Clicca qui - Farmacia Alla Testa d`Oro

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Clicca qui - Farmacia Alla Testa d`Oro
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03
la tua salute, la nostra priorità
Maggio-Giugno 2015
A grandi
passi
verso
l’estate
Proteggersi
dal sole 6>
Trattare
la cellulite 16, 22>
Dossier prevenzione
Sicurezza alimentare
fulcro dell’Expo 12 >
COD. 313294
Il farmacista consiglia
Ogni casa piena di veleni
occhio ai bambini 21 >
Quando una dieta ricca di acqua e
fibre non è sufficiente puoi provare
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è un medicinale di AUTOMEDICAZIONE che può essere usato
per curare disturbi lievi e transitori facilmente riconoscibili e
risolvibili senza ricorrere all’aiuto del medico. Per maggiori
informazioni e consigli rivolgersi al farmacista.
Consultare il medico se il disturbo non si risolve dopo un breve
periodo di trattamento.
Autorizzazione del 09/05/2014
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In questo numero
la tua salute, la nostra priorità
4
6
Saper mangiare
16
SALUTE DA...
Informazioni
di attualità
SALUTE E BELLEZZA
La cellulite, disturbo
che si riesce a trattare
SALUTE ALL’ARIA APERTA
Difendersi bene dal sole
tutta la bella stagione
È
uno dei fattori che maggiormente influiscono
sullo stato di salute. L’alimentazione gioca un
ruolo fondamentale nell’assicurare
all’organismo un corretto funzionamento, tanto da
poter favorire la prevenzione di molte malattie e anche
contribuire alla terapia di alcune di esse: è il caso - lo
vedremo in questo numero di Alphega Farmacia
Magazine - del diabete, che in alcune forme può
essere trattato anche solo con una dieta adeguata.
L’Expo di Milano, che proprio sull’alimentazione si
incentra, costituisce un’occasione per approfondire
questi temi, ai quali dedichiamo stavolta anche
un’edizione speciale della rubrica di attualità, tutta
inerente ai cibi. E un argomento in particolare è preso
in esame nell’esposizione di Milano, quello della
sicurezza alimentare, del quale si occupa stavolta il
nostro dossier dedicato alla prevenzione: una
sicurezza nella quale hanno un ruolo importante molti
soggetti, compresi, in maniera non secondaria, noi
consumatori.
Intanto, con l’arrivo della bella stagione, è il momento
di dedicarsi ad attenzioni che d’inverno, in parte a
torto, si trascurano. Quella della protezione solare,
per esempio: difendersi dai raggi ultravioletti sarebbe
necessario tutto l’anno, ma diventa indispensabile
soprattutto ora che la radiazione è particolarmente
intensa, quanto e più rispetto al periodo del solleone
in cui il caldo la fa sembrare massima, mentre così
non è.
E poi un’altra attenzione da recuperare è quella
all’aspetto del corpo, che un disturbo come la cellulite
può compromettere: esamineremo i modi e i tempi in
cui intervenire con trattamenti che possano risultare
efficaci. Nella rubrica dedicata alle piante scopriremo
che un valido aiuto può arrivare da un frutto comune
come l’ananas.
Infine passeremo in rassegna i molti veleni che si
nascondono in ogni casa e le precauzioni per renderli
non pericolosi per i bambini.
Buona lettura.
8
SALUTE A TAVOLA
Diabete, con la dieta
si può tenere a bada
12
DOSSIER PREVENZIONE
La sicurezza
di mangiare sano
21
22
IL FARMACISTA CONSIGLIA
Con i bambini
attenzione ai veleni
DI SANA PIANTA
Edemi, infiammazioni
li combatte l’ananas
Anno XI, numero 3 (Maggio-Giugno 2015)
Registrazione Tribunale di Milano N. 882 del 22 novembre 2005
Periodico bimestrale di Alliance Healthcare Italia Distribuzione SpA
Via Tiburtina, 1310 - Roma
Edizione in esclusiva per le farmacie Alphega
Direttore responsabile Angelo Cambié [email protected]
Coordinamento scientifico e redazionale, grafica e impaginazione InterMedia Servizi
Editoriali, via A. Gramsci 11, 24128 Bergamo, tel. 035 400944
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© Proprietà letteraria riservata. La riproduzione intera o parziale in ogni forma e su qualunque
supporto, anche citando la fonte, è vietata in ogni lingua. Diritti riservati in tutto il mondo.
Alphega Farmacia magazine
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Attualità in breve
SALUTE DA…
SPECIALE ALIMENTAZIONE
Un’alimentazione in cui i cibi di origine vegetale prevalgano
su quelli provenienti da animali riduce il rischio di ictus e
malattie cardiovascolari. Lo rivela una ricerca dell’Imperial College
LONDRA
La facoltà di medicina
dell’Imperial College
di Londra, che ha coinvolto in tutto oltre 450 mila europei, mettendo
sotto osservazione il loro stato di salute in media per 12 anni. È emerso
che quanti seguivano una alimentazione in cui il 70% di tutto il cibo era
di origine vegetale avevano un rischio di morte per cause
cardiovascolari ridotto del 20% rispetto a coloro nella cui dieta questi
alimenti erano meno del 45%. Lo studio mostra che è sufficiente
abbondare in prodotti di origine vegetale per proteggere la propria
salute, anche senza operare in questo ambito scelte particolari.
