1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione

Transcript

1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione
JESSICA
Joint
European
Support
for
Sustainable
Investment
in
City
Areas
Studio
di
Valutazione
­
Attuazione
di
Jessica
nella
Regione
Liguria
16
Marzo
2009
Questo
documento
è
stato
prodotto
con
l‘assistenza
Cinanziaria
dell’Unione
Europea.
Le
opinioni
espresse
al
suo
interno
in
nessun
caso
possono
essere
considerate
come
posizioni
ufCiciali
dell’Unione
Europea.
Questo documento è stato redatto sulla base dei contenuti del Piano di
Attività concordato con la BEI e la sua diffusione è disciplinata dalle
restrizioni previste negli accordi sottoscritti.
Il documento presenta una serie di elementi che necessitano di ulteriori
approfondimenti e che dovrebbero essere chiariti dal committente, dalla
Regione Liguria o con successivi approfondimenti tecnici. In particolare
modo le ipotesi di strutturazione presentate si basano su alcune assunzioni
poiché le potenzialità d’investimento individuate non sono ancora in una
fase matura di definizione economico-finanziaria. Le ipotesi di strutturazione presentate sono state formulate sulla base di informazioni
ottenute dalla Regione Liguria, dal Comune di Genova e da GHT che potrebbero non
essere complete.
L’eventuale decisione di procedere all’attuazione dello schema JESSICA in Regione
Liguria dovrà essere subordinata ad ulteriori accertamenti, soprattutto di natura legale,
che esulano dagli obiettivi di questo studio.
Indice
dei
contenuti
1. 
Strategia
di
sviluppo
urbano
sostenibile
della
Regione
(p.5)
a)  Contesto
territoriale
b)  Sviluppo
urbano
integrato
nella
regione
c)  La
dimensione
urbana
nel
POR
2. 
Valutazione
e
diagnosi
territoriale
(p.10)
a)  Presentazione
approccio
metodologico
b)  Applicazione
al
contesto
regionale
c)  IdentiBicazione
delle
strategie
di
investimento
per
obiettivi
di
competitività
e
sostenibilità
territoriale
3. 
Sviluppo
strumentazione
istituzionale
per
JESSICA
(p.67)
a)  Strutture
per
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
b)  Sviluppo
proposta
di
base
c)  Rassegna
progetti
potenzialmente
“Jessicabili”
sul
territorio
regionale
4. 
Approfondimenti
analitici:
il
polo
tecnologico
universitario
di
Genova
(p.101)
a)  Approfondimenti
analitici
–
valutazioni
speciBiche,
afBinamenti
previsionali
e
diagnostici
per
area
e
fondo
pilota
b)  IdentiBicazione
e
strutturazione
portafoglio
progetti
Binanziabili
JESSICA
c)  Analisi
progetto
pilota
Binanziabile
JESSICA
all’interno
dell’area
pilota
5. 
Conclusioni
e
raccomandazioni
(p.127)
Jessica
nella
Regione
Liguria
3
Riservato
e
conBidenziale
Premessa
La
Banca
Europea
degli
Investimenti
e
la
Commissione
Europea
hanno
lanciato
l’iniziativa
JESSICA
in
collaborazione
con
la
Banca
del
Consiglio
d’Europa.
Nell’ambito
di
questa
iniziativa
si
offre
agli
Stati
Membri
l’opportunità
di
investire
risorse
provenienti
dai
Fondi
Strutturali
in
strumenti
chiamati
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
(FSU).
I
FSU
a
loro
volta
possono
offrire
strumenti
Binanziari
rotativi
e
rimborsabili,
nella
forma
di
equity,
prestiti
e
garanzie
a
sostegno
di
progetti
di
riqualiBicazione
urbana.
Il
presente
studio
è
stato
commissionato
alla
Banca
Europea
degli
Investimenti
e
Binanziato
dalla
Commissione
Europea
per
valutare
la
fattibilità
dell’attuazione
di
questo
schema
nella
Regione
Liguria.
In
particolare
modo
gli
obiettivi
che
sono
stati
assegnati
a
questo
studio
sono:
1.  inquadrare
le
linee
fondamentali
della
politica
di
sviluppo
urbano
in
Regione
Liguria
e
valutarne
la
coerenza
rispetto
alle
linee
guida
delle
politiche
europee
in
materia;
2.  identiBicare
le
potenzialità
formalmente
assegnate
allo
strumento
JESSICA
nel
quadro
dell’utilizzo
dei
Fondi
Strutturali
europei
nella
Regione
Liguria
contenuto
nel
documento
“Programma
Operativo
Occupazione
e
Competitività
2007‐2013”;
3.  mettere
in
evidenza
le
linee
d’evoluzione
del
territorio
ligure
verso
un
modello
di
sviluppo
sostenibile
attraverso
l’applicazione
del
modello
di
diagnosi
e
valutazione
detto
“Dei
5
capitali”
(ambiente,
infrastrutture,
capitale
Bisico,
capitale
umano
e
capitale
immateriale);
4.  individuare
gli
ambiti
di
possibile
applicazione
dello
strumento
JESSICA
al
territorio
ligure
sulla
base
dei
risultati
dell’analisi
di
cui
al
punto
precedente
e
della
lettura
critica
del
“Programma
Operativo
Occupazione
e
Competitività
2007‐2013”;
5.  deBinire
gli
strumenti
istituzionali
per
l’attuazione
dello
schema
JESSICA;
6.  fare
una
rassegna
di
progetti
presenti
sul
territorio
e
potenzialmente
includibili
in
un’iniziativa
JESSICA;
7.  approfondire
la
fattibilità
di
un’iniziativa
JESSICA
legata
alla
realizzazione
di
un
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
“Competitività
e
l’attrazione
nel
settore
tecnologico
nell’area
genovese”.
I
temi
proposti
sono
affrontati
in
diversi
capitoli
di
questo
documento.
I
primi
due
obiettivi
sono
stati
affrontati
nel
primo
capitolo
“Strategia
di
sviluppo
urbano
sostenibile
della
Regione”.
Nel
secondo
capitolo
“Valutazione
e
diagnosi
territoriale”
si
fa
riferimento
al
terzo
e
quarto
obiettivo
dello
studio.
Il
terzo
capitolo
“Sviluppo
strumentazione
istituzionale
per
JESSICA”
è
dedicato
invece
ad
affrontare
e
risolvere
i
temi
posti
dal
quinto
e
sesto
obiettivo.
Il
quarto
capitolo
è
dedicato
all’analisi
della
fattibilità
della
concreta
proposta
di
strutturazione
di
JESSICA
indicata
dalla
Regione
Liguria.
InBine
nell’ultimo
capitolo
sono
raggruppate
le
conclusioni
ed
elementi
di
raccomandazione
per
la
fase
attuativa.
Hanno
lavorato
allo
studio
Cristina
Picco,
consulente
indipendente
esperto
nel
settore
della
Binanza
immobiliare
e
dello
sviluppo
urbano,
la
società
Prometeia
SpA
specializzata
nella
consulenza
economico‐Binanziaria
e
la
Banca
Europa
degli
Investimenti
–
JESSICA
Task
Force.
I
contenuti
del
documento
sono
stati
deCiniti
attraverso:
riunioni
con
la
BEI,
incontri
con
la
Commissione
Europea,
interviste
ad
operatori
di
diversa
natura
presenti
sul
mercato,
incontri
con
la
società
promotrice
dell’intervento
“Parco
Leonardo”
a
Genova
e
materiale
da
questa
ottenuto,
confronto
con
l’ufBicio
URBANLAB
di
Genova,
confronto
con
diverse
strutture
della
Regione
Liguria,
attività
di
studio
e
ricerca,
confronto
rispetto
a
studi
JESSICA
attivati
in
altre
realtà
europee.
Jessica
nella
Regione
Liguria
4
Riservato
e
conBidenziale
1. 
Strategia
di
sviluppo
urbano
sostenibile
della
Regione
a)  Contesto
territoriale
b)  Sviluppo
urbano
integrato
nella
regione
c)  La
dimensione
urbana
nel
POR
2. 
Valutazione
e
diagnosi
territoriale
a)  Presentazione
approccio
metodologico
b)  Applicazione
al
contesto
regionale
c)  IdentiBicazione
delle
strategie
di
investimento
per
obiettivi
di
competitività
e
sostenibilità
territoriale
3. 
Sviluppo
strumentazione
istituzionale
per
JESSICA
a)  Strutture
per
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
b)  Sviluppo
proposta
di
base
c)  Rassegna
progetti
potenzialmente
“Jessicabili”
sul
territorio
regionale
4. 
Approfondimenti
analitici:
il
polo
tecnologico
universitario
di
Genova
a)  Approfondimenti
analitici
–
valutazioni
speciBiche,
afBinamenti
previsionali
e
diagnostici
per
area
e
fondo
pilota
b)  IdentiBicazione
e
strutturazione
portafoglio
progetti
Binanziabili
JESSICA
c)  Analisi
progetto
pilota
Binanziabile
JESSICA
all’interno
dell’area
pilota
5. 
Conclusioni
e
raccomandazioni
Jessica
nella
Regione
Liguria
5
Riservato
e
conBidenziale
Strategia
di
sviluppo
urbano
sostenibile
della
Regione
La
Liguria
sembra
essere
stata
interessata
negli
ultimi
tre
decenni
da
un
processo
di
marginalizzazione
che
l’ha
portata
a
perdere
terreno
nei
confronti
di
altre
aree
nazionali,
quali
la
Lombardia
e
le
regioni
del
Nord
Est
del
Paese.
Tra
il
1971
ed
il
2001
il
sistema
regionale
è
stato
caratterizzato
da
un
importante
processo
di
trasformazioni
economico‐sociali,
non
solo
per
i
rilevanti
fenomeni
di
deindustrializzazione
che
hanno
comportato
la
contrazione
o
il
trasferimento
di
attività
produttive,
professionisti,
quadri
dirigenti
e
lavoratori
ad
“alta
qualiBicazione”
verso
altri
bacini
nazionali
(Milano,
Roma
ecc.),
ma
anche
per
un
progressivo
invecchiamento
e
depauperamento
del
tessuto
urbano
regionale.
Il
tentativo
di
valorizzare
le
grandi
potenzialità
del
territorio
ligure
(ad
es.
in
termini
di
capitale
naturale,
logistico‐produttivo
ed
economico‐Binanziario)
rispetto
a
queste
dinamiche
inserendolo
nel
quadro
più
ampio
dei
processi
di
trasformazione
di
livello
europeo
emerge
nel
quadro
strategico
di
riferimento
della
Regione
Liguria.
In
questo
senso
infatti
gli
indirizzi
programmatici
del
Documento
Strategico
Regionale
della
Regione
Liguria
sono
in
linea
con
le
strategie
comunitarie
per
lo
sviluppo
sostenibile*
e
comprendono
diversi
elementi
che
rappresentano
un
quadro
di
coerenza
in
cui
potenzialmente
attivare
un’iniziativa
JESSICA:
• 
Gli
obiettivi
strategici,
sia
“orizzontali”
(relativi
ad
una
pluralità
di
iniziative)
sia
“verticali”
(relativi
ad
uno
speciBico
settore
di
particolare
rilievo
per
l’economia
della
Liguria),
sono
individuati
a
seguito
di
accurate
indagini
(diagnostiche
e
prospettiche)
sulla
situazione
territoriale,
ambientale,
sociale,
demograBica
e
dell’immigrazione;
• 
La
positiva
esperienza
acquisita
con
la
gestione
dei
Fondi
strutturali
2000–2006
e
con
la
gestione
degli
strumenti
previsti
dalla
programmazione
negoziata
(intese
e
accordi
di
programma,
contratti
di
programma)
costituisce
valido
patrimonio
di
competenze
per
la
gestione
di
programmi
complessi
e
di
partenariati
pubblico‐privati;
• 
I
progetti
integrati
hanno
un
ruolo
rilevante
nell’ambito
della
programmazione
regionale
per
la
gestione
unitaria
dei
Fondi
europei
e
dei
Fondi
FAS
per
il
periodo
2007‐2013.
I
Progetti
integrati
di
sviluppo
urbano
sostenibile
tendono
a
raggiungere
“obiettivi
di
competitività
ed
attrattività
delle
città
e
dei
sistemi
urbani,
in
una
visione
integrata
tra
pianiBicazione
urbanistico‐territoriale,
tutela
paesaggistica
e
ambientale,
sistema
storico
e
culturale,
sviluppo
economico
e
sociale”,
contribuendo
a
“rendere
l’Europa
un
luogo
più
attrattivo
per
gli
investimenti
e
per
il
lavoro”.
Le
città
capoluogo
costituiscono
i
nodi
fondamentali
dello
sviluppo
socio
economico
della
Regione,
partecipandovi
ciascuna
secondo
vocazioni
proprie.
In
particolare
Genova
orienta
il
proprio
rilancio
su
tre
linee
di
azioni
strategiche:
l’innovazione
delle
funzioni
economico‐produttive,
la
trasformazione
Bisica
degli
spazi
urbani,
l’ammodernamento
e
potenziamento
del
sistema
delle
infrastrutture;
La
Spezia
considera
la
centralità
dello
sviluppo
di
tecnologie
marine
innovative;
Savona
tende
ad
uno
sviluppo
policentrico
con
un’aggregazione
a
rete
dei
centri
satelliti;
Imperia
punta
a
rafforzare
la
sua
attuale
speciBicità.
*
Cfr
“Strategia
di
Lisbona”
(marzo
2000
e
Consiglio
di
Bruxelles
di
giugno
2005):
coesione,
sviluppo,
occupazione;“Strategia
di
Göteborg”
(Consiglio
di
giugno
2001):
sostenibilità
dello
sviluppo;“Principi
del
meeting
ministeriale
di
Bristol”
(dicembre
2005):
comunità
sostenibili;“Carta
di
Lipsia”
(maggio
2007):
città
sostenibili.
Jessica
nella
Regione
Liguria
6
Riservato
e
conBidenziale
I
progetti
integrati
hanno
un
ruolo
rilevante
nell’ambito
della
programmazione
regionale
per
la
gestione
unitaria
dei
Fondi
europei
e
dei
Fondi
FAS
per
il
periodo
2007‐2013
*.
La
Regione
esprime
infatti..
“…
la
volontà
d’integrare
i
Piani
di
Sviluppo
Locale,
attualmente
costruiti
su
un’idea
guida
per
lo
sviluppo
di
un
particolare
territorio,
con
altri
strumenti
della
programmazione
comunitaria.
I
piani
di
sviluppo
locale
integrati
(PSLI)
possono
sommare
in
modo
sinergico
le
risorse
del
FSE,
FESR
e
FEOGA,
in
quanto
diventano
strumenti
Cinalizzati
a
favorire
lo
sviluppo
di
un
territorio
circoscritto
attraverso
un
processo
di
concertazione
tra
gli
Enti
Locali,
le
Parti
Sociali,
le
imprese
e
gli
enti
accreditati,
facendo
la
sintesi,
in
una
programmazione
integrata,
di
azioni
e
strumenti
a
dimensione
territoriale
o
verticale
(settoriale),
basata
contestualmente
sulla
leva
delle
risorse
umane
e
della
capitalizzazione
della
conoscenza”.
I
“progetti
integrati”
in
senso
lato
sono
considerati,
nella
metodologia
d’attuazione
della
programmazione
strategica,
come
uno
strumento
di
particolare
efBicacia,
in
quanto
implica
il
coinvolgimento
attivo
e
l’interscambio
tra
le
diverse
dimensioni
che
caratterizzano
una
realtà
locale.
L’idea
di
progetto
integrato
fa
in
generale
riferimento
ad
un
complesso
di
azioni
che
convergono
verso
un
comune
obiettivo
che
richiede
un
metodo
attuativo
unitario.
Le
innovazioni
che
hanno
investito
l’assetto
operativo
per
il
governo
del
territorio
ed
in
particolar
modo
i
programmi
di
iniziativa
comunitaria,
hanno
contribuito
a
deBinire
in
modo
sistematico
il
concetto
di
integrazione
tra
aspetti
ambientali,
sociali,
economici,
urbanistici,
funzionali
ed
economico‐
Binanziari
(con
l’apporto
di
differenti
fonti
di
Binanziamento
pubbliche
e
private).
In
questo
quadro
di
riferimento
di
programmazione
e
governance
vanno
inseriti,
fra
gli
altri
progetti
integrati,
anche
i
Progetti
Integrati
di
Sviluppo
Urbano
Sostenibile
d’importanza
per
l’attivazione
del
programma
JESSICA.
*
cfr.
documento
di
base
della
Regione
Liguria
presentato
al
Convegno
“Liguria‐Europa.
Competere
e
cooperare
per
un
nuovo
sviluppo”
del
21/04/08
Jessica
nella
Regione
Liguria
7
Riservato
e
conBidenziale
Nel
periodo
di
programmazione
2007‐2013
le
risorse
Cinanziarie
attribuite
alla
Regione
Liguria
a
valere
sui
fondi
Europei
e
sul
FAS
(Fondo
Aree
Sottoutilizzate)
ammontano
a
più
di
1,5
miliardi
di
Euro,
a
cui
si
aggiungeranno
quelle
dell’obiettivo
3
“Cooperazione”
ed
i
Fondi
Ministeriali
FAS
su
progetti
strategici,
in
fase
di
negoziazione.
Analizzando
il
POR
Competitività
ed
Occupazione
della
Regione
Liguria,
appare
in
modo
esplicito
che
i
Progetti
Integrati
di
Sviluppo
Urbano
Sostenibile
rientrano
nell’Asse
3,
che
prevede
risorse
complessive
per
EUR
122,4
milioni.
Nel
POR
si
precisa
infatti
che:
“Il
terzo
Asse
d’intervento
concorre
al
miglioramento
della
competitività
regionale
agendo
sullo
sviluppo
urbano
sostenibile,
sull’accessibilità
del
territorio,
quest’ultima
intesa
come
miglioramento
dell’integrazione
e
della
sostenibilità
dei
sistemi
di
trasporto,
e
sulla
prevenzione
dei
rischi
naturali
a
carico
di
contesti
fortemente
urbanizzati”
L’Asse
III
del
POR,
quindi,
pare
essere
il
più
importante
con
riferimento
all’iniziativa
Jessica
ed
infatti,
tra
gli
strumenti
d’ingegneria
Binanziaria
previsti
per
questo
asse,
si
esplicita
che
“sulla
base
delle
esigenze
che
emergeranno
nella
fase
di
realizzazione
del
POR,
la
Regione
si
riserva
la
possibilità
di
attivare
l’iniziativa
JESSICA”.
Jessica
nella
Regione
Liguria
8
Riservato
e
conBidenziale
Va
sottolineato,
tuttavia,
che
i
progetti
inseriti
in
un
Piano
Integrato
di
Sviluppo
Urbano
Sostenibile,
proprio
in
virtù
dell’unitarietà
degli
obiettivi
del
piano,
potrebbero
essere
Cinanziati
con
risorse
JESSICA
attivate
sulla
dotazione
programmata
per
gli
altri
Assi
del
POR
Competitività.
In
questo
senso
all’interno
dello
stesso
POR,
nell’ambito
della
sezione
dedicata
agli
aspetti
speciBici
di
sviluppo
a
carattere
territoriale,
viene
speciBicato
che:
“Oltre
agli
interventi
espressamente
previsti
dall’Asse
III
del
POR
nell’ambito
dello
sviluppo
urbano,
anche
alcune
delle
attività
incluse
negli
altri
Assi
potranno
riguardare
interventi
da
collocarsi
in
aree
urbane.
In
particolare
si
fa
riferimento
agli
interventi
relativi
all’efFicienza
energetica
ed
allo
sviluppo
della
società
dell’informazione.
Nondimeno
va
considerato
[…]
che
le
città
costituiscono
spesso
un
ambiente
propizio
all’innovazione
ed
alle
imprese
ed
in
tal
senso
la
forte
attenzione
dedicata
dal
POR
Liguria
all’Asse
I,
innovazione
e
competitività,
che
prevede,
fra
l’altro,
investimenti
in
poli
localizzativi
di
ricerca
in
piattaforme
tecnologiche,
in
centri
di
competenza
e
distretti
industriali
può
avere
una
signiFicativa
ricaduta
in
termini
di
sviluppo
urbano”.
Sinteticamente
si
riporta
una
tabella,
fonte
POR
Liguria,
che
propone
una
stima
delle
risorse
(in
riferimento
al
solo
coBinanziamento
del
FESR)
destinate
alla
realizzazione
di
obiettivi
operativi
degli
assi
I,
II
e
IV
che
hanno
una
rilevanza
sullo
sviluppo
urbano.
Riepilogando,
sulla
base
dei
documenti
POR,
un
intervento
di
riqualiBicazione
urbana
inserito
in
un
Piano
Integrato
di
Sviluppo
Urbano
potrebbe
essere
Binanziato
con
un
pool
di
risorse
in
termini
FESR
complessivamente
pari
a
circa
Eur
220
Mln
provenienti
da:
• Asse
III,
Sviluppo
Urbano,
del
POR
a
cui
sono
stati
allocati
complessivamente
Eur
122
Mln
• Asse
I,
Innovazione
e
competitività,
per
un
importo
complessivo
di
Eur
80,69
Mln
• Asse
II,
Energia
per
un
importo
complessivo
di
Eur
6,83
Mln
• Asse
IV,
Valorizzazione
delle
risorse
culturali
e
naturali,
per
Eur
8,72
Mln
Lo
strumento
di
ingegneria
Cinanziaria
JESSICA
può
essere
utilizzato
per
l’attuazione
di
un
Piano
Integrato
di
Sviluppo
Urbano
per
il
quale
a
sua
volta
possono
essere
impiegate
sia
risorse
afferenti
all’Asse
urbano
del
POR
(asse
III)
che
risorse
provenienti
da
altri
assi
(nei
limiti
comunque
dell’ammissibilità
prevista
dagli
Assi
utilizzati).
Jessica
nella
Regione
Liguria
9
Riservato
e
conBidenziale
1. 
Strategia
di
sviluppo
urbano
sostenibile
della
Regione
a)  Contesto
territoriale
b)  Sviluppo
urbano
integrato
nella
regione
c)  La
dimensione
urbana
nel
POR
2. 
Valutazione
e
diagnosi
territoriale
a)  Presentazione
approccio
metodologico
•  Dimensioni
patrimonio
territoriale
–
ambiente,
capitale
Bisico,
capitale
umano,
demograBia
b)  Applicazione
al
contesto
regionale
•  Analisi
della
competitività/sostenibilità
di
territori
urbani
oggetto
di
potenziale
intervento
POR
c)  IdentiBicazione
delle
strategie
di
investimento
per
obiettivi
di
competitività
e
sostenibilità
territoriale
3. 
Sviluppo
strumentazione
istituzionale
per
JESSICA
a)  Strutture
per
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
b)  Sviluppo
proposta
di
base
c)  Rassegna
progetti
potenzialmente
“Jessicabili”
sul
territorio
regionale
4. 
Approfondimenti
analitici:
il
polo
tecnologico
universitario
di
Genova
a)  Approfondimenti
analitici
–
valutazioni
speciBiche,
afBinamenti
previsionali
e
diagnostici
per
area
e
fondo
pilota
b)  IdentiBicazione
e
strutturazione
portafoglio
progetti
Binanziabili
JESSICA
c)  Analisi
progetto
pilota
Binanziabile
JESSICA
all’interno
dell’area
pilota
5. 
Conclusioni
e
raccomandazioni
Jessica
nella
Regione
Liguria
10
Riservato
e
conBidenziale
Presentazione
dell’approccio
metodologico
Dimensioni
patrimonio
territoriale
–
ambiente,
capitale
Cisico,
capitale
umano,
demograCia
L’approccio
metodologico
dello
schema
JESSICA
alla
valutazione
delle
prospettive
d’evoluzione
di
un
territorio
si
basa
sul
concetto
di
sostenibilità
dello
sviluppo,
cioè
sulla
capacità
di
crescere
nel
medio‐lungo
periodo
mantenendo
o
migliorando
la
propria
dotazione
di
risorse
ovvero
il
proprio
patrimonio
territoriale.
Mettere
il
concetto
di
sostenibilità
al
centro
del
progetto
di
sviluppo
del
territorio
richiede
di
ampliare
i
conBini
delle
tradizionali
analisi
sullo
sviluppo
economico
locale,
per
includere
nel
quadro
analitico
altri
aspetti
che
consentano
di
valutare
in
maniera
integrata
le
prospettive
del
sistema
locale
e
le
politiche
che
possono
sostenerle
e
migliorarle.
Lo
sviluppo
sostenibile
del
sistema
locale
è
valutato
quindi
con
riferimento
a
diverse
dimensioni
del
patrimonio
territoriale:
•  L’ambiente,
intenso
come
dotazione
di
risorse
naturali
riproducibili
/
rinnovabili
(foreste,
acqua)
e
non
riproducibili
(minerali,
territorio)
e
come
servizi
che
l’ambiente
fornisce
alla
popolazione.
•  Le
infrastrutture
(strade,
ponti,
porti,
ospedali,
centrali
elettriche)
che
sono
presenti
sul
territorio
e
che
soddisfano
le
esigenze
dei
residenti
e
delle
imprese.
•  Il
capitale
Cisico
non
compreso
nelle
infrastrutture,
quale
ad
esempio
gli
stabilimenti
produttivi,
il
patrimonio
edilizio
residenziale,
i
mezzi
di
trasporto
ecc.
•  Il
capitale
umano
considerato
sia
dal
punto
di
vista
quantitativo
(numero
di
residenti
e
di
famiglie,
struttura
della
popolazione
per
genere
ed
età)
che
in
un’ottica
qualitativa
(grado
di
istruzione
formale
della
popolazione,
skill
ed
esperienza
professionale).
•  Il
capitale
immateriale
che
comprende
le
dotazioni
di
risorse
tecnologiche
accumulate
dal
sistema
locale
ed
il
contenuto
innovativo
della
produzione
e
delle
esportazioni.
Il
capitale
immateriale
è
misurato
in
termini
di
propensione
ad
effettuare
spese
in
ricerca
e
sviluppo,
di
brevetti
detenuti
da
residenti
e
da
imprese/istituzioni
locali,
di
numero
di
ricercatori,
di
persone
con
un’istruzione
superiore
di
tipo
scientiBico,
di
specializzazioni
produttive,
di
composizione
delle
esportazioni
internazionali
ecc.
Tra
le
diverse
dimensioni
esistono
strette
connessioni,
che
innervano
la
struttura
del
sistema
locale.
Jessica
nella
Regione
Liguria
11
Riservato
e
conBidenziale
Applicazione
al
contesto
regionale
Analisi
della
competitività/sostenibilità
dei
territori
urbani
oggetto
d’intervento
POR
L’approccio
metodologico
appena
presentato
non
è
uno
schema
contabile
rigido,
ma
uno
stimolo
ad
ampliare
l’analisi
della
competitività
e
della
sostenibilità
urbana,
includendo
dimensioni
che
non
sempre
sono
adeguatamente
prese
in
considerazione
in
analisi
di
tipo
tradizionale.
Lo
schema
va
calato
nel
contesto
del
caso
speciBico
e
va
adattato
per
tenere
conto
delle
caratteristiche
strutturali
dell’area
e
delle
tendenze
in
atto.
Ad
esempio,
in
alcune
realtà
locali
la
dotazione
di
capitale
immateriale
è
molto
ridotta
e
quindi
non
è
richiesta
un’analisi
particolarmente
approfondita
delle
risorse
disponibili,
quanto
l’individuazione
di
strategie
per
chiudere
i
gap.
In
altri
casi,
come
ad
esempio
quello
della
Liguria,
al
contrario
la
dotazione
locale
di
capitale
immateriale
è
rilevante
e
presenta
una
signiBicativa
dinamica
negli
ultimi
anni.
In
questi
casi
è
quindi
richiesta
un’analisi
più
approfondita,
che
serva
come
base
per
l’identiBicazione
di
strategie
che
si
integrino
nel
contesto
locale,
andando
a
rafforzare
i
comportamenti
virtuosi
del
sistema.
Nel
caso
speciBico
della
Liguria
tutte
le
dimensioni
del
patrimonio
territoriale
sono
rilevanti
e
sono
quindi
oggetto
di
analisi,
anche
se
viene
dedicata
particolare
attenzione
al
capitale
umano
ed
a
quello
immateriale
che
possono
rappresentare
le
due
dimensioni
che
nel
prossimo
decennio
saranno
decisive
per
la
sostenibilità
dello
sviluppo
e
per
la
competitività
del
sistema
locale.
Nella
fase
di
valutazione
e
di
diagnosi
del
territorio
si
fa
riferimento
ad
informazioni
ed
analisi
che
non
sono
riportate
per
esteso,
anche
perché
sono
in
larga
misura
note
almeno
nei
tratti
essenziali.
Il
materiale
riportato
serve
come
supporto
esempliBicativo
per
l’analisi
e
rappresenta
solo
una
parte
delle
informazioni
che
sono
state
elaborate.
Jessica
nella
Regione
Liguria
12
Riservato
e
conBidenziale
L’ambiente
La
fragilità
di
risorse
ambientali
è
una
delle
caratteristiche
peculiari
del
territorio
ligure,
che
ne
ha
storicamente
condizionato
il
modello
di
sviluppo
e
che
pone
problemi
di
sostenibilità
piuttosto
rilevanti
e
superiori
a
quelli
di
molte
regioni
europee.
La
dimensione
Bisica
e
le
caratteristiche
del
territorio
limitano
in
modo
signiBicativo
la
disponibilità
di
risorse
naturali
e
rendono
la
pressione
antropica
più
forte
e
più
complessa
da
gestire.
D’altra
parte
la
Liguria
è
dotata
anche
di
alcuni
signiBicativi
vantaggi
rispetto
alle
altre
regioni
dell’Italia
Settentrionale,
quali:
•  Il
clima
marino
che
la
rende
una
meta
turistica
per
l’ampio
retroterra
delle
metropoli
del
Nord
Ovest
e
una
località
di
prima
o
seconda
residenza
per
vaste
fasce
della
popolazione
non
lavorativa.
•  Un
paesaggio
dotato
di
grandi
attrattive
naturali
e
di
una
notevole
eredità
culturale,
che
contribuisce
a
rafforzare
l’attrattività
turistica
del
territorio
regionale.
•  L’accessibilità
via
mare
che
deriva
da
un’ampia
fascia
costiera,
dalla
profondità
dei
fondali
e
che
è
accentuata
dalla
disponibilità
di
porti
(cfr.
oltre,
la
scheda
sulle
infrastrutture).
La
dotazione
di
risorse
naturali
e
le
attività
antropiche
sono
ovviamente
distribuite
in
modo
ineguale
sul
territorio
regionale.
La
pressione
sull’ambiente
è
particolarmente
forte
nei
centri
urbani
maggiori,
che
non
solo
raccolgono
concentrazioni
di
popolazione
signiBicative,
ma
dove
è
concentrata
anche
larga
parte
della
logistica
e
delle
attività
produttive.
La
fascia
più
interna
segnala
invece
preoccupanti
fenomeni
di
declino
non
solo
economico
ma
anche
demograBico,
che
sembrano
essere
parzialmente
attenuati
almeno
in
alcune
zone
negli
ultimi
anni.
Nonostante
la
strutturale
fragilità
del
territorio
e
la
pressione
ambientale
elevata,
le
città
liguri
evidenziano
nel
contesto
italiano
una
qualità
ambientale
superiore
alla
media
per
tre
capoluoghi
di
provincia
su
quattro,
con
Imperia
che
rappresenta
l’eccezione
più
signiBicativa
(cfr.
oltre).
Il
posizionamento
delle
città
liguri
in
termini
di
qualità
dell’ambiente
deriva
da
politiche
di
tutela
delle
risorse
ambientali
superiori
alla
media,
rese
necessarie
dalla
necessità
di
gestire
risorse
ambientali
scarse.
Anche
i
mutamenti
degli
ultimi
decenni
nella
localizzazione
della
popolazione
(deurbanizzazione)
ed
i
mutamenti
del
sistema
produttivo
(drastico
ridimensionamento
delle
industrie
di
base)
hanno
contribuito
ad
alleviare
la
pressione
ambientale
almeno
sui
poli
urbani
maggiori.
L’attrattività
del
territorio
dal
punto
di
vista
climatico,
paesaggistico
ed
ambientale
dev’essere
vista
anche
come
un
elemento
di
richiamo,
non
solo
per
il
turismo
ma
anche
per
fasce
di
popolazione
attiva
altamente
qualiBicata
e
a
reddito
elevato,
che
potrebbe
essere
indotta
a
scegliere
la
Liguria
come
residenza
d’elezione
anche
in
virtù
di
queste
caratteristiche
della
regione.
Jessica
nella
Regione
Liguria
13
Riservato
e
conBidenziale
La
qualità
ambientale
delle
città
liguri
In
Italia
l'indice
sintetico
più
diffuso
sulla
situazione
ambientale
è
Ecosistema
urbano
di
Legambiente,
che
annualmente
fornisce
un
insieme
di
indicatori
riferiti
ai
comuni
capoluoghi
di
provincia.
La
classiBica
Binale
rappresenta
la
distanza
tra
l'effettiva
situazione
dei
comuni
ed
alcuni
obiettivi
di
sostenibilità
ambientale
che
sono
alla
portata
delle
singole
città.
Per
ogni
indicatore
elementare
sono
Bissate
delle
soglie
obiettivo,
che
in
alcuni
casi
fanno
riferimento
a
speciBiche
normative,
mentre
in
altri
casi
sono
individuati
in
modo
discrezionale.
Il
peso
attribuito
ai
singoli
indicatori
(cfr.
oltre)
è
deBinito
sulla
base
del
giudizio
di
un
gruppo
di
esperti
ed
è
stato
oggetto
di
un'analisi
di
sensibilità,
di
modo
che
il
sistema
dei
pesi
non
inBluenzi
in
modo
signiBicativo
le
città
che
si
posizionano
ai
primi
o
agli
ultimi
posti,
mentre
ha
un
impatto
più
signiBicativo
nella
fascia
media,
dove
le
città
presentano
un
punteggio
molto
simile.
Il
punteggio
attribuito
ad
ogni
città
varia
tra
0
e
100
e
può
essere
letto
come
un
“voto”
attribuito
alla
qualità
dell’ambiente.
La
qualità
dell’ambiente
nelle
città
liguri
è
nel
2007
signiCicativamente
superiore
alla
media
nazionale
per
Savona,
La
Spezia
e
Genova,
che
si
posizionano
rispettivamente
al
7°,
9°
ed
11°
posto
nella
graduatoria
dei
103
comuni
capoluogo
di
provincia
dell’Italia.
Imperia
ottiene
al
contrario
una
valutazione
piuttosto
bassa,
che
la
pone
in
78°
posizione
(cfr.
Legambiente,
Ecosistema
urbano
2009,
ottobre
2008).
Genova
presenta
una
posizione
di
tutto
rispetto
in
confronto
a
città
di
analoghe
dimensioni
e
supera
sia
pure
poco
Firenze
e
Bologna.
Notevole
il
vantaggio
su
Milano,
Roma
e
Torino.
I
risultati
del
2007
sono
esplicativi
della
situazione
degli
ultimi
anni,
che
rappresenta
un
notevole
miglioramento
in
senso
assoluto
e
relativo
rispetto
al
quadro
di
Bine
anni
’90,
quando
La
Spezia
e
Savona
erano
allineate
sulla
media
nazionale
e
Genova
presentava
un
punteggio
inferiore
a
quello
di
Bologna
e
Torino.
La
tendenza
al
miglioramento
degli
indici
di
qualità
dell’ambiente
urbano
non
ha
però
coinvolto
Imperia,
che
al
di
là
di
oscillazioni
anche
ampie,
rimane
sempre
sotto
la
media
nazionale
e
su
livelli
comparabili
con
quelli
delle
città
meridionali
di
analoga
dimensione.
Jessica
nella
Regione
Liguria
14
Riservato
e
conBidenziale
L’indice
di
Ecosistema
Urbano
/
Legambiente
Fonte:
Legambiente,
Ecosistema
urbano,
ediz.
1999­2009
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Imperia
Savona
Genova
La
Spezia
37,0
50,0
53,0
44,0
41,9
48,5
52,7
49,7
41,4
57,2
59,1
52,5
45,0
57,4
54,2
54,3
45,3
56,5
53,8
56,5
36,4
56,1
49,9
56,2
41,9
57,1
45,2
59,4
41,9
58,9
59,7
68,5
42,9
60,2
60,3
57,7
46,6
64,7
62,2
63,5
Media
nazionale
50,8
48,2
48,8
50,2
50,5
47,9
48,1
54,2
50,5
52,0
Firenze
Bologna
Milano
Bari
Roma
Torino
Napoli
Palermo
58,0
61,0
46,0
48,0
56,0
60,0
47,0
51,0
49,2
57,9
40,2
51,0
48,4
56,3
40,1
46,2
51,3
57,8
42,6
49,5
53,2
52,1
44,3
37,8
53,3
57,8
45,1
47,5
50,9
52,4
48,1
41,7
49,8
54,8
44,9
49,7
48,5
52,0
49,0
40,1
45,7
55,2
43,1
50,3
47,6
45,4
42,2
36,7
46,9
53,3
41,6
40,6
45,5
43,8
43,5
39,9
57,0
62,0
53,6
52,5
54,2
52,0
52,6
46,2
59,3
57,9
51,2
44,9
51,3
47,3
35,8
39,2
61,3
60,2
52,5
50,5
48,7
48,6
43,9
36,3
Jessica
nella
Regione
Liguria
15
Riservato
e
conBidenziale
La
distribuzione
dei
pesi
degli
indicatori
elementari
di
Ecosistema
Urbano
/
Legambiente.
Fonte:
Legambiente,
Ecosistema
urbano,
ediz.
2009
Jessica
nella
Regione
Liguria
16
Riservato
e
conBidenziale
L’analisi
SWOT
del
capitale
naturale
Punti
di
forza
Punti
di
debolezza
•  Clima
e
ambiente
naturale
•  Limitata
disponibilità
di
territorio
utilizzabile
•  Paesaggio
ed
eredità
storica
e
culturale
•  Pressione
delle
attività
produttive
e
residenziali
sul
territorio
•  Qualità
dell’ambiente
urbano
•  Specializzazione
nella
produzione
di
energia
Opportunità
•  Attrazione
di
talenti
creativi
•  Attrazione
di
anziani
(seconde
case
o
residenza
principale)
•  Sviluppo
di
un
turismo
sostenibile
ad
alto
valore
aggiunto
Jessica
nella
Regione
Liguria
Minacce
•  Fragilità
del
territorio
rispetto
ai
mutamenti
climatici
(rischio
idrogeologico)
•  Degrado
dei
centri
urbani,
abbandono
dell’area
interna
lontana
dalla
costa
e
pressioni
sull’area
della
costa
•  Concorrenza
sul
mercato
turistico
17
Riservato
e
conBidenziale
Le
infrastrutture
La
dotazione
infrastrutturale
del
territorio
ligure
può
essere
valutata
in
modo
statistico,
sviluppando
un
confronto
con
la
dotazione
di
altre
regioni,
oppure
in
modo
dinamico,
veriBicando
in
quale
misura
la
domanda
locale
è
soddisfatta
dalle
infrastrutture
esistenti
ovvero
se
esistono
segnali
di
saturazione
dell’offerta
(ad
esempio
situazioni
di
congestione
delle
reti
dei
trasporti,
di
carenze
nella
distribuzione
dell’energia,
ecc.).
Per
quanto
riguarda
la
dotazione
di
infrastrutture,
la
Liguria
secondo
tutte
le
analisi
disponibili
è
in
una
posizione
decisamente
favorevole
sia
nel
contesto
italiano
che
in
quello
europeo.
Alla
Liguria
è
attribuita
una
dotazione
infrastrutturale
superiore
a
seconda
dei
casi
di
un
40­80%
alla
media
italiana,
per
effetto
non
solo
della
presenza
di
un
sistema
portuale
altamente
sviluppato,
ma
anche
per
una
dotazione
signiBicativa
nelle
altre
infrastrutture
di
trasporto
(strade,
ferrovie
ed
aeroporti)
e
nelle
infrastrutture
energetiche
e
telefoniche/telematiche.
La
dotazione
infrastrutturale
non
è
comunque
omogenea
nel
territorio
regionale.
Genova
presenta
in
effetti
indici
di
dotazione
infrastrutturale
particolarmente
elevati,
evidenziando
un
netto
vantaggio
rispetto
alle
altre
province
soprattutto
per
gli
aeroporti
e
la
telefonia/telematica:
la
dotazione
infrastrutturale
è
doppia
rispetto
alla
media
italiana
e
paragonabile
solo
a
quella
di
Milano
o
Roma,
metropoli
di
maggiori
dimensioni.
Le
altre
province
liguri
hanno
una
dotazione
infrastrutturale
più
contenuta
ed
Imperia
in
particolare
evidenzia
indici
inferiori
alla
media
nazionale
per
quanto
riguarda
reti
ferroviarie,
aeroporti,
energia
e
telefonia/telematica.
Al
di
là
della
presenza
di
infrastrutture
sul
territorio,
quello
che
conta
è
se
le
infrastrutture
sono
adeguate
rispetto
alla
domanda
e
sono
funzionali
allo
sviluppo
della
regione.
In
questa
ottica
il
quadro
appare
meno
favorevole
per
la
Liguria,
in
quanto
si
rilevano
diversi
segnali
di
saturazione
delle
strutture
esistenti
(reti
stradali
ed
autostradali)
e
di
inadeguatezza
rispetto
alle
esigenze
(rete
ferroviaria).
Le
criticità
emergono
soprattutto
in
rapporto
da
un
lato
ai
trafBici
merci
generati
dai
porti,
che
non
sono
adeguatamente
collegati
con
l’area
padana,
e
d’altro
lato
con
il
pendolarismo
della
popolazione
in
ingresso
ed
in
uscita
dai
centri
urbani
maggiori.
Fenomeni
di
questa
natura
sono
tipici
di
tutte
le
aree
metropolitane
e
di
tutte
le
city­
region
ad
elevato
livello
di
sviluppo,
ma
indicano
anche
la
presenza
di
vincoli
ad
un’ulteriore
espansione
del
livello
di
attività
del
sistema
locale.
È
opportuno
inBine
segnalare
una
signiBicativa
disponibilità
d’infrastrutture
sociali
(strutture
culturali
e
ricreative,
per
l’istruzione
e
sanitarie).
L’elevata
dotazione
media
regionale
(superiore
di
circa
il
30%
alla
media
nazionale)
non
è
comunque
omogenea
sul
territorio:
l’area
interna
della
Liguria
presenta
in
genere
una
dotazione
decisamente
inferiore,
che
costituisce
uno
dei
fattori
di
potenziale
declino
per
questa
fascia
territoriale.
Jessica
nella
Regione
Liguria
18
Riservato
e
conBidenziale
La
dotazione
infrastrutturale
della
Liguria
(2004)
Numero
indice
Italia
=
100.
Fonte:
Istituto
Guglielmo
Tagliacarne
Jessica
nella
Regione
Liguria
19
Riservato
e
conBidenziale
L’accessibilità
Rispetto
alle
infrastrutture
relative
alla
mobilità
sono
disponibili
alcuni
indicatori
di
accessibilità
che
misurano
la
dimensione
del
mercato
potenziale
di
un’area
ed
i
tempi
di
accesso
dal
resto
del
paese
o
dal
resto
del
continente.
In
questo
caso
non
conta
solo
la
presenza
di
infrastrutture
sul
territorio,
ma
anche
la
connessione
che
queste
hanno
con
le
reti
di
rilevanza
europea.
Gli
indici
di
accessibilità
elaborati
per
i
sistemi
locali
italiani
(cfr.
oltre)
evidenziano
per
la
Liguria
un’accessibilità
nettamente
superiore
alla
media
italiana,
ma
distante
dai
casi
di
eccellenza
rappresentati
da
alcuni
sistemi
localizzati
nell’Italia
Settentrionale.
L’accessibilità
risulta
per
altro
piuttosto
differenziata
sul
territorio
regionale:
Genova
e
Savona
presentano
indici
molto
elevati,
mentre
Imperia
ed
i
sistemi
locali
della
sua
provincia
hanno
un’accessibilità
ridotta,
anche
se
comunque
superiore
alla
media
nazionale.
La
situazione
a
livello
continentale
(cfr.
oltre)
conferma
il
quadro
che
emerge
a
livello
italiano,
accentuando
le
differenze
tra
le
province
liguri.
Genova
presenta
indici
di
accessibilità
superiori
di
un
20%
alla
media
europea,
mentre
evidenzia
un
minore
vantaggio
in
termini
di
accessibilità
ferroviaria.
Le
altre
province
liguri
presentano
invece
un’accessibilità
inferiore
alla
media
europea:
per
Imperia
e
Savona
il
differenziale
è
contenuto,
mentre
per
La
Spezia
si
evidenzia
un
gap
di
circa
15
punti
%.
La
Liguria
non
appare
particolarmente
svantaggiata
in
termini
di
dotazioni
di
infrastrutture
e
di
accessibilità
nel
confronto
con
l’Italia
nel
suo
complesso
o
con
tutto
il
continente,
ma
evidenzia
gap
importanti
sia
a
livello
nazionale
che
a
livello
europeo
rispetto
alle
aree
leader,
che
presentano
vantaggi
di
competitività
piuttosto
ampi.
L’investimento
mirato
su
alcuni
colli
di
bottiglia
infrastrutturali,
già
individuati
negli
strumenti
programmatori
attuali,
può
migliorare
in
modo
sensibile
la
situazione,
consentendo
alla
Liguria
di
migliorare
la
propria
competitività
rispetto
alle
regioni
europee
più
forti.
