1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione
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1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione
JESSICA Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas Studio di Valutazione Attuazione di Jessica nella Regione Liguria 16 Marzo 2009 Questo documento è stato prodotto con l‘assistenza Cinanziaria dell’Unione Europea. Le opinioni espresse al suo interno in nessun caso possono essere considerate come posizioni ufCiciali dell’Unione Europea. Questo documento è stato redatto sulla base dei contenuti del Piano di Attività concordato con la BEI e la sua diffusione è disciplinata dalle restrizioni previste negli accordi sottoscritti. Il documento presenta una serie di elementi che necessitano di ulteriori approfondimenti e che dovrebbero essere chiariti dal committente, dalla Regione Liguria o con successivi approfondimenti tecnici. In particolare modo le ipotesi di strutturazione presentate si basano su alcune assunzioni poiché le potenzialità d’investimento individuate non sono ancora in una fase matura di definizione economico-finanziaria. Le ipotesi di strutturazione presentate sono state formulate sulla base di informazioni ottenute dalla Regione Liguria, dal Comune di Genova e da GHT che potrebbero non essere complete. L’eventuale decisione di procedere all’attuazione dello schema JESSICA in Regione Liguria dovrà essere subordinata ad ulteriori accertamenti, soprattutto di natura legale, che esulano dagli obiettivi di questo studio. Indice dei contenuti 1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione (p.5) a) Contesto territoriale b) Sviluppo urbano integrato nella regione c) La dimensione urbana nel POR 2. Valutazione e diagnosi territoriale (p.10) a) Presentazione approccio metodologico b) Applicazione al contesto regionale c) IdentiBicazione delle strategie di investimento per obiettivi di competitività e sostenibilità territoriale 3. Sviluppo strumentazione istituzionale per JESSICA (p.67) a) Strutture per strumenti di ingegneria Binanziaria b) Sviluppo proposta di base c) Rassegna progetti potenzialmente “Jessicabili” sul territorio regionale 4. Approfondimenti analitici: il polo tecnologico universitario di Genova (p.101) a) Approfondimenti analitici – valutazioni speciBiche, afBinamenti previsionali e diagnostici per area e fondo pilota b) IdentiBicazione e strutturazione portafoglio progetti Binanziabili JESSICA c) Analisi progetto pilota Binanziabile JESSICA all’interno dell’area pilota 5. Conclusioni e raccomandazioni (p.127) Jessica nella Regione Liguria 3 Riservato e conBidenziale Premessa La Banca Europea degli Investimenti e la Commissione Europea hanno lanciato l’iniziativa JESSICA in collaborazione con la Banca del Consiglio d’Europa. Nell’ambito di questa iniziativa si offre agli Stati Membri l’opportunità di investire risorse provenienti dai Fondi Strutturali in strumenti chiamati Fondi di Sviluppo Urbano (FSU). I FSU a loro volta possono offrire strumenti Binanziari rotativi e rimborsabili, nella forma di equity, prestiti e garanzie a sostegno di progetti di riqualiBicazione urbana. Il presente studio è stato commissionato alla Banca Europea degli Investimenti e Binanziato dalla Commissione Europea per valutare la fattibilità dell’attuazione di questo schema nella Regione Liguria. In particolare modo gli obiettivi che sono stati assegnati a questo studio sono: 1. inquadrare le linee fondamentali della politica di sviluppo urbano in Regione Liguria e valutarne la coerenza rispetto alle linee guida delle politiche europee in materia; 2. identiBicare le potenzialità formalmente assegnate allo strumento JESSICA nel quadro dell’utilizzo dei Fondi Strutturali europei nella Regione Liguria contenuto nel documento “Programma Operativo Occupazione e Competitività 2007‐2013”; 3. mettere in evidenza le linee d’evoluzione del territorio ligure verso un modello di sviluppo sostenibile attraverso l’applicazione del modello di diagnosi e valutazione detto “Dei 5 capitali” (ambiente, infrastrutture, capitale Bisico, capitale umano e capitale immateriale); 4. individuare gli ambiti di possibile applicazione dello strumento JESSICA al territorio ligure sulla base dei risultati dell’analisi di cui al punto precedente e della lettura critica del “Programma Operativo Occupazione e Competitività 2007‐2013”; 5. deBinire gli strumenti istituzionali per l’attuazione dello schema JESSICA; 6. fare una rassegna di progetti presenti sul territorio e potenzialmente includibili in un’iniziativa JESSICA; 7. approfondire la fattibilità di un’iniziativa JESSICA legata alla realizzazione di un Fondo di Sviluppo Urbano per la “Competitività e l’attrazione nel settore tecnologico nell’area genovese”. I temi proposti sono affrontati in diversi capitoli di questo documento. I primi due obiettivi sono stati affrontati nel primo capitolo “Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione”. Nel secondo capitolo “Valutazione e diagnosi territoriale” si fa riferimento al terzo e quarto obiettivo dello studio. Il terzo capitolo “Sviluppo strumentazione istituzionale per JESSICA” è dedicato invece ad affrontare e risolvere i temi posti dal quinto e sesto obiettivo. Il quarto capitolo è dedicato all’analisi della fattibilità della concreta proposta di strutturazione di JESSICA indicata dalla Regione Liguria. InBine nell’ultimo capitolo sono raggruppate le conclusioni ed elementi di raccomandazione per la fase attuativa. Hanno lavorato allo studio Cristina Picco, consulente indipendente esperto nel settore della Binanza immobiliare e dello sviluppo urbano, la società Prometeia SpA specializzata nella consulenza economico‐Binanziaria e la Banca Europa degli Investimenti – JESSICA Task Force. I contenuti del documento sono stati deCiniti attraverso: riunioni con la BEI, incontri con la Commissione Europea, interviste ad operatori di diversa natura presenti sul mercato, incontri con la società promotrice dell’intervento “Parco Leonardo” a Genova e materiale da questa ottenuto, confronto con l’ufBicio URBANLAB di Genova, confronto con diverse strutture della Regione Liguria, attività di studio e ricerca, confronto rispetto a studi JESSICA attivati in altre realtà europee. Jessica nella Regione Liguria 4 Riservato e conBidenziale 1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione a) Contesto territoriale b) Sviluppo urbano integrato nella regione c) La dimensione urbana nel POR 2. Valutazione e diagnosi territoriale a) Presentazione approccio metodologico b) Applicazione al contesto regionale c) IdentiBicazione delle strategie di investimento per obiettivi di competitività e sostenibilità territoriale 3. Sviluppo strumentazione istituzionale per JESSICA a) Strutture per strumenti di ingegneria Binanziaria b) Sviluppo proposta di base c) Rassegna progetti potenzialmente “Jessicabili” sul territorio regionale 4. Approfondimenti analitici: il polo tecnologico universitario di Genova a) Approfondimenti analitici – valutazioni speciBiche, afBinamenti previsionali e diagnostici per area e fondo pilota b) IdentiBicazione e strutturazione portafoglio progetti Binanziabili JESSICA c) Analisi progetto pilota Binanziabile JESSICA all’interno dell’area pilota 5. Conclusioni e raccomandazioni Jessica nella Regione Liguria 5 Riservato e conBidenziale Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione La Liguria sembra essere stata interessata negli ultimi tre decenni da un processo di marginalizzazione che l’ha portata a perdere terreno nei confronti di altre aree nazionali, quali la Lombardia e le regioni del Nord Est del Paese. Tra il 1971 ed il 2001 il sistema regionale è stato caratterizzato da un importante processo di trasformazioni economico‐sociali, non solo per i rilevanti fenomeni di deindustrializzazione che hanno comportato la contrazione o il trasferimento di attività produttive, professionisti, quadri dirigenti e lavoratori ad “alta qualiBicazione” verso altri bacini nazionali (Milano, Roma ecc.), ma anche per un progressivo invecchiamento e depauperamento del tessuto urbano regionale. Il tentativo di valorizzare le grandi potenzialità del territorio ligure (ad es. in termini di capitale naturale, logistico‐produttivo ed economico‐Binanziario) rispetto a queste dinamiche inserendolo nel quadro più ampio dei processi di trasformazione di livello europeo emerge nel quadro strategico di riferimento della Regione Liguria. In questo senso infatti gli indirizzi programmatici del Documento Strategico Regionale della Regione Liguria sono in linea con le strategie comunitarie per lo sviluppo sostenibile* e comprendono diversi elementi che rappresentano un quadro di coerenza in cui potenzialmente attivare un’iniziativa JESSICA: • Gli obiettivi strategici, sia “orizzontali” (relativi ad una pluralità di iniziative) sia “verticali” (relativi ad uno speciBico settore di particolare rilievo per l’economia della Liguria), sono individuati a seguito di accurate indagini (diagnostiche e prospettiche) sulla situazione territoriale, ambientale, sociale, demograBica e dell’immigrazione; • La positiva esperienza acquisita con la gestione dei Fondi strutturali 2000–2006 e con la gestione degli strumenti previsti dalla programmazione negoziata (intese e accordi di programma, contratti di programma) costituisce valido patrimonio di competenze per la gestione di programmi complessi e di partenariati pubblico‐privati; • I progetti integrati hanno un ruolo rilevante nell’ambito della programmazione regionale per la gestione unitaria dei Fondi europei e dei Fondi FAS per il periodo 2007‐2013. I Progetti integrati di sviluppo urbano sostenibile tendono a raggiungere “obiettivi di competitività ed attrattività delle città e dei sistemi urbani, in una visione integrata tra pianiBicazione urbanistico‐territoriale, tutela paesaggistica e ambientale, sistema storico e culturale, sviluppo economico e sociale”, contribuendo a “rendere l’Europa un luogo più attrattivo per gli investimenti e per il lavoro”. Le città capoluogo costituiscono i nodi fondamentali dello sviluppo socio economico della Regione, partecipandovi ciascuna secondo vocazioni proprie. In particolare Genova orienta il proprio rilancio su tre linee di azioni strategiche: l’innovazione delle funzioni economico‐produttive, la trasformazione Bisica degli spazi urbani, l’ammodernamento e potenziamento del sistema delle infrastrutture; La Spezia considera la centralità dello sviluppo di tecnologie marine innovative; Savona tende ad uno sviluppo policentrico con un’aggregazione a rete dei centri satelliti; Imperia punta a rafforzare la sua attuale speciBicità. * Cfr “Strategia di Lisbona” (marzo 2000 e Consiglio di Bruxelles di giugno 2005): coesione, sviluppo, occupazione;“Strategia di Göteborg” (Consiglio di giugno 2001): sostenibilità dello sviluppo;“Principi del meeting ministeriale di Bristol” (dicembre 2005): comunità sostenibili;“Carta di Lipsia” (maggio 2007): città sostenibili. Jessica nella Regione Liguria 6 Riservato e conBidenziale I progetti integrati hanno un ruolo rilevante nell’ambito della programmazione regionale per la gestione unitaria dei Fondi europei e dei Fondi FAS per il periodo 2007‐2013 *. La Regione esprime infatti.. “… la volontà d’integrare i Piani di Sviluppo Locale, attualmente costruiti su un’idea guida per lo sviluppo di un particolare territorio, con altri strumenti della programmazione comunitaria. I piani di sviluppo locale integrati (PSLI) possono sommare in modo sinergico le risorse del FSE, FESR e FEOGA, in quanto diventano strumenti Cinalizzati a favorire lo sviluppo di un territorio circoscritto attraverso un processo di concertazione tra gli Enti Locali, le Parti Sociali, le imprese e gli enti accreditati, facendo la sintesi, in una programmazione integrata, di azioni e strumenti a dimensione territoriale o verticale (settoriale), basata contestualmente sulla leva delle risorse umane e della capitalizzazione della conoscenza”. I “progetti integrati” in senso lato sono considerati, nella metodologia d’attuazione della programmazione strategica, come uno strumento di particolare efBicacia, in quanto implica il coinvolgimento attivo e l’interscambio tra le diverse dimensioni che caratterizzano una realtà locale. L’idea di progetto integrato fa in generale riferimento ad un complesso di azioni che convergono verso un comune obiettivo che richiede un metodo attuativo unitario. Le innovazioni che hanno investito l’assetto operativo per il governo del territorio ed in particolar modo i programmi di iniziativa comunitaria, hanno contribuito a deBinire in modo sistematico il concetto di integrazione tra aspetti ambientali, sociali, economici, urbanistici, funzionali ed economico‐ Binanziari (con l’apporto di differenti fonti di Binanziamento pubbliche e private). In questo quadro di riferimento di programmazione e governance vanno inseriti, fra gli altri progetti integrati, anche i Progetti Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile d’importanza per l’attivazione del programma JESSICA. * cfr. documento di base della Regione Liguria presentato al Convegno “Liguria‐Europa. Competere e cooperare per un nuovo sviluppo” del 21/04/08 Jessica nella Regione Liguria 7 Riservato e conBidenziale Nel periodo di programmazione 2007‐2013 le risorse Cinanziarie attribuite alla Regione Liguria a valere sui fondi Europei e sul FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) ammontano a più di 1,5 miliardi di Euro, a cui si aggiungeranno quelle dell’obiettivo 3 “Cooperazione” ed i Fondi Ministeriali FAS su progetti strategici, in fase di negoziazione. Analizzando il POR Competitività ed Occupazione della Regione Liguria, appare in modo esplicito che i Progetti Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile rientrano nell’Asse 3, che prevede risorse complessive per EUR 122,4 milioni. Nel POR si precisa infatti che: “Il terzo Asse d’intervento concorre al miglioramento della competitività regionale agendo sullo sviluppo urbano sostenibile, sull’accessibilità del territorio, quest’ultima intesa come miglioramento dell’integrazione e della sostenibilità dei sistemi di trasporto, e sulla prevenzione dei rischi naturali a carico di contesti fortemente urbanizzati” L’Asse III del POR, quindi, pare essere il più importante con riferimento all’iniziativa Jessica ed infatti, tra gli strumenti d’ingegneria Binanziaria previsti per questo asse, si esplicita che “sulla base delle esigenze che emergeranno nella fase di realizzazione del POR, la Regione si riserva la possibilità di attivare l’iniziativa JESSICA”. Jessica nella Regione Liguria 8 Riservato e conBidenziale Va sottolineato, tuttavia, che i progetti inseriti in un Piano Integrato di Sviluppo Urbano Sostenibile, proprio in virtù dell’unitarietà degli obiettivi del piano, potrebbero essere Cinanziati con risorse JESSICA attivate sulla dotazione programmata per gli altri Assi del POR Competitività. In questo senso all’interno dello stesso POR, nell’ambito della sezione dedicata agli aspetti speciBici di sviluppo a carattere territoriale, viene speciBicato che: “Oltre agli interventi espressamente previsti dall’Asse III del POR nell’ambito dello sviluppo urbano, anche alcune delle attività incluse negli altri Assi potranno riguardare interventi da collocarsi in aree urbane. In particolare si fa riferimento agli interventi relativi all’efFicienza energetica ed allo sviluppo della società dell’informazione. Nondimeno va considerato […] che le città costituiscono spesso un ambiente propizio all’innovazione ed alle imprese ed in tal senso la forte attenzione dedicata dal POR Liguria all’Asse I, innovazione e competitività, che prevede, fra l’altro, investimenti in poli localizzativi di ricerca in piattaforme tecnologiche, in centri di competenza e distretti industriali può avere una signiFicativa ricaduta in termini di sviluppo urbano”. Sinteticamente si riporta una tabella, fonte POR Liguria, che propone una stima delle risorse (in riferimento al solo coBinanziamento del FESR) destinate alla realizzazione di obiettivi operativi degli assi I, II e IV che hanno una rilevanza sullo sviluppo urbano. Riepilogando, sulla base dei documenti POR, un intervento di riqualiBicazione urbana inserito in un Piano Integrato di Sviluppo Urbano potrebbe essere Binanziato con un pool di risorse in termini FESR complessivamente pari a circa Eur 220 Mln provenienti da: • Asse III, Sviluppo Urbano, del POR a cui sono stati allocati complessivamente Eur 122 Mln • Asse I, Innovazione e competitività, per un importo complessivo di Eur 80,69 Mln • Asse II, Energia per un importo complessivo di Eur 6,83 Mln • Asse IV, Valorizzazione delle risorse culturali e naturali, per Eur 8,72 Mln Lo strumento di ingegneria Cinanziaria JESSICA può essere utilizzato per l’attuazione di un Piano Integrato di Sviluppo Urbano per il quale a sua volta possono essere impiegate sia risorse afferenti all’Asse urbano del POR (asse III) che risorse provenienti da altri assi (nei limiti comunque dell’ammissibilità prevista dagli Assi utilizzati). Jessica nella Regione Liguria 9 Riservato e conBidenziale 1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione a) Contesto territoriale b) Sviluppo urbano integrato nella regione c) La dimensione urbana nel POR 2. Valutazione e diagnosi territoriale a) Presentazione approccio metodologico • Dimensioni patrimonio territoriale – ambiente, capitale Bisico, capitale umano, demograBia b) Applicazione al contesto regionale • Analisi della competitività/sostenibilità di territori urbani oggetto di potenziale intervento POR c) IdentiBicazione delle strategie di investimento per obiettivi di competitività e sostenibilità territoriale 3. Sviluppo strumentazione istituzionale per JESSICA a) Strutture per strumenti di ingegneria Binanziaria b) Sviluppo proposta di base c) Rassegna progetti potenzialmente “Jessicabili” sul territorio regionale 4. Approfondimenti analitici: il polo tecnologico universitario di Genova a) Approfondimenti analitici – valutazioni speciBiche, afBinamenti previsionali e diagnostici per area e fondo pilota b) IdentiBicazione e strutturazione portafoglio progetti Binanziabili JESSICA c) Analisi progetto pilota Binanziabile JESSICA all’interno dell’area pilota 5. Conclusioni e raccomandazioni Jessica nella Regione Liguria 10 Riservato e conBidenziale Presentazione dell’approccio metodologico Dimensioni patrimonio territoriale – ambiente, capitale Cisico, capitale umano, demograCia L’approccio metodologico dello schema JESSICA alla valutazione delle prospettive d’evoluzione di un territorio si basa sul concetto di sostenibilità dello sviluppo, cioè sulla capacità di crescere nel medio‐lungo periodo mantenendo o migliorando la propria dotazione di risorse ovvero il proprio patrimonio territoriale. Mettere il concetto di sostenibilità al centro del progetto di sviluppo del territorio richiede di ampliare i conBini delle tradizionali analisi sullo sviluppo economico locale, per includere nel quadro analitico altri aspetti che consentano di valutare in maniera integrata le prospettive del sistema locale e le politiche che possono sostenerle e migliorarle. Lo sviluppo sostenibile del sistema locale è valutato quindi con riferimento a diverse dimensioni del patrimonio territoriale: • L’ambiente, intenso come dotazione di risorse naturali riproducibili / rinnovabili (foreste, acqua) e non riproducibili (minerali, territorio) e come servizi che l’ambiente fornisce alla popolazione. • Le infrastrutture (strade, ponti, porti, ospedali, centrali elettriche) che sono presenti sul territorio e che soddisfano le esigenze dei residenti e delle imprese. • Il capitale Cisico non compreso nelle infrastrutture, quale ad esempio gli stabilimenti produttivi, il patrimonio edilizio residenziale, i mezzi di trasporto ecc. • Il capitale umano considerato sia dal punto di vista quantitativo (numero di residenti e di famiglie, struttura della popolazione per genere ed età) che in un’ottica qualitativa (grado di istruzione formale della popolazione, skill ed esperienza professionale). • Il capitale immateriale che comprende le dotazioni di risorse tecnologiche accumulate dal sistema locale ed il contenuto innovativo della produzione e delle esportazioni. Il capitale immateriale è misurato in termini di propensione ad effettuare spese in ricerca e sviluppo, di brevetti detenuti da residenti e da imprese/istituzioni locali, di numero di ricercatori, di persone con un’istruzione superiore di tipo scientiBico, di specializzazioni produttive, di composizione delle esportazioni internazionali ecc. Tra le diverse dimensioni esistono strette connessioni, che innervano la struttura del sistema locale. Jessica nella Regione Liguria 11 Riservato e conBidenziale Applicazione al contesto regionale Analisi della competitività/sostenibilità dei territori urbani oggetto d’intervento POR L’approccio metodologico appena presentato non è uno schema contabile rigido, ma uno stimolo ad ampliare l’analisi della competitività e della sostenibilità urbana, includendo dimensioni che non sempre sono adeguatamente prese in considerazione in analisi di tipo tradizionale. Lo schema va calato nel contesto del caso speciBico e va adattato per tenere conto delle caratteristiche strutturali dell’area e delle tendenze in atto. Ad esempio, in alcune realtà locali la dotazione di capitale immateriale è molto ridotta e quindi non è richiesta un’analisi particolarmente approfondita delle risorse disponibili, quanto l’individuazione di strategie per chiudere i gap. In altri casi, come ad esempio quello della Liguria, al contrario la dotazione locale di capitale immateriale è rilevante e presenta una signiBicativa dinamica negli ultimi anni. In questi casi è quindi richiesta un’analisi più approfondita, che serva come base per l’identiBicazione di strategie che si integrino nel contesto locale, andando a rafforzare i comportamenti virtuosi del sistema. Nel caso speciBico della Liguria tutte le dimensioni del patrimonio territoriale sono rilevanti e sono quindi oggetto di analisi, anche se viene dedicata particolare attenzione al capitale umano ed a quello immateriale che possono rappresentare le due dimensioni che nel prossimo decennio saranno decisive per la sostenibilità dello sviluppo e per la competitività del sistema locale. Nella fase di valutazione e di diagnosi del territorio si fa riferimento ad informazioni ed analisi che non sono riportate per esteso, anche perché sono in larga misura note almeno nei tratti essenziali. Il materiale riportato serve come supporto esempliBicativo per l’analisi e rappresenta solo una parte delle informazioni che sono state elaborate. Jessica nella Regione Liguria 12 Riservato e conBidenziale L’ambiente La fragilità di risorse ambientali è una delle caratteristiche peculiari del territorio ligure, che ne ha storicamente condizionato il modello di sviluppo e che pone problemi di sostenibilità piuttosto rilevanti e superiori a quelli di molte regioni europee. La dimensione Bisica e le caratteristiche del territorio limitano in modo signiBicativo la disponibilità di risorse naturali e rendono la pressione antropica più forte e più complessa da gestire. D’altra parte la Liguria è dotata anche di alcuni signiBicativi vantaggi rispetto alle altre regioni dell’Italia Settentrionale, quali: • Il clima marino che la rende una meta turistica per l’ampio retroterra delle metropoli del Nord Ovest e una località di prima o seconda residenza per vaste fasce della popolazione non lavorativa. • Un paesaggio dotato di grandi attrattive naturali e di una notevole eredità culturale, che contribuisce a rafforzare l’attrattività turistica del territorio regionale. • L’accessibilità via mare che deriva da un’ampia fascia costiera, dalla profondità dei fondali e che è accentuata dalla disponibilità di porti (cfr. oltre, la scheda sulle infrastrutture). La dotazione di risorse naturali e le attività antropiche sono ovviamente distribuite in modo ineguale sul territorio regionale. La pressione sull’ambiente è particolarmente forte nei centri urbani maggiori, che non solo raccolgono concentrazioni di popolazione signiBicative, ma dove è concentrata anche larga parte della logistica e delle attività produttive. La fascia più interna segnala invece preoccupanti fenomeni di declino non solo economico ma anche demograBico, che sembrano essere parzialmente attenuati almeno in alcune zone negli ultimi anni. Nonostante la strutturale fragilità del territorio e la pressione ambientale elevata, le città liguri evidenziano nel contesto italiano una qualità ambientale superiore alla media per tre capoluoghi di provincia su quattro, con Imperia che rappresenta l’eccezione più signiBicativa (cfr. oltre). Il posizionamento delle città liguri in termini di qualità dell’ambiente deriva da politiche di tutela delle risorse ambientali superiori alla media, rese necessarie dalla necessità di gestire risorse ambientali scarse. Anche i mutamenti degli ultimi decenni nella localizzazione della popolazione (deurbanizzazione) ed i mutamenti del sistema produttivo (drastico ridimensionamento delle industrie di base) hanno contribuito ad alleviare la pressione ambientale almeno sui poli urbani maggiori. L’attrattività del territorio dal punto di vista climatico, paesaggistico ed ambientale dev’essere vista anche come un elemento di richiamo, non solo per il turismo ma anche per fasce di popolazione attiva altamente qualiBicata e a reddito elevato, che potrebbe essere indotta a scegliere la Liguria come residenza d’elezione anche in virtù di queste caratteristiche della regione. Jessica nella Regione Liguria 13 Riservato e conBidenziale La qualità ambientale delle città liguri In Italia l'indice sintetico più diffuso sulla situazione ambientale è Ecosistema urbano di Legambiente, che annualmente fornisce un insieme di indicatori riferiti ai comuni capoluoghi di provincia. La classiBica Binale rappresenta la distanza tra l'effettiva situazione dei comuni ed alcuni obiettivi di sostenibilità ambientale che sono alla portata delle singole città. Per ogni indicatore elementare sono Bissate delle soglie obiettivo, che in alcuni casi fanno riferimento a speciBiche normative, mentre in altri casi sono individuati in modo discrezionale. Il peso attribuito ai singoli indicatori (cfr. oltre) è deBinito sulla base del giudizio di un gruppo di esperti ed è stato oggetto di un'analisi di sensibilità, di modo che il sistema dei pesi non inBluenzi in modo signiBicativo le città che si posizionano ai primi o agli ultimi posti, mentre ha un impatto più signiBicativo nella fascia media, dove le città presentano un punteggio molto simile. Il punteggio attribuito ad ogni città varia tra 0 e 100 e può essere letto come un “voto” attribuito alla qualità dell’ambiente. La qualità dell’ambiente nelle città liguri è nel 2007 signiCicativamente superiore alla media nazionale per Savona, La Spezia e Genova, che si posizionano rispettivamente al 7°, 9° ed 11° posto nella graduatoria dei 103 comuni capoluogo di provincia dell’Italia. Imperia ottiene al contrario una valutazione piuttosto bassa, che la pone in 78° posizione (cfr. Legambiente, Ecosistema urbano 2009, ottobre 2008). Genova presenta una posizione di tutto rispetto in confronto a città di analoghe dimensioni e supera sia pure poco Firenze e Bologna. Notevole il vantaggio su Milano, Roma e Torino. I risultati del 2007 sono esplicativi della situazione degli ultimi anni, che rappresenta un notevole miglioramento in senso assoluto e relativo rispetto al quadro di Bine anni ’90, quando La Spezia e Savona erano allineate sulla media nazionale e Genova presentava un punteggio inferiore a quello di Bologna e Torino. La tendenza al miglioramento degli indici di qualità dell’ambiente urbano non ha però coinvolto Imperia, che al di là di oscillazioni anche ampie, rimane sempre sotto la media nazionale e su livelli comparabili con quelli delle città meridionali di analoga dimensione. Jessica nella Regione Liguria 14 Riservato e conBidenziale L’indice di Ecosistema Urbano / Legambiente Fonte: Legambiente, Ecosistema urbano, ediz. 19992009 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Imperia Savona Genova La Spezia 37,0 50,0 53,0 44,0 41,9 48,5 52,7 49,7 41,4 57,2 59,1 52,5 45,0 57,4 54,2 54,3 45,3 56,5 53,8 56,5 36,4 56,1 49,9 56,2 41,9 57,1 45,2 59,4 41,9 58,9 59,7 68,5 42,9 60,2 60,3 57,7 46,6 64,7 62,2 63,5 Media nazionale 50,8 48,2 48,8 50,2 50,5 47,9 48,1 54,2 50,5 52,0 Firenze Bologna Milano Bari Roma Torino Napoli Palermo 58,0 61,0 46,0 48,0 56,0 60,0 47,0 51,0 49,2 57,9 40,2 51,0 48,4 56,3 40,1 46,2 51,3 57,8 42,6 49,5 53,2 52,1 44,3 37,8 53,3 57,8 45,1 47,5 50,9 52,4 48,1 41,7 49,8 54,8 44,9 49,7 48,5 52,0 49,0 40,1 45,7 55,2 43,1 50,3 47,6 45,4 42,2 36,7 46,9 53,3 41,6 40,6 45,5 43,8 43,5 39,9 57,0 62,0 53,6 52,5 54,2 52,0 52,6 46,2 59,3 57,9 51,2 44,9 51,3 47,3 35,8 39,2 61,3 60,2 52,5 50,5 48,7 48,6 43,9 36,3 Jessica nella Regione Liguria 15 Riservato e conBidenziale La distribuzione dei pesi degli indicatori elementari di Ecosistema Urbano / Legambiente. Fonte: Legambiente, Ecosistema urbano, ediz. 2009 Jessica nella Regione Liguria 16 Riservato e conBidenziale L’analisi SWOT del capitale naturale Punti di forza Punti di debolezza • Clima e ambiente naturale • Limitata disponibilità di territorio utilizzabile • Paesaggio ed eredità storica e culturale • Pressione delle attività produttive e residenziali sul territorio • Qualità dell’ambiente urbano • Specializzazione nella produzione di energia Opportunità • Attrazione di talenti creativi • Attrazione di anziani (seconde case o residenza principale) • Sviluppo di un turismo sostenibile ad alto valore aggiunto Jessica nella Regione Liguria Minacce • Fragilità del territorio rispetto ai mutamenti climatici (rischio idrogeologico) • Degrado dei centri urbani, abbandono dell’area interna lontana dalla costa e pressioni sull’area della costa • Concorrenza sul mercato turistico 17 Riservato e conBidenziale Le infrastrutture La dotazione infrastrutturale del territorio ligure può essere valutata in modo statistico, sviluppando un confronto con la dotazione di altre regioni, oppure in modo dinamico, veriBicando in quale misura la domanda locale è soddisfatta dalle infrastrutture esistenti ovvero se esistono segnali di saturazione dell’offerta (ad esempio situazioni di congestione delle reti dei trasporti, di carenze nella distribuzione dell’energia, ecc.). Per quanto riguarda la dotazione di infrastrutture, la Liguria secondo tutte le analisi disponibili è in una posizione decisamente favorevole sia nel contesto italiano che in quello europeo. Alla Liguria è attribuita una dotazione infrastrutturale superiore a seconda dei casi di un 4080% alla media italiana, per effetto non solo della presenza di un sistema portuale altamente sviluppato, ma anche per una dotazione signiBicativa nelle altre infrastrutture di trasporto (strade, ferrovie ed aeroporti) e nelle infrastrutture energetiche e telefoniche/telematiche. La dotazione infrastrutturale non è comunque omogenea nel territorio regionale. Genova presenta in effetti indici di dotazione infrastrutturale particolarmente elevati, evidenziando un netto vantaggio rispetto alle altre province soprattutto per gli aeroporti e la telefonia/telematica: la dotazione infrastrutturale è doppia rispetto alla media italiana e paragonabile solo a quella di Milano o Roma, metropoli di maggiori dimensioni. Le altre province liguri hanno una dotazione infrastrutturale più contenuta ed Imperia in particolare evidenzia indici inferiori alla media nazionale per quanto riguarda reti ferroviarie, aeroporti, energia e telefonia/telematica. Al di là della presenza di infrastrutture sul territorio, quello che conta è se le infrastrutture sono adeguate rispetto alla domanda e sono funzionali allo sviluppo della regione. In questa ottica il quadro appare meno favorevole per la Liguria, in quanto si rilevano diversi segnali di saturazione delle strutture esistenti (reti stradali ed autostradali) e di inadeguatezza rispetto alle esigenze (rete ferroviaria). Le criticità emergono soprattutto in rapporto da un lato ai trafBici merci generati dai porti, che non sono adeguatamente collegati con l’area padana, e d’altro lato con il pendolarismo della popolazione in ingresso ed in uscita dai centri urbani maggiori. Fenomeni di questa natura sono tipici di tutte le aree metropolitane e di tutte le city region ad elevato livello di sviluppo, ma indicano anche la presenza di vincoli ad un’ulteriore espansione del livello di attività del sistema locale. È opportuno inBine segnalare una signiBicativa disponibilità d’infrastrutture sociali (strutture culturali e ricreative, per l’istruzione e sanitarie). L’elevata dotazione media regionale (superiore di circa il 30% alla media nazionale) non è comunque omogenea sul territorio: l’area interna della Liguria presenta in genere una dotazione decisamente inferiore, che costituisce uno dei fattori di potenziale declino per questa fascia territoriale. Jessica nella Regione Liguria 18 Riservato e conBidenziale La dotazione infrastrutturale della Liguria (2004) Numero indice Italia = 100. Fonte: Istituto Guglielmo Tagliacarne Jessica nella Regione Liguria 19 Riservato e conBidenziale L’accessibilità Rispetto alle infrastrutture relative alla mobilità sono disponibili alcuni indicatori di accessibilità che misurano la dimensione del mercato potenziale di un’area ed i tempi di accesso dal resto del paese o dal resto del continente. In questo caso non conta solo la presenza di infrastrutture sul territorio, ma anche la connessione che queste hanno con le reti di rilevanza europea. Gli indici di accessibilità elaborati per i sistemi locali italiani (cfr. oltre) evidenziano per la Liguria un’accessibilità nettamente superiore alla media italiana, ma distante dai casi di eccellenza rappresentati da alcuni sistemi localizzati nell’Italia Settentrionale. L’accessibilità risulta per altro piuttosto differenziata sul territorio regionale: Genova e Savona presentano indici molto elevati, mentre Imperia ed i sistemi locali della sua provincia hanno un’accessibilità ridotta, anche se comunque superiore alla media nazionale. La situazione a livello continentale (cfr. oltre) conferma il quadro che emerge a livello italiano, accentuando le differenze tra le province liguri. Genova presenta indici di accessibilità superiori di un 20% alla media europea, mentre evidenzia un minore vantaggio in termini di accessibilità ferroviaria. Le altre province liguri presentano invece un’accessibilità inferiore alla media europea: per Imperia e Savona il differenziale è contenuto, mentre per La Spezia si evidenzia un gap di circa 15 punti %. La Liguria non appare particolarmente svantaggiata in termini di dotazioni di infrastrutture e di accessibilità nel confronto con l’Italia nel suo complesso o con tutto il continente, ma evidenzia gap importanti sia a livello nazionale che a livello europeo rispetto alle aree leader, che presentano vantaggi di competitività piuttosto ampi. L’investimento mirato su alcuni colli di bottiglia infrastrutturali, già individuati negli strumenti programmatori attuali, può migliorare in modo sensibile la situazione, consentendo alla Liguria di migliorare la propria competitività rispetto alle regioni europee più forti. Jessica nella Regione Liguria 20 Riservato e conBidenziale Indici di accessibilità dei sistemi locali (2006) Fonte: Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti (ISFORT) Diano Marina Imperia San Remo Taggia Ventimiglia Albenga Andora Cairo Montenotte Finale Ligure Savona Chiavari Genova 58,9 58,1 51,6 54,0 53,0 63,6 60,0 67,6 70,6 70,4 63,9 73,3 Dotazione di infrastrutture 27,5 26,6 21,5 23,5 21,7 32,1 28,8 39,3 38,8 39,9 31,1 42,1 