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Sound and Music - Novità discografiche GENNAIO 2011
Hindemith
Power
Il grande violista inglese da alle stampe
il terzo ed ultimo capitolo della musica
di Hindemith dedicata alla viola.
Un’opera fondamenteale per conoscere
un repertorio tanto bello quanto sconosciuto
CDA67774
Columns - GENNAIO 2011
In questo numero…
Hyperion
CPO
Chandos
LSO
Audite
Testament
Wigmore Hall Live
Supraphon
Linn Records
Tactus
Audio Fidelity
Audio Wave
JVC XRCD
OMR
Pure Pleasure
Premium
Stockfisch
Speakers Corner
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Presto in arrivo
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Più premiati
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Prima scelta
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AA.VV.
INTERMEZZI DA OPERTE
BBC Philharmonic Orchestra
Giannandrea Noseda
JACOBUS CLEMENS NON PAPA
REQUIEM E MOTTETTI PENITENZIALI
The Brabant Ensemble, Stephen Rice
CDA67848 (CD alto prezzo)
J. Clemens non Papa:
Requiem; Tristitia et anxietas; Vae tibi Babylon
et Syria; Erravi sicut
ovis; De profundis; Vox
in Rama; Peccantem me
quotidie; Heu mihi, Domine
Considerato tra i massimi specialisti della polifonia sacra del XVI secolo, il Brabant Ensemble diretto da Stephen Rice dedica
questo nuovo disco alle celebrazioni più commoventi della
liturgia cattolica, con la Missa pro defunctis e una suggestiva serie di mottetti di carattere penitenziale di Jacobus
Clemens Non Papa, un compositore che, a dispetto del suo
grandissimo talento, non gode ancora della considerazione
che meriterebbe tra il pubblico moderno. Accanto a una
solennità composta e ieratica, in queste opere è possibile
ravvisare un’espressione commossa e un’emotività molto
spontanea.
Nonostante la grande popolarità goduta dall’autore presso
i suoi contemporanei, la maggior parte di queste opere non
è mai stata registrata in precedenza e viene presentata in
questo disco in prima mondiale. Nonostante questo disinteresse, ascoltando le opere di Clemens Non Papa non si
può evitare di rimanere conquistati dalla loro bellezza e
dalla loro opulenza armonica, che si distacca nettamente
dalle stucchevoli costruzioni armoniche scritte da molti
autori contemporanei ben più famosi. Con le sue interpretazioni fresche e spontanee, il Brabant Ensemble si propone di riportare questa splendida musica al pubblico più
vasto possibile.
Il Brabant Ensemble su HYPERION:
PIERRE MOULU
MISSA ALMA REDEMPTORIS MATER.
MISSUS EST GABRIEL
CHAN10634
CDA67761 (CD alto prezzo)
GRAMOPHONE EDITOR’S CHOICE
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Columns - GENNAIO 2011
PAUL HINDEMITH
FLOR PEETERS
INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA
– VOLUME 3
Lawrence Power, viola
BBC Scottish Symphony Orchestra, David Atherton
CDA67774 (CD alto prezzo)
Già disponibili:
INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA – VOLUME 1
Lawrence Power, viola
Simon Crawford-Phillips, pianoforte
CDA67721 (CD alto prezzo)
INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLA
D’Arcy Trinkwon, organo Marcussen
della Tonbridge School Chapel
CDA67825 (CD alto prezzo)
P. Hindemith: Konzertmusik op. 48; Der Schwanendreher; Trauermusik; Kammermusik n. 5
op. 36 n. 4
La strepitosa integrale della produzione per
viola di Paul Hindemith
raggiunge questo mese
il terzo e ultimo volume,
con un disco interamente dedicato alle opere per viola e orchestra. Nei primi due
volumi le interpretazioni brillanti ed eloquenti di Power
hanno tolto ogni possibile dubbio sull’assoluta infondatezza della fama di “compositore ostico” di cui gode ancora
oggi Hindemith, mettendone in luce l’eccezionale ricchezza
melodica, l’intenso lirismo e la profonda drammaticità. Il
programma di questo disco comprende l’unico concerto per
viola e orchestra a cui il compositore austriaco diede nome,
“Der Schwabnendreher”, basato su antichi canti popolari tedeschi. Hindemith spiegò che scrivendo quest’opera aveva
immaginato il solista come un violinista girovago, che si
unisce al pranzo di un gruppo di amici eseguendo per loro le
musiche che aveva imparato nel corso dei suoi interminabili
viaggi, aggiungendo una serie di abbellimenti improvvisati.
Il programma di questo disco comprende anche una delle
opere più famose di Hindemith, la Trauermusik, scritta per
una trasmissione radiofonica della BBC andata in onda il
giorno dopo la morte di re Giorgio V. Si tratta di un fulgido
esempio di “opera di circostanza”, la cui sincera ispirazione
trascende di molto l’occasione per cui venne scritta e la inserisce di fatto nel grande repertorio del Novecento storico.
Molto vicina sotto il profilo emozionale a quest’opera è la
parte più riflessiva dell’opera Mathis der Maler, un lamento
eloquente e dall’incedere solenne, pervaso da un intimismo
di grande suggestione.
Lawrence Power, viola
CDA67769 (CD alto prezzo)
OPERE PER ORGANO
– VOLUME 2
F. Peeters: Concert Piece op. 52a; Aria op. 51;
Suite modale op. 43; Variationen und Finale
über ein altflämisches
Lied op. 20; Nun sei willkommen, Jesus, lieber
Herr op. 39 n. 3; Maria
sollte nach Bethlehem
gehn op. 39 n. 5; Élégie
op. 38; Toccata, fugue et
hymne sur Ave maris stella op. 28; Lied to the Flowers op.
66 n. 3; Lied to the Sun op. 66 n. 5
Educato secondo i principi che venivano impartiti nelle
chiese cattoliche, Peeters rimase legato per tutta la sua vita
al canto gregoriano e alle modalità medievali, un fatto che
appare evidente in tutte le sue opere. Alcuni musicologi
hanno descritto i lavori della sua ultima fase creativa con
il termine “neoclassico”, per via della loro scrittura essenzialmente polifonica, che pone grande enfasi sulla semplicità, sulla trasparenza e su strutture lineari, espressive e
dalle sfumature quanto mai incisive. Peeters fu un contemporaneo quasi esatto di Maurice Duruflé, che condivise la
sua grande passione per il canto gregoriano e la scrittura
modale. Tuttavia, se Duruflé tratteggiò con lo stile modale
suggestivi paesaggi impressionistici, Peeters inserì spesso
nelle sue opere contorni più accentuati e colori più accesi, proponendosi come una sorta di Van Gogh rispetto al
Monet di Duruflé. Questo disco propone una vasta silloge
delle opere per organo di Peeters, spaziando dalle opere
di ampio respiro che eseguiva nel corso dei suoi concerti
ad alcuni dei suoi innumerevoli preludi corali. L’ampia e
raffinata produzione di Peeters è caratterizzata da un grado di contrasti e di fantasia che non teme rivali. «D’Arcy
Trinkwon è un maestro del fraseggio e la sensibilità che
sfoggia in tutte le sue interpretazioni gli ha consentito di
dare nuova vita alle grandi opere romantiche per organo»
(Münchener Merkur, Monaco di Baviera, Germania).
AA.VV.
SALVE REGINA, CANTATE E MOTTETTI
James Bowman, controtenore; Deborah York, soprano;
Crispian Steele-Perkins, tromba naturale
The King’s Consort, Robert King
CDH55354 (CD medio prezzo)
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Columns - GENNAIO 2011
D. Scarlatti: Salve Regina in la maggiore A.
Scarlatti: Su le sponde
del Tebro; Infirmata vulnerata; O di Betlemme
altera J.A. Hasse: Salve
Regina
Nel corso del XVIII secolo la cantata per voce
e basso continuo o strumento obbligato era considerato il genere più impegnativo a cui potesse dedicarsi
un compositore. Il programma di questo disco comprende
tre pagine scelte dalle oltre 800 cantate scritte da Alessandro
Scarlatti, due con accompagnamento del basso continuo e
una con una parte per tromba naturale, che viene eseguita da
un Crispian Steele-Perkins in grandissimo spolvero. Oltre a
queste tre opere il King’s Consort esegue il Salve Regina di
Domenico Scarlatti – sesto figlio di Alessandro – e di Johann
Adolf Hasse, allievo del grande maestro palermitano. L’opera di Hasse presenta uno stile inconfondibilmente operistico,
che appare evidente soprattutto nella scrittura fiorita delle
parti vocali e strumentali, un fatto che spinse anche Domenico Scarlatti ad accantonare lo stile austero del padre in favore di toni più estroversi. «Dobbiamo fare alla Hyperion le
più sincere congratulazioni per il fantasioso programma di
questo disco, che tra le altre cose comprende anche diverse
opere in prima registrazione mondiale. Un disco davvero
consigliabile sotto tutti i punti di vista […] che vi garantirà anche dopo parecchio tempo un ascolto piacevolissimo»
(BBC Music Magazine).
AUGUST KLUGHARDT
OPERE ORCHESTRALI
Mirjam Tschopp, violino
Anhaltische Philharmonie Dessau, Golo Berg
CPO777465 (CD alto prezzo)
A. Klughardt: Concerto
per violino e orchestra
op. 68; Sinfonia n. 3 op.
37
August Klughardt si colloca a pieno diritto nella
schiera dei Draeseke,
degli
Herzogenberg,
dei Raff e dei Reinecke,
compositori che seppero
creare uno stile persona4
le che non si limitava a imitare pedestremente le correnti
artistiche più in voga dell’epoca. Come sanno i numerosi
appassionati che conoscono il catalogo CPO, sono proprio
queste le caratteristiche che piacciono di più a Burkhard
Schmilgun, direttore artistico dell’etichetta tedesca, che
nel corso degli ultimi anni ci ha permesso di scoprire un’infinità di splendide opere di autori ingiustamente dimenticati. Ma ora veniamo al protagonista di questo splendido
disco: nato a Dessau nel 1847, Klughardt trascorse gran
parte della sua carriera come direttore dell’orchestra di corte della sua città natale, dove nel 1893 diresse tutto l’Anello
del Nibelungo di Richard Wagner, compositore per il quale
provava un’ammirazione sconfinata. Nonostante questo,
la sua produzione risente dell’influenza wagneriana assai
meno di quanto sarebbe lecito aspettarsi. In particolare,
la sua Terza Sinfonia si colloca nel solco della tradizione di Schubert e del Classicismo viennese ed è pervasa da
un’incontenibile vitalità. Il Concerto per violino e orchestra rappresenta una scoperta di grande importanza e viene eseguito con slancio appassionato da Mirjam Tschopp,
accompagnata da una eccellente Anhaltische Philharmonie
Dessau diretta con polso e molto buon gusto da un ispirato
Golo Berg.
