Barile_Florentia - Space-Metal

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BARILE DI FLORENTIA E CROCE DEL BARILE
Il Barile di Firenze o Fiorino d’Argento di Barili era una moneta d’argento di 3,50 - 2,72 grani e del
valore di 12 soldi e 6 denari, emessa a Firenze nel 1505.
Era chiamato anche gabellotto e, prima della riforma del 1505, carlino, grossone o battezzone,
dato che effigiava sul recto San Giovanni Il Battista che battezza Cristo.
Sul verso era inciso il Giglio di Firenze o Florentia.
Il suo valore corrispondeva esattamente al dazio dovuto per un barile di vino (gabella), ma venne in
seguito equiparato a quello del giulio o 40 quattrini1.
Barile di Florentia
La moneta, alla pari di altre monete antiche2, contiene in sé la mappa segreta che conduce al
sepolcro di Gesù, conosciuto tra gli ebrei con il nome Barile di Firenze o Croce del Barile.
Il Fiore, da cui Florentia e Firenze, è l’Altopiano delle Rocche, perché vedendolo dall’alto somiglia
ad un grande Fiore a cinque o a sei petali.
Nella mitologia classica si trova traccia del Fiore nel mito di Narciso.
Il Barile è uno dei nomi dati all’antro segreto (Antro d’Oco) nascosto sull’Altopiano.
1
Dizionario Enciclopedico Italiano, Ist. Enc. It., voce barile.
Storia Fiorentina di Messer Benedetto Varchi, in Colonia MDCCXI appresso Pietro Martello, pag. 264.
De monetis Italiae vario rum illustrium virorum dissertationes di Philippus Argelatus.
L’origine del nome dell’imposta medievale, gabella, va fatta rimontare all’antichissima Giza o Gaza egizia.
Era il prezzo pagato ai portatori di schiavi per la macellazione rituale (la gazella, che viene sbranata dal leone dopo la
cattura, sarebbe la gizella).
Da giza o gaza derivano forme linguistiche come gaz, goz, gab, cap legate alla Gizeh.
Altro dazio medievale era il barralium o barrale, imposto anticamente sulle greggi.
Anche le origini di tale imposta risalgono ai tempi dell’antico Egitto ed al cosiddetto Gregge di Israele.
2
Anche monete di epoca precristiana riportano incisa la mappa schematica che conduce all’Altopiano delle Rocche.
Ciò significa che il Barile del Fiore esisteva ed era conosciuto già prima dell’avvento di Yoshua di Nazareth e
addirittura già prima della fondazione di Roma.
Barile in italiano è l’equivalente di Botte, in inglese sarebbe Barrel, Tub, in spagnolo Barril, Tonel,
Boveda o Cuba.
Il nome esatto dell’antro sarebbe Croce del Barile (così come risulta nel catasto dei terreni dove
con tale espressione si designa una zona prativa del territorio di Rocca di Mezzo).
Ma la Croce del Barile o Barile di Florentia è lo stesso Altopiano delle Rocche osservato
dall’alto.
La Croce del Barile
Il Barile, cioè la prigione sotterranea di Pathos o Pato, era detto anche sgabellotto o sgabello per
essere la stanza simile ad uno sgabello, cioè a un oggetto solido di forma cubica o rettangolare usato
come sedile o panca.
La parola grano significa gramo (da grammo) ed è un riferimento agli “ebrei grami”, ai quali, per
vendetta, fu affidato il Nazareno, destinato a rimanere “eternamente gramo”, nonché evirato, nello
Sgabuzzino-in-Cubo (cuba) o Gabinetto di Gesù.
Il peso in grani del barile ed il suo valore dovrebbero essere la cifratura delle misure dell’ambiente
ipogeo dove è tenuto segregato, ancora vivente, il Nazareno di Gamla3, nonché la cifratura delle
misure del sarcofago, il cosiddetto Sgabello o Sgabellotto.
Lo sgabello funge anche da griglia mappale per l’individuazione topografica dell’antro
sull’Altopiano.
2,72 m
3,50 m
Lo Sgabellotto o Sgabello
Il barile valeva da 10 a 12 soldi o 6 denarii4.