Jessica
nella
Regione
Liguria
20
Riservato
e
conBidenziale
Indici
di
accessibilità
dei
sistemi
locali
(2006)
Fonte:
Istituto
Superiore
di
Formazione
e
Ricerca
per
i
Trasporti
(ISFORT)
Diano
Marina
Imperia
San
Remo
Taggia
Ventimiglia
Albenga
Andora
Cairo
Montenotte
Finale
Ligure
Savona
Chiavari
Genova
58,9
58,1
51,6
54,0
53,0
63,6
60,0
67,6
70,6
70,4
63,9
73,3
Dotazione
di
infrastrutture
27,5
26,6
21,5
23,5
21,7
32,1
28,8
39,3
38,8
39,9
31,1
42,1
Rapallo
Brugnato
La
Spezia
63,8
71,6
69,9
35,8
36,5
39,3
31,4
31,5
30,1
30,5
31,3
31,5
31,2
28,3
31,8
30,5
32,8
31,2
28,0
35,1
30,6
Levanto
65,8
31,6
34,1
Liguria
Torino
Milano
Bologna
Firenze
Roma
Italia
63,4
82,0
80,0
76,1
62,8
68,4
52,5
­
43,3
45,8
39,1
35,8
34,1
­
­
38,7
34,2
37,0
27,0
34,3
­
Sistemi
locali
Indice
di
accessibilità
Jessica
nella
Regione
Liguria
21
Volumi
di
domanda
L’indice
di
accessibilità
è
calcolato
con
riferimento
al
comune
centrale
di
ogni
sistema
locale
ed
è
costruito
per
cogliere
l’interazione
dinamica
tra
tessuto
produttivo
e
rete
logistica,
misurando
le
distanze
e
le
relazioni
tra
i
nodi
infrastrutturali
di
accesso
alle
reti
di
trasporto
e
la
concentrazione
degli
operatori
economici
che
quelle
reti
utilizzano
(misura
dell’effettiva
disponibilità
e
non
della
sola
dotazione
d’infrastrutture).
L’indicatore
di
accessibilità
è
ottenuto
dalla
sommatoria
delle
due
componenti:
accessibilità
infrastrutturale
con
riferimento
alle
dotazioni
strutturali,
e
accessibilità
gerarchica
legata
ai
volumi
di
domanda.
Riservato
e
conBidenziale
I
sistemi
locali
del
lavoro
in
Liguria
(2001)
Fonte:
ISTAT
Jessica
nella
Regione
Liguria
22
Riservato
e
conBidenziale
Indici
di
accessibilità
potenziale
(2001,
Nuts3)
Numero
indice
area
ESPON
=
100.
Fonte:
ESPON
1.2.1,
S&W
Legenda
IT131
Imperia
97
82
94
97
IT132
IT133
Savona
Genova
97
123
94
109
110
122
97
121
IT134
La
Spezia
82
93
111
85
IT111
Torino
119
142
126
122
IT205
Milano
166
152
147
161
IT405
Bologna
126
119
134
126
IT514
Firenze
122
93
116
121
IT603
Roma
127
85
87
123
DE712
Frankfurt
am
Main
186
230
200
190
BE1
Bruxelles
177
217
187
177
UKI23
Outer
London
‐
West
and
North
West
185
149
153
177
FR101
Paris
175
225
182
176
UKI12
Inner
London
‐
East
163
153
154
158
ESPON
100
100
100
100
Jessica
nella
Regione
Liguria
Accessibilità
aerea Accessibilità
stradale
Accessibilità
Accessibilità
ferroviaria multimodale
Nuts3
23
Riservato
e
conBidenziale
L’analisi
SWOT
sulle
infrastrutture
Punti
di
forza
Punti
di
debolezza
•  Dotazione
superiore
a
quella
di
molte
regioni
italiane
ed
europee
•  Congestione
delle
infrastrutture
stradali
e
ferroviarie
a
servizio
dei
porti
•  Forte
specializzazione
nella
logistica
portuale
•  Forti
Blussi
di
pendolarismi
da
e
verso
i
centri
urbani
•  Livello
di
accessibilità
adeguato
•  Infrastrutture
sociali
di
livello
elevato
•  Situazione
relativamente
più
arretrata
d’Imperia
e
di
parte
del
territorio
regionale
Opportunità
•  Aumento
dell’accessibilità
e
della
dotazione
infrastrutturale
per
effetto
dei
grandi
progetti
programmati
a
livello
nazionale
ed
europeo
•  Rafforzamento
del
ruolo
di
gateway
rispetto
alla
Pianura
Padana
•  Sviluppo
delle
reti
telematiche
Jessica
nella
Regione
Liguria
Minacce
•  Lo
spostamento
del
baricentro
economico
europeo
verso
Est,
favorito
dagli
investimenti
infrastrutturali,
può
marginalizzare
la
Liguria
•  La
congestione
dei
collegamenti
stradali
e
ferroviari
dei
porti
ne
limita
la
possibilità
di
crescita
•  Crescente
pressione
ambientale
delle
infrastrutture
di
trasporto
e
di
produzione
dell’energia
24
Riservato
e
conBidenziale
Il
capitale
Cisico
Per
quanto
riguarda
la
dotazione
di
capitale
Bisico,
occorre
distinguere
quello
destinato
ad
uso
produttivo
(stabilimenti,
impianti,
immobili
ad
uso
non
residenziale)
da
quello
utilizzato
dalla
popolazione
(abitazioni).
Per
il
capitale
Bisico
utilizzato
per
la
produzione
non
si
dispongono
d’informazioni
dirette,
ma
solo
d’indicatori
indiretti
relativi
al
livello
degli
investimenti,
alla
dimensione
dell’apparato
produttivo
(stabilimenti
ed
addetti)
ed
ad
altri
indicatori.
Il
quadro
che
emerge
è
quello
di
una
dotazione
signiCicativa
di
capitale
Cisico
in
Liguria.
Il
sistema
produttivo
regionale
ha
superato
una
lunga
fase
di
ristrutturazione
ed
ha
consolidato
alcune
specializzazioni
in
campo
energetico,
industriale,
della
logistica
e
dei
servizi
alle
imprese,
evidenziando
peraltro
signiCicative
situazioni
di
eccellenza.
L’unico
settore
che
presenta
ancora
segnali
di
declino
strutturale
è
quello
del
turismo,
che
evidenzia
ancora
a
livello
regionale
una
riduzione
signiBicativa
del
livello
d’attività.
Un
elemento
di
possibile
criticità
è
dato
dalla
prevalenza
di
imprese
di
piccolissime
dimensioni,
che
può
porre
un
freno
alla
competitività
regionale
se
tali
imprese
non
si
costituiscono
in
Bilire
o
non
creano
sinergie
con
le
imprese
di
dimensioni
maggiori.
Anche
la
dotazione
di
infrastrutture
economiche
(sistema
bancario,
telecomunicazioni,
reti
energetiche)
è
in
Liguria
su
livelli
signiCicativi
e
decisamente
superiori
alle
media
nazionale.
Il
patrimonio
edilizio
residenziale
della
Liguria
è
piuttosto
ampio,
ma
è
stato
modellato
in
larga
misura
dalla
fase
di
espansione
degli
anni
’50‐’70
(’50‐’60
per
Genova)
e
risulta
quindi
solo
parzialmente
adeguato,
per
qualità
e
collocazione,
alle
esigenze
attuali
ed
all’attuale
distribuzione
della
popolazione
sul
territorio.
In
particolare
la
tendenza
generale
è
quella
di
una
forte
domanda
di
abitazioni
sulla
fascia
territoriale
intermedia
compresa
tra
la
costa
e
l’area
interna
montuosa
e
nei
quartieri
delle
città
con
una
qualità
della
vita
superiore.
Parallelamente
si
segnalano
fenomeni
di
parziale
abbandono
e
di
sottoutilizzo
del
patrimonio
abitativo
nelle
aree
interne
e
nei
quartieri
più
degradati
delle
città.
Lo
spostamento
della
domanda
di
abitazioni
non
ha
incontrato
un’adeguata
offerta
ed
ha
determinato
un
incremento
dei
valori
immobiliari
piuttosto
intenso
nelle
città
maggiori
superando
di
gran
lunga
l’aumento
del
potere
d’acquisto
delle
famiglie.
In
effetti
nel
corso
dell’ultimo
ciclo
immobiliare,
ormai
in
via
di
conclusione,
l’accesso
all’abitazione
da
parte
delle
famiglie
si
è
ridotto.
Viceversa
nei
sistemi
locali
posizionati
nell’area
interna
i
valori
immobiliari
non
hanno
presentato
una
dinamica
signiBicativa,
a
riprova
della
limitata
attrattività
residenziale
di
queste
aree.
Jessica
nella
Regione
Liguria
25
Riservato
e
conBidenziale
Unità
locali
delle
imprese
e
relativi
addetti
per
classe
di
addetti,
ripartizione
geograCica,
regione
e
provincia.
Anno
2005
(Valori
assoluti
e
quote
%)
Fonte:
ISTAT
–
Registro
Statistico
delle
unità
locali
delle
imprese
(ASIA
­
Unità
locali)
Jessica
nella
Regione
Liguria
26
Riservato
e
conBidenziale
Abitazioni
in
ediCici
ad
uso
abitativo
per
epoca
di
costruzione
(2001)
Quote
%.
Fonte:
elaborazioni
Prometeia
su
dati
ISTAT,
Censimento
2001
Jessica
nella
Regione
Liguria
27
Riservato
e
conBidenziale
Il
ciclo
immobiliare
residenziale
nei
sistemi
locali
liguri
Valori
immobiliari
(€/mq)
degli
appartamenti
nuovi
e
recenti
e
var.
%
medie
annue
Fonte:
elaborazioni
Prometeia
su
dati
Consulente
Immobiliare,
ISTAT,
Istituto
Tagliacarne
Il
potere
d’acquisto
delle
famiglie
sul
mercato
immobiliare
è
calcolato
come
rapporto
tra
il
reddito
disponibile
della
famiglie
e
il
valore
immobiliare
ed
indica
quanti
mq
di
un
appartamento
possono
essere
comprati
con
un’annualità
di
reddito.
Un
aumento
dell’indice
segnala
un
miglioramento
dell’accesso
all’abitazione
da
parte
delle
famiglie,
mentre
una
riduzione
indica
il
fenomeno
contrario.
Jessica
nella
Regione
Liguria
28
Riservato
e
conBidenziale
Il
ciclo
immobiliare
nel
settore
commerciale
/
ufCici
(2000­2007)
Numero
di
transazioni
normalizzate
e
var.
%
medie
annue
Fonte:
elaborazioni
Prometeia
su
dati
Agenzia
del
Territorio
Il
numero
di
transazioni
normalizzate
è
calcolato
dall’Agenzia
del
Territorio
attribuendo
ad
ogni
contratto
di
compravendita
un
peso
derivato
dalla
quota
di
proprietà
oggetto
dello
scambio1.
Ad
esempio
se
viene
scambiata
l’intera
proprietà
di
un’unità
immobiliare
viene
attribuito
alla
transazione
un
peso
pari
all’unità,
mentre
se
viene
scambiato
il
50%
della
proprietà
alla
transazione
viene
attribuito
il
peso
di
0,5.
1
La
deBinizione
ufBiciale
è
la
seguente:
“Per
numero
di
transazioni
normalizzate
(NTN),
si
intende
il
numero
di
transazioni
per
quota
di
proprietà
oggetto
della
transazione”.
Jessica
nella
Regione
Liguria
29
Riservato
e
conBidenziale
Analisi
SWOT
del
capitale
Cisico
Punti
di
forza
Punti
di
debolezza
•  Specializzazione
settoriale
consolidata
in
attività
con
prospettive
di
crescita
•  Patrimonio
abitativo
parzialmente
inadeguato
per
qualità
e
localizzazione
•  Sviluppo
di
un
tessuto
di
PMI
dinamiche
•  Concentrazione
delle
attività
e
delle
infrastrutture
sull’area
costiera
e
nelle
zone
urbane
maggiori
•  Infrastrutture
economiche
di
livello
elevato
•  Tensioni
sul
mercato
immobiliare
e
riduzione
della
house
affordability
per
le
famiglie
nei
centri
urbani
Opportunità
•  Opportunità
d’investimento
nei
settori
di
specializzazione
della
regione,
in
particolare
nell’industria
e
nella
logistica
•  Rafforzamento
dei
punti
d’eccellenza
nei
servizi
alle
persone
ed
alle
imprese
•  Sviluppo
di
Biliere
e
maggiore
integrazione
tra
le
PMI
e
le
grandi
imprese
Jessica
nella
Regione
Liguria
Minacce
•  Concorrenza
internazionale
crescente
•  DifBicoltà
ad
affrontare
gli
investimenti
necessari
da
parte
delle
imprese
e
del
settore
pubblico
•  Perdita
di
competitività
e
declino
del
settore
turistico
tradizionale
30
Riservato
e
conBidenziale
Il
capitale
umano:
gli
aspetti
quantitativi
La
dotazione
di
capitale
umano
è
un
fattore
essenziale
per
lo
sviluppo
di
un’area
nel
medio
periodo.
Per
la
Liguria
la
disponibilità
di
capitale
umano
rappresenta
un
fattore
particolarmente
critico
per
i
prossimi
anni,
in
funzione
delle
caratteristiche
attuali
della
popolazione
e
del
modello
di
sviluppo
che
sta
emergendo.
In
termini
quantitativi,
il
capitale
umano
della
Liguria
è
caratterizzato
in
primo
luogo
dalla
durata
e
dall’intensità
del
processo
di
transizione
demograBica,
che
ha
comportato
negli
ultimi
due
decenni
un
invecchiamento
della
popolazione
eccezionale
anche
nel
contesto
dell’Italia
Settentrionale.
Oltre
ad
invecchiare,
la
popolazione
si
è
ridotta
in
livello
assoluto,
passando
da
1,864
milioni
di
persone
nel
1974
(anno
di
massima
espansione)
a
1,570
milioni
di
persone
nel
2002
(anno
di
minima).
Negli
ultimi
anni
si
segnala
un
rallentamento
del
processo
di
invecchiamento,
che
deriva
dalla
modesta
ripresa
della
natalità
e
dal
rafforzamento
dei
Blussi
migratori.
La
popolazione
nell’ultimo
quinquennio
presenta
un
lieve
aumento,
di
per
sé
poco
signiBicativo,
ma
in
controtendenza
rispetto
alle
evoluzioni
di
medio
periodo.
I
Clussi
migratori
hanno
favorito
negli
ultimi
anni
tutti
i
sistemi
locali
della
Liguria
e
non
solo
i
sistemi
urbani
maggiori,
ma
anzi
sembrano
avere
svolto
un
ruolo
di
riequilibrio
a
favore
dei
sistemi
locali
del
Ponente.
Parallelamente
è
aumentata
la
presenza
sul
territorio
dei
cittadini
stranieri,
con
una
notevole
omogeneità
territoriale.
L’incidenza
della
popolazione
immigrata
in
regione
rimane
comunque
in
linea
con
la
media
nazionale.
Si
evidenzia
un
fabbisogno
di
manodopera
straniera
più
elevato
rispetto
al
resto
delle
regioni
Nord
Occidentali.
Le
relazioni
di
lavoro
dei
cittadini
immigrati
sono
però
per
lo
più
caratterizzate
da
contratti
di
breve
durata.
Nonostante
i
segnali
degli
ultimi
anni,
le
proiezioni
demograBiche
più
aggiornate
(ISTAT
base
1.1.2007)
evidenziano
come
scenario
centrale
un
ulteriore
notevole
calo
della
popolazione
ligure,
che
raggiungerebbe
nel
2027
1,395
milioni
di
residenti
(scenario
base).
Anche
l’ipotesi
“alta”
formulata
da
ISTAT
prevede
una
riduzione
della
popolazione
residente,
anche
se
meno
intensa
di
quella
dello
scenario
base.
La
sBida
che
la
Liguria
si
trova
ad
affrontare
è
in
primo
luogo
quella
di
un
ulteriore
declino
demograBico,
che
avrebbe
conseguenze
negative
sulla
competitività
della
regione
e
sulla
sostenibilità
dello
sviluppo.
Una
riduzione
così
marcata
della
popolazione
comporterebbe
conseguenze
gravi
sull’offerta
di
lavoro
(la
popolazione
in
età
di
lavoro
declina
più
rapidamente
della
popolazione
totale
per
effetto
del
processo
di
invecchiamento),
sulla
domanda
di
abitazioni
e
di
servizi
alle
famiglie.
Inoltre
la
riduzione
dei
giovani
potrebbe
avere
effetti
radicali
sulla
propensione
imprenditoriale
ed
all’innovazione.
Nel
medio
periodo
diventa
quindi
essenziale
per
la
Liguria
essere
in
grado
di
attrarre
Blussi
migratori
estremamente
signiBicativi,
in
modo
da
bloccare
il
declino
demograBico
e
da
alimentare
un’offerta
di
lavoro
adeguata
alle
prospettive
dell’economia.
Per
garantire
la
stabilità
sociale
è
però
necessario
prestare
un’attenzione
particolare
all’integrazione
ed
alla
stabilizzazione
dei
cittadini
immigrati.
Jessica
nella
Regione
Liguria
31
Riservato
e
conBidenziale
La
popolazione
residente
in
Liguria
per
classe
di
età
(000)
Fonte:
ISTAT
Classe
di
età
1952
1962
1972
1982
1992
2002
2007
0‐4
88,9
99,4
112,9
66,1
53,3
54,8
60,1
5‐9
91,8
91,2
122,8
97,3
54,4
55,7
59,4
10‐14
106,1
103,0
107,9
114,8
65,4
56,9
60,1
15‐19
102,1
105,0
98,5
124,5
96,4
57,0
61,3
20‐24
117,6
124,3
115,6
112,4
115,1
67,4
62,2
25‐29
125,5
122,9
113,6
104,8
126,2
97,7
76,5
30‐34
103,6
136,3
131,5
115,6
111,4
114,4
107,6
35‐39
126,3
137,4
126,8
112,8
102,5
123,3
124,0
40‐44
132,2
110,5
137,4
128,8
112,9
109,0
131,9
45‐49
121,1
131,3
137,2
123,8
109,4
100,4
115,1
50‐54
107,9
133,1
108,9
132,7
124,1
109,2
104,1
55‐59
95,6
117,4
124,9
130,5
117,4
104,8
111,4
60‐64
82,3
100,2
125,5
100,7
122,1
116,9
104,9
65‐69
64,8
82,7
104,3
110,3
113,7
106,6
114,2
70‐74
48,3
64,6
79,2
97,6
81,2
103,5
99,8
75‐79
31,2
42,3
54,7
68,3
77,9
86,2
91,3
80+
22,9
35,8
50,0
63,3
90,9
106,1
124,0
1.568,2
1.737,4
1.851,7
1.804,5
1.674,1
1.570,0
1.607,9
Totale
Jessica
nella
Regione
Liguria
32
Riservato
e
conBidenziale
La
popolazione
residente
in
Liguria
per
classe
di
età
(1.1.1982).
Fonte:
ISTAT
Jessica
nella
Regione
Liguria
33
Riservato
e
conBidenziale
La
popolazione
residente
in
Liguria
per
classe
di
età
(1.1.1992).
Fonte:
ISTAT
Jessica
nella
Regione
Liguria
34
Riservato
e
conBidenziale
La
popolazione
residente
in
Liguria
per
classe
di
età
(1.1.2002).
Fonte:
ISTAT
Jessica
nella
Regione
Liguria
35
Riservato
e
conBidenziale
La
popolazione
residente
in
Liguria
per
classe
di
età
(1.1.2007).
Fonte:
ISTAT
Jessica
nella
Regione
Liguria
36
Riservato
e
conBidenziale
Indicatori
di
struttura
della
popolazione
residente
(%)
Fonte:
elaborazioni
su
dati
ISTAT







Indice
di
vecchiaia:
popolazione
anziana
(di
65
anni
ed
oltre)
/
popolazione
giovane
(Bino
a
14
anni)
*
100
Indice
di
dipendenza
giovani:
popolazione
giovane
(Bino
a
14
anni)
/
popolazione
in
età
lavorativa
(15‐64
anni)
*
100
Indice
di
dipendenza
anziani:
popolazione
anziana
(65
anni
e
oltre)
/
popolazione
in
età
lavorativa
(15‐64
anni)
*
100
Indice
di
dipendenza
grandi
anziani:
grandi
anziani
(di
80
anni
e
oltre)
/
popolazione
in
età
lavorativa
(15‐64
anni)
*
100
Indice
di
struttura
della
forza
lavoro:
popolazione
in
età
15‐39
anni
/
popolazione
in
età
40‐64
anni
*
100
Indice
di
ricambio
della
forza
lavoro:
popolazione
in
età
15‐19
anni
/
popolazione
in
età
60‐64
anni
*
100
Jessica
nella
Regione
Liguria
37
Riservato
e
conBidenziale
Il
bilancio
della
popolazione
residente
in
Liguria
Valori
in
migliaia,
tassi
e
saldi
per
1.000
abitanti.
Fonte:
ISTAT
1952­1961
1962­1971
1972­1981
1982­1991
1992­
2001
2002­
2007
1.568,0
1.736,8
1.853,5
1.804,5
1.674,1
1.570,0
Nati
183,4
239,2
167,3
112,1
111,5
71,3
Morti
177,9
216,9
236,7
230,0
221,6
128,3
5,5
22,3
‐69,4
‐117,9
‐110,1
‐57,0
163,3
94,4
20,3
‐12,4
6,0
96,8
1.736,8
1.853,5
1.804,5
1.674,1
1.570,0
1.609,8
Tasso
di
natalità
(‰)
111,0
133,2
91,5
64,5
68,7
44,8
Tasso
di
mortalità
(‰)
107,7
120,8
129,4
132,2
136,6
80,7
3,3
12,4
‐37,9
‐67,8
‐67,9
‐35,9
Saldo
migratorio
(‰)
98,8
52,6
11,1
‐7,1
3,7
60,9
Var.
‰
media
annua
popolazione
10,3
6,5
‐2,7
‐7,5
‐6,4
3,6
Popolazione
ad
inizio
periodo
Saldo
naturale
Saldo
migratorio
Popolazione
a
Bine
periodo
Saldo
naturale
(‰)
Jessica
nella
Regione
Liguria
38
Riservato
e
conBidenziale
Il
capitale
umano:
gli
aspetti
qualitativi
Oltre
alla
dotazione
quantitativa
di
capitale
umano
(popolazione
totale,
popolazione
in
età
di
lavoro,
offerta
di
lavoro),
è
critico
per
la
Liguria
la
qualità
del
capitale
umano
ed
in
particolare
il
grado
di
istruzione
della
popolazione.
Attualmente
la
Liguria
presenta
una
quota
di
popolazione
con
grado
di
istruzione
superiore
(laurea
e
diploma)
piuttosto
elevata
e
superiore
alla
media
nazionale.
La
maggiore
presenza
di
laureati
e
diplomati
in
Liguria
va
rapportata
all’attrattività
della
metropoli
di
Genova
e
alla
presenza
di
grandi
imprese
in
settori
a
tecnologia
medio­alta
(cfr.
oltre)
e
di
strutture
universitarie
e
di
ricerca
di
eccellenza.
Nondimeno
in
termini
assoluti
il
capitale
umano
in
Liguria,
deBinito
dalla
popolazione
per
titolo
di
studio
ponderata
per
il
rendimento
dei
titoli
di
studio
stessi
(cfr.
oltre),
presenta
negli
ultimi
decenni
un
declino
piuttosto
accentuato
(‐5,2%
tra
il
1991
ed
il
2001),
che
contrasta
con
l’aumento
che
si
riscontra
invece
a
livello
nazionale
(+2,5%
nello
stesso
periodo).
Nonostante
in
Liguria
aumenti
il
numero
assoluto
e
l’incidenza
relativa
delle
persone
con
un
titolo
di
studio
superiore,
la
riduzione
della
popolazione
è
tale
da
portare
ad
un
declino
così
intenso
anche
delle
persone
con
un
titolo
inferiore
al
diploma
che
nel
suo
complesso
il
capitale
umano
presenta
una
signiBicativa
riduzione.
Questo
processo
avviene
nel
contesto
di
una
riduzione
complessiva
della
popolazione
che
è
più
intensa
di
quella
del
capitale
umano.
Il
miglioramento
del
grado
d’istruzione
della
popolazione
compensa
quindi
in
parte
il
declino
demograCico,
ma
non
impedisce
che
questo
si
manifesti
nel
livello
del
capitale
umano
disponibile.
Per
quanto
riguarda
le
prospettive
dei
prossimi
anni,
il
dato
favorevole
è
rappresentato
dall’elevata
propensione
dei
giovani
liguri
a
conseguire
titoli
di
studio
elevati.
Non
va
comunque
trascurato
il
fatto
che
in
prospettiva
il
maggiore
tasso
di
scolarizzazione
si
applicherà
a
gruppi
di
popolazione
che
negli
scenari
demograBici
(variante
centrale
e
bassa)
sono
previsti
in
declino
in
termini
assoluti.
Anche
in
questo
caso
la
sBida
per
la
Liguria
non
è
solo
quella
di
utilizzare
al
meglio
le
risorse
già
presenti
sul
suo
territorio,
ma
anche
quello
di
attuare
politiche
di
attrazione
molto
decise,
per
evitare
un
ulteriore
drammatico
declino
non
solo
della
popolazione,
ma
anche
del
capitale
umano
(popolazione
ponderata
per
il
tiolo
di
studio).
Jessica
nella
Regione
Liguria
39
Riservato
e
conBidenziale
Il
capitale
umano
1991­2001
Var.
%
medie
annue.
Fonte:
elaborazioni
Prometeia
Il
capitale
umano
è
deBinito
come
la
somma
ponderata
della
popolazione
residente
di
6
e
più
anni
di
età,
distinta
per
titolo
di
studio
conseguito.
Ad
ogni
classe
di
popolazione
è
stato
applicato
un
peso
proporzionale
al
rendimento
economico
del
tiolo
di
istruzione
considerato.
Il
rendimento
economico
è
stato
stimato
con
tecniche
econometriche
a
partire
dai
microdati
dell’indagine
sulla
condizione
delle
famiglie
EU‐SILC
2004.
Per
la
descrizione
della
metodologia
cfr.
Daniele
Pivetti,
Il
rendimento
dell’istruzione
nella
Provincia
Autonoma
di
Bolzano
secondo
l’indagine
ISTAT
EU­SILC,
XXVII
Conferenza
Italiana
Di
Scienze
Regionali,
Bolzano,
26‐28
settembre
2007.
Jessica
nella
Regione
Liguria
40
Riservato
e
conBidenziale
La
scomposizione
del
tasso
di
crescita
del
PIL
in
Liguria
ed
in
Italia
Tassi
%
di
var.
medi
annui.
Fonte:
elaborazioni
Prometeia
Liguria
Italia
1971­1981
1981­1991
1991­2001
1971­1981
1981­1991
1991­2001
2,0
1,1
0,2
3,2
2,2
1,5
Popolazione
‐0,3
‐0,8
‐0,7
0,4
0,0
0,0
Produttività
2,0
1,6
0,4
2,7
2,0
0,9
‐0,4
‐0,3
0,6
‐0,6
‐0,4
0,7
Tasso
di
attività
0,3
0,3
‐0,2
0,4
0,2
‐0,3
Grado
di
istruzione
0,4
0,2
0,1
0,4
0,3
0,2
Occupazione
0,1
‐0,6
‐0,2
0,7
0,2
0,7
Forze
lavoro
0,4
‐0,3
‐0,7
1,3
0,6
‐0,1
Capitale
umano
0,2
‐0,5
‐0,5
0,9
0,4
0,3
PIL
Contributi
alla
crescita
del
PIL
Tasso
di
occupazione
Var.
%
medi
annui
Jessica
nella
Regione
Liguria
41
Riservato
e
conBidenziale
Indici
di
integrazione
degli
immigrati
in
Liguria
Fonte:
V
Rapporto
CNEL
(2008)
su
dati
2004
Indici:
Incidenza
Fabbisogno
manodopera
straniera
Assorbimento
mercato
lavora7vo
Devianza
Natalità
Ricongiungimento
famigliare
Genova
4,6
32,5
15,6
10,1
17,5
23,5
Imperia
5,4
22,7
17,1
11,2
17,1
33,2
La
Spezia
3,6
34,5
15,4
8,2
19,8
30,8
Savona
4,4
33,2
19,6
6,0
18,2
30,4
Liguria
4,6
31,7
16,7
9,4
17,8
26,9
Nord
Ovest
6,1
30,0
20,7
4,0
20,7
27,9
Italia
4,8
28,9
17,3
4,2
20,1
27,4
Torino
5,2
30,2
17,7
4,9
17,9
25,2
Milano
8,0
26,7
20,8
3,9
19,1
23,9
Bologna
6,7
28,2
19,3
4,2
22,3
24,9
Firenze
7,9
24,2
22,1
5,3
22,0
22,1
Roma
8,9
24,7
15,3
4,6
16,3
18,0
Incidenza:
%
soggiornanti
su
popolazione
residente
complessiva
Fabbisogno
relativo
di
manodopera
straniera:
%
stima
del
fabbisogno
di
manodopera
straniera
sul
totale
del
fabbisogno
di
manodopera
stimato
Potere
di
assorbimento
del
mercato
lavorativo:
%
assunzioni
di
stranieri
a
tempo
indeterminato
sul
totale
delle
assunzioni
a
tempo
indeterminato
Devianza:
%
stranieri
denunciati
sul
totale
dei
soggiornanti
Natalità:
numero
medio
di
nuovi
nati
stranieri
nell’anno
ogni
1.000
residenti
stranieri
Ricongiungimento
famigliare:
%
soggiornanti
per
motivi
familiari
su
totale
soggiornanti
(i
dati
sono
al
31.08.2004).
Jessica
nella
Regione
Liguria
42
Riservato
e
conBidenziale
Analisi
SWOT
del
capitale
umano
Punti
di
forza
Punti
di
debolezza
•  Elevato
livello
d’istruzione
della
popolazione
•  Declino
demograBico
ed
invecchiamento
della
popolazione
•  Capacità
di
attrarre
immigrati
(saldo
migratorio
in
rapida
crescita
su
tutto
il
territorio
regionale)
•  Riduzione
della
popolazione
in
età
di
lavoro
e
dell’offerta
di
lavoro
•  Crescente
istruzione
e
partecipazione
della
popolazione
femminile
•  Diminuzione
in
termini
assoluti
del
capitale
umano
Opportunità
Minacce
•  Rafforzare
i
Blussi
migratori
per
contrastare
il
declino
demograBico
•  Necessità
d’inserire
una
crescente
popolazione
di
cittadini
stranieri
•  Attrarre
giovani
qualiBicati
in
un
mercato
del
lavoro
che
offre
opportunità
crescenti
•  Aumento
del
numero
di
anziani
e
della
domanda
di
servizi
sociali
e
sanitari
•  Numero
ridotto
di
giovani
con
possibili
effetti
negativi
su
capitale
umano,
imprenditorialità
e
propensione
all’innovazione
Jessica
nella
Regione
Liguria
43
Riservato
e
conBidenziale
Il
capitale
immateriale
Nell’attuale
fase
dello
sviluppo
regionale
è
sempre
più
rilevante
nel
medio
periodo
non
solo
la
disponibilità
quantitativa
e
qualitativa
delle
risorse,
ma
anche
la
capacità
del
sistema
locale
di
genere
innovazioni
e
di
adottare
nuove
tecnologie.
Il
capitale
immateriale
(dotazione
di
risorse
tecnologiche
e
di
capacità
innovative)
è
connesso
alla
struttura
dell’economia
locale
(in
termini
di
specializzazioni,
di
struttura
imprenditoriale),
al
capitale
umano
(risorse
qualiBicate)
ed
al
sistema
dell’alta
formazione
e
della
ricerca.
Nel
contesto
della
knowledge
economy
la
Liguria,
quando
viene
analizzata
in
un’ottica
europea,
sconta
pesantemente
l’effetto
paese,
ovvero
risente
inevitabilmente
della
ridotta
capacità
tecnologica
ed
innovativa
dell’Italia.
In
effetti
le
indicazioni
del
Regional
Innovation
Scoreboard
vanno
in
questa
direzione,
segnalando
che
la
regione
supera
la
media
europea
solo
per
alcuni
indicatori
relativi
all’occupazione
in
settori
industriali
ad
alta
e
media
tecnologia
ed
all’occupazione
in
servizi
ad
alta
tecnologia.
Se
si
concentra
l’analisi
sul
confronto
con
le
altre
regioni
italiane,
eliminando
quindi
l’effetto
paese,
la
dotazione
di
capitale
immateriale
della
Liguria
emerge
in
piena
luce,
indicando
le
premesse
per
perseguire
una
decisa
politica
di
supporto
all’innovazione.
Secondo
le
analisi
più
aggiornate,
la
Liguria
presenta
in
effetti
una
specializzazione
settoriale
signiCicativa
in
industrie
ad
alta
tecnologia
quali
l’aerospaziale,
le
biotecnologie
per
la
salute,
l’ICT,
la
meccatronica,
le
nanotecnologie
e
la
logistica
dei
trasporti.
Per
la
logistica
dei
trasporti
e
l’ICT
la
Liguria
può
essere
considerata
la
regione
leader
in
Italia.
Anche
prendendo
in
considerazione
altri
indici
di
capacità
tecnologica
e
innovativa,
quali
ad
esempio
le
spese
in
ricerca
&
sviluppo,
la
Liguria
rimane
aggregata
a
Lombardia,
Piemonte,
Lazio
ed
Emilia
Romagna
nel
gruppo
delle
regioni
italiane
più
innovative.
La
situazione
Ligure
tuttavia
appare
meno
dinamica
dal
punto
di
vista
delle
domande
di
brevetti.
Come
queste
regioni
la
Liguria
è
considerata
una
leading
region
per
quanto
riguarda
l’alto
livello
del
capitale
immateriale
e
come
tale
è
considerata
adatta
ad
applicare
politiche
di
innovazione
miranti
a
promuovere
eccellenze
di
rango
europeo.
Per
quanto
riguarda
la
dotazione
di
capitale
immateriale
la
Liguria
presenta
quindi
le
basi
per
realizzare
politiche
di
supporto
tali
da
alimentare
le
prospettive
di
sviluppo
di
medio
periodo.
Il
trend
evidenziato
da
indicatori
quali
la
spesa
in
ricerca
e
sviluppo
e
l’occupazione
dei
settori
ad
alta
tecnologia,
sottolinea
come
la
situazione
non
sia
priva
di
criticità,
in
quanto
anche
le
altre
regioni
(in
primis
quelle
italiane)
che
si
trovano
in
una
situazione
simile
a
quella
della
Liguria
stanno
investendo
in
politiche
per
l’innovazione
e
la
tecnologia.
La
concorrenza
tra
le
regioni
ed
in
particolare
tra
le
city
region
è
piuttosto
forte
ed
è
destinata
ad
intensiBicarsi.
Per
la
Liguria,
tenendo
conto
delle
tendenze
demograBiche
esplicitate
in
precedenza,
è
essenziale
rafforzare
in
modo
signiBicativo
la
propria
capacità
di
attrarre
attività
(imprese,
laboratori,
centri
di
ricerca)
e
talenti
(imprenditori,
persone
ad
alta
qualiBicazione),
intervenendo
su
tutte
le
componenti
del
sistema
innovativo
regionale
dalle
attività
di
alta
formazione
a
quelle
di
ricerca,
dalle
eccellenza
industriali
e
terziarie
alla
qualità
urbana
ed
alla
disponibilità
di
adeguati
contenitori
per
l’attività
d’impresa
e
ricerca.
Jessica
nella
Regione
Liguria
44
Riservato
e
conBidenziale
I
distretti
tecnologici
italiani
e
i
loro
campi
di
specializzazione
Fonte:
Valeria
Miceli,
Innovation
policies:
Italian
technological
districts
and
their
innovation
systems,
ERSA,
2008
Jessica
nella
Regione
Liguria
45
Riservato
e
conBidenziale
Spese
in
R&S
totale
Fonte:
Istat
Jessica
nella
Regione
Liguria
46
Riservato
e
conBidenziale
Spese
in
R&S
delle
imprese
Fonte:
Istat
Jessica
nella
Regione
Liguria
47
Riservato
e
conBidenziale
Domande
di
brevetto
all'UfCicio
Statistico
Europeo
Fonte:
Eurostat
Jessica
nella
Regione
Liguria
48
Riservato
e
conBidenziale
Occupazione
nei
settori
ad
alta
tecnologia
e
ad
alta
intensità
di
conoscenza
Fonte:
Eurostat
Jessica
nella
Regione
Liguria
49
Riservato
e
conBidenziale
Risorse
umane
nella
scienza
e
nella
tecnologia
Fonte:
Eurostat
Eurostat
deBinisce
le
risorse
umane
nella
scienza
e
nella
tecnologia
in
accordo
con
le
metodologie
ufBiciali
internazionali
come
l’insieme
delle
persone
che
hanno
conseguito
un
titolo
di
studio
di
terzo
livello
(laurea
e
simili)
in
una
disciplina
scientiBica
o
tecnologica
oppure
anche
senza
aver
conseguito
il
tiolo
di
studio
hanno
un’occupazione
che
normalmente
richiede
tale
qualiBica.
Jessica
nella
Regione
Liguria
50
Riservato
e
conBidenziale
Analisi
SWOT
del
capitale
immateriale
Punti
di
forza
Punti
di
debolezza
•  Specializzazione
in
numerosi
settori
a
media
ed
alta
tecnologia
•  Scarsa
propensione
alle
spese
in
ricerca
&
sviluppo
soprattutto
da
parte
del
settore
privato
•  Disponibilità
di
qualiBiche
elevate
e
presenza
di
situazioni
di
eccellenza
nel
sistema
della
ricerca
e
della
formazione
superiore
•  Attività
brevettuale
ridotta
•  A
livello
nazionale
è
una
delle
4
leading
region
per
il
sistema
innovativo
regionale
•  Limitato
commercio
estero
di
prodotti
a
media
ed
alta
tecnologia
Opportunità
•  Crescente
attenzione
alle
politiche
dell’innovazione
Minacce
•  Forte
concorrenza
di
altre
regioni
italiane
ed
europee
•  Centri
di
ricerca
in
corso
di
progettazione
/
•  Effetto
paese
sfavorevole
realizzazione
(ad
es.
Istituto
Italiano
di
Tecnologia,
•  Struttura
demograBica
sfavorevole
(pochi
giovani
Erzelli)
ecc.)
•  Capacità
di
attrarre
talenti
e
risorse
qualiBicate
Jessica
nella
Regione
Liguria
51
Riservato
e
conBidenziale
IdentiCicazione
strategie
d’investimento
per
obiettivi
di
competitività
e
sostenibilità
territoriale
Dalla
valutazione
e
diagnosi
territoriale
emergono
le
potenzialità
ed
i
bisogni
espressi
dal
territorio
regionale.
Tale
analisi
evidenzia
come
gli
interventi
a
sostegno
della
competitività
del
sistema
locale
debbano
avere
luogo
in
maniera
sinergica
su
tutte
le
cinque
dimensioni
del
patrimonio
territoriale.
Pare
tuttavia
necessario
dedicare
un'attenzione
particolare
al
capitale
umano
‐
che
se
non
adeguatamente
supportato
potrebbe
costituire
un
elemento
di
criticità
e
di
rallentamento
dello
sviluppo
regionale
‐
ed
al
capitale
immateriale,
che
rappresenta
allo
stato
attuale
uno
degli
asset
più
importanti
e
promettenti
della
Liguria,
ma
che
in
un
contesto
di
sempre
maggiore
intensità
della
concorrenza
tra
regioni
rischia
di
vedere
sprecate
le
proprie
potenzialità
in
mancanza
degli
stimoli
e
degli
incentivi
appropriati.
Il
capitale
ambientale
può
essere
considerato
il
terzo
cardine
dello
sviluppo
regionale:
il
territorio
ligure
infatti
presenta
da
un
lato
punte
di
eccellenza
paesaggistica
e
naturalistica
che
costituiscono
risorse
fondamentali
per
la
ripresa
del
settore
turistico,
dall'altro
lato
però
è
caratterizzato
da
una
scarsa
disponibilità
di
spazi,
che
costituisce
un
limite
per
l'insediamento
di
nuove
attività
produttive
e
determina
problemi
legati
all'eccessiva
pressione
antropica
su
alcune
zone.
Le
criticità
evidenziate
sono
analizzate
in
dettaglio
e
interpretate
dal
Programma
Operativo
della
Regione
Liguria,
che
disegna
la
struttura
di
base
per
gli
investimenti
dei
Fondi
Europei
per
lo
Sviluppo
Regionale.
Il
Programma
Operativo
Occupazione
e
Competitività
2007­2013
della
Regione
Liguria
La
strategia
del
POR
Competitività
2007‐2013
della
Regione
Liguria
si
concentra
sul
sostegno
alla
competitività
di
un
sistema
regionale
che,
giunto
alla
fase
conclusiva
di
un
processo
di
ristrutturazione
economico‐produttiva,
necessita
di
un
supporto
per
conquistare
un
nuovo
posizionamento
in
considerazione
del
crescente
clima
competitivo
internazionale.
Il
Programma
si
pone
come
obiettivo
generale
la
promozione
di
uno
sviluppo
basato
sul
rafforzamento
delle
risorse
endogene
che
sia
in
grado
di
coniugare
competitività
con
elevati
standard
di
qualità,
d’occupazione,
di
sicurezza
e
di
sostenibilità
ambientale.
La
deBinizione
di
questo
macro‐obiettivo,
così
come
degli
obiettivi
speciBici
individuati
dal
programma
e
degli
interventi
delineati
per
il
loro
perseguimento,
è
sviluppata
nel
Programma
in
coerenza
con
gli
orientamenti
strategici
della
programmazione
regionale
per
il
prossimo
futuro,
che
a
loro
volta
richiamano
fortemente
gli
obiettivi
delle
strategie
di
Lisbona
e
Göteborg,
così
come
articolate
nei
24
Orientamenti
Strategici
Comunitari
e
nelle
tre
Linee
Guida
Strategiche.
Jessica
nella
Regione
Liguria
52
Riservato
e
conBidenziale
Potenziali
applicazioni
di
JESSICA
alle
attività
individuate
nel
POR
Competitività
della
Regione
Liguria
La
strategia
di
riposizionamento
del
sistema
economico
espressa
nel
POR
punta
sul
rafforzamento
delle
risorse
endogene,
sia
materiali
che
umane,
mediante
l’innalzamento
della
conoscenza,
della
ricerca,
dell'innovazione,
del
dinamismo
imprenditoriale
e
il
miglioramento
della
fruibilità
del
territorio,
accrescendone
l’accessibilità
e
l’attrattività.
Il
POR
stabilisce
quattro
priorità,
riassunte
nel
riquadro
a
lato
(cfr.
anche
cap.1).
Assi
d’intervento
prioritario
individuati
dal
POR
L'asse
III
“Sviluppo
Urbano”
si
pone
come
Binalità
primarie:
•  il
miglioramento
del
livello
di
attrattività
delle
città
e
del
loro
livello
di
“vivibilità”
in
un’ottica
di
sostenibilità
•  Innovazione,
come
veicolo
di
promozione
della
crescita
economica
e
di
competitività
imprenditoriale
•  il
miglioramento
dell’accessibilità
e
della
mobilità,
promuovendo
l’utilizzo
di
modalità
di
trasporto
meno
inquinanti,
migliorando
il
coordinamento
della
pianiBicazione
dei
trasporti,
con
attenzione
alle
tematiche
prioritarie
della
sicurezza
stradale
e
della
salute
pubblica
(riduzione
dei
livelli
di
inquinamento
ambientale
ed
acustico)
•  Energia,
rinnovabile
e
miglioramento
dell'efBicienza
energetica
•  Sviluppo
urbano,
accessibilità
del
territorio,
prevenzione
dei
rischi
naturali
•  Valorizzazione
delle
risorse
culturali
e
naturali
L’
Asse
III
“Sviluppo
Urbano”
individua
chiaramente
un
ambito
d’intervento
particolarmente
adatto
all'applicazione
degli
strumenti
di
ingegneria
Cinanziaria
previsti
da
JESSICA,
tuttavia
ulteriori
ambiti
d’applicazione
possono
discendere
anche
da
altri
Assi
del
POR
(cfr.
anche
cap.1):
un
piano
integrato
di
sviluppo
urbano,
che
rappresenta
il
contesto
entro
cui
avviare
JESSICA,
può
infatti
includere
attività
collocate
in
maniera
trasversale
rispetto
ai
quattro
assi
individuati
dal
POR.
In
questa
sezione
verranno
individuate
tra
le
azioni
proposte
nel
POR
quelle
che
più
si
prestano
ad
essere
inserite
in
un
piano
integrato
di
sviluppo
urbano
sostenibile
e
che
hanno
caratteristiche
compatibili
con
l’applicazione
dell’iniziativa
JESSICA.
I
principi
fondamentali
di
funzionamento
dello
schema
JESSICA
saranno
presentati
nel
terzo
capitolo.
Jessica
nella
Regione
Liguria
53
Riservato
e
conBidenziale
Analisi
SWOT
delle
5
dimensioni
del
patrimonio
regionale
come
base
per
la
deCinizione
e
la
valutazione
delle
possibili
strategie
di
investimento
Nell’ambito
delle
aree
d’intervento
deBinite
dal
Programma
Operativo
Regionale,
saranno
individuate
le
strategie
di
investimento
potenzialmente
Binanziabili
attraverso
lo
schema
JESSICA.
5
Dimensioni
del
CAPITALE
REGIONALE
Dall’analisi
che
segue
risulterà
chiaro
come
tali
strategie
siano
deBinite
in
modo
coerente
coi
risultati
dell’analisi
del
patrimonio
territoriale
nelle
sue
cinque
dimensioni
fondamentali.
L’approccio
metodologico
adottato
è
infatti
particolarmente
adatto
a
supportare
il
processo
di
deBinizione
e
valutazione
di
tali
strategie,
poiché
evidenzia
sia
le
potenzialità
della
regione,
che
devono
costituire
il
punto
di
partenza,
la
base
sui
cui
poggiano
gli
interventi
che
dovranno
essere
intrapresi,
che
le
sue
criticità
che
rappresentano
il
punto
di
arrivo
delle
azioni
da
portare
avanti,
individuando
gli
obiettivi
da
perseguire
in
modo
prioritario.
STRATEGIE
d’INTERVENTO
SWOT
Come
si
è
notato
in
precedenza,
l’applicabilità
di
JESSICA
non
è
limitata
a
progetti
di
sviluppo
urbano
in
senso
stretto,
ma
si
estende
a
tutti
quei
progetti
che,
attraverso
interventi
sostenibili
di
rigenerazione
e
miglioramento
dei
territori
cittadini,
fungono
da
propulsori
per
lo
sviluppo
economico
e
sociale
tout
court
del
territorio
urbano.
In
questo
senso,
un’analisi
articolata
sulle
diverse
dimensioni
del
patrimonio
regionale
permette
di
individuare
anche
le
sinergie
esistenti
tra
tali
dimensioni
e
di
prevedere
non
solo
gli
effetti
diretti,
ma
anche
quelli
indiretti
delle
singole
azioni,
in
modo
da
poter
deCinire
progetti
che
integrino
interventi
su
ambiti
diversi,
ma
con
obiettivi
comuni.
La
discussione
che
segue
è
quindi
informata
al
duplice
obiettivo
di:
1. 
