Frati Minori dell`Emilia-Romagna Notiziario -1
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Frati Minori dell`Emilia-Romagna Notiziario -1
Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 1 Natale di Nostro Signore Gesù Cristo 2001 Sommario Auguri Natalizi 1 I - Ministro generale 2 II - Ministro prov. 3 Consiglio Plenario 5 COMPI 15 CISM 17 Vita della Provincia I - Definitorio 22 II - Giustizia e Pace 23 Note di Cronaca I - Ass. parroci 24 II - Ordinazione 24 III - L’OFS 24 gen. 25 Abbiamo vissuto 27 Un buon libro 28 Fraternitas nr. 71 Fraternitas sup. nr. 71 Notiziario Provincia di “CRISTO RE” Frati Minori dell’Emilia-Romagna (In copertina: “I Santi Martiri in Cina del 1900”, tempera su tavola di Lorenzo Ceregato, 2000) Auguri! all’interno la lettera natalizia del Ministro generale e del Ministro provinciale 2 - Notiziario Anno XXXIII - n.s. N. 68 - DICEMBRE 2001 Sped. in Abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 Filiale di Bologna - Stampato in proprio Reg. Trib. Bologna n. 6799 del 10.04.98 Periodicità mensile Dir. resp.: Fr. Giovanni Mascarucci Redattore: Fr. Marco Zanotti Frati Minori dell’Emilia-Romagna Fratelli e Sorelle, «Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama!» Per Francesco la pace è il dono più grande dello Spirito; e santa Chiara si avvia al suo ultimo "esodo" con un solenne saluto e augurio di pace: «Va' secura in pace [anima mia], perché averai bona scorta; però che Quello che te creò... te ha guardata come la madre lo suo figliolo piccolino» (Proc III, 20). Quante parole gentili, quanti auguri affettuosi sentiremo e scambieremo in questo tempo di Natale. Ma quanto è difficile la conquista della pace! Come è esigente accogliere ogni giorno nella nostra vita quotidiana il «fuoco» divorante, che «porta la divisione» (Lc 12, 49.51), quel fuoco che brucia ogni calcolo e compromesso accomodante. E tuttavia, finché questa pace evangelica non troverà la sua dimora in noi, non potremo essere costruttori e strumenti di pace. «Acquista la pace interiore e migliaia attorno a te troveranno la salvezza» (S. Serafino di Sarov). Accogliere il Cristo e seguirlo nella sua umiltà e povertà significa incamminarsi verso la riconciliazione con Dio, con sé stessi, con gli altri, con la creazione, con tutti gli esseri. Solo allora ci accorgeremo che il mondo non è diviso tra buoni e cattivi, tra violenti e pacifici: Dio, Padre di tutti noi, che «fa sorgere il suo sole sopra i cattivi e sopra i buoni e manda la pioggia sopra i giusti e gli ingiusti» (Mt 5,45), non ha figli degni di Lui e altri indegni, ma semplicemente Frati Minori dell’Emilia-Romagna figli amati e prediletti, che sappiano o meno riconoscere il suo amore e il suo quotidiano perdono. Nessuno è così cattivo da non avere qualche riflesso della Sua bontà. E se Dio volesse spazzar via dalla terra tutti gli ingiusti e gli infedeli, «chi resisterebbe» (Sal 130,3)? Siamo tutti, contemporaneamente, buoni e cattivi. E quando ci riteniamo giusti, più giusti degli altri(cfr. Lc 18,9-11), allora iniziano i pregiudizi, le divisioni, le violenze, gli odi e le guerre. Il "falso" giusto è più incorreggibile del cattivo che si riconosce tale. Dalla tradizione giudaica degli hassidim leggiamo: «Io amo il cattivo che sa di essere cattivo più del giusto che sa di essere giusto. Difatti, i cattivi che si ritengono giusti, anche sulla soglia dell'inferno non si ravvedranno, perché immaginano di essere condotti all'inferno per liberarne le anime» (M. Buber). Riconciliarci quotidianamente con la nostra piccolezza e la nostra miseria, per disporci all'accoglienza, al perdono e all'amore verso noi stessi e verso gli altri: questa è la radice vitale e la condizione della vera pace che viene da Dio, che può trasformare la trama delle nostre relazioni eliminando ogni struttura di violenza e di odio. Quando invece ci assumiamo il ruolo di Dio, come "giustizieri" a tutti i costi, aumentiamo all'infinito la spirale delle vendette e del risentimento. Infatti, si può uccidere chi odia, ma in questo modo l'odio non viene eliminato. Occorre eliminare le cause del male e le strutture di ingiustizia, impegnandosi per una cultura della pace, del dialogo, della misericordia che trova le sue radici profonde nel nostro cuore pacificato e riconciliato. «La pace che annunciate con la vostra bocca dice Francesco ai suoi frati - abbiatela sempre nel vostro cuore, così che nessuno provochiate ad ira o scandalo; Anzi, per mezzo della vostra pace e mansuetudine, tutti siano richiamati a pace e bontà» (Anper 38,7). E, verso la fine della sua vita, aggiungeva: «Grande vergogna è per noi, servi di Dio, cheSˇ nessuno si prenda pena di riportare pace e concordia » (Legper 44). Con il Natale celebriamo la restaurazione della pace tra cielo e terra, tra gli uomini e Dio: a noi spetta di pregare e lavorare perché questo dono venga accolto da tutti con cuore povero e riconoscente. Signore, la tua pace ha un volto, Gesù di Nazareth: fa' che lo sappiamo vedere, accogliere, custodire e generare al mondo come Maria, nel silenzio, nella sofferenza, nell'impegno di ogni giorno, «sperando contro ogni speranza» (Rm 4,18). A voi tutti, Fratelli e Sorelle carissimi, l'augurio di un santo e felice Natale! Fr. Giacomo Bini, ofm Ministro Generale Notiziario - 3 Carissimi Fratelli e Sorelle, la nascita del Signore ci porta, annualmente, a ripensare al mistero della Salvezza così come il Padre lo ha pensato e voluto per noi. Il Figlio di Dio che si fa carne assume la natura umana in tutta la sua verità. Gesù Cristo nasce da una donna a Betlemme, pochi si accorgono di ciò che avviene perché, certo, è sempre un fatto pieno di gioia la nascita di un bambino, ma di una straordinaria naturalezza. Gesù vivrà la fatica del crescere e di aprirsi alla comprensione della vita, alla scoperta del mistero della volontà del Padre su di sé, condividerà con tanti altri questo suo cammino, sentirà attorno a sé la presenza serena di suo padre e sua madre, si rivelerà ai suoi occhi la presenza degli altri, comprenderà la fatica di stare al gioco delle sue responsabilità. Come non pensare alla profonda verità che è contenuta in tutta la vicenda di Gesù di Nazaret? Forse per il Figlio di Dio mostrare all’uomo il senso della volontà salvifica del Padre ci sarebbero state anche altre vie, questo è indubbio; ma nessuna di queste avrebbe contenuto in sé tutta la verità che la via da lui assunta, contiene. Ci è possibile comprendere il senso della venuta del Cristo nella carne proprio perché, in quel fatto, è espressa tutta la verità della vita dell’uomo ed in esso ogni vicenda umana vi si può riconoscere. Se il Natale del 4 - Notiziario Signore genera in ciascuno di noi sentimenti di gioia e di letizia èperché ci sentiamo rinnovati in noi stessi da ciò che lui per noi ha fatto: rendendosi simile a noi ci dice che siamo importanti, che siamo ben fatti, che ciò che siamo è qualche cosa di bello e di grande, che la nostra esistenza và assunta pienamente nella certezza che è bella, buona e grande, che tutto quello che passa per i nostri giorni vale la pena di essere vissuto nella sua totalità, che tutto ciò che portiamo nel cuore richiede di essere assunto responsabilmente perché è importante e richiede risposte coscienziose. Guardando a quel Bambino, Parola del Padre che diventa carne, rimaniamo colpiti dalla luce che da lui proviene: è la luce della verità sulla vita. Non c’è in quel Bambino, nessuna macchia, nessuna oscurità, tutto rifulge di una splendente trasparenza, è la trasparenza di chi affronta la vita nella piena adesione ad essa senza negare nulla di essa ed affrontandola in atteggiamento di piena accoglienza e riverenza. Anche quando la lotta con la propria storia si farà dura e faticosa, quando il dolore e la fatica del vivere saranno esperienza concreta, Lui, il Bambino di Betlemme, apparirà luminoso e trasparente; anche quando salirà sulla croce e la morte, con tutta la sua drammaticità si impossesserà di lui appeso tra cielo e terra, ancora una volta, chi lo guarda, sarà colpito dalla luce che da lui promana. Non c’è in Gesù nessun tentativo di manipolare la vita, non può esserci, non sa che cosa voglia dire tutto ciò! Quando la paura di noi stessi detta i nostri atteggiamenti e la nostra vita in dissonanza con il nostro sentire, quando esprimiamo il rifiuto della nostra sto- ria, quando esprimiamo incapacità di accoglienza della realtà, quando le nostre responsabilità non trovano concrete risposte, quando rifiutiamo il tempo che passa su di noi e che ci segna in modo inesorabile, quando non c’è accoglienza pacificata con le contraddizioni del nostro cuore e della vita, quando non vogliamo vivere in pienezza ciò che siamo, quando il dolore e la sofferenza non trovano risposte al di là di noi stessi, quando ci impossessiamo delle cose, quando ci sembra di esistere soltanto noi stessi, quando non esprimiamo distacco e libertà dalla nostra azione quotidiana, quando non sappiamo accogliere la vita che viene dopo di noi, quando… allora manipoliamo la vita, la falsiamo, ci rendiamo incapaci di leggere la trasparenza luminosa che circonda qual Bambino e di conseguenza ci rendiamo incapaci di accogliere la sua proposta e vanifichiamo la sua stessa azione sulla nostra storia personale, la sua offerta di salvezza. Cristo che si apre alla vita nella nostra stessa natura umana, ci ottenga occhi capaci di leggere in tutta verità e di accogliere la Parola che il Padre vuole dirci attraverso tutto questo: che la vita è un dono immenso, che la nostra esistenza è bellissima, che la nostra storia va vissuta in pienezza e totalità, che quanFrati Minori dell’Emilia-Romagna to noi siamo è un riflesso del suo amore e di ciò che lui è. E che in noi mai abbia ad emergere la volontà di negare questa verità. Con questo Natale e partendo proprio dalla Terra di Gesù inizieremo la visita canonica ai fratelli ed a tutte le realtà della Provincia: sono certo che anche questa occasione sarà colta come momento di grazia e di crescita per tutta la nostra realtà e come un buon contributo per alimentare sulla nostra vita quella visione positiva di essa che ci proviene dalla nascita del Signore. Inizieremo incontrando i fratelli che vivono in Israele, passeremo con loro il Natale (22-26 dicembre) per esprimere tutta la nostra solidarietà ad essi in questo particolarissimo momento della storia di quella tormentata Terra. Con la riprese delle attività, dopo il periodo delle festività, inizieremo a visitare i luoghi che sono nel territorio della Provincia e sarà compito del Segretario provinciale organizzare la data e le modalità dell’incontro con ogni singola fraternità. A tutti i Guardiani raccomando di predisporre quanto previsto per questa occasione, già sin da ora, e di preparare tutta la fraternità all’incontro, magari attraverso la celebrazione di un capitolo conventuale. Sarà premura porre particolare risalto, durante la visita canonica, alla qualità della vita di fraternità, al retto e responsabile impegno nello svolgimento del servizio affidato ad ogni fratello, la vita di preghiera, il livello di assunzione della problematica della formazione permanente. Pregheremo insieme affinché lo Spirito del Signore suggerisca a ciascuno le vie buone da seguire per giungere ad una Frati Minori dell’Emilia-Romagna sempre più profonda comprensione della nostra vita e certamente in tutto questo sapremo esprimere al meglio la nostra capacità di collaborazione quale espressione di una mai affievolita fiducia reciproca. Affidiamo questo impegno alla intercessione del padre S. Francesco, certi che ci otterrà una buona capacità di attenzione