la soffitta

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Associazione Collezionisti Scambisti
www.aciesse.org
LA SOFFITTA
NOTIZIARIO INTERNO AD USO DEI SOCI REALIZZATO IN PROPRIO
N° 65
VEDI pag. 3
DICEMBRE 2014
Redazionale
Notiziario trimestrale realizzato in proprio, destinato ai soci ed
amici dell' A.C.S.
È permessa la riproduzione citando la fonte.
Comitato di Redazione: D. SIMONCINI
C. CRISCUOLO
D. LO CELSO
LA SOFFITTA
Gli articoli firmati impegnano solo i loro estensori. Il Comitato di Redazione e
l'ACS declinano ogni e qualsiasi responsabilità, a qualunque titolo ad essi
riconducibile per quanto pubblicato.
La collaborazione al notiziario è gratuita ed aperta a tutti i Soci
Annunci , articoli etc. devono pervenire entro il mese antecedente la
pubblicazione e non vengono restituiti. Per ragioni di praticità è gradita, oltre alla
forma scritta, quella elettronica come “file” di testo
ASSOCIAZIONE COLLEZIONISTI SCAMBISTI
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente:
Segretario:
Consiglieri:
Carmine Criscuolo
Ing. Dario Simoncini
Giuliano Padrin
Ing. Mario Merone
via Cucca 120 – 80031 BRUSCIANO (NA)
via Col di Lana 1 – 01100 VITERBO
via A. Gargana 4 – 01100 VITERBO
via S.Antonio 5 – 80048 S:ANASTASIA (NA)
Cari amici,
ormai a fine anno è tempo di bilanci. Non possiamo di certo
lamentarci considerato l' incremento dei soci (effettivi ad oggi 234)
di cui anche tre men che trentenni. Anche le cedoliste, specie le
specializzate “isolati” hanno avuto un successo oltre ogni più rosea
previsione per cui si è prodotto, al netto delle spese sostenute
anche per il sito, un avanzo di euro 230,00 che ci tornerà utile per il
prossimo anno. Evidentemente se non ci si piange addosso e ci si
attiva i risultati non possono mancare. Il mondo cambia e occorre
tenere il passo e difatti lo sbarco nell' ultimo scorcio dell' anno su
Facebook e l' iscrizione a vari Gruppi filatelici presenti on line ci
hanno consentito una nuova considerevole rete di rapporti che
molto probabilmente rappresenta solo il primo passo per ulteriori
consistenti sviluppi. Il collezionismo filatelico, e non solo, non è
affatto scomparso né si appresta a scomparire ma ha subito, come
giusto che sia, un' evoluzione che peraltro è solo agli inizi. E'
necessario dunque prepararsi a recepire il nuovo e non
abbarbicarsi nel proprio castelletto che per quanto abbia mura alte
è ineluttabilmente destinato ad essere espugnato.
A tutti il sincero AUGURIO di un FELICE NATALE .
criscuolo
FOTO DI COPERTINA
In questo numero:
Redazionale
di C. Criscuolo
Foto di copertina
pag. 3
pag. 3
El me Milan: Un albergo popolare...
di R.Forloni
pag. 4
Trieste italiana
di M. Zuppello
pag. 6
1941 lettera per la svizzera...
di V. De Martino
pag. 9
Quesito risolto
di M. Comi e L. Pomes
pag. 11
Nuovo quesito irrisolto
di M. Comi
pag. 12
Il perito segnala
di M. Merone
pag. 13
Rarità e storia postale...
di C. Criscuolo
pag. 15
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Comunissima sia la cartolina che l’ affrancatura
per complessivi c. 5 ottenuta con c. 1 e coppia
del c. 2 della serie floreale sovrastampata Libia al
recto della cartolina illustrata inviata da Bengasi il
19 Aprile del 1921. Pur senza corrispondenza la
cartolina era da affrancare per c. 15 come
Stampe per Estero ma forse perché inoltrata dall’
Ufficiale Telegrafico non fu tassata. La
particolarità però di questa cartolina è nella
destinazione SALO, città finlandese ove giunse il
30 dello stesso mese che può, che
obiettivamente non può considerarsi comune e
probabilmente rara..