LOMA LINDA • Una dieta vegetariana, specie se include anche un po’ di pesce, può
ridurre di molto il rischio di tumore del colon retto. Lo afferma uno studio della Loma
Linda University, in California, i cui ricercatori hanno seguito per
sette anni, in tutti gli Usa, quasi 80 mila persone delle chiese
avventiste, che hanno restrizioni molto rigide sul consumo
di carne e pesce. “In generale - scrivono gli autori - i
vegetariani hanno il 21% di riduzione del rischio per
questo tumore rispetto ai non vegetariani. Per quelli che
aggiungono una porzione di pesce almeno una volta
al mese la riduzione del rischio arriva al 42%”.
NEWARK • Ha anche un effetto antitumorale la sostanza che
conferisce all’olio di oliva il tipico sapore piccante. L’oleocantale, un
polifenolo, era già noto per proprietà simili a quelle dell’ibuprofene - farmaco molto
utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antifebbrili - e per la
capacità di prevenire il danno neurologico dovuto all’Alzheimer. Ora ricercatori
americani della Rutgers University di Newark e dell’Hunter College di New
York hanno scoperto che l’oleocantale è in grado di uccidere le cellule
tumorali umane, in laboratorio, già nel giro di 30 minuti. Benché si tratti
solamente di studi in provetta, la scoperta potrebbe contribuire a
spiegare alcuni benèfici effetti della dieta mediterranea, che vari studi
hanno dimostrato essere capace di ridurre il rischio di cancro.
VILLEJUIF
Una dieta salutare apporta benefìci studiati stili di vita e storia medica tra il
anche ai polmoni, riducendo il rischio 1984 e il 2000. Ne è emerso che diete
di sviluppare la broncopneumopatia
cronica ostruttiva. Ricercatori dell’Institut
National de la Santé et de la Recherche
Médicale francese, che ha sede a
Villejuif, hanno usato i dati di 73 mila
donne e 43 mila uomini di cui erano stati
4
SIENA
• Alphega Farmacia magazine
ricche di verdura, cereali integrali, frutta
secca, con un basso contenuto di
zuccheri e carni rosse e un moderato
consumo di alcool sono correlate a una
probabilità anche del 33% inferiore di
sviluppare la malattia.
La dieta mediterranea
protegge il cervello e il
sistema nervoso. La Società
italiana di neurologia ricorda
che un’alimentazione povera di
colesterolo e ricca di fibre,
vitamine e antiossidanti
(presenti in frutta e verdura) e
di grassi insaturi (come quelli
dell’olio d’oliva) riduce
l’esposizione alla malattia di
Alzheimer. Inoltre nella malattia
di Parkinson la dieta
mediterranea, ricca di
carboidrati, contrasta la perdita
di peso corporeo che spesso
affligge i pazienti. Ma
l’alimentazione tradizionale
italiana giova anche nella
sclerosi multipla, perché riduce
l’attività infiammatoria legata
alla malattia. È poi noto che la
dieta mediterranea, anche per il
suo basso contenuto di sodio,
è elemento cardine della
prevenzione dell’ictus.
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Salute all’aria aperta
Fondamentali
i prodotti
schermanti
Difendersi bene dal sole
tutta la bella stagione
u I rischi creati dai raggi
ultravioletti possono essere
minimizzati con una serie di
precauzioni: l’uso di solari è
una delle principali.
Si stenta quasi a crederlo che un
tempo fosse il pallore, protetto
dalle dame anche con ombrellini
da sole, a essere considerato un
connotato di bellezza. Ormai da
diversi decenni è la tintarella a
essere perseguita con finalità
estetiche, a costo di lunghe
6
• Alphega Farmacia magazine
esposizioni sotto il sole che da un
lato possono risultare benefiche visto che i raggi ultravioletti sono
preziosi per l’accrescimento
scheletrico dei bambini e per chi
soffra di osteoporosi, rachitismo,
artrosi, reumatismi, dermatite
atopica, psoriasi, acne, seborrea,
dermatite seborroica - ma d’altro
canto costituiscono anche
un’insidia pericolosa.
Occorre dunque usare alcune
precauzioni nell’esporsi al sole,
sia per diletto sia per una
necessità lavorativa, e
l’importante è farlo non soltanto
nelle settimane canoniche del
cosiddetto solleone, ma anche
nel resto dell’anno e in particolare
in mesi - come maggio e giugno
- nei quali la radiazione solare,
pur essendo al massimo, viene a
torto considerata poco intensa,
anche per via di temperature
dell’aria che spesso non
raggiungono gli apici del periodo
tra luglio e agosto. Oltretutto è
proprio in questo periodo tra la
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fine della primavera e l’inizio
dell’estate che più si tende a
esporre al sole i bambini, i più
sensibili alle radiazioni solari.
Per azione dei raggi ultravioletti si
può andare incontro a danni che
possono essere temporanei
come le scottature, ma anche
permanenti, nei migliori dei casi
sotto forma di macchie, rughe e
altri segni innocui di
invecchiamento della pelle,
altrimenti quali tumori cutanei che
possono essere molto aggressivi,
come il melanoma.