ai reali problemi che accompagnano le nostre fatiche quotidiane. Ai fratelli dell’infermeria, ai giovani frati in formazione alle sorelle clarisse alle sorelel e ai fratelli dell’Ordine Francescano Secolare chiediamo di seguirci in questo nostro cammino con il loro affetto e la loro attenzione esprimendo nella preghiera la loro solidarietà. Rinnovo a tutti i miei migliori auguri di Buon Natale e di Buon Anno: che possa ognuno di noi vivere i suoi giorni nella serenità e nella pace e che la nostra fraternità provinciale possa esprimere sempre più in profondità la propria adesione al modello evengelico di Francesco d’Assisi. Pace e Bene! Ministro provinciale Bologna, Curia provinciale: Natale 2001 Esercizi spirituali 2002 8-13 aprile Montepaolo Don Marcello Balducci 13-17 maggio Villa Verucchio Fr. Silvestro Casamenti (prenotarsi per tempo presso i Guardiani delle rispettive fraternità) Notiziario - 5 Consiglio Plenario Documento conclusivo “ALLARGA LO SPAZIO DELLA TUA (IS 54,2) Fraternità in missione in un mondo che cambia Consiglio plenario OFM, novembre 2001 Noi Fratelli riuniti a Guadalajara, Messico, in occasione del Consiglio plenario dell’Ordine, abbiamo riconsiderato la nostra vocazione di Frati minori in un mondo che cambia. “E ovunque sono e si incontreranno i Frati, si mostrino familiari tra loro reciprocamente”: queste parole tratte dalla nostra Regula et vita (6,7) ci hanno indirizzato verso una nuova dimensione, quella di una Fraternità universale che si riconosce nella grande missione di annunciare il Vangelo ad ogni uomo e di diventare segno visibile del Regno di Dio. Abbiamo compreso con sempre maggior chiarezza il dono unico della nostra vocazione come discepoli, al modo di Francesco, dell’insegnamento e dell’esempio del nostro Signore Gesù Cristo (Rnb 1,1). “Guidati dalla divina ispirazione” (Rnb 2,1), in un mondo assetato di pace ma segnato dalle divisioni, vogliamo annunciare ciò che veramente siamo: Frati minori, fratelli più piccoli, strumenti di pace e di riconciliazione. Essere un Frate minore significa divenTENDA” 6 - Notiziario tare un essere umano “fraterno”; essere un fratello significa scegliere di entrare in relazione tra di noi e con i nostri fratelli e sorelle nel mondo; essere un Frate significa diventare, con gli altri Frati, una Fraternità-in-missione universale. Desideriamo presentare a voi, nostri Fratelli del mondo intero, il cammino che abbiamo seguito e il lavoro che abbiamo compiuto in questi giorni di Consiglio plenario, e cioè la revisione delle nostre strutture perché possano servire la vocazione e la vita, la missione e l’identità di ogni Frate minore. Il contesto della nostra riflessione A partire dal Concilio Vaticano II e, in modo particolare, negli ultimi 15 anni, il mondo e il nostro Ordine hanno subito una trasformazione stupefacente. Siamo parte di un nuovo mondo caratterizzato dalla molteplicità di popoli, razze, gruppi etnici e religioni. Siamo più che mai coscienti di essere membri di una sola famiglia umana, diffusa su tutta la terra. La nostra esperienza specifica è stata che nonostante le speranze e le promesse del processo di globalizzazione, l’incremento di scambi culturali e gli sforzi pre raggiungere l’unità, il nostro mondo sperimenta in diversi modi un aumento della violenza, delle rivalità e dei conflitti tra i membri di quest’unica famiglia umana. Siamo anche profondamente coscienti della sempre più urgente necessità di coinvolgere persone di ogni nazione, qualunque siano le loro radici politiche, economiche, spirituali e religiose, nel pensare e nell’agire attraverso il dialogo, la buona volontà, la fiducia reciproca e la collaborazione. Qui al Consiglio plenario abbiamo potuto vedere sui nostri volti la grande benevolenza e la gioia che nascono quando Fratelli di paesi e continenti così diversi, di differenti lingue e tradizioni, “si mostrano familiari tra loro”. Il “dovunque i Frati si trovino” si è esteso ormai dinamicamente “agli estremi confini della terra” (At 1,8), comprende ormai non solo i nostri inizi europei, ma anche le Americhe, l’Africa, l’Asia e l’Oceania. Lo spazio della nostra “tenda” nazionale, razziale, etnica e provinciale si è aperto e abbiamo condiviso la stessa tavola, lavorato allo stesso compito, elevando le nostre mani e i nostri cuori a Dio nella preghiera. Abbiamo spezzato il pane eucaristico, donato perché possiamo “essere uno” (Gv 17,6-26; Rnb Frati Minori dell’Emilia-Romagna 22,53). Il “seguire le orme di nostro Signore Gesù Cristo” (1Pt 2,21) è stato assunto realmente nelle sue dimensioni universali. Essere Fratelli in una Fraternitàin-missione contemplativa significa dare testimonianza visibile al Dio che è creatore, redentore e santificatore di tutto. La nostra vera identità di Frati minori è diventata il cammino per la nostra testimonianza oggi. E’ chiaro che, come il mondo è diventato più cosciente della sua fragilità e della sua unità, anche noi lo siamo diventati. Ci riconosciamo come un Ordine universale che sta perdendo forze in alcune aree, ma anche sta crescendo in numero e missione in nuovi territori e tra nuovi popoli, religioni e situazioni. In alcune zone del nostro Ordine vi sono fratelli che soffrono nel tentativo di sostenere istituzioni e impegni con sempre minor risorse, mentre in altre vi sono Fraternità in crescita, con Frati che combattono differenti tipi di povertà, di risorse materiali e di personale per la missione. In ambedue i casi sentiamo la chiamata ad essere fratelli gli uni per gli altri e a rispondere alla domanda: come affrontiamo questa situazione? Come possiamo essere di aiuto gli uni per gli altri? Come esprimere la nostra vocazione di Fratelli-in-missione? Come rivedere le strutture che abbiamo ereditato per arrivare ad essere tutti insieme membri di un’unica famiglia universale? Come incorporare nelle nostre forme di governo le nuove realtà e l’identità globale? In questa situazione, ci rendiamo conto delle grandi tensioni che accompagnano ogni presa di coscienza di una nuova identità e ogni tentativo di cambiare le strutture ereditate da epoche diFrati Minori dell’Emilia-Romagna verse. Conosciamo bene la difficoltà di equilibrare pluralità e unità, di valorizzare la tradizione pur nel desiderio di sviluppare nuove forme più adatte alla realtà presente. Sperimentiamo nelle nostre persone e nelle nostre Province i problemi creati dal conflitto tra un individualismo autonomo e un’appropriata integrazione in una determinata famiglia. Nelle nostre istituzioni e nelle modalità di comunicazione possiamo identificare la tensione tra centralismo e decentralizzazione, tra l’appartenenza ad una Provincia o Fraternità locale e l’appartenenza ad una Fraternità universale. Rappresentiamo diverse generazioni e vediamo la diversità tra i compiti tradizionali dell’attività pastorale e le domande del tempo presente, di un mondo che cambia rapidamente. Infine siamo preoccupati dalle difficoltà del rapporto tra la vita concreta della gente e le strutture della Chiesa e dell’Ordine. Sappiamo che se riusciremo ad affrontare queste nuove situazioni e problematiche, la vitalità del Vangelo e il nostro stesso carisma ci spingeranno verso nuove e convincenti realizzazioni della nostra vocazione. La provocazione rivolta alla nostra esperienza nel mondo di oggi ci conduce su un sentiero particolare. E’ un cammino in cui si incontrano inculturazione e internazionalità, territorialità e universalità, il rispetto delle nostre diversità e la creazione di una Fraternità-in-missione universale. Di fronte a una vitalità che non può essere negata, abbiamo bisogno di creare un nuovo linguaggio fraterno e istituzionale, che costruisca ponti per superare le distanze tra la nostra esperienza e il nostro abituale modo di fare le cose. Abbiamo bisogno di cambiare le strutture di relazione e di governo tradizionali in uno stile e in strutture interdipendenti e internazionali. Abbiamo bisogno di unire in modo rinnovato carisma e istituzione. Vi presentiamo ora i principi e le proposizioni che abbiamo elaborato. Le prospettive fondamentali che hanno guidato le nostre scelte Affrontando questa situazione e cercando di “allargare lo spazio della nostra tenda” in modo nuovo, ci siamo lasciati guidare da quattro prospettive fondamentali. 1. Il progetto evangelico di una Fraternità-in-missione “La regola e vita dei frati minori è questa, cioè osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo…” (Rb 1,1). È una frase che ascoltiamo da secoli; nel nostro contesto contemporaneo vogliamo sottolineare che porta in sé la sfida di “essere e agire come persone evangeliche”, testimoniando “con la parola e l’esempio” come fece colui che divenne nostro Fratello. “Oh, come è santo, come è delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile e sopra ogni cosa desideraNotiziario - 7 bile avere un tale fratello e figlio, il quale offrì la sua vita per le sue pecore…” (2Lf 56). Vogliamo assumere sempre più profondamente la sequela di Gesù e realizzare, da fratelli-in-relazione, la nostra identità come Fraternitàin-missione contemplativa e itinerante. Oggi questo progetto evangelico, per essere efficace, deve essere incarnato nelle nostre stesse persone e nelle nostre relazioni. A partire dalla riflessione sulla Parola di Dio e dalla comunione al “Corpo offerto” perché noi “diventassimo uno”, vogliamo rendere visibile e trasparente a ogni persona in che modo il nostro Fratello è accanto a noi in questo mondo. La nostra vita di Fratelli-in-missione deve diventare una testimonianza profetica di fraternità universale, nell’accoglienza di ogni persona come fratello e sorella. Le tensioni precedentemente ricordate, messe di fronte alla nostra identità evangelica, ci conducono ad una “crisi di verità”. Vediamo la distanza tra ciò che viviamo e ciò che siamo chiamati a fare; tra le strutture della vita quotidiana e la loro capacità di “trasparenza”; tra l’amministrazione preoccupata delle emergenze e lo slancio attivo verso il progetto evangelico; tra le richieste locali e le necessità urgenti dell’Ordine universale; tra la preoccupazione per la sopravvivenza personale e provinciale e la visione del Regno a cui la Provincia e l’intero Ordine devono fare riferimento. Rispetto al nostro progetto centrale, sperimentiamo gli ostacoli del nazionalismo, del provincialismo, del razzismo, dell’attivismo instancabile, della paura per l’instabilità, della stanchezza. Esiste un desiderio pressante di riscoprire criteri e 8 - Notiziario stabilire programmi che ci rendano capaci di creare strutture al servizio del nostro progetto evangelico. Sperimentiamo queste tensioni perché dal nostro stesso cuore “sgorga una sorgente d’acqua” che ci spinge a testimoniare “in Spirito e verità” (Gv 4,14.24). Il volto contemporaneo del nostro progetto evangelico di Fraternità-in-missione ci impone un duplice compito: (1) una purificazione delle strutture; (2) programmi di formazione iniziale e permanente che insistano sul valore di una corretta relazione con Dio, con gli altri, con i frati, con la Provincia, con l’Ordine, con la società civile e con tutte le realtà. 