Lavoro Bancario e Assicurativo

Transcript

Lavoro Bancario e Assicurativo
3
il
marzo
2003
mensile
Fiba
anno XLXIII
Sped. abb. post. art. 2 com. 20/c.l.662/96 - filiale Roma
La scommessa
dell’impresa
socialmente
responsabile
Dal Protocollo
in discussione con Abi,
un’occasione
di trasparenza
e governance
3
Nuovo
mercato
del lavoro
Luci e ombre della
parte di disegno
legge già varata
6
Inoltre:
RcAuto:
oltre
i rimborsi
8 marzo:
oltre
il soffitto
di vetro
Social Forum
8
Pari opportunità
nella Costituzione
e nuove leggi
per intervenire
in azienda
Bpvn
14
Serve
una riforma vera
e più capacità
di servizio
9
Cud
17
12
Ad Aprile: Fisco
2
SOMMARIO
n. 3 marzo 2003
Grazie ai nostri lettori
a 26 anni, si chiama AnH
drea Pozzoni, abita a
Nerviano (Milano) e lavora alla società del gruppo Intesa
Nextra. Ha vinto il viaggio in
una capitale europea offerto
dall’ETSI Cisl tra chi rispondeva all’indagine sul numero
di fine anno.
La nuova edizione di Lavoro
Bancario e assicurativo vi piace: ne siamo lieti.
L’indagine tra i lettori è per
noi molto lusinghiera.
Metà dei lettori lo legge tutto.
Molti lo conservano. Piace il
mix di temi offerti.
Tra le indicazioni per noi preziose la richiesta per più “voce degli iscritti”, inchieste
sulle condizioni di lavoro e
sulle aziende, gli approfondimenti culturali.
Moltissimi ancora non usano
il nostro portale www.fiba.it.
Peccato, perché alcune domande trovano già risposte
in quella sede più idonea, come per le notizie vertenziali
e per le email personali ad
esperti.
Anche noi
alla manifestazione
per la pace
nche lo striscione della FiA
ba, con segretari nazionali
e la struttura di Roma/Lazio,
alla manifestazione di 3 milioni di persone a Roma (almeno 5mila i quadri Cisl organizzati). Un sabato indimenticabile, in un clima nonviolento e di grande propositività. Un momento di presenza necessaria per trovare
alternative alle logiche della
guerra.
Europa: i grandi gruppi
bancari crescono
3 su 37 sono le banche
Solo
italiane nella classifica re-
Manifestazione per la pace
Grandi gruppi bancari
Provvigioni
La scommessa sull’impresa socialmente
responsabile
Giuseppe Gallo
2
3
Nuovo mercato del lavoro: luci e ombre
Luigi Verde
6
Social Forum in Brasile.
Perché anche il sindacato
Eros Pizzi
8
Speciale 8 marzo. Oltre il soffitto di vetro
Giusi Esposito, Marisa Di Tanna, Isabella
Mecangeli, Elisa Artusio
9
RcAuto: riforma vera e più servizio
Francesco Bizzotto e Matteo Tammaro
12
Popolare di Verona e Novara
Marcello Barbieri
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Corso: ritorno al futuro
Maurizio Locatelli
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In breve: giovani a Milano; reti promotori
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Caaf Cisl: Istruzioni sul Cud 2003
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Libri di P.G. e Anna Masiello
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Cinema: essere se stessi, essere diversi
Paola Vinciguerra
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datta da R&S (Mediobanca)
dei grandi gruppi, che controllano il 60% del sistema
bancario europeo. Le italiane:
Intesa, Unicredit, SanPaoloImi. Le tedesche sono 11, belghe e inglesi 6.
È in atto una tendenza forte
alle grandi aggregazioni tra
realtà già forti: in 5 anni ben
19 megamergers. L’occupazione è in aumento, per mezzo milione di posti (2,2 milioni di occupati), specie sui
mercati esteri. Solo in Italia,
il costo del personale è calato, dal 45 al 36%.
In 5 anni il rapporto ricavi
per dipendente è cresciuto
del 33,8%.
Ricavi raddoppiati dal 1995,
fino a 405 miliardi di euro.
In aumento il peso dei ricavi
per commissioni. Leggera
flessione degli utili in generale nel 2001, anche se tiene
l’utile da attività assicurative. In flessione anche Roe e
Roa.
Purtroppo il totale dei crediti dubbi (tra sofferenze e incagli) dei 3 gruppi italiani è
pari al 6,8% dei crediti, contro una media dell’1,5%. Sono fioccate le smentite dei
gruppi.
GLI AUTORI
Elisa Artusio è responsabile Coord.Donne Toscana
Marcello Barbieri: organo di coordinamento del
gruppo Bpvn
Francesco Bizzotto è membro della formazione e ricerca Fiba
Marisa Di Tanna è segretaria Fiba Savona
Giusi Esposito è responsabile Coord.donne Fiba nazionale
Giuseppe Gallo è segretario generale aggiunto Fiba
Cisl
Maurizio Locatelli è responsabile formazione Fiba
Lombardia
Anna Masiello è formatrice Fiba Puglia
Isabella Mecangeli è responsabile Coord.Donne Roma-Lazio
Eros Pizzi è responsabile Dip. telecomunicazioni Cisl
Matteo Tammaro è segretario nazionale Fiba settore
assicurativo
Luigi Verde è segretario Fiba Roma-Lazio
Paola Vinciguerra è responsabile formazione Fiba
Sicilia
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
Novità
per le ritenute
d’acconto
sulle provvigioni
a Finanziaria 2003 ha riL
toccata la misura delle ritenute d’acconto a valere su
Irpef o Ipeg, come previsto
dall’art 25bis del dpr 600/73.
Pertanto sulle provvigioni pagate dal 1 gennaio 2003 dovrà essere operata una ritenuta d’acconto nella misura
dell’11,50% (che corrisponde
al 23% calcolato sul 50% della
provvigione).
Se l’intermediario si avvale di
dipendenti o collaborati, la
nuova misura della ritenuta è
pari al 4,6%.
3
Nel Protocollo in
discussione con l’Abi
chiediamo la diffusione di
Bilanci sociali centrati
sull’effettiva valorizzazione
del capitale intellettuale
dei dipendenti.
Un’occasione di
trasparenza e di
governance, nonché un
segnale di voler uscire
dalle strategie
commerciali di basso
profilo
LA SCOMMESSA SULL IMPRESA
SOCIALMENTE RESPONSABILE
di Giuseppe Gallo
La crisi
del liberismo selvaggio
ll’inizio del luglio 2002
Alan Greenspan, Presidente della F.E.D.,parlando al Congresso degli Stati Uniti in sede di audizione parlamentare, riconosce,
drammaticamente, che i fallimenti Enron,World Com, Global
Crossing, Adelphia e la lunga
sequela di falsi in bilancio che
hanno coinvolto numerose altre
aziende primarie, rappresentano la prova sul campo che tutti
i sistemi di controllo, sui quali
si è retta, storicamente, la reputazione e l’affidabilità del capitalismo americano, sono saltati.
Dalle funzioni di revisione contabile interna alle aziende (pagate per omettere i falsi) e di
certificazione esterna (incentivate alle frodi con contratti di
consulenza assai più lauti dell’attività di accounting); alle
merchant banks interessate a
rientrare dai loro investimenti
e dalle linee di credito accordate alle aziende sostenendone il
corso dei titoli attraverso Fondi Comuni controllati ed il condizionamento delle società di
rating; alle società di interme-
diazione mobiliare e ai “guru”
di Wall Street trascinati da miraggio della crescita illimitata
dei corsi; alla “mitica” Sec travolta dall’euforia ed incapace
di assicurare il regolare funzionamento dei mercati finanziari; al top management ossessionato dalle stock options e
vero motore originario di tutto
il processo di corruzione e di
degrado che si reggeva sul sostegno, con ogni mezzo,dei
corsi azionari per incassare opzioni miliardarie.
Negli stessi giorni l’ Amministrazione Bush (quantunque
annoveri tra le sue file un vice
ministro della difesa – T. White
– ex bancarottiere Enron, un vice Presidente – D. Cheney – con
5 processi a carico per falso in
bilancio relativi al periodo
1995-2000 quand’era presidente della società petrolifera Hulliburton, ed un Presidente indagato, a suo tempo, per insider trading) introduce misure
severe contro il falso in bilancio, aumentando le pene sino a
25 anni di carcere (mentre il
Governo Berlusconi, in assoluta controtendenza lo ha depenalizzato), sancisce l’incompatibilità tra attività di consulenza e di revisione contabile, ob-
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bliga le aziende ad accantonamenti a fondi interni per risarcire le vittime dei falsi in bilancio. Il 9 luglio Bush interviene
personalmente a Wall Street nel
tentativo di rilanciare la fiducia
dei mercati finanziari; alle sue
spalle campeggia la scritta
“corporate responsability”.
L’unione europea un anno prima, il 18/7/2001, approva il
Libro verde sulla responsabilità sociale dell’impresa dopo
l’interesse manifestato per il
tema dai Consigli di Nizza, Lisbona, Gòteborg.
Il capitalismo tende, storicamente, a riformarsi quando attraversa fasi di crisi. Non a caso la riforma più efficace e duratura del “sistema di Manchester”, quell’ “età dell’oro” segnata dal fordismo, dal keynesismo, dal welfare e dalla sintesi che ne risultò tra crescita
economica, coesione sociale,
democrazia politica, si sviluppò in seguito alla crisi degli
anni ‘30 ed alla catastrofe del
secondo conflitto mondiale.
Verso l’etica
della responsabilità
Anche i tentativi di riforma
contemporanei nascono da
4
una crisi assai più profonda
delle pur distruttive metamorfosi del “capitalismo produttore” in “capitalismo predatore” (Der Spiegel) che ha caratterizzato, nella seconda
metà degli anni ‘90 la fase apicale della new economy e della bolla speculativa.
Essi, a mio parere, attingono le
proprie radici nella crisi irreversibile del modello liberista
che ha tentato, nell’ultimo
quarto di secolo, di governare
la transizione post fordista keynesiana: sperequazioni crescenti ed intollerabili nel controllo e nella distribuzione delle risorse planetarie, estensione
delle aree di povertà e di precarietà nelle economie avanzate
ed indebolimento del ceto medio, squilibri ambientali oltre il
livello di guardia, anarchia delle relazioni politiche internazionali.
Per queste ragioni il tentativo
di indirizzare l’attività delle
imprese e la complessiva dinamica economica secondo principi di responsabilità sociale
dev’essere valutato in tutta la
sua portata politica: non è soltanto la risposta di immagine
(la “foglia di fico”) finalizzata
ad un rapido recupero di reputazione dei mercati finanziari;
alza il velo su questioni di fondo irrisolte: il rapporto tra l’impresa e tutti i portatori di interesse (Stakeholders) che con essa interagiscono (clienti, dipendenti, fornitori, management,
azionisti, comunità locali, nazionali, sovranazionali); l’etica
della responsabilità sociale che
deve presiedere a tali rapporti;
la mediazione ed il punto di
equilibrio possibile tra creazione di valore e responsabilità
sociale; il progetto di società,
di convivenza, di democrazia
che queste domande, necessariamente interpellano.