Per evitare questi rischi ci si deve
esporre al sole sempre in
maniera graduale (non più di 2040 minuti in ognuno dei primi
giorni), così da dar tempo alla
pelle di difendersi dalle azioni
nocive dei raggi solari
producendo poco sotto alla
superficie un pigmento scuro (la
melanina) che ha la funzione di
Precauzioni diverse secondo il tipo di pelle
FOTOTIPO 0
(albini)
Evitare il più possibile l’esposizione al sole.
FOTOTIPO 1
(capelli rossi, carnagione bianca
spesso con lentiggini, occhi chiari)
Porre estrema attenzione alla protezione:
necessari maglietta, cappello, occhiali,
ombrellone, solari con altissimo fattore.
FOTOTIPO 2
(capelli biondi, carnagione chiara,
occhi chiari)
Esporsi al sole con cautela e in modo graduale;
evitare le ore centrali del giorno e utilizzare
sempre prodotti ad altissima protezione,
ripetendo l’applicazione durante la giornata.
FOTOTIPO 3
(capelli castani, carnagione chiara,
occhi chiari o scuri)
Nei primi giorni utilizzare un prodotto solare ad
alta protezione. In seguito si può ridurre il
fattore; con radiazione molto intensa (ai tropici,
in alta montagna, con superfici riflettenti) è
necessaria una protezione sempre estrema.
FOTOTIPO 4
(capelli bruni, carnagione olivastra,
occhi scuri)
Usare solari con fattore medio; con raggi molto
forti utilizzare prodotti a protezione alta.
FOTOTIPO 5
(capelli neri,
carnagione scura, occhi scuri)
FOTOTIPO 6
(razza nera)
Impiegare solari con fattore basso; con alto
indice UV prodotti a protezione media.
Ottima sopportazione dei raggi solari.
Qual è la protezione più adatta
Sono diversi i fattori
soggettivi e ambientali
da tenere presenti nella
scelta di un prodotto per la protezione solare:
• il fototipo, vale a dire la categoria che individua la risposta
del soggetto all’azione dei raggi ultravioletti, a seconda della
quantità e qualità della melanina contenuta nella pelle: i
fototipi sono sei e si riconoscono in base a una serie di
connotati (tabella sopra);
• l’età (bambini e anziani richiedono una protezione
maggiore);
• la durata e l’orario dell’esposizione (tra le 11 e le 15 la
radiazione è al massimo di intensità);
• la località in cui avviene l’esposizione al sole, e in
particolare la sua altitudine (l’intensità dei raggi UV aumenta
del 4% ogni 300 metri che si salgono) e la latitudine (più è
vicina all’equatore più la radiazione è intensa);
• condizioni climatiche come la nuvolosità (che rende meno
avvertibili i raggi ultravioletti ma non li elimina) e la
ventilazione (che riduce la percezione della radiazione);
• la presenza di eventuali superfici che riflettano,
intensificandoli, i raggi, come l’acqua, la neve, il ghiaccio e
anche la sabbia;
• l’esposizione legata
allo svolgimento di
attività all’aria aperta;
• l’eventuale assunzione contemporanea di farmaci
fotosensibilizzanti, che inducano cioè risposte esagerate o
anormali alle radiazioni ultraviolette o alla luce;
• eventuali allergie al sole o patologie che possono
peggiorare per effetto della radiazione solare.
Indipendentemente da tutto questo, poi, un solare deve
essere:
• capace di proteggere da tutti gli ultravioletti, compresi gli
UVA (lo indica, sulla confezione, un simbolo con questa sigla
dentro un cerchio bianco); il fattore di protezione si riferisce
agli UVB, ma si raccomanda che la protezione UVA sia almeno
1/3 di quella UVB;
• resistente all’acqua (e quindi al sudore): si indica in
etichetta anche come water resistant, e significa che
l’efficacia resta superiore al 50% di quella dichiarata dopo
due immersioni in acqua di 20 minuti ciascuna; se è very
water resistant (molto resistente all’acqua), l’efficacia rimane
superiore al 50% dopo quattro immersioni;
• facile da applicare e gradevole nella consistenza e
nell’odore.
Alphega Farmacia magazine
•7
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Salute all’aria aperta
LE RISPOSTE
DEL VOSTRO
FARMACISTA
Come valutare la
capacità schermante
di un solare?
u Si deve far
riferimento al
cosiddetto fattore di
protezione (dalla
dicitura inglese SPF):
questo consiste nel
rapporto tra il tempo
che l’arrossamento
impiega a comparire
dopo l’applicazione del
prodotto e quello che
si ha senza
protezione. Se un
solare ha un fattore
10, per esempio,
significa che
l’arrossamento,
anziché per
un’esposizione al sole
di 10 minuti, si crea
dopo 100 minuti.
Il valore va da 6 a 60 e
oltre, secondo scale
non del tutto
standard: in base a
quella raccomandata
dalla Commissione
europea, si considera
che tra 6 e 14 la
protezione è bassa (e
in genere quindi
insufficiente), tra 15 e
29 media, tra 30 e 59
alta, oltre 60 (indicato
in etichetta come 50+)
molto alta.
Parlare di ‘schermo
totale’ è invece
improprio, considerato
che nessun solare
garantisce una
protezione completa
dai raggi ultravioletti.
Il fattore di protezione
è riferito ai raggi UVB;
un buon prodotto
solare, tuttavia, deve
proteggere
adeguatamente anche
dagli UVA, il che
dovrebbe essere
riportato sulla
confezione.