2. La centralità della personain-relazione La struttura base dell’Ordine è il singolo frate “mosso dallo Spirito” (Rnb 2,1). Siamo convinti che questo Spirito, che è il “vincolo della perfezione” (Col 3,14; CLR 10,7) e la sorgente del progetto evangelico, spinge il Frate a divenire Frate-in-relazione, persona capace di mettere in gioco la propria vocazione con gli altri, anche in situazioni di tensione. Il Frate minore ricorda costantemente la Regola e le Costituzioni che danno forma e identità alla nostra vita di universale Frater- nità-in-missione. La sua vita e il suo modo di agire sono quindi segnati fondamentalmente non dall’autosufficienza e dall’isolamento, ma da parole e azioni che esprimano la sua vera identità. Sono parole e azioni di collaborazione, comunione, solidarietà, corresponsabilità, reciprocità, compartecipazione, scambio, consultazione, interdipendenza, condivisione delle risorse, cura e affetto e interesse per il bene dell’altro. “Consiglio invece, ammonisco ed esorto i miei frati nel Signore Gesù Cristo che, quando vanno per il mondo, non litighino, ed evitino le dispute di parole e non giudichino gli altri; ma siano miti, pacifici e modesti, mansueti e umili, parlando onestamente con tutti così come conviene” (Rb 3,10-11). La vocazione del Frate minore a “seguire le orme di Gesù” che si fece nostro Fratello, necessariamente ci porta a diventare Frati-in-missione che evangelizzano; ci porta a creare strutture di vita che esprimono questa missione ad ogni livello della nostra esperienza: locale, provinciale e universale. Le relazioni fraterne chiedono di essere incarnate in forme spirituali, giuridiche e istituzionali. 3. Unità tra strutture e vita Siamo profondamente coscienti che non dovrebbe esistere dicotomia tra il nostro carisma e le sue espressioni strutturali, istituzionali e politiche. Siamo stati guidati dalla prospettiva fondamentale che le strutture sono necessarie, ma devono essere al servizio della vita. Esse offrono alla persone reali possibilità di cambiamento, di crescita, di sostegno dell’unità tra essere e fare, di invio ad evangelizzare. Le strutture danno forma ed espressione concreta ai valori fondamentali e alla realizzazione del progetto Frati Minori dell’Emilia-Romagna evangelico; rendono visibile il nostro servizio alla missione. E poiché partiamo da esperienze e da modelli di governo contemporanei per verificare il nostro modo di agire, le nostre strutture devono provenire dall’interno del nostro proprio carisma di Fraternità-in-missione evangelizzatrice e contemplativa. È nostra speranza che, purificando man mano le nostre strutture, queste possano diffondere con sempre maggiore chiarezza la luce di una identità che “splende come esempio davanti agli uomini” (Mt 5,15-16; 1Lf 10). 4. Gestione armoniosa delle tensioni Poiché siamo Frati in relazione, la nostra vita è segnata da tensioni che diventano opportunità di crescita e sviluppo. Una consapevolezza delle tensioni, se da un lato rivela le nostre incoerenze e causa sofferenze, dall’altro indica che lo Spirito è vivo, e ci spinge verso la purificazione da forme di appropriazione personali, provinciali e nazionali, guidandoci sempre più profondamente verso il progetto evangelico fondamentale. Durante questo Consiglio plenario abbiamo identificato alcune aree di tensione a tutti i livelli della nostra vita, ma abbiamo anche scoperto che queste stesse tensioni ci indicano sentieri di verità verso il futuro. Queste tensioni accolte come parte costitutiva della nostra esperienza umana di universale Fraternità-in-missione e affrontate in maniera costruttiva, diventano luoghi nei quali possiamo seguire il sentiero sul quale il nostro Fratello ci ha preceduto. “Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e persecuzione, nell’ignominia e nella fame, nella infermità e nella tentazione e in altre simili cose; Frati Minori dell’Emilia-Romagna e ne hanno ricevuto in cambio dal Signore la vita eterna” (Am 6,2). Le tensioni, affrontate costruttivamente attraverso il dialogo e l’incontro, compongono una armonia dalla diversità delle note; attraverso l’integrazione positiva di tutte le nostre differenze e doni nasce la sinfonia di un Ordine unito. La perseveranza nella dimensione della nostra relazione fraterna è un segno fondamentale della nostra identità. L’esperienza di una comunione e collaborazione globale Lo scambio di esperienze all’interno dei gruppi ci ha mostrato ancora una volta le modalità in cui le Province e le Conferenze possono aprirsi ai valori fondamentali della reciprocità come universale Fraternità-inmissione globale. Un concreto scambio di personale e risorse a livello universale sembra possibile ed è, al momento, reale. Tutti hanno notato che le Conferenze, così come sono, sono strumenti utili per lo scambio di esperienze, per il sostegno, per il confronto. Le attuali esperienze di collaborazione tra le Entità di una stessa Conferenza e tra le Conferenze sono numerose, e ci hanno guidato ad un nuovo livello di mutua collaborazione. L’apertura e la disponibilità ai progetti missionari dell’Ordine o delle singole Entità è aumentata. Esistono anche diversi programmi per esperienze di inserimento di giovani Frati in Entità diverse da quella di origine. La disponibilità di risorse materiali e di personale per la implantatio Ordinis sembra in crescita. Noviziati e centri di studio per la filosofia e la teologia a carattere internazionale sono un altro segno positivo di comunione e di collaborazione, come anche i Frati, i ricercatori e i professori presenti nelle Case generali dell’Ordine. I Congressi internazionali (dei formatori, dei centri di studio…) sono molto utili: un altro segno di crescita del senso di comunione universale. La collaborazione interfrancescana si concretizza in molte Entità a diversi livelli e mostra che l’Ordine si sta movendo al di là dei suoi confini, verso un dialogo e uno scambio sempre più profondi. Tutti questi segni di vita e comunione a livello locale, universale e intermedio della nostra Fraternità-in-missione ci hanno convinto che sta emergendo una nuova vitalità nell’Ordine, e che è necessario sviluppare strutture che siano al servizio di questa vita. Le nostre proposte sono finalizzate a questo sviluppo. C’è ancora molto da fare se vogliamo continuare a conservare l’unità tra il nostro carisma e le nostre strutture, tra il nostro spirito e le sue forme di espressione. Abbiamo sempre bisogno di accogliere e creare strutture che servono, e non impediscono, la crescita della nostra forma di vita. Nel contesto odierno, il cammino che abbiamo iniziato è ricco di difficoltà, in quanto combattiamo contro una “crisi di verità”. Nella considerazione delle strutture di base della nostra Notiziario - 9 Fraternità-in-missione, un aiuto notevole ci è venuto dall’opera del Ministro generale, del Definitorio generale e dalla Commissione internazionale per le strutture. Abbiamo ricevuto un instrumentum laboris (IL) che rifletteva sulla revisione e la purificazione delle nostre strutture a differenti livelli. Le proposizioni che seguono sono divise in quattro parti che riguardano: (1) il livello locale, a proposito del singolo Frate, della Fraternità in missione locale, della Provincia e della Custodia; (2) il livello universale: Definitorio generale e Consiglio plenario; (3) il livello intermedio, che comprende le Conferenze, sino ad oggi quindici; (4) altre questioni e proposte. Anche se le proposte possono talvolta apparire troppo “tecniche”, sono state presentate per favorire l’apertura delle strutture esistenti, per rivederle allo scopo di promuovere le prospettive fondamentali e le esperienze di comunione e di collaborazione che noi stessi abbiamo sperimentato. Il nostro desiderio è che, prese tutte insieme, ci aiutino a diventare in modo sempre più profondo una universale Fraternità in missione. PARTE I: LIVELLO LOCALE PROVINCE, CUSTODIE, CASE 1. Per creare una nuova Entità (Provincia, Custodia) sono necessari: la capacità di vivere la vocazione e la missione dell’Ordine; il numero definito di Fraternità locali costituite; le condizioni per attuare la vita e la missione dell’Ordine con i requisiti necessari per la formazione, il governo, la collaborazione 10 - Notiziario 2. 3. 4. 5. e il sostentamento economico. Per la erezione di una nuova Provincia, fatte le dovute consultazioni, si richiede che ad essa siano ascritti almeno 40 Frati professi solenni ed abbia sei Guardianati (case canonicamente erette), con una fondata prospettiva di incremento e della “implantatio Ordinis”. Poiché il Capitolo “aperto” si è sviluppato in molte Province dell’Ordine, crediamo che questa modalità debba essere regolata in accordo con la legislazione appropriata così da diventare una delle opzioni che la Provincia può adottare. Si intende favorire la creazione e il potenziamento di Custodie “sui iuris”, quando ci siano le condizioni richieste e la fondata prospettiva di incremento dell’Ordine nella regione. Per la erezione di una Custodia “sui iuris” si richiede che al momento della erezione vi possano essere ascritti almeno 25 frati professi solenni ed abbia quattro Guardianati (Case canonicamente erette). 6. La Custodia “sui iuris” gode di una autonomia analoga a quella di una Provincia. Per garantire un accompagnamento della Custodia “sui iuris” il Ministro generale (o suo Delegato) procederà ogni tre anni alla visita preparatoria del Capitolo custodiale, del quale assicurerà la presidenza. 7. Il Custode è eletto per tre anni. Può essere eletto per un secondo e un terzo triennio successivo, però non oltre. 8. La Vice-Provincia viene soppressa. Le attuali ViceProvince vengono erette in Province o Custodie “sui iuris” 9. Per ragioni e circostanze peculiari (e.g. per la ripresa dell’Ordine), il Ministro generale, fatte le dovute consultazioni e ottenuto il consenso del Definitorio generale, può erigere una Custodia dipendente dal Ministro generale o da una Provincia. 10. Per erigere una Custodia dipendente dal Ministro generale o da una Provincia si richiede che al momento della erezione abbia almeno 15 frati professi solenni e tre Guardianati. 11. Il Ministro generale, osservate le norme di diritto, può ammettere candidati all’Ordine nelle Custodie da lui dipendenti ed ascriverli alla stessa Custodia. 12. Per favorire la comunione e la partecipazione, i Custodi delle Custodie dipendenti dal Ministro generale sono membri di diritto del Capitolo generale. 13 . A seguito della approvaFrati Minori dell’Emilia-Romagna 14. 15 16. 17 zione del nuovo impianto strutturale dell’Ordine, il Definitorio generale valuterà la situazione delle Custodie esistenti e stabilirà per ciascuna, dopo le dovute consultazioni, la nuova e propria condizione giuridica (rimanere Custodia, a quali condizioni; oppure cambio di stato giuridico). Per l’unione o la soppressione delle Province e Custodie, oltre al numero dei Frati e delle Case (fraternità), il Definitorio generale, consultati gli interessati, valuti la capacità reale di sviluppare la vita e la missione dell’Ordine (vita di fraternità, formazione, evangelizzazione e governo). Per la rielezione all’ufficio di Ministro e di Vicario provinciale è richiesta la maggioranza qualificata dei voti al primo scrutinio. Per ragioni e circostanze peculiari (e.g. la ripresa dell’Ordine), il Ministro generale, dopo le appropriate consultazioni delle Entità implicate, con il consenso del Definitorio generale, può erigere una Casa o altra Entità (e.g. Fondazione) dipendente dal Ministro generale o da una Provincia o da una Custodia “sui iuris”, nel territorio di un’altra Provincia. Una Entità, per circostanze particolari può erigere una Casa o aprire una presenza nel territorio di una altra Entità con il consenso del Ministro e del Definitorio provinciale e quello del Ministro e Definito- Frati Minori dell’Emilia-Romagna 18. 19. 20. 21. 22. 