I soldi o solidi, così come i denarii, sono i mattoncini (solidi) o rettangoli che compongono la
superficie dello Sgabello o Gabinetto di Gesù5.
Il valore del barile, pari a 6 denarii, corrisponde all’incirca alla somma del peso della moneta, che
va da 2,72 a 3,50 grani: 2,72 + 3,50 = 6,22.
I 6 denarii sono i 6 rettangoli in altezza e i 6 in larghezza della superficie dello Sgabello per un
totale di 36 solidi o mattoncini di superficie.
I grani 2,72 e 3,50 nascondono al tempo stesso due misure altimetriche.
Infatti, aggiungendo 1 e moltiplicando per 100 si ottengono le altitudini 1.350 metri s.l.m. e 1.272
metri s.l.m.., cioè le altitudini di Rovere alla sommità e di Rocca di Mezzo in piano.
3
Gamla è Nazaret, sue varianti sono Gamal o Camel e Carmel, il Nazareno è Yoshua, noto anche come Il Cammelliere
o Il Nazareno.
4
Il sostantivo latino denarius (da cui deriva dinarea o dunarea) discende dalla contrazione del numerale decem in den,
da cui l’inglese ten.
Decem e δέκα derivano da X, cioè dai simboli grafici della Piramide.
Così pure il numerale inglese ten può essere fatto derivare dalla contrazione di d[ec]en in ten.
Da ten o den deriva denum e demum come denos e δῆμος, sinonimi di adunanza, concettualmente simili a duna,
adunare, aduana, in quanto significano unire in un unicum.
La duna in particolare, l’adunanza della sabbia, è in realtà l’adunanza dei Sabei o Sabini intorno al Colle Sacro, ma in
origine l’Adunanza dei Sabii intorno alla Piramide (A-Unas).
Del concetto di adunanza di popolo rimane traccia nella duma russa.
La stessa radice etimologica ha il termine greco δῆμος da θέμα, θέω e la radice then, dove then è propriamente il
simbolo X nel cerchio O, cioè lo zen o zenit.
Voce duna su www.etimo.it
5
Sono anche i solidi del gabinetto, cioè gli escrementi in senso lato e i sodales ebrei e cripto ebrei incastrati
perfettamente nel Muro.
I due numeri, che, riguardati come date delimitano il periodo storico in cui si ebbe la rovina del
Tempio Gerosolimitano, possono essere letti come una serie di lettere.
I272 (girare il 2 per avere una S e considerare il 7 una lettera gamma maiuscola)
IS2
I 
P
Piomai
bevo
I
I
IST
Chr-ist
ist CHR
ISIS
 ἴσος
ISA
χρηστός
ISS
Sasso d’Italia e Sesso d’Italia (Gran Sasso e Altopiano delle Rocche)

I350 (considerare il 5 una S e il 3 una B affiancandogli la I )
IOS
3
TRE(E)
L’Albero di Yoshua o di Abramo
IOS
B
Bos
Yoshua Bue evirato (BernardoBernarda in Ca-Berna o Caverna)
IOS
8
Otto
Yoshua Ottone o Barile, sotto, nel Barile o Sgabello
Dall’insieme degli elementi cifrati si deduce che Yoshua della genìa di Abramo (Nazi), oramai bue
evirato e quindi Donna ebrea, Bernarda, cioè provvisto di berna o caverna (vagina), è vivente,
nascosto da secoli nella casa-berna o caverna della Roccia (Bern-Hard), chiamata Barile, Botte,
Cuba, ricavata in tempi remotissimi sotto Rocca di Mezzo (Cave of the Rock).
L’anno di emissione della moneta 1505 possiede anch’esso un significato criptato.
Può essere scritto come il palindromo 15 0 51  che, a sua volta, può essere scritto 4 e 6,
sottraendo 1 da 5 e sommando 1 a 5 o in numeri romani IV 0 IV.
IV 0 VI  I5 0 5I  I505  5 I 0 5  VXV  5X5 può essere scritto SexeS cioè 6 cioè VI
Dato che I505 può essere scritto come IV e VI cioè come X (IV + VI) è giocoforza che 1505
implica 1510.
