Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese
Transcript
Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese
Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese 14 – 21 dicembre 2012 A cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2 Congiuntura: cemento: distr. Forlì: piano città: estero: Confindustria: legno arredo: Abi-Ance: Federlegno: filiera legno: infrastrutture: piano città: calcestruzzo, osservato speciale (Il Sole 24 Ore, 17.12.12) più marchi e qualità per il mobile imbottito (Il Sole 24 Ore, 17.12.12) altri 95 milioni ma solo per le zone franche (Edilizia e Territorio, 12.12) in Cina più investimenti in infrastrutture (Milano Finanza, 18.12.12) nasce il “polo” del Nord Est (Il Gazzettino, 18.12.12) abbia il coraggio di sfidare l’Asia (Il Sole 24 Ore, 19.12.12) accordo per rilanciare l’edilizia (Il Sole 24 Ore, 19.12.12) rilancia sulle detrazioni (Avvenire, 20.12.12) l’export di pallets compensa i deboli consumi interni (Il Sole 24 Ore, 20.12.12) pre-Cipe. due miliardi all’Aquila (Il Sole 24 Ore, 20.12.12) un patto tra progettisti e costruttori per le città (Italia Oggi, 21.12.12) Grandi imprese delle costruzioni: Italcementi: Anas: Salini: Buzzi Unicem: Italcementi: Vela: Astaldi: guerra in consiglio (Gazzettino Padova, 19.12.12) utile 2012 a mezzo milione (Il Sole 24 Ore, 19.12.12) nominato nuovo collegio sindacale (Il Sole 24 Ore, 20.12.12) promossa da Deutsche Bank (Milano Finanza, 20.12.12) verso una svolta con la solidarietà (Corriere Bergamo, 21.12.12) oggi incontro sugli ammortizzatori al Ministero (La Nuova Ferrara, 21.12.12) commessa da 2,2 mld a San Pietroburgo (IL Gazzettino, 21.12.12) Rapporti e studi: Istat: Costruzioni, ad ottobre produzione +1,9% ma continua la crisi dell'edilizia (sito internet casa e clima, 19.12.12) Eventi: Enea e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, "Green Economy per uscire dalle due crisi", Roma, 14 dicembre 2012 Congiuntura cemento (17.12.12): Sapete quante sono le aziende produttrici di calcestruzzo garantite dalle whìte lìst? Tre. Due le troviamo a Milano (Expo 2015) e una all'Aquila (ricostruzione). Poi ce ne sono altre 18 in attesa di ammissione per la ricostruzione post-terremoto dell'Emilia. Naturalmente questi numeri dicono soltanto della scarsa attrazione esercitata dalle white lìst, non certo del numero dei produttori per bene attivi nel Paese. Però, se il calcestruzzo è considerato come un canale primario di inquinamento (fiscale, legale,mafioso) in edilizia, cifre così grame restano un problema. Sono tanti gli aspetti connessi alla produzione del calcestruzzo (impianti e macchinari, ricette di preparazione, apporto di cemento, provenienza degli inerti) e alla sua fornitura (trasporto, messa in opera, campionatura, analisi di laboratorio). Quello che possiamo fare qui è segnalare come anche su questo anello così debole della filiera, qualcosa si stia muovendo. Prendiamo l'Osservatorio sul calcestruzzo e calcestruzzo armato (www.osservatorìoca.ìt) nato il 21 luglio dello scorso anno con lo scopo di far luce sulle «zone d'ombra significative esistenti nella filiera che va dalla normazione alla progettazione, all'impiego, originate dalla mancanza di adeguate forme di controllo e di un regime sanzionatorio efficace». Queste parole, che azzerano ogni possibile diversivo sul tema, sono state pronunciate dal past presìdent del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Francesco Karrer, alla presentazione del nuovo organismo. Nel consiglio direttivo dell'Osservatorio siedono i rappresentanti di quattro ministeri (Interno, Lavoro, Sviluppo e Infrastrutture), della Direzione nazionale antimafia, del Consiglio superiore lavori pubblici, e poi Vigili del fuoco, Capitanerie di porto, Guardia di finanza. Dunque il monitoraggio «sull'applicazione normativa, le dinamiche del mercato, la regolarità legislativa, i rischi di inquinamento criminale» non poteva restare a lungo un esercizio di scuola. Tanto che, dopo i primi controlli, l'Osservatorio ha adottato due semplici decisioni. Primo: saranno pubblicate le risultanze del monitoraggio, come le irregolarità riscontrate negli impianti, le modalità opache di certificazione, quando non la falsificazione dei certificati di laboratorio (tutti elementi già riscontrati); secondo: di certe scoperte saranno investiti direttamente organi investigativi e procure della Repubblica. Nell'ultima riunione dell'organismo (giugno 2012), allargato a 34 sigle associative e sindacali del settore, è stato tratto un primo bilancio e pianificata una «campagna di sorveglianza sull'operato dei laboratori di prove sui materiali di costruzione e di prove geotecniche», da condurre attraverso «visite ispettive senza preavviso, su un campione casuale distribuito sul territorio nazionale e per i diversi settori di attività». E le novità sul calcestruzzo osservato speciale non sono finite. Ne accenniamo due, su cui torneremo. Diversi