8
proteggere gli strati più interni;
soprattutto fin tanto che la
melanina non abbia raggiunto
una quantità sufficiente,
rendendo la pelle abbronzata,
occorre sostituire o integrare la
sua funzione con l’applicazione di
prodotti che forniscano una
adeguata protezione, a maggior
ragione da parte di chi sia di
pelle, occhi e capelli chiari
(riquadro in alto nella pagina
precedente), o abbia avuto casi
di tumori della pelle in famiglia, o
presenti un buon numero di nei.
città e durante passeggiate,
partite a tennis e così via.
I bambini devono essere protetti
in maniera particolarmente
scrupolosa: i neonati fino a 6-10
mesi di vita non vanno esposti
affatto al sole. Gli altri possono
rimanervi soltanto nelle ore in cui
la radiazione è meno forte e con
protezioni molto schermanti.
Indice UV: come interpretarlo
Sempre più frequentemente riportato dai mezzi di
informazione, l’indice UV esprime il livello di radiazione
ultravioletta solare sulla superficie terrestre, e viene
espresso come intensità massima prevista nella giornata per
le diverse località o aree geografiche.
I valori, spesso indicati con la grafica riportata sotto, variano
da zero a 11 e oltre: più è alto l’indice, maggiore è il
potenziale danno per la pelle e per gli occhi e minore è il
tempo in cui questo si produce.
DOVE CI SI SCOTTA DI PIÙ
In montagna i raggi solari sono
più intensi che al livello del mare,
e al Sud più che al Nord; più
raggi ultravioletti ci sono anche al
mare, a causa della riflessione da
parte dell’acqua. E bisogna
proteggersi anche con il cielo
coperto e durante i bagni, visto
che le radiazioni solari non
vengono schermate né dalle
nuvole né dall’acqua.
Non va dimenticato, inoltre, che il
sole eccessivo nuoce non solo al
mare e in montagna, ma pure in
Nessuna
protezione
solare
Si può
rimanere
all’aperto
senza
precauzioni
Protezione solare
in grado massimo
necessaria, ma non
sempre sufficiente
Indossare cappello,
maglietta
e occhiali da sole.
Porsi all’ombra
nelle ore centrali
della giornata.
Non rimanere
all’aperto nelle ore
centrali; stare
all’ombra nelle altre.
Cappello, maglietta
e occhiali da sole
indispensabili.
simbolo
internazionale delle
raccomandazioni
Cautela con i raggi, come?
• Non porsi mai al
sole senza una
protezione
adeguata.
• Evitare, per esporsi al sole, le ore centrali
della giornata, tra le 11 e le 15.
• Applicare una quantità abbondante di solare
e spalmare uniformemente il prodotto fino a
rendere gradevole l’applicazione, ma non
cercare di farlo assorbire: il preparato deve
rimanere sulla superficie della pelle a sua
protezione.
• Alle prime esposizioni partire sempre da
fattori di protezione molto elevati sia per gli UVB
sia per gli UVA.
• Scendere solo gradualmente nel fattore di
protezione e solo dopo alcuni giorni di
• Alphega Farmacia magazine
Protezione solare
necessaria,
più schermante
al crescere dell’indice UV
esposizione ben
protetta al sole,
per dare modo
alla pelle di attuare la difesa naturale.
• Scegliere il solare appropriato alle aree
cutanee da trattare: poco fluido per zone
piccole e/o particolarmente delicate, più fluido
per aree estese.
• Rinnovare l’applicazione del prodotto se si fa
il bagno, se si suda molto o almeno ogni 2-3
ore di permanenza sulla spiaggia.
• Prima dell’estate, quando ancora non si è
abbronzati, e dopo l’estate, quando si è persa
l’abbronzatura, è bene sottoporsi a una visita
dermatologica per far esaminare i propri nei: il
sole può causare la loro trasformazione. I solari
proteggono anche i nei.
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Salute a tavola
Alimentazione,
pilastro
della terapia
Diabete, con la dieta
si può tenere a bada
u La scelta dei cibi, delle
GLICEMIA
COSA INFLUENZA
L’INNALZAMENTO
u La capacità degli
alimenti di innalzare la
concentrazione di
glucosio nel sangue
viene influenzata da vari
fattori. Per esempio la
riducono:
• il fatto che i cibi siano
crudi o poco cotti (la
pasta al dente, per
esempio, crea un
aumento della glicemia
più lento che quella
scotta);
• i rivestimenti di alcuni
alimenti come i legumi;
• alcune sostanze
come i fitati
(presenti nella
crusca e nei semi)
e i tannini (di cui
sono ricchi il tè e il
vino rosso):
• l’apporto di
fibre (35-40
grammi al
giorno
migliorano
sensibilmente
il controllo
della
glicemia).
• l’ingestione
lenta.
Gli alimenti
contenenti
carboidrati, poi,
possono
produrre una diversa
risposta glicemica a
seconda che siano
assunti da soli o
assieme ad altri cibi.
10
loro quantità e della loro
distribuzione nella giornata è
di grande aiuto per il
controllo di una malattia con
cui si può convivere bene.
Una volta instauratosi, il diabete
non può essere guarito. Però
questa malattia,
causata da
un alterato
impiego
dei
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carboidrati da parte
dell’organismo, cui consegue un
aumento dei livelli di glucosio nel
sangue, può essere trattata in
maniera adeguata, tanto che chi
ne è affetto può condurre una
vita praticamente normale.