Evidenziare
la
struttura
circolare
del
rapporto
tra
l’analisi
degli
elementi
di
sostenibilità/competitività
presenti
sul
territorio
e
l’identiBicazione
e
la
caratterizzazione
delle
strategie
di
intervento;
2. 
Sottolineare
come
attraverso
interventi
deBiniti
nell’ambito
di
progetti
di
sviluppo
urbano
si
possano
promuovere
dinamiche
virtuose
di
sviluppo
che
non
sono
limitate
alle
aree
cittadine
ma
che
investono
l’intera
realtà
economica
e
sociale
del
territorio
regionale.
Jessica
nella
Regione
Liguria
54
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
I
–
INNOVAZIONE
Analisi
SWOT
e
dimensioni
del
capitale
regionale
interessate
Dimensioni
del
capitale
Punti
di
Forza
Punti
di
Debolezza
•  DifBicoltà
ad
attrarre
investimenti
sia
da
parte
del
settore
privato
che
del
•  Centri
di
ricerca
in
corso
di
pubblico
progettazione
e
realizzazione
Capitale
Cisico
•  Specializzazione
in
settori
a
medio‐alta
tecnologia
•  Punte
di
eccellenza
nel
sistema
della
formazione
superiore
e
della
ricerca
•  Scarsa
propensione
alle
spese
in
R&S
•  Attività
brevettuale
ridotta
•  Crescente
attenzione
alle
politiche
dell’innovazione
•  Concorrenza
di
altre
regioni
italiane
ed
europee
•  Attrazione
di
giovani
formati
e
qualiBicati
•  Struttura
demograBica
sfavorevole
(pochi
giovani),
con
effetti
potenzialmente
negativi
su
imprenditorialità
ed
innovazione
•  Leading
region
in
Italia
per
il
sistema
innovativo
Capitale
umano
Minacce
•  Sviluppo
di
Biliere
e
maggiore
integrazione
tra
le
PMI
e
le
grandi
imprese
•  Tessuto
di
PMI
dinamiche
Capitale
immateriale
Opportunità
•  Livelli
di
istruzione
elevati
•  Diminuzione
in
termini
assoluti
del
capitale
umano
L’analisi
SWOT
presentata
in
precedenza
evidenzia
come
gli
interventi
proposti
poggino
su
alcuni
dei
principali
punti
di
forza
della
Regione,
quali
l’orientamento
all’innovazione
e
l’elevata
qualità
del
capitale
umano.
Tali
elementi
costituiscono
la
base
per
un’azione
necessaria
a
contrastare
le
minacce
che
rischiano
di
condurre
ad
un
generale
rallentamento
dell’attività
innovativa
ligure
–
prima
tra
tutte
la
sfavorevole
dinamica
demograBica
che
caratterizza
la
regione
–
ed
a
porre
le
basi
per
l’affermazione
di
un
vero
e
proprio
sistema
innovativo
regionale
integrato
e
competitivo.
Le
azioni
proposte
in
questa
parte
del
POR
investono
in
maniera
trasversale
la
dimensione
Bisica,
umana
ed
immateriale
del
capitale
regionale.
Interventi
che
hanno
effetti
diretti
sul
capitale
Cisico,
come
la
penetrazione
capillare
della
rete
internet
sul
territorio
e
la
creazione
di
infrastrutture
tecnologicamente
avanzate
condivise,
hanno
ricadute
sul
capitale
immateriale,
stimolando
il
livello
di
attività
innovativa
e
ponendo
le
premesse
per
una
maggiore
integrazione
tra
imprese
di
grandi
dimensioni
e
PMI.
Tali
conseguenze,
unite
a
politiche
dirette
all’attrazione
di
giovani
talenti,
potranno
quindi
innescare
un’inversione
di
tendenza
nella
dinamica
negativa
che
caratterizza
il
capitale
umano.
Jessica
nella
Regione
Liguria
55
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
I
–INNOVAZIONE
Due
tra
le
azioni
individuate
dal
POR
nell’ambito
dell’Asse
I
hanno
caratteristiche
tali
per
cui
un’applicazione
di
JESSICA
potrebbe
contribuire
proBicuamente
alla
loro
realizzazione.
1.
Poli
di
innovazione
e
sistema
della
ricerca
Il
POR
promuove
interventi
volti
a
favorire
la
creazione
di
piattaforme
tecnologiche,
laboratori
di
ricerca,
e
centri
di
competenza,
luoghi
cioè
dove
possano
aver
luogo
interazioni
frequenti
e
signiBicative
tra
ricerca
e
produzione,
e
dove
lo
scambio
di
conoscenze
ed
esperienze
possa
favorire
il
trasferimento
e
la
diffusione
di
tecnologie
e
di
informazione
e
incentivare
di
conseguenza
l’auspicata
cross­fertilization
tra
formazione,
ricerca
scientiBica,
alta
tecnologia
e
sviluppo
di
nuovi
prodotti.
In
tali
contesti
non
solo
potrà
essere
garantita
la
condivisione
di
dotazioni
ed
infrastrutture
avanzate
ed
innovative,
ma
anche
una
migliore
compatibilità
ed
efBicienza
ambientale
ed
energetica,
Sarà
favorita,
inoltre,
la
creazione
di
poli
localizzativi
di
ricerca,
produzione
e
innovazione,
dove
la
dotazione
di
infrastrutture
tecnologicamente
avanzate
e
specializzate
favorisca
l’insediamento
di
imprese
innovative
e
lo
sviluppo
di
economie
di
scala
e
di
scopo.
2.
Diffusione
delle
TIC
Una
seconda
azione
cruciale
per
il
supporto
alla
competitività
della
regione
Liguria
nell’ambito
dell’innovazione
tecnologica
è
l’incremento
della
diffusione
della
banda
larga
e
della
connettività
su
tutto
il
territorio.
Interventi
di
questo
tipo
permettono
di
estendere
ed
uniformare
l’accesso
ai
servizi
informatici
ed
alle
opportunità
tecnologiche
ad
essi
collegate.
Applicabilità
di
JESSICA
Potenzialità
di
JESSICA
L’istituzione
di
luoghi
Bisici
dove
possa
avere
luogo
la
creazione
e
lo
scambio
di
conoscenze
e
la
predisposizione
di
infrastrutture
necessarie
a
stimolare
e
supportare
l’attività
produttiva
sono
interventi
di
sviluppo
urbano
in
senso
stretto,
ed
in
questo
senso
possono
rientrare
in
uno
schema
JESSICA.
•  L’entità
dell’investimento
iniziale
richiesto
da
questo
tipo
di
interventi
è
ingente,
ed
il
rischio
ad
esso
connesso
spesso
è
considerevole.
I
rendimenti
attesi,
per
quanto
cospicui,
tendono
a
realizzarsi
con
notevole
ritardo
rispetto
all’investimento
iniziale.
Queste
circostanze
spesso
scoraggiano
la
partecipazione
a
tali
progetti
da
parte
di
soggetti
privati.
•  Gli
strumenti
d’ingegneria
Binanziaria
previsti
da
JESSICA
possono
consentire
di
assorbire
in
parte
il
rischio
connesso
all’investimento,
o
garantire
anche
nella
parte
iniziale
del
progetto
rendimenti
per
il
rischio
adeguati
a
soddisfare
le
esigenze
del
settore
privato.
Jessica
nella
Regione
Liguria
56
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
II
–
ENERGIA
Analisi
SWOT
e
dimensioni
del
capitale
regionale
interessate
Dimensioni
del
capitale
Capitale
Cisico
Capitale
naturale
Punti
di
Forza
Punti
di
Debolezza
Minacce
•  Opportunità
di
investimento
nei
settori
di
specializzazione
della
regione
•  Specializzazione
nel
settore
energetico
•  Clima
ed
ambiente
naturale
•  Qualità
dell’ambiente
urbano
Opportunità
•  Specializzazione
nella
produzione
di
energia
•  Sviluppo
di
un
turismo
sostenibile
ad
alto
valore
aggiunto
•  Attrazione
di
popolazione
matura
ed
anziana
ad
elevata
capacità
di
spesa
(seconda
casa
o
residenza
principale)
•  Concorrenza
accesa
e
perdita
di
competitività
del
settore
turistico
La
specializzazione
industriale
nel
settore
energetico
costituisce
al
contempo
un
punto
di
forza
e
di
debolezza
per
la
Liguria.
Infatti,
se
da
un
lato
tale
settore
presenta
buone
prospettive
di
crescita,
dall’altro
un
ulteriore
aumento
della
produzione
secondo
modelli
tradizionali
creerebbe
danni,
anche
irreparabili,
al
patrimonio
naturale
della
regione,
che
ne
costituisce
una
delle
ricchezze
primarie.
Allo
stato
attuale,
l’impatto
di
questo
settore
industriale
sull’ambiente
è
molto
pesante.
L’industria
dell’energia
e
della
trasformazione
delle
fonti
energetiche
è
infatti
il
macrosettore
che
contribuisce
maggiormente
alle
emissioni
di
ossidi
di
zolfo
(72%)
e
di
anidride
carbonica
(52%),
ed
è
responsabile
per
il
6%
delle
emissioni
di
particolato
Bine
e
per
il
7%
a
quelle
di
benzene.
I
margini
di
miglioramento
però
sono
ampi:
nel
2005
la
produzione
di
energia
da
fonti
rinnovabili
in
Liguria
ha
superato
di
poco
il
3%
dell’energia
consumata
sul
territorio
regionale,
contro
una
media
nazionale
di
poco
inferiore
al
16%.
Un
riallineamento
ai
livelli
medi
nazionali
è
però
possibile,
se
verranno
prese
misure
adeguate,
poiché
la
grande
superBicie
boscata,
pari
al
65%
del
territorio,
e
le
condizioni
climatiche
e
morfologiche
del
territorio
regionale
costituiscono
un
vasto
potenziale
energetico
rinnovabile
e
sostenibile.
Interventi
in
questo
senso
sono
cruciali.
È
infatti
sulla
tutela
e
la
valorizzazione
del
patrimonio
naturalistico
regionale
che
si
può
basare
il
rilancio
e
la
ristrutturazione
del
settore
turistico,
che
sta
attraversando
un
periodo
di
difBicoltà
sotto
il
peso
di
un’accresciuta
concorrenza
nazionale
ed
internazionale.
La
qualità
della
vita
nelle
città
–
e
quindi
il
livello
di
inquinamento
–
è
inoltre
un
elemento
cardine
dell’attrazione
di
tipo
“residenziale”,
focalizzata
sulle
fasce
di
popolazione
matura
ed
anziana,
che
potrebbero
trascorrere
periodi
prolungati
di
vacanza
o
addirittura
trasferirsi
nei
centri
urbani
Liguri
di
dimensioni
medio‐piccole,
con
ricadute
positive
importanti
su
numerosi
settori
dell’economia.
Jessica
nella
Regione
Liguria
57
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
II
–
ENERGIA
Produzione
di
energia
da
fonti
rinnovabili
e
efCicienza
energetica
–
soggetti
pubblici
La
strategia
regionale
in
materia
ambientale
prevede
la
progressiva
trasformazione
dell’assetto
energetico
verso
un
sistema
diffuso
di
produzione
che
adotti
tecnologie
innovative
a
basso
impatto
ambientale
e
che
minimizzi
la
presenza
sul
territorio
di
rilevanti
infrastrutture
energetiche.
Inoltre,
la
strategia
persegue
l’obiettivo
di
aumentare
l’efCicienza
energetica,
congiuntamente
alla
riduzione
delle
emissioni
abbassando
il
livello
di
intensità
energetica,
razionalizzando
i
consumi
e
il
risparmio
energetico
mediante
l’innovazione
tecnologica
dei
processi
produttivi
e
l’avvio
di
speciBici
programmi
Binalizzati
alla
riduzione
dei
costi
energetici
e
ambientali
per
unità
di
prodotto.
Per
il
perseguimento
di
questi
obiettivi,
si
delineano
due
principali
aree
di
intervento,
la
prima
incentrata
sul
miglioramento
dell’efBicienza
energetica,
la
seconda
sulla
produzione
decentralizzata
di
energia
da
fonti
rinnovabili.
1.
EfCicienza
energetica
L’obiettivo
sarà
realizzato
attraverso
interventi
volti
a
sostenere
l’ammodernamento
degli
ediBici
pubblici,
l’adozione
di
strumenti
e
attrezzature
a
basso
consumo
energetico,
l’installazione
e
il
potenziamento
dei
sistemi
di
cogenerazione
e
trigenerazione.
2.
Produzione
di
energia
decentrata
e
da
fonti
rinnovabili
Allo
stato
attuale,
la
maggior
parte
dell’energia
prodotta
in
Liguria
deriva
da
impianti
termoelettrici
centralizzati.
Le
emissioni
di
CO2
generate
da
questi
impianti
sono
elevate
e
lo
spreco
di
energia
ad
essi
connesso
è
considerevole,
a
causa
delle
perdite
che
hanno
luogo
durante
il
trasporto
dal
luogo
di
produzione
a
quello
di
fruizione,
e
del
mancato
utilizzo
del
calore
prodotto
dal
processo
di
produzione.
Verrà
favorita
dunque
la
creazione
di
impianti
distribuiti
sul
territorio,
che
utilizzino
prevalentemente
fonti
rinnovabili
(eolico,
biomasse
e
biogas)
ed
assicurino
un
saldo
ambientale
positivo
dal
punto
di
vista
delle
emissioni.
Applicabilità
di
JESSICA
Potenzialità
di
JESSICA
•  L’applicazione
di
JESSICA
in
questo
ambito
risolve
un
evidente
fallimento
del
mercato:
a
causa
di
una
regolamentazione
ancora
non
matura
del
“mercato
delle
emissioni”,
gli
incentivi
alle
imprese
private
che
potrebbero
beneBiciare
dell’installazione
di
queste
tecnologie
sono
insufBicienti.
Interventi
per
il
miglioramento
dell’efBicienza
energetica
e
progetti
che
riguardano
la
creazione
di
infrastrutture
di
base
urbane,
come
gli
impianti
di
produzione
di
energia,
rientrano
direttamente
tra
gli
investimenti
ammissibili
al
Binanziamento
Jessica.
La
riduzione
delle
emissioni
e
dei
consumi
sono
infatti
elementi
cardine
per
la
“sostenibilità”
dello
sviluppo.
Jessica
nella
Regione
Liguria
•  JESSICA
potrebbe
agevolare
il
reperimento
dei
capitali
iniziali,
e
sopperire
alle
necessità
di
Binanziamento
Bintanto
che
il
mercato
non
si
sia
sviluppato
al
punto
tale
da
permettere
al
settore
privato
di
Binanziarsi
autonomamente,
attraverso
meccanismi
più
tradizionali.
58
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
III­SVILUPPO
URBANO
­
a)
Sviluppo
urbano
sostenibile
Analisi
SWOT
e
dimensioni
del
capitale
regionale
interessate
Dimensioni
del
capitale
Punti
di
Forza
Punti
di
Debolezza
•  Patrimonio
abitativo
parzialmente
inadeguato
per
qualità
e
localizzazione
Capitale
Cisico
Capitale
naturale
•  Tensioni
sul
mercato
immobiliare
e
riduzione
della
house
affordability
per
le
famiglie
nei
centri
urbani
Opportunità
Minacce
•  Rafforzamento
dei
punti
di
eccellenza
nei
servizi
alle
persone
•  Elevata
pressione
antropica
•  Attrazione
di
anziani
(seconde
case
o
•  Qualità
dell’ambiente
urbano
•  Limitata
disponibilità
di
residenza
principale)
territorio
utilizzabile
•  Degrado
dei
centri
urbani
•  Aumento
della
dotazione
infrastrutturale
per
effetto
dei
grandi
progetti
di
livello
nazionale
ed
europeo
Infrastrutture
•  Sviluppo
delle
reti
telematiche
Capitale
umano
•  Capacità
di
attrarre
immigrati
(saldo
migratorio
in
rapida
crescita
su
tutto
il
territorio
regionale)
•  Necessità
di
inserire
una
crescente
popolazione
di
cittadini
stranieri
per
contrastare
il
declino
demograBico
L’analisi
SWOT
del
patrimonio
territoriale
ha
messo
in
evidenza
due
aspetti
che
hanno
implicazioni
particolarmente
importanti
in
termini
di
sviluppo
urbano
sostenibile,
e
che
trovano
riscontro
nelle
azioni
individuate
nel
POR.
Da
un
lato
è
stata
evidenziata
la
limitata
disponibilità
di
territorio
utilizzabile
a
scopi
sia
residenziali
che
produttivi,
che
si
riBlette
in
un’elevata
pressione
antropica
sul
territorio.
All’incremento
della
domanda
di
abitazioni
nei
centri
maggiori
non
ha
corrisposto
un
adeguamento
dell’offerta
sufBicientemente
organico
e
strutturato,
e
si
sono
create
aree
ad
elevata
densità
insediativa,
ma
sprovviste
dei
servizi
e
delle
attrezzature
necessari
al
ben‐essere
dei
cittadini.
Dall’altro
lato
si
è
rilevato
come
la
dinamica
sfavorevole
della
popolazione
abbia
reso
e
renda
tuttora
necessario
rafforzare
i
Blussi
migratori.
La
presenza
straniera,
se
valorizzata
adeguatamente,
costituisce
un’opportunità
di
rafforzamento
del
capitale
umano
ma
pone
al
contempo
problemi
urgenti,
cui
occorre
saper
rispondere
tempestivamente.
In
particolare,
emerge
il
rischio
che
la
popolazione
immigrata
si
concentri
in
aree
urbane
già
degradate,
che
costituiscono
terreno
fertile
per
l’illegalità
e
per
fenomeni
di
marginalità
sociale.
Jessica
nella
Regione
Liguria
59
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
III
–
SVILUPPO
URBANO
a)
Sviluppo
urbano
sostenibile
Per
perseguire
l’obiettivo
di
uno
sviluppo
urbano
sostenibile,
il
POR
promuove
interventi
di
sostegno
alla
rigenerazione
di
quartieri
caratterizzati
da
fenomeni
di
degrado
sociale,
economico
e
Bisico,
sia
nell’ambito
dei
grandi
centri
urbani
(capoluoghi
di
provincia)
che
nelle
macro
conurbazioni,
costituite
ad
esempio
da
due
o
più
comuni
conBinanti,
che
presentano
le
caratteristiche
socio‐economiche
proprie
della
struttura
urbana
complessa.
L’azione
intende
generare
sviluppo,
occupazione
e
coesione
sociale
nei
contesti
urbani
sopra
individuati
con
le
Binalità
di
elevare
il
grado
di
vivibilità
dei
residenti,
anche
mediante
interventi
di
trasporto
pubblico
sostenibile,
e
di
consentire
l’inserimento
di
attività
innovative
nella
gestione
dei
servizi
agli
utenti.
Il
POR
favorisce
gli
interventi
che
incidano
in
modo
sinergico
ed
integrato
su
diverse
criticità
del
tessuto
e
della
struttura
urbana
interessata.
Le
azioni
individuate
interessano
ad
esempio
la
rigenerazione
di
tessuti
urbani
compromessi
dalla
dismissione
industriale
e
dal
degrado
edilizio,
che
sono
spesso
teatro
di
degrado
sociale.
Un
secondo
e
spesso
complementare
tipo
di
intervento
prevede
il
potenziamento
di
servizi
pubblici
e
infrastrutture
in
aree
con
forte
concentrazione
insediativa,
ove
spesso
emergono
carenze
in
questo
senso,
derivanti
anche
dal
mancato
adeguamento
dell’offerta
ad
una
domanda
in
espansione.
In
tale
ambito
troveranno
anche
attuazione
i
servizi
telematici
alla
popolazione.
Applicabilità
di
JESSICA
Potenzialità
di
JESSICA
Gli
interventi
di
quest’area
sono
direttamente
indirizzati
allo
sviluppo
urbano
sostenibile,
e
in
questo
senso
rientrano
chiaramente
nell’ambito
degli
investimenti
Binanziabili
attraverso
uno
schema
Jessica.
Bisogna
tenere
presente
però
che
per
essere
considerati
progetti
“jessicabili”
devono
essere
in
grado
di
produrre
un
rendimento
almeno
sufBiciente
a
preservare
il
principio
della
rotazione
dei
fondi
(cfr.
terzo
capitolo).
•  Gli
interventi
menzionati
generano
importanti
esternalità
positive,
non
sono
sul
piano
sociale
–
in
termini
di
migliore
qualità
della
vita
e
di
riduzione
dei
fenomeni
di
degrado
e
marginalità
–
ma
anche
sul
piano
economico
–
come
ad
esempio
l’incremento
del
valore
degli
immobili
e
la
creazione
di
nuove
opportunità
per
l’iniziativa
imprenditoriale
•  L’adozione
di
JESSICA
può
attrarre
investimenti
privati
in
quest’ambito,
garantendo
agli
investitori
la
possibilità
di
internalizzare
almeno
parte
di
queste
esternalità.
Jessica
nella
Regione
Liguria
60
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
III
­
SVILUPPO
URBANO
­
b)
Potenziamento
dell’accesso
ai
servizi
di
trasporto
Analisi
SWOT
e
dimensioni
del
capitale
regionale
interessate
Dimensioni
del
capitale
Capitale
naturale
Punti
di
Forza
Punti
di
Debolezza
Minacce
•  Sviluppo
di
un
turismo
sostenibile
ad
alto
valore
aggiunto
•  Qualità
dell’ambiente
urbano
Infrastrutture
Opportunità
•  Attrazione
di
anziani
(seconde
case
o
residenza
principale)
•  Forti
Blussi
di
pendolarismo
da
e
verso
i
centri
urbani
•  Crescente
pressione
ambientale
delle
infrastrutture
di
trasporto
Le
azioni
individuate
nel
POR
a
supporto
della
mobilità
sostenibile
sono
coerenti
con
l’analisi
del
patrimonio
territoriale
svolta
in
precedenza.
Da
quest’analisi
emerge
infatti
come
la
concentrazione
delle
attività
produttive
e
delle
infrastrutture
sull’area
costiera
e
nelle
zone
urbane
maggiori
abbia
attratto
la
popolazione
in
queste
zone,
esponendo
le
aree
più
interne
ad
un
progressivo
spopolamento.
Le
tensioni
sul
mercato
immobiliare
e
la
riduzione
della
house
affordability
nei
centri
urbani,
unitamente
all’attrazione
esercitata
dall’
hinterland
e
dai
centri
minori
alla
periferia
delle
città
dove
la
qualità
della
vita
è
migliore,
ha
poi
generato
forti
Blussi
di
pendolarismo
che
determinano
una
elevata
congestione
del
trafBico
veicolare
urbano
ed
extraurbano.
Il
trafBico
stradale
è
il
principale
responsabile
delle
emissioni
di
monossido
di
carbonio
(83%),
di
polveri
sottili
(37%)
e
contribuisce
in
misura
sostanziale
(15,5%)
alle
emissioni
di
anidride
carbonica.
Come
si
è
osservato
in
precedenza,
allo
stato
attuale
le
città
liguri
(ad
esclusione
di
Imperia)
si
posizionano
ai
primi
posti
in
Italia
per
qualità
ambientale.
Questo
è
tuttavia
un
asset
fondamentale
per
lo
sviluppo
economico
della
regione,
e
deve
essere
tutelato
e
rafforzato.
Interventi
a
favore
del
trasporto
collettivo
ed
eco‐compatibile
hanno
una
ricaduta
diretta
sulla
dotazione
infrastrutturale
regionale
–
già
di
buon
livello
–
ma
sono
importanti
anche
in
un’ottica
di
tutela
del
patrimonio
naturale
e
di
conservazione
del
territorio
e
possono
favorire
una
distribuzione
meno
disomogenea
della
popolazione
sul
territorio
regionale,
alleviando
la
pressione
antropica
sui
centri
urbani.
Jessica
nella
Regione
Liguria
61
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
III
–
SVILUPPO
URBANO
b)
Potenziamento
dell’accesso
ai
servizi
di
trasporto
L’analisi
presentata
in
precedenza
ha
evidenziato
come
gli
indici
di
accessibilità
per
i
sistemi
locali
Liguri
collochino
la
regione
in
una
posizione
di
vantaggio
rispetto
alla
media
italiana,
ma
pur
sempre
distante
dalle
vette
di
eccellenza
rappresentate
da
altri
sistemi
dell’Italia
Settentrionale.
Alcune
delle
maggiori
criticità
relative
a
questo
ambito
d’intervento
interessano
proprio
le
aree
urbane
e
derivano
in
gran
parte
dall'utilizzo
dell'automobile
quale
mezzo
di
trasporto
principale.
La
congestione
del
trafBico
cittadino
e
l'eccessiva
intrusività
Bisica
dei
veicoli
incide
inoltre
negativamente
sulla
qualità
dello
spazio
pubblico
e,
spesso,
deturpa
i
luoghi
d'arte
dei
centri
storici.
In
tal
senso
la
Regione
punta
sulla
crescita
di
un
sistema
di
trasporto
maturo,
che,
in
un
più
ampio
quadro
di
riassetto
complessivo
delle
infrastrutture
di
trasporto
regionale,
si
concentri
sul
miglioramento
dell'efBicienza
e
sulla
diversiBicazione
del
sistema
dei
trasporti.
La
sBida
è
di
riorganizzare
la
distribuzione
modale
della
domanda
di
trasporto,
in
modo
da
ridurre
la
congestione
incrementando
l'accessibilità.
Il
perseguimento
di
questa
riorganizzazione
comporta
una
nuova
politica
dei
trasporti
regionali,
specialmente
nelle
città,
tale
da
favorire
l'uso
del
mezzo
di
trasporto
collettivo.
L’azione
prevede
interventi
tesi
al
potenziamento
dei
sistemi
di
collegamento
sul
territorio,
al
Bine
di
incrementare
la
capacità
di
trasporto
pubblico
locale
e
decongestionare
le
aree
metropolitane
maggiormente
interessate
da
Blussi
di
trafBico.
Persegue,
inoltre,
l’obiettivo
di
migliorare
le
condizioni
di
accesso
e
di
incentivare
l’utilizzo
del
trasporto
pubblico
da
parte
dell’utenza,
anche
mediante
l’impiego
di
tecnologie
innovative,
che
consentano
di
implementare
la
base
informativa
utilizzabile
per
la
programmazione
e
l’erogazione
del
servizio.
In
quest’ambito,
saranno
privilegiati
interventi
di
trasporto
sostenibile
effettuato
secondo
modalità
pulite
e
con
mezzi
ambientalmente
compatibili
o
a
basso
impatto
ambientale,
al
Bine
di
promuovere
congiuntamente
la
valorizzazione
e
la
fruizione
delle
risorse
del
territorio.
Applicabilità
di
JESSICA
Potenzialità
di
JESSICA
Gli
investimenti
in
infrastrutture
di
base
urbane
–
quali
viabilità
e
trasporti
pubblici
‐
Bigurano
tra
le
tipologie
di
progetti
tipicamente
ammissibili
ad
uno
schema
JESSICA.
I
progetti
in
questo
ambito
hanno
tre
caratteristiche
che
possono
disincentivare
gli
investimenti
privati:
la
forte
incertezza
della
domanda
futura,
l’investimento
iniziale
ingente
e
l’orizzonte
temporale
molto
lungo
per
il
rientro
da
tale
investimento.
Per
attrarre
fondi
privati
Bin
dalle
prime
fasi
del
progetto
è
necessario
offrire
garanzie
contro
il
rischio
di
mercato
e
amministrativo.
I
progetti
devono
essere
comunque
strutturati
in
modo
tale
che
la
remunerazione,
proveniente
dalla
riscossione
delle
tariffe
dagli
utenti
e
da
un
eventuale
canone
d’uso,
sia
sufBiciente
a
ricostituire
almeno
parte
del
capitale
investito.
Jessica
nella
Regione
Liguria
62
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
III
–
SVILUPPO
URBANO
c)
Difesa
del
suolo
e
prevenzione
dei
rischi
naturali
Analisi
SWOT
e
dimensioni
del
capitale
regionale
interessate
Dimensioni
del
capitale
Punti
di
Forza
•  Patrimonio
abitativo
parzialmente
inadeguato
per
qualità
e
localizzazione
•  Tensioni
sul
mercato
immobiliare
e
riduzione
della
house
affordability
per
le
famiglie
nei
centri
urbani
Capitale
Cisico
Capitale
naturale
Punti
di
Debolezza
Opportunità
Minacce
•  Perdita
di
competitività
e
declino
del
settore
turistico
tradizionale
•  Limitata
disponibilità
di
territorio
•  Fragilità
del
territorio
•  Sviluppo
di
un
turismo
utilizzabile
rispetto
ai
mutamenti
•  Paesaggio
ed
eredità
sostenibile
ad
alto
valore
climatici
(rischio
storica
e
culturale
•  Carenza
di
infrastrutture
adeguate
per
la
aggiunto
idrogeologico)
prevenzione
del
rischio
idrogeologico
La
necessità
di
intervenire
a
difesa
del
suolo
contro
il
rischio
idrogeologico
scaturisce
direttamente
da
alcune
criticità
del
territorio
ligure
già
evidenziate
nell’analisi
SWOT
precedentemente
illustrata.
In
particolare,
si
è
evidenziato
come
ci
sia
carenza
di
spazi
adeguati
all’insediamento
antropico
a
scopo
abitativo
o
produttivo,
in
conseguenza
della
natura
montagnosa
della
maggior
parte
del
territorio.
A
ciò
si
aggiunge
il
fatto
che
molte
delle
aree
sufBicientemente
pianeggianti
sono
collocate
in
zone
vallive
o
di
origine
alluvionale,
soggette
quindi
ad
elevati
rischi
naturali.
Azioni
di
boniBica
e
riequilibrio
del
territorio
urbano
e
periurbano
hanno
importanti
ricadute
innanzitutto
sul
capitale
Cisico:
in
quanto
sia
il
patrimonio
edilizio
residenziale
che
il
capitale
Bisico
utilizzato
per
la
produzione
trarrebbero
beneBicio
da
esse.
Il
valore
attuale
dei
beni
già
in
essere
infatti
aumenterebbe,
perché
sgravato
dal
rischio
idrogeologico,
ed
al
contempo
la
possibilità
di
investire
in
nuove
costruzioni
ed
insediamenti
produttivi
diventerebbe
più
attraente.
Questa
categoria
di
interventi
ha
anche
un
impatto
diretto
sul
patrimonio
ambientale
regionale:
una
risorsa
scarsa
che,
se
tutelata
e
valorizzata
adeguatamente,
può
costituire
un
importante
elemento
di
traino
dello
sviluppo
economico
regionale.
Jessica
nella
Regione
Liguria
63
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
III
–
SVILUPPO
URBANO
c)
Difesa
del
suolo
e
prevenzione
dei
rischi
naturali
Tra
le
criticità
importanti
del
territorio
Ligure,
emerge
chiaramente
la
carenza
di
spazi
da
adibire
ad
attività
produttive.
Questa
problematica
appare
anche
più
grave
se
si
tiene
conto
di
come
gran
parte
della
superBicie
ligure
utile
ai
Bini
dello
sviluppo
socio‐economico
sia
potenzialmente
soggetta
a
rischio
idrogeologico.
Infatti,
oltre
il
2%
dell'intero
territorio
regionale
risulta
esposto
a
rischio
inondazione,
e
più
del
51%
di
tale
superBicie
ricade
su
aree
interessate
da
insediamenti
antropici.
Inoltre,
il
7%
del
territorio
‐
ed
il
3%
delle
aree
già
urbanizzate
‐
è
soggetto
a
fenomeni
franosi.
Tale
fragilità
del
territorio
non
solo
riduce
l'estensione
‐
già
scarsa
‐
delle
aree
potenzialmente
utilizzabili
per
lo
sviluppo,
ma
espone
anche
a
potenziali
danni
gli
insediamenti
residenziali
e
produttivi
già
presenti.
Interventi
di
consolidamento
del
territorio
risultano
pertanto
di
primaria
importanza,
sia
per
garantire
la
sicurezza
dei
cittadini,
che
per
promuovere
lo
sviluppo
economico
regionale.
Nell’ambito
dell’Asse
III,
il
POR
promuove
quindi
interventi
tesi
a
garantire
la
sostenibilità
ambientale
dello
sviluppo
Binalizzata
al
riequilibrio
del
territorio
e
al
suo
utilizzo
nel
rispetto
del
suo
stato,
della
sua
tendenza
evolutiva
e
delle
sue
potenzialità
d'uso.
Gli
obiettivi
perseguiti
tendono
in
particolare:
• all’aumento
dell’attrattività
produttiva
e
turistica
dei
territori
già
urbanizzati,
assicurando
condizioni
di
sicurezza
• alla
riduzione
dei
costi
ambientali
esterni
potenziali
(prevenzione
dei
danni
derivanti
da
eventi
naturali
quali
alluvioni
e
frane)
• alla
riduzione
del
rischio
idrogeologico
ed
a
un
generale
miglioramento
delle
condizioni
ambientali
per
le
aree
considerate
strategiche
per
lo
sviluppo
• al
recupero
di
siti
dismessi.
Applicabilità
di
JESSICA
Potenzialità
di
JESSICA
Per
le
caratteristiche
del
territorio
ligure,
il
concetto
di
sostenibilità
dello
sviluppo
urbano
in
questa
regione
è
strettamente
connesso
alla
riqualiBicazione
dell’ambiente
Bisico
in
cui
la
città
si
sviluppa.
Le
aree
soggette
ai
rischi
naturali
sono
spesso
soggette
anche
a
degrado
economico
e
sociale,
poiché
il
rischio
idrogeologico
può
scoraggiare
l’insorgenza
e
lo
sviluppo
di
attività
produttive,
cosi
come
investimenti
immobiliari
potenzialmente
redditizi.
Interventi
di
riqualiBicazione
del
territorio
come
quelli
individuati
in
quest’area
del
POR
sono
quindi
in
linea
con
l’iniziativa
JESSICA.
La
deBinizione
di
un
progetto
integrato
di
riqualiBicazione
del
territorio
e
di
sviluppo
industriale
ed
immobiliare,
unitamente
ad
un
partenariato
pubblico
–
privato
in
cui
il
soggetto
pubblico
fornisca
garanzie
afBidabili
contro
il
rischio
amministrativo,
può
generare
un
incentivo
sufBicientemente
forte
per
attrarre
Binanziamenti
privati
a
sostegno
degli
interventi,
riallineando
gli
interessi
degli
investitori
di
mercato,
che
richiedono
garanzie
di
rendimento
e
della
società,
che
beneBicia
degli
interventi
a
tutela
e
supporto
del
territorio,
che
richiedono
Binanziamenti
ingenti
e
spesso
difBicili
da
recuperare.
Jessica
nella
Regione
Liguria
64
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
IV
–
VALORIZZAZIONE
RISORSE
CULTURALI
E
NATURALI
Promozione
del
patrimonio
culturale
e
naturale
Analisi
SWOT
e
dimensioni
del
capitale
regionale
interessate
Dimensioni
del
capitale
Punti
di
Forza
Capitale
naturale
•  Paesaggio
ed
eredità
storica
e
culturale
Capitale
immateriale
•  Disponibilità
di
qualiBiche
elevate
e
presenza
di
situazioni
di
eccellenza
nel
sistema
della
ricerca
e
della
formazione
superiore
Punti
di
Debolezza
Opportunità
Minacce
•  Attrazione
di
anziani
(seconde
•  Concorrenza
sul
mercato
case)
turistico
•  Sviluppo
di
un
turismo
sostenibile
•  Abbandono
delle
aree
interne
ed
ad
alto
valore
aggiunto
eccessiva
pressione
sull’area
costiera
•  Capacità
di
attrarre
giovani
talenti
•  Crescente
attenzione
alle
politiche
dell’innovazione
Le
azioni
proposte
in
quest’area
trovano
giustiBicazione
principalmente
nelle
caratteristiche
del
capitale
naturale
regionale,
che
presenta
elementi
di
notevole
interesse
naturalistico
e
storico
culturale,
non
sempre
valorizzati
adeguatamente
da
un’offerta
turistica
prevalentemente
concentrata
sulle
zone
costiere
e
nella
stagione
estiva.
Tale
approccio
tradizionale
all’attività
turistica
sta
mostrando,
in
questi
anni,
segni
di
difBicoltà
a
fronte
di
un’accresciuta
concorrenza
nazionale
ed
internazionale.
La
competitività
dell’offerta
turistica
ora
dipende
in
modo
cruciale
dalla
capacità
di
sfruttare
nuove
tecnologie
per
aumentare
l’accessibilità
delle
informazioni
sul
territorio,
e
del
territorio
stesso.
È
in
questo
senso
che
la
dotazione
regionale
di
capitale
immateriale,
in
termini
di
attitudine
all’innovazione
e
di
capacità
di
formare
ad
attrarre
personale
qualiBicato,
rappresenta
un
asset
importante.
La
regione
è
quindi
dotata
delle
risorse,
sia
umane
che
naturali
e
storico‐culturali,
necessarie
a
formulare
un’offerta
turistica
più
sostenibile
e
diversiBicata,
in
grado
di
attrarre
visitatori
anche
nelle
aree
attualmente
meno
note
e
frequentate
e
di
valorizzare
tutte
le
proprie
peculiarità.
In
particolare,
si
sottolinea
come
la
predisposizione
di
servizi
ed
infrastrutture
speciBicamente
pensate
per
una
popolazione
matura
ed
anziana,
che
ha
una
disponibilità
economica
relativamente
elevata
e
la
possibilità
di
trascorrere
soggiorni
di
vacanza
anche
lunghi
fuori
stagione,
possa
aprire
nuove
prospettive
per
i
turismo
regionale,
con
ricadute
positive
anche
su
altri
settori
dell’economia
(servizi
alla
persona,
settore
immobiliare,
sanitario,
ecc.)
Gli
interventi
di
promozione
del
patrimonio
culturale
e
naturale
avranno
anche
ricadute
positive
dirette
sul
capitale
Cisico
–
in
particolare
sulle
strutture
ricettive.
Jessica
nella
Regione
Liguria
65
Riservato
e
conBidenziale
Possibili
strategie
di
investimento:
Asse
IV
–
Valorizzazione
delle
Risorse
Culturali
e
Naturali
Promozione
del
patrimonio
culturale
e
naturale
Il
quarto
Asse
d’intervento
delineato
nel
POR
concorre
al
perseguimento
dell’obiettivo
generale
del
Programma
–
rafforzare
la
competitività
regionale
‐
ponendosi
quale
obiettivo
speciBico
il
miglioramento
dell’attrattività
del
territorio
regionale.
L’analisi
dello
scenario
territoriale
ha
messo
in
luce
come
il
turismo
sia
l’unico
settore
che
presenta
ancora
segnali
di
declino
strutturale
evidenziando
a
livello
regionale
una
riduzione
signiBicativa
del
livello
di
attività.
Un
primo
elemento
importante
della
strategia
individuata
per
contrastare
questa
tendenza
consiste
in
un
riposizionamento
strategico
che
si
concretizza
nella
diversiCicazione
dell’offerta
turistica.
Si
punta
sullo
sviluppo
delle
potenzialità
di
aree
che
attualmente
non
sono
valorizzate
a
pieno,
come
ad
esempio
le
aree
interne,
che
pur
presentando
elementi
di
alto
interesse
sono
caratterizzate
da
fenomeni
di
abbandono
ed
isolamento.
L’integrazione
di
nuove
mete
potenziali
nel
circuito
dell’offerta
turistica
non
necessariamente
va
a
detrimento
delle
mete
più
tradizionali,
localizzate
sull’area
costiera,
che
invece
potrebbero
beneBiciare
di
una
minor
congestione
per
offrire
servizi
di
qualità
più
elevata,
e
di
una
domanda
più
stabile
e
regolare
a
seguito
di
una
destagionalizzazione
dei
Clussi
turistici.
Il
POR
evidenzia
come
l’offerta
turistica
regionale
necessiti
di
un
processo
di
rivitalizzazione
e
di
ammodernamento,
in
cui
un
ruolo
strategico
può
senz’altro
essere
svolto
dall’innovazione
tecnologica
e
dall’introduzione
di
servizi
avanzati.
A
Bianco
ad
interventi
tradizionali
di
recupero,
promozione
e
valorizzazione
dei
beni
e
dei
siti
di
interesse
turistico,
si
favorisce
la
creazione
di
reti
tematiche
dei
beni
culturali
(es.
sistema
museale,
sistema
dei
castelli
e
delle
fortiBicazioni,
ecc.),
che
permettano
di
proporre
un
visione
complessiva
del
territorio,
della
sua
storia,
delle
sue
tradizioni
e
della
sua
cultura.
Applicabilità
di
JESSICA
Potenzialità
di
JESSICA
Interventi
di
valorizzazione
del
patrimonio
storico
e
culturale
con
Binalità
turistiche
possono
in
generale
rientrare
in
uno
schema
JESSICA.
Questo
è
vero
in
particolar
modo
per
le
azioni
individuate
in
quest’area,
orientate
ad
una
ristrutturazione
dell’offerta
turistica
in
un’ottica
di
maggiore
sostenibilità,
ed
al
rilancio
di
un
settore
che
presenta
buone
possibilità
di
ripresa,
quindi
una
proBittabilità
potenzialmente
elevata.
Le
azioni
di
promozione
del
patrimonio
culturale
ed
ambientale
che
interessino
territori
cittadini
possono
essere
utilmente
inserite
in
progetti
integrati
di
sviluppo
urbano.
La
potenziale
redditività
degli
interventi,
che
riguardano
un
settore
–
il
turismo
–
attualmente
in
difBicoltà
ma
con
buone
possibilità
di
sviluppo,
può
attrarre
investimenti
privati.
L’applicazione
di
JESSICA
a
progetti
in
questo
ambito
può
garantire
il
coordinamento
tra
azioni
diverse
e
il
potenziamento
delle
sinergie
tra
esse,
aumentando
l’efBicacia
degli
interventi
e
la
portata
che
essi
avranno
per
lo
sviluppo
regionale.
Jessica
nella
Regione
Liguria
66
Riservato
e
conBidenziale
1. 
Strategia
di
sviluppo
urbano
sostenibile
della
Regione
a)  Contesto
territoriale
b)  Sviluppo
urbano
integrato
nella
regione
c)  La
dimensione
urbana
nel
POR
2. 
Valutazione
e
diagnosi
territoriale
a)  Presentazione
approccio
metodologico
•  Dimensioni
patrimonio
territoriale
–
ambiente,
capitale
Bisico,
capitale
umano,
demograBia
b)  Applicazione
al
contesto
regionale
•  Analisi
della
competitività/sostenibilità
di
territori
urbani
oggetto
di
potenziale
intervento
POR
c)  IdentiBicazione
delle
strategie
di
investimento
per
obiettivi
di
competitività
e
sostenibilità
territoriale
3. 
Sviluppo
strumentazione
istituzionale
per
JESSICA
a)  Strutture
per
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
b)  Sviluppo
proposta
di
base
c)  Rassegna
progetti
potenzialmente
“Jessicabili”
sul
territorio
regionale
4. 
Approfondimenti
analitici:
il
polo
tecnologico
universitario
di
Genova
a)  Approfondimenti
analitici
–
valutazioni
speciBiche,
afBinamenti
previsionali
e
diagnostici
per
area
e
fondo
pilota
b)  IdentiBicazione
e
strutturazione
portafoglio
progetti
Binanziabili
JESSICA
c)  Analisi
progetto
pilota
Binanziabile
JESSICA
all’interno
dell’area
pilota
5. 
Conclusioni
e
raccomandazioni
Jessica
nella
Regione
Liguria
67
Riservato
e
conBidenziale
Strutture
per
strumenti
d’ingegneria
Cinanziaria
Lo
sviluppo
urbano
sostenibile
rappresenta
uno
degli
obiettivi
prioritari
della
programmazione
dei
Fondi
strutturali
europei
per
il
periodo
2007‐2013,
funzionale
sia
al
perseguimento
delle
politiche
di
coesione
che
alla
promozione
della
competitività
nell’Unione
Europea
allargata.
L’
Accordo
di
Bristol
(dicembre
2005)
e
la
recente
Carta
di
Lipsia
sulle
città
sostenibili
(giugno
2007)
hanno
evidenziato
i
presupposti
centrali
per
un’efBicace
politica
di
trasformazione
urbana,
che
è
vista
come
uno
degli
strumenti
per
la
realizzazione
delle
agende
di
Göteborg
e
di
Lisbona.
Per
sollecitare
l’attuazione
di
queste
strategie
e
promuovere
progetti
integrati
di
sviluppo
urbano
sostenibile,
la
Commissione
ed
il
Consiglio
Europeo
hanno
incorporato
nei
Regolamenti
per
la
gestione
dei
Fondi
strutturali
nel
Periodo
di
programmazione
2007‐2013
due
componenti
innovative.
La
prima
è,
come
è
noto,
l’inserimento
dell’agenda
urbana
nel
corpo
principale
delle
politiche
strutturali
comunitarie,
con
il
requisito
che
la
dimensione
urbana
sia
speciBicamente
sviluppata
nei
documenti
di
programmazione
(Documenti
Strategici,
Programmi
Operativi).
La
seconda
innovazione
è
l’introduzione
di
strumenti
per
l’ingegneria
Binanziaria
dedicati
alla
promozione
dello
sviluppo
urbano
sostenibile
(“Fondi
di
Sviluppo
Urbano”).
L’iniziativa
JESSICA
(Joint
European
Support
for
Sustainable
Investment
in
City
Areas)
è
stata
lanciata
nel
2006
per
dare
concreta
applicazione
agli
strumenti
d’ingegneria
Binanziaria
per
lo
sviluppo
urbano
previsti
nei
regolamenti
europei.
Attraverso
questo
strumento,
la
Commissione
europea
e
la
BEI
si
propongono
di
promuovere
un
più
sollecito
ed
efBicace
utilizzo
delle
risorse
Binanziarie
contenute
nei
Programmi
Operativi
ed
assistere
le
Autorità
di
Gestione
che
vogliano
usare
la
trasformazione
urbana
e
l’ingegneria
Binanziaria
come
leva
per
lo
sviluppo
economico
e
sociale
dei
propri
territori.