attori (imprese, sindacati, tecnici pubblici) stanno lavorando a nuovi 1 2 politiche [email protected] [email protected] software per rendere trasparente e non manipolabile la filiera produttiva e il fatto che diverse segnalazioni all'Osservatorio provengono da Atecap, l'associazione di categoria delle aziende di settore. (Lionello Mancini) distretto Forlì (17.12.12): (…) L'imbottito di Forlì ha una struttura parcellizzata, abituata a lavorare per firme che non sono di qui, in gran parte francesi (ma non solo). Essere in 300 addetti con 35 milioni di fatturato qui vuol dire essere dei Gulliver in una grande Lillìput. Con punte di genialità, innegabili, di cui parleremo in seguito. (…) Bergamaschi (materassi Dorelan) racconta della mutazione genetìca subìta dal distretto, di una sorta di imborghesimento generalizzato che ha messo fuori dal mercato tanti produttori quando, intorno agli anni Ottanta, il distretto ha iniziato ad andare in sofferenza, i costumi degli italiani a cambiare (chi voleva più il salotto come prima cosa una volta comprata la casa?). Una selezione naturale che, tuttavia, non ha mai cancellato la vocazione del distretto a lavorare per altri. (…) Perché, inutile negarlo, parte del distretto è entrata in sofferenza e ora, come spiega l'analisi freschissima (20 novembre) targata Intesa Sanpaolo Cassa dei risparmi di Forlì e della Romagna, «questo distretto a più alta specializzazione nel mobile imbottito insieme alla Murgia e a Pistoia con epicentro a Forlì ma che comprende Castrocaro, Mendola, Predappio, Bertinoro, Forlimpopoli sfiorando Cesena, deve puntare sui nuovi mercati ad alto potenziale: non più solo Francia, ma anche Russia e Cina, più innovazione e brevetti, più collaborazioni con i designer e gli architetti». Sul campione di 51 imprese esaminate nel distretto con 730 addetti, la metà è fatta ancora da terzisti e da aziende senza un marchio conosciuto. La risorsa umana, nel nono distretto italiano per numero di addetti resta cruciale. E il morale? Il 41% si dice soddisfatto del contesto in cui opera, il 39 lo è, soddisfatto, solo per il passato, ma il 20% vede nero. Le dimensioni non aiutano: le aziende con meno di 50 addetti sono il 74,6%, le medie imprese appena il 25,4. C'è un'avanzata dell'imprenditoria cinese molto forte, i subfornitori e i terzisti di poltrone e divani quasi raddoppiati rispetto al terzo trimestre del 2009 (circa il 6 contro il 3,9%). La propensione a esportare è del 33%: più alta della media, ma unidirezionale, tutta verso la Francia, mentre i margini di guadagno si restringono (1.5% l'ebitda medio nel 2010). (…) (Rita Fatiguso) piano città (12.12): Iniezione di risorse per il piano città. Il programma governativo promosso dal viceministro delle Infrastrutture Mario Ciaccia conquista risorse per quasi 95 milioni. Si tratta di risorse provenienti da programmi Pon (Reti e mobilità) che si aggiungono alla dote iniziale di 224 milioni attribuita al programma. L'annuncio arriva dallo stesso viceministro Ciaccia. La dote complessiva di risorse da considerare certe destinate al programma si avvicina dunque ai 320 milioni. Da quanto si apprende dal ministero delle Infrastrutture. L'intera dotazione dei fondi sarà attribuita ai progetti che verranno selezionati nel corso della riunione della cabina di regia. in calendario questa settimana, il 18 e il 19 dicembre. L'obiettivo è appunto di arrivare ad assegnare l'intera dote del piano città. «Stiamo lavorando per arrivare a una decisione entro i due giorni - informa il capo dipartimento delle Infrastrutture, Domenico Crocco - ma non escludo che possa essere necessaria una coda nei primi giorni di gennaio» Le nuove risorse sono nel bilancio del ministero delle Infrastrutture ma sono allocate nel piano di azione e coesione gestito dal ministero della Coesione territoriale. Il titolare del dicastero, Fabrizio Barca, ha dato l'ok, su richiesta del viceministro Ciaccia e del ministro dello Sviluppo Corrado Passera. Tuttavia è stato posto il vincolo sulla destinazione alle sole città (individuate come zone franche urbane) all'interno delle Regioni dell'area "convergenza", cioè a 12 delle 22 città individuate come zone franche urbane (dalla delibera Cipe 14/2009) che si trovano in Sicilia, Puglia, Campania e Calabria. In questa interlocuzione con i tecnici della Coesione territoriale è però anche emerso che le risorse Fesr e Fas potenzialmente dirottabili sul piano città - pari a 3,5 miliardi complessivamente risulterebbero già oggetto di una recente riprogrammazione, che di fatto le rendono indisponibili. La cabina di regia - che rappresenta una sorta di "commissione di gara" - selezionerà le proposte finanziabili in base ad alcuni elementi prioritari. «Sarà privilegiata la capacità degli apporti economici di favorire l'immediata cantierabilità per il maggior volume di investimenti». anticipa Domenico Crocco. In altre parole verranno assegnate le maggiori