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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Marzo 2009 - numero 14 Editoriale Sommario Provincia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3 Sono parecchie le scelte del PGT di Manerbio che non convincono; in particolare l’individuazione di una vasta area edificabile posta a nord della Finchimica da destinare all’attività produttiva. Se la Finchimica è riconosciuta come industria nociva e pericolosa, e l’esperienza del passato sta lì a ricordarcelo qualora ce lo fossimo dimenticato, è illogico prevedere che l’espansione del settore produttivo possa avvenire proprio in aderenza alla Finchimica. Il principio di precauzione, così spesso invocato e brandito contro gli altri, viene in questo caso bellamente ignorato. Altri elementi di criticità vengono posti in rilievo dalla scelta sopra ricordata: L’estensione dell’ambito di trasformazione individuato è di ben metri quadri 181.739 e colpisce che sia così ampia proprio nel momento in cui da più parti ci si lamenta dell’impressionante quantità di capannoni invenduti o sotto utilizzati, sia a Manerbio che nei dintorni. Un minimo di indagine avrebbe rivelato l’incongruenza di una previsione così estesa. Per chi se lo fosse scordato ricordiamo che le stesse aree, per di più in misura minore, sono da 10 anni inserite come tali nel precedente PRG e non sono mai decollate. Forse si spera che l’attuale congiuntura economica sia migliore di quella del decennio appena trascorso. Ma c’è qualcuno tra i nostri scienziati appollaiati in comune che legge i giornali? Se a questa superficie, indubbiamente sovradimensionata, si aggiungono altre aree con destinazione produttiva individuate nei pressi (ad esempio gli ambiti numero 3 e numero 4) per complessivi 70.431 metri quadri si arriva a disporre di aree produttive per oltre 250.000 metri quadri equivalenti a circa 77 piò di terreno tra i più fertili della provincia. Non ci pare che la scelta sia, per così dire, lungimirante. Si distrugge ricchezza certa e vera (l’agricoltura) per far spazio a mostri di cemento che non creano nuova occupazione, stante l’attuale congiuntura mondiale, e distruggono l’ambiente. Per quanto riguarda l’ambito n. 4, ovvero quello che è posto tra la strada per Leno, la strada per Porzano e la segue a pag. 10 San Gervasio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4 Bassano. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5 L’ospedale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6 Calendario bresciano. . . . . . . . . . . . . . . . . » 8 Modi di dire. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9 Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10 Offlaga. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11 Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12 Territorio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13 Spigolature. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14 VEROLAVECCHIA - L’Omo River è corso d’acqua nel Sud dell’Etiopia spesso coperto dal baccano di babbuini e scimmie columbus che si inseguono tra il fogliame. È mitico fiume africano che mostra una natura dove è più facile l’incontro con una ricca avifauna, dik dik e gazzelle. In un’ansa del fiume, sulla cima di una collina che dirupa nel fiume sta un villaggio nel quali uomini, donne e bambini si offrono agli scatti di una macchina da presa dietro compenso. Immagini che Gianni Barili, fotografo, pittore, scultore che in arte firma Giba offre nella pubblicazione “Oma Oma” curato in collaborazione con l’amico Marco Lombardi, professore di Sociologia alla Cattolica di Milano, col quale condivide il “Mal d’Africa” un contagio cui non può sfuggire chiunque che abbia conosciuto quella terra. Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16 Direzione: Vania Boglioli Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino,11-Verolanuova (Bs) Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs) Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] Autorizzazione N° 50 del Tribunale di Brescia del 06/12/2007 I Manerbiesi eccellenti di oggi: Cesare Meletti Il dottor Cesare Meletti, direttore dell’Unità Organizzativa “Autonomia Finanziaria e Bilancio”, cioè direttore finanziario della Regione Lombardia, è nato a Verolanuova 49 anni fa, ma è residente a Manerbio da circa un ventennio e precisamente da quando si è sposato con la manerbiese Giuliana Mosca. La loro famiglia è composta inoltre dai due figli Francesca e Guido, entrambi studenti. Il nostro concittadino, dopo la laurea in Economia e Commercio conseguita nell’84 presso l’Università degli Studi di Parma vince una borsa di studio per la frequenza di un corso/ concorso, indetto dalla Regione Lombardia, di approfondimento della finanza pubblica con docenti del calibro del Prof. Onida, già presidente della Corte Costituzionale, Prof. Trimarchi, Prof. Cerea etc etc. Quindi, dal novembre 1987 lavora presso la sede di Milano, il grattacielo Pirelli, della Regione Lombardia, come funzionario in materie economiche all’Assessorato Bilancio. Dopo aver vinto un altro concorso, nel novembre 1997 diventa dirigente della struttura Bilancio. Dal maggio 2008 è promosso direttore, occupandosi anche del nascituro Federalismo Fiscale. Nel frattempo il dottor Meletti ha fatto altre esperienze professionali come revisore dei conti dell’A.S.L. di Viadana (MN), come docente di vari corsi o seminari in materie economico-finanziarie presso l’Università Cattolica di Milano, l’Università di Napoli, la Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze di Roma, la Corte dei Conti di Roma, l’I.R.E.F. di Milano, CONSIP S.p.A., etc etc. Il dottor Meletti ha inoltre pubblicato alcuni saggi di finanza pubblica su riviste specialistiche. Dottor Meletti come mai, nonostante abbia un impegno così rilevante a Milano, continua ad abitare a Manerbio? All’inizio della mia carriera professionale ho vissuto per un anno a Milano, ma non ho resistito. Mi piace molto l’attività che svolgo nella città di Milano, i suoi ritmi, l’elevata professionalità esistente, ma preferisco abitare a Manerbio. A Manerbio mi sento una persona con una precisa identità in quanto la gente che mi circonda ha le mie stesse consuetudini e tradizioni: per esempio a Milano non si festeggia Santa Lucia ma Babbo Natale. A me inoltre piace la nostra campagna, circondata dai geometrici vasi irrigui costruiti dai nostri avi vero simbolo della vocazione al lavoro della gente della Bassa. A riprova del mio legame con il mio territorio mi sono impegnato per vari anni come Presidente del Consorzio Bassa Bresciana Centrale per la promozione dello sviluppo della nostra zona. Il 18 aprile 2002 si trovava all’interno del grattacielo Pirelli quando un aereo da turismo esplode contro, causando oltre la morte del pilota anche quella di due sue colleghe e altri feriti? Cosa ricorda di quel fatto? Quella sera verso le 17.00 stavo telefondo quando ho sentito un boato: ho mollato subito la cornetta e mi sono precipitato fuori dall’ufficio. Dalla potenza della deflagrazione ho pensato ad un attentato. Negli atri e lungo le scale si sentivano delle urla ma poi è scattato il piano evacuazione predisposto a suo tempo dalla Regione ed è rientrato una parte del terrore iniziale. Mi ricordo che fuori dal grattacielo c’era una pioggia di vetri e carta e del fumo nero usciva dal 26° piano. Purtroppo due mie colleghe sono morte e altri sono rimasti feriti; io, fortunatamente ne sono uscito indenne. Solo dopo parecchio tempo, a causa di un black out sono riuscito a mettermi in contatto con la mia famiglia. Alla stazione di Manerbio c’era mia moglie e alcuni miei amici a sincerarsi della mia salute. segue a pag. 10 Marzo 2009 Pag. 2 VEROLANUOVA (Brescia) Via dell’Artigianato, 8 Tel. 030 9362241 - Fax 030 9362261 - [email protected] Pianura Provincia La Marzo 2009 Pag. 3 Latte e nitrati: il mondo dell’agricoltura pronto alla protesta Clima teso a Leno per la riunione della consulta provinciale Latte dell’Unione agricoltori. Più di 400 allevatori si sono riuniti per dire che il decreto presentato dal ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, relativo alle quote latte, così come è non può essere accettato. In prima fila anche l’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, già assessore alle politiche agricole, Giampaolo Mantelli, da sempre vicino alle problematiche del tessuto economico locale, come ha riconosciuto più volte nel corso della serata lo stesso presidente dell’Upa Francesco Bettoni, che ha speso parole di elogio nei suoi confronti. Nel corso della serata è emersa con evidenza la forte delusione da parte degli agricoltori per il comportamento del ministro dell’Agricoltura: “Aveva promesso che il decreto lo avrebbe scritto insieme con le Associazioni di categoria – ha commentato Bettoni - mentre ha fatto tutto senza interpellarci”. Il decreto dunque non da alcuna certezza a coloro che in questi anni hanno continuato ad investire, nel rispetto delle norme, anche a prezzo di gravi sacrifici economici. Per Bettoni la giusta soluzione è quella prospettata dell’accordo raggiunto con l’assessore regionale Ferrazzi: “È quello l’accordo da cui non ci dobbiamo scostare. È indispensabile – ha aggiunto – l’istituzione di un fondo per tutelare coloro che hanno comprato le quote latte”. A tal fine sarebbero necessari almeno 800 milioni di euro. La stessa posizione è espressa in un docu- mento che le regioni di comune accordo hanno presentato al ministro delle politiche agricole Zaia. Nel corso dell’incontro si è accennato anche alla direttiva nitrati “che va ridiscussa” ha sostenuto ancora Bettoni “perché i nostri campi, le nostre piante sono in grado di assorbire l’azoto in eccesso”. Se di eccesso si parla. Intanto nei giorni scorsi gli agricoltori, pur preferendo una ridiscussione serena della norma hanno iniziato un presidio non invasivo al casello di Brescia ovest e sulla lenese nei pressi di Leno. Nel frattempo il presidente della federazione territoriale Ettore Prandini, scegliendo la strada del dialogo, ha chiesto e ottenuto un impegno di alcuni parlamentari che fanno parte della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati. Nel dettaglio il mondo agricolo bresciano chiede principalmente quattro modifiche: 1) la previsione di un fondo per sostenere economicamente chi ha comprato le quote e ha prodotto latte rispettando la legge; 2)una diversa assegnazione delle nuove quote; 3) l’eliminazione del 5% di produzione “fuori quota” quale soglia per ottenere quote aggiuntive; 4)l’assegnazione delle eventuali quote residue anche a chi ha sempre rispettato le regole (perché non si verifichi una mancata assegnazione di una parte delle quote ottenute a Bruxelles). Se gli agricoltori non riceveranno risposte convincenti i motori di migliaia di trattori verranno scaldati per entrare nella fase due, quella delle mobilitazioni e manifestazioni di piazza. Insomma per l’agricoltura bresciana è in arrivo una primavera “calda”. Bullismo, sicurezza, Scuola per Genitori: ecco le iniziative dell’Assessore Mantelli La qualità dell’offerta formativa è fin dall’inizio uno dei punti cardine dell’attività dell’assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, Formazione professionale ed Edilizia Scolastica della Provincia di Brescia. L’assessorato sta investendo energie e davvero molte risorse per garantire ai giovani scuole in grado di rispondere alle esigenze, ambizioni e aspettative delle nuove generazioni. Un impegno a tutto tondo volto ad innalzare i livelli qualitativi dell’offerta educativa. Un impegno che l’assessore sta portando avanti con convinzione su tutto il territorio bresciano e in particolar modo nella Bassa, dove sono stati messi in campo una serie di progetti volti a far fronte alla cosiddetta emergenza educativa, fattore culturale di quella che chiamiamo qualità. Ecco dunque che per contrastare, contenere, risolvere episodi sempre più frequenti tra i giovani quali bullismo, prevaricazioni e violenze, noia, uso di stupefacenti, la provincia mette in pista quelle che Mantelli chiama “soluzioni tampone”. “Ai giovani – dice - vengono proposte molteplici scorciatoie quando, al contrario, per arrivare alla meta occorrono capacità, passione, creatività e merito. Questa è un’emergenza a cui tutti hanno concorso: istituzioni, scuola, educatori, genitori ragazzi. Tutti hanno una parte di responsabilità e tutti hanno il dovere di impegnarsi per superare o quantomeno migliorare la situazione”. Da queste premesse nasce Scuola per Genitori, il ciclo di incontri, organizzati dall’as- sessorato alla Pubblica Istruzione, con noti psicologi, psichiatri, pedagogisti. Serate a tema, proposte a Brescia, in Vallecamonica e al Politeama di Manerbio per discutere con gli esperti del come fare il difficile mestiere del genitore. Sempre con Crepet sono stati organizzati anche due incontri specifici per i giovani, in particolare per il triennio delle scuole superiori, intitolati l’Educazione ai sentimenti (30 gennaio alla sala Balestrieri in città, 27 febbraio al Politeama di Manerbio). Altra iniziativa di rilievo sono i controlli antidroga programmati a sorpresa negli Istituti di Istruzione Superiore (Leno, Ghedi, Verolanuova e Manerbio) e il monitoraggio all’ingresso e in uscita degli studenti dalle scuole in collaborazione con i cosiddetti “Angeli