Inoltre siccome I505 è DVOV (decem quinque nihilum quinque) e I5I0 è DVX (decem quinque
decem).
Ne consegue che ab I505 ad I5I0 può essere scritto DVOV A DUV, cioè II OO oppure IO IO,
formula criptata il cui significato è IO IO DUX del NIHILUM (Nilo) o, se si tiene conto dei doppi,
noi DVCES del NIHILUM, cioè dell’annientamento della razza bianca (ebrei).
Si può comporre quindi il seguente schema ad X
1505
S
V
°
X
1510
S
I due S arabi danno due S
V
I due V romani danno una X
Da IV e VI si ottiene IVI e IVY
Da SVS si ottiene SVS
Da IVI si ottiene SVMVS e MVSVS
Da SVXVS si ottiene SVPERVS, PERUS e PARUSIA
<<Qui (IVI) sull’Altopiano (IVY) sono (SUM) Maria (M), scrofa (SUS) e zoccola
(MVS) che torna in vita (PARUSIA) >>
Dato che la frase può essere anche al plurale, si può ipotizzare che insieme a Gesù Bambino ci siano
gli altri due personaggi della Trinità (il Padre e lo Spirito Santo, essendo Gesù il Figlio).
Nello schema il Serpentello (Tussillo) o il Serpente (Tussio) dapprima entra in vagina (Rovere,
cioè in X) e da qui passa all’utero (Rocca di Mezzo, cioè in V) per diventare Gesù Bambino.
Ma affinché lo schema sia corretto occorre rigirarlo in maniera tale che si possa posizionare nella
giusta direzione il Serpente, cioè da Rovere a Rocca di Mezzo.
Contestualmente è necessario immaginare di ruotare dalla parte opposta anche il Fallo-Altopiano in
modo tale che le gonadi-ovali vadano a posizionarsi dal lato di Ovindoli marsicano.
Capovolgendo, invece, lo schema prendono corpo le lettere  o LS, cioè Liberator e Sotèr o
Liberator e Salvator (Gesù).
Gesù Bambino nascosto a Rocca di Mezzo, cioè nel grembo della Cagna, è lo stesso Barile6, se si
prende barile come sinonimo di pancia e di βαρύς, che è il peso o il grave della gravidanza7.
In tal senso Rocca di Mezzo è il bari-centro del Pianeta, cioè l’Urbe dell’Orbe (terracqueo).
Nell’arabo antico la parola bari’d8 era un’unità di misura pari a 19.320 metri, cioè a circa 19
chilometri.
Essa esprime la distanza da Rocca di Mezzo a L’Aquila e da Rocca di Mezzo ad Avezzano.
Tale circostanza significa che la bara, cioè il sepolcro di D., è a metà tra L’Aquila ed Avezzano,
sull’Altopiano, in Rocca di Mezzo (in AQ è AV).
Gli elementi grafici contenuti nel recto e nel verso della moneta, previa rotazione orizzontale della
stessa di un angolo 180°, dicono che:
-
il discepolo di Giovanni Il Battista, cioè Yoshua di Nazareth da Gerusalemme è venuto in Italia
via mare ed è stato condotto in Abruzzo sull’Altopiano delle Rocche, chiamato Florentia per
essere somigliante ad un Fiore a cinque petali (FLOR – ENTIA);
-
che egli è ancora in vita ma trasformato in Uomo-Donna (la cosiddetta Trasfigurazione);
-
che è nascosto sotto Rocca di Mezzo, nell’antico sepolcro, chiamato sgabello o barile, al
macero, da dove si rialza e (ri)nasce (in tal senso è anche Gesù Bambino);
-
che l’anastasis o resurrezione è propiziata da un rito magico-religioso di matrice ebraica durante
il quale si procede anche alla sua trafittura con uno spadino, essendo egli l’Ostia Sacra ed Eterna
degli ebrei.