risorse ai progetti cantierabili in grado di sviluppare il maggiore investimento. <In tale quadro – prosegue Crocco - saranno applicati gli altri quattro sotto-criteri: riduzione della tensione abitativa; contrasto al degrado sociale; miglioramento infrastrutturale; miglioramento della qualità urbana». Di questi quattro sotto-criteri. quello cui verrà dato il maggiore peso e considerazione, aggiunge sempre il capo dipartimento delle Infrastrutture, è quello della tensione abitativa. Negli ultimi giorni dell'istruttoria delle 430 candidature, i tecnici del ministero stanno anche verificando che i progetti del piano città. presentati dai Comuni zone franche urbane. ricadano all'interno delle zone censuarie indicate dalla delibera Cipe nella perimetrazione di ciascun ambito urbano a fiscalità agevolata. Dal ministero fanno inoltre sapere che delle 12 città zone franche. solo IO hanno presentato progetti per il piano città e potranno, dunque, spartirsi i 95 milioni. Queste risorse rappresentano infatti anche una riserva cui le altre città non potranno accedere. (MASSIMO FRONTERA) estero (18.12.12): La Cina nel 2013 aumenterà gli investimenti pubblici in progetti infrastrutturali nel tentativo di rafforzare l'economia domestica. Lo riferisce Xinhua citando un documento rilasciato dopo la conferenza dei principali policy maker del Paese, la Centrai Economic Work Conference. Stando al documento, il governo vuole anche offrire un incoraggiamento agli investitori privati. La Centrai Economic Work Conference è stata presieduta dal capo del Partito Comunista Cinese Xi Jinping e ha visto la partecipazione dei funzionari di più alto rango del Paese. Il presidente designato cinese nei suoi recenti discorsi ha spinto più volte verso una maggiore penetrazione delle riforme in Cina. Confindustria (18.12.12): La Confindustria del Nordest non è più solo un'idea ma è anche un cantiere. Ieri, complice l'incontro con Pesenti per discutere della riforma dell'associazione a livello nazionale, i presidenti delle tre federazioni del Triveneto - Andrea Tomat, Alessandro Calligaris e Stefan Pan - hanno incontrato i leader delle territoriali mettendo a punto un programma di lavoro che tra due o tre mesi dovrà portare al varo di un coordinamento Nordest, sarà laboratorio per progetti comuni (su infrastrutture e ricerca, ma non solo), trampolino di lancio per sinergie (sul tipo di quelle già avviate tra Padova, Vicenza e, presto, Rovigo, sull'internazionalizzazione), veicolo per semplificazioni e fusioni, come quella in completamento tra Trieste e Gorizia. (…) Perché varare ora questo coordinamento Nordest che potrebbe diventare la più importante struttura confindustriale d'Italia con oltre 15mila soci? «La crisi è profonda, perniciosa e complessa, servono nuove opportunità per superarla. Tra un paio di mesi ci ritroveremo, definiremo alcuni punti gi collaborazione congiunta, partiremo con dei progetti e da lì inizieremo questo percorso. L'idea di fondo è varare un coordinamento con i territori per agire su vari livelli: credito, infrastrutture, formazione, internazionalizzazione, lobby politica». (…) (Maurizio Crema) legno arredo (19.12.12): Gli accordi bilaterali di libero scambio tra Unione europea e Paesi asiatici - l'ultimo nato è quello con Singapore – provocano i brividi a chi pensa che simili aperture siano soltanto un boomerang per l'Occidente e, in particolare, per il Made in Italy. Non la pensa così Claudio Luti, l'artefice del successo internazionale di Kartell e da qualche settimana alla guida di Cosmit, la società di Federlegno Arredo che organizza i Saloni del Mobile, una kermesse che tutto il mondo ci invidia. Presidente, lei è già alle prese con la rassegna che più di altre esprime quanto di meglio l'Italia sa produrre e vendere in tutto il mondo nei settori in cui il bello e il ben fatto fanno la differenza. Lei ha sempre sostenuto che il made in Italy deve guardare all'Asia, resta di questo avviso? Sì. Non condivido le perplessità generalizzate. I Paesi asiatici, la Cina (ma non solo) restano, al contrario, nel radar sia della mia azienda sia del sistema di Federlegno Arredo e delle aziende che lo compongono Cosmit non può non tenerne conto e non potrebbe essere altrimenti. Anzi, al contrario e più in generale, giudico la percentuale di export delle nostre aziende ancora troppo bassa: a mio avviso bisognerebbe portarla anche fino al 60 per cento. Ed è innegabile che tra i mercati di sbocco più importanti ci sial'Oriente. Lei ha denunciato più volte i pesantissimi effetti sul sistema del design e del made in Italy legati alla mancanza di un piano industriale serio. ll presidente di Confindustria Giorgio Squinzi non manca di ricordarlo, eventi come i Saloni sono uno strumento di politica industriale. In che direzione andrà Cosmit? Stiamo pensando al medio periodo. Certo, progettare il Salone del Mobile di qui ai prossimi anni mi dà un senso di vertigine. Ma