Per ottenere un risultato del
genere è
essenziale la terapia - con
farmaci quali insulina e
ipoglicemizzanti orali - ma anche
l’attività fisica e soprattutto la
dieta. Questa, che in molti casi
può consentire di tenere a bada
la malattia senza i farmaci, deve
perseguire tre obiettivi:
• un apporto appropriato di
calorie, con il quale raggiungere
e/o conservare il peso ideale in
relazione all’altezza;
• il mantenimento della glicemia
(la quantità di glucosio nel
sangue) entro i limiti della
normalità;
• la riduzione del rischio di
aterosclerosi e complicazioni
relative ai capillari
sanguigni, come
quelle a
carico
della
retina.
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I pasti, da sincronizzare con
l’assunzione dei farmaci
antidiabetici, devono essere
cinque al giorno a orario e
composizione costanti, con 1400
chilocalorie per le persone in
sovrappeso, 1700 per quelle con
peso regolare e 2200 per quelle
sottopeso o molto attive (tabella
a fianco). Quando si impiega un
ipoglicemizzante orale ad azione
protratta, programmare uno
spuntino serale per prevenire un
eccessivo abbassamento della
glicemia durante la notte.
BILANCIARE I NUTRIENTI
Le calorie devono provenire:
• per il 12-20% dalle proteine;
• per il 20-30% dai grassi;
• per il 55-60% dai carboidrati.
Proteine. Il fabbisogno, nei
diabetici, è analogo a quello delle
altre persone: la quantità deve
raggiungere ogni giorno gli 0,8
grammi per chilogrammo di peso
corporeo (per una persona di 70
chili, almeno 56 grammi). Si può
anche superare questa dose, ma
senza esagerare: l’eccesso di
proteine accelera infatti le
complicazioni renali cui i diabetici
sono esposti.
Grassi. Vanno utilizzati di
preferenza quelli insaturi rispetto
a quelli saturi (di provenienza
animale) e limitare il colesterolo
(pure questo presente soprattutto
negli alimenti derivati dagli
animali) a 300 mg al giorno o
meno: tutto questo vale a
maggior ragione per le persone
con colesterolo alto.
Generalmente, nei diabetici
anziani può risultare di minor
importanza una limitazione del
colesterolo e dei grassi.
Carboidrati. I migliori per i
diabetici sono quelli a basso
indice glicemico, che fanno cioè
aumentare più lentamente la
concentrazione di glucosio nel
sangue (glicemia).
Del 60% di calorie che devono
apportare, non più del 10-15%
deve essere fornito dagli zuccheri
semplici - come quello da cucina
o quelli contenuti nella frutta e nel
miele - che hanno un alto indice
glicemico: vengono infatti
assimilati velocemente e causano
un rapido aumento, dopo i pasti,
della concentrazione nel sangue
di glucosio e di trigliceridi. Il resto
(il 45-50% delle calorie) deve
essere fornito dall’amido
contenuto in cereali, legumi,
patate.
Il menu di una giornata
CIBI
PESO (grammi)
Colazione
Latte parzialmente scremato
o yogurt alla frutta
o frutta fresca
150
250
250
Fette biscottate integrali
o pane integrale
o cereali o biscotti
20
30
30
20
20
40
-
20
30
80
100
100
-
-
100
300
300
300
Spuntino
Cracker integrali
Prosciutto crudo magro
o speck o bresaola o ricotta
o formaggio spalmabile
Pranzo
Pasta o riso o polenta
o legumi o patate o gnocchi
Carne
Verdura
Preziose frutta e verdura
Consumare almeno cinque porzioni abbondanti al giorno di
frutta e verdura consente di assumere non solo vitamine,
minerali e molte sostanze antiossidanti, ma anche le fibre, che
aiutano a limitare l’aumento di glucosio nel sangue in seguito
all’assunzione di alimenti.
Per la frutta occorre tenere d’occhio il contenuto di zucchero,
preferendo, ovviamente, quella in cui è minore: 100 grammi di
uva, cachi, banane fichi ne hanno quanto 120 grammi di mele,
pere, ciliegie, ananas, more, mirtilli, prugne, 160 di pesche,
arance, mandarini, lamponi, 200 di pompelmi, limoni, fragole,
anguria, melone.
Consumare in abbondanza fagioli, lenticchie, ceci e altri
legumi, che apportano proteine, hanno scarso effetto sui livelli
di glucosio - anche grazie al loro rivestimento che rallenta
l’assorbimento - e contribuiscono a ridurre i grassi nel sangue.
-
-
50
200
200
200
-
125
125
Carne (pollo, coniglio,
tacchino, manzo) o pesce
(orata, dentice, rombo,
palombo, merluzzo, coda
di rospo, alici) o uova
150
150
150
Verdura
300
300
300
Pane integrale
60
80
100
200
200
200
30
35
50
1400
1700
2200
Pane
Frutta fresca
Merenda
Yogurt magro
Cena
Frutta fresca
Condimenti
Olio extravergine di oliva
Kcalorie
Alphega Farmacia magazine
• 11
AFM_3:Layout 1 23/03/15 08:40 Pagina 12
Dossier prevenzione
È uno dei temi su
cui si fonda l’Expo
2015 di Milano:
la serie di misure
con cui viene
garantito che
il cibo non risulti
nocivo è sempre
più importante,
e coinvolge
una moltitudine
di soggetti.
