Il trovatore Dicembre 2014
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Il trovatore Dicembre 2014
l m o n d o de l l a v o r o M e n s i l e di i n f or m az i o ne s u a c u r a de l CS L O g l i a s t ra Il colloquio di lavoro? Te lo faccio con il video. Un web-spider che, come il più celebre Googlebot, scandaglia la rete alla ricerca degli annunci di lavoro pubblicati direttamente sui siti delle aziende. Due piattaforme simili a Youtube e a Skype, ma interamente made in Italy, che permettono di caricare video ed effettuare colloqui in remoto in assoluta privacy. Se questo è il motore hitech, il cuore di Face4Job, il portale che promette di stravolgere i meccanismi di selezione, è il talento: quello un po’ visionario del fondatore, ma anche e soprattutto quello che rende unica ogni persona, anche se spesso non viene riconosciuto e valorizzato. Nato nell’agosto del 2013 con un capitale di 10mila euro, dopo sette mesi Face4Job è stato lanciato sul mercato italiano e dopo nove è stato valutato 5 milioni di euro. Ai primi di novembre, il lancio internazionale in 7 lingue: “Ci manca la Cina e questo è uno dei prossimi obiettivi” dice Alessio Romeo, l’ingegnere palermitano classe 1975, che l’ha ideato quando era alla guida di una startup statunitense e cercava personale qualificato. Romeo è anche l’amministratore delegato di Face4Job e, nonostante le offerte ricevute, ne è ancora il proprietario insieme a una manciata di soci più che fidati: il fratello e tre amici di infanzia. “Aver mantenuto il controllo dell’azienda è stata la parte più difficile, ma anche quella che più mi ha dato soddisfazioni”. Face4Job replica, semplificandoli e snellendoli, i processi di recruiting tra azienda e candidato: ci sono le interviste strutturate e ci sono pure i colloqui faccia a faccia, il tutto in ambiente digitale. Nella homepage del portale, un planisfero aggiornato in tempo reale riporta le offerte di lavoro individuate dall’algoritmo e poi verificate da un team. Secondo l’ultimo conteggio, quelle europee sono quasi 20 milioni, in Italia un milione e 340mila. In Lombardia le imprese cercano 397mila persone da assumere, in Veneto poco più di 280mila, in Lazio 205mila, limitandosi alle prime tre regioni. Ma come funziona Face4Job? Chi cerca lavoro, perché disoccupato o perché magari non si accontenta di quello che ha, può inserire gratuitamente il proprio cv, stilando una classifica dei suoi talenti, ovvero le 10 competenze che più lo contraddistinguono: adattabilità, gestione delle informazioni, capacità comunicative, pensiero critico, produttività e affidabilità, spirito di collaborazione, imprenditorialità, cosmopolitismo, innovazione e leadership. “In questo modo il candidato prende anche consapevolezza di sé” continua Romeo. D’altra parte, in quattro possibili mosse e con un investimento di pochi euro, le aziende possono trovare la persona che cercano, senza spostarsi e ovunque essa sia. La prima mossa è effettuare una scrematura nel data base con i curricula vitae secondo 5 parametri: lingue conosciute, competenze tecniche, età, localizzazione e talenti. Questa operazione costa un euro al giorno ed è già sufficiente per ritrovarsi con i numeri di telefono e gli indirizzi e-mail di possibili candidati. La seconda mossa è stringere il campo attraverso il colloquio offline: i candidati devono rispondere alle 12 domande più comuni nelle prime fasi delle selezioni girando un “videotalent”. E se non sono soddisfatti del primo ciak, possono farne un altro. La terza mossa è il colloquio in real time, che prevede la registrazione di un nuovo “videotalent” con domande personalizzate. In questo caso, però, le risposte non si possono più cambiare. Per ogni “videotalent” l’azienda deve pagare un euro. La quarta e ultima mossa è la “room”, ovvero un incontro “faccia a faccia” sempre su piattaforma Face4Job: un euro per ogni videochiamata conclusa. E se la mission aziendale è dichiaratamente il progresso sociale, l’idea sta funzionando anche dal punto di commerciale: “I dati stanno esplodendo, arrivano candidature da tutto il mondo, quasi 200 aziende si sono iscritte spontaneamente e da poco abbiamo stretto una partnership con un’importante società di head hunting”. Già chiari i programmi per l’immediato futuro di Face4Job, a partire dal completamento delle app per Android, iOS e Windows e lo sviluppo di nuovi servizi per le aziende di fascia premium. “Ci