GEORG PHILIPP TELEMANN
15:11
Solisti, R. Kantorei, Das K. Konzert, Hermann Max
KAPITÄNSMUSIK TVWV
CPO777386 (2 CD alto prezzo)
Nel corso del XVII secolo Amburgo fu una città
tranquilla e relativamente
sicura. Dopo l’attacco
delle truppe danesi del
1666 nessuno osò più
mettere a rischio la prosperità di quella che era
diventata la città anseatica più ricca della Germania. Questo fatto consentì alle autorità cittadine di non
avere eccessive preoccupazioni circa la difesa della città,
pur mantenendo una guardia civica nella quale tutti gli abitanti di Amburgo dovevano prestare servizio per qualche
tempo. Gli ufficiali di questa milizia avevano il grado di
capitani e – quando la città non era impegnata in azioni
militari – ogni anno veniva organizzato in loro onore un
sontuoso banchetto conosciuto con il nome di convivium.
Questo evento prevedeva anche un intrattenimento musicale, diviso in un oratorio sacro e in una cantata profana.
Queste opere celebrative erano conosciute con il nome di
Kapitänsmusiken e Georg Philipp Telemann ne compose
ben 36. Purtroppo, di questa vasta produzione ci sono pervenuti solo nove lavori, tuttavia anche un rapido ascolto
Columns - GENNAIO 2011
consente di eliminare da queste opere l’etichetta di “lavori
celebrativi” che gli era stata conferita con troppa superficialità. Per Telemann le Kapitänsmusiken costituirono infatti un utilissimo ambito di sperimentazione e gli offrirono
la possibilità di sfoggiare la straordinaria ecletticità del suo
stile compositivo. Come sempre, Hermann Max si dimostra un interprete raffinato e molto attento alla prassi
d’epoca e uno dei più grandi paladini di Telemann.
CARL STAMITZ
SINFONIE
L’arte del mondo, Werner Ehrhardt
CPO777526 (CD alto prezzo)
C. Stamitz: Sinfonia op.
15 n. 3; Sinfonia Kai 38;
Sinfonia op. 15 n. 2; Sinfonia Kai 34 La chasse
Nato a Mannheim nel
1745, Carl Stamitz fu il
primogenito di Johann
Stamitz, compositore di
origine boema passato
alla storia per aver fondato la celebre Scuola di
Mannheim. Carl iniziò a studiare musica con suo padre in
tenerissima età, al punto che nel 1761 era già entrato a far
parte dell’orchestra di corte di Mannheim, che all’epoca era
ritenuta la formazione orchestrali migliore d’Europa. Nove
anni più tardi, il venticinquenne Carl abbandonò l’orchestra
per cercare fortuna come concertista e si esibì con grande
successo in tutte le principali capitali europee. Questi convulsi anni di viaggio terminarono alla fine del XVIII secolo,
quando al compositore venne offerta una cattedra all’università di Jena, città dove nel 1801 sarebbe morto all’età di
56 anni. Nonostante la sua vita in perenne movimento, Carl
Stamitz godette di una grande considerazione tra i musicisti
del tempo, che in più di un’occasione ne lodarono il talento, definendolo l’incarnazione della sensibilità, in quanto
«la vibrante emozionalità del suo cuore si era espressa pienamente nella sua musica». Un autore, quindi, di grande
interesse, che ci viene proposto dall’ensemble di strumenti
originali L’arte del mondo – per l’occasione al debutto nel
catalogo CPO – diretto da un ispirato Werner Ehrhardt.
BERNHARD MOLIQUE
INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI
– VOLUME 3
Mannheimer Streichquartett
CPO777336 (CD medio prezzo)
B. Molique: Quartetto per archi n. 1 op. 16; Quartetto per
archi n. 2 op. 17
Il terzo volume dell’integrale dei quartetti per archi di Bernhard Molique
varata dalla CPO conferma l’altissimo livello dei
lavori del compositore di
Norimberga, che sotto
l’aspetto stilistico si collocano a metà strada tra
il Classicismo e il Romanticismo. Concepito
nella serena e gradevole tonalità di sol maggiore, il Quartetto n. 1 op. 16 rivela non solo una attraente cordialità e
toni serenamente aristocratici – evocando in più di un’occasione la figura del padre del quartetto per archi, Franz
Joseph Haydn – ma anche una vitalità leggera e animata,
che trova piena espressione in modulazioni inattese e in
una serie di melodie molto espressive, la cui intensa vena
malinconica non scade mai in un sentimentalismo di facciata. Il Quartetto n. 2 op. 17 presenta invece tratti assai
più virili, iniziando con un tema ottimistico e pervaso da
una incontenibile carica vitale. In questo nuovo disco il
Mannheimer Streichquartett conferma di essere una formazione cameristica di grande caratura, capace di – come
ha scritto il critico della rivista tedesca FonoForum recensendo il primo volume – «esaltare le opere che esegue con
una luce radiosa».
MIECZYSLAW WEINBERG
OPERE PER PIANOFORTE
Elisaveta Blumina, pianoforte
CPO777517 (CD medio prezzo)
M. Weinberg: Quaderno
dei fanciulli n. 1 op. 16;
Quaderno dei fanciulli n.
2 op. 19; Quaderno dei
fanciulli n. 3 op. 23; Sonata n. 1 op. 5
Sebbene
Mieczyslaw
Weinberg abbia composto
la sua prima sonata per
pianoforte all’età di soli
vent’anni, quest’opera è
pervasa da una profondità emozionale e da una padronanza
tecniche davvero sorprendenti per un ragazzo di questa età.
Scritti tra il 1944 e il 1945 con il titolo di Quaderno dei fanciulli, i suoi tre album di miniature pianistiche furono dedicati a sua figlia Viktoria (che allora contava 12 anni) e vennero
pubblicati a Mosca nel 1947. Una sorprendente profondità
espressività, un incedere serioso, qualche spunto drammatico
e soprattutto una scrittura tutt’altro che agevole sotto l’aspetto tecnico distinguono in maniera inequivocabile queste
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Columns - GENNAIO 2011
opere di Weinberg non solo dalle pagine ispirate al mondo
infantile di Schumann (come le Kinderszenen e l’Album für
die Jugend), dagli album per fanciulli di Ciaikovsky, Shostakovich e dalle Immagini infantili di Aram Khachaturian,
ma anche dalle pagine programmatiche dedicate ai bambini come La stanza dei bambini di Mussorgsky. Questi brani
molto complessi sotto l’aspetto musicale e ricchi di contrasti
sono eseguiti con sensibilità e assoluta padronanza tecnica
da Elisaveta Blumina, una pianista di San Pietroburgo che,
a dispetto della giovane età, si è già messa in grandissima
evidenza per le sue magistrali interpretazioni delle principali
opere del repertorio contemporaneo. Segnatevi il suo nome,
perché ne risentiremo parlare presto.
WILHELM FRIEDEMANN BACH
INTEGRALE DELLE OPERE PER ORGANO
Friedhelm Flamme, organo Hillebrand
della Münsterkirche St. Alexandri zu Einbeck (Germania)
CPO777527 (SACD alto prezzo)
W. Friedemann Bach:
Fantasia Falck 19; Otto
Fughe Falck 31 1-8; Sette
Preludi corali Falck 38
1-4; Fuga Falck 37; Fuga
Falck 33; Fuga Falck 32;
Sette Preludi corali Falck
38, 5-7; Fantasia Falck 15
Primogenito di Johann Sebastian Bach, Wilhelm Friedemann è oggi considerato di gran lunga il compositore più dotato tra i quattro figli del
sommo Cantor lipsiense che intrapresero la carriera musicale,
ma anche ai suoi tempi godette di una grande considerazione,
al punto da venire definito l’organista di maggiore talento della
sua generazione. Date queste premesse, è davvero difficile non
stupirsi del fatto che di un compositore di questo livello ci sia
pervenuta solo una manciata di opere per organo, un ciclo di
otto fughe, una raccolta di sette preludi corali e qualche breve lavoro isolato. Questo fatto apparentemente illogico trova
spiegazione in alcune testimonianze coeve, secondo cui le interpretazioni di Wilhelm Friedemann erano basate più che altro
su una incontenibile vena improvvisativa. Caratterizzate da una
scrittura estremamente libera, le sue ampie fantasie dimostrano
lo straordinario talento improvvisativo di Wilhelm Friedemann,
i sette arrangiamenti di corali denotano uno stile ancora legato all’austera polifonia di Pachelbel, mentre le otto fughe «per
clavicembalo o organo» sembrano essere il frutto di un ardito
tentativo di far coesistere la monumentale scrittura polifonica
con il linguaggio musicale – a seconda dei casi galante o empfindsam (sensibile) – proprio dei compositori che iniziarono
a mettersi in luce verso la metà del XVIII secolo. Un nuovo
trionfo per il grande organista Friedhelm Flamme e per la CPO.
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GABRIEL PIERNÉ
OPERE PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
Jean-Efflam Bavouzet, pianoforte
BBC Philharmonic Orchestra, Juanjo Mena
CHAN10633 (CD alto prezzo)
G. Pierné: Concerto per
pianoforte e orchestra op.
12; Ramuntcho – Suite n.
1; Ramuntcho – Suite n.
2; Divertissements sur un
thème pastoral op. 49;
Marche des petits soldats
de plomb
Sebbene oggi il suo
nome sia quasi caduto
nell’oblio, tra la fine del
XIX e l’inizio del XX secolo Gabriel Pierné fu uno dei
compositori più apprezzati di Parigi e uno dei membri più
influenti del panorama musicale francese, al punto che poco
dopo la sua morte gli fu addirittura intitolata una piazza di
Parigi. Allievo di César Franck e di Jules Massenet, Pierné
scrisse musica intrisa di una straordinaria vena melodica e
tutte le sue opere sono pervase da una luce caratteristica e
da una verve inconfondibilmente francese. Strutturato secondo il collaudato schema in tre movimenti, il Concerto
in do minore per pianoforte e orchestra venne portato a termine nel 1886. Le suites per il Ramuntcho sono collazioni
di brani orchestrali scritti da Pierné nel 1908 per l’omonima
commedia di Pierre Loti. La storia avventurosa del contrabbandiere basco offrì a Pierné la possibilità di arricchire la
sua partitura con i ritmi e i colori della vibrante tradizione
popolare basca. Se le ampie ouverture delle due suites sono
considerate tra le opere più riuscite di Pierné, va detto che
anche altri movimenti – come il vivace Fandango e la Rapsodia basca che conclude il lavoro – si collocano tra i brani
più belli dell’epoca sia sotto il profilo della linea melodica
sia sotto l’aspetto dei colori orchestrali. In ogni caso, l’opera
che ha garantito la fama postuma del compositore francese
è la Marche des petits soldats de plomb, un brano che ha
goduto di una buona fama fino a non molto tempo fa e che
viene riportato a nuova vita in questo disco magistralmente
interpretato da Jean-Efflam Bavouzet.
RICHARD STRAUSS
INTERMEZZO
Solisti, Glyndebourne Festival Chorus,
London Philharmonic Orchestra, Sir John Pritchard
CHAN3174 (2 CD alto prezzo)
AA.VV.
