La giustizia all`ombra dei grattacieli

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La giustizia all`ombra dei grattacieli
IL PUNTO
E’ proprio vero che nel raccontare
le avventure più o meno realistiche, di cui ogni giovanissimo si
nutre per imparare quelli che dovrebbero essere i suoi comportamenti morali nel crescere (e speriamo che il mondo dei videogiochi e di certe sequenze iperviolente di certi telefilm non costituisca
basi troppo violente per la crescita
dei giovanissimi…) ogni narratore
sceglie di ambientare i racconti in
cornici che siano lontane e diverse
rispetto a quelle in cui lettori vivono normalmente (un’avventura
pericolosa ambientata sotto casa
crea solo paura nel giovane lettore
e non gli dà la sensazione di qualcosa di mitico da affrontare con la
sicurezza di uscirne vincitore)
dando alla narrazione quel tanto
di esotismo che permetterà al fruitore di sognare e di pensare: ”Queste sono cose che capitano lontano da
me; la mia realtà è tranquilla.” Se andate con la memoria ai successi
che (lasciando da parte i grandi risultati dei romanzi di Salgari o di
Verne o di Jean de La Hire o di
quanti altri hanno creato narrativa
avventurosa in forma di prosa…) il
fumetto ha mietuto dal momento
in cui la componente avventurosa
è cominciata ad essere al centro
delle strips o dei comic books
(che inizialmente erano fondamentalmente di tipo comico) scoprirete che le ambientazioni sono
“lontane”, esotiche o addirittura
immaginarie; Gordon ha il suo pianeta Mongo con gli uomini alati e
tante altre meraviglie, Phantom si
ritrova nelle foreste del Bengala in
un’Asia con forti componenti di
fantasia; Jungle Jim agisce nel
mondo delle foreste o della savana mischiando animali asiatici ed
africani senza problema alcuno,
Cino e Franco toccano le vette del
loro successo quando, finito di
essere giovani piloti, si stabiliscono nell’Africa misteriosa ed incontrano la Pattuglia dell’Avorio, il
Ragno, la Regina Loana e simili,
Mandrake vive in un mondo di
principi e principesse e di esseri
crudeli come Il Cobra… E non parliamo dei western, perché tale tipologia narrativa era già di per se
stessa, pur in una apparente realtà, un “non luogo”, in cui era possibile qualsiasi avventura… Certo
qualche eccezione c’è stata: se
pensiamo infatti a characters
come Dick Tracy o a Radiopatrol
scopriamo che la narrazione
piomba nel pieno del cuore metropolitano dell’America (che per
noi lettori europei era comunque
un luogo mitico e “da sogno”,
lontano e pressoché irraggiungibile) e sentiamo che dietro questa
scelta c’è un disegno di tipo didat-
I giustizieri delle metropoli
La giustizia
all’ombra dei
grattacieli
di Luciano Tamagnini
La signora Miss Fury
Devil
tico: personaggi come La pattuglia
dei G-Men o Dan Dunn servono,
dopo la caduta morale e sociale
del 1929, a dare tranquillità al lettore, a dirgli che, se anche attorno
ci sono i “mostri” (ricordate i
lombrosiani “cattivi” che costellano le storie di Dick e che portano
nel volto e nel fisico stampato il
loro essere cattivi o i gangster, con
cui si scontrano i G-Men), anche se
la città è ricca di ombre che possono nascondere il pericolo, c’è però
chi pensa a difenderli, a far sì che
la vita possa scorrere tranquilla,
anche quando le gang si affrontano a suon di raffiche di mitra nelle
strade di New York. Le divise e i
distintivi fanno da tranquillanti
per una popolazione che ancora
non ha digerito i grossi problemi
causati dalla depressione e dal
proibizionismo. Però molti sentono, attenti a quello che scrivono i
giornali, che parlano di collusioni
tra chi dovrebbe difendere il territorio e chi lo vorrebbe saccheggiare, di corruzione, di polizia che
prende tangenti, che la città, la
metropoli con i suoi alti grattacieli, da luogo “magico” per viverci,
può trasformarsi da un momento
all’altro in un incubo e che la polizia non basta. Quindi a livello narrativo si comincia sentire la necessità di avere dei giustizieri che
sappiano (solo, ahimè!, sulla carta
o alla radio o al cinema…) intervenire là dove i tutori della legge non
possono (non sanno o non voglio8
no) arrivare: ecco che si creano le
basi per il Batman e per tutti i suoi
epigoni mascherati; l’invenzione
di Finger e Kane è geniale: un eroe
che mette paura a quelli che mettono paura alle persone normali
nella metropoli! La sua mise da
pipistrello, la sua abilità (non dimentichiamo che è uno dei pochi
eroi a nascere senza superpoteri),
l’uso della forza (oltre che dell’astuzia) ne fanno l’idolo dei lettori
che vedono in lui qualcuno che è
(e sarà) in grado di intervenire laddove la legge fa cilecca. Il suo successo e quello di tutta la sua corte
(da Robin a Batwoman, da Batgirl a
Batmito) generano altri giustizieri
mascherati da Blue Beetle a The Shadow, da The fighting Yank a Black
cat…; senza dimenticare le signore, come la bellissima Miss Fury,
che sta per riapparire nelle fumetterie statunitensi in questi giorni,
sempre con la sua tuta nera, attillata e sexy, pronta a dare la giusta
“paga” al mare di delinquenti che
la affronta. Queste eroine, che gestiscono la giustizia all’ombra dei
grattacieli, hanno dalla loro parte
anche l’elemento sexy, ognuna
con le sue curve prorompenti, che
nulla fanno vedere del corpo, ma
che lasciano immaginare tanto.
