isolamento pazienti
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isolamento pazienti
Oncoematologia Pediatrica - Masi Gruppo di lavoro per l’isolamento dei pazienti Componenti gruppo di lavoro: Bolognini Silvia, Tartari Piero, Barberini Mirta, Bernagozzi Francesca, Gnudi Elena. Obiettivo generale: Ridurre il rischio infettivo e la trasmissione delle infezioni in Oncoematologia Pediatrica agendo con sistemi di controllo sugli accessi, modificando le procedure di isolamento dei pazienti neutropenici ed il protocollo di gestione del CVC. Obiettivi intermedi: a) Migliorare le modalità di isolamento e di gestione dei pazienti pediatrici neutropenici ed infetti, al fine di prevenire infezioni nosocomiali ed infezioni crociate. b) Creare un substrato culturale e comportamentale in tutto il personale sulla gestione dell’isolamento del paziente pediatrico immunodepresso. c) Stratificare i pazienti in base al rischio infettivo valutato sulla gravità e durata della fase di neutropenia. d) Sensibilizzare ed istruire i genitori alle corrette norme comportamentali ed elaborare un manuale per loro. e) Controllare gli accessi dei visitatori e del materiale proveniente dai servizi esterni tramite carrelli. f) Valutare e verificare l'adeguatezza dei presidi ( compresi disinfettanti ) attualmente in uso. Obiettivo finale: Al termine di un periodo di addestramento, verrà creata una istruzione operativa di servizio sull'isolamento pazienti e sulla gestione del CVC Metodo: a) Utilizzare lo strumento dell’EBN come forma di ricerca per acquisire dati ed esperienze ed erogare interventi basati sulla migliore efficacia clinica dimostrata dall’evidenza scientifica più aggiornata. b) Condivisione con tutti i soggetti coinvolti. c) Formazione. d) Implementazione. Identificazione del problema: L'evidenza dimostra come qualsiasi infezione contratta in ospedale aumenti, anche notevolmente, la permanenza in ospedale ed i costi relativi. 1 Questo grafico, tratto da " hospital Acquired infections" pubblicato da Bandolier nel 2000, dimostra come qualsiasi tipo di infezione prolunghi la degenza. Questo grafico ( stessa fonte del precedente ) indica l'aumento del costo per ogni paziente colpito da infezione La gestione del paziente neutropenico è sempre stata complicata dalla necessità di garantire una forma di isolamento che riesca efficacemente a prevenire il rischio, più elevato in quanto paziente immunocompromesso, di infezioni nosocomiali e la trasmissione crociata delle stesse. Inoltre, in tempi recenti non si è proceduto ad una revisione delle nostre modalità comportamentali basandoci sulle più aggiornate evidenze scientifiche. E’ giusto rimarcare l’obbligo etico di applicare la migliore pratica clinica assistenziale possibile. Vincoli: a) Strutturali ed ambientali. b) Culturali: consuetudine, resistenza al cambiamento, compliance unità genitore-bambino, scarsa informazione. Strumenti: a) Monitoraggio continuo dell’andamento settico. Il monitoraggio segnalerà l’evento infettivo e valuterà la complessità del paziente (stratificazione in base a categorie di 2 rischio) tramite schema composto da: Nome paziente, diagnosi, tipo di evento, stratificazione al momento dell’evento, invasività presente ( cvc, catetere vescicale, ecc.), esecuzione di esami colturali e loro esito, provvedimento farmacologico e non farmacologico ( isolamento singolo, ecc.), durata ed esito evento. b) Recepimento lineeguida aziendali sulla gestione CVC. c) Elaborazione di un manuale per i genitori. Risorse aziendali: Servizio di Microbiologia, Servizio Igiene Ospedaliera, Servizio di Farmacia, Magazzino generale, Direzione Medico-Ospedaliera. Risorse interne: Infermieri, ausiliarie sociosanitarie, medici, maestre, insegnanti, volontari AGEOP, genitori, RAQ, Dietiste. Ipotesi: a) Modifica del nostro protocollo attualmente in uso, in base alle evidenze scientifiche. b) Modifiche delle modalità di gestione del paziente neutropenico applicando, nella maniera più rigida e nei limiti concessi dalla struttura, le tecniche più recenti di isolamento la cui efficacia sia comprovata dall’ evidenza scientifica, verificandone l’applicabilità. Qualora alcune evidenze non fossero assolute, ricorrere alla esperienza del gruppo in materia. Interventi: a) Sensibilizzare gli operatori al problema. b) Educare i colleghi sulle modalità di compilazione dello schema per il monitoraggio degli eventi. c) Divulgare gli obiettivi, metodiche e strumenti di questo lavoro e delle evidenze trovate, tramite interventi formativi rivolti a tutti gli operatori coinvolti. d) Creare una tabella di lavoro con Fasce di Rischio ed il Tipo di misure di prevenzione da adottare in base al rischio. e) Coinvolgere il referente qualità per l'elaborazione di una istruzione operativa specifica per il nostro servizio e