custodi” volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Per sensibilizzare contro le stragi del sabato sera è stata predisposta la mostra itinerante (all’interno degli istituti) sulla sicurezza stradale: 28 pannelli raffiguranti le più belle immagini delle campagne a tema promosse dalla Provincia di Brescia. Contro il bullismo ed episodi prevaricazione la Provincia ha istituito CODICEBLU’ una risposta concreta alla risoluzione di queste problematiche, una sorta di sportello virtuale che svolge un servizio di “aiuto” alle persone che si trovano a dover affrontare situazioni di prepotenza che risponde all’indirizzo internet: www. codiceblu.com. Nel prossimo mese di Marzo anche gli istituti della Bassa rientreranno negli appuntamenti organizzati in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri sull’educazione alla legalità. Gli studenti avranno l’opportunità di ascoltare e confrontarsi con il comandante di Compagnia dell’Arma del territorio (il 17 a Verolanuova e il 24 a Leno). “Ma ripeto – conclude Mantelli - non può essere tutto demandato alle istituzioni. Da un lato gli educatori sono chiamati ad invertire la rotta con una educazione al difficile, alla libertà, all’autonomia. Ai genitori in particolare è chiesta una presa di coscienza delle responsabilità educative. A casa come a scuola servono autorevolezza, regole, buon senso e coerenza. E soprattutto serve il buon esempio. Contro l’omologazione culturale e degli stili di vita serve poi una forte educazione al pensiero critico, alla libertà reale, al sogno, alla curiosità, all’utopia. La scuola ha l’obbligo di diventare attraente. In tal senso stiamo approntando cospicui investimenti nelle strutture, per la realizzazione di ampliamenti, palestre, l’inserimento di laboratori tecnologici. Servono anche risorse professionali di qualità che a loro volta devono esigere impegno e risultati di altrettanta qualità da parte dei ragazzi. Serve dialogo: tra scuole, tra insegnanti, tra genitori e figli, tra studenti e docenti, tra genitori e docenti. Solo così aiuteremo i giovani a crescere. Così forgeremo personalità forti, capaci di affrontare le situazioni della vita”. Pag. 4 Pianura S. Gervasio La Marzo 2009 Il IV edizione il concorso “Bosco in poesia” Convegno sulla valorizzazione dei borghi rurali Protagonista di una giornata culturale che gli si è voluta interamente dedicare, il Bosco del Lusignolo di San Gervasio Bresciano si addobberà di alloro il prossimo 9 maggio, data che sarà dedicata alla poesia delle sue fronde. Molti boschi, o alberi o selve hanno avuto i loro pregevoli cantori nel tempo, e dunque l’accorta Amministrazione del ridente comune della Bassa Bresciana ha deciso di avvalorare il già pregevole numero di poeti che nelle tre passate edizioni hanno partecipato a “Il Bosco in Poesia”, dedicando loro spazi, scorci e incontri. Alla quarte edizione, che avrà come testimonial Gene Gnocchi, il concorso letterario “Il Bosco in Poesia” si arricchisce, oltre alle sezioni poesia in lingua italiana libera e a tema (“Profumi di casa. Profumi di bosco”) e a quella dedicata al racconto breve, di un’estemporanea di pittura. Durante la giornata del 9 maggio, infatti, oltre ad essere organizzati incontri con letterati per giungere all’intervista e presentazione dell’attore Gene Gnocchi, pittori di ogni genere potranno recarsi alla Segreteria del Comune, fare timbrare le tele e sguinzagliarsi nel bosco del Lusignolo. In caso di pioggia, non ci sarà l’obbligo per gli artisti partecipanti di restare nel bosco, ma il tema potrà essere uno scorcio qualsiasi di San Gervasio. Lo scopo è quello di celebrare la bellezza, rimessa in primo piano dall’Amministrazione, di una delle risorse più preziose dell’essere umano: la Natura. E la dimensione a misura d’uomo del paese rappresentato da Gianpaolo Mantelli, capace però di avere (come il Premio) valenza nazionale e non solo. La poesia dei pennelli, quindi, sarà occasione d’incontro, conoscenza, possibilità di arricchire le poesie con le immagini e di trovare la poesia nelle tele. I poeti e i narra- Si è svolto il convegno “L’insediamento rurale nel Bresciano. Un caso di studio particolare: la frazione delle Casacce di San Gervasio Bresciano”. L’incontro si è svolto presso le nuove scuole di San Gervasio con un buon concorso di pubblico. A fare gli onori, come padrone di casa, il Sindaco Giampaolo Mantelli che ha porto i saluti della comunità ai relatori, sono intervenuti l’architetto Dezio Paoletti nella sua doppia veste di presidente dell’associazione Amici della Fondazione Civiltà Bresciana e come direttore del progetto di censimento delle cascine per la Provincia di Brescia, Renato Savaresi, prolifico storico locale,Maurizio Cavaciocchi, presidente del Gruppo Storico Archeologico di tori, invece, adulti e non, anche studenti di ogni ordine e grado, hanno tempo fino al prossimo 31 marzo per fare pervenire alla Segreteria organizzativa le loro opere, secondo il bando che si può trovare in internet, sul sito del Comune, su www.nonsololink. com o richiederlo all’indirizzo [email protected]. Al termine della giornata, verso le ore 18.00, Gene Gnocchi presenzierà alla premiazione dei partecipanti al Premio letterario e all’estemporanea di pittura; le opere realizzate saranno valutate da un’attenta giuria. Il calendario delle manifestazioni complessive sarà diramato con i risultati numerici della partecipazione al Premio nel mese di aprile. Alessia Biasiolo Manerbio, il prof. Stefano Bertocci, della cattedra di Rilievo dell’Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze e l’arch. Michelangelo Tiefenthaler, dottorando presso lo stesso ateneo. Il convegno è servito sia per fare il punto sulla situazione attuale del territorio agricolo della pianura bresciana facendo attenzione al tema dell’insediamento storicizzato focalizzandosi in modo particolare sulle cascine sia per illustrare i risultati del rilievo urbano della località Casacce. Cosa particolarmente gradita alla platea è stato l’affrontare il tema non solo sul mero piano tecnico architettonico, ma soprattutto spiegando i motivi storici dell’evoluzione secolare del complesso cascina. Il caso di studio delle Casacce è di particolare interesse poiché presenta molte caratteristiche singolari che hanno determinato la conservazione della struttura dell’insediamento fino ai giorni nostri. Infatti fino alla nazionalizzazione praticata sotto Napoleone, quasi tutti i terreni presso le Casacce erano un possedimento unitario dei Canonici della Cattedrale; successivamente la proprietà si è conservata integra fino al 1921 quando la possessione di oltre 800 piò è stata suddivisa in più proprietà. La struttura urbana presenta ancora in maniera chiaramente leggibile l’evolversi delle fasi storiche. Pianura Bassano La Marzo 2009 Pag. 5 Avviato l’iter per il nuovo Piano di Governo del Territorio L’ Amministrazione Comunale ha avviato, con deliberazione della Giunta Comunale n.64 del 6 novembre 2008, il procedimento di formazione del Piano di Governo del Territorio (ex Piano Regolatore Generale) e contestualmente l’avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica del documento di piano stesso. Il Comune di Bassano Bresciano è attualmente dotato di un Piano Regolatore Generale approvato dalla compagine di maggioranza, senza non poche discussioni e comprensibili polemiche, con delibera Consiliare il 4 febbraio 2006. Pur non essendo trascorso molto tempo dall’ultima approvazione di PRG l’amministrazione comunale intende metter mano nuovamente allo strumento urbanistico che regola, come richiamato nel precedente articolo pubblicato su La Pianura, la destinazione delle varie zone del territorio determinando direttamente la qualità della vita futura dei propri cittadini. Nulla in contrario a tal proposito, a patto che non risultino ulteriormente sacrificati nuovi terreni alla speculazione edilizia ma vengano alternativamente riviste le regole per un vero e proprio recupero del patrimonio edilizio esistente e delle aree attualmente compromesse. Con pubblicazione effettuata sul quotidiano Giornale di Brescia, in data 4 febbraio 2009, è stato reso pubblico l’avvio del procedimento in ottemperanza alle disposizioni della legge regionale 12 del 11 marzo 2005. Tale legge prevede, oltre ad una serie di adempimenti a carico del Comune, la possibilità che ogni cittadino presenti – anche a tutela degli interessi propri e/o diffusi – suggerimenti e proposte inoltrandoli all’Amministrazione Comunale mediante memorie scritte o altra documentazione idonea che dovrà essere prodotta in duplice copia, unitamente agli estremi del richiedente. I suggerimenti e le proposte dovranno pervenire all’Ufficio di Protocollo del Comune entro le ore 12,00 di venerdì 23 marzo 2009. L’iter dettato dalla citata legge ed i criteri emanati dalla Regione Lombardia stabiliscono che l’Ente Comunale preveda, prima dell’adozione del PGT, percorsi di valutazione e coinvolgimento dei cittadini anche attraverso la convocazione di assemblee pubbliche e che lo stesso PGT venga reso consultabile a tutti per un periodo minimo di trenta giorni. La stessa delibera della Giunta Comunale bassanese prevede “durante il corso del procedimento di valutazione, vengano attivati momenti di formazione e partecipazione del pubblico organizzando e coordinando le conseguenti iniziative pubblicizzate mediante avvisi di convocazione, secondo un calendario che verrà successivamente stabilito, affissi nelle bacheche, presso l’albo pretorio e sul sito internet del comune, nonché attraverso invito diretto alle parti politiche ed alle associazioni culturali, sociali, ambientali e religiose” e l’auspicio di tutti è che quanto promesso nell’atto amministrativo venga parimenti attuato. La percezione è che numerosi cittadini, gruppi, associazioni, avranno certamente qualcosa da dire e proporre mentre sorge spontanea la riflessione sulla opportunità di calare questo nuovo PGT alla fine di un mandato elettorale. Visto da fuori diventa difficile non presagire che il tutto si presti alle solite promesse elettorali per qualcuno in una ben più ampia “campagna acquisti” in termini di voti. Vero è – a modesto parere dello scrivente - che un azione amministrativa di tale portata, aldilà delle scelte adottate, avrebbe avuto miglior logica ed anche maggior etica politica verso i cittadini se avviata all’indomani delle prossime elezioni di giugno 2009 specie se suffragata da un consenso popolare espresso direttamente dai bassanesi stessi. ATLETICO BASSANO: quando la realtà supera il sogno Diceva Pierre de Frédy, barone di Coubertin “L’importante ai giochi non è vincere ma bensì partecipare” invitando gli atleti olimpici ad un certo fair play ed esortandoli a dare comunque il meglio di se stessi aldilà dei risultati. Se poi, a questo sano principio di sportività, ci scappa pure un risultato straordinario la soddisfazione e l’orgoglio vanno alle stelle. Spesso purtroppo la cronaca nazionale ci porta esempi non sempre edificanti rispetto al mondo dello sport in generale, se entriamo nel mondo calcistico poi l’aria diventa ancor più densa e qui ce n’è per tutte le società o club professionisti, aldilà del colore della maglia indossata. Di certo, per chi come lo scrivente è poco appassionato già di suo, la situazione porta irrimediabilmente ad un ulteriore allontanamento dall’ambito sportivo. Quando lo sport diventa business perde molto della sana genuinità che dovrebbe stare alla base di ogni leale competizione agonistica, pazienza, speriamo sempre in tempi migliori. Poi accade un bel giorno che, quasi casualmente, leggi distrattamente una cronaca sportiva e scopri che la squadra del tuo paese è approdata magicamente in seconda categoria. Leggendo l’articolo sul giornale quasi non ci credi e pensi che si tratti di un errore del cronista, poi rileggi ancora e riscontri che è tutto fantasticamente vero. Eccoli tutti in fotografia sul Giornale di Brescia, Aldo, Renato, Fabio, Angelo, Fausto, Luca, Dario e tutto il gruppo che festeggia la promozione, l’Atletico Bassano in Seconda Categoria, complimenti ragazzi è come se aveste vinto lo scudetto di serie A!!! Incuriosito dello splendido risultato decido di parlare con il Presidente dell’Atletico Bassano, incontro Renato Bortolotti nel campo di calcio presso il Centro Sportivo comunale mentre di sera assiste all’allenamento dei suoi “ragazzi”. Chiedo qual è il segreto che sta alla base di questo bellissimo risultato, Renato ancora emozionato dal successo della squadra mi dice “Il segreto credo sia stato nell’aver creduto nelle capacità di tutti i ragazzi del gruppo e nell’aver dato fiducia ad altri giocatori lasciati liberi da altre società nonché l’aver volutamente gestito l’organizzazione in modo molto aperto e trasparente, senza strani compromessi, qui non ci sono soldi di ingaggi o premi partita. Da noi spesso ci si paga le spese con mezzi propri del singolo giocatore, ogni tanto organizziamo qualcosa per autofinanziarci come ad esempio la festa dello sportivo o possiamo contare su qualche sponsor locale; i costi però sono sempre maggiori e ciò che ci consente di proseguire è la grande comune passione per il calcio”. Chiedo altri chiarimenti sull’organizzazione societaria e Renato mi spiega su come si compone il Gruppo Sportivo Bassano Bresciano, sodalizio del quale è pure Presidente, associazione che raggruppa diversi gruppi sportivi locali e che gestisce attraverso