffitto di vetro? È un termine che traduce letteralmente l’inglese … e con esso si vuole indicare quella barriera trasparente, frutto solo di pregiudizi, con la quale il mondo del lavoro e degli affari ostacola l’avanzamento professionale delle donne. Nell’anno 2000 sono stati portati a compimento due importanti strumenti che consentono alle azioni positive di radicarsi effettivamente nei luoghi di lavoro e nelle organizzazioni al fine di realizzare quel principio di uguaglianza sostanziale per donne e uomini scritto nella nostra costituzione. I due strumenti sono il decreto legislativo n.196 del 2000 che modifica la legge n. 125 del 91 e l’art. 9 della legge 53 del 2000; essi disciplinano la stesura di progetti con i quale si Lo vedi: voglio molto. Forse tutto: il buio di ogni infinita caduta il baluginio giocoso d’ogni ascesa. Molti vivono e non vogliono nulla, eletti prìncipi dai banali affetti del loro facile giudizio. Ma tu gioisci dei visi Che hanno sete e servono. Gioisci di chi ti impiega Come uno strumento. Non sei ancora freddo e non è troppo tardi Per tuffarsi dove la vita serenamente Si svela: negli abissi del tuo divenire. Rainer Maria Rilke, Poesie I 1895-1908, Einaudi-Gallimard, Torino 1994 possono finanziare i datori di lavoro che accettino di introdurre nella loro azienda flessibilità più favorevoli alle esigenze della persona che lavora o interventi che tendano all’eliminazione delle disparità di fatto e al superamento delle discriminazioni. Flessibilità o interventi che devono essere contrattati e negoziati in un accordo sindacale o ad un tavolo appositamente definito. Ed è proprio qui che il nostro ruolo di sindacalista può in maniera concreta promuovere quel cambiamento culturale tanto auspicato. Il Coordinamento Donne ha quindi sentito quanto fosse necessario raccogliere in un volumetto, non solo le leggi ma anche le informazioni, suggerimenti, chiarimenti così da superare quella che sembrava quasi una tradizione orale riservata solo a poche addette ai lavori. Il nostro intendimento immediato è stato quindi quello di fornire a tutti i quadri sindacali uno strumento che possa agevolare l’incremento del numero dei progetti presentati anche perché gran parte dei fondi ad essi destinati resta non utilizzata. Abbiamo quindi curato la stesura di “Progettiamo la parità in azienda” che sarà pubblicato nel n. 1 del Fiba Notizie 2003 destinato a tutti i quadri sindacali. Ma per le donne, lavoratrici iscritte? Come comunicare a tutte le donne che è nostro intendimento essere al fianco delle aziende e delle organizzazioni che intendono iniziare un percorso di azioni positive? Abbiamo quindi pensato di realizzare un taccuino che ricordi nella copertina il n. 1 di Fiba Notizie del quale è supplemento e solo nell’interno della copertine abbiamo sintetizzato in poche parole quali erano i nostri obiettivi. Il resto sono pagine libere da utilizzare a piacimento, da tenere con sé e chissà se così, fosse anche per curiosità, si potrà agevolare l’avvicinarsi ai coordinamenti locali, per il tramite dei segretari Sas di un maggior numero di donne, donne la cui esperienza e la cui collaborazione sarà senz’altro valore aggiunto per l’organizzazione. Giusi Esposito OLTRE IL SOFFITTO DI VETRO Linda S. Austin è una psicoterapeuta e docente universitaria di Psichiatria. Dopo le numerose pubblicazioni accademiche, Oltre il soffitto di vetro è il primo di una serie saggi rivolti al grande pubblico, saggi peraltro molto attesi. Qualche commento: “Il libro che tutte le donne dovrebbero leggere” “Una lettura imprescindibile per tutte le donne decise a sconfiggere il loro peggior nemico: le proprie paure” Perché vi suggeriamo di leggere anche questo testo? Il tema di quest’anno è “Oltre il soffitto di vetro”, quell’invisibile ma ostinata barriera sociale e culturale che frena l’ascesa femminile nel mondo del lavoro. Ma secondo l’autrice di questo libro esistono anche altri ostacoli, ben più insidiosi, sulla strada verso la realizzazione. E questi sono le paure, i blocchi e i condizionamenti che molte si portano dentro. Linda Austin affronta il tema spinoso del rapporto tra donne ed ambizione con intelligenza, chiarezza, senso dell’umorismo e con l’aiuto di tante storie vere. E propone otto strategie utili a trovare le motivazioni e il coraggio per sfondare anche quel soffitto interiore e liberare finalmente le energie nascoste in ognuna di noi. Ecco perché vi suggeriamo di leggerlo, la battaglia da intraprendere è ardua perché è duplice ed è esterna ed interna a noi. Per quella esterna si può provare a mettere in campo tutti gli strumenti che le leggi ci offrono, ma, quella interiore, ognuna di noi la combatte ogni giorno assolutamente da sola. E la consapevolezza non è un’arma da sottovalutare. QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 10 Pari opportunità Recensione Le Ragazze di Cinquant’anni (Mondadori) C apita di ritrovarsi fra le mani un libro che ci è stato regalato e che sul momento letta la quinta di copertina, si mette in libreria per tempi meno frenetici e capita anche che una slogatura ci costringa ad un riposo forzoso e allora si da fondo a quello che c’è in libreria, capita così di ritrovarsi a leggere al momento opportuno, il libro che parla di noi, parla proprio di quella slogatura di come ci si sente verso i cinquant’anni di quel sentimento sottile che ci racconta della perdita di onnipotenza del corpo. Marina Piazza sociologa, che svolge attività di ricerca e formazione presso la società Gender di cui è presidente, che ha pubblicato diversi saggi e libri su tematiche di genere fra gli altri mi piace segnalare un altro suo saggio Tra donne e uomini ed. Il Saggiatore, affronta in maniera non definitiva nel senso che non da consigli o ricette sul come vivere il passaggio dei cinquant’anni, aiuta però a capire cosa sta accadendo e attraverso anche il contributo di altre donne (le molteplici presenze con cui ho fittamente dialogato) si interroga su come far fronte ai cambiamenti su come tracciare un percorso individuale in grado di valorizzare la ricchezza che ogni donna nasconde dentro di sé. L’interessante di questo saggio è che ha come riferimento le donne della società italiana il taglio è si in parte intimistico, ma vi è anche il tentativo di una riflessione di un noi collettivo quale nuovo soggetto sociale e politico, capace di una autoriflessività sociale mai conosciuta prima e se oggi come dice Touraine “occorre riconoscere che i problemi della vita privata, della