In
base
alle
nuove
procedure
previste
nei
regolamenti:
•
•
•
•
Le
Autorità
di
Gestione
hanno
la
facoltà
di
utilizzare
una
parte
delle
allocazioni
di
Fondi
Strutturali
a
loro
attribuite
per
creare
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
destinati
allo
sviluppo
urbano,
speciBicamente
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
(FSU)
e
Fondi
di
Partecipazione
(FP)
Tali
Fondi
possono
essere
alimentati
da
ulteriori
risorse
Binanziarie,
di
natura
pubblica
e/o
privata,
esterne
alle
dotazioni
iscritte
nei
Programmi
Operativi
e,
agendo
come
strumenti
rotativi,
sono
destinati
a
Binanziare
progetti
inseriti
in
piani
integrati
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
I
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
possono
Binanziare
progetti
urbani
e
Partenariati
Pubblico‐Privati
(PPP)
attraverso
interventi
in
“strumenti
di
capitale”
(“equity”),
garanzie
e/o
prestiti
–
perché
sia
preservata
la
sostenibilità
Binanziaria
dei
fondi
e
il
loro
carattere
di
contributo
rimborsabile,
progetti
e
PPP
devono
essere
in
qualche
misura
in
grado
di
remunerare
gli
investitori
I
Fondi
di
Partecipazione
sono
strumenti
d’ingegneria
Binanziaria
che
investono
le
loro
risorse
in
Fondi
di
sviluppo
urbano
Jessica
nella
Regione
Liguria
68
Riservato
e
conBidenziale
Lo
schema
generale
di
funzionamento
di
JESSICA
è
il
seguente:
Data
questa
architettura,
va
sottolineato
che
JESSICA
non
costituisce
una
fonte
di
ulteriori
Cinanziamenti
europei
per
le
Autorità
di
Gestione,
poiché
l’applicazione
di
JESSICA
non
modiBica
le
risorse
del
piano
Binanziario
approvate
da
una
Decisione
della
Commissione.
Essa
invece
rappresenta
un’utilizzazione
alternativa
di
parte
delle
risorse
assegnate
all’Autorità
di
Gestione.
Nonostante
l’iniziativa
JESSICA
non
apporti
Binanziamenti
comunitari
aggiuntivi,
l’utilizzazione
dello
strumento
può
conferire
vantaggi
considerevoli
sotto
diversi
punti
di
vista:
(i)
(ii)
(iii)
Le
Autorità
di
Gestione,
grazie
a
JESSICA,
possono
ricevere
la
quota
di
co‐Binanziamento
comunitario
dei
Fondi
del
Programma
Operativo
al
momento
in
cui
viene
costituito
lo
strumento
d’ingegneria
Binanziaria
(Fondo
di
Partecipazione
o
Fondo
di
Sviluppo
Urbano),
quindi
in
anticipo
rispetto
all’identiBicazione
e
la
realizzazione
dei
progetti,
a
differenza
dei
tradizionali
meccanismi
di
assorbimento
ex
post
delle
risorse
provenienti
dai
Fondi
Strutturali.
L’impiego
di
risorse
Binanziarie
POR
per
la
costituzione
di
un
FP/FSU
viene
considerato
“pagamento
intermedio”,
quindi
attiva
immediatamente,
o
comunque
in
tempi
molto
rapidi,
l’accreditamento
della
quota
di
coBinanziamento
comunitaria.
Gli
introiti
o
utili
generati
dagli
investimenti
possono
essere
trattenuti
dai
FP/FSU
ovvero
restituiti
alle
Autorità
di
Gestione
afBinché
li
reinvestano
in
nuovi
progetti
di
riqualiBicazione
urbana.
Per
Stati
membri
come
l’Italia,
per
i
quali
nel
prossimo
periodo
di
programmazione
l’entità
dei
contributi
UE
a
fondo
perduto
sarà
molto
probabilmente
ridotta
in
misura
considerevole,
JESSICA
offre
l’opportunità
di
trasformare
parte
della
dotazione
Binanziaria
dell’attuale
ciclo
di
programmazione
in
una
fonte
permanente
di
risorse
per
l’investimento.
La
costituzione
di
FP/FSU
offre
la
possibilità
di
coinvolgere
altri
investitori,
pubblici
e
privati,
determinando
non
solo
un
effetto
leva
Binanziario
a
livello
di
ulteriori
investimenti,
ma
anche
l’attrazione
di
competenze
professionali
per
la
valutazione,
l’attuazione
e
la
gestione
dei
progetti.
Jessica
nella
Regione
Liguria
69
Riservato
e
conBidenziale
Riepilogando,
i
principi
generali
che
hanno
guidato
il
legislatore
europeo
nella
strutturazione
dello
schema
JESSICA
sono
di
seguito
riportati.
Uso
alternativo
delle
risorse
Flessibilità
della
struttura
Investimenti
in
forma
di
acquisto
di
partecipazioni,
concessione
di
Cinanziamenti
e
rilascio
di
garanzie
La
dimensione
urbana
degli
investimenti
La
rotatività
degli
investimenti
Il
ruolo
della
BEI
Jessica
nella
Regione
Liguria
Le
Autorità
di
Gestione
(AG)
possono
decidere
di
allocare
una
parte
degli
stanziamenti
comunitari
già
autorizzati
come
parte
del
Programma
Operativo
(PO)
per
il
Binanziamento
a
o
la
costituzione
di
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
per
lo
sviluppo
urbano
Gli
investimenti
per
lo
sviluppo
urbano
devono
essere
attuati
attraverso
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria.
Sono
considerati
tali
i
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
(FSU)
ed
i
Fondi
di
Partecipazione
(FP)
che
devono
essere
costituiti
come
entità
giuridiche
indipendenti
e
disciplinati
da
accordi
fra
i
soci
coBinanziatori
o
gli
azionisti,
ovvero
come
capitale
separato
nell’ambito
di
un
istituto
Binanziario
Rispetto
alla
logica
tradizionale
delle
sovvenzioni
a
fondo
perduto
le
risorse
che
vengono
utilizzate
all’interno
di
uno
schema
JESSICA
possono
essere
impiegate
in
diversi
modi
in
investimenti
che
presentano
il
carattere
di
“rotatività”
I
FSU
investono
in
partenariati
tra
settore
pubblico
e
privato
ed
in
altri
progetti
inclusi
in
un
Piano
Integrato
per
lo
Sviluppo
Urbano
Sostenibile
(PI)
Gli
strumenti
JESSICA
sono
stati
concepiti
per
sostenere
iniziative
di
riqualiBicazione
urbana
che
presentino
una
combinazione
di
proBili
di
rischio‐rendimento
intermedi
rispetto
ad
iniziative
solitamente
sostenute
tramite
sovvenzioni
a
fondo
perduto
o
ad
iniziative
Binanziabili
dal
mercato.
I
rendimenti
attesi
dalle
iniziative
sostenute
tramite
JESSICA
dovranno
mirare
a
conservare
nel
tempo
il
valore
dell’investimento
ed
a
permettere
la
riutilizzazione
del
contributo
inizialmente
assegnato
per
altri
progetti
di
riqualiBicazione
urbana
In
diversi
momenti
del
processo
di
lancio
ed
implementazione
di
fondi
JESSICA
è
prevista
per
le
AG
la
possibilità
di
avvalersi
del
supporto
tecnico
della
BEI.
La
BEI
infatti
può
offrire
assistenza
tecnica
per
il
lancio
del
programma,
per
la
sua
attuazione,
può
agire
come
Fondo
di
Partecipazione
e/o
come
coBinanziatore
dei
FSU
e
dei
progetti
inseriti
nei
PI
70
Riservato
e
conBidenziale
I
Fondi
di
Partecipazione
ed
i
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
Si
procede
ad
individuare
ancora
in
modo
generale
anche
se
più
in
dettaglio,
le
componenti
che
consentono
l’applicazione
degli
strumenti
JESSICA:
Fondi
di
Partecipazione
e
Fondi
di
Sviluppo
Urbano.
Più
avanti
nel
documento
verranno
trattati
anche
i
Piani
Integrati
di
Intervento.
In
termini
generali
i
regolamenti
comunitari
deBiniscono:
  Fondi
per
lo
sviluppo
urbano…investono
in
partenariati
tra
settore
pubblico
e
privato
ed
altri
progetti
inclusi
in
un
piano
integrato
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
(art.46,
Reg.
1828/2006)
  Strumenti
di
ingegneria
Cinanziaria,
compresi
i
fondi
di
partecipazione,
sono
costituiti
come
entità
giuridiche
indipendenti
e
disciplinati
da
accordi
tra
i
soci
con
Binanziatori
o
gli
azionisti,
ovvero
come
capitale
separato
nell’ambito
di
un
istituto
Binanziario
(art.43,
Reg.
1828/2006)
  Fondi
di
partecipazione
[sono]
…costituiti
per
investire
in
diversi…fondi
per
lo
sviluppo
urbano
(da
lettura
dell’art.45
Reg.
1828/2006)
In
particolare
le
attività
che
dovrebbero
essere
svolte
dal
Fondo
di
Partecipazione
sono
le
seguenti:
•
deBinizione,
a
servizio
dell’Autorità
di
Gestione,
delle
priorità
strategiche
e
della
politica
di
disinvestimento
per
il
FP
stesso,
inclusi
criteri
per
la
selezione
degli
investimenti
da
parte
dei
FSU,
da
sottoporre
all’approvazione
del
Comitato
degli
Investitori
(normalmente
costituito
dall’Autorità
di
Gestione
o
per
suo
conto);
•
identiBicazione
ed
assistenza
nella
strutturazione
di
progetti
adatti
a
JESSICA
e
in
quanto
oggetti
di
investimento
da
parte
di
FSU,
preparazione
di
piani
di
attività
(business
plans)
di
FSU,
strutture
per
il
controllo
e
la
governance
dei
FSU;
•
preparazione
dell’invito
alla
manifestazione
d’interesse
per
intermediari
Binanziari
e/o
altri
organismi
potenzialmente
interessati
a
costituire
od
a
ricoprire
il
ruolo
di
FSU;
•
negoziazione
e
Binalizzazione
della
struttura
contrattuale
che
regola
i
rapporti
tra
i
FSU
e
il
FP,
in
quanto
agente
dell’Autorità
di
Gestione,
inclusi
accordi
di
Binanziamento,
regolamenti
interni,
documentazione
legale
di
supporto
e
disposizioni
per
la
chiusura
del
fondo
e
l’uscita
degli
investitori;
•
gestione
del
portafoglio
d’investimento
costituito
dai
FSU
in
cui
è
stata
investita
la
dotazione
assegnata
dalle
Autorità
di
Gestione;
•
ove
necessario,
servizi
di
assistenza
ai
FSU
nell’attuazione
degli
investimenti,
eventualmente
in
base
a
modalità
speciBiche
indicate
negli
accordi
di
Binanziamento
tra
FP
e
FSU;
•
sorveglianza
e
trasmissione
di
informazioni
al
Comitato
degli
Investitori
relativo
alla
performance
degli
investimenti
nei
FSU;
•
predisposizione
di
sistemi
di
rendicontazione
e
contabilizzazione
in
linea,
oltre
che
con
gli
adempimenti
nazionali,
con
le
esigenze
relative
agli
impieghi
dei
Fondi
Strutturali;
•
ove
necessario,
assistenza
a
FSU
su
tematiche
comunitarie
relative
agli
aiuti
di
stato
e
sull’interpretazione
dei
Regolamenti
comunitari
in
materia
di
Spese
Ammissibili;
•
deBinizione
delle
procedure
per
la
chiusura
del
FP,
incluse
le
modalità
di
riutilizzazione
delle
risorse
prodotte
dagli
investimenti
in
FSU,
o,
se
applicabile,
rimaste
dopo
che
tutte
le
garanzie
sono
state
onorate.
Dal
momento
che
la
costituzione
di
un
Fondo
di
Partecipazione
non
è
obbligatoria
secondo
i
Regolamenti
comunitari
sembrerebbe
che
gli
schemi
di
struttura
JESSICA
possibile
siano
tre.
Jessica
nella
Regione
Liguria
71
Riservato
e
conBidenziale
Ipotesi
1:
La
BEI
nel
ruolo
di
Fondo
di
Partecipazione
I
Regolamenti
europei
danno
alle
Autorità
di
Gestione
la
facoltà
di
afBidare
il
ruolo
di
Fondo
di
Partecipazione
direttamente
alla
BEI
senza
che
si
renda
necessaria
una
gara
ad
evidenza
pubblica
per
l’attribuzione
dell’incarico.
In
merito
gli
orientamenti
sembrano
essere
differenti
nei
diversi
paesi
europei:
in
alcuni
casi,
laddove
è
più
sentita
l’esigenza
di
un’assistenza
tecnica
alle
AG
da
parte
della
BEI,
il
ruolo
di
FP
svolto
da
quest’ultima
è
destinato
a
prolungarsi
in
un
orizzonte
temporale
di
medio‐lungo
periodo.
In
altri
casi
invece
il
ruolo
della
BEI
come
FP
è
solo
temporaneo
nell’ottica
di
facilitare
il
lancio
dei
fondi
JESSICA
e
consentire
un
progressivo
trasferimento
di
conoscenze
alle
AG.
Questo
tipo
di
approccio
potrebbe
essere
un’alternativa
interessante
in
una
prima
fase
d’implementazione
di
JESSICA
in
cui,
anche
se
le
opportunità
di
investimento
non
hanno
ancora
raggiunto
un
elevato
grado
di
strutturazione,
si
può
prevedere
che
vengano
perfezionate
in
una
fase
successiva.
Infatti
il
Fondo
di
Partecipazione
deve
essere
inteso
sostanzialmente
come
una
struttura
di
servizio
per
la
Regione
in
grado
di
attivare
non
solo
le
risorse
comunitarie,
ma
anche
di
operare
a
suo
supporto
per
l’erogazione
di
servizi
di
consulenza
ed
assistenza
tecnica
che
possano
rendersi
necessari
per
attivare
JESSICA.
In
questo
senso
il
Fondo
di
Partecipazione
potrebbe
operare
anche
a
supporto
dei
Comuni,
della
Regione
o
delle
Istituzioni
ad
essa
collegate
e
dei
promotori
per
la
Binalizzazione
delle
proposte
di
investimento
dei
FSU.
I
beneCici
di
un’attivazione
rapida
del
FP
sarebbero
i
seguenti:
‐
riscossione
anticipata
dei
fondi
comunitari
e
della
quota
di
Binanziamento
statale
sulla
componente
nazionale;
‐
maggiore
Blessibilità
nella
strutturazione
dei
Fondi
di
Sviluppo
Urbano;
‐ 
ricadute
positive
sul
piano
organizzativo‐decisionale
per
la
Regione,
dal
momento
che
il
FP
offrirebbe
ai
vari
portatori
di
interesse,
prima
fra
tutti
l’Amministrazione
Regionale,
un’arena
per
rendere
la
loro
azione
concreta
in
termini
di
strumenti
Binanziari.
Il
Fondo
offrirebbe
in
primis
alla
Regione
l’opportunità,
con
l’assistenza
tecnica
dei
servizi
della
BEI,
di
deBinire
insieme
agli
altri
portatori
d’interesse
ed
ai
partner
una
strategia
di
investimento
di
lungo
periodo
che
si
concreterebbe
in
un
sistema
di
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
ciascuno
con
obiettivi,
modelli
di
valutazione
dell’investimento
e
tipologia
progettuale
ben
precisati.
La
BEI
potrebbe
assumere,
almeno
inizialmente,
un
ruolo
forte
di
coordinamento,
assistenza
tecnico‐Binanziaria
e
di
stimolo
alla
presa
di
decisioni,
fermo
restando
il
ruolo
centrale
della
Regione
nel
processo
di
indirizzo
ed
approvazione
degli
investimenti
proposti
dal
Fondo.
Jessica
nella
Regione
Liguria
72
Riservato
e
conBidenziale
Ipotesi
2:
Banche
locali
o
altre
istituzioni
nel
ruolo
di
Fondo
di
Partecipazione
Un’istituzione
Binanziaria
diversa
dalla
BEI,
ma
scelta
su
base
di
procedure
concorsuali
ad
evidenza
pubblica,
potrebbe
svolgere
il
ruolo
di
FP.
Se
le
funzioni
svolte
dal
FP
in
questo
caso
sono
analoghe
rispetto
all’ipotesi
del
paragrafo
precedente
–
BEI
nel
ruolo
di
FP
–
tuttavia
è
evidente
che
i
tempi
richiesti
per
implementare
questo
Fondo
diventerebbero
più
lunghi
rispetto
al
caso
precedente,
proprio
per
le
procedure
necessarie
ad
individuare
il
FP.
Inoltre,
dato
che
JESSICA
è
uno
strumento
di
ingegneria
Binanziaria
innovativo
che
richiede
un
collegamento
continuo
con
le
Istituzioni
comunitarie
ed
una
conoscenza
approfondita
delle
procedure
di
programmazione
e
controllo
degli
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
comunitari,
potrebbe
essere
più
difBicile
per
un
istituto
Binanziario
“locale”
gestire
questo
nuovo
tipo
di
operazioni
e
fornire
l’adeguata
assistenza
alle
Autorità
di
Gestione.
E’
possibile
che
almeno
i
primi
casi
pilota
vengano
gestiti
dalla
BEI
nel
ruolo
di
FP
e
in
un
secondo
tempo,
quando
la
conoscenza
dello
strumento
sarà
più
consolidata,
gli
attori
locali
possano
riprendere
la
responsabilità
diretta
del
FP.
La
condivisione
delle
esperienze
e
la
diffusione
delle
relative
pratiche,
di
conseguenza,
permetteranno
ad
istituti
Binanziari
nazionali
o
regionali
di
far
nascere
autonomi
FP
di
livello
locale
nelle
diverse
regioni.
Ipotesi
3:
Implementazione
di
JESSICA
senza
Fondo
di
Partecipazione
Nel
caso
in
cui
si
decida
di
non
costituire
un
Fondo
di
Partecipazione,
le
risorse
comunitarie
vengono
destinate
direttamente
ai
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
che
provvederanno
ad
investirli
in
diversi
interventi
di
rigenerazione
urbana.
In
questo
caso
quindi,
l’Autorità
di
Gestione
non
riceve
dal
FP
assistenza
e
consulenza
per
individuare
i
FSU
ed
i
progetti,
ma
svolge
autonomamente
molte
delle
funzioni
esercitate
dal
FP.
Tuttavia,
anche
in
questo
caso,
resta
salva
la
possibilità
di
ricevere
assistenza
tecnica
da
parte
della
BEI.
Il
grande
vantaggio
di
questo
modello
consiste
nel
risparmio
di
risorse
consentito
dalla
mancata
remunerazione
prevista
dal
FP
ma,
allo
stesso
tempo,
i
FSU
o
i
servizi
della
Regione
e
le
AG
devono
svolgere
maggiori
funzioni
e
dimostrare
competenze
in
un
campo
innovativo.
Jessica
nella
Regione
Liguria
73
Riservato
e
conBidenziale
In
conclusione,
visto
che
l’utilizzo
di
una
struttura
come
il
Fondo
di
Partecipazione
non
è
obbligatoria,
la
sua
eventuale
attivazione
dovrà
tenere
in
considerazione
i
seguenti
vantaggi
e
svantaggi.
PRO
CONTRO
+  Assistenza
tecnica
−  Struttura
addizionale
+  Erogazione
anticipata
dei
fondi
comunitari
e
possibilità
di
Binanziare
le
attività
iniziali
del
FP
attraverso
gli
interessi
attivi
maturati
sulla
dotazione
non
impiegata
−  Complessità
procedurale
per
la
sua
attivazione,
soprattutto
nel
caso
in
cui
si
decida
di
non
ricorrere
alla
BEI
+  Maggiore
Clessibilità
nella
strutturazione
dei
FSU
+  Delega
di
compiti,
alcuni
dei
quali
ad
alto
contenuto
tecnico
e
di
elevata
complessità
amministrativa
+  Potenzialità
di
apprendimento
istituzionale
e
di
confronto
con
altri
portatori
di
interesse
nel
disegno
della
governance
complessiva
−  Costo
di
gestione.
Di
conseguenza
i
progetti
Binanziati
devono
essere
in
grado
di
remunerare
il
FSU,
ma
anche
il
Fondo
di
Partecipazione.
Questo
aspetto
in
realtà
potrà
essere
mitigato
prevedendo
che
le
commissioni
del
FP
siano
rivedute
al
ribasso
una
volta
che
la
dotazione
sarà
completamente
investita
in
FSU
Per
ciascuna
Autorità
di
Gestione
la
valutazione
circa
l’opportunità
di
attivare
un
Fondo
di
Partecipazione
dovrebbe
quindi
derivare
dalla
ponderazione
dei
seguenti
aspetti:
• 
Disponibilità
di
una
struttura
dedicata
ed
altamente
specializzata
all’interno
delle
strutture
regionali
e
costi
di
tale
struttura
rispetto
ad
ipotesi
di
costo
di
un
Fondo
di
Partecipazione.
• 
Disponibilità
economica
ad
acquisire
servizi
di
consulenza
esterni
alle
strutture
regionali
rispetto
alla
possibilità
di
utilizzare
gli
interessi
attivi
maturati
inizialmente
dal
FP
per
la
copertura
di
costi
di
assistenza
speciBici.
• 
Facilità
relativa
di
“smobilizzo”
della
struttura
contrattuale
e
giuridica
attivata
nel
caso
di
variazione
delle
priorità
regionali
o
di
ripresa
da
parte
delle
autorità
regionali
del
ruolo
di
gestore
del
FP.
Jessica
nella
Regione
Liguria
74
Riservato
e
conBidenziale
Il
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
Il
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
è
uno
strumento
d’ingegneria
Binanziaria
avente
natura
pubblica,
privata
o
mista
pubblico‐
privata,
che
investe
in
partenariati
pubblico‐privati
(PPP)
ed
in
altri
progetti
urbani
inseriti
in
un
piano
integrato
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
(PI).
Per
poter
beneBiciare
dei
Binanziamenti
JESSICA,
il
FSU
deve
dimostrare
di
essere
dotato
di
sufBiciente
competenza
ed
autonomia
di
gestione,
deve
avere
un
piano
di
attività
(business
plan)
ben
deBinito,
bilanci
adeguati
per
l’attuazione
dei
progetti
ammissibili
e
solidità
Binanziaria.
I
regolamenti
comunitari
non
danno
indicazioni
speciBiche
in
merito
alla
sua
forma
giuridica:
il
FSU
può
essere
un’entità
giuridica
indipendente
(per
esempio
società
di
capitali
ecc.),
ovvero
assumere
la
forma
di
“capitale
separato”
nell’ambito
di
un’istituzione
Binanziaria
esistente.
In
tal
caso,
le
risorse
di
JESSICA
devono
essere
oggetto
di
contabilità
separata
ed
essere
chiaramente
distinte
dalle
altre
risorse
dell’istituto
Binanziario
in
questione.
I
FSU
possono
essere
costituiti
a
livello
nazionale,
regionale
o
locale/urbano
in
funzione
dei
piani
di
sviluppo
urbano,
o
di
un
insieme
di
progetti
speciBici,
o
in
risposta
all’interesse
di
un
gruppo
di
investitori.
Ipotesi
A:
Un
unico
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
che
investe
in
Equity,
Debiti
e
Garanzie
A
titolo
esempliBicativo
si
potrebbe
pensare
ad
una
struttura
in
cui
vi
sia
un
unico
FSU,
dotato
o
meno
di
personalità
giuridica,
che
investe
in
diversi
progetti
di
PPP
inseriti
in
un
piano
integrato
di
sviluppo
urbano
sostenibile.
•
•
•
•
In
questa
architettura
il
ruolo
del
Fondo
di
Partecipazione
è
fondamentalmente
di
indirizzo
e
controllo
degli
investimenti
svolti
dal
FSU
a
cui
è
demandato
il
ruolo
di
principale
attore
per
lo
sviluppo
urbano
Questa
struttura
è
realizzabile
nella
misura
in
cui
sia
possibile
identiBicare,
sia
dal
punto
giuridico
che
funzionale,
un
unico
strumento
che
possa
essere
in
grado
di
operare
sia
acquisendo
partecipazioni
in
società,
che
erogando
prestiti,
che
rilasciando
garanzie
Il
vantaggio
principale
di
questa
struttura
è
la
sua
semplicità
(a
seconda
della
natura
dello
strumento
individuato
come
FSU)
che
ben
si
adatta
a
contesti
non
particolarmente
sviluppati
in
termini
di
PPP
Questo
schema
potrebbe
essere
adatto
nelle
fasi
iniziali
di
lancio
del
progetto
JESSICA
in
mercati
poco
soBisticati
Jessica
nella
Regione
Liguria
75
Riservato
e
conBidenziale
Ipotesi
B:
Diversi
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
“specializzati”
In
quest’ipotesi
potrebbero
essere
costituiti
diversi
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
che
siano
in
grado
di
investire
in
PPP,
in
modo
differenziato,
sotto
forma
di
equity,
debito
o
garanzie.
In
particolare,
potrebbero
essere
costituite
tre
tipologie
di
FSU:
territoriali,
tematici
e
“per
forma
di
investimento”.
FSU
“territoriale”:
è
in
grado
di
formulare
delle
strategie
di
sviluppo
per
uno
speciBico
territorio
(ad
es.
fondo
di
investimento
per
una
città).
FSU
“tematico”:
grazie
ad
un
approccio
trasversale
potrebbe
affrontare
delle
tematiche
speciBiche
(ad
es.
un
fondo
per
il
risparmio
energetico
negli
ediBici
pubblici)
in
una
o
più
città
o
nel
territorio
urbano
regionale.
FSU
“per
forma
di
investimento”:
potrebbero
essere
utilizzati
come
FSU
gli
organismi
con
le
forme
giuridiche
che
meglio
si
adattano
per
investimenti
di
tipo
differenziato
nella
riqualiBicazione
urbana,
garantendo
così
competenze
speciBiche
nella
gestione
di
diversi
strumenti
d’investimento
Binanziario.
•
•
•
•
•
Rispetto
all’ipotesi
precedente
è
necessario
un
ruolo
diverso
del
Fondo
di
Partecipazione
a
cui
sarà
richiesto
di
garantire
la
coerenza
complessiva
delle
attività
dei
diversi
Fondi
La
strutturazione
della
governance
di
questo
schema
presenta
indubbi
livelli
di
complessità
La
maggiore
“personalizzazione”
dei
FSU
rispetto
a
speciBiche
esigenze
di
investimento
(tematiche
o
territoriali)
e
forme
di
investimento
(Equity,
debito
o
garanzie)
li
avvicina
alle
pratiche
presenti
sul
mercato
e
contribuisce
ad
aumentare
il
grado
di
conBidenza
di
quest’ultimo
verso
i
FSU
Di
conseguenza
è
più
agevole
il
coinvolgimento
di
attori
terzi
La
differenziazione
prevista
dallo
schema
acquista
efBicacia
solo
nel
caso
in
cui
si
abbia
una
dotazione
consistente
di
Fondi
Strutturali
che
le
Autorità
di
Gestione
decidono
di
investire
in
JESSICA
Nei
capitoli
successivi,
in
particolare
nel
capitolo
che
riguarda
lo
sviluppo
di
una
proposta
di
base
il
tema
centrale
del
ruolo
e
della
forma
del
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
saranno
trattati
con
maggiore
dettaglio.
Jessica
nella
Regione
Liguria
76
Riservato
e
conBidenziale
Concettualmente
le
forme
dei
Fondi
di
Partecipazione
e
dei
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
possono
variare
secondo
due
modelli
di
riferimento
Il
MODELLO
EQUITY
Descrizione
Prevede
che
i
Fondi
strutturali
conBluiscano
in
un
Fondo
di
Partecipazione
sotto
forma
di
contribuzioni
al
FP.
Quest’ultimo
a
sua
volta
apporta
equity
ai
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
che
Binanziano
progetti
di
sviluppo
urbano
attraverso
diversi
strumenti
Binanziari
–
strumenti
di
capitale,
prestiti
o
garanzie.
Si
tratta
di
un
modello
basato
sulle
esperienze
già
maturate
nel
Regno
Unito
ed
in
Francia,
dove
entità
quali
English
Cities
Fund
e
Caisse
des
Dépôts
(CDC)
ricoprono
il
ruolo
di
analoghi
Fondi
di
Sviluppo
Urbano.
Queste
entità,
infatti,
ricevono
equity
da
parte
degli
investitori
e
mirano
ad
assicurare
loro
un
coerente
tasso
di
ritorno,
nonostante
la
remunerazione
derivi
dal
perseguimento
di
obiettivi
di
sviluppo
urbano
e
non
sia
guidata,
quanto
meno
nel
modello
francese,
dal
solo
bisogno
di
massimizzare
i
proBitti.
Essi
cercano
dunque,
di
assicurare
livelli
di
remunerazione
attraenti,
ma
in
linea
con
il
loro
impegno
di
riqualiBicare
le
aree
urbane.
Pro/Contro
+ Questo
modello
è
in
grado
di
attrarre
il
settore
privato
e
di
stimolare
public–private
partnership
(PPP)
fornendo
capitale
di
rischio
ai
progetti
di
sviluppo
urbano
e
determinando
vantaggi
chiave
per
le
Autorità
di
Gestione.
Queste
ultime,
infatti
possono
ottenere
risorse
aggiuntive
provenienti
dall’esterno
ed
adottare
un
tipo
di
approccio
più
in
linea
con
quello
del
settore
privato
nell’ambito
degli
investimenti
pubblici.
+ Il
modello
equity,
quindi,
si
rivela
particolarmente
interessante
quando
il
settore
pubblico
cerca
una
partecipazione
nella
remunerazione
generata
dai
progetti
nel
lungo
periodo
–
rendimenti
prossimi
a
remunerazione
di
mercato
o
ruolo
di
“capitale
paziente”‐
o
quando
vuole
stimolare
il
coinvolgimento
del
settore
privato
–
attraverso
effetto
leva,
montaggi
di
PPP,
maggiore
disciplina
commerciale
nell’investimento
pubblico.
- Tuttavia
questo
modello
richiede
mercati
Binanziari
e
fondi
d’investimento
maturi.
Jessica
nella
Regione
Liguria
IL
MODELLO
NON‐EQUITY
Descrizione
L’
Autorità
di
Gestione
fornisce
semplicemente
dei
contributi
“ripagabili”
(cash
fund)
al
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
che
li
utilizza
sulla
base
di
determinati
obblighi
contrattuali,
inclusi
il
pagamento
di
interessi
o
altre
forme
di
rimborso
e
la
restituzione
delle
somme
corrisposte.
Questo
modello,
più
semplice
rispetto
al
modello
equity,
si
concretizza
nella
costituzione
di
Fondi
rotativi
che
hanno
la
forma
di
capitale
separato
all’interno
di
un’istituzione
Binanziaria
scelta
su
base
concorsuale.
Questo
modello
ad
esempio
è
adottato
nel
modello
di
FSU
proposto
da
alcune
Autorità
di
Gestione
tedesche
(Laender)
utilizzano
i
Fondi
strutturali
per
erogare
prestiti
ai
Comuni.
Pro/Contro
+
E’
evidente
che
questo
approccio
è
più
in
linea
con
il
modo
tradizionale
di
utilizzazione
delle
risorse
comunitarie
e
dei
Fondi
Strutturali
ed
è
più
facile
da
costituire,
anche
in
aree
in
cui
i
mercati
Binanziari
ed
il
settore
dei
fondi
di
investimento
fossero
ancora
poco
sviluppati.
+
Inoltre,
tale
approccio
potrebbe
essere
preferibile
qualora
il
settore
pubblico
non
volesse
delegare
scelte
gestionali
all’esterno
e
mantenere
un
più
diretto
controllo
delle
risorse
JESSICA,
piuttosto
che
Binanziare
parti
terze
o
PPP.
+
Potenzialmente
questo
modello
potrebbe
evitare
la
complessità
della
struttura
del
Fondo
di
Partecipazione
e,
dove
i
contributi
del
settore
privato
non
siano
coinvolti,
è
più
probabile
non
incorrere
nella
normativa
relativa
agli
aiuti
di
stato.
‐ Tuttavia,
minori
sono
le
possibilità
di
attrarre
i
contributi
nel
settore
privato
e
di
diminuire
il
costo
medio
del
capitale
investito
nel
progetto.
‐ Si
perde
il
carattere
di
innovatività
per
la
gestione
del
territorio
che
viene
offerta
alle
PA
dallo
strumento
JESSICA
77
Riservato
e
conBidenziale
Propedeuticamente
alla
costituzione
dei
Fondi
di
Partecipazione
e
dei
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
i
Regolamenti
europei
che
hanno
dato
vita
all’iniziativa
JESSICA
individuano
una
struttura
contrattuale
di
riferimento
da
attivarsi.
Localmente,
a
seconda
delle
speciBiche
caratteristiche
dei
FSU
individuati
tale
struttura
dovrà
essere
opportunamente
integrata.
Documento
Rif.
nei
Reg.
europei
Contenuti
principali
Accordo
di
Finanziamento
fra
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
ed
Autorità
di
Gestione
Regolamento
1828/2006
art.
43
(comma
5
e
6)
• 
Le
condizioni
relative
ai
contributi
dei
programmi
operativi
agli
strumenti
d’ingegneria
Binanziaria
sono
stabilite
in
un
accordo
di
Binanziamento
che
è
concluso
tra
il
rappresentante
autorizzato
dello
strumento
di
ingegneria
Binanziaria
e
lo
Stato
membro
o
l’autorità
di
gestione.
• 
L’accordo
di
Binanziamento
comprende
almeno:
a)
la
strategia
d’investimento
e
la
programmazione;
b)
la
sorveglianza
dell’attuazione
conformemente
alle
norme
applicabili;
c)
una
politica
volta
a
consentire
l’uscita
del
contributo
del
programma
operativo
dallo
strumento
di
ingegneria
Binanziaria;
d)
le
disposizioni
di
liquidazione
dello
strumento
di
ingegneria
Binanziaria,
incluso
il
reimpiego
delle
risorse
attribuibili
al
contributo
del
programma
operativo
Accordo
di
Finanziamento
fra
Fondo
di
Partecipazione
ed
Autorità
di
Gestione
Regolamento
1828/2006
art.
44
(comma
1
e
2)
• 
Qualora
i
Fondi
strutturali
Binanzino
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
organizzati
attraverso
fondi
di
partecipazione,
lo
Stato
membro
o
l’autorità
di
gestione
conclude
un
accordo
di
Binanziamento
con
il
fondo
di
partecipazione
che
stabilisca
le
modalità
di
Binanziamento
e
gli
obiettivi.
Relativamente
ai
fondi
per
lo
sviluppo
urbano,
studi
sullo
sviluppo
urbano
o
valutazioni
e
piani
integrati
per
lo
sviluppo
urbano
inclusi
nei
programmi
operativi.
• 
L’accordo
di
Binanziamento
prevede,
fra
le
altre
cose,
in
particolare:
a) La
valutazione,
la
selezione
e
l’accreditamento
degli
intermediari
Binanziari
o
dei
fondi
per
lo
sviluppo
urbano
da
parte
del
fondo
di
partecipazione
b) La
deBinizione
ed
il
controllo
della
politica
d’investimento
o
degli
interventi
e
dei
piani
di
sviluppo
urbano
mirati
La
trasmissione
di
informazioni
da
parte
del
fondo
di
partecipazione
agli
Stati
membri
o
all’Autorità
di
Gestione
c) La
sorveglianza
della
realizzazione
degli
investimenti
secondo
le
norme
applicabili
d) La
politica
volta
a
consentire
l’uscita
dal
fondo
di
partecipazione…e…
dai
fondi
di
sviluppo
urbano
e) Le
disposizioni
di
liquidazione
del
fondo
di
partecipazione,
incluso
il
reimpiego
delle
risorse
attribuibili
al
contributo
del
programma
operativo
Business
Plan
del
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
Regolamento
1828/2006
art.
43
(comma
2)
Qualora
i
Fondi
strutturali
Binanzino
operazioni
che
comprendono
strumenti
di
ingegneria
Bianziariaria,
i
soci
conBinanziatori
o
gli
azionisti
devono
presentare
un
business
plan
che
includa
almeno:
a) La
tipologia
di
progetti
urbani,
criteri
e
condizioni
per
Binanziarli
b) Bilancio
d’esercizio
dello
strumento
d’ingegneria
Binanziaria
c) La
proprietà
dello
strumento
d’ingegneria
Binanziaria
d) I
soci
coBinanziatori
e) Lo
statuto
dello
strumento
f) Disposizioni
sulla
professionalità,
competenza
ed
indipendenza
del
personale
dirigente
g) La
giustiBicazione
e
l’utilizzo
previsto
dei
Fondi
strutturali
h) La
politica
d’uscita
dagli
investimenti
i) Le
disposizioni
di
liquidazione,
incluso
il
reimpiego
delle
risorse
attribuibili
al
contributo
del
programma
operativo
Jessica
nella
Regione
Liguria
78
Riservato
e
conBidenziale
Affrontiamo
ora
in
modo
più
dettagliato
le
caratteristiche
speciCiche
di
Fondi
di
Partecipazione
e
dei
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
per
lo
sviluppo
di
una
proposta
di
base.
Per
riuscire
ad
individuare
la
forma
giuridica
che
nell’ordinamento
italiano
i
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
possono
assumere
si
riportano
di
seguito
i
principali
requisiti,
inerenti
la
struttura
e
l’operatività
dei
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
che
emergono
dalla
lettura
delle
fonti
comunitarie
*.
Obiettivo
di
tale
lettura
è
di
individuare
le
caratteristiche
fondamentali
che
i
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
devono
presentare
per
potere
più
agevolmente
identiBicare
gli
strumenti
più
corrispondenti
nel
panorama
italiano,
sia
dal
punto
di
vista
strutturale
che
operativo.
DeCinizione
di
“Fondi
di
Sviluppo
Urbano”
(FSU)
“Strumenti
d’ingegneria
Binanziaria”
(art.44
Reg.
1083/06).
Nella
nota
COCOF
08/0002/00
si
speciBica
che
“to
qualify
as
Financial
engineering
it’s
necessary
that
[investment
made
by
the
Fund]
is
not
in
the
form
of
a
non­repayable
investment,
but
as
a
repayable
investment
or
a
guarantee
for
a
repayable
investment”.
Non
viene
data
una
deBinizione
stretta
e
precisa
di
questi
strumenti,
mentre
si
da
particolare
attenzione
alla
loro
natura
revolving.
Esistono
infatti
delle
previsioni
esplicite
circa
gli
obblighi
di
rimborso
(non
sono
previsti
degli
obiettivi
in
termini
di
rendimento
dei
FSU,
ma
sembrerebbe
sufBiciente
il
mantenimento
del
valore
della
dotazione
del
Fondo
nel
tempo)
ed
il
reimpiego
in
progetti
di
sviluppo
urbano
(art.78.7
–
Reg.
1083/06).
Forma
legale
I
FSU
sono
costituiti
come:
•
entità
giuridiche
indipendenti
e
disciplinate
da
accordi
fra
i
soci
coBinanziatori
o
gli
azionisti
ovvero
come
•
capitale
separato
nell’ambito
di
un
istituto
Binanziario
(art.
43.3
Reg.
1828/06)
I
termini
utilizzati
nei
regolamenti
sono
volutamente
generici
dal
punto
di
vista
legale
in
quanto
devono
essere
adattabili
a
diversi
paesi.
In
questo
senso,
piuttosto
che
ricercare
una
corrispondenza
diretta
nell’ordinamento
italiano
delle
forme
citate,
sembrerebbe
preferibile
comprenderne
l’intenzione
di
tipo
funzionale.
La
norma
sembrerebbe
costruita
sulla
base
dell’esperienza
anglosassone
dei
Trust
(patrimonio
separato
gestito
da
un
Trustee)
e
delle
Limited
Partnership
(contratto
che
conferisce
responsabilità
limitata
ai
sottoscrittori)
di
cui
non
vi
è
corrispondenza
diretta
nell’ordinamento
italiano.
Non
sembrerebbe
necessario
ipotizzare
una
struttura
dotata
di
personalità
giuridica,
ma
sembrerebbe
possibile
dare
un’interpretazione
più
ampia
che
includa
soggetti
titolari
di
diritti
ed
obblighi
come
sono
i
Fondi
nel
diritto
italiano.
In
questo
caso
dal
punto
di
vista
legale
il
concetto
di
FSU
dovrebbe
riferirsi
ad
un
insieme
inscindibile
di
Fondo
e
di
SGR
(dotata
di
personalità
giuridica).
La
nozione
di
“capitale
separato”
potrebbe
essere
associata
in
prima
analisi
a
quella
di
“Patrimonio
destinato
ad
uno
speciBico
affare”
ex
art.
2447
bis
Cod.Civ.
e
ss.
istituito
principalmente
per
agevolare
le
società
di
capitali
nel
reperimento
di
Binanziamenti
per
uno
speciBico
progetto
e
per
tutelare
i
creditori
in
ipotesi
di
fallimento.
Tuttavia
le
limitazioni
ai
volumi
d’investimento
dei
patrimoni
destinati
rispetto
al
patrimonio
complessivo
della
società
presso
cui
sono
costituiti
sembrerebbe
escludere
una
loro
utilizzabilità
come
FSU.
Piuttosto
la
previsione
di
“capitale
separato”
sembrerebbe
potersi
limitare
ad
un
concetto
di
separazione
contabile.
Per
“istituto
Binanziario”
si
potrebbe
interpretare
una
banca
o
un’entità
sottoposta
al
massimo
livello
di
vigilanza
(ex.
Artt.106
e
107
TUB).
In
conclusione,
la
previsione
dei
regolamenti
europei
sembrerebbe
fare
pensare
a:
•
Fondi
gestiti
da
soggetti,
le
SGR,
a
ciò
abilitati
•
Società
di
capitali
•
“Gestione
di
portafogli
individuali”
ex
art.1
D.Lgs.58/98
(Testo
Unico
dell’intermediazione
Finanziaria)
*
Regolamento
n°1083/2006
del
Consiglio
d’Europa
(arM.
44‐45
e
art.78);
Regolamento
n°1080/2006
del
Parlamento
e
del
Consiglio
d’Europa
(arM.
7‐8);
Regolamento
n
°1828/2006
della
Commissione
(arM.43‐47,
51);
Nota
dei
Servizi
della
Commissione
a
domande
formulate
dal
gruppo
di
lavoro
“Jessica
Expert
Working
Group”
(12.09.08);
Nota
dei
Servizi
della
Commissione
COCOF/08/0002/00;
Nota
dei
Servizi
della
Commissione
COCOF/08/0002/03;
Nota
dei
Servizi
della
Commissione
COCOF/07/0018/01;
Jessica
nella
Regione
Liguria
79
Riservato
e
conBidenziale
Forme
di
Investimento
I
FSU
investono
attraverso:
•
strumenti
di
capitale
(share
holding)
•
prestiti
e
•
garanzie
(art.
46
Reg.1828/06)
Non
riBinanziano
acquisizioni
o
partecipazioni
a
progetti
già
completati.
A
fortiori
dovrebbero
essere
comprese
tra
le
forme
di
investimento
possibile
anche
forme
di
Mezzanine
Debt.
In
Italia
i
soggetti
abilitati
a
svolgere
queste
tipologie
di
attività
sono:
•
Banche
•
“intermediari
Cinanziari”
come
deCiniti
agli
artt.106,
107
e
113
del
TUB
•
SICAV
(il
carattere
meramente
speculativo
sembra
tuttavia
esulare
dal
carattere
di
investimento
istituzionale
dei
FSU
ed
inoltre
questi
strumenti
presentano
forti
requisiti
patrimoniali
e
di
vigilanza)
•
Fondi
d’investimento
mobiliare
gestiti
da
SGR
!
E’
stata
esclusa
esplicitamente
la
possibilità
di
interpretare
come
attività
di
investimento
in
strumenti
di
capitale
l’investimento
diretto
in
beni
come
terreni
ed
immobili
(cfr.
nota
Commissione
del
12.09.08).
L’attività
del
FSU
non
potrà
assumere
quindi
i
proBili
di
un
developer
immobiliare.
Inoltre,
alla
luce
di
questo
divieto
sembrerebbe
potersi
ammettere
la
possibilità
di
utilizzare
come
FSU
degli
strumenti
quali
i
Fondi
Immobiliari
solo
prevedendone
l’investimento
in
quote
di
una
società
detentrice
della
proprietà
degli
immobili.
Oggetti
di
investimento
I
FSU
investono
in:
•
Partenariati
pubblico
privato
•
Altri
progetti
inclusi
in
un
piano
integrato
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
(art.
46
Reg
1828/06).
I
partenariati
tra
settore
pubblico
e
privato
e
gli
altri
progetti
non
comprendono
la
creazione
e
lo
sviluppo
di
strumenti
Binanziari
quali
capitali
di
rischio,
fondi
per
mutui
e
fondi
di
garanzia.
(art.46
Reg.
1828/06).
Non
vi
è
una
previsione
univoca
di
cosa
s’intenda
per
partenariati
pubblico‐privati
e
per
progetti
in
cui
il
FSU
andrebbe
ad
investire.
Sicuramente
è
esclusa
la
possibilità
di
investire
in
“fondi
di
fondi”
(art.
46(i)
Reg.
1828/06),
questo
perché
si
intende
mantenere
un
rapporto
abbastanza
“diretto”
fra
l’investimento
nei
nuovi
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
ed
i
beneBiciari
Binali.
Questa
previsione
offre
uno
spunto
di
riBlessione
rispetto
alla
realtà
di
investimento
nella
rigenerazione
urbana.
Infatti
gli
investimenti
inerenti
la
rigenerazione
urbana
presentano
una
forte
rilevanza
della
dimensione
immobiliare
ed
infrastrutturale.
In
Italia
gli
strumenti
che
largamente
vengono
utilizzati
per
investire
nella
valorizzazione
di
patrimoni
immobiliari
ed
in
attività
di
rigenerazione
urbana
sono
i
Fondi
Immobiliari.
Benché
questa
possa
essere
la
forma
assunta
direttamente
dai
FSU
solo
con
alcune
limitazioni,
non
sembrerebbe
preclusa
la
possibilità
dei
FSU
di
investire
in
Fondi
Immobiliari.
Condizione
necessaria
per
selezionare
gli
oggetti
di
investimento
dei
FSU
appare
invece
il
loro
inserimento
in
“Piani
Integrati
per
lo
Sviluppo
Urbano
Sostenibile”
(PI).
E’
importante
sottolineare
che
a
livello
di
regolamentazione
comunitaria
non
si
da
una
deBinizione
di
tali
Piani
demandando
questo
compito
alle
singole
Autorità
di
Gestione
ed
ai
paesi
membri.
Tuttavia,
per
comprenderne
la
natura
può
essere
utile
riferirsi
alla
Decisione
del
Consiglio
del
21.10.06
(2006/702/EC)
su
Community
Strategic
Guidelines
on
Cohesion
2007­13
in
cui
si
inquadra
l’applicazione
di
JESSICA
e
dei
PI
nell’ambito
di
un
processo
di
pianiBicazione
dello
sviluppo
urbano
sostenibile
di
medio‐lungo
periodo
in
modo
integrato
e
multi‐disciplinare.