La responsabilità sociale
rafforza la linea partecipativa
della Cisl,poiché ne assume
esplicitamente il principio di
equilibrio e di composizione
degli interessi parziali in una
superiore sintesicollettiva e
comunitaria condivisa.
Per le ragioni pur connesse
all’evoluzione del nostro tempo e al correlativo posizionamento strategico del sindacato, in estrema sintesi addotte,
la Fiba ha assunto, unitariamente insieme alle altre sei
OO.SS. del credito, la responsabilità sociale dell’impresa
come obiettivo ispiratore del
“Protocollo di sviluppo socialmente sostenibile e compatibile del sistema bancario italiano” proposto all’Abi il
12.12.2002 in sede di rinnovo
della parte normativa del ccnl
11/7/1999.
Le linee generali della proposta di Protocollo impegnano
l’Abi a promuovere la diffusione, presso le associate, del bilancio sociale e la sua pubblicazione insieme al bilancio annuale di esercizio.
Il bilancio sociale è il documento che definisce l’identità
strategica dell’impresa, i valori
che orientano la sua missione,
le modalità di produzione e di
distribuzione del valore aggiunto, i rapporti che l’impresa
intrattiene con tutti gli
stakeholders (non solo con gli
Shareholders).
Questi principi sono stati tradotti dalle OO.SS. del credito
nella centralità del “capitale in-
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tellettuale” articolato nelle sue
tre componenti costitutive:
• il capitale umano,
• il capitale relazionale (capitale-cliente),
• il capitale strutturale (capitale organizzativo).
Il bilancio sociale dovrà, pertanto, dedicare specifica attenzione al capitale intellettuale
rilevandone, tempo per tempo,
il grado di valorizzazione.
Per il capitale umano, la componente onnipervasiva del capitale intellettuale, i criteri di
rilevazione e i parametri di valutazione saranno concordati,
nella proposta sindacale, tra le
parti sociali nazionali.
Un nuovo passo di un
processo vincente
L’efficacia contrattuale di questa
impostazione può essere compresa, agevolmente, attraverso
una breve ricognizione retrospettiva sul quadriennio 19972001 che ha preso avvio con il
protocollo di concertazione settoriale 4/6/1997 sottoscritto a
Palazzo Chigi tra OO.SS, Abi, Federcasse e Governo.
Il quadriennio concertativo ha
finalizzato, con lungimiranza,
le favorevoli condizioni della
congiuntura finanziaria internazionale 1998-2000, consentendo al sistema bancario italiano di uscire dalla crisi tendenziale nella quale si trovava
a metà degli anni ‘90 e recuperare un equilibrio competitivo
di standard europeo sotto i
profili economico, reddituale e
patrimoniale.
I mutamenti morfologici (concentrazioni e privatizzazioni
su vasta scala), organizzativi
(modelli decisionali, processi
produttivi e canali distributivi
segmentati), gestionali (trasformazione della composizione del margine di intermediazione a favore della compo-
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nente servizi) ne sono gli indicatori macroscopici.
Il contributo dei lavoratori è
stato determinante sia sotto il
profilo delle dinamiche salariali (moderazione salariale di
breve periodo bilanciata dal
Fondo di solidarietà settoriale
per affrontare crisi temporanee o strutturali) che dell’assunzione di responsabilità generalizzate in rapporto agli
obiettivi aziendali, consentendo il contenimento del rapporto tra costo del lavoro e margine di intermediazione ben oltre i 4 punti percentuali programmati dalle Parti nazionali
per il quadriennio.
Il ritorno all’equilibrio competitivo è stato dominato da
obiettivi di breve periodo,
dalla fase apicale della new
economy e dalla bolla speculativa che ad essa si è accompagnata.
Ne sono risultati, conseguentemente, penalizzati i profili
qualitativi previsti dal Protocollo 4/6/1997 e dagli Accordi(28/2/1998 e 11/7/1999) che
ad esso hanno fatto seguito:
• la qualità del capitale umano (il capitolo più innovativo e
più eluso del ccnl 11/7/1999
che ha introdotto formazione
permanente e pari opportunità
di sviluppo professionale per
tutto il personale, innovato i
criteri di valutazione professionale, aperto il confronto sui sistemi incentivanti);
• la qualità del capitalecliente (sul quale si sono scaricati i miraggi della speculazione finanziaria e, talora, anche titoli non quotati e privi di
rating attendibili, con effetti di
grave distruzione di risparmio
e di reddito e di caduta della
reputazione degli intermediari
nel loro insieme);
Un azienda
socialmente responsabile
non pu che far propria
la prospettiva
della democrazia economica .
• la qualità del capitale organizzativo (sacrificato sull’altare della turbolenza finanziaria, delle prestazioni, dei
budget, del mercato da aggredire anziché del cliente da
soddisfare).
Si comprende, allora, il senso
di un bilancio sociale centrato
sul capitale intellettuale che,
nell’impostazione sindacale,
diviene strumento di governance e tende a recuperare l’opzione strategica di lungo periodo
conciliando, nelle aziende di
credito, creazione di valore e
responsabilità sociale nei confronti degli stokholders.
Le ricadute
non sono da poco
Le implicazioni politiche sono,
a parer nostro, rilevanti.
Un’azienda socialmente responsabile non può, infatti,
che far propria la prospettiva
della democrazia economica,
assumendo ex ante, attraverso
l’azionariato diffuso, a partire
dall’azionariato dei lavoratori,
il principio della mediazione e
dell’equilibrio tra creazione di
valore ed interesse sociale dei
dipendenti, dei clienti, del management, degli azionisti, delle comunità di riferimento.
Egualmente, un’azienda di credito socialmente responsabile
non può essere indifferente al
rapporto tra intermediazione
monetaria e finanziaria da un
lato e sviluppo delle comunità
locali dall’altro.
Il documento delle 7 OO.SS.
del credito indica, a questo
proposito, l’obiettivo del
rafforzamento delle banche locali, specie all’interno dell’economica meridionale, e del
complessivo rapporto tra sistema bancario nazionale ed
economia meridionale.
L’obiettivo si articola sia in
sessioni informative di sistema e di azienda sia in incentivi
(da introdurre nel ccnl) che accompagnino processi di rilocazione di funzioni bancarie nell’economia meridionale (direzioni d’area, società prodotto,
merchant bank per le piccole
imprese, Sicav, Fondi chiusi,
call center, centri servizi) al fine di favorire dinamiche di
convergenza tra il Sud e il Centro-Nord del Paese.
Un sistema bancario risanato
e competitivo può stabilizzare, nel lungo periodo, il proprio equilibrio economico e
patrimoniale solo se assume
strategie socialmente responsabili.
Sono questi i principi e la sfida
sui quali si gioca il rinnovo
contrattuale del credito.
Non è la banca etica che si
colloca oltre l’economia di
mercato poiché riporta la
creazione di valore a strumento subordinato alla creazione di cittadinanza, di coesione sociale, di civiltà, di valore sociale. Ma non è più
l’impresa socialmente irresponsabile che ha sventolato,
nell’ultimo quarto di secolo,
sui vessilli del liberismo.
www.fiba.it = dove chiedere, collaborare, leggere
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
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NUOVO MERCATO DEL LAVORO
Luci ed ombre
Prima che si riapra
il dibattito sulle modifiche
sperimentali all’art.18,
guardiamo dal di dentro
la parte di disegno di legge
già varata
di Luigi Verde
l dibattito, aspro e lacerante, sulla riforma dell’articolo 18, catalizzando
l’ attenzione del paese su
questo aspetto, pur simbolicamente importante, della
strategia governativa e confindustriale di ridimensionamento del sistema dei diritti e
delle tutele, non ha consentito di valutare appieno la gravità di alcune novità contenute nel Disegno di Legge Delega per la riforma del mercato
del lavoro.
Vale la pena, pertanto, ri-focalizzare, in sintesi e senza la
pretesa di essere esaustivo, alcuni contenuti di tale provvedimento alla luce delle modifiche del testo originario (varato, si ricordi, nel dicembre
2001 sottraendolo al preventivo confronto con le Organizzazioni Sindacali) intervenute
durante l’iter parlamentare,
che si è ormai concluso, e nella prospettiva dell’ avvio della
fase di confronto con il Sindacato (spero tutto questa volta!)
prevista, prima della emanazione dei decreti attuativi, dal
Patto del 5 luglio 2002.
Preliminare una precisazione
tecnico-nominalistica per evitare confusione in chi legge. Il
disegno di Legge iniziale (848)
fu scisso, in corso d’opera, in
due provvedimenti: il primo,
l’848 B, che è oggetto della
presente nota e il secondo,
l’848 Bis, in cui sono stati inseriti la riforma degli incentivi
alla occupazione, la riforma
degli ammortizzatori sociali,
la modifica dell’articolo 18 e
l’introduzione dell’arbitrato
secondo equità.
COMINCIAMO
DALLE LUCI
Il testo originario della Delega, come dicevo prima, durante l’esame nelle Commissioni di Camera e Senato, ha
subito alcune modifiche frutto dell’azione della opposizione dell’Ulivo e della Cisl
che ne hanno attenuato la
portata destabilizzante per i
lavoratori e per il ruolo contrattuale e organizzativo del
sindacato confederale. Le luci, riferibili a questa azione
congiunta, sono rappresentate da:
a) recupero della locuzione
canonica “associazioni comparativamente più rappresentative” già derubricata dal Governo in “associazioni comparativamente rappresentative”
in tutte le parti del testo della delega in cui si faceva riferimento alle associazioni sindacali e che avrebbe comportato, se non modificata, la
possibilità per il Governo e le
Aziende di concludere accordi privilegiando, a seconda
delle convenienze, Sindacati
minori e/o di comodo;
b) obbligo del contratto scritto per i CO.CO.CO. da cui risulti, tra l’altro, la indicazione di “un corrispettivo… proporzionato alla qualità e
quantità del lavoro” (elemento essenziale del contratto
di lavoro subordinato denso di implicazioni positive
per i collaboratori) nonché
la previsione di tutele fondamentali quali maternità, malattia, infortunio e sicurezza
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
nei luoghi di lavoro;
c) cancellazione della possibilità di utilizzare il lavoro
temporaneo per coprire le
quote del collocamento obbligatorio (L:68/99);
d) efficace contenimento delle conseguenze,altrimenti devastanti, della introduzione
dello STAFF/LEASING (grazie
alla iniziativa assunta dalla Fiba Nazionale) mediante
la garanzia della equivalenza
del trattamento economico
del lavoratore somministrato
dalla Agenzia a quello cui
hanno diritto i dipendenti di
pari livello della Impresa utilizzatrice e la ammissibilità
dello S/L solo in presenza di
ragioni di carattere tecnico,
organizzativo o produttivo
individuate da leggi o contratti.Considerato che accampare ragioni tecnico-organizzative è sempre molto facile
per l’impresa, averne assegnato la individuazione alla
legge e ai contratti è un risultato positivo, che sarà tanto
più positivo per il Sindacato
se, prima della redazione dei
decreti attuativi da parte del
Governo, le Confederazioni,
esercitando al meglio il diritto al confronto previsto dal
Patto per il Lavoro, sapranno
limitare al minimo le fattispecie legali e massimizzare il
rinvio alla contrattazione
di categoria (con la
L.196/97 le fattispecie legali furono solo due);
e) parziale riequilibrio della
nuova disciplina del trasferimento di ramo di azienda,
che pure era stata riformata
dal Governo Amato con il
DLgs n.18 del 2001, re-introducendo il requisito della
autonomia funzionale abolito dal testo originario
7
della Delega. Tale re-introduzione, anche questa ottenuta dalla Cisl grazie al
contributo determinante
della Fiba Nazionale, stabilirà – a legge approvata – che
il requisito debba sussistere
al momento del trasferimento
del ramo. Rimane, purtroppo,
il rischio di “autonomie funzionali” costruite alla bisogna
dalle Imprese per frammentare l’unità contrattuale e per
indebolire il potere contrattuale e organizzativo del Sindacato.
