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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Marzo 2009 - numero 14
Editoriale
Sommario
Provincia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3
Sono parecchie le scelte del PGT di
Manerbio che non convincono; in
particolare l’individuazione di una
vasta area edificabile posta a nord della Finchimica da destinare all’attività
produttiva.
Se la Finchimica è riconosciuta come
industria nociva e pericolosa, e l’esperienza del passato sta lì a ricordarcelo
qualora ce lo fossimo dimenticato,
è illogico prevedere che l’espansione
del settore produttivo possa avvenire
proprio in aderenza alla Finchimica.
Il principio di precauzione, così spesso invocato e brandito contro gli altri, viene in questo caso bellamente
ignorato.
Altri elementi di criticità vengono
posti in rilievo dalla scelta sopra ricordata:
L’estensione dell’ambito di trasformazione individuato è di ben metri
quadri 181.739 e colpisce che sia così
ampia proprio nel momento in cui da
più parti ci si lamenta dell’impressionante quantità di capannoni invenduti o sotto utilizzati, sia a Manerbio
che nei dintorni.
Un minimo di indagine avrebbe rivelato l’incongruenza di una previsione
così estesa.
Per chi se lo fosse scordato ricordiamo
che le stesse aree, per di più in misura minore, sono da 10 anni inserite
come tali nel precedente PRG e non
sono mai decollate.
Forse si spera che l’attuale congiuntura economica sia migliore di quella
del decennio appena trascorso.
Ma c’è qualcuno tra i nostri scienziati appollaiati in comune che legge i
giornali?
Se a questa superficie, indubbiamente
sovradimensionata, si aggiungono
altre aree con destinazione produttiva
individuate nei pressi (ad esempio gli
ambiti numero 3 e numero 4) per
complessivi 70.431 metri quadri si
arriva a disporre di aree produttive
per oltre 250.000 metri quadri equivalenti a circa 77 piò di terreno tra i
più fertili della provincia.
Non ci pare che la scelta sia, per così
dire, lungimirante.
Si distrugge ricchezza certa e vera
(l’agricoltura) per far spazio a mostri
di cemento che non creano nuova
occupazione, stante l’attuale congiuntura mondiale, e distruggono l’ambiente.
Per quanto riguarda l’ambito n. 4,
ovvero quello che è posto tra la strada
per Leno, la strada per Porzano e la
segue a pag. 10
San Gervasio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4
Bassano. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
L’ospedale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6
Calendario bresciano. . . . . . . . . . . . . . . . . » 8
Modi di dire. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9
Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10
Offlaga. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11
Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12
Territorio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13
Spigolature. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14
VEROLAVECCHIA - L’Omo River è
corso d’acqua nel Sud dell’Etiopia spesso
coperto dal baccano di babbuini e scimmie
columbus che si inseguono tra il fogliame.
È mitico fiume africano che mostra una
natura dove è più facile l’incontro con
una ricca avifauna, dik dik e gazzelle. In
un’ansa del fiume, sulla cima di una collina
che dirupa nel fiume sta un villaggio nel
quali uomini, donne e bambini si offrono
agli scatti di una macchina da presa dietro
compenso. Immagini che Gianni Barili,
fotografo, pittore, scultore che in arte firma Giba offre nella pubblicazione “Oma
Oma” curato in collaborazione con l’amico
Marco Lombardi, professore di Sociologia
alla Cattolica di Milano, col quale condivide il “Mal d’Africa” un contagio cui non
può sfuggire chiunque che abbia conosciuto quella terra.
Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16
Direzione: Vania Boglioli
Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino,11-Verolanuova (Bs)
Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs)
Pubblicazione mensile
E-mail: [email protected]
Autorizzazione N° 50 del Tribunale di Brescia
del 06/12/2007
I Manerbiesi eccellenti di oggi:
Cesare Meletti
Il dottor Cesare Meletti, direttore dell’Unità Organizzativa “Autonomia Finanziaria
e Bilancio”, cioè direttore finanziario della
Regione Lombardia, è nato a Verolanuova 49
anni fa, ma è residente a Manerbio da circa
un ventennio e precisamente da quando si è
sposato con la manerbiese Giuliana Mosca.
La loro famiglia è composta inoltre dai due
figli Francesca e Guido, entrambi studenti.
Il nostro concittadino, dopo la laurea in Economia e Commercio conseguita nell’84 presso l’Università degli Studi di Parma vince una
borsa di studio per la frequenza di un corso/
concorso, indetto dalla Regione Lombardia,
di approfondimento della finanza pubblica
con docenti del calibro del Prof. Onida, già
presidente della Corte Costituzionale, Prof.
Trimarchi, Prof. Cerea etc etc.
Quindi, dal novembre 1987 lavora presso la
sede di Milano, il grattacielo
Pirelli, della Regione Lombardia, come funzionario in
materie economiche all’Assessorato Bilancio.
Dopo aver vinto un altro concorso, nel novembre 1997 diventa dirigente della struttura
Bilancio. Dal maggio 2008 è
promosso direttore, occupandosi anche del nascituro Federalismo Fiscale. Nel frattempo il dottor Meletti ha fatto
altre esperienze professionali
come revisore dei conti dell’A.S.L. di Viadana
(MN), come docente di vari corsi o seminari in materie economico-finanziarie presso
l’Università Cattolica di Milano, l’Università
di Napoli, la Scuola Superiore dell’Economia
e delle Finanze di Roma, la Corte dei Conti di
Roma, l’I.R.E.F. di Milano, CONSIP S.p.A.,
etc etc.
Il dottor Meletti ha inoltre pubblicato alcuni
saggi di finanza pubblica su riviste specialistiche.
Dottor Meletti come mai, nonostante abbia
un impegno così rilevante a Milano, continua ad abitare a Manerbio?
All’inizio della mia carriera professionale ho
vissuto per un anno a Milano, ma non ho
resistito. Mi piace molto l’attività che svolgo
nella città di Milano, i suoi ritmi, l’elevata professionalità esistente, ma preferisco
abitare a Manerbio. A
Manerbio mi sento una
persona con una precisa identità in quanto la
gente che mi circonda
ha le mie stesse consuetudini e tradizioni: per
esempio a Milano non
si festeggia Santa Lucia
ma Babbo Natale.
A me inoltre piace la
nostra campagna, circondata dai geometrici
vasi irrigui costruiti dai
nostri avi vero simbolo della vocazione al
lavoro della gente della Bassa.
A riprova del mio legame con il mio territorio
mi sono impegnato per vari anni come Presidente del Consorzio Bassa Bresciana Centrale
per la promozione dello sviluppo della nostra
zona.
Il 18 aprile 2002 si trovava all’interno del
grattacielo Pirelli quando un aereo da turismo esplode contro, causando oltre la morte
del pilota anche quella di due sue colleghe e
altri feriti? Cosa ricorda di quel fatto?
Quella sera verso le 17.00 stavo telefondo
quando ho sentito un boato: ho mollato subito la cornetta e mi sono precipitato fuori
dall’ufficio. Dalla potenza della deflagrazione
ho pensato ad un attentato. Negli atri e lungo
le scale si sentivano delle urla ma poi è scattato il piano evacuazione predisposto a suo
tempo dalla Regione ed è rientrato una parte
del terrore iniziale. Mi ricordo che fuori dal
grattacielo c’era una pioggia di vetri e carta e
del fumo nero usciva dal 26° piano.
Purtroppo due mie colleghe sono morte e altri
sono rimasti feriti; io, fortunatamente ne sono
uscito indenne. Solo dopo parecchio tempo, a
causa di un black out sono riuscito a mettermi
in contatto con la mia famiglia. Alla stazione
di Manerbio c’era mia moglie e alcuni miei
amici a sincerarsi della mia salute.
segue a pag. 10
Marzo 2009
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VEROLANUOVA (Brescia) Via dell’Artigianato, 8
Tel. 030 9362241 - Fax 030 9362261 - [email protected]
Pianura
Provincia
La
Marzo 2009
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Latte e nitrati: il mondo dell’agricoltura pronto alla protesta
Clima teso a Leno per la riunione della consulta provinciale Latte dell’Unione agricoltori. Più di 400 allevatori si sono riuniti per
dire che il decreto presentato dal ministro
delle Politiche Agricole Luca Zaia, relativo
alle quote latte, così come è non può essere
accettato.
In prima fila anche l’assessore provinciale
alla Pubblica Istruzione, già assessore alle
politiche agricole, Giampaolo Mantelli, da
sempre vicino alle problematiche del tessuto
economico locale, come ha riconosciuto più
volte nel corso della serata lo stesso presidente dell’Upa Francesco Bettoni, che ha
speso parole di elogio nei suoi confronti.
Nel corso della serata è emersa con evidenza
la forte delusione da parte degli agricoltori per il comportamento del ministro
dell’Agricoltura: “Aveva promesso che il
decreto lo avrebbe scritto insieme con le
Associazioni di categoria – ha commentato Bettoni - mentre ha fatto tutto senza
interpellarci”. Il decreto dunque non da
alcuna certezza a coloro che in questi anni
hanno continuato ad investire, nel rispetto
delle norme, anche a prezzo di gravi sacrifici
economici.
Per Bettoni la giusta soluzione è quella prospettata dell’accordo raggiunto con l’assessore regionale Ferrazzi: “È quello l’accordo
da cui non ci dobbiamo scostare. È indispensabile – ha aggiunto – l’istituzione di
un fondo per tutelare coloro che hanno
comprato le quote latte”. A tal fine sarebbero necessari almeno 800 milioni di euro.
La stessa posizione è espressa in un docu-
mento che le regioni di comune accordo
hanno presentato al ministro delle politiche
agricole Zaia.
Nel corso dell’incontro si è accennato anche
alla direttiva nitrati “che va ridiscussa” ha
sostenuto ancora Bettoni “perché i nostri
campi, le nostre piante sono in grado di
assorbire l’azoto in eccesso”. Se di eccesso
si parla.
Intanto nei giorni scorsi gli agricoltori, pur
preferendo una ridiscussione serena della
norma hanno iniziato un presidio non invasivo al casello di Brescia ovest e sulla lenese
nei pressi di Leno.
Nel frattempo il presidente della federazione territoriale Ettore Prandini, scegliendo la
strada del dialogo, ha chiesto e ottenuto un
impegno di alcuni parlamentari che fanno
parte della Commissione agricoltura della
Camera dei Deputati.
Nel dettaglio il mondo agricolo bresciano
chiede principalmente quattro modifiche:
1) la previsione di un fondo per sostenere
economicamente chi ha comprato le quote
e ha prodotto latte rispettando la legge;
2)una diversa assegnazione delle nuove quote;
3) l’eliminazione del 5% di produzione
“fuori quota” quale soglia per ottenere quote
aggiuntive;
4)l’assegnazione delle eventuali quote residue anche a chi ha sempre rispettato le
regole (perché non si verifichi una mancata
assegnazione di una parte delle quote ottenute a Bruxelles).
Se gli agricoltori non riceveranno risposte
convincenti i motori di migliaia di trattori
verranno scaldati per entrare nella fase due,
quella delle mobilitazioni e manifestazioni
di piazza.
Insomma per l’agricoltura bresciana è in
arrivo una primavera “calda”.
Bullismo, sicurezza, Scuola per Genitori:
ecco le iniziative dell’Assessore Mantelli
La qualità dell’offerta formativa è fin
dall’inizio uno dei punti cardine dell’attività dell’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Formazione professionale
ed Edilizia Scolastica della Provincia di
Brescia. L’assessorato sta investendo energie e davvero molte risorse per garantire
ai giovani scuole in grado di rispondere
alle esigenze, ambizioni e aspettative delle
nuove generazioni. Un impegno a tutto
tondo volto ad innalzare i livelli qualitativi
dell’offerta educativa. Un impegno che
l’assessore sta portando avanti con convinzione su tutto il territorio bresciano e
in particolar modo nella Bassa, dove sono
stati messi in campo una serie di progetti
volti a far fronte alla cosiddetta emergenza
educativa, fattore culturale di quella che
chiamiamo qualità.
Ecco dunque che per contrastare, contenere, risolvere episodi sempre più frequenti
tra i giovani quali bullismo, prevaricazioni
e violenze, noia, uso di stupefacenti, la provincia mette in pista quelle che Mantelli
chiama “soluzioni tampone”. “Ai giovani
– dice - vengono proposte molteplici scorciatoie quando, al contrario, per arrivare
alla meta occorrono capacità, passione,
creatività e merito. Questa è un’emergenza
a cui tutti hanno concorso: istituzioni,
scuola, educatori, genitori ragazzi. Tutti
hanno una parte di responsabilità e tutti
hanno il dovere di impegnarsi per superare
o quantomeno migliorare la situazione”.
Da queste premesse nasce Scuola per Genitori, il ciclo di incontri, organizzati dall’as-
sessorato alla Pubblica Istruzione, con noti
psicologi, psichiatri, pedagogisti. Serate a
tema, proposte a Brescia, in Vallecamonica
e al Politeama di Manerbio per discutere
con gli esperti del come fare il difficile
mestiere del genitore.
Sempre con Crepet sono stati organizzati
anche due incontri specifici per i giovani, in
particolare per il triennio delle scuole superiori, intitolati l’Educazione ai sentimenti
(30 gennaio alla sala Balestrieri in città, 27
febbraio al Politeama di Manerbio).
Altra iniziativa di rilievo sono i controlli antidroga programmati a sorpresa negli Istituti di Istruzione Superiore (Leno,
Ghedi, Verolanuova e Manerbio) e il monitoraggio all’ingresso e in uscita degli
studenti dalle scuole in collaborazione
con i cosiddetti “Angeli custodi” volontari
dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
Per sensibilizzare contro le stragi del sabato
sera è stata predisposta la mostra itinerante
(all’interno degli istituti) sulla sicurezza
stradale: 28 pannelli raffiguranti le più
belle immagini delle campagne a tema
promosse dalla Provincia di Brescia.
Contro il bullismo ed episodi prevaricazione la Provincia ha istituito CODICEBLU’ una risposta concreta alla risoluzione di queste problematiche, una sorta di
sportello virtuale che svolge un servizio
di “aiuto” alle persone che si trovano a
dover affrontare situazioni di prepotenza
che risponde all’indirizzo internet: www.
codiceblu.com.
Nel prossimo mese di Marzo anche gli
istituti della Bassa rientreranno negli appuntamenti organizzati in collaborazione
con l’Arma dei Carabinieri sull’educazione
alla legalità. Gli studenti avranno l’opportunità di ascoltare e confrontarsi con
il comandante di Compagnia dell’Arma
del territorio (il 17 a Verolanuova e il 24
a Leno).
