lussureggiante, effetto oasi
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Lussureggiante, effetto oasi La forma a ferro di cavallo regala a questo terrazzo milanese un piacevole senso di intimità, oltre alla sensazione che le piante siano più numerose di Cinzia Toto - foto di Matteo Carassale t errazzi&balconi 7 Il punto forte: gli arredi di salice intrecciato In questa foto: ortensie, peonie, un olivo, un acero e la copertura fitta di edera, rincospermo e clematide sul muro creano un effetto selva. Sullo sfondo, le porte-finestra del soggiorno e della cucina. terrazzi&balconi 6 t errazzi&balconi 8 A sinistra: la zona stretta del terrazzo. Nel vaso verde in ceramica smaltata, Hydrangea macrophylla ‘Amethyst’. Sotto: lo specchio, con cornice in ferro arrugginito, e la panca in salice intrecciato. Li ha disegnati il paesaggista Carlo Gabriele Callari, che ha anche progettato il terrazzo. 1. La proprietaria, Francesca, di professione pittrice. Pagina a fronte: una porta di servizio è stata mascherata da un pannello di rami di salice intrecciati su cui sono stati fissati i contenitori Asker di Ikea. In questi ultimi nei mesi caldi sono coltivate piantine aromatiche (siamo vicino alla cucina); mentre in autunno e inverno ospitano colorati fiori recisi. Hydrangea quercifolia Ficus pumila ❋ 1 Liatris spicata L’indicazione della proprietaria era molto precisa: «Non voglio sapere di essere a Milano, né Milano deve sapere che sono qui. Vorrei che questo terrazzo mi facesse sentire come in una nuvola...». Per il paesaggista Carlo Gabriele Callari, un invito a nozze. Piante a profusione, tutte diverse: rampicanti per coprire i muri, alberelli, arbusti, persino hanging basket. E per accentuare l’effetto oasi verde, pannelli di rami di salice intrecciati a mascherare la ringhiera. Siamo al settimo piano di un palazzo in viale Majno, su un terrazzo di 70 metri quadrati, stretto e lungo. Il primo tratto sembra un corridoio che prolunga la zona living della casa. A guardarlo dalla porta-finestra dalla quale vi si accede, si gode un effetto cannocchiale, esaltato dal grande specchio, disegnato dallo stesso Callari, posto sulla parete di fondo, verdissima perché rivestita di Ficus pumila. Girando a destra il terrazzo si allarga: è la zona pranzo, con un tavolo tondo in cristallo e alcune sedie. Si gira ancora a destra e si arriva nell’ultima “stanza”, la più appartata, dove due chaise longue invitano al relax. «La forma a ferro di cavallo per certi aspetti ha rappresentato un limite, per altri un vantaggio», spiega Callari, «nel senso che l’assenza di spazi aperti fa sembrare le piante più fitte, regala una sensazione di maggior rigoglio». In effetti sembra di essere in una selva: anche nel tratto in cui il terrazzo si allarga, non si può percorrerlo senza sfiorare qualche arbusto. Tra i più rigogliosi, quelli di Hydrangea quercifolia e Hydrangea macrophylla ‘Amethyst’; due grandi esemplari di peonia ‘Er Quiao’ e ‘Hong Xia Zheng Hui’; e poi camelie, sia a fioritura primaverile che autunnale; un grande canforo (Cinnamomum cam- 2 1 Hydrangea arborescens ‘Annabelle’ 1. La zona pranzo. Anche il tavolo, come lo specchio, ha struttura in ferro arruginito. 2. Le due chaise longue protagoniste della “stanza” relax. Il muro sulla destra è vestito di rose ‘Pierre de Ronsard’ e Trachelospermum jasminoides. Sullo sfondo, camelie, peonie, Abelia grandiflora e nel vaso smaltato di verde, Weigela floribunda. 3. La casetta per gli uccelli in legno si appoggia tra i rami dell’ulivo. Nell’hanging basket, sono coltivate azzurre lobelie. 4. La panchina in tek, è ombreggiata da due alberelli di acero. Il muro è rivestito di piante rampicanti. 