PASSIAMO ALLE OMBRE
L’ombra più grande è rappresentata dalla filosofia liberista
che permea la iniziativa legislativa del Governo dentro la
quale si legge in filigrana lo
obiettivo di una riforma copernicana in pejus del diritto
del lavoro, inteso come sistema “speciale” di diritti e tutele
storicamente (dagli anni ’70 in
poi) prodotte dal Legislatore
per attenuare lo squilibrio socio-economico fra il soggetto
forte (datore di lavoro) e il
soggetto debole (lavoratore)
del rapporto di lavoro subordinato. Nel Ddl il tentativo pericoloso di manomettere la gerarchia delle fonti del diritto
del lavoro (che trova la sua legittimazione “ scientifica “ nel
Libro Bianco) si estrinseca, ad
esempio, in quelle parti tendenti a “valorizzare” capziosamente la volontà del singolo
lavoratore, attraverso la riscoperta del contratto individuale, a scapito della norma collettiva (ad esempio, nel caso
della contrattazione individuale delle clausole elastiche
nel lavoro a tempo parziale).
C’è poi nel Ddl la realizzazione dell’obiettivo del de-potenziamento a favore dell’impresa delle regole e dei vincoli insiti nel contratto di lavoro subordinato anche attraverso la creazione di nuove
tipologie contrattuali più
“flessibili” (vedi articolo 4 re-
lativo a contratto a chiamata,
temporaneo ecc.) che sortiscono, peraltro, l’effetto indesiderabile di una ulteriore
frantumazione del mercato
del lavoro (c’era semmai il bisogno di semplificare!).Debbo
dire, a questo punto, che si
sta rivelando falsa la previsione che associava all’
affermarsi dell’epoca del
post-fordismo la fuga dal
lavoro subordinato.
È vero invece il contrario, e i
contenuti del Ddl lo dimostrano! Quanto alla frantumazione di cui parlavo prima,
questa tendenza ormai consolidata impone al Sindacato
come indifferibile la battaglia
per assicurare una rete di tutele e diritti a tutte le forme
di lavoro (Statuto dei Lavori
Il ricorso allo staff leasing
dopo le resistenze di Fiba e Cisl,
dovrebbe essere
fenomeno modesto
o Carta dei Diritti).
Un’altra ombra della Legge
Delega è l’assenza, a fronte
della overdose di flessibilità
e quindi di minor tutele sul
posto di lavoro, di segni tangibili di una politica volta a
sviluppare efficaci forme
di tutela sul mercato del
lavoro, così come auspicato
dal Libro Bianco. All’Europa
che ci chiede non solo più
flessibilità ma anche più sicurezza la Delega risponde solo
con il potenziamento delle
flessibilità.
Due parole infine sullo
STAFF/LEASING. Il ricorso a
tale istituto da parte delle imprese,dopo la positiva azione
di contrasto esercitata dalla
Fiba e dalla Cisl, dovrebbe es-
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
sere fenomeno modesto. Della morfologia dello S/L mi
preoccupa, comunque, la
scissione, che potrebbe potenzialmente dilatarsi a quote
consistenti del personale con
contratto di lavoro a tempo
indeterminato, tra l’imprenditore e i lavoratori. Tale
regime di separatezza che
contraddice tutta la cultura di
impresa mirante a potenziare
il senso di appartenenza del
lavoratore, contrasta, peraltro, con quelle iniziative legislative di esponenti della
stessa maggioranza di Governo sull’azionariato dei dipendenti tendenti a promuovere
la compartecipazione del lavoratore alla impresa.
La litania delle ombre potrebbe continuare, ma quanto ho
messo sin qui in risalto basta
per dare il senso della importanza del momento che il sindacato confederale si appresta a gestire e cioè quello
della apertura del tavolo
negoziale dopo la approvazione della legge e prima
della emanazione dei decreti attuativi. La azione di
contrasto rispetto a ulteriori
“sconfinamenti” del Governo
dovrà essere sviluppata ai
massimi livelli e, se possibile,
dovrà porsi l’ obiettivo di sterilizzare alcune tendenze pericolose insite nel provvedimento.
Per ottimizzare l’efficacia
dell’azione, però, è necessario, a mio avviso, un recupero convinto e responsabile di
unità di azione da parte delle
tre Confederazioni; segnali
di consapevolezza in tal senso ci sono ma stentano a consolidarsi perchè, ancora,
soffocati dalle ragioni di una
contrapposizione che trova
alimento in una concezione
del sindacato come soggetto
“antagonista” e collaterale ad
una parte politica che, certamente, non appartiene alla
cultura dell’autonomia e della contrattazione propria della CISL.
8
INTERNAZIONALE
INCONTRO COL SINDACATO BANCARIO DEL BRASILE
Il racconto
di un membro della
delegazione Cisl
al grande incontro
di fine gennaio
a Porto Alegre
(Brasile)
E
conomia globalizzata, concentrazione della ricchezza,
esclusione sociale: sono queste le parole d’ordine di uno
dei tanti convegni in discussione al Forum Sociale Mondiale, tenutosi a Porto Alegre dal 23 al 28 gennaio 2003.
Il panel promosso dalla Confederazione Nazionale dei
Bancari (Cnb-Cut) ha posto al centro della discussione tre
importanti temi:
a) Ruolo del Fondo Monetario Mondiale, rispetto al debito
dei paesi del terzo mondo rimarcando il divario crescente
tra paesi ricchi e quelli poveri;
b) Il sistema finanziario internazionale dovrebbe essere il
terreno per sviluppare il rapporto umano e produttivo.
c) Creazione di un Fondo Mondiale per combattere la fame nel mondo e per lo sviluppo nei paesi del Terzo mondo.
Queste proposte sono state riportate al Forum economico
mondiale di Davos, che si teneva negli stessi giorni, da parte del presidente del Brasile, Luiz Ignazio Lula da Silva.
Alla Cnb, che commemorava i 70 anni della loro nascita, si
sono resi protagonisti di una iniziativa con la Cut e la Cisl
molto importante e coinvolgente avendo come ambasciatore
delle proprie idee il Presidente Lula. Oggi quello che si può
definire utopia, domani potrebbe diventare realtà.
(e.p.)
SOCIAL FORUM
Perché anche il sindacato
artecipare al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre è una esperienza che ha un
significato inedito.
Il Forum Sociale è una
realtà molto complessa e di
grandissima vitalità, partecipazione, voglia di impegno sociale e di confronto
fra sindacati e i vari movimenti del pianeta terra.
Cercare di dare risposte alle diseguaglianze sociali
sempre molto accentuate
nel mondo globalizzato
era l’imperativo dei dibattiti dei molteplici panel,
seminari, corsi e incontri
programmati dal 23 al 28
di gennaio 2003.
L’attività della nostra delegazione è stata intensissima al Social Forum, testimoniando la crescita di un
terreno di confronto con
questi movimenti presenti
a Porto Alegre, nella reciproca autonomia.
La Cisl e il sindacato internazionale hanno dato il loro fattivo contributo sui
temi come: i diritti umani
e i diritti sindacali, sulla
tutela del lavoro e dei lavoratori, il lavoro decente
come obiettivo in tutto il
mondo per tutti i lavoratori, contro il lavoro minorile, lo sfruttamento delle
donne, la negazione dei diritti contrattuali e sindacali, la sicurezza sul lavoro,
contro la povertà, la fame,
le malattie, e a favore dell’istruzione.
Su questi temi la Cisl può
vantare esperienze significative. Dall’instancabile
azione del dipartimento
internazionale per sostenere i sindacati dei paesi
del terzo mondo, ovvero
quelli più esposti alle disuguaglianze, alla cooperazione promossa dall’Iscos
e dalle attività di Intersos.
Il tema della guerra ha monopolizzato molte iniziative
al Forum Sociale; la Cisl ribadisce il proprio no a qualsiasi guerra come risposta ai
problemi fra i popoli, compresa quella contro l’Iraq.
Argomento molto sentito e
dibattuto a Porto Alegre è
stato quello relativo alla
povertà dichiarata illegale
che, nella sua evidente
utopia, ha però una straordinaria spinta alla mobilitazione per l’acqua come
fattore di sviluppo.
Sono questi, in sintesi, i temi che migliaia di persone
venute da tutto il mondo
hanno discusso, ed è su
questi contenuti concreti e
di grande valenza di valori
ed identitaria, che la Cisl
(che ha molto da dire) può
e deve confrontarsi con i
nuovi movimenti, con tutti
coloro che sono mobilitati
per le stesse finalità. L’evento più sentito al Forum
mondiale è stato l’intervento del presidente del Brasile Lula, che davanti a centi-
naia di migliaia di persone
ha parlato della fame in
Brasile e nel mondo, e degli
impegni assunti per le
riforme nel suo paese come: l’agricoltura, la sanità,
la pensione e il lavoro.
Lula nel suo discorso mette in risalto una forte attenzione alle problematiche che i sindacati liberi e
i movimenti discutevano al
Social Forum senza contestare la globalizzazione,
ma discutendo su quale
globalizzazione vogliamo,
come fare per renderla socialmente giusta con proposte forti per combattere
le disuguaglianze sociali.
Infine Lula, che era in partenza per Davos, rimarcava
la volontà di portare in quella sede il messaggio che i
due mondi, quello economico e quello sociale devono
cominciare a dialogare.
A Davos, Lula con un discorso conciliatore ha proposto di avviare un confronto tra il Forum Sociale
Mondiale e il Forum Economico Mondiale.
Inoltre, tra gli applausi dei
paesi più evoluti e gli inve-
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
stitori internazionali, ha
proposto di creare un fondo internazionale per finanziare e combattere la
fame e la miseria nel terzo
mondo.
Non si può non essere
d’accordo con lui, con un
Presidente che trascina
tutta l’America Latina, con
il Papa, che in ogni suo discorso si sofferma sulla fame nel mondo, con la
Chiesa in prima linea su
questo tema, con le forze
cattoliche e laiche, con il
sindacati liberi e i movimenti tutti, è un obiettivo
che si può raggiungere
Nel raccontare questa magnifica esperienza credo
che la Cisl con la forza delle sue idee, della sua autonomia e del suo agire possa dare molto, a far sì che
un altro mondo sia possibile, constatando che la globalizzazione e il mercato
sono forme economiche
che determinano maggiore
prosperità e ciò non chiude
la discussione, ma la mantiene aperta per renderla
socialmente equa e giusta.