“Ma ripeto – conclude Mantelli - non può
essere tutto demandato alle istituzioni.
Da un lato gli educatori sono chiamati
ad invertire la rotta con una educazione
al difficile, alla libertà, all’autonomia. Ai
genitori in particolare è chiesta una presa
di coscienza delle responsabilità educative.
A casa come a scuola servono autorevolezza, regole, buon senso e coerenza. E
soprattutto serve il buon esempio. Contro
l’omologazione culturale e degli stili di vita
serve poi una forte educazione al pensiero
critico, alla libertà reale, al sogno, alla curiosità, all’utopia. La scuola ha l’obbligo
di diventare attraente. In tal senso stiamo
approntando cospicui investimenti nelle
strutture, per la realizzazione di ampliamenti, palestre, l’inserimento di laboratori
tecnologici. Servono anche risorse professionali di qualità che a loro volta devono
esigere impegno e risultati di altrettanta
qualità da parte dei ragazzi.
Serve dialogo: tra scuole, tra insegnanti,
tra genitori e figli, tra studenti e docenti,
tra genitori e docenti. Solo così aiuteremo
i giovani a crescere. Così forgeremo personalità forti, capaci di affrontare le situazioni della vita”.
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Pianura
S. Gervasio
La
Marzo 2009
Il IV edizione il concorso
“Bosco in poesia”
Convegno sulla valorizzazione
dei borghi rurali
Protagonista di una giornata culturale che
gli si è voluta interamente dedicare, il Bosco
del Lusignolo di San Gervasio Bresciano si
addobberà di alloro il prossimo 9 maggio,
data che sarà dedicata alla poesia delle sue
fronde. Molti boschi, o alberi o selve hanno
avuto i loro pregevoli cantori nel tempo,
e dunque l’accorta Amministrazione del
ridente comune della Bassa Bresciana ha
deciso di avvalorare il già pregevole numero
di poeti che nelle tre passate edizioni hanno
partecipato a “Il Bosco in Poesia”, dedicando loro spazi, scorci e incontri.
Alla quarte edizione, che avrà come testimonial Gene Gnocchi, il concorso letterario
“Il Bosco in Poesia” si arricchisce, oltre alle
sezioni poesia in lingua italiana libera e a
tema (“Profumi di casa. Profumi di bosco”)
e a quella dedicata al racconto breve, di
un’estemporanea di pittura. Durante la
giornata del 9 maggio, infatti, oltre ad essere
organizzati incontri con letterati per giungere all’intervista e presentazione dell’attore
Gene Gnocchi, pittori di ogni genere potranno recarsi alla Segreteria del Comune,
fare timbrare le tele e sguinzagliarsi nel bosco del Lusignolo. In caso di pioggia, non
ci sarà l’obbligo per gli artisti partecipanti
di restare nel bosco, ma il tema potrà essere
uno scorcio qualsiasi di San Gervasio. Lo
scopo è quello di celebrare la bellezza, rimessa in primo piano dall’Amministrazione,
di una delle risorse più preziose dell’essere
umano: la Natura. E la dimensione a misura
d’uomo del paese rappresentato da Gianpaolo Mantelli, capace però di avere (come il
Premio) valenza nazionale e non solo.
La poesia dei pennelli, quindi, sarà occasione d’incontro, conoscenza, possibilità
di arricchire le poesie con le immagini e di
trovare la poesia nelle tele. I poeti e i narra-
Si è svolto il convegno “L’insediamento
rurale nel Bresciano. Un caso di studio
particolare: la frazione delle Casacce di San
Gervasio Bresciano”.
L’incontro si è svolto presso le nuove scuole
di San Gervasio con un buon concorso di
pubblico.
A fare gli onori, come padrone di casa, il
Sindaco Giampaolo Mantelli che ha porto
i saluti della comunità ai relatori, sono
intervenuti l’architetto Dezio Paoletti nella
sua doppia veste di presidente dell’associazione Amici della Fondazione Civiltà
Bresciana e come direttore del progetto di
censimento delle cascine per la Provincia di
Brescia, Renato Savaresi, prolifico storico
locale,Maurizio Cavaciocchi, presidente del Gruppo Storico Archeologico di
tori, invece, adulti e non, anche studenti di
ogni ordine e grado, hanno tempo fino al
prossimo 31 marzo per fare pervenire alla
Segreteria organizzativa le loro opere, secondo il bando che si può trovare in internet,
sul sito del Comune, su www.nonsololink.
com o richiederlo all’indirizzo [email protected].
Al termine della giornata, verso le ore 18.00,
Gene Gnocchi presenzierà alla premiazione dei partecipanti al Premio letterario e
all’estemporanea di pittura; le opere realizzate saranno valutate da un’attenta giuria.
Il calendario delle manifestazioni complessive sarà diramato con i risultati numerici
della partecipazione al Premio nel mese di
aprile.
Alessia Biasiolo
Manerbio, il prof. Stefano Bertocci, della
cattedra di Rilievo dell’Architettura presso
l’Università degli Studi di Firenze e l’arch.
Michelangelo Tiefenthaler, dottorando
presso lo stesso ateneo.
Il convegno è servito sia per fare il punto sulla situazione attuale del territorio
agricolo della pianura bresciana facendo
attenzione al tema dell’insediamento storicizzato focalizzandosi in modo particolare
sulle cascine sia per illustrare i risultati del
rilievo urbano della località Casacce.
Cosa particolarmente gradita alla platea è
stato l’affrontare il tema non solo sul mero
piano tecnico architettonico, ma soprattutto spiegando i motivi storici dell’evoluzione secolare del complesso cascina.
Il caso di studio delle Casacce è di particolare interesse poiché presenta molte caratteristiche singolari che hanno determinato la conservazione della
struttura dell’insediamento
fino ai giorni nostri. Infatti
fino alla nazionalizzazione
praticata sotto Napoleone,
quasi tutti i terreni presso le
Casacce erano un possedimento unitario dei Canonici della Cattedrale; successivamente la proprietà si
è conservata integra fino al
1921 quando la possessione
di oltre 800 piò è stata suddivisa in più proprietà.
La struttura urbana presenta ancora in maniera chiaramente leggibile l’evolversi
delle fasi storiche.
Pianura
Bassano
La
Marzo 2009
Pag. 5
Avviato l’iter per il nuovo Piano di Governo del Territorio
L’ Amministrazione Comunale ha avviato,
con deliberazione della Giunta Comunale
n.64 del 6 novembre 2008, il procedimento di formazione del Piano di Governo del
Territorio (ex Piano Regolatore Generale)
e contestualmente l’avvio della procedura
di Valutazione Ambientale Strategica del
documento di piano stesso. Il Comune di
Bassano Bresciano è attualmente dotato di
un Piano Regolatore Generale
approvato dalla compagine di
maggioranza, senza non poche
discussioni e comprensibili polemiche, con delibera Consiliare il 4 febbraio 2006.
Pur non essendo trascorso molto tempo dall’ultima approvazione di PRG l’amministrazione comunale intende metter
mano nuovamente allo strumento urbanistico che regola, come richiamato nel precedente articolo pubblicato su La
Pianura, la destinazione delle
varie zone del territorio determinando direttamente la qualità della vita futura dei propri
cittadini. Nulla in contrario a
tal proposito, a patto che non
risultino ulteriormente sacrificati nuovi
terreni alla speculazione edilizia ma vengano alternativamente riviste le regole per
un vero e proprio recupero del patrimonio
edilizio esistente e delle aree attualmente
compromesse.
Con pubblicazione effettuata sul quotidiano Giornale di Brescia, in data 4 febbraio 2009, è stato reso pubblico l’avvio
del procedimento in ottemperanza alle
disposizioni della legge regionale 12 del
11 marzo 2005. Tale legge prevede, oltre
ad una serie di adempimenti a carico del
Comune, la possibilità che ogni cittadino
presenti – anche a tutela degli interessi
propri e/o diffusi – suggerimenti e proposte inoltrandoli all’Amministrazione Comunale mediante memorie scritte o altra
documentazione idonea che dovrà essere
prodotta in duplice copia, unitamente agli
estremi del richiedente. I suggerimenti e le
proposte dovranno pervenire all’Ufficio di
Protocollo del Comune entro le ore 12,00
di venerdì 23 marzo 2009.
L’iter dettato dalla citata legge ed i criteri
emanati dalla Regione Lombardia stabiliscono che l’Ente Comunale preveda,
prima dell’adozione del PGT, percorsi di
valutazione e coinvolgimento dei cittadini anche attraverso la convocazione di
assemblee pubbliche e che lo stesso PGT
venga reso consultabile a tutti per un periodo minimo di trenta giorni. La stessa
delibera della Giunta Comunale bassanese
prevede “durante il corso del procedimento
di valutazione, vengano attivati momenti
di formazione e partecipazione del pubblico
organizzando e coordinando le conseguenti
iniziative pubblicizzate mediante avvisi di
convocazione, secondo un calendario che
verrà successivamente stabilito, affissi nelle
bacheche, presso l’albo pretorio e sul sito internet del comune, nonché attraverso invito
diretto alle parti politiche ed alle associazioni
culturali, sociali, ambientali e religiose” e
l’auspicio di tutti è che quanto promesso
nell’atto amministrativo venga parimenti
attuato.
La percezione è che numerosi cittadini,
gruppi, associazioni, avranno certamente
qualcosa da dire e proporre mentre sorge
spontanea la riflessione sulla opportunità
di calare questo nuovo PGT alla fine di un
mandato elettorale. Visto da fuori diventa
difficile non presagire che il tutto si presti
alle solite promesse elettorali per qualcuno
in una ben più ampia “campagna acquisti”
in termini di voti.
Vero è – a modesto parere dello scrivente - che un azione amministrativa di tale
portata, aldilà delle scelte adottate, avrebbe
avuto miglior logica ed anche maggior
etica politica verso i cittadini se avviata
all’indomani delle prossime elezioni di
giugno 2009 specie se suffragata da un
consenso popolare espresso direttamente
dai bassanesi stessi.
ATLETICO BASSANO: quando la realtà supera il sogno
Diceva Pierre de Frédy, barone di Coubertin “L’importante ai giochi non è vincere
ma bensì partecipare” invitando gli atleti
olimpici ad un certo fair play ed esortandoli
a dare comunque il meglio di se stessi aldilà
dei risultati. Se poi, a questo sano principio
di sportività, ci scappa pure un risultato
straordinario la soddisfazione e l’orgoglio
vanno alle stelle. Spesso purtroppo la cronaca nazionale ci porta esempi non sempre
edificanti rispetto al mondo dello sport in
generale, se entriamo nel mondo calcistico
poi l’aria diventa ancor più densa e qui ce
n’è per tutte le società o club professionisti,
aldilà del colore della maglia indossata.
Di certo, per chi come lo scrivente è poco
appassionato già di suo, la situazione porta
irrimediabilmente ad un ulteriore allontanamento dall’ambito sportivo. Quando lo
sport diventa business perde molto della
sana genuinità che dovrebbe stare alla base
di ogni leale competizione agonistica, pazienza, speriamo sempre in tempi migliori.
Poi accade un bel giorno che, quasi casualmente, leggi distrattamente una cronaca
sportiva e scopri che la squadra del tuo paese
è approdata magicamente in seconda categoria. Leggendo l’articolo sul giornale quasi
non ci credi e pensi che si tratti di un errore
del cronista, poi rileggi ancora e riscontri
che è tutto fantasticamente vero. Eccoli tutti
in fotografia sul Giornale di Brescia, Aldo,
Renato, Fabio, Angelo, Fausto, Luca, Dario
e tutto il gruppo che festeggia la promozione, l’Atletico Bassano in Seconda Categoria,
complimenti ragazzi è come se aveste vinto
lo scudetto di serie A!!!
Incuriosito dello splendido risultato decido
di parlare con il Presidente dell’Atletico
Bassano, incontro Renato Bortolotti nel
campo di calcio presso il Centro Sportivo
comunale mentre di sera assiste all’allenamento dei suoi “ragazzi”. Chiedo qual è il
segreto che sta alla base di questo bellissimo
risultato, Renato ancora emozionato dal
successo della squadra mi dice “Il segreto
credo sia stato nell’aver creduto nelle capacità di tutti i ragazzi del gruppo e nell’aver
dato fiducia ad altri giocatori lasciati liberi
da altre società nonché l’aver volutamente
gestito l’organizzazione in modo molto
aperto e trasparente, senza strani compromessi, qui non ci sono soldi di ingaggi o
premi partita. Da noi spesso ci si paga le
spese con mezzi propri del singolo giocatore, ogni tanto organizziamo qualcosa per
autofinanziarci come ad esempio la festa
dello sportivo o possiamo contare su qualche sponsor locale; i costi però sono sempre
maggiori e ciò che ci consente di proseguire
è la grande comune passione per il calcio”.
Chiedo altri chiarimenti sull’organizzazione societaria e Renato mi spiega su come
si compone il Gruppo Sportivo Bassano
Bresciano, sodalizio del quale è pure Presidente, associazione che raggruppa diversi
gruppi sportivi locali e che gestisce attraverso una convenzione gli impianti del Centro
Sportivo Comunale.
Il Gruppo Sportivo si è costituito nel 1995
del quale fanno parte, pur con le rispettive
autonomie societarie: il Gruppo Tennis,
il G.S.O. Volley, il gruppo Cacciatori, il
gruppo Pescatori e l’Atletico Bassano che
compie quest’anno i 20 anni dalla fondazione. Alcune attività sportive sono gestite
in collaborazione con il Gruppo Sportivo
Oratorio della Parrocchia. Il Gruppo Sportivo Bassano B.no organizza inoltre corsi
di mantenimento dedicati particolarmente
agli anziani, corsi di mini-volley, corsi di
tennis e scuola calcio. Recentemente si è
costituita anche una squadra amatoriale di
calcio femminile (coordinata da Sabina)
composta da circa quindici elementi con
età dai 14 anni in su, compagine che promette battaglia sul campo da gioco!
Mentre la formazione dell’Atletico Bassano, attualmente impegnata in seconda
categoria, si compone di circa 28 elementi il
gruppo può contare su ulteriori e significative matricole rappresentate dalle selezioni
minori quali la categoria esordienti (15 ragazzi classe 1996) che gioca ad 11 giocatori
FGCI coordinati da Roby Dagani, categoria pulcini (20 ragazzi classe 1998 e 1999)
che gioca a 7 giocatori ANSPI coordinati da
Roberto Cantaboni, categoria mini-pulcini
(20 ragazzi classe 2000 e 2001) che gioca a
7 giocatori ANSPI coordinati da Daniele
Pinsi e la scuola calcio con 10 ragazzi classe
2002 coordinati da Cristian Bonaglia e
Monica Cremaschini. Le iscrizioni sono
libere ed aperte a tutti, sarete i benvenuti al
Gruppo Sportivo Bassanese.