Collezione “Destinazioni” di C. Criscuolo
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“Società Azionaria Alberghi Popolari” che con capitali societari cui
si aggiunsero, per il sbandierato fine umanitario, non modeste
elargizioni pubbliche e private (la Edison, ad esempio, si fece
carico della totale opera di elettrificazione) realizzò l’ Albergo che
ebbe un costo di 423.000 Lire. Ma l’ albergo non ebbe mai la
funzione di ricovero a buon mercato e la Società proprietaria per
tenere fede allo scopo umanitario
provvide nel 1905
all'edificazione in via Colletta di un ben più modesto Dormitorio
capace inizialmente di circa 400 posti letto. Mediamente una
stanzetta al “Popolare” costava tre volte il prezzo di un letto al
“Dormitorio”. Nel 1922 il “Popolare” prese il nome di Buffoni e
venne dotato di servizi (una hall di ritrovo fornita di bar e giochi di
società anche "educativi" (una biblioteca fornita di giornali) collocati
al piano terra raggiungendo l’ apice con una serie di concerti
musicali.
Oltre alla cucina, fornita di spaccio a prezzi controllati, dove gli
ospiti potevano cucinare le pietanze utilizzando mezzi forniti
dall'albergo, l’ Albergo offriva un guardaroba fornito di 600 armadi,
una lavanderia-stireria, un deposito bagagli, uno spogliatoio, un
servizio di bagni e docce a pagamento, un servizio di barbiere e di
calzoleria.Il “Popolare” era riservato al sesso maschile e per il solo
uso notturno. L’ accesso era consentito dalle 19 e alle 9 del mattino
le stanze dovevano essere sgombrate. Il biglietto valido fino alle 18
del giorno successivo poteva essere acquistato alla biglietteria dell’
albergo aperta h.24 ed erano disponibili abbonamenti settimanali a
costo ridotto. Trasformato in “ospedale di guerra” dal 1916 al 1919,
fu nel 1944 utilizzato dalla “Direzione Assistenza Profughi” e ritornò
alla propria funzione con la ricostruzione postbellica ma decadendo
progressivamente fino al 1968 quando venne abbattuto.
EL ME MILAN
UN ALBERGO POPOLARE... MA NON TROPPO !
Il 18 giugno 1901, dopo poco più di un anno dalla posa della prima
pietra veniva inaugurato all’ angolo di via Marco D' Oggiono e la
scomparsa via Olocati
l'Albergo popolare, realizzato in stile
vagamente vittoriano (riproducente le londinesi Rowton Houses ) su
progetto di Francesco Magnani e Mario Rondoni e per iniziativa di
Luigi Buffoni presidente dell'Unione Cooperativa. Prospiciente la
Conca del Naviglio nelle vicinanze della stazione ferroviaria su una
superficie di 2200 mq l’ edificio poteva ospitare oltre 500 persone.
Il forte incremento della popolazione sul finire dell’ 800 derivante
dall’ industrializzazione evidenziò il problema della mancanza “Asili
Notturni o Dormitori pubblici”. In siffatte circostanze L. Buffoni (18501914), pioniere delle “cooperative di consumo” in Italia, costituì la
parapappapa
R. Forloni
www.acciesse.org
Cartolina commemorativa dell'inaugurazione usata il 30
Giugno 1901 da Milano per Abbiategrasso
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TRIESTE ITALIANA
attraverso il giornale “Il Corriere di Trieste”, la creazione di uno Stato
neutrale e indipendente.
Con il trattato di pace del l 1947, seguito alla sconfitta italiana
nella 2^ G.M., fu stabilito che il territorio di Trieste, conteso dall’ Italia
e dalla Iugoslavia, avesse una forma di stato indipendente (Territorio
Libero di Trieste) con un Governatore nominato dall’ O.N.U. sul cui
nome però non si trovò accordo così che rimase la divisione nelle
due zone A e B rispettivamente amministrate dal Governo Militare
Alleato (A.M.G.) e dalla Amministrazione Militare Iugoslavia (S.T.T.).