6
Egli per gli ebrei è anche uno dei Iulii romani o dei Cesariani, come si può evincere dalla definizione di barile data in
Vocabolario degli Accademici della Crusca (vol. I, pag. 389): <<II.Barile si diceva anticamente a quella moneta, alla
quale oggi noi diciamo giulio, ed era detta dal dazio, che si pagava del baril del vino. Lat. denarius. Gr. δραχμή>>
Era quindi anche uno dei Dracones o Draconti greci e prima ancora egizi, come lascia ipotizzare i nomi delle monete
dracma e dinaro, entrambe memorie numismatiche della persecuzione dei giudei in Egitto, Ellade e Romania.
7
Dal greco βαρύς deriva il verbo inglese to bear, i termini bar, war, parole che esprimono il concetto di portare una
barra o sbarra pesante atta ad offendere il nemico.
Anche il termine spagnolo barriga, che significa pancia, ha lo stesso etimo di to bear, in quanto relativo a donna incinta
che porta un peso.
Nel contesto allegorico il peso, cioè il PHS o il Piscis, è Gesù Bambino chiuso nel grembo della Cagna.
Rimanendo sempre nel contesto allegorico va considerato anche il termine barrito, cioè il verso dell’elefante che esce
dalla bocca sotto la “barra”, cioè sotto la proboscide.
Infatti, dato che sull’Altopiano l’Elephas (elĕphas, -ntis, ἐλέφας, -αντος) è il Monte di Rovere, la cui sagoma sembra
essere quella di un elefante accovacciato con la proboscide distesa, sia se lo si osserva da Ovindoli sia se lo si osserva
da Rocca di Mezzo, si può dedurre che L. Phas, cioè il Phans Liberator (Fante-Infante- Gesù Bambino) è lì in utero
concepito per la vagina (i criptoebrei scrivono Eliphas per celare il nome Iesus e la parola infans).
Egli cioè, paladino dei Marsi-Romani, dopo il proditorio tradimento ordito alle sue spalle, cadde nelle mani degli ebrei,
dei quali tutt’oggi è ostaggio e vittima, a distanza di circa due millenni.
8
Il barid nell’istituzione califfale era l’equivalente del barone medievale e per le funzioni svolte equivaleva al bargello,
capo della polizia del re o del feudatario.
Tuttavia, nell’antico Egitto il bari  o barile era altra cosa: era la macchina letale utilizzata per sacrificare gli schiavi,
detta pharo o pharaoh in seguito chiamato bharo, baro, barco, bargo, bargello, bargiglione o gallo.
Nel medioevo europeo qualcosa di simile era il bargello o bargiglione utilizzato dalla polizia nelle camere della morte.
Anche il barile medievale era altra cosa rispetto a quello egizio, poiché consisteva nel far macerare la vittima in un
barile per lungo tempo, lasciandola morire di stenti e di fame.
Yoshua trasformato in Donna con i seni e la vagina  in seguito ad evirazione
Nel Giglio notare i 2 fiori rotondi laterali a 5 petali (l’Altopiano) e i pistilli (Rocca di Mezzo e Yoshua che risorge)
Le lettere che venivano incise sulla moneta erano R.O. S.IOAN NES.B.
Vanno lette come S.IOAN NES B R O, cioè <<Sanctus Ioannes Baptista RedemptOris>>,
ma la scritta può essere interpretata anche, al singolare e al plurale, come segue:
- Sum Ioannes Barbarus Ebbro Romanus o Sumus Ioannes Barbari Ebbri
Romani (Trinità Cristiana);
- Santa Iona o Siona Nostro Signore (N. et S.) o Santi Sionisti Nostri Signori;
- Santa Iona o Siona Nostro Signore (N. et S.) Barbaro Eroe o Santi Sionisti
Nostri Signori Barbari Eroi.
Dal punto di vista degli ebrei gli eroi non sono persone coraggiose che combattono per una causa
buona ma Herodes, cioè quelli dell’Eros e dell’Amor.
I barbari non sono semplicemente stranieri che parlano un linguaggio incomprensibile, cioè non
sono solo βάρβαρο nel senso greco-romano di “bar–bar”, bensì sono coloro che si comportano nei
loro confronti come gli antichi Egizi, i peggiori nemici storici di Israele. 
Nell’antico Egitto, infatti, fu per millenni invalsa la pratica del barbar o del berber o, in parole
semplici, della bara9, del barile o dell’arca elettrificata (bara bara).