Termino l’intervista a Renato Bortolotti
ringraziandolo per avermi mostrato una
parte dello sport che credevo perduta, nascosta dai veleni che le cronache nazionali
portano quotidianamente in evidenza nelle
nostre case, c’è ancora del sano agonismo
che brilla, qualcosa di insolito in cui credere
e per il quale spendersi ancora… perché
non provarci ?!
Per informazioni o iscrizioni:
Renato Bortolotti 3355681557
Bonaglia Cristian 3488518960
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Pianura
Manerbio
La
Marzo 2009
L’Ospitale di Manerbio
nella prima metà dell’ottocento
a cura di Michelangelo Tiefenthaler
Manerbio è ricca di tradizione per quanto
riguarda il tema dell’assistenza ai poveri ed
agli infermi.
Antichissimo era l’ospizio per l’assistenza ai
viandanti dedicato a San Lorenzo, patrono
della nostra comunità.
Nella pieve di Manerbio vi erano due piccoli
ospizi al guado del Mella: uno sulla sponda
destra, è indicato dal nome della scomparsa
chiesetta della Madonnina de Dom, l’altro era posto nei pressi dell’attuale cascina
dell’Arciprebenda, sulla sponda sinistra del
Mella.
L’Estimo Mercantile del Territorio del 1750
ricorda che solo venti comuni mantenevano
un proprio medico condotto.
Manerbio poteva contare, nel 1750, su due
medici condotti (Giacomo Bozzone e Bartolomeo Prada) e su tre chirurghi (Giuseppe
Battajola, Lodovico Regosa e Mattia Grumelli).
Nello “Stato degli Esercenti Professioni Liberali nel Comune di Manerbio” dell’anno
1805 si riscontravano un medico (Luigi
Moretti) ed un chirurgo (Bernardo Regosa).
Confrontando l’Estimo Mercantile e lo
Stato degli Esercenti si può dedurre che la
famiglia Regosa tramandava al proprio interno la professione di chirurgo.
Un Lorenzo Regosa, nel 1805, risultava essere speziale.
Primo Grumelli, nel catasto napoleonico,
era proprietario della farmacia.
In epoca napoleonica e più precisamente nel 1807, la pianura bresciana contava
pochi ospedali: Chiari con 55 posti letto,
Orzinuovi con 35, Verolanuova con 20 e
Rovato con 9.
Non è chiaro il punto di partenza di questi
ospedali di provincia.
Fino alla fine dell’Ottocento i ceti più agiati preferivano farsi curare e morire in casa,
lasciando che gli ospedali fossero appannaggio degli indigenti, degli emarginati.
È da rilevare come, per quei tempi, la pianura avesse un alto livello di diffusione del
servizio sanitario per i poveri attraverso un
capillare sistema di condotte mediche comunali.
Durante la Restaurazione vi fu un proliferare degli ospedali di provincia favorito
dal concorso tra il sostegno dell’Imperiale
Regio Governo e l’iniziativa dei notabilati
locali, così da coprire il territorio.
In particolare sono motivazioni di ordine
morale e religioso a provocare il filantropismo laico, la beneficenza e la carità di enti
ed organizzazioni ecclesiastici: per taluni è
un parziale riscatto, in timore mortis, delle
proprie colpe, per altri un coerente ufficio
cristiano, per altri ancora se la povertà e la
miseria abbandonata a se stesse possono generare trasgressioni non solo alle leggi dello
stato, ma anche ai valori dominanti, occorre, non solo, dare risposte esclusivamente
sul piano della repressione, bensì operare
per ricondurre il tutto al consenso od ad un
dissenso controllabile.
Nel contempo, la rinascita cattolica, animata da Clemente di Rosa, padre di Paola,
è sfociata in nuove fondazioni
religiose, funge da stimolo e da
incubatoio per le varie iniziative locali.
In questo quadro si innesta la
nascita dell’Ospitale di Manerbio.
Si può utilmente indicare nel
1821 la data dalla quale si dipana la storia ospitaliera manerbiese con il lascito di Gabriele
Bargnani.
Pure la sorella Giulia beneficò
l’Ospitale.
Altre donazioni, da parte di privati, arricchirono il patrimonio
del Pio Luogo Ospitale.
La più importante fu quella
operata dal sacerdote Battista
Barbi che, nel 1835, all’atto
della sua morte donò la cascina
Polesso con 100 piò di ottima
terra.
Due immagini settecentesche della cascina Polesso che in seguito farà parte del patrimonio dell’Ospedale
Un altro amministratore, Gio
Batta Travaglia, donò alcuni
beni nel 1837.
Altre proprietà si aggiunsero fino a dotare il Pio Luogo
Ospitale di un considerevole
patrimonio.
All’interno di questa logica si
inserirono pure i legati che, di
norma erano amministrati dalla Fabbriceria Parrocchiale.
Un legato (Lini) era specificatamente destinato agli infermi
del comune.
L’epidemia del 1836 diede
un’ulteriore impulso alla costruzione dell’ospedale che era
stata autorizzata già dal 14 settembre 1830.
L’architetto Vigliani, nel 1831,
fu incaricato del progetto della
nuova fabbrica che era caratterizzata da una pianta aperta, situata in posi- pure i bagni per i pellagrosi, stante l’inci- due infermerie situate l’una a destra e l’altra
zione “elevata”, sul limitare dell’edificato.
denza della malattia.
a sinistra e separate mediante due basse traLa localizzazione era originata sia dalla Circa la disposizione originaria dell’ospeda- mezze.
proprietà dell’Ospitale, che dai dettami le, abbiamo ritrovata una relazione datata Le due infermerie, una per gli uomini l’altra
dell’epoca.
9 dicembre 1840 del medico provinciale per le donne, hanno accessi separati ai due
Sergio Onger così delinea la tipologia Lodovico Balardini circa lo stato dei lavori estremi del portico e quantunque a pian terdell’ospedale di quel tempo.
inerenti il completamento dell’ospedale.
reno sono asciutte perché alquanto elevato,
“All’interno erano necessarie: una portine- Il documento è di grande interesse in quan- e in parte vuota al di sotto con cantina.
ria (poiché la vigilanza dei malati, che erano to evidenzia l’impostazione data dalle au- È capace ciascuna di numero 10 a 12 letti,
di fatto dei reclusi, era considerata fonda- torità sanitarie alle strutture ospedaliere del sono ben ventilate e chiare con finestre a
mentale), due infermerie per i due sessi, una tempo.
mezzogiorno e tramontana.
cappella (dato che il conforto della religione “Ho visitato quel nascente ospedale che I letti attualmente, in numero di 10 in tutto
era uno dei servizi dell’ospedale), un reparto conobbi con soddisfazione costrutto rego- col rispettivo corredo, sono sostenuti da fucontagiosi “sufficientemente” isolato dal re- larmente in modo da soddisfare sotto ogni sti di ferro abbastanza distanti l’uno dall’alsto dell’ospedale (il concetto di isolamento rapporto all’uso cui vassi a destinare.
tro colle rispettive comodine tramezzo.
aveva caratteristiche fluide e variava a secon- È il fabbricato eretto di nuovo dalle fonda- Ogni infermeria ha apposita latrina bene
da dei nosocomi), le latrine alcune stanze menta, situato fuori dal grosso dell’abitato difesa nell’angolo dell’annesso corridoio.
di servizio consistenti nella cucina e nella sopra terreno alquanto elevato.
Pello stesso piano sonvi due stanze una per
dispensa.
Consiste in un corpo di mezzo e di due ali ogni lato con ingresso appartato, l’una per
Molto importante, ma non indispensabile, laterali, la sinistra delle quali non paranco gli maschi l’altra per le femmine, pei casi di
era la disponibilità di un portico per la de- terminata, con cortile spazioso al davanti, qualche morbo grave specialmente per maambulazione nella stagione estiva dei con- e portico nella parte di mezzo che serve in niaci, o di operazioni chirurgiche.
valescenti, a cui le teorie mediche dell’epo- certo modo di atrio nel locale stesso.
Ne mancano due altre stanzette per l’uso de’
ca riconoscevano una funzione terapeutica In mezzo al detto portico ed atrio v’ha l’ac- bagni.
rilevante”.
cesso alla cappella o chiesuola con altare ele- Nel corpo laterale del fabbricato si trovano
All’interno di questa impostazione, sorsero vato nel mezzo il quale viene veduto dalle i locali di servizio, cioè cucina con dispensa,
Pianura
Manerbio
La
Marzo 2009
e lavandino, ed altro spazio per magazzino.
Salendo al I° piano passando per due scale, l’una a destra, l’altra
a sinistra del portico si presentano, l’una per ogni lato, due infermerie pei malati di morbi contagiosi capace ciascuna di 6 ad
8 letti, assai salubre e ventilata ed avente altra stanzetta attigua
per l’infermiere.
Nello stesso piano a sinistra si accede alla sala dell’amministrazione e direzione, a cui sta cola altro locale ad uso di guardaroba
ed altra stanza.
Non mancano ampi solai per stendere ed asciugare le biancherie.
A cantina sotterranea e bugandaria (lavanderia) cui si può addurre l’acqua mediante travaso dalla vicina roggia, vicino alla cucina
un pozzo d’acqua potabile.
Non è per anco costrutto il deposito de’ cadaveri; ma trovasi altro luogo per collocarli sino a che sia detto deposito predisposto
nell’ala sinistra del fabbricato tuttora da compiersi.
Sono già in pronto gli infermieri consistenti in marito e moglie
ai quali si andrà ad affidare anche la custodia del luogo, la preparazione dei cibi e diete.
L’amministrazione si assume per ora anche il pensiero dell’economia interna nella speranza di trovare presto un apposito economo
gratuito.
Il medico ed il chirurgo condotti sono disposti a prestare rispettivamente la cura degli ammalati che si verranno a ricoverare, ed
il primo assume le funzioni di direttore.
Io comunicai tanto al medico che all’amministratore le norme
per le istruzioni da compilarsi sulle tracce delle grandi, e di altri
già adottate in provincia; come pure i modelli del registro nosologico da attivarsi, del prospetto manoscritto da rassegnarsi all’I.
R. Delegazione provinciale, delle tavole nosologiche mensili ed
annuali, della tavola delle diete da adottarsi, ecc. ecc..
Consigliai l’amministratore addivenire tosto ad un contratto con
un conveniente ribasso, con uno speziale per la somministrazione dei medicinali occorrenti, e lo eccitai ad occuparsi tosto
in concorso col medico, a presentare al più presto il piano di
regolamento pel detto ospedale nonché il prospetto che mette in
evidenza lo stato economico del P. L..
Quando l’amministrazione comprovi il tempo di avere convenientemente adempiuto a tutte le ingiunzioni sopra notate, è
sommesso parere dello scrivente che si possa permettere l’attivazione dello stabilimento in guisa di esperimento nel principio
del nuovo anno ritenendo sin d’ora che il numero degli ammalati
giornalieri sarà al di sotto di cinque (sott. nel testo) postulasi considerare appena bastante pel mantenimento di un tale numero
l’attuale entrata.”
Agli inizi di gennaio del 1841, previa superiore autorizzazione,
iniziò ad operare l’Ospitale di Manerbio.
A quel tempo, l’amministratore (unico e gratuito) era Gio Batta
Travaglia, che era succeduto al defunto sacerdote Giovanni Barbi, mentre il direttore era Giuseppe Molteni, medico condotto.
Due erano gli infermieri ed erano marito e moglie, così come
previsto dal Regolamento Organico Interno.
Nel maggio del 1840 Maria Crocifissa di Rosa fonda un suo
ordine, attivo nel settore dell’assistenza ospedaliera: le Ancelle
della Carità.
L’ordine fondato della di Rosa coprì una esigenza sentita grazie
alla loro posizione strategica di raccordo tra potere clericale e
potere medico e grazie alla loro minore incidenza finanziaria.
La diffusione dell’ordine fu rapida ed impetuosa: nel 1844 entrarono nell’ospedale di Manerbio, nel 1846 a Rovato, nel 1848
a Chiari, nel 1850 a Pontevico, nel 1851 ad Orzinuovi e poi a
Travagliato.
L’arrivo delle suore ospitaliere nel nosocomio manerbiese non
fu indolore.
Ne fanno fede le lettere inviate dal dottor Molteni, direttore
dell’Ospitale, all’Imperiale Regia Deputazione Provinciale in
polemica con l’amministratore don Giacomo Gatta, succeduto
nel 1842 al defunto Travaglia.
La querelle si concluse con l’arrivo, il 29 agosto 1844, di tre
suore ospitaliere, accompagnate personalmente dalla santa Maria
Crocifissa di Rosa.
Per meglio celebrare l’ingresso delle Ancelle della Carità, mons.
Pinzoni celebrò la messa nella cappella del Pio Luogo e comunicò
le suore.
Una lapide commemorativa fu posta nella stanza in cui alloggiò
la santa.
Pubblichiamo di seguito il primo Regolamento Organico Interno per l’ospedale di Manerbio.
Pag. 7
Regolamento Organico Interno
per l’ospitale di manerbio
L’Amministratore ha la tutela e direzione del patrimonio dello stabilimento, corrisponde colle superiorità, ordina e fa eseguire tutto ciò che può essere
di utile, e necessario per il buon andamento. Fissa
il salario da corrispondersi agli infermieri ed altri.
Tratta e stabilisce gli accordi per la fornitura delle
carni, pane, vino e occorrenti per gli infermi. Provvede a tutti li bisogni del Pio Luogo ricercando ove
occorra la Superiore approvazione. Va di concerto col
direttore negli oggetti da quello dipendenti.
Infine all’anno presenta il rendiconto degli introiti e
delle spese da rivedersi dalla superiorità.
Il Segretario sotto la dipendenza dell’Amministratore
ha il disimpegno della corrispondenza, tiene ordinato
l’archivio amministrativo, prestasi alli registri delle
attività e passività ed eseguisce le operazioni contabili, dà evasione agli ordini Superiori, ed a tutto quello
che competono gli atti di cancelleria.