bisogna farlo, anche se l'edizione 2013 è già dietro l'angolo, apre i battenti a metà aprile. Ma la congiuntura globale è talmente complessa che tutto il nostro sistema industriale deve pensare e affrontare in largo anticipo le strategie di pianificazione. ll mondo delle nostre aziende è in sofferenza, il credito latita. Basta sbagliare un prototipo in produzione che si è fuori. Si vive sempre sul filo del rasoio, figurarsi ora. Come se ne esce? L'impresa e la manifattura devono ritornare al centro di qualsiasi politica di Governo. Le Fiere grandi di settore sono essenziali per promuoverci all'estero, ma vedo troppi doppioni e troppa attenzione nei confronti di manifestazioni che si svolgono in altri paesi d'Europa, non solo nel design. I Saloni sono un fiore all'occhiello, ma vanno difesi. Noi stessi non possiamo partecipare in massa a eventi, nella moda e nel design, che si svolgono più o meno in concomitanza con spreco di risorse che non possiamo più permetterci. Qualcuno dovrà dirmi cosa si produce più in Germania e finanche in Francia L'Italia è un Paese che nonostante tutto ha mantenuto una vocazione alla manifattura Questo patrimonio può essere solo valorizzato e sostenuto, anche attraverso un ruolo da protagonista nei grandi eventi come i Saloni. Un esempio, però, ci viene da Fiera Milano che ha ipotizzato più risorse alla Fondazione, suo azionista, per svilupparsi all'estero e contribuire all'internazionalizzazione del nostro sistema produttivo. Giusto, ma mancano le risorse, a quanto pare. Ed è un vero peccato. Siamo il centro della manifattura, lei dice. Nonostante questo in Europa il regolamento per il Made in si è bloccato per ritornare sulla scena proprio ieri grazie all'approvazione delle interrogazioni orali di due europarlamentari coriacei, Muscardini e Susta. Sul Made in non abbiamo saputo portare avanti una strategia compatta che evidenziasse un'Europa a due velocità: da un lato paesi che fanno esclusivamente commercio, dalla Gran Bretagna, all'Olanda, persino alla Francia. E poi noi. Ma in questo modo non difendiamo le nostre imprese. Siamo sottoposti a ogni genere di controllo in casa nostra se vogliamo esportare di più, ma poi siamo inondati di merce di bassa qualità e poco sicura. La contraddizione dell'Europa è tutta qui. (Rita Fatiguso) Abi-Ance (19.12.12): Un accordo con l'Ance per il rilancio dell'edilizia. È l'obiettivo di un tavolo di lavoro aperto dall'Abi con l'associazione dei costruttori italiani. «Mi aspetto frutti concreti in tempi rapidi», ha indicato il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari in un incontro con la stampa rispondendo a una domanda sulla crisi del settore dei mutui casa. Sul settore edilizio bisogna lavorare con cura, «puntare sulla riqualificazione e non sul consumo ulteriore di territorio». Secondo Mussari «bisogna trovare delle soluzioni che consentano di produrre serenità sui risparmiatori e il settore». Inoltre, «avere una maggioranza di proprietari di case è una riserva straordinaria di risparmio oltre che, in prospettiva, anche previdenziale». Nell'incontro con la stampa il presidente dell'Abi ha anche replicato alle critiche dei sindacati. L'Abi vuole attuare il contratto firmato lo scorso gennaio «in una dialettica serena» ,e non «intende snaturarlo» ha spiegato. «La lancetta che segna lo stato delle relazioni con i sindacati è positiva» ha sottolineato Mussari: «Lo dimostra la chiusura dei tanti accordi a livello aziendale. Continueremo a dialogare con loro anche in una situazione difficile come quella che sta attraversando l'Italia» Federlegno (20.12.12): Se non verrà accolta la richiesta della detrazione Irpef del 50% sugli arredi, il numero di imprese che chiuderà sarà di proporzioni tali da indurre le istituzioni a doversene occupare nei prossimi mesi in condizioni ancor più drammatiche e dolorose per tutti». A distanza di una settimana dalla conferenza stampa che ha visto risuonare il grido di allarme (in cinque anni persi oltre 51.000 posti di lavoro, più di lO .000 aziende e 14 miliardi di fatturato) la federazione confindustriale delle imprese del legno-arredo con il suo presidente, Roberto Snaidero, rilancia con forza la proposta (<<Assolutamente a costo zero per le casse dello Stato») che garantirebbe un incremento dei consumi nazionali di arredamento del 20% (pari a 1,2 miliardi di euro) con evidenti benefici a "cascata" su numerosi altri settori. Questa richiesta ha raccolto un largo consenso sviluppando alleanze, ben oltre la sola filiera Legno-Arredo, per lanciare la proposta al Governo, con Confartigianato Legno Arredo e Cna Produzione, i sindacati Feneal UiI, Filca Cisl, Fillea Cgil, Federmobili e costruttori Ance. «Senza questo intervento - continua Snaidero - ci troveremo nel mezzo di un'emergenza nazionale le cui drammatiche conseguenze segneranno il nostro Paese negli anni a venire. Il rischio è elevato, sono però certo che le nostre istituzioni