Pensioni in pericolo

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Pensioni in pericolo
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Previdenza
Pensioni in pericolo
Come difenderle e come prepararsi
Mario Defidio
I
l pensionamento, cari colleghi, rappresenta la fine di
una parte della nostra vita.
Ma saremo soddisfatti del
trattamento che riceveremo? Quanto hanno perso le
pensioni degli ultimi 15/20 anni in termini di rivalutazione monetaria? Vi faccio solo due esempi:
– un pensionato ospedaliero che nel
gennaio 1992 percepiva £ 2.300.000
nette ed attualmente percepisce €
1.460,00 netti mensili ha subito una
perdita del potere di acquisto di oltre €
1.000,00 mensili.
– un pensionato che nel gennaio
2004 percepiva € 2.800,00 netti ed oggi
ne percepisce € 2.836,00 ha subito una
perdita netta di circa € 260,00 al mese,
cioè una perdita mensile di circa il 10% della sua pensione.
Tutto ciò trova la sua origine quando nel 1992 il Governo
Amato, con i cosiddetti interventi di risanamento dei conti
dello Stato e di riforma del sistema pensionistico, ha sconvolto il meccanismo di adeguamento delle pensioni che, fino ad
allora, prevedeva la perequazione al costo della vita due volte
all’anno e l’aggancio alla dinamica salariale.
Il 19 settembre 1992 questo meccanismo fu soppresso e,
quando fu ripristinato, lo scatto era diventato uno solo e l’aggancio alla dinamica salariale era scomparso.
A fronte di questi tagli il decreto Lgs 503/92 (art. 11 c. 2)
conteneva una norma di compensazione che non è stata realmente applicata né allora né mai.
Tutto ciò ha comportato, solamente negli ultimi 15 anni,
una perdita di potere di acquisto delle pensioni valutata
mediamente dal 35 al 70% per le pensioni medio-basse e al
30/35 % per le pensioni più elevate.
Cosa vogliamo fare?
– Diminuire la durata media della vita? Per noi medici
sarebbe alquanto difficoltoso realizzare tale progetto.
– Riutilizzare per gli anziani la Rupe Tarpea?
– Risolvere il risanamento dei bilanci dello Stato eliminando i pensionati? Questo probabilmente si potrà realizzare continuando a diminuire il potere di acquisto delle loro pensioni.
Ma, a parte le facili battute, sarebbe meglio eliminare quel
clientelismo partitocratico imperante in Italia e cioè:
– eliminare le Circoscrizioni e le
Province con i loro eserciti di funzionari
e consiglieri che, ad ogni cambio di
amministrazione, vengono benevolmente collocati come pubblici dipendenti;
– ridurre gli stipendi dei Parlamentari italiani ed europei (i più pagati
d’Europa) e dei Consiglieri regionali,
dimezzandone contemporaneamente il
numero;
– eliminare i finanziamenti pubblici ai partiti.
Cari colleghi non si vuol fare demagogia di bassa lega, ma sostenere che
sulle pensioni si può trattare a patto
che il Governo vari una seria riforma
degli ammortizzatori sociali e si impegni seriamente ad abbattere i costi
della politica.
Chiedere, però, fin da subito un’indispensabile intervento
sulle pensioni ai superstiti.
Quando la pensione è l’unica fonte di reddito di una coppia di anziani non è immaginabile che la scomparsa del titolare ne provochi quasi il dimezzamento, per cui non possiamo
che essere estremamente critici sulla sua sostanziale ulteriore decurtazione determinata dalla legge finanziaria 2007 con
i commi 774, 775, 776.
Così come rifiutiamo decisamente l’introduzione dei cosiddetti contributi di solidarietà sulle pensioni più elevate, che
hanno una scarsa valenza in funzione di risparmio, rappresentando soltanto una manovra di bassa demagogia.
È urgente, contro questo provvedimento iniquo, promuovere sul territorio nazionale alcune cause a difesa di colleghi
già pensione.