L’economo assiste alla provvisione della occorrenza
per il mantenimento degli ammalati facendo la
consegna in cucina degli oggetti di vitto secondo il
numero degli infermi dei quali tiene registro, attende all’esecuzione delle ordinazioni che vengono impartite dal Direttore, riferendo all’Amministratore li
bisogni che si vanno a manifestare per le opportune
provvidenze rendendo mensilmente i conti.
Il Ricevitore e Cassiere ha l’incarico riscuotere le
entrate dello Stabilimento nelle misure e scadenze
indicate sopra apposito registro.
Di scossida da consegnarglisi dall’amministrazione
eseguisca li pagamenti sopra ordini emanati d’ufficio
dell’amministrazione stessa rendendo conto infine
dell’anno scosso e pagato.
Il Direttore dell’ospitale è il medico condotto del comune, esso sceglie tra gli infermi poveri del paese li
più bisognosi di soccorso meritevoli di essere accolti nello Stabilimento i quali devono essere muniti
sempre di fede parrocchiale, di povertà e di registro
nosologico.
Di concerto coll’amministratore nomina l’infermiere e l’infermiera quali dovranno essere possibilmente
marito e moglie, fissa la disciplina da osservarsi riguardo al buon servizio dell’infermeria, come anche
per le incombenze di cucina cui si ritengono obbligati gli infermieri stessi, non meno che altre opere
ed occupazioni alle quali potessero compatibilmente
attendere.
Il personale sanitario che ha la cura degli infermi
è composto dal medico condotto del comune per gli
oggetti di medicina. Dal chirurgo condotto per le
malattie di chirurgia e dal Flebotono condotto per
le operazioni di bassa chirurgia essi fanno le ordinazioni a norma della malattie e vengono assistiti
dagli infermieri.
La Direttrice della mobilia porta la sua sorveglianza
sopra li mobili dell’Ospitale, in spezial modo sulla
biancheria tenendola in custodia, ordinando la lavatura a norma di bisogni, assistendo per le occorrenze
sia per cose nuove, come per riforme.
Nelle cose però di rimarco sentirà il parere dell’Amministratore e del Direttore andando cogli stessi di
buon concerto.
Gli infermieri come si è detto dovranno prestarsi con
premura ed attenzione alli servigi dell’infermeria ed
alle incombenze di cucina, secondo le ordinazioni
che riceveranno tenendo in pulizia le suppellettili
ed i locali tutti e tutto ciò che serve all’andamento
dell’Istituto, come pure si prostranno ad altre opere
riguardanti l’amministrazione e direzione nel modo
e tempo compatibili.
Per massimo i cronici incurabili vengono esclusi dalla beneficenza dell’Ospitale.
Qualora però per circostanze particolare un qualche cronico del comune meritasse di essere ricoverato
nello Spedale potrà accattarsi quanto abbia in modo
di assicurarsi il pagamento della spesa relativa come
di regola.
Egualmente gli infermi che non appartengono alla
classe degli indigenti potranno essere accolti e curati
nell’Ospitale, ed essi pure dovranno sottostare alla
spesa di pratica.
Se un qualche infermo desidera un consulto (avendo
il Direttore posto il suo assenso ed il personale sanitario v’interviene gratis, l’infermo poi o che fa per esso
soddisfa dal proprio al Fisico Consulente.
Il Direttore ed Amministratore avranno cura di convenire con apposito contratto per la somministrazione
delli medicinali da farsi alternativamente dalli due
speziali del comune stabilendo un congruo ribasso
della tariffa in corso da assoggettarsi alla Superiore
approvazione.
Il Rev. Cappellano ha l’incarico di assistere all’infermeria per li oggetti di religione, custodisca le elemosina che vengono offerte, curandone l’erogazione
secondo l’intenzione delli offrenti concordandosi
coll’Amministratore.
Alla fine di ogni mese vi sarà seduta per la discussione
degli oggetti sanitari, scientifici, e disciplinari che si
fossero trovati meritevoli di rimarco redigendo processo verbale da firmarsi dagli intervenuti, a tale atto
si unirà lo specchio mensile delle malattie mediche e
chirurgiche secondo le notule in corso da rassegnarsi
alle Superiorità a cura del medico direttore.
Similmente dal Direttore si compileranno le tavole nosologiche semestrali e quelle annuale infine
dell’anno con tutte quelle annotazioni portate dalla
tavola in attività presso gli Ospitali da rassegnarsi
all’Autorità Superiore.
Al termine d’ogni anno l’Amministratore, il Direttore col resto del personale sanitario la Direttrice della
mobilia, il Reverendo Cappellano si riuniscono in
particolare seduta, all’oggetto di proporre discutere
ed approvare tutte quelle nuove misure o riforme che
si rendessero del miglior ordine ad interesse del Pio
Luogo, e per riconoscere li bisogni dell’Istituto, esaminando lo stato economico per rilevare la somma che
può essere disponibile per l’anno successivo e così regolare il numero degli ammalati da ricoverarsi, come
anche le opere da eseguirsi erigendo apposito processo
verbale da firmarsi dagli intervenuti, il quale unito al rendiconto dello Stabilimento verrà presentato
all’Autorità Superiore per le proprie deliberazioni.
Oltre a quanto sopra dichiarato si ritengono in attività le vigenti discipline portate dal regolamento
per gli Spedali, come verrà esattamente osservato ed
eseguito la Superiorità.
Dall’Ufficio dell’Ospitale di Manerbioli 30 dicembre 1840
Travaglia Giò Amministratore
Per il Direttore f. f. dottor Comini
Francesco Bossoni chirurgo
Tenchini segretario provvisorio
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Pianura
Manerbio
La
Marzo 2009
CALENDARIO BRESCIANO
a cura di Franco Piovani
In origine, nella Roma antica, in base al calendario di Romolo, l’anno aveva inizio a marzo,
così detto dal dio Marte cui era dedicato il
mese. A marzo iniziava il lavoro nei campi
dopo la pausa invernale.
Parlando di marzo e delle “Idi di marzo”,
a proposito di Cesare e del suo assassinio a
Roma: si tratta di un giorno particolare del
mese, secondo il calendario romano, che capitava il 15 o il 13 di ciascun mese; cadeva il 15
nei mesi di 31 giorni, marzo, maggio, luglio,
ottobre (ricordare il famoso mar-ma-lu-ot, artificio mnemonico usato nelle scuole), mentre
cadeva il 13 negli altri mesi.
Nota storica: I sette re di Roma furono: Romolo 753 aC.-716 aC.; Numa Pompilio 715
aC.-672 aC.; Tullo Ostilio 672 aC.- 640 aC.;
Anco Marzio 640 aC.- 616 aC.; Tarquinio
Prisco 616 aC.-579 aC.; Servio Tullio 578
aC.-535 aC.; Tarquinio il Superbo 534 aC.509 aC.
1DOMENICA - I DI QUARESIMA
S. Albino
il sole sorge alle 6.45 - tramonta alle
18.01
“Mars, marsù: tré dé dè catìf e gnènt dè bu”
marzo marcione, tre giorni di cattivo tempo e nulla di buono
1267 - La discesa in Italia di Corradino di
Svevia che tenta di recuperare all’impero i
regni di Sicilia e di Napoli solleva le speranze dei ghibellini bresciani, ma i guelfi
ebbero il sopravvento ed essi si dispersero
in varie località compresi i paesi di Seniga,
Alfianello, Pralboino.
1944 - Sciopero generale nell’Italia occupata dai nazisti
2 LUNEDÌ
S. Basileo Martire – San Quinto
“Néf marzulìna, da la séra a la matìna”
la neve di marzo dura dalla sera alla mattina.
1945 - Brescia vive diciassette minuti di
terrore per il bombardamento che colpisce la Scuola Editrice. Ottanta vittime tra
bambini, donne e uomini.
1990 - BRESCIA Al corso di formazione
delle Acli mons. Gennaro Franceschetti
tratta del contributo della Chiesa alla politica. Lo presenta Lorenzo Paletti, presidente provinciale Acli.
3
MARTEDÌ
S. Cunegonda - S.Tiziano
Beato Innocenzo Da Berzo
Santa Teresa Eustochio Verzeri
“Sè Mars èl gà sic gioodè èl vé èl lì anche so
le lòbie”
se marzo ha cinque giovedì, viene il lino
anche sulle logge.
1847 - PONTEVICO ricostruisce il castello nello stile gotico
4
MERCOLEDÌ
S. Casimiro,
S. Lucio - San Paolo I
Luna Calante
“Mars polverènt póca pàia e tant formènt”
marzo polveroso, poca paglia e tanto fieno.
1646 - BRESCIA – In città appare un
cartello anonimo: “Venga Spagna, venga
Franza, venga tutta la casa Ottomana,
purché mi liberi dalla tirannia della repubblica veneta”.
5 GIOVEDÌ
S. Adriano
mazza la madre ed anche i figli
1946 - BRESCIA
Quattro detenuti evadono da Canton
Nombello, il carcere della città.
1978 - Il bresciano on. Mario Pedini, di
Montichiari, è nominato ministro della
Pubblica Istruzione
“Mars dè le óre avril dè le póre”
marzo ventoso, aprile da far paura.
12GIOVEDÌ
S. Massimiliano, S. Simplicio
1943 - A Milano e Torino operai in sciopero
L’ai l’è ‘l spesier del contadì
L’aglio è il farmacista del contadino
1949 - MANERBIO - individuato un
nuovo deposito di cartine e trinciato nel
corso di un’operazione per contrastare il
contrabbando di tabacco. Arrestate cinque
perone.
1950: Albert Einstein ammonisce l’umanità parlando della nuova bomba all’idrogeno. Egli mette in guardia contro i pericoli che l’avvelenamento da radiazioni
potrebbe rappresentare per la terra intera
e per tutte le sue forme di vita.
6 VENERDÌ
S. Giordano
“Dè mars gh’è bu ogni erbàs”
in marzo è buona ogni erbaccia.
1513 - Posa della prima pietra della chiesa
di S. Rocco di Manerbio.
7 SABATO
S. Felicita, S. Perpetua
San Gaudioso Vescovo
“Mars matarèl èn dé brot, èn dé bèl”
marzo pazzerello, un giorno brutto e uno
bello.
1850 - Sequestro dei beni dei rifugiati
all’estero, da parte degli austriaci, che non
hanno aderito all’amnistia dell’anno precedente.
Due i manerbiesi colpiti dal sequestro:
don Giovan Battista Mor ed Angelo Scaravelli.
8DOMENICA - II di Quaresima
San Giovanni di Dio
Festa della donna - Mimose in omaggio
“La fòmna la pöl töt chèl chè la öl”
la donna può tutto ciò che vuole.
1631 - Venezia toglie il bando a tutta la
provincia di Brescia. Si riaprono, seppur
lentamente i mercati.
9 LUNEDÌ
S. Francesca Romana
“Sè ta spür èl nas, nutìsia ‘n vista”
se ti prude il naso, notizia in vista.
1984 - BRESCIA All’ospedale civile il primo trapianto di midollo in Itala da parte
dell’équipe del dott. Marinoni.
“Dai segnàc da Dio stàga tré pas dedrìo”
dai segnati da Dio, stai tre passi indietro
1929 - Don Primo Mazzolari, originario
di Bozzolo (Mantova), rifiutando ogni
forma di propaganda politica, si astiene
dal voto per la nuova Camera che doveva
ratificare i Patti Lateranensi
11MERCOLEDÌ
S. Costantino - luna piena
“A masà i polès marzaroi, sa masa la mama
e pò i fiöì”
ad ammazzare i pidocchi marzolini si am-
1955 - Continuano le polemiche dopo le
discussioni degenerate in gazzarra per la
ratifica dell’Unione Europea, osteggiata
dai comunisti nel Parlamento nazionale.
18MERCOLEDÌ
S. Salvatore, S. Cirillo
luna piena
“Écc come ‘l Monticol”,
vecchio come il Monticolo (detto camuno).
1937 - volontari antifascisti italiani sconfiggono i fascisti a Guadalajara
19GIOVEDÌ
S. Giuseppe, S. Quinto
Festa del papà
13VENERDÌ
S. Arrigo, S. Eufrasia V.
GIOVEDÌ DI MEZZA QURESIMA.
L’è passàt San giusèf co la spiòna
È passato San Giuseppe con la pialla.
Cioè: donna che non ha “molto seno”.
En caso de necessità Mei saltà la mesa che ‘l
disnà
1927 - Con Regio Decreto, Ferdinando
Tognielli viene nominato podestà di Manerbio.
1948 - BRUNI BONI, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, presenta
alla folla in piazza Loggia il presidente del
Consiglio Alcide De Gasperi a Brescia in
vista della consultazione elettorale d’aprile.
14SABATO
S. Matilde Regina
Giorno di pi greco 3,14159
“La tèra l’è mai vècia”,
la terra non è mai vecchia.
(il possesso di terra fa lungamente vivere la
famiglia).
1950 - Nelle campagne della Bassa ancora
cascine occupate: i carabinieri disperdono
150 braccianti che manifestano a Quinzano d’Oglio.
20VENERDÌ
S. Alessandra Martire
Equinozio di Primavera, ore 06.49
Il Sole sorge e tramonta rispettivamente
ad Est e ad Ovest, e si trova esattamente
nel punto di intersezione tra equatore
celeste ed eclittica denominato punto
d’Ariete. Il giorno e la notte presentano la
stessa durata.
“Mars, marzòt, tant èl dé come la nòt”
nel mese di marzo il giorno dura quanto la
notte.
1634 - BRESCIA - Costa 10 ducati d’argento recapitare la posta a Venezia da versare agli addetti del servizio. Per i privati il
Comune della città fissa: 5 soldi e 3 denari
per le lettere ordinarie, tre denari in più
per un braccio (circa 50 centimetri) di
velluto damascato.
1990 - MANERBIO - In palazzo Luzzago inaugurata la mostra “Arte, pensiero e
spiritualità di Michel Michel Ciry” ventiquattro acqueforti testimonianze di vita
filtrate e dalla sensibilità dell’autore.
15DOMENICA - III DI QUARESIMA
S. Luisa De Marillac
10MARTEDÌ
S. Simplicio Papa
“L’è mèi na sgargiàda dè mars chè na sapàda d’avrìl”
è meglio una raspata di marzo che una
zappata in aprile.
“Le àche ècie le mör ‘n dè la stala del malghés
stüpet”,
le mucche vecchie muoiono nella stalla del
malghese stupido.
1951 - Quasi ricostruito il patrimonio
zootecnico bresciano dell’anteguerra. Le
esportazioni del 1950 assommano ad un
valore di otto miliardi di lire.