5. Un vaso in legno ospita fragole, cotoneaster e Heuchera micrantha con foglie rosse. da sapere LE PIANTE consigli per creare la stessa atmosfera L’albero della canfora ❋ Cinnamomum camphora è l’albero sempreverde dal quale si estrae la canfora, sostanza usata fin dall’antichità per le proprietà medicinali e antitarmiche. Le sue lucide foglie, se schiacciate, emanano un buon profumo. Piantato in un giardino diventa alto fino a 20 m. Si adatta anche alla coltivazione in vaso, come accade su questo terrazzo: cresce molto lentamente e sopporta bene le potature di contenimento. Resiste a temperature fino a -10 °C (zona di rusticità 8A). Va concimato una volta al mese, a primavera. Dove si trova: Vivai Margheriti la lampada-torcia Acca di Fontana Arte è una lampada da parete che somiglia a una torcia. Disegnata da Piero Castiglioni, è in metallo fosfocromato, verniciato in colore alluminio oppure verde foresta. Della stessa linea anche la versione da terra. Prezzo al pubblico, 312 €. il lettino per il relax Mixt di Royal Botania è un lettino disegnato da Kris Van Puyvelde e Frank Boschmann. Ha struttura in tek maturo, tessuto Batyline nei colori nero, cappuccino o caffelatte, e si adatta bene sia a un ambiente classico che moderno. Costa 1.179 €. la lampada a forma di uovo Uovo, di Fontana Arte, è una lampada da tavolo o da terra da esterno. Realizzata in polietilene bianco satinato, ha base in acciaio inossidabile. Se la si vuole appoggiare su un prato, va fissata al terreno attraverso i tirafondi. Misura 43 cm di diametro e 62 di altezza. Costa 636 €. L’IDEA Sedersi sul salice intrecciato Per arredare l’estremità della zona stretta e lunga del terrazzo, piuttosto che panchine in legno, sono state scelte sedute fatte con rami di salice intrecciato, lo stesso materiale con il quale sono stati mascherati la ringhiera e la porta di servizio. Disegnate da Carlo Gabriele Callari, queste panchine sono state realizzate su misura da Anna Patrucco di Salix. Il ficus che si arrampica ❋ 3 4 5 Cinnamomum camphora ❋ phora); un ulivo e un’intera parete, nella stanza con le chaise longue, tappezzata di Trachelospermum jasminoides e della bellissima rosa ‘Pierre de Ronsard’. I colori dei fiori toccano tutte le tonalità del rosa, passando attraverso il bianco e il blu. Mancano invece gialli e arancio: «Detesto l’effetto multicolor», precisa la proprietaria, «ma al tempo stesso volevo che ci fossero tante piante, e diverse, in modo da poter contare tutti i mesi su una fioritura. E poi ho voluto molte piante da bacca, per attirare gli uccelli». Che merli, cince e pettirossi siano i benvenuti su questo terrazzo, lo si capisce anche dalla presenza di un gran numero di mangiatoie e casette, una diversa dall’altra. Che sono anche un decoro, assieme ad alcune piccole sculture in ferro battuto, alla panca, disegnata ancora una volta da Callari, fatta di rami di salice intrecciato, e ai vasetti bianchi in ceramica, appesi a una porta rivestita ancora una volta di salice, che nella bella stagione ospitano piantine aromatiche e in autunno corolle recise. Per le fioriere, la scelta è stata quella di mescolare stili, colori e materiali, creando però una sorta di ritmo. Nella prima parte del terrazzo, alla base del muro sono state sistemate fioriere in acciaio satinato, bianche come il pavimento, in modo da renderle poco visibili e dare il ruolo di protagoniste alle piante. Sul lato opposto, e lungo tutto il perimetro del terrazzo, si susseguono contenitori colorati, in ceramica smaltata oppure in legno o terracotta. I tubi dell’impianto di irrigazione sono situati sotto al pavimento, mentre le piccole torce che illuminano il terrazzo di sera, permettendo d’estate di cenare anche all’aperto, sono mimetizzate tra i tralci di edera e clematidi che rivestono le pareti. Ficus pumila, noto in passato come Ficus repens, è il rampicante scelto su questo terrazzo per vestire il muro attorno a un grande specchio. Sempreverde, ha fusti sottili e foglie piccole, verde brillante, che garantiscono una copertura molto uniforme. Sensibile al gelo, non sopporta che la temperatura scenda sotto i 5 °C perciò conviene farlo arrampicare su un muro in posizione riparata. Appena spuntate, le foglie sono cuoriformi e non superano i 2-3 cm di lunghezza. Per stimolare la ramificazione occorre cimare i rami ogni anno. Dove si trova: Viridea SCHEMA DEL TERRAZZO (70 m2) 14 14 17 1. Olea europaea. 2. Acer palmatum ‘Atropurpureum’. 3. Acer japonicum. 