una convenzione gli impianti del Centro Sportivo Comunale. Il Gruppo Sportivo si è costituito nel 1995 del quale fanno parte, pur con le rispettive autonomie societarie: il Gruppo Tennis, il G.S.O. Volley, il gruppo Cacciatori, il gruppo Pescatori e l’Atletico Bassano che compie quest’anno i 20 anni dalla fondazione. Alcune attività sportive sono gestite in collaborazione con il Gruppo Sportivo Oratorio della Parrocchia. Il Gruppo Sportivo Bassano B.no organizza inoltre corsi di mantenimento dedicati particolarmente agli anziani, corsi di mini-volley, corsi di tennis e scuola calcio. Recentemente si è costituita anche una squadra amatoriale di calcio femminile (coordinata da Sabina) composta da circa quindici elementi con età dai 14 anni in su, compagine che promette battaglia sul campo da gioco! Mentre la formazione dell’Atletico Bassano, attualmente impegnata in seconda categoria, si compone di circa 28 elementi il gruppo può contare su ulteriori e significative matricole rappresentate dalle selezioni minori quali la categoria esordienti (15 ragazzi classe 1996) che gioca ad 11 giocatori FGCI coordinati da Roby Dagani, categoria pulcini (20 ragazzi classe 1998 e 1999) che gioca a 7 giocatori ANSPI coordinati da Roberto Cantaboni, categoria mini-pulcini (20 ragazzi classe 2000 e 2001) che gioca a 7 giocatori ANSPI coordinati da Daniele Pinsi e la scuola calcio con 10 ragazzi classe 2002 coordinati da Cristian Bonaglia e Monica Cremaschini. Le iscrizioni sono libere ed aperte a tutti, sarete i benvenuti al Gruppo Sportivo Bassanese. Termino l’intervista a Renato Bortolotti ringraziandolo per avermi mostrato una parte dello sport che credevo perduta, nascosta dai veleni che le cronache nazionali portano quotidianamente in evidenza nelle nostre case, c’è ancora del sano agonismo che brilla, qualcosa di insolito in cui credere e per il quale spendersi ancora… perché non provarci ?! Per informazioni o iscrizioni: Renato Bortolotti 3355681557 Bonaglia Cristian 3488518960 Pag. 6 Pianura Manerbio La Marzo 2009 L’Ospitale di Manerbio nella prima metà dell’ottocento a cura di Michelangelo Tiefenthaler Manerbio è ricca di tradizione per quanto riguarda il tema dell’assistenza ai poveri ed agli infermi. Antichissimo era l’ospizio per l’assistenza ai viandanti dedicato a San Lorenzo, patrono della nostra comunità. Nella pieve di Manerbio vi erano due piccoli ospizi al guado del Mella: uno sulla sponda destra, è indicato dal nome della scomparsa chiesetta della Madonnina de Dom, l’altro era posto nei pressi dell’attuale cascina dell’Arciprebenda, sulla sponda sinistra del Mella. L’Estimo Mercantile del Territorio del 1750 ricorda che solo venti comuni mantenevano un proprio medico condotto. Manerbio poteva contare, nel 1750, su due medici condotti (Giacomo Bozzone e Bartolomeo Prada) e su tre chirurghi (Giuseppe Battajola, Lodovico Regosa e Mattia Grumelli). Nello “Stato degli Esercenti Professioni Liberali nel Comune di Manerbio” dell’anno 1805 si riscontravano un medico (Luigi Moretti) ed un chirurgo (Bernardo Regosa). Confrontando l’Estimo Mercantile e lo Stato degli Esercenti si può dedurre che la famiglia Regosa tramandava al proprio interno la professione di chirurgo. Un Lorenzo Regosa, nel 1805, risultava essere speziale. Primo Grumelli, nel catasto napoleonico, era proprietario della farmacia. In epoca napoleonica e più precisamente nel 1807, la pianura bresciana contava pochi ospedali: Chiari con 55 posti letto, Orzinuovi con 35, Verolanuova con 20 e Rovato con 9. Non è chiaro il punto di partenza di questi ospedali di provincia. Fino alla fine dell’Ottocento i ceti più agiati preferivano farsi curare e morire in casa, lasciando che gli ospedali fossero appannaggio degli indigenti, degli emarginati. È da rilevare come, per quei tempi, la pianura avesse un alto livello di diffusione del servizio sanitario per i poveri attraverso un capillare sistema di condotte mediche comunali. Durante la Restaurazione vi fu un proliferare degli ospedali di provincia favorito dal concorso tra il sostegno dell’Imperiale Regio Governo e l’iniziativa dei notabilati locali, così da coprire il territorio. In particolare sono motivazioni di ordine morale e religioso a provocare il filantropismo laico, la beneficenza e la carità di enti ed organizzazioni ecclesiastici: per taluni è un parziale riscatto, in timore mortis, delle proprie colpe, per altri un coerente ufficio cristiano, per altri ancora se la povertà e la miseria abbandonata a se stesse possono generare trasgressioni non solo alle leggi dello stato, ma anche ai valori dominanti, occorre, non solo, dare risposte esclusivamente sul piano della repressione, bensì operare per ricondurre il tutto al consenso od ad un dissenso controllabile. Nel contempo, la rinascita cattolica, animata da Clemente di Rosa, padre di Paola, è sfociata in nuove fondazioni religiose, funge da stimolo e da incubatoio per le varie iniziative locali. In questo quadro si innesta la nascita dell’Ospitale di Manerbio. Si può utilmente indicare nel 1821 la data dalla quale si dipana la storia ospitaliera manerbiese con il lascito di Gabriele Bargnani. Pure la sorella Giulia beneficò l’Ospitale. Altre donazioni, da parte di privati, arricchirono il patrimonio del Pio Luogo Ospitale. La più importante fu quella operata dal sacerdote Battista Barbi che, nel 1835, all’atto della sua morte donò la cascina Polesso con 100 piò di ottima terra. Due immagini settecentesche della cascina Polesso che in seguito farà parte del patrimonio dell’Ospedale Un altro amministratore, Gio Batta Travaglia, donò alcuni beni nel 1837. Altre proprietà si aggiunsero fino a dotare il Pio Luogo Ospitale di un considerevole patrimonio. All’interno di questa logica si inserirono pure i legati che, di norma erano amministrati dalla Fabbriceria Parrocchiale. Un legato (Lini) era specificatamente destinato agli infermi del comune. L’epidemia del 1836 diede un’ulteriore impulso alla costruzione dell’ospedale che era stata autorizzata già dal 14 settembre 1830. L’architetto Vigliani, nel 1831, fu incaricato del progetto della nuova fabbrica che era caratterizzata da una pianta aperta, situata in posi- pure i bagni per i pellagrosi, stante l’inci- due infermerie situate l’una a destra e l’altra zione “elevata”, sul limitare dell’edificato. denza della malattia. a sinistra e separate mediante due basse traLa localizzazione era originata sia dalla Circa la disposizione originaria dell’ospeda- mezze. proprietà dell’Ospitale, che dai dettami le, abbiamo ritrovata una relazione datata Le due infermerie, una per gli uomini l’altra dell’epoca. 9 dicembre 1840 del medico provinciale per le donne, hanno accessi separati ai due Sergio Onger così delinea la tipologia Lodovico Balardini circa lo stato dei lavori estremi del portico e quantunque a pian terdell’ospedale di quel tempo. inerenti il completamento dell’ospedale. reno sono asciutte perché alquanto elevato, “All’interno erano necessarie: una portine- Il documento è di grande interesse in quan- e in parte vuota al di sotto con cantina. ria (poiché la vigilanza dei malati, che erano to evidenzia l’impostazione data dalle au- È capace ciascuna di numero 10 a 12 letti, di fatto dei reclusi, era considerata fonda- torità sanitarie alle strutture ospedaliere del sono ben ventilate e chiare con finestre a mentale), due infermerie per i due sessi, una tempo. mezzogiorno e tramontana. cappella (dato che il conforto della religione “Ho visitato quel nascente ospedale che I letti attualmente, in numero di 10 in tutto era uno dei servizi dell’ospedale), un reparto conobbi con soddisfazione costrutto rego- col rispettivo corredo, sono sostenuti da fucontagiosi “sufficientemente” isolato dal re- larmente in modo da soddisfare sotto ogni sti di ferro abbastanza distanti l’uno dall’alsto dell’ospedale (il concetto di isolamento rapporto all’uso cui vassi a destinare. tro colle rispettive comodine tramezzo. aveva caratteristiche fluide e variava a secon- È il fabbricato eretto di nuovo dalle fonda- Ogni infermeria ha apposita latrina bene da dei nosocomi), le latrine alcune stanze menta, situato fuori dal grosso dell’abitato difesa nell’angolo dell’annesso corridoio. di servizio consistenti nella cucina e nella sopra terreno alquanto elevato. Pello stesso piano sonvi due stanze una per dispensa. Consiste in un corpo di mezzo e di due ali ogni lato con ingresso appartato, l’una per Molto importante, ma non indispensabile, laterali, la sinistra delle quali non paranco gli maschi l’altra per le femmine, pei casi di era la disponibilità di un portico per la de- terminata, con cortile spazioso al davanti, qualche morbo grave specialmente per maambulazione nella stagione estiva dei con- e portico nella parte di mezzo che serve in niaci, o di operazioni chirurgiche. valescenti, a cui le teorie mediche dell’epo- certo modo di atrio nel locale stesso. Ne mancano due altre stanzette per l’uso de’ ca riconoscevano una funzione terapeutica In mezzo al detto portico ed atrio v’ha l’ac- bagni. rilevante”. cesso alla cappella o chiesuola con altare ele- Nel corpo laterale del fabbricato si trovano All’interno di questa impostazione, sorsero vato nel mezzo il quale viene veduto dalle i locali di servizio, cioè cucina con dispensa, Pianura Manerbio La Marzo 2009 e lavandino, ed altro spazio per magazzino. Salendo al I° piano passando per due scale, l’una a destra, l’altra a sinistra del portico si presentano, l’una per ogni lato, due infermerie pei malati di morbi contagiosi capace ciascuna di 6 ad 8 letti, assai salubre e ventilata ed avente altra stanzetta attigua per l’infermiere. Nello stesso piano a sinistra si accede alla sala dell’amministrazione e direzione, a cui sta cola altro locale ad uso di guardaroba ed altra stanza. Non mancano ampi solai per stendere ed asciugare le biancherie. A cantina sotterranea e bugandaria (lavanderia) cui si può addurre l’acqua mediante travaso dalla vicina roggia, vicino alla cucina un pozzo d’acqua potabile. Non è per anco costrutto il deposito de’ cadaveri; ma trovasi altro luogo per collocarli sino a che sia detto deposito predisposto nell’ala sinistra del fabbricato tuttora da compiersi. Sono già in pronto gli infermieri consistenti in marito e moglie ai quali si andrà ad affidare anche la custodia del luogo, la preparazione dei cibi e diete. L’amministrazione si assume per ora anche il pensiero dell’economia interna nella speranza di trovare presto un apposito economo gratuito. Il medico ed il chirurgo condotti sono disposti a prestare rispettivamente la cura degli ammalati che si verranno a ricoverare, ed il primo assume le funzioni di direttore. Io comunicai tanto al medico che all’amministratore le norme per le istruzioni da compilarsi sulle tracce delle grandi, e di altri già adottate in provincia; come pure i modelli del registro nosologico da attivarsi, del prospetto manoscritto da rassegnarsi all’I. R. Delegazione provinciale, delle tavole nosologiche mensili ed annuali, della tavola delle diete da adottarsi, ecc. ecc.. Consigliai l’amministratore addivenire tosto ad un contratto con un conveniente ribasso, con uno speziale per la somministrazione dei medicinali occorrenti, e lo eccitai ad occuparsi tosto in concorso col medico, a presentare al più presto il piano di regolamento pel detto ospedale nonché il prospetto che mette in evidenza lo stato economico del P. L.. Quando l’amministrazione comprovi il tempo di avere convenientemente adempiuto a tutte le ingiunzioni sopra notate, è sommesso parere dello scrivente che si possa permettere l’attivazione dello stabilimento in guisa di esperimento nel principio del nuovo anno ritenendo sin d’ora che il numero degli ammalati giornalieri sarà al di sotto di cinque (sott. nel testo) postulasi considerare appena bastante pel mantenimento di un tale numero l’attuale entrata.” Agli inizi di gennaio del 1841, previa superiore autorizzazione, iniziò ad operare l’Ospitale di Manerbio. A quel tempo, l’amministratore (unico e gratuito) era Gio Batta Travaglia, che era succeduto al defunto sacerdote Giovanni Barbi, mentre il direttore era Giuseppe Molteni, medico condotto. Due erano gli infermieri ed erano marito e moglie, così come previsto dal Regolamento Organico Interno. Nel maggio del 1840 Maria Crocifissa di Rosa fonda un suo ordine, attivo nel settore dell’assistenza ospedaliera: le Ancelle della Carità. L’ordine fondato della di Rosa coprì una esigenza sentita grazie alla loro posizione strategica di raccordo tra potere clericale e potere medico e grazie alla loro minore incidenza finanziaria. La diffusione dell’ordine fu rapida ed impetuosa: nel 1844 entrarono nell’ospedale di Manerbio, nel 1846 a Rovato, nel 1848 a Chiari, nel 1850 a Pontevico, nel 1851 ad Orzinuovi e poi a Travagliato. L’arrivo delle suore ospitaliere nel nosocomio manerbiese non fu indolore. Ne fanno fede le lettere inviate dal dottor Molteni, direttore dell’Ospitale, all’Imperiale Regia Deputazione Provinciale in polemica con l’amministratore don Giacomo Gatta, succeduto nel 1842 al defunto Travaglia. La querelle si concluse con l’arrivo, il 29 agosto 1844, di tre suore ospitaliere, accompagnate personalmente dalla santa Maria Crocifissa di Rosa. Per meglio celebrare l’ingresso delle Ancelle della Carità, mons. Pinzoni celebrò la messa nella cappella del Pio Luogo e comunicò le suore. Una