Testo - Centro on line Storia e Cultura dell`Industria

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Testo - Centro on line Storia e Cultura dell`Industria
Cogne Ferriere. Servizi sociali
Luca Moretto
Dicembre 2007
Testo per Storiaindustria.it
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Ad esclusivo uso didattico. Gli altri diritti riservati.
Cogne Ferriere. Servizi sociali
La Cogne è stata nel Novecento il principale motore di sviluppo economico e “politico” di Aosta,
contribuendone al passaggio fisico, da villaggio a città, e istituzionale, da comune a capoluogo di
Provincia sino a capoluogo di Regione.
L'utopia industriale immaginata dai fratelli Perrone per Aosta aveva un aspetto urbanistico: la
costruzione di un “quartiere operaio” autonomo, prossimo agli stabilimenti siderurgici, nella piana
fuori delle mura, ad ovest della città, attestato sul prolungamento del decumano in direzione della
Francia; un nuovo borgo dall’area pari a due terzi quella della città murata.
Col sopraggiungere della crisi economico-finanziaria del gruppo Ansaldo, nel periodo perroniano
vennero costruite soltanto: quattro villette a schiera per impiegati (1918-1919), con un totale di 35
alloggi che si sviluppano su 2 piani, con scala interna e giardino/orto privato; le case Filippini
(1918-1919) e quelle Giachetti (1918-1920), per un insieme di 241 alloggi destinati alle famiglie
operaie. Le case Filippini sono formate da un unico complesso suddiviso in quattro corpi, ciascuno
di 4 piani abitabili, con tetto a padiglione, collegati da piccole costruzioni ad un solo piano, per
negozi. Le case Giochetti presentano un impianto a corte centrale, in parte a verde; sono costituite
da quattro fabbricati, di cui tre a 4 piani ed uno a 5 piani, raccolti attorno ad un cortile posto al
centro.
Le case Stura, formalmente del tutto analoghe alle Filippine, alle quali sono contrapposte a formare
un isolato con grande cortile interno, vennero invece realizzate tra il 1920 ed il 1922.
Sugli inizi del “quartiere operaio” di Aosta intervenne l'Anonimo estensore di una Relazione, riferibile
al 1919, con un brano curioso intitolato “Impianti ausiliari”, che qui riportiamo: “Per ora è avanzata la
costruzione solo per alcuni importanti Lotti di case operaie: complessivamente per n° 1332 vani utili,
riuniti in 288 appartamenti abitabili alla fine del 1919.
Altre 24 case, per complessivi vani 2.000 circa, sono in costruzione e saranno abitabili nel 1920.
Anche le abitazioni minori e più modeste sono fornite di quanto richiede l'igiene ed il comfort moderno:
luce, riscaldamento a termosifone, acqua, cessi inodori, bagno caldo ...
Il quartiere Ansaldo coprirà una superficie circa uguale a quella occupata dall'attuale città e si va
sviluppando a NO della città stessa tra questa, la strada Nazionale di Courmayeur e del Piccolo
San Bernardo, su verso la collina.
In questo periodo di costruzioni attive sono da notare nei pressi della città delle cave di pietra che
forniscono buon materiale da costruzione: la cava e fornace di Cahrotard, tra Villeneuve ed Arvier;
si colli sopra Chivasso, la quale produce per i soli impianti della Valle d'Aosta”.
Il programma per la città operaia verrà portato avanti, durante il successivo ventennio fascista con: le
case Gastaldi (1939), otto edifici in linea a 2 e 3 piani con una tipologia estremamente modesta,
caratterizzata dal vano scale esterno coperto che, con un piccolo ballatoio, disimpegna gli alloggi ai
piani superiori. Sul retro di ciascun edificio è una serie di piccoli orti; le case Gazzera e Fresia (19421946), che rappresentano un secondo gruppo di case in linea a 3 piani, analogo, dal punto di vista
tipologico, alle Gastaldi.
Nel secondo dopoguerra verranno costruite le case Fresia alte (1948-1949 e 1951-1952), e la casa
Stura nuova (1953): edifici tipologicamente e tecnologicamente assai simili fra loro, che non
presentano rilevanti caratteri formali, se non il gruppo delle seconde case Fresia, nelle quali è
mostrata cura nello studio di taluni dettagli e deboli riferimenti ad un'architettura locale o
genericamente “alpina”.