Rapallo Brugnato La Spezia 63,8 71,6 69,9 35,8 36,5 39,3 31,4 31,5 30,1 30,5 31,3 31,5 31,2 28,3 31,8 30,5 32,8 31,2 28,0 35,1 30,6 Levanto 65,8 31,6 34,1 Liguria Torino Milano Bologna Firenze Roma Italia 63,4 82,0 80,0 76,1 62,8 68,4 52,5 43,3 45,8 39,1 35,8 34,1 38,7 34,2 37,0 27,0 34,3 Sistemi locali Indice di accessibilità Jessica nella Regione Liguria 21 Volumi di domanda L’indice di accessibilità è calcolato con riferimento al comune centrale di ogni sistema locale ed è costruito per cogliere l’interazione dinamica tra tessuto produttivo e rete logistica, misurando le distanze e le relazioni tra i nodi infrastrutturali di accesso alle reti di trasporto e la concentrazione degli operatori economici che quelle reti utilizzano (misura dell’effettiva disponibilità e non della sola dotazione d’infrastrutture). L’indicatore di accessibilità è ottenuto dalla sommatoria delle due componenti: accessibilità infrastrutturale con riferimento alle dotazioni strutturali, e accessibilità gerarchica legata ai volumi di domanda. Riservato e conBidenziale I sistemi locali del lavoro in Liguria (2001) Fonte: ISTAT Jessica nella Regione Liguria 22 Riservato e conBidenziale Indici di accessibilità potenziale (2001, Nuts3) Numero indice area ESPON = 100. Fonte: ESPON 1.2.1, S&W Legenda IT131 Imperia 97 82 94 97 IT132 IT133 Savona Genova 97 123 94 109 110 122 97 121 IT134 La Spezia 82 93 111 85 IT111 Torino 119 142 126 122 IT205 Milano 166 152 147 161 IT405 Bologna 126 119 134 126 IT514 Firenze 122 93 116 121 IT603 Roma 127 85 87 123 DE712 Frankfurt am Main 186 230 200 190 BE1 Bruxelles 177 217 187 177 UKI23 Outer London ‐ West and North West 185 149 153 177 FR101 Paris 175 225 182 176 UKI12 Inner London ‐ East 163 153 154 158 ESPON 100 100 100 100 Jessica nella Regione Liguria Accessibilità aerea Accessibilità stradale Accessibilità Accessibilità ferroviaria multimodale Nuts3 23 Riservato e conBidenziale L’analisi SWOT sulle infrastrutture Punti di forza Punti di debolezza • Dotazione superiore a quella di molte regioni italiane ed europee • Congestione delle infrastrutture stradali e ferroviarie a servizio dei porti • Forte specializzazione nella logistica portuale • Forti Blussi di pendolarismi da e verso i centri urbani • Livello di accessibilità adeguato • Infrastrutture sociali di livello elevato • Situazione relativamente più arretrata d’Imperia e di parte del territorio regionale Opportunità • Aumento dell’accessibilità e della dotazione infrastrutturale per effetto dei grandi progetti programmati a livello nazionale ed europeo • Rafforzamento del ruolo di gateway rispetto alla Pianura Padana • Sviluppo delle reti telematiche Jessica nella Regione Liguria Minacce • Lo spostamento del baricentro economico europeo verso Est, favorito dagli investimenti infrastrutturali, può marginalizzare la Liguria • La congestione dei collegamenti stradali e ferroviari dei porti ne limita la possibilità di crescita • Crescente pressione ambientale delle infrastrutture di trasporto e di produzione dell’energia 24 Riservato e conBidenziale Il capitale Cisico Per quanto riguarda la dotazione di capitale Bisico, occorre distinguere quello destinato ad uso produttivo (stabilimenti, impianti, immobili ad uso non residenziale) da quello utilizzato dalla popolazione (abitazioni). Per il capitale Bisico utilizzato per la produzione non si dispongono d’informazioni dirette, ma solo d’indicatori indiretti relativi al livello degli investimenti, alla dimensione dell’apparato produttivo (stabilimenti ed addetti) ed ad altri indicatori. Il quadro che emerge è quello di una dotazione signiCicativa di capitale Cisico in Liguria. Il sistema produttivo regionale ha superato una lunga fase di ristrutturazione ed ha consolidato alcune specializzazioni in campo energetico, industriale, della logistica e dei servizi alle imprese, evidenziando peraltro signiCicative situazioni di eccellenza. L’unico settore che presenta ancora segnali di declino strutturale è quello del turismo, che evidenzia ancora a livello regionale una riduzione signiBicativa del livello d’attività. Un elemento di possibile criticità è dato dalla prevalenza di imprese di piccolissime dimensioni, che può porre un freno alla competitività regionale se tali imprese non si costituiscono in Bilire o non creano sinergie con le imprese di dimensioni maggiori. Anche la dotazione di infrastrutture economiche (sistema bancario, telecomunicazioni, reti energetiche) è in Liguria su livelli signiCicativi e decisamente superiori alle media nazionale. Il patrimonio edilizio residenziale della Liguria è piuttosto ampio, ma è stato modellato in larga misura dalla fase di espansione degli anni ’50‐’70 (’50‐’60 per Genova) e risulta quindi solo parzialmente adeguato, per qualità e collocazione, alle esigenze attuali ed all’attuale distribuzione della popolazione sul territorio. In particolare la tendenza generale è quella di una forte domanda di abitazioni sulla fascia territoriale intermedia compresa tra la costa e l’area interna montuosa e nei quartieri delle città con una qualità della vita superiore. Parallelamente si segnalano fenomeni di parziale abbandono e di sottoutilizzo del patrimonio abitativo nelle aree interne e nei quartieri più degradati delle città. Lo spostamento della domanda di abitazioni non ha incontrato un’adeguata offerta ed ha determinato un incremento dei valori immobiliari piuttosto intenso nelle città maggiori superando di gran lunga l’aumento del potere d’acquisto delle famiglie. In effetti nel corso dell’ultimo ciclo immobiliare, ormai in via di conclusione, l’accesso all’abitazione da parte delle famiglie si è ridotto. Viceversa nei sistemi locali posizionati nell’area interna i valori immobiliari non hanno presentato una dinamica signiBicativa, a riprova della limitata attrattività residenziale di queste aree. Jessica nella Regione Liguria 25 Riservato e conBidenziale Unità locali delle imprese e relativi addetti per classe di addetti, ripartizione geograCica, regione e provincia. Anno 2005 (Valori assoluti e quote %) Fonte: ISTAT – Registro Statistico delle unità locali delle imprese (ASIA Unità locali) Jessica nella Regione Liguria 26 Riservato e conBidenziale Abitazioni in ediCici ad uso abitativo per epoca di costruzione (2001) Quote %. Fonte: elaborazioni Prometeia su dati ISTAT, Censimento 2001 Jessica nella Regione Liguria 27 Riservato e conBidenziale Il ciclo immobiliare residenziale nei sistemi locali liguri Valori immobiliari (€/mq) degli appartamenti nuovi e recenti e var. % medie annue Fonte: elaborazioni Prometeia su dati Consulente Immobiliare, ISTAT, Istituto Tagliacarne Il potere d’acquisto delle famiglie sul mercato immobiliare è calcolato come rapporto tra il reddito disponibile della famiglie e il valore immobiliare ed indica quanti mq di un appartamento possono essere comprati con un’annualità di reddito. Un aumento dell’indice segnala un miglioramento dell’accesso all’abitazione da parte delle famiglie, mentre una riduzione indica il fenomeno contrario. Jessica nella Regione Liguria 28 Riservato e conBidenziale Il ciclo immobiliare nel settore commerciale / ufCici (20002007) Numero di transazioni normalizzate e var. % medie annue Fonte: elaborazioni Prometeia su dati Agenzia del Territorio Il numero di transazioni normalizzate è calcolato dall’Agenzia del Territorio attribuendo ad ogni contratto di compravendita un peso derivato dalla quota di proprietà oggetto dello scambio1. Ad esempio se viene scambiata l’intera proprietà di un’unità immobiliare viene attribuito alla transazione un peso pari all’unità, mentre se viene scambiato il 50% della proprietà alla transazione viene attribuito il peso di 0,5. 1 La deBinizione ufBiciale è la seguente: “Per numero di transazioni normalizzate (NTN), si intende il numero di transazioni per quota di proprietà oggetto della transazione”. Jessica nella Regione Liguria 29 Riservato e conBidenziale Analisi SWOT del capitale Cisico Punti di forza Punti di debolezza • Specializzazione settoriale consolidata in attività con prospettive di crescita • Patrimonio abitativo parzialmente inadeguato per qualità e localizzazione • Sviluppo di un tessuto di PMI dinamiche • Concentrazione delle attività e delle infrastrutture sull’area costiera e nelle zone urbane maggiori • Infrastrutture economiche di livello elevato • Tensioni sul mercato immobiliare e riduzione della house affordability per le famiglie nei centri urbani Opportunità • Opportunità d’investimento nei settori di specializzazione della regione, in particolare nell’industria e nella logistica • Rafforzamento dei punti d’eccellenza nei servizi alle persone ed alle imprese • Sviluppo di Biliere e maggiore integrazione tra le PMI e le grandi imprese Jessica nella Regione Liguria Minacce • Concorrenza internazionale crescente • DifBicoltà ad affrontare gli investimenti necessari da parte delle imprese e del settore pubblico • Perdita di competitività e declino del settore turistico tradizionale 30 Riservato e conBidenziale Il capitale umano: gli aspetti quantitativi La dotazione di capitale umano è un fattore essenziale per lo sviluppo di un’area nel medio periodo. Per la Liguria la disponibilità di capitale umano rappresenta un fattore particolarmente critico per i prossimi anni, in funzione delle caratteristiche attuali della popolazione e del modello di sviluppo che sta emergendo. In termini quantitativi, il capitale umano della Liguria è caratterizzato in primo luogo dalla durata e dall’intensità del processo di transizione demograBica, che ha comportato negli ultimi due decenni un invecchiamento della popolazione eccezionale anche nel contesto dell’Italia Settentrionale. Oltre ad invecchiare, la popolazione si è ridotta in livello assoluto, passando da 1,864 milioni di persone nel 1974 (anno di massima espansione) a 1,570 milioni di persone nel 2002 (anno di minima). Negli ultimi anni si segnala un rallentamento del processo di invecchiamento, che deriva dalla modesta ripresa della natalità e dal rafforzamento dei Blussi migratori. La popolazione nell’ultimo quinquennio presenta un lieve aumento, di per sé poco signiBicativo, ma in controtendenza rispetto alle evoluzioni di medio periodo. I Clussi migratori hanno favorito negli ultimi anni tutti i sistemi locali della Liguria e non solo i sistemi urbani maggiori, ma anzi sembrano avere svolto un ruolo di riequilibrio a favore dei sistemi locali del Ponente. Parallelamente è aumentata la presenza sul territorio dei cittadini stranieri, con una notevole omogeneità territoriale. L’incidenza della popolazione immigrata in regione rimane comunque in linea con la media nazionale. Si evidenzia un fabbisogno di manodopera straniera più elevato rispetto al resto delle regioni Nord Occidentali. Le relazioni di lavoro dei cittadini immigrati sono però per lo più caratterizzate da contratti di breve durata. Nonostante i segnali degli ultimi anni, le proiezioni demograBiche più aggiornate (ISTAT base 1.1.2007) evidenziano come scenario centrale un ulteriore notevole calo della popolazione ligure, che raggiungerebbe nel 2027 1,395 milioni di residenti (scenario base). Anche l’ipotesi “alta” formulata da ISTAT prevede una riduzione della popolazione residente, anche se meno intensa di quella dello scenario base. La sBida che la Liguria si trova ad affrontare è in primo luogo quella di un ulteriore declino demograBico, che avrebbe conseguenze negative sulla competitività della regione e sulla sostenibilità dello sviluppo. Una riduzione così marcata della popolazione comporterebbe conseguenze gravi sull’offerta di lavoro (la popolazione in età di lavoro declina più rapidamente della popolazione totale per effetto del processo di invecchiamento), sulla domanda di abitazioni e di servizi alle famiglie. Inoltre la riduzione dei giovani potrebbe avere effetti radicali sulla propensione imprenditoriale ed all’innovazione. Nel medio periodo diventa quindi essenziale per la Liguria essere in grado di attrarre Blussi migratori estremamente signiBicativi, in modo da bloccare il declino demograBico e da alimentare un’offerta di lavoro adeguata alle prospettive dell’economia. Per garantire la stabilità sociale è però necessario prestare un’attenzione particolare all’integrazione ed alla stabilizzazione dei cittadini immigrati. Jessica nella Regione Liguria 31 Riservato e conBidenziale La popolazione residente in Liguria per classe di età (000) Fonte: ISTAT Classe di età 1952 1962 1972 1982 1992 2002 2007 0‐4 88,9 99,4 112,9 66,1 53,3 54,8 60,1 5‐9 91,8 91,2 122,8 97,3 54,4 55,7 59,4 10‐14 106,1 103,0 107,9 114,8 65,4 56,9 60,1 15‐19 102,1 105,0 98,5 124,5 96,4 57,0 61,3 20‐24 117,6 124,3 115,6 112,4 115,1 67,4 62,2 25‐29 125,5 122,9 113,6 104,8 126,2 97,7 76,5 30‐34 103,6 136,3 131,5 115,6 111,4 114,4 107,6 35‐39 126,3 137,4 126,8 112,8 102,5 123,3 124,0 40‐44 132,2 110,5 137,4 128,8 112,9 109,0 131,9 45‐49 121,1 131,3 137,2 123,8 109,4 100,4 115,1 50‐54 107,9 133,1 108,9 132,7 124,1 109,2 104,1 55‐59 95,6 117,4 124,9 130,5 117,4 104,8 111,4 60‐64 82,3 100,2 125,5 100,7 122,1 116,9 104,9 65‐69 64,8 82,7 104,3 110,3 113,7 106,6 114,2 70‐74 48,3 64,6 79,2 97,6 81,2 103,5 99,8 75‐79 31,2 42,3 54,7 68,3 77,9 86,2 91,3 80+ 22,9 35,8 50,0 63,3 90,9 106,1 124,0 1.568,2 1.737,4 1.851,7 1.804,5 1.674,1 1.570,0 1.607,9 Totale Jessica nella Regione Liguria 32 Riservato e conBidenziale La popolazione residente in Liguria per classe di età (1.1.1982). Fonte: ISTAT Jessica nella Regione Liguria 33 Riservato e conBidenziale La popolazione residente in Liguria per classe di età (1.1.1992). Fonte: ISTAT Jessica nella Regione Liguria 34 Riservato e conBidenziale La popolazione residente in Liguria per classe di età (1.1.2002). Fonte: ISTAT Jessica nella Regione Liguria 35 Riservato e conBidenziale La popolazione residente in Liguria per classe di età (1.1.2007). Fonte: ISTAT Jessica nella Regione Liguria 36 Riservato e conBidenziale Indicatori di struttura della popolazione residente (%) Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Indice di vecchiaia: popolazione anziana (di 65 anni ed oltre) / popolazione giovane (Bino a 14 anni) * 100 Indice di dipendenza giovani: popolazione giovane (Bino a 14 anni) / popolazione in età lavorativa (15‐64 anni) * 100 Indice di dipendenza anziani: popolazione anziana (65 anni e oltre) / popolazione in età lavorativa (15‐64 anni) * 100 Indice di dipendenza grandi anziani: grandi anziani (di 80 anni e oltre) / popolazione in età lavorativa (15‐64 anni) * 100 Indice di struttura della forza lavoro: popolazione in età 15‐39 anni / popolazione in età 40‐64 anni * 100 Indice di ricambio della forza lavoro: popolazione in età 15‐19 anni / popolazione in età 60‐64 anni * 100 Jessica nella Regione Liguria 37 Riservato e conBidenziale Il bilancio della popolazione residente in Liguria Valori in migliaia, tassi e saldi per 1.000 abitanti. Fonte: ISTAT 19521961 19621971 19721981 19821991 1992 2001 2002 2007 1.568,0 1.736,8 1.853,5 1.804,5 1.674,1 1.570,0 Nati 183,4 239,2 167,3 112,1 111,5 71,3 Morti 177,9 216,9 236,7 230,0 221,6 128,3 5,5 22,3 ‐69,4 ‐117,9 ‐110,1 ‐57,0 163,3 94,4 20,3 ‐12,4 6,0 96,8 1.736,8 1.853,5 1.804,5 1.674,1 1.570,0 1.609,8 Tasso di natalità (‰) 111,0 133,2 91,5 64,5 68,7 44,8 Tasso di mortalità (‰) 107,7 120,8 129,4 132,2 136,6 80,7 3,3 12,4 ‐37,9 ‐67,8 ‐67,9 ‐35,9 Saldo migratorio (‰) 98,8 52,6 11,1 ‐7,1 3,7 60,9 Var. ‰ media annua popolazione 10,3 6,5 ‐2,7 ‐7,5 ‐6,4 3,6 Popolazione ad inizio periodo Saldo naturale Saldo migratorio Popolazione a Bine periodo Saldo naturale (‰) Jessica nella Regione Liguria 38 Riservato e conBidenziale Il capitale umano: gli aspetti qualitativi Oltre alla dotazione quantitativa di capitale umano (popolazione totale, popolazione in età di lavoro, offerta di lavoro), è critico per la Liguria la qualità del capitale umano ed in particolare il grado di istruzione della popolazione. Attualmente la Liguria presenta una quota di popolazione con grado di istruzione superiore (laurea e diploma) piuttosto elevata e superiore alla media nazionale. La maggiore presenza di laureati e diplomati in Liguria va rapportata all’attrattività della metropoli di Genova e alla presenza di grandi imprese in settori a tecnologia medioalta (cfr. oltre) e di strutture universitarie e di ricerca di eccellenza. Nondimeno in termini assoluti il capitale umano in Liguria, deBinito dalla popolazione per titolo di studio ponderata per il rendimento dei titoli di studio stessi (cfr. oltre), presenta negli ultimi decenni un declino piuttosto accentuato (‐5,2% tra il 1991 ed il 2001), che contrasta con l’aumento che si riscontra invece a livello nazionale (+2,5% nello stesso periodo). Nonostante in Liguria aumenti il numero assoluto e l’incidenza relativa delle persone con un titolo di studio superiore, la riduzione della popolazione è tale da portare ad un declino così intenso anche delle persone con un titolo inferiore al diploma che nel suo complesso il capitale umano presenta una signiBicativa riduzione. Questo processo avviene nel contesto di una riduzione complessiva della popolazione che è più intensa di quella del capitale umano. Il miglioramento del grado d’istruzione della popolazione compensa quindi in parte il declino demograCico, ma non impedisce che questo si manifesti nel livello del capitale umano disponibile. Per quanto riguarda le prospettive dei prossimi anni, il dato favorevole è rappresentato dall’elevata propensione dei giovani liguri a conseguire titoli di studio elevati. Non va comunque trascurato il fatto che in prospettiva il maggiore tasso di scolarizzazione si applicherà a gruppi di popolazione che negli scenari demograBici (variante centrale e bassa) sono previsti in declino in termini assoluti. Anche in questo caso la sBida per la Liguria non è solo quella di utilizzare al meglio le risorse già presenti sul suo territorio, ma anche quello di attuare politiche di attrazione molto decise, per evitare un ulteriore drammatico declino non solo della popolazione, ma anche del capitale umano (popolazione ponderata per il tiolo di studio). Jessica nella Regione Liguria 39 Riservato e conBidenziale Il capitale umano 19912001 Var. % medie annue. Fonte: elaborazioni Prometeia Il capitale umano è deBinito come la somma ponderata della popolazione residente di 6 e più anni di età, distinta per titolo di studio conseguito. Ad ogni classe di popolazione è stato applicato un peso proporzionale al rendimento economico del tiolo di istruzione considerato. Il rendimento economico è stato stimato con tecniche econometriche a partire dai microdati dell’indagine sulla condizione delle famiglie EU‐SILC 2004. Per la descrizione della metodologia cfr. Daniele Pivetti, Il rendimento dell’istruzione nella Provincia Autonoma di Bolzano secondo l’indagine ISTAT EUSILC, XXVII Conferenza Italiana Di Scienze Regionali, Bolzano, 26‐28 settembre 2007. Jessica nella Regione Liguria 40 Riservato e conBidenziale La scomposizione del tasso di crescita del PIL in Liguria ed in Italia Tassi % di var. medi annui. Fonte: elaborazioni Prometeia Liguria Italia 19711981 19811991 19912001 19711981 19811991 19912001 2,0 1,1 0,2 3,2 2,2 1,5 Popolazione ‐0,3 ‐0,8 ‐0,7 0,4 0,0 0,0 Produttività 2,0 1,6 0,4 2,7 2,0 0,9 ‐0,4 ‐0,3 0,6 ‐0,6 ‐0,4 0,7 Tasso di attività 0,3 0,3 ‐0,2 0,4 0,2 ‐0,3 Grado di istruzione 0,4 0,2 0,1 0,4 0,3 0,2 Occupazione 0,1 ‐0,6 ‐0,2 0,7 0,2 0,7 Forze lavoro 0,4 ‐0,3 ‐0,7 1,3 0,6 ‐0,1 Capitale umano 0,2 ‐0,5 ‐0,5 0,9 0,4 0,3 PIL Contributi alla crescita del PIL Tasso di occupazione Var. % medi annui Jessica nella Regione Liguria 41 Riservato e conBidenziale Indici di integrazione degli immigrati in Liguria Fonte: V Rapporto CNEL (2008) su dati 2004 Indici: Incidenza Fabbisogno manodopera straniera Assorbimento mercato lavora7vo Devianza Natalità Ricongiungimento famigliare Genova 4,6 32,5 15,6 10,1 17,5 23,5 Imperia 5,4 22,7 17,1 11,2 17,1 33,2 La Spezia 3,6 34,5 15,4 8,2 19,8 30,8 Savona 4,4 33,2 19,6 6,0 18,2 30,4 Liguria 4,6 31,7 16,7 9,4 17,8 26,9 Nord Ovest 6,1 30,0 20,7 4,0 20,7 27,9 Italia 4,8 28,9 17,3 4,2 20,1 27,4 Torino 5,2 30,2 17,7 4,9 17,9 25,2 Milano 8,0 26,7 20,8 3,9 19,1 23,9 Bologna 6,7 28,2 19,3 4,2 22,3 24,9 Firenze 7,9 24,2 22,1 5,3 22,0 22,1 Roma 8,9 24,7 15,3 4,6 16,3 18,0 Incidenza: % soggiornanti su popolazione residente complessiva Fabbisogno relativo di manodopera straniera: % stima del fabbisogno di manodopera straniera sul totale del fabbisogno di manodopera stimato Potere di assorbimento del mercato lavorativo: % assunzioni di stranieri a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni a tempo indeterminato Devianza: % stranieri denunciati sul totale dei soggiornanti Natalità: numero medio di nuovi nati stranieri nell’anno ogni 1.000 residenti stranieri Ricongiungimento famigliare: % soggiornanti per motivi familiari su totale soggiornanti (i dati sono al 31.08.2004). Jessica nella Regione Liguria 42 Riservato e conBidenziale Analisi SWOT del capitale umano Punti di forza Punti di debolezza • Elevato livello d’istruzione della popolazione • Declino demograBico ed invecchiamento della popolazione • Capacità di attrarre immigrati (saldo migratorio in rapida crescita su tutto il territorio regionale) • Riduzione della popolazione in età di lavoro e dell’offerta di lavoro • Crescente istruzione e partecipazione della popolazione femminile • Diminuzione in termini assoluti del capitale umano Opportunità Minacce • Rafforzare i Blussi migratori per contrastare il declino demograBico • Necessità d’inserire una crescente popolazione di cittadini stranieri • Attrarre giovani qualiBicati in un mercato del lavoro che offre opportunità crescenti • Aumento del numero di anziani e della domanda di servizi sociali e sanitari • Numero ridotto di giovani con possibili effetti negativi su capitale umano, imprenditorialità e propensione all’innovazione Jessica nella Regione Liguria 43 Riservato e conBidenziale Il capitale immateriale Nell’attuale fase dello sviluppo regionale è sempre più rilevante nel medio periodo non solo la disponibilità quantitativa e qualitativa delle risorse, ma anche la capacità del sistema locale di genere innovazioni e di adottare nuove tecnologie. Il capitale immateriale (dotazione di risorse tecnologiche e di capacità innovative) è connesso alla struttura dell’economia locale (in termini di specializzazioni, di struttura imprenditoriale), al capitale umano (risorse qualiBicate) ed al sistema dell’alta formazione e della ricerca. Nel contesto della knowledge economy la Liguria, quando viene analizzata in un’ottica europea, sconta pesantemente l’effetto paese, ovvero risente inevitabilmente della ridotta capacità tecnologica ed innovativa dell’Italia. In effetti le indicazioni del Regional Innovation Scoreboard vanno in questa direzione, segnalando che la regione supera la media europea solo per alcuni indicatori relativi all’occupazione in settori industriali ad alta e media tecnologia ed all’occupazione in servizi ad alta tecnologia. Se si concentra l’analisi sul confronto con le altre regioni italiane, eliminando quindi l’effetto paese, la dotazione di capitale immateriale della Liguria emerge in piena luce, indicando le premesse per perseguire una decisa politica di supporto all’innovazione. Secondo le analisi più aggiornate, la Liguria presenta in effetti una specializzazione settoriale signiCicativa in industrie ad alta tecnologia quali l’aerospaziale, le biotecnologie per la salute, l’ICT, la meccatronica, le nanotecnologie e la logistica dei trasporti. Per la logistica dei trasporti e l’ICT la Liguria può essere considerata la regione leader in Italia. Anche prendendo in considerazione altri indici di capacità tecnologica e innovativa, quali ad esempio le spese in ricerca & sviluppo, la Liguria rimane aggregata a Lombardia, Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna nel gruppo delle regioni italiane più innovative. La situazione Ligure tuttavia appare meno dinamica dal punto di vista delle domande di brevetti. Come queste regioni la Liguria è considerata una leading region per quanto riguarda l’alto livello del capitale immateriale e come tale è considerata adatta ad applicare politiche di innovazione miranti a promuovere eccellenze di rango europeo. Per quanto riguarda la dotazione di capitale immateriale la Liguria presenta quindi le basi per realizzare politiche di supporto tali da alimentare le prospettive di sviluppo di medio periodo. Il trend evidenziato da indicatori quali la spesa in ricerca e sviluppo e l’occupazione dei settori ad alta tecnologia, sottolinea come la situazione non sia priva di criticità, in quanto anche le altre regioni (in primis quelle italiane) che si trovano in una situazione simile a quella della Liguria stanno investendo in politiche per l’innovazione e la tecnologia. La concorrenza tra le regioni ed in particolare tra le city region è piuttosto forte ed è destinata ad intensiBicarsi. Per la Liguria, tenendo conto delle tendenze demograBiche esplicitate in precedenza, è essenziale rafforzare in modo signiBicativo la propria capacità di attrarre attività (imprese, laboratori, centri di ricerca) e talenti (imprenditori, persone ad alta qualiBicazione), intervenendo su tutte le componenti del sistema innovativo regionale dalle attività di alta formazione a quelle di ricerca, dalle eccellenza industriali e terziarie alla qualità urbana ed alla disponibilità di adeguati contenitori per l’attività d’impresa e ricerca. Jessica nella Regione Liguria 44 Riservato e conBidenziale I distretti tecnologici italiani e i loro campi di specializzazione Fonte: Valeria Miceli, Innovation policies: Italian technological districts and their innovation systems, ERSA, 2008 Jessica nella Regione Liguria 45 Riservato e conBidenziale Spese in R&S totale Fonte: Istat Jessica nella Regione Liguria 46 Riservato e conBidenziale Spese in R&S delle imprese Fonte: Istat Jessica nella Regione Liguria 47 Riservato e conBidenziale Domande di brevetto all'UfCicio Statistico Europeo Fonte: Eurostat Jessica nella Regione Liguria 48 Riservato e conBidenziale Occupazione nei settori ad alta tecnologia e ad alta intensità di conoscenza Fonte: Eurostat Jessica nella Regione Liguria 49 Riservato e conBidenziale Risorse umane nella scienza e nella tecnologia Fonte: Eurostat Eurostat deBinisce le risorse umane nella scienza e nella tecnologia in accordo con le metodologie ufBiciali internazionali come l’insieme delle persone che hanno conseguito un titolo di studio di terzo livello (laurea e simili) in una disciplina scientiBica o tecnologica oppure anche senza aver conseguito il tiolo di studio hanno un’occupazione che normalmente richiede tale qualiBica. Jessica nella Regione Liguria 50 Riservato e conBidenziale Analisi SWOT del capitale immateriale Punti di forza Punti di debolezza • Specializzazione in numerosi settori a media ed alta tecnologia • Scarsa propensione alle spese in ricerca & sviluppo soprattutto da parte del settore privato • Disponibilità di qualiBiche elevate e presenza di situazioni di eccellenza nel sistema della ricerca e della formazione superiore • Attività brevettuale ridotta • A livello nazionale è una delle 4 leading region per il sistema innovativo regionale • Limitato commercio estero di prodotti a media ed alta tecnologia Opportunità • Crescente attenzione alle politiche dell’innovazione Minacce • Forte concorrenza di altre regioni italiane ed europee • Centri di ricerca in corso di progettazione / • Effetto paese sfavorevole realizzazione (ad es. Istituto Italiano di Tecnologia, • Struttura demograBica sfavorevole (pochi giovani Erzelli) ecc.) • Capacità di attrarre talenti e risorse qualiBicate Jessica nella Regione Liguria 51 Riservato e conBidenziale IdentiCicazione strategie d’investimento per obiettivi di competitività e sostenibilità territoriale Dalla valutazione e diagnosi territoriale emergono le potenzialità ed i bisogni espressi dal territorio regionale. Tale analisi evidenzia come gli interventi a sostegno della competitività del sistema locale debbano avere luogo in maniera sinergica su tutte le cinque dimensioni del patrimonio territoriale. Pare tuttavia necessario dedicare un'attenzione particolare al capitale umano ‐ che se non adeguatamente supportato potrebbe costituire un elemento di criticità e di rallentamento dello sviluppo regionale ‐ ed al capitale immateriale, che rappresenta allo stato attuale uno degli asset più importanti e promettenti della Liguria, ma che in un contesto di sempre maggiore intensità della concorrenza tra regioni rischia di vedere sprecate le proprie potenzialità in mancanza degli stimoli e degli incentivi appropriati. Il capitale ambientale può essere considerato il terzo cardine dello sviluppo regionale: il territorio ligure infatti presenta da un lato punte di eccellenza paesaggistica e naturalistica che costituiscono risorse fondamentali per la ripresa del settore turistico, dall'altro lato però è caratterizzato da una scarsa disponibilità di spazi, che costituisce un limite per l'insediamento di nuove attività produttive e determina problemi legati all'eccessiva pressione antropica su alcune zone. Le criticità evidenziate sono analizzate in dettaglio e interpretate dal Programma Operativo della Regione Liguria, che disegna la struttura di base per gli investimenti dei Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale. Il Programma Operativo Occupazione e Competitività 20072013 della Regione Liguria La strategia del POR Competitività 2007‐2013 della Regione Liguria si concentra sul sostegno alla competitività di un sistema regionale che, giunto alla fase conclusiva di un processo di ristrutturazione economico‐produttiva, necessita di un supporto per conquistare un nuovo posizionamento in considerazione del crescente clima competitivo internazionale. Il Programma si pone come obiettivo generale la promozione di uno sviluppo basato sul rafforzamento delle risorse endogene che sia in grado di coniugare competitività con elevati standard di qualità, d’occupazione, di sicurezza e di sostenibilità ambientale. La deBinizione di questo macro‐obiettivo, così come degli obiettivi speciBici individuati dal programma e degli interventi delineati per il loro perseguimento, è sviluppata nel Programma in coerenza con gli orientamenti strategici della programmazione regionale per il prossimo futuro, che a loro volta richiamano fortemente gli obiettivi delle strategie di Lisbona e Göteborg, così come articolate nei 24 Orientamenti Strategici Comunitari e nelle tre Linee Guida Strategiche. Jessica nella Regione Liguria 52 Riservato e conBidenziale Potenziali applicazioni di JESSICA alle attività individuate nel POR Competitività della Regione Liguria La strategia di riposizionamento del sistema economico espressa nel POR punta sul rafforzamento delle risorse endogene, sia materiali che umane, mediante l’innalzamento della conoscenza, della ricerca, dell'innovazione, del dinamismo imprenditoriale e il miglioramento della fruibilità del territorio, accrescendone l’accessibilità e l’attrattività. Il POR stabilisce quattro priorità, riassunte nel riquadro a lato (cfr. anche cap.1). Assi d’intervento prioritario individuati dal POR L'asse III “Sviluppo Urbano” si pone come Binalità primarie: • il miglioramento del livello di attrattività delle città e del loro livello di “vivibilità” in un’ottica di sostenibilità • Innovazione, come veicolo di promozione della crescita economica e di competitività imprenditoriale • il miglioramento dell’accessibilità e della mobilità, promuovendo l’utilizzo di modalità di trasporto meno inquinanti, migliorando il coordinamento della pianiBicazione dei trasporti, con attenzione alle tematiche prioritarie della sicurezza stradale e della salute pubblica (riduzione dei livelli di inquinamento ambientale ed acustico) • Energia, rinnovabile e miglioramento dell'efBicienza energetica • Sviluppo urbano, accessibilità del territorio, prevenzione dei rischi naturali • Valorizzazione delle risorse culturali e naturali L’ Asse III “Sviluppo Urbano” individua chiaramente un ambito d’intervento particolarmente adatto all'applicazione degli strumenti di ingegneria Cinanziaria previsti da JESSICA, tuttavia ulteriori ambiti d’applicazione possono discendere anche da altri Assi del POR (cfr. anche cap.1): un piano integrato di sviluppo urbano, che rappresenta il contesto entro cui avviare JESSICA, può infatti includere attività collocate in maniera trasversale rispetto ai quattro assi individuati dal POR. In questa sezione verranno individuate tra le azioni proposte nel POR quelle che più si prestano ad essere inserite in un piano integrato di sviluppo urbano sostenibile e che hanno caratteristiche compatibili con l’applicazione dell’iniziativa JESSICA. I principi fondamentali di funzionamento dello schema JESSICA saranno presentati nel terzo capitolo. Jessica nella Regione Liguria 53 Riservato e conBidenziale Analisi SWOT delle 5 dimensioni del patrimonio regionale come base per la deCinizione e la valutazione delle possibili strategie di investimento Nell’ambito delle aree d’intervento deBinite dal Programma Operativo Regionale, saranno individuate le strategie di investimento potenzialmente Binanziabili attraverso lo schema JESSICA. 5 Dimensioni del CAPITALE REGIONALE Dall’analisi che segue risulterà chiaro come tali strategie siano deBinite in modo coerente coi risultati dell’analisi del patrimonio territoriale nelle sue cinque dimensioni fondamentali. L’approccio metodologico adottato è infatti particolarmente adatto a supportare il processo di deBinizione e valutazione di tali strategie, poiché evidenzia sia le potenzialità della regione, che devono costituire il punto di partenza, la base sui cui poggiano gli interventi che dovranno essere intrapresi, che le sue criticità che rappresentano il punto di arrivo delle azioni da portare avanti, individuando gli obiettivi da perseguire in modo prioritario. STRATEGIE d’INTERVENTO SWOT Come si è notato in precedenza, l’applicabilità di JESSICA non è limitata a progetti di sviluppo urbano in senso stretto, ma si estende a tutti quei progetti che, attraverso interventi sostenibili di rigenerazione e miglioramento dei territori cittadini, fungono da propulsori per lo sviluppo economico e sociale tout court del territorio urbano. In questo senso, un’analisi articolata sulle diverse dimensioni del patrimonio regionale permette di individuare anche le sinergie esistenti tra tali dimensioni e di prevedere non solo gli effetti diretti, ma anche quelli indiretti delle singole azioni, in modo da poter deCinire progetti che integrino interventi su ambiti diversi, ma con obiettivi comuni. La discussione che segue è quindi informata al duplice obiettivo di: 1. Evidenziare la struttura circolare del rapporto tra l’analisi degli elementi di sostenibilità/competitività presenti sul territorio e l’identiBicazione e la caratterizzazione delle strategie di intervento; 2. Sottolineare come attraverso interventi deBiniti nell’ambito di progetti di sviluppo urbano si possano promuovere dinamiche virtuose di sviluppo che non sono limitate alle aree cittadine ma che investono l’intera realtà economica e sociale del territorio regionale. Jessica nella Regione Liguria 54 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse I – INNOVAZIONE Analisi SWOT e dimensioni del capitale regionale interessate Dimensioni del capitale Punti di Forza Punti di Debolezza • DifBicoltà ad attrarre investimenti sia da parte del settore privato che del • Centri di ricerca in corso di pubblico progettazione e realizzazione Capitale Cisico • Specializzazione in settori a medio‐alta tecnologia • Punte di eccellenza nel sistema della formazione superiore e della ricerca • Scarsa propensione alle spese in R&S • Attività brevettuale ridotta • Crescente attenzione alle politiche dell’innovazione • Concorrenza di altre regioni italiane ed europee • Attrazione di giovani formati e qualiBicati • Struttura demograBica sfavorevole (pochi giovani), con effetti potenzialmente negativi su imprenditorialità ed innovazione • Leading region in Italia per il sistema innovativo Capitale umano Minacce • Sviluppo di Biliere e maggiore integrazione tra le PMI e le grandi imprese • Tessuto di PMI dinamiche Capitale immateriale Opportunità • Livelli di istruzione elevati • Diminuzione in termini assoluti del capitale umano L’analisi SWOT presentata in precedenza evidenzia come gli interventi proposti poggino su alcuni dei principali punti di forza della Regione, quali l’orientamento all’innovazione e l’elevata qualità del capitale umano. Tali elementi costituiscono la base per un’azione necessaria a contrastare le minacce che rischiano di condurre ad un generale rallentamento dell’attività innovativa ligure – prima tra tutte la sfavorevole dinamica demograBica che caratterizza la regione – ed a porre le basi per l’affermazione di un vero e proprio sistema innovativo regionale integrato e competitivo. Le azioni proposte in questa parte del POR investono in maniera trasversale la dimensione Bisica, umana ed immateriale del capitale regionale. Interventi che hanno effetti diretti sul capitale Cisico, come la penetrazione capillare della rete internet sul territorio e la creazione di infrastrutture tecnologicamente avanzate condivise, hanno ricadute sul capitale immateriale, stimolando il livello di attività innovativa e ponendo le premesse per una maggiore integrazione tra imprese di grandi dimensioni e PMI. Tali conseguenze, unite a politiche dirette all’attrazione di giovani talenti, potranno quindi innescare un’inversione di tendenza nella dinamica negativa che caratterizza il capitale umano. Jessica nella Regione Liguria 55 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse I –INNOVAZIONE Due tra le azioni individuate dal POR nell’ambito dell’Asse I hanno caratteristiche tali per cui un’applicazione di JESSICA potrebbe contribuire proBicuamente alla loro realizzazione. 