È
importante
sottolineare
che
nella
nozione
di
PI
non
si
fa
riferimento
alla
scala
territoriale,
né
si
escludono
piani
integrati
di
natura
tematica.
Jessica
nella
Regione
Liguria
80
Riservato
e
conBidenziale
Spese
ammissibili
Non
sono
ammissibili
le
spese
per
edilizia
residenziale
(art.7
Reg.1080).
Questo
esplicito
divieto
riguarda
la
possibilità
di
coprire
le
spese
per
l’edilizia
residenziale
tramite
risorse
afferenti
al
Programma
Operativo
regionale
nei
paesi
che,
come
l’Italia,
facevano
parte
dell’Unione
Europea
in
data
antecedente
il
1
maggio
2004
(Art.
7
(2)
Reg.
1080/2006).
Non
è
esclusa
la
possibilità
che
spese
relative
alla
componente
residenziale
di
un
Piano
Integrato
per
lo
Sviluppo
Sostenibile
possano
essere
coperte
da
risorse
di
soggetti
terzi
(pubblici
e
privati)
che
partecipino
al
progetto
(a
titolo
di
esempio
le
spese
di
boniBica
per
la
preparazione
del
sito
ad
una
successiva
ediBicazione
sono
considerate
ammissibili).
Nel
caso
venisse
approvata
una
proposta
di
modiBica
del
Reg.1080
in
corso
di
discussione,
una
percentuale
massima
del
4%
del
totale
risorse
allocate
nel
Programma
Operativo
può
essere
impiegata
per
Binanziare
interventi
di
miglioramento
dell’efBicienza
energetica
sul
patrimonio
residenziale
già
esistente
in
tutti
i
paesi
dell’Unione
Europea.
A
parte
l’esplicito
divieto
relativo
all’edilizia
residenziale,
a
livello
di
regolamentazione
europea
non
esiste
un’elencazione
delle
spese
che
possono
essere
coperte
dall’attività
d’investimento
del
FSU.
Sono
le
singole
Autorità
di
Gestione,
che
individuano,
all’interno
dei
Programmi
Operativi
negoziati
con
la
Commissione
le
tipologie
di
spese
che
possono
essere
Binanziate.
Più
generalmente
nel
Regolamento
n°1080
si
cita:
“Il
FESR
può
sostenere
strategie
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
mediante
attività
quali
il
rafforzamento
della
crescita
economica,
il
recupero
dell’ambiente
Fisico,
la
riconversione
dei
siti
industriali
in
abbandono,
la
tutela
e
la
valorizzazione
del
patrimonio
naturale
e
culturale,
la
promozione
dell’imprenditorialità,
l’occupazione
e
lo
sviluppo
delle
comunità
locali,
nonché
la
prestazione
di
servizi
alla
popolazione”
(art
.8
Reg.
1080/06).
È
necessario
peraltro
veriBicare
i
rapporti
esistenti
tra
gli
ambiti
di
ammissibilità
previsti
da
tale
Art.8
e
le
previsioni
dell’Art.5
dello
stesso
regolamento
in
termini
di
ammissibilità.
In
questo
senso
dovrebbe
essere
ammessa
la
possibilità
per
i
FSU
di
investire
in
progetti
che
contengano
componenti
commerciali
all’interno
di
un
Piano
Integrato
per
lo
sviluppo
urbano:
negozi,
ufBici,
strutture
per
l’intrattenimento,
strutture
sportive
e
culturali.
Ritorno
degli
investimenti
Gli
articoli
da
43
a
46
si
applicano
agli
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
che
forniscono
investimenti
rimborsabili
o
garanzie
per
investimenti
rimborsabili
(art.43,
Reg.
1828).
Una
delle
caratteristiche
principali
dello
schema
JESSICA
è
proprio
quello
di
andare
ad
individuare
delle
opzioni
di
investimento
in
grado
quanto
meno
di
rimborsare
l’investimento
stesso.
Tuttavia
nemmeno
questo
vincolo
è
esplicitamente
stabilito
nella
regolamentazione
comunitaria
che
sembrerebbe
prevedere
come
requisito
minimo
la
capacità
di
rimborsare
(ma
non
remunerare
del
tutto)
il
contributo
comunitario
e
permetterne
la
riutilizzazione.
Nel
caso
peraltro
che
il
contributo
comunitario
venga
erogato,
ma
non
rimborsato
completamente,
il
suo
utilizzo
dovrebbe
essere
confrontato
con
la
normativa
comunitaria
in
materia
di
aiuti
di
stato.
Nei
regolamenti
non
c’è
una
previsione
esplicita
circa
i
tassi
di
rendimento
che
devono
essere
offerti
dagli
investimenti
del
FSU.
Alcuni
indirizzi
in
merito
vengono
però
dalla
comprensione
dell’obiettivo
Binale
dello
schema
JESSICA:
sostenere
la
“nicchia”
di
mercato
degli
investimenti
che
si
trovano
in
posizione
intermedia,
in
termini
di
ritorno
economico
e
ritorno
sullo
sviluppo
del
territorio,
rispetto
alle
operazioni
che
generalmente
sono
destinatarie
di
sovvenzioni
a
fondo
perduto
ed
a
quelle
che
vengono
solitamente
effettuate
da
operatori
di
mercato.
In
quest’ottica
ci
si
deve
aspettare
che
le
opportunità
d’investimento
selezionate
saranno
in
grado
di
avere
un
IRR
almeno
positivo
e
presenteranno
un
livello
di
ERR
sul
territorio
elevato.
Jessica
nella
Regione
Liguria
81
Riservato
e
conBidenziale
Dalla
lettura
dei
Regolamenti
emergono
anche
alcune
indicazioni
di
carattere
operativo.
Contabilità
separata
e
tracciabilità
Nel
caso
venga
istituito
come
capitale
separato,
il
FSU
è
soggetto
a
speciBiche
norme
applicative
nell’ambito
dell’istituto
Binanziario
che
dispongono
di
una
contabilità
separata
atta
a
distinguere
le
nuove
risorse
investite
nello
strumento
di
ingegneria
Binanziaria,
compreso
il
contributo
del
programma
operativo
da
quelle
di
cui
disponeva
inizialmente
l’istituto
Binanziario
(art.
43,
Reg.
1828/06).
Obiettivo
di
questa
previsione
è
di
garantire
che
in
ultima
analisi
vi
possa
essere
un’adeguata
tracciabilità
degli
investimenti
condotti
dai
FSU.
Ciò
soprattutto
per
consentire
la
vigilanza
dell’attività
del
FSU
e
l’elaborazione
di
una
reportistica
in
linea
con
le
necessità
delle
Autorità
di
Gestione
circa
l’utilizzo
delle
risorse
provenienti
dai
Fondi
Strutturali.
Indipendentemente
quindi
dalla
reportistica
di
carattere
economico‐patrimoniale
che
per
legge
dovrà
essere
prodotta
dallo
strumento
utilizzato
(es:
bilanci
d’esercizio,
rendiconti
Binanziari,
calcolo
del
NAV
ecc.),
dovranno
essere
rispettate
delle
regole
di
rendicontazione
e
reportistica
in
linea
con
quanto
richiesto
per
i
Fondi
Strutturali.
A
tale
Bine
si
renderà
necessario
un
coordinamento
tra
il
documento
costitutivo
del
FSU
(atto
costitutivo
od
altro,
a
seconda
della
formula
scelta)
e
gli
accordi
di
Binanziamento.
La
tracciabilità
dei
contributi
comunitari
è
funzionale
anche
ad
una
possibile
revisione
delle
quote
di
co‐Binanziamento
di
certe
tipologie
di
investimenti
(cfr.
art.
78
Reg.
1086/2006).
Reinvestimento
delle
risorse
provenienti
dagli
investimenti
Le
risorse
restituite
all’operazione
a
partire
da
investimenti
avviati
dai
FSU
ancor
disponibili
dopo
che
tutte
le
garanzie
sono
state
soddisfatte
sono
riutilizzate
dalle
autorità
competenti
degli
stati
membri
interessati
a
favore
di
progetti
di
sviluppo
urbano
(art.
78.7
Reg.
1083).
Dalla
lettura
dei
regolamenti
comunitari
e
delle
diverse
note
interpretative
della
Commissione
sembrerebbe
possibile
ipotizzare
la
seguente
dinamica
delle
risorse
rimborsate:
•
al
1°
giro
di
rimborso
le
risorse
del
FSU
devono
ancora
essere
investite
in
progetti
di
sviluppo
urbano
(non
è
chiaro
se
rimane
in
vigore
il
divieto
di
investimento
in
edilizia
residenziale)
•
al
2°
giro
di
rimborso
le
risorse
entrano
nella
disponibilità
delle
Autorità
di
Gestione.
Non
c’è
alcuna
disposizione
relativamente
all’uso
delle
risorse
che
rientrano
una
seconda
volta
nel
FSU,
per
cui
sembrerebbe
che
le
AG
possano
disporne
come
meglio
ritengono
opportuno
ad
esempio
in
linea
con
le
previsioni
generali
dei
programmi
d’investimento
regionali
Costi
di
gestione
Le
commissioni
che
potranno
essere
richieste
dal
gestore
non
potranno
superare
il:
•
2%
del
contributo
del
programma
operativo
ai
fondi
di
partecipazione
•
3%
del
contributo
del
programma
operativo
agli
strumenti
d’ingegneria
Binanziaria
(art.43
1828/06)
Tali
percentuali
sono
da
intendersi
come
“soglia
massima”
di
spesa
che
deve
essere
calcolata
come
media
su
base
annua
ed
a
patto
che
una
procedura
competitiva
non
abbia
rivelato
che
tale
tetto
massimo
risulta
insufBiciente.
Jessica
nella
Regione
Liguria
82
Riservato
e
conBidenziale
Sulla
base
di
queste
indicazioni
ad
una
prima
analisi,
le
forme
che
sembrerebbero
potere
assumere
i
FSU
in
Italia
sono:
•
Gestione
portafoglio
individuale
•
•
•
•
•
•
SICAV
Società
di
capitali
Fondi
aperti/chiusi,
mobiliari/immobiliari
Banche
ed
istituti
Cinanziari
Trust
di
diritto
estero
Struttura
“in­house”
interna
alla
Regione
Con
un’analisi
legale
più
approfondita,
che
esula
dagli
obiettivi
di
questo
studio,
ne
andrebbe
valutata
l’adeguatezza
rispetto
al
ruolo
di
FSU
sulla
base
di:
1.  Coerenza
rispetto
alle
forme
di
operatività
ammesse
per
i
FSU
(investimenti
in
quote
di
società,
concessione
Binanziamenti,
rilascio
garanzie)
2. Coerenza
rispetto
agli
ambiti
di
attività
ammissibili
per
i
FSU
(investimenti
in
PPP,
Fondi
Immobiliari,
Concessioni
di
servizi,
STU,
Programmi
Integrati
d’Intervento
ecc.)
3.  Indicazioni
stringenti
circa
la
remuneratività
degli
investimenti
(se
previste
per
legge)
4.  Grado
di
complessità
per
la
costituzione
dello
strumento
(processi
e
tempistiche)
5.  Facilità
di
coinvolgimento
d’investitori
terzi
6. Trasparenza
e
visibilità
dell’attività
svolta
(per
presenza
di
attori
diversi
con
ruoli
chiari,
per
previsione
di
forme
periodiche
di
reportistica)
Seppur
non
esplicitamente
richiesto
a
livello
comunitario,
la
scelta
dello
strumento
più
adeguato
dovrebbe
tenere
in
conto
anche
aspetti
relativi
alla
sua
Governance
ed
inerenti
in
particolare
modo
la
visibilità
e
la
trasparenza
dei
ruoli,
delle
modalità
di
decisione
ed
alla
pubblicità
delle
attività
svolte.
A
nostro
avviso
questi
aspetti
sono
particolarmente
importanti
nella
strutturazione
di
uno
schema
d’investimento
di
risorse
prevalentemente
pubbliche
per
la
rigenerazione
urbana.
Peraltro
la
chiarezza
del
modello
di
Governance
risulta
essere
una
variabile
critica
anche
per
gli
operatori
privati
intenzionati
a
valutare
la
possibilità
di
co‐investimento.
Altro
strumento
di
valutazione
dovrebbe
essere
anche
il
livello
di
presenza
sul
mercato,
per
uno
speciBico
strumento,
di
attori
e
competenze
che
operino
a
livello
“industriale”
con
modalità
il
più
afBini
possibili
a
quello
di
un
FSU.
Infatti
la
presenza
sul
mercato
di
attori
e
processi
collaudati
si
può
ripercuotere
positivamente
sulla
struttura
dei
costi
del
FSU
e
sul
livello
di
efBicacia
di
azione.
Jessica
nella
Regione
Liguria
83
Riservato
e
conBidenziale
“Fonti”
ed
“Impieghi”
dei
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
•  Risorse
del
POR
FESR
“Competitività”
•  Versamenti
di
capitale
pubblico
•  Conferimenti
in
natura
di
terreni
ed
immobili
pubblici
•  Co‐investimenti
di
attori
privati
a
titolo
di
capitale
•  Conferimenti
in
natura
di
terreni
ed
immobili
privati
•  Prestiti
“IMPIEGHI”
1.
Acquisto
di
quote
di
partecipazioni
societarie
È
possibile
che
investitori
terzi
(pubblici
e/o
privati)
partecipino
all’investimenti
nei
FSU
apportandovi
ad
esempio
risorse
di
provenienza
europea,
nazionale
(come
risorse
del
Fondo
FAS)
o
privatistica.
Tuttavia
la
selezione
dei
partner
privati
potrebbe
dovere
avvenire
tramite
gara
pubblica.
In
termini
operativi
ciò
potrebbe
rappresentare
una
criticità
per
gli
operatori
privati.
I
soggetti
terzi
che
partecipano
al
FSU
potrebbero
o
investire
nella
stessa
tipologia
di
spese
ammissibili
del
PO
oppure
andare
a
coprire
tipologie/componenti
di
spesa
considerate
non
ammissibili
per
i
fondi
FESR.
In
ogni
caso
è
richiesto
che
venga
mantenuta
la
tracciabilità
delle
fonti
e
degli
impieghi
di
provenienza
diversa
dai
fondi
FESR.
Secondo
i
contenuti
di
una
modiBica
del
Regolamento
1083/2006
in
fase
avanzata
di
approvazione
le
Regioni,
in
quanto
Autorità
di
Gestione,
potranno
“versare”
la
propria
quota
di
co‐contribuzione
rispetto
al
contributo
comunitario
apportando
al
FSU
dei
terreni
ed
immobili
di
proprietà
(cfr.
art.
51
Reg.1828).
Questa
modiBica
consentirà
alle
Regioni
di
potere
utilizzare
il
loro
patrimonio
immobiliare
per
avviare
l’attività
del
FSU
senza
obbligarle
a
contribuzioni
in
cassa.
Maggiori
dettagli
nelle
pagine
seguenti
“FONTI”
2.
Erogazioni
di
prestiti
a
progetti
di
PPP
3.
Rilascio
di
garanzie
ad
attori
coinvolti
in
PPP
e
progetti
inseriti
in
PI
È
esclusa
la
possibilità
di
un
investimento
diretto
in
immobili
Possibile
criticità
legata
alla
selezione
di
co­investitori
privati
del
FSU
Jessica
nella
Regione
Liguria
84
Riservato
e
conBidenziale
1.
INVESTIMENTO
IN
EQUITY
DEI
FONDI
DI
SVILUPPO
URBANO
Descrizione
Una
variabile
critica
nei
progetti
di
riqualiBicazione
urbana
è
spesso
il
reperimento
di
capitale
a
titolo
di
rischio.
L’erogazione
di
capitale
in
forma
di
equity
da
parte
del
FSU
potrebbe
seguire
la
procedura
seguente:
•  Il
FSU
acquista
quote
di
una
società
progetto
(anche
di
nuova
costituzione)
dedicata
alla
riqualiBicazione
urbana.
I
proventi
dalla
vendita
di
quote
al
FSU
servono
a
Binanziare
parte
dell’attività
della
società
•  Durante
la
fase
di
investimento
il
FSU
controlla
l’investimento
e
può
anche
intervenire
fornendo
delle
linee
guida
strategiche
•  Una
volta
che
il
progetto
di
trasformazione/riqualiBicazione
urbana
è
terminato
il
FSU
può
uscire
dall’investimento
cedendo
le
proprie
quote
di
partecipazione
societaria
Condizioni
di
investimento
•  Investimento
diretto
in
quote
di
società.
In
questo
caso
non
ci
sono
delle
condizioni
standard
di
redditività
degli
investimenti,
è
possibile
pensare
ad
una
partecipazione
periodica
agli
utili
della
società
solo
in
alcune
tipologie
di
investimento.
L’investitore
conta
piuttosto
sull’incremento
di
valore
delle
quote
detenute
e
sul
margine
che
potrebbe
derivare
dalla
loro
vendita
quando
tutto
il
valore
dell’investimento
sarà
in
esso
incorporato
€
quote
PPP
PRO
CONTRO
+  Equity
fattore
critico
−  Partecipazione
diretta
ai
+  Maggiori
possibilità
di
effetto
rischi
di
impresa
leva
−  Alti
costi
di
attivazione
e
di
+  InBluenza
diretta
nel
progetto
gestione
+  Maggiori
possibilità
di
integrare
conoscenze
e
capitale
pubblico
e
privato
•  Alternativamente,
si
può
pensare
ad
una
forma
di
investimento
“quasi‐
equity”
(o
mezzanino)
a
fronte
del
quale
possono
essere
riconosciuti
pagamenti
periodici
di
interessi
a
tassi
superiori
a
quelli
riconosciuti
per
l’investimento
sotto
forma
di
capitale
a
titolo
di
debito.
Per
questo
tipo
di
investimento
possono
essere
concessi
periodi
di
pre‐
ammortamento
lunghi
e
forme
di
premialità
su
IRR
superiori
ad
un
certo
target
I
FLUSSI
DI
CASSA
DEL
FSU
Vendita
quote
Dividendi?
Rimborso
interessi?
+
_
Tipologia
d’investimento
t
Acquisto
quote
•  Investimenti
con
forti
caratteristiche
di
“sviluppo”
immobiliare
•  Investimenti
in
aree
di
mercato/geograBiche
considerate
troppo
rischiose
dagli
investitori
tradizionali
•  BoniBiche,
valorizzazione
urbanistica
di
aree
(modello
“land
bank”)
Jessica
nella
Regione
Liguria
FSU
85
Riservato
e
conBidenziale
2.
INVESTIMENTO
DEI
FONDI
DI
SVILUPPO
URBANO
IN
FORMA
DI
EROGAZIONE
DI
PRESTITO
Descrizione
•  Il
PPP
richiede
al
FSU
un
prestito
a
copertura
di
spese
ammissibili
•  Il
FSU,
che
in
questo
caso
può
assumere
anche
la
forma
di
patrimonio
separato
all’interno
di
un
istituto
Binanziario
“convenzionato”
può
erogare
un
prestito
direttamente
al
PPP
(caso
“B”)
•  Alternativamente
il
FSU
può
erogare
un
prestito
ad
un
istituto
Binanziario
il
quale
a
sua
volta
lo
eroga,
in
base
a
condizioni
predeBinite,
al
PPP
(caso
“A”)
•  La
“Convenzione”
potrebbe
dunque
sia
disciplinare
i
rapporti
fra
AG,
IF
e
FSU
che
deBinire
le
condizioni
di
erogazione
dei
prestiti
ai
PPP
•  È
fondamentale
la
valutazione
del
merito
di
credito
del
soggetto
beneBiciario
del
prestito
(può
essere
svolta
dall’IF
convenzionato)
•  Nel
corso
dell’investimento
il
FSU
può
intervenire
nel
progetto
nei
limiti
delle
previsioni
del
contratto
di
Binanziamento
Condizioni
di
investimento
•  Il
prestito
potrebbe
essere
erogato
a
tassi
d’interesse
agevolati
rispetti
al
mercato
e
differenziati
a
seconda
della
“priorità”
che
viene
riconosciuta
al
PPP
rispetto
all’interesse
pubblico
(es:
linea
al
0%,
3%,
4%).
Questo
prestito
potrebbe
essere
afBiancato
da
linee
tradizionali
concesse
da
banche
commerciali
•  Alternativamente,
il
prestito
potrebbe
essere
inizialmente
concesso
a
tassi
di
mercato
e
parallelamente
il
soggetto
Binanziato
o
l’istituto
Binanziario
intermediario
potrebbero
ricevere
una
“compensazione”
a
parziale
riduzione
dell’onere
del
debito
FSU
A
Istituto
Finanziario
€
€
PPP
PRO
+  Facilità
d’implementazione
+  Minori
rischi
legati
all’investimento
+  Bassi
costi
di
gestione
CONTRO
−  Scarsa
capacità
di
attivare
forme
d’integrazione
pubblico‐privato
−  Debolezza
di
effetto
leva
−  Ridotta
capacità
per
le
Regioni
di
porsi
con
un
ruolo
attivo
per
la
trasformazione
del
territorio
I
FLUSSI
DI
CASSA
DEL
FSU
Tipologia
d’investimento
O
rimborso
interessi
e
capitale
•  Investimenti
in
grado
di
produrre
forme
periodiche
di
remunerazione
(pagamento
di
canoni
concessori,
canoni
di
locazione,
bollette
energetiche
ecc.)
+
_
O
rimborso
bullet
t
Erogazione
prestito
•  Possibilità
di
ipotizzare
schemi
di
fondi
rotativi
di
prestito
per
i
Comuni
(!
Sono
da
veriBicare
i
proBili
in
termini
di
Indebitamento
Pubblico)
Jessica
nella
Regione
Liguria
B
86
Riservato
e
conBidenziale
3.
INVESTIMENTO
DEI
FONDI
DI
SVILUPPO
URBANO
IN
FORMA
DI
RILASCIO
DI
GARANZIE
Descrizione
Le
garanzie
sono
dei
contratti
sulla
base
dei
quali
un
soggetto
si
impegna
a
pagare
ad
un
terzo
l’importo
del
prestito
outstanding
o
la
quota
interessi
non
rimborsata
dal
prenditore
principale.
Solitamente
le
garanzie
vengono
rilasciate
alle
società
progetto
per
favorire
il
loro
accesso
al
sistema
del
credito.
•  Il
PPP
richiede
ad
un’istituzione
Binanziaria
l’erogazione
di
un
prestito,
il
PPP
può
rivolgersi
al
FSU
a
garanzia
di
una
quota
di
tale
prestito
•  Il
FSU,
che
in
questo
caso
può
assumere
anche
la
forma
di
patrimonio
separato
all’interno
di
un
istituto
di
credito
convenzionato,
analizza
il
business
plan
del
progetto,
lo
valuta
sulla
base
di
alcuni
criteri
deBiniti
•  Se
il
progetto
è
considerato
idoneo
il
FSU
fornisce
la
garanzia
alla
banca
che
quindi
eroga
il
Binanziamento
•  Il
prenditore
paga
periodicamente
al
FSU
un
premio
assicurativo
(che
si
aggiunge
agli
interessi
sul
debito
pagati
alla
banca)
che
dipende
dalla
lunghezza
del
periodo
di
garanzia,
dalla
proporzione
di
prestito
da
garantire
e
da
una
speciBica
analisi
di
rischi
•  In
caso
di
default
del
prenditore
il
FSU
è
chiamato
a
rimborsare
il
prestatore
per
il
totale
dell’importo
garantito
Condizioni
di
investimento
•  Generalmente
il
premio
pagato
per
il
rilascio
di
una
garanzia
sulla
costruzione
si
aggira
sull’1‐2%
annuo
dell’ammontare
garantito
ancora
da
rimborsare.
Il
FSU
potrebbe
rilasciare
garanzie
per
progetti
PPP
inseriti
in
PI
che
il
settore
privato
non
garantirebbe
•  In
aggiunta,
il
premio
annuo
della
garanzia
potrebbe
essere
di
percentuale
minore
rispetto
ai
valori
di
mercato
Rilascio
garanzia
€
Istituto
Finanziario
Erogazione
prestito
Rimborso
prestito
PPP
PRO
CONTRO
+  Facilità
d’implementazione
+  Il
FSU
sopporta
i
rischi
legati
al
Progetto
solo
in
quota
marginale
+  Bassi
costi
di
gestione
+  Gli
importi
di
Binanziamenti
levereggiati
possono
essere
maggiori
−  Scarsa
capacità
di
attivare
forme
d’integrazione
pubblico‐
privato
−  Scarso
controllo
dello
sviluppo
sul
territorio
−  Necessità
portafoglio
d’investimenti
diversiBicato
per
ottenere
riduzione
del
rischio
I
FLUSSI
DI
CASSA
DEL
FSU
Incasso
“premi”
di
garanzia
Tipologia
d’investimento
+
_
•  Investimenti
di
riqualiBicazione
urbana
aventi
una
notevole
rilevanza
per
l’interesse
pubblico
Jessica
nella
Regione
Liguria
Premio
di
garanzia
FSU
t
Rimborso
in
caso
di
default
87
Riservato
e
conBidenziale
Prima
di
affrontare
la
strutturazione
di
una
proposta
concreta
per
la
Regione
Liguria
sono
state
condotte
una
serie
di
interviste
ad
attori
di
mercato
per
testare
in
pratica
lo
schema
di
funzionamento
JESSICA
sino
ad
ora
illustrato
CHI
Le
interviste
sono
state
svolte
a:
•  Istituti
Cinanziari
che
supportano
operazioni
immobiliari
•  Istituti
Cinanziari
attivi
nel
Project
Finance
•  Studi
Legali
•  Fondazioni
bancarie
•  Società
di
Gestione
del
Risparmio
gestori
di
Fondi
“Etici”
•  Società
di
sviluppo
immobiliare
PERCHE’
Gli
obiettivi
di
questa
consultazione
sono
stati
molteplici:
•  Diffondere
la
conoscenza
relativa
al
nuovo
schema
JESSICA
e
valutare
la
reazione
degli
operatori
del
mercato
•  VeriBicare
il
grado
di
accettazione
e
conBidenza
che
il
mercato
esprime
verso
lo
strumento
proposto
•  IdentiBicare
le
aree
che
necessitano
di
maggiore
approfondimento
o
di
revisione
all’interno
dello
schema
JESSICA
proposto
•  Individuare
i
fattori
percepiti
come
critici
nel
funzionamento
dello
schema
e
valutare
le
forme
preferite
di
mitigazione
del
rischio
•  IdentiBicare
modelli
di
business
alternativi
che
potrebbero
essere
assunti
dal
FSU
•  IdentiBicare
esperienze
similari
a
quella
del
FSU
nel
mercato
italiano
e
comprenderne
le
caratteristiche
•  IdentiBicare
possibili
opportunità
di
PPP
su
cui
il
FSU
possa
investire
•  VeriBicare
i
principali
fattori,
in
termini
di
rendimento
economico
o
di
caratteristiche
progettuali,
che
vengono
percepiti
come
particolarmente
attraenti
all’interno
dei
progetti
per
stimolare
l’interesse
di
possibili
co‐investitori
privati
•  Suscitare
l’interesse
degli
attori
privati
alla
riBlessione
su
un
possibile
coinvolgimento
nello
schema
CHE
COSA
Le
domande
che
sono
state
poste
vertevano
principalmente
sui
seguenti
temi:
•  Sulla
base
dell’esperienza
del
mercato
italiano,
quale
forma
legale
meglio
riBletterebbe
le
caratteristiche
dell’attività
di
un
Fondo
di
Sviluppo
Urbano?
•  Che
rischi
ed
opportunità
presenta
la
struttura
proposta?
•  Quale
è
la
ripartizione
di
rischi
e
rendimenti
che
rende
effettiva
la
collaborazione
fra
settore
pubblico
e
privato
per
il
funzionamento
del
FSU?
•  Quali
condizioni
potrebbero
portare
un
investitore
privato
a
valutare
una
possibile
partecipazione
al
Fondo
di
Sviluppo
Urbano?
•  Nel
settore
della
rigenerazione
urbana
quali
sono
i
fattori
Binanziari
più
scarsi
(equity,
prestiti
o
garanzie)
e
critici
per
il
successo
di
un
progetto?
•  Che
tipologia
di
progetti
potrebbero
essere
Binanziati
da
un
FSU?
•  Che
tipologia
di
attori
potrebbero
essere
interessati
a
partecipare
a
vario
titolo
nel
progetto?
Jessica
nella
Regione
Liguria
88
Riservato
e
conBidenziale
Le
interviste
condotte
hanno
generalmente
rivelato
un
forte
interesse
da
parte
degli
attori
privati
per
lo
schema
proposto
e
allo
stesso
tempo
è
emersa
la
necessità
di
deCinire
puntualmente
un
sistema
di
governance
in
grado
di
garantire
la
massima
sinergia
fra
settore
pubblico
e
privato.
Aspetti
relativi
al
coinvolgimento
di
ATTORI
PUBBLICI
E
PRIVATI
Aspetti
relativi
alla
STRUTTURA
‐
Chiarezza
dei
ruoli
“chi
fa
che
cosa”
‐
Il
settore
pubblico
avrà
timore
a
cedere
la
guida
dello
sviluppo
del
territorio
‐
All’attore
pubblico
può
essere
attribuito
un
particolare
potere
di
indirizzo
e
veto
nell’attività
del
FSU
a
garanzia
dell’interesse
pubblico.
Nella
misura
in
cui
questo
è
tutelato,
i
privati
devono
essere
premiati
con
maggiori
ritorni
Binanziari
‐
Importante
coinvolgere
attori
con
competenze
tecniche
elevate
sul
mercato
immobiliare
e
della
rigenerazione
urbana
‐
È
sicuramente
problematico
un
coinvolgimento
di
investitori
privati
a
livello
di
FSU
se
questi
devono
essere
scelti
con
evidenza
pubblica
‐
È
utile
pensare
a
meccanismi
di
incentivazione
degli
attori
coinvolti
nella
gestione
del
progetto
sulla
base
del
suo
andamento
economico
‐
Le
Fondazioni
bancarie
potrebbero
essere
un
co‐investitore
ideale
‐
Il
FSU
deve
essere
dotato
di
competenze
tecniche
molto
forti
e
speciBiche
‐
È
difBicile
pensare
ad
una
struttura
interna
alla
Regione
che
per
sua
missione
abbia
tali
competenze
‐
Bisogna
rifarsi
a
schemi
e
strutture
già
note
dal
mercato
per
favorire
l’investimento
di
terzi
‐
I
Fondi
Immobiliari
sono
lo
strumento
di
investimento
nella
rigenerazione
urbana
sicuramente
più
vigilato,
strutturato
ed
attorno
a
cui
è
più
facile
trovare
competenze
“industriali”
‐
La
governance
dei
Fondi
Immobiliari
può
essere
facilmente
modulata
per
calibrarla
a
seconda
delle
priorità
delle
AG
‐
Il
“governo”
delle
scelte
di
investimento
deve
essere
“sterilizzato”
rispetto
alle
inBluenze
devianti
che
possono
venire
dal
territorio
‐
L’investimento
attraverso
STU
ed
altre
forme
di
PPP
offre
minori
garanzie
di
trasparenza
e
vigilanza
rispetto
ai
Fondi
Aspetti
relativi
alla
TIPOLOGIA
di
PROGETTI
Aspetti
relativi
alle
forme
di
INVESTIMENTO
- Oltre
ai
progetti
tipicamente
immobiliari
ci
sono
anche
interventi
di
tipo
“soft”
(es:
promozione
dell’integrazione
sociale,
iniziative
di
formazione
ecc.)
che
potrebbero
essere
tipicamente
sostenuti
dai
FSU
‐
Progetti
“ben
fatti”
(rischio
di
costruzione
nullo,
rischio
amministrativo
nullo
e
rischio
di
mercato
mitigato)
‐
No
blind
investment:
il
FSU
deve
partire
con
almeno
qualche
iniziativa
pilota
‐
I
progetti
non
dovrebbero
essere
individuati
a
seguito
di
gara
pubblica,
ma
individuati
sulla
base
della
conoscenza
del
territorio
‐
Nel
settore
del
risparmio
energetico
possono
essere
strutturati
progetti
in
grado
di
offrire
ritorni
economici
‐
Acquisto,
boniBica
ed
urbanizzazione
di
aree
e
poi
rivendita
(modello
“land
bank”)
- L’investimento
in
equity
è
preferibile
rispetto
ad
altre
forme
di
investimento
perché
è
la
variabile
critica
mancante
nella
riqualiBicazione
urbana
‐  Gli
strumenti
di
investimento
che
dovrebbero
essere
preferiti
sono
i
Fondi
Immobiliari
(Vigilanza,
patrimonializzazione,
schema
di
ruoli
già
collaudato)
‐  Come
minimo
un
Fondo
Immobiliare
deve
essere
costituito
con
una
dotazione
di
Eur
50
mln
Jessica
nella
Regione
Liguria
89
Riservato
e
conBidenziale
Date
le
caratteristiche
della
Regione
Liguria
i
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
che
potrebbero
essere
creati
per
avviare
un
schema
JESSICA
(con
o
senza
Fondo
di
Partecipazione)
potrebbero
essere
i
seguenti:
•  FSU
destinato
all’alta
tecnologia
ed
all’attrazione/ritenzione
di
capitale
umano
ad
alta
produttività
per
il
polo
di
Genova,
che
include
nel
suo
portafoglio
il
progetto
Erzelli
•  FSU
destinato
al
rafforzamento
dell’economia
presenziale
ed
alla
terza
età
per
le
città
medio‐piccole,
con
portafoglio
d’investimenti
mirato
all’attrazione
di
questa
fascia
di
popolazione
•  FSU
destinato
all’housing
sociale
o
a
canone
moderato
•  FSU
destinato
ai
quartieri
disagiati,
con
progetti
di
piccola
taglia
per
stimolare
processi
di
micro‐rigenerazione
in
zone
a
rischio
di
deprivazione/esclusione
In
particolare
modo
i
servizi
della
Regione
Liguria
hanno
espresso
il
loro
interesse
ad
analizzare
le
prospettive
di
un
fondo
che
sia
dedicato
alla
promozione
di
un
polo
universitario
e
tecnologico
della
città
di
Genova,
in
cui
la
collina
di
Erzelli
sarebbe
un
progetto
chiave.
È
naturale
che
il
campo
di
intervento
di
un
fondo
del
genere
vada
al
di
là
del
Parco
ScientiBico
Tecnologico
di
Erzelli,
in
modo
da
includere
anche
gli
investimenti
di
trasformazione
urbana
connessi
o
complementari
al
Parco,
quali
la
riutilizzazione
ed
eventuale
valorizzazione
delle
strutture
liberate
in
seguito
al
trasferimento
dell’università
nella
nuova
sede
o
al
trasferimento
di
imprese
e
attività
da
sedi
locali,
infrastrutture
complementari
quali
residenze
per
studenti
/
ricercatori,
potenziamento
collegamenti
con
istituti
di
ricerca.
La
redazione
di
linee
guida
per
la
preparazione
del
business
plan
del
fondo
dovrà
essere
effettuata
anche
in
base
a
veriBiche
ed
approfondimenti
sui
piani
dell'Università,
sui
programmi
del
Ministero
Università
e
Ricerca,
sulle
procedure
anche
regionali
per
il
Binanziamento
di
attività
di
trasferimento
tecnologico,
alta
formazione,
spin­off,
servizi
alle
PMI,
e
così
via.
Jessica
nella
Regione
Liguria
90
Riservato
e
conBidenziale
Rassegna
dei
progetti
potenzialmente
“jessicabili”
sul
territorio
ligure
I
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
operano,
secondo
la
normativa
comunitaria,
investendo
in
“Partenariati
pubblico
privati”
ed
“altri
progetti”
inseriti
in
un
“piano
integrato
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile”
*.
La
Commissione
Europea
non
fornisce
una
deBinizione
precisa
in
merito,
data
l’eterogeneità
degli
ordinamenti
presenti
negli
Stati
membri
ed
il
rischio
di
inoperabilità
che
potrebbe
derivare
da
una
deBinizione
troppo
precisa.
Tuttavia,
per
comprenderne
la
natura
può
essere
utile
riferirsi
alla
Decisione
del
Consiglio
del
21.10.06
(2006/702/EC)
su
Community
Strategic
Guidelines
on
Cohesion
2007­13
in
cui
si
inquadra
l’applicazione
di
JESSICA
e
dei
PI
nell’ambito
di
un
processo
di
pianiBicazione
dello
sviluppo
urbano
sostenibile
di
medio‐lungo
periodo
in
modo
integrato
e
multi‐disciplinare
**.
E’
possibile
distinguere
alcune
componenti
che
possano
aiutarci
ad
identiBicare
i
progetti
potenzialmente
candidabili
ad
essere
inseriti
in
uno
schema
JESSICA.
Innanzitutto
il
contesto
è
offerto
dalla
presenza
di
un
Piano
Integrato
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile:
• Piano
Integrato:
discendente
da
una
logica
di
pianiBicazione
e
programmazione
multidisciplinare.
Uno
degli
obiettivi
fondamentali
della
politica
urbana
che
s’intende
supportare
è
proprio
collegata
alla
capacità
di
collegare
fra
loro
settori
e
strategie
d’azione
diverse.
In
questo
senso
il
piano
integrato
non
deve
necessariamente
tradursi
in
un
nuovo
strumento
di
programmazione
del
territorio.
• Piano
di
sviluppo
sostenibile:
implica
un
orizzonte
temporale
di
lungo
periodo
verso
un
modello
di
sviluppo
che
incorpora
una
particolare
attenzione
all’integrazione
di
aspetti
di
tutela
ambientale,
inclusione
e
giustizia
sociali
e
di
sviluppo
economico.
• Urbano:
con
un
forte
collegamento
ad
una
speciBica
area
o
ad
un
sistema
collegato
di
aree
a
forte
connotazione
urbana
Interpretando
in
modo
sostanziale
l’intenzione
del
legislatore
europeo
possono
essere
considerati
atti
di
pianiBicazione
integrata
diverse
procedure
che
le
amministrazioni
locali
già
utilizzano
nella
pianiBicazione
del
territorio.
Infatti
possono
essere
considerati
una
base
adeguata
per
una
politica
di
sviluppo
urbano
sostenibile
non
solo
i
piani
di
sviluppo
di
una
città,
formulati
ed
adottati
conformemente
ai
protocolli
di
pianiBicazione
vigenti
(ad
esempio
i
Piani
Strategici),
ma
anche
i
piani
non
ufBiciali
ed
altri
documenti
programmatici
approvati
attraverso
una
consultazione
pubblica
(ad
es.
Accordi
di
Programma,
Agenda
21,
PCTP,
Programmi
Integrati
d’Intervento
ecc).
In
questo
senso
dunque,
benché
la
Regione
Liguria
abbia
avviato
una
procedura
ad
hoc
per
sollecitare
le
proposte
progettuali
che
potrebbero
essere
Binanziate
tramite
i
Fondi
Strutturali,
la
scelta
dei
progetti
“jessicabili”
non
si
dovrebbe
limitare
a
questo
contesto.
Ad
esempio
là
dove
si
presentassero
progetti
di
sviluppo
o
di
riqualiBicazione
urbana
particolarmente
interessanti
e
che
presentino
delle
caratteristiche
idonee,
è
possibile
riconoscere
al
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
stesso
la
possibilità
di
costruirvi
attorno
un
Piano
integrato
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
ad
hoc.
Sarebbe
possibile,
in
altre
parole,
per
il
FSU
interpellare
il
promotore
del
progetto
(attore
pubblico
o
privato)
e
l’Autorità
di
Gestione
competente
al
Bine
di
sollecitarli
a
costruire
il
Piano,
anche
sotto
forma
di
accordo,
cooperando
e
coordinandosi
con
reciproco
vantaggio
La
deCinizione
di
Piano
per
tutte
le
parti
coinvolte.
Il
promotore
del
progetto,
infatti,
potrebbe
soddisfare
i
propri
Integrato
di
Sviluppo
Urbano
interessi
grazie
alla
proBittabilità
del
progetto
stesso;
l’Ente
locale,
godendo,
ad
esempio,
Sostenibile
è
lasciata
alle
del
conseguente
incremento
dei
valori
immobiliari
nell’area,
potrebbe
ottenere
una
base
Autorità
di
Gestione
Biscale
imponibile
maggiore;
il
FSU,
inBine,
ricevendo
risorse
e
competenze
dal
settore
pubblico
e
da
quello
privato,
opererebbe
al
loro
servizio
e
garantirebbe
allo
stesso
tempo
la
remunerazione
ai
propri
investitori.
*
I
FSU
investono
in
Partenariati
pubblico
privato
ed
altri
progetti
inclusi
in
un
piano
integrato
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
(art.
46
Reg
1828/06)
**
cfr.
par.
2.1
“The
contribution
of
cities
to
Growth
and
Jobs”
Jessica
nella
Regione
Liguria
91
Riservato
e
conBidenziale
Lo
schema
di
utilizzo
dei
Fondi
Strutturali
tipo
JESSICA
ha
inoltre
una
forte
connotazione
Binanziaria.
Infatti,
in
un
contesto
di
generale
diminuzione
delle
risorse
Binanziare
a
disposizione
per
la
riqualiBicazione
urbana,
l’obiettivo
di
questo
schema
è
di
favorire
un
uso
più
efBicace
dei
fondi
a
disposizione,
di
attirare
ulteriori
capitali
(pubblici
e
privati)
e
di
garantire
alle
Autorità
di
Gestione
un
uso
sostenibile
nel
tempo
delle
risorse
a
disposizione.
L’uso
dello
schema
Jessica
richiede
pertanto
che
i
progetti
selezionati
siano
in
grado
di
produrre
un
Blusso
Binanziario
signiBicativo
*
.
Una
delle
caratteristiche
principali
dello
schema
JESSICA
è
quello
di
andare
ad
individuare
delle
opzioni
di
investimento
in
grado,
quanto
meno,
di
rimborsare
l’investimento
stesso.
Sovvenzioni
Impatto
sul
territorio
ERR
Nei
regolamenti
non
c’è
una
previsione
esplicita
circa
i
tassi
di
rendimento
che
devono
essere
offerti
dagli
investimenti
del
FSU
però
sostenere
la
“nicchia”
di
mercato
degli
investimenti
che
si
trovano
in
posizione
intermedia,
in
termini
di
ritorno
economico
e
ritorno
sullo
sviluppo
del
territorio
(ERR),
rispetto
alle
operazioni
che
generalmente
sono
destinatarie
di
sovvenzioni
a
fondo
perduto
(tassi
di
ERR
elevati,
ma
IRR
negativo
o
nullo)
ed
a
quelle
che
comunque
possono
essere
effettuate
da
operatori
di
mercato
(tassi
di
IRR
elevati).
La
remunerazione
dovrebbe
essere
sufBiciente
a
preservare
il
principio
della
rotazione
dei
fondi
(quindi
la
ricostituzione,
almeno
parziale,
del
capitale
investito).
In
quest’ottica
ci
si
deve
aspettare
che
le
opportunità
d’investimento
selezionate
saranno
in
grado
di
avere
un
IRR
almeno
positivo
e
presenteranno
un
livello
di
ERR
sul
territorio
elevato.
Strumenti
Binanziari
“rotativi”
di
tipo
JESSICA
possono
essere
utilizzati
per
sostenere
progetti
che,
pur
generando
un
Blusso
Binanziario,
presentano
condizioni
di
rischiosità,
orizzonti
temporali
o
livelli
di
rendimento
che
escludono
l’intervento
del
mercato.
Le
modalità
di
sostegno
Binanziario
JESSICA
dipendono
dalle
caratteristiche
dei
singoli
progetti.
Ad
esempio
progetti
che
non
sono
in
grado
di
produrre
Blussi
Binanziari
costanti
(es.
boniBica
di
sito)
potrebbero
essere
Binanziati
senza
prevedere
ammortamenti
intermedi.
JESSICA
Un
elevato
livello
di
rischio
associato
ad
un
progetto
potrebbe
essere
mitigato
con
una
garanzia
ecc.
Mercato
Tasso
Interno
di
Rendimento
Finanziario
IRR
*
Gli
articoli
da
43
a
46
si
applicano
agli
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
che
forniscono
investimenti
rimborsabili
o
garanzie
per
investimenti
rimborsabili
(art.43,
Reg.
1828).
Jessica
nella
Regione
Liguria
92
Riservato
e
conBidenziale
L’esame
delle
componenti
che
rappresentano
il
quadro
in
cui
operano
i
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
include
le
possibili
forme
di
partenariato
pubblico­privato
e
progetti
che
potrebbero
rappresentare
le
opportunità
d’investimento
Binale.
Non
vi
è
una
previsione
univoca
di
cosa
s’intenda
per
partenariati
pubblico‐privati
e
per
progetti
in
cui
il
FSU
andrebbe
ad
investire,
ed
in
generale
sembrerebbe
doversi
riferire
all’insieme
di
strumenti
con
cui
i
proBili
di
rischio
e
di
responsabilità
collegati
alla
realizzazione
di
un
progetto
vengono
distribuiti
fra
settore
pubblico
e
privato.
In
ogni
caso
la
legislazione
comunitaria
non
pare
escludere
la
possibilità
di
erogare
Binanziamenti
a
investimenti
promossi
da
privati,
purché
si
collochino
all’interno
di
un
Piano
Integrato
e
siano
in
linea
con
gli
obiettivi
di
interesse
pubblico
dell’AG.
I
principali
schemi
di
partenariato
presenti
sul
mercato
sono:
• Società
aggiudicatarie
di
gare
per
la
Concessione
di
gestione
di
un’infrastruttura
pubblica
• Società
aggiudicatarie
di
gare
per
la
Concessione
di
costruzione
e
gestione
(si
riferisce
ad
opere
che
siano
già
inserite
nel
programma
triennale
dei
lavori
pubblici)
di
un’infrastruttura
pubblica.
In
questo
caso
l’aggiudicatario
progetta,
costruisce
Binanzia
e
gestisce
un’opera
pubblica
che
alla
Bine
del
periodo
previsto
contrattualmente
viene
ceduta
all’ente
• Società
titolari
di
Concessione
di
servizi
(D.Lgs.
157/95,
158/95
e
164/00,
D.Lgs.
163/06).
Prevalentemente
a
seguito
di
gare
aventi
ad
oggetto
la
concessione
della
gestione
di
servizi
pubblici
(reti
ed
impianti
idrici,
gas,
illuminazione
pubblica,
illuminazione
votiva,
segnaletica
e
pubblicitari,
verde
pubblico,
sport,
sanità,
attività
ricettive,
ecc.)
attraverso
strutture
esistenti.