cultura e della personalità sono al cuore della vita pubblica”, ebbene come dice la Marina Piazza “ che questo nuovo soggetto possa avere un peso sulla scena sociale è un augurio che ci facciamo, ma soprattutto un asso nella nostra manica se sapremo giocarcelo bene. La parola d’ordine è dunque quella di inventare anche questa parte della nostra vita.” Marisa Di Tanna P uò una giovane donna dover morire con l’unica colpa di essere madre di una bambina? La risposta è, ovviamente, “NO”!! Dalle nostre parti, alle nostre latitudini e nella nostra cultura, ovviamente, NO, ma se la donna in questione vive in una zona della Nigeria, dove ancora si applica l’antica legge islamica “ sharia”, allora la condanna a morte per una colpa di questo genere diviene una cosa tristemente normale! Mi riferisco ovviamente alla storia di Safyia prima ed Amina dopo: nomi di donne nigeriane balzate agli onori delle cronache in seguito alla loro condanna a morte per evitare le quali tutto il mondo (addirittura quello fatto di mondanità e frivolezza del concorso di missuniverso) si è mobilitato. Ma, in fondo, di esempi di come gli estremismi e la cieca fiducia nelle tradizioni (anche le più barbare) siano estremamente pericolosi ne abbiamo avuti più che qualcuno: da un po’ di mesi se ne sente parlare meno dai mass-media, ma nei nostri cuori, è ancora vivo il ricordo di quanto abbiamo saputo e visto sulla tragedia del popolo afghano e, soprattutto, delle loro donne. Spesso mi domando come vadano le cose laggiù ora che il regime talebano è stato rovesciato, e, purtroppo, so che la risposta non è: “ bene”, ma forse solo . “un pochino meglio”. Perché gli unici nemici delle donne afghane non erano i barbuti con il turbante, c’erano anche altri nemici, molto più difficili da sconfiggere, che si chiamano ignoranza, abitudine alla sottomissione ed alla sofferenza, disinformazione ecc… E allora una donna può decidere di continuare ad indos- Il Parlamento vota un’importante integrazione l 20 febbraio è staItivamente ta approvata definial Senato la modifica dell’art.51 della nostra Costituzione. Sono state aggiunte solo 16 parole, ma sono un grande passo in avanti nel cammino verso la parità. L’art. 51 recita “Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla legge”. È stato aggiunto un secondo comme: “A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra uomo e donna”. Per il ministro Stefania Prestigiacomo è “un traguardo importante che apre la strada a quella eguaglianza sostanziale che nelle cariche elettive non si è ancora concretizzata”. Il ministro per le pari opportunità ha raggiunto il suo obiettivo concludendo, in un anno e mezzo, il doppio iter parlamentare. Al Senato il Donne in cerca sare il burka anche se non c’è più un obbligo in tal senso, può decidere di non farsi visitare in ospedale anche se gravemente malata perchè l’unico medico disponibile è un uomo, può addirittura rinunciare alle coperte distribuite in un campo profughi dalle volontarie di Rawa (Revolutionary Association of Afghan Woman) durante il rigidissimo inverno afgano se andare a mettersi in fila per le coperte può sembrare anche lontanamente una iniziativa pubblica e sociale alle quali le donne non possono assolutamente partecipare. E che dire allora della barbara pratica dell’infibulazione ancora attuata in maniera artigianale e senza alcuna precauzione sanitaria, in molte zone della Somalia e del Kenya?Mi raccontavano alcune giovani donne somale conosciute alla sede Anolf di Arezzo che le ragazze che possono essere operate in ambulatorio o, comunque, da un medico devono in ogni caso considerarsi fortunate perchè, purtroppo ci sono ancora zone interne dove l’infibulazione viene praticata dalle madri e dalle nonne sulle giovani figlie e se non ci sono a disposizione ago e filo chirurgico si possono anche usare pezzi di foglie di agave essiccate…. Mi vengono anche alla mente le tante giovanissime donne straniere che, con il miraggio di un lavoro e di una vita migliore, finiscono sulle strade e sui marciapiedi dei paesi occidentali, e penso anche alla schiavitù mo- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 11 ddl è stato approvato all’unanimità con 222 voti a favore e la sola astenzione di 5 rappresentanti di Rifondazione. Per marina Piazza, presidente della Commissione nazionale parità, ora bisogna subito mettersi al lavoro per modificare le leggi elettorali, altrimenti questa resterà “una vittoria di Pirro”. In poche parole occorre dare gambe al principio delle pari opportunità sancito dalla Costituzione. Oggi, sia per il numero di donne in Parlamento, sia per la loro presenza nelle cariche più alte della Pubblica Amministrazione, l’Italia rappresenta il fanalino di coda Amina non deve morire È di questi giorni la notizia che il 23 gennaio u.s. l’Alta Corte della Shiaria dello Stato di Katsina ha fissato per il 25 marzo 2003 l’appello contro la sentenza di condanna a morte per adulterio inflitta alla giovane nigeriana Amina Lawal Kurami il 22 marzo 2002 e confermata dalla corte d’appello islamica di Funtua il 19 agosto 2002. dell’Europa e, a livello mondiale, è preceduta persino da alcuni paesi del sud del mondo quali Congo, Mozambico e Laos. Dopo questo piccolo grande passo c’è dunque ancora tanta strada da percorrere. di solidariet derna praticata su tante donne extracomunitarie, non chissà dove, ma nella civilissima Europa dove uomini ed anche donne considerati da tutti rispettabili sequestrano il passaporto alle donne extracomunitarie che sono a servizio nelle loro case riducendo queste persone in veri e propri schiavi del xxi secolo costrette a lavorare senza orario, senza tutela, senza la possibilità di uscire di casa ed incontrare i propri amici e parenti per la paura di essere fermate e non poter esibire il documento di soggiorno… Si è tenuta il 24 gennaio a Roma un’assemblea delle donne italiane ed immigrate organizzata dai coordinamenti donne della Cisl e dell’Anolf, si terranno nei prossimi giorni in vista dell’8 marzo, molte altre iniziative per favorire l’integrazione e creare un’alleanza tra donne/lavoratrici e pensionate italiane e donne extracomunitarie. Il 6 marzo, a Firenze, anche Fiba e Cisl Toscana ospiteranno un Convegno sul tema della solidarietà al quale parteciperà Cecilia Brighi membro della Cisl internazionale da sempre impegnata nella difesa dei diritti umani e nella tutela dei lavoratori e delle lavoratrici non solo in Italia ma a qualsiasi latitudine. Cecilia è rientrata da pochi giorni dal