1. Poli di innovazione e sistema della ricerca Il POR promuove interventi volti a favorire la creazione di piattaforme tecnologiche, laboratori di ricerca, e centri di competenza, luoghi cioè dove possano aver luogo interazioni frequenti e signiBicative tra ricerca e produzione, e dove lo scambio di conoscenze ed esperienze possa favorire il trasferimento e la diffusione di tecnologie e di informazione e incentivare di conseguenza l’auspicata crossfertilization tra formazione, ricerca scientiBica, alta tecnologia e sviluppo di nuovi prodotti. In tali contesti non solo potrà essere garantita la condivisione di dotazioni ed infrastrutture avanzate ed innovative, ma anche una migliore compatibilità ed efBicienza ambientale ed energetica, Sarà favorita, inoltre, la creazione di poli localizzativi di ricerca, produzione e innovazione, dove la dotazione di infrastrutture tecnologicamente avanzate e specializzate favorisca l’insediamento di imprese innovative e lo sviluppo di economie di scala e di scopo. 2. Diffusione delle TIC Una seconda azione cruciale per il supporto alla competitività della regione Liguria nell’ambito dell’innovazione tecnologica è l’incremento della diffusione della banda larga e della connettività su tutto il territorio. Interventi di questo tipo permettono di estendere ed uniformare l’accesso ai servizi informatici ed alle opportunità tecnologiche ad essi collegate. Applicabilità di JESSICA Potenzialità di JESSICA L’istituzione di luoghi Bisici dove possa avere luogo la creazione e lo scambio di conoscenze e la predisposizione di infrastrutture necessarie a stimolare e supportare l’attività produttiva sono interventi di sviluppo urbano in senso stretto, ed in questo senso possono rientrare in uno schema JESSICA. • L’entità dell’investimento iniziale richiesto da questo tipo di interventi è ingente, ed il rischio ad esso connesso spesso è considerevole. I rendimenti attesi, per quanto cospicui, tendono a realizzarsi con notevole ritardo rispetto all’investimento iniziale. Queste circostanze spesso scoraggiano la partecipazione a tali progetti da parte di soggetti privati. • Gli strumenti d’ingegneria Binanziaria previsti da JESSICA possono consentire di assorbire in parte il rischio connesso all’investimento, o garantire anche nella parte iniziale del progetto rendimenti per il rischio adeguati a soddisfare le esigenze del settore privato. Jessica nella Regione Liguria 56 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse II – ENERGIA Analisi SWOT e dimensioni del capitale regionale interessate Dimensioni del capitale Capitale Cisico Capitale naturale Punti di Forza Punti di Debolezza Minacce • Opportunità di investimento nei settori di specializzazione della regione • Specializzazione nel settore energetico • Clima ed ambiente naturale • Qualità dell’ambiente urbano Opportunità • Specializzazione nella produzione di energia • Sviluppo di un turismo sostenibile ad alto valore aggiunto • Attrazione di popolazione matura ed anziana ad elevata capacità di spesa (seconda casa o residenza principale) • Concorrenza accesa e perdita di competitività del settore turistico La specializzazione industriale nel settore energetico costituisce al contempo un punto di forza e di debolezza per la Liguria. Infatti, se da un lato tale settore presenta buone prospettive di crescita, dall’altro un ulteriore aumento della produzione secondo modelli tradizionali creerebbe danni, anche irreparabili, al patrimonio naturale della regione, che ne costituisce una delle ricchezze primarie. Allo stato attuale, l’impatto di questo settore industriale sull’ambiente è molto pesante. L’industria dell’energia e della trasformazione delle fonti energetiche è infatti il macrosettore che contribuisce maggiormente alle emissioni di ossidi di zolfo (72%) e di anidride carbonica (52%), ed è responsabile per il 6% delle emissioni di particolato Bine e per il 7% a quelle di benzene. I margini di miglioramento però sono ampi: nel 2005 la produzione di energia da fonti rinnovabili in Liguria ha superato di poco il 3% dell’energia consumata sul territorio regionale, contro una media nazionale di poco inferiore al 16%. Un riallineamento ai livelli medi nazionali è però possibile, se verranno prese misure adeguate, poiché la grande superBicie boscata, pari al 65% del territorio, e le condizioni climatiche e morfologiche del territorio regionale costituiscono un vasto potenziale energetico rinnovabile e sostenibile. Interventi in questo senso sono cruciali. È infatti sulla tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico regionale che si può basare il rilancio e la ristrutturazione del settore turistico, che sta attraversando un periodo di difBicoltà sotto il peso di un’accresciuta concorrenza nazionale ed internazionale. La qualità della vita nelle città – e quindi il livello di inquinamento – è inoltre un elemento cardine dell’attrazione di tipo “residenziale”, focalizzata sulle fasce di popolazione matura ed anziana, che potrebbero trascorrere periodi prolungati di vacanza o addirittura trasferirsi nei centri urbani Liguri di dimensioni medio‐piccole, con ricadute positive importanti su numerosi settori dell’economia. Jessica nella Regione Liguria 57 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse II – ENERGIA Produzione di energia da fonti rinnovabili e efCicienza energetica – soggetti pubblici La strategia regionale in materia ambientale prevede la progressiva trasformazione dell’assetto energetico verso un sistema diffuso di produzione che adotti tecnologie innovative a basso impatto ambientale e che minimizzi la presenza sul territorio di rilevanti infrastrutture energetiche. Inoltre, la strategia persegue l’obiettivo di aumentare l’efCicienza energetica, congiuntamente alla riduzione delle emissioni abbassando il livello di intensità energetica, razionalizzando i consumi e il risparmio energetico mediante l’innovazione tecnologica dei processi produttivi e l’avvio di speciBici programmi Binalizzati alla riduzione dei costi energetici e ambientali per unità di prodotto. Per il perseguimento di questi obiettivi, si delineano due principali aree di intervento, la prima incentrata sul miglioramento dell’efBicienza energetica, la seconda sulla produzione decentralizzata di energia da fonti rinnovabili. 1. EfCicienza energetica L’obiettivo sarà realizzato attraverso interventi volti a sostenere l’ammodernamento degli ediBici pubblici, l’adozione di strumenti e attrezzature a basso consumo energetico, l’installazione e il potenziamento dei sistemi di cogenerazione e trigenerazione. 2. Produzione di energia decentrata e da fonti rinnovabili Allo stato attuale, la maggior parte dell’energia prodotta in Liguria deriva da impianti termoelettrici centralizzati. Le emissioni di CO2 generate da questi impianti sono elevate e lo spreco di energia ad essi connesso è considerevole, a causa delle perdite che hanno luogo durante il trasporto dal luogo di produzione a quello di fruizione, e del mancato utilizzo del calore prodotto dal processo di produzione. Verrà favorita dunque la creazione di impianti distribuiti sul territorio, che utilizzino prevalentemente fonti rinnovabili (eolico, biomasse e biogas) ed assicurino un saldo ambientale positivo dal punto di vista delle emissioni. Applicabilità di JESSICA Potenzialità di JESSICA • L’applicazione di JESSICA in questo ambito risolve un evidente fallimento del mercato: a causa di una regolamentazione ancora non matura del “mercato delle emissioni”, gli incentivi alle imprese private che potrebbero beneBiciare dell’installazione di queste tecnologie sono insufBicienti. Interventi per il miglioramento dell’efBicienza energetica e progetti che riguardano la creazione di infrastrutture di base urbane, come gli impianti di produzione di energia, rientrano direttamente tra gli investimenti ammissibili al Binanziamento Jessica. La riduzione delle emissioni e dei consumi sono infatti elementi cardine per la “sostenibilità” dello sviluppo. Jessica nella Regione Liguria • JESSICA potrebbe agevolare il reperimento dei capitali iniziali, e sopperire alle necessità di Binanziamento Bintanto che il mercato non si sia sviluppato al punto tale da permettere al settore privato di Binanziarsi autonomamente, attraverso meccanismi più tradizionali. 58 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse IIISVILUPPO URBANO a) Sviluppo urbano sostenibile Analisi SWOT e dimensioni del capitale regionale interessate Dimensioni del capitale Punti di Forza Punti di Debolezza • Patrimonio abitativo parzialmente inadeguato per qualità e localizzazione Capitale Cisico Capitale naturale • Tensioni sul mercato immobiliare e riduzione della house affordability per le famiglie nei centri urbani Opportunità Minacce • Rafforzamento dei punti di eccellenza nei servizi alle persone • Elevata pressione antropica • Attrazione di anziani (seconde case o • Qualità dell’ambiente urbano • Limitata disponibilità di residenza principale) territorio utilizzabile • Degrado dei centri urbani • Aumento della dotazione infrastrutturale per effetto dei grandi progetti di livello nazionale ed europeo Infrastrutture • Sviluppo delle reti telematiche Capitale umano • Capacità di attrarre immigrati (saldo migratorio in rapida crescita su tutto il territorio regionale) • Necessità di inserire una crescente popolazione di cittadini stranieri per contrastare il declino demograBico L’analisi SWOT del patrimonio territoriale ha messo in evidenza due aspetti che hanno implicazioni particolarmente importanti in termini di sviluppo urbano sostenibile, e che trovano riscontro nelle azioni individuate nel POR. Da un lato è stata evidenziata la limitata disponibilità di territorio utilizzabile a scopi sia residenziali che produttivi, che si riBlette in un’elevata pressione antropica sul territorio. All’incremento della domanda di abitazioni nei centri maggiori non ha corrisposto un adeguamento dell’offerta sufBicientemente organico e strutturato, e si sono create aree ad elevata densità insediativa, ma sprovviste dei servizi e delle attrezzature necessari al ben‐essere dei cittadini. Dall’altro lato si è rilevato come la dinamica sfavorevole della popolazione abbia reso e renda tuttora necessario rafforzare i Blussi migratori. La presenza straniera, se valorizzata adeguatamente, costituisce un’opportunità di rafforzamento del capitale umano ma pone al contempo problemi urgenti, cui occorre saper rispondere tempestivamente. In particolare, emerge il rischio che la popolazione immigrata si concentri in aree urbane già degradate, che costituiscono terreno fertile per l’illegalità e per fenomeni di marginalità sociale. Jessica nella Regione Liguria 59 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse III – SVILUPPO URBANO a) Sviluppo urbano sostenibile Per perseguire l’obiettivo di uno sviluppo urbano sostenibile, il POR promuove interventi di sostegno alla rigenerazione di quartieri caratterizzati da fenomeni di degrado sociale, economico e Bisico, sia nell’ambito dei grandi centri urbani (capoluoghi di provincia) che nelle macro conurbazioni, costituite ad esempio da due o più comuni conBinanti, che presentano le caratteristiche socio‐economiche proprie della struttura urbana complessa. L’azione intende generare sviluppo, occupazione e coesione sociale nei contesti urbani sopra individuati con le Binalità di elevare il grado di vivibilità dei residenti, anche mediante interventi di trasporto pubblico sostenibile, e di consentire l’inserimento di attività innovative nella gestione dei servizi agli utenti. Il POR favorisce gli interventi che incidano in modo sinergico ed integrato su diverse criticità del tessuto e della struttura urbana interessata. Le azioni individuate interessano ad esempio la rigenerazione di tessuti urbani compromessi dalla dismissione industriale e dal degrado edilizio, che sono spesso teatro di degrado sociale. Un secondo e spesso complementare tipo di intervento prevede il potenziamento di servizi pubblici e infrastrutture in aree con forte concentrazione insediativa, ove spesso emergono carenze in questo senso, derivanti anche dal mancato adeguamento dell’offerta ad una domanda in espansione. In tale ambito troveranno anche attuazione i servizi telematici alla popolazione. Applicabilità di JESSICA Potenzialità di JESSICA Gli interventi di quest’area sono direttamente indirizzati allo sviluppo urbano sostenibile, e in questo senso rientrano chiaramente nell’ambito degli investimenti Binanziabili attraverso uno schema Jessica. Bisogna tenere presente però che per essere considerati progetti “jessicabili” devono essere in grado di produrre un rendimento almeno sufBiciente a preservare il principio della rotazione dei fondi (cfr. terzo capitolo). • Gli interventi menzionati generano importanti esternalità positive, non sono sul piano sociale – in termini di migliore qualità della vita e di riduzione dei fenomeni di degrado e marginalità – ma anche sul piano economico – come ad esempio l’incremento del valore degli immobili e la creazione di nuove opportunità per l’iniziativa imprenditoriale • L’adozione di JESSICA può attrarre investimenti privati in quest’ambito, garantendo agli investitori la possibilità di internalizzare almeno parte di queste esternalità. Jessica nella Regione Liguria 60 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse III SVILUPPO URBANO b) Potenziamento dell’accesso ai servizi di trasporto Analisi SWOT e dimensioni del capitale regionale interessate Dimensioni del capitale Capitale naturale Punti di Forza Punti di Debolezza Minacce • Sviluppo di un turismo sostenibile ad alto valore aggiunto • Qualità dell’ambiente urbano Infrastrutture Opportunità • Attrazione di anziani (seconde case o residenza principale) • Forti Blussi di pendolarismo da e verso i centri urbani • Crescente pressione ambientale delle infrastrutture di trasporto Le azioni individuate nel POR a supporto della mobilità sostenibile sono coerenti con l’analisi del patrimonio territoriale svolta in precedenza. Da quest’analisi emerge infatti come la concentrazione delle attività produttive e delle infrastrutture sull’area costiera e nelle zone urbane maggiori abbia attratto la popolazione in queste zone, esponendo le aree più interne ad un progressivo spopolamento. Le tensioni sul mercato immobiliare e la riduzione della house affordability nei centri urbani, unitamente all’attrazione esercitata dall’ hinterland e dai centri minori alla periferia delle città dove la qualità della vita è migliore, ha poi generato forti Blussi di pendolarismo che determinano una elevata congestione del trafBico veicolare urbano ed extraurbano. Il trafBico stradale è il principale responsabile delle emissioni di monossido di carbonio (83%), di polveri sottili (37%) e contribuisce in misura sostanziale (15,5%) alle emissioni di anidride carbonica. Come si è osservato in precedenza, allo stato attuale le città liguri (ad esclusione di Imperia) si posizionano ai primi posti in Italia per qualità ambientale. Questo è tuttavia un asset fondamentale per lo sviluppo economico della regione, e deve essere tutelato e rafforzato. Interventi a favore del trasporto collettivo ed eco‐compatibile hanno una ricaduta diretta sulla dotazione infrastrutturale regionale – già di buon livello – ma sono importanti anche in un’ottica di tutela del patrimonio naturale e di conservazione del territorio e possono favorire una distribuzione meno disomogenea della popolazione sul territorio regionale, alleviando la pressione antropica sui centri urbani. Jessica nella Regione Liguria 61 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse III – SVILUPPO URBANO b) Potenziamento dell’accesso ai servizi di trasporto L’analisi presentata in precedenza ha evidenziato come gli indici di accessibilità per i sistemi locali Liguri collochino la regione in una posizione di vantaggio rispetto alla media italiana, ma pur sempre distante dalle vette di eccellenza rappresentate da altri sistemi dell’Italia Settentrionale. Alcune delle maggiori criticità relative a questo ambito d’intervento interessano proprio le aree urbane e derivano in gran parte dall'utilizzo dell'automobile quale mezzo di trasporto principale. La congestione del trafBico cittadino e l'eccessiva intrusività Bisica dei veicoli incide inoltre negativamente sulla qualità dello spazio pubblico e, spesso, deturpa i luoghi d'arte dei centri storici. In tal senso la Regione punta sulla crescita di un sistema di trasporto maturo, che, in un più ampio quadro di riassetto complessivo delle infrastrutture di trasporto regionale, si concentri sul miglioramento dell'efBicienza e sulla diversiBicazione del sistema dei trasporti. La sBida è di riorganizzare la distribuzione modale della domanda di trasporto, in modo da ridurre la congestione incrementando l'accessibilità. Il perseguimento di questa riorganizzazione comporta una nuova politica dei trasporti regionali, specialmente nelle città, tale da favorire l'uso del mezzo di trasporto collettivo. L’azione prevede interventi tesi al potenziamento dei sistemi di collegamento sul territorio, al Bine di incrementare la capacità di trasporto pubblico locale e decongestionare le aree metropolitane maggiormente interessate da Blussi di trafBico. Persegue, inoltre, l’obiettivo di migliorare le condizioni di accesso e di incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico da parte dell’utenza, anche mediante l’impiego di tecnologie innovative, che consentano di implementare la base informativa utilizzabile per la programmazione e l’erogazione del servizio. In quest’ambito, saranno privilegiati interventi di trasporto sostenibile effettuato secondo modalità pulite e con mezzi ambientalmente compatibili o a basso impatto ambientale, al Bine di promuovere congiuntamente la valorizzazione e la fruizione delle risorse del territorio. Applicabilità di JESSICA Potenzialità di JESSICA Gli investimenti in infrastrutture di base urbane – quali viabilità e trasporti pubblici ‐ Bigurano tra le tipologie di progetti tipicamente ammissibili ad uno schema JESSICA. I progetti in questo ambito hanno tre caratteristiche che possono disincentivare gli investimenti privati: la forte incertezza della domanda futura, l’investimento iniziale ingente e l’orizzonte temporale molto lungo per il rientro da tale investimento. Per attrarre fondi privati Bin dalle prime fasi del progetto è necessario offrire garanzie contro il rischio di mercato e amministrativo. I progetti devono essere comunque strutturati in modo tale che la remunerazione, proveniente dalla riscossione delle tariffe dagli utenti e da un eventuale canone d’uso, sia sufBiciente a ricostituire almeno parte del capitale investito. Jessica nella Regione Liguria 62 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse III – SVILUPPO URBANO c) Difesa del suolo e prevenzione dei rischi naturali Analisi SWOT e dimensioni del capitale regionale interessate Dimensioni del capitale Punti di Forza • Patrimonio abitativo parzialmente inadeguato per qualità e localizzazione • Tensioni sul mercato immobiliare e riduzione della house affordability per le famiglie nei centri urbani Capitale Cisico Capitale naturale Punti di Debolezza Opportunità Minacce • Perdita di competitività e declino del settore turistico tradizionale • Limitata disponibilità di territorio • Fragilità del territorio • Sviluppo di un turismo utilizzabile rispetto ai mutamenti • Paesaggio ed eredità sostenibile ad alto valore climatici (rischio storica e culturale • Carenza di infrastrutture adeguate per la aggiunto idrogeologico) prevenzione del rischio idrogeologico La necessità di intervenire a difesa del suolo contro il rischio idrogeologico scaturisce direttamente da alcune criticità del territorio ligure già evidenziate nell’analisi SWOT precedentemente illustrata. In particolare, si è evidenziato come ci sia carenza di spazi adeguati all’insediamento antropico a scopo abitativo o produttivo, in conseguenza della natura montagnosa della maggior parte del territorio. A ciò si aggiunge il fatto che molte delle aree sufBicientemente pianeggianti sono collocate in zone vallive o di origine alluvionale, soggette quindi ad elevati rischi naturali. Azioni di boniBica e riequilibrio del territorio urbano e periurbano hanno importanti ricadute innanzitutto sul capitale Cisico: in quanto sia il patrimonio edilizio residenziale che il capitale Bisico utilizzato per la produzione trarrebbero beneBicio da esse. Il valore attuale dei beni già in essere infatti aumenterebbe, perché sgravato dal rischio idrogeologico, ed al contempo la possibilità di investire in nuove costruzioni ed insediamenti produttivi diventerebbe più attraente. Questa categoria di interventi ha anche un impatto diretto sul patrimonio ambientale regionale: una risorsa scarsa che, se tutelata e valorizzata adeguatamente, può costituire un importante elemento di traino dello sviluppo economico regionale. Jessica nella Regione Liguria 63 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse III – SVILUPPO URBANO c) Difesa del suolo e prevenzione dei rischi naturali Tra le criticità importanti del territorio Ligure, emerge chiaramente la carenza di spazi da adibire ad attività produttive. Questa problematica appare anche più grave se si tiene conto di come gran parte della superBicie ligure utile ai Bini dello sviluppo socio‐economico sia potenzialmente soggetta a rischio idrogeologico. Infatti, oltre il 2% dell'intero territorio regionale risulta esposto a rischio inondazione, e più del 51% di tale superBicie ricade su aree interessate da insediamenti antropici. Inoltre, il 7% del territorio ‐ ed il 3% delle aree già urbanizzate ‐ è soggetto a fenomeni franosi. Tale fragilità del territorio non solo riduce l'estensione ‐ già scarsa ‐ delle aree potenzialmente utilizzabili per lo sviluppo, ma espone anche a potenziali danni gli insediamenti residenziali e produttivi già presenti. Interventi di consolidamento del territorio risultano pertanto di primaria importanza, sia per garantire la sicurezza dei cittadini, che per promuovere lo sviluppo economico regionale. Nell’ambito dell’Asse III, il POR promuove quindi interventi tesi a garantire la sostenibilità ambientale dello sviluppo Binalizzata al riequilibrio del territorio e al suo utilizzo nel rispetto del suo stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue potenzialità d'uso. Gli obiettivi perseguiti tendono in particolare: • all’aumento dell’attrattività produttiva e turistica dei territori già urbanizzati, assicurando condizioni di sicurezza • alla riduzione dei costi ambientali esterni potenziali (prevenzione dei danni derivanti da eventi naturali quali alluvioni e frane) • alla riduzione del rischio idrogeologico ed a un generale miglioramento delle condizioni ambientali per le aree considerate strategiche per lo sviluppo • al recupero di siti dismessi. Applicabilità di JESSICA Potenzialità di JESSICA Per le caratteristiche del territorio ligure, il concetto di sostenibilità dello sviluppo urbano in questa regione è strettamente connesso alla riqualiBicazione dell’ambiente Bisico in cui la città si sviluppa. Le aree soggette ai rischi naturali sono spesso soggette anche a degrado economico e sociale, poiché il rischio idrogeologico può scoraggiare l’insorgenza e lo sviluppo di attività produttive, cosi come investimenti immobiliari potenzialmente redditizi. Interventi di riqualiBicazione del territorio come quelli individuati in quest’area del POR sono quindi in linea con l’iniziativa JESSICA. La deBinizione di un progetto integrato di riqualiBicazione del territorio e di sviluppo industriale ed immobiliare, unitamente ad un partenariato pubblico – privato in cui il soggetto pubblico fornisca garanzie afBidabili contro il rischio amministrativo, può generare un incentivo sufBicientemente forte per attrarre Binanziamenti privati a sostegno degli interventi, riallineando gli interessi degli investitori di mercato, che richiedono garanzie di rendimento e della società, che beneBicia degli interventi a tutela e supporto del territorio, che richiedono Binanziamenti ingenti e spesso difBicili da recuperare. Jessica nella Regione Liguria 64 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse IV – VALORIZZAZIONE RISORSE CULTURALI E NATURALI Promozione del patrimonio culturale e naturale Analisi SWOT e dimensioni del capitale regionale interessate Dimensioni del capitale Punti di Forza Capitale naturale • Paesaggio ed eredità storica e culturale Capitale immateriale • Disponibilità di qualiBiche elevate e presenza di situazioni di eccellenza nel sistema della ricerca e della formazione superiore Punti di Debolezza Opportunità Minacce • Attrazione di anziani (seconde • Concorrenza sul mercato case) turistico • Sviluppo di un turismo sostenibile • Abbandono delle aree interne ed ad alto valore aggiunto eccessiva pressione sull’area costiera • Capacità di attrarre giovani talenti • Crescente attenzione alle politiche dell’innovazione Le azioni proposte in quest’area trovano giustiBicazione principalmente nelle caratteristiche del capitale naturale regionale, che presenta elementi di notevole interesse naturalistico e storico culturale, non sempre valorizzati adeguatamente da un’offerta turistica prevalentemente concentrata sulle zone costiere e nella stagione estiva. Tale approccio tradizionale all’attività turistica sta mostrando, in questi anni, segni di difBicoltà a fronte di un’accresciuta concorrenza nazionale ed internazionale. La competitività dell’offerta turistica ora dipende in modo cruciale dalla capacità di sfruttare nuove tecnologie per aumentare l’accessibilità delle informazioni sul territorio, e del territorio stesso. È in questo senso che la dotazione regionale di capitale immateriale, in termini di attitudine all’innovazione e di capacità di formare ad attrarre personale qualiBicato, rappresenta un asset importante. La regione è quindi dotata delle risorse, sia umane che naturali e storico‐culturali, necessarie a formulare un’offerta turistica più sostenibile e diversiBicata, in grado di attrarre visitatori anche nelle aree attualmente meno note e frequentate e di valorizzare tutte le proprie peculiarità. In particolare, si sottolinea come la predisposizione di servizi ed infrastrutture speciBicamente pensate per una popolazione matura ed anziana, che ha una disponibilità economica relativamente elevata e la possibilità di trascorrere soggiorni di vacanza anche lunghi fuori stagione, possa aprire nuove prospettive per i turismo regionale, con ricadute positive anche su altri settori dell’economia (servizi alla persona, settore immobiliare, sanitario, ecc.) Gli interventi di promozione del patrimonio culturale e naturale avranno anche ricadute positive dirette sul capitale Cisico – in particolare sulle strutture ricettive. Jessica nella Regione Liguria 65 Riservato e conBidenziale Possibili strategie di investimento: Asse IV – Valorizzazione delle Risorse Culturali e Naturali Promozione del patrimonio culturale e naturale Il quarto Asse d’intervento delineato nel POR concorre al perseguimento dell’obiettivo generale del Programma – rafforzare la competitività regionale ‐ ponendosi quale obiettivo speciBico il miglioramento dell’attrattività del territorio regionale. L’analisi dello scenario territoriale ha messo in luce come il turismo sia l’unico settore che presenta ancora segnali di declino strutturale evidenziando a livello regionale una riduzione signiBicativa del livello di attività. Un primo elemento importante della strategia individuata per contrastare questa tendenza consiste in un riposizionamento strategico che si concretizza nella diversiCicazione dell’offerta turistica. Si punta sullo sviluppo delle potenzialità di aree che attualmente non sono valorizzate a pieno, come ad esempio le aree interne, che pur presentando elementi di alto interesse sono caratterizzate da fenomeni di abbandono ed isolamento. L’integrazione di nuove mete potenziali nel circuito dell’offerta turistica non necessariamente va a detrimento delle mete più tradizionali, localizzate sull’area costiera, che invece potrebbero beneBiciare di una minor congestione per offrire servizi di qualità più elevata, e di una domanda più stabile e regolare a seguito di una destagionalizzazione dei Clussi turistici. Il POR evidenzia come l’offerta turistica regionale necessiti di un processo di rivitalizzazione e di ammodernamento, in cui un ruolo strategico può senz’altro essere svolto dall’innovazione tecnologica e dall’introduzione di servizi avanzati. A Bianco ad interventi tradizionali di recupero, promozione e valorizzazione dei beni e dei siti di interesse turistico, si favorisce la creazione di reti tematiche dei beni culturali (es. sistema museale, sistema dei castelli e delle fortiBicazioni, ecc.), che permettano di proporre un visione complessiva del territorio, della sua storia, delle sue tradizioni e della sua cultura. Applicabilità di JESSICA Potenzialità di JESSICA Interventi di valorizzazione del patrimonio storico e culturale con Binalità turistiche possono in generale rientrare in uno schema JESSICA. Questo è vero in particolar modo per le azioni individuate in quest’area, orientate ad una ristrutturazione dell’offerta turistica in un’ottica di maggiore sostenibilità, ed al rilancio di un settore che presenta buone possibilità di ripresa, quindi una proBittabilità potenzialmente elevata. Le azioni di promozione del patrimonio culturale ed ambientale che interessino territori cittadini possono essere utilmente inserite in progetti integrati di sviluppo urbano. La potenziale redditività degli interventi, che riguardano un settore – il turismo – attualmente in difBicoltà ma con buone possibilità di sviluppo, può attrarre investimenti privati. L’applicazione di JESSICA a progetti in questo ambito può garantire il coordinamento tra azioni diverse e il potenziamento delle sinergie tra esse, aumentando l’efBicacia degli interventi e la portata che essi avranno per lo sviluppo regionale. Jessica nella Regione Liguria 66 Riservato e conBidenziale 1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione a) Contesto territoriale b) Sviluppo urbano integrato nella regione c) La dimensione urbana nel POR 2. Valutazione e diagnosi territoriale a) Presentazione approccio metodologico • Dimensioni patrimonio territoriale – ambiente, capitale Bisico, capitale umano, demograBia b) Applicazione al contesto regionale • Analisi della competitività/sostenibilità di territori urbani oggetto di potenziale intervento POR c) IdentiBicazione delle strategie di investimento per obiettivi di competitività e sostenibilità territoriale 3. Sviluppo strumentazione istituzionale per JESSICA a) Strutture per strumenti di ingegneria Binanziaria b) Sviluppo proposta di base c) Rassegna progetti potenzialmente “Jessicabili” sul territorio regionale 4. Approfondimenti analitici: il polo tecnologico universitario di Genova a) Approfondimenti analitici – valutazioni speciBiche, afBinamenti previsionali e diagnostici per area e fondo pilota b) IdentiBicazione e strutturazione portafoglio progetti Binanziabili JESSICA c) Analisi progetto pilota Binanziabile JESSICA all’interno dell’area pilota 5. Conclusioni e raccomandazioni Jessica nella Regione Liguria 67 Riservato e conBidenziale Strutture per strumenti d’ingegneria Cinanziaria Lo sviluppo urbano sostenibile rappresenta uno degli obiettivi prioritari della programmazione dei Fondi strutturali europei per il periodo 2007‐2013, funzionale sia al perseguimento delle politiche di coesione che alla promozione della competitività nell’Unione Europea allargata. L’ Accordo di Bristol (dicembre 2005) e la recente Carta di Lipsia sulle città sostenibili (giugno 2007) hanno evidenziato i presupposti centrali per un’efBicace politica di trasformazione urbana, che è vista come uno degli strumenti per la realizzazione delle agende di Göteborg e di Lisbona. Per sollecitare l’attuazione di queste strategie e promuovere progetti integrati di sviluppo urbano sostenibile, la Commissione ed il Consiglio Europeo hanno incorporato nei Regolamenti per la gestione dei Fondi strutturali nel Periodo di programmazione 2007‐2013 due componenti innovative. La prima è, come è noto, l’inserimento dell’agenda urbana nel corpo principale delle politiche strutturali comunitarie, con il requisito che la dimensione urbana sia speciBicamente sviluppata nei documenti di programmazione (Documenti Strategici, Programmi Operativi). La seconda innovazione è l’introduzione di strumenti per l’ingegneria Binanziaria dedicati alla promozione dello sviluppo urbano sostenibile (“Fondi di Sviluppo Urbano”). L’iniziativa JESSICA (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas) è stata lanciata nel 2006 per dare concreta applicazione agli strumenti d’ingegneria Binanziaria per lo sviluppo urbano previsti nei regolamenti europei. Attraverso questo strumento, la Commissione europea e la BEI si propongono di promuovere un più sollecito ed efBicace utilizzo delle risorse Binanziarie contenute nei Programmi Operativi ed assistere le Autorità di Gestione che vogliano usare la trasformazione urbana e l’ingegneria Binanziaria come leva per lo sviluppo economico e sociale dei propri territori. In base alle nuove procedure previste nei regolamenti: • • • • Le Autorità di Gestione hanno la facoltà di utilizzare una parte delle allocazioni di Fondi Strutturali a loro attribuite per creare strumenti di ingegneria Binanziaria destinati allo sviluppo urbano, speciBicamente Fondi di Sviluppo Urbano (FSU) e Fondi di Partecipazione (FP) Tali Fondi possono essere alimentati da ulteriori risorse Binanziarie, di