In
questi
casi
la
componente
“costruzione”
risulta
secondaria
rispetto
alla
gestione
in
quanto
limitata
al
miglioramento
ed
alla
riorganizzazione
di
strutture
esistenti.
Per
questa
procedura
è
normalmente
il
privato
(concessionario)
che
paga
un
canone
concessorio,
anche
se
non
è
escluso
un
contributo
pubblico.
•
 
 
• 
•
Partenariato
societario
Società
di
Trasformazione
Urbana
(art.
120
del
T.U.D.lgs
267/2000)
Sono
società
miste
d’iniziativa
comunale
a
capitale
prevalentemente
pubblico
o
privato.
Il
loro
oggetto
sociale
è
progettare,
realizzare
e
commercializzare
interventi
di
trasformazione
urbana
in
attuazione
degli
strumenti
urbanistici
vigenti
I
soci
privati
sono
scelti
mediante
procedura
di
evidenza
pubblica
o
per
cooptazione
a
seguito
di
manifestazione
d’interesse
(nel
caso
di
capitale
pubblico
maggioritario)
E`
prevista
la
conclusione
di
una
convenzione
tra
l’ente
locale
azionista
e
la
società
che
disciplina
le
modalità
e
le
linee
generali
dell’intervento
di
trasformazione,
le
quote
di
Binanziamenti,
la
remunerazione
della
società
ed
i
rapporti
tra
i
soci.
È
facoltà
degli
enti
locali
interessati
dall’intervento
di
riqualiBicazione
conferire
immobili
anche
a
“titolo
di
concessione”,
quindi
è
possibile
anche
il
trasferimento
di
beni
demaniali/inalienabili
Società
miste
per
l’esercizio
di
servizi
pubblici
(art.
116
del
T.U.D.lgs
267/2000)
Enti
pubblici
o
strutture
private
coinvolte
nell’attuazione
di
Programmi
per
la
riqualiCicazione
urbana
quali
ad
esempio
i
Programmi
complessi
(P.R.U.,
PRUSST
o
quelli
previsti
dai
D.M.
27/12/01
n.2521,
2523)
Enti
pubblici
o
strutture
private
coinvolte
nell’attuazione
di
speciBici
impegni
convenzionali
conseguenti
alla
sottoscrizione
di
Accordi
di
Programma
fra
il
settore
pubblico
ed
il
privato
Jessica
nella
Regione
Liguria
I
Comuni
svolgono
un
ruolo
chiave
nel
governo
dello
sviluppo
del
territorio.
E’
auspicabile
un
loro
diretto
coinvolgimento
nei
PPP
di
Jessica
93
Riservato
e
conBidenziale
A
parte
alcuni
settori
non
ammissibili,
elencati
nei
Regolamenti
comunitari,
quali
l’edilizia
abitativa
in
taluni
Stati
membri
tra
cui
l’Italia,
ed
eventuali
vincoli
o
condizioni
speciBiche
determinate
a
livello
nazionale,
i
criteri
di
ammissibilità
degli
investimenti
allo
strumento
JESSICA
sono
identici
a
quelli
che
disciplinano
l’utilizzo
dei
Fondi
strutturali
in
generale*
.
Queste,
a
titolo
illustrativo
e
non
esaustivo,
le
principali
tipologie
di
progetti
ammissibili
al
Binanziamento
JESSICA:
•
infrastrutture
di
base
urbane
(strade,
sistemi
per
lo
smaltimento
dei
riBiuti,
energia,
trasporti,
trattamento
delle
acque
reBlue
ecc.)
•
elementi
del
patrimonio
storico
o
culturale,
per
Binalità
produttive,
turistiche
o
altri
usi
compatibili
con
la
loro
vocazione,
inclusi
complessi
e
poli
di
attrazione
culturale
•
riconversione
ad
usi
produttivi
e/o
collettivi
di
aree
dismesse,
siti
e
strutture
industriali
abbandonati
o
sottoutilizzati,
comprese
le
opere
di
boniBica
e
decontaminazione
•
spazi
e
strutture
ad
usi
commerciali
e
produttivi
e
per
l’attrazione
di
funzioni
direzionali,
inclusi
spazi
per
Biere
e
convegni,
parchi
d’attività
industriale,
di
ricerca,
ad
alta
tecnologia
•
spazi
e
strutture
per
le
piccole
e
medie
imprese
(PMI)
e
per
aziende
di
settori
ad
alta
tecnologia
(informatica,
Ricerca
e
Sviluppo…)
•
infrastrutture
sociali
–
sanità
/
istruzione,
incluse
strutture
per
l’istruzione
e
formazione
a
tutti
i
livelli,
comprese
le
strutture
mediche,
biotecnologie
e
di
altri
ambiti
specialistici
•
Complessi
multi‐funzionali
(attività
commerciali,
tempo
libero,
ufBici…)
•
Interventi
per
il
miglioramento
dell’efBicienza
energetica.
!
L’esplicito
divieto
di
coprire
le
spese
per
l’edilizia
residenziale
tramite
risorse
afferenti
al
Programma
Operativo
regionale
non
esclude
la
possibilità
che
spese
relative
alla
componente
residenziale
di
un
Piano
Integrato
per
lo
Sviluppo
Sostenibile
possano
essere
coperte
da
risorse
di
soggetti
terzi
(pubblici
e
privati)
che
partecipino
al
progetto,
mentre
le
risorse
del
Programma
Operativo
potrebbero
essere
utilizzate
solo
per
alcuni
tipi
di
attività
(a
titolo
di
esempio
le
spese
di
boniBica
per
la
preparazione
del
sito
ad
una
successiva
ediBicazione
sono
considerate
ammissibili).
Inoltre,
qualora
dovessero
essere
recepite
le
modiBiche
al
Reg.
1080
in
corso
di
discussione,
potrebbero
essere
considerate
ammissibili
spese
relative
all’efBicienza
energetica
dello
stock
abitativo
esistente.
Sono
le
singole
Autorità
di
Gestione
che
individuano,
all’interno
dei
Programmi
Operativi
negoziati
con
la
Commissione,
le
tipologie
di
spese
che
possono
essere
Cinanziate.
Più
generalmente
nel
Regolamento
n°1080,
all’Art.8
si
cita:
“Il
FESR
può
sostenere
strategie
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
mediante
attività
quali
il
rafforzamento
della
crescita
economica,
il
recupero
dell’ambiente
Fisico,
la
riconversione
dei
siti
industriali
in
abbandono,
la
tutela
e
la
valorizzazione
del
patrimonio
naturale
e
culturale,
la
promozione
dell’imprenditorialità,
l’occupazione
e
lo
sviluppo
delle
comunità
locali,
nonché
la
prestazione
di
servizi
alla
popolazione.“
In
questo
senso
è
ammessa
la
possibilità
per
i
FSU
di
investire
in
progetti
che
contengano
componenti
commerciali
all’interno
di
un
Piano
Integrato
per
lo
sviluppo
urbano
come
ad
es.
negozi,
ufBici,
strutture
per
l’intrattenimento,
strutture
sportive
e
culturali.
*
Regolamento
1080/2006
del
Consiglio
dell’11
luglio
2006 Jessica
nella
Regione
Liguria
94
Riservato
e
conBidenziale
A
questo
punto
è
possibile
individuare
dei
criteri
che
consentano
di
riconoscere
e
selezionare
i
progetti
che
potenzialmente
potrebbero
rientrare
nel
portafoglio
d’investimenti
di
un
Fondo
di
Sviluppo
Urbano.
Si
fa
presente
che
questi
criteri
dovranno
discendere
direttamente
dall’interpretazione
che
ciascuna
Autorità
di
Gestione
darà
di
Piano
Integrato
di
Sviluppo
Urbano
Sostenibile
e
di
partenariato
pubblico‐privato.
A
titolo
esempliBicativo
si
presenta
una
griglia
di
criteri
di
selezione.
Jessica
nella
Regione
Liguria
95
Riservato
e
conBidenziale
All’interno
dei
Regolamenti
europei
non
c’è
una
speciBica
previsione
delle
modalità
di
selezione
dei
PPP
e
dei
Progetti
in
cui
dovranno
investire
i
FSU.
Ferma
restando
la
necessità
di
individuare
progetti
che
nascano
nell’ambito
di
una
pianiBicazione
integrata,
multidisciplinare,
inserita
all’interno
di
una
strategia
di
sviluppo
urbano
sostenibile
e
che
siano
in
grado
di
prevedere
delle
forme
di
rimborso,
è
stata
lasciata
ampia
autonomia
alle
Autorità
di
gestione
che
stanno
adottando
approcci
differenti
in
diversi
paesi.
In
Gran
Bretagna
ad
esempio
l’Autorità
di
Gestione
di
Londra
ha
individuato
direttamente
i
progetti
in
cui
investire,
mentre
alcune
delle
Regioni
italiane
sembrerebbero
preferire
un
approccio
concorsuale.
La
selezione
dei
progetti
“jessicabili”
potrebbe
dunque
avvenire
tramite
diverse
procedure
non
mutualmente
esclusive:
•
Un
approccio
concorsuale
•
Un
approccio
“a
sportello”
•
Un
approccio
“a
segnalazione
diretta
della
Regione”
L’approccio
concorsuale
Il
primo
consiste
nell’espletare
procedure
di
selezione
ad
evidenza
pubblica
per
individuare
i
progetti
Binanziabili
a
valere
su
fondi
JESSICA.
Ad
esempio,
si
può
pensare
che
le
Autorità
di
Gestione
domandino
agli
Enti
Locali
residenti
sul
proprio
territorio
di
elaborare
dei
Piani
Integrati
di
Sviluppo
Urbano
e
di
individuare
i
potenziali
progetti
strategici
sull’area,
attraverso
la
pubblicazione
di
un
bando.
Questa
è
stata
la
strada
seguita,
tra
gli
altri,
dalla
Repubblica
Ceca,
da
Brandeburgo,
dalla
Regione
Toscana
e
dalla
Regione
Liguria
attraverso
i
PIUSS.
Peraltro
questo
approccio,
utilizzato
classicamente
per
l’individuazione
delle
opportunità
di
impiego
dei
fondi
strutturali,
lasciando
la
regia
della
formulazione
della
proposta
ai
BeneBiciari
Binali
intrinsecamente
presenta
il
rischio
che
vengano
formulate
delle
proposte
progettuali
non
integrate
fra
di
loro
e
con
priorità
ridotta
per
il
territorio.
L’approccio
“a
sportello”
Il
secondo
approccio
invece,
interpreta
il
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
come
uno
sportello
permanente
d’ingegneria
Binanziaria
per
la
trasformazione
urbana,
in
grado
di
fornire
servizi
Binalizzati
ad
aiutare
i
promotori
alla
(ri)formulazione
dei
progetti
e/o
dei
piani
integrati.
Questo
ruolo,
che
può
essere
eventualmente
a
cura
del
Fondo
di
Partecipazione
nella
fase
iniziale
di
implementazione
dell’iniziativa,
si
ispira
ad
analoghe
esperienze
messe
a
punto
al
servizio
delle
imprese.Questo
secondo
approccio
favorirebbe
sicuramente
il
contatto
diretto
di
privati
cittadini,
investitori
interessati
a
Binanziare
i
progetti
ed
Enti
Locali
con
le
rispettive
Autorità
di
Gestione
o
con
il
Fondo
di
Partecipazione
stesso,
qualora
ne
sia
stato
costituito
uno.
L’approccio
“a
segnalazione
diretta”
Soprattutto
in
una
prima
fase
di
avvio
dell’operatività
dei
Fondi
di
Sviluppo
Urbano
è
auspicabile
che
siano
le
Autorità
di
Gestione
stesse
che
in
cooperazione
con
i
servizi
della
Regione
ed
i
Comuni
individuino
una
“pipeline”
di
progetti
che
rispondono
ai
criteri
indicati
nelle
pagine
precedenti
e
sui
quali
possa
essere
avviata
una
prima
sperimentazione
di
funzionamento
del
meccanismo
JESSICA.
In
una
prima
fase
di
avvio
di
JESSICA
è
auspicabile
che
siano
le
Autorità
di
Gestione
stesse
che
individuano
una
pipeline
di
progetti
Jessica
nella
Regione
Liguria
96
Riservato
e
conBidenziale
La
Regione
Liguria
come
si
è
detto
ha
già
avviato
un
processo
di
formulazione
e
selezione
di
Piani
Integrati
attraverso
una
gara
pubblica
per
la
proposizione
di
PISU
da
parte
di
comuni
o
consorzi
di
comuni
Dalla
lettura
dei
documenti
regionali
a
base
della
gara
ed
in
particolare
delle
“Modalità
di
attuazione
del
progetto
integrato
di
sviluppo
urbano”
collegato
al
POR
si
possono
evidenziare
alcune
caratteristiche
dei
PISU
che
sono
in
corso
di
selezione
in
Liguria:
Il
territorio
su
cui
stimolare
la
formulazione
di
PISU:
• 
• 
Grandi
centri
urbani
con
popolazione
residente
superiore
a
40.000
unità
Macroconurbazioni
che
presentano
le
caratteristiche
socio‐economiche
e
Bisiche
proprie
della
struttura
urbana
complessa
con
soglia
minima
di
popolazione
complessiva
residente
pari
a
40.000
unità
in
presenza
di
una
struttura
urbana
indifferenziata,
di
servizi
pubblici/
amministrativi
di
rilevanza
strategica
per
il
territorio
provinciale
e/o
regionale,
di
interferenze
delle
aree
residenziali
con
ambiti
retroportuali
e
portuali,
di
impianti
industriali
e
tecnologici
invasivi
anche
dismessi
o
da
rilocalizzare,
di
grandi
infrastrutture
di
collegamento
e
di
grandi
attività
produttive,
anche
in
fase
di
dismissione.
Entro
i
suddetti
contesti
urbani
sono
perimetrate,
da
parte
dei
Comuni
proponenti,
aree
di
intervento
per
l’attuazione
dei
progetti
integrati
ove
sussistano
le
seguenti
criticità
e,
conseguentemente,
siano
evidenti
le
disparità
con
altri
ambiti
cittadini:
disagio
e
marginalità
sociale
ed
economica,
degrado
Bisico
degli
immobili
e
delle
strutture,
carenza
di
spazi
pubblici
e
collettivi,
forte
concentrazione
insediativa
con
sottodimensionamento
dei
servizi
pubblici
e
delle
attrezzature,
congestione
del
trafBico
veicolare
(laddove
pertinente),
carenze
infrastrutturali
per
la
mobilità
(laddove
pertinente),
abbandono
derivante
dalla
dismissione
di
attività
industriali
e
produttive
(laddove
pertinente),
rischio
idrogeologico
e
idraulico
di
livello
R3
e
R4
dei
Piani
di
Bacino
e
rischio
di
erosione
costiera
dell’area
urbana
(laddove
pertinente)
Gli
attori
coinvolti:
•
I
Comuni
sono
i
soggetti
proponenti
•
Soggetti
attuatori
sono
considerati
anche
Enti
strumentali
del
Comune,
Società
miste
a
maggioranza
pubblica
ed
altri
Enti
pubblici
Le
dimensioni
dei
progetti:
•
L’investimento
complessivo
pari
ad
almeno
Eur
10
Mln
(sono
attese
almeno
10
proposte
progettuali
di
questa
dimensione)
Le
risorse
comunitarie
attivabili:
•
•
L’attuazione
dei
PISU
dovrebbe
avvenire
ricorrendo,
nella
misura
dell’ammissibilità
delle
spese,
alle
risorse
relative
all’Asse
Urbano
(asse
III)
della
Regione
(tot.
Eur
122
Mln)
E’
prevista
la
possibilità
di
attivare
anche
risorse
provenienti
dagli
assi
II
e
IV
nei
limiti
dell’ammissibilità
alle
tipologie
di
spese
previste
per
questi
assi:
“
Le
singole
operazioni
inserite
nel
Progetto
Integrato
possono
integrarsi
con
operazioni
attuate
su
altri
assi
del
POR.
In
particolare
con
i
contenuti
dell’Asse
II
–
Energia
e
con
l’Asse
IV
–
valorizzazione
delle
risorse
culturali
e
naturali.
In
tal
senso
interventi
inseriti
nel
Progetto
Integrato,
che
soddisfano
le
condizioni
di
ammissibilità
generali
e
speciFiche
degli
altri
due
Assi
possono
ottenere
il
contributo
a
valere
sulle
risorse
allocate
sugli
stessi,
a
condizione
che
detti
singoli
interventi
soddisFino
i
criteri
di
ammissibilità
e
le
priorità
deFinite
dalle
speciFiche
procedure
di
selezione
[…].”
Jessica
nella
Regione
Liguria
97
Riservato
e
conBidenziale
La
lettura
in
chiave
JESSICA
della
progettazione
dei
PISU
avviata
dalla
Regione
Liguria
mette
in
evidenza
alcune
criticità
1.
2.
Non
vi
è
alcuna
esplicita
menzione
alla
necessità
di
prevedere
uno
schema
di
rotatività
e
remuneratività
delle
risorse
comunitarie
impiegate
Sembrerebbe
addirittura
scoraggiata
la
formulazione
di
progetti
in
grado
di
presentare
un
qualche
grado
di
remuneratività
perché,
contrariamente
a
quanto
consentito
per
l’attivazione
di
strumenti
Binanziari
di
tipo
JESSICA,
nel
caso
di
progetti
in
grado
di
generare
delle
entrate
è
previsto
che
solo
il
gap
esistente
fra
ricavi
e
costo
attualizzato
possa
essere
considerato
spesa
ammissibile
3.
Fra
i
soggetti
proponenti
sono
indicati
solo
i
Comuni
e
non
viene
dato
spazio
alla
formulazione
di
proposte
da
parte
di
soggetti
terzi
(pubblici
o
privati)
4.
Non
è
prevista
peraltro
alcuna
forma
di
premialità
per
i
Comuni
che
intendano
formulare
un
progetto
idoneo
a
rientrare
in
uno
schema
JESSICA
5.
La
tipologia
di
spese
considerate
ammissibili
e
la
modalità
di
coinvolgimento
dei
Comuni
fanno
pensare
ad
una
progettualità
adeguata
nell’ottica
delle
“sovvenzioni”
piuttosto
che
di
un
meccanismo
di
rotatività
del
tipo
JESSICA
6.
Gli
impegni
Binanziari
che
dovrebbero
emergere
con
questa
fase
di
gara
sembrerebbero
esaurire
completamente
la
possibilità
di
azione
della
Regione
in
materia
urbana:
sono
attesi
10
progetti
per
un
minimo
di
Eur
10
mln
ciascuno
a
valere
una
dotazione
complessiva
dell’asse
urbano
(III)
di
Eur
122
mln
La
progettualità
in
termini
di
PISU
attualmente
stimolata
dalla
Regione
Liguria
non
sembrerebbe
quindi
ottimale
nell’ottica
di
consentire
anche
una
“jessicabilità”
delle
proposte
presentate.
A
questo
processo
già
avviato
è
però
possibile
apportare
delle
integrazioni,
delle
modiCiche
e
delle
correzioni
in
un’ottica
JESSICA
Revisione
delle
proposte
A
seguito
della
chiusura
della
fase
di
presentazione
delle
proposte
progeMuali
da
parte
dei
Comuni,
la
Regione
potrebbe
individuare
le
proposte
a
maggiore
potenziale
di
jessicabilità
ed
avviare
una
fase
di
“riformulazione”
dei
progec.
A
dtolo
esemplificadvo
potrebbero
essere
individuate
delle
componend
non
inserite
ancora
nel
progeMo,
ma
che
potrebbero
essere
in
grado
di
migliorarne
i
profili
di
reddidvità
(es:
progec
limitrofi,
funzioni
commerciali
ecc.).
Jessica
nella
Regione
Liguria
Premialità
per
i
Comuni
Parallelamente
alla
revisione
dei
progec
dovrebbero
essere
negoziad
con
i
Comuni
dei
meccanismi
di
“premialità”
di
quesd
uldmi
che
li
incendvino
al
passaggio
da
una
logica
di
progeMazione
“per
sovvenzioni”
ad
una
logica
“per
rimborso”
(es:
meccanismo
di
“ritorno”
di
quota‐
parte
del
contributo
oMenuto
per
il
maggiore
importo
considerato
come
spesa
ammissibile
per
i
progec
generatori
di
reddito
in
schema
JESSICA
rispeMo
al
sistema
tradizionale).
98
AfCiancamento
di
progetti
Attivazione
altri
Assi
Oltre
ai
progec
che
emergono
in
risposta
a
questo
bando
la
Regione
potrebbe
individuare,
sulla
base
della
sua
esperienza,
altri
progec
da
considerare
rispondend
ai
criteri
di
jessicabilità.
Potrebbero
essere
affiancad
progec
di
provenienza
pubblica
e
privata
e
progec
nascend
nell’ambito
di
procedure
di
pianificazione
territoriale
già
esistend
(AdP,
PII
ecc.).
Finanziariamente
il
sostegno
ai
PISU
non
dovrebbe
limitarsi
alle
risorse
afferend
all’Asse
Urbano.
Sulla
base
della
leMura
del
POR
sembrerebbe
già
possibile
per
la
Regione
usare
anche
risorse
afferend
agli
assi
I,
II
e
IV
per
supportare
azioni
di
rigenerazione
urbana.
Riservato
e
conBidenziale
Oltre
al
contesto
della
procedura
di
selezione
dei
Piani
Integrati
già
avviata
dalla
Regione
Liguria,
si
riporta
di
seguito
una
breve
rassegna
dei
progetti
e
delle
realtà
presenti
sul
territorio
ligure
che
potrebbero
rappresentare
lo
scenario
per
progetti
integrati
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
in
un’ottica
JESSICA.
GENOVA
La
città
di
Genova
dispone
di
una
struttura
tecnica
di
alto
proBilo:
l’Urban
Lab
è
la
struttura
tecnica
del
Comune
di
Genova
che
studia
la
trasformazione
urbanistica
della
città
secondo
una
pianiBicazione
interdisciplinare
che
integra
progetti
strategici
urbani,
infrastrutture,
porto,
valorizzazione
dell’ambiente
e
del
patrimonio
storico
culturale.
Il
laboratorio
si
avvale
dell’importante
contributo
dell’architetto
Renzo
Piano.
I
temi
sviluppati
all’interno
del
Laboratorio
vengono
discussi
in
incontri
fra
il
vertice
dell’amministrazione
ed
architetti
di
fama
internazionale
(cosiddetto
“tavolo
delle
idee”).
Nel
corso
dei
lavori
iniziali
sono
state
impostate
le
linee
di
sviluppo
sostenibile
della
città
curando
in
particolare
due
aspetti
strategici:
la
transizione
fra
città
ed
ambiente
naturale/agricolo
(“linea
verde”)
ed
il
rapporto
fra
città
e
mare
(“linea
blu”).
Fra
le
grandi
aree
di
trasformazione
oggetto
di
studi,
sono
incluse:
l’area
di
Voltri,
la
Fascia
di
Prà,
l’area
di
Multedo,
il
nodo
d’interscambio
Sestri
Ponente‐Calcinara,
Erzelli
alta
ecc
(cfr.
www.genovaurbanlab.it).
In
particolare
fra
le
aree
di
maggiore
attenzione
il
Progetto
Erzelli,
che
interessa
l’area
di
Erzelli
alta,
è
nato
nel
2003
con
l’obiettivo
di
promuovere
la
costituzione
di
un
“Technology
Village”
che
integri
parco
scientiBico‐tecnologico,
campus
universitario,
parco
urbano,
strutture
residenziali,
sportive
e
servizi.
Anche
se
d’iniziativa
privata,
tale
progetto
s’inserisce
perfettamente
nelle
previsioni
paesaggistiche
ed
urbanistiche
dell’amministrazione
comunale
e
per
favorirne
l’attuazione
è
stato
sottoscritto
un
Accordo
di
Programma
(04/04/2007)
che
disciplina
i
rapporti
e
deBinisce
gli
obblighi
che
in
merito
spettano
all’operatore
privato,
al
Comune
di
Genova,
all’Università
di
Genova
ed
alla
Regione.
IMPERIA
Risultano
in
fase
avanzata
diverse
grandi
opere
pubbliche,
fra
cui
il
nuovo
Museo
Navale,
il
Palazzetto
dello
Sport
a
completamento
della
cittadella
sportiva,
il
primo
lotto
del
parco
urbano
con
pista
ciclabile,
i
parcheggi
di
Porto
Maurizio
e
la
ristrutturazione
del
parking
automatico
di
fronte
alla
stazione
di
Oneglia.
La
realizzazione
del
nuovo
porto
turistico
d’Imperia
fa
capo
ad
imprenditori
privati.
Il
Ministero
delle
Infrastrutture
e
dei
Trasporti
ed
il
Comune
di
Imperia
hanno
siglato
una
Convenzione
avente
ad
oggetto
un
Binanziamento
per
la
redazione
del
Piano
Strategico
e
del
Piano
Urbano
della
Mobilità
del
Comune
di
Imperia.
Il
PUM
comprenderà
fra
gli
altri,
i
progetti
preliminari
per
il
riutilizzo
di
aree
di
sedime
ferroviario
in
corso
di
dismissione
e
per
l’immissione
nella
rete
viaria
comunale
della
Statale
n°28.
Jessica
nella
Regione
Liguria
99
Riservato
e
conBidenziale
SAVONA
La
pianiBicazione
strategica
del
comune
di
Savona,
partendo
dalle
esperienze
PRUSST
“Affaccio
urbano‐costiero”
ed
Urban
II
“
Savona
Plus”,
trova
un
ulteriore
momento
di
deBinizione
attraverso
il
Programma
Innovativo
in
Ambito
Urbano
–
PIAU.
Il
fulcro
di
tale
programma
è
il
coinvolgimento,
tramite
un
Protocollo
d’Intesa,
di
diversi
soggetti
pubblici
o
a
controllo
pubblico
(Comune
di
Savona,
Rete
Ferroviaria
Italiana
SpA,
Centostazioni
SpA,
Patrimonio
Immobiliare
RFI
SpA,
Autorità
Portuale
di
Savona,
Azienda
Consortile
dei
Trasporti
del
Savonese)
e
vari
soggetti
privati
(Edilsa
srl,
Centri
Direzionali
srl,
ASCOM
e
Confesercenti).
Fra
gli
obiettivi
del
PIAU
sono
in
evidenza
la
realizzazione
di
un
sistema
integrato
di
modalità
e
servizi
di
accesso
trasportistico,
il
recupero
delle
aree
dismesse
dalle
funzioni
portuali
e
dalla
ferrovia,
la
riqualiBicazione
del
patrimonio
edilizio
residenziale
e
commerciale.
La
provincia
di
Savona
ha
predisposto,
a
partire
dal
gennaio
2007,
un
Piano
Territoriale
di
Coordinamento
denominato
“Città
della
Bormide”,
che
coinvolge
i
territori
del
savonese
e
della
Val
Bormida.
Questi
territori
condividono
un
percorso
comune
di
sviluppo,
con
riferimento
alle
relazioni
con
il
capoluogo
ed
alla
collocazione
della
Val
Bormida
nel
contesto
nazionale
ed
internazionale,
che
le
conferisce
il
ruolo
di
collegamento
del
capoluogo
con
la
rete
trans‐europea
dei
trasporti.
Il
progetto,
in
particolare
rideBinisce
il
sistema
locale
come
zona
strategica
tra
area
ligure
costiera
e
territorio
padano,
proponendo
una
nuova
immagine
della
Bormide,
di
qualità
e
competitività,
complementare
alla
precedente
connotazione
industriale.
Il
progetto
inoltre
tende
ad
organizzare
i
centri
abitati
delle
valli
in
una
vera
e
propria
città
reticolare.
LA
SPEZIA
La
Spezia
ha
promosso
nel
2003
(insieme
a
Firenze,
Pesaro,
Torino,
Trento,
Venezia
e
Verona)
il
progetto
“Rete
delle
Città
Strategiche
–
RECS”
al
quale
hanno
aderito
oltre
trenta
città.
Il
Progetto
intende
attrarre
l’attenzione
delle
istituzioni,
nazionali
e
comunitarie,
sul
ruolo
delle
città
nei
processi
d’integrazione
europea
e
di
crescita
della
competitività
dei
contesti
urbani.
La
visione
del
Piano
Strategico
di
La
Spezia
si
fonda
su
quattro
grandi
obiettivi
di
lungo
periodo:
identità,
competitività,
solidarietà,
sostenibilità.
Gli
assi
strategici
comprendono,
fra
gli
altri,
i
seguenti
temi:
il
mare
come
grande
risorsa
identitaria,
la
costruzione
di
un
sistema
turistico
integrato,
la
centralità
del
tema
della
difesa
e
delle
tecnologie
marine,
la
promozione
della
varietà
e
delle
sinergie
(La
Spezia
città
di
mare,
di
produzione
e
di
servizi).
La
presenza
della
Base
Militare
produttiva
della
Marina
Militare
ha
catalizzato
la
formazione
di
un
polo
di
eccellenza
nel
settore,
con
la
presenza
di
aziende
di
livello
internazionale
(Finmeccanica,
Oto
Melara,
Fincantieri),
di
centri
di
ricerca
(ENEA,
CNR,
NATO),
di
un
polo
universitario
unico
in
Italia
per
l’offerta
didattica
di
alta
specializzazione
in
Ingegneria
nautica
e
Design
nautico.
Il
progetto
complessivo
di
valorizzazione
del
territorio
fa
leva
sulla
grande
risorsa
rappresentata
dal
mare,
sia
per
lo
sviluppo
scientiBico
e
di
trasferimento
tecnologico
nel
settore
della
difesa,
sia
per
la
nautica
da
diporto,
sia
per
il
turismo
integrato
(Golfo
dei
Poeti
e
le
Cinque
Terre).
L’Amministrazione
Comunale
ha
elaborato
un’ampia
proposta
presentata
con
l’avvio
(dicembre
2007)
di
un
tavolo
di
lavoro
fra
Ministero
della
Difesa
e
Comune.
I
progetti
riguardano:
• 
La
riorganizzazione
e
razionalizzazione
dell’Arsenale
Militare
e
della
Base
navale,
con
l’obiettivo
di
rilanciare
la
Base
quale
punto
di
riferimento
ad
alta
tecnologia
per
tutte
le
marine
del
Mediterraneo
e,
nel
contempo,
di
“smilitarizzare”
e
liberare
ampi
spazi
a
vantaggio
di
nuove
attività
e
nuove
funzioni;
• 
Il
rinnovato
utilizzo
della
Caserma
Duca
degli
Abruzzi
e
del
Compenso
di
Mariperman
per
ospitare
la
nuova
sede
del
Polo
Universitario
Marconi
ed
incrementare
le
attività
di
ricerca
e
di
laboratorio
nella
direzione
“Politecnico
delle
tecnologie
del
mare”;
• 
La
rifunzionalizzazione
degli
impianti
sportivi
e
delle
strutture
sanitarie
militari.
Jessica
nella
Regione
Liguria
100
Riservato
e
conBidenziale
1. 
Strategia
di
sviluppo
urbano
sostenibile
della
Regione
a)  Contesto
territoriale
b)  Sviluppo
urbano
integrato
nella
regione
c)  La
dimensione
urbana
nel
POR
2. 
Valutazione
e
diagnosi
territoriale
a)  Presentazione
approccio
metodologico
•  Dimensioni
patrimonio
territoriale
–
ambiente,
capitale
Bisico,
capitale
umano,
demograBia
b)  Applicazione
al
contesto
regionale
•  Analisi
della
competitività/sostenibilità
di
territori
urbani
oggetto
di
potenziale
intervento
POR
c)  IdentiBicazione
delle
strategie
di
investimento
per
obiettivi
di
competitività
e
sostenibilità
territoriale
3. 
Sviluppo
strumentazione
istituzionale
per
JESSICA
a)  Strutture
per
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
b)  Sviluppo
proposta
di
base
c)  Rassegna
progetti
potenzialmente
“Jessicabili”
sul
territorio
regionale
4. 
Approfondimenti
analitici:
il
polo
tecnologico
universitario
di
Genova
a)  Approfondimenti
analitici
–
valutazioni
speciBiche,
afBinamenti
previsionali
e
diagnostici
per
area
e
fondo
pilota
b)  IdentiBicazione
e
strutturazione
portafoglio
progetti
Binanziabili
JESSICA
c)  Analisi
progetto
pilota
Binanziabile
JESSICA
all’interno
dell’area
pilota
5. 
Conclusioni
e
raccomandazioni
Jessica
nella
Regione
Liguria
101
Riservato
e
conBidenziale
Come
già
anticipato
in
altre
parti
del
documento,
tra
le
possibili
proposte
di
strutturazione
di
un
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
la
Regione
Liguria
ha
espresso
il
proprio
interesse
verso
un
fondo
dedicato
all’attrazione
e
ritenzione
di
capitale
umano
ad
alta
produttività
nel
settore
tecnologico
concentrato
sul
territorio
genovese.
Questo
tipo
di
strategia
risulta
coerente
con
gli
obiettivi
generali
di
sviluppo
del
territorio
regionale
che
sono
espressi
nel
Documento
Unitario
di
Programmazione
regionale
2007‐2013.
Il
DUP
è
un
documento
di
programmazione
che
garantisce
la
coerenza
ed
il
collegamento
fra
il
Documento
Strategico
Regionale,
gli
speciBici
Programmi
operativi
regionali
(POR)
attivati
per
ciascun
Fondo
comunitario
coinvolto
ed
il
Programma
relativo
all’utilizzo
delle
risorse
del
Fondo
Aree
Sottoutilizzate
(FAS).
Inoltre,
le
strategie
espresse
nel
DUP
raccolgono
gli
Orientamenti
Strategici
Comunitari
ed
accolgono
gli
indirizzi
dei
Consigli
Europei
di
Lisbona
e
di
Göteborg
assicurandone
la
complementarietà,
evidenziandone
l’interconnessione
e
individuando
il
“contributo”
che
ogni
Programma
apporta
al
perseguimento
delle
linee
strategiche
regionali,
nel
quadro
di
un
disegno
politico‐
programmatico
unitario
ed
organico.
Inoltre
tra
l’insieme
di
aree
tematiche
e
misure
di
intervento
che
sono
previste
nel
DUP
è
possibile
“estrapolare”
una
speciCica
linea
di
azioni
che
con
l’obiettivo
di
perseguire
una
strategia
di
attrazione
e
sviluppo
tecnologico
attiva
alcune
delle
dimensioni
di
capitale
che
rappresentano
la
ricchezza
del
territorio
urbano
secondo
il
modello
di
valutazione
del
territorio
che
è
stato
presentato
nel
corso
di
questo
studio.
Di
seguito
si
presentano
le
principali
aree
tematiche
ed
obiettivi
d’intervento
previsti
dal
DUP
che
possono
essere
letti
in
un’ottica
di
promozione
di
una
strategia
di
attrazione
tecnologica
e
promozione
di
capitale
umano
legato
alla
ricerca
scientiBica.
Competitività
del
sistema
tecnologico:
ricerca
ed
innovazione
Competitività
del
sistema
ambiente
e
territorio
Competitività
del
capitale
umano
•  Favorire
la
nascita
di
relazioni
stabili
tra
il
sistema
della
ricerca
pubblica
e
privata,
l'Università
e
le
imprese
•  Promuovere
partnership
internazionali
per
accrescere
il
trasferimento
nei
settori
dell'innovazione
e
trasferimento
tecnologico
•  Implementare
lo
sviluppo
di
servizi
avanzati
per
i
cittadini
e
le
imprese
e
favorire
l'accesso
alle
TIC
•  Potenziare
il
trasporto
collettivo
urbano
e
ferroviario
a
livello
regionale
e
interregionale
•  Migliorare
la
prevenzione
dei
rischi
naturali,
attraverso
la
tutela
e
salvaguardia
del
territorio
soggetto
ad
erosione
e
dissesto
idrogeologico
•  Migliorare
l'attrattività
e
la
promozione
turistica
del
patrimonio
culturale
e
naturale
•  Migliorare
la
qualità,
la
vivibilità
e
la
fruizione
delle
aree
urbane,
delle
periferie
e
dei
quartieri
in
disagio
•  Aumentare
la
produzione
di
energia
da
fonti
rinnovabili,
l'efBicienza
energetica
degli
ediBici
e
promuovere
il
risparmio
di
energia
•  Migliorare
la
qualità
dell'offerta
formativa
e
la
partecipazione,
sostenere
e
promuovere
le
eccellenze
del
territorio
nella
produzione
e
nella
conoscenza
•  Potenziare
il
sistema
dei
servizi
per
l'impiego,
per
favorire
l'incontro
domanda
–
offerta
Jessica
nella
Regione
Liguria
102
Migliorare
la
capacità
di
governance
•  Dotarsi
di
strumenti
di
conoscenza
e
analisi
per
migliorare
la
capacità
di
governo
del
territorio,
anche
attraverso
la
progettazione
integrata
•  Snellire
e
sempliBicare
le
procedure,
rafforzare
la
comunicazione
ai
cittadini
e
alle
imprese
per
migliorare
l'efBicacia
dell'azione
della
pubblica
amministrazione
Riservato
e
conBidenziale
Oltre
a
declinare
gli
obiettivi
generali
per
ciascuna
delle
quattro
macro­aree
di
intervento
individuate,
all’interno
del
DUP
vengono
anche
riportate
in
modo
sintetico
le
tipologie
d’investimento
realizzabili
e
le
forme
di
copertura
Cinanziaria
attivabili
in
termini
di
risorse
comunitarie.
Nell’ambito
di
questo
studio
se
ne
presenta
una
selezione
fatta
alla
luce
della
possibilità
di
costruire
una
linea
d’azione
per
l’attrazione
e
ritenzione
di
capitale
umano
nel
settore
tecnologico.
In
particolare
modo
si
ritiene
utile,
per
le
tipologie
di
interventi
presentati,
riportare
anche
le
fonti
di
Cinanziamento
in
termini
di
Assi
del
POR
Competitività
attivabili
(cfr.DUP
pgg
49­53).
Competitività
del
sistema
tecnologico:
ricerca
ed
innovazione
Competitività
del
sistema
ambiente
e
territorio
Competitività
del
capitale
umano
Migliorare
la
capacità
di
governance
•  Progetti
di
ricerca
industriale,
sviluppo
pre‐competitivo,
innovazione
di
prodotto
e/o
di
processo
•  Laboratori,
centri
di
competenza,
poli
di
ricerca,
per
realizzare
progetti
congiunti
di
ricerca
industriale
tra
organismi
di
ricerca
e
imprese
(con
priorita'
per
le
pmi)
•  Sviluppo
nuova
imprenditorialità
/
nuovi
business
e
insediamento
imprese
•  Aiuti
alle
imprese
per
innovazione
e
internazionalizzazione
•  Potenziamento
servizi
di
trasporto,
promozione
TPL,
con
priorità
per
trasporto
sostenibile,
con
esclusione
di
acquisto
di
materiale
rotabile
•  Interventi
di
rigenerazione
urbana
in
aree
urbane
caratterizzate
da
degrado
sociale,
economico
e
Bisico
•  Realizzazione
di
impianti
per
la
produzione
di
energia
da
fonti
rinnovabili,
anche
alimentati
con
biomasse
di
origine
locale
•  Incentivi
alla
riduzione
dei
consumi,
all'efBicienza
energetica
anche
negli
ediBici
pubblici
(con
esclusione
del
settore
residenziale)
•  Valorizzazione
dei
beni
ambientali
e
culturali,
anche
nel
paesaggio
rurale
e
delle
strutture
di
promozione
turistica
•  Realizzazione
di
sistemi
integrati
di
formazione
continua
e
opportunità
formative
lungo
tutto
l'arco
della
vita
•  Creazione
di
Biliere
formative
di
eccellenza
regionali
•  DeBinizione
di
percorsi
formativi
di
eccellenza
collegati
ai
temi
strategici
dell’innovazione
e
del
trasferimento
tecnologico
•  Razionalizzazione
delle
infrastrutture
scolastiche
dell'offerta
formativa
•  Attuazione,
gestione,
monitoraggio,
valutazione
dei
Programmi
Operativi
e
del
PAR
Assi
POR:
1.2.2­1.2.3­1.1­3.2
Jessica
nella
Regione
Liguria
SINERGIE
ed
EFFETTO
LEVA
fra
DIVERSE
FONTI
DI
FINANZIAMENTO
Come
si
nota
da
questo
schema
non
tutti
gli
interventi
sono
Binanziabili
tramite
risorse
del
POR
Competitività
ed
Occupazione.
Viceversa
molti
Assi
POR:
3.1­2.1­2.2­4.1
interventi
con
una
forte
componente
Bisica
potenzialmente
in
grado
di
impattare
sullo
sviluppo
urbano
sono
in
grado
di
attrarre
oltre
che
risorse
FESR
anche
risorse
di
altri
fondi
nazionali
e
comunitari
(es.
FAS).
Questo
elemento
va
tenuto
presente
nella
costruzione
delle
ipotesi
d’attività
concrete
di
un
FSU
in
quanto
gli
ambiti
di
un
suo
intervento
possono
risultare
potenziati
dalle
sinergie
ottenibili
con
diverse
fonti
di
Binanziamento.
Inoltre
attività
non
direttamente
Binanziabili
dal
POR
Competitività
potrebbero
essere
svolte
con
fonti
di
Binanziamento
alternative.
103
Riservato
e
conBidenziale
La
Regione
Liguria
presenta
degli
elementi
di
vantaggio
competitivo
nel
settore
dell’Alta
Tecnologia
che
facilitano
il
radicamento
di
una
strategia
per
l’attrazione
e
ritenzione
di
capitale
umano
nel
settore
tecnologico:
•  I
dipartimenti
tecnici
e
scientiBici
dell’Università
di
Genova
si
collocano
nelle
migliori
posizioni
nelle
graduatorie
sulle
università
italiane.
•  Laboratori
del
prestigioso
Centro
Nazionale
di
Ricerca
(CNR).
•  Una
rete
consolidata
di
società
ad
alta
tecnologia
attive
nei
settori
dell’automazione,
della
robotica,
del
biomedicale,
delle
telecomunicazioni
e
dell’informatica.
Dal
2001
oltre
100
aziende
di
questo
tipo
operanti
a
Genova,
hanno
aderito
al
distretto
dell’Elettronica
e
delle
Tecnologie
Avanzate
(Dixet)
con
l’obiettivo
di
raggruppare
una
massa
critica
in
grado
di
produrre
innovazione
e
di
fornire
strumenti
per
l’evoluzione.
•  Ospita
la
sede
dell’Istituto
Italiano
di
Tecnologia
recentemente
costituito
(2004)
per
promuove
lo
sviluppo
tecnologico
e
la
formazione
di
competenze
tecniche
avanzate
a
supporto
dello
sviluppo
economico.
•  E’
stato
costituito
un
consorzio
fra
Università
di
Genova,
Ministero
dell’Università
e
della
Ricerca,
la
Regione
Liguria
ed
altre
istituzioni
pubbliche
e
società
private
per
favorire
la
nascita
e
lo
sviluppo
di
un
distretto
sui
”Sistemi
Intelligenti
Integrati”.
•  Personale
altamente
qualiBicato
è
disponibile
nell’area
di
Genova
ad
un
costo
comparativamente
più
basso
rispetto
alle
aree
di
ricerca
più
vicine
(l’area
milanese
e
torinese)
e
nettamente
inferiore
rispetto
ai
costi
rilevati
nel
resto
dell’Europa.
In
questo
contesto
particolarmente
virtuoso
spicca
la
posizione
di
Genova.
Di
seguito
sono
riportati
due
graBici
che
presentano
la
situazione
in
termini
di
competitività
del
territorio
del
Nord‐Ovest
dell’Italia,
della
Liguria
e
di
Genova
espressa
tramite
degli
indici
sintetici
di
dotazione
di
infrastrutture
e
di
servizi
sociali,
servizi
sanitari,
per
l’istruzione
e
culturali.
Rete
stradale
600
InfrastruBure
economiche
500
400
Rete
ferroviaria
300
200
100
0
Re7
bancarie
e
servizi
vari
StruBure
e
re7
per
la
telefonia
e
la
telema7ca
Jessica
nella
Regione
Liguria
Por7
(e
bacini
di
utenza)
Aeropor7
(e
bacini
di
utenza)
GENOVA
Nord‐Ovest
InfrastruBure
sociali
Liguria
104
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
StruBure
per
l'istruzione
Fonte:
Istituto
Tagliacarne,
2007.
Italia
=100
StruBure
culturali
e
ricrea7ve
700
StruBure
sanitarie
Riservato
e
conBidenziale
L’attivazione
di
un
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
che
sia
dedicato
all’attrazione
e
ritenzione
di
capitale
umano
ad
alta
produttività
nel
settore
tecnologico
nell’area
genovese
non
può
prescindere
dall’analisi
delle
opportunità
d’investimento
che
ad
oggi
sono
offerte
dallo
sviluppo
collegato
al
Progetto
“Leonardo”
presso
la
collina
di
Erzelli.
Il
progetto
è
nato
sin
dal
2003
con
la
costituzione
di
Genova
High
Tech
SpA
(GHT,
società
a
capitale
totalmente
privato)
per
iniziativa
di
manager
d’imprese
ad
alta
tecnologia
operanti
a
Genova
con
l’obiettivo
di
promuovere
la
costituzione
di
un
“Technology
Village”
denominato
“Leonardo”.
L’idea
di
base,
piuttosto
articolata,
prevede
la
realizzazione
di
una
struttura
complessa
che
sul
modello
della
città
tecnologica
francese
“Sophia
Antipolis”
presso
Nizza
integri
parco
scientiBico
tecnologico,
campus
universitario,
parco
urbano,
ufBici,
strutture
residenziali,
sportive
e
servizi.
Il
nuovo
Parco
ScientiBico
sarà
realizzato
in
un’area,
la
collina
di
Erzelli,
posta
tra
Sestri
e
Cornigliano
nei
pressi
di
Coronata
nella
parte
occidentale
della
città
di
Genova.
Attualmente
l’area
è
nota
per
il
forte
degrado
ambientale
conseguente
all'utilizzo
della
vasta
spianata
pianeggiante
sulla
sua
sommità
come
deposito
a
cielo
aperto
di
container
vuoti,
disponibili
per
eventuali
necessità
delle
attività
portuali.
Il
progetto
ha
completato
l’iter
urbanistico
con
la
Birma,
nell’aprile
del
2007,
dell’Accordo
di
Programma
fra
Regione
Liguria,
Comune,
Università
di
Genova
e
GHT.