INTERMEZZI DA OPERE
BBC Philharmonic Orchestra
Gianandrea Noseda
PRIMA SCELTA
i migliori a prezzo speciale
€ 14,90
CHAN10634
(prezzo consigliato - fino al 28.02.2011)
G. Verdi: La Traviata, Preludio al terzo atto R. Leoncavallo: Pagliacci, Intermezzo G. Puccini: Edgar, Preludio al
primo atto; Edgar, Preludio al terzo atto; Suor Angelica,
Intermezzo; Manon Lescaut, Intermezzo E. Wolf-Ferrari:
I Quattro Rusteghi, Intermezzo; I gioielli della Madonna,
Intermezzo P. Mascagni: L’Amico Fritz, Intermezzo A.
Ponchielli: La Gioconda, Danza delle Ore F. Cilea: Adriana Lecouvreur, Intermezzo U. Giordano: Siberia, Preludio; Fedora, Intermezzo A. Catalani: La Wally, Intermezzo
del terzo atto; La Wally, Intermezzo del quarto atto; Loreley, Danza delle ninfe dell’acqua
La maggior parte degli intermezzi presentati in questo
disco sono interludi orchestrali di celebri opere italiane
del XIX e del XX secolo, che di solito avevano la funzione di collegare tra loro i diversi atti. Questi lavori
molto suggestivi furono concepiti non solo per creare
l’atmosfera giusta per le successive vicende dell’opera,
ma anche per offrire agli spettatori una breve pausa nel
dipanarsi degli eventi. A questa fattispecie fa eccezione
la celebre Danza delle ore della Gioconda di Amilcare
Ponchielli, che aveva il compito di proporre al pubblico
un gradevole spettacolo di balletto e (non di rado) di far
ascoltare alcune delle melodie più belle dell’opera. La
Danza delle ore di Ponchielli assurse a fama mondiale
grazie al film Fantasia di Walt Disney e da allora è diventata uno dei brani più famosi del repertorio operistico.
Oltre al capolavoro del compositore di Paderno Fasolaro, questo disco propone una ricca silloge di lavori,
che spazia dal meraviglioso Preludio al terzo atto della
Traviata di Giuseppe Verdi, uno dei brani più famosi e
amati del genere, agli affascinanti intermezzi dei Gioielli della Madonna e dei Quattro Rusteghi di Ermanno
Wolf-Ferrari. Il programma è completato dai romantici
intermezzi dei grandi maestri del Verismo italiano Ruggero Leoncavallo, Giacomo Puccini, Umberto Giordano e
Francesco Cilea e da alcune pagine non meno belle di
Alfredo Catalani, un repertorio in cui Gianandrea Noseda
si trova a proprio agio come pochissimi altri direttori.
Alla testa della BBC Philharmonic Orchestra Noseda ha
realizzato per la Chandos numerose registrazioni esaltate dalla stampa specializzata di tutto il mondo per la
loro brillantezza e la loro sublime musicalità e in questo
disco il direttore milanese raggiunge con la sua vasta
competenza in ambito sia operistico sia sinfonico uno
dei vertici più alti della sua luminosa carriera.
Columns - GENNAIO 2011
Eseguito per la prima
volta nel 1924, Intermezzo
è basato su un episodio
della vita coniugale turbolenta ma duratura di
Strauss e di sua moglie
Pauline. La vicenda ruota
intorno al personaggio di
una moglie che – sentendosi triste e trascurata a
causa dei continui impegni artistici del marito compositore
– decide di cercare consolazione al di fuori delle pareti domestiche.La fusione tra brani cantati e sezioni parlate appare
evidente soprattutto nel modo in cui Strauss riesce a far coesistere le effusioni liriche, lo Sprechgesang, le espressioni
salaci dei servi e il linguaggio ricercato dei loro datori di lavoro, che nel loro insieme costituiscono un’eccellente caratterizzazione sostenuta da una musica di rara bellezza, che illumina puntualmente i passi più importanti dell’azione.
Quest’opera tratteggia un quadro al tempo stesso tagliente e
affettuoso della vita matrimoniale, facendo ricorso a tutte le
trovate tipiche delle opere comiche come equivoci, confusioni di nomi e telegrammi intercettati. Pauline Strauss non riuscì a vedere il lato umoristico dell’opera di suo marito, seguita in questo dal pubblico dell’epoca, che giudicò queste assai
poco velate “scene da un matrimonio” di gusto quanto meno
dubbio. Dopo la morte di Strauss, Intermezzo vide crescere la
sua popolarità in maniera esponenziale e questo splendido
allestimento andato in scena a Glyndebourne con Elisabeth
Söderström nel ruolo della protagonista contribuì ad aumentarne la fama non solo nel Regno Unito ma in ogni parte del
mondo.
WOLFGANG AMADEUS MOZART
OPERE CAMERISTICHE
The Hermitage Trio
CHAN10635 (CD alto prezzo)
W.A. Mozart: Preludio
e Fuga KV.404a n. 4 (da
Bach); Preludio e Fuga
KV.404a n. 5 (da Bach);
Divertimento KV.563
Questo splendido disco
della Chandos presenta
tre opere per trio d’archi
di Mozart tuttora virtualmente sconosciute, il Divertimento K.563 e due
delle sei fughe precedute da preludi lenti K.404a, che il
grande Salisburghese scrisse su temi di Johann Sebastian
Bach. Il Divertimento K.563 venne scritto nel 1788, lo
stesso anno in cui videro la luce la Sinfonia K.543, la Sin8
fonia K.550 e la Sinfonia K.550 Jupiter. In questo bellissimo lavoro di Mozart tutti e tre gli strumenti eseguono passaggi virtuosistici, una caratteristica che lo allontana dalla
tipologia del divertimento classico, per farlo rientrare nel
novero di opere dai contenuti assai più profondi. Anche se
oggi non si è ancora detta la parola definitiva sulla paternità dei sei Preludi e Fughe KV.404a, i musicologi sembrano
concordi nell’attribuirli a Mozart. Protagonista assoluto di
questo disco è l’Hermitage String Trio, che molti addetti ai
lavori considerano tra le migliori formazioni cameristiche
in circolazione.
EDWARD GREGSON
– VOLUME 3
Guy Johnston, violoncello; Peter Moore, trombone
BBC Concert Orchestra, Bramwell Tovey
INTEGRALE DEI CONCERTI
CHAN10627 (CD alto prezzo)
Edward
Gregson
(1945): Concerto per
trombone e orchestra; A
Song for Chris: Cello
Concerto; Music for
Chamber Orchestra; Two
Pictures for String Orchestra
Il profondo interesse che
Gregson ha sempre nutrito nei confronti del genere concertistico si manifestò fin dalla più tenera età e il fatto
di essere nato e cresciuto in una famiglia legata all’Esercito
della Salvezza contribuisce a spiegare il ruolo decisivo che
le fanfare di ottoni inglesi hanno sempre rivestito nelle sue
opere. Questo fatto lo condusse a vivere esperienze musicali quanto mai diverse: «da un lato mi capitava di eseguire
musica scritta da eccellenti compositori di opere per banda
e dall’altro mi trovavo assorbito nei capolavori di Bartók,
Prokofiev, Hindemith, Webern, Stravinsky, Shostakovich,
Tippett e altri protagonisti della storia della musica del XX
secolo». Il programma di questo disco ruota intorno al Concerto per trombone e orchestra. Gregson ha definito la parte
solistica di questo concerto «virtuosistica, nel senso che
sfrutta al massimo tutti i mezzi tecnici ed espressivi dello
strumento, mettendo nello stesso tempo in evidenza l’afflato lirico del trombone». L’ultima opera scritta da Gregson
– A Song for Chris, un concerto per violoncello e orchestra
da camera commissionatogli dalla Manchester Camerata – è
stata eseguita per la prima volta nel 2007 in occasione del
Royal Northern College of Music International Cello Festival. In questo splendido disco la parte solistica è eseguita
da Guy Johnston, che nel 2000 è stato votato dalla BBC
Young Musician of the Year e in seguito è stato insignito di
numerosi riconoscimenti di grande prestigio.
Columns - GENNAIO 2011
AA.VV.
THE PURCELL LEGACY
Philippa Hyde, soprano
The Parley of Instruments, Peter Holman
CHAN0776 (CD alto prezzo)
G.B. Draghi (ca 16401708): Where art thou,
God of Dreams? (Romulus and Hersilia; 1682);
Sonata in sol minore
Henry Purcell: Sonata
in sol minore Z780; Tell
me, some pitying angel
Z196 R. Courteville:
Creep softly, purling
streams N. Matteis: Suite in re minore W. Croft: For rural and sincerer joys G.F.
Händel: Venus and Adonis HWV85 J. Weldon: Suite in re
minore J.C. Pepusch: Sonata Smallcoal N.F. Haym:
Have mercy on me, O God
Verso la fine del XVII secolo la musica inglese attraversò
una fase di rapidi e profondi cambiamenti. In particolare,
in questo periodo l’influenza della musica italiana crebbe
in maniera esponenziale grazie all’opera di compositori
come Giovanni Battista Draghi, Nicola Francesco Haym
e Nicola Matteis.
Il programma di questo affascinante disco propone una
serie di lavori di Henry Purcell, John Weldon e William
Croft, dai quali è possibile rendersi conto di come questi compositori reagirono alla nouvelle vague italiana e
seppero inserire gli elementi principali del nuovo stile
nelle loro opere. Scritto nello stile di una cantata italiana,
il brano Tell me, some pitying angel dimostra con quanta
maestria Purcell sapeva padroneggiare l’allora innovativo
stile italiano. Questo attraente cocktail di elementi inglesi
e italiani appare evidente nelle opere di molti compositori
europei attivi in Inghilterra, che presentano alcuni tratti
dello stile e dei generi propri della tradizione musicale
britannica.
Uno dei primi esempi di questa tendenza è costituito dalla
Triosonata di Giovanni Battista Draghi. Secondo il parere
di diversi musicologi, quest’opera sarebbe stata composta
secondo il modello della consort music inglese dell’epoca e i suoi movimenti brevi e dal carattere contrastante si
collocano agli antipodi delle sonate che venivano scritte
dai compositori attivi in Italia in quel periodo. Le opere
presentate in questo disco sono eseguite da The Parley of
Instruments, una formazione di strumenti originali fondata
da Peter Holman che nel corso degli anni si è collocata tra
i gruppi più autorevoli specializzati nel repertorio rinascimentale e barocco, come dimostrano le numerose eccellenti registrazioni effettuate per la Hyperion.
CARL NIELSEN
SINFONIE N. 4 E N. 5
London Symphony Orchestra, Sir Colin Davis
LSO0694 (SACD basso prezzo)
Sebbene abbia dato un
titolo a quattro delle sue
sei sinfonie, il compositore danese Carl Nielsen
non si espresse mai chiaramente sulla loro fonte
di ispirazione. Nonostante questo, Nielsen fu senza dubbio uno dei sinfonisti più importanti vissuti tra la fine del XIX e
l’inizio del XX secolo e la sua musica continua ad affascinare i pubblici moderni con un calibrato mix di energia e
di lirismo. Questo nuovo disco della LSO Live ci consente
di apprezzare l’affascinante lettura di Sir Colin Davis, uno
dei massimi interpreti di questo repertorio, come si può
notare dalle recensioni entusiastiche che hanno salutato la
sua magistrale integrale delle sinfonie di Sibelius. «Las
superba interpretazione di Davis possiede tutta l’energia e
la vitalità richiesta da questa musica» (Sunday Times) «La
musica di Nielsen sembra essere stata scritta su misura per
la London Symphony Orchestra, in quanto le vigorose sonorità e il temperamento brillante dell’orchestra londinese
esaltano nel modo migliore gli spunti virtuosistici e la dinamica visceralità delle sinfonie del compositore danese.