concernente sia l'isolamento pazienti sia la gestione del cvc, in quanto riteniamo siano inscindibili ai fini della gestione totale del paziente neutropenico. f) Modificare modalità di accesso al reparto dei genitori, dei parenti e dei materiali trasportati tramite carrelli e provenienti dal tunnel. g) Elaborare un manuale rivolto ai genitori ed alle persone che assistono il bambino. Elenco allegati: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) Piano di lavoro Prospetto precauzioni standard isolamento pazienti. Modalità di comportamento nel bambino in isolamento preventivo. Tabelle di lavoro con fasce di rischio. Modalita' di comportamento nel bambino in isolamento settico Tabella monitoraggio eventi + modalità di compilazione. Schema intervento in base all’evento ed alla fascia di rischio. 3 8) Prospetto modifiche operative attuabili in tempo breve. 9) Bibliografia. ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA - Masi PIANO DI LAVORO PER IL PROGETTO DI MODIFICA: A) DELLE MODALITA' DI ISOLAMENTO DEI PAZIENTI. B) DELLE MODALITA' DI ACCESSO AL REPARTO DEI VISITATORI E DEL MATERIALE. C) DEL PROTOCOLLO DI GESTIONE DEI CVC. OBIETTIVI QUESTO PIANO DI LAVORO E' NATO CON UNA FINALITA' OPERATIVA E SEGUE IL PROCESSO INIZIALE DI: a) IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA RELATIVO ALL' AUMENTO DELLE INFEZIONI CVCCORRELATE NEL NOSTRO REPARTO E, PIU' IN GENERALE, DELLE INFEZIONI CROCIATE. b) COSTITUZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO CON L'OBIETTIVO DI RIDURRE IL RISCHIO INFETTIVO E LA TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI. c) SCELTA DELLA METODICA EVIDENCE BASED NURSING PER LO SVILUPPO DELLA RICERCA. d) RICERCA DELLE PIU' AGGIORNATE EVIDENZE SCIENTIFICHE IN MATERIA SU DATABASES NAZIONALI ED INTERNAZIONALI. SI PONE COME LIMITE L'ASSUNZIONE DI MATERIALE A PARTIRE DALL'ANNO 1996, E SI PRENDE IN CONSIDERAZIONE SOLO IL MATERIALE DISPONIBILE FULL-TEXT O DEL QUALE SIA DISPONIBILE L'ABSTRACT, PER LIMITARE LA RICERCA ALLE INFORMAZIONI ATTINENTI E CHE ABBIANO UNA SENSIBILITA' ED UNA SPECIFICITA' ADEGUATA. e) REVISIONE, TRADUZIONE E VERIFICA DELLA BIBLIOGRAFIA DISPONIBILE E SELEZIONE DELLE EVIDENZE TROVATE, CON DETERMINAZIONE DELLA FORZA E DELLA QUALITA' DELLE RACCOMANDAZIONI. f) RECEPIMENTO DELLE LINEEGUIDA AZIENDALI SULLA GESTIONE CVC, DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE. g) ELABORAZIONE DI UNA TABELLA RELATIVA ALLE PRECAUZIONI STANDARD DA APPLICARE IN MATERIA DI ISOLAMENTO PAZIENTI. h) ELABORAZIONE DI UNA TABELLA DI LAVORO CON FASCE DI RISCHIO (STRATIFICAZIONE DEL PAZIENTE) ED UNO SCHEMA DI INTERVENTO SPECIFICA PER IL PAZIENTE IMMUNODEPRESSO DA CHEMIOTERAPIA. i) PREDISPOSIZIONE DI UN MONITORAGGIO CONTINUO DEGLI EVENTI SETTICI, CON SCHEDA DI MONITORAGGIO E SCHEMA DI COMPILAZIONE. j) ELABORAZIONE DI UN PROGRAMMA DI MODIFICHE OPERATIVE ATTUABILI IN TEMPI BREVI. METODOLOGIA IL GRUPPO SI E' DIVISO IN TRE SOTTOGRUPPI CHE, LAVORANDO IN SINERGIA, SI SONO OCCUPATI DEI TRE ASPETTI DEL PROGETTO DI MODIFICA. COMPONENTI SOTTOGRUPPI: A ( ISOLAMENTO PAZIENTI): Piero Tartari 4 B ( ACCESSO AL REPARTO ): Silvia Bolognini e Francesca Bernagozzi C ( PROTOCOLLO GESTIONE CVC ): Mirta Barberini ed Elena Gnudi IL GRUPPO A SI E' OCCUPATO DELLA MODIFICA DEI CRITERI DI ISOLAMENTO PAZIENTI, RISPETTO ALLE NORME STANDARD E SPECIFICHE BASANDOSI SULLE FASCE DI RISCHIO E SU CRITERI DI STRATIFICAZIONE DEL PAZIENTE. IL GRUPPO B SI E' OCCUPATO DELLA MODIFICA DEI CRITERI DI ACCESSO DEI VISITATORI E DEL MATERIALE AL REPARTO, ELABORANDO ANCHE UN PIANO EDUCATIVO E DI COINVOLGIMENTO DELLE FIGURE COINVOLTE E UN MANUALE TECNICO-LOGISTICO PER I GENITORI. NEI PROGRAMMI DI SVILUPPO E' PREVISTA L'ELABORAZIONE DI UNA PROPOSTA DI MODIFICHE STRUTTURALI IN COLLABORAZIONE CON IL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE, IL SERVIZIO DI IGIENE OSPEDALIERA E L'UFFICIO TECNICO. IL GRUPPO C SI E' OCCUPATO DI ADATTARE IL PROTOCOLLO DI GESTIONE CVC ATTUALMENTE IN USO BASANDOSI SULLE EVIDENZE TROVATE E SULLE LINEEGUIDA AZIENDALI, CON ELABORAZIONE DI UN PROGRAMMA DI FORMAZIONE SPECIFICO. IN SEGUITO VERRA' ELABORATA UNA PROCEDURA DI REPARTO SPECIFICA. ISOLAMENTO PAZIENTI PRECAUZIONI STANDARD CON FORZA E QUALITA’DELLE RACCOMANDAZIONI E RIFERIMENTO AI DATABASES CONSULTATI Le misure indicate sono state studiate per la prevenzione ed il controllo delle infezioni, mirate ad evitare trasmissioni fra paziente e personale, fra paziente e paziente e fra personale e paziente, con alcune note per i visitatori. L’utilizzo di alcuni tipi di barriere di protezione è indicato prevalentemente per evitare il rischio di contaminazione del personale e il successivo rischio di trasmissione delle infezioni agli altri pazienti. In alcuni casi, mancando l'evidenza scientifica, ci si basa sull'accordo fra esperti. Parole