sono investitori, anche californiani, interessati a investire grandi cifre, ma non voglio assolutamente cedere” ribadisce Romeo. Ferma anche la volontà di rimanere in Italia: “Ho trascorso i miei anni post universitari all’estero e avevo fatto terra bruciata a livello di rapporti personali, ma da buon siciliano per me la famiglia vale più di ogni altra cosa e io ho avuto la fortuna di costruirne una esemplare. ‘Last but not least’, la voglia pazza di farcela qui”.Fonte: Mio job Anno VI Numero 12 06 Dicembre 2014 Sommario Il colloquio di lavo- 1 ro? Te lo faccio con il video. L’arte di migliorare 2 in ufficio per uscire dalla crisi. La strada verso il Giappone. 2 Lavorare in Banca d’Italia. Laureati e under 40. 3 Carriere verticali o 3 orizzontali? Italiani in fuga a Berlino. 4 Il libro del mese. 4 L’arte di migliorare in ufficio per uscire dalla crisi. Ripartire dalla crisi senza delocalizzare o ridurre l’occupazione. Impresa impossibile? No, se lo si fa con gli strumenti giusti. E non serve chiamarsi Fiat, Pirelli o Luxottica: basta riuscire a innescare un mutamento in grado di generare una nuova cultura aziendale. La prova sono i risultati sorprendenti delle piccole e medie imprese che hanno adottato – in modo originale – la filosofia del lean thinking. Lean significa snello: perciò, pensare snello. Un pensare – e un agire – dinamico e aggiornato, un’opportunità da cogliere adesso per aiutare l’Italia a vincere le sfide di un mondo globale. La ricetta per rilanciare imprese ed economia è contenuta in L’arte di migliorare (Marsilio, 304 pagine, 18 euro), il nuovo libro di Arnaldo Camuffo, professore ordinario all’Università Bocconi di Milano, dove insegna Lean management. Protagonista del libro, dedicato ai titolari delle aziende italiane, è proprio il lean thinking, la filosofia che ha rivoluzionato prima il mondo della produzione e poi quello della gestione. E se il precursore di questo sistema produttivo è l’impero del Sol Levante, e in particolare la Toyota, l’Italia ha messo in piedi una sua versione attraverso la quale una parte significativa delle imprese nazionali ha iniziato a invertire il declino, avvicinandosi ai livelli di competitività tedeschi. I concetti chiave del lean thinking sono il taglio degli sprechi, la riduzione delle variabili e il miglioramento delle abitudini aziendali: “Le imprese continuano a essere gestite male, senza un sistema che sia di diffuso buon senso attraverso regole e procedure che portano al peggioramento e non al miglioramento dei processi, attraverso persone che pensano di lavorare bene ma in realtà lavorano male, di servire il cliente ma in realtà lo deludono. Mai come oggi, l’approccio lean può fare la differenza”scrive Camuffo. Il voler migliorare. Primo mattone del lean thinking, il voler migliorare, “quella motivazione di fondo che si concretizza in una preoccupazione ricorrente a far meglio. Questo desiderio sembra a volte mancare in alcune imprese e in alcuni imprenditori italiani, così come sembra non esserci la percezione dell’autoefficacia, di poter modificare il proprio destino e quindi la disponibilità a mettersi in discussione, faticare, soffrire, cambiare e migliorare”. Non basta darsi un obiettivo specifico e raggiungerlo, serve sviluppare un’abitudine di comportamento che, un po’ alla volta, si trasformi nella normalità. Con una certezza: alla perfezione ci si può solo avvicinare. E soprattutto, “prestazioni eccellenti sono difficili da raggiungere ma ancora più difficili da mantenere”. In sintesi, mai sedersi sugli allori. Per risollevare le sorti di un’azienda occorre anche un manager in grado di interpretare a pieno il suo ruolo di coach e trainer, di insegnante e allenatore. Il titolare deve conoscere alla perfezione i meccanismi dell’azienda e deve metter in atto comportamenti stimolanti: “Tra questi, l’ascolto e la costanza nell’assistenza e nell’incoraggiamento, l’esempio, la richiesta di serietà e di impegno”. Nel lean thinking l’imprenditore è pienamente coinvolto dal progetto aziendale, decide quando e come investire, e questa è la chiave di volta per un successo duraturo. Come insegnano le storie raccolte da Camuffo, “la costante tensione ad approfondire la conoscenza dei principi e delle tecniche del lean thinking si è tradotta in un massiccio investimento in formazione del personale produttivo e di giovani”. Altro pilastro per tornare a essere competitivi, ottimizzare