Da parte sua, Davis si pone perfettamente in linea con i
conflitti espressivi di chiara matrice beethoveniana di queste due sinfonie. La direzione di Davis possiede la vitalità
giusta per una sinfonia soprannominata L’inestinguibile»
(Financial Times).
FELIX MENDELSSOHN
TRII PER ARCHI E PIANOFORTE
Swiss Piano Trio
AUD92550 (SACD alto prezzo)
F. Mendelssohn: Trio n. 1 per archi e pianoforte op. 49; Trio
n. 2 per archi e pianoforte op. 66
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Columns - GENNAIO 2011
Questo disco dedicato ai
trii per archi e pianoforte
di Felix Mendelssohn segna l’inizio di una collaborazione tra la Audite e
lo Swiss Trio, che tra qualche mese proseguirà con il
primo volume della integrale dei trii di Robert
Schumann. Composti tra
il 1839 e il 1845, i trii per
archi e pianoforte di Mendelssohn sono considerati con le
opere analoghe di Beethoven e di Schubert tra i più grandi
capolavori della letteratura cameristica del XIX secolo. In
questi lavori di Mendelssohn Schumann vide il definitivo superamento delle contraddizioni che caratterizzarono l’ambiente musicale tedesco verso la metà dell’Ottocento, vale a
dire i conflitti tra lirismo e drammaticità, tra intimismo e virtuosismo e infine tra lo sforzo di comunicare con il pubblico
più vasto possibile e l’esigenza di esprimere anche i recessi
più tormentati dell’anima del compositore. In entrambi i suoi
trii Mendelssohn riesce a stregare gli ascoltatori con un’invenzione melodica sinuosa e ricca di spunti morbidi, una gradevole vitalità ritmica, un’apprezzabile originalità formale e
– soprattutto – un fluire melodico ininterrotto, che sembra
anticipare le successive opere di Max Reger.
LEOS JANÁCEK
INTEGRALE DEI QUARTETTI PER ARCHI
Mandelring Quartett
AUD92545 (SACD alto prezzo)
Leos Janácek (18541928): Quartetto per archi n. 1; Quartetto per archi n. 2 Lettere intime
(versione con viola);
Quartetto per archi n. 2
Lettere intime (versione
con viola d’amore)
Capolavori dell’ultima
fase della parabola creativa di Leos Janácek,
i due quartetti per archi costituiscono i vertici assoluti del
repertorio cameristico fiorito nel primo dopoguerra. Janácek
portò a termine i suoi quartetti rispettivamente nel 1923 e nel
1928 e diede loro due titoli molto eloquenti. Il titolo “Sonata a Kreutzer” con cui venne battezzato il primo si riferisce
all’omonimo racconto di Leon Tolstoi, nella quale l’energia
emozionale sprigionata dalla musica viene ritenuta responsabile di una tragedia coniugale. Se questo lavoro venne dedicato più o meno segretamente a Kamila Stösslová, la donna
amata da Janácek nei suoi ultimi anni di vita, il sottotitolo del
10
Quartetto n. 2 (“Lettere intime”) si rivolge in maniera più
esplicita alla stessa dedicataria. Il compositore moravo volle sottolineare ulteriormente i sentimenti che provava per la
Stösslová inserendo nell’organico uno strumento che avesse
anche nel suo nome il termine amore. A proposito di questo
quartetto, Janácek scrisse: «Il tessuto musicale di quest’opera sarà tenuto insieme da uno strumento molto particolare,
la viola d’amour». Purtroppo, per motivi di ordine pratico
Janácek fu costretto a rinunciare alla viola d’amore e a ripiegare su una viola normale. In questo splendido disco della
Audite il violista Gunter Teuffel e il Mandelring Quartett
eseguono la ricostruzione della versione originale di questo
quartetto, proponendolo sia con la viola d’amore sia con la
viola moderna.
ROBERT SCHUMANN
OPERE PER PIANOFORTE
Hideyo Harada, pianoforte
AUD92577 (SACD alto prezzo)
R. Schumann: Fantasia
in do maggiore op. 17;
Kreisleriana op. 16; Arabeske op. 18
Dopo il grande successo
ottenuto dai SACD dedicate alle opere di Grieg
(AUD92555) e di Ciaikovsky e Rachmaninov
(AUD92569), la pianista
giapponese Hideyo Harada propone un programma interamente schumanniano, per
celebrare il 200° anniversario della nascita del compositore
di Zwickau. Anche in un’interpretazione assolutamente coerente, le opere pianistiche di Schumann presentano parecchi
misteri e offrono all’esecutore un ventaglio di possibilità
espressive pressoché infinito. In questa nuova incisione,
la Harada ci offre la possibilità di ascoltare un’interpretazione rigorosa e molto personale di tre pietre miliari della
letteratura romantica. In particolare, la pianista giapponese
tratteggia con la dovuta plasticità le caratteristiche salienti di uno dei periodi più importanti della carriera di Schumann, la scrittura ampia e dai tratti quasi narrativi basata
su netti contrasti e su numerosi piccoli dettagli chiaramente differenziati, la tipica fluidità dei tempi e i contorni ben
definiti della musica. La stretta relazione con la letteratura
romantica (evidente soprattutto in Kreisleriana), le strutture
ampie e ariose ereditate dal Classicismo viennese (Fantasia
in do maggiore) e alcuni elementi che sembrano profetizzare l’arte astratta (Arabeske) contribuiscono ad accentuare
i vasti orizzonti che Schumann vide spalancarsi davanti ai
suoi occhi quando, tra il 1836 e il 1838, scrisse queste tre
splendide opere.
Columns - GENNAIO 2011
TESTAMENT
KLEMPERER DIRIGE LA SINFONIA N. 7 DI BRUCKNER
Wiener Symphoniker, Otto Klemperer
sky, Sviatoslav Richter affermò senza mezzi termini: «Van
Cliburn è un vero pianista, al contrario di tutti gli altri».
Questa nuova uscita della Testament – la terza dedicata al
grande pianista texano – propone due dei concerti per pianoforte e orchestra più famosi del repertorio ottocentesco
con la partecipazione della Chicago Symphony Orchestra
diretta dal grandissimo Fritz Reiner.
Van Cliburn su TESTAMENT:
TES1459 (CD prezzo speciale)
AA.VV.
La Testament arricchisce
il proprio vasto catalogo
dedicato a Otto Klemperer con una magistrale
lettura della Settima Sinfonia di Anton Bruckner,
uno dei cavalli di battaglia del grande direttore
tedesco. Registrata dal
vivo nel 1958, questa
edizione della Settima
venne accolta dalla critica specializzata come una delle
edizioni più illuminanti e più commoventi del capolavoro
del compositore di Linz.
VAN CLIBURN INTERPRETA BRAHMS E SCHUMANN
Van Cliburn, pianoforte
Chicago Symphony Orchestra, Fritz Reiner, direttore
TES1460 (2 CD prezzo speciale)
J. Brahms: Concerto n.
2 per pianoforte e orchestra op. 83
R. Schumann: Concerto
per pianoforte e orchestra op. 54
Il 1958 fu un anno di
importanza fondamentale non solo per la storia
dei concorsi pianistici
ma addirittura per la storia dell’interpretazione. Infatti in quell’anno il governo
dell’Unione Sovietica indisse la prima edizione del Concorso Ciaikovsky per celebrare il talento dei propri musicisti. In questo modo i vertici dell’Unione Sovietica intendevano dimostrare che nell’ambito del pianismo romantico il paese non conosceva rivali, potendo vantare una
incredibile batteria di virtuosi che da Anton Rubinstein era
germogliata in Richter e Gilels. Nessuno poteva aspettarsi
che la vittoria sarebbe andata a un ventiquattrenne texano
biondo e allampanato di nome Van Cliburn. Di fronte alla
sua magistrale interpretazione del Concerto di Ciaikov-
IL CONCERTO AL CONCORSO CIAIKOVSKY DI MOSCA
Orchestra Filarmonica di Mosca, Kirill Kondrashin
TES1440 (CD alto prezzo)
AA.VV.
VAN CLIBURN IN CONCERTO
TES1445 (2 CD alto prezzo)
L’HUNGARIAN QUARTET ESEGUE BEETHOVEN E BARTÓK
Hungarian Quartet
TES1461 (2 CD prezzo speciale)
L. van Beethoven:
Quartetto per archi n. 8
op. 59 n. 2 Razumovsky;
Quartetto per archi n. 9
op. 59 n. 3 Razumovsky
B. Bartók: Quartetto per
archi n. 5; Quartetto per
archi n. 6
Il nome Hungarian Quartet fu portato da due
grandi formazioni di
Budapest attive nei primi tre quarti del XX secolo. Guidato dal carismatico Imre Waldbauer, il primo Hungarian
Quartet fu costituito nel 1918 per eseguire la produzione
cameristica di Béla Bartók, Zoltán Kodály e Leó Weiner,
i tre compositori che tennero alta per decenni la bandiera
della musica e della cultura ungheresi. Il primo Hungarian Quartet si esibì in tutte le principali sale da concerto
europee e i suoi membri furono considerati tra i musicisti
più importanti e carismatici dell’epoca. Purtroppo, questa formazione non ci ha lasciato nessun disco in grado
di testimoniarne l’arte. Nel 1935 i violinisti Sándor Végh
e Peter Szervánsky, il violista Dénes Koromzay e il violoncellista Vilmos Palotai diedero vita al New Hungarian
Quartet tuttavia, a causa di seri attriti venutisi a creare tra
i due violinisti, Szervánsky venne ben presto sostituito da
László Halmos. Questa nuova uscita della Testament ci offre la possibilità di ascoltare questo quartetto nelle opere
di due degli autori a cui legarono maggiormente la loro
carriera, Beethoven e Bartók.
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Columns - GENNAIO 2011
AA.VV.
THE MAGIC BOW
Michael Rabin, violino
The Hollywood Bowl Symphony Orchestra, Felix Slatkin
TESLP8510 (LP da 180 grammi)
AA.VV.
N. Paganini: Moto perpetuo F. Kreisler: The
Old Refrain; Caprice
viennois N. RimskyKorsakov: Il volo del
calabrone C. SaintSaëns: Introduzione e
Rondò capriccioso G.I.
Dinicu: Hora staccato J.
Massenet: Méditation da
Thaïs P. Sarasate: Zigeunerweisen
Questo splendido disco ci offre una testimonianza dell’arte di Michael Rabin, violinista americano di origine romena nato nel 1936 a New York in una famiglia di musicisti.
Su consiglio del grande Jascha Heifetz, il giovanissimo
Michael iniziò a studiare con Ivan Galamian e a 15 anni
fece il suo debutto alla Carnegie Hall eseguendo il Concerto in re maggiore di Paganini con la New York Philharmonic Orchestra diretta da Dimitri Mitropoulos.