Brasile dove ha partecipato al terzo forum sociale mondiale di Porto Alegre: Isabella Mecangeli È dunque il momento di intensificare la campagna di raccolta firme. Se non l’hai ancora fatto, firma anche tu per l’annullamento della pena di morte anche in questa occasione le donne delle delegazioni sindacali erano molto poche ma ascoltando e leggendo i racconti ed i resoconti di Cecilia sulla situazione delle donne ed anche dei bambini in Pakistan come in Cina o nelle zone franche delle Filippine e soprattutto in Birmania ci si rende conto che il problema della rappresentanza non è certo il primo che le donne hanno nel mondo: senza, con questo volerne sminuire la portata per noi sempre molto importante e prioritaria. Non mi è mai piaciuta la dicitura (peraltro simile ad uno slogan pubblicitario per cioccolatini) “8 marzo festa della donna” credo che invece si dovrebbe pensare all’8 marzo come alla giornata internazionale per l’integrazione dei diritti tra uomini e donne di tutto il mondo. Dalle nostre parti, in Italia e nel mondo occidentale, le donne hanno fatto molta strada sul cammino delle conquiste e dell’integrazione(anche se sappiamo come nel mondo del lavoro non manchino comunque discriminazioni e soprusi): per questo credo che il lavoro dei coordinamenti donne sia cisl che categoriali non possa non occuparsi delle storie delle donne immigrate e dei loro destini. “Talvolta, quando i guai fanno sentire il loro peso, perdiamo un po’ di vista quelle verità che ci rendono stabili e danno un senso al cammino. È allora che possiamo trarre incoraggiamento dalle parole di altre che hanno vissuto la nostra stessa esperienza”. QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 Elisa Artusio ASSICURAZIONI RCAUTO Riforma vera e più servizio di Francesco Bizzotto e Matteo Tammaro 12 Può bastare un confronto tra governo e consumatori senza la presenza del sindacato? cura), richiede una grande attenzione al servizio e un particolare sforzo di trasparenza. La strana cultura del rischio dell’Ania Tre anni di scontri 31 luglio 2000. L’Antitrust commina una multa da 700 miliardi di lire a 39 compagnie. Dal 95 al 2000 avrebbero formato un cartello mantenendo alto il prezzo delle polizze. Un danno da 7mila miliardi di lire. 28 marzo 2001. Il Tar respinge il ricorso delle assicurazioni. 26 febbraio 2002. Il Consiglio di Stato conferma l’Antitrust, ma riduce il numero delle compagnie condannate e l’importo della multa. 4 marzo 2002. Il Governo decide di utilizzare la multa per ridurre l’accise sui prodotti petroliferi. 15 gennaio 2003. La Corte di cassazione condanna definitivamente le compagnie. Quattro milioni di consumatori chiedono il rimborso, confidando che sia quasi automatico. Il Governo decide con un decreto di rendere meno favorevole il ricorso al giudice di pace. Per ora metà delle sentenze davano torto al cliente: chi rischia di pagare le spese di un lungo processo, per riavere 600-700mila lire? “ a consapevolezza che il marketing non si esaurisce nell’impiego della pubblicità e che la soddisfazione del consumatore rappresenta la nuova frontiera dell’impresa dovrebbe costituire un serio elemento di riflessione… In molti casi, nella nuova società in cui la domanda di servizi va aumentando esponenzialmente, il consumatore sarebbe più interessato alla risoluzione del suo problema che non a un indennizzo economico. Una riflessione che potrebbe, tra l’altro, dilatare a dismisura il core business delle Assicurazioni”. La “provocazione” apparsa qualche tempo fa sul Sole 24 Ore, peraltro in epoca non inquinata dalle attuali polemiche, induce ad inevitabili ulteriori considerazioni. Dunque: • o le compagnie vogliono un mercato amministrato, escluso dall’Europa, • oppure accettano il libero mercato e tutti i suoi corollari. Per esempio che il prezzo non lo fa a tavolino una parte ma lo fa il gradimento, l’apprezzamento, appunto, degli utenti. Il loro “grado di soddisfazione”, come si dice. Questo riferimento, o effetto di relazione (di cui poco ci si QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 Noi siamo per il mercato libero, trasparente, solidale e governato. Aggiungiamo che va affrontato il problema dell’obbligo ad assicurare che certo lo contraddice. Notiamo però che l’Ania lo nega quando ragiona un po’ a senso unico quasi solo su costi, creste, truffe. Eppure questo servizio ha valore strategico nelle nostre società che chiamano i cittadini a essere liberi e solidali, coraggiosi nell’intraprendere e responsabili. Come potranno farlo senza strumenti di gestione assicurativa? A meno che non ci illudiamo che bastino le forme di solidarietà mutualistica o a ripartizione. Queste hanno sì un ruolo importante, perché dobbiamo fare molta più comunità, ma non offrono certo polizze (significa impegni, promesse). E la polizza è tipico strumento delle libere società. La domanda è: possiamo tenere la posizione nei mercati con una cultura del rischio arcaica e carsica, mentre siamo primi al mondo in cellulari, viaggi, ristoranti, auto e cure estetiche?. Adesso siamo ad un punto cruciale. L’Antitrust ha comunicato una multa di 314 milioni di Euro a 17 compagnie (tutte le grandi). Il Consiglio di Stato l’ha confermata. Il Governo anziché destinare la multa nell’interesse degli automobili- 13 Tutto spinge a potenziare gli Uffici di liquidazione diretta dei sinistri e a creare centri di ricerca ed elaborazione delle informazioni sti, l’ha dirottata altrove. I consumatori sono insorti. L’Ania ha negato il cartello e ribadito che non sgancerà un euro. Uno scontro alla baionetta che ha messo in moto una intuibile catena di ricatti in tutta l’articolata filiera produttiva. Cosa si deve fare? Il Governo deve riavviare il confronto e chiamarvi anche le rappresentanze più significative dei lavoratori, degli Agenti e degli altri operatori. Il monopolio delle buone idee affidato ad Ania e Consumatori non solo non convince ma ha deluso. Aiutare la prevenzione e dialogare con l’utenza Va ripreso un dialogo con due obiettivi: un accordo di merito che ponga fine all’incredibile querelle dei ricorsi e dei “risarcimenti” e uno di metodo per dare luce a un cambio di passo nel servizio. Dunque: 1. proponiamo di destinare la multa dell’Antitrust a un Progetto di Prevenzione degli incidenti. E l’Ania faccia la sua parte. L’assicuratore francese da anni investe in prevenzione lo 0,2% dei premi (e infatti ha il 5,8% di frequenza di incidente contro il nostro 10%). Ora, la Francia si interroga e vuole fare meglio. Un Progetto con queste risorse può in tre anni abbattere a livello france- se gli incidenti, con una riduzione ricorrente di danni e costi di diversi miliardi di euro. Oltre alla possibile riduzione delle tariffe di assicurazione e di molte sofferenze. 