Eros Pizzi
9
SPECIALE
8 MARZO
Oltre il soffitto di vetro
e leggi ormai ci sono, ma
per realizzare l’uguaglianza sostanziale tra le persone, servono interventi a
tutti i livelli, a cominciare dai luoghi di lavoro. È per questo che il
Coordinamento Donne della Fiba
Cisl ha scelto di dedicare non solo
la celebrazione dell’8 marzo ma
tutto l’anno 2003 proprio alla ricerca di nuove strategia per rimuovere “il soffitto di vetro”.
Cosa si intende per soffitto di vetro? È un termine che traduce letteralmente l’inglese … e con esso si
vuole indicare quella barriera trasparente, frutto solo di pregiudizi,
con la quale il mondo del lavoro e
degli affari ostacola l’avanzamento
professionale delle donne.
Nell’anno 2000 sono stati portati a
compimento due importanti strumenti che consentono alle azioni
positive di radicarsi effettivamente
nei luoghi di lavoro e nelle organizzazioni al fine di realizzare quel
principio di uguaglianza sostanziale per donne e uomini scritto nella
nostra costituzione.
I due strumenti sono il decreto legislativo n.196 del 2000 che modifica
la legge n. 125 del 91 e l’art. 9 della
legge 53 del 2000; essi disciplinano
la stesura di progetti con i quale si
Lo vedi: voglio molto.
Forse tutto:
il buio di ogni infinita caduta
il baluginio giocoso d’ogni ascesa.
Molti vivono e non vogliono nulla,
eletti prìncipi dai banali affetti
del loro facile giudizio.
Ma tu gioisci dei visi
Che hanno sete e servono.
Gioisci di chi ti impiega
Come uno strumento.
Non sei ancora freddo e non è troppo tardi
Per tuffarsi dove la vita serenamente
Si svela: negli abissi del tuo divenire.
Rainer Maria Rilke, Poesie I 1895-1908,
Einaudi-Gallimard, Torino 1994
possono finanziare i datori di lavoro
che accettino di introdurre nella loro
azienda flessibilità più favorevoli alle esigenze della persona che lavora
o interventi che tendano all’eliminazione delle disparità di fatto e al superamento delle discriminazioni.
Flessibilità o interventi che devono
essere contrattati e negoziati in un
accordo sindacale o ad un tavolo
appositamente definito. Ed è proprio qui che il nostro ruolo di sindacalista può in maniera concreta
promuovere quel cambiamento culturale tanto auspicato.
Il Coordinamento Donne ha quindi
sentito quanto fosse necessario raccogliere in un volumetto, non solo
le leggi ma anche le informazioni,
suggerimenti, chiarimenti così da
superare quella che sembrava quasi
una tradizione orale riservata solo
a poche addette ai lavori. Il nostro
intendimento immediato è stato
quindi quello di fornire a tutti i
quadri sindacali uno strumento che
possa agevolare l’incremento del
numero dei progetti presentati anche perché gran parte dei fondi ad
essi destinati resta non utilizzata.
Abbiamo quindi curato la stesura di
“Progettiamo la parità in azienda”
che sarà pubblicato nel n. 1 del Fiba
Notizie 2003 destinato a tutti i quadri sindacali.
Ma per le donne, lavoratrici iscritte?
Come comunicare a tutte le donne
che è nostro intendimento essere al
fianco delle aziende e delle organizzazioni che intendono iniziare un
percorso di azioni positive?
Abbiamo quindi pensato di realizzare un taccuino che ricordi
nella copertina il n. 1 di Fiba Notizie del quale è supplemento e
solo nell’interno della copertine
abbiamo sintetizzato in poche
parole quali erano i nostri obiettivi. Il resto sono pagine libere da
utilizzare a piacimento, da tenere
con sé e chissà se così, fosse anche per curiosità, si potrà agevolare l’avvicinarsi ai coordinamenti locali, per il tramite dei segretari Sas di un maggior numero di
donne, donne la cui esperienza e
la cui collaborazione sarà senz’altro valore aggiunto per l’organizzazione.
Giusi Esposito
OLTRE IL SOFFITTO DI VETRO
Linda S. Austin è una psicoterapeuta e docente universitaria di Psichiatria. Dopo le
numerose pubblicazioni accademiche, Oltre il soffitto di vetro è il primo di una
serie saggi rivolti al grande pubblico, saggi peraltro molto attesi.
Qualche commento:
“Il libro che tutte le donne dovrebbero leggere”
“Una lettura imprescindibile per tutte le donne decise a sconfiggere il loro peggior
nemico: le proprie paure”
Perché vi suggeriamo di leggere anche questo testo?
Il tema di quest’anno è “Oltre il soffitto di vetro”, quell’invisibile ma ostinata barriera sociale e culturale che frena l’ascesa femminile nel mondo del lavoro.
Ma secondo l’autrice di questo libro esistono anche altri ostacoli, ben più insidiosi,
sulla strada verso la realizzazione. E questi sono le paure, i blocchi e i condizionamenti che molte si portano dentro.
Linda Austin affronta il tema spinoso del rapporto tra donne ed ambizione con intelligenza, chiarezza, senso dell’umorismo e con l’aiuto di tante storie vere. E propone otto strategie utili a trovare le motivazioni e il coraggio per sfondare anche
quel soffitto interiore e liberare finalmente le energie nascoste in ognuna di noi.
Ecco perché vi suggeriamo di leggerlo, la battaglia da intraprendere è ardua perché
è duplice ed è esterna ed interna a noi.
Per quella esterna si può provare a mettere in campo tutti gli strumenti che le leggi ci offrono, ma, quella interiore, ognuna di noi la combatte ogni giorno assolutamente da sola. E la consapevolezza non è un’arma da sottovalutare.
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
10
Pari opportunità
Recensione
Le Ragazze di Cinquant’anni (Mondadori)
C
apita di ritrovarsi fra le mani un libro che ci è stato regalato e che sul
momento letta la quinta di copertina, si mette in libreria per tempi
meno frenetici e capita anche che una slogatura ci costringa ad un riposo forzoso e allora si da fondo a quello che c’è in libreria, capita così di
ritrovarsi a leggere al momento opportuno, il libro che parla di noi, parla proprio di quella slogatura di come ci si sente verso i cinquant’anni di
quel sentimento sottile che ci racconta della perdita di onnipotenza del
corpo. Marina Piazza sociologa, che svolge attività di ricerca e formazione presso la società Gender di cui è presidente, che ha pubblicato diversi saggi e libri su tematiche di genere fra gli altri mi piace segnalare un
altro suo saggio Tra donne e uomini ed. Il Saggiatore, affronta in maniera
non definitiva nel senso che non da consigli o ricette sul come vivere il
passaggio dei cinquant’anni, aiuta però a capire cosa sta accadendo e attraverso anche il contributo di altre donne (le molteplici presenze con
cui ho fittamente dialogato) si interroga su come far fronte ai cambiamenti su come tracciare un percorso individuale in grado di valorizzare
la ricchezza che ogni donna nasconde dentro di sé.
L’interessante di questo saggio è che ha come riferimento le donne
della società italiana il taglio è si in parte intimistico, ma vi è anche il
tentativo di una riflessione di un noi collettivo quale nuovo soggetto
sociale e politico, capace di una autoriflessività sociale mai conosciuta
prima e se oggi come dice Touraine “occorre riconoscere che i problemi della vita privata, della cultura e della personalità sono al cuore
della vita pubblica”, ebbene come dice la Marina Piazza “ che questo
nuovo soggetto possa avere un peso sulla scena sociale è un augurio
che ci facciamo, ma soprattutto un asso nella nostra manica se sapremo giocarcelo bene. La parola d’ordine è dunque quella di inventare
anche questa parte della nostra vita.”
Marisa Di Tanna
P
uò una giovane donna dover morire con l’unica colpa
di essere madre di una bambina?
La risposta è, ovviamente, “NO”!! Dalle nostre parti, alle
nostre latitudini e nella nostra cultura, ovviamente, NO,
ma se la donna in questione vive in una zona della Nigeria, dove ancora si applica l’antica legge islamica “ sharia”, allora la condanna a morte per una colpa di questo
genere diviene una cosa tristemente normale!
Mi riferisco ovviamente alla storia di Safyia prima ed
Amina dopo: nomi di donne nigeriane balzate agli onori delle cronache in seguito alla loro condanna a morte
per evitare le quali tutto il mondo (addirittura quello
fatto di mondanità e frivolezza del concorso di missuniverso) si è mobilitato.
Ma, in fondo, di esempi di come gli estremismi e la cieca fiducia nelle tradizioni (anche le più barbare) siano
estremamente pericolosi ne abbiamo avuti più che qualcuno: da un po’ di mesi se ne sente parlare meno dai
mass-media, ma nei nostri cuori, è ancora vivo il ricordo di quanto abbiamo saputo e visto sulla tragedia del
popolo afghano e, soprattutto, delle loro donne.
Spesso mi domando come vadano le cose laggiù ora che
il regime talebano è stato rovesciato, e, purtroppo, so
che la risposta non è: “ bene”, ma forse solo . “un pochino meglio”. Perché gli unici nemici delle donne afghane
non erano i barbuti con il turbante, c’erano anche altri
nemici, molto più difficili da sconfiggere, che si chiamano ignoranza, abitudine alla sottomissione ed alla sofferenza, disinformazione ecc…
E allora una donna può decidere di continuare ad indos-
Il Parlamento vota un’importante
integrazione
l 20 febbraio è staItivamente
ta approvata definial Senato
la modifica dell’art.51 della nostra
Costituzione. Sono
state aggiunte solo
16 parole, ma sono
un grande passo in
avanti nel cammino
verso la parità.
L’art. 51 recita “Tutti
i cittadini dell’uno e
dell’altro sesso possono accedere agli
uffici pubblici e alle
cariche elettive in
condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla
legge”. È stato aggiunto un secondo
comme: “A tal fine la
Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra uomo e
donna”.
Per il ministro Stefania Prestigiacomo è
“un traguardo importante che apre la
strada a quella eguaglianza sostanziale
che nelle cariche
elettive non si è ancora concretizzata”.
Il ministro per le pari
opportunità ha raggiunto il suo obiettivo concludendo, in
un anno e mezzo, il
doppio iter parlamentare. Al Senato il
Donne in cerca
sare il burka anche se non c’è più un obbligo in tal senso, può decidere di non farsi visitare in ospedale anche
se gravemente malata perchè l’unico medico disponibile
è un uomo, può addirittura rinunciare alle coperte distribuite in un campo profughi dalle volontarie di Rawa (Revolutionary Association of Afghan Woman) durante il rigidissimo inverno afgano se andare a mettersi in fila per le
coperte può sembrare anche lontanamente una iniziativa
pubblica e sociale alle quali le donne non possono assolutamente partecipare. E che dire allora della barbara
pratica dell’infibulazione ancora attuata in maniera artigianale e senza alcuna precauzione sanitaria, in molte
zone della Somalia e del Kenya?Mi raccontavano alcune
giovani donne somale conosciute alla sede Anolf di
Arezzo che le ragazze che possono essere operate in ambulatorio o, comunque, da un medico devono in ogni caso considerarsi fortunate perchè, purtroppo ci sono ancora zone interne dove l’infibulazione viene praticata
dalle madri e dalle nonne sulle giovani figlie e se non ci
sono a disposizione ago e filo chirurgico si possono anche usare pezzi di foglie di agave essiccate….