Si respinga, altresì, ogni tentativo di reintroduzione di
divieti di cumulo che si tradurrebbero in un aumento esponenziale del lavoro nero con effetti negativi anche sul piano
finanziario per tutto il sistema.
Chiediamo, quindi, una evidente inversione di tendenza
per una difesa del potere di acquisto dei redditi da pensione,
la cui perdita non può essere più tollerata, in quanto spinge
verso forme di arretramento delle condizioni generali di vita
milioni di persone.
Nell’anno in corso la crescita economica sarà negativa o,
nella migliore delle ipotesi, uguale allo zero.
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Siamo, dunque, all’inizio di una recessione che si ripercuoterà ancora più negativamente sul potere di acquisto
delle pensioni.
La richiesta, quindi, della rivalutazione di tutte le pensioni non è una richiesta corporativa, ma una priorità per tutto
il Paese.
Non si tratta, infatti, di una giusta misura di equità sociale, ma anche di una necessità per l’economia italiana in crisi,
soprattutto, per il calo dei consumi interni, legato anche alle
difficoltà economiche di milioni di pensionati.
Peraltro numerose sono le sentenze della Corte
Costituzionale che hanno più volte ribadito la necessità di un
intervento legislativo per riformulare lo strumento di adeguamento delle pensioni che dal 1992 è impropriamente calcolato sull’indice ISTAT o addirittura al di sotto dell’indice di
inflazione programmata.
Ed ai politici è opportuno ricordare che cosa ne è della
famosa separazione dell’assistenza dalla previdenza già prevista per legge da oltre venti anni.
È necessario ricordare che la continua inesorabile perdita di potere di acquisto delle pensioni è stata fortemente
aggravata dalla norma della Finanziaria che prevede la
sospensione dell’indicizzazione delle pensioni superiori a circa
€ 3.500,00 lordi mensili, norma che rappresenta l’ennesimo
furto ai danni di chi onestamente si è costruito una buona
pensione (ma certamente non d’oro) con i contributi versati
nel corso di una lunga vita di lavoro.
Non possiamo dimenticare che è stato il Governo Amato
nel 1992 ad eliminare il collegamento delle pensioni alla
dinamica salariale.
Più volte è stato chiesto ai vari governi la rivalutazione
delle pensioni ed il recupero di quanto perso come potere di
acquisto, ma Loro prendono solo in considerazione le fasce
cosiddette più deboli, ritenendo ricchi i pensionati medici.
Cosa fare per porre fine a tale situazione?
Indispensabile una più stretta collaborazione con i Sindacati, le Confederazioni Sanitarie e le Federazioni degli Ordini Nazionali dei Medici, dei Veterinari e dei Farmacisti.
Siccome i vari Sindacati CGIL, CISL, UIL e UGL tutelano
quasi esclusivamente, se non esclusivamente, le cosiddette
fasce deboli e non tanto i dirigenti, è opportuno far presente a questi sindacalisti che andando in pensione, in dieci,
quindici anni di pensionamento verranno svalutate le loro
pensioni se non collegate alle dinamiche salariali.
A tutti i partiti politici ed al Governo da poco in carica ora
si chiede l’impegno per la costituzione di un vero tavolo di
contrattazione, certamente non come quello fittiziamente
realizzato dall’ex Ministro Damiano, per la verifica dei redditi da pensione, tavolo che dovrà essere la sede dove sviluppare il confronto su proposte in grado di rendere praticabili gli obiettivi che si propongono:
1)
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il riaggancio delle pensioni alla dinamica salariale;
la loro perequazione al reale costo della vita;
l'aumento delle pensioni di reversibilità;
la revisione dei divieti di cumulo;
la riduzione della pressione fiscale;
il contenimento dei prezzi e delle tariffe.
La pensione non è un regalo, ma un diritto che i lavoratori hanno ampiamente pagato in anticipo, è uno stipendio
differito.