lapide commemorativa fu posta nella stanza in cui alloggiò la santa. Pubblichiamo di seguito il primo Regolamento Organico Interno per l’ospedale di Manerbio. Pag. 7 Regolamento Organico Interno per l’ospitale di manerbio L’Amministratore ha la tutela e direzione del patrimonio dello stabilimento, corrisponde colle superiorità, ordina e fa eseguire tutto ciò che può essere di utile, e necessario per il buon andamento. Fissa il salario da corrispondersi agli infermieri ed altri. Tratta e stabilisce gli accordi per la fornitura delle carni, pane, vino e occorrenti per gli infermi. Provvede a tutti li bisogni del Pio Luogo ricercando ove occorra la Superiore approvazione. Va di concerto col direttore negli oggetti da quello dipendenti. Infine all’anno presenta il rendiconto degli introiti e delle spese da rivedersi dalla superiorità. Il Segretario sotto la dipendenza dell’Amministratore ha il disimpegno della corrispondenza, tiene ordinato l’archivio amministrativo, prestasi alli registri delle attività e passività ed eseguisce le operazioni contabili, dà evasione agli ordini Superiori, ed a tutto quello che competono gli atti di cancelleria. L’economo assiste alla provvisione della occorrenza per il mantenimento degli ammalati facendo la consegna in cucina degli oggetti di vitto secondo il numero degli infermi dei quali tiene registro, attende all’esecuzione delle ordinazioni che vengono impartite dal Direttore, riferendo all’Amministratore li bisogni che si vanno a manifestare per le opportune provvidenze rendendo mensilmente i conti. Il Ricevitore e Cassiere ha l’incarico riscuotere le entrate dello Stabilimento nelle misure e scadenze indicate sopra apposito registro. Di scossida da consegnarglisi dall’amministrazione eseguisca li pagamenti sopra ordini emanati d’ufficio dell’amministrazione stessa rendendo conto infine dell’anno scosso e pagato. Il Direttore dell’ospitale è il medico condotto del comune, esso sceglie tra gli infermi poveri del paese li più bisognosi di soccorso meritevoli di essere accolti nello Stabilimento i quali devono essere muniti sempre di fede parrocchiale, di povertà e di registro nosologico. Di concerto coll’amministratore nomina l’infermiere e l’infermiera quali dovranno essere possibilmente marito e moglie, fissa la disciplina da osservarsi riguardo al buon servizio dell’infermeria, come anche per le incombenze di cucina cui si ritengono obbligati gli infermieri stessi, non meno che altre opere ed occupazioni alle quali potessero compatibilmente attendere. Il personale sanitario che ha la cura degli infermi è composto dal medico condotto del comune per gli oggetti di medicina. Dal chirurgo condotto per le malattie di chirurgia e dal Flebotono condotto per le operazioni di bassa chirurgia essi fanno le ordinazioni a norma della malattie e vengono assistiti dagli infermieri. La Direttrice della mobilia porta la sua sorveglianza sopra li mobili dell’Ospitale, in spezial modo sulla biancheria tenendola in custodia, ordinando la lavatura a norma di bisogni, assistendo per le occorrenze sia per cose nuove, come per riforme. Nelle cose però di rimarco sentirà il parere dell’Amministratore e del Direttore andando cogli stessi di buon concerto. Gli infermieri come si è detto dovranno prestarsi con premura ed attenzione alli servigi dell’infermeria ed alle incombenze di cucina, secondo le ordinazioni che riceveranno tenendo in pulizia le suppellettili ed i locali tutti e tutto ciò che serve all’andamento dell’Istituto, come pure si prostranno ad altre opere riguardanti l’amministrazione e direzione nel modo e tempo compatibili. Per massimo i cronici incurabili vengono esclusi dalla beneficenza dell’Ospitale. Qualora però per circostanze particolare un qualche cronico del comune meritasse di essere ricoverato nello Spedale potrà accattarsi quanto abbia in modo di assicurarsi il pagamento della spesa relativa come di regola. Egualmente gli infermi che non appartengono alla classe degli indigenti potranno essere accolti e curati nell’Ospitale, ed essi pure dovranno sottostare alla spesa di pratica. Se un qualche infermo desidera un consulto (avendo il Direttore posto il suo assenso ed il personale sanitario v’interviene gratis, l’infermo poi o che fa per esso soddisfa dal proprio al Fisico Consulente. Il Direttore ed Amministratore avranno cura di convenire con apposito contratto per la somministrazione delli medicinali da farsi alternativamente dalli due speziali del comune stabilendo un congruo ribasso della tariffa in corso da assoggettarsi alla Superiore approvazione. Il Rev. Cappellano ha l’incarico di assistere all’infermeria per li oggetti di religione, custodisca le elemosina che vengono offerte, curandone l’erogazione secondo l’intenzione delli offrenti concordandosi coll’Amministratore. Alla fine di ogni mese vi sarà seduta per la discussione degli oggetti sanitari, scientifici, e disciplinari che si fossero trovati meritevoli di rimarco redigendo processo verbale da firmarsi dagli intervenuti, a tale atto si unirà lo specchio mensile delle malattie mediche e chirurgiche secondo le notule in corso da rassegnarsi alle Superiorità a cura del medico direttore. Similmente dal Direttore si compileranno le tavole nosologiche semestrali e quelle annuale infine dell’anno con tutte quelle annotazioni portate dalla tavola in attività presso gli Ospitali da rassegnarsi all’Autorità Superiore. Al termine d’ogni anno l’Amministratore, il Direttore col resto del personale sanitario la Direttrice della mobilia, il Reverendo Cappellano si riuniscono in particolare seduta, all’oggetto di proporre discutere ed approvare tutte quelle nuove misure o riforme che si rendessero del miglior ordine ad interesse del Pio Luogo, e per riconoscere li bisogni dell’Istituto, esaminando lo stato economico per rilevare la somma che può essere disponibile per l’anno successivo e così regolare il numero degli ammalati da ricoverarsi, come anche le opere da eseguirsi erigendo apposito processo verbale da firmarsi dagli intervenuti, il quale unito al rendiconto dello Stabilimento verrà presentato all’Autorità Superiore per le proprie deliberazioni. Oltre a quanto sopra dichiarato si ritengono in attività le vigenti discipline portate dal regolamento per gli Spedali, come verrà esattamente osservato ed eseguito la Superiorità. Dall’Ufficio dell’Ospitale di Manerbioli 30 dicembre 1840 Travaglia Giò Amministratore Per il Direttore f. f. dottor Comini Francesco Bossoni chirurgo Tenchini segretario provvisorio Pag. 8 Pianura Manerbio La Marzo 2009 CALENDARIO BRESCIANO a cura di Franco Piovani In origine, nella Roma antica, in base al calendario di Romolo, l’anno aveva inizio a marzo, così detto dal dio Marte cui era dedicato il mese. A marzo iniziava il lavoro nei campi dopo la pausa invernale. Parlando di marzo e delle “Idi di marzo”, a proposito di Cesare e del suo assassinio a Roma: si tratta di un giorno particolare del mese, secondo il calendario romano, che capitava il 15 o il 13 di ciascun mese; cadeva il 15 nei mesi di 31 giorni, marzo, maggio, luglio, ottobre (ricordare il famoso mar-ma-lu-ot, artificio mnemonico usato nelle scuole), mentre cadeva il 13 negli altri mesi. Nota storica: I sette re di Roma furono: Romolo 753 aC.-716 aC.; Numa Pompilio 715 aC.-672 aC.; Tullo Ostilio 672 aC.- 640 aC.; Anco Marzio 640 aC.- 616 aC.; Tarquinio Prisco 616 aC.-579 aC.; Servio Tullio 578 aC.-535 aC.; Tarquinio il Superbo 534 aC.509 aC. 1DOMENICA - I DI QUARESIMA S. Albino il sole sorge alle 6.45 - tramonta alle 18.01 “Mars, marsù: tré dé dè catìf e gnènt dè bu” marzo marcione, tre giorni di cattivo tempo e nulla di buono 1267 - La discesa in Italia di Corradino di Svevia che tenta di recuperare all’impero i regni di Sicilia e di Napoli solleva le speranze dei ghibellini bresciani, ma i guelfi ebbero il sopravvento ed essi si dispersero in varie località compresi i paesi di Seniga, Alfianello, Pralboino. 1944 - Sciopero generale nell’Italia occupata dai nazisti 2 LUNEDÌ S. Basileo Martire – San Quinto “Néf marzulìna, da la séra a la matìna” la neve di marzo dura dalla sera alla mattina. 1945 - Brescia vive diciassette minuti di terrore per il bombardamento che colpisce la Scuola Editrice. Ottanta vittime tra bambini, donne e uomini. 1990 - BRESCIA Al corso di formazione delle Acli mons. Gennaro Franceschetti tratta del contributo della Chiesa alla politica. Lo presenta Lorenzo Paletti, presidente provinciale Acli. 3 MARTEDÌ S. Cunegonda - S.Tiziano Beato Innocenzo Da Berzo Santa Teresa Eustochio Verzeri “Sè Mars èl gà sic gioodè èl vé èl lì anche so le lòbie” se marzo ha cinque giovedì, viene il lino anche sulle logge. 1847 - PONTEVICO ricostruisce il castello nello stile gotico 4 MERCOLEDÌ S. Casimiro, S. Lucio - San Paolo I Luna Calante “Mars polverènt póca pàia e tant formènt” marzo polveroso, poca paglia e tanto fieno. 1646 - BRESCIA – In città appare un cartello anonimo: “Venga Spagna, venga Franza, venga tutta la casa Ottomana, purché mi liberi dalla tirannia della repubblica veneta”. 5 GIOVEDÌ S. Adriano mazza la madre ed anche i figli 1946 - BRESCIA Quattro detenuti evadono da Canton Nombello, il carcere della città. 1978 - Il bresciano on. Mario Pedini, di Montichiari, è nominato ministro della Pubblica Istruzione “Mars dè le óre avril dè le póre” marzo ventoso, aprile da far paura. 12GIOVEDÌ S. Massimiliano, S. Simplicio 1943 - A Milano e Torino operai in sciopero L’ai l’è ‘l spesier del contadì L’aglio è il farmacista del contadino 1949 - MANERBIO - individuato un nuovo deposito di cartine e trinciato nel corso di un’operazione per contrastare il contrabbando di tabacco. Arrestate cinque perone. 1950: Albert Einstein ammonisce l’umanità parlando della nuova bomba all’idrogeno. Egli mette in guardia contro i pericoli che l’avvelenamento da radiazioni potrebbe rappresentare per la terra intera e per tutte le sue forme di vita. 6 VENERDÌ S. Giordano “Dè mars gh’è bu ogni erbàs” in marzo è buona ogni erbaccia. 1513 - Posa della prima pietra della chiesa di S. Rocco di Manerbio. 7 SABATO S. Felicita, S. Perpetua San Gaudioso Vescovo “Mars matarèl èn dé brot, èn dé bèl” marzo pazzerello, un giorno brutto e uno bello. 1850 - Sequestro dei beni dei rifugiati all’estero, da parte degli austriaci, che non hanno aderito all’amnistia dell’anno precedente. Due i manerbiesi colpiti dal sequestro: don Giovan Battista Mor ed Angelo Scaravelli. 8DOMENICA - II di Quaresima San Giovanni di Dio Festa della donna - Mimose in omaggio “La fòmna la pöl töt chèl chè la öl” la donna può tutto ciò che vuole. 1631 - Venezia toglie il bando a tutta la provincia di Brescia. Si riaprono, seppur lentamente i mercati. 9 LUNEDÌ S. Francesca Romana “Sè ta spür èl nas, nutìsia ‘n vista” se ti prude il naso, notizia in vista. 1984 - BRESCIA All’ospedale civile il primo trapianto di midollo in Itala da parte dell’équipe del dott. Marinoni. “Dai segnàc da Dio stàga tré pas dedrìo” dai segnati da Dio, stai tre passi indietro 1929 - Don Primo Mazzolari, originario di Bozzolo (Mantova), rifiutando ogni forma di propaganda politica, si astiene dal voto per la nuova Camera che doveva ratificare i Patti Lateranensi 11MERCOLEDÌ S. Costantino - luna piena “A masà i polès marzaroi, sa masa la mama e pò i fiöì” ad ammazzare i pidocchi marzolini si am- 1955 - Continuano le polemiche dopo le discussioni degenerate in gazzarra per la ratifica dell’Unione Europea, osteggiata dai comunisti nel Parlamento nazionale. 18MERCOLEDÌ S. Salvatore, S. Cirillo luna piena “Écc come ‘l Monticol”, vecchio come il Monticolo (detto camuno). 1937 - volontari antifascisti italiani sconfiggono i fascisti a Guadalajara 19GIOVEDÌ S. Giuseppe, S. Quinto Festa del papà 13VENERDÌ S. Arrigo, S. Eufrasia V. GIOVEDÌ DI MEZZA QURESIMA. L’è passàt San giusèf co la spiòna È passato San Giuseppe con la pialla. Cioè: donna che non ha “molto seno”. En caso de necessità Mei saltà la mesa che ‘l disnà 1927 - Con Regio Decreto, Ferdinando Tognielli viene nominato podestà di Manerbio. 1948 - BRUNI BONI, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, presenta alla folla in piazza Loggia il presidente del Consiglio Alcide De Gasperi a Brescia in vista della consultazione elettorale d’aprile. 14SABATO S. Matilde Regina Giorno di pi greco 3,14159 “La tèra l’è mai vècia”, la terra non è mai vecchia. (il possesso di terra fa lungamente vivere la famiglia). 1950 - Nelle campagne della Bassa ancora cascine occupate: i carabinieri disperdono 150 braccianti che manifestano a Quinzano d’Oglio. 20VENERDÌ S. Alessandra Martire Equinozio di Primavera, ore 06.49 Il Sole sorge e tramonta rispettivamente ad Est e ad Ovest, e si trova esattamente nel punto di intersezione tra equatore celeste ed eclittica denominato punto d’Ariete. Il giorno e la notte presentano la stessa durata. “Mars, marzòt, tant èl dé come la nòt” nel mese di marzo il giorno dura quanto la notte. 1634 - BRESCIA - Costa 10 ducati d’argento recapitare la posta a Venezia da versare agli addetti del servizio. Per i privati il Comune della città fissa: 5 soldi e 3 denari per le lettere ordinarie, tre denari in più per un braccio (circa 50 centimetri) di velluto damascato. 1990 - MANERBIO - In palazzo Luzzago inaugurata la mostra “Arte, pensiero e spiritualità di Michel Michel Ciry” ventiquattro acqueforti testimonianze di vita filtrate e dalla sensibilità dell’autore. 