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02/04/2016 Pag. 18 Ed. La Spezia diffusione:49386 tiratura:65704 Uso di cannabis terapeutica: ecco regolamento ARRIVA un regolamento omogeneo su tutto il territorio regionale sull'uso della cannabis per terapie del dolore e cure palliative. Lo annuncia Sonia Viale, assessore regionale alla Sanit à e vicepresidente della giunta: «Colmiamo l'attuale far west. L'introduzione dei cosiddetti cannabinoidi a fini terapeutici risale al 2012, ma non era supportata da un'adeguata disciplina di applicazione. Con questo provvedimento metteremo ordine in una materia delicata che fino a oggi, mancando di precise indicazioni uniformi sul territorio regionale, era poco chiara » , conclude Viale. TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 04/04/2016 26 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato La svolta 02/04/2016 Pag. 19 Ed. Catanzaro Una nevralgia molto dolorosa Come si riconosce e come si cura la sindrome che interessa il trigemino di FRANCESCO AMATO* Cos'è la nevralgia del trigemino? Quali sono i sintomi e le possibili cure? Questo tipo di nevralgia è una sindrome cronica caratterizzata da un disturbo neuropatico che colpisce il volto e si manifesta con un dolore facciale intenso ed improvviso. Può manifestarsi anche con un dolore folgorante, a scossa elettrica o pugnalata, periodico, con periodi sintomatici e parossistico con esplosioni dolorose. Gli episodi sono di breve durata (parossistici), riguardano 1 o più territori del nervo trigemino che come dice il nome è composto da 3 branche: oftalmica (intorno all'occhio), mascellare e mandibolare. Nel 95% dei casi interessa un lato del capo, nel 5% è bilaterale. Il dolore scatenato magari da una carezza, dal lavarsi i denti, da un soffio d'aria riguarda 1 persona su 25 mila, quasi sempre sopra i 50 anni. In circa il 70% dei casi a provocarla è una compressione del nervo da parte di un'arteria: ciò crea un conflitto con il trigemino, lo irrita, danneggiando la guaina di mielina che lo riveste e provocando una speciedi cortocircuito cheproduce il dolore (National Institute of Neurological Disorders and Stroke 2015). Sintomi La sintomatologia della nevralgia del trigemino è analoga a tutte le affezioni che riguardano i nervi. Il paziente, infatti, accusa dolori improvvisi e acuti caratterizzati da vere e proprie scosse in cui le fitte si irradiano dalla faccia fino alla mascella, coinvolgendo tutti i distretti attraversati dal trigemino stesso. Gli attacchi di nevralgia risultano essere insopportabili e facilmente tendono a ripresentarsi nel tempo, anche se la frequenza varia a seconda della gravità del disturbo. Dopo il primo attacco, comunque, il paziente in genere riesce a riconoscere l'avvicinarsi dell'affezione perché spesso la nevralgia del trigemino si preannuncia con l'intorpidimento della zona colpita, un formicolio persistente e un fastidio generale. Come si arriva alla diagnosi? Con la raccolta della storia clinica e dei sintomi: il dolore è infatti caratteristico. È molto violento, improvviso e dura pochissimo, per poi ripetersi a distanza di minuti o ore: un dolore che dura mezz'ora non è mai nevralgia del trigemino. Inoltre, il dolore è limitato a metà viso e quasi sempre interessa la parte centrale e inferiore del volto. Con questi segni ci si può già orientare; spesso, poi, viene prescritta una risonanza magnetica per escludere sclerosi multipla, massetumorali oaltremalattie. L'esame puòanche verificare la presenza di un conflitto vascolare, ma non sempre riesce a distinguerlo con certezza». Quali sono le possibili terapie? Durante la crisi si può fare ben poco: le cure servono soprattutto per prevenire gli attacchi. Il primo passo è la terapia con farmaci che vanno presi tutti i giorni, iniziando con dosi basse e proseguendo fino alla remissione, per la quale possono servire anche mesi. Quando torna la nevralgia, che purtroppo non guarisce da sola e anzi tende a peggiorare, provocando attacchi sempre più ravvicinati e gravi, si incrementa il dosaggio. I farmaci risolvono circa il 30% dei casi; negli altri, dopo 4-5 anni gli effetti collaterali superano i benefici e si passa alla neurochirurgia. In chi ha meno di 70 anni e un conflitto vascolare dimostrato si propone la decompressione vascolare , intervento attraverso cui si appone un "cu scinetto" sull'arteria per evitare che prema sul trigemino. Il metodo è risolutivo in circa il 70% dei pazienti; se la nevralgia torna, ma anche nei soggetti più anziani e nei casi in cui il disturbo non è provocato dalla pressione di un'arteria, si può optare per la