16LUNEDÌ
S. Eriberto Vescovo
“Quand chè ‘l sul èl turna ‘ndré, la matina
gh’è l’àiva ai pè”,
quando il sole ritorna indietro, al mattino
c’è l’acqua ai piedi.
21SABATO
S. BENEDETTO
“Per san Benedèt la rondine sòta èl tèt”,
Per san Benedetto la rondine è sotto il
tetto.
Il 21 marzo si celebrava solennemente
la festa di san Benedetto da Norcia fondatore del monachesimo occidentale. La
riforma, prima del Calendario liturgico,
poi del Martirologio romano del 2001, ha
trasferito la sua ricorrenza più importante
all’11 luglio, probabile giorno della morte
avvenuta nel 703.
1920 - Sciopero generale dei contadini
2000 - Inaugurata a Brescia, in via Corsica, con partecipazione di cittadini di fede
islamica, la prima moschea della città.
17MARTEDÌ
S. Patrizio
Pianura
Manerbio
La
Marzo 2009
della bassa indetto dalle leghe socialiste,
caratterizzato da un’adesione di massa.
22DOMENICA - IV DI QUARESIMA
S. Lea
“To fò la tèta”,
slattare (detto camuno)
1990 - Una delegazione di manerbiesi per delega del parroco mons. Gennaro
Franceshetti - si reca in Romania per stabilire un gemellaggio con alcune parrocchie.
La compongono: Aurelio e Giacomina
Tenchini, Arturina Galesi Brancati, Armida Prandi e Alberto Agosti. A Manerbio
si è costituito un comitato per raccogliere
medicinali, capi di vestiario e generi alimentari da inviare in Moldavia. Il gruppo
ha incontrato il vescovo di Iasi, mons.
Gherghel.
23LUNEDÌ
S. Turibio di M. - Beata Annunciata
Cocchetti
“Desernì ‘l ris”,
ripulire il riso, mettere ordine nelle cose
(detto camuno)
1849 - “Cittadini! Alle undici trovatevi
tutti sotto la Loggia”. È la scritta apparsa
sull’edificio del municipio primo episodio
delle “Dieci Giornate di Brescia”
1923 - Mussolini fonda a Milano i fasci di
combattimento
27VENERDÌ
S. Augusto
“Tira àiva”,
tirare, seguire l’acqua; vivere senza troppi
problemi (detto camuno).
1447 - Nella ripresa delle ostilità tra Venezia e Milano i viscontei saccheggiano
Alfianello e San Gervasio
1849 - BRESCIA A Porta Torrelunga, a
Rebuffone e fin quasi a San’Eufemia si
combatteva sotto una pioggia torrenziale
i patrioti resistevano al nemico.
28SABATO
S. Sisto III Papa
“L’è gnè sanc gnè àiva”,
non è né sangue né acqua (detto camuno).
1849 – BRESCIA – Proseguono i tragici
combattimenti ma i bresciani si sentono
abbandonati. Senza un cenno dai piemontesi che li confortasse.
29 DOMENICA - V di Quaresima
torna l’ora legale - orologi avanti un’ora
“Bordèl dè mile lire”,
chiasso da mille lire, rumore assordante
(detto camuno).
24MARTEDÌ
S. Romolo - San Flavio
1849 - BRESCIA la città ancora impegnata nei moti insurrezionali.
“Al fum al gà miga i coregn”,
il fumo non ha le corna (detto camuno),
30LUNEDÌ
S. Amedeo
1849 - BRESCIA - Pietro Boifava, prete di
Serle guida la rivolta dei bresciani. Girolamo Sangervasio rende noto ai cittadini la
formazione del comitato per l’insurrezione. È il primo delle dieci giornate.
1944 - ROMA - Strage nazista alle Fosse
Ardeatine
“L’àiva la gà miga i coregn”,
l’acqua non ha le corna e prima o poi
prende la sua via, si libera completamente
(detto camuno).
1849 - BRESCIA - L’ultimo combattimento sui Ronchi costringe il Boifava a
sciogliere la sua colonna.
25MERCOLEDÌ
Annunciazione del Signore
“Tra ‘l spus e la spusa ensùrna la linùsa”,
tra lo sposo e la sposa semina il lino.
1849 - BRESCIA Giunge la notizia che da
Castiglione mille soldati tedeschi, con due
cannoni, si dirigono a marcia forzata sulla
città in rivolta.
1989 - MANERBIO – Nelle sale del
centro culturale di palazzo Luzzago, apre
la mostra personale di Mario Tambalotti.
L’artista ha titolato genericamente le sue
opere: “Ciò che vorrei dire senza parole”
1990 - Sulla Statale, tra Manerbio e Bagnolo Mella, incidente mortale nello scontro tra due auto. Vittima Pierluigi Manara; aveva 38 anni era di Corte de Frati.
Quattro feriti ricoverati all’ospedale.
26GIOVEDÌ
S. Teodoro, S. Romolo, S. Emanuele
“Semper an viòla”,
sempre in movimento (detto camuno).
1849 - BRESCIA - All’alba una banda
armata guidata dal Boifava scende dal san
Gottardo per prendere posizione Sant’Eufemia in attesa degli austriaci. Tito Speri
arriva alla Bornata per dare man forte ai
patrioti.
1927 - BRESCIA - Prende il via la prima
Mille Miglia. 77 partecipanti sul percorso
brescia-roma e ritorno
31MARTEDÌ
S. Beniamino Martire
“Fin ai quaranta dè mars no lasà zó i stras”
fino ai quaranta di marzo non toglierti i
vestiti, non scoprirti.
1849 - BRESCIA Il generale austriaco
Haynau lancia l’ultimatum ai patrioti. Gli
austriaci assaltano la città con quattrocento soldati che escono dal Castello. Il
Comitato resiste ma domani sarà l’ultimo
giorno del sogno bresciano di libertà.
1976 - È tumulata a San Gervasio la salma di Olga Calzoni, sedicenne uccisa nel
milanese da due “ragazzi bene” che lei
riteneva amici.
1990 - MANERBIO Gli allievi della
scuola di pianoforte del maestro Angelo
Ambrogio protagonisti del concerto nel
Teatro Civico. Esecutori: Angela Rubagotti, Federico Truffi, Antonella Filippini,
Nicola Brusinelli, Patrizia e Alberto Campari, Sebastiano Filippini, Luisa Antonioli, Giuseppe Mantovani, Angelo Piacentini, Chiara Vigna, Nicola Colossi, Rita
Baiguera, Alberto Mazzola, Fabio Orizio,
Stefano Trebeschi, Alessandro Zaila, Giulio Mazzola, Angela Mazzola.
ATTENZIONE: domani il pesce d’aprile
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MODI DI DIRE
I verbi in Bresciano
a cura di PVT
AIUTARE (dial. AIDÀ – AIŒTÀ)
Il verbo aiutare oltre al significato di andare
incontro ai bisogni altrui voleva dire soprattutto farsi dare una mano da chi aveva la
possibilità di farlo, in primis Dio, ma non
di disdegnava neppure quella del diavolo o
ci si affidava alle proprie forze.
Tant’è che il proverbio più noto è EL SIGNUR EL DIS, AIDET CHE T’AIDERÒ (aiutati che il ciel t’aiuta), che vuol dire
se vuoi che Dio o il cielo qual dir si voglia
ci aiuti noi dobbiamo impegnarci al massimo delle nostre possibilità per riuscire nei
nostri intenti.
Ma nei proverbi c’è anche quello che dice
EL DIAOL AIŒTA I SÒ (il diavolo aiuta
i suoi) nel senso che spesso il premio principale spetta a chi meno lo merita essendo
I SÒ DEL DIAOL i cosiddetti furbastri,
imbroglioni o profittatori delle disgrazie
altrui.
Un altro proverbio dice AIDÀ LA BARCA
(aiutare a barca) cioè dichiararsi pronti a
sostenere le idee e i comportamenti di qualcuno ricevendo magari anche benefici.
Ed infine CHI PŒL AIŒTÀS S’AIŒTE,
(chi può aiutarsi si aiuti) espressione dal
chiaro significato, cioè chi sa dove può
trovare aiuto si dia da fare per ottenerlo per
migliorare la propria situazione.
ANDARE (dial. ANDÀ)
Andare = spostarsi da un luogo ad un altro e
le espressioni che contengono questo verbo
non solo indicano il movimento ma anche
il modo, lo stato d’animo e le varie “destinazioni” verso cui ci si muove.
Infatti si va da ANDÀ A BELAZE SE VÀ
DELÓNS andare piano si va lontano) e
ANDÀ A ONSA A ONSA (avanzare oncia
a oncia) essendo l’oncia un tratto brevissimo di spazio che vogliono dire che nella vita
la prudenza è indispensabile onde evitare di
ANDÀ EN MIZERIA, ANDÀ EN DE
BALÛ, e più coloratamente ANDÀ COI
COIÓ PER ARIA cioè fallire o andare in
rovina, a ANDÀ A CAAL A LE BRAGHE
(andare a cavallo dei pantaloni) cioè andare
a piedi per ANDÀ DRÉ A LA STRADA
VECIA (seguire la strada vecchia) più sicura perché conosciuta.
Esistono espressioni in antitesi tra di
loro come ANDÀ COL CŒR EN
MÀ (andare col cuore in mano) cioè
essere generosi con gli altri e ANDÀ
A SANTA CATERINA DE LA
ROŒDA (andare a Santa Caterina
della Ruota) per definire l’azione di
chi si approfitta della bontà altrui;
ANDÀ COL CÓ BAS (andare a testa bassa) dimostra umiltà e tristezza
mentre ANDÀ’N GAUDEAMUS
cioè essere allegri e contenti.
A volte nella vita capita di ANDÀ
FÓRA DEL VADA O DE CÓ (andare fuori di testa, dare di matto) e
ANDÀ A TRAERS (andare di traverso) non voleva dire solo fare il tragitto più breve ma anche la ricerca di
compagnia femminile soprattutto in
ambienti di malaffare.
E quando si fa sera ANDÀ A POLÉR,
A MAZÛ, A SLOFER cioè ci si ritira a
dormire, a conclusione poi della nostra esistenza terrena ci tocca ANDÀ DÓ GHÈ I
PIŒ TANCC (andare nel mondo dei più)
come dicevano anche gli antichi latini IRE
AD PLURES o più prosaicamente ANDÀ
A PATRASSO e ANDÀ A ‘NGRASÀ I
VERZ (concimare le verze).
LAVORARE (dial. LAÛRÀ)
È dalla cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden
da parte del Padreterno che sulle spalle
dell’uomo grava l’onere di guadagnarsi il
pane quotidiano col sudare della fronte ed è
per questo che nasce per l’uomo la necessità
di lavorare, faticare, sudare, ecc.
Si comincia col lavorare da soli cioè LAÛRA
A SÒ CHŒNT per cui il guadagno è tutto
di chi lavora in proprio al contrario di chi
AL LAÛRA AL COMÙ o PER EL PAPA
(lavora per il comune e per il Papa) cioè
lavora e s’affatica per qualcun altro senza
trarne beneficio mentre LAÛRA A FATURA (lavorare a fattura) significa che l’opera
svolta da chi lavora viene giustamente remunerata.
Tra i molti modi di lavorar c’è il LAÛRÀ
A SBŒGG (lavorare di getto) tipico di chi
sta a lungo ad oziare per poi voler far tutto
il lavoro in un attimo magari correndo il
rischio di sbagliare qualche cosa e doverla
rifare anche se, come si dice FÀ E DESFÀ
L’È TŒT LAÛRÀ (fare e disfare è tutto
lavorare).
Un altro modo di lavorare è quello figurato di LAÛRÀ SOT AQUA (lavorare
sott’acqua) per cui una persona si dedica
alla ricerca di benefici intessendo trame e
agendo in modo da non farsi notare mentre un modo realistico di lavorare è quello
LAÛRÀ DE SCHIENA (lavorare di schiena) cioè mettere il massimo impegno nello
svolgere il proprio dovere anche se questo
impegno non sempre è tenuto nella giusta
considerazione dato che CHI LAÛRA GA
ŒNA CAMIZA E CHI NO LAÛRA
GHE N’A DÒ (chi lavora ha una camicia
e chi non lavora ne ha due) nel senso che
a volte nella vita il merito viene dato a chi
meno lo merita.
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Pianura
Manerbio
La
Marzo 2009
Il Dottor Aurelio Tenchini
Spirito critico volle fare un viaggio
nella Russia del “paradiso sovietico”.
Si rese conto dell’imbroglio “della
dittatura del proletariato” e tornò
deluso.
Scelse altre strade per dare un contributo alla comunità accettando la
candidatura al consiglio comunale
del quale fece parte.
Fu esperienza che lo portò a partecipare dei pochi pregi e dei molti difetti della politica di quel tempo, già
allora coinvolta in interessi personali
e particolari.
A settantacinque anni, l’età della pensione,
si è ritirato dalla professione.
Al suo fianco stanno la moglie Jacqueline
e la figlia Annunciata che sulle orme del
padre ha scelto di fare il medico specializzandosi in malattie infettive e tropicali.
Elio, da pensionato, si dedica alla lettura.
Discute di cultura e filosofia con vecchi
amici tra i quali i religiosi padri della Pace
che ha curato, come medico, e con i quali
ama intrattenersi su questioni di fede e
religiosità.
A novant’anni i suoi interessi sono molteplici, arte compresa.
Per il suo giardino ha voluto recuperare la
scultura di Michele Boninsegna, una figura
di una donna in preghiera che vegliava nella cappella di nobile famiglia per sottrarre
l’opera al degrado.
Nel 1994, passati due anni dalla pensione,
suoi ex mutuati vollero esprimergli riconoscenza.
Gli donarono una targa con la scritta “Grazie dutùr” definendolo “il medico dei poveri”.
Bastò per gratificarlo dell’impegno di tutta
una vita.
Aurelio Tenchini, medico d’altri tempi con
attenzione al progresso ed all’innovazione.
Nato il 28 febbraio 1919, s’era laureato nel
periodo in cui ai giovani poco, o nulla, era
concesso alla libertà d’espressione.
Credere, obbedire, combattere era il motto
del regime per cui parlare e discutere della
condizione politica del Paese costituiva un
rischio perfino in famiglia o con qualche
amico ritenuto fidatissimo. Aurelio Tenchini, aveva in grande considerazione la
condizione degli altri, dei cosiddetti “meno
abbienti” (brutta perifrasi per definire chi,
per varie traversie della vita, era privo di
mezzi propri per sé e la famiglia).