2. Promuovere un dibattito per individuare la direzione in cui è bene si articoli il servizio. Serve un Osservatorio delle relazioni con l’utenza. Può fornire al Governo elementi e idee per un suo indirizzo politico che ha il dovere di chiarire e anche incentivare fiscalmente. Perché non incentivare la Prevenzione? Sul terreno del servizio può ripartire la concorrenza, l’innovazione e la creazione di valore. Alcuni esempi: il sistematico pagamento diretto del danno, la pronta liquidazione, la produzione continuativa di ricerche e informazioni (come quella dell’Università dello Utah: “usare il cellulare in auto riduce la vista di un quinto”). Tutto chiama a potenziare gli Uffici di liquidazione diretta dei Sinistri e a creare centri di ricerca ed elaborazione delle informazioni (il back office che manca). Sono le chiavi di volta della funzionalità, dell’anticipazione dei trend e del giusto controllo. Come pure la velocità. Da sola risolverebbe i problemi della litigiosità e delle frodi. Nella lentezza, è lampante, cresce il rischio insito in “un’acredine raramente riscontrabile in altri comparti”. E la rete degli Agenti? Va ascoltata e meglio coinvolta perché presta un servizio decisivo e in parte non riconosciuto, per le preziose sensibilità e informazioni che ha, per il ruolo che può svolgere nella fase finale di pagamento riscoprendo il lato commerciale del sinistro. Molto si gioca sulla questione capitale della concorrenza. La concorrenza si rinsecchisce da sola se l’offerta rimane sul prodotto e sulla tariffa. Solo un servizio articolato e politicamente orientato fa vivere la concorrenza. Ma concorrere non è obbligatorio e, se si può sanzionare, non si può imporre. Se le compagnie di assicurazione non vogliono farsi concorrenza è necessario trovare altri soggetti che la sviluppino. A ciò servirebbe liberare gli Agenti dal vincolo di esclusiva sulla Rca. Consentire loro di offrire polizze diverse e anche particolari servizi in proprio. Il sindacato degli Agenti (Sna) lo rivendica da anni ponendo al centro l’interesse dell’utenza. Chiedersi solo come ridurre i costi e le tariffe, fermo tutto il resto, appartiene ad una logica di potere semaforico rappresentando un approccio statico che non mira a creare nuovo valore. Cerca solo il colpevole e lo giudica. Produce contrapposizioni e rovine. Occorre entrare in una logica di dialogo, proposta, cambiamento e responsabilità, producendo accordi veri, soluzioni avanzate in cui tutti possano riconoscersi. www.fiba.it: notizie e documenti sulla tua realtà QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 14 POPOLARE DI VERONA E NOVARA La lenta costruzione di un mosaico Dal 1 giugno 2002 è operativa la fusione tra due grosse popolari del nord: la “Banca Popolare di Verona – Banco S.Geminiano e S.Prospero” e la “Banca Popolare di Novara”. Cosa sta accadendo? a struttura che ne è derivata è composta dalla banca capogruppo con tutte le funzioni di direzione, da due società per azioni interamente controllate che conservano la loro più tradizionale rete di sportelli e la direzione strettamente commerciale, dalla Società Gestione Servizi che accentra i servizi di back-office, l’organizzazione e il Ced e da altre società prodotto per i fondi comuni, il leasing, la riscossione tributi, una Sim ed una banca “private” (Banca Aletti). L’operazione prevederà entro settembre uno scambio di sportelli tra le tre realtà principali per ridistribuire le filiali in base ai territori di loro radicamento storico. A grandi linee il nordovest sarà interamente Banca Popolare di Novara Spa, nella provincia milanese e bergamasca avranno la maggioranza gli sportelli del Credito Bergamasco Spa; il Banco Popolare di Verona e Novara Scrl vedrà aumentare le proprie filiali per l’attribuzione degli sportelli delle altre banche presenti nel nord-est e nel resto del territorio nazionale, fatta eccezione per la città di Roma, la Campania, la Puglia e la Sicilia (che rimarranno Bpn spa). Per non perdere tempo, nel frattempo, è stato concluso un accordo con la Banca Popolare di Cividale. La Bpvn acquisisce il 35% del capitale dando in cambio alcune agenzie friulane, per poi averle in restituzione se, tra qualche anno, la partecipazione nella “Cividale” non raggiungerà il controllo della stessa banca. Le novità nei Centri Servizi Mentre non ci saranno grosse sovrapposizioni di sportelli, sarà invece notevole la riorganizzazione dei centri servizi. Verona e Modena perderanno attività che saranno trasferite a Novara ed il sindacato dovrà occuparsi di mobilità territoriale e professionale. Per l’efficientamento degli organici, la banca sta proponendo il ricorso al Fondo esuberi del nostro ccnl. Siamo preoccupati per la perdita di posti di lavoro sulle sedi storiche, anche se i lavoratori saranno utilizzati per coprire la carenza di organici nella rete commerciale. Si tratterà di un processo difficoltoso per la gestione del personale, che vedrà una netta perdita di professionalità e un lento QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 processo di riconversione e formazione. Il sindacato, dopo aver siglato l’Accordo quadro per la gestione delle trasformazioni ed alcuni importanti accordi di armonizzazione, è ora impegnato nella gestione delle ricadute conseguenti all’applicazione delle procedure della banca capogruppo sia sui servizi accentrati che sulle filiali della “Novara”. Al momento il personale impegnato nella formazione dei colleghi per la migrazione delle procedure delle filiali sarà sostituito da lavoratori interinali: è l’occasione per iniziare la collaborazione con l’Alai (l’associazione dei lavoratori atipici della Cisl), secondo la convenzione recentemente siglata dalla Fiba nazionale. Nonostante la produzione di un nuovo marchio e di una nuova denominazione per tutto il gruppo, la nuova strategia ha imposto di rispolverare i marchi locali del B a n c o S.Marco (Creberg) e del Banco S.Geminiano e S.Prospero (Bpv), che si erano persi con gli ultimi processi di aggregazione. Rilanciamo l’azione dei dipendenti azionisti All’interno della capogruppo la Fiba ha dato vita anche ad una Associazione Azionisti Dipendenti che cercherà di proporre all’attenzione dei suoi soci e dei soci della banca le proprie valutazioni