radiochirurgia , che consiste nell'ir radiare il trigemino per provocarvi piccole alterazioni che eliminano il dolore. Nel 60-70% dei casi ciò ottiene una remissione temporanea, ma la radiochirurgianon puòessereeseguita più di due volte nello stesso soggetto. Nei casi in cui la nevralgia torna a farsi sentire si passa alle procedure percutanee che, con un palloncino o il calore, danneggiano il nervo in modo più profondo , questi metodi possono essere ripetuti più volte. Volendo ricorrere a rimedi naturali e ad approcci complementari, infine, l'agopuntura può dare benefici ed essere utile nel contrastare la sindrome dolorosa accompagnata dal disturbo. Anche tecniche di rilassamento possono offrire un sollievo momentaneo al malato. Per chi ci chiede quale alimentazione seguire si dovrà orientarsi su cibi antinfiammatori ricchi di vitamine, sali minerali e soprattutto omega 3 ed omega 6, i TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 04/04/2016 39 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FOCUS Durante la crisi acuta si può fare davvero ben poco 02/04/2016 Pag. 19 Ed. Catanzaro TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 04/04/2016 40 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato cosiddetti "acidi grassi essenziali", precursori di importanti sostanze che combattono l'infiammazione. Le fonti di omega 3 e omega 6 sono soprattutto pesce, semi oleosi (girasole, sesamo, zucca e lino) e oli vegetali: olio extravergine di oliva, olio di germe di grano, olio di lino spremuto a freddo. Da preferire l'alimenta zione naturale a base di cereali integrali, legumi, carne bianca, verdura e frutta di stagione ed evitare alimenti pro-infiammatori come lo zucchero bianco, le bevande zuccherate, i dolci, latte e derivati, yogurt, carne rossa e salumi ( si consiglia di farsi seguire dal Dietista o Nutrizionista). E' necessario inoltre educare il paziente affinchè eviti stimoli che possono scatenare la crisi dolorose (evitare di toccare la zona interessata , masticazione eccessiva , colpi di freddo). Questa malattia, se non curata, puo diventare un problema cronico. Oggigiorno, farmaci efficaci ed eccellenti tecniche neurochirurgiche possono dare al paziente risposte efficaci. *Responsabile Centro regionale Hub Terapia del dolore Azienda ospedaliera Cosenza Foto: Dolore al viso 02/04/2016 Sito Web (ANSA) - GENOVA, 1 APR - La Liguria avrà un regolamento regionale per somministrare i preparati farmaceutici a base di cannabis a fini terapeutici. Lo annuncia l'assessore regionale alla Sanità Sonia Viale commentando l'approvazione in Giunta della delibera sulle 'Preparazioni galeniche a base di cannabinoidi'. Uno strumento in più nelle terapie del dolore. La Regione ha recepito le linee guida elaborate dalla Rete per le cure palliative stilando un protocollo con indicazioni su procedure ed erogazione dei preparati galenici magistrali, tra cui la cannabis, a carico del sistema sanitario ligure. L'Agenzia regionale sanitaria verificherà l'uso terapeutico della cannabis per garantire l'appropriatezza e la sicurezza d'uso dei farmaci a base di cannabis. "Metteremo ordine in una materia delicata che fino a oggi - dice Viale - mancando di precise indicazioni uniformi sul territorio, era poco chiara e non sempre garantiva l'accesso a quei pazienti che avevano necessità di ricorrervi per terapie del dolore e cure palliative". TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 04/04/2016 47 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Liguria regola la cannabis terapeutica 05/04/2016 Pag. 28 N.420 - aprile 2016 diffusione:46666 tiratura:71750 AHI, CHE MALE ! C'è chi urla alla puntura di uno spillo e chi sopporta di più: perché le reazioni al dolore sono così diverse? Secondo i neuroscienziati, dipende da carattere, storia personale e livello culturale: pessimisti e ansiosi, però, soffrono sempre di piu Anissia Becerra Secondo la definizione correntemente adottata dall'Associazione internazionale per lo studio del dolore (IASP) e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, il dolore fisico «è una sgradevole esperienza sensoriale ed emotiva, associata a un attuale o a un potenziale danno dei tessuti». Si tratta di un'esperienza molto complessa: all'aspetto fisico o somatico si unisce una componente emotiva, influenzata dalla dimensione affettiva e cognitiva di chi prova dolore: i fattori socio-culturali, le esperienze passate, la situazione contingente, le credenze religiose, i condizionamenti sociali, persino il nostro umore e le nostre aspettative plasmano e condizionano la nostra esperienza del dolore. Ecco