sapranno comprendere che non c'è più tempo per le esitazioni e i rinvii, ma è giunto il momento di agire». filiera legno (20.12.12): Il mercato dei pallet di legno ha chiuso il terzo trimestre dell'anno con risultati migliori delle previsioni, facendo intravedere all'orizzonte una ripresa che, se confermata, consentirebbe alle aziende del comparto di tornare competitive dopo un biennio di drammatico calo dei consumi. Nei primi nove mesi del 2012 la produzione a marchio Fitok, tipologia di prodotto rivolta prevalentemente alle esportazioni, segna un discreto incremento (+4,6%) attestandosi a quota 1,4 milioni di metri cubi. Nel terzo trimestre l'unico segmento Fitok in calo è stato quello dei pallet trattati negli impianti fitosanitari dei soggetti italiani autorizzati, che sono diminuiti dell'1,74% facendo registrare un rallentamento complessivo, tra gennaio e settembre, di 2,8 punti percentuali. Questo dato, sottolineano gli analisti, è stato fortemente influenzato dalla diminuzione della produzione di pallet Epal (destinati prevalentemente ai mercati interni e alla grande distribuzione) che nei primi nove mesi del 2012 sono calati del 3,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno passato. In particolare sono diminuiti i pallet di nuova produzione (terzo trimestre -6,6%, pari a 90mila pezzi in meno), portando il calo totale dei primi tre trimestri a -14,8 per cento. Positivo, invece, l'indice dei pallet riparati che da luglio a settembre hanno segnato un interessante +2,1% e 842.225 pezzi prodotti. Nell'insieme si tratta di un quadro non drammatico, sottolinea Fausto Iaccheri, presidente di Conlegno: <<Rispetto ai dati di giugno, che facevano pensare a una forte contrazione nei mesi a venire, vediamo che la produzione a marchio Fitok ha tenuto. Ciò vuol dire che le esportazioni stanno sopperendo al calo del mercato interno, grazie al discreto andamento dei pallet a perdere». Le maggiori difficoltà vengono quindi dai pallet Epal, che confermano un calo iniziato nel 2010 e che non accenna ad arrestarsi. «Un aiuto a risollevare questo comparto – suggerisce Emanuele Barigazzi, coordinatore del Comitato Tecnico Epal di Conlegno - potrebbe venire dall'applicazione della reverse charge, che consentirebbe una seria lotta all'evasione dell'Iva. Fenomeno, quest'ultimo, che sta togliendo ossigeno alle aziende sane e rispettose della legge». infrstrutture (20.12.12): Al pre-Cipe è passata la «proposta Barca» di ripartizione di 2.245 milioni destinati alla ricostruzione dell'Abruzzo mentre è stato stoppato il «piano Clini», anch'esso da due miliardi, contro il dissesto idrogeologico. Le risorse per il post-terremoto sono a carico del Fondo sviluppo coesione e andranno per 1445 milioni all'edilizia privata, per 450 milioni all'edilizia pubblica, per 180 milioni a espropri e altre spese obbligatorie, per 100 milioni al sostegno di attività produttive e di ricerca, per 55 milioni ai comuni fuori del cratere e per 5 milioni all'assistenza tecnica. La riunione del Cipe è prevista per domani. Ieri è stato anche presentato il 7° rapporto del Servizio studi della Camera dei deputati sullo stato di attuazione della legge obiettivo. II rapporto, realizzato in collaborazione con l'Autorità per i contratti pubblici, con il contributo di Cresme e Nova, evidenzia che le grandi opere della legge obiettivo concluse ammontano a 40,8 miliardi, pari all'11,1% del programma varato dal 2001 (374miliardi). Al traguardo nei 17 mesi che vanno dal precedente rapporto (aprile 2011) al settembre 2012 sono arrivate opere per 6,5 miliardi. La quota delle opere concluse sale al 32,7% se si considera non l'intero piano, ma soltanto le opere approvate dal Cipe (124,5 miliardi). A 11 anni dalla legge obiettivo ci si aspetterebbe che la macchina camminasse a pieni giri, ma il rapporto registra invece un modesto avanzamento delle opere con contratto, cantierate o prossime a esserlo, e di quelle concluse». Anche perché ad allungare tempi e costi sono ancora le varianti «utilizzate spesso dalle imprese per ristorare il costo derivante dal basso d'asta», ha detto il presidente dell'Autorità per i contratti pubblici, Sergio Santoro. Per non parlare del contenzioso, in crescita. Ma il fenomeno più interessante che il Rapporto contribuisce a mettere a fuoco è la progressiva perdita di unitarietà e centralità della legge obiettivo nella più generale programmazione delle opere pubbliche. È l'ultimo fallimento che mancava alla legge obiettivo dopo i ritardi progettuali ed esecutivi e lo smontaggio del filo economico finanziario che ne aveva fatto Giulio Tremonti dal 2008 con revoche e riprogrammazioni. In questi undici anni la legge obiettivo era rimasta il centro della pianificazione delle grandi opere, ma da 18 mesi in qua non è più così, con l'affacciarsi di nuovi strumenti di programmazione. Chi è stato, nel Governo Monti, il protagonista della programmazione infrastrutturale, Corrado