Essenziale il ruolo
dei consumatori.
12
La sicurezza
di mangiare sano
Un’alimentazione
senza
inconvenienti
• Alphega Farmacia magazine
u Un’alimentazione corretta è uno dei
principali fattori con i quali mantenere
e migliorare lo stato di salute. Questo
significa che è importante una scelta
accorta dei cibi dal punto di vista
nutrizionale, ma non solo.
Fondamentale è anche la qualità degli
alimenti e il loro stato di
conservazione, vale a dire tutta quella
serie di caratteristiche alle quali non a
caso l’Expo 2015 di Milano, che si
incentra proprio sulla nutrizione,
dedica una sezione di grande rilievo,
quella della sicurezza alimentare.
Una questione sempre più importante
con gli stili di vita attuali, così diversi
AFM_3:Layout 1 23/03/15 08:40 Pagina 13
rispetto al passato: i ritmi della
vita moderna, l’aumento delle
persone che vivono da sole, delle
famiglie con un solo genitore e
delle donne che lavorano hanno
determinato cambiamenti nella
preparazione del cibo e nelle
abitudini di consumo.
In conseguenza di questo, il
rapido progresso della tecnologia
alimentare e delle tecniche di
lavorazione e imballaggio ha
contribuito a garantire la sicurezza
e la salubrità degli alimenti, oltre
che una loro maggiore praticità.
Malgrado tutti questi progressi,
però, la contaminazione
alimentare resta possibile, a
causa di agenti presenti in natura,
di inquinanti, di sostanze
introdotte accidentalmente
oppure di procedure scorrette.
In un quadro del genere, la qualità
e la sicurezza del cibo dipendono
dagli sforzi di tutti coloro che
sono coinvolti nella complessa
catena della produzione, della
lavorazione, del trasporto, della
preparazione e anche del
Che cosa può inquinare i cibi
I cibi possono essere
contaminati da sostanze
chimiche o microrganismi
già al momento della produzione, e il rischio rimane fino a
quello del consumo.
Contaminazione microbiologica. Batteri, funghi, virus o
parassiti sono ovunque e possono svilupparsi sugli alimenti
in qualsiasi momento, dalla produzione fino alla cucina di
casa. I sistemi che garantiscono la qualità mirano a
minimizzare questo rischio, che anche il consumatore deve
cercare di schivare (riquadri nelle pagine successive).
Un inquinamento microbiologico particolarmente insidioso è
quello legato alle micotossine, sostanze nocive prodotte da
alcuni funghi o muffe che si sviluppano in alimenti come
arachidi, noci, nocciole, mais, cereali, germogli di soia,
mangimi per animali, frutta secca, spezie; gli effetti possono
essere molto vari: alcune di queste sostanze sono state
correlate a patologie dei reni e del fegato. Le tossine
possono prodursi durante la crescita delle piante o
svilupparsi successivamente, per una conservazione o a un
trattamento impropri; possono anche introdursi nella catena
alimentare attraverso prodotti di origine animale provenienti
da bestiame che abbia consumato mangime contaminato.
Contaminazione chimica. I cibi possono essere inquinati
anche da sostanze chimiche, come quelle utilizzate per la
coltivazione (innanzitutto fertilizzanti e pesticidi) e per
l’allevamento (principalmente antibiotici e ormoni), sostanze
che devono superare severi test prima di essere ammesse
alla registrazione da parte delle autorità europee o nazionali.
Queste procedure devono dimostrare che il prodotto, nelle
“
”
La qualità degli alimenti dipende dagli
sforzi di tutti coloro che sono coinvolti
nella catena di produzione, lavorazione,
trasporto, preparazione e consumo.
quantità e nei tempi previsti
per il suo impiego, possieda
queste caratteristiche:
• abbia un’utilità reale e raggiunga l’obiettivo individuato;
• non abbia effetti collaterali negativi per l’uomo, sia per
l’utilizzo diretto nell’azienda agricola sia per i residui che
possano rimanere negli alimenti;
• non abbia ripercussioni negative sull’ambiente.
I pesticidi in uso in Europa sono oltre 800, autorizzati anche
in base a test di degradabilità nella pianta e nell’ambiente
entro i tempi previsti per l’impiego.
L’uso di antibiotici e ormoni della crescita nel bestiame è una
questione controversa da molti anni. È stato dimostrato che
piccoli residui di farmaci si possono accumulare nei tessuti
degli animali, anche se si ritiene che non costituiscano un
rischio per la salute dell’uomo. Già da diversi anni l’UE ha
bandito l’impiego di antibiotici e ormoni come stimolatori
della crescita, anche se la pratica continua negli Stati Uniti,
in Canada e in Australia.
Inquinanti di provenienza industriale, che rimangono
nell’ambiente per molti anni e riescono ad arrivare fino agli
alimenti, sono poi le diossine - cancerogene ma solo oltre
certe concentrazioni, ed è per questo che l’Unione europea
sta operando, con risultati già riscontrabili, per ridurne la
presenza nell’ambiente - e i metalli pesanti come mercurio,
piombo e cadmio, ai quali sono particolarmente esposti i
pesci e in particolare quelli in cima alla catena alimentare,
come il tonno, il pesce spada e altri predatori, che
dovrebbero pertanto essere evitati in gravidanza e
allattamento.