23. rio generale, udito il parere della rispettiva Conferenza, previa sottoscrizione di un accordo in cui si precisi la forma di collaborazione. Per favorire la collaborazione tra le Entità e la formazione alla vita fraterna dei nostri candidati, salvo casi particolari, non si compia il noviziato in una Provincia o Custodia, a meno che non vi siano tre Candidati. In tale caso è opportuno che la Provincia o la Custodia si associ ad altre Entità dell’Ordine. Una Provincia o Custodia che per cinque anni non abbia avuto novizi, anche se ha una Casa di noviziato canonicamente eretta, non riprenda il noviziato senza il previo consenso del Ministro generale. Una Casa con il nome di Guardianato è una fraternità che ha il numero di frati sufficiente per la sua esistenza, una vita veramente comune, e la possibilità di realizzare i propri compiti riguardo alla missione. Perché una casa sia Guardianato ad essa devono essere ascritti almeno tre Frati professi solenni, che vivono abitualmente insieme, a norma delle CCGG. Devono essere Guardianati almeno la sede del Ministro provinciale o Custode e le Case di formazione (postulato, noviziato, postnoviziato). Le altre presenze locali (con diversi nomi: loca, hospitia, residentia, …) dovranno essere collegate 24 a un Guardianato, e regolate da Statuti particolari (con la specificazione dei diritti, doveri e delle responsabilità per la vita e la missione dell’Ordine, nella comunione della Fraternità provinciale). Fatta eccezione, per casi gravi e particolari, non si consenta a nessun frate di vivere solo. PARTE II: LIVELLO UNIVERSALE II A - DEFINITORIO GENERALE 25. I compiti del Definitore generale consistono nell’essere consigliere del Ministro generale riguardo alla vita dell’Ordine, suo delegato per le Province e animatore della vita evangelica dell’Ordine e delle Entità. I Definitori eletti sono per tutto l’Ordine. 26. Il singolo Definitore generale è eletto sulla base della sua preparazione e capacità per la animazione e il governo; le sue competenze in varie aree della vita dell’Ordine; la sua capacità di vivere in una fraternità internazionale e di lavorare in gruppo; la sua disponibilità alle lingue e alla inculturazione. 27. Il criterio della internaNotiziario - 11 zionalità deve essere tenuto presente nella scelta dei Definitori, perché il Governo Generale dell’Ordine deve esprimere, in quanto è possibile, la diversità etnica, culturale e geografica dell’Ordine. 28. La durata dell’ufficio del Ministro, Vicario e dei Definitori generali è di sei anni con la possibilità di rielezione per altri sei anni; 29. Per la rielezione del Ministro, del Vicario e dei Definitori generali si richiede la maggioranza dei due terzi dei voti nel primo scrutinio. II B - C ONSIGLIO PLENARIO DELL’ORDINE 30. Il Consiglio Plenario dell’Ordine è convocato dal Ministro generale: quando lo richiede il Capitolo generale; quando sembra opportuno al Ministro generale con il consenso del suo Definitorio o quando lo richiede la maggioranza delle Conferenze. 31. Ogni Conferenza invii al CPO due Delegati. 12 - Notiziario PARTE III: LIVELLO INTERMEDIO CONFERENZE 32. Per essere adeguate alle nuove situazioni le Conferenze dovranno essere ristrutturate. 33. Per costituire o ristrutturare le Conferenze dei Ministri provinciali e dei Custodi è necessario tenere presente la vicinanza geografica, il numero delle Province e delle altre Entità, le lingue e le culture. 34. Tutte le Province, Custodie e le altre Entità devono appartenere ad una Conferenza. 35. La Conferenza è eretta con decreto del Ministro generale con il consenso del suo Definitorio, previa consultazione delle Entità locali, verificate le condizioni per il suo funzionamento effettivo. 36. I compiti e le facoltà delle Conferenze possono esse re, tra l’altro: • l’organizzazione delle rispettive porzioni dell’Ordine e la cura per la partecipazione e l’aiuto da prestare al Ministro generale nel governo e nell’animazione dell’Ordine; • il giudizio circa la creazione, unione o la soppressione di Entità nel proprio territorio e l’aiuto nella loro realizzazione; • il sostegno alla vita, alla formazione e alla missione dei Frati nel proprio territorio, e le attività di evangelizzazione missionaria e di “implantatio Ordinis” nei territori di missione; • l’aiuto personale e materiale alle Entità della Conferenza, o fuori dalla Conferenza, in difficoltà ed in necessità; • la facoltà di emanare decisioni obbliganti, secondo gli Statuti propri e con l’approvazione del Ministro generale. 37. Perché la promozione della condivisione nel governo e la consultazione possano essere efficaci, il Ministro generale e il suo Definitorio sono obbligati ad incontrarsi con ogni Conferenza o gruppo di Conferenze almeno una volta nel sessennio: • per discutere le questioni che toccano la vita dei frati e lo sviluppo delle comunicazioni interprovinciali e della solidarietà; • per promuovere la condivisione delle risorse a livello della fraternità universale; • per consultare, nel modo appropriato, riguardo alla soppressione, erezione e unione delle Entità; • per comunicare le questioni di importanza per tutto l’Ordine; • per facilitare una struttura di dialogo sulle questioni di governo e di direzione; • per promuovere lo sviluppo di ”leadership” a livello internazionale in preparazione alle procedure per le nuove elezioni e la descrizione del Definitorio generale. 38. Il Definitorio generale incontri i Presidenti delle Conferenze almeno ogni due anni. 39. Per il futuro le Conferenze, in unione con il Ministro generale e il suo Definitorio, dovrebbero promuovere lo sviluppo di associazioni come “zone di interazione” con il compito di promuovere la comunicazione e la condivisione delle risorse tra le Conferen Frati Minori dell’Emilia-Romagna 40. 41. ze e le altre Entità. Le Conferenze pluriculturali possono creare Subconferenze per trattare temi specifici. Il Consiglio plenario incoraggia l’organizzazione permanente tra le Conferenze dello stesso Continente (e.g. presidenza, segreteria incluso i rispettivi Definitori generali per i Continenti) in favore dell’animazione di progetti comuni: formazione, studi, evangelizzazione, giustizia, pace e salvaguardia del creato. Queste Entità continentali dovrebbero riunirsi periodicamente. PARTE IV. ALTRE QUESTIONI 42. Lo studio delle lingue: • Tutti i Frati studino almeno una lingua diversa dalla propria; • Le lingue ufficiali passive dell’Ordine siano inglese, italiano e spagnolo. • I centri accademici dell’Ordine usino le lingue ufficiali. ORIENTAMENTI PER IL DEFINITORIO GENERALE E C OMMISSIONE PER IL CAPITOLO Frati Minori dell’Emilia-Romagna a) Modi di elezione del Definitorio generale • I singoli Definitori sono eletti secondo la procedura usata per il Ministro generale e Vicario generale nel sistema presente. Gli eletti sono Definitori per l’Ordine intero. Pl 19; NPl 18; Abs 2 • Ogni Conferenza presenterà due candidati per Definitore generale scelti tra gli appartenenti alla stessa Conferenza, e altri due esterni alla Conferenza, nove mesi prima del Capitolo generale. L’elenco completo verrà messo in circolazione prima del Capitolo generale.Pl 16; NPl 20; Abs 3 • Una volta ristrutturate le Conferenze e definite le regioni territoriali, dove sia necessario, le Conferenze di una zona territoriale presenteranno almeno due candidati a Definitore generale. L’eletto rappresenterà questa zona territoriale nel Definitorio generale, espressione delle diversità etniche, culturali, ecclesiologiche e geografiche dell’Ordine. Pl 19; NPl 18; Abs 3 b) Numero dei Definitori generali • Puntualizzando i criteri della internazionalità, della competenza e della diretta relazione tra il Definitorio generale e le Conferenze, si conferma la decisione riguardo al numero dei Definitori da eleggere in Capitolo. Pl 14; NPl 16; Abs 7 • Tenendo conto dell’internazionalità e della rappresentatività culturale, territoriale e ecclesiale, il numero dei Definitori generali sia di dodici, di cui nove eletti dal Capitolo generale, e tre dal Ministro generale e il suo Definitorio, consultati i Presidenti delle Conferenze. Pl 13; NPl 18; Abs 7 • Cinque Definitori generali vengano eletti da: Africa, America latina, Asia e Oceania, Europa, Nord America. Pl 7; NPl 24; Abs 8 • Cinque Definitori generali vengano eletti dalle cinque aree geografiche (Africa, America latina, Asia e Oceania, Europa, Nord America). Poi tre altri Definitori generali vengono eletti dall’Ordine intero. Pl 22; NPl 12; Abs 6 • Oltre al Segretario generale devono essere membri del Definitorio generale con voce consultiva anche: il Procuratore, il Segretario generale per la Formazione e gli Studi, il Segretario generale per l’Evangelizzazione, l’Economo generale. Pl 7; NPl 29; Abs 3 • Sette Definitori generali vengano eletti dalle aree geografiche (tre Europa, uno Africa, uno Asia e Oceania, uno America latina, uno Nord America) e uno scelto dal Ministro generale.Pl 13; NPl 10; Abs 13 Le proposte presentate dai coetus su “Gruppi” intermedi e sulle Case dipendenti dal Ministro generale non sono state sottomesse alla votazione. Sono state rimandate al Definitorio generale. 1. “Gruppi” intermedi A) a) Istituzionalizzare gli incontri del Governo generale con i nuovi Ministri provinciali e Custodi, e con i Visitatori generali; b) Potenziare le riunioni del Governo generale con i PresidenNotiziario - 13 ti delle Conferenze, come forma di consiglio e di partecipazione nella animazione e nelle decisioni dell’Ordine; c) Istituzionalizzare i Corsi, i tempi sabbatici e i Congressi per formatori e guardiani, a livello internazionale e regionale; d) Istituzionalizzare un corso teorico e pratico per i formatori presso il PAA. B) a) Si riconosce il valore positivo dei gruppi intermedi già sperimentati; b) si chiede al Definitorio generale di continuare ad individuare forme adeguate per incrementare l’unità e la comunione nell’Ordine, senza fissarle in forme giuridiche. C) a) Si continuino gli incontri con i nuovi Ministri provinciali e Custodi; b) Si continuino gli incontri dei Visitatori generali. c) Si continui la celebrazione di Congressi internazionali ed incontri per i settori particolari; d) Ogni Definitorio generale deve continuamente cercare di identificare i modi migliori per incrementare l’unità e la comunione dentro l’Ordine, senza fissarle in formulazioni giuridiche, tenendo maggiormente conto delle esperienze vissute. 