sulle scelte strategiche 15 Gruppo bancario BANCO POPOLARE di VERONA e NOVA R A ed organizzative, senza perdere di vista anche un altro obiettivo: quello di estendere il diritto di voto a tutti i dipendenti. Sì, perché nemmeno l’ingresso dei dipendenti soci della Banca Popolare di Novara e la nuova fusione ha convinto la dirigenza ad accogliere la richiesta dei dipendenti azionisti della “Verona” di poter partecipare anche attraverso il voto in assemblea. Siamo l’unica società cooperativa che storicamente nega questo diritto di rappresentanza e partecipazione: quasi volessimo attentare al buon andamento della nostra azienda! I problemi in discussione al tavolo sono diversi e le trattative risultano difficili e appesantite dalle differenze tra le sigle e, Banco Popolare di Verona e Novara Banca Popolare di Novara Credito berga,asco Banca Aletti Aletti Gestielle SGR e Sogepo Società Gestione Servizi SGS Sestri (riscossione tributi) Sari (riscossione tributi) leasimpresa Novara Invest SIM Creberg SIM Totali del gruppo all’interno delle sigle, tra le differenti realtà sindacali locali. In questo panorama la Fiba è l’unico sindacato che si è costituito come Organo di Coordinamento di Gruppo e che, attraverso l’apporto e la partecipazione attiva di tutte Numero Sportelli oggi 368 535 216 11 Numero Numero Dipendenti Sportelli oggi a sett/2003 488 418 212 20 3 1118 4625 4616 2103 152 145 731 341 61 99 6 22 12901 le Sas rappresentate, riesce a tenere una linea di programma e di comportamento unica e coerente nell’esclusivo interesse dei lavoratori alle prese con mutamenti organizzativi e professionali non indifferenti. Marcello Barbieri RITORNO AL FUTURO Sindacato, un percorso tra presente, passato e futuro Ieri, oggi, domani. Il rappresentante sindacale è immerso ogni giorno in una dimensione di cambiamenti continui e repentini. Punto di convergenza di ogni questione sindacale legata ad aziende del proprio territorio. Fusioni, trasferimenti, esuberi ed altro ancora…Una quotidianità intrisa di impegni, di incontri, di affanni. U n progetto della Fiba Lombardia: un percorso di formazione come spazio di riflessione sui significati dell’agire all’interno di un’organizzazione sindacale, all’interno della Cisl. Un progetto che si è concretizzato nello scorso mese di gennaio, con il primo modulo di due giorni, cui seguirà un secondo nel prossimo mese. Mettere a confronto i componenti dell’Esecutivo Regionale Lombardia e dei coordinatori di settore bancario e assicurativo con studiosi di diverse discipline provenienti dal mondo accademico, al fine di analizzare le trasformazioni in atto, di saper interpretare i cambiamenti politici, socio-culturali ed istituzionali, ripartendo dalle scelte operate dalla Cisl degli anni cinquanta, per giungere alle ultime modifiche del titolo V della Costituzione. All’interno della sfida che Ralf Dahrendorf a metà degli anni 90 individuava nel combinare benessere economico, coesione sociale e libertà politica, quale ruolo ha un sindacato libero in un sistema democratico? Il lavoro approfondito con i docenti dell’Università Cattolica di Milano, il prof. Colasanto,sociologo, il prof. Carera, storico ed esperto di storia del movimento sindacale, il prof. Varesi, esperto di diritto del lavoro e con il Segretario Generale Cisl Lombardia, Carlo Borio, si può riassumere in quattro concetti. Un sindacato soggetto della società civile, che pone al centro del suo agire politico la valorizzazione della persona e del lavoro. Un sindacato come luogo di elaborazione culturale condivisa, luogo di sintesi tra gli interessi individuali, personali e i bisogni di solidarietà collettiva. Un sindacato che anticipa i fenomeni, che anticipa i processi. Esercitare la responsabilità e avere il coraggio di variare alcune certezze, di non rimanere ingessati ma saper cogliere le opportunità che nascono dai cambiamenti. Un sindacato, la Cisl, che recupera il senso di ciò che si è stati e si è oggi, e proprio per non coltivare solo ricordi, opera all’interno di un progetto riformista di partecipazione, di progresso, con comportamenti responsabili contrassegnati dall’ampia capacità autonoma di elaborazione e di gestione. Appuntamento al prossimo modulo, in cui si entrerà nello specifico delle trasformazioni e del ruolo sindacale nel settore finanziario, bancario e assicurativo. Maurizio Locatelli Per un approfondimento Ralf Dahrendorf, QUADRARE IL CERCHIO, Laterza 1995 Michele Colasanto, IL SINDACATO DELLA SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE: una grande impresa di nuove solidarieta’ e formazione sociale, in “Vita e pensiero”, n. 3/2002 Giuseppe De Rita, IL REGNO INERME. Società e crisi delle istituzioni, Einaudi 2002 Autori Vari, POLIS E POLI.Il sindacato nell’era del bipolarismi, Edizioni Lavoro 2002 www.fiba.it: il mondo del credito spiegato giorno per giorno QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 16 IN BREVE GENERAZIONI DI FENOMENI na copertina nera, in evidenza solo una serratura ed una scritta…..entra a sbirciare qualcosa di nuovo. U L’invito appare sulla rivista bimestrale FIBAnotizie del sindacato territoriale di Milano. Apri la rivista e vedi ritratti in foto bimbe e bimbi. La curiosità cresce. Gli articoli, i disegni, la grafica sono attraenti. È ora di leggere la presentazione se ci si vuole orientare. Un duplice percorso di formazione di base per nuovi dirigenti sindacali, con la presenza di tanti giovani interessati ed entusiasti. I commenti al bar vicino alla Fiba di Milano. Un’idea e la sua realizzazione. Otto giovani sindacalisti riuniti attorno ad un tavolo per creare un numero della rivista, fuori dagli schemi abituali e dal “sindacalese”. Un giornale fatto dai giovani, con il loro linguaggio, il loro modo di vedere e giudicare le cose, il mondo, il lavoro, il tempo libero. Tempi stretti per pensare, immaginare e poi scrivere. Parole, frasi, paragrafi, immagini, colori, foto. Ottimo lavoro. Troppo bravi. Barbara, l’altra Barbara, Giorgia, Edda, Laura, Andrea, Fabrizio, Umberto. Sono loro gli autori. Ancora complimenti anche a chi ha lasciato loro lo spazio per realizzare il lavoro. Avanti così……. M.L. Chi volesse copia della rivista N. 2/2002 può richiederla alla Fiba di Milano. Fermento nelle reti dei promotori finanziari opo l’euforia degli anni 1999 e 2000 dove tutte le banche si sono dotate di una rete di promotori D finanziari e tutte le Sim hanno richiesto la licenza banca, siamo di fronte oggi alla situazione paradossale e schizofrenica