natura pubblica e/o privata, esterne alle dotazioni iscritte nei Programmi Operativi e, agendo come strumenti rotativi, sono destinati a Binanziare progetti inseriti in piani integrati per lo sviluppo urbano sostenibile I Fondi di Sviluppo Urbano possono Binanziare progetti urbani e Partenariati Pubblico‐Privati (PPP) attraverso interventi in “strumenti di capitale” (“equity”), garanzie e/o prestiti – perché sia preservata la sostenibilità Binanziaria dei fondi e il loro carattere di contributo rimborsabile, progetti e PPP devono essere in qualche misura in grado di remunerare gli investitori I Fondi di Partecipazione sono strumenti d’ingegneria Binanziaria che investono le loro risorse in Fondi di sviluppo urbano Jessica nella Regione Liguria 68 Riservato e conBidenziale Lo schema generale di funzionamento di JESSICA è il seguente: Data questa architettura, va sottolineato che JESSICA non costituisce una fonte di ulteriori Cinanziamenti europei per le Autorità di Gestione, poiché l’applicazione di JESSICA non modiBica le risorse del piano Binanziario approvate da una Decisione della Commissione. Essa invece rappresenta un’utilizzazione alternativa di parte delle risorse assegnate all’Autorità di Gestione. Nonostante l’iniziativa JESSICA non apporti Binanziamenti comunitari aggiuntivi, l’utilizzazione dello strumento può conferire vantaggi considerevoli sotto diversi punti di vista: (i) (ii) (iii) Le Autorità di Gestione, grazie a JESSICA, possono ricevere la quota di co‐Binanziamento comunitario dei Fondi del Programma Operativo al momento in cui viene costituito lo strumento d’ingegneria Binanziaria (Fondo di Partecipazione o Fondo di Sviluppo Urbano), quindi in anticipo rispetto all’identiBicazione e la realizzazione dei progetti, a differenza dei tradizionali meccanismi di assorbimento ex post delle risorse provenienti dai Fondi Strutturali. L’impiego di risorse Binanziarie POR per la costituzione di un FP/FSU viene considerato “pagamento intermedio”, quindi attiva immediatamente, o comunque in tempi molto rapidi, l’accreditamento della quota di coBinanziamento comunitaria. Gli introiti o utili generati dagli investimenti possono essere trattenuti dai FP/FSU ovvero restituiti alle Autorità di Gestione afBinché li reinvestano in nuovi progetti di riqualiBicazione urbana. Per Stati membri come l’Italia, per i quali nel prossimo periodo di programmazione l’entità dei contributi UE a fondo perduto sarà molto probabilmente ridotta in misura considerevole, JESSICA offre l’opportunità di trasformare parte della dotazione Binanziaria dell’attuale ciclo di programmazione in una fonte permanente di risorse per l’investimento. La costituzione di FP/FSU offre la possibilità di coinvolgere altri investitori, pubblici e privati, determinando non solo un effetto leva Binanziario a livello di ulteriori investimenti, ma anche l’attrazione di competenze professionali per la valutazione, l’attuazione e la gestione dei progetti. Jessica nella Regione Liguria 69 Riservato e conBidenziale Riepilogando, i principi generali che hanno guidato il legislatore europeo nella strutturazione dello schema JESSICA sono di seguito riportati. Uso alternativo delle risorse Flessibilità della struttura Investimenti in forma di acquisto di partecipazioni, concessione di Cinanziamenti e rilascio di garanzie La dimensione urbana degli investimenti La rotatività degli investimenti Il ruolo della BEI Jessica nella Regione Liguria Le Autorità di Gestione (AG) possono decidere di allocare una parte degli stanziamenti comunitari già autorizzati come parte del Programma Operativo (PO) per il Binanziamento a o la costituzione di strumenti di ingegneria Binanziaria per lo sviluppo urbano Gli investimenti per lo sviluppo urbano devono essere attuati attraverso strumenti di ingegneria Binanziaria. Sono considerati tali i Fondi di Sviluppo Urbano (FSU) ed i Fondi di Partecipazione (FP) che devono essere costituiti come entità giuridiche indipendenti e disciplinati da accordi fra i soci coBinanziatori o gli azionisti, ovvero come capitale separato nell’ambito di un istituto Binanziario Rispetto alla logica tradizionale delle sovvenzioni a fondo perduto le risorse che vengono utilizzate all’interno di uno schema JESSICA possono essere impiegate in diversi modi in investimenti che presentano il carattere di “rotatività” I FSU investono in partenariati tra settore pubblico e privato ed in altri progetti inclusi in un Piano Integrato per lo Sviluppo Urbano Sostenibile (PI) Gli strumenti JESSICA sono stati concepiti per sostenere iniziative di riqualiBicazione urbana che presentino una combinazione di proBili di rischio‐rendimento intermedi rispetto ad iniziative solitamente sostenute tramite sovvenzioni a fondo perduto o ad iniziative Binanziabili dal mercato. I rendimenti attesi dalle iniziative sostenute tramite JESSICA dovranno mirare a conservare nel tempo il valore dell’investimento ed a permettere la riutilizzazione del contributo inizialmente assegnato per altri progetti di riqualiBicazione urbana In diversi momenti del processo di lancio ed implementazione di fondi JESSICA è prevista per le AG la possibilità di avvalersi del supporto tecnico della BEI. La BEI infatti può offrire assistenza tecnica per il lancio del programma, per la sua attuazione, può agire come Fondo di Partecipazione e/o come coBinanziatore dei FSU e dei progetti inseriti nei PI 70 Riservato e conBidenziale I Fondi di Partecipazione ed i Fondi di Sviluppo Urbano Si procede ad individuare ancora in modo generale anche se più in dettaglio, le componenti che consentono l’applicazione degli strumenti JESSICA: Fondi di Partecipazione e Fondi di Sviluppo Urbano. Più avanti nel documento verranno trattati anche i Piani Integrati di Intervento. In termini generali i regolamenti comunitari deBiniscono: Fondi per lo sviluppo urbano…investono in partenariati tra settore pubblico e privato ed altri progetti inclusi in un piano integrato per lo sviluppo urbano sostenibile (art.46, Reg. 1828/2006) Strumenti di ingegneria Cinanziaria, compresi i fondi di partecipazione, sono costituiti come entità giuridiche indipendenti e disciplinati da accordi tra i soci con Binanziatori o gli azionisti, ovvero come capitale separato nell’ambito di un istituto Binanziario (art.43, Reg. 1828/2006) Fondi di partecipazione [sono] …costituiti per investire in diversi…fondi per lo sviluppo urbano (da lettura dell’art.45 Reg. 1828/2006) In particolare le attività che dovrebbero essere svolte dal Fondo di Partecipazione sono le seguenti: • deBinizione, a servizio dell’Autorità di Gestione, delle priorità strategiche e della politica di disinvestimento per il FP stesso, inclusi criteri per la selezione degli investimenti da parte dei FSU, da sottoporre all’approvazione del Comitato degli Investitori (normalmente costituito dall’Autorità di Gestione o per suo conto); • identiBicazione ed assistenza nella strutturazione di progetti adatti a JESSICA e in quanto oggetti di investimento da parte di FSU, preparazione di piani di attività (business plans) di FSU, strutture per il controllo e la governance dei FSU; • preparazione dell’invito alla manifestazione d’interesse per intermediari Binanziari e/o altri organismi potenzialmente interessati a costituire od a ricoprire il ruolo di FSU; • negoziazione e Binalizzazione della struttura contrattuale che regola i rapporti tra i FSU e il FP, in quanto agente dell’Autorità di Gestione, inclusi accordi di Binanziamento, regolamenti interni, documentazione legale di supporto e disposizioni per la chiusura del fondo e l’uscita degli investitori; • gestione del portafoglio d’investimento costituito dai FSU in cui è stata investita la dotazione assegnata dalle Autorità di Gestione; • ove necessario, servizi di assistenza ai FSU nell’attuazione degli investimenti, eventualmente in base a modalità speciBiche indicate negli accordi di Binanziamento tra FP e FSU; • sorveglianza e trasmissione di informazioni al Comitato degli Investitori relativo alla performance degli investimenti nei FSU; • predisposizione di sistemi di rendicontazione e contabilizzazione in linea, oltre che con gli adempimenti nazionali, con le esigenze relative agli impieghi dei Fondi Strutturali; • ove necessario, assistenza a FSU su tematiche comunitarie relative agli aiuti di stato e sull’interpretazione dei Regolamenti comunitari in materia di Spese Ammissibili; • deBinizione delle procedure per la chiusura del FP, incluse le modalità di riutilizzazione delle risorse prodotte dagli investimenti in FSU, o, se applicabile, rimaste dopo che tutte le garanzie sono state onorate. Dal momento che la costituzione di un Fondo di Partecipazione non è obbligatoria secondo i Regolamenti comunitari sembrerebbe che gli schemi di struttura JESSICA possibile siano tre. Jessica nella Regione Liguria 71 Riservato e conBidenziale Ipotesi 1: La BEI nel ruolo di Fondo di Partecipazione I Regolamenti europei danno alle Autorità di Gestione la facoltà di afBidare il ruolo di Fondo di Partecipazione direttamente alla BEI senza che si renda necessaria una gara ad evidenza pubblica per l’attribuzione dell’incarico. In merito gli orientamenti sembrano essere differenti nei diversi paesi europei: in alcuni casi, laddove è più sentita l’esigenza di un’assistenza tecnica alle AG da parte della BEI, il ruolo di FP svolto da quest’ultima è destinato a prolungarsi in un orizzonte temporale di medio‐lungo periodo. In altri casi invece il ruolo della BEI come FP è solo temporaneo nell’ottica di facilitare il lancio dei fondi JESSICA e consentire un progressivo trasferimento di conoscenze alle AG. Questo tipo di approccio potrebbe essere un’alternativa interessante in una prima fase d’implementazione di JESSICA in cui, anche se le opportunità di investimento non hanno ancora raggiunto un elevato grado di strutturazione, si può prevedere che vengano perfezionate in una fase successiva. Infatti il Fondo di Partecipazione deve essere inteso sostanzialmente come una struttura di servizio per la Regione in grado di attivare non solo le risorse comunitarie, ma anche di operare a suo supporto per l’erogazione di servizi di consulenza ed assistenza tecnica che possano rendersi necessari per attivare JESSICA. In questo senso il Fondo di Partecipazione potrebbe operare anche a supporto dei Comuni, della Regione o delle Istituzioni ad essa collegate e dei promotori per la Binalizzazione delle proposte di investimento dei FSU. I beneCici di un’attivazione rapida del FP sarebbero i seguenti: ‐ riscossione anticipata dei fondi comunitari e della quota di Binanziamento statale sulla componente nazionale; ‐ maggiore Blessibilità nella strutturazione dei Fondi di Sviluppo Urbano; ‐ ricadute positive sul piano organizzativo‐decisionale per la Regione, dal momento che il FP offrirebbe ai vari portatori di interesse, prima fra tutti l’Amministrazione Regionale, un’arena per rendere la loro azione concreta in termini di strumenti Binanziari. Il Fondo offrirebbe in primis alla Regione l’opportunità, con l’assistenza tecnica dei servizi della BEI, di deBinire insieme agli altri portatori d’interesse ed ai partner una strategia di investimento di lungo periodo che si concreterebbe in un sistema di Fondi di Sviluppo Urbano ciascuno con obiettivi, modelli di valutazione dell’investimento e tipologia progettuale ben precisati. La BEI potrebbe assumere, almeno inizialmente, un ruolo forte di coordinamento, assistenza tecnico‐Binanziaria e di stimolo alla presa di decisioni, fermo restando il ruolo centrale della Regione nel processo di indirizzo ed approvazione degli investimenti proposti dal Fondo. Jessica nella Regione Liguria 72 Riservato e conBidenziale Ipotesi 2: Banche locali o altre istituzioni nel ruolo di Fondo di Partecipazione Un’istituzione Binanziaria diversa dalla BEI, ma scelta su base di procedure concorsuali ad evidenza pubblica, potrebbe svolgere il ruolo di FP. Se le funzioni svolte dal FP in questo caso sono analoghe rispetto all’ipotesi del paragrafo precedente – BEI nel ruolo di FP – tuttavia è evidente che i tempi richiesti per implementare questo Fondo diventerebbero più lunghi rispetto al caso precedente, proprio per le procedure necessarie ad individuare il FP. Inoltre, dato che JESSICA è uno strumento di ingegneria Binanziaria innovativo che richiede un collegamento continuo con le Istituzioni comunitarie ed una conoscenza approfondita delle procedure di programmazione e controllo degli strumenti di ingegneria Binanziaria comunitari, potrebbe essere più difBicile per un istituto Binanziario “locale” gestire questo nuovo tipo di operazioni e fornire l’adeguata assistenza alle Autorità di Gestione. E’ possibile che almeno i primi casi pilota vengano gestiti dalla BEI nel ruolo di FP e in un secondo tempo, quando la conoscenza dello strumento sarà più consolidata, gli attori locali possano riprendere la responsabilità diretta del FP. La condivisione delle esperienze e la diffusione delle relative pratiche, di conseguenza, permetteranno ad istituti Binanziari nazionali o regionali di far nascere autonomi FP di livello locale nelle diverse regioni. Ipotesi 3: Implementazione di JESSICA senza Fondo di Partecipazione Nel caso in cui si decida di non costituire un Fondo di Partecipazione, le risorse comunitarie vengono destinate direttamente ai Fondi di Sviluppo Urbano che provvederanno ad investirli in diversi interventi di rigenerazione urbana. In questo caso quindi, l’Autorità di Gestione non riceve dal FP assistenza e consulenza per individuare i FSU ed i progetti, ma svolge autonomamente molte delle funzioni esercitate dal FP. Tuttavia, anche in questo caso, resta salva la possibilità di ricevere assistenza tecnica da parte della BEI. Il grande vantaggio di questo modello consiste nel risparmio di risorse consentito dalla mancata remunerazione prevista dal FP ma, allo stesso tempo, i FSU o i servizi della Regione e le AG devono svolgere maggiori funzioni e dimostrare competenze in un campo innovativo. Jessica nella Regione Liguria 73 Riservato e conBidenziale In conclusione, visto che l’utilizzo di una struttura come il Fondo di Partecipazione non è obbligatoria, la sua eventuale attivazione dovrà tenere in considerazione i seguenti vantaggi e svantaggi. PRO CONTRO + Assistenza tecnica − Struttura addizionale + Erogazione anticipata dei fondi comunitari e possibilità di Binanziare le attività iniziali del FP attraverso gli interessi attivi maturati sulla dotazione non impiegata − Complessità procedurale per la sua attivazione, soprattutto nel caso in cui si decida di non ricorrere alla BEI + Maggiore Clessibilità nella strutturazione dei FSU + Delega di compiti, alcuni dei quali ad alto contenuto tecnico e di elevata complessità amministrativa + Potenzialità di apprendimento istituzionale e di confronto con altri portatori di interesse nel disegno della governance complessiva − Costo di gestione. Di conseguenza i progetti Binanziati devono essere in grado di remunerare il FSU, ma anche il Fondo di Partecipazione. Questo aspetto in realtà potrà essere mitigato prevedendo che le commissioni del FP siano rivedute al ribasso una volta che la dotazione sarà completamente investita in FSU Per ciascuna Autorità di Gestione la valutazione circa l’opportunità di attivare un Fondo di Partecipazione dovrebbe quindi derivare dalla ponderazione dei seguenti aspetti: • Disponibilità di una struttura dedicata ed altamente specializzata all’interno delle strutture regionali e costi di tale struttura rispetto ad ipotesi di costo di un Fondo di Partecipazione. • Disponibilità economica ad acquisire servizi di consulenza esterni alle strutture regionali rispetto alla possibilità di utilizzare gli interessi attivi maturati inizialmente dal FP per la copertura di costi di assistenza speciBici. • Facilità relativa di “smobilizzo” della struttura contrattuale e giuridica attivata nel caso di variazione delle priorità regionali o di ripresa da parte delle autorità regionali del ruolo di gestore del FP. Jessica nella Regione Liguria 74 Riservato e conBidenziale Il Fondo di Sviluppo Urbano Il Fondo di Sviluppo Urbano è uno strumento d’ingegneria Binanziaria avente natura pubblica, privata o mista pubblico‐ privata, che investe in partenariati pubblico‐privati (PPP) ed in altri progetti urbani inseriti in un piano integrato per lo sviluppo urbano sostenibile (PI). Per poter beneBiciare dei Binanziamenti JESSICA, il FSU deve dimostrare di essere dotato di sufBiciente competenza ed autonomia di gestione, deve avere un piano di attività (business plan) ben deBinito, bilanci adeguati per l’attuazione dei progetti ammissibili e solidità Binanziaria. I regolamenti comunitari non danno indicazioni speciBiche in merito alla sua forma giuridica: il FSU può essere un’entità giuridica indipendente (per esempio società di capitali ecc.), ovvero assumere la forma di “capitale separato” nell’ambito di un’istituzione Binanziaria esistente. In tal caso, le risorse di JESSICA devono essere oggetto di contabilità separata ed essere chiaramente distinte dalle altre risorse dell’istituto Binanziario in questione. I FSU possono essere costituiti a livello nazionale, regionale o locale/urbano in funzione dei piani di sviluppo urbano, o di un insieme di progetti speciBici, o in risposta all’interesse di un gruppo di investitori. Ipotesi A: Un unico Fondo di Sviluppo Urbano che investe in Equity, Debiti e Garanzie A titolo esempliBicativo si potrebbe pensare ad una struttura in cui vi sia un unico FSU, dotato o meno di personalità giuridica, che investe in diversi progetti di PPP inseriti in un piano integrato di sviluppo urbano sostenibile. • • • • In questa architettura il ruolo del Fondo di Partecipazione è fondamentalmente di indirizzo e controllo degli investimenti svolti dal FSU a cui è demandato il ruolo di principale attore per lo sviluppo urbano Questa struttura è realizzabile nella misura in cui sia possibile identiBicare, sia dal punto giuridico che funzionale, un unico strumento che possa essere in grado di operare sia acquisendo partecipazioni in società, che erogando prestiti, che rilasciando garanzie Il vantaggio principale di questa struttura è la sua semplicità (a seconda della natura dello strumento individuato come FSU) che ben si adatta a contesti non particolarmente sviluppati in termini di PPP Questo schema potrebbe essere adatto nelle fasi iniziali di lancio del progetto JESSICA in mercati poco soBisticati Jessica nella Regione Liguria 75 Riservato e conBidenziale Ipotesi B: Diversi Fondi di Sviluppo Urbano “specializzati” In quest’ipotesi potrebbero essere costituiti diversi Fondi di Sviluppo Urbano che siano in grado di investire in PPP, in modo differenziato, sotto forma di equity, debito o garanzie. In particolare, potrebbero essere costituite tre tipologie di FSU: territoriali, tematici e “per forma di investimento”. FSU “territoriale”: è in grado di formulare delle strategie di sviluppo per uno speciBico territorio (ad es. fondo di investimento per una città). FSU “tematico”: grazie ad un approccio trasversale potrebbe affrontare delle tematiche speciBiche (ad es. un fondo per il risparmio energetico negli ediBici pubblici) in una o più città o nel territorio urbano regionale. FSU “per forma di investimento”: potrebbero essere utilizzati come FSU gli organismi con le forme giuridiche che meglio si adattano per investimenti di tipo differenziato nella riqualiBicazione urbana, garantendo così competenze speciBiche nella gestione di diversi strumenti d’investimento Binanziario. • • • • • Rispetto all’ipotesi precedente è necessario un ruolo diverso del Fondo di Partecipazione a cui sarà richiesto di garantire la coerenza complessiva delle attività dei diversi Fondi La strutturazione della governance di questo schema presenta indubbi livelli di complessità La maggiore “personalizzazione” dei FSU rispetto a speciBiche esigenze di investimento (tematiche o territoriali) e forme di investimento (Equity, debito o garanzie) li avvicina alle pratiche presenti sul mercato e contribuisce ad aumentare il grado di conBidenza di quest’ultimo verso i FSU Di conseguenza è più agevole il coinvolgimento di attori terzi La differenziazione prevista dallo schema acquista efBicacia solo nel caso in cui si abbia una dotazione consistente di Fondi Strutturali che le Autorità di Gestione decidono di investire in JESSICA Nei capitoli successivi, in particolare nel capitolo che riguarda lo sviluppo di una proposta di base il tema centrale del ruolo e della forma del Fondo di Sviluppo Urbano saranno trattati con maggiore dettaglio. Jessica nella Regione Liguria 76 Riservato e conBidenziale Concettualmente le forme dei Fondi di Partecipazione e dei Fondi di Sviluppo Urbano possono variare secondo due modelli di riferimento Il MODELLO EQUITY Descrizione Prevede che i Fondi strutturali conBluiscano in un Fondo di Partecipazione sotto forma di contribuzioni al FP. Quest’ultimo a sua volta apporta equity ai Fondi di Sviluppo Urbano che Binanziano progetti di sviluppo urbano attraverso diversi strumenti Binanziari – strumenti di capitale, prestiti o garanzie. Si tratta di un modello basato sulle esperienze già maturate nel Regno Unito ed in Francia, dove entità quali English Cities Fund e Caisse des Dépôts (CDC) ricoprono il ruolo di analoghi Fondi di Sviluppo Urbano. Queste entità, infatti, ricevono equity da parte degli investitori e mirano ad assicurare loro un coerente tasso di ritorno, nonostante la remunerazione derivi dal perseguimento di obiettivi di sviluppo urbano e non sia guidata, quanto meno nel modello francese, dal solo bisogno di massimizzare i proBitti. Essi cercano dunque, di assicurare livelli di remunerazione attraenti, ma in linea con il loro impegno di riqualiBicare le aree urbane. Pro/Contro + Questo modello è in grado di attrarre il settore privato e di stimolare public–private partnership (PPP) fornendo capitale di rischio ai progetti di sviluppo urbano e determinando vantaggi chiave per le Autorità di Gestione. Queste ultime, infatti possono ottenere risorse aggiuntive provenienti dall’esterno ed adottare un tipo di approccio più in linea con quello del settore privato nell’ambito degli investimenti pubblici. + Il modello equity, quindi, si rivela particolarmente interessante quando il settore pubblico cerca una partecipazione nella remunerazione generata dai progetti nel lungo periodo – rendimenti prossimi a remunerazione di mercato o ruolo di “capitale paziente”‐ o quando vuole stimolare il coinvolgimento del settore privato – attraverso effetto leva, montaggi di PPP, maggiore disciplina commerciale nell’investimento pubblico. - Tuttavia questo modello richiede mercati Binanziari e fondi d’investimento maturi. Jessica nella Regione Liguria IL MODELLO NON‐EQUITY Descrizione L’ Autorità di Gestione fornisce semplicemente dei contributi “ripagabili” (cash fund) al Fondo di Sviluppo Urbano che li utilizza sulla base di determinati obblighi contrattuali, inclusi il pagamento di interessi o altre forme di rimborso e la restituzione delle somme corrisposte. Questo modello, più semplice rispetto al modello equity, si concretizza nella costituzione di Fondi rotativi che hanno la forma di capitale separato all’interno di un’istituzione Binanziaria scelta su base concorsuale. Questo modello ad esempio è adottato nel modello di FSU proposto da alcune Autorità di Gestione tedesche (Laender) utilizzano i Fondi strutturali per erogare prestiti ai Comuni. Pro/Contro + E’ evidente che questo approccio è più in linea con il modo tradizionale di utilizzazione delle risorse comunitarie e dei Fondi Strutturali ed è più facile da costituire, anche in aree in cui i mercati Binanziari ed il settore dei fondi di investimento fossero ancora poco sviluppati. + Inoltre, tale approccio potrebbe essere preferibile qualora il settore pubblico non volesse delegare scelte gestionali all’esterno e mantenere un più diretto controllo delle risorse JESSICA, piuttosto che Binanziare parti terze o PPP. + Potenzialmente questo modello potrebbe evitare la complessità della struttura del Fondo di Partecipazione e, dove i contributi del settore privato non siano coinvolti, è più probabile non incorrere nella normativa relativa agli aiuti di stato. ‐ Tuttavia, minori sono le possibilità di attrarre i contributi nel settore privato e di diminuire il costo medio del capitale investito nel progetto. ‐ Si perde il carattere di innovatività per la gestione del territorio che viene offerta alle PA dallo strumento JESSICA 77 Riservato e conBidenziale Propedeuticamente alla costituzione dei Fondi di Partecipazione e dei Fondi di Sviluppo Urbano i Regolamenti europei che hanno dato vita all’iniziativa JESSICA individuano una struttura contrattuale di riferimento da attivarsi. Localmente, a seconda delle speciBiche caratteristiche dei FSU individuati tale struttura dovrà essere opportunamente integrata. Documento Rif. nei Reg. europei Contenuti principali Accordo di Finanziamento fra Fondo di Sviluppo Urbano ed Autorità di Gestione Regolamento 1828/2006 art. 43 (comma 5 e 6) • Le condizioni relative ai contributi dei programmi operativi agli strumenti d’ingegneria Binanziaria sono stabilite in un accordo di Binanziamento che è concluso tra il rappresentante autorizzato dello strumento di ingegneria Binanziaria e lo Stato membro o l’autorità di gestione. • L’accordo di Binanziamento comprende almeno: a) la strategia d’investimento e la programmazione; b) la sorveglianza dell’attuazione conformemente alle norme applicabili; c) una politica volta a consentire l’uscita del contributo del programma operativo dallo strumento di ingegneria Binanziaria; d) le disposizioni di liquidazione dello strumento di ingegneria Binanziaria, incluso il reimpiego delle risorse attribuibili al contributo del programma operativo Accordo di Finanziamento fra Fondo di Partecipazione ed Autorità di Gestione Regolamento 1828/2006 art. 44 (comma 1 e 2) • Qualora i Fondi strutturali Binanzino strumenti di ingegneria Binanziaria organizzati attraverso fondi di partecipazione, lo Stato membro o l’autorità di gestione conclude un accordo di Binanziamento con il fondo di partecipazione che stabilisca le modalità di Binanziamento e gli obiettivi. Relativamente ai fondi per lo sviluppo urbano, studi sullo sviluppo urbano o valutazioni e piani integrati per lo sviluppo urbano inclusi nei programmi operativi. • L’accordo di Binanziamento prevede, fra le altre cose, in particolare: a) La valutazione, la selezione e l’accreditamento degli intermediari Binanziari o dei fondi per lo sviluppo urbano da parte del fondo di partecipazione b) La deBinizione ed il controllo della politica d’investimento o degli interventi e dei piani di sviluppo urbano mirati La trasmissione di informazioni da parte del fondo di partecipazione agli Stati membri o all’Autorità di Gestione c) La sorveglianza della realizzazione degli investimenti secondo le norme applicabili d) La politica volta a consentire l’uscita dal fondo di partecipazione…e… dai fondi di sviluppo urbano e) Le disposizioni di liquidazione del fondo di partecipazione, incluso il reimpiego delle risorse attribuibili al contributo del programma operativo Business Plan del Fondo di Sviluppo Urbano Regolamento 1828/2006 art. 43 (comma 2) Qualora i Fondi strutturali Binanzino operazioni che comprendono strumenti di ingegneria Bianziariaria, i soci conBinanziatori o gli azionisti devono presentare un business plan che includa almeno: a) La tipologia di progetti urbani, criteri e condizioni per Binanziarli b) Bilancio d’esercizio dello strumento d’ingegneria Binanziaria c) La proprietà dello strumento d’ingegneria Binanziaria d) I soci coBinanziatori e) Lo statuto dello strumento f) Disposizioni sulla professionalità, competenza ed indipendenza del personale dirigente g) La giustiBicazione e l’utilizzo previsto dei Fondi strutturali h) La politica d’uscita dagli investimenti i) Le disposizioni di liquidazione, incluso il reimpiego delle risorse attribuibili al contributo del programma operativo Jessica nella Regione Liguria 78 Riservato e conBidenziale Affrontiamo ora in modo più dettagliato le caratteristiche speciCiche di Fondi di Partecipazione e dei Fondi di Sviluppo Urbano per lo sviluppo di una proposta di base. Per riuscire ad individuare la forma giuridica che nell’ordinamento italiano i Fondi di Sviluppo Urbano possono assumere si riportano di seguito i principali requisiti, inerenti la struttura e l’operatività dei Fondi di Sviluppo Urbano che emergono dalla lettura delle fonti comunitarie *. Obiettivo di tale lettura è di individuare le caratteristiche fondamentali che i Fondi di Sviluppo Urbano devono presentare per potere più agevolmente identiBicare gli strumenti più corrispondenti nel panorama italiano, sia dal punto di vista strutturale che operativo. DeCinizione di “Fondi di Sviluppo Urbano” (FSU) “Strumenti d’ingegneria Binanziaria” (art.44 Reg. 1083/06). Nella nota COCOF 08/0002/00 si speciBica che “to qualify as Financial engineering it’s necessary that [investment made by the Fund] is not in the form of a nonrepayable investment, but as a repayable investment or a guarantee for a repayable investment”. Non viene data una deBinizione stretta e precisa di questi strumenti, mentre si da particolare attenzione alla loro natura revolving. Esistono infatti delle previsioni esplicite circa gli obblighi di rimborso (non sono previsti degli obiettivi in termini di rendimento dei FSU, ma sembrerebbe sufBiciente il mantenimento del valore della dotazione del Fondo nel tempo) ed il reimpiego in progetti di sviluppo urbano (art.78.7 – Reg. 1083/06). Forma legale I FSU sono costituiti come: • entità giuridiche indipendenti e disciplinate da accordi fra i soci coBinanziatori o gli azionisti ovvero come • capitale separato nell’ambito di un istituto Binanziario (art. 43.3 Reg. 1828/06) I termini utilizzati nei regolamenti sono volutamente generici dal punto di vista legale in quanto devono essere adattabili a diversi paesi. In questo senso, piuttosto che ricercare una corrispondenza diretta nell’ordinamento italiano delle forme citate, sembrerebbe preferibile comprenderne l’intenzione di tipo funzionale. La norma sembrerebbe costruita sulla base dell’esperienza anglosassone dei Trust (patrimonio separato gestito da un Trustee) e delle Limited Partnership (contratto che conferisce responsabilità limitata ai sottoscrittori) di cui non vi è corrispondenza diretta nell’ordinamento italiano. Non sembrerebbe necessario ipotizzare una struttura dotata di personalità giuridica, ma sembrerebbe possibile dare un’interpretazione più ampia che includa soggetti titolari di diritti ed obblighi come sono i Fondi nel diritto italiano. In questo caso dal punto di vista legale il concetto di FSU dovrebbe riferirsi ad un insieme inscindibile di Fondo e di SGR (dotata di personalità giuridica). La nozione di “capitale separato” potrebbe essere associata in prima analisi a quella di “Patrimonio destinato ad uno speciBico affare” ex art. 2447 bis Cod.Civ. e ss. istituito principalmente per agevolare le società di capitali nel reperimento di Binanziamenti per uno speciBico progetto e per tutelare i creditori in ipotesi di fallimento. Tuttavia le limitazioni ai volumi d’investimento dei patrimoni destinati rispetto al patrimonio complessivo della società presso cui sono costituiti sembrerebbe escludere una loro utilizzabilità come FSU. Piuttosto la previsione di “capitale separato” sembrerebbe potersi limitare ad un concetto di separazione contabile. Per “istituto Binanziario” si potrebbe interpretare una banca o un’entità sottoposta al massimo livello di vigilanza (ex. Artt.106 e 107 TUB). In conclusione, la previsione dei regolamenti europei sembrerebbe fare pensare a: • Fondi gestiti da soggetti, le SGR, a ciò abilitati • Società di capitali • “Gestione di portafogli individuali” ex art.1 D.Lgs.58/98 (Testo Unico dell’intermediazione Finanziaria) * Regolamento n°1083/2006 del Consiglio d’Europa (arM. 44‐45 e art.78); Regolamento n°1080/2006 del Parlamento e del Consiglio d’Europa (arM. 7‐8); Regolamento n °1828/2006 della Commissione (arM.43‐47, 51); Nota dei Servizi della Commissione a domande formulate dal gruppo di lavoro “Jessica Expert Working Group” (12.09.08); Nota dei Servizi della Commissione COCOF/08/0002/00; Nota dei Servizi della Commissione COCOF/08/0002/03; Nota dei Servizi della Commissione COCOF/07/0018/01; Jessica nella Regione Liguria 79 Riservato e conBidenziale Forme di Investimento I FSU investono attraverso: • strumenti di capitale (share holding) • prestiti e • garanzie (art. 46 Reg.1828/06) Non riBinanziano acquisizioni o partecipazioni a progetti già completati. A fortiori dovrebbero essere comprese tra le forme di investimento possibile anche forme di Mezzanine Debt. In Italia i soggetti abilitati a svolgere queste tipologie di attività sono: • Banche • “intermediari Cinanziari” come deCiniti agli artt.106, 107 e 113 del TUB • SICAV (il carattere meramente speculativo sembra tuttavia esulare dal carattere di investimento istituzionale dei FSU ed inoltre questi strumenti presentano forti requisiti patrimoniali e di vigilanza) • Fondi d’investimento mobiliare gestiti da SGR ! E’ stata esclusa esplicitamente la possibilità di interpretare come attività di investimento in strumenti di capitale l’investimento diretto in beni come terreni ed immobili (cfr. nota Commissione del 12.09.08). L’attività del FSU non potrà assumere quindi i proBili di un developer immobiliare. Inoltre, alla luce di questo divieto sembrerebbe potersi ammettere la possibilità di utilizzare come FSU degli strumenti quali i Fondi Immobiliari solo prevedendone l’investimento in quote di una società detentrice della proprietà degli immobili. Oggetti di investimento I FSU investono in: • Partenariati pubblico privato • Altri progetti inclusi in un piano integrato per lo sviluppo urbano sostenibile (art. 46 Reg 1828/06). I partenariati tra settore pubblico e privato e gli altri progetti non comprendono la creazione e lo sviluppo di strumenti Binanziari quali capitali di rischio, fondi per mutui e fondi di garanzia. (art.46 Reg. 1828/06). Non vi è una previsione univoca di cosa s’intenda per partenariati pubblico‐privati e per progetti in cui il FSU andrebbe ad investire. Sicuramente è esclusa la possibilità di investire in “fondi di fondi” (art. 46(i) Reg. 1828/06), questo perché si intende mantenere un rapporto abbastanza “diretto” fra l’investimento nei nuovi strumenti di ingegneria Binanziaria ed i beneBiciari Binali. Questa previsione offre uno spunto di riBlessione rispetto alla realtà di investimento nella rigenerazione urbana. Infatti gli investimenti inerenti la rigenerazione urbana presentano una forte rilevanza della dimensione immobiliare ed infrastrutturale. In Italia gli strumenti che largamente vengono utilizzati per investire nella valorizzazione di patrimoni immobiliari ed in attività di rigenerazione urbana sono i Fondi Immobiliari. Benché questa possa essere la forma assunta direttamente dai FSU solo con alcune limitazioni, non sembrerebbe preclusa la possibilità dei FSU di investire in Fondi Immobiliari. Condizione necessaria per selezionare gli oggetti di investimento dei FSU appare invece il loro inserimento in “Piani Integrati per lo Sviluppo Urbano Sostenibile” (PI). E’ importante sottolineare che a livello di regolamentazione comunitaria non si da una deBinizione di tali Piani demandando questo compito alle singole Autorità di Gestione ed ai paesi membri. Tuttavia, per comprenderne la natura può essere utile riferirsi alla Decisione del Consiglio del 21.10.06 (2006/702/EC) su Community Strategic Guidelines on Cohesion 200713 in cui si inquadra l’applicazione di JESSICA e dei PI nell’ambito di un processo di pianiBicazione dello