Purtroppo, quando la strada del successo sembrava ormai
spianata, Rabin iniziò ad accusare preoccupanti disturbi
di carattere neurologico e il 19 gennaio del 1972 morì a
causa di una banale caduta in casa, lasciandoci un numero
di registrazioni limitato ma di altissimo livello.
Il programma di questo disco propone una serie di spettacolari brani dai quali traspare tutto il virtuosismo e la
musicalità di un artista che se fosse vissuto di più avrebbe sicuramente segnato in maniera indelebile la storia del
violinismo internazionale.
OPERE VOCALI
Iestyn Davies, controtenore
Ensemble Guadagni
WHLive0038 (CD medio prezzo)
D. Buxtehude: Jubilate
Domino BuxWV64 H. Purcell: Gentle Shepherds, you
that know Z464; What a sad
fate is mine Z428a; An Evening Hymn – Now that the
sun hath veiled his light J.
Blow: As on his deathbed
gasping Strephon lay G.F.
Händel: Nove arie tedesche
Questo splendido disco rappresenta il primo frutto della collaborazione tra il controtenore Iestyn Davies e l’Ensemble
Guadagni, una formazione di strumenti originali comprendente alcuni dei migliori specialisti del repertorio barocco in
circolazione. Il programma si apre con una cantata di Dietrich
Buxtehude dai toni meravigliosamente festosi e si chiude con
As on his deathbed gasping Strephon lay di John Blow, un
brano molto divertente che narra il pentimento in extremis del
conte di Rochester, un famoso libertino vissuto nella seconda
metà del XVII secolo. Il piatto forte di questo disco è però rappresentato dalle nove Arie tedesche di Georg Friedrich Händel, che l’autore del Messiah scrisse negli anni Venti del XVIII
secolo su versi che esprimono la «terrena contemplazione di
Dio» del suo vecchio amico Barthold Heinrich Brockes. Recensendo la performance di Davies nella Partenope di Händel
andata in scena alla New York City Opera, il critico del New
York Times scrisse: «La star vocale della serata [ ] Un controtenore dal timbro luminoso e molto morbido».
ANTONÍN DVORÁK
INTEGRALE DELLE OPERE PER VIOLONCELLO
Tomáš Jamník, violoncello
Orchestra Sinfonica della Radio di Praga, Tomáš Netopil
SU4034 (2 CD medio prezzo)
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Columns - GENNAIO 2011
A. Dvorák: Concerto n. 2
per violoncello e orchestra op. 104; La calma
del bosco op. 68 n. 5;
Rondò per violoncello e
orchestra op. 94; Concerto n. 1 per violoncello e
orchestra
Dvorák e il violoncello?
Beh, certo: dopo tutto il
suo Concerto in si minore op. 104 è una delle opere per violoncello più presenti
in discografia. Il compositore boemo ne nutriva una stima
sconfinata: «Ho appena finito di scrivere un nuovo concerto
per violoncello e orchestra e sono certo che supererà di gran
lunga i due lavori che ho scritto in precedenza […] Certo, i
giudizi degli autori non sono mai completamente affidabili,
tuttavia devo confessarti di essere terribilmente soddisfatto
di quest’opera e credo proprio di non sbagliarmi». In ogni
caso, oltre al Concerto op. 104 Dvorák compose diverse
altre opere per violoncello che meritano di essere prese in
seria considerazione. Oltre a due piccole pagine pervase da
un’atmosfera molto suggestiva (Rondò e La calma del bosco), questo ambito della produzione di Dvorák comprende
il Concerto n. 1 per violoncello e orchestra, un’opera virtualmente sconosciuta, la cui versione per violoncello e pianoforte fu orchestrata dal celebre studioso Jarmil Burghauser, che si attenne allo stile utilizzato da Dvorák nelle sue
prime sinfonie. Questo interessantissimo cofanetto doppio
della Supraphon vede protagonista Tomáš Jamník, uno dei
violoncellisti più dotati della giovane generazione. Al fianco di Jamník si mette in grande evidenza Tomáš Netopil,
un direttore in vertiginosa ascesa che ha avuto l’onore di
calcare il podio dei mitici Berliner Philharmoniker in occasione del concerto organizzato per celebrare la scomparsa di
Sir Charles Mackerras, per l’occasione alla testa di un’Orchestra Sinfonica della Radio di Praga in forma smagliante.
ANTONÍN REICHENAUER
OPERE ORCHESTRALI
Sergio Azzolini, fagotto barocco; Xenie Löffler, oboe barocco;
Lenka Torgersen, violino barocco
Collegium 1704, Václav Luks
SU4035 (CD alto prezzo)
A. Reichenauer: Concerto in do maggiore per fagotto,
archi e basso continuo; Concerto in si bemolle maggiore
per oboe, fagotto, archi e basso continuo; Concerto in do
minore per violino, archi e basso continuo; Concerto in sol
maggiore per oboe, archi e basso continuo; Concerto in sol
minore per fagotto, archi e basso continuo; Ouverture in
si bemolle maggiore per due oboi, fagotto, archi e basso
continuo
A differenza del gran numero di opere sacre dei
compositori boemi attivi
nei primi settant’anni del
XVIII secolo giunte sino ai
giorni nostri, il patrimonio
strumentale di questi musicisti è andato quasi completamente perduto. In questo ambito il corpus più significativo è costituito dalle circa venti opere di Antonín Reichenauer, un musicista della
cappella del conte Morzin che successe a Johann Friedrich
Fasch. Il livello decisamente alto di questa formazione strumentale trova conferma nei contatti regolari che il conte Morzin
mantenne con Antonio Vivaldi, al quale offrì il remunerativo
incarico di “maestro di musica in Italia”. A questo munifico datore di lavoro il Prete Rosso dedicò diverse opere di grande
importanza, tra cui il Cimento dell’armonia e dell’inventione
op. 8, comprendente le Quattro Stagioni. La straordinaria bellezza dei virtuosistici concerti di Reichenauer è sottolineata da
una scrittura quanto mai impegnativa sotto l’aspetto tecnico,
che aveva lo scopo di mettere in mostra il talento delle prime
parti della cappella musicale del conte Morzin. Dopo la morte
del loro autore, queste opere caddero rapidamente nel dimenticatoio, anche per colpa di molti musicisti che le ritenevano troppo difficili da eseguire. Ovviamente questo non è il caso del
mago di Sergio Azzolini e degli altri musicisti che hanno preso
parte alla registrazione di questo disco. Accompagnati dal Collegium 1704, un gruppo di strumenti originali che si è messo in
bella evidenza grazie a una serie di dischi dedicati a Jan Dismas
Zelenka, Azzolini, la Löffler e la Torgersen eseguono i concerti
di Reichenauer con il mix di vivacità e di energia che questa
musica richiede.
THOMAS ARNE
ARTAXERXES
The Classical Opera Company, Ian Page
LINNCKD358 (2 SACD a prezzo speciale)
Passato alla storia quasi
esclusivamente per essere
l’autore dell’inno patriottico Rule Britannia contenuto nell’opera Alfred, Thomas Augustine Arne fu uno
dei compositori più in vista
nella Londra della seconda
metà del XVIII secolo, suscitando commenti ammirati anche in colleghi assai
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Columns - GENNAIO 2011
poco propensi alla lode come Mozart e Haydn, e la sua opera
più famosa, l’Artaxerxes, calcò le scene dei teatri londinesi
dal 1762, anno della sua prima rappresentazione, fino agli
anni Trenta dell’Ottocento, una longevità più unica che rara
per l’epoca, che gli consentì di reggere il confronto anche con
il mitico Messiah di Händel. Per celebrare il terzo centenario
della nascita di Arne, la Linn presenta la prima versione veramente completa dell’Artaxerxes, con la ricostruzione del Finale realizzata da Duncan Druce, nell’interpretazione della
Classical Opera Company diretta da Ian Page. Sebbene sia
eseguita molto raramente, quest’opera presenta una serie di
melodie ben note ai melomani più preparati, tra cui la celebre
aria “The soldier tir’d”, eseguita più volte dalla compianta
Dama Joan Sutherland.
Solisti: Christopher Ainslie, Elizabeth Watts, Caitlin Hulcup, Andrew Staples, Rebecca Bottone, Daniel Norman,
JOHANN SEBASTIAN BACH
SONATE E PARTITE PER VIOLINO SOLO
Pavlo Beznosiuk, violino
LINNCKD366 (2 SACD a prezzo speciale)
J.S. Bach: Sonata n. 1 BWV
1001; Partita n. 2 BWV
1004; Sonata n. 3 BWV 1005;
Partita n. 1 BWV 1002; Sonata n. 2 BWV 1003; Partita
n. 3 BWV 1006
Unanimemente considerate tra i vertici assoluti della letteratura per violino
solo, le Sonate e Partite
di Johann Sebastian Bach
costituiscono una sfida molto impegnativa sia sotto l’aspetto
tecnico sia sotto il profilo intellettuale, che solo un musicista dotato di una vastissima preparazione culturale e di un
virtuosismo fuori da comune può affrontare con la dovuta
tranquillità. Queste qualità sono presenti in abbondanza in
Pavlo Beznosiuk, che in questo cofanetto doppio si accosta ai
capolavori di Bach con il giusto mix di vitalità e di introspezione. Una versione destinata a collocarsi ai vertici della pur
vasta discografia del sommo Cantor lipsiense.
PHILIPPE ROGIER
OPERE SACRE
Magnificat, His Majestys Sagbutts and Cornetts, P. Cave
LINNCKD348 (SACD alto prezzo)
P. Rogier: Domine Dominus noster; Missa Domine Dominus
noster; Regina caeli; Laudate Dominum; Missa Domine in
virtute tua; Videntes stellam Magi; Verbum caro factum est
G. Pierluigi da Palestrina: Domine in virtute tua
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Per celebrare il 450° anniversario della nascita di
Philippe Rogier, la Linn –
votata di recente Etichetta
dell’Anno dalla prestigiosa
rivista inglese Gramophone
– propone uno splendido
disco comprendente la prima registrazione mondiale
di tre opere del grande compositore fiammingo riscoperte di recente. Rispetto a molti altri lavori caduti nell’oblio, la
Missa Domine in virtute tua e i mottetti Domine Dominus noster
e Laudate Dominum meritano di essere riportate sotto la luce dei
riflettori grazie a una scrittura di straordinaria ricchezza, che nei
passaggi più elaborati conta ben dodici parti vocali accompagnate da un ensemble di cornetti e di tromboni sostenuto dall’organo e impreziosito dall’arpa. Protagonisti assoluti di questo
disco sono l’ensemble Magnificat, una delle migliori formazioni
specializzate nel repertorio vocale del Rinascimento guidata con
polso sicuro da un ispirato Philip Cave, e His Majestys Sagbutts
and Cornett, gruppo a cui dobbiamo alcune delle registrazioni
più autorevoli dedicate agli autori del XVI e del XVII secolo,
molte delle quali disponibili nel catalogo Hyperion.