in cui il massimo dell’aspirazione di queste aziende è chiudere le reti di pf. Tutto ciò sta a dimostrare come spesso vi sia poco di razionale, nelle scelte e nelle strategie che vengono messe in campo, e come spesso, purtroppo, sia semplicemente il rincorrere una “moda”. Naturalmente il costo di progetti costruiti sulla sabbia, oggi viene scaricato sui lavoratori, dipendenti e non, che sono stati coinvolti in queste avventure. Questi fenomeni, in modo più o meno traumatico stanno coinvolgendo tante aziende, che vanno da Nascent, una Sim con circa 250 pf che dopo 2 anni di “fuochi d’artificio” sul mercato ha chiuso lasciando sul campo tutti coloro che avevano creduto in quel progetto, a Claris-Net di Veneto Banca che prima crea la rete di pf e poi decide di far convergere la divisione dei PF in Claris Vita la compagnia assicurativa, azzerando la rete, a Banca Idea della Popolare di Vicenza, che chiude l’esperienza partita 3 anni fa nonostante i risultati soddisfacenti. Poi si può parlare anche delle “grandi” come Banca PrimaVera del gruppo Intesa che dopo aver fuso GenerComit e Intesa Italia, ora si parla sempre più insistentemente di un disimpegno nel settore della Capogruppo, oppure gli accordi assunti con i promotori reclutati e poi disattesi da parte di Fineco a seguito dell’entrata in Capitalia, le 5 trasformazioni in 18 mesi dei promotori del gruppo Unicredito ora confluiti in Xelion, le vicende dei promotori e dipendenti di Banca Sanpaolo Invest con la confluenza di quest’ultima in Banca Fideuram e così via. Su queste situazioni ed altre ancora, il Coordinamento Nazionale dei PF sta intervenendo coinvolgendo fortemente i PF e laddove vi sono ricadute sui dipendenti, anche con le strutture locali della Fiba. Interessante per ora il caso di Banca Primavera dove, con la stretta collaborazione con la sezione aziendale Fiba, si è provveduto ad inviare un’e-mail a tutti i promotori sulla situazione aziendale che ha avuto un enorme ritorno in termini di condivisione della nostra analisi. (c.p.) QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 17 CONSULENZA CUD 2003 ISTRUZIONI PER L’USO Nella certificazione dei redditi di lavoro dipendente e assimilati (CUD 2003) il datore di lavoro o ente pensionistico indica i dati relativi ai redditi corrisposti nel 2002, alle ritenute operate e alle detrazioni effettuate. Nel CUD inoltre devono inoltre essere indicati i dati relativi ai contributi previdenziali e assistenziali dovuti all’INPS, all’INPDAI e all’INPDAP per l’anno 2002. Il termine per la consegna Il datore di lavoro, l’ente pensionistico o il committente delle collaborazioni coordinate e continuative devono consegnare al contribuente il CUD 2003 entro il 31 marzo 2003. Utilizzo del CUD Il contribuente che nel 2002 ha posseduto solo i redditi indicati nel CUD 2003 è esonerato dalla presentazione all’Agenzia delle Entrate sia di questa certificazione che della dichiarazione dei redditi. I titolari di più pensioni sono esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi a condizione che nelle Annotazioni al CUD l’ente pensionistico attesti di aver applicato le disposizioni relative al “casellario delle pensioni”. Il contribuente può comunque presentare il 730 ove abbia sostenuto nel corso del 2002 oneri diversi da quelli riportati nel CUD. Il contribuente è invece obbligato a presentare il 730 se gli oneri indicati dal sostituto d’imposta nel CUD non spettano in tutto o in parte. È sempre bene quindi controllare quanto riportato nel CUD. Le novità sulla previdenza complementare Da quest’anno al punto 8 della parte A del CUD viene segnala- La rubrica curata dal nazionale ta l’eventuale esistenza di situazioni particolari, riguardanti il contribuente, che condizionano la deduzione dei premi versati ai fondi pensione o per effetto di una polizza assicurativa previdenziale. Si tratta di un’informazione importante che in precedenza era difficile ottenere. Ai punti 28 e 29 della parte B del CUD è indicato l’importo dei premi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro ai fondi pensione negoziali, compresi quelli versati per i familiari a carico. In particolare al punto 28 troviamo l’importo dei premi esclusi dal reddito imponibile che quindi non vanno riportati in dichiarazione nel caso questa venga presentata. Al punto 29 troviamo invece l’importo dei premi che non sono stati esclusi dal reddito imponibile. Attenzione però, tale importo potrebbe essere deducibile dal reddito in dichiarazione ove il lavoratore possieda altri redditi oltre a quello di lavoro dipendente. La destinazione dell’8 per mille dell’IRPEF I soggetti esonerati dalla presentazione della dichiarazione dei redditi sono ammessi ad effettuare la scelta della destinazione dell’8 per mille Irpef se nel punto 10 della parte B del CUD risultano indicate le ritenute. Per effettuare la scelta, uno dei due esemplari del CUD va consegnato in busta chiusa in banca o alla posta entro il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Il servizio reso da banche e poste è gratuito. Il modello CUD con le istruzioni è disponibile in formato pdf su Internet all’indirizzo: http://www.agenziaentrate.it/modulistica/ dichiarazione/2003/cud/italiano/index.htm Alessandro Cati QUESITI Vorrei capire bene come funziona il conguaglio IRPEF quando si cambia datore di lavoro nel corso dell`anno con passaggio diretto. Nella fattispecie con la busta paga di gennaio ho ricevuto un addebito IRPEF abbastanza alto dopo aver consegnato il CUD emesso dal precedente datore di lavoro e relativo al periodo 2002 in cui sono stata sua dipendente. Il TFR ottenuto sempre nel corso del 2002 rientra nel calcolo dell`IRPEF di fine anno? Non è tassata separatamente? Grazie. No. Il TFR non concorre in alcun modo nel calcolo dell’Irpef proprio perché soggetto a tassazione separata (art.16 DPR 917/86). I sostituti d’imposta del conguaglio riassuntivo debbono invece includere l’IRPEF, l’addizionale regionale e quella comunale e l’importo di tutti i redditi di lavoro dipendente percepiti nell’anno (anche quelli derivanti da un nuovo rapporto di lavoro). Ulteriori informazioni sono disponibili presso le sedi locali del CAAF-CISL o al numero verde servizi CISL 800 249 307. Sono un lavoratore dipendente con un unico reddito di circa € 19.000 lordi nel 2001. Ho moglie e due figli minorenni a carico. Agli inizi del 2002 ho ricevuto un aumento delle detrazioni per figli a carico. Tale aumento ha fatto lievitare l’importo totale delle detrazioni da € 132,53 