Questi personaggi hanno una forte influenza sulla narrativa per immagini anche in Europa, per cui a
partire dall’immediato dopoguerra è un susseguirsi di giustizieri
nelle metropoli come il Fantax di
P. Mouchotte o il Plutos di G.L. Bonelli e Cimpellin che mettono in
luce una curiosa tendenza; se serial come La pattuglia dei senza paura di G.L. Bonelli e Zamperoni
sono costretti per la loro stessa
natura narrativa a rimanere ancorati alla città, con i suoi grattacieli
e i suoi gangster, piano piano nel
corso dello scorrere degli episodi
molti di questi giustizieri mascherati finiscono poi per agire in ambienti (foreste, paludi…) ancora
più fantasiosi, ma che nulla hanno a che fare con le scelte iniziali
legate al personaggio. Ma il passare del tempo e il nascere di cor-
Plutos
renti cinematografiche più violente (ricordate Il giustiziere della notte
con C. Bronson e la serie di film
che seguirono? Oppure Cane di paglia di Peckimpah? O i poliziotteschi italiani dove alla giustizia si
sostituiva una vendetta che poco
aveva a che fare con il tutelare l’ordine?) porta piano piano all’apparire di giustizieri sempre più violenti. Il lavoro sul mondo dei supereroi effettuato dalla Marvel fa
apparire almeno tre di questi superuomini che agiscono all’interno della metropoli e lì si muovono
in maniera diversa: il primo è Spider-Man, che però stempera nell’ironia e in un racconto vivace, in
cui egli non cerca mai né la vendetta, né la morte dell’avversario
(pur
avendo
nel
proprio
Il tenebroso Punisher
background una serie di disgrazie
incredibili che potrebbe farne un
paladino della vendetta cruenta);
egli osserva la metropoli (classica
è la sua figura su di un cornicione
che guarda la città sottostante e
che è stata presa come modello
infinite volte anche nel caso del
più simpatico vendicatore nostrano, anche se di “matrice americana”, il delizioso Paperinik), ma
non cerca lo scontro; il secondo è
Devil, che utilizza le sue raffinate
capacità sensoriali e le sue abilità
ginniche nell’eterna lotta contro il
male incarnato nell’obeso Kingpin; solo per poco egli è tentato,
per difendere il proprio quartiere
di gettarsi dall’altra parte della
barricata e di utilizzare la stessa
violenza che usano i suoi nemici,
ma poi egli ritorna a farsi… umano; il terzo è il più violento, figlio
diretto del personaggio incarnato
da Charles Bronson nella saga del
Giustiziere della notte, che non riesce
a vivere se non per la vendetta; il
suo uccidere per vendicarsi
dell’assassinio della famiglia rasenta in maniera esplicita la violenza del fascismo e, nell’esagerazione delle situazioni, il ridicolo
con la mostruosità di un personaggio che, in nome della giustizia, compie ogni nefandezza. La
metropoli ha bisogno oggi di un
giustiziere? Forse quello di cui ha
bisogno l’aveva individuato negli
anni trenta il grande Zavattini che
in Zorro della metropoli di W. Molino
raccontava la ribellione dei cittadini-lavoratori tenuti alla catena
in un grattacielo-fabbrica dove il
nostro Zorro agiva; non il ribellismo dei grillini, ma la costruzione
di un avvenire insieme; così si dovrebbe intendere un giustiziere
metropolitano oggi, sennò si finisce nelle drammatiche risse a
suon di legnate che stanno dietro
al bellissimo Kick ass di Millar e J.
Romita jr.
Programma Soci Anafi 2013
4 numeri della Rivista FUMETTO + 2 volumi riservati ai soci
1
L’ASSO DI PICCHE
DALL’ARGENTINA
Il primo grande personaggio
avventuroso realizzato da Hugo Pratt
nei primi anni del dopoguerra, in una
serie di avventure del tutto inedite
in Italia pubblicate in Argentina
sulla rivista Salgari. Quattro storie
dell’Asso di Picche e un ampio
corredo critico e informativo per un
volume di 216 pagine con un inserto
a colori.
2
PAPERINO
LE INEDITE FOLLIE INGLESI
L’intera saga di un Paperino mai visto, fantasioso
ed inaspettato,
rintracciato in
Inghilterra sulle
pagine della
rivista Mickey
Mouse Weekly
e disegnato da
un mago come
William A. Ward.
QUOTA SOCIALE 2013: Euro 75,00 - QUOTA PER L’ESTERO: Euro 110,00
Importo da inviare, intestato:
ANAFI - Viale Ramazzini 72 - 42124 Reggio Emilia con causale QUOTA SOCIALE 2013, tramite:
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Postale 11801420
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