15DOMENICA - III DI QUARESIMA S. Luisa De Marillac 10MARTEDÌ S. Simplicio Papa “L’è mèi na sgargiàda dè mars chè na sapàda d’avrìl” è meglio una raspata di marzo che una zappata in aprile. “Le àche ècie le mör ‘n dè la stala del malghés stüpet”, le mucche vecchie muoiono nella stalla del malghese stupido. 1951 - Quasi ricostruito il patrimonio zootecnico bresciano dell’anteguerra. Le esportazioni del 1950 assommano ad un valore di otto miliardi di lire. 16LUNEDÌ S. Eriberto Vescovo “Quand chè ‘l sul èl turna ‘ndré, la matina gh’è l’àiva ai pè”, quando il sole ritorna indietro, al mattino c’è l’acqua ai piedi. 21SABATO S. BENEDETTO “Per san Benedèt la rondine sòta èl tèt”, Per san Benedetto la rondine è sotto il tetto. Il 21 marzo si celebrava solennemente la festa di san Benedetto da Norcia fondatore del monachesimo occidentale. La riforma, prima del Calendario liturgico, poi del Martirologio romano del 2001, ha trasferito la sua ricorrenza più importante all’11 luglio, probabile giorno della morte avvenuta nel 703. 1920 - Sciopero generale dei contadini 2000 - Inaugurata a Brescia, in via Corsica, con partecipazione di cittadini di fede islamica, la prima moschea della città. 17MARTEDÌ S. Patrizio Pianura Manerbio La Marzo 2009 della bassa indetto dalle leghe socialiste, caratterizzato da un’adesione di massa. 22DOMENICA - IV DI QUARESIMA S. Lea “To fò la tèta”, slattare (detto camuno) 1990 - Una delegazione di manerbiesi per delega del parroco mons. Gennaro Franceshetti - si reca in Romania per stabilire un gemellaggio con alcune parrocchie. La compongono: Aurelio e Giacomina Tenchini, Arturina Galesi Brancati, Armida Prandi e Alberto Agosti. A Manerbio si è costituito un comitato per raccogliere medicinali, capi di vestiario e generi alimentari da inviare in Moldavia. Il gruppo ha incontrato il vescovo di Iasi, mons. Gherghel. 23LUNEDÌ S. Turibio di M. - Beata Annunciata Cocchetti “Desernì ‘l ris”, ripulire il riso, mettere ordine nelle cose (detto camuno) 1849 - “Cittadini! Alle undici trovatevi tutti sotto la Loggia”. È la scritta apparsa sull’edificio del municipio primo episodio delle “Dieci Giornate di Brescia” 1923 - Mussolini fonda a Milano i fasci di combattimento 27VENERDÌ S. Augusto “Tira àiva”, tirare, seguire l’acqua; vivere senza troppi problemi (detto camuno). 1447 - Nella ripresa delle ostilità tra Venezia e Milano i viscontei saccheggiano Alfianello e San Gervasio 1849 - BRESCIA A Porta Torrelunga, a Rebuffone e fin quasi a San’Eufemia si combatteva sotto una pioggia torrenziale i patrioti resistevano al nemico. 28SABATO S. Sisto III Papa “L’è gnè sanc gnè àiva”, non è né sangue né acqua (detto camuno). 1849 – BRESCIA – Proseguono i tragici combattimenti ma i bresciani si sentono abbandonati. Senza un cenno dai piemontesi che li confortasse. 29 DOMENICA - V di Quaresima torna l’ora legale - orologi avanti un’ora “Bordèl dè mile lire”, chiasso da mille lire, rumore assordante (detto camuno). 24MARTEDÌ S. Romolo - San Flavio 1849 - BRESCIA la città ancora impegnata nei moti insurrezionali. “Al fum al gà miga i coregn”, il fumo non ha le corna (detto camuno), 30LUNEDÌ S. Amedeo 1849 - BRESCIA - Pietro Boifava, prete di Serle guida la rivolta dei bresciani. Girolamo Sangervasio rende noto ai cittadini la formazione del comitato per l’insurrezione. È il primo delle dieci giornate. 1944 - ROMA - Strage nazista alle Fosse Ardeatine “L’àiva la gà miga i coregn”, l’acqua non ha le corna e prima o poi prende la sua via, si libera completamente (detto camuno). 1849 - BRESCIA - L’ultimo combattimento sui Ronchi costringe il Boifava a sciogliere la sua colonna. 25MERCOLEDÌ Annunciazione del Signore “Tra ‘l spus e la spusa ensùrna la linùsa”, tra lo sposo e la sposa semina il lino. 1849 - BRESCIA Giunge la notizia che da Castiglione mille soldati tedeschi, con due cannoni, si dirigono a marcia forzata sulla città in rivolta. 1989 - MANERBIO – Nelle sale del centro culturale di palazzo Luzzago, apre la mostra personale di Mario Tambalotti. L’artista ha titolato genericamente le sue opere: “Ciò che vorrei dire senza parole” 1990 - Sulla Statale, tra Manerbio e Bagnolo Mella, incidente mortale nello scontro tra due auto. Vittima Pierluigi Manara; aveva 38 anni era di Corte de Frati. Quattro feriti ricoverati all’ospedale. 26GIOVEDÌ S. Teodoro, S. Romolo, S. Emanuele “Semper an viòla”, sempre in movimento (detto camuno). 1849 - BRESCIA - All’alba una banda armata guidata dal Boifava scende dal san Gottardo per prendere posizione Sant’Eufemia in attesa degli austriaci. Tito Speri arriva alla Bornata per dare man forte ai patrioti. 1927 - BRESCIA - Prende il via la prima Mille Miglia. 77 partecipanti sul percorso brescia-roma e ritorno 31MARTEDÌ S. Beniamino Martire “Fin ai quaranta dè mars no lasà zó i stras” fino ai quaranta di marzo non toglierti i vestiti, non scoprirti. 1849 - BRESCIA Il generale austriaco Haynau lancia l’ultimatum ai patrioti. Gli austriaci assaltano la città con quattrocento soldati che escono dal Castello. Il Comitato resiste ma domani sarà l’ultimo giorno del sogno bresciano di libertà. 1976 - È tumulata a San Gervasio la salma di Olga Calzoni, sedicenne uccisa nel milanese da due “ragazzi bene” che lei riteneva amici. 1990 - MANERBIO Gli allievi della scuola di pianoforte del maestro Angelo Ambrogio protagonisti del concerto nel Teatro Civico. Esecutori: Angela Rubagotti, Federico Truffi, Antonella Filippini, Nicola Brusinelli, Patrizia e Alberto Campari, Sebastiano Filippini, Luisa Antonioli, Giuseppe Mantovani, Angelo Piacentini, Chiara Vigna, Nicola Colossi, Rita Baiguera, Alberto Mazzola, Fabio Orizio, Stefano Trebeschi, Alessandro Zaila, Giulio Mazzola, Angela Mazzola. ATTENZIONE: domani il pesce d’aprile Pag. 9 MODI DI DIRE I verbi in Bresciano a cura di PVT AIUTARE (dial. AIDÀ – AIŒTÀ) Il verbo aiutare oltre al significato di andare incontro ai bisogni altrui voleva dire soprattutto farsi dare una mano da chi aveva la possibilità di farlo, in primis Dio, ma non di disdegnava neppure quella del diavolo o ci si affidava alle proprie forze. Tant’è che il proverbio più noto è EL SIGNUR EL DIS, AIDET CHE T’AIDERÒ (aiutati che il ciel t’aiuta), che vuol dire se vuoi che Dio o il cielo qual dir si voglia ci aiuti noi dobbiamo impegnarci al massimo delle nostre possibilità per riuscire nei nostri intenti. Ma nei proverbi c’è anche quello che dice EL DIAOL AIŒTA I SÒ (il diavolo aiuta i suoi) nel senso che spesso il premio principale spetta a chi meno lo merita essendo I SÒ DEL DIAOL i cosiddetti furbastri, imbroglioni o profittatori delle disgrazie altrui. Un altro proverbio dice AIDÀ LA BARCA (aiutare a barca) cioè dichiararsi pronti a sostenere le idee e i comportamenti di qualcuno ricevendo magari anche benefici. Ed infine CHI PŒL AIŒTÀS S’AIŒTE, (chi può aiutarsi si aiuti) espressione dal chiaro significato, cioè chi sa dove può trovare aiuto si dia da fare per ottenerlo per migliorare la propria situazione. ANDARE (dial. ANDÀ) Andare = spostarsi da un luogo ad un altro e le espressioni che contengono questo verbo non solo indicano il movimento ma anche il modo, lo stato d’animo e le varie “destinazioni” verso cui ci si muove. Infatti si va da ANDÀ A BELAZE SE VÀ DELÓNS andare piano si va lontano) e ANDÀ A ONSA A ONSA (avanzare oncia a oncia) essendo l’oncia un tratto brevissimo di spazio che vogliono dire che nella vita la prudenza è indispensabile onde evitare di ANDÀ EN MIZERIA, ANDÀ EN DE BALÛ, e più coloratamente ANDÀ COI COIÓ PER ARIA cioè fallire o andare in rovina, a ANDÀ A CAAL A LE BRAGHE (andare a cavallo dei pantaloni) cioè andare a piedi per ANDÀ DRÉ A LA STRADA VECIA (seguire la strada vecchia) più sicura perché conosciuta. Esistono espressioni in antitesi tra di loro come ANDÀ COL CŒR EN MÀ (andare col cuore in mano) cioè essere generosi con gli altri e ANDÀ A SANTA CATERINA DE LA ROŒDA (andare a Santa Caterina della Ruota) per definire l’azione di chi si approfitta della bontà altrui; ANDÀ COL CÓ BAS (andare a testa bassa) dimostra umiltà e tristezza mentre ANDÀ’N GAUDEAMUS cioè essere allegri e contenti. A volte nella vita capita di ANDÀ FÓRA DEL VADA O DE CÓ (andare fuori di testa, dare di matto) e ANDÀ A TRAERS (andare di traverso) non voleva dire solo fare il tragitto più breve ma anche la ricerca di compagnia femminile soprattutto in ambienti di malaffare. E quando si fa sera ANDÀ A POLÉR, A MAZÛ, A SLOFER cioè ci si ritira a dormire, a conclusione poi della nostra esistenza terrena ci tocca ANDÀ DÓ GHÈ I PIŒ TANCC (andare nel mondo dei più) come dicevano anche gli antichi latini IRE AD PLURES o più prosaicamente ANDÀ A PATRASSO e ANDÀ A ‘NGRASÀ I VERZ (concimare le verze). LAVORARE (dial. LAÛRÀ) È dalla cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden da parte del Padreterno che sulle spalle dell’uomo grava l’onere di guadagnarsi il pane quotidiano col sudare della fronte ed è per questo che nasce per l’uomo la necessità di lavorare, faticare, sudare, ecc. Si comincia col lavorare da soli cioè LAÛRA A SÒ CHŒNT per cui il guadagno è tutto di chi lavora in proprio al contrario di chi AL LAÛRA AL COMÙ o PER EL PAPA (lavora per il comune e per il Papa) cioè lavora e s’affatica per qualcun altro senza trarne beneficio mentre LAÛRA A FATURA (lavorare a fattura) significa che l’opera svolta da chi lavora viene giustamente remunerata. Tra i molti modi di lavorar c’è il LAÛRÀ A SBŒGG (lavorare di getto) tipico di chi sta a lungo ad oziare per poi voler far tutto il lavoro in un attimo magari correndo il rischio di sbagliare qualche cosa e doverla rifare anche se, come si dice FÀ E DESFÀ L’È TŒT LAÛRÀ (fare e disfare è tutto lavorare). Un altro modo di lavorare è quello figurato di LAÛRÀ SOT AQUA (lavorare sott’acqua) per cui una persona si dedica alla ricerca di benefici intessendo trame e agendo in modo da non farsi notare mentre un modo realistico di lavorare è quello LAÛRÀ DE SCHIENA (lavorare di schiena) cioè mettere il massimo impegno nello svolgere il proprio dovere anche se questo impegno non sempre è tenuto nella giusta considerazione dato che CHI LAÛRA GA ŒNA CAMIZA E CHI NO LAÛRA GHE N’A DÒ (chi lavora ha una camicia e chi non lavora ne ha due) nel senso che a volte nella vita il merito viene dato a chi meno lo merita. Pag. 10 Pianura Manerbio La Marzo 2009 Il Dottor Aurelio Tenchini Spirito critico volle fare un viaggio nella Russia del “paradiso sovietico”. Si rese conto dell’imbroglio “della dittatura del proletariato” e tornò deluso. Scelse altre strade per dare un contributo alla comunità accettando la candidatura al consiglio comunale del quale fece parte. Fu esperienza che lo portò a partecipare dei pochi pregi e dei molti difetti della politica di quel tempo, già allora coinvolta in interessi personali e particolari. A settantacinque anni, l’età della pensione, si è ritirato dalla professione. Al suo fianco stanno la moglie Jacqueline e la figlia Annunciata che sulle orme del padre ha scelto di fare il medico specializzandosi in malattie infettive e tropicali. Elio, da pensionato, si dedica alla lettura. Discute di cultura e filosofia con vecchi amici tra i quali i religiosi padri della Pace che ha curato, come medico, e con i quali ama intrattenersi su questioni di fede e religiosità. A novant’anni i suoi interessi sono molteplici, arte compresa. Per il suo giardino ha voluto recuperare la scultura di Michele Boninsegna, una figura di una donna in preghiera che vegliava nella cappella di nobile famiglia per sottrarre l’opera al degrado. Nel 1994, passati due anni dalla pensione, suoi ex mutuati vollero esprimergli riconoscenza. Gli donarono una targa con la scritta “Grazie dutùr” definendolo “il medico dei poveri”. Bastò per gratificarlo dell’impegno di tutta una vita. Aurelio Tenchini, medico d’altri tempi con attenzione al progresso ed all’innovazione. Nato il 28 febbraio 1919, s’era laureato nel periodo in cui ai giovani poco, o nulla, era concesso alla libertà d’espressione. Credere, obbedire, combattere era il motto del regime per cui parlare e discutere della condizione politica del Paese costituiva un rischio perfino in famiglia o con qualche amico ritenuto fidatissimo. Aurelio Tenchini, aveva in grande considerazione la condizione degli altri, dei cosiddetti “meno abbienti” (brutta perifrasi per definire chi, per varie traversie della vita, era privo di mezzi propri per sé e la famiglia). Aveva iniziato la sua carriera di medico mentre la battaglia infuriava, le comunità erano dissestate da contrapposizioni politiche insanabili. C’era la guerra, proclamata in un afoso pomeriggio di giugno con roboante discorso del duce, diffuso via radio anche a Manerbio da due altoparlanti rivolti verso la piazza, gremita, sistemati sul balcone di palazzo Ghirardi. Il neo dottore deve avere ascoltato quell’intervento dalla sua casa, di fronte alla parrocchiale, nella quale aveva aperto il suo primo ambulatorio, accessibile a chiunque, senza chiedere cartellino della mutua od altro documento sanitario. “Elio”, così confidenzialmente definito, era stato risparmiato al servizio militare per gracile costituzione fisica, ed allargò la cerchia degli utenti. Si trovò nella condizione di soccorrere e curare persone ritenute fuori legge secondo le ferree norme di quel periodo. Era tenuto osservato da militari della repubblica di Salò (1943-45) e tedeschi. Gli spioni non mancavano nemmeno allora e per il