a € 168,35 mensili. Poiché uno dei miei figli è portatore di handicap, con la Finanziaria 2002 ho ottenuto l’aumento delle detrazioni totali da € 168,35 a € 232.91 mensili. Secondo miei calcoli, ho dedotto che è stata aggiunta un’ulteriore detrazione di € 774,69 all’anno. Tutto ciò è corretto o, l’importo annuo già previsto di € 516,46 per ciascun figlio, andava semplicemente aumentato a € 774,46 per uno di essi? Se ciò non è corretto, dovrò restituire? In che modo? Ritengo che le sia stata erroneamente aggiunta tutta la detrazione di € 774,69 anziché la differenza tra € 516,46 e € 774,69. Di conseguenza lei è tenuto a restituire le detrazioni di imposta fruite in eccesso (a meno che non provveda per lei il datore di lavoro in sede di conguaglio di fine anno) utilizzando la dichiarazione dei redditi: Mod. 730/2003 o Mod. Unico 2003. www.fiba.it: conosci i nostri servizi fiscali on line? QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 RECENSIONI Sud: dietro linaffidabilit di un rapporto travaganza che si manifesta in comportamenti e atteggiamenti in stridente contrasto con la normalità” è questa la definizione della bizzarria data dal dizionario, ed è questo l’argomento già chiaro nel titolo (BizzarraMente) del gustoso volume scritto a quattro mani da Omar Calabrese e Maurizio Bettini. Una cena con gli amici in una (ci figuriamo) dolce serata senese ed ecco l’idea; ricerca seria, arguzia e curiosità fanno il resto, portando alla luce e alle stampe, decine di storie in cui i protagonisti si distinguono per originalità e stravaganza. Bizzarrie che diventano materia letteraria, ‘perpetrate’ da personaggi della storia classica e recente, più o meno noti. Si comincia con Serse, grande re persiano che invece di innamorarsi di una bella principessa si invaghì di un platano meraviglioso, di dimensioni enormi, ne coprì i rami di gioielli e gli mise accanto un guardiano. Quindi Caligola, per rimanere tra i regnanti, che fece abbattere tutte le statue esistenti a Roma, fece erigere un tempio dedicato a se stesso, in cui si trovava una statua a sua immagine che ogni giorno veniva abbigliata con un vestito identico a quello che lui aveva deciso di indossare. Molto simpatico anche l’aneddoto su Giannozzo de’ Bischeri che per fare troppo il furbo fece la figura dello stupido e il cui nome passò alla storia come l’aggettivo tipicamente fiorentino che tutti conosciamo. Ci sono inoltre esempi di “ Tutta colpa della debolezza delle piccole e medie imprese, le difficoltà del credito meridionale? Il volume mostra invece la rilevanza di altri fattori, come la situazione di inadeguatezza e di inefficienza dell’assetto organizzativo della funzione creditizia. Si parla perciò di nuove risposte organizzative legate alla segmentazione della domanda, sulla gestione integrata della politica creditizia e commerciale, sullo sviluppo di relazioni “virtuose” fra banca e impresa Baravelli, Feliciotto, Mazzù Banche e rischio di credito in Sicilia Egea/Giuffrè 2003, pp. 188 a cura di P.G. Raccontare le idee attraverso una vita C’è chi giura che le opere, alla fine, parlino anche per chi le a scritte e non serva sempre la filologia o la biografia per illuminare un testo. Quando però la vita è così ricca e coerente, come nel caso della filosofa politica Hannah Arendt (1906-1975), l’approccio cronologico è non solo utile ma stimolante. Al centro, l’arte di comprendere, lo stupore che muove l’azione, il mettere in comune idee. Nella Germania che vede la scalata di Hitler, nell’Israele della speranza ebraica, negli States della passione democratica. Martine Leibovici Hannah Arendt Città aperta 2002, pp. 328 18 BizzarraMente bizzarria tipicamente italiana che per gli autori (come non essere d’accordo) consiste nel cavarsela “escogitando ogni giorno i mezzi necessari per sopravvivere nella gabbia di matti nella quale siamo costretti a risiedere da secoli” come quel parroco del ‘300 che torno’ dalla Terra Santa con una reliquia falsa (quelle vere o presunte tali, costavano troppo): un pugno di terra, la stessa da cui fu forgiato Adamo. Verosimile lo era, del resto era terra di quei luoghi santi calpestata dai Padri, chi poteva provare il contrario? Buffo o stravagante, stolto o troppo furbo il bizzarro è comunque un contestatore più o meno volontario dell’ordine precostituito, agli occhi altrui quasi un folle, perché la bizzarria in fondo è una forma di libertà, di indipendenza, di ribellione. A volte è l’unica maniera per sopravvivere, come Bruto o Amleto che si fingono sciocco l’uno e pazzo l’altro, per evitare di essere uccisi dal tiranno. Più i contesti sociali e culturali sono rigidi o falsamente democratici più la bizzarria si diffonde, perché diventa il solo modo per esprimere le proprie idee e si trasforma in quel serio ludere – dire cose serie scherzando – che è il vero principio ispiratore del libro e che a cominciare da Socrate fino ai nostri giorni è stata la filosofia di vita che ha permesso a molti intellettuali, in periodi difficili, di coltivare e diffondere studi e conoscenze vietate evitando le ire dei potenti. QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 Visti tutti questi illustri esempi ci sentiamo autorizzati a difendere anzi a coltivare la nostra bizzarria e la nostra originalità a costo di apparire buffi agli occhi degli altri. Questo libro sdogana la stravaganza che è in ciascuno di noi e ci spinge a frequentare e ad ampliare gli spazi di libertà a dispetto delle regole del conformismo e dell’apparenza che purtroppo dominano nella nostra realtà, professionale e non; alleviando quel sottile senso di colpa che ciascuno di noi ha per le proprie stranezze ci induce a guardare con occhio benevolo e tollerante alle stravaganze altrui. Anna Masiello Maurizio Bettini Omar Calabrese BIZZARRAMENTE. ECCENTRICI E STRAVAGANTI DAL MONDO ANTICO ALLA MODERNITÀ Feltrinelli, Milano, 2002. 