Passera o Fabrizio Barca? E già nel Governo Berlusconi era stato più attivo Raffaele Fitto o Altero Matteoli? II Piano nazionale per il Sud e il «Piano azione coesione», con la riprogrammazione appena completata di 11 miliardi di fondi Ue e nazionali, sono stati protagonisti della pianificazione infrastrutturale negli ultimi diciotto mesi, anche in virtù del fatto che i fondi Ue sono liquidità vera mentre le casse del Tesoro sono ormai vuote per gli investimenti pubblici. Nuova pianificazione ancora di carta, perché molte di quelle opere arriveranno solo negli anni prossimi, se è vero che importanti cantieri della Napoli Bari si apriranno nel 2017 e si chiuderanno nel 2024. Però lo spostamento del baricentro è chiaro, così come cresce il finanziamento privato con regole e incentivi fiscali (ancora incompleti) diversi dal tradizionale finanziamento pubblico. A chiudere il cerchio la difficile riprogrammazione con le società pubbliche (contratto di programma Fs) e con le Regioni a colpi di intese istituzionali. La quota di opere che resta fuori della legge obiettivo cresce. (Giorgio Santilli) piano città (21.12.12): Un'intesa per il recupero della qualità della vita nelle aree urbane, usufruendo delle risorse del Piano nazionale per le città 2012-2017: 224 milioni di euro in partenza, diventati 2 miliardi grazie a un fondo che comprende la promozione dell'housing sociale. A sottoscriverla Confcommercio, Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, Associazione dei costruttori edili (Ance) e Unioncamere, pronti a sostenere riqualificazione abitativa e crescita imprenditoriale in ogni parte d'Italia, e a collaborare con i ministeri delle infrastrutture e dello sviluppo economico per definire regole e modelli per attuare i processi. Sullo sfondo, il settore delle costruzioni soffre pesantemente: nel 2012 gli investimenti registrano un calo del 7,6% in termini reali, e si prevede che a fine 2013 avrà perso in sei anni circa il 30%, mentre dall'inizio della crisi sono sfumati 360 mila posti di lavoro, che arrivano a 550 mila unendo i comparti collegati. Da qui la scelta di cogliere l'occasione del Patto, la cui dotazione sarà usata ricorrendo al nuovo strumento dei Contratti di valorizzazione urbana, sottoscritti fra pubblico e privati; difatti, sottolineano i promotori nel corso di una conferenza stampa; a Roma, «centri storici e periferie costituiscono i luoghi dove le attività s'insediano, operano e possono prosperare. Il problema della desertificazione di questi luoghi va affrontato seriamente". Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance, si scaglia contro una norma della legge 134/2012 sulla responsabilità solidale-fiscale con l'appaltatore perché «è ingiusto continuare a scaricare su soggetti privati compiti che dovrebbero essere dello Stato. Va soppressa". Guarda alla campagna elettorale Leopoldo Freyrie (architetti): «Chiederemo ai partiti impegni su messa in sicurezza del paese, incentivi fiscali e strumenti finanziari per chi vuole ristrutturare casa, semplificazione e uniformità normativa". Per Carlo Sangalli (Confcommercio), il maggior gettito dell'Imu «deve tornare a imprese e famiglie. Così, si potrebbe derubricare l'ipotesi dell'aumento Iva da luglio 2013". Infine, a Ferruccio Dardanello (Unioncamere) sta a cuore che il commercio trovi «attenzione nell'agenda del futuro governo». Grandi imprese delle costruzioni Italcementi (19.12.12): Due fronti pronti a farsi la guerra. Così i lavoratori di Italcementi e i sostenitori dei comitati ambientalisti si sono schierati ieri sera a Monselice fuori da palazzo Tortorini, prima del consiglio comunale. Circa cento le persone che hanno risposto all'appello lanciato dai comitati, allo slogan «un'altra Monselice è possibile... Poco più della metà i lavoratori presenti, con tanto di striscioni pro revamping, reduci dall'incontro con l'azienda svoltosi nel pomeriggio. Momenti di tensione, seguiti ad alcune dichiarazioni rilasciate dal segretario della Fillea Cgil Marco Benati: «I rappresentanti di Italcementi hanno ribadito la volontà di congelare il revamping - ha spiegato Benati - 1 sindacati e i lavoratori hanno invece chiesto di rivedere il declassamento dell'impianto. Solo domani (oggi, ndr) al congresso nazionale delle rsu sapremo con precisione quanti lavoratori rischiano concretamente la cassa integrazione straordinaria. Certo dispiace assistere all'ennesima provocazione di questa sera. Il clima non è leggero, anche se i lavoratori sono tranquilli, con tutta questa gente chiamata a raccolta da Francesco Miazzi. Pochi tra l'altro sono del territorio, molti vengono anche da Padova e Venezia... Un'esternazione che non è piaciuta ai sostenitori dei comitati: «Nessuno ci ha chiamato a raccolta. Siamo qua per difendere il nostro territorio e la nostra salute ha spiegato un manifestante. Tra accuse di strumentalizzazione reciproca e scambi di offese, le due parti si sono fronteggiate, fino all'inizio del consiglio comunale. Una folla ha riempito la sala consiliare, per ascoltare la discussione relativa alle mozioni presentate dai gruppi "Nuova Monselice" e "Partecipazione e solidarietà!'