Tale
Accordo
da
attuazione
alle
previsioni
del
Piano
Territoriale
di
Coordinamento
degli
Insediamenti
Produttivi
dell'area
Centrale
Ligure
che
destina
la
spianata
di
Erzelli
alla
realizzazione
di
un
parco
scientiFico
tecnologico,
le
cui
caratteristiche
essenziali,
sotto
il
proBilo
urbanistico
insediativo,
devono
essere
quelle
di
un
parco
scientiBico
integrato
con
strutture
sportive
per
il
tempo
libero
e
di
intrattenimento.
La
proposta
progettuale
presentata
da
Genova
High
Tech
–
società
promotrice
e
proprietaria
della
gran
parte
della
spianata
degli
Erzelli
–
prevede
che
su
di
una
superCicie
territoriale
di
circa
440.000
mq
abbiano
sede:
•  la
Facoltà
di
Ingegneria
dell’Università
di
Genova,
che
occuperà
circa
85.000
mq
(superBicie
costruita)
e
costituirà
l’elemento
caratterizzante
dell’intero
progetto,
garantendo
alle
aziende
la
necessaria
ed
auspicata
cross
fertilization
tra
formazione,
ricerca
scientiBica,
alta
tecnologia
e
sviluppo
di
nuovi
prodotti;
•  aziende
high
tech
per
200.000
mq
di
superBicie
costruita
(si
ipotizza
l’installazione
di
circa
150
aziende);
•  un
grande
parco
urbano
di
circa
200.000
mq;
•  100.000
mq
di
superLicie
costruita
destinati
a
funzioni
residenziali;
•  è
prevista
la
realizzazione
di
funzioni
di
servizio,
di
connettivo
urbano,
ricreative,
per
la
residenza,
per
il
tempo
libero
e
lo
sport.
Gli
spazi
verranno
organizzati
ed
attrezzati
per
favorire
lo
sviluppo
di
ulteriori
iniziative
culturali,
sportive
e
ricreative
che
aumenteranno
il
grado
di
attrattività
dell’area
e
la
sua
integrazione
col
territorio.
Jessica
nella
Regione
Liguria
105
Riservato
e
conBidenziale
Potenzialmente
la
realizzazione
del
Progetto
“Leonardo”
sulla
collina
di
Erzelli
equivale
a
dotare
la
città
di
Genova
di
un
Parco
ScientiCico­Tecnologico
in
grado
di
competere
con
i
maggiori
parchi
tecnologici
stranieri.
Di
seguito
si
evidenzia
il
posizionamento
futuro
che
assumerebbe
il
nuovo
parco
scientiBico
con
le
sue
dimensioni
(in
termini
di
superBicie
territoriale,
costruita,
numero
di
aziende
attive
al
suo
interno
e
numero
degli
impiegati
nell’area)
rispetto
ai
maggiori
parchi
europei.
28%
<200
200‐600
22%
5%
55%
<15
601‐1000
22%
14%
>1000
21%
26%
15‐40
<50
50‐100
41‐80
101‐200
81‐150
18%
>150
18%
10%
9%
Area
totale
(ha)
Area
edificata
(ha)
Numero
aziende
440.000
mq
413.000
mq
150
Jessica
nella
Regione
Liguria
43%
106
>200
<300
10%
300‐800
12%
801‐1500
13%
1501‐3000
>3000
22%
Numero
impiega7
10.000
–
15.000
Riservato
e
conBidenziale
Fonte:
AT
Kearney,
2004
52%
Il
progetto
del
Parco
Leonardo,
almeno
nelle
sue
componenti
principali,
presenta
già
delle
caratteristiche
di
redditività
e
sostenibilità
economico‐
Binanziaria
che
hanno
permesso
di
attrarre
investitori
privati
e
che
consentono
la
negoziazione
di
forme
di
Binanziamento
sul
mercato
dei
capitali.
Il
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
l’innovazione
tecnologica
e
l’attrattività
dovrà
afBiancarsi
nelle
forme
d’investimento
nel
Parco
Leonardo
al
promotore
privato
ed
ai
suoi
eventuali
Binanziatori.
Come
già
presentato
in
altre
parti
del
documento,
l’ottica
d’intervento
di
un
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
che
operi
secondo
lo
schema
di
attività
JESSICA
richiede
che
esso
ricerchi
opportunità
d’investimento
che
dal
punto
di
vista
economico
rappresentino
dei
casi
al
limite
del
fallimento
del
mercato
pur
avendo
un
positivo
impatto
di
sviluppo
del
territorio.
In
questo
senso
il
FSU
dovrà
guardare
al
Progetto
Leonardo
cercando
di
isolarne
le
componenti,
che
pur
presentando
un
certo
grado
di
remuneratività,
risultino
più
“deboli”
dal
punto
di
vista
economico
e
che
generalmente
rischiano
di
non
essere
attuate.
In
aggiunta
dovranno
essere
valutate
le
opportunità
d’investimento
esterne
al
perimetro
degli
accordi
contrattuali
riportati
nell’Accordo
di
Programma
dell’aprile
2007
sul
Parco
Leonardo,
ma
che
sono
in
grado
di
impattare
positivamente
sul
territorio.
Dall’analisi
dei
contenuti
del
Progetto
sono
state
individuate
alcune
componenti
che
potrebbero
rappresentare
le
opportunità
d’investimento
del
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
l’innovazione
tecnologica
e
l’attrattività:
1. 
Progetto
di
valorizzazione
ed
eventuale
dismissione
delle
sedi
attualmente
occupate
dalla
Facoltà
d’Ingegneria
che
2. 
Progetto
di
realizzazione
di
residenze
per
studenti
ed
incubatori
per
imprese
eventualmente
associato
all’impiego
di
tecnologie
particolarmente
avanzate
per
il
risparmio
energetico.
I
contenuti
dell’Accordo
di
Programma
sottoscritto
dovranno
spostarsi
presso
la
nuova
sede
in
costruzione
all’interno
del
Parco
Leonardo.
Questo
progetto
si
interseca
potenzialmente
con
quello
del
Parco
Leonardo
nella
misura
in
cui
attraverso
la
valorizzazione
degli
immobili
attualmente
occupati
dall’Università
sarebbe
possibile
garantire
all’Università
il
reperimento
delle
risorse
mancanti
per
l’acquisto
della
sua
nuova
sede
e
la
sostenibilità
Binanziaria
dell’operazione
di
trasferimento
sulla
base
delle
possibilità
di
apprezzamento
dei
valori
del
patrimonio
immobiliare.
Garantendo
il
progetto
di
trasferimento
dell’Università
si
avvia
un
processo
virtuoso
di
lancio
del
Parco
ScientiBico
per
la
presenza
di
una
funzione
ancora
in
grado
di
attrarre
attori
del
settore
della
ricerca
scientiBica
e
dell’innovazione
tecnologica.
In
questo
modo
inoltre
gli
effetti
dell’operazione
avrebbero
ricadute
su
ambiti
molto
più
estesi
della
città.
InBine
un
progetto
coordinato
di
valorizzazione
degli
immobili
liberati
dall’Università
avrebbe
il
positivo
effetto
di
evitare
fenomeni
di
degrado
o
di
speculazione
assicurandosi
che
il
processo
di
riconversione
di
questo
patrimonio
e
la
sua
restituzione
alla
città
possa
avvenire
secondo
criteri
funzionali
per
lo
sviluppo
urbano.
prevedono
la
realizzazione
anche
di
residenze
studentesche
ed
incubatori
d’impresa
per
circa
9.000mq.
Ad
oggi
è
possibile
solo
ipotizzare
i
contenuti
di
una
tale
proposta
d’investimento
che
per
il
FSU
potrebbe
comportare
l’erogazione
di
un
Binanziamento
alla
società
realizzatrice
delle
strutture/gestore
delle
strutture
o
l’acquisizione
di
una
partecipazione
nello
strumento
che
potrebbe
sviluppare
l’intervento.
A
titolo
esempliBicativo,
i
ritorni
auspicabili
per
il
FSU
potrebbero
derivare
dalla
retrocessione
di
una
quota‐parte
di
risparmio
nella
bolletta
energetica,
dall’afBitto
di
queste
strutture
o
dall’erogazione
di
servizi
a
pagamento.
3. 
Realizzazione
di
un
collegamento
di
trasporto
verticale
da
e
verso
la
collina
di
Erzelli.
Una
volta
a
regime
si
stima
che
un
numero
consistente
di
persone
fra
studenti,
ricercatori
ed
impiegati
nelle
imprese
tecnologiche
fruiranno
dei
servizi
del
Parco
Tecnologico.
L’accessibilità
verso
l’area
di
questo
nuovo
numero
di
utenti
dovrà
essere
garantita.
Ad
oggi
è
previsto
soprattutto
il
rafforzamento
dei
collegamenti
viari.
Tuttavia,
è
in
corso
di
esame
una
proposta
per
la
realizzazione
di
un
collegamento
verticale
su
rotaia.
Nella
misura
in
cui
sia
possibile
pensare
alla
realizzazione
di
un’opera
“calda”
il
FSU
potrebbe
investire
nella
costruzione
e
gestione
di
tale
sistema
di
trasporto.
Jessica
nella
Regione
Liguria
107
Riservato
e
conBidenziale
Esempi
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
tecnologica
–
lo
schema
generale
FP/FSU
Per
la
Competitività
e
l’attrazione
tecnologica
di
Genova
PPP
Residenze
universitarie
ed
efficienza
energedca
Incremento
di
valore
Investi
m
ento
PPP
di
valorizzazione
sedi
dell’Università
Canoni
e
quota­
parte
di
risparmio
energetico
Nuova
residenza
universitaria
Incubatori
d’impresa
PPP
trasporto
sostenibile
Inv.
Canoni
Sistemi
di
trasporto
da/verso
Erzelli
a
basso
impatto
ambientale
Attuali
sedi
dell’Università
di
Genova
da
valorizzare
Jessica
nella
Regione
Liguria
108
Riservato
e
conBidenziale
Le
tre
principali
opportunità
d’investimento
che
sono
state
segnalate
a
titolo
esempliCicativo
come
opportunità
per
il
FSU
sono
coerenti
con
le
tipologie
d’investimento
a
maggiore
impatto
urbano
indicate
nel
DUP.
Competitività
del
sistema
tecnologico:
ricerca
ed
innovazione
•  Progetti
di
ricerca
industriale,
sviluppo
pre‐competitivo,
innovazione
di
prodotto
e/o
di
processo
•  Laboratori,
centri
di
competenza,
poli
di
ricerca,
per
realizzare
progetti
congiunti
di
ricerca
industriale
tra
organismi
di
ricerca
e
imprese
(con
priorita'
per
le
pmi)
•  Sviluppo
nuova
Assi
POR:
1.1
ob.3
imprenditorialità
/
nuovi
business
e
insediamento
imprese
•  Aiuti
alle
imprese
per
innovazione
e
internazionalizzazione
•  Potenziamento
servizi
di
trasporto,
promozione
TPL,
con
priorità
per
trasporto
sostenibile,
con
esclusione
di
acquisto
di
materiale
rotabile
Assi
POR:
3.2
ob.3
Competitività
del
sistema
ambiente
e
territorio
•  Interventi
di
rigenerazione
urbana
in
aree
urbane
caratterizzate
da
degrado
sociale,
economico
e
Bisico
•  Realizzazione
di
impianti
per
la
Assi
POR:
3.1
produzione
di
energia
da
fonti
rinnovabili,
anche
alimentati
Assi
POR:
2.1­2.2
con
biomasse
di
origine
locale
•  Incentivi
alla
riduzione
dei
consumi,
all'efBicienza
energetica
anche
negli
ediBici
pubblici
(con
esclusione
del
settore
residenziale)
•  Valorizzazione
dei
beni
ambientali
e
culturali,
anche
nel
paesaggio
rurale
e
delle
strutture
di
promozione
turistica
Assi
POR:
4.1
Dalla
lettura
critica
del
DUP
emergono
non
solo
la
coerenza
delle
iniziative
proposte,
ma
anche
alcune
indicazioni
circa
le
possibilità
di
loro
Cinanziamento:
•  diversi
Assi
del
POR
Competitività
ed
Occupazione
•  inoltre
a
tali
risorse
potrebbero
aggiungersi
anche
risorse
provenienti
da
altri
fondi
comunitari
e
nazionali.
In
particolare
modo,
come
si
vedrà
più
in
dettaglio
nelle
pagine
seguenti,
è
già
stato
previsto
e
deliberato
uno
stanziamento
di
fondi
FAS
a
parziale
copertura
del
fabbisogno
Binanziario
per
l’acquisto
della
nuova
sede
da
parte
dell’Università
di
Genova
•  Altre
risorse,
anche
in
termini
di
beni
immobili
e
terreni,
potrebbero
derivare
da
sinergie
ottenibili
con
il
Piano
Unitario
di
Valorizzazione
promosso
da
Regione
Liguria
ed
Agenzia
del
Demanio
e
con
il
recente
Piano
Casa
promosso
con
risorse
di
CDP,
statali
e
delle
Fondazioni
bancarie
•  Potenziali
investitori
privati
sia
istituzionali
che
non
(es:
Fondi
Pensione)
L’effetto
“leva”
e
gli
impatti
sul
territorio
Le
possibili
sinergie
realizzabili
avrebbero
l’effetto
positivo
oltre
che
di
aumentare
le
dimensioni
degli
investimenti
realizzabili
grazie
ad
un
“effetto
leva”,
anche
di
aumentarne
la
portata
qualitativa
garantendone
allo
stesso
tempo
una
coerenza
complessiva.
Le
tipologie
di
spese
che
fanno
riferimento
a
fondi
di
provenienza
diversa
rispetto
al
FESR
o
che
non
sono
considerate
ammissibili
dai
Regolamenti
di
utilizzo
dei
Fondi
Strutturali
potranno
comunque
essere
effettuate
dal
FSU.
In
questo
caso
occorrerà
mantenere
una
tracciabilità
contabile
distinta
rispetto
ai
fondi
FESR.
Jessica
nella
Regione
Liguria
109
Riservato
e
conBidenziale
La
proposta
di
FSU
per
la
competitività
e
l’attrazione
Cinora
presentata
ha
le
caratteristiche
che
lo
rendono
idoneo
ad
uno
schema
di
Cinanziamenti
JESSICA:
…..investe
in
progetti
rispondenti
ai
criteri
di
“jessicabilità”…
Nel
terzo
capitolo
è
stata
presentata
una
griglia
di
possibili
criteri
di
selezione
delle
proposte
progettuali
che
possono
rientrare
nel
portafoglio
d’investimenti
di
un
Fondo
di
Sviluppo
Urbano.
Questa
griglia
è
stata
applicata
per
la
valutazione
di
ciascuno
dei
tre
progetti
individuati.
…ed
inseriti
in
un
Piano
Integrato
per
lo
Sviluppo
Urbano
Sostenibile….
La
coerenza
complessiva
della
strategia
d’azione
presentata
con
diversi
strumenti
di
programmazione
del
territorio
farebbe
pensare
che
sia
possibile
considerare
come
“Piano
Integrato
per
lo
Sviluppo
Urbano
Sostenibile”
ai
sensi
dei
Regolamenti
europei
l’insieme:
•  degli
interventi
di
cui
all’Accordo
di
Programma
del
4
aprile
2007
tra
Regione
Liguria,
Comune
di
Genova,
Università
di
Genova
e
GHT
e/o
•  progetti
inclusi
nel
perimetro
del
parco
scientiBico‐tecnologico
della
collina
degli
Erzelli
e
degli
•  altri
interventi
localizzati
nell’area
metropolitana
di
Genova
che,
sebbene
non
rientrino
esplicitamente
nel
perimetro
dell’AdP
siano
da
considerarsi
necessari
per
la
sua
concretizzazione.
Jessica
nella
Regione
Liguria
110
Riservato
e
conBidenziale
1.  Il
Progetto
di
valorizzazione
ed
eventuale
dismissione
delle
sedi
attualmente
occupate
dalla
Facoltà
d’Ingegneria.
La
Facoltà
d’Ingegneria
rappresenta
una
realtà
importante
all’interno
dell’Università
di
Genova,
da
essa
infatti,
in
particolare
grazie
agli
accordi
stipulati
con
imprese
private
(ad
es.
quali
Rolls
Royce,
ABB,
ERG,
FS,
Finmeccanica),
deriva
una
percentuale
consistente
(circa
il
40%)
delle
fonti
di
ricavo
annue
per
l’università.
La
qualità
dell’insegnamento
rappresenta
un
caso
di
eccellenza
riconosciuto
tanto
a
livello
nazionale
che
internazionale
(classiBiche
indipendenti
quotano
la
facoltà
d’Ingegneria
al
terzo
posto
in
Italia)
in
particolare
nel
settore
dell’Ingegneria
Navale.
Ad
oggi
risultano
iscritti
a
questa
facoltà
circa
5.000
studenti
di
cui
circa
il
10%
di
provenienza
straniera
(Grecia,
Cina,
Nord
Africa
e
Nord
Europa).
L’Università
si
trova
oggi
in
un
momento
critico
per
la
sua
didattica.
Le
strutture
che
ospitano
laboratori
e
lezioni
non
sono
più
adeguate
alle
esigenze
dell’insegnamento
attuale
né
riusciranno
a
soddisfare
le
richieste
future.
Ad
oggi
infatti
aule
e
laboratori
sono
suddivisi
su
più
immobili
non
progettati
per
supportare
l’attività
didattica:
villa
Cambiaso,
villa
Bonino
e
Padiglioni
in
via
Opera
Pia
nel
quartiere
residenziale
di
Albaro
(per
un
totale
complessivo
di
SLU
di
circa
29.000mq),
ma
le
lezioni
si
tengono
anche
nei
padiglioni
della
Fiera
e
mancano
adeguate
strutture
per
svolgere
attività
di
ricerca
e
test
(es.
galleria
del
vento,
bacino
navale,
laboratori
di
acustica
applicata
e
laboratori
in
generale).
Nei
prossimi
anni
inoltre
l’Università
punta
ad
accrescere
il
numero
di
studenti
a
6.500
attirandoli
soprattutto
dalle
vicine
regioni
(Piemonte,
Emilia,
Toscana),
ma
anche
da
altri
paesi
del
Mediterraneo.
Queste
considerazioni
si
trovano
alla
base
delle
decisioni
che
hanno
portato
nell’aprile
2007
alla
sottoscrizione
di
un
Accordo
di
Programma
fra
Regione
Liguria,
Comune
di
Genova,
Università
degli
studi
e
GHT
SpA.
Tale
Accordo
prevede
la
realizzazione
di
una
nuova
sede
per
la
Facoltà
d’Ingegneria
e
disciplina
la
messa
a
disposizione
delle
risorse
Binanziarie
necessarie
per
la
ricollocazione
dell’intero
polo
genovese
nel
nuovo
Polo
che
verrà
realizzato
ad
Erzelli
da
GHT.
In
particolare
modo,
a
fronte
di
un
impegno
Binanziario
massimo
per
l’acquisto
della
nuova
sede
di
Eur
140
mln
sono
state
individuate
le
seguenti
fonti
di
copertura:
Fonte
Legge
296/2006
(Binanziaria
2007)
Art.1,
comma
1333
(a
carico
MUR)*
Risorse
Eur
mln
Tipologia
intervento
Cinanziata
75
opere
di
insediamento
sede
universitaria
DL
159/07
convertito
in
legge
222/07
art.23
(a
carico
Ministero
delle
Infrastrutture)
10
opere
di
insediamento
sede
universitaria
FAS
regionale
25
opere
di
insediamento
sede
universitaria
Proventi
provenienti
dalla
dismissione
del
patrimonio
immobiliare
attualm.
occupato
30
dall'Univ.**
laboratori
di
ricerca
Totale
140
*
previsti
Eur
5
mln
annui
per
15
anni,
con
oneri
Binanziari
a
carico
della
Regione
a
partire
dal
2008
**
tali
risorse
devono
essere
disponibili
in
anticipazione
rispetto
all’effettiva
trasferibilità
degli
immobili
che
potrà
avvenire
solo
successivamente
al
trasloco
dell’Università
Jessica
nella
Regione
Liguria
111
Riservato
e
conBidenziale
1.  Il
Progetto
di
valorizzazione
ed
eventuale
dismissione
delle
sedi
attualmente
occupate
dalla
Facoltà
d’Ingegneria
(segue).
Nell’ambito
dello
stesso
Accordo
di
Programma
vengono
anche
riportate,
seppure
in
modo
generico
le
esigenze
dell’Università
di
Genova
in
merito
alla
quantità
di
superBici
da
realizzare:
• 
Fino
a
90.000
mq
di
superBicie
ediBicabile
oltre
ai
necessari
parcheggi
di
cui
circa
81.000
mq
per
aule,
dipartimenti,
laboratori
e
servizi
da
ediBicare
nell’ambito
del
Sub
Settore
1
e
circa
9.000
mq
per
spin‐off
e
residenze
per
studenti
da
realizzarsi
nei
sub‐settori
in
cui
tali
destinazioni
sono
ammesse
dalle
norme
di
attuazione.
Ad
oggi
gli
accordi
fra
l’Università
e
GHT
sono
ancora
in
corso
di
negoziazione,
sembrerebbe
comunque
che
data
la
disponibilità
di
risorse
dell’Università
la
progettazione
delle
strutture
universitarie
da
parte
di
GHT
si
stia
orientando
verso
un
approccio
a
più
fasi
che
prevede
inizialmente
la
realizzazione
di
un
complesso
di
aule
e
laboratori
per
la
ricerca
nel
Sub‐Settore
1
dell’intero
ambito
oggetto
dell’
AdP
per
una
superBicie
complessiva
di
67.000mq.
Il
progetto,
che
porta
la
Birma
dell’Arch.Bellini
è
organizzato
in
modo
tale
che
in
una
fase
successiva
tale
struttura
possa
essere
ampliata
Bino
a
completare
la
superBicie
consentita
dal
punto
di
vista
urbanistico
nel
primo
sub‐settore.
Sulla
base
delle
informazioni
a
disposizione
e
come
peraltro
discende
dalle
previsioni
delle
Norme
di
Attuazione
non
sembrerebbe
siano
inclusi
nel
progetto
relativo
al
Sub‐settore
1
(a
cui
si
riferisce
anche
l’impegno
Binanziario
massimo
di
Eur
140
mln)
né
la
realizzazione
di
spazi
per
incubatori
né
spazi
per
residenze
universitarie.
Per
l’Università
è
previsto
un
complesso
articolato
sui
tre
principali
dipartimenti,
con
le
attività
didattiche
ed
i
laboratori
dimensionati
e
distribuiti
in
modo
da
creare
un
complesso
integrato
e
passibile
di
ulteriori
ampliamenti.
La
localizzazione
dei
Dipartimenti
della
Facoltà
di
Ingegneria
sulla
Collina
degli
Erzelli
ha
un
ruolo
fondamentale
nel
Progetto
del
Parco
Tecnologico
ScientiBico.
In
particolare,
il
complesso
dell’Università
risulta
di
facile
individuabilità
e
svolge
un
ruolo
catalizzatore
e
mediatore
con
le
altre
presenze
sul
sito,
anche
attraverso
l’integrazione
con
il
parco,
che
si
estende
per
tutta
la
superBicie
del
lotto
di
progetto.
Localizzato
nella
parte
Nord‐Ovest
del
lotto,
si
propone
in
una
posizione
privilegiata
dominante
il
parco,
articolata
come
segue:
si
distingue
una
parte
bassa
organizzata
su
due
livelli
che
ospiterà
le
aule,
la
biblioteca
e
gli
spazi
accessori
e
che
costituisce
una
piastra
base
sulla
quale
si
ergono
tre
ediBici
di
tipologia
“a
stecca”,
sede
dei
dipartimenti
di
Ingegneria
Industriale,
di
Ingegneria
informatica
e
di
Ingegneria
Civile
e
Ambientale.
La
piastra
aule
avrà
invece
una
superBicie
totale
di
12.000
mq.
All’estremità
Nord
a
loro
volta
saranno
insediati
i
laboratori
a
servizio
dei
dipartimenti
(si
prevede
di
realizzare
circa
64
laboratori),
che
occupano
una
superBicie
di
circa
16.000
mq.
Sulla
testa
Sud,
con
affaccio
diretto
sul
parco,
gli
ufBici
della
Presidenza
godono
di
una
posizione
privilegiata
e,
insieme
a
biblioteca
e
aula
magna,
dispongono
di
accesso
indipendente
direttamente
dalla
piazza
antistante.
Sul
lato
Ovest
del
lotto,
invece,
spicca
l’ediBicio
dell’Aula
Magna,
che
sarà
particolarmente
visibile
dall’Autostrada
A10
e
dal
vicino
quartiere
residenziale
di
Sestri
Ponente.
Inoltre,
prospiciente
sulla
loggia‐podio
e
adiacente
alla
biblioteca,
è
stato
localizzato
uno
spazio
per
esposizioni
legate
all’attività
di
formazione.
Per
quanto
riguarda
la
dotazione
di
parcheggi,
è
stato
possibile
disporre
di
due
livelli
seminterrati
sottostanti
la
piastra
delle
aule
riservati
a
docenti,
personale
e
studenti
dell’Università,
con
accessi
sui
lati
est
ed
ovest
dell’ediBicio.
Il
progetto
si
connota
inoltre
per
il
basso
impatto
ambientale
dei
materiali
impiegati
per
la
costruzione
e
per
l’applicazione
di
tecnologie
di
costruzione
che
ridurranno
il
fabbisogno
energetico
degli
ediBici
oltre
alle
obbligazioni
di
legge.
Poiché
gli
accordi
fra
GHT
e
Università
non
sono
ancora
stati
formalizzati
non
è
possibile
indicare
con
sicurezza
le
tempistiche
di
realizzazione
di
tale
struttura
né
le
modalità
di
versamento
del
prezzo
a
GHT.
Da
alcune
prime
indicazioni
sembrerebbe
che
l’inizio
dei
lavori
nel
sub‐settore
1
sia
previsto
per
il
secondo
semestre
2009
e
il
termine
per
Bine
2014.
Jessica
nella
Regione
Liguria
112
Riservato
e
conBidenziale
1.  Il
Progetto
di
valorizzazione
ed
eventuale
dismissione
delle
sedi
attualmente
occupate
dalla
Facoltà
d’Ingegneria
(segue).
L’elemento
critico
necessario
a
garantire
l’avvio
dell’operazione
di
costruzione
della
nuova
sede
universitaria
riguarda
il
reperimento,
in
forma
anticipata,
di
Eur
30
Mln
legati
alla
valorizzazione
degli
immobili
esistenti
che
sulla
base
degli
accordi
sottoscritti
con
l’AdP
la
Regione
Liguria
deve
garantire
all’Università.
Gli
immobili
attualmente
occupati
da
quest’ultima
sono
posizionati
in
una
delle
zone
residenziali
più
prestigiose
di
Genova
e
la
loro
valutazione
è
del
tutto
preliminare
rispetto
alle
effettive
possibilità
di
una
loro
valorizzazione.
Un
progetto
“jessicabile”
potrebbe
essere
strutturato
attorno
alla
valorizzazione
di
tale
patrimonio
ed
alla
realizzazione
di
residenze
per
studenti
ed
incubatori
d’impresa.
A
titolo
esempliBicativo
tale
ambito
d’attività
potrebbe
essere
quello
di
un
Fondo
Immobiliare
ad
apporto.
Sede
Futura
Lo
sviluppo
di
Erzelli
Sede
Attuale
Fonte:
elaborazione
da
Google
Map
Jessica
nella
Regione
Liguria
113
Riservato
e
conBidenziale
2.  Progetto
di
realizzazione
di
residenze
per
studenti
ed
incubatori
per
imprese
associato
all’impiego
di
tecnologie
per
il
risparmio
energetico.
A
fronte
dei
programmi
di
crescita
dell’Università
si
renderà
necessaria
la
realizzazione
di
strutture
destinate
ad
accogliere
e
favorire
l’avvio
di
un’attività
d’impresa
collegata
alla
ricerca
scientiBica
(incubatori
d’impresa)
e
di
supporto
per
offrire
ospitalità
a
studenti,
ricercatori
e
scienziati
provenienti
da
fuori
sede.
Nell’ambito
dell’Accordo
di
Programma
cui
si
è
fatto
riferimento
nelle
pagine
precedenti
l’esigenza
dell’Università
in
questo
senso
viene
quantiBicata
in
circa
9.000
mq.
Il
progetto
ad
oggi
in
corso
di
negoziazione
fra
l’Università
e
GHT
relativamente
al
Sub‐settore
1
non
include
queste
due
tipologie
di
strutture,
per
le
quali
pertanto
potrebbero
essere
aperte
ulteriori
negoziazioni
con
il
promotore
per
riuscire
a
localizzarle
negli
altri
sub‐settori
previsti
nell’ambito
della
collina
di
Erzelli.
Opportunità
alternative
di
realizzazione
di
questo
tipo
di
strutture
e
di
possibile
investimento
da
parte
del
FSU
potrebbero
reperirsi
in
altre
parti
della
città
che
potrebbero
svilupparsi
funzionalmente
al
Polo
ScientiBico‐Tecnologico
di
Erzelli
(ad
es.
nell’ambito
di
Sestri
sottostante
alla
collina
di
Erzelli
nella
parte
occidentale
della
città).
Tali
strutture
sono
peraltro
molto
importanti
per
il
funzionamento
del
Parco
ScientiBico
Tecnologico
ed
è
possibile
ipotizzare
dei
meccanismi
di
ritorno
economico
derivanti
dalla
gestione
delle
strutture/afBitto
di
spazi
ecc.
che
potenzialmente
siano
in
grado
di
qualiBicarli
come
interventi
“jessicabili”.
Di
seguito
si
riportano
alcune
esperienze
in
tema
di
residenze
per
studenti
che
possono
offrire
alcuni
utili
spunti
d’ispirazione.
In
particolare
il
modello
di
gestione
di
tali
strutture
assomiglia
a
quello
di
una
struttura
alberghiera,
aspetto
che
peraltro
contribuisce
a
differenziarle
da
un
intervento
residenziale
(si
ricorda
che
la
realizzazione
di
edilizia
residenziale
non
è
considerata
una
spesa
ammissibile
ai
Bini
dell’utilizzo
dei
Fondi
strutturali).
• 
www.nidostudentliving.com
‐
Una
società
londinese
ha
sviluppato
un
modello
di
ospitalità
di
“alta
gamma”
per
studenti.
Le
strutture
offrono
stanze
di
diverse
metrature
in
afBitto
sia
per
periodi
prolungati
che
per
periodi
brevi
di
poche
settimane,
tanto
a
studenti
e
ricercatori
quanto
a
turisti
(nel
periodo
estivo
in
cui
sono
sospese
le
attività
d’insegnamento).
Le
strutture
sono
realizzate
secondo
i
più
moderni
parametri
di
confort
ed
offrono
servizi
di
connettività
internet,
centro
di
assistenza
medica,
centro
Bitness
ecc.
• 
www.esterni.org
‐
Esterni
è
un’organizzazione
milanese
che
si
occupa
dello
sviluppo
di
progetti
culturali
in
molti
ambiti.
Nel
corso
dell’annuale
settimana
del
Design
che
si
svolge
a
Milano
allestisce
delle
strutture
di
accoglienza
temporanea
per
giovani
designer.
Sta
collaborando
anche
alla
progettazione
di
strutture
di
co‐housing.
Attenzione:
gli
interventi
di
costruzione
di
edilizia
residenziale
ad
oggi
non
sono
considerati
come
spesa
ammissibile
all’utilizzo
di
Fondi
Strutturali.
Ciò
nonostante
potrebbe
essere
veriCicato
con
la
Commissione
Europea
in
che
misura
e
con
che
caratteristiche
la
costruzione
e
la
gestione
di
strutture
dedicate
ad
accogliere
studenti
e
ricercatori
potrebbe
presentare
un
proCilo
di
ammissibilità.
Qualora
non
dovesse
comunque
essere
considerato
ammissibile,
l’investimento
da
parte
del
FSU
in
iniziative
di
questo
tipo
dovrebbe
essere
Cinanziato
con
risorse
non
afferenti
ai
Fondi
Strutturali.
Il
FSU
potrebbe
fare
questo
tipo
di
investimenti
direttamente
solo
in
una
fase
successiva
utilizzando
risorse
dei
Fondi
Strutturali
che
abbiano
già
fatto
un
“primo
giro
di
rimborso”.
Jessica
nella
Regione
Liguria
114
Riservato
e
conBidenziale
3.  Realizzazione
di
un
collegamento
verticale
da
e
verso
la
collina
di
Erzelli.
Una
volta
a
regime
si
stima
che
un
numero
consistente
di
persone
fra
studenti,
ricercatori
ed
impiegati
nelle
imprese
tecnologiche
fruiranno
dei
servizi
del
Parco
Tecnologico.
Per
fare
fronte
alla
nuova
domanda
di
mobilità
ad
oggi
il
progetto
deBinito
nell’ambito
dell’Accordo
di
Programma
sottoscritto
prevede
il
rafforzamento
dei
collegamenti
viari
verso
la
collina
e
la
realizzazione
di
una
nuova
strada
di
collegamento
(via
dell’Acciaio).
Nell’AdP
è
previsto
inoltre
l’obbligo
per
il
promotore
privato
GHT
di
svolgere
uno
“studio
di
fattibilità”
su
di
un
possibile
collegamento
a
basso
impatto
ambientale
(funicolare
o
altro
impianto
a
sede
Bissa)
tra
la
collina
di
Erzelli,
la
nuova
stazione
ferroviaria
di
Cornigliano
con
un’attestazione
in
prossimità
dell’aeroporto
di
Genova
o
in
corrispondenza
del
centro
abitato
di
Sestri.
Il
progetto
di
un
collegamento
diretto
fra
l’area
dell’aeroporto,
la
rete
ferroviaria
metropolitana
e
la
collina
di
Erzelli
già
da
tempo
è
oggetto
di
studi
delle
autorità
locali.
In
particolare
se
le
possibilità
operative
convergono
verso
l’utilizzo
dei
sistemi
meccanizzati
in
sede
Bissa
che
potranno
garantire
un’efBicienza
di
servizio
ed
una
mobilità
svincolata
dalla
sede
viaria,
operando
su
tracciati
autonomi,
è
ancora
oggetto
di
discussione
il
possibile
tracciato
di
questa
struttura.
La
prima
ipotesi
oggetto
di
studio
prevede
un
collegamento
diretto
con
la
città
a
partire
dal
Terminal
passeggeri
aeroportuale
che
permetta
velocemente
ai
suoi
utenti
di
raggiungere
il
nodo
di
interscambio
intermodale
intermedio
che
si
aggancia
alla
linea
ferroviaria
ed
alla
viabilità
principale,
sulla
quale
sono
operative
le
linee
del
trasporto
su
gomma
e
nel
contempo
permette
di
proseguire
il
percorso
su
di
un
impianto
meccanizzato
che
risale
il
versante
sud
della
collina
degli
Erzelli
e
raccorda
quindi
la
nuova
ediBicazione
con
la
rete
dei
collegamenti
pubblici.
Questa
prima
proposta
prevederebbe
un
eventuale
attestamento
della
fermata
nella
zona
meridionale
della
spianata
di
Erzelli
ed
un
suo
eventuale
prosieguo
verso
la
porzione
più
arretrata
dell’ambito
oggetto
di
intervento
ed
in
cui
sarà
ospitata
la
nuova
sede
dell’Università.
La
proposta
preliminare
su
cui
sono
state
articolate
le
prime
analisi
si
compone
di
due
distinti
impianti,
sia
per
tipologia
che
per
portata.
Il
collegamento
con
l’aeroporto
prevede
un
sistema
di
trasporto
tipo
“people
mover”
costituito
da
una
navetta
con
una
portata
di
circa
30/40
persone,
che
scorre
su
una
via
di
corsa
aerea,
trainato
da
un
sistema
di
funi
con
cabine
ad
aggancio
automatico.
L’impianto
di
accesso
agli
Erzelli,
con
partenza
dalla
stazione
d’interscambio,
collegherà
con
un
sistema
di
ascensori
inclinati
o
una
funicolare
il
nuovo
insediamento
collinare.
Ad
oggi
esiste
solo
una
stima
preliminare
del
costo
di
questa
infrastruttura
che
è
stato
elaborato
tenendo
conto
del
costo
di
un’analoga
infrastruttura
di
trasporto
realizzata
a
Perugia.
Tale
costo
è
così
stimato
in
circa
Eur
20
mln.
Il
Comune
di
Genova
sta
valutando
la
fattibilità
di
una
seconda
ipotesi
di
realizzazione
di
questa
infrastruttura.
La
struttura
dovrebbe
raggiungere
la
collina
di
Erzelli
direttamente
dal
lato
dell’Università
e
la
stazione
di
attestazione
dovrebbe
essere
realizzata
nell’ambito
dell’area
di
Sestri
(mantenendo
comunque
la
stazione
già
esistente
di
Sestri)
in
prossimità
dei
Magazzini
Riva
e
di
qui
connettersi
con
il
sistema
di
ferrovia
metropolitana.
La
realizzazione
di
questa
struttura
dovrebbe
innestare
e
facilitare
un
processo
di
rigenerazione
dell’intero
quartiere
ai
piedi
della
collina
di
Erzelli
ed
in
particolare
della
zona
gravitante
su
via
Sant’Elia
che
presenta
numerose
aree
dismesse.
Potrebbe
svilupparsi
un
polo
di
servizi
(ufBici,
spazi
commerciali)
a
servizio
del
Polo
Tecnologico
(oltre
che
del
quartiere
stesso)
ed
attivarsi
un
progetto
di
riqualiBicazione
del
polo
scolastico
che
ospita
diversi
istituti
tecnici.
Il
Comune
sta
valutando
la
fattibilità
ed
i
costi
di
quest’opera
nell’ambito
di
un
più
ampio
studio
sul
suo
territorio
focalizzato
sui
“nodi
urbani”
dal
punto
di
vista
trasportistico
che
sta
conducendo
con
l’Università
Bocconi
e
la
società
di
consulenza
Systematica.
Ad
oggi
non
esistono
stime
preliminari
sul
costo
di
tale
struttura.
Jessica
nella
Regione
Liguria
115
Riservato
e
conBidenziale
3.  Realizzazione
di
un
collegamento
verticale
da
e
verso
la
collina
di
Erzelli
(segue)
Uno
studio
più
approfondito,
che
dovrà
essere
effettuato
a
cura
di
GHT,
potrà
essere
commissionato
ed
efBicacemente
portato
a
termine
solo
nel
momento
in
cui
le
autorità
competenti
(Comune
di
Genova
e
FS)
dovessero
raggiungere
un
accordo
circa
il
posizionamento
della
stazione
intermedia
di
questa
infrastruttura.
Sicuramente
l’avvio
del
progetto
di
sviluppo
sulla
collina
degli
Erzelli
potrà
accelerare
questo
processo
e
contribuire
alla
concretizzazione
di
un’ipotesi
speciBica.
Nella
misura
in
cui
sia
possibile
pensare
alla
realizzazione
di
un’opera
“calda”
il
FSU
potrebbe
investire
nella
costruzione/gestione
di
tale
sistema
di
trasporto.
La
nuova
sede
dell’Università
e
il
sistema
di
collegamento
dell’area
dell’
AdP
Erzelli
(le
due
possibili
ipotesi
di
realizzazione)
Centro
città
Jessica
nella
Regione
Liguria
116
Riservato
e
conBidenziale
Verso
la
strutturazione
di
uno
strumento
d’ingegneria
Cinanziaria
nell’ambito
dell’iniziativa
JESSICA
per
la
Regione
Liguria
–
valutazioni
da
parte
delle
strutture
regionali
Sono
emersi
alcuni
elementi
che
ad
oggi
riBlettono
le
disponibilità
economiche
e
di
pianiBicazione
della
Regione
a
valere
sul
programma
POR
Competitività
e
che
inevitabilmente
impattano
concretamente
sulle
possibilità
di
strutturazione
di
uno
schema
JESSICA
nella
Regione
Liguria.
Sono
individuabili
le
seguenti
dotazioni
dello
strumento
d’ingegneria
Binanziaria
attivabili
da
parte
degli
enti
locali
liguri:
• 
Allo
stato
attuale
della
programmazione
ed
attuazione
del
POR
2007‐2013
non
è
prevista
l’attuazione
di
risorse
a
valere
sull’Asse
III
“RiqualiCicazione
urbana”.
Questo
in
quanto
la
completa
disponibilità
di
tale
Asse
è
stata
allocata
all’attuazione
dei
programmi
PISU
che
emergeranno
dalla
procedura
competitiva
avviata
ed
a
cui
si
è
fatto
riferimento
nel
terzo
capitolo.
• 
Tuttavia
è
da
rilevare
che
le
operazioni
di
riqualiBicazione
urbana
previste
nell’area
di
Erzelli
rappresentano
un
progetto
integrato
di
scala
ed
importanza
territoriale
per
l’intera
area
genovese.
Infatti
a
titolo
esempliBicativo
l’ambito
adiacente
di
Cornigliano
è
stato
oggetto
di
uno
studio
di
fattibilità
per
la
riconversione
delle
aree
dismesse
dalle
lavorazioni
siderurgiche
dell’ILVA
Binanziato
con
risorse
FAS.
Sulla
base
di
tale
studio
è
stato
attivato
e
Binanziato
attraverso
un
Accordo
di
Programma
l’intervento
complessivo
di
boniBica,
infrastrutturazione
e
riconversione
delle
stesse
aree
per
un
valore
complessivo
di
circa
Eur
216
Mln.
• 
Potrebbero
essere
dedicate
allo
sviluppo
di
uno
schema
JESSICA
risorse
provenienti
dall’Asse
I
“Innovazione
e
competitività”.
Date
le
caratteristiche
di
tale
Asse
le
spese
che
quindi
possono
risultare
ammissibili
rispetto
all’allocazione
dei
Fondi
Strutturali
e
compatibili
rispetto
alla
natura
degli
interventi
in
esame
si
riferiscono
alla
realizzazione
di
spazi
e
strutture
per
incubatori
d’imprese/spin­off
dalla
ricerca.
• 
Da
tale
Asse
I
potrebbero
essere
allocati
circa
Eur
5/10
mln
• 
Eur
2
Mln
di
risorse
FAS
sul
fondo
mobilità
sostenibile
ed
Eur
10
mln
circa
di
risorse
ex
comma
53
art.145
della
L388/2000
per
l’infrastruttura
di
collegamento
fra
la
stazione
ferroviaria
ed
Erzelli,
Eur
5
Mln
di
risorse
regionali
FAS
per
la
riqualiBicazione
urbana
• 
Eur
30
Mln
(stimati)
come
conferimenti/messa
a
disposizione
degli
immobili
ad
oggi
utilizzati
dalla
Facoltà
d’Ingegneria
L’ipotesi
di
strutturazione
di
uno
schema
JESSICA
per
la
Regione
Liguria
che
sarà
presentata
nelle
pagine
successive
tiene
conto
sia
delle
disponibilità
economiche
e
di
pianiBicazione
della
Regione
qui
presentate
che
delle
caratteristiche
degli
elementi
d’investimento
ad
oggi
identiBicati
per
il
FSU.
Un’eventuale
successiva
redistribuzione
di
risorse
POR
attivabili
o
l’identiBicazione
di
ulteriori
possibilità
d’investimento
potrebbero
modiBicare
lo
schema
di
attivazione
di
JESSICA
in
Liguria.
In
ogni
caso
la
proposta
qui
presentata
si
deve
intendere
come
preliminare
e
la
sua
attuazione
dovrà
essere
subordinata
ad
approfondimenti
di
natura
tecnica
e
legale.
Jessica
nella
Regione
Liguria
117
Riservato
e
conBidenziale
È
importante
dotare
il
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
delle
conoscenze
e
delle
competenze
necessarie
per
il
suo
corretto
funzionamento:
non
è
necessario
che
venga
creata
ex‐novo
una
struttura
dotata
di
tutte
le
competenze,
ma
potrebbe
essere
strutturato
un
sistema
di
accordi
ed
alleanze
con
realtà
già
presenti
sul
territorio
Le
attività
svolte
dal
FSU
Le
competenze
richieste
Gli
attori
presenti
sul
territorio
•  in
coordinamento
con
la
Regione
deBinisce
i
criteri
per
la
scelta
delle
opportunità
d’investimento
delle
dotazioni
provenienti
dai
Fondi
Strutturali
•  identiBicazione
del
mercato
“target”
di
progetti
di
sviluppo
urbano
in
cui
investire
•  predisposizione
di
un
Piano
di
Attività
•  valutazione
continua
del
contesto
territoriale
e
della
competitività
•  analisi
tecnico‐Binanziaria
di
possibili
opportunità
d’investimento
e
predisposizione
della
documentazione
da
sottoporre
alle
decisioni
del
Comitato
d’investimento
•  monitoraggio
degli
investimenti
e
revisione
della
strategia
•  Finanziarie
•  analisi
progetti
urbani
•  gestione/rendicontazione
relativa
all’utilizzo
dei
fondi
strutturali
•  Aiuti
di
Stato
•  gestione
di
portafogli
d’investimento
•  analisi
del
territorio
•  analisi
e
strutturazione
legale
•  FILSE
(Finanziaria
Regionale)
•  Istituti
Binanziari
locali
(es:
CARIGE)
•  Istituti
Binanziari
centrali
specializzati
nella
realizzazione
di
progetti
di
Binanza
pubblica
(es:
CDP)
•  URBANLAB
ed
UfBici
tecnici
comunali
•  servizio
legale
interno
alla
Regione
La
Banca
Europea
degli
Investimenti
potrebbe
afBiancare
la
Regione
Liguria*
nelle
fasi
iniziali
di
lancio
dell’attuazione
del
programma
JESSICA
sulla
base
di
un
programma
di
Assistenza
Tecnica.
I
contenuti
di
tale
programma
di
assistenza
potrebbero,
a
titolo
esempliBicativo,
prevedere:
•  assistenza
alla
Regione
Liguria,
o
a
struttura
da
essa
indicata,
nella
strutturazione
del
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
(es:
deBinizione
della
strategia
d’investimento,
identiBicazione
dello
schema
organizzativo
e
di
governance,
eventuale
deBinizione
dei
Terms
of
Reference
sulla
base
del
quale
identiBicare
competenze
necessarie
per
il
fondo,
identiBicazione
delle
problematiche
e
delle
possibili
modalità
di
loro
gestione)
•  assistenza
alla
Regione
Liguria
nella
predisposizione
della
struttura
contrattuale
e
legale
necessaria
per
la
costituzione
di
un
FSU
•  assistenza
alla
Regione
Liguria
ed
al
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
nella
strutturazione
del
sistema
di
reporting
e
monitoraggio
*
Secondo
la
recente
proposta
di
revisione
dei
Regolamenti
Comunitari,
l’incarico
di
Assistenza
Tecnica
potrebbe
essere
afBidato
alla
Banca
Europea
degli
Investimenti
da
parte
delle
Autorità
di
Gestione
direttamente
senza
l’espletamento
di
una
procedura
di
gara.