* Vice Presidente Nazionale Feder.S.P.eV.
(Federazione Sanitari Pensionati e Vedove)
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Difendiamo
l’età debole
Feder S.P.eV.
Federazione Nazionale Sanitari
Pensionati e Vedove
C
on 15 partecipanti davanti al notaio Dott. Giorgio Garzia, il 23 settembre 1967 nell’Hotel Palace di Viareggio, venne legalmente costituita
l’Associazione denominata “FEDERSPELV” (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati Enti
Locali e Vedove). Nel Congresso straordinario
del 2 dicembre 1978 a Roma, Presidente il Prof. Piero Pellegrini, venne approvato il cambiamento di denominazione in
“FEDER S. P. e V.” (Federazione Sanitari Pensionati e Vedove) e la modifica statutaria fu approvata nel 17° Congresso
Nazionale di Rimini del 26-28 settembre 1980.
La “FEDER. S. P. e V.” è la Federazione dei Sanitari pensionati (Farmacisti, Medici, Veterinari) e delle loro vedove
legalmente costituita; ha sede a Roma in Via Ezio, 24, è apolitica, aconfessionale ed ha finalità sindacali ed associative.
È organizzata in Organi Regionali ed in Sezioni Provinciali
che dipendono dal Comitato Direttivo Nazionale con Presidente il Dott. Eumenio Miscetti e si compone di Soci effettivi, di Soci sostenitori e di Soci onorari.
La “FEDER S. P. e V.” si prefigge di:
a) tutelare gli interessi morali, economici, giuridici, professionali ed assistenziali dei Soci e propugnare la difesa dei
diritti acquisiti e da acquisire;
b) propugnare l’autodeterminazione e la piena rappresentatività nei vari organismi sanitari e nei confronti del servizio sanitario nazionale e delle istituzioni dello stesso, proponendo iniziative di natura legislativa;
c) praticare tutta la possibile assistenza materiale e
morale ai Soci e alle loro famiglie.
In una società tumultuosa ed egoista, dove il numero ed
il denaro impongono leggi e privilegi, è estremamente pericoloso isolarsi, specie nei momenti più delicati della vita,
come quelli della quiescenza, del prepensionamento e dell’età avanzata.
Il pensionato è inevitabilmente e gradualmente sospinto
verso l’emarginazione, abbandonato, tradito dai Sindacati
degli attivi, spesso dimenticato dagli Ordini Professionali,
non deve passivamente rassegnarsi ma ricercare un modo di
aggregazione che difenda Lui e i suoi familiari specialmente
nel momento di maggior necessità.
La “FEDER S. P. e V.”, forte di oltre 16.000 iscritti, fa sentire forte la propria voce, tutelando i diritti dei pensionati.
La quota associativa è di € 3,00 al mese per i titolari (€ 36,00
annue) e € 2,00 al mese per i superstiti (€ 24,00 annue)
comprensiva di € 0,26 mensili per il Fondo di Solidarietà.
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Foto di Gianni Berengo Gardin
a) I Medici pensionati ENPAM e le vedove o gli orfani, i
Farmacisti pensionati ENPAF e le vedove o gli orfani, i VETERINARI pensionati ENPAV e le vedove o gli orfani possono
iscriversi inviando alla Sede Centrale della FEDER.S.P.eV. Via Ezio, 24 - 00192 Roma, una cartolina di adesione già predisposta, da ritirare presso i rispettivi Ordini, nella quale si
autorizza l’ENPAM o l’ENPAF o l’ENPAV a trattenere la quota
associativa dalla pensione. La cartolina non è un elemento
essenziale per le modalità d’iscrizione, in quanto la stessa
potrebbe essere effettuata anche a mezzo comunicazione su
foglio di ricettario o su carta semplice con i dati, in stampatello, delle generalità, dell’indirizzo e il CODICE della PENSIONE ENPAM da rilevare sul modulo stesso della pensione.
b) Per i Medici, Farmacisti, Veterinari prepensionati prima
del 65° anno; per i Soci sostenitori la quota associativa
dovrà essere versata in un’unica soluzione (€ 36,00 per i
titolari e € 24,00 per i superstiti) a mezzo di c/c postale N.