Alphega Farmacia magazine
• 13
AFM_3:Layout 1 23/03/15 08:40 Pagina 14
Dossier prevenzione
consumo. Così, per mantenere
sani i cibi in tutta la catena
alimentare sono necessarie da un
lato procedure operative che
assicurino la salubrità dei prodotti,
dall’altro sistemi di controllo per
garantire che le operazioni
vengano attuate correttamente.
L’Unione Europea si è dotata di
una legislazione, tra le più severe
al mondo, che delinea in maniera
approfondita le responsabilità di
IL DECALOGO
Prima e dopo l’acquisto
1
Verificare sempre, sui cibi confezionati, la data di
scadenza.
2
Non acquistare prodotti riportanti l’indicazione
conservare al fresco o conservare in frigorifero o
conservare in congelatore che non siano mantenuti
in adeguate condizioni di refrigerazione.
3
Portare a casa rapidamente i cibi che necessitano di
refrigerazione e riporli subito in frigorifero o nel
congelatore. Verificare lo stato dei prodotti surgelati.
Una volta scongelati, non ricongelarli.
4
Verificare che la confezione degli alimenti non sia
rovinata. Evitare lattine ammaccate e dilatate,
pacchetti strappati o deformati e sigilli di sicurezza
danneggiati.
5
Evitare il contatto tra cibi crudi e cotti. Questa
precauzione riduce il rischio di contaminazione
crociata (passaggio di microbi da un cibo all’altro).
6
Conservare carni, pollame e pesce crudi nella parte
inferiore del frigorifero e i cibi cotti in quella superiore.
7
Non riporre in frigorifero cibi caldi, perché causano
un aumento della temperatura interna della cella.
8
Conservare gli alimenti in frigorifero avvolti in un
foglio di plastica o in contenitori dotati di coperchio.
9
Scartare i cibi ammuffiti o che abbiano aspetto,
gusto o odore sgradevole.
Conservare gli alimenti in scatola in luogo pulito,
10 fresco e asciutto.
14
• Alphega Farmacia magazine
produttori e fornitori. Tra l’altro è
stata creata, già nel 2002, l’EFSA,
Agenzia europea per la sicurezza
alimentare, organismo che, in
collaborazione con vari enti e
istituti scientifici degli stati
membri, offre una consulenza
scientifica riguardo a tutte le
questioni che influiscono sulla
sicurezza alimentare.
Agricoltura e allevamento.
Norme restrittive disciplinano, in
particolare, l’uso di sostanze
come fertilizzanti, pesticidi,
antibiotici, ormoni (riquadro nella
pagina precedente).
Trasporto. Anche questo
passaggio è regolamentato dalla
legislazione dell’Unione Europea,
in base, tra l’altro, alle indicazioni
dell’Organizzazione mondiale della
sanità (OMS) e dall’Organizzazione
per l’alimentazione e l’agricoltura
(FAO).
Occhio anche nel cucinare
• Lavare sempre le mani con acqua calda e sapone prima di
cucinare e dopo aver maneggiato il cibo. Coprire eventuali tagli
o ferite con un cerotto impermeabile.
• Tenere pulite tutte le superfici della cucina lavandole con
acqua calda, detergente e disinfettante, per evitare la
contaminazione da un cibo a un altro.
• Lavare gli utensili e i taglieri utilizzati per preparare il cibo. Il
coltello usato per tagliare alimenti crudi può trattenere batteri
che possono essere trasferiti ad altri alimenti: usare taglieri e
utensili diversi per gli alimenti crudi e per quelli cotti.
• Lavare accuratamente la frutta e la verdura cruda prima del
consumo e dell’ulteriore lavorazione.
• Scongelare i surgelati in frigorifero e poi cucinarli subito.
• Non lasciare a temperatura ambiente cibi crudi che possono
essere contaminati o cibi cotti più a lungo del necessario, e in
ogni caso non più di due ore.
• Far raffreddare il più rapidamente possibile i cibi cotti
(preferibilmente in padelle basse e larghe), poi riporli in
frigorifero. Questa precauzione rallenta lo sviluppo dei batteri,
che avviene più facilmente a una temperatura compresa tra i
10 e i 60 gradi centigradi.
• Riscaldare con cura i cibi cotti, per uccidere gli eventuali
batteri che potrebbero essersi sviluppati durante la
conservazione.
• In caso di dubbio, scegliere di andare sul sicuro: è preferibile
buttare un alimento senza la certezza che sia avariato piuttosto
che rischiare una malattia trasmessa dal cibo.
• Seguire sempre le istruzioni del produttore.
AFM_3:Layout 1 23/03/15 08:40 Pagina 15
Industria alimentare. In
questo campo la sicurezza è
assicurata non solo da una
legislazione molto attenta, ma
anche da moderni sistemi di
controllo a cui le industrie
alimentari si affidano per garantire
la qualità e la sicurezza dei
prodotti. I tre principali
attualmente in vigore sono:
• pratiche di buona fabbricazione
o GMP, vale a dire le condizioni e
le procedure di lavorazione che,
sulla base di una lunga
esperienza, si sono dimostrate in
grado di offrire qualità e sicurezza
costanti;
• analisi dei rischi e punti critici di
controllo (o HACCP), una tecnica
che si focalizza sull’accertamento
dei potenziali problemi e sul
conseguente controllo di questi
già nel corso del processo di
produzione;
• standard di assicurazione della
qualità, come ISO 9000 ed ES
29000: la conformità a questi
requisiti garantisce che le
industrie alimentari, le società di
catering e le altre aziende del
settore rispettino procedure
stabilite e ampiamente
documentate.