Mi vengono anche alla mente le tante giovanissime donne straniere che, con il miraggio di un lavoro e di una
vita migliore, finiscono sulle strade e sui marciapiedi
dei paesi occidentali, e penso anche alla schiavitù mo-
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
11
ddl è stato approvato
all’unanimità con
222 voti a favore e la
sola astenzione di 5
rappresentanti di
Rifondazione.
Per marina Piazza,
presidente
della
Commissione nazionale parità, ora bisogna subito mettersi
al lavoro per modificare le leggi elettorali, altrimenti questa
resterà “una vittoria
di Pirro”.
In poche parole occorre dare gambe al
principio delle pari
opportunità sancito
dalla Costituzione.
Oggi, sia per il numero di donne in Parlamento, sia per la loro
presenza nelle cariche più alte della Pubblica Amministrazione, l’Italia rappresenta il fanalino di coda
Amina non
deve morire
È
di questi giorni la notizia che il
23 gennaio u.s. l’Alta Corte della Shiaria dello Stato di Katsina ha
fissato per il 25 marzo 2003 l’appello contro la sentenza di condanna a morte per adulterio inflitta alla
giovane nigeriana Amina Lawal Kurami il 22 marzo 2002 e confermata dalla corte d’appello islamica di
Funtua il 19 agosto 2002.
dell’Europa e, a livello
mondiale, è preceduta persino da alcuni
paesi del sud del
mondo quali Congo,
Mozambico e Laos.
Dopo questo piccolo
grande passo c’è
dunque ancora tanta
strada da percorrere.
di solidariet
derna praticata su tante donne extracomunitarie, non
chissà dove, ma nella civilissima Europa dove uomini ed
anche donne considerati da tutti rispettabili sequestrano il passaporto alle donne extracomunitarie che sono a
servizio nelle loro case riducendo queste persone in veri e propri schiavi del xxi secolo costrette a lavorare
senza orario, senza tutela, senza la possibilità di uscire
di casa ed incontrare i propri amici e parenti per la paura di essere fermate e non poter esibire il documento di
soggiorno…
Si è tenuta il 24 gennaio a Roma un’assemblea delle
donne italiane ed immigrate organizzata dai coordinamenti donne della Cisl e dell’Anolf, si terranno nei
prossimi giorni in vista dell’8 marzo, molte altre iniziative per favorire l’integrazione e creare un’alleanza tra
donne/lavoratrici e pensionate italiane e donne extracomunitarie.
Il 6 marzo, a Firenze, anche Fiba e Cisl Toscana ospiteranno un Convegno sul tema della solidarietà al quale
parteciperà Cecilia Brighi membro della Cisl internazionale da sempre impegnata nella difesa dei diritti umani
e nella tutela dei lavoratori e delle lavoratrici non solo
in Italia ma a qualsiasi latitudine.
Cecilia è rientrata da pochi giorni dal Brasile dove ha partecipato al terzo forum sociale mondiale di Porto Alegre:
Isabella Mecangeli
È dunque il momento di intensificare
la campagna di raccolta firme.
Se non l’hai ancora fatto, firma anche tu per l’annullamento della pena di morte
anche in questa occasione le donne delle delegazioni sindacali erano molto poche ma ascoltando e leggendo i racconti ed i resoconti di Cecilia sulla situazione delle donne ed anche dei bambini in Pakistan come in Cina o nelle
zone franche delle Filippine e soprattutto in Birmania ci
si rende conto che il problema della rappresentanza non
è certo il primo che le donne hanno nel mondo: senza,
con questo volerne sminuire la portata per noi sempre
molto importante e prioritaria.
Non mi è mai piaciuta la dicitura (peraltro simile ad uno
slogan pubblicitario per cioccolatini) “8 marzo festa della donna” credo che invece si dovrebbe pensare all’8
marzo come alla giornata internazionale per l’integrazione dei diritti tra uomini e donne di tutto il
mondo.
Dalle nostre parti, in Italia e nel mondo occidentale, le
donne hanno fatto molta strada sul cammino delle conquiste e dell’integrazione(anche se sappiamo come nel
mondo del lavoro non manchino comunque discriminazioni e soprusi): per questo credo che il lavoro dei coordinamenti donne sia cisl che categoriali non possa non
occuparsi delle storie delle donne immigrate e dei loro
destini.
“Talvolta, quando i guai fanno sentire il loro peso, perdiamo un po’ di vista quelle verità che ci rendono stabili
e danno un senso al cammino. È allora che possiamo
trarre incoraggiamento dalle parole di altre che hanno
vissuto la nostra stessa esperienza”.
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
Elisa Artusio
ASSICURAZIONI
RCAUTO
Riforma vera e più servizio
di
Francesco
Bizzotto
e Matteo
Tammaro
12
Può bastare un confronto
tra governo e consumatori
senza la presenza del
sindacato?
cura), richiede una grande attenzione al servizio e un particolare sforzo di trasparenza.
La strana cultura
del rischio dell’Ania
Tre anni di scontri
31 luglio 2000.
L’Antitrust commina una multa da 700
miliardi di lire a 39 compagnie. Dal 95
al 2000 avrebbero formato un cartello
mantenendo alto il prezzo delle polizze. Un danno da 7mila miliardi di lire.
28 marzo 2001.
Il Tar respinge il ricorso delle assicurazioni.
26 febbraio 2002.
Il Consiglio di Stato conferma l’Antitrust,
ma riduce il numero delle compagnie
condannate e l’importo della multa.
4 marzo 2002.
Il Governo decide di utilizzare la multa
per ridurre l’accise sui prodotti petroliferi.
15 gennaio 2003.
La Corte di cassazione condanna definitivamente le compagnie. Quattro milioni di consumatori chiedono il rimborso, confidando che sia quasi automatico. Il Governo decide con un decreto di
rendere meno favorevole il ricorso al
giudice di pace. Per ora metà delle sentenze davano torto al cliente: chi rischia
di pagare le spese di un lungo processo, per riavere 600-700mila lire?
“
a consapevolezza che
il marketing non si
esaurisce nell’impiego della pubblicità e
che la soddisfazione
del consumatore rappresenta la
nuova frontiera dell’impresa
dovrebbe costituire un serio
elemento di riflessione… In
molti casi, nella nuova società
in cui la domanda di servizi va
aumentando esponenzialmente, il consumatore sarebbe più
interessato alla risoluzione del
suo problema che non a un indennizzo economico. Una riflessione che potrebbe, tra l’altro, dilatare a dismisura il core
business delle Assicurazioni”.
La “provocazione” apparsa
qualche tempo fa sul Sole 24
Ore, peraltro in epoca non inquinata dalle attuali polemiche, induce ad inevitabili ulteriori considerazioni. Dunque:
• o le compagnie vogliono un
mercato amministrato, escluso dall’Europa,
• oppure accettano il libero
mercato e tutti i suoi corollari.
Per esempio che il prezzo non
lo fa a tavolino una parte ma
lo fa il gradimento, l’apprezzamento, appunto, degli utenti. Il loro “grado di soddisfazione”, come si dice.
Questo riferimento, o effetto
di relazione (di cui poco ci si
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
Noi siamo per il mercato libero, trasparente, solidale e governato. Aggiungiamo che va
affrontato il problema dell’obbligo ad assicurare che certo lo
contraddice. Notiamo però che
l’Ania lo nega quando ragiona
un po’ a senso unico quasi solo
su costi, creste, truffe.
Eppure questo servizio ha valore strategico nelle nostre società che chiamano i cittadini a
essere liberi e solidali, coraggiosi nell’intraprendere e responsabili. Come potranno farlo senza strumenti di gestione
assicurativa? A meno che non
ci illudiamo che bastino le forme di solidarietà mutualistica
o a ripartizione. Queste hanno
sì un ruolo importante, perché
dobbiamo fare molta più comunità, ma non offrono certo polizze (significa impegni, promesse). E la polizza è tipico
strumento delle libere società.
La domanda è: possiamo tenere la posizione nei mercati con
una cultura del rischio arcaica
e carsica, mentre siamo primi
al mondo in cellulari, viaggi, ristoranti, auto e cure estetiche?.
Adesso siamo ad un punto
cruciale. L’Antitrust ha comunicato una multa di 314 milioni di Euro a 17 compagnie (tutte le grandi). Il Consiglio di
Stato l’ha confermata. Il Governo anziché destinare la multa
nell’interesse degli automobili-
13
Tutto spinge a potenziare gli Uffici
di liquidazione diretta dei sinistri
e a creare centri di ricerca
ed elaborazione delle informazioni
sti, l’ha dirottata altrove. I consumatori sono insorti. L’Ania
ha negato il cartello e ribadito
che non sgancerà un euro.
Uno scontro alla baionetta che
ha messo in moto una intuibile catena di ricatti in tutta l’articolata filiera produttiva.
Cosa si deve fare?
Il Governo deve riavviare il
confronto e chiamarvi anche
le rappresentanze più significative dei lavoratori,
degli Agenti e degli altri operatori. Il monopolio delle buone idee affidato ad Ania e
Consumatori non solo non
convince ma ha deluso.
Aiutare la prevenzione
e dialogare con l’utenza
Va ripreso un dialogo con due
obiettivi: un accordo di merito che ponga fine all’incredibile querelle dei ricorsi e dei “risarcimenti” e uno di metodo
per dare luce a un cambio di
passo nel servizio.
Dunque:
1. proponiamo di destinare la
multa dell’Antitrust a un Progetto di Prevenzione degli incidenti. E l’Ania faccia la sua
parte. L’assicuratore francese
da anni investe in prevenzione lo 0,2% dei premi (e infatti
ha il 5,8% di frequenza di incidente contro il nostro 10%).
Ora, la Francia si interroga e
vuole fare meglio. Un Progetto
con queste risorse può in tre
anni abbattere a livello france-
se gli incidenti, con una riduzione ricorrente di danni e costi di diversi miliardi di euro.
Oltre alla possibile riduzione
delle tariffe di assicurazione e
di molte sofferenze.
2. Promuovere un dibattito per
individuare la direzione in cui
è bene si articoli il servizio.
Serve un Osservatorio delle relazioni con l’utenza. Può fornire al Governo elementi e idee
per un suo indirizzo politico
che ha il dovere di chiarire e
anche incentivare fiscalmente. Perché non incentivare
la Prevenzione? Sul terreno del
servizio può ripartire la concorrenza, l’innovazione e la
creazione di valore. Alcuni
esempi: il sistematico pagamento diretto del danno, la
pronta liquidazione, la produzione continuativa di ricerche e informazioni (come
quella dell’Università dello
Utah: “usare il cellulare in auto
riduce la vista di un quinto”).
Tutto chiama a potenziare gli
Uffici di liquidazione diretta dei
Sinistri e a creare centri di ricerca ed elaborazione delle informazioni (il back office che manca). Sono le chiavi di volta della
funzionalità, dell’anticipazione
dei trend e del giusto controllo.