Aveva iniziato la sua carriera di medico
mentre la battaglia infuriava, le comunità
erano dissestate da contrapposizioni politiche insanabili. C’era la guerra, proclamata
in un afoso pomeriggio di giugno con
roboante discorso del duce, diffuso via radio anche a Manerbio da due altoparlanti
rivolti verso la piazza, gremita, sistemati sul
balcone di palazzo Ghirardi.
Il neo dottore deve avere ascoltato quell’intervento dalla sua casa, di fronte alla parrocchiale, nella quale aveva aperto il suo
primo ambulatorio, accessibile a chiunque,
senza chiedere cartellino della mutua od
altro documento sanitario.
“Elio”, così confidenzialmente definito, era
stato risparmiato al servizio militare per
gracile costituzione fisica, ed allargò la cerchia degli utenti. Si trovò nella condizione
di soccorrere e curare persone ritenute
fuori legge secondo le ferree norme di quel
periodo. Era tenuto osservato da militari
della repubblica di Salò (1943-45) e tedeschi. Gli spioni non mancavano nemmeno
allora e per il medico i rischi erano molti.
“Mi salvò – ricorda - un ufficiale tedesco al
quale Luigia Farina di Cigole, conosciuta
in casa del dott. Aldo Casari raccontò che
avevo problemi svolgendo la mia professio-
ne. Egli intervenne e da allora più nessuno
interferì nella mia attività”.
Finita la guerra cercò notizie di quell’ufficiale che però non riuscì a rintracciare.
“Avrei voluto ringraziarlo”. Aveva alto il
senso della riconoscenza.
Proseguì la sua attività rivolta alla cura di
chiunque avesse a chiedere qualcosa per la
propria salute, attento alle innovazioni ed
alla nuova medicina. Fu aiuto volontario
all’ospedale dopo essere stato medico per
un paio d’anni ad Offlaga.
Si considerava in servizio effettivo permanente, nell’arco dell’intera giornata.
Faceva la spola tra l’ambulatorio ed i suoi
ammalati andandoli a trovare in casa,
com’era sua consuetudine, poiché rifiutava il ruolo di scrivano di ricette che col
passare degli anni si andavano assumendo
molti suoi colleghi. Non era, il medico Elio
Tenchini, cultore della medicina d’antan
quella che curava ogni malanno, dal mal
di testa all’inappetenza, con l’olio di ricino che gli spagnoli definivano “higuera
infernal” (fico infernale) per via del sapore
nauseabondo. Si dava l’olio di ricino alle
partorienti alla stessa maniera con la quale
l’unguento era destinato alla macchina da
cucire. Era olio per quattro stagioni come
l’olio di fegato di merluzzo, suo compagno di schifezza, somministrato a cucchiai
prima del pranzo ai ragazzi in età puberale
oppure sospetti di esaurimento od impegnati negli esami.
Elio riceveva nel suo ambulatorio, in un
primo tempo organizzato nella sua casa
di fronte alla parrocchiale San Lorenzo,
poi trasferito al Ricovero vecchi, infine
stabilito nella sua nuova casa costruita fra
le prime sorte in via Cremona che i vicini,
per la sua apparenza politica, definivano il
Cremlino di Manerbio.
Ma fu politica che Aurelio Tenchini abbandonò ben presto.
Tambalotti
L’ANC segnala la truffa
È di Mario Tambalotti la cartolina del
centenario della ferrovia Brescia-Olmeneta,
erroneamente attribuita a Massimo d’Aloia
nel numero precedente.
Richieste di denaro a nome dei carabinieri.
Accade a Manerbio dove il presidente della
locale sezione dell’Anc, Antonio Anni,
ha denunciato ai colleghi in divisa che
artigiani e commercianti sono assillati da
telefonate con richiesta di contributi. Al
luogotenente Giuseppe Taietti, Anni ha
riferito che dal 9 febbraio arrivano nella
case e nella aziende telefonate di individui
che si spacciano per tesserati al sodalizio
dei carabinieri in congedo proponendo
la sottoscrizione ad abbonamenti di
pubblicazioni “fantomatiche” o chiedendo
contributi a sostegno dell’organizzazione.
“È una bugia” commenta Anni
aggiungendo: “Ritengo simili telefonate
opera di imbroglioni che si qualificano
per nostri associati o nostri rappresentanti
col solo scopo di ottenere versamenti
che certamente finiscono nelle tasche di
qualche malfattore”. Simili telefonate non
vanno prese in considerazione e coloro che
le ricevono, con la richiesta di contributi ad
iniziative od a sottoscrivere abbonamenti
a pubblicazioni che fanno riferimento,
solo di nome e non di fatto, all’Arma dei
carabinieri o ad altre forze di polizia, le
respingano senza pensarci un attimo.
Ci scusiamo con l’autore e con i lettori.
Manerbiesi
eccellenti
segue da pag. 1
Dottor Meletti ha degli hobby?
Appena posso, in particolare nei mesi estivi, trascorro il fine settimana in montagna,
vicino a Ponte di Legno effettuando anche
delle escursioni, in compagnia di amici, sulle
vette della zona e tra i boschi delle nostre
montagne.
Mi piace molto ammirare l’orizzonte e le cime
delle Alpi che si stagliano nel cielo azzurro o
tra le nuvole.
In inverno pratico lo sci di fondo.
Sono da poco reduce dalla “Ciaspolada al
chiaro di luna” che si tiene tutti gli anni a
Vezza d’Oglio, in alta Val Camonica.
Considerata la sua notevole esperienza in
tema di finanza pubblica cosa ne pensa
rispetto a quanto riportato, più volte, della
stampa locale, della pesante situazione debitoria del Comune di Manerbio?
Premetto che le mie parole non intendono
esprimere giudizi sulle persone ma solo fare
delle considerazioni sulle possibili criticità
relative al fatto che il Comune di Manerbio
ha già contratto mutui per oltre 23 milioni
di euro che sono il massimo consentito dalle
norme in vigore.
Tale quantità di debiti è stata contratta in anni
di relativo benessere ma in tempi di grave crisi
finanziaria ed economica sarà un fardello che
diventerà sempre più pesante per i cittadini in
relazione al venir meno delle entrate comunali che si ridurranno a causa del minor reddito
dei Manerbiesi. Il buon padre di famiglia opera con prudenza risparmiando nei momenti
buoni per avere una qualche disponibilità da
impegnare nei periodi difficili.
Editoriale
segue da pag. 1
variante alla statale, ci sono scelte che ci
sorprendono.
Ad esempio è prevista una media struttura
di vendita di 2.500 metri quadri.
Altro esempio, è possibile aprire pubblici
esercizi purché di superficie non superiore
ai 300 metri quadri.
In altre parole è previsto un nuovo centro
commerciale.
Ma non era il comune di Manerbio che si
batteva leoninamente contro gli altri comuni per il proliferare dei centri commerciali?
Che sia l’ennesimo caso per il quale a fronte
di nobili parole ci sia chi razzola male?
Pianura
Offlaga
La
Marzo 2009
Pag. 11
Banda musicale: passione ed impegno educativo
“La musica nel cuore”, si può sintetizzare
così, parafrasando il titolo di un recentissimo film, la passione per le sette note che
nel 2006 portò un gruppo di persone a
dare vita alla Civica scuola e Banda musicale “Benedetto Vinaccesi” di Offlaga.
Certo il creare dal nulla una realtà tanto
complessa ha significato per gli otto soci
fondatori, tra i quali figura anche il parroco
don Sergio Mariotti, una sfida impegnativa che prosegue ancora oggi tra le mille
difficoltà economiche ed organizzative con
le quali i responsabili dell’Associazione devono confrontarsi quotidianamente; una
sfida che tuttavia è almeno in parte già stata
vinta dal momento che la scuola è arrivata
al terzo anno di attività e conta la presenza
di 31 ragazzi e di sei adulti tra secondo e
terzo anno ai quali devono aggiungersi i 4
studenti del primo anno.
Oltre all’indispensabile amore per la musica la nascita della banda civica offlaghese,
che ha la sua sede a Palazzo Pontoglio di
Cignano, è stata possibile grazie ad un
progetto lanciato dalla Yamaha, nota casa
produttrice di strumenti musicali, che
offrì l’opportunità di avere l’immediata
disponibilità degli strumenti, concessi in
comodato e riscattabili alla fine del terzo
anno di corso. Così è stato e ad ogni iscritto
alla scuola è stato affidato uno strumento
che a conclusione dei tre anni diventerà di
sua proprietà; uniche condizioni richieste:
il pagamento di una più che modesta quota
annuale e la sottoscrizione di una sorta di
“contratto morale” tra studenti e scuola, in
base al quale i primi, una volta terminato
il triennio e diventati proprietari dello
strumento, si impegnano qualora esso resti
inutilizzato a metterlo a disposizione della
banda. Al di là del desiderio di dotare il comune di una banda musicale e di collaborare con le istituzioni nonché con le diverse
agenzie educative presenti sul territorio al
fine di migliorare la realtà culturale appare
evidente che nell’intento dei fondatori sia
considerata fondamentale una particolare
attenzione ai giovani come spiega la prof.
ssa Antonietta Biazzi, uno dei fondatori e
anima della banda Vinaccesi”: “Visto l’alto
valore educativo della musica, desideriamo
offrire ai ragazzi, oltre alla pratica degli
strumenti, la possibilità di un impegno
personale e collettivo, un’alternativa di
scelta tra tante proposte, così che il tempo
libero risulti un momento costruttivo e di
crescita individuale e sociale.”
Seppure molto lavoro resti ancora da fare
per ampliare il repertorio, i componenti
della banda civica già da tempo sono impegnati in piccoli concerti in occasione
di particolari ricorrenze o festività: molto
apprezzate le esibizioni in occasione della
festa del patrono S.Imerio, della “Giornata dell’ammalato”, del IV novembre e
per l’inaugurazione della nuova sede della
biblioteca comunale. Ma la “Banda Vinaccesi” si è cimentata anche in interventi
musicali per così dire “fuori porta”: a Nave,
Bovezzo, Bagnolo Mella, sino alla più recente ed impegnativa trasferta a Cortona
(Arezzo) del 21 febbraio scorso in occasione della rassegna nazionale delle Bande.
Tre i maestri a disposizione degli allievi il
prof. Italo Feroldi per le ance (sax e clarinetti) che è anche direttore della banda, il
prof. Gian Battista Gregorio per gli ottoni
e il prof. Andrea Petrogalli per i flauti. Insomma, gli elementi per dare vita ad una
realtà di buon livello ci sono davvero tutti:
professionalità, entusiasmo e passione;
d’altro canto l’appoggio delle istituzioni locali non manca e certo l’affetto dei
cittadini è stato più volte palesato. Non
resta dunque che continuare a lavorare per
crescere insieme
Donne straniere: al via il
corso di alfabetizzazione
Arriva la copertura
ADSL
Negli ultimi anni il numero delle famiglie
straniere presenti sul territorio offlaghese
è aumentato in maniera esponenziale; se
il capofamiglia per esigenze di lavoro è in
grado di districarsi con la lingua italiana,
spesso le donne, abituate a trascorrere gran
parte del loro tempo tra le mura domestiche, hanno decisamente minori opportunità di apprendere la lingua autoctona. Una
carenza questa che si trasforma in vero è
proprio limite quando le madri di famiglia
devono seguire i figli nelle attività scolastiche, richiedere informazioni o relazionarsi
con enti ed istituzioni. Insomma, appare
impensabile oggi se il desiderio è quello di
arrivare ad una perfetta integrazione, restare all’oscuro della lingua del paese in cui si
è deciso di vivere. Proprio per migliorare la
qualità di vita degli stranieri residenti sul
territorio bresciano il Consorzio Studi e
Servizi per l’immigrazione di Brescia con il
Distretto socio Sanitario 9 – Brescia Ovest
con l’appoggio della Cassa Padana ha chiesto la collaborazione della scuola elementare “Aldo Moro” di Offlaga al fine di attivare
un corso di alfabetizzazione per donne
straniere. La sensibilità e preparazione delle
insegnanti e la disponibilità dell’Amministrazione comunale nel fornire una sede per
le lezioni hanno fatto il resto.
Conto alla rovescia per l’arrivo ad Offlaga
della copertura ADSL. È proprio il caso di
dire “finalmente” perché privati cittadini e
titolari d’impresa sono davvero stanchi di
confrontarsi quotidianamente con la lentezza di un collegamento alla rete in grado
di far perdere la pazienza anche al mitico
Giobbe. Senza contare l’effettiva impossibilità di inviare documenti “pesanti”
contenenti foto, video o archivi, ordinaria
amministrazione per chi gestisce un’attività come del resto per chiunque oggi utilizzi
internet considerandolo veloce e agevole
strumento di comunicazione, informazione e svago o ancora più semplicemente
desideri effettuare operazioni bancarie o
acquisti comodamente seduto in poltrona. Insomma la necessità di collegamenti
veloci, siano essi per lavoro o per diletto,
non poteva più essere ignorata. Per questo
l’Amministrazione offlaghese sin dal suo
insediamento ha cercato di attivare tutti
i canali conosciuti per strappare alla Telecom un impegno definito. Ora la certezza
c’è. A testimoniarlo la lettera che il gennaio
scorso la società telefonica ha indirizzato al
sindaco nella quale si informava che “…
sulla base delle analisi di fattibilità e redditività, la centrale di Cignano è ricompresa
nella programmazione degli interventi
Dal 3 marzo a Palazzo Pontoglio (ex scuola
elementare) di Cignano prende il via il
“Corso di italiano di base per donne straniere”. Le lezioni proseguiranno sino al
prossimo 26 maggio, ogni martedì e mercoledì dalle 9,30 alle 11,30; le partecipanti
avranno l’opportunità di apprendere le nozioni di italiano necessarie ad affrontare le
indispensabili relazioni quotidiane. Inoltre
è stato predisposto un servizio di trasporto
da e per la sede del corso disponibile per
le donne che risiedono a Faverzano e nel
capoluogo. Per iscriversi o per ricevere ulteriori informazioni è possibile telefonare
allo 030 224426.
L’iniziativa rientra tra le proposte del progetto sovradistrettuale SISTIM realizzato
dal CSSI di Brescia, rivolto a tutti i distretti
dell’ASL della nostra provincia e finanziato dalla legge 40 del 1998 relativa alla
disciplina dell’immigrazione ed alle norme
sulla condizione dello straniero. Il progetto
ha come obiettivi: l’elaborazione di strategie volte al contenimento dell’abbandono
scolastico dei minori immigrati, la realizzazione di percorsi di politiche giovanili
utili a tutti gli enti locali dei distretti oltre
all’organizzazione di corsi ed iniziative interculturali.
finalizzati all’estensione della copertura
ADSL e che pertanto si prevede l’attivazione dei servizi entro il primo semestre
2009….”