sviluppo urbano sostenibile di medio‐lungo periodo in modo integrato e multi‐disciplinare. È importante sottolineare che nella nozione di PI non si fa riferimento alla scala territoriale, né si escludono piani integrati di natura tematica. Jessica nella Regione Liguria 80 Riservato e conBidenziale Spese ammissibili Non sono ammissibili le spese per edilizia residenziale (art.7 Reg.1080). Questo esplicito divieto riguarda la possibilità di coprire le spese per l’edilizia residenziale tramite risorse afferenti al Programma Operativo regionale nei paesi che, come l’Italia, facevano parte dell’Unione Europea in data antecedente il 1 maggio 2004 (Art. 7 (2) Reg. 1080/2006). Non è esclusa la possibilità che spese relative alla componente residenziale di un Piano Integrato per lo Sviluppo Sostenibile possano essere coperte da risorse di soggetti terzi (pubblici e privati) che partecipino al progetto (a titolo di esempio le spese di boniBica per la preparazione del sito ad una successiva ediBicazione sono considerate ammissibili). Nel caso venisse approvata una proposta di modiBica del Reg.1080 in corso di discussione, una percentuale massima del 4% del totale risorse allocate nel Programma Operativo può essere impiegata per Binanziare interventi di miglioramento dell’efBicienza energetica sul patrimonio residenziale già esistente in tutti i paesi dell’Unione Europea. A parte l’esplicito divieto relativo all’edilizia residenziale, a livello di regolamentazione europea non esiste un’elencazione delle spese che possono essere coperte dall’attività d’investimento del FSU. Sono le singole Autorità di Gestione, che individuano, all’interno dei Programmi Operativi negoziati con la Commissione le tipologie di spese che possono essere Binanziate. Più generalmente nel Regolamento n°1080 si cita: “Il FESR può sostenere strategie per lo sviluppo urbano sostenibile mediante attività quali il rafforzamento della crescita economica, il recupero dell’ambiente Fisico, la riconversione dei siti industriali in abbandono, la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, la promozione dell’imprenditorialità, l’occupazione e lo sviluppo delle comunità locali, nonché la prestazione di servizi alla popolazione” (art .8 Reg. 1080/06). È necessario peraltro veriBicare i rapporti esistenti tra gli ambiti di ammissibilità previsti da tale Art.8 e le previsioni dell’Art.5 dello stesso regolamento in termini di ammissibilità. In questo senso dovrebbe essere ammessa la possibilità per i FSU di investire in progetti che contengano componenti commerciali all’interno di un Piano Integrato per lo sviluppo urbano: negozi, ufBici, strutture per l’intrattenimento, strutture sportive e culturali. Ritorno degli investimenti Gli articoli da 43 a 46 si applicano agli strumenti di ingegneria Binanziaria che forniscono investimenti rimborsabili o garanzie per investimenti rimborsabili (art.43, Reg. 1828). Una delle caratteristiche principali dello schema JESSICA è proprio quello di andare ad individuare delle opzioni di investimento in grado quanto meno di rimborsare l’investimento stesso. Tuttavia nemmeno questo vincolo è esplicitamente stabilito nella regolamentazione comunitaria che sembrerebbe prevedere come requisito minimo la capacità di rimborsare (ma non remunerare del tutto) il contributo comunitario e permetterne la riutilizzazione. Nel caso peraltro che il contributo comunitario venga erogato, ma non rimborsato completamente, il suo utilizzo dovrebbe essere confrontato con la normativa comunitaria in materia di aiuti di stato. Nei regolamenti non c’è una previsione esplicita circa i tassi di rendimento che devono essere offerti dagli investimenti del FSU. Alcuni indirizzi in merito vengono però dalla comprensione dell’obiettivo Binale dello schema JESSICA: sostenere la “nicchia” di mercato degli investimenti che si trovano in posizione intermedia, in termini di ritorno economico e ritorno sullo sviluppo del territorio, rispetto alle operazioni che generalmente sono destinatarie di sovvenzioni a fondo perduto ed a quelle che vengono solitamente effettuate da operatori di mercato. In quest’ottica ci si deve aspettare che le opportunità d’investimento selezionate saranno in grado di avere un IRR almeno positivo e presenteranno un livello di ERR sul territorio elevato. Jessica nella Regione Liguria 81 Riservato e conBidenziale Dalla lettura dei Regolamenti emergono anche alcune indicazioni di carattere operativo. Contabilità separata e tracciabilità Nel caso venga istituito come capitale separato, il FSU è soggetto a speciBiche norme applicative nell’ambito dell’istituto Binanziario che dispongono di una contabilità separata atta a distinguere le nuove risorse investite nello strumento di ingegneria Binanziaria, compreso il contributo del programma operativo da quelle di cui disponeva inizialmente l’istituto Binanziario (art. 43, Reg. 1828/06). Obiettivo di questa previsione è di garantire che in ultima analisi vi possa essere un’adeguata tracciabilità degli investimenti condotti dai FSU. Ciò soprattutto per consentire la vigilanza dell’attività del FSU e l’elaborazione di una reportistica in linea con le necessità delle Autorità di Gestione circa l’utilizzo delle risorse provenienti dai Fondi Strutturali. Indipendentemente quindi dalla reportistica di carattere economico‐patrimoniale che per legge dovrà essere prodotta dallo strumento utilizzato (es: bilanci d’esercizio, rendiconti Binanziari, calcolo del NAV ecc.), dovranno essere rispettate delle regole di rendicontazione e reportistica in linea con quanto richiesto per i Fondi Strutturali. A tale Bine si renderà necessario un coordinamento tra il documento costitutivo del FSU (atto costitutivo od altro, a seconda della formula scelta) e gli accordi di Binanziamento. La tracciabilità dei contributi comunitari è funzionale anche ad una possibile revisione delle quote di co‐Binanziamento di certe tipologie di investimenti (cfr. art. 78 Reg. 1086/2006). Reinvestimento delle risorse provenienti dagli investimenti Le risorse restituite all’operazione a partire da investimenti avviati dai FSU ancor disponibili dopo che tutte le garanzie sono state soddisfatte sono riutilizzate dalle autorità competenti degli stati membri interessati a favore di progetti di sviluppo urbano (art. 78.7 Reg. 1083). Dalla lettura dei regolamenti comunitari e delle diverse note interpretative della Commissione sembrerebbe possibile ipotizzare la seguente dinamica delle risorse rimborsate: • al 1° giro di rimborso le risorse del FSU devono ancora essere investite in progetti di sviluppo urbano (non è chiaro se rimane in vigore il divieto di investimento in edilizia residenziale) • al 2° giro di rimborso le risorse entrano nella disponibilità delle Autorità di Gestione. Non c’è alcuna disposizione relativamente all’uso delle risorse che rientrano una seconda volta nel FSU, per cui sembrerebbe che le AG possano disporne come meglio ritengono opportuno ad esempio in linea con le previsioni generali dei programmi d’investimento regionali Costi di gestione Le commissioni che potranno essere richieste dal gestore non potranno superare il: • 2% del contributo del programma operativo ai fondi di partecipazione • 3% del contributo del programma operativo agli strumenti d’ingegneria Binanziaria (art.43 1828/06) Tali percentuali sono da intendersi come “soglia massima” di spesa che deve essere calcolata come media su base annua ed a patto che una procedura competitiva non abbia rivelato che tale tetto massimo risulta insufBiciente. Jessica nella Regione Liguria 82 Riservato e conBidenziale Sulla base di queste indicazioni ad una prima analisi, le forme che sembrerebbero potere assumere i FSU in Italia sono: • Gestione portafoglio individuale • • • • • • SICAV Società di capitali Fondi aperti/chiusi, mobiliari/immobiliari Banche ed istituti Cinanziari Trust di diritto estero Struttura “inhouse” interna alla Regione Con un’analisi legale più approfondita, che esula dagli obiettivi di questo studio, ne andrebbe valutata l’adeguatezza rispetto al ruolo di FSU sulla base di: 1. Coerenza rispetto alle forme di operatività ammesse per i FSU (investimenti in quote di società, concessione Binanziamenti, rilascio garanzie) 2. Coerenza rispetto agli ambiti di attività ammissibili per i FSU (investimenti in PPP, Fondi Immobiliari, Concessioni di servizi, STU, Programmi Integrati d’Intervento ecc.) 3. Indicazioni stringenti circa la remuneratività degli investimenti (se previste per legge) 4. Grado di complessità per la costituzione dello strumento (processi e tempistiche) 5. Facilità di coinvolgimento d’investitori terzi 6. Trasparenza e visibilità dell’attività svolta (per presenza di attori diversi con ruoli chiari, per previsione di forme periodiche di reportistica) Seppur non esplicitamente richiesto a livello comunitario, la scelta dello strumento più adeguato dovrebbe tenere in conto anche aspetti relativi alla sua Governance ed inerenti in particolare modo la visibilità e la trasparenza dei ruoli, delle modalità di decisione ed alla pubblicità delle attività svolte. A nostro avviso questi aspetti sono particolarmente importanti nella strutturazione di uno schema d’investimento di risorse prevalentemente pubbliche per la rigenerazione urbana. Peraltro la chiarezza del modello di Governance risulta essere una variabile critica anche per gli operatori privati intenzionati a valutare la possibilità di co‐investimento. Altro strumento di valutazione dovrebbe essere anche il livello di presenza sul mercato, per uno speciBico strumento, di attori e competenze che operino a livello “industriale” con modalità il più afBini possibili a quello di un FSU. Infatti la presenza sul mercato di attori e processi collaudati si può ripercuotere positivamente sulla struttura dei costi del FSU e sul livello di efBicacia di azione. Jessica nella Regione Liguria 83 Riservato e conBidenziale “Fonti” ed “Impieghi” dei Fondi di Sviluppo Urbano • Risorse del POR FESR “Competitività” • Versamenti di capitale pubblico • Conferimenti in natura di terreni ed immobili pubblici • Co‐investimenti di attori privati a titolo di capitale • Conferimenti in natura di terreni ed immobili privati • Prestiti “IMPIEGHI” 1. Acquisto di quote di partecipazioni societarie È possibile che investitori terzi (pubblici e/o privati) partecipino all’investimenti nei FSU apportandovi ad esempio risorse di provenienza europea, nazionale (come risorse del Fondo FAS) o privatistica. Tuttavia la selezione dei partner privati potrebbe dovere avvenire tramite gara pubblica. In termini operativi ciò potrebbe rappresentare una criticità per gli operatori privati. I soggetti terzi che partecipano al FSU potrebbero o investire nella stessa tipologia di spese ammissibili del PO oppure andare a coprire tipologie/componenti di spesa considerate non ammissibili per i fondi FESR. In ogni caso è richiesto che venga mantenuta la tracciabilità delle fonti e degli impieghi di provenienza diversa dai fondi FESR. Secondo i contenuti di una modiBica del Regolamento 1083/2006 in fase avanzata di approvazione le Regioni, in quanto Autorità di Gestione, potranno “versare” la propria quota di co‐contribuzione rispetto al contributo comunitario apportando al FSU dei terreni ed immobili di proprietà (cfr. art. 51 Reg.1828). Questa modiBica consentirà alle Regioni di potere utilizzare il loro patrimonio immobiliare per avviare l’attività del FSU senza obbligarle a contribuzioni in cassa. Maggiori dettagli nelle pagine seguenti “FONTI” 2. Erogazioni di prestiti a progetti di PPP 3. Rilascio di garanzie ad attori coinvolti in PPP e progetti inseriti in PI È esclusa la possibilità di un investimento diretto in immobili Possibile criticità legata alla selezione di coinvestitori privati del FSU Jessica nella Regione Liguria 84 Riservato e conBidenziale 1. INVESTIMENTO IN EQUITY DEI FONDI DI SVILUPPO URBANO Descrizione Una variabile critica nei progetti di riqualiBicazione urbana è spesso il reperimento di capitale a titolo di rischio. L’erogazione di capitale in forma di equity da parte del FSU potrebbe seguire la procedura seguente: • Il FSU acquista quote di una società progetto (anche di nuova costituzione) dedicata alla riqualiBicazione urbana. I proventi dalla vendita di quote al FSU servono a Binanziare parte dell’attività della società • Durante la fase di investimento il FSU controlla l’investimento e può anche intervenire fornendo delle linee guida strategiche • Una volta che il progetto di trasformazione/riqualiBicazione urbana è terminato il FSU può uscire dall’investimento cedendo le proprie quote di partecipazione societaria Condizioni di investimento • Investimento diretto in quote di società. In questo caso non ci sono delle condizioni standard di redditività degli investimenti, è possibile pensare ad una partecipazione periodica agli utili della società solo in alcune tipologie di investimento. L’investitore conta piuttosto sull’incremento di valore delle quote detenute e sul margine che potrebbe derivare dalla loro vendita quando tutto il valore dell’investimento sarà in esso incorporato € quote PPP PRO CONTRO + Equity fattore critico − Partecipazione diretta ai + Maggiori possibilità di effetto rischi di impresa leva − Alti costi di attivazione e di + InBluenza diretta nel progetto gestione + Maggiori possibilità di integrare conoscenze e capitale pubblico e privato • Alternativamente, si può pensare ad una forma di investimento “quasi‐ equity” (o mezzanino) a fronte del quale possono essere riconosciuti pagamenti periodici di interessi a tassi superiori a quelli riconosciuti per l’investimento sotto forma di capitale a titolo di debito. Per questo tipo di investimento possono essere concessi periodi di pre‐ ammortamento lunghi e forme di premialità su IRR superiori ad un certo target I FLUSSI DI CASSA DEL FSU Vendita quote Dividendi? Rimborso interessi? + _ Tipologia d’investimento t Acquisto quote • Investimenti con forti caratteristiche di “sviluppo” immobiliare • Investimenti in aree di mercato/geograBiche considerate troppo rischiose dagli investitori tradizionali • BoniBiche, valorizzazione urbanistica di aree (modello “land bank”) Jessica nella Regione Liguria FSU 85 Riservato e conBidenziale 2. INVESTIMENTO DEI FONDI DI SVILUPPO URBANO IN FORMA DI EROGAZIONE DI PRESTITO Descrizione • Il PPP richiede al FSU un prestito a copertura di spese ammissibili • Il FSU, che in questo caso può assumere anche la forma di patrimonio separato all’interno di un istituto Binanziario “convenzionato” può erogare un prestito direttamente al PPP (caso “B”) • Alternativamente il FSU può erogare un prestito ad un istituto Binanziario il quale a sua volta lo eroga, in base a condizioni predeBinite, al PPP (caso “A”) • La “Convenzione” potrebbe dunque sia disciplinare i rapporti fra AG, IF e FSU che deBinire le condizioni di erogazione dei prestiti ai PPP • È fondamentale la valutazione del merito di credito del soggetto beneBiciario del prestito (può essere svolta dall’IF convenzionato) • Nel corso dell’investimento il FSU può intervenire nel progetto nei limiti delle previsioni del contratto di Binanziamento Condizioni di investimento • Il prestito potrebbe essere erogato a tassi d’interesse agevolati rispetti al mercato e differenziati a seconda della “priorità” che viene riconosciuta al PPP rispetto all’interesse pubblico (es: linea al 0%, 3%, 4%). Questo prestito potrebbe essere afBiancato da linee tradizionali concesse da banche commerciali • Alternativamente, il prestito potrebbe essere inizialmente concesso a tassi di mercato e parallelamente il soggetto Binanziato o l’istituto Binanziario intermediario potrebbero ricevere una “compensazione” a parziale riduzione dell’onere del debito FSU A Istituto Finanziario € € PPP PRO + Facilità d’implementazione + Minori rischi legati all’investimento + Bassi costi di gestione CONTRO − Scarsa capacità di attivare forme d’integrazione pubblico‐privato − Debolezza di effetto leva − Ridotta capacità per le Regioni di porsi con un ruolo attivo per la trasformazione del territorio I FLUSSI DI CASSA DEL FSU Tipologia d’investimento O rimborso interessi e capitale • Investimenti in grado di produrre forme periodiche di remunerazione (pagamento di canoni concessori, canoni di locazione, bollette energetiche ecc.) + _ O rimborso bullet t Erogazione prestito • Possibilità di ipotizzare schemi di fondi rotativi di prestito per i Comuni (! Sono da veriBicare i proBili in termini di Indebitamento Pubblico) Jessica nella Regione Liguria B 86 Riservato e conBidenziale 3. INVESTIMENTO DEI FONDI DI SVILUPPO URBANO IN FORMA DI RILASCIO DI GARANZIE Descrizione Le garanzie sono dei contratti sulla base dei quali un soggetto si impegna a pagare ad un terzo l’importo del prestito outstanding o la quota interessi non rimborsata dal prenditore principale. Solitamente le garanzie vengono rilasciate alle società progetto per favorire il loro accesso al sistema del credito. • Il PPP richiede ad un’istituzione Binanziaria l’erogazione di un prestito, il PPP può rivolgersi al FSU a garanzia di una quota di tale prestito • Il FSU, che in questo caso può assumere anche la forma di patrimonio separato all’interno di un istituto di credito convenzionato, analizza il business plan del progetto, lo valuta sulla base di alcuni criteri deBiniti • Se il progetto è considerato idoneo il FSU fornisce la garanzia alla banca che quindi eroga il Binanziamento • Il prenditore paga periodicamente al FSU un premio assicurativo (che si aggiunge agli interessi sul debito pagati alla banca) che dipende dalla lunghezza del periodo di garanzia, dalla proporzione di prestito da garantire e da una speciBica analisi di rischi • In caso di default del prenditore il FSU è chiamato a rimborsare il prestatore per il totale dell’importo garantito Condizioni di investimento • Generalmente il premio pagato per il rilascio di una garanzia sulla costruzione si aggira sull’1‐2% annuo dell’ammontare garantito ancora da rimborsare. Il FSU potrebbe rilasciare garanzie per progetti PPP inseriti in PI che il settore privato non garantirebbe • In aggiunta, il premio annuo della garanzia potrebbe essere di percentuale minore rispetto ai valori di mercato Rilascio garanzia € Istituto Finanziario Erogazione prestito Rimborso prestito PPP PRO CONTRO + Facilità d’implementazione + Il FSU sopporta i rischi legati al Progetto solo in quota marginale + Bassi costi di gestione + Gli importi di Binanziamenti levereggiati possono essere maggiori − Scarsa capacità di attivare forme d’integrazione pubblico‐ privato − Scarso controllo dello sviluppo sul territorio − Necessità portafoglio d’investimenti diversiBicato per ottenere riduzione del rischio I FLUSSI DI CASSA DEL FSU Incasso “premi” di garanzia Tipologia d’investimento + _ • Investimenti di riqualiBicazione urbana aventi una notevole rilevanza per l’interesse pubblico Jessica nella Regione Liguria Premio di garanzia FSU t Rimborso in caso di default 87 Riservato e conBidenziale Prima di affrontare la strutturazione di una proposta concreta per la Regione Liguria sono state condotte una serie di interviste ad attori di mercato per testare in pratica lo schema di funzionamento JESSICA sino ad ora illustrato CHI Le interviste sono state svolte a: • Istituti Cinanziari che supportano operazioni immobiliari • Istituti Cinanziari attivi nel Project Finance • Studi Legali • Fondazioni bancarie • Società di Gestione del Risparmio gestori di Fondi “Etici” • Società di sviluppo immobiliare PERCHE’ Gli obiettivi di questa consultazione sono stati molteplici: • Diffondere la conoscenza relativa al nuovo schema JESSICA e valutare la reazione degli operatori del mercato • VeriBicare il grado di accettazione e conBidenza che il mercato esprime verso lo strumento proposto • IdentiBicare le aree che necessitano di maggiore approfondimento o di revisione all’interno dello schema JESSICA proposto • Individuare i fattori percepiti come critici nel funzionamento dello schema e valutare le forme preferite di mitigazione del rischio • IdentiBicare modelli di business alternativi che potrebbero essere assunti dal FSU • IdentiBicare esperienze similari a quella del FSU nel mercato italiano e comprenderne le caratteristiche • IdentiBicare possibili opportunità di PPP su cui il FSU possa investire • VeriBicare i principali fattori, in termini di rendimento economico o di caratteristiche progettuali, che vengono percepiti come particolarmente attraenti all’interno dei progetti per stimolare l’interesse di possibili co‐investitori privati • Suscitare l’interesse degli attori privati alla riBlessione su un possibile coinvolgimento nello schema CHE COSA Le domande che sono state poste vertevano principalmente sui seguenti temi: • Sulla base dell’esperienza del mercato italiano, quale forma legale meglio riBletterebbe le caratteristiche dell’attività di un Fondo di Sviluppo Urbano? • Che rischi ed opportunità presenta la struttura proposta? • Quale è la ripartizione di rischi e rendimenti che rende effettiva la collaborazione fra settore pubblico e privato per il funzionamento del FSU? • Quali condizioni potrebbero portare un investitore privato a valutare una possibile partecipazione al Fondo di Sviluppo Urbano? • Nel settore della rigenerazione urbana quali sono i fattori Binanziari più scarsi (equity, prestiti o garanzie) e critici per il successo di un progetto? • Che tipologia di progetti potrebbero essere Binanziati da un FSU? • Che tipologia di attori potrebbero essere interessati a partecipare a vario titolo nel progetto? Jessica nella Regione Liguria 88 Riservato e conBidenziale Le interviste condotte hanno generalmente rivelato un forte interesse da parte degli attori privati per lo schema proposto e allo stesso tempo è emersa la necessità di deCinire puntualmente un sistema di governance in grado di garantire la massima sinergia fra settore pubblico e privato. Aspetti relativi al coinvolgimento di ATTORI PUBBLICI E PRIVATI Aspetti relativi alla STRUTTURA ‐ Chiarezza dei ruoli “chi fa che cosa” ‐ Il settore pubblico avrà timore a cedere la guida dello sviluppo del territorio ‐ All’attore pubblico può essere attribuito un particolare potere di indirizzo e veto nell’attività del FSU a garanzia dell’interesse pubblico. Nella misura in cui questo è tutelato, i privati devono essere premiati con maggiori ritorni Binanziari ‐ Importante coinvolgere attori con competenze tecniche elevate sul mercato immobiliare e della rigenerazione urbana ‐ È sicuramente problematico un coinvolgimento di investitori privati a livello di FSU se questi devono essere scelti con evidenza pubblica ‐ È utile pensare a meccanismi di incentivazione degli attori coinvolti nella gestione del progetto sulla base del suo andamento economico ‐ Le Fondazioni bancarie potrebbero essere un co‐investitore ideale ‐ Il FSU deve essere dotato di competenze tecniche molto forti e speciBiche ‐ È difBicile pensare ad una struttura interna alla Regione che per sua missione abbia tali competenze ‐ Bisogna rifarsi a schemi e strutture già note dal mercato per favorire l’investimento di terzi ‐ I Fondi Immobiliari sono lo strumento di investimento nella rigenerazione urbana sicuramente più vigilato, strutturato ed attorno a cui è più facile trovare competenze “industriali” ‐ La governance dei Fondi Immobiliari può essere facilmente modulata per calibrarla a seconda delle priorità delle AG ‐ Il “governo” delle scelte di investimento deve essere “sterilizzato” rispetto alle inBluenze devianti che possono venire dal territorio ‐ L’investimento attraverso STU ed altre forme di PPP offre minori garanzie di trasparenza e vigilanza rispetto ai Fondi Aspetti relativi alla TIPOLOGIA di PROGETTI Aspetti relativi alle forme di INVESTIMENTO - Oltre ai progetti tipicamente immobiliari ci sono anche interventi di tipo “soft” (es: promozione dell’integrazione sociale, iniziative di formazione ecc.) che potrebbero essere tipicamente sostenuti dai FSU ‐ Progetti “ben fatti” (rischio di costruzione nullo, rischio amministrativo nullo e rischio di mercato mitigato) ‐ No blind investment: il FSU deve partire con almeno qualche iniziativa pilota ‐ I progetti non dovrebbero essere individuati a seguito di gara pubblica, ma individuati sulla base della conoscenza del territorio ‐ Nel settore del risparmio energetico possono essere strutturati progetti in grado di offrire ritorni economici ‐ Acquisto, boniBica ed urbanizzazione di aree e poi rivendita (modello “land bank”) - L’investimento in equity è preferibile rispetto ad altre forme di investimento perché è la variabile critica mancante nella riqualiBicazione urbana ‐ Gli strumenti di investimento che dovrebbero essere preferiti sono i Fondi Immobiliari (Vigilanza, patrimonializzazione, schema di ruoli già collaudato) ‐ Come minimo un Fondo Immobiliare deve essere costituito con una dotazione di Eur 50 mln Jessica nella Regione Liguria 89 Riservato e conBidenziale Date le caratteristiche della Regione Liguria i Fondi di Sviluppo Urbano che potrebbero essere creati per avviare un schema JESSICA (con o senza Fondo di Partecipazione) potrebbero essere i seguenti: • FSU destinato all’alta tecnologia ed all’attrazione/ritenzione di capitale umano ad alta produttività per il polo di Genova, che include nel suo portafoglio il progetto Erzelli • FSU destinato al rafforzamento dell’economia presenziale ed alla terza età per le città medio‐piccole, con portafoglio d’investimenti mirato all’attrazione di questa fascia di popolazione • FSU destinato all’housing sociale o a canone moderato • FSU destinato ai quartieri disagiati, con progetti di piccola taglia per stimolare processi di micro‐rigenerazione in zone a rischio di deprivazione/esclusione In particolare modo i servizi della Regione Liguria hanno espresso il loro interesse ad analizzare le prospettive di un fondo che sia dedicato alla promozione di un polo universitario e tecnologico della città di Genova, in cui la collina di Erzelli sarebbe un progetto chiave. È naturale che il campo di intervento di un fondo del genere vada al di là del Parco ScientiBico Tecnologico di Erzelli, in modo da includere anche gli investimenti di trasformazione urbana connessi o complementari al Parco, quali la riutilizzazione ed eventuale valorizzazione delle strutture liberate in seguito al trasferimento dell’università nella nuova sede o al trasferimento di imprese e attività da sedi locali, infrastrutture complementari quali residenze per studenti / ricercatori, potenziamento collegamenti con istituti di ricerca. La redazione di linee guida per la preparazione del business plan del fondo dovrà essere effettuata anche in base a veriBiche ed approfondimenti sui piani dell'Università, sui programmi del Ministero Università e Ricerca, sulle procedure anche regionali per il Binanziamento di attività di trasferimento tecnologico, alta formazione, spinoff, servizi alle PMI, e così via. Jessica nella Regione Liguria 90 Riservato e conBidenziale Rassegna dei progetti potenzialmente “jessicabili” sul territorio ligure I Fondi di Sviluppo Urbano operano, secondo la normativa comunitaria, investendo in “Partenariati pubblico privati” ed “altri progetti” inseriti in un “piano integrato per lo sviluppo urbano sostenibile” *. La Commissione Europea non fornisce una deBinizione precisa in merito, data l’eterogeneità degli ordinamenti presenti negli Stati membri ed il rischio di inoperabilità che potrebbe derivare da una deBinizione troppo precisa. Tuttavia, per comprenderne la natura può essere utile riferirsi alla Decisione del Consiglio del 21.10.06 (2006/702/EC) su Community Strategic Guidelines on Cohesion 200713 in cui si inquadra l’applicazione di JESSICA e dei PI nell’ambito di un processo di pianiBicazione dello sviluppo urbano sostenibile di medio‐lungo periodo in modo integrato e multi‐disciplinare **. E’ possibile distinguere alcune componenti che possano aiutarci ad identiBicare i progetti potenzialmente candidabili ad essere inseriti in uno schema JESSICA. Innanzitutto il contesto è offerto dalla presenza di un Piano Integrato per lo sviluppo urbano sostenibile: • Piano Integrato: discendente da una logica di pianiBicazione e programmazione multidisciplinare. Uno degli obiettivi fondamentali della politica urbana che s’intende supportare è proprio collegata alla capacità di collegare fra loro settori e strategie d’azione diverse. In questo senso il piano integrato non deve necessariamente tradursi in un nuovo strumento di programmazione del territorio. • Piano di sviluppo sostenibile: implica un orizzonte temporale di lungo periodo verso un modello di sviluppo che incorpora una particolare attenzione all’integrazione di aspetti di tutela ambientale, inclusione e giustizia sociali e di sviluppo economico. • Urbano: con un forte collegamento ad una speciBica area o ad un sistema collegato di aree a forte connotazione urbana Interpretando in modo sostanziale l’intenzione del legislatore europeo possono essere considerati atti di pianiBicazione integrata diverse procedure che le amministrazioni locali già utilizzano nella pianiBicazione del territorio. Infatti possono essere considerati una base adeguata per una politica di sviluppo urbano sostenibile non solo i piani di sviluppo di una città, formulati ed adottati conformemente ai protocolli di pianiBicazione vigenti (ad esempio i Piani Strategici), ma anche i piani non ufBiciali ed altri documenti programmatici approvati attraverso una consultazione pubblica (ad es. Accordi di Programma, Agenda 21, PCTP, Programmi Integrati d’Intervento ecc). In questo senso dunque, benché la Regione Liguria abbia avviato una procedura ad hoc per sollecitare le proposte progettuali che potrebbero essere Binanziate tramite i Fondi Strutturali, la scelta dei progetti “jessicabili” non si dovrebbe limitare a questo contesto. Ad esempio là dove si presentassero progetti di sviluppo o di riqualiBicazione urbana particolarmente interessanti e che presentino delle caratteristiche idonee, è possibile riconoscere al Fondo di Sviluppo Urbano stesso la possibilità di costruirvi attorno un Piano integrato per lo sviluppo urbano sostenibile ad hoc. Sarebbe possibile, in altre parole, per il FSU interpellare il promotore del progetto (attore pubblico o privato) e l’Autorità di Gestione competente al Bine di sollecitarli a costruire il Piano, anche sotto forma di accordo, cooperando e coordinandosi con reciproco vantaggio La deCinizione di Piano per tutte le parti coinvolte. Il promotore del progetto, infatti, potrebbe soddisfare i propri Integrato di Sviluppo Urbano interessi grazie alla proBittabilità del progetto stesso; l’Ente locale, godendo, ad esempio, Sostenibile è lasciata alle del conseguente incremento dei valori immobiliari nell’area, potrebbe ottenere una base Autorità di Gestione Biscale imponibile maggiore; il FSU, inBine, ricevendo risorse e competenze dal settore pubblico e da quello privato, opererebbe al loro servizio e garantirebbe allo stesso tempo la remunerazione ai propri investitori. * I FSU investono in Partenariati pubblico privato ed altri progetti inclusi in un piano integrato per lo sviluppo urbano sostenibile (art. 46 Reg 1828/06) ** cfr. par. 2.1 “The contribution of cities to Growth and Jobs” Jessica nella Regione Liguria 91 Riservato e conBidenziale Lo schema di utilizzo dei Fondi Strutturali tipo JESSICA ha inoltre una forte connotazione Binanziaria. Infatti, in un contesto di generale diminuzione delle risorse Binanziare a disposizione per la riqualiBicazione urbana, l’obiettivo di questo schema è di favorire un uso più efBicace dei fondi a disposizione, di attirare ulteriori capitali (pubblici e privati) e di garantire alle Autorità di Gestione un uso sostenibile nel tempo delle risorse a disposizione. L’uso dello schema Jessica richiede pertanto che i progetti selezionati siano in grado di produrre un Blusso Binanziario signiBicativo * . Una delle caratteristiche principali dello schema JESSICA è quello di andare ad individuare delle opzioni di investimento in grado, quanto meno, di rimborsare l’investimento stesso. Sovvenzioni Impatto sul territorio ERR Nei regolamenti non c’è una previsione esplicita circa i tassi di rendimento che devono essere offerti dagli investimenti del FSU però sostenere la “nicchia” di mercato degli investimenti che si trovano in posizione intermedia, in termini di ritorno economico e ritorno sullo sviluppo del territorio (ERR), rispetto alle operazioni che generalmente sono destinatarie di sovvenzioni a fondo perduto (tassi di ERR elevati, ma IRR negativo o nullo) ed a quelle che comunque possono essere effettuate da operatori di mercato (tassi di IRR elevati). La remunerazione dovrebbe essere sufBiciente a preservare il principio della rotazione dei fondi (quindi la ricostituzione, almeno parziale, del capitale investito). In quest’ottica ci si deve aspettare che le opportunità d’investimento selezionate saranno in grado di avere un IRR almeno positivo e presenteranno un livello di ERR sul territorio elevato. Strumenti Binanziari “rotativi” di tipo JESSICA possono essere utilizzati per sostenere progetti che, pur generando un Blusso Binanziario, presentano condizioni di rischiosità, orizzonti temporali o livelli di rendimento che escludono l’intervento del mercato. Le modalità di sostegno Binanziario JESSICA dipendono dalle caratteristiche dei singoli progetti. Ad esempio progetti che non sono in grado di produrre Blussi Binanziari costanti (es. boniBica di sito) potrebbero essere Binanziati senza prevedere ammortamenti intermedi. JESSICA Un elevato livello di rischio associato ad un progetto potrebbe essere mitigato con una garanzia ecc. Mercato Tasso Interno di Rendimento Finanziario IRR * Gli articoli da 43 a 46 si applicano agli strumenti di ingegneria Binanziaria che forniscono investimenti rimborsabili o garanzie per investimenti rimborsabili (art.43, Reg. 1828). Jessica nella Regione Liguria 92 Riservato e conBidenziale L’esame delle componenti che rappresentano il quadro in cui operano i Fondi di Sviluppo Urbano include le possibili forme di partenariato pubblicoprivato e progetti che potrebbero rappresentare le opportunità d’investimento Binale. Non vi è una previsione univoca di cosa s’intenda per partenariati pubblico‐privati e per progetti in cui il FSU andrebbe ad investire, ed in generale sembrerebbe doversi riferire all’insieme di strumenti con cui i proBili di rischio e di responsabilità collegati alla realizzazione di un progetto vengono distribuiti fra settore pubblico e privato. In ogni caso la legislazione comunitaria non pare escludere la possibilità di erogare Binanziamenti a investimenti promossi da privati, purché si collochino all’interno di un Piano Integrato e siano in linea con gli obiettivi di interesse pubblico dell’AG. I principali schemi di partenariato presenti sul mercato sono: • Società aggiudicatarie di gare per la Concessione di gestione di un’infrastruttura pubblica • Società aggiudicatarie di gare per la Concessione di costruzione e gestione (si riferisce ad opere che siano già inserite nel programma triennale dei lavori pubblici) di un’infrastruttura pubblica. In questo caso l’aggiudicatario progetta, costruisce Binanzia e gestisce un’opera pubblica che alla Bine del periodo previsto contrattualmente viene ceduta all’ente • Società titolari di Concessione di servizi (D.Lgs. 157/95, 158/95 e 164/00, D.Lgs. 163/06). Prevalentemente a seguito di gare aventi ad oggetto la concessione della gestione di servizi pubblici (reti ed impianti idrici, gas, illuminazione pubblica, illuminazione votiva, segnaletica e pubblicitari, verde pubblico, sport, sanità, attività ricettive, ecc.) attraverso strutture esistenti. In questi casi la componente “costruzione” risulta secondaria rispetto alla gestione in quanto limitata al miglioramento ed alla riorganizzazione di strutture esistenti. Per questa procedura è normalmente il privato (concessionario) che paga un canone concessorio, anche se non è escluso un contributo pubblico. • • • Partenariato societario Società di Trasformazione Urbana (art. 120 del T.U.D.lgs 267/2000) Sono società miste d’iniziativa comunale a capitale prevalentemente pubblico o privato. Il loro oggetto sociale è progettare, realizzare e commercializzare interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti I soci privati sono scelti mediante procedura di evidenza pubblica o per cooptazione a seguito di manifestazione d’interesse (nel caso di capitale pubblico maggioritario) E` prevista la conclusione di una convenzione tra l’ente locale azionista e la società che disciplina le modalità e le linee generali dell’intervento di trasformazione, le quote di Binanziamenti, la remunerazione della società ed i rapporti tra i soci. È facoltà degli enti locali interessati dall’intervento di riqualiBicazione conferire immobili anche a “titolo di concessione”, quindi è possibile anche il trasferimento di beni demaniali/inalienabili Società miste per l’esercizio di servizi pubblici (art. 116 del T.U.D.lgs 267/2000) Enti pubblici o strutture private coinvolte nell’attuazione di Programmi per la riqualiCicazione urbana quali ad esempio i Programmi complessi (P.R.U., PRUSST o quelli previsti dai D.M. 27/12/01 n.2521, 2523) Enti pubblici o strutture private coinvolte nell’attuazione di speciBici impegni convenzionali conseguenti alla sottoscrizione di Accordi di Programma fra il settore pubblico ed il privato Jessica nella Regione Liguria I Comuni svolgono un ruolo chiave nel governo dello sviluppo del territorio. E’ auspicabile un loro diretto coinvolgimento nei PPP di Jessica 93 Riservato e conBidenziale A parte alcuni settori non ammissibili, elencati nei Regolamenti comunitari, quali l’edilizia abitativa in taluni Stati membri tra cui l’Italia, ed eventuali vincoli o condizioni speciBiche determinate a livello nazionale, i criteri di ammissibilità degli investimenti allo strumento JESSICA sono identici a quelli che disciplinano l’utilizzo dei Fondi strutturali in generale* . Queste, a titolo illustrativo e non esaustivo, le principali tipologie di progetti ammissibili al Binanziamento JESSICA: • infrastrutture di base urbane (strade, sistemi per lo smaltimento dei riBiuti, energia, trasporti, trattamento delle acque reBlue ecc.) • elementi del patrimonio storico o culturale, per Binalità produttive, turistiche o altri usi compatibili con la loro vocazione, inclusi complessi e poli di attrazione culturale • riconversione ad usi produttivi e/o collettivi di aree dismesse, siti e strutture industriali abbandonati o sottoutilizzati, comprese le opere di boniBica e decontaminazione • spazi e strutture ad usi commerciali e produttivi e per l’attrazione di funzioni direzionali, inclusi spazi per Biere e convegni, parchi d’attività industriale, di ricerca, ad alta tecnologia • spazi e strutture per le piccole e medie imprese (PMI) e per aziende di settori ad alta tecnologia (informatica, Ricerca e Sviluppo…) • infrastrutture sociali – sanità / istruzione, incluse strutture per l’istruzione e formazione a tutti i livelli, comprese le strutture mediche, biotecnologie e di altri ambiti specialistici • Complessi multi‐funzionali (attività commerciali, tempo libero, ufBici…) • Interventi per il miglioramento dell’efBicienza energetica. ! L’esplicito divieto di coprire le spese per l’edilizia residenziale tramite risorse afferenti al Programma Operativo regionale non esclude la possibilità che spese relative alla componente residenziale di un Piano Integrato per lo Sviluppo Sostenibile possano essere coperte da risorse di soggetti terzi (pubblici e privati) che partecipino al progetto, mentre le risorse del Programma Operativo potrebbero essere utilizzate solo per alcuni tipi di attività (a titolo di esempio le spese di boniBica per la preparazione del sito ad una successiva ediBicazione sono considerate ammissibili). Inoltre, qualora dovessero essere recepite le modiBiche al Reg. 1080 in corso di discussione, potrebbero essere considerate ammissibili spese relative all’efBicienza energetica dello stock abitativo esistente. Sono le singole Autorità di Gestione che individuano, all’interno dei Programmi Operativi negoziati con la Commissione, le tipologie di spese che possono essere Cinanziate. Più generalmente nel Regolamento n°1080, all’Art.8 si cita: “Il FESR può sostenere strategie per lo sviluppo urbano sostenibile mediante attività quali il rafforzamento della crescita economica, il recupero dell’ambiente Fisico, la riconversione dei siti industriali in abbandono, la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, la promozione dell’imprenditorialità, l’occupazione e lo sviluppo delle comunità locali, nonché la prestazione di servizi alla popolazione.