. Anticipate all'inizio della seduta, le mozioni si sono protratte a lungo e hanno affrontato la conformità urbanistica dei cementifici e la verifica delle emissioni e della qualità dell'aria. Prima però il sindaco Francesco Lunghi ha voluto ripercorrere le ultime tappe della vicenda, riproponendo le lettere scritte a sostegno delle sue idee, tra i fischi e le proteste dei sostenitori dei comitati. (Camilla Bovo) Anas (19.12.12): Il 2012 è stato un anno «molto difficile» per l'Anas ma la società riuscirà a chiuderlo con un«piccolo utile», anche se più contenuto rispetto a quello del 2011. È l'anticipazione fatta ieri dal presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, che ha colto l'occasione della Festa del Cantoniere 2012 per tracciare un primo bilancio dell'anno. «Nonostante il crollo del traffico su strade e autostrade – ha detto Ciucci- prevediamo un sostanziale pareggio di bilancio con un utile di circa 0,5 milioni. Anche se è un risultato più contenuto rispetto all'utile del 2011, rimane un dato positivo che siamo riusciti ad ottenere anche per effetto del forte contenimento dei costi attuato dalla società. Negli ultimi quattro esercizi la società ha ottenuto consecutivamente un risultato di bilancio positivo in crescita e, per il secondo anno, ha corrisposto un dividendo all'azionista unico, il ministero dell'Economia». Ciucci ha ricordato che «l'attività della società ha continuato ad essere di assoluto rilievo, considerando i 23 cantieri avviati nel 2012 per un valore di quasi 1,8 mld di euro». Inoltre, in questi 12 mesi sono state aperte al traffico 17 nuove opere stradali e 3 nuove opere autostradali per un valore di quasi 700 milioni di euro. Per il 2013 Ciucci conferma la promessa: completare la Salerno-Reggio Calabria, chiudendo tutti i lotti aperti oggi. Altro tema delicato, la manutenzione straordinaria per cui sono «attivi o in fase di attivazione 282 interventi per un importo di oltre 510 mln di euro». Ma il 2012 è stato l'anno della grande rivoluzione istituzionale, partita dall’ottobre: l'Anas ha abbandonato il ruolo di concedente degli oltre 5.700 chilometri della rete autostradale a pedaggio e ora si dedicherà solo alla gestione diretta di una rete viaria di oltre 25mila chilometri, dei quali 1.300 di autostrade e raccordi autostradali. Ciucci ha confermato lo sblocco dei 400 milioni per i pagamenti, avvenuto per effetto del decreto sviluppo, ma ha poi ricordato l'obbligo di reintegrare quelle somme anticipate dalla Ragioneria «mediante utilizzo delle risorse che le verranno erogate dallo Stato a fronte di crediti già maturati». Intanto, ancora nel decreto sviluppo, è stata inserita una norma che dà «lo stop al trasferimento delle partecipazioni detenute da Anas nelle società miste regionali a Fintecna Spa». Si tratta di Autostrade del Lazio, Autostrade del Molise, Concessioni autostradali lombarde e Concessioni autostradali piemontesi. Salini (20.12.12): L'assemblea ordinaria dei soci di Salini Costruttori ha nominato il nuovo collegio sindacale per gli esercizi 2012/2014, essendo scaduto il mandato del precedente collegio in carica per gli esercizi 2009/2011. È stato deliberato di affidare al professor Andrea Monorchio la carica di presidente del collegio sindacale insieme al professor Gennaro Mariconda e al dottor Claudio Valerio, in qualità di Sindaci Effettivi. Roberto Parasassi e Claudio Volponi, rispettivamente presidente e sindaco effettivo del precedente collegio sindacale di Salini Costruttori sono stati nominati sindaci supplenti. Buzzi Unicem (20.12.12): Balzo del 6,6% di Buzzi Unicem a l0,54 euro dopo che Deutsche Bank ha alzato il target price da 8,5 a 13,2 euro raccomandando l'acquisto in virtù delle buone possibilità di crescita nei mercati emergenti, soprattutto in Russia, Messico e Stati Uniti, che rappresentano circa il 70% dell'ebitda (un altro 15% è concentrato invece in Germania). Secondo Db, tra le società del settore Buzzi Unicem ha il bilancio più solido, con un rapporto debito netto su ebitda atteso nel 2014 a 1,2 volte contro una media del comparto di 1,8. La casa d'affari prevede che gli investimenti saranno diretti verso regioni ad alta crescita e alta redditività come Russia e Messico e stima che in questi Paesi il gruppo cementiero piemontese potrebbe raggiungere un pieno tasso di utilizzazione della capacità produttiva rispettivamente nel 2013 e nel 2015. Inoltre si aspetta che il 2013 porti ulteriori chiusure di impianti nel mercato italiano. Ciò dovrebbe migliorare la redditività della società con un potenziale di rialzo stimato nel 10% sull'ebitda del gruppo del 2014. Italcementi (21.12.12): Potrebbe arrivare già giovedì 27 dicembre, al prossimo incontro con