perché pur essendo un'esperienza universale, resta sempre qualcosa di estremamente soggettivo e personale. «L'esperienza dolorosa», spiega Fabio Formaglio, neurologo e specialista di Terapia del Dolore, «è caratterizzata da due diversi aspetti: quello sensoriale, detto nocicezione, determinato dalla ricezione e dalla trasmissione di un particolare stimolo al cervello attraverso il sistema nervoso, e l'aspetto emotivo e cognitivo che si lega alle memorie passate e plasma l'esperienza soggettiva e cosciente del dolore, facendone qualcosa di così personale da essere poco quantificabile». Diversamente tolleranti «Se tocchiamo un oggetto la cui temperatura è di 43-45 °C», spiega Fabio Formaglio, «tutti noi percepiamo una sensazione sgradevole, dolorosa. Diciamo che la soglia di percezione del dolore è più o meno la stessa in tutti gli esseri umani. Ciò che cambia è la soglia di tolleranza al dolore e, in una certa misura, anche l'intensità del dolore stesso. Una partoriente ha in genere una tolleranza elevata, un depresso o un ansioso molto bassa». Com'è facile intuire, lo stato psicologico, le credenze e le aspettative di una persona, così come il significato che si attribuisce al dolore, condizionano l'esperienza dolorosa. Uno dei maggiori studiosi in questo campo, lo psicologo canadese Ronald Melzack, ha scritto: «Il dolore è un'esperienza personale e soggettiva, influenzata da educazione, circostanze, attenzione e da altri parametri psicologici». Un soldato in combattimento o un atleta in gara percepiscono più lievemente certi dolori acuti perché nel loro organismo aumentano le endorfine, sostanze chimiche che lavorano come analgesici naturali. D'altra parte, l'ansia, la paura e le aspettative negative accentuano l'aspetto sgradevole del dolore col risultato che lo si percepisce di più: «I catastrofisti e i pessimisti provano un dolore più intenso e più frequente rispetto a chi ha un atteggiamento positivo», sottolinea Formaglio. «Lo stato psicologico è così importante che la terapia psicologica è parte integrante nel trattamento del dolore cronico». Effetto placebo Molti studi hanno dimostrato che l'effetto placebo funziona davvero: «La somministrazione di falsi farmaci analgesici, privi di principi attivi, riduce l'attività nella parte del cervello che regola il dolore», spiega Paolo Grossi, responsabile della divisione di Anestesia locoregionale e Terapia del dolore del Policlinico di San Donato Milanese e del settore educativo della Società europea di anestesia regionale e terapia del dolore. Aggiunge Fabio Formaglio: «Il 30-40 per cento degli individui reagisce positivamente alla somministrazione di placebo e dichiara di avvertire meno dolore. Oggi, infine, ci sono nuove ricerche per capire quanto incidano le esperienze dolorose e traumatiche dell'infanzia nella percezione del dolore di un adulto: è probabile che i ricordi inconsci esercitino considerevole influenza». Il peso della cultura Molti studi hanno dimostrato che accettazione del dolore, grado di tolleranza, espressione non verbale e verbale dipendono da educazione e retroterra culturale. Fino a qualche decennio fa, nel mondo occidentale gli uomini erano sollecitati a non esprimere apertamente il dolore, mentre oggi le cose sono decisamente più sfumate. Culture diverse, inoltre, attribuiscono allo stesso tipo di dolore un senso e un valore diversi, basti pensare al parto; quanto alla verbalizzazione del dolore, noi TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 06/04/2016 13 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Comportamento 05/04/2016 Pag. 28 N.420 - aprile 2016 diffusione:46666 tiratura:71750 TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 06/04/2016 14 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato italiani siamo molto espressivi e tendiamo a drammatizzare i sintomi, al contrario delle popolazioni nordeuropee. In Occidente, i cristiani accettano il dolore più facilmente rispetto a un non credente, mentre in Oriente i buddhisti lo accolgono come una caratteristica intrinseca al ciclo di nascita, morte e rinascita. Poiché oggi la popolazione in Italia e in Europa è sempre più eterogenea per via dell'intenso flusso migratorio, di quest'ampia variabilità culturale, medici e infermieri devono tener conto nella somministrazione d'una terapia del dolore. ALAMY Come il cervello percepisce un dolore D Nella cute, nei muscoli e nei visceri esistono alcune terminazioni nervose dette recettori periferici sensoriali o nocicettori, capaci di ricevere informazioni su stimoli meccanici, termici, elettrici, chimici o su altri eventi che possono