19 RECENSIONI Edward Hopper, Ufficio in una piccola città Riflessioni uscendo da due sale cinematografiche di Paola Vinciguerra ESSERE SE STESSI, ESSERE DIVERSI hi di noi non ha mai sognato almeno una volta di poter vivere una vita diversa, magari la vita di un’altra persona, diametralmente opposta alla nostra? È ciò che succede nell’ultimo bellissimo film di Patrice Leconte, L’uomo del treno interpretato da due magnifici attori, Jean Rochefort e Johnny Hallyday, nel quale si incontrano due solitudini, due mondi apparentemente inconciliabili che però per qualche giorno si intersecano e si guardano con rimpianto e ammirazione. La storia racconta l’incontro in un paese della profonda provincia francese tra un rapinatore sulla cinquantina – arrivato nel paese proprio per rapinare la banca – ed un anziano professore di letteratura in pensione, convenzionale ma anche eccentrico, che per una serie di vicissitudini lo ospita a casa sua per qualche giorno. Da subito si instaura tra di loro una strana complicità. Entrambi si trovano ad un bivio – il professore si deve sottoporre ad un delicato intervento di cuore e il rapinatore sa che quella rapina in banca è particolarmente rischiosa – e per un attimo accarez- zano la possibilità di scambiarsi le vite. Il rapinatore trova rasserenante la sonnacchiosa vita di provincia e calda la fatiscente casa del professore, un porto in cui rifugiarsi; il professore in pensione, frustrato e annoiato dal solito trantran, immagina vite avventurose e chiede addirittura al rapinatore di poter provare a sparare. È bellissima, ironica e struggente la scena in cui il rapinatore si prova di nascosto le pantofole o si sostituisce al professore in una lezione privata di letteratura, così come è emblematica e ridicola insieme la scena del film in cui l’anziano professore indossa con un profondo sorriso di soddisfazione il giubbotto di pelle stile cowboy del rapinatore. Come loro hanno confusamente presagito, la morte, che aleggia fin dall’inizio sul film – cieli plumbei, città deserta, ambientazione grigia – arriverà per entrambi il sabato successivo ma troverà persone cambiate, più ricche, meno sole, con la consapevolezza di aver vissuto per poco tempo ma intensamente la vita a cui forse sarebbero stati destinati se non avessero fatto scelte diverse, come se si fossero ricongiunti col proprio vero io prima di abbandonare definitivamente la vita. Un altro film che di recente ha affrontato con intelligenza e sensibilità il tema del cambiamento e della perdita dell’identità è L’uomo senza passato del finlandese Aki Kaurismaki, Gran Premio della giuria al Festival di Cannes 2002. Versione scandinava e proletaria del Fu Mattia Pascal, il regista utilizza l’espediente dell’amnesia per dare la possibilità al protagonista del film di vivere un’esistenza completamente diversa da quella precedente. Egli, che proviene da un ambiente piccolo borghese, comodo sicuro e vagamente gretto, riconquista una nuova faticosa identità in una realtà ai margini della sopravvivenza, in ambienti degradati e border line abitati da barboni e alcolizzati ma in cui esiste ancora il senso della solidarietà e della ormai fuori moda “coscienza di classe!”. Incontrerà nuovi amici, troverà un nuovo precario lavoro e perfino un nuovo delicato amore e quando la precedente vita verrà a galla, con le sue villette a schiera e i suoi modelli di consumo, si renderà conto che la sua nuova vita, pur nella QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003 precarietà e difficoltà, gli è più cara e più vicina di quella da lui vissuta per decenni. Il tema del cambiamento e della ricerca di un’identità profonda mi è molto caro, troppo spesso scegliamo percorsi di vita adeguati a modelli esteriori ma che non ci rappresentano pienamente, adottiamo comportamenti e vite che non corrispondono ai nostri valori più autentici o al nostro modo di essere, ai nostri talenti e attitudini naturali. A questo proposito consiglio la lettura di un agile e piacevole libro, La conquista dell’ident i t à (ed. Feltrinelli 1997), scritto da Giovanni Jervis, professore di psicologia dinamica all’Università “La Sapienza” di Roma, nel quale egli sostiene, tra l’altro, che differentemente da quanto si possa supporre l’identità più autentica si raggiunge spesso solo in tarda età, quando i condizionamenti esterni si allentano e le aspettative degli altri sono percepite come meno vincolanti. Penso che come i protagonisti dei film di Laconte e Kaurismaki dovremmo trovare tutti la forza di guardarci dentro senza ipocrisia e chiederci chi siamo veramente, cosa realmente ci rende felici e soddisfatti di noi stessi. Magari qualcuno di noi potrebbe scoprire che fare carriera a tutti i costi o “diventare ricchi” non ha molto a che fare con i suoi bisogni più intimi, che ad un ambiente di lavoro competitivo ed individualista preferirebbe il calore di un clima familiare e cooperativo, magari… Comunicate le vostre variazioni di indirizzo alle Fiba locali!!! il Mensile della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Direttore responsabile: Eligio Boni Comitato di direzione: Eligio Boni, Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri, Giuseppe Gallo, Pietro Mariani, Mario Mocci, Giuseppe Orizio, Giancarlo Pezzanera, Matteo Tammaro, Elena Vannucci, Marina Zanobini Redazione: Andrea Baccherini, Umberto Bognani, Giusi Esposito, Paolo Giammarroni, Maurizio Locatelli, Paola Vinciguerra Illustrazioni: Michelangelo Pace Fiba Direzione e amministrazione: Via Modena 5, 00184 Roma - Tel. 06/4746351 - Fax 06/4746136 e-mail: [email protected] - sito web: www.fiba.it Aut. decreto n. 236/92 del 15/04/1992 - reg. stampa Roma Fotolito: Top Colors srl - Via Giamaica, 6 - 00040 Pomezia (RM) Stampa: Società Tipografica Romana srl Via delle Monachelle Vecchia snc - 00040 Pomezia (Roma) Un’ora di lavoro per i bambini che soffrono Alla vigilia di un’altra incomprensibile guerra, col suo prezzo di dolore e sangue, i sindacati delle lavoratrici e dei lavoratori bancari si mobilitano per alzare una voce di speranza. Un gesto di solidarietà non azzera i problemi, lo sappiamo. Ma ci sembra il modo più concreto per dire che una strada altaernativa è possibile. Finora abbiamo investito oltre 10 miliardi di vecchie lire, in progetti gestiti direttamente e trasparenti nella gestione. Dallo stipendio di febbraio abbiamo voluto offrire in tanti, volontariamente, un’ora di retribuzione per consentire nuove iniziative. Carlos Catasse, La fame, 2000 In Argentina, per aiutare i bambini in condizione di estrema indigenza e sottonutrizione. In Bosnia Erzegovina e Croazia, in favore degli orfani di guerra. In Romania per completare la costruzione della casa della Speranza. In Afghanistan, per l’acquisto di medicine e protesi di bambini che incrociano le mine antiuomo. In Sierra Leone, per contribuire ad aiutare i bambini-soldato ad uscire psicologicamente e materialmente dalla loro drammatica esperienza. In Angola per un progetto di casa-famiglia per accogliere bambine e bambini dispersi. In Iraq per l’ospedale pediatrico di Baghdad. È un’iniziativa unitaria dei sindacati bancari