l'azienda, l'accordo sindacale sulla riorganizzazione Italcementi. Ieri, l'assemblea dei lavoratori - circa trecento i presenti, compresi addetti del Ctg e di i.lab, secondo le dichiarazioni dei sindacati - ha dato il mandato alla delegazione sindacale trattante, con una sola astensione tra i votanti, per raggiungere un possibile accordo nel confronto con l'azienda che riprenderà subito dopo Natale. La vertenza è nata il 12 dicembre quando il gruppo ha presentato il piano di riorganizzazione «Progetto 2015» per reagire ad un mutamento ritenuto strutturale del mercato italiano, caratterizzato da una sovra capacità produttiva a fronte di consumi tornati ai livelli degli anni Sessanta e senza realistiche prospettive di ritorno alla situazione pre crisi. La nuova struttura che l'Italcementi intende darsi prevede una riduzione dei volumi produttivi in adeguamento al mercato, con corrispondente ridimensionamento delle attività della sede, in modo da prepararsi ad una ripresa attesa non prima del 2015. Per fare questo, è stato proposto il ricorso per due anni alla cassa integrazione straordinaria a rotazione a partire dal 10 febbraio, mentre in contemporanea sarà aperta una procedura di mobilità volontaria per accompagnare alla pensione o per facilitare la rioccupazione dei lavoratori. Mercoledì, al primo incontro dopo la presentazione, sarebbe già maturata la svolta, con la conferma da parte del gruppo della disponibilità ad integrare il trattamento di cassa integrazione per il prossimo biennio. Soprattutto però c'è un atteggiamento di disponibilità a valutare la situazione su cosa accadrà a febbraio 2015 al termine della cassa integrazione straordinaria, quando, a seconda della futura situazione di mercato, si potrebbe creare una situazione di personale in esubero. «c'è l'ipotesi che, se al termine del biennio ci fossero ancora esuberi in sede, l'azienda potrebbe essere disponibile a discutere dell'utilizzo dei contratti di solidarietà», spiegano Umberto Giudici (Filca-Cisl), Ivan Comotti e Luciana Fratus (Fillea-Cgil) e Duilio Magno (Feneal-Uil). «Siamo preoccupati per il piano e per il suo impatto sociale e abbiamo fondati timori anche in merito alla riduzione del perimetro delle attività di Ctg, anche perché quando si riduce il perimetro si perdono conoscenze professionali – sostengono i sindacalisti - . Dobbiamo anche dire che c'è preoccupazione per la gestione effettiva della Cassa, soprattutto al capitolo della rotazione come abbiamo avuto modi di verificare negli ultimi mesi con il precedente periodo di ammortizzazione sociale effettuato. Abbiamo invitato tutti i lavoratori della sede a segnalarci eventuali situazioni non ordinarie, in una sorta di appello a partecipare in modo collettivo al monitoraggio dell'attuazione della Cassa. Dall'assemblea abbiamo ottenuto una forte condivisione delle nostre posizioni al tavolo. Ora, il prossimo incontro col Gruppo è già in calendario per il 27 dicembre a Roma: in quella sede l'azienda ci dimostri di volere l'accordo». Prima dell'incontro, che è stato convocato nel pomeriggio di giovedì alla Federmaco, in mattinata si terrà il Coordinamento sindacale unitario di gruppo. (Stefano Ravaschio) Vela (21.12.12): Questa mattina incontro tecnico a Roma al ministero dello Sviluppo Economico per capire il percorso migliore per poter utilizzare gli ammortizzatori sociali per la Vela. Tra i vari sindacalisti sarà presente anche Sandro Guizzardi della Fillea-Cgil. Ieri, intanto, a Filo si è svolta l'assemblea dei lavoratori (23 sono gli operai della Fornace). Un fatto positivo è l'accordo per l'applicazione della cassa integrazione in deroga da parte della Regione anche per il 2013. Astaldi (21.12.12): Diventa efficace il contratto EPC (Engineering, Procurement, Construction) per la progettazione e la costruzione del completamento del Western High-Speed Diameter, anello autostradale di San Pietroburgo, che Astaldi realizzerà in Join Venture con la società di costruzione turca IC Ictas. Il valore delle opere da realizzare è pari a 2,2 mld di euro, Astaldi al 50%. Rapporti e studi Istat (19.12.12): A ottobre di quest'anno l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è aumentato dell'1,9% rispetto a settembre, anche se nella media del trimestre agosto-ottobre l'indice ha registrato una flessione dell'1,3% rispetto al trimestre precedente. Lo ha reso noto oggi l'Istat precisando che “l'indice corretto per gli effetti di calendario a ottobre 2012 è diminuito in termini tendenziali del 12,1% (i giorni lavorativi sono stati 23 contro i 21 di ottobre 2011). Nella media dei primi dieci mesi dell'anno la produzione si è ridotta del 13,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.” A ottobre 2012 l'indice grezzo “ha segnato un calo tendenziale del 5,7% rispetto allo stesso mese del 2011. Nella media dei primi dieci mesi dell'anno la produzione è diminuita del 13,2% rispetto allo stesso periodo” del 2011.