medico i rischi erano molti. “Mi salvò – ricorda - un ufficiale tedesco al quale Luigia Farina di Cigole, conosciuta in casa del dott. Aldo Casari raccontò che avevo problemi svolgendo la mia professio- ne. Egli intervenne e da allora più nessuno interferì nella mia attività”. Finita la guerra cercò notizie di quell’ufficiale che però non riuscì a rintracciare. “Avrei voluto ringraziarlo”. Aveva alto il senso della riconoscenza. Proseguì la sua attività rivolta alla cura di chiunque avesse a chiedere qualcosa per la propria salute, attento alle innovazioni ed alla nuova medicina. Fu aiuto volontario all’ospedale dopo essere stato medico per un paio d’anni ad Offlaga. Si considerava in servizio effettivo permanente, nell’arco dell’intera giornata. Faceva la spola tra l’ambulatorio ed i suoi ammalati andandoli a trovare in casa, com’era sua consuetudine, poiché rifiutava il ruolo di scrivano di ricette che col passare degli anni si andavano assumendo molti suoi colleghi. Non era, il medico Elio Tenchini, cultore della medicina d’antan quella che curava ogni malanno, dal mal di testa all’inappetenza, con l’olio di ricino che gli spagnoli definivano “higuera infernal” (fico infernale) per via del sapore nauseabondo. Si dava l’olio di ricino alle partorienti alla stessa maniera con la quale l’unguento era destinato alla macchina da cucire. Era olio per quattro stagioni come l’olio di fegato di merluzzo, suo compagno di schifezza, somministrato a cucchiai prima del pranzo ai ragazzi in età puberale oppure sospetti di esaurimento od impegnati negli esami. Elio riceveva nel suo ambulatorio, in un primo tempo organizzato nella sua casa di fronte alla parrocchiale San Lorenzo, poi trasferito al Ricovero vecchi, infine stabilito nella sua nuova casa costruita fra le prime sorte in via Cremona che i vicini, per la sua apparenza politica, definivano il Cremlino di Manerbio. Ma fu politica che Aurelio Tenchini abbandonò ben presto. Tambalotti L’ANC segnala la truffa È di Mario Tambalotti la cartolina del centenario della ferrovia Brescia-Olmeneta, erroneamente attribuita a Massimo d’Aloia nel numero precedente. Richieste di denaro a nome dei carabinieri. Accade a Manerbio dove il presidente della locale sezione dell’Anc, Antonio Anni, ha denunciato ai colleghi in divisa che artigiani e commercianti sono assillati da telefonate con richiesta di contributi. Al luogotenente Giuseppe Taietti, Anni ha riferito che dal 9 febbraio arrivano nella case e nella aziende telefonate di individui che si spacciano per tesserati al sodalizio dei carabinieri in congedo proponendo la sottoscrizione ad abbonamenti di pubblicazioni “fantomatiche” o chiedendo contributi a sostegno dell’organizzazione. “È una bugia” commenta Anni aggiungendo: “Ritengo simili telefonate opera di imbroglioni che si qualificano per nostri associati o nostri rappresentanti col solo scopo di ottenere versamenti che certamente finiscono nelle tasche di qualche malfattore”. Simili telefonate non vanno prese in considerazione e coloro che le ricevono, con la richiesta di contributi ad iniziative od a sottoscrivere abbonamenti a pubblicazioni che fanno riferimento, solo di nome e non di fatto, all’Arma dei carabinieri o ad altre forze di polizia, le respingano senza pensarci un attimo. Ci scusiamo con l’autore e con i lettori. Manerbiesi eccellenti segue da pag. 1 Dottor Meletti ha degli hobby? Appena posso, in particolare nei mesi estivi, trascorro il fine settimana in montagna, vicino a Ponte di Legno effettuando anche delle escursioni, in compagnia di amici, sulle vette della zona e tra i boschi delle nostre montagne. Mi piace molto ammirare l’orizzonte e le cime delle Alpi che si stagliano nel cielo azzurro o tra le nuvole. In inverno pratico lo sci di fondo. Sono da poco reduce dalla “Ciaspolada al chiaro di luna” che si tiene tutti gli anni a Vezza d’Oglio, in alta Val Camonica. Considerata la sua notevole esperienza in tema di finanza pubblica cosa ne pensa rispetto a quanto riportato, più volte, della stampa locale, della pesante situazione debitoria del Comune di Manerbio? Premetto che le mie parole non intendono esprimere giudizi sulle persone ma solo fare delle considerazioni sulle possibili criticità relative al fatto che il Comune di Manerbio ha già contratto mutui per oltre 23 milioni di euro che sono il massimo consentito dalle norme in vigore. Tale quantità di debiti è stata contratta in anni di relativo benessere ma in tempi di grave crisi finanziaria ed economica sarà un fardello che diventerà sempre più pesante per i cittadini in relazione al venir meno delle entrate comunali che si ridurranno a causa del minor reddito dei Manerbiesi. Il buon padre di famiglia opera con prudenza risparmiando nei momenti buoni per avere una qualche disponibilità da impegnare nei periodi difficili. Editoriale segue da pag. 1 variante alla statale, ci sono scelte che ci sorprendono. Ad esempio è prevista una media struttura di vendita di 2.500 metri quadri. Altro esempio, è possibile aprire pubblici esercizi purché di superficie non superiore ai 300 metri quadri. In altre parole è previsto un nuovo centro commerciale. Ma non era il comune di Manerbio che si batteva leoninamente contro gli altri comuni per il proliferare dei centri commerciali? Che sia l’ennesimo caso per il quale a fronte di nobili parole ci sia chi razzola male? Pianura Offlaga La Marzo 2009 Pag. 11 Banda musicale: passione ed impegno educativo “La musica nel cuore”, si può sintetizzare così, parafrasando il titolo di un recentissimo film, la passione per le sette note che nel 2006 portò un gruppo di persone a dare vita alla Civica scuola e Banda musicale “Benedetto Vinaccesi” di Offlaga. Certo il creare dal nulla una realtà tanto complessa ha significato per gli otto soci fondatori, tra i quali figura anche il parroco don Sergio Mariotti, una sfida impegnativa che prosegue ancora oggi tra le mille difficoltà economiche ed organizzative con le quali i responsabili dell’Associazione devono confrontarsi quotidianamente; una sfida che tuttavia è almeno in parte già stata vinta dal momento che la scuola è arrivata al terzo anno di attività e conta la presenza di 31 ragazzi e di sei adulti tra secondo e terzo anno ai quali devono aggiungersi i 4 studenti del primo anno. Oltre all’indispensabile amore per la musica la nascita della banda civica offlaghese, che ha la sua sede a Palazzo Pontoglio di Cignano, è stata possibile grazie ad un progetto lanciato dalla Yamaha, nota casa produttrice di strumenti musicali, che offrì l’opportunità di avere l’immediata disponibilità degli strumenti, concessi in comodato e riscattabili alla fine del terzo anno di corso. Così è stato e ad ogni iscritto alla scuola è stato affidato uno strumento che a conclusione dei tre anni diventerà di sua proprietà; uniche condizioni richieste: il pagamento di una più che modesta quota annuale e la sottoscrizione di una sorta di “contratto morale” tra studenti e scuola, in base al quale i primi, una volta terminato il triennio e diventati proprietari dello strumento, si impegnano qualora esso resti inutilizzato a metterlo a disposizione della banda. Al di là del desiderio di dotare il comune di una banda musicale e di collaborare con le istituzioni nonché con le diverse agenzie educative presenti sul territorio al fine di migliorare la realtà culturale appare evidente che nell’intento dei fondatori sia considerata fondamentale una particolare attenzione ai giovani come spiega la prof. ssa Antonietta Biazzi, uno dei fondatori e anima della banda Vinaccesi”: “Visto l’alto valore educativo della musica, desideriamo offrire ai ragazzi, oltre alla pratica degli strumenti, la possibilità di un impegno personale e collettivo, un’alternativa di scelta tra tante proposte, così che il tempo libero risulti un momento costruttivo e di crescita individuale e sociale.” Seppure molto lavoro resti ancora da fare per ampliare il repertorio, i componenti della banda civica già da tempo sono impegnati in piccoli concerti in occasione di particolari ricorrenze o festività: molto apprezzate le esibizioni in occasione della festa del patrono S.Imerio, della “Giornata dell’ammalato”, del IV novembre e per l’inaugurazione della nuova sede della biblioteca comunale. Ma la “Banda Vinaccesi” si è cimentata anche in interventi musicali per così dire “fuori porta”: a Nave, Bovezzo, Bagnolo Mella, sino alla più recente ed impegnativa trasferta a Cortona (Arezzo) del 21 febbraio scorso in occasione della rassegna nazionale delle Bande. Tre i maestri a disposizione degli allievi il prof. Italo Feroldi per le ance (sax e clarinetti) che è anche direttore della banda, il prof. Gian Battista Gregorio per gli ottoni e il prof. Andrea Petrogalli per i flauti. Insomma, gli elementi per dare vita ad una realtà di buon livello ci sono davvero tutti: professionalità, entusiasmo e passione; d’altro canto l’appoggio delle istituzioni locali non manca e certo l’affetto dei cittadini è stato più volte palesato. Non resta dunque che continuare a lavorare per crescere insieme Donne straniere: al via il corso di alfabetizzazione Arriva la copertura ADSL Negli ultimi anni il numero delle famiglie straniere presenti sul territorio offlaghese è aumentato in maniera esponenziale; se il capofamiglia per esigenze di lavoro è in grado di districarsi con la lingua italiana, spesso le donne, abituate a trascorrere gran parte del loro tempo tra le mura domestiche, hanno decisamente minori opportunità di apprendere la lingua autoctona. Una carenza questa che si trasforma in vero è proprio limite quando le madri di famiglia devono seguire i figli nelle attività scolastiche, richiedere informazioni o relazionarsi con enti ed istituzioni. Insomma, appare impensabile oggi se il desiderio è quello di arrivare ad una perfetta integrazione, restare all’oscuro della lingua del paese in cui si è deciso di vivere. Proprio per migliorare la qualità di vita degli stranieri residenti sul territorio bresciano il Consorzio Studi e Servizi per l’immigrazione di Brescia con il Distretto socio Sanitario 9 – Brescia Ovest con l’appoggio della Cassa Padana ha chiesto la collaborazione della scuola elementare “Aldo Moro” di Offlaga al fine di attivare un corso di alfabetizzazione per donne straniere. La sensibilità e preparazione delle insegnanti e la disponibilità dell’Amministrazione comunale nel fornire una sede per le lezioni hanno fatto il resto. Conto alla rovescia per l’arrivo ad Offlaga della copertura ADSL. È proprio il caso di dire “finalmente” perché privati cittadini e titolari d’impresa sono davvero stanchi di confrontarsi quotidianamente con la lentezza di un collegamento alla rete in grado di far perdere la pazienza anche al mitico Giobbe. Senza contare l’effettiva impossibilità di inviare documenti “pesanti” contenenti foto, video o archivi, ordinaria amministrazione per chi gestisce un’attività come del resto per chiunque oggi utilizzi internet considerandolo veloce e agevole strumento di comunicazione, informazione e svago o ancora più semplicemente desideri effettuare operazioni bancarie o acquisti comodamente seduto in poltrona. Insomma la necessità di collegamenti veloci, siano essi per lavoro o per diletto, non poteva più essere ignorata. Per questo l’Amministrazione offlaghese sin dal suo insediamento ha cercato di attivare tutti i canali conosciuti per strappare alla Telecom un impegno definito. Ora la certezza c’è. A testimoniarlo la lettera che il gennaio scorso la società telefonica ha indirizzato al sindaco nella quale si informava che “… sulla base delle analisi di fattibilità e redditività, la centrale di Cignano è ricompresa nella programmazione degli interventi Dal 3 marzo a Palazzo Pontoglio (ex scuola elementare) di Cignano prende il via il “Corso di italiano di base per donne straniere”. Le lezioni proseguiranno sino al prossimo 26 maggio, ogni martedì e mercoledì dalle 9,30 alle 11,30; le partecipanti avranno l’opportunità di apprendere le nozioni di italiano necessarie ad affrontare le indispensabili relazioni quotidiane. Inoltre è stato predisposto un servizio di trasporto da e per la sede del corso disponibile per le donne che risiedono a Faverzano e nel capoluogo. Per iscriversi o per ricevere ulteriori informazioni è possibile telefonare allo 030 224426. L’iniziativa rientra tra le proposte del progetto sovradistrettuale SISTIM realizzato dal CSSI di Brescia, rivolto a tutti i distretti dell’ASL della nostra provincia e finanziato dalla legge 40 del 1998 relativa alla disciplina dell’immigrazione ed alle norme sulla condizione dello straniero. Il progetto ha come obiettivi: l’elaborazione di strategie volte al contenimento dell’abbandono scolastico dei minori immigrati, la realizzazione di percorsi di politiche giovanili utili a tutti gli enti locali dei distretti oltre all’organizzazione di corsi ed iniziative interculturali. finalizzati all’estensione della copertura ADSL e che pertanto si prevede l’attivazione dei servizi entro il primo semestre 2009….” Da parte sua, l’Amministrazione offlaghese sul piatto della bilancia ha posto la propria disponibilità a sostenere i costi degli scavi, della riasfaltatura e di tutti gli interventi necessari per la posa dei cavi e degli impianti indispensabili per rendere operativa la piccola centrale di Cignano, per questo in bilancio sono stati previsti 20 mila euro