74310004 intestato a FEDERSPEV, Federazione Sanitari
Pensionati e Vedove - Via Ezio, 24 - 00192 Roma, specificando sul retro la categoria di appartenenza e l’anno di riferimento. È necessario che l’indirizzo sia completo di Via, Città,
Provincia.
Con la quota associativa si ha diritto:
– gratuitamente alla consulenza pensionistica, alla consulenza legale e alla consulenza fiscale;
– al mensile di informazione sindacale “AZIONE SANITARIA” che tempestivamente informa gli iscritti sulle problematiche relative all’Assistenza, alla Previdenza e a tutti i settori
di appartenenza (INPDAP, INPS, ENPAM, ENPAF, ENPAV,
ONAOSI, ecc.);
– alla partecipazione all’annuale Congresso Nazionale.
Recentemente è stato ottenuto:
– riconoscimento dell’aumento delle quote ISTAT per le
pensioni del Fondo generale dell’ENPAM, a decorrere dal 1°
gennaio 1999;
– riconosciuta la non obbligatorietà del contributo del 2%
sul reddito libero-professionale prodotto dai pensionati al di
sopra dei 65 anni, a decorrere dal 1998 per i redditi del 1997;
– ottenuta la corresponsione di due annualità di pensione
per le vedove che si risposano;
– ottenuta l’erogazione della pensione ENPAM mensilmente e in forma anticipata;
– ottenuto dall’ONAOSI il riconoscimento del diritto all’as-
sistenza anche per i contribuenti ormai pensionati, il diritto al
soggiorno nella “Residenza Montebello” di Perugia per sanitari anziani;
– raggiunto l’accordo “ENPAM-GENERALI” per l’Assicurazione malattia, che dal 1° giugno 2001 viene estesa anche
ai familiari;
– attivato il Fondo di Solidarietà.
Nell’ambito del XLII Congresso Nazionale FEDER. S. P. e V.
del 15-18 maggio 2005 tenutosi a Fiuggi, è stato rinnovato,
il Comitato Direttivo Nazionale per il quadriennio 20052009, che risulta così composto:
Presidente
Dr. Eumenio Miscetti
medico
Vice
Presidenti
Sig.ra Teresa Stardero Gariglio
Dr. Mario Defidio
ved. medico
farmacista
Segretario
Dr.ssa Edelweiss Trazza Braccio medico
Tesoriere
Sig.ra Giovanna Pisanelli Iavernaro ved. medico
Consiglieri
Sig.ra Mirella Abbenante Piccione
Dr. Angelo Capezzuto
Dr. Ruggero Cervato
Dr. Ermanno Lenzi
Dr. Agrippino Messina medico
Dr. Marco Perelli Ercolini
Dr. Renato Ponzoni
Dr.ssa Lidia Preta Torlone
Dr. Santi Salamone
Dr. Ugo Tenchini
Dr. Luigi Vinanti
Componenti designati dalle Federazioni
Dr. Aldo Maurelli
Dr. Emilio Pozzi
Dr. Antonio Rambelli
(FNOVI)
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente
Dr. Sergio Casentini
ved. medico
medico
medico
medico
medico
medico
ved. veterinario
medico
medico
medico
farmacista (FOFI)
medico (FNOMC&O)
veterinario
medico
Consiglieri
Dr. Salvatore Elia
Dr. Ireneo Luchetti
medico
medico
Supplente
Dr. Giovanni Pella
medico
Sezione di Bari - Presidente dott. Pietro Sciuga
Via Crisanzio, 15 - 70122 BARI - Tel. 080.5211157.
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