chiave utilizzate: Controllo infezioni, Infezioni crociate/prevenzione e controllo, infezioni, MRSA, Isolamento settico, Lavaggio delle mani, Infezioni batteriche, Isolamento pazienti, Accesso visitatori, Precauzioni standard, Infezioni nosocomiali, Prevenzione infezioni, Rischio infettivo, Infezioni opportunistiche, Efficacia nel controllo delle infezioni. Databases consultati: LINEEGUIDA: CDC ( Center of Disease Control, Atlanta), NGC ( National Guidelines Clearinghouse), SEEK, NIH ( National Institute of Health), RCN ( Royal College of Nursing ), APIC ( Association of Professionals 5 in Infection Control ), AHRQ, Chapter Library, Embase, NHMRC (National Health and Medical Researches Council, Australia), American Journal of Hospital Infections, FNCLCC ( Federation Nationale des Centres de Lutte Contre le Cancer) REVISIONI SISTEMATICHE ED ARTICOLI: Bandolier TRIALS CLINICI RANDOMIZZATI ED ARTICOLI: Cancerlit, Medline- Pubmed ATTI DI CONGRESSI: National foundation for infectious disease. LAVAGGIO MANI: Tutti i lavori lo indicano come fondamentale, INDIPENDENTEMENTE dall’uso dei guanti e sempre prima e dopo l’uso eventuale dei guanti e tra un paziente e l’altro. Variano i tipi di disinfettante consigliati, anche se la prevalenza è per i derivati dell’Alcool o la Clorexidina, eventualmente associati fra di loro ( 4,7,9,10,11,13,14,15,22,28,29 ). Altri lavori contemplano lo iodopovidone in soluzione saponosa ( 28,29 ) come biocida efficace per il lavaggio antisettico. Alcuni lavori differenziano il "lavaggio sociale" ( con solo detergente) da eseguire frequentemente (14,15,29,30) , dal "lavaggio antisettico" indicato per pazienti o manovre particolare. ( 4,7,9,10,14,15,28,29 ) Il grafico sottostante ( tratto da " now,wash your hands", un articolo comparso su Bandolier nel 1999 ), dimostra il decremento delle infezioni in seguito all'introduzione del lavaggio delle mani con sola Clorexidina o in soluzione alcolica. ( 11 ) 6 questo grafico,tratto da “Washing hands reduces hospital-acquired infections”, pubblicato su Bandolier nel 2000, evidenzia la riduzione dei casi di infezione da MRSA dopo l’introduzione del programma di lavaggio delle mani con un disinfettante a base di alcool, rispetto al lavaggio con solo sapone.( 12 ) GUANTI Tutti i lavori ne indicano l’utilizzo obbligatorio per ogni procedura che metta a rischio di contaminazione da sangue o altro materiale biologico. Solo se paziente infetto o presunto tale, viene consigliato l’utilizzo al momento dell’accesso nella camera. Non vanno mai riutilizzati, né disinfettati al momento di toglierseli , con particolare attenzione a non contaminarsi durante lo sfilamento, e comunque a lavarsi le mani prima e dopo l’utilizzo per evitare contaminazioni ambientali (BI) ( 2,3,4,6,7,10,13,14,16,17,21,25,26,28 ) Indicati sterili solo per procedure invasive o che richiedano campi sterili. ( 2,3,4,6,7,10,13,14,16,17,21,25,26,28 ) MASCHERINA Da indossare come protezione personale, in caso di rischio di contaminazione da liquidi organici o biologici od aerosol e rischio infettivo, utilizzando eventualmente i modelli con visiera. (2,3,6,7,13,14,17,21,22,28) MASCHERINA CON VISIERA Valgono le norme sopracitate. (AIII) (2,3,6,7,13,14,17,21,22,28) OD OCCHIALI CAMICE Come sopra, da riferire che spesso l’utilizzo dello stesso viene consigliato esclusivamente per la protezione del 7 personale, salvo che per procedure sterili. (AIII) ( 2,3,4,5,7,14,29,30 ) CALZARI Raramente menzionati, e solo come protezione personale. Un articolo pubblicato su Medline (27) dimostra l’inutilità dell’ utilizzo delle sovrascarpe nella prevenzione delle infezioni. VISITATORI Molti lavori sostengono la necessità del controllo limitativo degli accessi ai visitatori ed alla loro istruzione prima di accedere alle stanze di degenza ( AIII). (1,4,5,13,19,22,30,33,34,35) ALIMENTI Rilevanza viene data all'attenzione al rischio di contaminazione dell’acqua e degli altri alimenti e la successiva trasmissione al paziente (AIII) (5,22) LINEE INFUSIONALI Precauzioni standard, soprattutto per le vie centrali. PROSPETTO MODIFICHE OPERATIVE ATTUABILI IN TEMPI BREVI 1) EDUCAZIONE ED AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE SULLE PROCEDURE DI ISOLAMENTO PAZIENTI, PREVENZIONE DELLA TRASMISSIONE DI INFEZIONI CROCIATE E BARRIERE PERSONALI CON ILLUSTRAZIONE E SPIEGAZIONE DELLE EVIDENZE TROVATE. 2) UTILIZZO DI ANTISETTICI ( BIOCIDI ) EFFICACI PER IL LAVAGGIO DELLE MANI. 3) POSSIBILITA' PRESTITI. DI SOSTITUIRE LA DIVISA QUOTIDIANAMENTE UTILIZZANDO 4) STUDIO DELLE POSSIBILI MODIFICHE DEI PERCORSI E DELLA LOCALIZZAZIONE DI AMBIENTI "SPORCHI" ( es: VUOTE E RIPOSTIGLI ). 5) MONITORAGGIO EVENTI INFETTIVI. 6) CHIUSURA PORTA DI ACCESSO AL REPARTO E CONTROLLO ACCESSI ANCHE IN MERITO AL MATERIALE PROVENIENTE DALL'ESTERNO. 