2. Case dipendenti dal Ministro Generale A) a) Il Definitorio generale nomini una commissione per lo studio delle diverse possibilità di ammin strare le Case dipendenti dal Ministro generale (per es.: creazione di una Custodia internazionale); b) Potenziare il PAA come centro di studi dell’Ordine, cercando nuove forme di finanziamento; 14 - Notiziario c) Il PAA promuova e coordini una relazione più stretta con i centri di studio o istituti di ricerca esistenti nell’Ordine. B) a) Raccomandiamo che le Case attualmente dipendenti e unite al Ministro generale e che servono al bene di tutto l’Ordine, siano integrate in una Custodia autonoma. b) Raccomandiamo la creazione di una rete per i Centri scientifici dell’Ordine. c) Raccomandiamo che in ogni Capitolo generale venga presentato un piano di finanziamento per le spese straordinarie per le Case che sono al servizio dell’Ordine. C) a) Le Case dipendenti dal Ministro generale sono preziose strutture di crescita del senso della fraternità internazionale. In particolare il PAA rimane un importante centro di studi a livello di Ordine. La problematica concernente tali case resta molto complessa e sconosciuta a gran parte dei consiglieri per cui se ne chiede l’approfondimento da parte di una commissione. b) Si intensifichino i rapporti tra il PAA e gli altri centri di studi a livello locale. D) a) Venga creata una Commissione per lo studio della gestione delle Case dipendenti dal Ministro generale, per renderlo più libero per il servizio alla Fraternità universale. Una relazione venga presentata al prossimo Capitolo generale. b) Ci congratuliamo per il progresso fatto dal PAA lavorando insieme alla Commissione per il Potenziamento del PAA. Chiediamo che i legami tra i Centri di studio dell’Ordine vengano rinforzati o con l’affiliazio- ne al PAA o con scambi di personale e risorse. ALLARGA LO SPAZIO DELLA TUA TENDA Il messaggio evangelico di Francesco d’Assisi, come il vino nuovo di cui parla il Vangelo, sembra destinato a far “scoppiare gli otri” delle strutture in ogni epoca. Ad ogni generazione Francesco sembra ripetere, come ha fatto prima di morire: “Io ho fatto la mia parte, la vostra Cristo ve la insegni” (LM 14,3). A questa sfida noi dobbiamo rispondere oggi. Non possiamo accontentarci di accomodare, o di costringere il dinamismo della “forma vitae” in strutture ripetitive e date per scontate: rischieremmo di soffocare la forza profetica della nostra vocazione. Il nostro è un mondo sempre più destrutturato e smarrito; è in cerca di valori, per questo continuerà a provocarci e ad interpellarci. Siamo testimoni di momenti tragici, di sofferenza e di buio. Il futuro positivo dell’umanità dipenderà dalla capacità che avremo di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza (cfr. GS 31) e di diventare strumenti di pace, “pontefici” (costruttori di ponti), generatori di strumenti e metodi di comunione. Frati Minori dell’Emilia-Romagna Il Poverello di Assisi ha saputo rispondere alle attese del suo tempo attualizzando e testimoniando il Vangelo, proponendolo con immediatezza quale valore rivoluzionario che fa sognare anche l’uomo d’oggi; ha saputo comunicare tutto questo alla sua generazione creando nuove strutture relazionali e suscitando un’entusiastica attrazione. Come possiamo rispondere noi, oggi? Partecipando alla tragica sofferenza delle doglie del parto di un mondo nuovo. Le doglie sono il segno che è giunto il momento della nascita di una vita nuova. Non si può rimandare il parto: si rischia di soffocare la vita per sempre. Anche noi non possiamo procrastinare: non è più tempo di “ritoccare” la nostra casa, le nostre strutture. Abbiamo bisogno di cambiamenti radicali. Mentre pseudo-valori “mondani”, distruttivi, stanno invadendo le nostre “clausure”, dobbiamo far ridiventare nostro “chiostro” il mondo, questo mondo assetato di Dio, di giustizia, di fraternità, di pace. Saper leggere e cogliere l’urgenza dei tempi che viviamo è la sfida storica che ci aspetta; una sfida che possiamo affrontare solo nella fedeltà al nostro progetto evangelico con semplicità e radicalità, sforzandoci di trasmetterlo autenticamente. In questi giorni abbiamo avuto la grazia di un’esperienza di libertà nell’accoglienza reciproca, aprendoci l’uno all’altro e superando i pregiudizi che oscurano l’immagine che Dio ha posto in ogni uomo. Questa è l’unica strada che ci permette di uscire dal cerchio oscuro delle nostre paure, delle nostre insicurezze, delle nostre difese e chiusure. Non rinunciamo mai a viFrati Minori dell’Emilia-Romagna vere quello che la Regola ci chiede: “E ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro reciprocamente. E ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale?” (Rb 6,7-8). Dal 3 al 5 gennaio 2002, nel clima delle festività natalizie, il Centro Missionario della Provincia Salernitano-lucana Ofm promuove una serie di manifestazioni liturgiche, artistiche e culturali in onore del B. Giovanni da Montecorvino, figura eminente della storia missionaria della Chiesa e primo evangelizzatore della Cina (1247-1328). Le manifestazioni si svolgeranno a Montecorvino Rovella il 3 e 5 gennaio e a Salerno il 4 gennaio. Notiziario - 15 COMPI Lettera del Presidente Carissimi fratelli, vi raggiungano innanzi tutto i miei più fraterni e sinceri auguri per un santo Natale e un anno nuovo ricco di pace e di serenità. Come sapete il Consiglio di Presidenza si è incontrato con i Responsabili di tutti i Settori della Conferenza. è stato un incontro interessante e che ci ha fatto prendere ancor più coscienza di tutto ciò che di bene andiamo facendo e della necessità di continuare a camminare sulla via di un coordinamento sempre più efficace. Quanto è emerso verrà a voi comunicato nel dettaglio durante i lavori della nostra Assemblea del prossimo mese di marzo. Perché tutto il lavoro avviato dai giovani frati professi solenni possa portare maggior frutto e possa essere ricostituito il Comitato nazionale, così da proseguire nel lavoro avviato, il Consiglio di Presidenza chiede ad ogni Ministro di indicare un nome tra i frati di questa fascia di età come referente per la Provincia ed eventualmente disponibile ad entrare a far parte di questo Comitato. I nomi vanno inviati al sottoscritto entro il 28 gennaio, poiché essendoci il 30 e 31 gennaio p.v. il Consiglio di 16 - Notiziario Presidenza, si possa fissare un incontro con il Comitato e avviare il lavoro futuro. Non si tratta, ovviamente, di un nuovo settore della Compi, perché tutte le iniziative che da qui nasceranno rientrano nel Settore della FoPe. Fr. Massimo Reschiglian è da poco rientrato dalla visita alla nostra Missione del Congo e alla prossima Assemblea ci relazionerà sulla situazione dei frati e delle Case. Vi anticipo già nel frattempo la bella notizia della prossima professione solenne di due fratelli congolesi che è stata fissata per il 25 agosto. Ringraziamo il Signore di questo dono e accogliamolo come forte invito a rinnovare il nostro impegno per quella terra nel decimo anno di presenza. La nostra ultima Assemblea ha scelto nella persona di fr. Bruno Bartolini il nuovo Segretario della Conferenza. Ringraziando fr. Bruno di questa disponibilità, non possiamo dimenticare il lavoro prezioso e fedele di fr. Ciro Stanzione e i suoi quindici anni di servizio alla Conferenza. Nell’Assemblea di marzo avremo modo di ringraziarlo e salutarlo ufficialmente esprimendogli ancora una volta la nostra stima, ringraziando sinceramen- Dall’8 all’11 gennaio presso la sede della COMPI ad Assisi convegno di Studio “Fondamenti Bibblico Teologici della Cura Pastorale delle Vocazioni”. Il Convegno è organizzato dagli animatori vocazionali OFM d’Italia. Frati Minori dell’Emilia-Romagna te la Provincia di Salerno che ha messo a disposizione della Conferenza questo così valido fratello. Il Consiglio di Presidenza, vista la necessità di procede all’integrazione dei membri del CAE, dato il cambio del Segretario e la non presenza in questo organismo di Ministri provinciali, considerando il fatto che più volte la Conferenza stessa aveva posto questa questione all’ordine del giorno ma non era mai riuscita ad affrontare il problema per mancanza di tempo e visto l’art. 14 degli Statuti della COMPI, che permette al Consiglio stesso di prendere decisioni urgenti da ratificare poi in Assemblea, ha nominato membri del CAE: fr. Fedele Pradella, Presidente; fr. Candido Bafile; fr. Giovanni De Bernardinis, Legale Rappresentante; fr. Clemente Moriggi, Economo; fr. Bruno Bartolini, Segretario. Derogando all’art. 28 deglì Statuti abbiamo confermato questi fratelli nell’ufficio “ad complendum triennium” e cioè fino all’Assemblea ordinaria autunnale del 2003. Al CAE è stato affidato, oltre alle questioni ordinarie, lo studio e la risoluzione del contratto con Città Nuova Editrice e l’affitto della Casa di via della Nocetta in Roma. Un grazie di cuore a coloro che hanno prestato nel precedente Consiglio il loro servizio: fr. Giacomo Massa, fr. Giancarlo Lati e fr. Ciro Stanzione. Un fraterno saluto, Il Calendario 2002 dell’Antoniano narra la vicenda dei Santi Gregorio Grassi, Francesco Fogolla ed Elia Facchini. Il racconto si sviluppa su 12 tavole a fumetti che segnano ogni mese dell’anno. Fr. Francesco Bravi Presidente COMPI Frati Minori dell’Emilia-Romagna Notiziario - 17 CISM I 41ma Assemblea Bussolengo (VR) 5-10 nov. 2001 Dal 5 al 10 novembre presso l’Hotel Centro Turistico Gardesanol di Bussolengo (Verona) si è tenuta la 41.a assemblea generale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM) che ha avuto come tema: “Relazione tra Superiore maggiore e Provincia”. Lunedì 5 novembre, dopo la celebrazione dei Vespri, alle ore 18,30 il Presidente, P. Vittorio Liberti SJ, ha salutato i partecipanti (circa 150) ed ha augurato un proficuo lavoro. Subito dopo ha parlato il Sindaco di Bussolengo, la Presidente dellaUSMI (Unione Superiore Maggiori Italia), ed il Presidente dei CNEC (Centro Nazionale Economi Cattolici). Il P. Fidenzio Volpi OFMCap., Segretario generale, ha introdotto i lavori dell’assemblea. Dopo cena ha avuto luogo un incontro con i nuovi Provinciali. Martedì 6 novembre la Concelebrazione è stata presieduta da Mons. Paolo Romeo Nunzio Apostolico in Italia. Alle 9 il P. Liberti ha tenuto la sua re- 18 - Notiziario lazione su “Essere Superiore Provinciale oggi. Tra aspettative e realismo progettuale”. Dopo un breve dibattito è stato presentato lo strumento di lavoro. Nel pomeriggio ha parlato il Prof. Italo De Sandre dellaUniversità di Padova sul tema: “Transizione culturale ed evoluzione dei modelli dei servizio dell’autorità”. Alle 17,30 vi sono stati gruppi di lavoro e dopo cena incontri delle Conferenze regionali. Mercoledì 7 novembre la Concelebrazione è stata presieduta da Mons. Flavio Roberto Carraro OFMCap. Vescovo di Verona. I lavori hanno previsto la presentazione dei tema “Progettazione per la comunità provinciale. Prospettive e metodi” da parte di Fr. Giovanni Dal Piaz Camaldolese e P. Pier Luigi Nava Monfortano. Sono seguiti gruppi di lavoro continuati anche nel primo pomeriggio. Nel tardo pomeriggio si è incominciato a parlare della elezione dei Presidente. Dopo cena c’è stato un concerto di cantautori religiosi. Giovedì quattro novembre la mattinata è stata dedicata a un Panel (discussione con un gruppo di esperti) con i vari relatori. Il pomeriggio è stato riservato a una visita alla basilica dei Santo a Padova con la concelebrazione presieduta da Mons. Bommarco Minore Conventuale Vescovo emerito di Gorizia. La cena è stata offerta dai Padri Conventuali. Venerdì 9 novembre sono state presentate le proposizioni che sintetizzano i lavori dell’assemblea, già pubblicate nel notiziario precedente a pag. 9. Si è quindi proceduto all’elezione dei Presidente; è stato eletto quasi all’unanimità P. Mario Aldegani CSJ. Nel pomeriggio il Segretario generale P. Fidenzio Volpi ha presentato la sua relazione. Sono poi state votate le proposizioni presentate nella mattinata e con la concelebrazione presieduta, per desiderio del nuovo Presidente, dal P. Vittorio Liberti già Presidente si è conclusa l’assemblea. Dopo cena c’è stato un momento di fraternità rallegrato dal Coro “Città di Garda”, da castagne e vino. Essendo stato delegato dal P. Provinciale a rappresentarlo, presento una breve sintesi dei lavori, per arricchire gli “Orientamenti condivisi” già pubblicati. Dai vari relatori è stato illustrato il tema: “Relazione tra Superiore maggiore e Provincia”; per sintetizzare i loro contributi Frati Minori dell’Emilia-Romagna dividerò l’abbondante materiale in quattro parti: - la situazione attuale della vita consacrata - il ruolo dell’autorità - i compiti dei Provincialele cose da fare. LA SITUAZIONE ATTUALE DELLA VITA CONSACRATA La vita consacrata globalmente intesa ha sviluppato lungo i secoli una sua cultura, ha trovato un guado nel fiume della storia, che l’ha resa visibile e spesso attraente per molti giovani, e indubbio punto di riferimento anche per la società. I religiosi disponevano di un guado sicuro con punti di appoggio e di riferimento ben