“ In questo senso è ammessa la possibilità per i FSU di investire in progetti che contengano componenti commerciali all’interno di un Piano Integrato per lo sviluppo urbano come ad es. negozi, ufBici, strutture per l’intrattenimento, strutture sportive e culturali. * Regolamento 1080/2006 del Consiglio dell’11 luglio 2006 Jessica nella Regione Liguria 94 Riservato e conBidenziale A questo punto è possibile individuare dei criteri che consentano di riconoscere e selezionare i progetti che potenzialmente potrebbero rientrare nel portafoglio d’investimenti di un Fondo di Sviluppo Urbano. Si fa presente che questi criteri dovranno discendere direttamente dall’interpretazione che ciascuna Autorità di Gestione darà di Piano Integrato di Sviluppo Urbano Sostenibile e di partenariato pubblico‐privato. A titolo esempliBicativo si presenta una griglia di criteri di selezione. Jessica nella Regione Liguria 95 Riservato e conBidenziale All’interno dei Regolamenti europei non c’è una speciBica previsione delle modalità di selezione dei PPP e dei Progetti in cui dovranno investire i FSU. Ferma restando la necessità di individuare progetti che nascano nell’ambito di una pianiBicazione integrata, multidisciplinare, inserita all’interno di una strategia di sviluppo urbano sostenibile e che siano in grado di prevedere delle forme di rimborso, è stata lasciata ampia autonomia alle Autorità di gestione che stanno adottando approcci differenti in diversi paesi. In Gran Bretagna ad esempio l’Autorità di Gestione di Londra ha individuato direttamente i progetti in cui investire, mentre alcune delle Regioni italiane sembrerebbero preferire un approccio concorsuale. La selezione dei progetti “jessicabili” potrebbe dunque avvenire tramite diverse procedure non mutualmente esclusive: • Un approccio concorsuale • Un approccio “a sportello” • Un approccio “a segnalazione diretta della Regione” L’approccio concorsuale Il primo consiste nell’espletare procedure di selezione ad evidenza pubblica per individuare i progetti Binanziabili a valere su fondi JESSICA. Ad esempio, si può pensare che le Autorità di Gestione domandino agli Enti Locali residenti sul proprio territorio di elaborare dei Piani Integrati di Sviluppo Urbano e di individuare i potenziali progetti strategici sull’area, attraverso la pubblicazione di un bando. Questa è stata la strada seguita, tra gli altri, dalla Repubblica Ceca, da Brandeburgo, dalla Regione Toscana e dalla Regione Liguria attraverso i PIUSS. Peraltro questo approccio, utilizzato classicamente per l’individuazione delle opportunità di impiego dei fondi strutturali, lasciando la regia della formulazione della proposta ai BeneBiciari Binali intrinsecamente presenta il rischio che vengano formulate delle proposte progettuali non integrate fra di loro e con priorità ridotta per il territorio. L’approccio “a sportello” Il secondo approccio invece, interpreta il Fondo di Sviluppo Urbano come uno sportello permanente d’ingegneria Binanziaria per la trasformazione urbana, in grado di fornire servizi Binalizzati ad aiutare i promotori alla (ri)formulazione dei progetti e/o dei piani integrati. Questo ruolo, che può essere eventualmente a cura del Fondo di Partecipazione nella fase iniziale di implementazione dell’iniziativa, si ispira ad analoghe esperienze messe a punto al servizio delle imprese.Questo secondo approccio favorirebbe sicuramente il contatto diretto di privati cittadini, investitori interessati a Binanziare i progetti ed Enti Locali con le rispettive Autorità di Gestione o con il Fondo di Partecipazione stesso, qualora ne sia stato costituito uno. L’approccio “a segnalazione diretta” Soprattutto in una prima fase di avvio dell’operatività dei Fondi di Sviluppo Urbano è auspicabile che siano le Autorità di Gestione stesse che in cooperazione con i servizi della Regione ed i Comuni individuino una “pipeline” di progetti che rispondono ai criteri indicati nelle pagine precedenti e sui quali possa essere avviata una prima sperimentazione di funzionamento del meccanismo JESSICA. In una prima fase di avvio di JESSICA è auspicabile che siano le Autorità di Gestione stesse che individuano una pipeline di progetti Jessica nella Regione Liguria 96 Riservato e conBidenziale La Regione Liguria come si è detto ha già avviato un processo di formulazione e selezione di Piani Integrati attraverso una gara pubblica per la proposizione di PISU da parte di comuni o consorzi di comuni Dalla lettura dei documenti regionali a base della gara ed in particolare delle “Modalità di attuazione del progetto integrato di sviluppo urbano” collegato al POR si possono evidenziare alcune caratteristiche dei PISU che sono in corso di selezione in Liguria: Il territorio su cui stimolare la formulazione di PISU: • • Grandi centri urbani con popolazione residente superiore a 40.000 unità Macroconurbazioni che presentano le caratteristiche socio‐economiche e Bisiche proprie della struttura urbana complessa con soglia minima di popolazione complessiva residente pari a 40.000 unità in presenza di una struttura urbana indifferenziata, di servizi pubblici/ amministrativi di rilevanza strategica per il territorio provinciale e/o regionale, di interferenze delle aree residenziali con ambiti retroportuali e portuali, di impianti industriali e tecnologici invasivi anche dismessi o da rilocalizzare, di grandi infrastrutture di collegamento e di grandi attività produttive, anche in fase di dismissione. Entro i suddetti contesti urbani sono perimetrate, da parte dei Comuni proponenti, aree di intervento per l’attuazione dei progetti integrati ove sussistano le seguenti criticità e, conseguentemente, siano evidenti le disparità con altri ambiti cittadini: disagio e marginalità sociale ed economica, degrado Bisico degli immobili e delle strutture, carenza di spazi pubblici e collettivi, forte concentrazione insediativa con sottodimensionamento dei servizi pubblici e delle attrezzature, congestione del trafBico veicolare (laddove pertinente), carenze infrastrutturali per la mobilità (laddove pertinente), abbandono derivante dalla dismissione di attività industriali e produttive (laddove pertinente), rischio idrogeologico e idraulico di livello R3 e R4 dei Piani di Bacino e rischio di erosione costiera dell’area urbana (laddove pertinente) Gli attori coinvolti: • I Comuni sono i soggetti proponenti • Soggetti attuatori sono considerati anche Enti strumentali del Comune, Società miste a maggioranza pubblica ed altri Enti pubblici Le dimensioni dei progetti: • L’investimento complessivo pari ad almeno Eur 10 Mln (sono attese almeno 10 proposte progettuali di questa dimensione) Le risorse comunitarie attivabili: • • L’attuazione dei PISU dovrebbe avvenire ricorrendo, nella misura dell’ammissibilità delle spese, alle risorse relative all’Asse Urbano (asse III) della Regione (tot. Eur 122 Mln) E’ prevista la possibilità di attivare anche risorse provenienti dagli assi II e IV nei limiti dell’ammissibilità alle tipologie di spese previste per questi assi: “ Le singole operazioni inserite nel Progetto Integrato possono integrarsi con operazioni attuate su altri assi del POR. In particolare con i contenuti dell’Asse II – Energia e con l’Asse IV – valorizzazione delle risorse culturali e naturali. In tal senso interventi inseriti nel Progetto Integrato, che soddisfano le condizioni di ammissibilità generali e speciFiche degli altri due Assi possono ottenere il contributo a valere sulle risorse allocate sugli stessi, a condizione che detti singoli interventi soddisFino i criteri di ammissibilità e le priorità deFinite dalle speciFiche procedure di selezione […].” Jessica nella Regione Liguria 97 Riservato e conBidenziale La lettura in chiave JESSICA della progettazione dei PISU avviata dalla Regione Liguria mette in evidenza alcune criticità 1. 2. Non vi è alcuna esplicita menzione alla necessità di prevedere uno schema di rotatività e remuneratività delle risorse comunitarie impiegate Sembrerebbe addirittura scoraggiata la formulazione di progetti in grado di presentare un qualche grado di remuneratività perché, contrariamente a quanto consentito per l’attivazione di strumenti Binanziari di tipo JESSICA, nel caso di progetti in grado di generare delle entrate è previsto che solo il gap esistente fra ricavi e costo attualizzato possa essere considerato spesa ammissibile 3. Fra i soggetti proponenti sono indicati solo i Comuni e non viene dato spazio alla formulazione di proposte da parte di soggetti terzi (pubblici o privati) 4. Non è prevista peraltro alcuna forma di premialità per i Comuni che intendano formulare un progetto idoneo a rientrare in uno schema JESSICA 5. La tipologia di spese considerate ammissibili e la modalità di coinvolgimento dei Comuni fanno pensare ad una progettualità adeguata nell’ottica delle “sovvenzioni” piuttosto che di un meccanismo di rotatività del tipo JESSICA 6. Gli impegni Binanziari che dovrebbero emergere con questa fase di gara sembrerebbero esaurire completamente la possibilità di azione della Regione in materia urbana: sono attesi 10 progetti per un minimo di Eur 10 mln ciascuno a valere una dotazione complessiva dell’asse urbano (III) di Eur 122 mln La progettualità in termini di PISU attualmente stimolata dalla Regione Liguria non sembrerebbe quindi ottimale nell’ottica di consentire anche una “jessicabilità” delle proposte presentate. A questo processo già avviato è però possibile apportare delle integrazioni, delle modiCiche e delle correzioni in un’ottica JESSICA Revisione delle proposte A seguito della chiusura della fase di presentazione delle proposte progeMuali da parte dei Comuni, la Regione potrebbe individuare le proposte a maggiore potenziale di jessicabilità ed avviare una fase di “riformulazione” dei progec. A dtolo esemplificadvo potrebbero essere individuate delle componend non inserite ancora nel progeMo, ma che potrebbero essere in grado di migliorarne i profili di reddidvità (es: progec limitrofi, funzioni commerciali ecc.). Jessica nella Regione Liguria Premialità per i Comuni Parallelamente alla revisione dei progec dovrebbero essere negoziad con i Comuni dei meccanismi di “premialità” di quesd uldmi che li incendvino al passaggio da una logica di progeMazione “per sovvenzioni” ad una logica “per rimborso” (es: meccanismo di “ritorno” di quota‐ parte del contributo oMenuto per il maggiore importo considerato come spesa ammissibile per i progec generatori di reddito in schema JESSICA rispeMo al sistema tradizionale). 98 AfCiancamento di progetti Attivazione altri Assi Oltre ai progec che emergono in risposta a questo bando la Regione potrebbe individuare, sulla base della sua esperienza, altri progec da considerare rispondend ai criteri di jessicabilità. Potrebbero essere affiancad progec di provenienza pubblica e privata e progec nascend nell’ambito di procedure di pianificazione territoriale già esistend (AdP, PII ecc.). Finanziariamente il sostegno ai PISU non dovrebbe limitarsi alle risorse afferend all’Asse Urbano. Sulla base della leMura del POR sembrerebbe già possibile per la Regione usare anche risorse afferend agli assi I, II e IV per supportare azioni di rigenerazione urbana. Riservato e conBidenziale Oltre al contesto della procedura di selezione dei Piani Integrati già avviata dalla Regione Liguria, si riporta di seguito una breve rassegna dei progetti e delle realtà presenti sul territorio ligure che potrebbero rappresentare lo scenario per progetti integrati per lo sviluppo urbano sostenibile in un’ottica JESSICA. GENOVA La città di Genova dispone di una struttura tecnica di alto proBilo: l’Urban Lab è la struttura tecnica del Comune di Genova che studia la trasformazione urbanistica della città secondo una pianiBicazione interdisciplinare che integra progetti strategici urbani, infrastrutture, porto, valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio storico culturale. Il laboratorio si avvale dell’importante contributo dell’architetto Renzo Piano. I temi sviluppati all’interno del Laboratorio vengono discussi in incontri fra il vertice dell’amministrazione ed architetti di fama internazionale (cosiddetto “tavolo delle idee”). Nel corso dei lavori iniziali sono state impostate le linee di sviluppo sostenibile della città curando in particolare due aspetti strategici: la transizione fra città ed ambiente naturale/agricolo (“linea verde”) ed il rapporto fra città e mare (“linea blu”). Fra le grandi aree di trasformazione oggetto di studi, sono incluse: l’area di Voltri, la Fascia di Prà, l’area di Multedo, il nodo d’interscambio Sestri Ponente‐Calcinara, Erzelli alta ecc (cfr. www.genovaurbanlab.it). In particolare fra le aree di maggiore attenzione il Progetto Erzelli, che interessa l’area di Erzelli alta, è nato nel 2003 con l’obiettivo di promuovere la costituzione di un “Technology Village” che integri parco scientiBico‐tecnologico, campus universitario, parco urbano, strutture residenziali, sportive e servizi. Anche se d’iniziativa privata, tale progetto s’inserisce perfettamente nelle previsioni paesaggistiche ed urbanistiche dell’amministrazione comunale e per favorirne l’attuazione è stato sottoscritto un Accordo di Programma (04/04/2007) che disciplina i rapporti e deBinisce gli obblighi che in merito spettano all’operatore privato, al Comune di Genova, all’Università di Genova ed alla Regione. IMPERIA Risultano in fase avanzata diverse grandi opere pubbliche, fra cui il nuovo Museo Navale, il Palazzetto dello Sport a completamento della cittadella sportiva, il primo lotto del parco urbano con pista ciclabile, i parcheggi di Porto Maurizio e la ristrutturazione del parking automatico di fronte alla stazione di Oneglia. La realizzazione del nuovo porto turistico d’Imperia fa capo ad imprenditori privati. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Comune di Imperia hanno siglato una Convenzione avente ad oggetto un Binanziamento per la redazione del Piano Strategico e del Piano Urbano della Mobilità del Comune di Imperia. Il PUM comprenderà fra gli altri, i progetti preliminari per il riutilizzo di aree di sedime ferroviario in corso di dismissione e per l’immissione nella rete viaria comunale della Statale n°28. Jessica nella Regione Liguria 99 Riservato e conBidenziale SAVONA La pianiBicazione strategica del comune di Savona, partendo dalle esperienze PRUSST “Affaccio urbano‐costiero” ed Urban II “ Savona Plus”, trova un ulteriore momento di deBinizione attraverso il Programma Innovativo in Ambito Urbano – PIAU. Il fulcro di tale programma è il coinvolgimento, tramite un Protocollo d’Intesa, di diversi soggetti pubblici o a controllo pubblico (Comune di Savona, Rete Ferroviaria Italiana SpA, Centostazioni SpA, Patrimonio Immobiliare RFI SpA, Autorità Portuale di Savona, Azienda Consortile dei Trasporti del Savonese) e vari soggetti privati (Edilsa srl, Centri Direzionali srl, ASCOM e Confesercenti). Fra gli obiettivi del PIAU sono in evidenza la realizzazione di un sistema integrato di modalità e servizi di accesso trasportistico, il recupero delle aree dismesse dalle funzioni portuali e dalla ferrovia, la riqualiBicazione del patrimonio edilizio residenziale e commerciale. La provincia di Savona ha predisposto, a partire dal gennaio 2007, un Piano Territoriale di Coordinamento denominato “Città della Bormide”, che coinvolge i territori del savonese e della Val Bormida. Questi territori condividono un percorso comune di sviluppo, con riferimento alle relazioni con il capoluogo ed alla collocazione della Val Bormida nel contesto nazionale ed internazionale, che le conferisce il ruolo di collegamento del capoluogo con la rete trans‐europea dei trasporti. Il progetto, in particolare rideBinisce il sistema locale come zona strategica tra area ligure costiera e territorio padano, proponendo una nuova immagine della Bormide, di qualità e competitività, complementare alla precedente connotazione industriale. Il progetto inoltre tende ad organizzare i centri abitati delle valli in una vera e propria città reticolare. LA SPEZIA La Spezia ha promosso nel 2003 (insieme a Firenze, Pesaro, Torino, Trento, Venezia e Verona) il progetto “Rete delle Città Strategiche – RECS” al quale hanno aderito oltre trenta città. Il Progetto intende attrarre l’attenzione delle istituzioni, nazionali e comunitarie, sul ruolo delle città nei processi d’integrazione europea e di crescita della competitività dei contesti urbani. La visione del Piano Strategico di La Spezia si fonda su quattro grandi obiettivi di lungo periodo: identità, competitività, solidarietà, sostenibilità. Gli assi strategici comprendono, fra gli altri, i seguenti temi: il mare come grande risorsa identitaria, la costruzione di un sistema turistico integrato, la centralità del tema della difesa e delle tecnologie marine, la promozione della varietà e delle sinergie (La Spezia città di mare, di produzione e di servizi). La presenza della Base Militare produttiva della Marina Militare ha catalizzato la formazione di un polo di eccellenza nel settore, con la presenza di aziende di livello internazionale (Finmeccanica, Oto Melara, Fincantieri), di centri di ricerca (ENEA, CNR, NATO), di un polo universitario unico in Italia per l’offerta didattica di alta specializzazione in Ingegneria nautica e Design nautico. Il progetto complessivo di valorizzazione del territorio fa leva sulla grande risorsa rappresentata dal mare, sia per lo sviluppo scientiBico e di trasferimento tecnologico nel settore della difesa, sia per la nautica da diporto, sia per il turismo integrato (Golfo dei Poeti e le Cinque Terre). L’Amministrazione Comunale ha elaborato un’ampia proposta presentata con l’avvio (dicembre 2007) di un tavolo di lavoro fra Ministero della Difesa e Comune. I progetti riguardano: • La riorganizzazione e razionalizzazione dell’Arsenale Militare e della Base navale, con l’obiettivo di rilanciare la Base quale punto di riferimento ad alta tecnologia per tutte le marine del Mediterraneo e, nel contempo, di “smilitarizzare” e liberare ampi spazi a vantaggio di nuove attività e nuove funzioni; • Il rinnovato utilizzo della Caserma Duca degli Abruzzi e del Compenso di Mariperman per ospitare la nuova sede del Polo Universitario Marconi ed incrementare le attività di ricerca e di laboratorio nella direzione “Politecnico delle tecnologie del mare”; • La rifunzionalizzazione degli impianti sportivi e delle strutture sanitarie militari. Jessica nella Regione Liguria 100 Riservato e conBidenziale 1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione a) Contesto territoriale b) Sviluppo urbano integrato nella regione c) La dimensione urbana nel POR 2. Valutazione e diagnosi territoriale a) Presentazione approccio metodologico • Dimensioni patrimonio territoriale – ambiente, capitale Bisico, capitale umano, demograBia b) Applicazione al contesto regionale • Analisi della competitività/sostenibilità di territori urbani oggetto di potenziale intervento POR c) IdentiBicazione delle strategie di investimento per obiettivi di competitività e sostenibilità territoriale 3. Sviluppo strumentazione istituzionale per JESSICA a) Strutture per strumenti di ingegneria Binanziaria b) Sviluppo proposta di base c) Rassegna progetti potenzialmente “Jessicabili” sul territorio regionale 4. Approfondimenti analitici: il polo tecnologico universitario di Genova a) Approfondimenti analitici – valutazioni speciBiche, afBinamenti previsionali e diagnostici per area e fondo pilota b) IdentiBicazione e strutturazione portafoglio progetti Binanziabili JESSICA c) Analisi progetto pilota Binanziabile JESSICA all’interno dell’area pilota 5. Conclusioni e raccomandazioni Jessica nella Regione Liguria 101 Riservato e conBidenziale Come già anticipato in altre parti del documento, tra le possibili proposte di strutturazione di un Fondo di Sviluppo Urbano la Regione Liguria ha espresso il proprio interesse verso un fondo dedicato all’attrazione e ritenzione di capitale umano ad alta produttività nel settore tecnologico concentrato sul territorio genovese. Questo tipo di strategia risulta coerente con gli obiettivi generali di sviluppo del territorio regionale che sono espressi nel Documento Unitario di Programmazione regionale 2007‐2013. Il DUP è un documento di programmazione che garantisce la coerenza ed il collegamento fra il Documento Strategico Regionale, gli speciBici Programmi operativi regionali (POR) attivati per ciascun Fondo comunitario coinvolto ed il Programma relativo all’utilizzo delle risorse del Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS). Inoltre, le strategie espresse nel DUP raccolgono gli Orientamenti Strategici Comunitari ed accolgono gli indirizzi dei Consigli Europei di Lisbona e di Göteborg assicurandone la complementarietà, evidenziandone l’interconnessione e individuando il “contributo” che ogni Programma apporta al perseguimento delle linee strategiche regionali, nel quadro di un disegno politico‐ programmatico unitario ed organico. Inoltre tra l’insieme di aree tematiche e misure di intervento che sono previste nel DUP è possibile “estrapolare” una speciCica linea di azioni che con l’obiettivo di perseguire una strategia di attrazione e sviluppo tecnologico attiva alcune delle dimensioni di capitale che rappresentano la ricchezza del territorio urbano secondo il modello di valutazione del territorio che è stato presentato nel corso di questo studio. Di seguito si presentano le principali aree tematiche ed obiettivi d’intervento previsti dal DUP che possono essere letti in un’ottica di promozione di una strategia di attrazione tecnologica e promozione di capitale umano legato alla ricerca scientiBica. Competitività del sistema tecnologico: ricerca ed innovazione Competitività del sistema ambiente e territorio Competitività del capitale umano • Favorire la nascita di relazioni stabili tra il sistema della ricerca pubblica e privata, l'Università e le imprese • Promuovere partnership internazionali per accrescere il trasferimento nei settori dell'innovazione e trasferimento tecnologico • Implementare lo sviluppo di servizi avanzati per i cittadini e le imprese e favorire l'accesso alle TIC • Potenziare il trasporto collettivo urbano e ferroviario a livello regionale e interregionale • Migliorare la prevenzione dei rischi naturali, attraverso la tutela e salvaguardia del territorio soggetto ad erosione e dissesto idrogeologico • Migliorare l'attrattività e la promozione turistica del patrimonio culturale e naturale • Migliorare la qualità, la vivibilità e la fruizione delle aree urbane, delle periferie e dei quartieri in disagio • Aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili, l'efBicienza energetica degli ediBici e promuovere il risparmio di energia • Migliorare la qualità dell'offerta formativa e la partecipazione, sostenere e promuovere le eccellenze del territorio nella produzione e nella conoscenza • Potenziare il sistema dei servizi per l'impiego, per favorire l'incontro domanda – offerta Jessica nella Regione Liguria 102 Migliorare la capacità di governance • Dotarsi di strumenti di conoscenza e analisi per migliorare la capacità di governo del territorio, anche attraverso la progettazione integrata • Snellire e sempliBicare le procedure, rafforzare la comunicazione ai cittadini e alle imprese per migliorare l'efBicacia dell'azione della pubblica amministrazione Riservato e conBidenziale Oltre a declinare gli obiettivi generali per ciascuna delle quattro macroaree di intervento individuate, all’interno del DUP vengono anche riportate in modo sintetico le tipologie d’investimento realizzabili e le forme di copertura Cinanziaria attivabili in termini di risorse comunitarie. Nell’ambito di questo studio se ne presenta una selezione fatta alla luce della possibilità di costruire una linea d’azione per l’attrazione e ritenzione di capitale umano nel settore tecnologico. In particolare modo si ritiene utile, per le tipologie di interventi presentati, riportare anche le fonti di Cinanziamento in termini di Assi del POR Competitività attivabili (cfr.DUP pgg 4953). Competitività del sistema tecnologico: ricerca ed innovazione Competitività del sistema ambiente e territorio Competitività del capitale umano Migliorare la capacità di governance • Progetti di ricerca industriale, sviluppo pre‐competitivo, innovazione di prodotto e/o di processo • Laboratori, centri di competenza, poli di ricerca, per realizzare progetti congiunti di ricerca industriale tra organismi di ricerca e imprese (con priorita' per le pmi) • Sviluppo nuova imprenditorialità / nuovi business e insediamento imprese • Aiuti alle imprese per innovazione e internazionalizzazione • Potenziamento servizi di trasporto, promozione TPL, con priorità per trasporto sostenibile, con esclusione di acquisto di materiale rotabile • Interventi di rigenerazione urbana in aree urbane caratterizzate da degrado sociale, economico e Bisico • Realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, anche alimentati con biomasse di origine locale • Incentivi alla riduzione dei consumi, all'efBicienza energetica anche negli ediBici pubblici (con esclusione del settore residenziale) • Valorizzazione dei beni ambientali e culturali, anche nel paesaggio rurale e delle strutture di promozione turistica • Realizzazione di sistemi integrati di formazione continua e opportunità formative lungo tutto l'arco della vita • Creazione di Biliere formative di eccellenza regionali • DeBinizione di percorsi formativi di eccellenza collegati ai temi strategici dell’innovazione e del trasferimento tecnologico • Razionalizzazione delle infrastrutture scolastiche dell'offerta formativa • Attuazione, gestione, monitoraggio, valutazione dei Programmi Operativi e del PAR Assi POR: 1.2.21.2.31.13.2 Jessica nella Regione Liguria SINERGIE ed EFFETTO LEVA fra DIVERSE FONTI DI FINANZIAMENTO Come si nota da questo schema non tutti gli interventi sono Binanziabili tramite risorse del POR Competitività ed Occupazione. Viceversa molti Assi POR: 3.12.12.24.1 interventi con una forte componente Bisica potenzialmente in grado di impattare sullo sviluppo urbano sono in grado di attrarre oltre che risorse FESR anche risorse di altri fondi nazionali e comunitari (es. FAS). Questo elemento va tenuto presente nella costruzione delle ipotesi d’attività concrete di un FSU in quanto gli ambiti di un suo intervento possono risultare potenziati dalle sinergie ottenibili con diverse fonti di Binanziamento. Inoltre attività non direttamente Binanziabili dal POR Competitività potrebbero essere svolte con fonti di Binanziamento alternative. 103 Riservato e conBidenziale La Regione Liguria presenta degli elementi di vantaggio competitivo nel settore dell’Alta Tecnologia che facilitano il radicamento di una strategia per l’attrazione e ritenzione di capitale umano nel settore tecnologico: • I dipartimenti tecnici e scientiBici dell’Università di Genova si collocano nelle migliori posizioni nelle graduatorie sulle università italiane. • Laboratori del prestigioso Centro Nazionale di Ricerca (CNR). • Una rete consolidata di società ad alta tecnologia attive nei settori dell’automazione, della robotica, del biomedicale, delle telecomunicazioni e dell’informatica. Dal 2001 oltre 100 aziende di questo tipo operanti a Genova, hanno aderito al distretto dell’Elettronica e delle Tecnologie Avanzate (Dixet) con l’obiettivo di raggruppare una massa critica in grado di produrre innovazione e di fornire strumenti per l’evoluzione. • Ospita la sede dell’Istituto Italiano di Tecnologia recentemente costituito (2004) per promuove lo sviluppo tecnologico e la formazione di competenze tecniche avanzate a supporto dello sviluppo economico. • E’ stato costituito un consorzio fra Università di Genova, Ministero dell’Università e della Ricerca, la Regione Liguria ed altre istituzioni pubbliche e società private per favorire la nascita e lo sviluppo di un distretto sui ”Sistemi Intelligenti Integrati”. • Personale altamente qualiBicato è disponibile nell’area di Genova ad un costo comparativamente più basso rispetto alle aree di ricerca più vicine (l’area milanese e torinese) e nettamente inferiore rispetto ai costi rilevati nel resto dell’Europa. In questo contesto particolarmente virtuoso spicca la posizione di Genova. Di seguito sono riportati due graBici che presentano la situazione in termini di competitività del territorio del Nord‐Ovest dell’Italia, della Liguria e di Genova espressa tramite degli indici sintetici di dotazione di infrastrutture e di servizi sociali, servizi sanitari, per l’istruzione e culturali. Rete stradale 600 InfrastruBure economiche 500 400 Rete ferroviaria 300 200 100 0 Re7 bancarie e servizi vari StruBure e re7 per la telefonia e la telema7ca Jessica nella Regione Liguria Por7 (e bacini di utenza) Aeropor7 (e bacini di utenza) GENOVA Nord‐Ovest InfrastruBure sociali Liguria 104 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 StruBure per l'istruzione Fonte: Istituto Tagliacarne, 2007. Italia =100 StruBure culturali e ricrea7ve 700 StruBure sanitarie Riservato e conBidenziale L’attivazione di un Fondo di Sviluppo Urbano che sia dedicato all’attrazione e ritenzione di capitale umano ad alta produttività nel settore tecnologico nell’area genovese non può prescindere dall’analisi delle opportunità d’investimento che ad oggi sono offerte dallo sviluppo collegato al Progetto “Leonardo” presso la collina di Erzelli. Il progetto è nato sin dal 2003 con la costituzione di Genova High Tech SpA (GHT, società a capitale totalmente privato) per iniziativa di manager d’imprese ad alta tecnologia operanti a Genova con l’obiettivo di promuovere la costituzione di un “Technology Village” denominato “Leonardo”. L’idea di base, piuttosto articolata, prevede la realizzazione di una struttura complessa che sul modello della città tecnologica francese “Sophia Antipolis” presso Nizza integri parco scientiBico tecnologico, campus universitario, parco urbano, ufBici, strutture residenziali, sportive e servizi. Il nuovo Parco ScientiBico sarà realizzato in un’area, la collina di Erzelli, posta tra Sestri e Cornigliano nei pressi di Coronata nella parte occidentale della città di Genova. Attualmente l’area è nota per il forte degrado ambientale conseguente all'utilizzo della vasta spianata pianeggiante sulla sua sommità come deposito a cielo aperto di container vuoti, disponibili per eventuali necessità delle attività portuali. Il progetto ha completato l’iter urbanistico con la Birma, nell’aprile del 2007, dell’Accordo di Programma fra Regione Liguria, Comune, Università di Genova e GHT. Tale Accordo da attuazione alle previsioni del Piano Territoriale di Coordinamento degli Insediamenti Produttivi dell'area Centrale Ligure che destina la spianata di Erzelli alla realizzazione di un parco scientiFico tecnologico, le cui caratteristiche essenziali, sotto il proBilo urbanistico insediativo, devono essere quelle di un parco scientiBico integrato con strutture sportive per il tempo libero e di intrattenimento. La proposta progettuale presentata da Genova High Tech – società promotrice e proprietaria della gran parte della spianata degli Erzelli – prevede che su di una superCicie territoriale di circa 440.000 mq abbiano sede: • la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova, che occuperà circa 85.000 mq (superBicie costruita) e costituirà l’elemento caratterizzante dell’intero progetto, garantendo alle aziende la necessaria ed auspicata cross fertilization tra formazione, ricerca scientiBica, alta tecnologia e sviluppo di nuovi prodotti; • aziende high tech per 200.000 mq di superBicie costruita (si ipotizza l’installazione di circa 150 aziende); • un grande parco urbano di circa 200.000 mq; • 100.000 mq di superLicie costruita destinati a funzioni residenziali; • è prevista la realizzazione di funzioni di servizio, di connettivo urbano, ricreative, per la residenza, per il tempo libero e lo sport. Gli spazi verranno organizzati ed attrezzati per favorire lo sviluppo di ulteriori iniziative culturali, sportive e ricreative che aumenteranno il grado di attrattività dell’area e la sua integrazione col territorio. Jessica nella Regione Liguria 105 Riservato e conBidenziale Potenzialmente la realizzazione del Progetto “Leonardo” sulla collina di Erzelli equivale a dotare la città di Genova di un Parco ScientiCicoTecnologico in grado di competere con i maggiori parchi tecnologici stranieri. Di seguito si evidenzia il posizionamento futuro che assumerebbe il nuovo parco scientiBico con le sue dimensioni (in termini di superBicie territoriale, costruita, numero di aziende attive al suo interno e numero degli impiegati nell’area) rispetto ai maggiori parchi europei. 