Le diplomazie dei due contendenti si scontrarono nel tentativo di
ottenere l’ annessione dell’ intero territorio triestino fino all’ estate del
1953 quando l’ Italia schierò le truppe al confine e Tito seguì dalla
parte opposta.Gli avvenimenti si accavallarono e la nota degli Alleati
per una suddivisione del territorio triestino cedendo la loro parte all’
Italia devette essere ritirata, innanzi alla decisa opposizione degli
iugoslavi che minacciavano l’ invasione, provocando le proteste
italiane per il mancato impegno. Agli inizi di novembre il clima
politico era torrido. Manifestazioni si susseguirono dal giorno 3
anniversario dell’ annessione di Trieste all’ Italia quando il sindaco
G. Bartoli contravvenendo al divieto del GMA espose sul Municipio
la bandiera tricolore. Incidenti e anche violenti scontri con gli inglesi
e la polizia civile seguirono nei giorni seguenti con il triste bilancio di
6 morti e decine di feriti. I moti presentarono l’ urgenza di una
soluzione per un problema che altrimenti avrebbe potuto
trasformare in caldissima la guerra fredda persistente tra i due
blocchi contrapposti. Sarà il “Memorandum di Londra” del 5 Ottobre
1954 a disinnescare la miccia con il passaggio delle zone A e B alle
Amministrazioni civili di Italia e Iugoslavia con qualche seppure
modesta modifica territoriale che inglobava nella zona B alcuni
piccoli paesi (Crevatini, Plavia, Elleri, Albaro Vescovà) fino allora
appartenenti alla zona A. Il 26 Ottobre 1954 su Trieste potrà
sventolare il tricolore ma solo nel 1975 con il Trattato di Osimo tra
Italia e Iugoslavia si giungerà alla definitiva soluzione stabilendo la
sovranità di Italia e iugoslavia sulle zone assegnate a Londra.
I partiti politici italiani erano tutti per l’ annessione ma sussisteva
anche un “Fronte per l’ Indipendenza del Territorio libero di Trieste”
la cui sede venne distrutta il 6 novembre durante i moti che in quei
giorni misero a ferro e fuoco la città. Il Fronte propagandava,
parapappapecie
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Documento di quell’ incandescente periodo di fervore ideologico la
cartolina postale Biga L. 20 da Trieste 14.II. 53 diretta alla sede
cittadina della “Direzione del Partito del fronte dell’ Uomo
Qualunque” con l’ esplicito “J’accuse” di un patriota triestino alla
fazione contraria all’ annessione del Territorio all’ Italia identificato in
una nominata persona (di cui per privacy ho coperto il nome)
paragonata al falso irredentista F. Fabris-Basilisco che nel 1882
tradì l’ irredentista Oberdan consentendo agli austriaci di arrestarlo a
Ronchi e impiccarlo poi a Trieste.
Documento di quell’ incandescente periodo di fervore
ideologico la cartolina postale
Biga L. 20 da Trieste 14.II. 53
diretta alla sede cittadina della
“Direzione del Partito del fronte
dell’ Uomo Qualunque” con l’
esplicito “J’accuse” di un
patriota triestino alla fazione
contraria all’ annessione del
Territorio all’ Italia identificato
in una nominata persona (di
cui per privacy ho coperto il
nome) paragonata al falso
irredentista F. Fabris-Basilisco
che nel 1882 tradì l’irredentista
Oberdan consentendo agli
austriaci di arrestarlo a Ronchi
e impiccarlo poi a Trieste.
1941 LETTERA PER LA SVIZZERA OVVERO
DOMANDE SENZA RISPOSTE …. !!!
La Svizzera all’ indomani dell’ armistizio franco-tedesco (25.6.40),
ormai completamente accerchiata dalle forze dell’ “asse” richiamò
alle armi 450.000 cittadini e introdusse un sistema di turni che
permetteva di avere costantemente in armi 120.000 uomini nel
“ridotto centrale alpino” e sui tre cardini di difesa (St. Maurice – S.