il più possibile i processi produttivi e di consumo all’interno dell’azienda: “In quest’ottica, applicare il lean thinking significa eliminare gli sprechi e la variabilità di ogni tipo, per garantire la riproducibilità e la crescita delle risorse naturali e umane”. Insomma, si può risparmiare senza tagliare posti di lavoro. “Le ormai numerose esperienze di imprese che hanno avviato con successo percorsi di lean transformation sembrano finalmente aver persuaso tutti o quasi che il lean thinking può essere realmente utile per rendere più competitive le piccole e medie imprese italiane” conclude Camuffo.Fonte: Mio Job La strada verso il Giappone. Prendere confidenza con la vita aziendale, la ricerca e l'organizzazione delle imprese leader giapponesi, apprendere le modalità delle relazioni commerciali e personali e scoprire le meraviglie della lingua del Sol Levante. Tutto questo si può fare con le borse di studio Vulcanus finanziate dal Centro di cooperazione industriale Unione Europea-Giappone e dalle imprese che ospiteranno gli studenti. Le borse messe in bando sono del valore di 1.900.000 yen, al cambio attuale circa 13 mila euro. Il programma, che ha preso avvio nel 1997, consiste in una settimana di seminario, quattro mesi di corso intensivo di lingua giapponese e di otto mesi di stage presso un'impresa giapponese. I ragazzi che riusciranno a vincere le borse di studio inizieranno il progetto il primo settembre del 2015 per finire il 30 agosto del 2016. Otto mesi per scoprire i segreti dell'alta tecnologia e comprendere e apprezzare la cultura giapponese. All'edizione dell'anno in corso, che ha preso il via a settembre 2014, stanno partecipando tre italiani: Mattia Mengoni che sta svolgendo le attività presso la Nikon e Essilor Research Center a Kawasaki nella prefettura di Kanagawa, Daniele Mazzarella alla Nippon Kayaku a Tokyo e Paolo Montesel alla NTT Data Corp. sempre a Tokyo ). Possono candidarsi tutti gli studenti provenienti dai Paesi membri dell'Unione Europa, iscritti a facoltà tecniche o scientifiche, che siano almeno al terzo anno di studio del loro corso universitario. Soprattutto ingegneri e studenti di aree come biotecnologie, elettronica, telecomunicazioni, fisica e chimica.I candidati verranno selezionati sulla base del loro percorso universitario, le valutazioni dei loro docenti, dalla conoscenza (scritta e parlata) della lingua inglese, dalle loro motivazioni e anche dalla capacità di adattarsi a culture differenti. Ogni anno sono circa 30 gli studenti che vengono selezionati, da tutto il mondo, per il progetto Vulcanus. Le candidature vanno presentate entro il 20 gennaio del 2015. Entro la fine di febbraio verrà definita la lista dei selezionati. Tra le aziende che negli anni scorsi hanno partecipato al progetto ci sono Toyota, Honda, Hitachi, Dai Nippon Printing, NTT Data, Toshiba, Asahi Glass, Canon, Yasukawa Electric, NTT e Sanyo Electric. L'anno scorso hanno partecipato, tra le altre, Fujitsu, Mitsubishi, NTT, Hitachi, NEC Corporation e JGC Corp. Fonte: Mio Job Anno VI Numero 12 Pagina 2 Lavorare in Banca d’Italia. Laureati e under 40. Un impiego in Banca d'Italia. E' stato pubblicato in questi giorni il bando che apre alle selezioni per 60 coadiutori. Gli indirizzi tra cui scegliere sono quello in discipline economiche e aziendali, giuridiche e statistiche e matematico-finanziarie. Per partecipare al bando per 60 coadiutori è necessario essere in possesso di laurea specialistica/magistrale e averla conseguita con un punteggio di almeno 105/110 o una votazione equivalente. L'età massima è di 40 anni. Il bando, in particolare, prevede l'assunzione di 35 coadiutori con orientamento nelle discipline economico-aziendali, 15 coadiutori con orientamento nelle discipline giuridiche, e coadiutori con orientamento nelle discipline statistiche e/o matematico-finanziarie . Le domande devono essere presentate entro le ore 18 del'11 dicembre 2014 utilizzando esclusivamente l'applicazione disponibile sul sito della Banca d'Italia. L'istituto raccomanda di formalizzare la propria candidatura con un certo anticipo anche tenendo in considerazione del tempo necessario per completare l'iter di registrazione. Per il concorso, Banca d'Italia organizzerà dei test preselettivi nel caso in cui perverranno un numero di domande superiore alle 2.000 unità. Il test eventuale sarà articolato in tre sezioni al fine di accertare