L`Adorazione del Pastori di Francesco Solimena nella chiesa dell

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L`Adorazione del Pastori di Francesco Solimena nella chiesa dell
L’Adorazione del Pastori di Francesco Solimena
nella chiesa dell’Ave Gratia Plena di Aversa.
Il Presepe, la rappresentazione scenica cioè della nascita di Gesù, è uno dei temi della
vita di Cristo tra i più raffigurati in assoluto; vuoi nella versione classica con Gesù
Bambino tra la Vergine e San Giuseppe, vuoi in quella nella quale è associata
all’Adorazione dei magi o dei Pastori. Quest’ultima iconografia, poi - a ragione forse
dell’antica tradizione presepiale - risulta particolarmente diffusa in Italia Meridionale.
F. Solimena, Adorazione dei pastori, Aversa, Chiesa dell'A.G.P.
Il soggetto è tratto dal Vangelo di Luca (2, 8 - 17):«… in quella stessa contrada
c’erano dei pastori, che pernottavano nei campi a guardia del loro gregge. Un angelo
del Signore apparve a loro e la gloria del Signore li circonfuse di luce; e temettero
fortemente. Ma l'angelo disse loro: non temete perché, ecco, io vi annunzio una
grande gioia, destinata a tutto il popolo: oggi nella citta di Davide è nato a voi un
Salvatore, che é il Messia, Signore. E questo è il segno per Voi: troverete un bimbo in
fasce, giacente nella mangiatoia. In quell'istante si raccolse intorno all'angelo una
schiera dell'esercito celeste che lodava Dio ... E quando gli angeli risalenti nel cielo,
si furono allontanati da loro, i pastori in fretta andarono e trovarono Maria, Giuseppe
e il Bambino che giaceva nella mangiatoia».
Ad Aversa, come in quasi tutti i centri intorno a Napoli non mancano opere di rilievo
che illustrano l'episodio. Tra tutti spicca in particolare, per bontà di esecuzione
l’Adorazione dei Pastori di Francesco Solimena, una grossa pala di cm. 480x340 che
campeggia sull’altare del transetto sinistro della chiesa dell'Annunziata. Al centro
della composizione è la Madonna col Bambino, disteso; alle sue spalle san Giuseppe,
con il bue e l'asino; in basso, inchinato un pastore mentre a sinistra s’intravede la
figura di un contadino, in primo piano con altri pastori. In alto sovrasta la scena una
gloria di angeli e putti. La composizione va identificata con quella stessa documentata da una cedola del Banco dell'Ave Gratia Plena di Napoli pubblicata
dall'Addosio nel 1913 - per la quale il 14 marzo 1689 il Solimena ricevette da tale
Andrea Lanza un pagamento di «D. ti 100 a comp.to di D. ti 200, et in conto di D. ti,
per prezzo di un Quarto di palmi 13, per 10, incirca della Natività».
Il Parente ricorda che il dipinto – di cui alcune figure ritornano tenuamente variate,
nella Caduta di Simon Mago in San Paolo Maggiore a Napoli e nella Crocifissione di
Solofra - rimase danneggiato nella caduta della cupola della chiesa, avvenuta il 21
ottobre del 1826 «tal che per ristorarlo il Cali fece tesoro del bozzetto originale che
esisteva, donato dal Solimena, in casa Del Tufo: onde poté supplirvi, a man sinistra
l‘ultima figura del pastore, che sugli omeri si reca un agnello». Il bozzetto in
questione può forse ravvisarsi nel dipinto già in collezione Cappelli a L'Aquila
pubblicato senza riferimento alcuno dal Carli nel 1938.
Francesco Solimena nato a Canale di Serino (Avellino) nel 1657 e morto novantenne
a Napoli nella sua villa di Barra, nel 1747, dopo un breve apprendistato col padre
Angelo studio a Napoli sotto la guida di Francesco de Maria. Nell’allora capitale del
viceregno austriaco diede vita ad una prestigiosa bottega nella quale si formarono
alcuni tra i maggiori pittori del Settecento napoletano. Opere del Solimena
arricchiscono le maggiori chiese di Napoli e dei dintorni nonché le più importanti
raccolte pubbliche e private del mondo. Tra le tante ricordiamo: la Conversione di
San Paolo in S. Paolo Maggiore a Napoli, la Cacciata di Eliodoro dal tempio nella
controfacciata del Gesù Nuovo, sempre a Napoli.
Franco Pezzella