chiari, che ha loro permesso di attraversare la storia meglio di tante altre componenti della società. Oggi i religiosi si trovano in mezzo a un guado culturale, senza potere più contare su alcuni dei punti di appoggio sperimentati per secoli. Diventa quindi necessario ricominciare a guardare il fiume alla ricerca di altre pietre. In questa ricerca si possono correre due rischi: o di lasciarsi spaventare dai cambiamenti e dalle novità e rimanere troppo a lungo sulla riva a studiare il corso della corrente, o di lanciarsi nell’acqua a cuor leggero senza preoccuparsi di osservare dove si trovano le pietre e finendo travolti dalla corrente. Una volta, disponendo di un guado sicuro e ben sperimentato conosciuto nei minimi dettagli, era sufficiente che il superiore si limitasse a “regolare il traffico” di coloro che attraversavano il fiume; si trattava di indicare le pietre sicure ai giovani, di vigilare perché non mettessero il piede in fallo, di trovare il posto più adatto per loro in una configurazione apostolica sostanzialmente data, e di prevedere il regolare avviFrati Minori dell’Emilia-Romagna cendamento dei soggetti per assicurare la funzionalità delle opere. Ora il cambiamento dei quadro sociale ed ecclesiale, l’invecchiamento, la riduzione numerica e il calo delle vocazioni, richiedono un atteggiamento più dinamico. Le decisioni di rottura diventano sempre più frequenti e spesso traumatiche. In ogni caso, nessuna attività o opera può continuare semplicemente prolungando lo schema di funzionamento precedente, ma è obbligata a riprogettarsi, a volte radicalmente, per il cambiare delle esigenze a cui rispondere e delle possibilità di coloro che operano al suo interno. IL RUOLO DELL’AUTORITÀ In questo contesto ha un grande ruolo l’autorità che è uno dei fattori chiavi di ogni costruzione organizzativa, in quanto prende le decisioni e assume le responsabilità finali; essa deve essere coerente con l’insieme della struttura e della cultura dei gruppo che coopera. L’autorità ha un potere legittimato, riconosciuto, che nel suo costituirsi ha il consenso dei membri della collettività. E’ però necessario tenere presente che oggi la base di legittimazione di ogni autorità è fragile e anche il modo di operare di chi la porta è sottoposto a valutazione e giudizio; chi la esercita non può più darla per scontata, deve darne ragione e ricoglierne le ragioni all’interno della propria collettività. Un’autorità di fatto non sufficientemente legittimata, o meno legittimata, non è più tale, ma viene vissuta come “potere” puro e semplice, come capacità di imposizione, ed i comandi che vengono esercitati in suo nome vengono accettati solo per costrizione e se possibile evitati. L’autorità basa- ta sulla burocrazia, non regge nella società in continua trasformazione, o, se tiene, questo avviene con una enorme dispersione di energie e di motivazioni, e con effetti controproducenti. Presso la Casa di Spiritualità “Villa San Giuseppe di Bologna sono organizzati i seguenti corsi di esercizi per sacerdoti e religiosi: - 12 gennaio 2002, mese ignaziano; - 11-16 novembre 2002, i salmi; - 17-23 novembre 2002, esercizi ignaziani. Notiziario - 19 COMPITI DEI PROVINCIALE Il Provinciale è chiamato non a “gestire il traffico” sulle pietre di un guado ben conosciuto, ma a accompagnare e facilitare processi di discernimento e di cambiamento. L’assemblea, con le varie relazioni, i gruppi di studio e le discussioni, ha messo in evidenza le seguenti indicazioni: - ricordare che nulla è possibile senza un’intima unione e familiarità con Dio e senza un profondo amore personale per Cristo; per questo bisogna favorire e creare condizioni perché l’unione con Dio possa crescere ogni giorno di più; - avere un ascolto e uno sguardo contemplativo rivolti al Signore e al suo Spirito che parla nella Scrittura, nel magistero della Chiesa, nel carisma dell’Istituto, nella vita e nei desideri dei confratelli, nei segni dei tempi; - essere come Salomone che all’inizio dei suo governo chiese a Dio il dono della Sapienza; più precisamente avere uno sguardo profondo e contemplativo sulla realtà, in ascolto della parola dei Signore, consapevole che “un re saggio è la salvezza di un popolo” (Sap 6,24); - imitare l’”amministratore fedele e saggio posto a capo della servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo” (Lc 12,42); - avere una grande disponibilità a un ascolto profondo, cordiale e franco: da una parte dei confratelli, delle loro aspirazioni e paure; dall’altro della realtà della Chiesa e della società, con le loro necessità e richieste; 20 - Notiziario - - - - - - ricordare che le decisioni debbono essere prevalentemente collegiali, anche se con un disegno preciso delle responsabilità; non subire le trasformazioni ma gestirle, e non utilizzare le persone come strumenti esecutivi ma come risorse stimolate a autovalorizzarsi nel cooperare a raggiungere al meglio gli obbiettivi comuni; innescare i processi di discernimento, favorirli e vigilare che il metodo seguito per condurli a termine sia conforme con il proprio carisma, declinato però nell’oggi della chiesa e dei mondo; provvedere a ciascuno dei confratelli quello di cui ha bisogno, per quanto possibile; vigilare affinché ci siano tutte le condizioni per potere affermare che la decisione presa sia veramente quella che Dio richiede dalla Provincia, dalla casa e dall’opera in queste circostanze storiche; garantire la correttezza metodologica delle scelte che debbono essere fatte in modo che quanti partecipano al discernimento abbiano le giu- ste disposizioni in termini di libertà e abnegazione personale, familiarità con l’intuizione fondante dell’Istituto, attenzione ai segni dei tempi; imitare il “Pellegrino dell’Assoluto” che ha lo zaino a portata di mano, sempre pronto per metterlo in spalla e incamminarsi lungo e vie sempre nuove che il Signore vorrà tracciare per lui. COSE DA FARE Per quanto riguarda ciò che si dovrebbe fare, sono emersi questi suggerimenti: - coniugare insieme il grande bisogno di interiorità, di contemplazione e di sacro con l’impegno concreto nel sociale.fare in modo che la cura della vita comunitaria sia un punto forza della programmazione della Provincia; - curare molto la formazione di base e la formazione permanente ogni religiosi che, pur tenendo conto delle inclinazioni e delle capacità dei singoli soggetti, deve essere mirata alle particolari esigenze dei diversi settori apostolici propri dei carisma; - - tener conto della presenza degli anziani, cui va garantita un’esistenza dignitosa sia sul piano della vita religiosa che della vita apostolica: gli anziani non sono soltanto un fatto statistico, ma una realtà concreta e imprescindibile, da valorizzare e da tener sempre presente in ogni forma di rinnovamento della vita consacrata, in quanto essi ne rappresentano la memoria storica; - dedicarsi alla nuova evangelizzazione voluta da Giovanni Paolo II che comporta una forte concentrazine cristoloFrati Minori dell’Emilia-Romagna gica nell’annuncio ed un intenso sforzo di inculturazione del Vangelo a fronte della frattura tra Vangelo e cultura che è il dramma dell’epoca contemporanea. Spostare il baricentro dei nostro lavoro di evangelizzazione dai credenti ai non credenti; prospettiva feconda anche per la crescita nella fede degli stessi credenti. Per realizzare questo si è sottolineato che non è pensabile per il futuro continuare a avere le attuali presenze ed opere apostoliche; è necessario procedere a un ridimensionamento dei nostri fronti apostolici. Se non si fa questo è illusoria ogni concreta programmazione. Ma un giusto ridimensionamento ha bisogno di trovare la identificazione di alcuni punti forza sui quali far convergere le energie giovani della Provincia. Prendere coscienza dell’importanza della cooperazione con i laici, offrendo loro la propria spiritualità. bene che il discernimento delle scelte da compiere oggi sia fatta in comunione con Dio, per esempio durante un corso di esercizi spirituali. Coloro che hanno partecipato all’assemblea sono convinti che se il Superiore provinciale terrà presenti questi suggerimenti, contribuirà davvero a costruire un futuro nuovo e pieno di speranza per la sua Provincia e renderà vero quel titolo di Padre tradizionalmente associato al ruolo di Superiore a immagine di Colui “dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome”. Fr. Giambattista Montorsi Frati Minori dell’Emilia-Romagna II Consiglio Nazionale Carissimi tutti, è trascorso giusto un mese dalla nostra Assemblea di Bussolengo e ritengo opportuno scrivervi qualche riflessione sull’esperienza che abbiamo vissuto e darvi qualche informazione sui primi passi che il nuovo Consiglio di Presidenza sta muovendo. L’Assemblea di Bussolengo è stata un momento importante e significativo per la vita della CISM e per tutti noi. E’ stato eletto dall’Assemblea il nuovo Presidente, nella mia persona. Ringrazio della fiducia e rinnovo qui il mio impegno a servire la Conferenza perché realizzi in modo sempre più efficace i suoi fini: rappresentare l’insieme degli istituti religiosi, promuovere il coordinamento e la comunione, svolgere un servizio di animazione particolarmente per i superiori maggiori. Saluto con viva cordialità in modo particolare i superiori che non hanno potuto intervenire all’Assemblea, con il vivo desiderio di poterli incontrare all’appuntamento del prossimo anno. Il Consiglio Nazionale, radunatosi subito dopo l’elezione del nuovo presidente, ha eletto due nuovi vicepresidenti: P. Luigi Gaetani, carmelitano, superiore provinciale del suo ordine nella provincia della Puglia, e Fr. Onorino Rota, dei fratelli maristi, superiore provinciale della provincia italiana del suo istituto. Un grazie doveroso e sentito esprimo a P. Vittorio Liberti, per il servizio che ha reso alla CISM nei suoi quattro anni di presiden- za: ho già manifestato il mio pensiero di gratitudine e di sincera amicizia a Bussolengo e gli rinnovo, a nome di tutti, la riconoscenza e la stima. Un grazie anche a Fratel Mario Prescrutini, che per tre anni ha ricoperto l’incarico di vicepresidente, impegnandosi, tra l’altro, nel servizio della presidenza del Comitato di Coordinamento, istituito per favorire la collaborazione tra i nostri organismi (CISM, USMI, FIDAE, AGIDAE, FISM, UNEBA, CNEC, ARIS, Associazione Economi Generali). Riprendiamo il cammino, sostenendoci insieme nel nostro servizio, aiutandoci a guardare avanti, con quella “chiaroveggenza” che viene dalla fede e dalla certezza che “siamo nelle mani di Dio e, dunque, siamo in buone mani”. Il Consiglio di Presidenza sta predisponendo un programma per il prossimo quadriennio, che presenterà al Consiglio Nazionale e che terrà conto dei contributi dei partecipanti a Bussolengo. Vi ho accennato a Bussolengo, e ribadisco che la nuova Presidenza si muoverà in una linea di continuità: nel Notiziario - 21 lavoro di gruppo del Consiglio di Presidenza; nell’attenzione a guardare avanti con fiducia e proporci strade di coraggioso rinnovamento, nella considerazione realistica alla situazione presente; nell’organizzare Assemblee che nell’ impostazione e nel contenuto aiutino a maturare un comune pensiero; nell’approfondire il senso delle varie “relazioni” attraverso le quali la nostra vita di consacrati si esprime e testimonia i valori del Regno; in un ancora più convinto impegno a valorizzare le diverse sensibilità ed esperienze che ci sono in mezzo a noi. L’Assemblea è stata momento importante anche per la vita e l’esperienza di ciascuno: il tema trattato ci ha coinvolti in prima persona. Credo che tutti avremo avuto modo di riprendere i terni