causare danni all'organismo (un infarto o l'infiammazione dell'appendice, ad esempio). • Lo stimolo doloroso raccolto dai nocicettori è trasmesso mediante alcune fibre nervose, le fibre A-delta e le fibre C, al midollo spinale come un impulso elettrico. Le prime sembrano responsabili della trasmissione di un dolore acuto e localizzato, le seconde di un dolore sordo e diffuso. • Dal midollo spinale, l'impulso elettrico viaggia verso il talamo, una parte del cervello che lavora come una centrale di controllo e di smistamento dell'impulso doloroso. • Nel cervello, una parte dello stimolo dal talamo giunge alla corteccia somatosensoriale dove si trasforma in una sensazione dolorosa. Un'altra parte arriva al sistema limbico (ippocampo, ipotalamo, amigdala), dove la sensazione viene confrontata con i ricordi inconsci e può quindi determinare variazioni di comportamento, emotività e umore. Infine raggiunge la corteccia prefrontale: qui la sensazione assume la dimensione soggettiva e cognitiva, più legata alla personalità. Come il dolore viene ridotto o amplificato Il segnale doloroso può essere modificato, cioè amplificato, diminuito o inibito in vari livelli del circuito nervoso. Il modo più semplice è attraverso il rilascio di sostanze chimiche chiamate oppiodi endogeni, suddivisi in tre famiglie: encefaline, endorfine e dinorfine; tutte lavorano come analgesici o "droghe" naturali. Il dolore è modificato anche da altri fattori come stati emotivi, stress, processi cognitivi e alcune classi di farmaci, gli antalgici o analgesici di sintesi. Le piante soffrono? • Spiega Daniel Chamovitz, biologo dell'Università di Tel Aviv (Israele): «Le piante non sentono nel senso tradizionale del termine, ma percepiscono una sensazione tattile. La zucca spinosa [Sycios angulatus), ad esempio, avverte la presenza sulle foglie di un oggetto di appena 2 grammi». Le piante, dunque, percepiscono la stimolazione meccanica dei loro tessuti e se è dannosa "reagiscono" inviando segnali elettrici. Diana Bowles dell'Università di Leeds (GB) ha bruciato la foglia di una pianta di pomodoro e ha registrato l'emissione di un segnale elettrico nell'intera pianta, che reagiva al danno avvertendo le altre foglie. Percepiva dolore? Secondo Chamovitz, «le piante avvertono il tatto ma non provano dolore. La loro risposta non è nemmeno soggettiva perché sono prive di cervello». I NEONATI PERCEPISCONO PIÙ DOLORE DEGLI ADULTI D Ancora fino agli anni 70, la comunità medico-scientifica riteneva che i neonati sotto i 6-7 mesi di vita, soprattutto se nati prematuri, non provassero dolore. «Negli anni 60», aggiunge Luca Manfredini, oncologo pediatrico ed esperto di terapia del dolore presso l'Ospedale Gaslini di Genova, «non erano rari gli interventi chirurgici a torace aperto sui neonati, effettuati in totale assenza di J ^ ' anestesia. La svolta in medicina è avvenuta nel 1987, quando un ricercatore, Anand, dimostrò che in un feto di 24 settimane sono già sviluppate le basi anatomiche e fisiologiche per la percezione del dolore. Oggi, sappiamo con certezza che i neonati provano dolore più di un adulto o di un bambino. Non essendo ancora completamente sviluppati i meccanismi di inibizione e controllo sulle vie del dolore, possono percepire come doloroso uno stimolo tattile che un bambino di un anno sente come non fastidioso». COME SI MISURA IL DOLORE NEI BAMBINI • Fino ai 3 anni di età si usa la scala di valutazione FLACC {sotto, basata su vari parametri e sulla somma dei 05/04/2016 Pag. 28 N.420 - aprile 2016 diffusione:46666 tiratura:71750 TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 06/04/2016 15 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato valori che si assegnano alle singole voci); dai 3 ai 7 anni si usa invece la scala di Wong-Baker o "delle faccine" (basata sull'osservazione del bambino e sulla faccina riconosciuta come rispondente a ciò che lui sente); oltre i 7, la scala NRS ( Numeric Rating Scale). Il paziente stesso dà un valore numerico al proprio dolore, in una scala da zero a dieci. Volto Pianto Attività Gambe Assente Consolabili^ Posizione normale o rilassata Espressione neutra o sorriso Posizione normale, si muove facilmente Movimenti a scatti, muscoli tesi Gemiti, piagnucolìi, lamenti occasionali Occasionalmente smorfie, disinteresse Inarcato e rigido, si muove a scatti Scalcia e ritrae le gambe di frequente Difficile da consolare Aggrottamento ciglia, tremore del mento Teso, agitato, si muove avanti e indietro Costante, singhiozza o grida; lamenti frequenti Soddisfatto, rilassato Rassicurato da abbracci e tono della voce; distraibile R A M B O