Philippe Rogier nei cataloghi distribuiti da Sound and Music:
PHILIPPE ROGIER
MISSA EGO SUM QUI SUM. MOTTETTI
King’s College London Choir, David Trendell
CDA67807 (CD alto prezzo)
RICHARD WAGNER
TRASCRIZIONI PER ORGANO
Giulio Mercati, organo
TC812301 (CD alto prezzo)
R. Wagner: Preludio al
primo atto (Tristano e
Isotta); Lied an den
Abendstern (Tannhäuser); Preludio al primo
atto (Lohengrin); Gebet
der Elisabeth (Tannhäuser); Karfreitagszauber
(Parsifal); Preludio al
primo atto (I maestri cantori di Norimberga)
La Tactus inaugura una nuova collana in collaborazione
con il Centro Studi Lauretani che va ad arricchire ulterior-
Columns - GENNAIO 2011
mente il suo già vasto catalogo organistico. Per il primo
volume l’etichetta bolognese fa un piccolo strappo alla regola che la vuole interessata esclusivamente al repertorio
italiano, presentando una silloge di celebri pagine wagneriane arrangiate per organo da Edwin Henry Lemare (18661934), un organista inglese autore di una serie di brillantissime trascrizioni che Christopher Herrick ha fatto conoscere al grande pubblico nella collana Organ Fireworks
pubblicata dalla Hyperion. Come si legge nelle interessanti
note di copertina firmate dal protagonista di questo disco,
Giulio Mercati, «le trascrizioni organistiche di Lemare costituiscono una chiara manifestazione del più esasperato
virtuosismo tardo ottocentesco, messo tuttavia al servizio
dell’espressione musicale». Per rendere nel modo migliore
la funambolica scrittura di questi spettacolari lavori, Mercati compie veri e propri miracoli, proponendo lati inediti
e molto affascinanti di Wagner, che sapranno conquistare
anche gli estimatori più integralisti del grande compositore
di Lipsia.
DEEP PURPLE
IN ROCK
Deep Purple
AFZ051 (CD Gold alto prezzo)
Speed King; Bloodsucker; Child in Time;
Flight of the Rat; Into the
Fire; Living Wreck; Hard
Lovin’ Man
Nel 1970, quando l’heavy metal era ancora agli
albori, i Deep Purple misero insieme sonorità robuste e un piglio ricco di
energia, determinando il
successo planetario del nuovo genere. Uno degli album che
contribuirono maggiormente alla definitiva affermazione
dell’heavy metal fu il dirompente In Rock, quarto album
realizzato in studio dai Deep Purple. Questo album scatenò
l’entusiasmo di un pubblico vastissimo soprattutto grazie
agli irresistibili riff della chitarra di Ritchie Blackmore e
ai vigorosi ghirigori dell’organo di Jon Lord. Il disco si
apre con la versione lunga (cinque minuti e 55 secondi)
inedita e completamente rimasterizzata di “Speed King”,
che aggredisce immediatamente l’ascoltatore con un rock
durissimo, dal timbro roco e dall’incedere sfrenato. Questo
disco contiene anche la mitica versione di dieci minuti del
classicissimo “Child in Time”.
YES
90125
Yes
AFZ063 (CD Gold alto prezzo)
Owner of a Lonely Heart;
Hold On; It Can Happen;
Changes; Cinema; Leave
It; Our Song; City of
Love; Hearts
Nel 1983, grazie all’uscita di 90125, gli Yes misero a segno uno dei ritorni
più spettacolari e pubblicizzati della storia del
rock. Questo album mise
a rumore gli appassionati di tutto il mondo per il radicale
cambiamento di stile della band americana, che abbandonò
il suo caratteristico progressive rock sinfonico degli anni
Settanta in favore di un pop dai toni inconfondibilmente
anni Ottanta. Il brano più famoso di 90125 è “Owner of
a Lonely Heart”, che come singolo si insediò stabilmente
al primo posto delle classifiche americane e spinse l’album
nella Top 5, dando un contributo determinante a vendere
oltre tre milioni di copie nel corso delle 53 settimane di
permanenza nella hit-parade, che lo resero l’album di maggior successo degli Yes. Tra gli altri brani di questo disco
entrati nella Top 10 meritano di essere citati “Hold On”, “It
Can Happen”, “Leave It”, “Changes” e “Cinema”, che nel
1984 si aggiudicò un Grammy Award come miglior brano
rock strumentale.
STYX
GRAND ILLUSION
AFZ067 (CD Gold alto prezzo)
The Grand Illusion; Fooling Yourself (The Angry
Young Men); Superstars;
Come Sail Away; Miss
America; Man in the Wilderness; Castle Walls;
The Grand Finale
Grazie a un perfetto mix
tra melodiosità pop ed
energia rock, The Grand
Illusion è considerato il massimo capolavoro discografico
degli Styx, una band di grande talento che seppe far coesistere in maniera molto efficace ballate dai toni delicati e
brani di rock duro. L’insieme di queste caratteristiche consentì agli Styx di entrare nell’empireo delle band più famose
degli anni Ottanta e The Grand Illusion fu il primo disco
15
Columns - GENNAIO 2011
della band a ottenere il Disco di Platino. Il programma di
questo disco ruota intorno a “Fooling Yourself” e a “Come
Sail Away”, unanimemente considerata la canzone più emblematica degli Styx. Approdato al sesto posto della classifica di Billboard, questo album consente di apprezzare tutte
le qualità migliori degli Styx, tra cui una magistrale tecnica
strumentale, una vocalità molto coinvolgente, testi di grande
impatto e arrangiamenti di rara bellezza. Da notare che The
Grand Illusion fu il settimo album registrato in studio degli
Styx e venne pubblicato il 7 luglio del 1977 (7/7/77).
Artista estremamente eclettica, Laura Nyro ha saputo far
coesistere armoniosamente il jazz con il pop, il country con
il varietà di Broadway e il gospel. Time and Love ha dato
un contributo fondamentale per fare entrare Laura Nyro
nell’empireo delle cantanti-cantautrici. Tra i sedici brani di
questo leggendario album meritano di essere citati “When I
Die”, Wedding Bell Blues”, “Eli’s Comin’”, “Stoney End”,
“Stone Soul Picnic” e “Up on the Roof”. Un album e una
artista per tutte le stagioni.
ASIA
ASIA
AFZ068 (CD Gold alto prezzo)
DONALD BYRD
Heat of the Moment; Only
Time Will Tell; Sole Survivor; One Step Closer;
Time Again; Wildest Dreams; Without You; Cutting Fine; Here Comes the
Feeling
Questo disco è considerato uno degli album
d’esordio migliori della
storia del rock grazie a un
programma pervaso da una esplosiva energia, che gli permise di mantenere per ben nove settimane il primo posto delle
hit-parade statunitensi, mentre “Heat of the Moment”, “Sole
Survivor” e “Only Time Will Tell” raggiunsero rispettivamente il quarto, il decimo e il diciassettesimo posto delle
classifiche, rimanendo per moltissimo tempo nella Top 40.
Questi strepitosi risultati si tradussero per Asia in una nomination ai Grammy Award come Migliore Nuova Artista
dell’Anno e nel titolo di Album dell’Anno per la prestigiosa
rivista specializzata Billboard.
LAURA NYRO
TIME AND LOVE
AFZ085 (CD Gold alto prezzo)
Sweet Blindness; Wedding
Bell Blues; And When I Die;
Blowin’ Away; Eli’s Comin’;
Goodbye Joe; Stoney End;
It’s Gonna Take a Miracle;
Stoned Soul Picnic; Lu; Save
the Country; When I Was a
Freeport and You Were the
Main Drag; Blackpatch;
Time and Love; Sexy Mama;
Up on the Roof
16
THE CAT WALK
Donald Byrd, tromba; Pepper Adams, sax baritono;
Duke Pearson, pianoforte; Laymon Jackson, basso;
Philly Joe Jones, batteria
JVCAW0009 (XRCD24 alto prezzo)
Say You’re Mine; Duke’s Mixture; Each Time I Think Of
You; The Cat Walk; Cute;
Hello Bright Sunflower
Donald Byrd ha avuto
una carriera interessante
ed estremamente prolifica. Sia quando registrava
jam session per la Prestige
negli anni Cinquanta, sia
quando raggiunse l’agognato successo commerciale negli
anni Settanta con album a metà strada tra il funk e il R&B,
Byrd seppe rimanere sulla cresta dell’onda di un mare musicale in perenne ebollizione. Il gruppo migliore della sua
carriera fu quello che diresse con Pepper Adams tra il 1958
e il 1962. L’intesa tra la tromba di Byrd e il sax baritono di
Adams, la loro spiccata personalità e i lampi di genio che
si sprigionavano nel corso delle loro esibizioni si rivelarono
molto utili per la carriera di entrambi. Secondo molti addetti
ai lavori, The Cat Walk rappresenta il frutto migliore della
loro collaborazione, anche grazie alle prove maiuscole offerte dal pianista Duke Pearson (che continuò a suonare con
Byrd fino alla fine degli anni Sessanta), dal bassista Laymon
Jackson e dal batterista Philly Joe Jones. I quattro brani originali di Pearson (uno dei quali scritto con Byrd), degnamente
affiancati da “Hello Bright Sunflower” e da “Dukes Mixture”
consentono di rendersi pienamente conto del grande talento
di questo gruppo. Questo punto di svolta nelle carriere di Donald Byrd, Pepper Adams e Duke Pearson ci viene ora offerto
dalla JVC nello splendore dello XRCD per la gioia di tutti gli
audiofili amanti del jazz di alto livello.
Columns - GENNAIO 2011
HORACE SILVER
THE CAPE VERDEAN BLUES
Horace Silver, pianoforte; Joe Henderson, sax tenore;
Woody Shaw, tromba; J.J. Johnson, trombone;
Bob Cranshaw, basso; Roger Humphries, batteria
JVCAW0010 (XRCD24 alto prezzo)
The Cape Verdean Blues;
The African Queen; Pretty Eyes; Nutville; Bonita;
Mo’ Joe
Il 1965 fu un anno da
incorniciare per Horace
Silver. Nei dodici mesi di
quell’anno il suo “Song
for My Father” balzò ai
vertici delle hit-parade,
venne costituito un quintetto destinato a far parlare molto
di sé ed ebbe l’opportunità di avere nel disco che stava realizzando per la Blue Note una guest star d’eccezione, lo
strepitoso trombonista J.J. Johnson. In The Cape Verdean
Blues Johnson si trovò a far parte di una delle band migliori
di Silver, che poteva contare sul grandissimo talento di due
musicisti in vertiginosa ascesa come il tenorsassofonista
Joe Henderson e il giovane trombettista Woody Shaw. Questi due fenomeni spinsero Silver a eseguire alcuni strepitosi assoli, mentre i brani scritti dal pianista consentirono
a Henderson e a Shaw di privilegiare la linea melodica e
un’espressione quanto mai intensa. Tra i brani in programma, “The Cape Verdean Blues” rende omaggio alle isole
dell’Africa occidentale in cui nacque il padre di Silver,
“Pretty Eyes” è il primo valzer scritto da Silver e “Nutville”
è un brano tanto complesso quanto affascinante. Secondo
l’unanime giudizio degli addetti ai lavori, The Cape Verdean Blues è uno degli album più ispirati e interessanti della
lunga e straordinaria carriera di Horace Silver.