destinati all’intervento in questione. Un piccolo ma significativo investimento per accelerare l’attivazione di un servizio ormai irrinunciabile per molti e che altrimenti sarebbe arrivato solo tra qualche anno. A fugare ogni dubbio sulla veridicità della notizia, e soprattutto sui tempi di attivazione, ci sono: i sopralluoghi dei tecnici Telecom effettuati nelle scorse settimane e l’inizio degli scavi. La Telecom si è già impegnata a riservare 900 allacci per l’utenza di Offlaga e frazioni. Tempo di novità per i cittadinii offlaghesi ed in particolare per quelli della frazione di Cignano dove, grazie ad un accordo tra Amministrazione e Cassa Padana, che è anche Tesoreria comunale, verrà presto attivato uno sportello bancomat. Pag. 12 Pianura Pontevico La Marzo 2009 Opere di assistenza e beneficenza a Pontevico Un nuovo libro sulla storia degli istituti di assistenza e di beneficenza di Pontevico è stato licenziato nei mesi scorsi. L’autore è don Giuseppe Fusari, illustre storico della borgata bassaiola. Questo libro si aggiunge agli altri precedenti e forma un corpus di notevole spessore. Dalla introduzione dell’editore si comprende l’importanza ed il rilievo sociale che ha avuto nel corso dei secoli l’azione di pontevichesi illuminati e permeati dallo spirito cristiano. “Se l’importanza di Pontevico, misurata in base alla popolazione, è diminuita in relazione al contesto generale, la popolosità e l’importanza dei secoli passati si sono però mantenute negli enti benefici. Anche non più esistenti o trasformatesi nell’arco dei tempi, da un lato riflettono un caso tipico di cittadina rurale quale storia esemplare di istituti nati per impulso della pietas religiosa nel Medioevo, intorno alle pievi, e sviluppatesi grandemente fra Cinquecento e Seicento con le scuole e confraternite, che, accanto ai compiti religiosi, si prefiggevano scopi assistenziali a favore dei propri con- fratelli e di tutta la popolazione, ricevendo lasciti e donazioni. Una forma di assistenza e beneficenza, nata dai lasciti di privati, che sopperivano alla mancanza di un qualsiasi intervento pubblico nel campo, non solo dell’assistenza sanitaria e anche nel campo dell’istruzione. Si tratta non di una semplice eredità consegnataci da conservare nei cassetti della memoria, ma di una realtà che ancor oggi è operante, e con connotazioni particolari che discendono direttamente dai precedenti avvenimenti storici. Fino alla fine del Settecento la storia di queste istituzioni è analoga a quella dei più importanti centri della Bassa fino a quando, con la fine della Repubblica di Venezia, nel 1797, nel cui ambito rientrava tutto il territorio bresciano, sopraggiungeva la ventata napoleonica che, insieme alle soppressioni degli ordini religiosi, investe la Chiesa e le istituzioni di beneficenza e assistenza, trasformando radicalmente gli istituti voluti dalla Chiesa e dalla pietà e carità private. La stessa amministrazione delle parrocchie viene controllata dallo Stato tramite l’istituzione delle fabbricerie, e gli enti benefici vengono pubblicizzati e inglobati nella Congregazione di Carità. Durante l’Ottocento il quadro legislativo non cambiò sostanzialmente nonostante la “restaurazione” austriaca, con la sola differenza di un minore preconcetto livore nei confronti della Chiesa, mentre il governo unitario sabaudo, nella seconda metà dell’Ottocento riprese, anche se con la bandiera del motto cavouriano della “libera Chiesa in libero Stato” la politica delle soppressioni prima (Leggi Siccardi del 1866) e quindi, un ulteriore conglobamento di forzato degli enti benefici nell’ente pubblico delle “Opere Pie”, con le leggi Crispi del 1890, che regolamentarono il funzionamento di questi enti”. Il carnevale a Pontevico Un pomeriggio di gran baldoria. E non poteva essere diversamente per questo Carnevale 2009 alla venticinquesima edizione, grazie all’impegno del Centro Parrocchiale, al contributo del Comune e di aziende locali per cui ai ragazzini è stato possibile distribuire a piene mani dolci tipici di questo periodo, bevande analcoliche e oggetti ricordo. Per tutti i partecipanti un premio, ma riconoscimenti particolari ai migliori. Per la categoria dei carri, il riconoscimento principale è andato, per decisione della giuria, all’allegoria “Mondo di ghiacci”, un igloo issato sul carro contornato da pinguini sempre pronti a riversare sul pubblico batuffoli di cotone intesi come palle di neve, unitamente a coriandoli in quantità esagerata. La realizzazione si deve ai “Tira mola tambala” gruppo di Pontevico. A seguire: “Il regno del tritone” della Compagnia del Borgo; “Baby gang, bang!” del gruppo delle aquile; “Maschere e artisti di strada” del gruppo di Chiesuola; “25° gran galà del carmeàl” dell’Istituto Cremonesi. Tra i gruppi premiati i “Vichinghi” in abbigliamento di ottima fattura, vivacissimi nell’ambito del corteo, cordialissimi con gli spettatori coinvolti nella baldoria. Il corteo è stato aperto dalla fanfara di Montichiari, che ha eseguito le musiche caratteristiche con lunga sosta all’ingresso dell’Istituto Cremonesi in omaggio alle ospiti ed al personale addetto. In lunga teoria la sfilata si è dipanata sul percorso delle strade del centro paese controllate da carabinieri e polizia locale impegnatissimi a far defluire il pubblico verso la piazza Mazzini per il concentramento finale, regolamentare il transito di veicoli ed ad incanalare il traffico su strade interne all’abitato. Tanti bimbi nella ressa, ragazzini scatenati incuranti dell’invito a non usare bombolette ed a non imbrattare vetrine ed automobili. Divieto ignorato tanto che alla fine è risultato presa d’assalto da bombolette spray proprio il veicolo della polizia municipale che segnalava la presenza della pattuglia sul lato della piazza verso la Statale. Come a ribadire che di “carnevale ogni scherzo vale”. Soddisfatti gli organizzatori del comitato che faceva capo al curato dell’oratorio don Simone Ziliani, col contributo di Daniela Agosti, Uberto Zani e Franco Melati ai quali è andata un’abbondante razione d’applausi dal folto pubblico in piazza e per le strade. Questo è stato il Carnevale 2009 a Pontevico, mentre altre iniziative, pur ridimensionate, hanno avuto successo nei paesi della Bassa. A Manerbio ci si è accontetati di un paio di gonfiabili nella piazza del municipio; a Verolanuova la sfilata è stata organizzata dall’oratorio; a Cigole intere famiglie han portato i loro bambini per farli partecipi delle iniziative dell’Oratorio. Ovunque, insomma, per dimostrare come, almeno per un giorno, si mandano al diavolo crisi e recessione. “VUOI CONTROLLARE SERIAMENTE IL TUO PESO? CHIAMA E RICEVERAI CONSULENZA E ASSISTENZA PERSONALIZZATA GRATUITA. per appuntamento 3336969022” “VUOI UN GUADAGNO EXTRA? CHIAMA 3471151188 NO PERDITEMPO” Pianura Sport La Marzo 2009 Poesia e pittura per San Faustino La sezione primavera dell’asilo di Cigole Alla Fondazione Civiltà Bresciana, in vicolo san Giuseppe 5, la sesta edizione del “Fögarì”, concorso di poesia dialettale “Premio Santi Faustino e Giovita” abbinato al concorso di pittura. Vi hanno partecipato trentacinque poeti, autori che viaggiano per lo più verso la settantina, se non l’hanno già varcata. Quasi tutti hanno svicolato sulla fiera, lo spettacolo delle bancarelle, il proverbiale passaggio dell’ultimo mercante di neve, i palloncini che svolazzano in cielo, i richiami del “tirapicio” e dei “biligòcc”. In tre poeti al vertice della classifica: Alberto Zacchi di Flero con “Stì mia a sercàm”, (premio del Vescovo di Brescia) drammatico apologo in cui l’aggressività dell’uomo d’oggi riconosce la sua salvezza nelle braccia della Croce; Angelo Vezzoli di Urago d’Oglio con “La fera misa”, (premio dell’Ateneo di Brescia) sintesi di immagini e sentimenti nel trepido gocciolare di un ritornello; Mary Chiarini Savoldi di Ghedi con “Ècia Bressa”, evocazione affettuosa della festa dominata da quel simbolo che è il gallo della basilica. Le poesie premiate sono state recitate, nella sala gremita di pubblico, dalla Compagnia del Ventaglio (interpreti Sergio Isonni, Adriana Lupatelli e Lella Viola) diretta da Costanzo Gatta, con l’accompagnamento musicale del giovane chitarrista Emanuele Devincenti. Trentuno i partecipanti al concorso di pittura, per lo più giovani promesse in un campo fertile di creatività in tendenze e sperimentazioni. La sezione Primavera è una sezione integrativa della scuola dell’Infanzia. Accoglie bambini con un’età compresa fra i 24 ed i 36 mesi in un contesto pedagogico innovativo ed attento alle esigenze delle famiglie. Proprio la ristretta fascia d’età dei bambini accolti consente infatti un mirato intervento a quelle che sono le loro esigenze facilitandone l’inserimento successivo alla scuola dell’infanzia vera e propria. (a differenza del nido nel quale si trovano fasce di età piu’ ampie e con problematiche del tutto diverse fra loro). Elementi qualificanti del servizio sono: - Attività ludico-creative - Attività percettivo sensoriale - Attività creativo - materiche - Attività di socializzazione - Attività di promozione allo sviluppo - Autonomia personale Il piano formativo prevede un progetto di inserimento ed accoglienza, un progetto di continuità con la scuola dell’infanzia ed un laboratorio di psicomotricità con l’esperto. I locali che accolgono la scuola sono stati recentemente ristrutturati, sono colorati ed allegri. I bambini hanno un’area dedicata al gioco, una dedicata alle attività ed un area dedicata al riposo. L’Asilo dispone di un ampio giardino. La nostra è una piccola realtà e proprio per Premiate le opere: “I due pani” di Guido Omodei di Palazzolo, (premio Vittoria Alata del Sindaco di Brescia), chiaro emblema della transustanziazione; “Finestra sulla fiera” di Tiziana Cherubini di Brescia, (medaglia d’oro del presidente della Provincia di Brescia) una panoramica centrata e spaziata nelle risonanze tonali; “La chiamata” di Giovan Battista Mondini di Orzinuovi, (premio della parrocchia Santi Faustino e Giovita) ieratica celebrazione dei due guerrieri del Roverotto; “Meditazione e preghiera” di Elena Uboldi di Travagliato, umano ossequio della fede al martirio. Altre presentate sono state di: Gigi Silini, Roberta Possi, Piero Agnetti, Patrizia Conti, Miriam Rimon, Mario Castellano, Giuseppe Merigo, Barbara Castagnetti, Luciana Gallina, Giuseppe William Vezzoli. lunedì 16 febbraio La giuria era composta da: Luciano Anelli, Maurizio Bernardelli Curuz, Giovanni Bonfadini, Costanzo Gatta, Piero Gibellini, Vittorio Soregaroli, Leonardo Urbinati e Giannetto Valzelli. Alla cerimonia di distribuzione dei premi presenti il vescovo Luciano Monari, l’assessore del Comune, Paola Vilardi, il presidente della Circoscrizione Centro Flavio Bonardi. Pag. 13 questo può offrire un servizio mirato ad ogni bambino ed alla sua famiglia, con la quale, vista l’età dei piccoli, c’è un rapporto costante. Il servizio offerto inoltre ha un costo minore rispetto ad un normale asilo nido. La sezione primavera è sì una risposta innovativa, UNICA NELLA BASSA BRESCIANA, alle esigenze sempre maggiori di tante famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, ma non solo. Nelle nostre zone i bambini così piccoli vengono inseriti in un contesto scolastico solo in caso di bisogno (solo se non ci sono nonni o parenti che se ne possano prendere cura e solo se la mamma lavora). Inserire un bambino in una realtà creata su misura per lui, dove può interagire con i suoi coetanei invece, lo rende autonomo e lo aiuta ad affrontare poi la scuola dell’infanzia con più serenità. La sezione primavera, proprio per la sua struttura, risponde alle esigenze che ogni bambino a questa età presenta e che possono non trovare sempre risposta in altri ambienti… Pag. 14 Pianura Territorio La Far West LA DROGA VIAGGIA IN AUSTOSTRADA All’uscita della A21, al casello di Manerbio gli uomini della Finanza con un’unità cinofila e con agenti della Stradale hanno sequestrato cocaina ed hashish, pasticche di ecstasy: quattro giovani provenienti da Cuneo a bordo di un’auto e diretti ad una manifestazione nella Bassa sono stati denunciati per possesso di stupefacenti. FRANCOBOLLI CON LSD Sulla statale lenese il Radiomobile dei carabinieri della compagnia di Verolanuova ha deuniciato, in stato di libertà, tre ragazzi che, fermati a bordo di un’auto, avevano 20 francobolli con Lsd e 20 grammi di anfetamina. Gran lavoro anche per gli agenti della polizia ferroviaria che hanno rafforzato i controlli sia alla stazione di Brescia, dove era stato predisposto un servizio navetta organizzato dal Florida, sia alla stazione di Ghedi per il raduno. All’arrivo di una navetta alla discoteca, grazie al fiuto di un cane, una ragazza di 19 anni ha dovuto consegnare alle forze dell’ordine una dose. È stata segnalata in prefettura. LA POLIZIA CONTROLLA LA BASSA Personale della Questura, con il supporto di pattuglie della Polizia stradale, ha attivato un’attività due volte alla settimana che rientra nella pianificazione degli interventi in provincia, disposti dal questore. Gli interventi consistono in sopralluoghi in un bar-sala giochi. A Manerbio, sono stati identificati i clienti. Nella zona di Verolanuova sono state fermate numerose vetture ed effettuati controlli nel parcheggio di un supermercato e in zone di minore passaggio. Altre pattuglie sono state impegnate nei pressi di Leno, sulla Statale 668. Sono state alcune