28% <200 200‐600 22% 5% 55% <15 601‐1000 22% 14% >1000 21% 26% 15‐40 <50 50‐100 41‐80 101‐200 81‐150 18% >150 18% 10% 9% Area totale (ha) Area edificata (ha) Numero aziende 440.000 mq 413.000 mq 150 Jessica nella Regione Liguria 43% 106 >200 <300 10% 300‐800 12% 801‐1500 13% 1501‐3000 >3000 22% Numero impiega7 10.000 – 15.000 Riservato e conBidenziale Fonte: AT Kearney, 2004 52% Il progetto del Parco Leonardo, almeno nelle sue componenti principali, presenta già delle caratteristiche di redditività e sostenibilità economico‐ Binanziaria che hanno permesso di attrarre investitori privati e che consentono la negoziazione di forme di Binanziamento sul mercato dei capitali. Il Fondo di Sviluppo Urbano per l’innovazione tecnologica e l’attrattività dovrà afBiancarsi nelle forme d’investimento nel Parco Leonardo al promotore privato ed ai suoi eventuali Binanziatori. Come già presentato in altre parti del documento, l’ottica d’intervento di un Fondo di Sviluppo Urbano che operi secondo lo schema di attività JESSICA richiede che esso ricerchi opportunità d’investimento che dal punto di vista economico rappresentino dei casi al limite del fallimento del mercato pur avendo un positivo impatto di sviluppo del territorio. In questo senso il FSU dovrà guardare al Progetto Leonardo cercando di isolarne le componenti, che pur presentando un certo grado di remuneratività, risultino più “deboli” dal punto di vista economico e che generalmente rischiano di non essere attuate. In aggiunta dovranno essere valutate le opportunità d’investimento esterne al perimetro degli accordi contrattuali riportati nell’Accordo di Programma dell’aprile 2007 sul Parco Leonardo, ma che sono in grado di impattare positivamente sul territorio. Dall’analisi dei contenuti del Progetto sono state individuate alcune componenti che potrebbero rappresentare le opportunità d’investimento del Fondo di Sviluppo Urbano per l’innovazione tecnologica e l’attrattività: 1. Progetto di valorizzazione ed eventuale dismissione delle sedi attualmente occupate dalla Facoltà d’Ingegneria che 2. Progetto di realizzazione di residenze per studenti ed incubatori per imprese eventualmente associato all’impiego di tecnologie particolarmente avanzate per il risparmio energetico. I contenuti dell’Accordo di Programma sottoscritto dovranno spostarsi presso la nuova sede in costruzione all’interno del Parco Leonardo. Questo progetto si interseca potenzialmente con quello del Parco Leonardo nella misura in cui attraverso la valorizzazione degli immobili attualmente occupati dall’Università sarebbe possibile garantire all’Università il reperimento delle risorse mancanti per l’acquisto della sua nuova sede e la sostenibilità Binanziaria dell’operazione di trasferimento sulla base delle possibilità di apprezzamento dei valori del patrimonio immobiliare. Garantendo il progetto di trasferimento dell’Università si avvia un processo virtuoso di lancio del Parco ScientiBico per la presenza di una funzione ancora in grado di attrarre attori del settore della ricerca scientiBica e dell’innovazione tecnologica. In questo modo inoltre gli effetti dell’operazione avrebbero ricadute su ambiti molto più estesi della città. InBine un progetto coordinato di valorizzazione degli immobili liberati dall’Università avrebbe il positivo effetto di evitare fenomeni di degrado o di speculazione assicurandosi che il processo di riconversione di questo patrimonio e la sua restituzione alla città possa avvenire secondo criteri funzionali per lo sviluppo urbano. prevedono la realizzazione anche di residenze studentesche ed incubatori d’impresa per circa 9.000mq. Ad oggi è possibile solo ipotizzare i contenuti di una tale proposta d’investimento che per il FSU potrebbe comportare l’erogazione di un Binanziamento alla società realizzatrice delle strutture/gestore delle strutture o l’acquisizione di una partecipazione nello strumento che potrebbe sviluppare l’intervento. A titolo esempliBicativo, i ritorni auspicabili per il FSU potrebbero derivare dalla retrocessione di una quota‐parte di risparmio nella bolletta energetica, dall’afBitto di queste strutture o dall’erogazione di servizi a pagamento. 3. Realizzazione di un collegamento di trasporto verticale da e verso la collina di Erzelli. Una volta a regime si stima che un numero consistente di persone fra studenti, ricercatori ed impiegati nelle imprese tecnologiche fruiranno dei servizi del Parco Tecnologico. L’accessibilità verso l’area di questo nuovo numero di utenti dovrà essere garantita. Ad oggi è previsto soprattutto il rafforzamento dei collegamenti viari. Tuttavia, è in corso di esame una proposta per la realizzazione di un collegamento verticale su rotaia. Nella misura in cui sia possibile pensare alla realizzazione di un’opera “calda” il FSU potrebbe investire nella costruzione e gestione di tale sistema di trasporto. Jessica nella Regione Liguria 107 Riservato e conBidenziale Esempi di Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione tecnologica – lo schema generale FP/FSU Per la Competitività e l’attrazione tecnologica di Genova PPP Residenze universitarie ed efficienza energedca Incremento di valore Investi m ento PPP di valorizzazione sedi dell’Università Canoni e quota parte di risparmio energetico Nuova residenza universitaria Incubatori d’impresa PPP trasporto sostenibile Inv. Canoni Sistemi di trasporto da/verso Erzelli a basso impatto ambientale Attuali sedi dell’Università di Genova da valorizzare Jessica nella Regione Liguria 108 Riservato e conBidenziale Le tre principali opportunità d’investimento che sono state segnalate a titolo esempliCicativo come opportunità per il FSU sono coerenti con le tipologie d’investimento a maggiore impatto urbano indicate nel DUP. Competitività del sistema tecnologico: ricerca ed innovazione • Progetti di ricerca industriale, sviluppo pre‐competitivo, innovazione di prodotto e/o di processo • Laboratori, centri di competenza, poli di ricerca, per realizzare progetti congiunti di ricerca industriale tra organismi di ricerca e imprese (con priorita' per le pmi) • Sviluppo nuova Assi POR: 1.1 ob.3 imprenditorialità / nuovi business e insediamento imprese • Aiuti alle imprese per innovazione e internazionalizzazione • Potenziamento servizi di trasporto, promozione TPL, con priorità per trasporto sostenibile, con esclusione di acquisto di materiale rotabile Assi POR: 3.2 ob.3 Competitività del sistema ambiente e territorio • Interventi di rigenerazione urbana in aree urbane caratterizzate da degrado sociale, economico e Bisico • Realizzazione di impianti per la Assi POR: 3.1 produzione di energia da fonti rinnovabili, anche alimentati Assi POR: 2.12.2 con biomasse di origine locale • Incentivi alla riduzione dei consumi, all'efBicienza energetica anche negli ediBici pubblici (con esclusione del settore residenziale) • Valorizzazione dei beni ambientali e culturali, anche nel paesaggio rurale e delle strutture di promozione turistica Assi POR: 4.1 Dalla lettura critica del DUP emergono non solo la coerenza delle iniziative proposte, ma anche alcune indicazioni circa le possibilità di loro Cinanziamento: • diversi Assi del POR Competitività ed Occupazione • inoltre a tali risorse potrebbero aggiungersi anche risorse provenienti da altri fondi comunitari e nazionali. In particolare modo, come si vedrà più in dettaglio nelle pagine seguenti, è già stato previsto e deliberato uno stanziamento di fondi FAS a parziale copertura del fabbisogno Binanziario per l’acquisto della nuova sede da parte dell’Università di Genova • Altre risorse, anche in termini di beni immobili e terreni, potrebbero derivare da sinergie ottenibili con il Piano Unitario di Valorizzazione promosso da Regione Liguria ed Agenzia del Demanio e con il recente Piano Casa promosso con risorse di CDP, statali e delle Fondazioni bancarie • Potenziali investitori privati sia istituzionali che non (es: Fondi Pensione) L’effetto “leva” e gli impatti sul territorio Le possibili sinergie realizzabili avrebbero l’effetto positivo oltre che di aumentare le dimensioni degli investimenti realizzabili grazie ad un “effetto leva”, anche di aumentarne la portata qualitativa garantendone allo stesso tempo una coerenza complessiva. Le tipologie di spese che fanno riferimento a fondi di provenienza diversa rispetto al FESR o che non sono considerate ammissibili dai Regolamenti di utilizzo dei Fondi Strutturali potranno comunque essere effettuate dal FSU. In questo caso occorrerà mantenere una tracciabilità contabile distinta rispetto ai fondi FESR. Jessica nella Regione Liguria 109 Riservato e conBidenziale La proposta di FSU per la competitività e l’attrazione Cinora presentata ha le caratteristiche che lo rendono idoneo ad uno schema di Cinanziamenti JESSICA: …..investe in progetti rispondenti ai criteri di “jessicabilità”… Nel terzo capitolo è stata presentata una griglia di possibili criteri di selezione delle proposte progettuali che possono rientrare nel portafoglio d’investimenti di un Fondo di Sviluppo Urbano. Questa griglia è stata applicata per la valutazione di ciascuno dei tre progetti individuati. …ed inseriti in un Piano Integrato per lo Sviluppo Urbano Sostenibile…. La coerenza complessiva della strategia d’azione presentata con diversi strumenti di programmazione del territorio farebbe pensare che sia possibile considerare come “Piano Integrato per lo Sviluppo Urbano Sostenibile” ai sensi dei Regolamenti europei l’insieme: • degli interventi di cui all’Accordo di Programma del 4 aprile 2007 tra Regione Liguria, Comune di Genova, Università di Genova e GHT e/o • progetti inclusi nel perimetro del parco scientiBico‐tecnologico della collina degli Erzelli e degli • altri interventi localizzati nell’area metropolitana di Genova che, sebbene non rientrino esplicitamente nel perimetro dell’AdP siano da considerarsi necessari per la sua concretizzazione. Jessica nella Regione Liguria 110 Riservato e conBidenziale 1. Il Progetto di valorizzazione ed eventuale dismissione delle sedi attualmente occupate dalla Facoltà d’Ingegneria. La Facoltà d’Ingegneria rappresenta una realtà importante all’interno dell’Università di Genova, da essa infatti, in particolare grazie agli accordi stipulati con imprese private (ad es. quali Rolls Royce, ABB, ERG, FS, Finmeccanica), deriva una percentuale consistente (circa il 40%) delle fonti di ricavo annue per l’università. La qualità dell’insegnamento rappresenta un caso di eccellenza riconosciuto tanto a livello nazionale che internazionale (classiBiche indipendenti quotano la facoltà d’Ingegneria al terzo posto in Italia) in particolare nel settore dell’Ingegneria Navale. Ad oggi risultano iscritti a questa facoltà circa 5.000 studenti di cui circa il 10% di provenienza straniera (Grecia, Cina, Nord Africa e Nord Europa). L’Università si trova oggi in un momento critico per la sua didattica. Le strutture che ospitano laboratori e lezioni non sono più adeguate alle esigenze dell’insegnamento attuale né riusciranno a soddisfare le richieste future. Ad oggi infatti aule e laboratori sono suddivisi su più immobili non progettati per supportare l’attività didattica: villa Cambiaso, villa Bonino e Padiglioni in via Opera Pia nel quartiere residenziale di Albaro (per un totale complessivo di SLU di circa 29.000mq), ma le lezioni si tengono anche nei padiglioni della Fiera e mancano adeguate strutture per svolgere attività di ricerca e test (es. galleria del vento, bacino navale, laboratori di acustica applicata e laboratori in generale). Nei prossimi anni inoltre l’Università punta ad accrescere il numero di studenti a 6.500 attirandoli soprattutto dalle vicine regioni (Piemonte, Emilia, Toscana), ma anche da altri paesi del Mediterraneo. Queste considerazioni si trovano alla base delle decisioni che hanno portato nell’aprile 2007 alla sottoscrizione di un Accordo di Programma fra Regione Liguria, Comune di Genova, Università degli studi e GHT SpA. Tale Accordo prevede la realizzazione di una nuova sede per la Facoltà d’Ingegneria e disciplina la messa a disposizione delle risorse Binanziarie necessarie per la ricollocazione dell’intero polo genovese nel nuovo Polo che verrà realizzato ad Erzelli da GHT. In particolare modo, a fronte di un impegno Binanziario massimo per l’acquisto della nuova sede di Eur 140 mln sono state individuate le seguenti fonti di copertura: Fonte Legge 296/2006 (Binanziaria 2007) Art.1, comma 1333 (a carico MUR)* Risorse Eur mln Tipologia intervento Cinanziata 75 opere di insediamento sede universitaria DL 159/07 convertito in legge 222/07 art.23 (a carico Ministero delle Infrastrutture) 10 opere di insediamento sede universitaria FAS regionale 25 opere di insediamento sede universitaria Proventi provenienti dalla dismissione del patrimonio immobiliare attualm. occupato 30 dall'Univ.** laboratori di ricerca Totale 140 * previsti Eur 5 mln annui per 15 anni, con oneri Binanziari a carico della Regione a partire dal 2008 ** tali risorse devono essere disponibili in anticipazione rispetto all’effettiva trasferibilità degli immobili che potrà avvenire solo successivamente al trasloco dell’Università Jessica nella Regione Liguria 111 Riservato e conBidenziale 1. Il Progetto di valorizzazione ed eventuale dismissione delle sedi attualmente occupate dalla Facoltà d’Ingegneria (segue). Nell’ambito dello stesso Accordo di Programma vengono anche riportate, seppure in modo generico le esigenze dell’Università di Genova in merito alla quantità di superBici da realizzare: • Fino a 90.000 mq di superBicie ediBicabile oltre ai necessari parcheggi di cui circa 81.000 mq per aule, dipartimenti, laboratori e servizi da ediBicare nell’ambito del Sub Settore 1 e circa 9.000 mq per spin‐off e residenze per studenti da realizzarsi nei sub‐settori in cui tali destinazioni sono ammesse dalle norme di attuazione. Ad oggi gli accordi fra l’Università e GHT sono ancora in corso di negoziazione, sembrerebbe comunque che data la disponibilità di risorse dell’Università la progettazione delle strutture universitarie da parte di GHT si stia orientando verso un approccio a più fasi che prevede inizialmente la realizzazione di un complesso di aule e laboratori per la ricerca nel Sub‐Settore 1 dell’intero ambito oggetto dell’ AdP per una superBicie complessiva di 67.000mq. Il progetto, che porta la Birma dell’Arch.Bellini è organizzato in modo tale che in una fase successiva tale struttura possa essere ampliata Bino a completare la superBicie consentita dal punto di vista urbanistico nel primo sub‐settore. Sulla base delle informazioni a disposizione e come peraltro discende dalle previsioni delle Norme di Attuazione non sembrerebbe siano inclusi nel progetto relativo al Sub‐settore 1 (a cui si riferisce anche l’impegno Binanziario massimo di Eur 140 mln) né la realizzazione di spazi per incubatori né spazi per residenze universitarie. Per l’Università è previsto un complesso articolato sui tre principali dipartimenti, con le attività didattiche ed i laboratori dimensionati e distribuiti in modo da creare un complesso integrato e passibile di ulteriori ampliamenti. La localizzazione dei Dipartimenti della Facoltà di Ingegneria sulla Collina degli Erzelli ha un ruolo fondamentale nel Progetto del Parco Tecnologico ScientiBico. In particolare, il complesso dell’Università risulta di facile individuabilità e svolge un ruolo catalizzatore e mediatore con le altre presenze sul sito, anche attraverso l’integrazione con il parco, che si estende per tutta la superBicie del lotto di progetto. Localizzato nella parte Nord‐Ovest del lotto, si propone in una posizione privilegiata dominante il parco, articolata come segue: si distingue una parte bassa organizzata su due livelli che ospiterà le aule, la biblioteca e gli spazi accessori e che costituisce una piastra base sulla quale si ergono tre ediBici di tipologia “a stecca”, sede dei dipartimenti di Ingegneria Industriale, di Ingegneria informatica e di Ingegneria Civile e Ambientale. La piastra aule avrà invece una superBicie totale di 12.000 mq. All’estremità Nord a loro volta saranno insediati i laboratori a servizio dei dipartimenti (si prevede di realizzare circa 64 laboratori), che occupano una superBicie di circa 16.000 mq. Sulla testa Sud, con affaccio diretto sul parco, gli ufBici della Presidenza godono di una posizione privilegiata e, insieme a biblioteca e aula magna, dispongono di accesso indipendente direttamente dalla piazza antistante. Sul lato Ovest del lotto, invece, spicca l’ediBicio dell’Aula Magna, che sarà particolarmente visibile dall’Autostrada A10 e dal vicino quartiere residenziale di Sestri Ponente. Inoltre, prospiciente sulla loggia‐podio e adiacente alla biblioteca, è stato localizzato uno spazio per esposizioni legate all’attività di formazione. Per quanto riguarda la dotazione di parcheggi, è stato possibile disporre di due livelli seminterrati sottostanti la piastra delle aule riservati a docenti, personale e studenti dell’Università, con accessi sui lati est ed ovest dell’ediBicio. Il progetto si connota inoltre per il basso impatto ambientale dei materiali impiegati per la costruzione e per l’applicazione di tecnologie di costruzione che ridurranno il fabbisogno energetico degli ediBici oltre alle obbligazioni di legge. Poiché gli accordi fra GHT e Università non sono ancora stati formalizzati non è possibile indicare con sicurezza le tempistiche di realizzazione di tale struttura né le modalità di versamento del prezzo a GHT. Da alcune prime indicazioni sembrerebbe che l’inizio dei lavori nel sub‐settore 1 sia previsto per il secondo semestre 2009 e il termine per Bine 2014. Jessica nella Regione Liguria 112 Riservato e conBidenziale 1. Il Progetto di valorizzazione ed eventuale dismissione delle sedi attualmente occupate dalla Facoltà d’Ingegneria (segue). L’elemento critico necessario a garantire l’avvio dell’operazione di costruzione della nuova sede universitaria riguarda il reperimento, in forma anticipata, di Eur 30 Mln legati alla valorizzazione degli immobili esistenti che sulla base degli accordi sottoscritti con l’AdP la Regione Liguria deve garantire all’Università. Gli immobili attualmente occupati da quest’ultima sono posizionati in una delle zone residenziali più prestigiose di Genova e la loro valutazione è del tutto preliminare rispetto alle effettive possibilità di una loro valorizzazione. Un progetto “jessicabile” potrebbe essere strutturato attorno alla valorizzazione di tale patrimonio ed alla realizzazione di residenze per studenti ed incubatori d’impresa. A titolo esempliBicativo tale ambito d’attività potrebbe essere quello di un Fondo Immobiliare ad apporto. Sede Futura Lo sviluppo di Erzelli Sede Attuale Fonte: elaborazione da Google Map Jessica nella Regione Liguria 113 Riservato e conBidenziale 2. Progetto di realizzazione di residenze per studenti ed incubatori per imprese associato all’impiego di tecnologie per il risparmio energetico. A fronte dei programmi di crescita dell’Università si renderà necessaria la realizzazione di strutture destinate ad accogliere e favorire l’avvio di un’attività d’impresa collegata alla ricerca scientiBica (incubatori d’impresa) e di supporto per offrire ospitalità a studenti, ricercatori e scienziati provenienti da fuori sede. Nell’ambito dell’Accordo di Programma cui si è fatto riferimento nelle pagine precedenti l’esigenza dell’Università in questo senso viene quantiBicata in circa 9.000 mq. Il progetto ad oggi in corso di negoziazione fra l’Università e GHT relativamente al Sub‐settore 1 non include queste due tipologie di strutture, per le quali pertanto potrebbero essere aperte ulteriori negoziazioni con il promotore per riuscire a localizzarle negli altri sub‐settori previsti nell’ambito della collina di Erzelli. Opportunità alternative di realizzazione di questo tipo di strutture e di possibile investimento da parte del FSU potrebbero reperirsi in altre parti della città che potrebbero svilupparsi funzionalmente al Polo ScientiBico‐Tecnologico di Erzelli (ad es. nell’ambito di Sestri sottostante alla collina di Erzelli nella parte occidentale della città). Tali strutture sono peraltro molto importanti per il funzionamento del Parco ScientiBico Tecnologico ed è possibile ipotizzare dei meccanismi di ritorno economico derivanti dalla gestione delle strutture/afBitto di spazi ecc. che potenzialmente siano in grado di qualiBicarli come interventi “jessicabili”. Di seguito si riportano alcune esperienze in tema di residenze per studenti che possono offrire alcuni utili spunti d’ispirazione. In particolare il modello di gestione di tali strutture assomiglia a quello di una struttura alberghiera, aspetto che peraltro contribuisce a differenziarle da un intervento residenziale (si ricorda che la realizzazione di edilizia residenziale non è considerata una spesa ammissibile ai Bini dell’utilizzo dei Fondi strutturali). • www.nidostudentliving.com ‐ Una società londinese ha sviluppato un modello di ospitalità di “alta gamma” per studenti. Le strutture offrono stanze di diverse metrature in afBitto sia per periodi prolungati che per periodi brevi di poche settimane, tanto a studenti e ricercatori quanto a turisti (nel periodo estivo in cui sono sospese le attività d’insegnamento). Le strutture sono realizzate secondo i più moderni parametri di confort ed offrono servizi di connettività internet, centro di assistenza medica, centro Bitness ecc. • www.esterni.org ‐ Esterni è un’organizzazione milanese che si occupa dello sviluppo di progetti culturali in molti ambiti. Nel corso dell’annuale settimana del Design che si svolge a Milano allestisce delle strutture di accoglienza temporanea per giovani designer. Sta collaborando anche alla progettazione di strutture di co‐housing. Attenzione: gli interventi di costruzione di edilizia residenziale ad oggi non sono considerati come spesa ammissibile all’utilizzo di Fondi Strutturali. Ciò nonostante potrebbe essere veriCicato con la Commissione Europea in che misura e con che caratteristiche la costruzione e la gestione di strutture dedicate ad accogliere studenti e ricercatori potrebbe presentare un proCilo di ammissibilità. Qualora non dovesse comunque essere considerato ammissibile, l’investimento da parte del FSU in iniziative di questo tipo dovrebbe essere Cinanziato con risorse non afferenti ai Fondi Strutturali. Il FSU potrebbe fare questo tipo di investimenti direttamente solo in una fase successiva utilizzando risorse dei Fondi Strutturali che abbiano già fatto un “primo giro di rimborso”. Jessica nella Regione Liguria 114 Riservato e conBidenziale 3. Realizzazione di un collegamento verticale da e verso la collina di Erzelli. Una volta a regime si stima che un numero consistente di persone fra studenti, ricercatori ed impiegati nelle imprese tecnologiche fruiranno dei servizi del Parco Tecnologico. Per fare fronte alla nuova domanda di mobilità ad oggi il progetto deBinito nell’ambito dell’Accordo di Programma sottoscritto prevede il rafforzamento dei collegamenti viari verso la collina e la realizzazione di una nuova strada di collegamento (via dell’Acciaio). Nell’AdP è previsto inoltre l’obbligo per il promotore privato GHT di svolgere uno “studio di fattibilità” su di un possibile collegamento a basso impatto ambientale (funicolare o altro impianto a sede Bissa) tra la collina di Erzelli, la nuova stazione ferroviaria di Cornigliano con un’attestazione in prossimità dell’aeroporto di Genova o in corrispondenza del centro abitato di Sestri. Il progetto di un collegamento diretto fra l’area dell’aeroporto, la rete ferroviaria metropolitana e la collina di Erzelli già da tempo è oggetto di studi delle autorità locali. In particolare se le possibilità operative convergono verso l’utilizzo dei sistemi meccanizzati in sede Bissa che potranno garantire un’efBicienza di servizio ed una mobilità svincolata dalla sede viaria, operando su tracciati autonomi, è ancora oggetto di discussione il possibile tracciato di questa struttura. La prima ipotesi oggetto di studio prevede un collegamento diretto con la città a partire dal Terminal passeggeri aeroportuale che permetta velocemente ai suoi utenti di raggiungere il nodo di interscambio intermodale intermedio che si aggancia alla linea ferroviaria ed alla viabilità principale, sulla quale sono operative le linee del trasporto su gomma e nel contempo permette di proseguire il percorso su di un impianto meccanizzato che risale il versante sud della collina degli Erzelli e raccorda quindi la nuova ediBicazione con la rete dei collegamenti pubblici. Questa prima proposta prevederebbe un eventuale attestamento della fermata nella zona meridionale della spianata di Erzelli ed un suo eventuale prosieguo verso la porzione più arretrata dell’ambito oggetto di intervento ed in cui sarà ospitata la nuova sede dell’Università. La proposta preliminare su cui sono state articolate le prime analisi si compone di due distinti impianti, sia per tipologia che per portata. Il collegamento con l’aeroporto prevede un sistema di trasporto tipo “people mover” costituito da una navetta con una portata di circa 30/40 persone, che scorre su una via di corsa aerea, trainato da un sistema di funi con cabine ad aggancio automatico. L’impianto di accesso agli Erzelli, con partenza dalla stazione d’interscambio, collegherà con un sistema di ascensori inclinati o una funicolare il nuovo insediamento collinare. Ad oggi esiste solo una stima preliminare del costo di questa infrastruttura che è stato elaborato tenendo conto del costo di un’analoga infrastruttura di trasporto realizzata a Perugia. Tale costo è così stimato in circa Eur 20 mln. Il Comune di Genova sta valutando la fattibilità di una seconda ipotesi di realizzazione di questa infrastruttura. La struttura dovrebbe raggiungere la collina di Erzelli direttamente dal lato dell’Università e la stazione di attestazione dovrebbe essere realizzata nell’ambito dell’area di Sestri (mantenendo comunque la stazione già esistente di Sestri) in prossimità dei Magazzini Riva e di qui connettersi con il sistema di ferrovia metropolitana. La realizzazione di questa struttura dovrebbe innestare e facilitare un processo di rigenerazione dell’intero quartiere ai piedi della collina di Erzelli ed in particolare della zona gravitante su via Sant’Elia che presenta numerose aree dismesse. Potrebbe svilupparsi un polo di servizi (ufBici, spazi commerciali) a servizio del Polo Tecnologico (oltre che del quartiere stesso) ed attivarsi un progetto di riqualiBicazione del polo scolastico che ospita diversi istituti tecnici. Il Comune sta valutando la fattibilità ed i costi di quest’opera nell’ambito di un più ampio studio sul suo territorio focalizzato sui “nodi urbani” dal punto di vista trasportistico che sta conducendo con l’Università Bocconi e la società di consulenza Systematica. Ad oggi non esistono stime preliminari sul costo di tale struttura. Jessica nella Regione Liguria 115 Riservato e conBidenziale 3. Realizzazione di un collegamento verticale da e verso la collina di Erzelli (segue) Uno studio più approfondito, che dovrà essere effettuato a cura di GHT, potrà essere commissionato ed efBicacemente portato a termine solo nel momento in cui le autorità competenti (Comune di Genova e FS) dovessero raggiungere un accordo circa il posizionamento della stazione intermedia di questa infrastruttura. Sicuramente l’avvio del progetto di sviluppo sulla collina degli Erzelli potrà accelerare questo processo e contribuire alla concretizzazione di un’ipotesi speciBica. Nella misura in cui sia possibile pensare alla realizzazione di un’opera “calda” il FSU potrebbe investire nella costruzione/gestione di tale sistema di trasporto. La nuova sede dell’Università e il sistema di collegamento dell’area dell’ AdP Erzelli (le due possibili ipotesi di realizzazione) Centro città Jessica nella Regione Liguria 116 Riservato e conBidenziale Verso la strutturazione di uno strumento d’ingegneria Cinanziaria nell’ambito dell’iniziativa JESSICA per la Regione Liguria – valutazioni da parte delle strutture regionali Sono emersi alcuni elementi che ad oggi riBlettono le disponibilità economiche e di pianiBicazione della Regione a valere sul programma POR Competitività e che inevitabilmente impattano concretamente sulle possibilità di strutturazione di uno schema JESSICA nella Regione Liguria. Sono individuabili le seguenti dotazioni dello strumento d’ingegneria Binanziaria attivabili da parte degli enti locali liguri: • Allo stato attuale della programmazione ed attuazione del POR 2007‐2013 non è prevista l’attuazione di risorse a valere sull’Asse III “RiqualiCicazione urbana”. Questo in quanto la completa disponibilità di tale Asse è stata allocata all’attuazione dei programmi PISU che emergeranno dalla procedura competitiva avviata ed a cui si è fatto riferimento nel terzo capitolo. • Tuttavia è da rilevare che le operazioni di riqualiBicazione urbana previste nell’area di Erzelli rappresentano un progetto integrato di scala ed importanza territoriale per l’intera area genovese. Infatti a titolo esempliBicativo l’ambito adiacente di Cornigliano è stato oggetto di uno studio di fattibilità per la riconversione delle aree dismesse dalle lavorazioni siderurgiche dell’ILVA Binanziato con risorse FAS. Sulla base di tale studio è stato attivato e Binanziato attraverso un Accordo di Programma l’intervento complessivo di boniBica, infrastrutturazione e riconversione delle stesse aree per un valore complessivo di circa Eur 216 Mln. • Potrebbero essere dedicate allo sviluppo di uno schema JESSICA risorse provenienti dall’Asse I “Innovazione e competitività”. Date le caratteristiche di tale Asse le spese che quindi possono risultare ammissibili rispetto all’allocazione dei Fondi Strutturali e compatibili rispetto alla natura degli interventi in esame si riferiscono alla realizzazione di spazi e strutture per incubatori d’imprese/spinoff dalla ricerca. • Da tale Asse I potrebbero essere allocati circa Eur 5/10 mln • Eur 2 Mln di risorse FAS sul fondo mobilità sostenibile ed Eur 10 mln circa di risorse ex comma 53 art.145 della L388/2000 per l’infrastruttura di collegamento fra la stazione ferroviaria ed Erzelli, Eur 5 Mln di risorse regionali FAS per la riqualiBicazione urbana • Eur 30 Mln (stimati) come conferimenti/messa a disposizione degli immobili ad oggi utilizzati dalla Facoltà d’Ingegneria L’ipotesi di strutturazione di uno schema JESSICA per la Regione Liguria che sarà presentata nelle pagine successive tiene conto sia delle disponibilità economiche e di pianiBicazione della Regione qui presentate che delle caratteristiche degli elementi d’investimento ad oggi identiBicati per il FSU. Un’eventuale successiva redistribuzione di risorse POR attivabili o l’identiBicazione di ulteriori possibilità d’investimento potrebbero modiBicare lo schema di attivazione di JESSICA in Liguria. In ogni caso la proposta qui presentata si deve intendere come preliminare e la sua attuazione dovrà essere subordinata ad approfondimenti di natura tecnica e legale. Jessica nella Regione Liguria 117 Riservato e conBidenziale È importante dotare il Fondo di Sviluppo Urbano delle conoscenze e delle competenze necessarie per il suo corretto funzionamento: non è necessario che venga creata ex‐novo una struttura dotata di tutte le competenze, ma potrebbe essere strutturato un sistema di accordi ed alleanze con realtà già presenti sul territorio Le attività svolte dal FSU Le competenze richieste Gli attori presenti sul territorio • in coordinamento con la Regione deBinisce i criteri per la scelta delle opportunità d’investimento delle dotazioni provenienti dai Fondi Strutturali • identiBicazione del mercato “target” di progetti di sviluppo urbano in cui investire • predisposizione di un Piano di Attività • valutazione continua del contesto territoriale e della competitività • analisi tecnico‐Binanziaria di possibili opportunità d’investimento e predisposizione della documentazione da sottoporre alle decisioni del Comitato d’investimento • monitoraggio degli investimenti e revisione della strategia • Finanziarie • analisi progetti urbani • gestione/rendicontazione relativa all’utilizzo dei fondi strutturali • Aiuti di Stato • gestione di portafogli d’investimento • analisi del territorio • analisi e strutturazione legale • FILSE (Finanziaria Regionale) • Istituti Binanziari locali (es: CARIGE) • Istituti Binanziari centrali specializzati nella realizzazione di progetti di Binanza pubblica (es: CDP) • URBANLAB ed UfBici tecnici comunali • servizio legale interno alla Regione La Banca Europea degli Investimenti potrebbe afBiancare la Regione Liguria* nelle fasi iniziali di lancio dell’attuazione del programma JESSICA sulla base di un programma di Assistenza Tecnica. I contenuti di tale programma di assistenza potrebbero, a titolo esempliBicativo, prevedere: • assistenza alla Regione Liguria, o a struttura da essa indicata, nella strutturazione del Fondo di Sviluppo Urbano (es: deBinizione della strategia d’investimento, identiBicazione dello schema organizzativo e di governance, eventuale deBinizione dei Terms of Reference sulla base del quale identiBicare competenze necessarie per il fondo, identiBicazione delle problematiche e delle possibili modalità di loro gestione) • assistenza alla Regione Liguria nella predisposizione della struttura contrattuale e legale necessaria per la costituzione di un FSU • assistenza alla Regione Liguria ed al Fondo di Sviluppo Urbano nella strutturazione del sistema di reporting e monitoraggio * Secondo la recente proposta di revisione dei Regolamenti Comunitari, l’incarico di Assistenza Tecnica potrebbe essere afBidato alla Banca Europea degli Investimenti da parte delle Autorità di Gestione direttamente senza l’espletamento di una procedura di gara. Riservato e conBidenziale Jessica nella Regione Liguria 118 Una proposta di Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione tecnologica in Regione Liguria – le