Gottardo – Sargans). Agli uomini mobilitati veniva versata una
“indennità di perdita di guadagno”. Su questo sfondo storico da
interpretare l’ oggetto postale che propongo all’ attenzione dei lettori.
Ritrovato casualmente e a costo insignificante probabilmente
disdegnato come comune dal collezionista l’ oggetto che propongo
sprigiona quel sottile fascino che stimola domande oltre l’ orizzonte
dei parametri squisitamente storico-postali. Affrancata con un valore
…...
M. Zuppello
Buon Natale
-8-
L. 1,25 della serie “fratellanza d’ armi” in tariffa Lettera 1° per estero
la busta impostata a Milano 8. marzo 1941, diretta a destinatario
presso unità dell’esercito svizzero (Gob. San. Kp. 1/8 FELDPOST),
-9fu
fu inoltrata, dopo prescritta verifica dalla censura italiana che
appose il relativo timbro e fascetta, a destinazione ove giunse il 20
marzo come da timbro della “feldpost – poste de campagne 8” che,
essendo il destinatario rientrato alla propria residenza ad Emmen
(Cantone di Lucerna), rispedì la busta cassando gli estremi del
reparto e feldpost e aggiungendo per l’ identificazione il termine
“Coiffeur” sufficiente perché lo stesso giorno fosse recapitata
normalmente non riscontrandosi segni di impossibilità o di
rispedizione al mittente. Questi gli inoppugnabili dati rilevabili per
una condivisibile analisi storico-postale che identifica, come
accennato, l’ oggetto in questione come non di particolare pregio.
Eppure la busta, o meglio alcuni dei dati rilevabili sulla busta, pone
domande che investono campi non collezionistici ma non per questo
meno interessanti. Perché il
Nini Pescia, certamente italiano o di origine italiana, operava presso reparto militare
dell’ esercito svizzero? Che
fosse un militare in forza ad
unità dell’ esercito per cui la
S. innanzi il nome del destinatario debba intendersi come la qualifica (Soldato ?) o
il grado di (Sergente ?)
oppure altro stato della
gerarchia militare ? Perché
la feldpost ritenne non doversi aggiungere
il recapito domiciliare in
mmmmm
chiaro essendo impossibile, anche per ragioni amministrative, che lo
ignorasse mentre conosceva la specifica qualifica professionale
ritenuta sufficiente per il recapito postale in una citta, Emmen, di
oltre 25.000 abitanti ? E ancora dove era dislocato il reparto di
appartenenza del nostro destinatario considerato che fu sufficiente
meno di un giorno perché la rispedizione andasse a buon fine ?
Risposte dalle più o meno plausibili alle totalmente fantasiose ne ho
trovate ma confido che qualche lettore possa dirci qualcosa di
esaustivo e, soprattutto, documentato. In ogni caso la finalità della
pubblicazione è quella di dimostrare come a volte, il documento
postale proponga campi d’ indagine di diversa natura ma comunque
degni di essere approfonditi.
V. De Martino
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QUESITO RISOLTO
Pubblicato a pag. 12 del Notiziario n. 64 perché irrisolto,
nonostante la consulenza di specialisti in legislazione postale, il
quesito del socio C. MARTANI in riferimento al timbro "Pagata
sopratassa / per recapito a domicilio" su busta per “stampe in
abbonamento” da Bergamo 15.4.65 con aggiunta di un francobollo
L. 20 Michelangiolesca, ha trovato esaustiva spiegazione grazie all’
intervento del socio M. COMI che
ringrazio di cuore lasciandogli la
parola: Ciao a tutti, innanzitutto
complimenti! Davvero un bel
notiziario! Per quanto riguarda il
quesito irrisolto del 20 lire
michelangiolesca su stampe in
abbonamento di Claudio Martani
posso dare un contributo. Mi sono
imbattuto in qualcosa di simile un
paio quando sono fortuitamente
paio di anni fa e ho trovato una risposta
riuscito a reperire un tariffario postale del settembre 1961.Il servizio
di recapito a domicilio di pieghi contenenti stampe o manoscritti
eccedenti il peso di 500 grammi si assolveva con il pagamento di 20
lire fino a 1000 grammi e 30 lire per pieghi con peso compreso tra i
1000 e 2000 grammi (peso massimo per cui era concesso il sevizio).