Nel passato l'uomo non doveva esprimere il dolore fisico ma emulare il modello Rambo, 'Vero" uomo. Tre consigli per sopportarlo meglio B «Noi medici sappiamo bene quanto la paura di provare dolore faccia soffrire di più», dice Paolo Grossi. «Le aspettative, soprattutto negative, possono amplificare il dolore in modo sproporzionato: il solo fatto di pensarci aumenta lo stress e risulta controproducente. Il dolore è una percezione multiforme e in genere si è visto che più un paziente si affida al medico, meno lamenta dolore. I pazienti sospettosi o meno fiduciosi risultano anche i più vulnerabili. Di conseguenza è bene scegliere medici o dentisti che ci ispirino fiducia e con i quali sia possibile costruire un buon dialogo. Esistono persone ipersensibili al dolore: l'ipersensibilità non è un tratto di cui vergognarsi. Al contrario è bene parlarne con il medico, esprimendo dubbi e timori. Oggi esistono ottimi farmaci che consentono sedazioni leggere, efficaci, ma prive di effetti collaterali e personalizzabili. Chi sa di doversi sottoporre a un intervento chieda al medico di avere cura dell'eventuale dolore post-operatorio; quanto alla richiesta di spiegazioni dettagliate, esse possono aiutare alcune persone a tenere a bada l'ansia. Altri preferiscono non sapere. L'unica cosa da non fare è cercare informazioni su Internet, una fonte di notizie discutibile». Gli animali "sentono male" proprio come noi B «La fisiologia del dolore ha gli stessi meccanismi nervosi in tutti gli ordini di animali», dice Giancarlo Vesce, docente di Anestesiologia veterinaria all'Università Federico II di Napoli. «Ciò significa che gli animali - mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci e insetti - percepiscono dolore esattamente come l'uomo. D'altra parte, è ampiamente dimostrato che anestetici e analgesici funzionano allo stesso modo nell'uomo e negli animali. Purtroppo, per molto tempo si è ritenuto che gli animali non provassero dolore: come i neonati, gli animali non parlano e non sanno esprimere il dolore che provano. Oggi in veterinaria esistono scale di valutazione basate su parametri oggettivi come le variazioni nella frequenza car- diaca e respiratoria, i cambiamenti di temperatura corporea e di comportamento. In Italia resiste ancora una sacca d'ignoranza, ma la sensibilità alla sofferenza animale è cresciuta ovunque in Occidente». Perciò, se vi piace l'aragosta, non buttatela viva nell'acqua bollente: percepirebbe dolore, non meno di voi nelle sue stesse condizioni! 05/04/2016 Pag. 9 Ed. Brescia diffusione:332893 tiratura:417702 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Trenta Ore per la Vita: fondi al Civile per i bimbi della terapia intensiva Il progetto di ampliamento è nato dal padre di un paziente Un servizio migliore L'obiettivo è creare altri tre posti letto arrivando a otto: ognuno costa circa 60 mila euro Lilina Golia Un padre che rimane in attesa si liberi un posto alla rianimazione pediatrica del Civile per poter far sottoporre il figlio a un delicato intervento chirurgico. L'attesa, per fortuna, è breve - solo qualche giorno ma il pensiero si trasforma in azioni concrete per evitare in futuro disagi ai piccoli con la stessa necessità di accedere con urgenza al reparto. E così, dall'esperienza alla progettazione il passo è breve. Innanzitutto si crea l'Associazione Cristian Romanelli onlus che inizia la raccolta fondi per ampliare il reparto. Si bussa a molte porte e la peregrinazione in cerca di un appoggio importante arriva a Roma, al Comitato Scientifico di Trenta Ore per la Vita. A Brescia, in novembre, arriva una commissione per valutare la fattibilità della ristrutturazione. Nessun dubbio sul via libera e inserimento immediato del progetto proposto dall'Associazione Romanelli tra le priorità della nuova campagna di raccolta fondi di Trenta Ore per la Vita, partita ieri sulle Tv nazionali, Rai, La7 e Sky e attraverso il numero solidale 45594, che proseguirà fino al 20 aprile per dare sostegno a diverse realizzazioni in campo sanitario pediatrico a livello nazionale. Negli uffici tecnici del Civile il progetto è già stato messo nero su bianco. «Abbiamo studiato il modo di spostare gli spogliatoi altrove, per recuperare lo spazio utile a creare altri 3 posti letto che andrebbero ad aggiungersi ai 5 già a disposizione, di cui uno in isolamento», spiega Raffaele Spiazzi, direttore sanitario della Clinica Pediatrica del Civile. Ogni anno sono 250 i bambini che vengono ricoverati nel reparto diretto dalla dottoressa Cristina Agapiti e inaugurato nel 2000. «Nel 2004 la divisione è stata spostata all'interno del Cubo