4. Hydrangea quercifolia. 5. Hedera helix. 6. Clematis macropetala ‘Madame le Coultre’. 7. Camellia sasanqua. 8. Paeonia ‘Er Quiao’. 9. Paeonia ‘Hong Xia Zheng Hui’. 10. Hydrangea ‘Amethyst’. 11. Malus pumila. 12. Hydrangea arborescens ‘Annabelle’. 13. Cotoneaster horizontalis. 14. Ficus pumila. 15. Laurus nobilis. 16. Punica granatum. 17. Agapanthus africanus. 18. Citrus limon. 19. Cinnamomum camphora. 20. Sarcococca hookeriana var. digyna. 21. Euphorbia characias. 22. Heuchera micrantha ‘Purple Red’. 23. Rosa ‘Pierre de Ronsard’. 24. Trachelospermum jasminoides. 25. Lavandula officinalis. 26. Weigela floribunda. 27. Lespedeza japonica. 28. Camellia japonica. 29. Abelia grandiflora. 20 15 13 1 15 16 16 18 23 24 12 1 21 25 26 2 3 6 27 26 23 24 10 N 1 4 19 22 11 1 5 17 29 9 28 10 9 8 7 Il progettista Carlo Gabriele Callari 2 1. Gli innaffiatoi-vaso sono agganciati alla ringhiera attraverso il manico e fissati con cavetti d’acciaio. 2. Un tronco di olivoscultura, su uno sgabello. Dietro, il vaso Rosenpot Bud di Deroma. 3. Le erbacee sono state scelte anche per il portamento assurgente, che crea un effetto schermo. Nell’altra pagina: il balcone come appare dalla strada. il progettista Carlo Gabriele Callari l’idea innaffiatoio bianco terrazzi&balconi foro di scolo 16 Installazione da balcone Sembra un’opera d’arte. Ma per realizzarla è bastato utilizzare, come fossero vasi, innaffiatoi di plastica di Cinzia Toto - foto di Matteo Carassale foro di scolo innaffiatoio nero Un innaffiatoio dentro l’altro 1 3 Anche un piccolo balcone di due metri e mezzo per 70 centimetri può trasformarsi in uno spazio bello e utile, capace di impreziosire la casa. Lo dimostra quello dell’appartamento di Carlo Gabriele Callari, giovane paesaggista, al primo piano di un palazzo affacciato sul Naviglio Pavese, a Milano. Agganciati alla ringhiera con cavetti d’acciaio, ci sono 84 innaffiatoi in plastica, la metà bianchi e l’altra metà neri, che fungono da vasi. Al loro interno Iris ensata ‘Variegata’ e le graminacee Cortaderia selloana ‘Splendid Star’ e Imperata cylindrica creano una raffinata barriera verde. «In questo modo mi riparo dagli sguardi esterni, non ho il balcone ingombro di vasi», racconta Callari, «e sfrutto lo spazio come mini stanza all’aperto, dove affacciarmi e prendere un po’ di sole nelle belle giornate». Per non parlare del “messaggio” lanciato all’esterno, una sorta di biglietto da visita che sembra dire: qui abita un creativo che al posto dei pennelli usa le piante. «Ammetto che ho pensato anche a questo», ammette Callari. Molto precisa la scelta delle piante: «Le cambio due volte all’anno. Cerco di capire quali sono, soprattutto tra le erbacee perenni, quelle che si adattano meglio a crescere in poca terra e che, quanto a irrigazione, si accontentano dell’acqua piovana. Uso questo balcone come fosse un laboratorio per sperimentare: le specie che danno le performance migliori le uso nei giardini che progetto. Parchi pubblici compresi». Buoni risultati hanno dato per esempio Erigeron e bergenie. Non casuali i pochi elementi di arredo, invisibili da fuori: al centro del balcone, un tronco d’olivo-scultura circondato da due lanterne arabeggianti; alle estremità, due vasi Rosenpot Bud di Deroma. Gli innaffiatoi Ikea utilizzati su questo balcone come vasi si chiamano Ps Vållö. In plastica, in più colori, costano 99 centesimi l’uno. Ciascun “vaso” è formato da due innaffiatoi, infilati l’uno dentro l’altro: quello esterno funge da sottovaso. La base di quello interno è stata bucata con il trapano, in modo da far defluire l’acqua in eccesso, mentre l’innaffiatoio esterno è stato forato a 4 cm dalla base; lo spazio tra i due funge da riserva d’acqua. Le piante Le alternative Erigeron karvinskianus Alta 10-15 cm, è una perenne che in estate-autunno presenta capolini simili a margherite, prima bianchi, poi rosa e viola. Bergenia cordifolia Specie perenne sempreverde, ha grandi foglie rotonde. Molto rustica, ai primi tepori di primavera si veste di racemi di fiori rosa.
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