Tale servizio di recapito poteva essere richiesto sia dal
mittente aggiungendo il suddetto diritto alla francatura ordinaria, che dal destinatario.
Si trattava di una di quelle splendide tariffe agevolate che servivano
a promuovere la libera circolazione della cultura (come le tariffe
agevolate per i pieghi di case editrici) . Non sono a conoscenza
purtroppo di quali fossero le tariffe di questo servizio nei periodi
precedenti o successivi e quando venne abolita questa voce ma
molto plausibilmente la tariffa sopra citate ebbe validità dal 1960 al
31-07-1965. Quindi a mio parere nel caso in esame si tratta di un
piego di stampa recapitata a domicilio pagando la tariffa di 20 lire
per un piego con peso compreso tra i 500 e i 1000 grammi.
Bellissimo pezzo!
- 11 -
Un ulteriore contributo dal socio L. POMES che ci dice:
Il DPR n.582 del 29/6/51 prevedeva alla voce n.31 "Diritto per
recapito a domicilio dei pieghi di stampe o carte manoscritte
eccedenti il peso di 500 grammi:
a) per ogni piego fino a 1000 grammi ..... £.20
b) per ogni piego di peso superiore ai 1000 grammi fermo il peso
massimo kg.2 ......£.30
La tariffa non è più riportata nei tariffari seguenti dal 1/8/65 per cui,
come arguito da M. Comi, è da intendersi abrogata.
IL PERITO SEGNALA
di M. Merone
MANZONI DAL …. DENTISTA !!!
Mi è stato dato da certificare il seguente valore: lire 5 della serie,
nuovo con gomma integra.
HELP!! NUOVO QUESITO IRRISOLTO
RICHIESTA TESSERE E LIBRETTI FERROVIARI
Lo boccerò perché il valore presenta una pessima dentellatura su
tutti i quattro lati. Mi sono chiesto, però, che provenienza possa
avere questo brutto esemplare, ridentellato da qualche
professionista, truffatore, poco accorto e in possesso di un
perforatore del tutto inidoneo al caso in esame. I fori, infatti, sono
piccoli, non dello stesso diametro, e i cilindri metallici strappano il
supporto cartaceo. L’esemplare ha una provenienza capitolina?
partenopea? milanese? Ne vedrò altri? Ho deciso di descriverlo sul
mio sito sperando di fare cosa grata ai collezionisti.
Il socio M. COMI che ha risolto il precedente problema ci pone ora
un quesito che speriamo trovi presto l’ auspicata soluzione con l’
intervento di esperto del settore. “Tra i miei documenti – scrive M.
Comi - ho dei moduli di richiesta tessere ferroviarie e moduli di
richiesta di libretti ferroviari. Dai documenti che possiedo so che nel
1962-1963 la richiesta di una tessera ferroviaria veniva evasa con
l'affrancatura di 40 lire. Per quanto riguarda la richiesta di libretti
ferroviari so che nel 1964 veniva evasa con 475 lire mentre nel 1968
con 555 lire. Mi piacerebbe molto ricostruire i periodi tariffari di
questi usi non postali.
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Nel contempo, però, mi auguro anche che ciò consenta loro,
spesso poco esperti, di essere più oculati nei propri acquisti e
soprattutto di evitare di cadere nelle maglie di questi lestofanti.
Dentellatura destra del
francobollo ridentellato.
Dentellatura sinistra del
francobollo ridentellato.
Dentellatura bassa del
francobollo ridentellato
Dentellatura alta del francobollo
ridentellato
Per questi motivi posto i particolari delle quattro dentellature
confrontate con le analoghe di un francobollo perfetto ed originale.