7) MODIFICA PROTOCOLLO GESTIONE CVC . 8) MODALITA' SISTEMATICA DI SELEZIONE, PULIZIA E DISINFEZIONE DEI GIOCATTOLI PRESENTI NELLE AREE COMUNI DI SVAGO. 8 9) RIBADIRE LA MASSIMA IGIENE PERSONALE DEL PAZIENTE E DEL GENITORE CON DOCCIA QUOTIDIANA E CAMBIO VESTITI PER ENTRAMBI. FREQUENTE LAVAGGIO DELLE MANI. LIMITARE I MOVIMENTI DEI GENITORI VERSO E DALLA ZONA DH DOVE È PRESENTE LA CUCINETTA E LA LAVANDERIA, IN QUANTO L’ACCESSO AVVIENE DALL’ESTERNO DEL REPARTO. 10)COINVOLGIMENTO DELLE FIGURE "SECONDARIE", QUALI VOLONTARI AGEOP E MAESTRE, NEL PROGRAMMA DI CONTROLLO ACCESSI E GESTIONE LUOGHI DI SVAGO COMUNE 11)STRETTA SORVEGLIANZA SULLE MODALITA' DI ACCESSO DEI VISITATORI IN MERITO ALL'ORARIO DI VISITA, AL NUMERO, AL LAVAGGIO DELLE MANI E VESTIZIONE DELLA PERSONA CHE ASSISTE IL PAZIENTE, IN BASE ALLE FASCE DI RISCHIO. NORME PER I GENITORI ED I VISITATORI: a) SI DEVE RIBADIRE IL CONCETTO DELLA LIMITAZIONE ALLA PRESENZA DI UN SOLO GENITORE ALL'INTERNO DELLA CAMERA DI DEGENZA, ED IL CAMBIO DEVE AVVENIRE AL MASSIMO DUE VOLTE AL GIORNO. b) IL PARENTE O VISITATORE DEVE ACCEDERE AL REPARTO FERMANDOSI IN PROSSIMITÀ DELLA GUARDIOLA INFERMIERI ED ATTENDERE CHE VENGA CHIAMATA LA PERSONA CHE STA ASSISTENDO IL PAZIENTE. c) SI DEVE RIBADIRE IL CONCETTO DELLA LIMITAZIONE ALLA PRESENZA DI UN SOLO GENITORE ALL'INTERNO DELLA CAMERA DI DEGENZA, ED IL CAMBIO DEVE AVVENIRE AL MASSIMO DUE VOLTE AL GIORNO. d) EVENTUALI ALTRI VISITATORI DEVONO ATTENDERE ALL'ESTERNO DEL REPARTO, LIMITANDO COMUNQUE IL NUMERO A NON PIÙ DI DUE CONTEMPORANEAMENTE. e) IL VISITATORE DEVE INDOSSARE LA CUFFIA E LAVARSI LE MANI PRIMA DI ACCEDERE ALLA CAMERA DI DEGENZA UTILIZZANDO IL LAVANDINO POSTO NELL'ANTIBAGNO IN PROSSIMITÀ DELLA GUARDIOLA INFERMIERI; SE PREVISTO DALLA SITUAZIONE DI ISOLAMENTO DEL PAZIENTE, DEVE INDOSSARE ANCHE LA MASCHERINA. MODALITA' DI COMPORTAMENTO ED UTILIZZO DEI MEZZI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI NEL BAMBINO IN ISOLAMENTO PREVENTIVO Tratto dalle precauzioni specifiche per i pazienti in isolamento preventivo e settico indicate e consigliate dai databases internazionali consultati. La forza delle evidenze che le supportano ci fanno ritenere necessario applicarle scrupolosamente nell'assistenza a questo tipo di pazienti. Vanno ad integrare le norme comprese nelle tabelle delle fasce di rischio. 9 a) ISTRUZIONE DEL PERSONALE: In molti lavori viene considerato fondamentale l'istruzione del personale impegnato nell'assistenza dei pazienti in isolamento preventivo (AIII) ( 1,2,5,7,9,17,21,22) completata dalla elaborazione di procedure specifiche scritte ( IB) ( 1, 2,5,17,21,22 ), protocolli sulle infezioni ( tipi di malattie, vie di trasmissione e rischi di esposizione ) e sistemi di rilevazione sull'applicazione delle precauzioni ( IA ). ( 1, 2,22,23 ) b) ISOLAMENTO: Il paziente va isolato in camera singola. Va posto un cartello sulla porta della camera che segnali l'isolamento. ( 2,3,4,7,13,16,17,22,28,30 ) L'eventuale uscita del paziente dalla camera deve essere limitata al tempo minimo indispensabile e solo per procedure non eseguibili in reparto. L'uscita deve avvenire previa vestizione del paziente con divisa chirurgica completa. (2,3,13) LAVAGGIO MANI: Deve essere effettuato con antisettico (NEOXIDINA) prima di entrare nella camera INDIPENDENTEMENTE dall'utilizzo di guanti e sempre PRIMA E DOPO l'assistenza ad ogni singolo paziente, fra un paziente e l'altro e PRIMA E DOPO l'utilizzo eventuale di guanti (per evitare contaminazioni). (AIII) (4,7,9,10,14,15,22,28,29,33,34,35 ) In caso di isolamento preventivo o settico è necessario il lavaggio antisettico ( AIII ) ( 4,7,9,10,14,15,22,28,29,33,34,35) . Se è necessario intervenire con procedure diverse su distretti diversi dello stesso paziente, è consigliabile lavarsi le mani fra una procedura e l'altra, anche se vengono usati i guanti, poiché potrebbe esserci una contaminazione durante la sostituzione degli stessi. Prima di uscire dalla camera è necessario il lavaggio antisettico In un articolo pubblicato su Medline nel 2001 (26),si evidenzia il ruolo fondamentale dello stretto lavaggio delle mani nella riduzione delle infezioni nei bambini trapiantati, passando da un 4.9% ad un 2.3%. E' evidente l'importanza che assume l'educazione ai genitori ed ai visitatori sulla necessità di seguire scrupolosamente queste norme. c) GUANTI: è OBBLIGATORIO l'utilizzo per ogni tipo di intervento sia sul paziente che su oggetti all'interno ed all'esterno delle camere di degenza quando ci sia il rischio di essere contaminati da qualsiasi tipo di materiale organico, biologico. Vengono associati all’uso del camice come efficace mezzo per la riduzione delle infezioni nei bambini trapiantati ( 26 ). Devono essere MONOUSO, ed il loro inserimento deve SEMPRE essere preceduto da un lavaggio antisettico delle mani. Massima