BARA era un acrostico inventato per sintetizzare in una parola il funzionamento dell’arca
elettrificata, ripetuto due volte a mò di slogan musulmano contro gli ebrei.
Veniva chiamata anche becco, gallo o capro.
Capro perché era un metodo di tortura letale raccapricciante utilizzato dai Rabbi Egizi o, in altre
parole, dalla Rabies Aegyptiaca.
Raccapriccio deriva da capriccio, termine sinonimo di arbitrario.
Il capro era quindi la pena capitale, (ra)capricciosa ed arbitraria, inflitta dall’Arbiter, cioè dal rabbi
arabo egizio, ai capretti o agnelli ebrei.
Non si trattava solo di raccapriccio per lo sgozzamento della macellazione rituale musulmana, ma di
un raccapriccio che derivava dall’impiego di macchine di tortura letale sofisticate.
9
Vedi la voce bier su www.etymonline.com: <<O.E. bær (W.Saxon), ber (Anglian) "handbarrow, litter, bed," from
W.Gmc. *bero (cf. O.S., O.H.G. bara, O.Fris. bere, M.Du. bare, Du. baar, Ger. Bahre "bier"), from PIE root *bher- (1)
"to carry; to bear children," and thus related to the O.E. verb beran "to bear" (see bear (v.)), making a bier
etymologically anything used for carrying, only later limited to funerary sense. Since c.1600, spelling influenced by Fr.
bière, from O.Fr. biere, from Frankish *bera, from the same Germanic root>>.
Vedi inoltre le voci bear e bar.
Bar Bar
Bar raB
BB
ottone
barile
B=2p
ARA
ARA
P
B
APA
ABA
A Pater
Abbas
becco, gallo, capro
flag



A
8
6
VIII
VI
h
N
~
~
Della Bara Egizia rimase traccia in più di un nome e toponimo del mondo antico.
Per esempio casba o kasba è parola composta da casa-bara o cassa-bara.
Casba, tuttavia, assunse anche il significato ulteriore di Casa Bianca, che era l’altare sacrificale dei
candido agnello, cioè dell’innocente ebreo (Agnus Dei).
Era definita bianca dagli ebrei, perché da un lato le vittime erano bianche, senza colpa, dall’altro
perché l’altare o ara era bianca, cioè di pietra, e i carnefici indossavano vestimenti di lino bianco per
imbrattarsi del sangue ebreo (blanket)10.
Era definita bianca anche perché il blanc, blanco o blanquet è la stessa banca o panca in pietra della
cassapanca-altare (palanca).
10
Vedi la Festività della Pasqua ebraica con sacrificio simbolico di agnelli, detta anche Pesach o Passover.
La Casa Bianca musulmana era la “Casa del Pino e del Pio”, presso la quale si beveva il sangue
delle vittime raccolto in una coppa dopo la loro macellazione (vedi Coppa Mistica, Calice della
Santa Alleanza e Sang Real).
Ma la “Casa del Pino e del Pio” per antonomasia fu la Piramide, dato che colà ci si dedicava al
πίνω ed al πίομαι, cioè si beveva sangue dopo aver trafitto o tagliato le vittime (vedi pot, potare,
potatura, pin, pen, pun, pincers, pinna o penna, pena e pain, bibĕre, beber e berber o bere bere).
La parola Casba si ritrova dissimulata nel nome geografico Mar Caspio o   che
significa “mare di case bianche” nella regione turanica.
Anche i nomi Barhain e Katar (Qatar) derivano dalla prassi della bara e della macellazione rituale
musulmana.
Il primo è bar (sl) ayn (to slain) mentre il secondo deriva dal greco καταρασσω e καταῥέω, da
cui il verbo inglese to harass ed il sostantivo inglese hare (ara di conigli dei rabbit o degli arabi-it).
Furono definiti Berberini i Berberi minori nordafricani, nubiani e arabi rispetto ai Berberi maggiori
che rimasero gli antichi Egizi, anche se nella Roma ottocentesca era invalso il detto <<Quod non
fecerunt barbari fecerunt barberini>>.