Come pure la velocità. Da sola risolverebbe i problemi della litigiosità e delle frodi. Nella lentezza, è lampante, cresce
il rischio insito in “un’acredine
raramente riscontrabile in altri comparti”. E la rete degli
Agenti? Va ascoltata e meglio
coinvolta perché presta un
servizio decisivo e in parte
non riconosciuto, per le preziose sensibilità e informazioni che ha, per il ruolo che può
svolgere nella fase finale di
pagamento riscoprendo il lato
commerciale del sinistro.
Molto si gioca sulla questione
capitale della concorrenza. La
concorrenza si rinsecchisce da
sola se l’offerta rimane sul prodotto e sulla tariffa. Solo un
servizio articolato e politicamente orientato fa vivere la
concorrenza. Ma concorrere
non è obbligatorio e, se si può
sanzionare, non si può imporre. Se le compagnie di assicurazione non vogliono farsi concorrenza è necessario trovare
altri soggetti che la sviluppino.
A ciò servirebbe liberare gli
Agenti dal vincolo di esclusiva
sulla Rca. Consentire loro di
offrire polizze diverse e anche
particolari servizi in proprio. Il
sindacato degli Agenti (Sna) lo
rivendica da anni ponendo al
centro l’interesse dell’utenza.
Chiedersi solo come ridurre i
costi e le tariffe, fermo tutto il
resto, appartiene ad una logica
di potere semaforico rappresentando un approccio statico che
non mira a creare nuovo valore.
Cerca solo il colpevole e lo giudica. Produce contrapposizioni
e rovine. Occorre entrare in una
logica di dialogo, proposta,
cambiamento e responsabilità,
producendo accordi veri, soluzioni avanzate in cui tutti possano riconoscersi.
www.fiba.it: notizie e documenti sulla tua realtà
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
14
POPOLARE DI VERONA
E
NOVARA
La lenta costruzione di un mosaico
Dal 1 giugno 2002 è operativa la fusione tra due grosse popolari del nord: la “Banca
Popolare di Verona – Banco S.Geminiano e S.Prospero” e la “Banca Popolare di Novara”.
Cosa sta accadendo?
a struttura che ne è derivata è composta dalla
banca capogruppo con
tutte le funzioni di direzione, da due società per
azioni interamente controllate
che conservano la loro più tradizionale rete di sportelli e la
direzione strettamente commerciale, dalla Società Gestione Servizi che accentra i servizi di back-office, l’organizzazione e il Ced e da altre società prodotto per i fondi comuni, il leasing, la riscossione
tributi, una Sim ed una banca
“private” (Banca Aletti).
L’operazione prevederà entro
settembre uno scambio di sportelli tra le tre realtà principali
per ridistribuire le filiali in base
ai territori di loro radicamento
storico. A grandi linee il nordovest sarà interamente Banca
Popolare di Novara Spa, nella
provincia milanese e bergamasca avranno la maggioranza gli
sportelli del Credito Bergamasco Spa; il Banco Popolare di
Verona e Novara Scrl vedrà
aumentare le proprie filiali per
l’attribuzione degli sportelli
delle altre banche presenti nel
nord-est e nel resto del territorio nazionale, fatta eccezione
per la città di Roma, la Campania, la Puglia e la Sicilia (che rimarranno Bpn spa).
Per non perdere tempo, nel
frattempo, è stato concluso un
accordo con la Banca Popolare di Cividale. La Bpvn acquisisce il 35% del capitale dando
in cambio alcune agenzie friulane, per poi averle in restituzione se, tra qualche anno, la
partecipazione nella “Cividale”
non raggiungerà il controllo
della stessa banca.
Le novità
nei Centri Servizi
Mentre non ci saranno grosse
sovrapposizioni di sportelli,
sarà invece notevole la riorganizzazione dei centri servizi.
Verona e Modena perderanno
attività che saranno trasferite
a Novara ed il sindacato dovrà
occuparsi di mobilità territoriale e professionale. Per l’efficientamento degli organici, la
banca sta proponendo il ricorso al Fondo esuberi del nostro
ccnl. Siamo preoccupati per la
perdita di posti di lavoro sulle
sedi storiche, anche se i lavoratori saranno utilizzati per
coprire la carenza di organici
nella rete commerciale. Si tratterà di un processo difficoltoso per la gestione del personale, che vedrà una netta perdita
di professionalità e un lento
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
processo di riconversione e
formazione.
Il sindacato, dopo aver siglato
l’Accordo quadro per la gestione delle trasformazioni ed alcuni importanti accordi di armonizzazione, è ora impegnato nella gestione delle ricadute
conseguenti all’applicazione
delle procedure della banca
capogruppo sia sui servizi accentrati che sulle filiali della
“Novara”.
Al momento il personale impegnato nella formazione dei
colleghi per la migrazione delle procedure delle filiali sarà
sostituito da lavoratori interinali: è l’occasione per iniziare
la collaborazione con l’Alai
(l’associazione dei lavoratori
atipici della Cisl), secondo la
convenzione recentemente siglata dalla Fiba nazionale.
Nonostante la produzione di
un nuovo marchio e di una
nuova denominazione per tutto il gruppo, la nuova strategia
ha imposto di rispolverare i
marchi locali del B a n c o
S.Marco (Creberg) e del Banco
S.Geminiano e S.Prospero
(Bpv), che si erano persi con
gli ultimi processi di aggregazione.
Rilanciamo l’azione
dei dipendenti
azionisti
All’interno della capogruppo la
Fiba ha dato vita anche ad una
Associazione Azionisti Dipendenti che cercherà di proporre all’attenzione dei suoi soci e dei
soci della banca le proprie valutazioni sulle scelte strategiche
15
Gruppo bancario
BANCO POPOLARE
di VERONA e NOVA R A
ed organizzative, senza perdere
di vista anche un altro obiettivo: quello di estendere il diritto
di voto a tutti i dipendenti. Sì,
perché nemmeno l’ingresso dei
dipendenti soci della Banca Popolare di Novara e la nuova fusione ha convinto la dirigenza
ad accogliere la richiesta dei dipendenti azionisti della “Verona” di poter partecipare anche
attraverso il voto in assemblea.
Siamo l’unica società cooperativa che storicamente nega questo diritto di rappresentanza e
partecipazione: quasi volessimo attentare al buon andamento della nostra azienda!
I problemi in discussione al tavolo sono diversi e le trattative
risultano difficili e appesantite
dalle differenze tra le sigle e,
Banco Popolare di Verona e Novara
Banca Popolare di Novara
Credito berga,asco
Banca Aletti
Aletti Gestielle SGR e Sogepo
Società Gestione Servizi SGS
Sestri (riscossione tributi)
Sari (riscossione tributi)
leasimpresa
Novara Invest SIM
Creberg SIM
Totali del gruppo
all’interno delle sigle, tra le
differenti realtà sindacali locali. In questo panorama la Fiba
è l’unico sindacato che si è
costituito come Organo di
Coordinamento di Gruppo e
che, attraverso l’apporto e la
partecipazione attiva di tutte
Numero
Sportelli
oggi
368
535
216
11
Numero
Numero
Dipendenti
Sportelli
oggi
a sett/2003
488
418
212
20
3
1118
4625
4616
2103
152
145
731
341
61
99
6
22
12901
le Sas rappresentate, riesce a
tenere una linea di programma
e di comportamento unica e
coerente nell’esclusivo interesse dei lavoratori alle prese con
mutamenti organizzativi e professionali non indifferenti.
Marcello Barbieri
RITORNO AL FUTURO
Sindacato, un percorso tra presente, passato e futuro
Ieri, oggi, domani. Il rappresentante sindacale è immerso ogni
giorno in una dimensione di cambiamenti continui e repentini. Punto di convergenza di ogni questione sindacale legata ad aziende
del proprio territorio. Fusioni, trasferimenti, esuberi ed altro ancora…Una quotidianità intrisa di impegni, di incontri, di affanni.
U
n progetto della Fiba Lombardia: un percorso di formazione come spazio
di riflessione sui significati dell’agire all’interno di un’organizzazione sindacale, all’interno della Cisl. Un progetto che si è concretizzato nello scorso
mese di gennaio, con il primo modulo di due giorni, cui seguirà un secondo
nel prossimo mese. Mettere a confronto i componenti dell’Esecutivo Regionale
Lombardia e dei coordinatori di settore bancario e assicurativo con studiosi di
diverse discipline provenienti dal mondo accademico, al fine di analizzare le
trasformazioni in atto, di saper interpretare i cambiamenti politici, socio-culturali ed istituzionali, ripartendo dalle scelte operate dalla Cisl degli anni cinquanta, per giungere alle ultime modifiche del titolo V della Costituzione.
All’interno della sfida che Ralf Dahrendorf a metà degli anni 90 individuava
nel combinare benessere economico, coesione sociale e libertà politica, quale ruolo ha un sindacato libero in un sistema democratico? Il lavoro approfondito con i docenti dell’Università Cattolica di Milano, il prof. Colasanto,sociologo, il prof. Carera, storico ed esperto di storia del movimento sindacale, il prof. Varesi, esperto di diritto del lavoro e con il Segretario Generale Cisl Lombardia, Carlo Borio, si può riassumere in quattro concetti.
Un sindacato soggetto della società civile, che pone al centro del suo agire
politico la valorizzazione della persona e del lavoro.
Un sindacato come luogo di elaborazione culturale condivisa, luogo di sintesi tra gli interessi individuali, personali e i bisogni di solidarietà collettiva.
Un sindacato che anticipa i fenomeni, che
anticipa i processi. Esercitare la responsabilità e avere il coraggio di variare alcune certezze, di non rimanere ingessati ma saper cogliere le opportunità che nascono dai cambiamenti.
Un sindacato, la Cisl, che recupera il senso di ciò che si è stati e si è oggi, e
proprio per non coltivare solo ricordi, opera all’interno di un progetto riformista di partecipazione, di progresso, con comportamenti responsabili contrassegnati dall’ampia capacità autonoma di elaborazione e di gestione.
Appuntamento al prossimo modulo, in cui si entrerà nello specifico delle trasformazioni e del ruolo sindacale nel settore finanziario, bancario e assicurativo.
Maurizio Locatelli
Per un approfondimento
Ralf Dahrendorf, QUADRARE IL CERCHIO, Laterza 1995
Michele Colasanto, IL SINDACATO DELLA SOCIETA’ POST-INDUSTRIALE:
una grande impresa di nuove solidarieta’ e formazione sociale, in “Vita e
pensiero”, n. 3/2002
Giuseppe De Rita, IL REGNO INERME. Società e crisi delle istituzioni, Einaudi 2002
Autori Vari, POLIS E POLI.Il sindacato nell’era del bipolarismi, Edizioni Lavoro 2002
www.fiba.it: il mondo del credito spiegato giorno per giorno
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
16
IN BREVE
GENERAZIONI
DI FENOMENI
na copertina nera, in evidenza solo una serratura ed
una scritta…..entra a sbirciare qualcosa di nuovo.
U
L’invito appare sulla rivista bimestrale FIBAnotizie del sindacato territoriale di Milano.