attenzione durante lo sfilamento per evitare contaminazione dell'operatore e dell'ambiente, e lavaggio antisettico delle mani dopo lo smaltimento dei guanti usati. Viene ritenuto sufficiente l'utilizzo di guanti monouso non sterili, tranne per procedure invasive o che richiedano l'allestimento di un campo sterile ( es: prelievo da CVC ), nel qual caso sono OBBLIGATORI i guanti sterili, non essendo ritenuta sufficiente la metodica no-touch a garantire l'asepsi delle manovre. ( 2,3,4,6,7,10,13,14,16,17,21,25,26,28 ) d) MASCHERINA: Utilizzo OBBLIGATORIO per ogni tipo di intervento sia sul paziente che all'interno delle camere di degenza quando ci sia il rischio di essere contaminati da qualsiasi tipo di materiale organico, biologico od aerosol, utilizzando eventualmente occhiali protettivi o mascherine con visiera. (AIII) E' compresa nella "divisa chirurgica", 10 per cui è obbligatorio indossarla durante manovre che richiedano l'allestimento di un campo sterile ( es: med.ne CVC )(AIII) L'errore più comune è quello di tenerla appesa al collo per molto tempo e toccarla con le mani tutte le volte che la reindossiamo. Lavori specifici hanno dimostrato come vi sia un alta contaminazione delle mascherine con il conseguente rischio di trasmissione di infezioni. La mascherina va sostituita frequentemente ( circa ogni due ore), non va lasciata appesa al collo e toccata con le mani se non previo lavaggio antisettico delle stesse. ( 2,3,5,6,7,13,14,17,21,22,28) e) CUFFIA: Viene ritenuto indispensabile che tutti coloro che accedono e lavorano in reparto indossarla in maniera continua, in quanto è a rischio di contaminazione il cambio continuo ( es: tutte le volte che si esce dalla camera). Deve essere indossata da tutto il personale. ed anche dal paziente in isolamento quando esce dalla camera. L'ARECLIN l'ARIH ed il FHUMIR indicano l'utilizzo obbligatorio nei pazienti immunodepressi, in aplasia midollare e negli ustionati. ( 33, 34,35 ) Consigliato l'utilizzo per tutti i procedimenti " a rischio " di contatto con materiale biologico. f) STRUMENTI ED OGGETTI PERSONALI: Vi è una discreta evidenza sulla necessità di utilizzare strumenti personali per ogni paziente infetto o presunto tale, comprendendo, oltre al termometro ed ai vari accessori per l'eliminazione e l'alimentazione, anche sfigmomanometro e fonendoscopio. Tutto ciò che entra nella camera del paziente deve essere disinfettabile (AIII) e tutti gli oggetti devono essere lavabili e disinfettabili, o monouso. ( AIII) ( 3,5,6,16,22) Anche per i giocattoli valgono le stesse norme, per cui devono essere disinfettabili ed assolutamente di uso personale. Evitare peluches ed oggetti porosi. Vietate piante e fiori, in quanto serbatoi di germi. (BIII) ( 22, 30, 33, 34, 35 ) Tutto ciò che entra nella camera del paziente deve essere disinfettabile. (AIII) g) ALIMENTI: Nei pazienti in isolamento preventivo, è consigliato l'utilizzo di acqua minerale in bottiglia (AIII) ( 22, 5 ), evitando l'uso di acqua del rubinetto per bere. Eventuali alimenti che arrivino dall'esterno devono essere confezionati e visionati dal personale prima di essere assunti dal paziente. (AIII) ( 22, 5 ) h) PARENTI E VISITATORI: In entrambi i tipi di isolamento è necessaria la limitazione degli accessi sia come frequenza nei cambi che come numero di persone che dovrebbe essere appropriato a permetterne l'addestramento ( A III) ( 1,4,5,13,19,22,30,33,34,35 ) e l'istruzione scrupolosa delle persone che accedono alla stanza per l'assistenza, compresa una attenta anamnesi recente degli stessi che comprenda eventuali infezioni recenti o in atto, contatti recenti con persone portatrici di malattie infettive o comunque trasmissibili, vaccinazioni recenti, per evidenziare in maniera preventiva eventuali rischi ed evitare contatti con persone portatrici di malattie infettive. ( AII) ( 5,13,22 ) Nel nostro contesto, si è deciso di limitare l'accesso al reparto a solo due persone per bambino. Queste due persone, preferibilmente i genitori, devono rimanere le uniche che gestiranno il bambino e il loro cambio deve avvenire negli orari di visita. 