fondamentali trattati li riprenderemo attraverso la lettura degli Atti che verranno pubblicati. A tutti penso sia apparso chiaro che il nostro servizio di autorità deve avere due qualità essenziali: una qualità spirituale, che trova fondamento e alimento nella nostra stessa vita spirituale e che si esprime attraverso la lettura sapienziale della vita e dei problemi, il discernimento, l’impegno a motivare e rimotivare i confratelli; una qualità relazionale che si esprime in una particolare cura ed attenzione alle persone, nella fiducia e nell’ottimismo di fondo. Vi annuncio sin da ora che l’Asseniblea Nazionale del 2002, sarà celebrata da lunedì 4 a sabato 9 novembre, in Sicilia. Vi raccomando già da ora di appuntarvi questo impegno. A Bussolengo eravamo circa 160: spero che nell’Assemblea del 2002 potremo essere di più. L’Assemblea annuale infatti è il 22 - Notiziario momento più alto e significativo della vita della nostra Conferenza e la partecipazione, al di là dei temi trattati, è un momento davvero unico di conoscenza, di reciproco arricchimento e di comunione fra noi. Al termine della nostra Assemblea è stato fatto cenno al tema della guerra in corso e alla necessità di esprimere un nostro pensiero sull’argomento. Non abbiamo avuto il tempo di maturarlo insieme e abbiamo soltanto ribadito la nostra unità di intenti con il Santo Padre e con la sua instancabile preghiera e coraggiosa azione per la promozione della pace e della giustizia. I nostri giovani confratelli, che si sono incontrati a Collevalenza per il Convegno annuale organizzato dall’Area Animazione della Vita Consacrata, hanno inviato al Consiglio di Presidenza una breve dichiarazione, firmata da un centinaio di loro, in cui affermano la condanna “al terrorismo e ad ogni tipo di guerra “ e, soprattutto, si impegnano a: • “sensibilizzare le nostre comunità a riflettere, pregare ed operare per la giustizia e per la pace • farsi promotori dell’accorato appello del Papa, con la nostra adesione alla giornata di digiuno e di preghiera del prossimo 14 dicembre e alla giornata di dialogo interreligioso del prossimo 24 gennaio ad Assisi • coinvolgere tutti coloro che avviciniamo nel nostro ministero ad essere sensibili e partecipi a queste iniziative a favore della pace”. Credo che ognuno di noi, nel suo Istituto, sia impegnato in questa azione: sarebbe davvero poco credibile l’augurio e il messaggio di pace che proclamiamo nel Natale se non l’accompagnassimo con una fattiva promozione delle ragioni della pace, della giustizia, della concordia fra i popoli, e sarebbe umiliante per noi religiosi non essere in prima fila nell’annuncio evangelico della pace e della giustizia, prima e al di là di ogni altra considerazione. Il Consiglio di Presidenza della CISM ha preparato e diffuso un comunicato stampa, di cui vi allego copia, per sostenere l’iniziativa proposta dal Santo Padre. Ricordo a tutti, soprattutto a coloro che non erano presenti a Bussolengo, la necessità di versare la quota annuale alla Conferenza, che è rimasta invariata, e di rinnovare l’abbonamento alla nostra rivista “Religiosi in Italia”, procurando che vi sia abbonata ogni comunità: è questa una forma di sostegno alla Conferenza e un mezzo importante di comunicazione e di crescente comunione fra noi. Allo stesso modo siete invitati a prenotare quelli che non erano presenti a Bussolengo o che non l’avessero già fatto il volume degli Alti dell’Asseniblea e le altre pubblicazioni CISM. Rinnovo a tutti voi il mio saluto e cordiale augurio di ogni bene. Il Signore guidi i nostri passi nel cammino verso di Lui: auguro di cuore un Natale di pace e un felice Anno Nuovo, anche a nome del Consiglio di Presidenza e della Segreteria Nazionale. Con viva cordialità. d. Mario Aldegani CSJ Presidente Nazionale CISM Frati Minori dell’Emilia-Romagna Vita della Provincia I Definitorio Ferrara “Santo Spirito” 4 dicembre 2001 * Il lavoro del Definitorio inizia alle ore 09.40 con la presentazione dell’ODG. * Si rimanda all’incontro di Gennaio l’approvazione dei Verbali dell’incontro del Mese di Novembre. * E’ presentata la situazione di due fratelli: Fr. Emanuele Gironi e Fr. Pancrazio Togni che per quanto riguarda la loro salute stanno vivendo un momento molto difficile. * Fr. Quintino Lugnan è trasferito dal Convento di Villa Verucchio al Convento dell’Osservanza di Cesena. * Il Ministro provinciale comunica al Definitorio l’attuazione di quanto deciso nel precedente incontro in riferimento alla Fondazione “Casa del Fanciullo Padre Gherardo Gubertini” di Piacenza: la nomina, cioè, del Delegato della Provincia presso Frati Minori dell’Emilia-Romagna il Consiglio della Medesima Fondazione dell’Avv. Carlo Casali. * Viene presentata la richiesta pervenuta da parte della Parrocchia di San Savino di Faenza di potere rivedere il comodato che regola i rapporti tra la nostra Provincia e la Diocesi di Faenza circa l’uso dello stabile conventuale e della Chiesa della Beata Vergine del Paradiso. La richiesta è quella, da parte della Parrocchia di San Savino, di poter agire in prima persona senza l’intermediazione della Diocesi e di prolungare il tempo dell’accordo. Il Definitorio provinciale riflette a lungo sulla cosa, esprime parere favorevole e raccomanda di essere molto attenti nella formulazione del nuovo contratto. Chiesa abbaziale di Nonantola. * Il Rappresentante Legale aggiorna il Definitorio circa l’andamento di alcune pratiche legate all’esecuzione di volontà testamentarie. * Ci si scambiano gli auguri natalizi e e ci si augura reciprocamente di poter vivere nella serenità il periodo delle Feste. * Il prossimo incontro del Definitorio si terrà il giorno 8 gennaio presso la fraternità di Cesena. * Si pranza con la fraternità di Santo Spririto in un clima sereno mentre si consuma il cibo preparato con tanta perizia dalla Signora Maurizia. * Il Ministro Provinciale riferisce dell’avvenuta Ordinazione Diaconale di Fr. Luigi Dima presso la nostra Chiesa di Ravenna la scorsa settimana. * Per quanto riguarda l’Ordinazione Diaconale di Fr. Maurizio Piazza dopo aver discusso su diverse possibilità in accordo con l’Arcivescovo di Modena si fissa l’ordinazione per il 14 aprile 2002 alle ore 18.30 presso la Notiziario - 23 II Commissione Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato Il nostro grido a Dio per la pace In vista degli appuntamenti di preghiera interreligiosa chiesti dal papa per il 14 dicembre, giorno conclusivo del Ramadan, insieme ai fratelli musulmani, e del 24 gennaio ad Assisi con tutte le religioni monoteiste, giovedì 5 dicembre si è riunita la Commis-sione Giustizia, pace e salvaguardia del creato. Cresce la nostra gioia nella rinnovata scelta della città di S. Francesco per questo secondo profetico appuntamento: segno della universalità di questo santo e di ammirazione per la sua efficace opera come strumento di pace nelle mani dell’unico Dio dell’umanità. Contemporaneamente, guardando a noi, avver-tiamo la difficoltà di essere oggi, qui in Emilia Romagna, non tanto frati di pace a livello personale, quanto diffusori di pace, persua-dendo attraverso strumenti nuovi che la pace va coltivata nonostante tutto, educando noi stessi e coloro che incontriamo nel nostro quotidiano ad uno spirito di accoglienza, di dialogo, di perdono, cercando di garantire la soddisfazione dei diritti fondamentali della persona al cibo, alla casa ecc. dando una risposta immediata a chi si rivolge a noi e poi mettendo in movimento comunità, istituzioni religiose e civili ed enti pubblici. Ci sembra che queste finalità siano state ben individuate dalla Conferenza internazionale Cristiani e Musulmani in 24 - Notiziario Europa dello scorso settembre che ha riunito rappresentanti cristiani e musulmani di 26 nazioni. Riprendiamo alcune indicazioni: 1. intraprendere azioni coraggiose a favore della vita umana, della libertà, della religione, della giustizia; 2. formare ad una chiara coscienza della nostra umanità comune che ci rende fratelli e sorelle prima delle diverse religioni e condizioni sociali, 3. rifiutare la giustificazione della violenza in nome della religione, 4. sostenere gruppi interreligiosi di base per conoscere e sopire tutte le tendenze psicologiche o culturali che si oppongono alla collaborazione. 5. incoraggiare sacerdoti pastori, teologi, imam e capi musulmani e i laici a intraprendere il dialogo e gli incontri interreligiosi attraverso scambi tra le facoltà e i seminari cristiani e musulmani, 6. proseguire gli sforzi per sviluppare una coscienza dei comuni valori umani. La situazione interculturale, interetnica, interreligiosa è ormai comune sia nella città che nei comuni, per cui anche l’aspetto formativo è da valutare adeguatamente, come è stato fatto o è in progetto, ricordano Fr. Ersilio e fr. Michele nel comune di Verucchio e nella provincia di Piacenza. Un’altra esigenza è quella di far conoscere gruppi, associazioni, movimenti, che lavorano per la giustizia e la pace. Infatti da una indagine promossa da un gruppo giovanile legato al CPV risulta che la gran parte degli adulti ignora qualsiasi iniziativa in questo settore. Promuovere la giustizia e la pace significa diffondere una appropriata sensibilità soprattutto tra i giovani ed anche far conoscere e suscitare adesioni a questi movimenti. Se la promozione umana e la testimonianza della carità rimangono una premessa alla evangelizzazione, non completano il nostro essere cristiani e frati, e siamo un organismo assistenziale; ricordiamo però che se davvero si ponesse in comune qualcosa di più di quello che siamo abituati a fare singolarmente e le politiche sociali, secondo l’indicazione del titolo della loro esistenza, promuovessero questo potrebbe realizzarsi qualcosa di simile a ciò che accadde, ahimè per poco tempo, a Gerusalemme dove nessuno era indigente. Per quanto riguarda la giornata di preghiera, digiuno e carità del 14 dicembre si constata una sensibilità comune a tutte le diocesi e le parrocchie della nostra regione ed è bene partecipare ad inziative comuni. Si ritiene che prima del 24 gennaio ci saranno indicazioni a livello nazionale a cui ispirarsi. Frattanto continuiamo ad elevare al Signore il nostro grido per la pace, accompagnato da forme di penitenza e di carità. Fr. Bruno Monfardini Frati Minori dell’Emilia-Romagna Note di Cronaca I Associazione Parroci OFM Assieme a P. Giovanni Di Maria ho partecipato nei giorni 19 e 20 novembre al Consiglio Nazionale dei Delegati provinciali – parroci ofm al convento di S. Lucchese a Poggibonsi. La relazione centrale è stata di Sr. Lorenzina Colosi FMA, direttore dell’ufficio catechistico e servizio per il Catecumenato della Diocesi di Roma, sul tema: “Il popolo di Dio in missione; formazione, vocazione, comunione”. Il clima è stato, come sempre, improntato a semplicità e fraternità e fecondo di approfondimenti utili. Partendo dalla Lettera all’Ordine del Ministro Generale in occasione della Solennità del Padre S. Francesco c.a., si è detto che l’Apostolato in Parrocchia è una forma meravigliosa di apostolato per noi, purché sia vissuto secondo lo Spirito di S. Francesco e cioè: non abbiano “giocondità e letizia se non nelle Santissime parole e opere del Signore e, mediante queste, conducano gli uomini all’amore di Dio con gaudio e letizia” (Am. XX). Frati Minori dell’Emilia-Romagna Questi alcuni spunti dell’incontro: * Viviamo anni di crisi per la Vita consacrata. Vogliamo che questa crisi diventi discernimento dell’essenziale e Kairos per una rinascita. La vita francescana è la semplicità stessa. Richiede una conversione radicale e infinite piccole conversioni quotidiane e questo costa, ma