Apri la rivista e vedi ritratti in foto bimbe e bimbi. La curiosità cresce. Gli articoli, i disegni, la grafica sono attraenti. È ora di leggere la presentazione se ci si vuole
orientare.
Un duplice percorso di formazione di base per nuovi dirigenti sindacali, con la presenza di tanti giovani interessati ed entusiasti. I commenti al bar vicino alla Fiba di
Milano. Un’idea e la sua realizzazione. Otto giovani sindacalisti riuniti attorno ad un tavolo per creare un numero della rivista, fuori dagli schemi abituali e dal “sindacalese”. Un giornale fatto dai giovani, con il loro linguaggio, il loro modo di vedere e giudicare le cose, il
mondo, il lavoro, il tempo libero.
Tempi stretti per pensare, immaginare e poi scrivere. Parole, frasi, paragrafi, immagini, colori, foto.
Ottimo lavoro. Troppo bravi. Barbara, l’altra Barbara, Giorgia, Edda, Laura, Andrea, Fabrizio,
Umberto. Sono loro gli autori. Ancora complimenti
anche a chi ha lasciato loro lo spazio per realizzare
il lavoro. Avanti così…….
M.L.
Chi volesse copia della rivista N. 2/2002 può richiederla
alla Fiba di Milano.
Fermento nelle
reti dei promotori
finanziari
opo l’euforia degli anni 1999 e 2000 dove tutte
le banche si sono dotate di una rete di promotori
D
finanziari e tutte le Sim hanno richiesto la licenza
banca, siamo di fronte oggi alla situazione paradossale e schizofrenica in cui il massimo dell’aspirazione di queste aziende è chiudere le reti di pf.
Tutto ciò sta a dimostrare come spesso vi sia poco di
razionale, nelle scelte e nelle strategie che vengono
messe in campo, e come spesso, purtroppo, sia
semplicemente il rincorrere una “moda”.
Naturalmente il costo di progetti costruiti sulla sabbia, oggi viene scaricato sui lavoratori, dipendenti e
non, che sono stati coinvolti in queste avventure.
Questi fenomeni, in modo più o meno traumatico
stanno coinvolgendo tante aziende, che vanno da
Nascent, una Sim con circa 250 pf che dopo 2 anni
di “fuochi d’artificio” sul mercato ha chiuso lasciando sul campo tutti coloro che avevano creduto in
quel progetto, a Claris-Net di Veneto Banca
che prima crea la rete di pf e poi decide di far
convergere la divisione dei PF in Claris Vita la
compagnia assicurativa, azzerando la rete, a
Banca Idea della Popolare di Vicenza, che chiude
l’esperienza partita 3 anni fa nonostante i risultati
soddisfacenti.
Poi si può parlare anche delle “grandi” come Banca
PrimaVera del gruppo Intesa che dopo aver fuso
GenerComit e Intesa Italia, ora si parla sempre più
insistentemente di un disimpegno nel settore della
Capogruppo, oppure gli accordi assunti con i promotori reclutati e poi disattesi da parte di Fineco a
seguito dell’entrata in Capitalia, le 5 trasformazioni
in 18 mesi dei promotori del gruppo Unicredito ora
confluiti in Xelion, le vicende dei promotori e dipendenti di Banca Sanpaolo Invest con la confluenza di
quest’ultima in Banca Fideuram e così via.
Su queste situazioni ed altre ancora, il Coordinamento Nazionale dei PF sta intervenendo coinvolgendo fortemente i PF e laddove vi sono ricadute sui
dipendenti, anche con le strutture locali della Fiba.
Interessante per ora il caso di Banca Primavera dove, con la stretta collaborazione con la sezione
aziendale Fiba, si è provveduto ad inviare un’e-mail
a tutti i promotori sulla situazione aziendale che ha
avuto un enorme ritorno in termini di condivisione
della nostra analisi.
(c.p.)
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
17
CONSULENZA
CUD 2003
ISTRUZIONI PER L’USO
Nella certificazione dei redditi di lavoro dipendente e assimilati (CUD 2003) il datore di lavoro o ente pensionistico indica
i dati relativi ai redditi corrisposti nel 2002, alle ritenute operate e alle detrazioni effettuate.
Nel CUD inoltre devono inoltre essere indicati i dati relativi ai
contributi previdenziali e assistenziali dovuti all’INPS, all’INPDAI e all’INPDAP per l’anno 2002.
Il termine per la consegna
Il datore di lavoro, l’ente pensionistico o il committente delle
collaborazioni coordinate e continuative devono consegnare
al contribuente il CUD 2003 entro il 31 marzo 2003.
Utilizzo del CUD
Il contribuente che nel 2002 ha posseduto solo i redditi indicati nel CUD 2003 è esonerato dalla presentazione all’Agenzia
delle Entrate sia di questa certificazione che della dichiarazione dei redditi.
I titolari di più pensioni sono esonerati dalla presentazione
della dichiarazione dei redditi a condizione che nelle Annotazioni al CUD l’ente pensionistico attesti di aver applicato le
disposizioni relative al “casellario delle pensioni”.
Il contribuente può comunque presentare il 730 ove abbia sostenuto nel corso del 2002 oneri diversi da quelli riportati nel
CUD. Il contribuente è invece obbligato a presentare il 730 se
gli oneri indicati dal sostituto d’imposta nel CUD non spettano in tutto o in parte. È sempre bene quindi controllare quanto riportato nel CUD.
Le novità sulla previdenza complementare
Da quest’anno al punto 8 della parte A del CUD viene segnala-
La rubrica curata dal
nazionale
ta l’eventuale esistenza di situazioni particolari, riguardanti il
contribuente, che condizionano la deduzione dei premi versati ai fondi pensione o per effetto di una polizza assicurativa previdenziale. Si tratta di un’informazione importante che
in precedenza era difficile ottenere.
Ai punti 28 e 29 della parte B del CUD è indicato l’importo dei
premi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro ai fondi pensione negoziali, compresi quelli versati per i familiari a carico.
In particolare al punto 28 troviamo l’importo dei premi esclusi dal reddito imponibile che quindi non vanno riportati in dichiarazione nel caso questa venga presentata.
Al punto 29 troviamo invece l’importo dei premi che non sono stati esclusi dal reddito imponibile. Attenzione però, tale
importo potrebbe essere deducibile dal reddito in dichiarazione ove il lavoratore possieda altri redditi oltre a quello di
lavoro dipendente.
La destinazione dell’8 per mille dell’IRPEF
I soggetti esonerati dalla presentazione della dichiarazione
dei redditi sono ammessi ad effettuare la scelta della destinazione dell’8 per mille Irpef se nel punto 10 della parte B del
CUD risultano indicate le ritenute.
Per effettuare la scelta, uno dei due esemplari del CUD va
consegnato in busta chiusa in banca o alla posta entro il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Il
servizio reso da banche e poste è gratuito.
Il modello CUD con le istruzioni è disponibile in formato pdf su
Internet all’indirizzo: http://www.agenziaentrate.it/modulistica/
dichiarazione/2003/cud/italiano/index.htm
Alessandro Cati
QUESITI
Vorrei capire bene come funziona il conguaglio IRPEF
quando si cambia datore di lavoro
nel corso dell`anno con passaggio
diretto. Nella fattispecie con la busta paga di gennaio ho ricevuto un
addebito IRPEF abbastanza alto
dopo aver consegnato il CUD
emesso dal precedente datore di
lavoro e relativo al periodo 2002
in cui sono stata sua dipendente.
Il TFR ottenuto sempre nel corso
del 2002 rientra nel calcolo
dell`IRPEF di fine anno? Non è
tassata separatamente? Grazie.
No. Il TFR non concorre in alcun
modo nel calcolo dell’Irpef proprio
perché soggetto a tassazione separata (art.16 DPR 917/86). I sostituti d’imposta del conguaglio riassuntivo debbono invece includere
l’IRPEF, l’addizionale regionale e
quella comunale e l’importo di tutti
i redditi di lavoro dipendente percepiti nell’anno (anche quelli derivanti da un nuovo rapporto di lavoro). Ulteriori informazioni sono
disponibili presso le sedi locali del
CAAF-CISL o al numero verde servizi CISL 800 249 307.
Sono un lavoratore dipendente con un unico reddito di circa € 19.000 lordi nel 2001. Ho
moglie e due figli minorenni a carico. Agli inizi del 2002 ho ricevuto un aumento delle detrazioni
per figli a carico. Tale aumento ha
fatto lievitare l’importo totale delle detrazioni da € 132,53 a €
168,35 mensili. Poiché uno dei
miei figli è portatore di handicap,
con la Finanziaria 2002 ho ottenuto l’aumento delle detrazioni
totali da € 168,35 a € 232.91
mensili. Secondo miei calcoli, ho
dedotto che è stata aggiunta
un’ulteriore detrazione di €
774,69 all’anno.
Tutto ciò è corretto o, l’importo
annuo già previsto di € 516,46
per ciascun figlio, andava semplicemente aumentato a €
774,46 per uno di essi? Se ciò
non è corretto, dovrò restituire?
In che modo?
Ritengo che le sia stata erroneamente aggiunta tutta la detrazione
di € 774,69 anziché la differenza
tra € 516,46 e € 774,69. Di conseguenza lei è tenuto a restituire le
detrazioni di imposta fruite in eccesso (a meno che non provveda per
lei il datore di lavoro in sede di conguaglio di fine anno) utilizzando la
dichiarazione dei redditi: Mod.
730/2003 o Mod. Unico 2003.
www.fiba.it: conosci i nostri servizi fiscali on line?
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
RECENSIONI
Sud: dietro
linaffidabilit
di un rapporto
travaganza che
si manifesta in
comportamenti e
atteggiamenti in
stridente contrasto con
la normalità” è questa la
definizione della bizzarria data dal dizionario,
ed è questo l’argomento
già chiaro nel titolo (BizzarraMente) del gustoso
volume scritto a quattro
mani da Omar Calabrese
e Maurizio Bettini. Una
cena con gli amici in una
(ci figuriamo) dolce serata senese ed ecco l’idea;
ricerca seria, arguzia e
curiosità fanno il resto,
portando alla luce e alle
stampe, decine di storie
in cui i protagonisti si
distinguono per originalità e stravaganza. Bizzarrie che diventano materia letteraria, ‘perpetrate’ da personaggi della
storia classica e recente,
più o meno noti.
Si comincia con Serse,
grande re persiano che
invece di innamorarsi di
una bella principessa si
invaghì di un platano
meraviglioso, di dimensioni enormi, ne coprì i
rami di gioielli e gli mise
accanto un guardiano.
Quindi Caligola, per rimanere tra i regnanti,
che fece abbattere tutte
le statue esistenti a Roma, fece erigere un tempio dedicato a se stesso,
in cui si trovava una statua a sua immagine che
ogni giorno veniva abbigliata con un vestito
identico a quello che lui
aveva deciso di indossare. Molto simpatico anche l’aneddoto su Giannozzo de’ Bischeri che
per fare troppo il furbo
fece la figura dello stupido e il cui nome passò
alla storia come l’aggettivo tipicamente fiorentino che tutti conosciamo.