considerazioni alla base della proposta La proposta di strutturazione del meccanismo JESSICA nella Regione Liguria, rispetto alla strumentazione istituzionale illustrata nel terzo capitolo tiene conto di alcune considerazioni che si riferiscono alle caratteristiche dei progetti che sono stati individuati come potenziali forme d’investimento del FSU ed all’ammontare delle risorse di provenienza dai Fondi Strutturali disponibili per la Regione. Di seguito sono presentate sinteticamente tali considerazioni. Non sembrerebbe opportuno attivare una struttura di Fondo di Partecipazione: • • • l’importo limitato delle risorse provenienti dai Fondi Strutturali (Eur 10 mln) che sarebbero allocabili al programma JESSICA e l’identiBicazione già in fase avanzata delle opportunità d’investimento sembrerebbero minimizzare i vantaggi legati all’attivazione di un FP; oltre al FSU “Competitività ed Attrazione Tecnologica” gli importi attivati a valere sul POR non sembrerebbero includere la possibilità di avviare ulteriori FSU e quindi non sembrerebbe necessario il ruolo di coordinamento complessivo che potrebbe svolgere il Fondo di Partecipazione; il vantaggio dell’anticipazione temporale delle risorse comunitarie sarebbe ridotto se il FSU potesse essere costituito all’interno della Binanziaria regionale con afBidamento diretto. Fra le forme giuridiche che potrebbe assumere il FSU, nel caso concreto sembrerebbe preferibile strutturarlo come “patrimonio separato” all’interno della Finanziaria Regionale, FILSE (posseduta al 100% dalla Regione Liguria), la quale sarebbe chiamata a svolgere anche il ruolo di gestore di tale patrimonio. Questa ipotesi presenta i seguenti vantaggi: • facilità di attivazione di un FSU nel caso si utilizzi una struttura in ‐ house della Regione Liguria (non sembrerebbe necessaria una gara per la selezione del FSU e del suo gestore); • utilizzo di una struttura interna alla Regione già dotata di competenze Binanziarie e di esperienza nella gestione di Fondi Strutturali utili per svolgere il ruolo di FSU; • le competenze di natura urbanistica e di analisi di progetti urbani, che sono complementari a quelle già in possesso di FILSE per svolgere il ruolo di FSU potrebbero essere validamente acquisite tramite una rete di alleanze con attori già presenti sul territorio (es: URBANLAB). Ciò avrebbe peraltro l’effetto di valorizzare le risorse già presenti sul territorio e di migliorare la concertazione fra attori a diverso livello di governo del territorio; • eventualmente, la BEI potrebbe supportare la Regione Liguria/FILSE nelle fasi di strutturazione e lancio del FSU; • si supera la difBicoltà di attivare un gestore di mercato per il FSU dati gli importi limitati di Fondi Strutturali che dovrebbero essere utilizzati per JESSICA che, assieme ad altre risorse, non raggiungono una massa critica considerata sufBiciente. Diversamente, tale attività potrebbe rientrare nei compiti istituzionali di FILSE; • il mantenimento del controllo a livello della stessa istituzione regionale dell’intero processo di strutturazione del FSU e di realizzazione dei progetti di valorizzazione ed ampliamento dell’Università potrebbe contribuire ad accrescere la coerenza del disegno complessivo dell’operazione per il territorio; • facilità di prevedere una strategia d’uscita dall’investimento come richiesto dai regolamenti comunitari pur mantenendo la possibilità di strutturare il FSU diversamente, attraverso successive operazioni di “spinoff”. Jessica nella Regione Liguria 119 Riservato e conBidenziale Una proposta di Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione tecnologica in Regione Liguria – le considerazioni alla base della proposta (segue) La dotazione “patrimoniale” del FSU è arricchita, oltre che dalle risorse provenienti dal POR (Eur 10 Mln, Asse I), da risorse pubbliche disponibili per la Regione e provenienti dal FAS e da Cinanziamenti della Legge 388/2000: • • • • nella fase avanza di attuazione del POR è già stata completamente allocata la disponibilità relativa all’asse urbano (III) che sarebbe per vocazione quello più adeguato ad alimentare uno schema JESSICA; la disponibilità presente sull’asse “Innovazione e Competitività” sembra comunque coerente con la tipologia d’investimenti previsti per il fondo tematico proposto per Genova; in questo modo viene attivato un positivo effetto di “pooling” di risorse di provenienza diversa, ma accomunate dalle possibili sinergie d’azione sul territorio; ad oggi non è ipotizzato l’ingresso di investitori terzi istituzionali (ad esempio Fondi Pensione) che comunque è possibile. La coerenza complessiva della strategia d’azione presentata con diversi strumenti di programmazione del territorio farebbe pensare che sia possibile considerare come “Piano Integrato per lo Sviluppo Urbano Sostenibile” ai sensi dei Regolamenti europei l’insieme: • degli interventi di cui all’Accordo di Programma del 4 aprile 2007 tra Regione Liguria, Comune di Genova, Università di Genova e GHT e/o • progetti inclusi nel perimetro del parco scientiBico‐tecnologico della collina degli Erzelli e degli • altri interventi localizzati nell’area metropolitana di Genova che, sebbene non rientrino esplicitamente nel perimetro dell’AdP siano da considerarsi necessari per la sua concretizzazione. Le tre tipologie di progetti in cui il FSU potrebbe investire, presentano ancora dei gradi di Clessibilità relativamente alla loro strutturazione tali da poterli conCigurare come progetti “jessicabili”: • • • • • presentano caratteristiche di rimborsabilità e di redditività minima degli investimenti; sono coerenti con la griglia di valutazione di “jessicabilità” dei progetti presentata; non sembrerebbe possibile invece ri comprendere in questa deBinizione i progetti associati alla procedura competitiva dei PISU in corso; la forma del Fondo Immobiliare per la valorizzazione degli immobili attualmente utilizzati dall’Università e per la realizzazione di strutture come incubatori d’impresa e residenze per studenti può risultare compatibile con la deBinizione di “progetti” e di “Partenariato” prevista nei regolamenti europei. Stessa considerazione vale per la società che risultasse titolari della concessione per la costruzione e gestione dell’infrastruttura di trasporto; potrebbe essere conforme alla deBinizione di “progetto” anche l’eventuale società per la realizzazione di residenze ed incubatori d’impresa (alternativa o complementare all’azione eventuale di un Fondo Immobiliare). Date le tipologie di progetti identiCicati il FSU per Genova potrebbe investire nei progetti sia attraverso Equity che nella forma di erogazione di prestiti: • • le proposte d’investimento individuate sono ancora in corso di formulazione ed in questa fase non sarebbe opportuno restringere le modalità d’investimento da parte del FSU; l’utilizzo, come FSU, della Binanziaria regionale consente di mantenere una certa Blessibilità nelle forme d’investimento possibili che comprendono l’acquisto di partecipazioni societarie e l’erogazione di Binanziamento in base alle esigenze dei singoli progetti. Jessica nella Regione Liguria 120 Riservato e conBidenziale Una proposta di Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione tecnologica in Liguria UE – Commissione Europea Autorità di Gestione FAS Eur 10 M L.388/2000 Eur 7 M Eur 10 M FILSE FSU per la Competitività e l’attrazione tecnologica di Genova Eur 10M UE Investitori terzi (eventuali) Regione/ Università Banche Eur 30 M immobili Eur Eur 5M Rimborso presdto Eur 10 M L.388/2000 FAS ed interessi/ Eur 2M FAS Dividendi PPP – Fondo Immobiliare per la riqualificazione delle aree dismesse e nuova costr. Investim. PPP – Società trasporto sostenibile Canoni Inv. Canoni Residenza Sistemi di trasporto da/verso universitaria ed Erzelli a basso impatto incubatori d’impresa ambientale PPP Residenze universitarie ed efficienza energedca Inv. Canoni e quotaparte di risparmio energetico Nuova residenza universitaria ed incubatori ad Erzelli Immobili attualmente occupati dall’Università Jessica nella Regione Liguria 121 Riservato e conBidenziale Una proposta di Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione tecnologica in Liguria IdentiCicazione del Fondo di Sviluppo Urbano L’FSU viene istituito come patrimonio separato nell’ambito della Binanziaria regionale FILSE posseduta al 100% dalla Regione Liguria (previa conferma legale della possibilità di afBidamento diretto di tale ruolo). La dotazione di patrimonio proveniente da risorse del POR‐Competitività deve essere oggetto di una contabilità separata rispetto al resto del patrimonio di FILSE. La dotazione Cinanziaria del Fondo di Sviluppo Urbano La dotazione del FSU è inizialmente alimentata da: • conferimenti della Regione Liguria a valere sulle risorse comunitarie Asse I del POR 2007‐2013 per EUR 10 mln (vincolati all’utilizzo per incubatori d’imprese/spin‐off); • risorse del Fondo Aree Sottoutilizzate di complessivi Eur 7 mln di cui 5 vincolati per investimenti di riqualiBicazione urbana e 2 vincolati al fondo per la mobilità sostenibile per l’infrastruttura di collegamento stazione ferroviaria‐Erzelli; • Eur 10 mln di risorse ex art 145 della L.388/2000 per l’infrastruttura di collegamento stazione ferroviaria‐Erzelli. Tale dotazione è modiBicata da: • Rientri delle rate di ammortamento e degli interessi sui Binanziamenti concessi • Interessi maturati sulle giacenze di tesoreria • Flussi economici provenienti dall’investimento/disinvestimento in quote societarie • Flussi prodotti dalla gestione della liquidità • Eventuali ulteriori conferimenti di terzi, investitori istituzionali e non (es: Fondi Pensione, società assicurative, operatori privati) e da istituti Binanziari La dotazione iniziale potrà essere erogata anche in diverse tranche successive sulla base delle esigenze d’investimento evidenziate dal Business Plan che dovrà essere prodotto. Dovrà essere prevista la separazione contabile delle risorse del FSU afferenti ai Fondi Strutturali. Scopo del Fondo di Sviluppo Urbano Il FSU è destinato a supportare la realizzazione di progetti strategici aventi come obiettivo lo sviluppo dell’area metropolitana di Genova come polo di attrazione per attività scientiBiche e tecnologiche e di attrazione/ritenzione nel medio‐lungo periodo d’investimenti tecnologici, operatori specializzati e risorse umane ad alta capacità di generazione di valore aggiunto in un’ottica di trasformazione urbana sostenibile. Ai sensi dell’art.44 del Regolamento 1083/2006 i Progetti ammissibili al sostegno degli strumenti d’ingegneria Binanziaria per lo sviluppo urbano comprendono partenariati pubblico‐privati e progetti urbani compresi in Piani Integrati per lo Sviluppo Urbano (PISU). Tra i Progetti che possono beneBiciare degli interventi del FSU sono da includere: 1. Gli interventi di cui all’Accordo di Programma del 4 aprile 2007 tra Regione Liguria, Comune di Genova, Università di Genova e Genova High Tech e/o progetti inclusi nel perimetro dell’AdP Erzelli quali: • Infrastrutture pubbliche di base, parchi e spazi collettivi, • Sistemi di trasporto e per la mobilità sostenibile • Immobili per uso ufBici e spazi commerciali • Immobili per attività universitaria e ricerca scientiBica • Attrezzature ed installazioni per il tempo libero • Interventi di difesa del suolo e di prevenzione dei rischi naturali Jessica nella Regione Liguria 122 Riservato e conBidenziale Una proposta di Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione tecnologica in Liguria Scopo del Fondo di Sviluppo Urbano 2. Altri interventi localizzati nell’area metropolitana di Genova che, sebbene non siano esplicitamente inclusi nel perimetro dell’Accordo di Programma e/o nel perimetro del Parco ScientiBico e Tecnologico di Erzelli, siano da ritenersi necessari per la realizzazione degli obiettivi generali del FSU, quali: • Ristrutturazione, riconversione e valorizzazione/gestione d’immobili liberati da imprese, attività scientiBiche, ricerca e sviluppo, alta formazione ecc. che si rilocalizzano nel Parco ScientiBico di Erzelli, volte a facilitare il trasferimento e/ o assicurarne l’impatto sostenibile per l’area metropolitana • Interventi mirati per il miglioramento dell’accessibilità al sito Erzelli, incluso potenziamento del trasporto pubblico • Interventi tesi a favorire l’installazione di imprese tecnologiche presso Erzelli • Interventi volti a riqualiBicare luoghi di lavoro resi disponibili dalle imprese trasferitesi ad Erzelli per garantirneuna migliore compatibilità ed efBicienza energetica ed ambientale • Interventi a sostegno dell’avvio dell’attività d’incubatore d’imprese tecnologiche • Interventi volti ad incrementare l’offerta di residenze temporanee per studenti e ricercatori Il precedente elenco è da intendersi come illustrativo e non esaustivo. Eventuali altri interventi che siano importanti per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo e rafforzamento del polo scientiBico‐tecnologico di Genova, ma non ammissibili al Binanziamento comunitario, potranno entrare comunque negli obiettivi del FSU e dovranno essere supportati con risorse pubbliche o private di diversa provenienza non confondibili con la dotazione afferente ai Fondi Strutturali. Il Gestore del FSU Con afBidamento diretto a FILSE è afBidato l’incarico di svolgere il ruolo di gestore del FSU (da confermare la conformità rispetto ai regolamenti europei). Tra le attività svolte dal Gestore del FSU, che agisce come rappresentante del FSU: • elabora una proposta tecnica relativa alle tipologie d’investimenti che entreranno a fare parte del portafoglio del FSU (business plan). Il mix di impieghi è deciso in funzione della strategia di investimento comunicata dal Comitato Strategico. Secondo i Regolamenti comunitari, il business plan deve indicare fra le altre: I progetti urbani ed i criteri e le condizioni per Binanziarli Lo statuto del FSU La giustiBicazione e l’utilizzo previsto del contributo dei Fondi strutturali La politica del FSU relativa all’uscita dagli investimenti per progetti urbani Le disposizioni di liquidazione del FSU, incluso il reimpiego delle risorse attribuibili alla dotazione del Programma Operativo restituite allo strumento di ingegneria Binanziaria a partire da investimenti o ancora disponibili dopo che tutte le garanzie sono state soddisfatte • Individua le opportunità di investimento, conduce l’istruttoria tecnica, predispone la proposta di investimento da sottoporre all’autorizzazione del Comitato Strategico • Monitora l’andamento degli investimenti del FSU • Predispone la rendicontazione richiesta per dare evidenza delle modalità di impiego delle risorse di provenienza comunitaria Jessica nella Regione Liguria 123 Riservato e conBidenziale Una proposta di Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione tecnologica in Liguria Il Comitato Strategico del FSU Potrebbe essere istituito un Comitato Strategico a cui potrebbero partecipare la Regione Liguria, il Comune di Genova ed il gestore del FSU. Tra le attività svolte dal Comitato: • Elaborazione, in accordo con la Regione Liguria delle linee guida della strategia d’investimento generale del FSU • IdentiBicazione dei criteri di scelta degli investimenti del FSU • Revisione periodica della Strategia di Investimento generale del FSU per assicurarne la coerenza rispetto agli obiettivi di sostenibilità economico‐Binanziaria e di supporto a dinamiche virtuose d’integrazione urbana • Analisi ed approvazione della proposta di Piano di Attività elaborata dal Gestore del FSU Oggetto dell’attività del FSU Il FSU “Innovazione e Competitività per Genova” impiega la sua dotazione in: Erogazione di Linanziamenti Acquisizione di partecipazioni Acquisizione di partecipazioni/Erogazione di Linanziamenti a fondi immobiliari Rilascio di garanzie Il mix di impieghi è deciso in funzione dell’esigenza di assicurare la sostenibilità Binanziaria complessiva di lungo periodo del Fondo, livelli di remunerazione adeguata per il FSU ed il rispetto dei criteri di priorità speciBicati nell’Accordo di Finanziamento con l’Autorità di Gestione. Caratteristiche degli investimenti in Linanziamenti La dotazione del FSU può essere impiegata nella concessione di prestiti ad operatori pubblici e privati che operano su iniziative rientranti negli obiettivi del FSU. Il FSU potrebbe concedere, anche in combinazione fra di loro, tipologie di Binanziamento a tasso agevolato e variabile in funzione del grado di coerenza e delle caratteristiche dei progetti rispetto ai criteri di scelta degli investimenti deBiniti dal Comitato Strategico. Esempio di tipologia di investimento Cinanziabile: Realizzazione funicolare per il trasporto di persone, Realizzazione ed allestimento locali per incubatore di impresa, Finanziamento a Fondo Immobiliare per valorizzazione aree dismesse università e realizzazione di residenze studentesche ed incubatori d’impresa. A titolo indicativo, i contratti di Binanziamento sottoscritti con i beneBiciari Binali dovranno prevedere un loro impegno esplicito ad utilizzare il Binanziamento esclusivamente a copertura delle Spese Ammissibili per quanto attiene all’utilizzo di risorse provenienti dai Fondi Strutturali e per il Binanziamento delle tipologie di spese considerate ammissibili dagli altri investitori del FSU. Caratteristiche degli investimenti in partecipazioni La dotazione del FSU può essere impiegata nell’acquisizione di partecipazioni in società a capitale pubblico, misto o privato che operano su iniziative rientranti negli obiettivi d’investimento del Fondo. A titolo esempliBicativo il FSU potrebbe acquisire partecipazioni in utilities a capitale misto che realizzeranno impianti per la produzione di energia per gli spazi di lavoro e ricerca localizzati ad Erzelli secondo le più moderne tecnologie ambientalmente sostenibili. Caratteristiche degli investimenti in fondi immobiliari Il Fondo può acquisire partecipazioni/concedere Binanziamenti a fondi immobiliari, ad esempio fondi immobiliari ad apporto costituiti per supportare Progetti Integrati di Sviluppo Urbano. Jessica nella Regione Liguria 124 Riservato e conBidenziale Una proposta di Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione tecnologica in Liguria Oggetto dell’attività del FSU A titolo esempliBicativo, il FSU potrebbe Binanziare in modo agevolato un Fondo Immobiliare in cui siano state conferite le attuali sedi della Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Genova. Il Fondo Immobiliare, inizialmente detenuto solo dalla Regione Liguria, potrebbe operare in una prima fase per la valorizzazione di questi asset, attraverso la loro riconversione urbanistica e la successiva messa a reddito/vendita (eventualmente prevedendo il coinvolgimento di un partner Binanziario). Il Fondo Immobiliare stesso potrebbe occuparsi, eventualmente con il coinvolgimento di un partner operativo, della costruzione e gestione delle residenze universitarie e degli incubatori d’impresa. L’FSU potrebbe anche acquisire quote di un Fondo Immobiliare incrementandone la possibilità di leva ed accettando un ruolo di “investitore paziente”. Rilascio garanzie Il Fondo può rilasciare garanzie a favore di soggetti pubblici e privati ed in particolare promotori di Progetti Integrati di Sviluppo Urbano e PPP ammissibili al Binanziamento da parte di strumenti di ingegneria Binanziaria per lo sviluppo urbano sostenibile ai sensi dell’art. 43 del Regolamento 1828/2006. Redditività e rotazione degli investimenti del FSU Scopo del FSU è di sostenere processi virtuosi di attrazione di attività scientiBiche e tecnologiche nell’area di Genova investendo e gestendo professionalmente le risorse della sua dotazione iniziale. Tale gestione dovrebbe mirare a garantire il mantenimento del valore monetario nel tempo di questa dotazione ed a consentire, nell’arco temporale di durata del FSU, una sufBiciente rotazione dei fondi in termini di rientro/rimborso degli investimenti e del loro reimpiego. In quest’ottica il rendimento minimo atteso del FSU dovrà prevenire la perdita di valore della dotazione iniziale rispetto all’andamento dell’indice dei prezzi al consumo piuttosto che riBlettere il costo ponderato delle risorse utilizzate per alimentare il FSU stesso. BeneCiciari Cinali Soggetti pubblici e privati ed in particolare, per la quota proveniente da risorse del Programma Operativo, promotori di Progetti e PPP ammissibili al Binanziamento da parte di strumenti di ingegneria Binanziaria per lo sviluppo urbano sostenibile ai sensi dell’art. 43 del Regolamento 1828/2006 della Commissione Europea. Jessica nella Regione Liguria 125 Riservato e conBidenziale “Spunti di riClessione” per tipologie di progetti oggetto d’investimento del Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione tecnologica per Genova. Come si è visto nelle pagine precedenti le tre tipologie di progetti su cui potrebbe investire questo FSU sono ad oggi in una fase iniziale di deBinizione ed in ogni caso dovranno essere espressi in accordo con gli attori presenti sul territorio. Di seguito si propongono alcuni spunti di riBlessione sulla loro possibile strutturazione in un’ottica di “jessicabilità”. Valorizzazione degli immobili universitari, realizzazione incubatori d’impresa e residenze per studenti Trasporto Verticale Residenze per studenti (alternativa) Jessica nella Regione Liguria • La società progetto è identiBicata come un Fondo Immobiliare a cui sono stati apportati gli immobili attualmente occupati dall’Università per un valore ad oggi stimato di Eur 30 mln; • Le quote ottenute in concambio potrebbero essere usate come garanzia a fronte dell’accensione di un prestito che consenta all’Università di fare fronte agli impegni Binanziari di pagamento della nuova sede; • Il Fondo Immobiliare ha come obiettivo la valorizzazione degli immobili dell’Università, la realizzazione di residenze studentesche ed incubatori d’impresa; • Potrebbero essere previste diverse classi di quote del Fondo Immobiliare a cui associare diversi diritti in merito alla partecipazione agli utili del Fondo e di veto sull’attività d’investimento se considerata non rispondente a criteri di tutela dell’interesse pubblico; • La Sgr del Fondo, scelta sulla base di una procedura concorsuale, gestisce il progetto di “valorizzzazione”, avvalendosi di tecnici e professionisti selezionati sul mercato; • La Sgr è dotata di un proprio patrimonio separato rispetto a quello del Fondo Immobiliare ed è soggetta a vigilanza; • Il patrimonio del Fondo Immobiliare è soggetto a valutazioni periodiche; • Un partner Binanziario potrebbe essere selezionato per partecipare al patrimonio del Fondo (es: Fondo Pensione, Assicurazioni ecc.) • I beni valorizzati e realizzati possono essere ceduti/messi a reddito; • Conclusa la fase di valorizzazione degli immobili universitari la Regione Liguria potrebbe cedere le proprie quote, rimborsando il prestito acceso per l’anticipo dei fabbisogni dell’Università; • Il sistema di classi diverse di quote potrebbe consentire alla RL di mantenere quote con il solo diritto di inibire attività d’investimento non coerenti con il perseguimento dell’interesse pubblico; • Il plusvalore della cessione per la RL e potrebbe essere re‐investito nel Fondo Immobiliare; • Conclusa la fase della valorizzazione urbanistica, un partner operativo (es: gestore di strutture ricettive, società costruttrice ecc.) potrebbe essere selezionato per partecipare al patrimonio del Fondo. • A conclusione delle analisi di fattibilità sulla struttura di collegamento verticale verso la collina di Erzelli, le autorità competenti indicono una gara per la sua realizzazione e gestione; • Il soggetto titolare della concessione realizza l’intervento con capitale privato o parzialmente pubblico • In alternativa, o anche in associazione all’intervento del Fondo Immobiliare, una società a capitale privato o misto potrebbe realizzare la costruzione e gestione delle strutture ricettive nell’area di Erzelli o in area diversa ad essa collegata. 126 Riservato e conBidenziale 1. Strategia di sviluppo urbano sostenibile della Regione a) Contesto territoriale b) Sviluppo urbano integrato nella regione c) La dimensione urbana nel POR 2. Valutazione e diagnosi territoriale a) Presentazione approccio metodologico • Dimensioni patrimonio territoriale – ambiente, capitale Bisico, capitale umano, demograBia b) Applicazione al contesto regionale • Analisi della competitività/sostenibilità di territori urbani oggetto di potenziale intervento POR c) IdentiBicazione delle strategie di investimento per obiettivi di competitività e sostenibilità territoriale 3. Sviluppo strumentazione istituzionale per JESSICA a) Strutture per strumenti di ingegneria Binanziaria b) Sviluppo proposta di base c) Rassegna progetti potenzialmente “Jessicabili” sul territorio regionale 4. Approfondimenti analitici: il polo tecnologico universitario di Genova a) Approfondimenti analitici – valutazioni speciBiche, afBinamenti previsionali e diagnostici per area e fondo pilota b) IdentiBicazione e strutturazione portafoglio progetti Binanziabili JESSICA c) Analisi progetto pilota Binanziabile JESSICA all’interno dell’area pilota 5. Conclusioni e raccomandazioni Jessica nella Regione Liguria 127 Riservato e conBidenziale L’analisi svolta per la Regione Liguria ha messo in luce la possibilità di attivare una proposta di Fondo di Sviluppo Urbano concentrato sullo sviluppo della Competitività e dell’Attratività del territorio genovese verso il settore dell’Alta Tecnologia. + L’esistenza di un unico soggetto, il Fondo di Sviluppo Urbano, come entità a garanzia della coerenza complessiva, tematica ed economica, di interventi diversi fra di loro incoraggia il pooling di risorse ed aumenta l’efBicacia d’azione sul territorio; + Grazie a tale effetto di pooling, il FSU potrebbe attivare con una dotazione iniziale di circa Eur 27 mln investimenti sul territorio coerenti con una visione strategica per Genova e la regione Liguria di oltre Eur 240 mln *; + Nell’ipotesi di strutturazione presentata, l’attivazione dei Fondi Strutturali secondo un meccanismo JESSICA consente di anticipare una disponibilità Binanziaria altrimenti difBicilmente reperibile ed è in grado di alimentare un meccanismo virtuoso d’investimenti per la realizzazione di un progetto integrato di sviluppo urbano che non sarebbe realizzato autonomamente né dal settore pubblico né da quello privato; + E` possibile attivare anticipatamente Eur 10 mln d’investimento con un effetto molto ridotto sul bilancio della Regione (in questo caso, facendo riferimento all’ASSE I del POR, circa EUR 118.000 sull’intero periodo di programmazione); + Il ruolo del FSU assomiglia a quello di un “intermediario Binanziario”. Si differenzia da una Bigura tradizionale per il fatto che le modalità del suo funzionamento richiedono il supporto di competenze in materia di pianiBicazione territoriale e sviluppo urbano. Nel ruolo di intermediario Binanziario la comune regia di investimenti in progetti diversi garantisce il governo complessivo dei Blussi economici e Binanziari e contribuisce ad una loro gestione ottimale anche nella scelta della modalità d’investimento (equity, prestiti o garanzie). D’altro canto le competenze in materia di sviluppo urbano e l’identiBicazione a monte di chiari criteri d’investimento garantiscono la coerenza tematica di progetti spesso puntuali, dispersi sul territorio e fra diverse competenze e contribuisce ad un’azione più efBicace di trasformazione sul territorio garantendo anche il rispetto di aspetti legati all’ambiente ed allo sviluppo sociale; + L’obbligazione di “rimborsare” gli investimenti al FSU aumenta la pressione per la loro attuazione; + L’effetto “leva” in termini di attivazione di risorse aggiuntive rispetto ai Fondi Strutturali è reso possibile sia a livello di Fondo di Sviluppo Urbano che dei singoli progetti in cui esso va ad investire; + Con la partecipazione del settore pubblico alla riduzione dei rischi dei progetti e riducendo il costo dell’indebitamento o prevedendo una forma d’investimento di capitale “paziente” è possibile attrarre ulteriori risorse pubbliche e private verso gli investimenti; + A livello dei singoli progetti è comunque lasciata al territorio ampia Blessibilità nell’esprimere forme d’investimento e modelli economici più adeguati (es. Fondo immobiliare, società ecc.); + Rispetto alle modalità classiche di utilizzo dei Fondi Strutturali le risorse attivate rimangono nella disponibilità di spesa della Regione anche oltre il periodo di programmazione 2013; + Le risorse provenienti dai Fondi Strutturali possono essere reinvestite in fasi successive di rimborso con criteri che sempre meno risentono dei vincoli d’utilizzo dei Fondi Strutturali; + Rispetto alle modalità classiche di utilizzo dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea verso progetti generatori di reddito, gli strumenti di Binanziamento JESSICA consentono una maggiore leva Binanziaria sui singoli progetti; * Importo stimato considerando gli importi preliminari stimati per la valorizzazione degli immobili universitari di circa Eur 60 mln, la realizzazione di residenze studentesche per Eur 18 mln, l’imvestimento relativo alla nuova sede per Eur 140 mln ed il costo dell’infrastruttura di trasporto di Eur 20 mln; Jessica nella Regione Liguria 128 Riservato e conBidenziale L’attuazione di questo schema non è priva però di alcune aree di criticità che dovranno essere affrontate in fase attuativa. − Il processo di effettivo utilizzo delle risorse provenienti dai Fondi Strutturali è già piuttosto avanzato nella Regione Liguria, questo elemento, di per se positivo, pone dei limiti circa le proposte d’attivazione di un programma JESSICA. Non sono molti infatti gli Assi del POR che ancora presentano margini di disponibilità da potere allocare verso un FSU e l’ipotesi di strutturazione presentata risente delle caratteristiche qualitative delle spese che vengono considerate ammissibili; − Sono da veriBicare, dal punto di vista giuridico, le ricadute dell’attività del FSU (di derivazione pubblica) rispetto alle materie relative agli Aiuti di Stato, all’ Appalto per l’acquisto di beni e servizi ed alla scelta di investitori terzi. Potenzialmente infatti da questi ambiti potrebbero derivare procedure molto lunghe in grado di appesantire l’attività del Fondo e di limitarne l’evoluzione futura; − Per riuscire a cogliere le opportunità offerte in termini di governo del territorio da parte dei FSU è critica la strutturazione di un appropriato modello di governance in grado in particolare di prevedere una eventuale (anche futura) equilibrata ripartizione di ruoli, diritti e doveri fra attore pubblico e privato, di identiBicare i criteri per la selezione delle opportunità d’investimento e di prevedere la partecipazione di attori già presenti sul territorio; − Dato il campo d’azione previsto per il Fondo di Sviluppo Urbano per la competitività e l’attrazione nel settore dell’Alta Tecnologia di Genova è auspicabile organizzare in forma opportuna il coinvolgimento nel suo modello di gestione delle strutture del Comune di Genova (es: URBANLAB); − Le dimensioni ridotte ad oggi stimabili per il FSU di Genova non consentono veramente di realizzare un auspicabile effetto di diversiBicazione del rischio e di gestione del portafoglio; − DifBicoltà nel reperimento e nell’espressione da parte del territorio di proposte progettuali che ad oggi siano conformi alle caratteristiche richieste per la loro “jessicabilità”. Tale difBicoltà può in parte riferirsi all’assenza di un mercato di operatori con un proBilo intermedio fra mercato ed operatore pubblico; − Nel caso in esame il FSU viene strutturato come un patrimonio separato all’interno della Finanziaria regionale. Vanno approfondite in questo caso le modalità di attivazione di ulteriori risorse a livello di investimento a titolo di equity e di debito nello strumento. Jessica nella Regione Liguria 129 Riservato e conBidenziale Si presentano di seguito una serie di raccomandazioni in vista di un’eventuale attuazione di uno schema JESSICA in Regione Liguria. • In fase di revisione del processo di attribuzione di risorse fra i diversi Assi del Programma Operativo Regionale “Competitività ed Occupazione” 2007‐2013 sarebbe auspicabile reperire maggiori disponibilità per l’iniziativa JESSICA anche su altri assi rispetto allAsse I. In particolare modo la tipologia di investimenti che l’FSU per lo sviluppo tecnologico potrebbe fare su Genova sono molto coerenti con le azioni previste per l’attuazione degli assi III (Sviluppo Urbano), II (Energia) e IV (Valorizzazione patrimonio culturale e naturale); • Per quanto oggi non sia possibile prevedere l’innesto dell’attività del FSU sulla procedura di selezione dei PISU, si auspica che in una fase successiva si possa attivare un processo di revisione/integrazione/modiBica delle proposte selezionate che dovessero risultare compatibili con oggetto d’investimento del FSU; • Data l’esiguità attuale delle risorse POR attivabili per il FSU rispetto alla dotazione che sarebbe richiesta per il suo obiettivo sarebbe auspicabile riuscire a “fare leva” su risorse provenienti da altre fonti (es: FAS). In questo modo sarebbe possibile incrementare gli effetti di leva Binanziaria, la portata economica dell’azione del Fondo e di conseguenza, in un’ottica di diversiBicazione del portafoglio d’investimenti e di rischi, la gamma di progetti sostenibili. Inoltre in questo modo si potrebbe attivare un meccanismo virtuoso di concertazione e di sinergia fra strumenti di Binanziamento diverso, spesso dispersi in rivoli progettuali, ma che potrebbero avere un’azione complementare. Tale complementarietà potrebbe essere legata tanto alle diverse attese di proBili di rischio/rendimento di investitori diversi, quanto alla tipologia di investimenti ammissibili; • Per incrementare la portata dello strumento Binanziario JESSICA verso un singolo progetto è auspicabile valutarne l’utilizzo in associazione con strumenti quali le sovvenzioni da parte degli enti pubblici e forme di investimento di operatori di mercato; • Una variabile critica di successo per l’attuazione di JESSICA è legata all’opportuno disegno di un meccanismo di governance del FSU che possa basarsi su attori e competenze già presenti sul territorio; • La Regione Liguria potrebbe avvalersi delle competenze della Banca Europea degli Investimenti nella fase di strutturazione del FSU (ad esempio nella deBinizione della governance del fondo, strategia d’investimento, criteri per la selezione degli investimenti ecc.); • Nella fase di lancio del FSU dovrebbe essere avviata un’intensa campagna di marketing del nuovo strumento presso intermediari Binanziari, istituti di credito, operatori immobiliari, enti pubblici liguri per riuscire ad attivare l’interesse alla formulazione di proposte d’investimento per il FSU. Questa attività è inoltre necessaria per la diffusione di una cultura progettuale ispirata ai principi della sostenibilità economica, ma anche ambientale e sociale. Jessica nella Regione Liguria 130 Riservato e conBidenziale Piano d’azione preliminare per l’avvio dello strumento. Il piano d’azione proposto si riferisce all’attuazione della proposta di strutturazione presentata che prevede un unico Fondo di Sviluppo Urbano realizzato come struttura interna alla Regione, senza Fondo di Partecipazione. In questa proposta il ruolo eventuale svolto dalla BEI potrebbe essere relativo al supporto alla Regione Liguria ed al FSU nella fase di strutturazione iniziale e di lancio dell’attività. Il piano d’azione presentato dovrà essere modiBicato nel caso la Regione Liguria opti per la realizzazione di una diversa struttura (es: attivazione di Fondo di Partecipazione, ampliamento della disponibilità di risorse POR, ruolo della BEI come FP ecc.). Jessica nella Regione Liguria 131 Riservato e conBidenziale