11 Discorso a parte merita l'isolamento del bambino nell'unita' a Bassa Carica Microbica (BCM) situata all'interno del nostro reparto e deputata ai trapianti allogenici. Il sistema di flusso di aria laminare orizzontale di questa unita', con pressioni positive differenziate, ed i percorsi che vengono seguiti impone di indossare la divisa chirurgica completa durante la permanenza all'interno del box di isolamento. I criteri di isolamento e le modalità di comportamento sono le stesse dell'isolamento settico. MODALITA' DI COMPORTAMENTO NEL BAMBINO IN ISOLAMENTO PER SEPSI Queste norme vanno applicate qualora, durante il ricovero del bambino, si verifichi un evento fra quelli compresi nella scheda di monitoraggio: Nel qual caso, queste norme ( che potremmo anche definire Criteri di Isolamento ) vanno ad integrare ( o sostituire ) quelle previste dalle precauzioni standard, dalle tabelle relative alle fasce di rischio nelle quali il bambino è inserito ed alle modalità di comportamento per l'isolamento preventivo. Una volta risoltosi l'evento, verranno nuovamente applicate le norme preesistenti, salvo che nel frattempo non si sia modificato la fascia di rischio. Importantissima diventa l'istruzione alle persone che assistono il bambino, onde evitare diffusioni di germi all'interno del reparto di degenza. a) ISOLAMENTO: Il paziente va isolato in camera singola o, in mancanza di questa possibilità, vanno isolati insieme pazienti con patologia causata da germi dello stesso ceppo. Va posto un cartello sulla porta della camera che segnali l'isolamento ( di colore ROSSO ). L'eventuale uscita del paziente dalla camera deve essere limitata al tempo minimo indispensabile e solo per procedure non eseguibili in camera o, quantomeno, in Reparto. L'uscita deve avvenire previa vestizione del paziente con divisa chirurgica completa. b) MANI: Necessaria la disinfezione ( NEOXIDINA )prima di entrare nella camera INDIPENDENTEMENTE dall'utilizzo di guanti e sempre PRIMA E DOPO l'assistenza ad ogni singolo paziente, fra un paziente e l'altro e PRIMA E DOPO l'utilizzo eventuale di guanti (per evitare contaminazioni). Se è necessario intervenire con procedure diverse su distretti diversi dello stesso paziente, è consigliabile lavarsi le mani fra una procedura e l'altra, anche se vengono usati i guanti, poiché potrebbe esserci una contaminazione durante la sostituzione degli stessi. Prima di uscire dalla camera è necessario il lavaggio antisettico. c) GUANTI: OBBLIGATORIO l'utilizzo per ogni tipo di intervento sia sul paziente che su oggetti all'interno ed all'esterno delle camere di degenza. Devono essere MONOUSO, ed il loro inserimento deve SEMPRE essere preceduto da un lavaggio antisettico delle mani. Massima attenzione durante lo sfilamento per evitare contaminazione dell'operatore e dell'ambiente, e lavaggio antisettico delle mani dopo lo smaltimento dei guanti usati. Viene ritenuto sufficiente l'utilizzo di guanti monouso non sterili, tranne per procedure invasive o che richiedano l'allestimento di un campo sterile ( es: prelievo da CVC ), nel qual caso sono OBBLIGATORI i guanti sterili, non essendo ritenuta sufficiente la metodica no-touch a garantire l'asepsi delle manovre. Sostituirli, ripetendo la disinfezione delle mani, ogni qualvolta vengano contaminati, se dobbiamo agire su distretti diversi del paziente e se veniamo a contatto con superfici diverse all'interno della camera. 12 d) MASCHERINA: Utilizzo OBBLIGATORIO per ogni tipo di intervento sia sul paziente che all'interno delle camere di degenza indipendentemente dal rischio di essere contaminati da qualsiasi tipo di materiale organico, biologico od aerosol. E' compresa nella "divisa chirurgica", per cui è obbligatorio indossarla durante manovre che richiedano l'allestimento di un campo sterile ( es: med.ne CVC ). La mascherina va sostituita frequentemente e sempre dopo aver assistito un paziente infetto, non va lasciata appesa al collo e toccata con le mani se non previo lavaggio antisettico delle stesse. e) CUFFIA: Va utilizzata durante le manovre che richiedono l'allestimento di un campo sterile e nel trattamento di pazienti infetti. Consigliato l'utilizzo per tutti i procedimenti " a rischio " di contatto con materiale biologico. f) CAMICE: Viene inserito nei mezzi di protezione individuali in caso di rischio di contaminazione da materiale organico, biologico ed in caso di assistenza a paziente infetto o presunto tale. Viene indicata la sostituzione almeno tre volte al giorno. Per il personale sarebbe sufficiente la sostituzione quotidiana della divisa ma, considerando l'alto rischio di contaminazione, è preferibile l'utilizzo del camice, eventualmente monouso. g) STRUMENTI ED OGGETTI PERSONALI: E' necessario utilizzare strumenti ad uso esclusivo del paziente settico, comprendendo, oltre al termometro ed ai vari accessori per l'eliminazione e l'alimentazione, anche sfigmomanometro e fonendoscopio. Tutto ciò che entra nella camera del paziente deve essere disinfettabile e tutti gli oggetti devono essere lavabili e disinfettabili, o monouso. Anche per i giocattoli valgono le stesse norme, per cui devono essere disinfettabili ed assolutamente di uso personale. Evitare peluches ed oggetti porosi. Vietate piante e fiori, in quanto serbatoi di germi. h) TRATTAMENTO DELLA BIANCHERIA E DEI RIFIUTI: Previsto nell'isolamento per sepsi, impone la presenza del sacco di raccolta o del contenitore apposito ( Alibox) all'interno del bagno della camera; la frequenza di