Bianco e questa è la prima ristrutturazione che viene operata al suo interno», spiega ancora Spiazzi. Il reparto accoglie pazienti critici dal pronto soccorso, da altri ospedali e dal territorio. Vengono affrontate 24 ore su 24 insufficienze respiratorie, politraumi o patologie infettive. «Ma la rianimazione è fondamentale anche per il post operatorio che richiede attenzioni particolari in alcuni casi. E soprattutto in quest'ottica speriamo di portare termine in breve anche il potenziamento dell'assistenza per le cure palliative», sottolinea il direttore sanitario della Clinica Pediatrica. Intanto si pensa ai posti letto da aggiungere. «La spesa per gli interventi murari ammonta a circa 70 mila euro. Poi ci sono i costi dei lettini della rianimazione, più o meno 60 mila euro l'uno». La cifra è considerevole, ma si spera di raccogliere con Trenta Ore per la Vita il più possibile per far partire in breve i lavori. Ma c'è un'altra criticità su cui l'attenzione è già puntata: l'assistenza per le patologie psichiatriche infantili. «Anche in questo caso, come nella maggior parte degli ospedali italiani, c'è carenza di posti letto. Abbiamo già presentato un progetto alla Regione per trovare nuovi spazi e incrementare il personale. Speriamo arrivi pesto una risposta». © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto: Il progetto di ampliamento della terapia intensiva pediatrica nasce dalla storia di un padre rimasto in attesa che si liberasse un posto al Civile per il figlio che doveva sottoporsi a un intervento. Aspettò pochi giorni, ma si è mobilitato per gli altri bambini TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 05/04/2016 8 06/04/2016 Pag. 35 Ed. Rimini tiratura:15000 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato FONDAZIONE ISAL Terapia del dolore Raffaeli in Rai e tante iniziative RIMINI. La Fondazione Isal, la più antica fondazione di ricerca sul dolore italiana nata a Rimini nel 1993, questo mese sarà impegnata in numerose iniziative per far conoscere la propria attività. Per dare voce a chi soffre di dolore cronico, la Fondazione mette in campo una serie di iniziative grazie al supporto della Rai che promuoverà la mission di Isal in due sue trasmissioni: nella puntata odierna de " La vita in diretta" sarà ospite il fondatore William Raffaeli per spiegare cosa significa curare il dolore; sabato al mattino, su " Benessere salute" verrà presentato un filmato girato in un centro di terapia del dolore. In entrambe le trasmissioni si presenteranno due storie di persone che hanno dovuto lottare per sconfiggere i dolori che li tormentavano per anni dopo una serie di interventi alla schiena; si dimostreranno le numerose possibilità di ottenere sollievo sia utilizzando gli analgesici della classe degli oppiacei sia procedure interventistiche quali la " Epiduroscopia endoscopica", che porta il nome di " tecnica Raffaelli". «In Italia - spiega Isal - più di 5 milioni di persone vivono nella tortura quotidiana di dolori violenti senza alcun rimedio efficace. Per dare una risposta a questo universo di fantasmi della sofferenza la Fondazione sviluppa programmi di ricerca e con il ministero della Salute sta avviando un progetto per la creazione di un Istituto di ricerca sul dolore». Per sostenere i progetti è in programma anche una giornata di solidarietà e buona cucina dal titolo " Profumi e antichi sapori di Abruzzo" in programma domenica 17 aprile alle 12.30 al ristorante le Terrazze di Santarcangelo. TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 06/04/2016 7 07/04/2016 Pag. 11 diffusione:31341 tiratura:38578 Il Centro di terapia del dolore su Rai 1 Oggi pomeriggio, alle ore 14.30, il Centro di terapia del dolore dell ' Università di Parma sarà protagonista al programma televisivo «La vita in diretta, in onda su Rai 1. Nel corso della trasmissione che tratta temi di attualità, andranno in onda una intervista al professor Guido Fanelli, direttore del Centro e delegato del Rettore per «Una Università senza dolore», sulla legge 38/2010 e sulla terapia del dolore e le riprese effettuate nei giorni scorsi presso il Centro di eccellenza dell ' Ateneo. TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 07/04/2016 16 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato OGGI ALLA VITA IN DIRETTA 08/04/2016 Pag. 23 diffusione:5816 tiratura:6600 PALERMO - Le cure palliative sono fondamentali per alleviare la sofferenza, per garantire a tutti i malati gravi una qualità di vita che sia il più possibile accettabile e per non lasciare le persone sole davanti alla malattia. Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, calcola che degli oltre 500 siciliani colpiti da SLA, almeno 200 abbiano bisogno ogni giorno di cure palliative. La maggior parte di questi, tuttavia, fa fatica ad accedere alle cure palliative, a domicilio e negli hospice, poiché ancora non è diffusa la cultura dell'approccio palliativo nelle malattie non oncologiche. Aisla toccherà questo argomento all'interno del convegno "Cure palliative, stato dell'arte e nuovi orizzonti", promosso dall'Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti-Villa Sofia Cervello, che si è aperto ieri a Villa Niscemi e vedrà confrontarsi per tre giorni esperti sul tema da tutta Italia. Per Aisla interverrà Daniela Cattaneo, medico palliativista del Centro di ascolto di Aisla (oggi alle 16,10 e domani alle 9). Il lavoro con la Regione siciliana. Aisla sta lavorando con la Regione per migliorare la presa in carico delle persone con Sla. L'associazione partecipa, infatti, al tavolo permanente sulla Sla con gli assessorati alla Salute e alla Famiglia che ha l'obiettivo di mettere in atto le linee guida regionali per l'assistenza delle persone colpite da questa malattia. Tra gli aspetti da migliorare c'è appunto l'accesso alle cure palliative. I malati di Sla in gravi condizioni hanno bisogno ad esempio di farmaci specifici per alleviare i sintomi di questa patologia che riguardano ad esempio la salivazione eccessiva, la scelta di non ricorrere alla ventilazione invasiva, ma anche gli aspetti del "distress" esistenziale. Aisla, che in Sicilia è presente da 16 anni, ha riscontrato talora difficoltà nella prescrizione di alcuni farmaci sintomatici da parte dei medici di famiglia e la mancanza di accesso ai luoghi in cui si erogano le cure palliative: hospice e ambulatori. Un altro aspetto su cui lavorare è la formazione degli operatori sanitari che sono impegnati nell'assistenza integrata delle persone con Sla sia domiciliare che in hospice. è necessario infatti che i medici (palliativisti, pneumologi, psicologi, neurologi,...) e gli infermieri che seguono i malati conoscano le specifiche necessità delle persone con Sla. Nelle fasi più avanzate della malattia molti pazienti hanno presidi per la respirazione e/o la nutrizione assistita che richiedono una formazione approfondita. Su questo punto Aisla ha trovato la disponibilità della Regione siciliana per la definizione di un piano di formazione delle equipe mediche che assistono i malati. TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 08/04/2016 18 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sla, cure palliative necessarie per il dolore ma in Sicilia è difficile accedere alle terapie 08/04/2016 Pag. 56 N.15 - 15 aprile 2016 diffusione:83565 tiratura:152443 CHE DOLORE ! Fitte, stilettate, formicolii: quando si presentano sul volto causano un profondo malessere. Le origini possono essere diverse e, spesso, non è facile individuarle. Ecco le più comuni e i rimedi più efficaci Servizio di Cesare Betti. Tino di fastidio | Altri sintomi * Si tratta di un dolore fisso e continuo, che da la sensazione di avere la testa pesante e che aumenta se si preme nei punti coinvolti, o in certe posizioni. * A volte, presenza di raffreddore (anche subito dopo la guarigione) o di una secrezione giallastra dal naso e febbre. Si trattarii.. SINUSITE: è un'infiammazione della mucosa che riveste i seni paranasali, cavità delle ossa della faccia in comunicazione con il naso. Al centro del viso * II dolore interessa guancia e mandibola, e aumenta quando si coinvolgono i muscoli facciali (per esempio, per lavarsi i denti o truccarsi). Le crisi si ripetono più volte al giorno e durano da pochi secondi a due minuti al massimo. NESSUNO Colpisce più spesso le donne, dopo i 50 anni. NEVRALGIA DEL TRIGEMINO: infiammazione di uno dei due nervi, che passano lungo il viso. Non si conoscono le cause. Di rado, il dolore è dovuto a un contatto anomalo tra il nervo e una piccola arteria, che irrora il cervello. * II dolore è solo a metà della fronte, soprattutto alla tempia e dietro l'occhio. È pulsante e sembra che la testa stia per scoppiare. Il dolore è accentuato dal movimento e dall'attività fisica; dura da 4 a 72 ore. Le crisi si ripetono nel tempo. * Insofferenza a luce, suoni e rumori. A volte compaiono nausea, vomito, vertigini e pallore. Le crisi dolorose possono essere anticipate da: visione annebbiata, lampi agli occhi, formicolii, difficoltà a muovere un braccio, pizzicore alla bocca. EMICRANIA: tipo di mal di testa che colpisce di più le donne. Il dolore è dovuto a modificazioni della circolazione sanguigna nei vasi presenti all'esterno delle meningi (membrane che avvolgono il cervello). Intorno All'orecchio * il dolore si accentua con la masticazione. È molto acuto e spesso compare all'improvviso, anche di notte, durante il * Quando si apre la bocca, si i avverte un rumore particolare tiL (scroscio). A volte, la bocca Éj può rimanere aperta e solo forzando il movimento si riesce a richiuderla, facendo aumentare il dolore. ARTROSI: dell'articolazione temporo-mandibolare, che permette il movimento della mandibola. Compare in chi ha problemi di malocclusione, cioè con l'arcata dentale superiore che non combacia bene con quella inferiore. Vicino all'occhio * II dolore si localizza lungo il percorso di uno dei tre rami del nervo trigemino (quello colpito più spesso è il ramo che innerva la zona dell'occhio). Il dolore è molto forte e si concentra soprattutto a livello dell'orbita dell'occhio colpito. * La cute lungo il decorso del ramo del nervo trigemino si arrossa e presenta piccole vescicole pruriginose, piene di liquido chiaro. Le vescicole vengono sostituite da crosticine che cadono da sole. Il dolore può rimanere anche dopo la scomparsa delle lesioni. FUOCO DI SANT'ANTONIO: infiammazione di parte del nervo trigemino causata dal virus Herpes zoster, lo stesso che determina la varicella. Guariti dalla varicella, il virus resta nell'organismo, pronto a farsi vivo se le difese si abbassano (come in caso di malattie serie). * A volte, il dolore si diffonde • • ^B X anche agli occhi, divenendo / \ | | £ ^ ^ x simile a una stilettata. Compare • • ^mx all'improvviso, permane da 15-30 TeH^ipie S A minuti a 3 ore. Compaiono fino a 9 crisi al giorno, che si ripetono nei giorni seguenti, con cadenza precisa. * Occhi arrossati e lacrimazione intensa. Spesso, la palpebra di un solo occhio rimane abbassata. A volte sono presenti anche intensa sudorazione, nausea_e_yornjto. CEFALEA A GRAPPOLO: è un tipo di mal di testa. Le cause sono ignote, ma pare che gli attacchi siano dovuti a squilibri dell'ipotalamo, una zona del cervello che controlla il dolore. Le cure * Si cura con antibiotici da prendere per circa una settimana. Può essere utile anche il cortisone a basso dosaggio. È controindicato l'aerosol: può peggiorare la situazione. * Farmaci antiepilettici (carbamazepina). La cura va fatta sotto controllo medico, il farmaco può avere effetti collaterali. Nei casi più resistenti possono essere usati anche altri antiepilettici, in associazione ad analgesici. * Gli attacchi possono essere alleviati con antinfiammatori (Fans), analgesici e farmaci specifici, come i triptani. Si possono fare cure preventive personalizzate, che devono essere sempre TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 08/04/2016 19 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SALUTE / SAPERE DI PIU 08/04/2016 Pag. 56 N.15 - 15 aprile 2016 diffusione:83565 tiratura:152443 TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 08/04/2016 20 La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato prescritte da uno specialista. * Occorre rimediare alla malocclusione dentale con l'uso di apparecchi, in grado di riportare le due arcate dentali a combaciare perfettamente, rendendo meno traumatica la masticazione e alleviando il dolore al viso. * Farmaci che impediscono la replicazione del virus, a volte associati a vitamine del gruppo B, che aiutano il nervo a ristabilirsi. Contro il dolore, farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans). Nei casi più resistenti si impiegano antiepilettici, da prendere sotto controllo medico. * I farmaci specifici sono i triptani, da somministrare all'inizio delle crisi. Per prevenirle sono utili farmaci calcio-antagonisti, sali di litio, cortisone, o antiepilettici. Queste cure vanno effettuate nei periodi in cui gli attacchi sono più frequenti. Ne fa male il mento II dolore può estendersi al mento, alla mandibola, alle guance; spesso si acutizza di notte, quando la parte sembra "battere", impedendo di dormire. Aumenta d'intensità bevendo liquidi caldi o mangiando cibi freddi. Si presenta anche con un'infiammazione delle gengive, che risultano rosse e sanguinano con facilità durante lo spazzolamento. Può comparire una raccolta di pus (ascesso dentale) dovuto alla comparsa di una carie o di una gengivite. In caso di ascesso dentale, sono utili gli antibiotici su consiglio medico, ma in tutti i casi sono indispensabili cure dentistiche. Servizio di Cesare Betti. Con la consulenza del professar Orlano Mecarelli, del dipartimento di Neurologia e psichiatria, università Sapienza di Roma. Foto: A VOLTE IL MAL DI DENTI SI ESTENDE FINO ALLE CUANCE Foto: £ ALL'ORECCHIO