Pubblicato dalla JVC per
celebrare il terzo centenario della nascita di Giovanni Battista Pergolesi,
questo disco vede I Musici
eseguire una splendida silloge di opere di Geminiani, Pergolesi, Vivaldi e
Durante. Nel 1952 dodici
giovani e promettenti musicisti italiani – per la maggior parte romani e diplomati
all’Accademia di Santa Cecilia – costituirono un’orchestra
da camera formata da sei violini, due viole, due violoncelli,
un contrabbasso e un clavicembalo. Questi musicisti scelsero
come nome del loro complesso I Musici e decisero fin
dall’inizio di suonare senza direttore, allo scopo di creare tra
loro un rapporto egualitario, anche in materia di scelte interpretative e di repertorio. Dopo aver ascoltato una loro esibizione negli studi della RAI nel 1952, Arturo Toscanini ne
esaltò la prova di fronte ai numerosi giornalisti e critici presenti, dedicando al gruppo una sua fotografia con la dedica:
«Bravi, bravissimi… no! La musica non muore». Con il passare degli anni i musicisti sono cambiati, i membri fondatori
si sono ritirati uno dopo l’altro ma – con i giovani talenti che
ne hanno preso il posto – c’è sempre stato un gruppo di musicisti storici a garantire la continuità della tradizione dell’orchestra. L’ottima registrazione di Giulio Cesare Ricci effettuata con l’utilizzo di microfoni a valvole Neumann U47,
U48, e M.49 nella Casa della Spiritualità S.Teresa a Viterbo,
fa da ottimo starting point per la re masterizzazione seguita
negli studi della JVC Mastering Center in Giappone.. Un CD
di grande musica che grazie ad una tecnologia senza pari ne
restituisce intatto il suo grande fascino.
PATRICIA BARBER
MYTHOLOGIES
MFSL2-318 (2 LP da 180 grammi)
AA.VV.
CONCERTI E FOLLIE ALL’EPOCA DI PERGOLESI
I Musici
JVCXRNT007 (XRCD24 alto prezzo)
F. Geminiani: Concerto Grosso n. 12 per archi e cembalo
La Follia G.B. Pergolesi: Concerto in si bemolle maggiore
per violino, archi e basso continuo A. Vivaldi: Concerto per
due violoncelli, archi e basso continuo RV.531; Concerto per
violino, archi e basso continuo RV.208 Grosso Mogul F. Durante: Concerto n. 8 per archi La pazzia
The Moon; Morpheus;
Pygmalion; Hunger; Icarus (for Nina Simone);
Orpheus/ Sonnet; Persephone; Narcissus; Whiteworld / Oedipus; Phaethon; The Hours
Album jazz del tutto sui
generis, il sorprendente
Mythologies di Patricia
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Columns - GENNAIO 2011
Barber consentì alla celebre pianista americana di vincere il Guggenheim Fellowship, prima cantautrice a essere
insignita di questo prestigioso riconoscimento. Uscito nel
2006 dopo un lavoro di preparazione insolitamente lungo,
questo album al tempo stesso ambizioso e sofisticato non
conosce paragoni in nessun genere, riportando magicamente in vita undici personaggi mitologici tratti dalle celebri
Metamorfosi di Ovidio, uno dei massimi capolavori della
letteratura latina. Nel complesso, si tratta di un disco che
piacerà sicuramente sia agli appassionati del jazz d’autore
sia a chi ha ancora nel cuore gli studi liceali.
FOREIGNER
FOREIGNER
MFSL1-338 (LP da 180 grammi)
Feels Like the First
Time; Cold as Ice; Starrider; Headknocker; The
Damage Is Done; Long,
Long Way from Home;
Woman Oh Woman; At
War with the World; Fool
for You Anyway; I Need
You
È quasi impossibile trattenere l’emozione al pensiero dei grandi concerti rock degli anni Settanta. Infatti,
chi vi ha preso parte non può aver dimenticato il senso
di libertà che vi si respirava, i cori oceanici che salivano
al cielo e i vigorosi assoli di chitarra che hanno fatto da
colonna sonora a esperienze esaltanti, primi amori e – più
semplicemente – un rock destinato a superare l’esame del
tempo. Pochi album sono in grado di rievocare questi ricordi meglio di Foreigner, il disco d’esordio della omonima band anglo-americana guidata da Mick Jones pubblicato nel 1977, che con i suoi irresistibili riff di chitarra, il
suo coinvolgente stile vocale, la sua incontenibile ritmica
e i suoi splendidi testi vinse ben cinque Dischi di Platino.
Per parafrasare Shakespeare, questa è la materia di cui è
fatto il rock e la OMR è orgogliosa di riproporlo ai fan
del grande rock con la straordinaria qualità sonora del suo
vinile da 180 grammi.
ART PEPPER
THE COMPLETE ART PEPPER AT RONNIE SCOTT’S
1980
A. Pepper, sax contralto e clarinetto; M. Leviev, pianoforte;
T. Dumas, basso; C. Burnett, batteria
PPAN012 (7 LP da 180 grammi)
Nel giugno del 1980 Art
Pepper e il suo trio vennero ingaggiati per una serie
di esibizioni che avrebbero
dovuto tenersi nelle ultime
due settimane di quel mese
presso il Ronnie Scott’s.
Questo evento si rivelò un
successo strepitoso fin dalla prevendita dei biglietti.
Il grande fervore che si
venne a creare nella comunità dei jazzofili londinesi fece anche balenare l’idea di registrare questo straordinario quartetto
prima della fine dei concerti, un progetto che venne realizzato
dalla Mole Jazz, un negozio di dischi situato in King’s Cross.
La Mole Jazz era stata fondata da tre grandi appassionati di
jazz che volevano creare un negozio interamente dedicato al
jazz, con un vastissimo assortimento di dischi sia nuovi sia di
seconda mano. Le session di Art Pepper e del suo trio furono
le prime registrazioni in assoluto effettuate dalla Mole Jazz,
che le pubblicò in Blues for the Fisherman e l’anno successivo in True Blues. Per diversi anni questi due album sono stati
pressoché introvabili, un vero peccato a cui pone oggi rimedio
la Pure Pleasure. I master sono stati fortunosamente riscoperti
presso Laurie Pepper, la vedova del grande Art, che non li
aveva mai ascoltati in precedenza. Una volta entrata in possesso di questi tesori di inestimabile valore, la Pure Pleasure li
ha fatti accuratamernte rimasterizzare da Ray Staff e poi pubblicati in sette LP contenenti gli otto brani originali dei dischi
della Mole Jazz, aggiungendovi altri 17 track del tutto inediti
e le presentazioni di ogni brano dello stesso Pepper. Da non
perdere.
NINA SIMONE
AT CARNEGIE HALL
N. Simone, pianoforte e voce; A. Schackman, chitarra;
P. Orlando, chitarra; L. Ackinson, basso; M. Joe, batteria
PPSCP455 (LP da 180 grammi)
Black Swan; Theme From Samson and Delilah; If You Knew;
Theme From Sayonara; The Twelfth Of Never; Will I Find My
Love Today; The Other Woman / Cotton Eyed Joe
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Columns - GENNAIO 2011
Registrato dal vivo di fronte
a un pubblico tanto strabocchevole quanto entusiasta
presso la Carnegie Hall di
New York, questo imperdibile album comprende tre
brani ispirati al grande
schermo: “Black Swan”,
tratto dal film e dal musical
The Medium, il tema di Camille Saint-Saëns che aveva accompagnato l’epico Samson and Delilah diretto nel 1949
dal grande Cecil De Mille, nel quale la Simone si accompagnava
al pianoforte ripercorrendo le orme degli innumerevoli mostri
sacri della classica che la avevano preceduta sul palcoscenico
della Carnegie Hall, e il tema scritto da Irving Berlin per Sayonara, un film con Marlon Brando girato nel 1957, di cui la Simone fa rivivere con incredibile realismo lo spirito giapponese. Da
queste scelte si può avanzare l’ipotesi che Nina amasse molto il
cinema; in fin dei conti, il suo nome d’arte deriva in parte dalla
grande ammirazione che provava per le pellicole dell’attrice
francese Simone Signoret. Tra i brani migliori di quest’album
meritano di essere citati “If You Knew” (che accanto a Nina
vede protagonisti alcuni membri della band di Malcolm Dodd),
“The Twelfth of Never” e “Will I Find My Love Today”.
PREMIUM
AA.VV.
BEST AUDIOPHILE VOICES ON LP
– VOL. 2
Artisti vari
PRLP27840 (LP da 180 grammi)
Desperado (Emi Fujita);
Fields Of Gold (Eva Cassidy); Better Be Home Soon
(Andrea Zonn); I Left My
Heart In San Francisco
(Jean Frye Sidwell); Do
That To Me One More Time
(Jheena Lodwick); Fly
Away (Corinne May); The
Ole Devil Called Love (Etta
Jones); Can’t Take My Eyes
Off You (Sofia Petersson); Both Sides Now (Jeanette Lindstrom
e Steve Dobrogosz); Stay (Alison Krauss); Someone To Watch
Over Me (Susannah McCorkle); My Foolish Heart (Salena Jones); In A Sentimental Mood (Jacqui Dankworth); When I Fall
In Love (Claire Martin); Cry Me A River (Tania Maria)
Dopo il grandissimo successo ottenuto nelle versioni CD e
XRCD, la Premium pubblica il secondo volume di Best Audiophile Voices su LP da 180 grammi. Il programma di questo
disco propone una splendida selezione di brani noti e meno
noti eseguiti da alcune delle migliori cantanti in circolazione,
da Eva Cassidy ad Alison Krauss e da Salena Jones alla grande
Claire Martin. Come prevedibile, la straordinaria qualità sonora della registrazione consente di apprezzare anche le più
piccole nuances di ogni cantante e dei gruppi che le accompagnano, offrendo un ascolto di incredibile realismo. Da non
perdere specialmente per coloro che hanno apprezzato il primo
volume della serie.
ONDEKOZA
DOTOU BANRI
JVCHQ698
Ondekoza è un gruppo di musicisti giapponesi formatosi
nel 1969 facenti parte di un più
grande movimento di riscoperta della musica folk giapponesi. Una delle chiavi del successo del gruppo furono gli arrangiamenti delle melodie e degli
stili tradizionali in brani con
uno stile originale per legati
alla tradizione. In lingua giapponese Ondekoza significa gruppo di demoni dei tamburi e
questo riflette la musica per taiko che contraddistingue il
gruppo. Questo CD era stato disponibile in versione XRCD
qualche anno orsono, ora considerato il livello eccelso della
registrazione viene riproposto in questa versione HQCD che
è un’altra frontiera del CD. Per l’ascolto di questo formato
non sono necessari apparecchi speciali, basta inserire il CD
nella nostra meccanica (sia essa CD che SACD) e godere della bellezza di questa musica, che se anche distante dai nostri
stilemi può essere apprezzata e goduta anche in occidente.