smaltimento, oltre al raggiungimento del livello max. di riempimento, deve essere garantita almeno due volte al giorno, previa chiusura del sacco , o del contenitore, prima di uscire dalla camera. In caso di infezioni da germe trasmissibile per contatto, è necessario usare il sacco di colore rosso ( non più previsto il sacco idrosolubile ) 13 Schema di intervento in base all'evento ed alla fascia di rischio Ingresso Paziente Ricovero per diagnosi e/o chemioterapia R1: misure di prevenzione standard Ricovero per neutropenia Ricovero per TMO AUTOLOGO O ALLOGENICO Misure di prevenzione Secondo le fasce R3 e R4 EVENTO Dopo chemioterapia EVENTO ♦ Valutazione tipo di EVENTO. ♦ Modifica criteri di isolamento R2 EVENTO R3 R4 EVENTO RISOLUZIONE EVENTO Ripristino misure di prevenzione secondo fasce di rischio secondo il tipo di evento. ♦ Trattamenti farmacologici e non- farmacologici in seguito all'evento. ♦ Esecuzione esami colturali previsti. ♦ Sorveglianza dell'EVENTO. ♦ Valutazione di eventuali EVENTI concomitanti. ♦ Compilazione scheda EVENTO. PPERSI ERSISSTENZA TENZA EEVENTO VENTO Prosegue l'intervento fino a risoluzione. n.b.: per l'intervento secondo la fascia di rischio assegnata, fare riferimento alle specifiche Tabelle; per l'intervento secondo il tipo di evento, fare riferimento alle Modalità di compilazione Scheda dell'Evento. 14 MODALITA' COMPILAZIONE SCHEDA DI MONITORAGGIO DELL'EVENTO La SCHEDA EVENTO è una raccolta dati utile per monitorare continuamente gli eventi sfavorevoli di natura infettiva che colpiscono i nostri pazienti soprattutto durante le fasi di neutropenia e per avere la situazione completa del decorso dell'evento, permettendo così di pianificare il tipo di intervento necessari. Ciò permetterà, in collaborazione con l'Osservatorio Microbiologico, di avere, man mano che i dati verranno elaborati, un completo monitoraggio delle infezioni nel nostro Reparto. Essa va compilata dall'Infermiere responsabile del paziente, in collaborazione con il medico, al momento in cui si verifica uno degli eventi sottoelencati, se il medico stesso evidenzia una possibile correlazione con una sepsi. La sepsi, per definizione, è la risposta infiammatoria sistemica ad una infezione.( Intensive Care Medicine 2001; 27 ) a) Comparsa di iperpiressia. b) Evidenza di stato settico o processo settico ( specificare sede ).un esempio è la comparsa di cistite, anche asintomatica, evidenziata o da presenza di nitriti e leucociti nello stix urine o in un esame completo delle urine, o da positività di una urinocoltura eseguita come screening (es: pre-tmo). c) Comparsa di diarrea, indipendentemente dal numero e dalla quantità delle scariche. d) Processo infiammatorio(specificare sede), compresa anche la mucosite in neutropenia da TMO. Norme per la compilazione Oltre al nome e cognome del paziente, la data di nascita e il barcode, è necessario inserire la diagnosi oncologica certa, e non eventuali situazioni concomitanti al momento dell'evento. ( es: per il paziente trapiantato, non inserire la procedura di trapianto ma la diagnosi ) La categoria al momento dell'evento è reperibile attraverso la legenda a fianco. L'Invasività presente è giustificata dalla necessità di conoscere qualunque tramite che abbia favorito il passaggio di germi, stesso discorso vale per l'eventuale Ferita chirurgica presente, compresa la ferita di inserzione del CVC. Per quello che riguarda i provvedimenti pre e post-evento, abbiamo inserito l'eventuale Trattamento antibiotico i Trattamenti non farmacologici pre e post-evento e gli Esami colturali eseguiti in seguito all'evento ed il loro Esito. Ultima voce da segnalare è l'Esito dell'evento, in cui sono stati inseriti i tre esiti fondamentali di un evento infettivo. Si evidenzia la necessità di ripetere la compilazione della scheda evento nei casi sottoelencati: 1) Vengano ripetuti esami colturali per positività di quelli eseguiti alla comparsa del primo evento. 2) Vengano modificati i trattamenti non farmacologici seguiti al primo evento. 3) Vi sia una modifica della categoria di rischio durante il decorso dell'evento. 4) Vi sia una modifica dell'invasività presente durante il decorso dell'evento. 5) Si sovrapponga un secondo evento; in tal caso di fianco al primo evento si metterà la data originale( reperibile sulla prima scheda compilata) e di fianco al secondo evento la data di insorgenza. Volendo, è possibile numerare le schede in alto a destra per avere un quadro cronologico degli eventi. 15 Tabella di lavoro con fasce di rischio FASCE di RISCHIO R1 R2 ASSENZA DI NEUTROPENIA PMN < 500/uL MAX 7 GIORNI PREVENZIONE A ( aerotrasmissione) PRECAUZIONI STANDARD PREVENZIONE G (goccioline) PRECAUZIONI STANDARD PREVENZIONE C (contatto) PRECAUZIONI STANDARD R3 R 4 PMN < 500/uL PER 8/15 GIORNI O < 100 /uL PER QUALSIASI LASSO DI TEMPO. TMO AUTOLOGO °CAMERE E SANITARI °CAMERE E SANITARI INDIVIDUALI. (BIII) INDIVIDUALI.