la conoscenza delle materie previste per la prova scritta, la conoscenza della lingua inglese e il possesso della capacità attitudinali. Le prove d'esame del concorso sono due, una scritta e una orale, e si svolgono entrambe a Roma. La prova scritta prevede lo svolgimento di due elaborati. Le tracce proposte dalla Commissione possono assumere la forma di quesiti collegati tra loro che possono avere per oggetto anche l’esame di un caso pratico. I concorrenti che superano la prova scritta vengono ammessi a sostenere una prova orale che consiste in un colloquio sulle materie indicate nei programmi allegati e in una conversazione in lingua inglese; possono inoltre formare oggetto di colloquio l’argomento della tesi di laurea e le esperienze professionali maturate. Quindici giorni prima dello svolgimento della prima prova, i nominativi dei candidati verranno pubblicati sul sito internet dell'istituto (www.bancaditalia.it). Sarà la Banca d’Italia a comunicare agli interessati il provvedimento di esclusione all’indirizzo indicato nella domanda. Al fine di valutare le capacità di comportamento organizzativo del personale, la Banca d’Italia prima dell'assunzione, può convocare a Roma coloro che hanno superato le selezioni per lo svolgimento di una sessione di assessment center. Ai non residenti o non domiciliati nella provincia di Roma verrà riconosciuto un contributo forfettario pari a cento euro. Fonte: Mio Job Carriere verticali o orizzontali? Se fino a poco tempo fare “fare carriera” equivaleva a salire i gradini professionali della scala gerarchica della propria famiglia professionale (ad eccezione delle carriere top per le quali era previsto sempre si sviluppassero esperienze nelle funzioni organizzative strategiche) oggi lo è sempre meno. Ristrutturazioni, acquisti e fusioni unite a strutture organizzative sempre più piatte e all’esigenza di essere sempre più reattivi e in ascolto del “nuovo” ha fatto sì che i profili professionali possano (e in alcuni casi debbano) svilupparsi trasversalmente. Si parla in questi casi di carriere orizzontali contrapponendole a quella verticali (come esemplificato dalle tabelle riportate). A titolo esemplificativo, una venditrice di un’azienda di medio-grandi dimensioni che fino a qualche anno fa aveva di fronte a sé una sola strada: crescere e diventare Venditrice esperta, per poi Account manager e quindi Responsabile vendite, oggi invece potrebbe trovarsi di fronte a due possibilità diverse che le permetterebbero comunque di mettere a frutto le competenze sviluppate e cioè operare nella stessa funzione e quindi nelle Vendite, ma ricoprendo ruoli diversi oppure cambiare area su posizioni quali l’analista di marketing o il team leader nel customer care oppure allargando lo spettro delle sue conoscenze ultima. E’ evidente che il passaggio è più facile se si passa da funzione a funzione limitrofa, mentre sarà più arduo passare a una funzione organizzativamente più lontana e con la quale non si hanno legami di vicinato. In questo caso infatti le aree di scopertura fra quanto si sa e quanto si dovrebbe sapere molto probabilmente saranno più ampie e forse si tratterebbe anche il caso di investire in modo massiccio in un intervento di formazione. Quando quindi si pensa al proprio progetto professionale oggi quindi non si ha una unica strada già segnata ma ipotesi diverse da valutare rispetto alle proprie inclinazioni, alle opportunità, al mercato e alle competenze già sviluppate. Una cosa però deve essere chiara: se ci si propone sul mercato nella stra maggioranza di casi ci sentiremo rivolgere una proposta coerente all’esperienza già sviluppata, se vogliamo cambiare mestiere dobbiamo prestare molta attenzione oltre che al progetto (e quindi valutare se coerente con le nostre conoscenze/competenze) anche al messaggio da inviare e quindi al cv, alla lettera di accompagnamento e a come gestire il colloquio di selezione. Fonte: Corriere.it Anno VI Numero 12 Pagina 3 Italiani in fuga a Berlino. “Basta, mi sono stufato di questo Paese, vado all’estero”? In questo periodo di crisi, sono tanti gli italiani, soprattutto i giovani, che infilano i vestiti in valigia e prendono l’aereo. Spesso la destinazione è il nord Europa. Londra, Stoccolma, Parigi o Berlino, non fa quasi differenza. La capitale tedesca, però, sta diventando sempre più attraente grazie alle opportunità lavorative che offre, allo stato sociale efficiente