AA.VV.
LE GRAND TANGO – MUSICA PER CELLO E PIANO
Zhao Jing, violoncello K.Matsumoto, piano
JVCHQ735
Il programma comprende sonate per violoncello e piano
di Chopin Shostacovich e
Astor Piazzolla. Anche questo titolo è stato stampato su
HQCD e masterizzato dalla
JVC utilizzando il sistema
K2. Una splendida silloge di
grandi sonate per piano e cello eseguita da due astri nascenti tra i musicisti cinesi tra
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Columns - GENNAIO 2011
cui spicca Zhao Jing che ha suonato al Teatro Alla Scalasotto la direzione di Claudio Abbado, in Giappone sotto la
guida di Rostropovich e di Seiji Ozawa.
SEBASTIAN STERNAL TRIO
PARIS
Sebastian Sternal Trio
SFLP8068 (LP da 180 grammi)
BEOGA
LIVE AT STOCKFISCH STUDIO
Beoga
SFLP8053 (LP da 180 grammi)
SFSA4053 (SACD alto prezzo)
Trolleyed; Factory Girl;
Prelude Polkas; Please
Don’t Talk; A Delicate
Thing
Beoga (termine traducibile con ‘vivacità’) è un
gruppo originario della
County Antrim, nell’Irlanda settentrionale, che
esegue musica strettamente legata alla tradizione irlandese. Nonostante questo, i cinque componenti
di questo gruppo non si tirano mai indietro quando si presenta l’occasione di inserire nella loro musica elementi di
altri generi, dai taglienti riff blues alle rivisitazioni jazz di
Astor Piazzolla, alla grossolana vitalità dei jamboree di
New Orleans, senza comunque perdere mai di vista i ritmi
tradizionali della loro musica. Da tutto questo deriva uno
stile profondamente tradizionale, con un grande gusto per
il divertimento e la sperimentazione.
Come ha scritto in una recente recensione il critico
dell’Irish Times: «Dotati di un notevole talento individuale e di una ispirazione collettiva, i cinque componenti del
gruppo Beoga si esprimono in un linguaggio chiamato musica con un’eloquenza e una proprietà che susciterebbero
invidia anche nei migliori linguisti».
Beoga è sinonimo di world music irlandese e il suo ardito
percorso pionieristico basato su una fresca energia creativa gli ha consentito di conquistare il cuore di schiere
sempre più folte di appassionati e anche un gran numero
di addetti ai lavori, come si può capire dal giudizio espresso dal critico dell’Irish Music Magazine, secondo il quale
Beoga sarebbe «la punta di diamante della new wave irlandese». Un disco di rapinosa bellezza, che non mancherà
di conquistarvi.
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Place Dauphine; Prélude;
Les mains d’Elsa; Panama; Caravelle; Custine;
Les adieux
La Stockfisch è orgogliosa
di accogliere nel proprio
prestigioso catalogo un
nuovo interessantissimo
trio jazz, guidato da Sebastian Sternal, un pianista
di grande talento che nel
2007 si trasferì a Parigi per un anno per studiare presso il
Conservatoire National Supérieur de Musique et de Danse e
rese omaggio alla Ville Lumière con una serie di brani di rara
bellezza. Il Sebastian Sternal Trio – che comprende anche il
contrabbassista Sebastian Klose e il percussionista Axel Pape
– viene affiancato in questo disco dalla bravissima Anne-Marie Jean, una cantante parigina dalla voce estremamente versatile e duttile che contribuisce a rendere ancora più autentico
questo ritratto in musica della capitale francese. Questo titolo
è disponibile anche su SACD multicanale (SFSA4068).
DENNIS KOLEN
NORTHEIM | GOLDMINE
D. Kolen, voce, chitarra, arpa blues e basso; F. Lagendijk,
pianoforte, fender rhodes, hammond b3 e mellotron;
W. Zeedijk, basso elettrico e voce; J. van den Nieuwenhuizen,
batteria e percussioni; B. Kossowska, arpa blues;
B. Brockhausen, sax, flauto e percussioni; L. Morris,
voce; W. Bolimowski, violino e arrangiamento d’archi;
Z. Bolimowski, violino; O. Labach, viola; L. Chaubard, violoncello; P. Funk, dobro; S. van Samson, hang;
Hans-Jörg Maucksch, basso
SFSA4059 (SACD alto prezzo)
The Shape of Things; Seaside Rendezvous; The
Ties That Bind; For
Cloud Dog and Jane;
Stand Inside Love; Stay
with Me; Hey California;
She Knows Me So Well;
The Boy in the Photograph; Halfway to Heaven;
Your Goodnight Blues
Dennis Kolen è un giovane cantautore originario di Rotterdam. Gli olandesi sono
Columns - GENNAIO 2011
tradizionalmente considerati grandi viaggiatori e ovunque
il destino li abbia voluti – su un vascello nel bel mezzo di
un oceano tempestoso tre secoli fa o su un fuoristrada ai
confini del mondo oggi – hanno sempre dato prova di essere dotati di un grande coraggio. Dennis Kolen ha avuto
il coraggio di credere nella Stockfisch Records e da questa
collaborazione è scaturito questo bellissimo disco. Kolen è
cresciuto ascoltando i vinili della collezione di suo padre,
che comprendeva i più grandi successi di Jackson Browne,
James Taylor e Paul Simon, cantanti che hanno influenzato
profondamente gli orizzonti musicali del giovane Dennis.
Crescendo, Dennis ha cominciato ad apprezzare anche
i musicisti della West Coast che fecero furore negli anni
Settanta come gli Eagles, Poco, Crosby, Stills & Nash. Il
risultato di questo eclettico percorso artistico viene presentato in questo splendido SACD, che vede protagonista un
cantante dalla voce straordinariamente espressiva, che non
teme il confronto nemmeno con grandissimi del calibro dei
Beatles e di Joni Mitchell. Come dice il titolo, questo disco
è davvero una miniera d’oro.
CARL CLEVES E PARISSA BOUAS
OUT OF AUSTRALIA
P. Bouas, voce, chitarra, shruti box, percussioni, cachichi;
C. Cleves, voce e chitarra; L. Morris, voce; P. Funk, dobro;
D.k Jung, chitarra; L. Chaubard, violoncello; C. Struck,
corno inglese; B. Brockhausen, tambura, arpa ebraica,
swarmandal, mbira, hulusi; L. Hansen, basso
SFSA4060 (SACD alto prezzo)
The Bethlehem Bell Ringer; Graceful; Zeco; Into
the Light; House of Sorrow
Gli australiani Carl Cleves
e Parissa Bouas godono di
una ragguardevole fama
nella loro patria. Le tre
parole di cui si compone
il titolo del loro nuovo
disco pubblicato dalla
Stockfisch Records, Out of Australia, presentano un’evidente
somiglianza con il celebre film Out of Africa (La mia Africa) e non bisogna di certo essere esperti linguisti per capire
che l’espressione “out of” fa riferimento a un intenso legame
emotivo con un paese. Questo fatto appare del tutto evidente
ascoltando i brani contenuti in questo splendido SACD. L’angelica voce di Parissa vi darà l’impressione di un ammaliante
invito di una sirena o di una ninfa dei boschi della mitologia
greca, mentre il timbro ruvido e affascinante e la chitarra di
Carl costituiscono la prova più evidente che gli angeli conoscono molto bene la tradizione popolare celtica. Un disco di
sorprendente bellezza.
OSCAR PETERSON & NELSON RIDDLE
The Trio & The Orchestra
SCVER8562 (LP da 180 grammi)
Frank Sinatra una volta
definì Nelson Riddle il più
grande arrangiatore del
mondo. Bene voi potreste
essere capaci di citarne un
altro paio che potreste
mettere al sua stesso livello o anche ad un livello
superiore; ma questo non
ha effetto sullo stile e
sull’eleganza del suo
swing che poteva infondere anche alla più cruda delle composizioni. La sua collaborazione con il virtuoso del piano
Oscar Peterson – che mai mancava di suonare un pezzo se
poteva sfoggiare la maestria che sgorgava dalle sue dita – era
chiaramente positiva specialmente nei brani lenti: le melodie
sono più riconoscibili, il risoluto senso del ritmo è ancora più
sostenuto e la sua immaginazione è vieppiù sollecitata.
Questo album è un potpourri di evergreens composti da Duke
Ellington, Thelonious Monk, sino a Kurt Weill; splendida la
versione di “Someday My Prince Will Come” dove il swing
si sviluppa in maniera meravigliosa, ed il classico di Benny
Goodman “Goodbye” che dona un finale indimenticabile a
questa elaborata registrazione del 1963.
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Columns - GENNAIO 2011
Presto in arrivo per tutti i più esigenti audiofili
i sei Super Audio CD più ricercati del momento
direttamente dal Giappone le ristampe
Deutsche Grammophon, Decca, Emi della Esoteric
JEAN SIBELIUS
A. DVORÁK - J. BRAHMS
SINFONIA N. 1. KARELIA SUITE
OPERE ORCHESTRALI
Wiener Philharmoniker, C. Kleiber
Wiener Philharmoniker, L. Maazel
Wiener Philharmoniker, H. von Karajan
ESS90018 (SACD alto prezzo)
ESS90020 (SACD alto prezzo)
ESS90036 (SACD alto prezzo)
PIOTR ILIC CIAIKOVSKY
FRANZ LEHÁR
JOHANNES BRAHMS
SINFONIE N. 4, 5 E
LA VEDOVA ALLEGRA
CONCERTO PER VIOLINO E ORCHESTRA OP. 77
Z. Kelemen, T. Stratas, R. Kollo,
Chor der Deutschen Oper Berlin,
Berliner Philharmoniker, H. von Karajan
D. Oistrakh, violino
The Cleveland Orchestra, G. Szell
JOHANNES BRAHMS
SINFONIA N. 4
6
Orchestra Filarmonica di Leningrado,
E. Mravinsky
ESS90037-8 (2 SACD alto prezzo)
ESS90039-40 (2 SACD alto prezzo)
22
ESS90044 (SACD alto prezzo)
Columns - GENNAIO 2011
I più premiati
I dischi del catalogo Sound and Music
che hanno ricevuto i più prestigiosi premi nazionali e internazionali
GRAMOPHONE Editor’s Choice NOVEMBRE 2010
Brahms
Karen Geoghegan
Verdi
THE COMPLETE VARATIONS
SUONA MOZART ROSSINI E ALTRI
OTELLO
CDA67777
CHAN10613
LSO0700
GRAMOPHONE Editor’s Choice DICEMBRE 2010
Elgar
Lutoslawski
Schubert
CONCERTO PER VIOLINO
MUSICA ORCHESTRALE
DUETTI PER PIANO
CHANSA5083
CHANSA5082
CDA67665
Diapason d’Or Novembre 2010
Foerster
INTEGRALE DEI QUARTETTI
SU4050
Diapason d’Or Dicembre 2010
Bavouzet
SUONA RAVEL, DEBUSSY, MASSENET
CHANSA5084
Flagstad
INTERPRETA WAGNER E STRASS
AUD23416
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Sound and Music Columns - GENNAIO 2011