(BIII) °LIMITAZIONE DELLE °LIMITAZIONE DELLE VISITE E DELLE USCITE (BIII) E DELLE USCITE.(BIII) VISITE (AIII) °PRECAUZIONI IN CASO ° DIVIETO DI DI LAVORI INTRODURRE PIANTE STRUTTURALI (AIII) E FIORI (Aspergillo) (BIII) PORTE CHIUSE (BIII) PMN < 500 /uL PER OLTRE 15 GIORNI. TMO ALLOGENICO °CAMERE E SANITARI INDIVIDUALI.(BIII) °LIMITAZIONE DELLE USCITE (BIII) E DELLE VISITE (AIII) °CAMERE E SANITARI INDIVIDUALI. (BIII) °DISINFEZIONE DELLE MANI PRIMA DI ENTRARE IN CAMERA. (AIII) °CAMICE O PROTEZIONE PULITA PER LE MEDICAZIONI. (AIII) °LIMITAZIONE DELLE USCITE. (BIII) °DIVIETO DI INTRODURRE PIANTE O FIORI (Pseudomonas) (BIII) °CAMERA E SANITARI INDIVIDUALI (BIII) °LIMITAZIONE DELLE VISITE (AIII) E DELLE USCITE (BIII) °CAMERA E SANITARI INDIVIDUALI (BIII) °DISINFEZIONE DELLE MANI PRIMA DI ENTRARE. (AIII) °MATERIALE MONOUSO E PERSONALE. (AIII) °LIMITAZIONE DELLE USCITE (BIII) °DIVIETO DI INTRODURRE PIANTE E FIORI (BIII) °GIOCATTOLI LAVABILI E DISINFETTABILI (BIII) °GIOCATTOLI DI STOFFA LAVABILI IN LAVATRICE A CICLO BOLLENTE. (BIII) °CAMERA E SANITARI INDIVIDUALI. (BIII) ° LIMITAZIONE DELLE VISITE (AIII) E DELLE USCITE (BIII) °CAMERE E SANITARI INDIVIDUALI. (BIII) °DISINFEZIONE DELLE MANI PRIMA DI ENTRARE IN STANZA. (AIII) °MATERIALE MONOUSO E PERSONALE. (AIII ) °LIMITAZIONE DELLE USCITE. (BIII) ° DIVIETO DI INTRODURRE PIANTE O FIORI (Pseudomonas) (BIII) °GIOCATTOLI LAVABILI E DISINFETTABILI.(BIII) °GIOCATTOLI DI STOFFA LAVABILI IN LAVATRICE A CICLO BOLLENTE. (BIII) °CAMERE E SANITARI INDIVIDUALI. (BIII) °FILTRAZIONE DELL'ARIA DA DIECI GIORNI PRECEDENTI L'APLASIA, FINO ALLA RIPRESA CELLULARE. °PORTE CHIUSE.(BIII) °EVITARE LE USCITE: NEL CASO USCIRE COPERTI CON TENUTA STERILE DA TOGLIERE AL RITORNO, PER EVITARE LA CONTAMINAZIONE ASPERGILLARE. (BIII)°VESTIZIONE STERILE DELLE PERSONE CHE ENTRANO IN STANZA. (AII) °LIMITAZIONE DELLE VISITE.(AIII) E DELLE USCITE (BIII) °DIVIETO DI INTRODURRE PIANTE O FIORI (Aspergillo).(BIII) 16 PREVENZIONE VC (veicoli comuni) PRECAUZIONI STANDARD ACQUA PER BERE: BOLLITA O IMBOTTIGLIATA. (AIII ). MONITORARE LA PRESENZA DI PSEUDOMONAS E LEGIONELLA (AIII) CIBO: NO SALUMI, MOLLUSCHI, VERDURA A FOGLIE, CIBO NON CONFEZIONATO (AIII) ACQUA PER BERE:COME R2;. CIBO: COME R2 STESSE PRECAUZIONI COME R3. IL CIBO DESTINATO AI PAZIENTI R3 E R4 DEVE ESSERE TRATTATO IN MODO TALE DA DEFINIRSI POVERO IN GERMI (AIII ) N.B.: LE FASCE DI RISCHIO VANNO VALUTATE OGNI 7 GIORNI, MENTRE PER LA FASCIA R3 MODULATA DALLA NEUTROPENIA GRAVE ( PMN<100 PER QUALSIASI LASSO DI TEMPO) VA RIVALUTATA QUOTIDIANAMENTE . ALLA RIVALUTAZIONE DEVE SEGUIRE IL RIADATTAMENTO DELLE PROCEDURE. Fonti: Le raccomandazioni sono tratte dalle linee guida del CDC di Atlanta. Tradotto da " SOR pour la surveillance et la prevèntion des infections nosocomiales en cancérologie", FNCLCC , 2000. Tabella del sistema di valutazione usata dal CDC per determinare la forza delle raccomandazioni CATEGORIA A D DEFINIZIONE Forte evidenza per efficacia e benefici clinici sostanziali Forte o moderata evidenza per efficacia, ma benefici clinici limitati Evidenza per efficacia insufficiente, o non considera eventuali effetti avversi Moderata evidenza contro l'utilizzo E Forte evidenza contro l'efficacia B C RACCOMANDAZIONE Fortemente raccomandata Generalmente raccomandata Opzionale Generalmente non raccomandata Mai raccomandata Tabella del sistema di valutazione usato per determinare la qualità della raccomandazione che supporta l'evidenza CATEGOR DEFINIZIONE IA I Evidenza proveniente da almeno un trial controllato e randomizzato eseguito correttamente II Evidenza proveniente da almeno un trial clinico non randomizzato; studio di coorte o studio analitico caso- controllato( preferibilmente di più centri); studi multipli in serie cronologica o evento drammatico di esperimenti non controllati. III Evidenza tratta dalle opinioni di autorità basate su esperienze cliniche, studi descrittivi o rapporti di comitati di esperti. 17 BIBLIOGRAFIA 1) Guidelines for infection control in hospital personnel. Source(s): Springfield (VA): Hospital Infections Program, NTIS U.S. Dept. of Commerce, Center of Disease Control and Prevention (CDC); 1998, 42 p. www.cdc.gov 2) Reccomandations for isolation precautions in hospital. Source(s): Springfield (VA): Hospital Infections Program, NTIS U.S. Dept. of Commerce, Center of Disease Control and Prevention (CDC);1998. www.cdc.gov 3) MRSA Information for healthcare personnel. Source(s): Springfield (VA): Hospital Infections Program, NTIS U.S. Dept. of Commerce, Center of Disease Control and Prevention (CDC); 1997, www.cdc.gov 4) Antimicrobial resistence in intensive care unit. Scott K. Fridkin, Robert P. 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