Da parte sua, l’Amministrazione offlaghese
sul piatto della bilancia ha posto la propria
disponibilità a sostenere i costi degli scavi,
della riasfaltatura e di tutti gli interventi
necessari per la posa dei cavi e degli impianti indispensabili per rendere operativa
la piccola centrale di Cignano, per questo
in bilancio sono stati previsti 20 mila euro
destinati all’intervento in questione. Un
piccolo ma significativo investimento per
accelerare l’attivazione di un servizio ormai
irrinunciabile per molti e che altrimenti
sarebbe arrivato solo tra qualche anno. A
fugare ogni dubbio sulla veridicità della
notizia, e soprattutto sui tempi di attivazione, ci sono: i sopralluoghi dei tecnici
Telecom effettuati nelle scorse settimane e
l’inizio degli scavi. La Telecom si è già impegnata a riservare 900 allacci per l’utenza
di Offlaga e frazioni.
Tempo di novità per i cittadinii offlaghesi
ed in particolare per quelli della frazione
di Cignano dove, grazie ad un accordo
tra Amministrazione e Cassa Padana, che
è anche Tesoreria comunale, verrà presto
attivato uno sportello bancomat.
Pag. 12
Pianura
Pontevico
La
Marzo 2009
Opere di assistenza e
beneficenza a Pontevico
Un nuovo libro sulla storia degli istituti di
assistenza e di beneficenza di Pontevico è
stato licenziato nei mesi scorsi.
L’autore è don Giuseppe Fusari, illustre
storico della borgata bassaiola.
Questo libro si aggiunge agli altri precedenti e forma un corpus di notevole spessore.
Dalla introduzione dell’editore si comprende l’importanza ed il rilievo sociale
che ha avuto nel corso dei secoli l’azione
di pontevichesi illuminati e permeati dallo
spirito cristiano.
“Se l’importanza di Pontevico, misurata in
base alla popolazione, è diminuita in relazione al contesto generale, la popolosità e
l’importanza dei secoli passati si sono però
mantenute negli enti benefici. Anche non
più esistenti o trasformatesi nell’arco dei
tempi, da un lato riflettono un caso tipico
di cittadina rurale quale storia esemplare
di istituti nati per impulso della pietas religiosa nel Medioevo, intorno alle pievi, e
sviluppatesi grandemente fra Cinquecento
e Seicento con le scuole e confraternite, che,
accanto ai compiti religiosi, si prefiggevano
scopi assistenziali a favore dei propri con-
fratelli e di tutta la popolazione, ricevendo
lasciti e donazioni.
Una forma di assistenza e beneficenza, nata
dai lasciti di privati, che sopperivano alla
mancanza di un qualsiasi intervento pubblico nel campo, non solo dell’assistenza sanitaria e anche nel campo dell’istruzione.
Si tratta non di una semplice eredità consegnataci da conservare nei cassetti della
memoria, ma di una realtà che ancor oggi
è operante, e con connotazioni particolari
che discendono direttamente dai precedenti avvenimenti storici.
Fino alla fine del Settecento la storia di
queste istituzioni è analoga a quella dei più
importanti centri della Bassa fino a quando,
con la fine della Repubblica di Venezia, nel
1797, nel cui ambito rientrava tutto il territorio bresciano, sopraggiungeva la ventata
napoleonica che, insieme alle soppressioni
degli ordini religiosi, investe la Chiesa e le
istituzioni di beneficenza e assistenza, trasformando radicalmente gli istituti voluti
dalla Chiesa e dalla pietà e carità private.
La stessa amministrazione delle parrocchie
viene controllata dallo Stato tramite l’istituzione delle fabbricerie, e gli enti benefici
vengono pubblicizzati e inglobati nella
Congregazione di Carità.
Durante l’Ottocento il quadro legislativo
non cambiò sostanzialmente nonostante
la “restaurazione” austriaca, con la sola
differenza di un minore preconcetto livore nei confronti della Chiesa, mentre il
governo unitario sabaudo, nella seconda
metà dell’Ottocento riprese, anche se con
la bandiera del motto cavouriano della
“libera Chiesa in libero Stato” la politica
delle soppressioni prima (Leggi Siccardi del
1866) e quindi, un ulteriore conglobamento di forzato degli enti benefici nell’ente
pubblico delle “Opere Pie”, con le leggi
Crispi del 1890, che regolamentarono il
funzionamento di questi enti”.
Il carnevale a Pontevico
Un pomeriggio di gran baldoria. E non
poteva essere diversamente per questo Carnevale 2009 alla venticinquesima edizione,
grazie all’impegno del Centro Parrocchiale, al contributo del Comune e di aziende
locali per cui ai ragazzini è stato possibile
distribuire a piene mani dolci tipici di questo periodo, bevande analcoliche e oggetti
ricordo. Per tutti i partecipanti un premio,
ma riconoscimenti particolari ai migliori.
Per la categoria dei carri, il riconoscimento
principale è andato, per decisione della
giuria, all’allegoria “Mondo di ghiacci”, un
igloo issato sul carro contornato da pinguini sempre pronti a riversare sul pubblico
batuffoli di cotone intesi come palle di
neve, unitamente a coriandoli in quantità
esagerata. La realizzazione si deve ai “Tira
mola tambala” gruppo di Pontevico. A
seguire: “Il regno del tritone” della Compagnia del Borgo; “Baby gang, bang!” del
gruppo delle aquile; “Maschere e artisti di
strada” del gruppo di Chiesuola; “25° gran
galà del carmeàl” dell’Istituto Cremonesi.
Tra i gruppi premiati i “Vichinghi” in abbigliamento di ottima fattura, vivacissimi
nell’ambito del corteo, cordialissimi con
gli spettatori coinvolti nella baldoria. Il
corteo è stato aperto dalla fanfara di Montichiari, che ha eseguito le musiche caratteristiche con lunga sosta all’ingresso dell’Istituto Cremonesi in omaggio
alle ospiti ed al personale addetto. In
lunga teoria la sfilata si è dipanata sul
percorso delle strade del centro paese
controllate da carabinieri e polizia
locale impegnatissimi a far defluire il
pubblico verso la piazza Mazzini per il
concentramento finale, regolamentare
il transito di veicoli ed ad incanalare il
traffico su strade interne all’abitato.
Tanti bimbi nella ressa, ragazzini scatenati
incuranti dell’invito a non usare bombolette ed a non imbrattare vetrine ed
automobili. Divieto ignorato tanto che
alla fine è risultato presa d’assalto da bombolette spray proprio il veicolo della polizia
municipale che segnalava la presenza della
pattuglia sul lato della piazza verso la Statale. Come a ribadire che di “carnevale ogni
scherzo vale”. Soddisfatti gli organizzatori
del comitato che faceva capo al curato
dell’oratorio don Simone Ziliani, col contributo di Daniela Agosti, Uberto Zani e
Franco Melati ai quali è andata un’abbondante razione d’applausi dal folto pubblico
in piazza e per le strade.
Questo è stato il Carnevale 2009 a Pontevico, mentre altre iniziative, pur ridimensionate, hanno avuto successo nei paesi
della Bassa. A Manerbio ci si è accontetati
di un paio di gonfiabili nella piazza del
municipio; a Verolanuova la sfilata è stata
organizzata dall’oratorio; a Cigole intere
famiglie han portato i loro bambini per
farli partecipi delle iniziative dell’Oratorio.
Ovunque, insomma, per dimostrare come,
almeno per un giorno, si mandano al diavolo crisi e recessione.
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La
Marzo 2009
Poesia e pittura per
San Faustino
La sezione primavera
dell’asilo di Cigole
Alla Fondazione Civiltà Bresciana, in vicolo san Giuseppe 5, la sesta edizione del
“Fögarì”, concorso di poesia dialettale “Premio Santi Faustino e Giovita” abbinato al
concorso di pittura. Vi hanno partecipato
trentacinque poeti, autori che viaggiano
per lo più verso la settantina, se non l’hanno già varcata. Quasi tutti hanno svicolato
sulla fiera, lo spettacolo delle bancarelle, il
proverbiale passaggio dell’ultimo mercante di neve, i palloncini che svolazzano in
cielo, i richiami del “tirapicio” e dei “biligòcc”. In tre poeti al vertice della classifica:
Alberto Zacchi di Flero con “Stì mia a
sercàm”, (premio del Vescovo di Brescia)
drammatico apologo in cui l’aggressività
dell’uomo d’oggi riconosce la sua salvezza
nelle braccia della Croce; Angelo Vezzoli di
Urago d’Oglio con “La fera misa”, (premio
dell’Ateneo di Brescia) sintesi di immagini
e sentimenti nel trepido gocciolare di un
ritornello; Mary Chiarini Savoldi di Ghedi
con “Ècia Bressa”, evocazione affettuosa
della festa dominata da quel simbolo che
è il gallo della basilica. Le poesie premiate
sono state recitate, nella sala gremita di
pubblico, dalla Compagnia del Ventaglio
(interpreti Sergio Isonni, Adriana Lupatelli
e Lella Viola) diretta da Costanzo Gatta,
con l’accompagnamento musicale del giovane chitarrista Emanuele Devincenti.
Trentuno i partecipanti al concorso di
pittura, per lo più giovani promesse in un
campo fertile di creatività in tendenze e
sperimentazioni.
La sezione Primavera è una sezione integrativa della scuola
dell’Infanzia. Accoglie bambini con
un’età compresa fra i
24 ed i 36 mesi in un
contesto pedagogico
innovativo ed attento alle esigenze delle
famiglie. Proprio la ristretta fascia d’età dei
bambini accolti consente infatti un mirato
intervento a quelle che sono le loro esigenze
facilitandone l’inserimento successivo alla
scuola dell’infanzia vera e propria. (a differenza del nido nel quale si trovano fasce
di età piu’ ampie e con problematiche del
tutto diverse fra loro).
Elementi qualificanti del servizio sono:
- Attività ludico-creative
- Attività percettivo sensoriale
- Attività creativo - materiche
- Attività di socializzazione
- Attività di promozione allo sviluppo
- Autonomia personale
Il piano formativo prevede un progetto di
inserimento ed accoglienza, un progetto di
continuità con la scuola dell’infanzia ed un
laboratorio di psicomotricità con l’esperto.
I locali che accolgono la scuola sono stati
recentemente ristrutturati, sono colorati ed
allegri. I bambini hanno un’area dedicata al
gioco, una dedicata alle attività ed un area
dedicata al riposo. L’Asilo dispone di un
ampio giardino.
La nostra è una piccola realtà e proprio per
Premiate le opere: “I
due pani” di Guido
Omodei di Palazzolo, (premio Vittoria
Alata del Sindaco
di Brescia), chiaro emblema della
transustanziazione;
“Finestra sulla fiera” di Tiziana Cherubini
di Brescia, (medaglia d’oro del presidente
della Provincia di Brescia) una panoramica
centrata e spaziata nelle risonanze tonali;
“La chiamata” di Giovan Battista Mondini
di Orzinuovi, (premio della parrocchia
Santi Faustino e Giovita) ieratica celebrazione dei due guerrieri del Roverotto;
“Meditazione e preghiera” di Elena Uboldi
di Travagliato, umano ossequio della fede
al martirio. Altre presentate sono state di:
Gigi Silini, Roberta Possi, Piero Agnetti,
Patrizia Conti, Miriam Rimon, Mario Castellano, Giuseppe Merigo, Barbara Castagnetti, Luciana Gallina, Giuseppe William
Vezzoli. lunedì 16 febbraio La giuria era
composta da: Luciano Anelli, Maurizio
Bernardelli Curuz, Giovanni Bonfadini,
Costanzo Gatta, Piero Gibellini, Vittorio
Soregaroli, Leonardo Urbinati e Giannetto
Valzelli. Alla cerimonia di distribuzione dei
premi presenti il vescovo Luciano Monari,
l’assessore del Comune, Paola Vilardi, il
presidente della Circoscrizione Centro
Flavio Bonardi.
Pag. 13
questo può offrire un servizio mirato ad
ogni bambino ed alla sua famiglia, con la
quale, vista l’età dei piccoli, c’è un rapporto
costante.
Il servizio offerto inoltre ha un costo minore rispetto ad un normale asilo nido.
La sezione primavera è sì una risposta innovativa, UNICA NELLA BASSA BRESCIANA, alle esigenze sempre maggiori
di tante famiglie in cui entrambi i genitori
lavorano, ma non solo.
Nelle nostre zone i bambini così piccoli
vengono inseriti in un contesto scolastico
solo in caso di bisogno (solo se non ci sono
nonni o parenti che se ne possano prendere
cura e solo se la mamma lavora). Inserire un
bambino in una realtà creata su misura per
lui, dove può interagire con i suoi coetanei
invece, lo rende autonomo e lo aiuta ad
affrontare poi la scuola dell’infanzia con
più serenità. La sezione primavera, proprio
per la sua struttura, risponde alle esigenze
che ogni bambino a questa età presenta e
che possono non trovare sempre risposta in
altri ambienti…
Pag. 14
Pianura
Territorio
La
Far West
LA DROGA VIAGGIA IN
AUSTOSTRADA
All’uscita della A21, al casello di Manerbio gli uomini della Finanza con un’unità
cinofila e con agenti della Stradale hanno
sequestrato cocaina ed hashish, pasticche
di ecstasy: quattro giovani provenienti da
Cuneo a bordo di un’auto e diretti ad una
manifestazione nella Bassa sono stati denunciati per possesso di stupefacenti.
FRANCOBOLLI CON LSD
Sulla statale lenese il Radiomobile dei carabinieri della compagnia di Verolanuova ha
deuniciato, in stato di libertà, tre ragazzi
che, fermati a bordo di un’auto, avevano
20 francobolli con Lsd e 20 grammi di
anfetamina. Gran lavoro anche per gli
agenti della polizia ferroviaria che hanno
rafforzato i controlli sia alla stazione di Brescia, dove era stato predisposto un servizio
navetta organizzato dal Florida, sia alla stazione di Ghedi per il raduno. All’arrivo di
una navetta alla discoteca, grazie al fiuto di
un cane, una ragazza di 19 anni ha dovuto
consegnare alle forze dell’ordine una dose.
È stata segnalata in prefettura.