e alla sua effervescente vita culturale. Ma è davvero così semplice trasferirsi ad Alexanderplatz e dintorni? Simone Buttazzi e Gabriella Di Cagno ne raccontano gioie e difficoltà nel libro “Tutti a Berlino. Guida pratica per italiani in fuga”, ( ne parlimao nella sezione Il libro del mese ). Parliamo di aspetti pratici, burocratici, giuridici, finanziari”. Non ne sono esenti i cittadini europei, i quali, nonostante la libertà di circolazione sancita dagli accordi di Schengen, devono anche loro scontrarsi con pratiche a volte lunghe e complicate. Si comincia con l’iscrizione all’anagrafe, il primo passo per poter aprire un conto in banca e ottenere altri importanti documenti. Bisogna poi pensare alla casa, molto più facile da affittare che da comprare: “A Berlino, porto di mare dove chi viene prima o poi se ne va, acquistare una casa suona bizzarro”. Per spendere meno, meglio scegliere un quartiere poco centrale, ma pur sempre vivace: il libro presenta una mappa con la media degli affitti quasi strada per strada, segnalando le zone più graziose e vivibili. Con un tetto sulla testa, ora è il momento di cercare lavoro: innanzitutto bisogna farsi riconoscere i titoli di studio, per poi passare alla distribuzione del curriculum e ai colloqui. “Tenete presente che la speranza di ottenere un impiego a pari merito con un cittadino tedesco è flebile, quindi puntante a ruoli in cui la lingua italiana o i contatti con l’Italia siano un plus”. Per chi vuole aprire un’impresa in proprio, meglio essere coscienti che il difficile non è tanto l’avviamento – la burocrazia in Germania è molto snella –, quanto il mantenimento nel tempo dell’attività, a causa della feroce concorrenza e dell’asfittica economia cittadina. Il volume descrive poi come spostarsi in città tra bicicletta, mezzi pubblici, car sharing e automobile, indicando anche i luoghi migliori per lo shopping: mercatini rionali, supermercati, grandi magazzini e persino negozi di gastronomia. Per integrarsi fino in fondo è indispensabile apprendere il tedesco: le Berliner Volkshochschulen, le cosiddette università popolari presenti in diversi quartieri, offrono un’ampia gamma di corsi a tutti i livelli. E se a trasferirsi non è un giovane, ma un’intera famiglia con bambini? Non c’è da spaventarsi: “Tutti a Berlino” offre informazioni anche su asili, scuole primarie e scuole superiori, ricordando che esistono contributi statali che sgravano i genitori di parte delle spese, non solo quelle scolastiche. “Anche i bambini subiscono gli effetti scombussolanti della ‘relocation’, in genere però si integrano a velocità supersonica e in men che non si dica vi rivolgeranno la parola in tedesco, suscitando in voi invidia cocente e una certa inquietudine”. A chiudere il libro, un’appendice con illustrazioni, esempi di modulistica e mappe. News, aggiornamenti e link utili. Fonte: MioJob Le nostre sedi: Lanusei Via Marconi, 91 Tel. 0782.42203 0782.480110 Orari di apertura al pubblico: lunedì-venerdì 8.30 – 12.00 martedì e giovedì 15.30-17.00 Tortolì Via Mons. Virgilio, 74/A Tel. 0782.623225 Orari di apertura al pubblico: lunedì-venerdì 8.30 – 12.00 lunedì 15.30-18.00 Jerzu ( sportello informativo ) Corso Umberto, 364 Tel. 0782.70108 Orari di apertura al pubblico: lunedì-venerdì 8.30 – 12.00 Seui ( sportello informativo) Via Roma, 399 ( ex Palazzo Municipale ) Orari di apertura al pubblico: martedì 9.00– 12.00 Il Libro del mese Tutti a Berlino. Guida pratica per italiani in fuga. Di Buttazzi Simone Ed. Quodlibet Questa non è una guida turistica. È un manuale di sopravvivenza per tutti gli italiani che un bel giorno maturano l'idea di affacciarsi per qualche tempo o addirittura di trasferirsi nella capitale della Germania, metropoli a misura d'uomo e sulla bocca di tutti. Con qualche raccomandazione, però. A Berlino si pensa in tedesco, lo si parla alle poste, in banca, nei negozi e agli sportelli, e vige un sistema meno intuitivo di quel che sembra. "Tutti a Berlino" si propone di prendere per mano i migranti europei degli anni Duemila e di condurli attraverso una selva di formulari, prospetti e cartigli di varia natura, passando per gap culturali e falsi amici. E se proprio si ha voglia di mettere le radici nella città che il sindaco Klaus Wowereit ha definito "povera ma sexy", questo libricino spiega anche come diventare cittadini tedeschi. Armati, va da sé, di santa pazienza e mostruosa disciplina.