Ci sono inoltre esempi di
“
Tutta colpa della debolezza delle piccole e medie
imprese, le difficoltà del
credito meridionale? Il volume mostra invece la rilevanza di altri fattori, come
la situazione di inadeguatezza e di inefficienza dell’assetto
organizzativo
della funzione creditizia.
Si parla perciò di nuove risposte organizzative legate alla segmentazione della domanda, sulla gestione
integrata della politica
creditizia e commerciale,
sullo sviluppo di relazioni
“virtuose” fra banca e impresa
Baravelli,
Feliciotto, Mazzù
Banche e rischio di
credito in Sicilia
Egea/Giuffrè 2003,
pp. 188
a cura di P.G.
Raccontare le idee
attraverso una vita
C’è chi giura che le opere,
alla fine, parlino anche per
chi le a scritte e non serva
sempre la filologia o la
biografia per illuminare
un testo. Quando però la
vita è così ricca e coerente, come nel caso della filosofa politica Hannah
Arendt (1906-1975), l’approccio cronologico è non
solo utile ma stimolante.
Al centro, l’arte di comprendere, lo stupore che
muove l’azione, il mettere
in comune idee. Nella Germania che vede la scalata
di Hitler, nell’Israele della
speranza ebraica, negli
States della passione democratica.
Martine Leibovici
Hannah Arendt
Città aperta 2002,
pp. 328
18
BizzarraMente
bizzarria tipicamente italiana che per gli autori
(come non essere d’accordo) consiste nel cavarsela “escogitando
ogni giorno i mezzi necessari per sopravvivere
nella gabbia di matti nella quale siamo costretti a
risiedere da secoli” come
quel parroco del ‘300 che
torno’ dalla Terra Santa
con una reliquia falsa
(quelle vere o presunte
tali, costavano troppo):
un pugno di terra, la
stessa da cui fu forgiato
Adamo. Verosimile lo
era, del resto era terra di
quei luoghi santi calpestata dai Padri, chi poteva provare il contrario?
Buffo o stravagante, stolto o troppo furbo il bizzarro è comunque un
contestatore più o meno
volontario dell’ordine
precostituito, agli occhi
altrui quasi un folle, perché la bizzarria in fondo
è una forma di libertà, di
indipendenza, di ribellione.
A volte è l’unica maniera
per sopravvivere, come
Bruto o Amleto che si
fingono sciocco l’uno e
pazzo l’altro, per evitare
di essere uccisi dal tiranno. Più i contesti sociali
e culturali sono rigidi o
falsamente democratici
più la bizzarria si diffonde, perché diventa il solo modo per esprimere
le proprie idee e si trasforma in quel serio ludere – dire cose serie
scherzando – che è il vero principio ispiratore
del libro e che a cominciare da Socrate fino ai
nostri giorni è stata la filosofia di vita che ha
permesso a molti intellettuali, in periodi difficili, di coltivare e diffondere studi e conoscenze
vietate evitando le ire
dei potenti.
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
Visti tutti questi illustri
esempi ci sentiamo autorizzati a difendere anzi a coltivare la nostra
bizzarria e la nostra originalità a costo di apparire buffi agli occhi degli
altri. Questo libro sdogana la stravaganza che
è in ciascuno di noi e ci
spinge a frequentare e
ad ampliare gli spazi di
libertà a dispetto delle
regole del conformismo
e dell’apparenza che
purtroppo dominano
nella nostra realtà, professionale e non; alleviando quel sottile senso di colpa che ciascuno
di noi ha per le proprie
stranezze ci induce a
guardare con occhio benevolo e tollerante alle
stravaganze altrui.
Anna Masiello
Maurizio Bettini
Omar Calabrese
BIZZARRAMENTE.
ECCENTRICI E
STRAVAGANTI DAL
MONDO ANTICO ALLA
MODERNITÀ
Feltrinelli, Milano, 2002.
19
RECENSIONI
Edward Hopper, Ufficio in una piccola città
Riflessioni uscendo
da due sale
cinematografiche
di Paola Vinciguerra
ESSERE SE STESSI, ESSERE DIVERSI
hi di noi non ha
mai sognato almeno una volta
di poter vivere
una vita diversa, magari
la vita di un’altra persona, diametralmente opposta alla nostra?
È ciò che succede nell’ultimo bellissimo film di
Patrice Leconte, L’uomo del treno interpretato da due magnifici attori, Jean Rochefort e
Johnny Hallyday, nel
quale si incontrano due
solitudini, due mondi
apparentemente inconciliabili che però per qualche giorno si intersecano
e si guardano con rimpianto e ammirazione.
La storia racconta l’incontro in un paese della
profonda provincia francese tra un rapinatore
sulla cinquantina – arrivato nel paese proprio
per rapinare la banca –
ed un anziano professore di letteratura in pensione, convenzionale ma
anche eccentrico, che
per una serie di vicissitudini lo ospita a casa
sua per qualche giorno.
Da subito si instaura tra
di loro una strana complicità. Entrambi si trovano ad un bivio – il
professore si deve sottoporre ad un delicato
intervento di cuore e il
rapinatore sa che quella
rapina in banca è particolarmente rischiosa – e
per un attimo accarez-
zano la possibilità di
scambiarsi le vite.
Il rapinatore trova rasserenante la sonnacchiosa
vita di provincia e calda
la fatiscente casa del
professore, un porto in
cui rifugiarsi; il professore in pensione, frustrato e annoiato dal solito trantran, immagina
vite avventurose e chiede addirittura al rapinatore di poter provare a
sparare. È bellissima,
ironica e struggente la
scena in cui il rapinatore
si prova di nascosto le
pantofole o si sostituisce
al professore in una lezione privata di letteratura, così come è emblematica e ridicola insieme
la scena del film in cui
l’anziano professore indossa con un profondo
sorriso di soddisfazione
il giubbotto di pelle stile
cowboy del rapinatore.
Come loro hanno confusamente presagito, la
morte, che aleggia fin
dall’inizio sul film – cieli plumbei, città deserta,
ambientazione grigia –
arriverà per entrambi il
sabato successivo ma
troverà persone cambiate, più ricche, meno sole, con la consapevolezza di aver vissuto per
poco tempo ma intensamente la vita a cui forse
sarebbero stati destinati
se non avessero fatto
scelte diverse, come se
si fossero ricongiunti
col proprio vero io prima di abbandonare definitivamente la vita.
Un altro film che di recente ha affrontato con
intelligenza e sensibilità
il tema del cambiamento
e della perdita dell’identità è L’uomo senza
passato del finlandese
Aki Kaurismaki, Gran
Premio della giuria al Festival di Cannes 2002.
Versione scandinava e
proletaria del Fu Mattia
Pascal, il regista utilizza
l’espediente dell’amnesia per dare la possibilità al protagonista del
film di vivere un’esistenza completamente diversa da quella precedente.
Egli, che proviene da un
ambiente piccolo borghese, comodo sicuro e
vagamente gretto, riconquista una nuova faticosa identità in una realtà
ai margini della sopravvivenza, in ambienti degradati e border line abitati da barboni e alcolizzati ma in cui esiste ancora il senso della solidarietà e della ormai
fuori moda “coscienza
di classe!”. Incontrerà
nuovi amici, troverà un
nuovo precario lavoro e
perfino un nuovo delicato amore e quando la
precedente vita verrà a
galla, con le sue villette
a schiera e i suoi modelli di consumo, si renderà conto che la sua
nuova vita, pur nella
QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» MARZO 2003
precarietà e difficoltà,
gli è più cara e più vicina di quella da lui vissuta per decenni.
Il tema del cambiamento
e della ricerca di un’identità profonda mi è
molto caro, troppo spesso scegliamo percorsi di
vita adeguati a modelli
esteriori ma che non ci
rappresentano pienamente, adottiamo comportamenti e vite che
non corrispondono ai
nostri valori più autentici o al nostro modo di
essere, ai nostri talenti e
attitudini naturali.
A questo proposito consiglio la lettura di un
agile e piacevole libro,
La conquista dell’ident i t à (ed. Feltrinelli
1997), scritto da Giovanni Jervis, professore di psicologia dinamica all’Università “La Sapienza” di Roma, nel
quale egli sostiene, tra
l’altro, che differentemente da quanto si possa supporre l’identità
più autentica si raggiunge spesso solo in tarda
età, quando i condizionamenti esterni si allentano e le aspettative degli altri sono percepite
come meno vincolanti.
Penso che come i protagonisti dei film di Laconte e Kaurismaki dovremmo trovare tutti la forza
di guardarci dentro senza ipocrisia e chiederci
chi siamo veramente, cosa realmente ci rende felici e soddisfatti di noi
stessi. Magari qualcuno
di noi potrebbe scoprire
che fare carriera a tutti i
costi o “diventare ricchi”
non ha molto a che fare
con i suoi bisogni più intimi, che ad un ambiente
di lavoro competitivo ed
individualista preferirebbe il calore di un clima
familiare e cooperativo,
magari…
Comunicate le vostre variazioni di indirizzo alle Fiba locali!!!
il
Mensile della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi
Direttore responsabile: Eligio Boni
Comitato di direzione: Eligio Boni, Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri,
Giuseppe Gallo, Pietro Mariani, Mario Mocci, Giuseppe Orizio,
Giancarlo Pezzanera, Matteo Tammaro, Elena Vannucci, Marina
Zanobini
Redazione: Andrea Baccherini, Umberto Bognani, Giusi Esposito,
Paolo Giammarroni, Maurizio Locatelli, Paola Vinciguerra
Illustrazioni: Michelangelo Pace
Fiba
Direzione e amministrazione:
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Aut. decreto n. 236/92 del 15/04/1992 - reg. stampa Roma
Fotolito: Top Colors srl - Via Giamaica, 6 - 00040 Pomezia (RM)
Stampa: Società Tipografica Romana srl
Via delle Monachelle Vecchia snc - 00040 Pomezia (Roma)
Un’ora di lavoro
per i bambini che soffrono
Alla vigilia di un’altra incomprensibile guerra, col suo prezzo di
dolore e sangue, i sindacati delle lavoratrici e dei lavoratori bancari si mobilitano per alzare una voce di speranza.
Un gesto di solidarietà non azzera i problemi, lo sappiamo. Ma ci
sembra il modo più concreto per dire che una strada altaernativa
è possibile. Finora abbiamo investito oltre 10 miliardi di vecchie
lire, in progetti gestiti direttamente e trasparenti nella gestione.
Dallo stipendio di febbraio abbiamo voluto offrire in tanti, volontariamente, un’ora di retribuzione per consentire nuove iniziative.
Carlos Catasse,
La fame, 2000
In Argentina, per aiutare i bambini in condizione di estrema indigenza e sottonutrizione.
In Bosnia Erzegovina e Croazia, in favore degli orfani di guerra.
In Romania per completare la costruzione della casa della Speranza.
In Afghanistan, per l’acquisto di medicine e protesi di bambini che incrociano le mine antiuomo.
In Sierra Leone, per contribuire ad aiutare i bambini-soldato ad uscire psicologicamente e materialmente dalla loro drammatica esperienza.
In Angola per un progetto di casa-famiglia per accogliere bambine e bambini dispersi.
In Iraq per l’ospedale pediatrico di Baghdad.
È
un’iniziativa
unitaria
dei sindacati
bancari