Adiacente al quartiere operaio, verso la città, su un progetto del 1939 attribuibile a Gio Ponti, tra il
1940 ed il 1942 verrà costruito dall’impresa dell’ingegner Luigi Fresia il “Palazzo assistenziale
Nazionale Cogne”. Fin dall’inizio del suo impiego, l’edificio ha ospitato attività e funzioni differenti,
come quella di distributorio/spaccio dei viveri e dopolavoro. Nei locali interrati, utilizzati come
rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale, vi è ancora traccia della grande cisterna del
vino. Se l’ultimo piano dell’edificio, al di là della “villa” in copertura, era dedicato alla foresteria, il
primo piano è sempre stato occupato interamente dal circolo dei dipendenti, oggi “CRAL Cogne”,
ed è caratterizzato nella manica meridionale dai grandi spazi delle attività ricreative: dalla sala da
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ballo e dalla sala prove, dalla sala biliardi e dal bar. Un salone al secondo piano del palazzo,
dotato di un grande caminetto in pietra, era destinato al consiglio di amministrazione dello
stabilimento siderurgico.
Sempre del 1939 è un progetto di massima di Gio Ponti per il “Cinema Teatro Nazionale Cogne”
che, con capienza di 800-1.000 persone, sarebbe dovuto sorgere nell’area a nord del palazzo
assistenziale. Nell’ipotesi di Ponti, la sala tendenzialmente ellittica, veniva illuminata da un
lucernario lineare continuo centrale.
Gio Ponti, nello stesso periodo, elabora anche per il quartiere il progetto di sistemazione di un
giardino per impiegati della Nazionale Cogne.
In questo orizzonte andrà anche considerato l'ammodernamento della città attraverso l'edificazione
di infrastrutture ed opere d'interesse collettivo: oltre alla dotazione di banche, di caserme per gli
Agenti della Pubblica Sicurezza e per le Guardie di Finanza e dell'immancabile Casa del Fascio
(su progetto di Giuseppe Momo), ossia della Casa Littoria inaugurata il 19 maggio 1939 in
occasione della visita del Duce.
Rimangono le fotografie d'epoca illustranti l'adunata oceanica, la visita alla Cogne con Mussolini
accompagnato dal ministro delle Finanze Paolo Thaon di Revel e dal presidente della Società
siderurgica Euclide Silvestri, e quella alle miniere di La Thuile con il dittatore insieme
all'amministratore minerario Franco Guerrazzi. La città viene dotata inoltre, essendo stata Aosta
nominata da Mussolini, il 6 dicembre 1926, capoluogo di Provincia, di un Palazzo
dell'Amministrazione Provinciale (1931, progetto di Vitorio Pagali), e di un Palazzo di Giustizia
(1932, progetto di Ferruccio Vogliano); a cui si aggiungeranno, negli anni di guerra, il Palazzo delle
Poste e Telegrafi (1940, progetto di Giuseppe Wittinch), ed il nuovo Ospedale dell'Ordine
Mauriziano (1939-1941, progetto di Gaspare Pestalozza).
Se ripercorriamo la storia del “Quartiere Cogne” ci accorgiamo dell'emergere di due fasi principali:
la prima, rientrante nel vasto programma perroniano d'impianto dell'industria siderurgica in Valle
d'Aosta; la seconda, risalente alla preparazione alla guerra, da parte del fascismo mussoliniano.
Le aggiunte moderne, invece, non hanno rispecchiato che particolari momenti di crescita economica
della società italiana, propri alla ricostruzione e a picchi del successivo rilancio degli acciai speciali,
soprattutto per le necessità dell'espansione dell'industria meccanica.
Naturalmente, assecondando le richieste di una coesistenza civile, il “Quartiere Cogne” si è anche
dotato di strumenti per l'igiene, il tempo libero ed altro; come la costruzione di un capannone destinato
a lavatoio e di un altro per bagni, realizzati dall'Impresa Ing. Luigi Fresia (1947), o di un Circolo
ricreativo, con annesso gioco bocce coperto (1952-53).
Da ultimo, sono sorte le Case per dirigenti, a sud-est, mentre il Dormitorio operai (1943) è stato
demolito per procurare spazi all'edilizia finanziata dalla Regione (1973).
A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta la Città di Aosta acquisisce il Quartiere Operaio
Cogne. Alla luce di ciò nel marzo del 1986 viene redatto un “Piano urbanistico di dettaglio”, che
prevedeva in sintesi: la ristrutturazione dei fabbricati esistenti; la sopraelevazione di alcuni di essi;
l’inserimento di nuovi fabbricati; la formazione di spazi per attrezzature collettive e terziarie; la
sistemazione degli spazi in superficie (rete viaria, parcheggi, etc.); la realizzazione di autorimesse
interrate. L’attuazione del Piano avviene, con interventi successivi, a partire dal 1987.
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