LA POLIZIA CONTROLLA
LA BASSA
Personale della Questura, con il supporto
di pattuglie della Polizia stradale, ha attivato un’attività due volte alla settimana che
rientra nella pianificazione degli interventi
in provincia, disposti dal questore. Gli
interventi consistono in sopralluoghi in
un bar-sala giochi. A Manerbio, sono stati
identificati i clienti. Nella zona di Verolanuova sono state fermate numerose vetture
ed effettuati controlli nel parcheggio di un
supermercato e in zone di minore passaggio. Altre pattuglie sono state impegnate
nei pressi di Leno, sulla Statale 668. Sono
state alcune centinaia le persone identificate e numerose autovetture sono state
Marzo 2009
SPIGOLATURE
Al volo
sottoposte a controllo.
CLANDESTINI IN PIANURA
In quarantotto ore di controllo i carabinieri delle stazioni dipendenti dalla compagnia di Verolanuova hanno effettuato
undici arresti e denunciato 30 persone a
piede libero. Un marocchino di 32 anni
e un kossovaro di 25 dono stati arrestati
dai carabinieri della stazione di Orzinuovi
per violazione della Bossi-Fini. Quelli di
Pontevico hanno arrestato un albanese di
22 anni e un egiziano di 30, già colpito da
ordine di espulsione del questore, mentre
un nigeriano di 28 anni, clandestino, è
stato arrestato dai carabinieri di Ghedi.
In manette per violazione della Bossi-Fini
anche un moldavo di 34 anni arrestato dai
carabinieri della stazione di Bagnolo Mella.
Un indiano di 43 anni è stato arrestato dai
carabinieri di Pralboino, un indiano di 25
anni è stato ammanettato per violazione
della Bossi-Fini dai carabinieri di Dello.
La stazione dei carabinieri di Gambara ha
arrestato, sempre per violazione della legge
sull’immigrazione, il cittadino marocchino
Said El Melouani di 35 anni, rintracciato
a Gottolengo mentre percorreva le vie del
paese. Era colpito da una ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’operazione
antidroga “Alex”. Benchè colpito da un
provvedimento espulsivo del 27 ottobre
scorso a Vicenza, il marocchino si è rifugiato sul territorio bresciano. I carabinieri
di Leno hanno scoperto un laboratorio
clandestino in via Viganovo gestito da
X.L. 38enne cinese ed hanno trovato impegnati al lavoro quattro cittadini cinesi
clandestini. Uno di loro, un 31enne, è
stato arrestato per inosservanza dell’ordine
di espulsione emesso dal questore. Il titolare del laboratorio è stato denunciato per
sfruttamento di manodopera clandestina,
la struttura è stata sequestrata.
LA BENEDIZIONE DI W
“A chi verrà dopo voglio dire che per me
vale un principio… non posso dire: non
fare agli altri quello che non vuoi sia fatto
a te… posso dire: non farò agli altri quello
che è stato fatto a me”. Così, nel corso
di una lunga conferenza stampa in cui
però non sono ammesse domande, Walter
Veltroni parla delle sue dimissioni. E benedice con calore, sia pure implicitamente,
l’ipotesi di affidare al vicesegretario Dario
Franceschini la reggenza del Pd (fino al
congresso di ottobre). Seduti in prima fila
ci sono Walter Verini, Massimo Calearo,
Marianna Madia, Achille Serra, Paola Concia. In piedi, poco distanti, il capogruppo
Antonello Soru e Pina Picierno, entrambi
con le lacrime agli occhi. Come Piero Fassino, che alcuni hanno visto commuoversi
dall’altra parte della sala. Altri sono più
freddi, come Pier Luigi Bersani, in piedi a
destra del palco da cui parla Veltroni, con
l’aria di chi lo tiene d’occhio. Altri, semplicemente, non ci sono. Come Massimo
D’Alema e Francesco Rutelli.
IL VEDOVO DI MATRIX
Ci mancherà Mentana? Il tempo dirà se il
conduttore di Matrix dimessosi da Canale
5, è difeso dalle sole solidarietà pelose del
centrosinistra. L’augurio, per lui, è che
non distruggano la sua brillante carriera,
costruita da uno di sinistra che ha capito da
tempo, come ci si doveva comportare. Che
i giornalisti Mediaset siano prevalentemente di sinistra è un dato di fatto, che siano
liberi di esprimersi altrettanto. Dopo la sua
uscita, ci sarà il nulla sull’Italia, di chi si
parlerà, di Scalfaro, di Walter. di Fassino, di
Dalema, del trattorista, di Fini, di Bassolino, della cocorita Iervolino, della passionaria Finocchiaro, di Rosy Bindi, della Turco,
Orlando, Bertinotti, Giordano, Ferrero,
cozzamara-bye frank-pinkopallino? Stiamo
a vedere, curiosi come siamo, tutti invaghiti del Grande Fratello o di altre minchiate
del genere che fanno il pari con la macchina
della verità ed altre facezie propinate dal
piccolo schermo.
PENTIMENTI A POSTERIORI
I comunisti, disse una volta Armando Cossutta, “non hanno nulla di cui vergognarsi”. Invece…Non sappiamo se Luciano
Violante si vergogni o meno di essere stato comunista. Di certo, come ha scritto
sul Riformista, ha ammesso l’errore per
quell’appartenenza “al Pci e alla rigorosa
educazione politica” e a “quel complesso di
valori civili e repubblicani” che fecero da
humus per le foibe titine, la mattanza del
triangolo rosso del Dopoguerra e per l’odio
sociale che animò i cattivi maestri delle
Brigate rosse, vecchie e nuove. La sua marcia di avvicinamento a destra era iniziata
coi “ragazzi di Salò”, con quella riflessione
invocata “sui vinti di ieri”. La scomposta reazione della sinistra fu affidata a un esperto:
l’ex camicia nera pentita Giorgio Bocca.
TRA REALTA’ E IPOTESI
PD, partito demolito. Dal sogno soviet della rivoluzione proletaria al sogno americano
obamiano, per finire con l’elevazione agli
altari di Oscar Luigi Scalfaro....”moriremo
democristiani”. Berlusconi sardo subito!
OTTIME NOTIZIE
La buona notizia è che in Italia ci sono
milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà di espressione. Risposta:”
La buona notizia è che al mondo ci sono
5miliardi di credenti in Dio. Quella ottima
è che sono tutti liberi di esprimersi!” Ora
5miliardi a poche milioni di atei è decisamente meglio di un 2 a 1 con fallo di mano
e due rigori negati.
Derby stravinto dai credenti...per non parlare poi degli atei devoti!
PUNTI DI VISTA
Queste due immagini così diverse in realtà sono entrambe dell’era moderna, ma
esprimono un forte contrasto ideologico e
temporale.
L’una (Consorzio Agrario) rappresenta una
grande conquista di quei tempi: la cassafor-
te dell’oro della nostra terra, cioè la produzione cerealicola, il suo ammasso e la fonte
del nuovo (sementi, fertilizzanti, ecc).
Emana sicurezza, solidità, punto di arrivo e
riferimento, garanzia.
L’altra, anche esteticamente meno definita
e inespressiva, esprime il concetto del tempio dei consumi, dei rapidi scambi, dell’effimero appariscente e del globalizzato.
La prima richiama e ci fa intuire una campagna intorno amena e conservata nella sua
identità, la seconda, con l’attuale aggiunta
di intricate rotonde, ci propone uno dei
tanti monotoni svincoli stradali che facilitano l’accesso nuovamente ad altri monotoni sistemi stradali, sopra e sottopassi per
tangenziali ed autostrade…!
Quanto suolo sprecato.
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Manerbio
La
Marzo 2009
I Manerbiesi eccellenti di ieri:
Felice Bonetto
a cura di Giovan Battista Bisetti
Felice Bonetto: chi era?
La squadra Lancia alla “Carriera” ’53.
Da sinistra: Taruffi, Bonetto, Castellotti,
Fangio, Bracco
Anagraficamente lo si rileva, purtroppo,
dalla comunicazione di morte al comune
di Manerbio.
“Morte di Bonettto Felice fu Rodolfo e di
Borra Rosa nato a Manerbio (Brescia) il 9
giugno 1903, corridore d’auto, coniugato,
avvenuta il giorno 21 novembre 1953 nella
città di Silao (Stato di Guanayuto) – Messico – a seguito di frattura del cranio riportata in accidente automobilistico.”
Felice Bonetto era nato a Manerbio in quanto figlio del capostazione di quel tempo.
Dal Giornale di Brescia del 22 novembre
1953 ricaviamo quanto segue.
“…anche Felice Bonetto ha lasciato la sua
vita a Silao, causa un altro tragico incidente che si aggiunge a quelli che già hanno
abbondantemente insanguinato questa
quarta edizione della «Carrera».
Il fatale episodio nel quale ha trovato la
morte Bonetto è avvenuto alle 9,10 locali
mentre ill pilota attraversava a fortissima
andatura il viale 5 Maggio della cittadina
di Silao nello stato di Guanayuto a 38 Km
da Leon.
La macchina del corridore dal centro della
strada ha sbandato bruscamente a destra
urtando un lampione; per forza di inerzia
è stata proiettata avanti per alcune decine
di metri andando a fracassarsi contro un
secondo lampione.
Bonetto è deceduto sul colpo.
Secondo quanto hanno riferito alcuni dirigenti della Croce Rossa, Bonetto ha riportato la frattura delle vertebre cervicali non
appena la sua Lancia è andata ad investire
in pieno il primo lampione, dopo essere
rimbalzata attraverso la strada per cause
non ancora pienamente accertata.
Un particolare raccapricciante è stato fornito dai testimoni oculari: la salma del
pilota italiano è rimasta per circa un’ora
inchiodata al seggiolino di guida, prima
che i medici potessero rimuoverla, dato che
lungo la strada sfrecciavano continuamente le altre macchine.
Si è voluto infatti evitare, una volta constatata la morte di Bonetto una eventuale
ripetizione della tragedia della prima tappa
della Carrera, quando una macchina investì in pieno un gruppo di persone che si
erano raccolte intorno ad un’altra autovettura ferma per incidente, uccidendone sei,
che con Stagnoli e Scotuzzi, fanno salire a
nove le vittime di questa tragica corsa.”
Non è facile raccontare cronologicamente
le vicende sportive note ed ignote riferite
a quegli anni dell’immediato dopoguerra,
nei quali la dirompente forza della libertà
moltiplicava e aggrovigliava automaticamente e cronologicamente ogni iniziativa
e proposta: la stampa di destreggiava come
poteva e comunque, in tal modo, si sono
creati i “miti” del giornalismo sportivo
(Vergani, De Martino, ecc) e dei campioni
(Coppi, Bartali, ecc).
Ma torniamo al nostro e riproduciamo un
testo e una sintesi del suo curriculum seguito dal palmares dei risultati conseguiti,
traendoli da libri e stampa coevi.
“…un pilota temibile della CISITALIA,
nettamente in ascesa, era poi Felice Bonetto (44 anni) di Manerbio, un piccolo
centro della pianura bresciana.
Bonetto aveva corso con scarsi risultati
negli anni trenta, ma si era messo rapidamente in luce nell’immediato dopo guerra
……
Pilota della CISIALIA nel 1948, della
FERRARI nel 1949/50…, dell’ALFA ROMEO nel 1950/51…, nel 1952 e 1953
collaudatore e pilota della LANCIA.
È necessario far risaltare come allora i piloti
erano “globali”: meccanici, collaudatori,
stradisti, di formula, per gare in salite, di
montagna e nelle più diverse categorie (dai
750 cc ai 4000 cc ed oltre).
1947
vincitore di categoria nei circuiti di Vigevano, Asti e Firenze, terzo assoluto nel GP
di Pescara.
1948
vince a Vercelli e a Mantova (formula due)
e secondo a Bari e nell’Aosta-Gran San
Bernardo (in salita), inoltre consegue un
terzo posto nella categoria millecento nel
GP di Berna.
1949/50
prevalentemente collaudatore, mancano
notizie su partecipazioni a gare, non risultano vittorie nè piazzamenti in corse.
1951
terzo nel GP d’Italia a Monza, quarto nel
GP d’Inghilterra, quinto nel GP di Spagna
e sesto nella Mille Miglia.
1952/53
anni d’oro per le vittorie, in particolare
nelle cosiddette “Temporade” argentine e
brasiliane, vince la Targa Florio, è secondo
nel GP di Monza e nel GP di Sicilia, vince
il GP di Lisbona e la Bologna-Passo della
Raticosa, terzo nella Mille Miglia al volante di una inedita Lancia, 2900 cc tipo D20
rimasta unica (vedi foto in basso a destra),
quarto nei GP di Germania e Svizzera,
quinto nel GP d’Italia e sesto nel GP di
Inghilterra.
Poi la tragica “Carrera Messicana” del novembre 1953 durante la quale morì nella seconda tappa mentre era
al comando della gara, dopo
aver vinto la prima tappa.
È giusto ricordare che il giorno prima erano caduti altri
due noti piloti bresciani: Stagnoli e Scotuzzi.
Dopo quest’elenco, necessario, ma pur sempre arido, è
bello raccontare un aneddoto
che spiega i tempi e le caratteristiche anche sportive del
mondo di allora dove coesistono gli ultimi
lampi del futurismo (velocità, azzardo, follia, ecc.) e la indomita e indomabile voglia
di lottare, arrivare, nonché dimenticare: su
quelle basi concettuali iniziò l’ormai storico “boom economico”.
Ecco come fu vinta la Targa Florio nel
1952.
“La corsa siciliana si disputa sul Piccolo (!)
circuito delle Madonie, un tracciato di 72
chilometri da percorrere otto volte.
L’Osca di Cabianca parte fortissimo e rimane al comando della gara per i primi sei
giri tallonata dalla B20 di Bonetto e dalla
Frazer Nash di Cortese.
Prima di iniziare la settima tornata, proprio
sul celeberrimo rettilineo del Bonfornello
Cabianca rompe un semiasse e si ferma.
Bonetto lo raggiunge, ma mentre sta per
superarlo resta senza benzina.
Con un gesto di grande sportività il pilota
della Osca gliene offre della sua e il lancista
può ripartire.
A pochi metri dal traguardo però, altro colpo di scena: Bonetto è di nuovo a secco.
Scende allora dalla macchina e comincia
a spingere, poi, a un tratto, si ricorda che
il regolamento impone che la vettura deve
tagliare il traguardo con il pilota al volate;
Bonetto risale in macchina, innesta una
marcia e con la spinta del motorino d’avviamento taglia il traguardo.
Alcune immagini illustreranno e faranno
ancor meglio quanto sinteticamente raccontato su un asso del volante non ricordato dal mondo sportivo che intendiamo, al
di là della sua città di nascita, togliere dalla
categoria dei grandi dimenticati.