centinaia le persone identificate e numerose autovetture sono state Marzo 2009 SPIGOLATURE Al volo sottoposte a controllo. CLANDESTINI IN PIANURA In quarantotto ore di controllo i carabinieri delle stazioni dipendenti dalla compagnia di Verolanuova hanno effettuato undici arresti e denunciato 30 persone a piede libero. Un marocchino di 32 anni e un kossovaro di 25 dono stati arrestati dai carabinieri della stazione di Orzinuovi per violazione della Bossi-Fini. Quelli di Pontevico hanno arrestato un albanese di 22 anni e un egiziano di 30, già colpito da ordine di espulsione del questore, mentre un nigeriano di 28 anni, clandestino, è stato arrestato dai carabinieri di Ghedi. In manette per violazione della Bossi-Fini anche un moldavo di 34 anni arrestato dai carabinieri della stazione di Bagnolo Mella. Un indiano di 43 anni è stato arrestato dai carabinieri di Pralboino, un indiano di 25 anni è stato ammanettato per violazione della Bossi-Fini dai carabinieri di Dello. La stazione dei carabinieri di Gambara ha arrestato, sempre per violazione della legge sull’immigrazione, il cittadino marocchino Said El Melouani di 35 anni, rintracciato a Gottolengo mentre percorreva le vie del paese. Era colpito da una ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’operazione antidroga “Alex”. Benchè colpito da un provvedimento espulsivo del 27 ottobre scorso a Vicenza, il marocchino si è rifugiato sul territorio bresciano. I carabinieri di Leno hanno scoperto un laboratorio clandestino in via Viganovo gestito da X.L. 38enne cinese ed hanno trovato impegnati al lavoro quattro cittadini cinesi clandestini. Uno di loro, un 31enne, è stato arrestato per inosservanza dell’ordine di espulsione emesso dal questore. Il titolare del laboratorio è stato denunciato per sfruttamento di manodopera clandestina, la struttura è stata sequestrata. LA BENEDIZIONE DI W “A chi verrà dopo voglio dire che per me vale un principio… non posso dire: non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te… posso dire: non farò agli altri quello che è stato fatto a me”. Così, nel corso di una lunga conferenza stampa in cui però non sono ammesse domande, Walter Veltroni parla delle sue dimissioni. E benedice con calore, sia pure implicitamente, l’ipotesi di affidare al vicesegretario Dario Franceschini la reggenza del Pd (fino al congresso di ottobre). Seduti in prima fila ci sono Walter Verini, Massimo Calearo, Marianna Madia, Achille Serra, Paola Concia. In piedi, poco distanti, il capogruppo Antonello Soru e Pina Picierno, entrambi con le lacrime agli occhi. Come Piero Fassino, che alcuni hanno visto commuoversi dall’altra parte della sala. Altri sono più freddi, come Pier Luigi Bersani, in piedi a destra del palco da cui parla Veltroni, con l’aria di chi lo tiene d’occhio. Altri, semplicemente, non ci sono. Come Massimo D’Alema e Francesco Rutelli. IL VEDOVO DI MATRIX Ci mancherà Mentana? Il tempo dirà se il conduttore di Matrix dimessosi da Canale 5, è difeso dalle sole solidarietà pelose del centrosinistra. L’augurio, per lui, è che non distruggano la sua brillante carriera, costruita da uno di sinistra che ha capito da tempo, come ci si doveva comportare. Che i giornalisti Mediaset siano prevalentemente di sinistra è un dato di fatto, che siano liberi di esprimersi altrettanto. Dopo la sua uscita, ci sarà il nulla sull’Italia, di chi si parlerà, di Scalfaro, di Walter. di Fassino, di Dalema, del trattorista, di Fini, di Bassolino, della cocorita Iervolino, della passionaria Finocchiaro, di Rosy Bindi, della Turco, Orlando, Bertinotti, Giordano, Ferrero, cozzamara-bye frank-pinkopallino? Stiamo a vedere, curiosi come siamo, tutti invaghiti del Grande Fratello o di altre minchiate del genere che fanno il pari con la macchina della verità ed altre facezie propinate dal piccolo schermo. PENTIMENTI A POSTERIORI I comunisti, disse una volta Armando Cossutta, “non hanno nulla di cui vergognarsi”. Invece…Non sappiamo se Luciano Violante si vergogni o meno di essere stato comunista. Di certo, come ha scritto sul Riformista, ha ammesso l’errore per quell’appartenenza “al Pci e alla rigorosa educazione politica” e a “quel complesso di valori civili e repubblicani” che fecero da humus per le foibe titine, la mattanza del triangolo rosso del Dopoguerra e per l’odio sociale che animò i cattivi maestri delle Brigate rosse, vecchie e nuove. La sua marcia di avvicinamento a destra era iniziata coi “ragazzi di Salò”, con quella riflessione invocata “sui vinti di ieri”. La scomposta reazione della sinistra fu affidata a un esperto: l’ex camicia nera pentita Giorgio Bocca. TRA REALTA’ E IPOTESI PD, partito demolito. Dal sogno soviet della rivoluzione proletaria al sogno americano obamiano, per finire con l’elevazione agli altari di Oscar Luigi Scalfaro....”moriremo democristiani”. Berlusconi sardo subito! OTTIME NOTIZIE La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima è che credono nella libertà di espressione. Risposta:” La buona notizia è che al mondo ci sono 5miliardi di credenti in Dio. Quella ottima è che sono tutti liberi di esprimersi!” Ora 5miliardi a poche milioni di atei è decisamente meglio di un 2 a 1 con fallo di mano e due rigori negati. Derby stravinto dai credenti...per non parlare poi degli atei devoti! PUNTI DI VISTA Queste due immagini così diverse in realtà sono entrambe dell’era moderna, ma esprimono un forte contrasto ideologico e temporale. L’una (Consorzio Agrario) rappresenta una grande conquista di quei tempi: la cassafor- te dell’oro della nostra terra, cioè la produzione cerealicola, il suo ammasso e la fonte del nuovo (sementi, fertilizzanti, ecc). Emana sicurezza, solidità, punto di arrivo e riferimento, garanzia. L’altra, anche esteticamente meno definita e inespressiva, esprime il concetto del tempio dei consumi, dei rapidi scambi, dell’effimero appariscente e del globalizzato. La prima richiama e ci fa intuire una campagna intorno amena e conservata nella sua identità, la seconda, con l’attuale aggiunta di intricate rotonde, ci propone uno dei tanti monotoni svincoli stradali che facilitano l’accesso nuovamente ad altri monotoni sistemi stradali, sopra e sottopassi per tangenziali ed autostrade…! Quanto suolo sprecato. Marzo 2009 Impresa Edile I.CD. SNC Pianura Libri La Pag. 15 Via Donatori del Sangue n. 14 Bassano Bresciano REALIZZA E VENDE PER INFORMAZIONI Tel. 030.9935144 – 3358201466 – 335.8133400 Nuovo villaggio con ville autonome di tipo signorile a San Gervasio chiavi in mano da Euro 185.000 Ville autonome monopiano e su due livelli, ampio giardino con possibilità piscina, pavimenti a scelta, serramenti laccati con vetri basso emissivo, riscaldamento a pavimento con caldaia a condensazione, cappotto esterno da cm. 6, sezionale elettrica, sanitari sospesi, idromassaggio, antifurto, certificazione energetica in Classe b A RICHIESTA PROGETTAZIONE PERSONALIZZATA DELLA VOSTRA VILLA Pag. 16 Pianura Manerbio La Marzo 2009 I Manerbiesi eccellenti di ieri: Felice Bonetto a cura di Giovan Battista Bisetti Felice Bonetto: chi era? La squadra Lancia alla “Carriera” ’53. Da sinistra: Taruffi, Bonetto, Castellotti, Fangio, Bracco Anagraficamente lo si rileva, purtroppo, dalla comunicazione di morte al comune di Manerbio. “Morte di Bonettto Felice fu Rodolfo e di Borra Rosa nato a Manerbio (Brescia) il 9 giugno 1903, corridore d’auto, coniugato, avvenuta il giorno 21 novembre 1953 nella città di Silao (Stato di Guanayuto) – Messico – a seguito di frattura del cranio riportata in accidente automobilistico.” Felice Bonetto era nato a Manerbio in quanto figlio del capostazione di quel tempo. Dal Giornale di Brescia del 22 novembre 1953 ricaviamo quanto segue. “…anche Felice Bonetto ha lasciato la sua vita a Silao, causa un altro tragico incidente che si aggiunge a quelli che già hanno abbondantemente insanguinato questa quarta edizione della «Carrera». Il fatale episodio nel quale ha trovato la morte Bonetto è avvenuto alle 9,10 locali mentre ill pilota attraversava a fortissima andatura il viale 5 Maggio della cittadina di Silao nello stato di Guanayuto a 38 Km da Leon. La macchina del corridore dal centro della strada ha sbandato bruscamente a destra urtando un lampione; per forza di inerzia è stata proiettata avanti per alcune decine di metri andando a fracassarsi contro un secondo lampione. Bonetto è deceduto sul colpo. Secondo quanto hanno riferito alcuni dirigenti della Croce Rossa, Bonetto ha riportato la frattura delle vertebre cervicali non appena la sua Lancia è andata ad investire in pieno il primo lampione, dopo essere rimbalzata attraverso la strada per cause non ancora pienamente accertata. Un particolare raccapricciante è stato fornito dai testimoni oculari: la salma del pilota italiano è rimasta per circa un’ora inchiodata al seggiolino di guida, prima che i medici potessero rimuoverla, dato che lungo la strada sfrecciavano continuamente le altre macchine. Si è voluto infatti evitare, una volta constatata la morte di Bonetto una eventuale ripetizione della tragedia della prima tappa della Carrera, quando una macchina investì in pieno un gruppo di persone che si erano raccolte intorno ad un’altra autovettura ferma per incidente, uccidendone sei, che con Stagnoli e Scotuzzi, fanno salire a nove le vittime di questa tragica corsa.” Non è facile raccontare cronologicamente le vicende sportive note ed ignote riferite a quegli anni dell’immediato dopoguerra, nei quali la dirompente forza della libertà moltiplicava e aggrovigliava automaticamente e cronologicamente ogni iniziativa e proposta: la stampa di destreggiava come poteva e comunque, in tal modo, si sono creati i “miti” del giornalismo sportivo (Vergani, De Martino, ecc) e dei campioni (Coppi, Bartali, ecc). Ma torniamo al nostro e riproduciamo un testo e una sintesi del suo curriculum seguito dal palmares dei risultati conseguiti, traendoli da libri e stampa coevi. “…un pilota temibile della CISITALIA, nettamente in ascesa, era poi Felice Bonetto (44 anni) di Manerbio, un piccolo centro della pianura bresciana. Bonetto aveva corso con scarsi risultati negli anni trenta, ma si era messo rapidamente in luce nell’immediato dopo guerra …… Pilota della CISIALIA nel 1948, della FERRARI nel 1949/50…, dell’ALFA ROMEO nel 1950/51…, nel 1952 e 1953 collaudatore e pilota della LANCIA. È necessario far risaltare come allora i piloti erano “globali”: meccanici, collaudatori, stradisti, di formula, per gare in salite, di montagna e nelle più diverse categorie (dai 750 cc ai 4000 cc ed oltre). 1947 vincitore di categoria nei circuiti di Vigevano, Asti e Firenze, terzo assoluto nel GP di Pescara. 1948 vince a Vercelli e a Mantova (formula due) e secondo a Bari e nell’Aosta-Gran San Bernardo (in salita), inoltre consegue un terzo posto nella categoria millecento nel GP di Berna. 1949/50 prevalentemente collaudatore, mancano notizie su partecipazioni a gare, non risultano vittorie nè piazzamenti in corse. 1951 terzo nel GP d’Italia a Monza, quarto nel GP d’Inghilterra, quinto nel GP di Spagna e sesto nella Mille Miglia. 1952/53 anni d’oro per le vittorie, in particolare nelle cosiddette “Temporade” argentine e brasiliane, vince la Targa Florio, è secondo nel GP di Monza e nel GP di Sicilia, vince il GP di Lisbona e la Bologna-Passo della Raticosa, terzo nella Mille Miglia al volante di una inedita Lancia, 2900 cc tipo D20 rimasta unica (vedi foto in basso a destra), quarto nei GP di Germania e Svizzera, quinto nel GP d’Italia e sesto nel GP di Inghilterra. Poi la tragica “Carrera Messicana” del novembre 1953 durante la quale morì nella seconda tappa mentre era al comando della gara, dopo aver vinto la prima tappa. È giusto ricordare che il giorno prima erano caduti altri due noti piloti bresciani: Stagnoli e Scotuzzi. Dopo quest’elenco, necessario, ma pur sempre arido, è bello raccontare un aneddoto che spiega i tempi e le caratteristiche anche sportive del mondo di allora dove coesistono gli ultimi lampi del futurismo (velocità, azzardo, follia, ecc.) e la indomita e indomabile voglia di lottare, arrivare, nonché dimenticare: su quelle basi concettuali iniziò l’ormai storico “boom economico”. Ecco come fu vinta la Targa Florio nel 1952. “La corsa siciliana si disputa sul Piccolo (!) circuito delle Madonie, un tracciato di 72 chilometri da percorrere otto volte. L’Osca di Cabianca parte fortissimo e rimane al comando della gara per i primi sei giri tallonata dalla B20 di Bonetto e dalla Frazer Nash di Cortese. Prima di iniziare la settima tornata, proprio sul celeberrimo rettilineo del Bonfornello Cabianca rompe un semiasse e si ferma. Bonetto lo raggiunge, ma mentre sta per superarlo resta senza benzina. Con un gesto di grande sportività il pilota della Osca gliene offre della sua e il lancista può ripartire. A pochi metri dal traguardo però, altro colpo di scena: Bonetto è di nuovo a secco. Scende allora dalla macchina e comincia a spingere, poi, a un tratto, si ricorda che il regolamento impone che la vettura deve tagliare il traguardo con il pilota al volate; Bonetto risale in macchina, innesta una marcia e con la spinta del motorino d’avviamento taglia il traguardo. Alcune immagini illustreranno e faranno ancor meglio quanto sinteticamente raccontato su un asso del volante non ricordato dal mondo sportivo che intendiamo, al di là della sua città di nascita, togliere dalla categoria dei grandi dimenticati.