sarebbe anche, se vissuta, il superamento della crisi. (cfr. Lettera del Generale). * E’ indispensabile, però, fermarci, sostare per riflettere e ripartire poi dal “deserto” per riorientare la nostra esistenza. Con il nuovo millennio, “un nuovo tratto di cammino si riapre per la Chiesa” e anche per il nostro Ordine (cf. NMI 1). In queste circostanze siamo invitati a “fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente e aprirci con fiducia al futuro. (NMI 1) * L’Ordine ha bisogno di speranza, di passione, di entusiasmo, di persone che tentano di intuire le tante possibilità di rinnovamento che esistono nel mondo, nella Chiesa e all’interno della nostra fraternità, per non chiudersi in un disperato sforzo di sopravvivenza. Radicati nella Parola e obbedienti alla Chiesa, vogliamo continuare ad essere “ribelli” evangelicamente parlando, ricercatori di possibilità nuove di vita francescana nella storia e nella cultura attuali. P. Giuseppe Barigazzi II Ordinazione Diaconale di Fr. Luigi Dima La parrocchia di San Pier Damiano è inserita in uno de quartieri, ravennati, la Darsena, in cui è maggiormente avvertito il disagio giovanile. C’è quindi un bisogno ancora maggiore, rispetto ad altre realtà, di avere luoghi di aggregazione in cui potersi ritrovare, parlare e giocare tra coetanei. Uno di questi centri è sicuramente la parrocchia dove, tra l’altro, da alcuni mesi è arrivato un giovane sacerdote, Fr. Raffaele Trotta, che si aggiunge al parroco Fr. Felice, a Fr. Contardo e a Fr. Donato. Per la comunità è festa grande perché nel corso della Santa Messa del 1° dicembre alle ore 18.15 l’arcivescovo Giuseppe Verucchi ha ordinato diacono frate Luigi Dima, ventiseienne ravennate cresciuto proNotiziario - 25 trato nella comunità dei frati francescani di Villa Verucchio, per seguire poi gli studi teologici a Bologna, studi che proseguirà anche dopo il diaconato, in vista dell’ordinazione sacerdotale previsto il prossimo anno. Luca Soprani Resto del Carlino 01 dicembre 2001 prio nella parrocchia di San Pier Damiano, dove ha frequentato il gruppo degli scout. “E’ veramente importante, non solo per la nostra comunità dei francescani, ma per tutta la parrocchia - sottolinea padre Raffaele Trotta, coetaneo di Fr. Luigi – che dei giovani decidano di impegnarsi nell’educazione dei ragazzi e in particolare in una realtà non facile come la nostra. La Parrocchia tra il gruppo scout, quello del catechismo, il dopo cresima, la corale, è frequentata da circa trecento ragazzi e credo sia un bel segno vedere che altri giovani hanno scelto di stare con loro per parlare e giocare”. Fr. Raffaele è decisamente un tipo sportivo, grande appassionato di pallavolo (non si perde una partita della Teodora al Pala De André), qualche tempo fa ha giocato, proprio assieme a Fr. Luigi, nella nazionale di calcio dei frati. A molti ragazzi che frequentano, la parrocchia suscita una certa impressione vedere Luigi Dima dall’altra parte della “barricata”, cioé tra i frati, dopo che per molti anni lo hanno visto nel gruppo degli scout, e con lui. hanno condiviso le emozioni di uscite e campi estivi. Luigi, i cui genitori Ivano e Luisa abitano tuttora in parrocchia, ha frequentato il liceo classico e subito dopo è en- 26 - Notiziario III L’OFS e il 24 gennaio 2002 Carissimi, il Santo Padre Giovanni Paolo Il durante l’Angelus del 18 novembre 2001 ricordando le pesanti sofferenze che hanno afflitto e affliggono ancora tanti nostri fratelli e sorelle dovute agli attentati terroristici dell’11 settembre scorso e alla guerra dell’Afghanistan chiede ai cattolici: “che il giorno 14 dicembre sia vissuto come giorno di digiuno , durante il quale pregare con fervore Dio affinché conceda una pace stabile fondata sulla giustizia Ciò di cui ci si priva nel digiuno potrà essere messo a disposizione dei poveri, in particolare di chi soffre in questo momento le conseguenze del terrorismo e della guerra.” Annuncia che è sua “intenzione invitare i rappresentanti delle religioni del mondo a venire ad Assisi il 24; gennanio 2002 a pregare per il superamento delle contrapposizioni e per la promozione dell’autentica pace. Ci si vuol trovare insieme, in particolare, cristiani e mussulmani, per proclamare davanti al mondo che la religione non deve, diventare motivo di conflitto, di odio e di violenza” ricorda il precedente incontro di preghiera di Assisi del 1986 e come allora “è urgente che un’invocazione corale salga con insistenza dalla terra verso il Cielo, per implorare dall’Onnipotente, nelle cui mani stanno i destini del mondo, il grande dono della pace, presupposto necessario per ogni serio impegno a servizio del vero progresso dell’umanità”. Come ordine francescano secolare accogliamo l’invito del Santo Padre e senza indugio aderiamo alle sue indicazioni. Esortiamo tutti i terziari e le fraternità a vivere per venerdì giorno 14 dicembre 2001 un giorno di digiuno e di preghiera. Ove è possibile organizzare come fratemità OFS veglie di preghiera o partecipare insieme ad altri fratelli e sorelle a una preghiera corale per il dono della pace. Accettando le indicazioni del consiglio nazionale OFS, raccoglieremo le offerte del digiuno e le invieremo, attraverso il centro regionale e/o nazionale OFS, direttamente al Santo Padre affinché le doni a chi soffre “ le conseguenze del terrorismo e della guerra.” In questo tempo difficile e di prospettive oscure, come francescani avvertiamo sempre di più l’urgenza di assumere un autentico impegno personale e di fraternità per iniziative di pace. Il Santo Padre ci ricorda che di fronte a situazioni così drammatiche non è sufficiente limitarsi ad iniziative straordinarie, L’impegno per la giustizia e la pace richiede un autentico cambiamento dello stile di vita, soprattutto nella nostra società del benessere. Il periodo di avvento è un tempo particolare di grazia per rivisitare la nostra vita e per convertire i nostri cuori a quell’esigenza di carità come ci esorta San Giovanni Battista. Frati Minori dell’Emilia-Romagna Per l’incontro di preghiera del Santo Padre e dei rappresentanti delle religioni del mondo ad Assisi per giovedì il 24 gennaio 2002, invitiamo tutti i ministri e i consiglieri diocesani ad organizzare per quella data iniziative e veglie di preghiera per la pace e a livello diocesano. Qualora vi sia la possibilità di divenire, come ordine francescano secolare, promotori attivi di iniziative di pace che si organizzano nella porpria diocesi insieme agli altri gruppi ecclesiali. Con l’iniziativa degli “Eremi del Vangelo” desideriamo riportare l’attenzione di tutti i francescni l’importanza della assidua lettura del Vangelo e divenire, con l’aiuto del Signore, ascoltatore non sordi della sua Parola. Frati Minori dell’Emilia-Romagna A tutti un augurio di Pace nel Signore Gesù. Buon Natale. I Francescani del “Franciscan International Study Centre” di Canterbury (Gran Bretagna) organizzano una serie di corsi di formazione permanente e di specializzazione in spiritualità francescana. Chi è interessato si rivolga alla Segreteria provinciale. Il Padre Assistente Regionale Fr. Pierdamiano Cantoni Il Ministro regionale Silvio Imbriaco Notiziario - 27 Abbiamo Vissuto * Lunedì 26 presso la Chiesa della Santissima Annunziata in Bologna incontro sulla realtà politico-religiosa della Cina. Vi partecipa Don Politi, Direttore di “Mondo e Missione”. * Martedì 27 ad Assisi incontro dei responsabili di settore con il Consiglio di presidenza Compi. L’incontro terminerà il 29. * Sabato 1 dicembre a Ravenna Ordinazione Diaconale di Fr. Luigi Dima. * Martedì 4 incontro del Definitorio provinciale presso il Convento di Santo Spririto di Ferrara. * Domenica 9 concerto della Verdi Note dell’Antoniano a Rocca San Casciano per la raccolta di fondi per il rifacimento del tetto della nostra Chiesa. * Martedì 18 in Curia incontro con l’assistente regionale OFS circa gli sviluppi a livello locale del problema dell’unità OFS. * Lunedì 10 ritiro del Ministro provinciale alla fraternità di Noviziato di Baccanello. * Venerdì 21 a Villa Verucchio incontro con la Comunità di Postulato per gli Auguri Natalizi. * Martedì 11 inizia a Milano Marittima la Formazione permanente per la fascia d’età 4060 anni. Terminerà nella tarda serata del giorno 13. Erano assenti Fr. Francesco Colaianni, Fr. Giuseppe Cervesi, Fr. Paolo De Paoli, Fr. Giovanni Bianchi. * I giorni 15 e 16 ritiro del CPV all’Osservanza di Bologna. * Martedì 4 sosta a Bologna il Vescovo di Canto Grande in Perù nella cui Diocesi l’Antoniano ha realizzato un’iniziativa di solidarietà. * Nella mattinata di sabato 15 a Roma Fr. Gabriele Raschi difende la tesi di Dottorato in Teologia Morale. Summa cum Laude. * Mercoledì 5 a Bologna ultimo incontro zonale di Formazione permanente. * Lunedì 17 incontro con i responsabili dell’Agenzia Frate Sole. * Sabato 8 Fr. Cherubino Bigi viene ricoverato per problemi di cuore all’Ospedale di Rimini. * Martedì 18 in Curia provinciale incontro con il Superiore Provinciale della Provincia italiana dei Paolini. 28 - Notiziario * Nel pomeriggio del 21 scambio degli auguri in Curia provinciale. * Sabato 22 nella prima mattinata il Ministro e il Segretario provinciale partono per Gerusalemme, rientreranno il giorno 26. Frati Minori dell’Emilia-Romagna Un buon libro In questi ultimi anni si ritorna spesso sulla necessità di una “nuova evangelizzazione”. Sono apparsi, a profusione, interventi del magistero, saggi, interviste, programmi e iniziative di ogni genere. Da tutto questo agitarsi, se ne ricava l’impressione di un grande affanno. Affanno per il terreno che la Chiesa sta perdendo in seno alla società (italiana, in particolare)? Per il poco peso che i cristiani hanno “nei luoghi che contano”, riguardo alle decisioni di ordine politico, culturale e di immagine? O per la disaffezione dei praticanti nei confronti delle proprie chiese? È un’impressione, d’accordo. Ma come evitare l’altra strana sensazione che colpisce ad uno sguardo d’insieme su tutti quegli interventi? Si parla di “nuova evangelizzazione” e si pensa a sé, si parla di sé, ci si preoccupa di sé, si promuove se stessi… Alla fin fine, non è che si confonda Dio con i propri interessi, fossero pure di Chiesa o di Ordine? Perché il problema è proprio questo. Si sta dimenticando l’essenziale; lo si dà per scontato. E l’essenziale, per un cristiano, è soltanto Dio. Chi ha ancora il coraggio di parlare di Dio? E Frati Minori dell’Emilia-Romagna OLIVIER LE GENDRE, Le maschere di Dio, EDB, Bologna, 2001. 10,33 (iva compresa). Questo numero del Notiziario è stato chiuso in Segreteria provinciale il 22 dicembre 2001 in che modo se ne parla?… Se vogliamo “evangelizzare” sul serio, occorre cominciare dalla domanda di fondo: chi è Dio per me? E non rispondiamo troppo in fretta. Occorre dunque “evangelizzare Dio”. Annunciare il Dio del Vangelo, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Il resto è soltanto conseguenza, e perciò secondario. Stavo riflettendo su questo tema, quando mi sono imbattuto nel libro di Le Gendre, Le maschere di Dio. Non solo l’ho letto con partecipazione, ma ho ritenuto condividere con altri le sue intuizioni, che vanno appunto nel senso di una riscoperta di Dio, che è Padre, e non “soltanto Dio”. Ho curato la traduzione e la pubblicazione del testo, anche come contributo alla ricorrenza di 25 anni di insegnamento presso lo Studio Teologico. Non è necessario far festa con i tortellini, quando si può avere tra le mani qualcosa di più prezioso, no? Il mio augurio che tutti i francescani, esperti in evangelizzazione, ma ancor prima, esperti di Dio, ne facciano buon uso. Fr. Carlo Dallari Notiziario - 29