Riservato
e
conBidenziale
Jessica
nella
Regione
Liguria
118
Una
proposta
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
tecnologica
in
Regione
Liguria
–
le
considerazioni
alla
base
della
proposta
La
proposta
di
strutturazione
del
meccanismo
JESSICA
nella
Regione
Liguria,
rispetto
alla
strumentazione
istituzionale
illustrata
nel
terzo
capitolo
tiene
conto
di
alcune
considerazioni
che
si
riferiscono
alle
caratteristiche
dei
progetti
che
sono
stati
individuati
come
potenziali
forme
d’investimento
del
FSU
ed
all’ammontare
delle
risorse
di
provenienza
dai
Fondi
Strutturali
disponibili
per
la
Regione.
Di
seguito
sono
presentate
sinteticamente
tali
considerazioni.
Non
sembrerebbe
opportuno
attivare
una
struttura
di
Fondo
di
Partecipazione:
• 
• 
• 
l’importo
limitato
delle
risorse
provenienti
dai
Fondi
Strutturali
(Eur
10
mln)
che
sarebbero
allocabili
al
programma
JESSICA
e
l’identiBicazione
già
in
fase
avanzata
delle
opportunità
d’investimento
sembrerebbero
minimizzare
i
vantaggi
legati
all’attivazione
di
un
FP;
oltre
al
FSU
“Competitività
ed
Attrazione
Tecnologica”
gli
importi
attivati
a
valere
sul
POR
non
sembrerebbero
includere
la
possibilità
di
avviare
ulteriori
FSU
e
quindi
non
sembrerebbe
necessario
il
ruolo
di
coordinamento
complessivo
che
potrebbe
svolgere
il
Fondo
di
Partecipazione;
il
vantaggio
dell’anticipazione
temporale
delle
risorse
comunitarie
sarebbe
ridotto
se
il
FSU
potesse
essere
costituito
all’interno
della
Binanziaria
regionale
con
afBidamento
diretto.
Fra
le
forme
giuridiche
che
potrebbe
assumere
il
FSU,
nel
caso
concreto
sembrerebbe
preferibile
strutturarlo
come
“patrimonio
separato”
all’interno
della
Finanziaria
Regionale,
FILSE
(posseduta
al
100%
dalla
Regione
Liguria),
la
quale
sarebbe
chiamata
a
svolgere
anche
il
ruolo
di
gestore
di
tale
patrimonio.
Questa
ipotesi
presenta
i
seguenti
vantaggi:
• 
facilità
di
attivazione
di
un
FSU
nel
caso
si
utilizzi
una
struttura
in
‐
house
della
Regione
Liguria
(non
sembrerebbe
necessaria
una
gara
per
la
selezione
del
FSU
e
del
suo
gestore);
• 
utilizzo
di
una
struttura
interna
alla
Regione
già
dotata
di
competenze
Binanziarie
e
di
esperienza
nella
gestione
di
Fondi
Strutturali
utili
per
svolgere
il
ruolo
di
FSU;
• 
le
competenze
di
natura
urbanistica
e
di
analisi
di
progetti
urbani,
che
sono
complementari
a
quelle
già
in
possesso
di
FILSE
per
svolgere
il
ruolo
di
FSU
potrebbero
essere
validamente
acquisite
tramite
una
rete
di
alleanze
con
attori
già
presenti
sul
territorio
(es:
URBANLAB).
Ciò
avrebbe
peraltro
l’effetto
di
valorizzare
le
risorse
già
presenti
sul
territorio
e
di
migliorare
la
concertazione
fra
attori
a
diverso
livello
di
governo
del
territorio;
• 
eventualmente,
la
BEI
potrebbe
supportare
la
Regione
Liguria/FILSE
nelle
fasi
di
strutturazione
e
lancio
del
FSU;
• 
si
supera
la
difBicoltà
di
attivare
un
gestore
di
mercato
per
il
FSU
dati
gli
importi
limitati
di
Fondi
Strutturali
che
dovrebbero
essere
utilizzati
per
JESSICA
che,
assieme
ad
altre
risorse,
non
raggiungono
una
massa
critica
considerata
sufBiciente.
Diversamente,
tale
attività
potrebbe
rientrare
nei
compiti
istituzionali
di
FILSE;
• 
il
mantenimento
del
controllo
a
livello
della
stessa
istituzione
regionale
dell’intero
processo
di
strutturazione
del
FSU
e
di
realizzazione
dei
progetti
di
valorizzazione
ed
ampliamento
dell’Università
potrebbe
contribuire
ad
accrescere
la
coerenza
del
disegno
complessivo
dell’operazione
per
il
territorio;
• 
facilità
di
prevedere
una
strategia
d’uscita
dall’investimento
come
richiesto
dai
regolamenti
comunitari
pur
mantenendo
la
possibilità
di
strutturare
il
FSU
diversamente,
attraverso
successive
operazioni
di
“spin­off”.
Jessica
nella
Regione
Liguria
119
Riservato
e
conBidenziale
Una
proposta
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
tecnologica
in
Regione
Liguria
–
le
considerazioni
alla
base
della
proposta
(segue)
La
dotazione
“patrimoniale”
del
FSU
è
arricchita,
oltre
che
dalle
risorse
provenienti
dal
POR
(Eur
10
Mln,
Asse
I),
da
risorse
pubbliche
disponibili
per
la
Regione
e
provenienti
dal
FAS
e
da
Cinanziamenti
della
Legge
388/2000:
• 
• 
• 
• 
nella
fase
avanza
di
attuazione
del
POR
è
già
stata
completamente
allocata
la
disponibilità
relativa
all’asse
urbano
(III)
che
sarebbe
per
vocazione
quello
più
adeguato
ad
alimentare
uno
schema
JESSICA;
la
disponibilità
presente
sull’asse
“Innovazione
e
Competitività”
sembra
comunque
coerente
con
la
tipologia
d’investimenti
previsti
per
il
fondo
tematico
proposto
per
Genova;
in
questo
modo
viene
attivato
un
positivo
effetto
di
“pooling”
di
risorse
di
provenienza
diversa,
ma
accomunate
dalle
possibili
sinergie
d’azione
sul
territorio;
ad
oggi
non
è
ipotizzato
l’ingresso
di
investitori
terzi
istituzionali
(ad
esempio
Fondi
Pensione)
che
comunque
è
possibile.
La
coerenza
complessiva
della
strategia
d’azione
presentata
con
diversi
strumenti
di
programmazione
del
territorio
farebbe
pensare
che
sia
possibile
considerare
come
“Piano
Integrato
per
lo
Sviluppo
Urbano
Sostenibile”
ai
sensi
dei
Regolamenti
europei
l’insieme:
• 
degli
interventi
di
cui
all’Accordo
di
Programma
del
4
aprile
2007
tra
Regione
Liguria,
Comune
di
Genova,
Università
di
Genova
e
GHT
e/o
• 
progetti
inclusi
nel
perimetro
del
parco
scientiBico‐tecnologico
della
collina
degli
Erzelli
e
degli
• 
altri
interventi
localizzati
nell’area
metropolitana
di
Genova
che,
sebbene
non
rientrino
esplicitamente
nel
perimetro
dell’AdP
siano
da
considerarsi
necessari
per
la
sua
concretizzazione.
Le
tre
tipologie
di
progetti
in
cui
il
FSU
potrebbe
investire,
presentano
ancora
dei
gradi
di
Clessibilità
relativamente
alla
loro
strutturazione
tali
da
poterli
conCigurare
come
progetti
“jessicabili”:
• 
• 
• 
• 
• 
presentano
caratteristiche
di
rimborsabilità
e
di
redditività
minima
degli
investimenti;
sono
coerenti
con
la
griglia
di
valutazione
di
“jessicabilità”
dei
progetti
presentata;
non
sembrerebbe
possibile
invece
ri
comprendere
in
questa
deBinizione
i
progetti
associati
alla
procedura
competitiva
dei
PISU
in
corso;
la
forma
del
Fondo
Immobiliare
per
la
valorizzazione
degli
immobili
attualmente
utilizzati
dall’Università
e
per
la
realizzazione
di
strutture
come
incubatori
d’impresa
e
residenze
per
studenti
può
risultare
compatibile
con
la
deBinizione
di
“progetti”
e
di
“Partenariato”
prevista
nei
regolamenti
europei.
Stessa
considerazione
vale
per
la
società
che
risultasse
titolari
della
concessione
per
la
costruzione
e
gestione
dell’infrastruttura
di
trasporto;
potrebbe
essere
conforme
alla
deBinizione
di
“progetto”
anche
l’eventuale
società
per
la
realizzazione
di
residenze
ed
incubatori
d’impresa
(alternativa
o
complementare
all’azione
eventuale
di
un
Fondo
Immobiliare).
Date
le
tipologie
di
progetti
identiCicati
il
FSU
per
Genova
potrebbe
investire
nei
progetti
sia
attraverso
Equity
che
nella
forma
di
erogazione
di
prestiti:
• 
• 
le
proposte
d’investimento
individuate
sono
ancora
in
corso
di
formulazione
ed
in
questa
fase
non
sarebbe
opportuno
restringere
le
modalità
d’investimento
da
parte
del
FSU;
l’utilizzo,
come
FSU,
della
Binanziaria
regionale
consente
di
mantenere
una
certa
Blessibilità
nelle
forme
d’investimento
possibili
che
comprendono
l’acquisto
di
partecipazioni
societarie
e
l’erogazione
di
Binanziamento
in
base
alle
esigenze
dei
singoli
progetti.
Jessica
nella
Regione
Liguria
120
Riservato
e
conBidenziale
Una
proposta
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
tecnologica
in
Liguria
UE
–
Commissione
Europea
Autorità
di
Gestione
FAS
Eur
10
M
L.388/2000
Eur
7
M
Eur
10
M
FILSE
FSU
per
la
Competitività
e
l’attrazione
tecnologica
di
Genova
Eur
10M
UE
Investitori
terzi
(eventuali)
Regione/
Università
Banche
Eur
30
M
immobili
Eur
Eur
5M
Rimborso
presdto
Eur
10
M
L.388/2000
FAS
ed
interessi/
Eur
2M
FAS
Dividendi
PPP
–
Fondo
Immobiliare
per
la
riqualificazione
delle
aree
dismesse
e
nuova
costr.
Investim.
PPP
–
Società
trasporto
sostenibile
Canoni
Inv.
Canoni
Residenza
Sistemi
di
trasporto
da/verso
universitaria
ed
Erzelli
a
basso
impatto
incubatori
d’impresa
ambientale
PPP
Residenze
universitarie
ed
efficienza
energedca
Inv.
Canoni
e
quota­parte
di
risparmio
energetico
Nuova
residenza
universitaria
ed
incubatori
ad
Erzelli
Immobili
attualmente
occupati
dall’Università
Jessica
nella
Regione
Liguria
121
Riservato
e
conBidenziale
Una
proposta
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
tecnologica
in
Liguria
IdentiCicazione
del
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
L’FSU
viene
istituito
come
patrimonio
separato
nell’ambito
della
Binanziaria
regionale
FILSE
posseduta
al
100%
dalla
Regione
Liguria
(previa
conferma
legale
della
possibilità
di
afBidamento
diretto
di
tale
ruolo).
La
dotazione
di
patrimonio
proveniente
da
risorse
del
POR‐Competitività
deve
essere
oggetto
di
una
contabilità
separata
rispetto
al
resto
del
patrimonio
di
FILSE.
La
dotazione
Cinanziaria
del
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
La
dotazione
del
FSU
è
inizialmente
alimentata
da:
•  conferimenti
della
Regione
Liguria
a
valere
sulle
risorse
comunitarie
Asse
I
del
POR
2007‐2013
per
EUR
10
mln
(vincolati
all’utilizzo
per
incubatori
d’imprese/spin‐off);
•  risorse
del
Fondo
Aree
Sottoutilizzate
di
complessivi
Eur
7
mln
di
cui
5
vincolati
per
investimenti
di
riqualiBicazione
urbana
e
2
vincolati
al
fondo
per
la
mobilità
sostenibile
per
l’infrastruttura
di
collegamento
stazione
ferroviaria‐Erzelli;
•  Eur
10
mln
di
risorse
ex
art
145
della
L.388/2000
per
l’infrastruttura
di
collegamento
stazione
ferroviaria‐Erzelli.
Tale
dotazione
è
modiBicata
da:
• Rientri
delle
rate
di
ammortamento
e
degli
interessi
sui
Binanziamenti
concessi
• Interessi
maturati
sulle
giacenze
di
tesoreria
• Flussi
economici
provenienti
dall’investimento/disinvestimento
in
quote
societarie
• Flussi
prodotti
dalla
gestione
della
liquidità
• Eventuali
ulteriori
conferimenti
di
terzi,
investitori
istituzionali
e
non
(es:
Fondi
Pensione,
società
assicurative,
operatori
privati)
e
da
istituti
Binanziari
La
dotazione
iniziale
potrà
essere
erogata
anche
in
diverse
tranche
successive
sulla
base
delle
esigenze
d’investimento
evidenziate
dal
Business
Plan
che
dovrà
essere
prodotto.
Dovrà
essere
prevista
la
separazione
contabile
delle
risorse
del
FSU
afferenti
ai
Fondi
Strutturali.
Scopo
del
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
Il
FSU
è
destinato
a
supportare
la
realizzazione
di
progetti
strategici
aventi
come
obiettivo
lo
sviluppo
dell’area
metropolitana
di
Genova
come
polo
di
attrazione
per
attività
scientiBiche
e
tecnologiche
e
di
attrazione/ritenzione
nel
medio‐lungo
periodo
d’investimenti
tecnologici,
operatori
specializzati
e
risorse
umane
ad
alta
capacità
di
generazione
di
valore
aggiunto
in
un’ottica
di
trasformazione
urbana
sostenibile.
Ai
sensi
dell’art.44
del
Regolamento
1083/2006
i
Progetti
ammissibili
al
sostegno
degli
strumenti
d’ingegneria
Binanziaria
per
lo
sviluppo
urbano
comprendono
partenariati
pubblico‐privati
e
progetti
urbani
compresi
in
Piani
Integrati
per
lo
Sviluppo
Urbano
(PISU).
Tra
i
Progetti
che
possono
beneBiciare
degli
interventi
del
FSU
sono
da
includere:
1.  Gli
interventi
di
cui
all’Accordo
di
Programma
del
4
aprile
2007
tra
Regione
Liguria,
Comune
di
Genova,
Università
di
Genova
e
Genova
High
Tech
e/o
progetti
inclusi
nel
perimetro
dell’AdP
Erzelli
quali:
•  Infrastrutture
pubbliche
di
base,
parchi
e
spazi
collettivi,
•  Sistemi
di
trasporto
e
per
la
mobilità
sostenibile
•  Immobili
per
uso
ufBici
e
spazi
commerciali
•  Immobili
per
attività
universitaria
e
ricerca
scientiBica
•  Attrezzature
ed
installazioni
per
il
tempo
libero
•  Interventi
di
difesa
del
suolo
e
di
prevenzione
dei
rischi
naturali
Jessica
nella
Regione
Liguria
122
Riservato
e
conBidenziale
Una
proposta
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
tecnologica
in
Liguria
Scopo
del
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
2.  Altri
interventi
localizzati
nell’area
metropolitana
di
Genova
che,
sebbene
non
siano
esplicitamente
inclusi
nel
perimetro
dell’Accordo
di
Programma
e/o
nel
perimetro
del
Parco
ScientiBico
e
Tecnologico
di
Erzelli,
siano
da
ritenersi
necessari
per
la
realizzazione
degli
obiettivi
generali
del
FSU,
quali:
•  Ristrutturazione,
riconversione
e
valorizzazione/gestione
d’immobili
liberati
da
imprese,
attività
scientiBiche,
ricerca
e
sviluppo,
alta
formazione
ecc.
che
si
rilocalizzano
nel
Parco
ScientiBico
di
Erzelli,
volte
a
facilitare
il
trasferimento
e/
o
assicurarne
l’impatto
sostenibile
per
l’area
metropolitana
•  Interventi
mirati
per
il
miglioramento
dell’accessibilità
al
sito
Erzelli,
incluso
potenziamento
del
trasporto
pubblico
•  Interventi
tesi
a
favorire
l’installazione
di
imprese
tecnologiche
presso
Erzelli
•  Interventi
volti
a
riqualiBicare
luoghi
di
lavoro
resi
disponibili
dalle
imprese
trasferitesi
ad
Erzelli
per
garantirneuna
migliore
compatibilità
ed
efBicienza
energetica
ed
ambientale
•  Interventi
a
sostegno
dell’avvio
dell’attività
d’incubatore
d’imprese
tecnologiche
•  Interventi
volti
ad
incrementare
l’offerta
di
residenze
temporanee
per
studenti
e
ricercatori
Il
precedente
elenco
è
da
intendersi
come
illustrativo
e
non
esaustivo.
Eventuali
altri
interventi
che
siano
importanti
per
il
raggiungimento
degli
obiettivi
di
sviluppo
e
rafforzamento
del
polo
scientiBico‐tecnologico
di
Genova,
ma
non
ammissibili
al
Binanziamento
comunitario,
potranno
entrare
comunque
negli
obiettivi
del
FSU
e
dovranno
essere
supportati
con
risorse
pubbliche
o
private
di
diversa
provenienza
non
confondibili
con
la
dotazione
afferente
ai
Fondi
Strutturali.
Il
Gestore
del
FSU
Con
afBidamento
diretto
a
FILSE
è
afBidato
l’incarico
di
svolgere
il
ruolo
di
gestore
del
FSU
(da
confermare
la
conformità
rispetto
ai
regolamenti
europei).
Tra
le
attività
svolte
dal
Gestore
del
FSU,
che
agisce
come
rappresentante
del
FSU:
• elabora
una
proposta
tecnica
relativa
alle
tipologie
d’investimenti
che
entreranno
a
fare
parte
del
portafoglio
del
FSU
(business
plan).
Il
mix
di
impieghi
è
deciso
in
funzione
della
strategia
di
investimento
comunicata
dal
Comitato
Strategico.
Secondo
i
Regolamenti
comunitari,
il
business
plan
deve
indicare
fra
le
altre:
I
progetti
urbani
ed
i
criteri
e
le
condizioni
per
Binanziarli
Lo
statuto
del
FSU
La
giustiBicazione
e
l’utilizzo
previsto
del
contributo
dei
Fondi
strutturali
La
politica
del
FSU
relativa
all’uscita
dagli
investimenti
per
progetti
urbani
Le
disposizioni
di
liquidazione
del
FSU,
incluso
il
reimpiego
delle
risorse
attribuibili
alla
dotazione
del
Programma
Operativo
restituite
allo
strumento
di
ingegneria
Binanziaria
a
partire
da
investimenti
o
ancora
disponibili
dopo
che
tutte
le
garanzie
sono
state
soddisfatte
•  Individua
le
opportunità
di
investimento,
conduce
l’istruttoria
tecnica,
predispone
la
proposta
di
investimento
da
sottoporre
all’autorizzazione
del
Comitato
Strategico
•  Monitora
l’andamento
degli
investimenti
del
FSU
•  Predispone
la
rendicontazione
richiesta
per
dare
evidenza
delle
modalità
di
impiego
delle
risorse
di
provenienza
comunitaria
Jessica
nella
Regione
Liguria
123
Riservato
e
conBidenziale
Una
proposta
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
tecnologica
in
Liguria
Il
Comitato
Strategico
del
FSU
Potrebbe
essere
istituito
un
Comitato
Strategico
a
cui
potrebbero
partecipare
la
Regione
Liguria,
il
Comune
di
Genova
ed
il
gestore
del
FSU.
Tra
le
attività
svolte
dal
Comitato:
•  Elaborazione,
in
accordo
con
la
Regione
Liguria
delle
linee
guida
della
strategia
d’investimento
generale
del
FSU
•  IdentiBicazione
dei
criteri
di
scelta
degli
investimenti
del
FSU
•  Revisione
periodica
della
Strategia
di
Investimento
generale
del
FSU
per
assicurarne
la
coerenza
rispetto
agli
obiettivi
di
sostenibilità
economico‐Binanziaria
e
di
supporto
a
dinamiche
virtuose
d’integrazione
urbana
•  Analisi
ed
approvazione
della
proposta
di
Piano
di
Attività
elaborata
dal
Gestore
del
FSU
Oggetto
dell’attività
del
FSU
Il
FSU
“Innovazione
e
Competitività
per
Genova”
impiega
la
sua
dotazione
in:
Erogazione
di
Linanziamenti
Acquisizione
di
partecipazioni
Acquisizione
di
partecipazioni/Erogazione
di
Linanziamenti
a
fondi
immobiliari
Rilascio
di
garanzie
Il
mix
di
impieghi
è
deciso
in
funzione
dell’esigenza
di
assicurare
la
sostenibilità
Binanziaria
complessiva
di
lungo
periodo
del
Fondo,
livelli
di
remunerazione
adeguata
per
il
FSU
ed
il
rispetto
dei
criteri
di
priorità
speciBicati
nell’Accordo
di
Finanziamento
con
l’Autorità
di
Gestione.
Caratteristiche
degli
investimenti
in
Linanziamenti
La
dotazione
del
FSU
può
essere
impiegata
nella
concessione
di
prestiti
ad
operatori
pubblici
e
privati
che
operano
su
iniziative
rientranti
negli
obiettivi
del
FSU.
Il
FSU
potrebbe
concedere,
anche
in
combinazione
fra
di
loro,
tipologie
di
Binanziamento
a
tasso
agevolato
e
variabile
in
funzione
del
grado
di
coerenza
e
delle
caratteristiche
dei
progetti
rispetto
ai
criteri
di
scelta
degli
investimenti
deBiniti
dal
Comitato
Strategico.
Esempio
di
tipologia
di
investimento
Cinanziabile:
Realizzazione
funicolare
per
il
trasporto
di
persone,
Realizzazione
ed
allestimento
locali
per
incubatore
di
impresa,
Finanziamento
a
Fondo
Immobiliare
per
valorizzazione
aree
dismesse
università
e
realizzazione
di
residenze
studentesche
ed
incubatori
d’impresa.
A
titolo
indicativo,
i
contratti
di
Binanziamento
sottoscritti
con
i
beneBiciari
Binali
dovranno
prevedere
un
loro
impegno
esplicito
ad
utilizzare
il
Binanziamento
esclusivamente
a
copertura
delle
Spese
Ammissibili
per
quanto
attiene
all’utilizzo
di
risorse
provenienti
dai
Fondi
Strutturali
e
per
il
Binanziamento
delle
tipologie
di
spese
considerate
ammissibili
dagli
altri
investitori
del
FSU.
Caratteristiche
degli
investimenti
in
partecipazioni
La
dotazione
del
FSU
può
essere
impiegata
nell’acquisizione
di
partecipazioni
in
società
a
capitale
pubblico,
misto
o
privato
che
operano
su
iniziative
rientranti
negli
obiettivi
d’investimento
del
Fondo.
A
titolo
esempliBicativo
il
FSU
potrebbe
acquisire
partecipazioni
in
utilities
a
capitale
misto
che
realizzeranno
impianti
per
la
produzione
di
energia
per
gli
spazi
di
lavoro
e
ricerca
localizzati
ad
Erzelli
secondo
le
più
moderne
tecnologie
ambientalmente
sostenibili.
Caratteristiche
degli
investimenti
in
fondi
immobiliari
Il
Fondo
può
acquisire
partecipazioni/concedere
Binanziamenti
a
fondi
immobiliari,
ad
esempio
fondi
immobiliari
ad
apporto
costituiti
per
supportare
Progetti
Integrati
di
Sviluppo
Urbano.
Jessica
nella
Regione
Liguria
124
Riservato
e
conBidenziale
Una
proposta
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
tecnologica
in
Liguria
Oggetto
dell’attività
del
FSU
A
titolo
esempliBicativo,
il
FSU
potrebbe
Binanziare
in
modo
agevolato
un
Fondo
Immobiliare
in
cui
siano
state
conferite
le
attuali
sedi
della
Facoltà
d’Ingegneria
dell’Università
di
Genova.
Il
Fondo
Immobiliare,
inizialmente
detenuto
solo
dalla
Regione
Liguria,
potrebbe
operare
in
una
prima
fase
per
la
valorizzazione
di
questi
asset,
attraverso
la
loro
riconversione
urbanistica
e
la
successiva
messa
a
reddito/vendita
(eventualmente
prevedendo
il
coinvolgimento
di
un
partner
Binanziario).
Il
Fondo
Immobiliare
stesso
potrebbe
occuparsi,
eventualmente
con
il
coinvolgimento
di
un
partner
operativo,
della
costruzione
e
gestione
delle
residenze
universitarie
e
degli
incubatori
d’impresa.
L’FSU
potrebbe
anche
acquisire
quote
di
un
Fondo
Immobiliare
incrementandone
la
possibilità
di
leva
ed
accettando
un
ruolo
di
“investitore
paziente”.
Rilascio
garanzie
Il
Fondo
può
rilasciare
garanzie
a
favore
di
soggetti
pubblici
e
privati
ed
in
particolare
promotori
di
Progetti
Integrati
di
Sviluppo
Urbano
e
PPP
ammissibili
al
Binanziamento
da
parte
di
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
ai
sensi
dell’art.
43
del
Regolamento
1828/2006.
Redditività
e
rotazione
degli
investimenti
del
FSU
Scopo
del
FSU
è
di
sostenere
processi
virtuosi
di
attrazione
di
attività
scientiBiche
e
tecnologiche
nell’area
di
Genova
investendo
e
gestendo
professionalmente
le
risorse
della
sua
dotazione
iniziale.
Tale
gestione
dovrebbe
mirare
a
garantire
il
mantenimento
del
valore
monetario
nel
tempo
di
questa
dotazione
ed
a
consentire,
nell’arco
temporale
di
durata
del
FSU,
una
sufBiciente
rotazione
dei
fondi
in
termini
di
rientro/rimborso
degli
investimenti
e
del
loro
reimpiego.
In
quest’ottica
il
rendimento
minimo
atteso
del
FSU
dovrà
prevenire
la
perdita
di
valore
della
dotazione
iniziale
rispetto
all’andamento
dell’indice
dei
prezzi
al
consumo
piuttosto
che
riBlettere
il
costo
ponderato
delle
risorse
utilizzate
per
alimentare
il
FSU
stesso.
BeneCiciari
Cinali
Soggetti
pubblici
e
privati
ed
in
particolare,
per
la
quota
proveniente
da
risorse
del
Programma
Operativo,
promotori
di
Progetti
e
PPP
ammissibili
al
Binanziamento
da
parte
di
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
per
lo
sviluppo
urbano
sostenibile
ai
sensi
dell’art.
43
del
Regolamento
1828/2006
della
Commissione
Europea.
Jessica
nella
Regione
Liguria
125
Riservato
e
conBidenziale
“Spunti
di
riClessione”
per
tipologie
di
progetti
oggetto
d’investimento
del
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
tecnologica
per
Genova.
Come
si
è
visto
nelle
pagine
precedenti
le
tre
tipologie
di
progetti
su
cui
potrebbe
investire
questo
FSU
sono
ad
oggi
in
una
fase
iniziale
di
deBinizione
ed
in
ogni
caso
dovranno
essere
espressi
in
accordo
con
gli
attori
presenti
sul
territorio.
Di
seguito
si
propongono
alcuni
spunti
di
riBlessione
sulla
loro
possibile
strutturazione
in
un’ottica
di
“jessicabilità”.
Valorizzazione
degli
immobili
universitari,
realizzazione
incubatori
d’impresa
e
residenze
per
studenti
Trasporto
Verticale
Residenze
per
studenti
(alternativa)
Jessica
nella
Regione
Liguria
•  La
società
progetto
è
identiBicata
come
un
Fondo
Immobiliare
a
cui
sono
stati
apportati
gli
immobili
attualmente
occupati
dall’Università
per
un
valore
ad
oggi
stimato
di
Eur
30
mln;
•  Le
quote
ottenute
in
concambio
potrebbero
essere
usate
come
garanzia
a
fronte
dell’accensione
di
un
prestito
che
consenta
all’Università
di
fare
fronte
agli
impegni
Binanziari
di
pagamento
della
nuova
sede;
•  Il
Fondo
Immobiliare
ha
come
obiettivo
la
valorizzazione
degli
immobili
dell’Università,
la
realizzazione
di
residenze
studentesche
ed
incubatori
d’impresa;
•  Potrebbero
essere
previste
diverse
classi
di
quote
del
Fondo
Immobiliare
a
cui
associare
diversi
diritti
in
merito
alla
partecipazione
agli
utili
del
Fondo
e
di
veto
sull’attività
d’investimento
se
considerata
non
rispondente
a
criteri
di
tutela
dell’interesse
pubblico;
•  La
Sgr
del
Fondo,
scelta
sulla
base
di
una
procedura
concorsuale,
gestisce
il
progetto
di
“valorizzzazione”,
avvalendosi
di
tecnici
e
professionisti
selezionati
sul
mercato;
•  La
Sgr
è
dotata
di
un
proprio
patrimonio
separato
rispetto
a
quello
del
Fondo
Immobiliare
ed
è
soggetta
a
vigilanza;
•  Il
patrimonio
del
Fondo
Immobiliare
è
soggetto
a
valutazioni
periodiche;
•  Un
partner
Binanziario
potrebbe
essere
selezionato
per
partecipare
al
patrimonio
del
Fondo
(es:
Fondo
Pensione,
Assicurazioni
ecc.)
•  I
beni
valorizzati
e
realizzati
possono
essere
ceduti/messi
a
reddito;
•  Conclusa
la
fase
di
valorizzazione
degli
immobili
universitari
la
Regione
Liguria
potrebbe
cedere
le
proprie
quote,
rimborsando
il
prestito
acceso
per
l’anticipo
dei
fabbisogni
dell’Università;
•  Il
sistema
di
classi
diverse
di
quote
potrebbe
consentire
alla
RL
di
mantenere
quote
con
il
solo
diritto
di
inibire
attività
d’investimento
non
coerenti
con
il
perseguimento
dell’interesse
pubblico;
•  Il
plusvalore
della
cessione
per
la
RL
e
potrebbe
essere
re‐investito
nel
Fondo
Immobiliare;
•  Conclusa
la
fase
della
valorizzazione
urbanistica,
un
partner
operativo
(es:
gestore
di
strutture
ricettive,
società
costruttrice
ecc.)
potrebbe
essere
selezionato
per
partecipare
al
patrimonio
del
Fondo.
•  A
conclusione
delle
analisi
di
fattibilità
sulla
struttura
di
collegamento
verticale
verso
la
collina
di
Erzelli,
le
autorità
competenti
indicono
una
gara
per
la
sua
realizzazione
e
gestione;
•  Il
soggetto
titolare
della
concessione
realizza
l’intervento
con
capitale
privato
o
parzialmente
pubblico
•  In
alternativa,
o
anche
in
associazione
all’intervento
del
Fondo
Immobiliare,
una
società
a
capitale
privato
o
misto
potrebbe
realizzare
la
costruzione
e
gestione
delle
strutture
ricettive
nell’area
di
Erzelli
o
in
area
diversa
ad
essa
collegata.
126
Riservato
e
conBidenziale
1. 
Strategia
di
sviluppo
urbano
sostenibile
della
Regione
a)  Contesto
territoriale
b)  Sviluppo
urbano
integrato
nella
regione
c)  La
dimensione
urbana
nel
POR
2. 
Valutazione
e
diagnosi
territoriale
a)  Presentazione
approccio
metodologico
•  Dimensioni
patrimonio
territoriale
–
ambiente,
capitale
Bisico,
capitale
umano,
demograBia
b)  Applicazione
al
contesto
regionale
•  Analisi
della
competitività/sostenibilità
di
territori
urbani
oggetto
di
potenziale
intervento
POR
c)  IdentiBicazione
delle
strategie
di
investimento
per
obiettivi
di
competitività
e
sostenibilità
territoriale
3. 
Sviluppo
strumentazione
istituzionale
per
JESSICA
a)  Strutture
per
strumenti
di
ingegneria
Binanziaria
b)  Sviluppo
proposta
di
base
c)  Rassegna
progetti
potenzialmente
“Jessicabili”
sul
territorio
regionale
4. 
Approfondimenti
analitici:
il
polo
tecnologico
universitario
di
Genova
a)  Approfondimenti
analitici
–
valutazioni
speciBiche,
afBinamenti
previsionali
e
diagnostici
per
area
e
fondo
pilota
b)  IdentiBicazione
e
strutturazione
portafoglio
progetti
Binanziabili
JESSICA
c)  Analisi
progetto
pilota
Binanziabile
JESSICA
all’interno
dell’area
pilota
5. 
Conclusioni
e
raccomandazioni
Jessica
nella
Regione
Liguria
127
Riservato
e
conBidenziale
L’analisi
svolta
per
la
Regione
Liguria
ha
messo
in
luce
la
possibilità
di
attivare
una
proposta
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
concentrato
sullo
sviluppo
della
Competitività
e
dell’Attratività
del
territorio
genovese
verso
il
settore
dell’Alta
Tecnologia.
+  L’esistenza
di
un
unico
soggetto,
il
Fondo
di
Sviluppo
Urbano,
come
entità
a
garanzia
della
coerenza
complessiva,
tematica
ed
economica,
di
interventi
diversi
fra
di
loro
incoraggia
il
pooling
di
risorse
ed
aumenta
l’efBicacia
d’azione
sul
territorio;
+  Grazie
a
tale
effetto
di
pooling,
il
FSU
potrebbe
attivare
con
una
dotazione
iniziale
di
circa
Eur
27
mln
investimenti
sul
territorio
coerenti
con
una
visione
strategica
per
Genova
e
la
regione
Liguria
di
oltre
Eur
240
mln
*;
+  Nell’ipotesi
di
strutturazione
presentata,
l’attivazione
dei
Fondi
Strutturali
secondo
un
meccanismo
JESSICA
consente
di
anticipare
una
disponibilità
Binanziaria
altrimenti
difBicilmente
reperibile
ed
è
in
grado
di
alimentare
un
meccanismo
virtuoso
d’investimenti
per
la
realizzazione
di
un
progetto
integrato
di
sviluppo
urbano
che
non
sarebbe
realizzato
autonomamente
né
dal
settore
pubblico
né
da
quello
privato;
+  E`
possibile
attivare
anticipatamente
Eur
10
mln
d’investimento
con
un
effetto
molto
ridotto
sul
bilancio
della
Regione
(in
questo
caso,
facendo
riferimento
all’ASSE
I
del
POR,
circa
EUR
118.000
sull’intero
periodo
di
programmazione);
+  Il
ruolo
del
FSU
assomiglia
a
quello
di
un
“intermediario
Binanziario”.
Si
differenzia
da
una
Bigura
tradizionale
per
il
fatto
che
le
modalità
del
suo
funzionamento
richiedono
il
supporto
di
competenze
in
materia
di
pianiBicazione
territoriale
e
sviluppo
urbano.
Nel
ruolo
di
intermediario
Binanziario
la
comune
regia
di
investimenti
in
progetti
diversi
garantisce
il
governo
complessivo
dei
Blussi
economici
e
Binanziari
e
contribuisce
ad
una
loro
gestione
ottimale
anche
nella
scelta
della
modalità
d’investimento
(equity,
prestiti
o
garanzie).
D’altro
canto
le
competenze
in
materia
di
sviluppo
urbano
e
l’identiBicazione
a
monte
di
chiari
criteri
d’investimento
garantiscono
la
coerenza
tematica
di
progetti
spesso
puntuali,
dispersi
sul
territorio
e
fra
diverse
competenze
e
contribuisce
ad
un’azione
più
efBicace
di
trasformazione
sul
territorio
garantendo
anche
il
rispetto
di
aspetti
legati
all’ambiente
ed
allo
sviluppo
sociale;
+  L’obbligazione
di
“rimborsare”
gli
investimenti
al
FSU
aumenta
la
pressione
per
la
loro
attuazione;
+  L’effetto
“leva”
in
termini
di
attivazione
di
risorse
aggiuntive
rispetto
ai
Fondi
Strutturali
è
reso
possibile
sia
a
livello
di
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
che
dei
singoli
progetti
in
cui
esso
va
ad
investire;
+  Con
la
partecipazione
del
settore
pubblico
alla
riduzione
dei
rischi
dei
progetti
e
riducendo
il
costo
dell’indebitamento
o
prevedendo
una
forma
d’investimento
di
capitale
“paziente”
è
possibile
attrarre
ulteriori
risorse
pubbliche
e
private
verso
gli
investimenti;
+  A
livello
dei
singoli
progetti
è
comunque
lasciata
al
territorio
ampia
Blessibilità
nell’esprimere
forme
d’investimento
e
modelli
economici
più
adeguati
(es.
Fondo
immobiliare,
società
ecc.);
+  Rispetto
alle
modalità
classiche
di
utilizzo
dei
Fondi
Strutturali
le
risorse
attivate
rimangono
nella
disponibilità
di
spesa
della
Regione
anche
oltre
il
periodo
di
programmazione
2013;
+  Le
risorse
provenienti
dai
Fondi
Strutturali
possono
essere
reinvestite
in
fasi
successive
di
rimborso
con
criteri
che
sempre
meno
risentono
dei
vincoli
d’utilizzo
dei
Fondi
Strutturali;
+  Rispetto
alle
modalità
classiche
di
utilizzo
dei
Fondi
Strutturali
dell’Unione
Europea
verso
progetti
generatori
di
reddito,
gli
strumenti
di
Binanziamento
JESSICA
consentono
una
maggiore
leva
Binanziaria
sui
singoli
progetti;
*
Importo
stimato
considerando
gli
importi
preliminari
stimati
per
la
valorizzazione
degli
immobili
universitari
di
circa
Eur
60
mln,
la
realizzazione
di
residenze
studentesche
per
Eur
18
mln,
l’imvestimento
relativo
alla
nuova
sede
per
Eur
140
mln
ed
il
costo
dell’infrastruttura
di
trasporto
di
Eur
20
mln;
Jessica
nella
Regione
Liguria
128
Riservato
e
conBidenziale
L’attuazione
di
questo
schema
non
è
priva
però
di
alcune
aree
di
criticità
che
dovranno
essere
affrontate
in
fase
attuativa.
−  Il
processo
di
effettivo
utilizzo
delle
risorse
provenienti
dai
Fondi
Strutturali
è
già
piuttosto
avanzato
nella
Regione
Liguria,
questo
elemento,
di
per
se
positivo,
pone
dei
limiti
circa
le
proposte
d’attivazione
di
un
programma
JESSICA.
Non
sono
molti
infatti
gli
Assi
del
POR
che
ancora
presentano
margini
di
disponibilità
da
potere
allocare
verso
un
FSU
e
l’ipotesi
di
strutturazione
presentata
risente
delle
caratteristiche
qualitative
delle
spese
che
vengono
considerate
ammissibili;
−  Sono
da
veriBicare,
dal
punto
di
vista
giuridico,
le
ricadute
dell’attività
del
FSU
(di
derivazione
pubblica)
rispetto
alle
materie
relative
agli
Aiuti
di
Stato,
all’
Appalto
per
l’acquisto
di
beni
e
servizi
ed
alla
scelta
di
investitori
terzi.
Potenzialmente
infatti
da
questi
ambiti
potrebbero
derivare
procedure
molto
lunghe
in
grado
di
appesantire
l’attività
del
Fondo
e
di
limitarne
l’evoluzione
futura;
−  Per
riuscire
a
cogliere
le
opportunità
offerte
in
termini
di
governo
del
territorio
da
parte
dei
FSU
è
critica
la
strutturazione
di
un
appropriato
modello
di
governance
in
grado
in
particolare
di
prevedere
una
eventuale
(anche
futura)
equilibrata
ripartizione
di
ruoli,
diritti
e
doveri
fra
attore
pubblico
e
privato,
di
identiBicare
i
criteri
per
la
selezione
delle
opportunità
d’investimento
e
di
prevedere
la
partecipazione
di
attori
già
presenti
sul
territorio;
−  Dato
il
campo
d’azione
previsto
per
il
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
per
la
competitività
e
l’attrazione
nel
settore
dell’Alta
Tecnologia
di
Genova
è
auspicabile
organizzare
in
forma
opportuna
il
coinvolgimento
nel
suo
modello
di
gestione
delle
strutture
del
Comune
di
Genova
(es:
URBANLAB);
−  Le
dimensioni
ridotte
ad
oggi
stimabili
per
il
FSU
di
Genova
non
consentono
veramente
di
realizzare
un
auspicabile
effetto
di
diversiBicazione
del
rischio
e
di
gestione
del
portafoglio;
−  DifBicoltà
nel
reperimento
e
nell’espressione
da
parte
del
territorio
di
proposte
progettuali
che
ad
oggi
siano
conformi
alle
caratteristiche
richieste
per
la
loro
“jessicabilità”.
Tale
difBicoltà
può
in
parte
riferirsi
all’assenza
di
un
mercato
di
operatori
con
un
proBilo
intermedio
fra
mercato
ed
operatore
pubblico;
−  Nel
caso
in
esame
il
FSU
viene
strutturato
come
un
patrimonio
separato
all’interno
della
Finanziaria
regionale.
Vanno
approfondite
in
questo
caso
le
modalità
di
attivazione
di
ulteriori
risorse
a
livello
di
investimento
a
titolo
di
equity
e
di
debito
nello
strumento.
Jessica
nella
Regione
Liguria
129
Riservato
e
conBidenziale
Si
presentano
di
seguito
una
serie
di
raccomandazioni
in
vista
di
un’eventuale
attuazione
di
uno
schema
JESSICA
in
Regione
Liguria.
•  In
fase
di
revisione
del
processo
di
attribuzione
di
risorse
fra
i
diversi
Assi
del
Programma
Operativo
Regionale
“Competitività
ed
Occupazione”
2007‐2013
sarebbe
auspicabile
reperire
maggiori
disponibilità
per
l’iniziativa
JESSICA
anche
su
altri
assi
rispetto
allAsse
I.
In
particolare
modo
la
tipologia
di
investimenti
che
l’FSU
per
lo
sviluppo
tecnologico
potrebbe
fare
su
Genova
sono
molto
coerenti
con
le
azioni
previste
per
l’attuazione
degli
assi
III
(Sviluppo
Urbano),
II
(Energia)
e
IV
(Valorizzazione
patrimonio
culturale
e
naturale);
•  Per
quanto
oggi
non
sia
possibile
prevedere
l’innesto
dell’attività
del
FSU
sulla
procedura
di
selezione
dei
PISU,
si
auspica
che
in
una
fase
successiva
si
possa
attivare
un
processo
di
revisione/integrazione/modiBica
delle
proposte
selezionate
che
dovessero
risultare
compatibili
con
oggetto
d’investimento
del
FSU;
•  Data
l’esiguità
attuale
delle
risorse
POR
attivabili
per
il
FSU
rispetto
alla
dotazione
che
sarebbe
richiesta
per
il
suo
obiettivo
sarebbe
auspicabile
riuscire
a
“fare
leva”
su
risorse
provenienti
da
altre
fonti
(es:
FAS).
In
questo
modo
sarebbe
possibile
incrementare
gli
effetti
di
leva
Binanziaria,
la
portata
economica
dell’azione
del
Fondo
e
di
conseguenza,
in
un’ottica
di
diversiBicazione
del
portafoglio
d’investimenti
e
di
rischi,
la
gamma
di
progetti
sostenibili.
Inoltre
in
questo
modo
si
potrebbe
attivare
un
meccanismo
virtuoso
di
concertazione
e
di
sinergia
fra
strumenti
di
Binanziamento
diverso,
spesso
dispersi
in
rivoli
progettuali,
ma
che
potrebbero
avere
un’azione
complementare.
Tale
complementarietà
potrebbe
essere
legata
tanto
alle
diverse
attese
di
proBili
di
rischio/rendimento
di
investitori
diversi,
quanto
alla
tipologia
di
investimenti
ammissibili;
•  Per
incrementare
la
portata
dello
strumento
Binanziario
JESSICA
verso
un
singolo
progetto
è
auspicabile
valutarne
l’utilizzo
in
associazione
con
strumenti
quali
le
sovvenzioni
da
parte
degli
enti
pubblici
e
forme
di
investimento
di
operatori
di
mercato;
•  Una
variabile
critica
di
successo
per
l’attuazione
di
JESSICA
è
legata
all’opportuno
disegno
di
un
meccanismo
di
governance
del
FSU
che
possa
basarsi
su
attori
e
competenze
già
presenti
sul
territorio;
•  La
Regione
Liguria
potrebbe
avvalersi
delle
competenze
della
Banca
Europea
degli
Investimenti
nella
fase
di
strutturazione
del
FSU
(ad
esempio
nella
deBinizione
della
governance
del
fondo,
strategia
d’investimento,
criteri
per
la
selezione
degli
investimenti
ecc.);
•  Nella
fase
di
lancio
del
FSU
dovrebbe
essere
avviata
un’intensa
campagna
di
marketing
del
nuovo
strumento
presso
intermediari
Binanziari,
istituti
di
credito,
operatori
immobiliari,
enti
pubblici
liguri
per
riuscire
ad
attivare
l’interesse
alla
formulazione
di
proposte
d’investimento
per
il
FSU.
Questa
attività
è
inoltre
necessaria
per
la
diffusione
di
una
cultura
progettuale
ispirata
ai
principi
della
sostenibilità
economica,
ma
anche
ambientale
e
sociale.
Jessica
nella
Regione
Liguria
130
Riservato
e
conBidenziale
Piano
d’azione
preliminare
per
l’avvio
dello
strumento.
Il
piano
d’azione
proposto
si
riferisce
all’attuazione
della
proposta
di
strutturazione
presentata
che
prevede
un
unico
Fondo
di
Sviluppo
Urbano
realizzato
come
struttura
interna
alla
Regione,
senza
Fondo
di
Partecipazione.
In
questa
proposta
il
ruolo
eventuale
svolto
dalla
BEI
potrebbe
essere
relativo
al
supporto
alla
Regione
Liguria
ed
al
FSU
nella
fase
di
strutturazione
iniziale
e
di
lancio
dell’attività.
Il
piano
d’azione
presentato
dovrà
essere
modiBicato
nel
caso
la
Regione
Liguria
opti
per
la
realizzazione
di
una
diversa
struttura
(es:
attivazione
di
Fondo
di
Partecipazione,
ampliamento
della
disponibilità
di
risorse
POR,
ruolo
della
BEI
come
FP
ecc.).
Jessica
nella
Regione
Liguria
131
Riservato
e
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