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RARITÀ E STORIA POSTALE
uno sguardo verso futuro
Anni addietro, molti anni addietro, pubblicai
un articoletto “Rarità oggettiva e soggettiva”
in cui auspicavo che i cataloghi indirizzassero
le quotazioni nel senso di una maggiore
attinenza verso la rarità oggettiva ovvero
quella non generata da manovre speculative
ma dall’ effettiva scarsità. Ponevo ad esempio
due lotti offerti allora in una prestigiosa asta
ad uno stesso prezzo base: una lettera
inviata da Palermo a Napoli mediante i battelli
francesi nel pochi giorni delfrancesi
traffico interrotto tra le due capitali a seguito
delo sbarco dei “mille” di Garibaldi e un Gronchi rosa nuovo illinguellato.
Chi acquistò quel “Gronchi” prese un granchio e chi acquistò la lettera
tesaurizzò i propri soldini. Mi si dirà che anche i granchi possono piacere
e a me piacciono ma a patto che non costino quanto il caviale. Così da
sempre ho evidenziato che la “filatelia” dovrebbe essere intesa come
momento nel più ampio percorso della “storia postale” e il francobollo
come documento storico-postale.
Oggi due segnali mi fanno ben sperare che si possa intraprendere la
strada che con una miopia spaventosa è sfuggita alla vista appannata
dalla cataratta speculativa. Il catalogo Sassone riporta nella prefazione
che “una visione moderna della filatelia classica non possa prescindere
dall’ esatta conoscenza di tutto ciò che esiste di ogni singola affrancatura
e che le quotazioni debbano sempre essere direttamente proporzionali
all’ effettiva rarità”. Mi si dirà che la direttiva è solo per la filatelia classica
e che per altri settori vi sono maggiori difficoltà per individuare le reali
consistenze esistenti ma la strada verso la chiarezza sembra aperta.
Nella “Libreria Filatelica” di P. Vaccari, mercante-editore da sempre
lungimirante innovatore, vedo nella pagina pubblicitaria “La Posta
testimone della nostra Storia”, ove i termini posta e storia sono con l’
iniziale maiuscola ad evidenziarne l’ importanza e la stretta connessione,
in bella mostra una Lettera. E 2 Francobolli, di cui uno nuovo ed uno
annullato, a sottolineare che entrambe le tipologia, francobollo sciolto
nuovo, usato e su lettera costituiscono testimonianze, dunque documenti,
della Storia. Dunque ci si muove nella giusta direzione e seppure non
saranno poche le difficoltà da superare sono certo che si giungerà al
logico obiettivo auspicato da chi ha visto da tempo che la “filatelia” intesa
in senso “classico” si avviava ad un inarrestabile tramonto mentre potrà
assurgere a nuova dignità come documento storico-postale.
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C. Criscuolo
APPELLO FILATELICO
Gli alunni del 2° CIRCOLO di Sassuolo (MO)
chiedono francobolli tematici relativi a:
Arte (dalle origini ai giorni nostri) - Personaggi famosi (inventori, artisti,
benefattori dell'umanità; - Egizi, Romani, Greci, Etruschi - Fiabe,
Letteratura infanzia - Animali, Animali preistorici - Fiori; Mezzi di
trasporto - Bandiere.
I soci che dispongono di materiale sono pregati di inviare a:
Dr. Gian Luigi Gacobazzi c/o DIREZIONE DIDATTICA 2° CIRCOLO
via ZANELLA 7 – 41049 SASSUOLO (MO)
Merone Expert - Perizie filateliche
sconto 20% ai soci ACS
Dott. Ing. MARIO MERONE
Perito Filatelico del Tribunale e della Camera di
Commercio di Napoli
Via S.Antonio , 5
80048 S.ANASTASIA (Napoli)
Tel. / Fax 081.531.30.11
[email protected] [email protected]
SONO IN CORSO CONTATTI PER OTTENERE
AGEVOLAZIONI E SCONTI