L’efficacia di questi programmi
viene regolarmente analizzata da
esperti esterni.
Per garantire la qualità a ogni
livello, i sistemi di controllo
utilizzati dall’industria alimentare
comportano anche la
collaborazione con i fornitori (i
singoli agricoltori e i grossisti delle
materie prime), i trasportatori e i
commercianti all’ingrosso e al
dettaglio.
Imballaggio. Mantiene
l’integrità, la sicurezza e la qualità
dei cibi durante il trasporto e la
conservazione nei magazzini, nei
negozi e in casa.
La confezione fornisce anche
informazioni importanti grazie
all’etichetta. Inoltre, i codici a
barre riportati sulle confezioni, che
indicano la data e il luogo di
fabbricazione, garantiscono ad
aziende alimentari, trasportatori e
dettaglianti la tracciabilità dei
prodotti per il controllo delle
scorte e l’identificazione dei
potenziali rischi.
Consumo. L’utente ha a sua
volta un ruolo fondamentale in
questa catena: i cibi, dall’acquisto
in poi, devono essere trattati con
cura, in modo che si eviti il
deterioramento e la
contaminazione (riquadri nella
pagina precedente).
Le principali contaminazioni microbiche
MICRORGANISMO
DISTURBI
ALIMENTI PIÙ SPESSO CONTAMINATI
Vari cibi non trattati adeguatamente dopo la
cottura: riso cotto riscaldato, carni cotte, creme a
base di amido, verdure, pesce.
Bacillus cereus
Diarrea, dolori
addominali, nausea,
vomito.
Campylobacter
jejuni
Diarrea, dolori
addominali, febbre.
Latte crudo, pollame.
Clostridium
botulinum
Paralisi, debolezza,
sdoppiamento visivo.
Alimenti confezionati in modo improprio a base di
ortaggi, pesce, carne e pollame.
Clostridium
perfringens
Diarrea, dolori
addominali.
Cibi riscaldati, tra cui piatti pronti per buffet, carne
e pollame cotti, fagioli, salse, stufati e minestre.
Escherichia coli Diarrea.
Insalate e verdure crude, carne poco cotta,
formaggio, latte non pastorizzato.
Febbre alta,
Listeria
meningite, peritonite
monocytogenes
o altri.
Latte e latticini non pastorizzati (come formaggi
freschi), carne cruda, pollame, frutti di mare,
verdure, paté, carne e pesce affumicati.
Salmonella
Diarrea, febbre,
nausea, vomito.
Pollame e carne poco cotti, molluschi, insalate,
uova e prodotti caseari.
Staphylococcus
aureus
Diarrea, nausea,
vomito.
Prosciutto, pollame, uova, gelati, formaggi,
insalate, creme, dolci alla crema, salse.
Vibrione
paraemolitico
Diarrea, vomito,
cefalea, febbre.
Pesce e molluschi crudi o poco cotti.
Trichinella
spiralis
Affanno cardiaco
e respiratorio.
Maiale o selvaggina poco cotti.
Toxoplasma
gondii
Sintomi tipo influenza, Carne e pollame poco cotti, latte crudo.
danni al feto.
Virus
dell’epatite A
Molluschi, frutta, verdura cruda; cibi manipolati
Vomito, febbre, poi
colorito giallo, prurito. da persone portatrici del virus.
Alphega Farmacia magazine
• 15
AFM_3:Layout 1 23/03/15 08:40 Pagina 16
Salute e bellezza
Un’alterazione
del tessuto
cutaneo
La cellulite, disturbo
che si riesce a trattare
u La ‘buccia
LE RISPOSTE
DEL VOSTRO
FARMACISTA
d’arancia’, che
colpisce 8 donne
su 10, può essere
trattata efficacemente,
purché si agisca per tempo.
u Si possono usare
farmaci contro la
cellulite?
Oltre alle creme
cosmetiche, il cui
principale obiettivo è
migliorare l’aspetto
della pelle, ne esistono
anche di medicinali, a
base di tiroxina, un
ormone della tiroide:
queste inducono anche
l’attivazione dei
processi di utilizzo dei
grassi presenti nelle
cellule adipose, e
hanno quindi un effetto
farmacologico con il
quale si può anche
ottenere una
regressione della
cellulite, soprattutto
negli stadi iniziali.
Vanno però utilizzate
con il consiglio del
farmacista,
considerato che
possono avere anche
qualche effetto
generale tale da
indurre precauzioni
nell’impiego.
In ogni caso, è bene
ricordare che contro la
cellulite non esistono
rimedi miracolosi, e
che vale la pena
combinare più terapie,
affiancando a quelle
farmacologiche quelle
fisiche.
16
La denominazione ‘buccia
d’arancia’ è sicuramente più
descrittiva di quella scientifica,
panniculopatia edemato-fibrosclerotica. Fatto sta che quella
comunemente chiamata
soprattutto come ‘cellulite’,
un disturbo che colpisce
con varia gravità circa
l’80% delle donne, è
qualcosa di più che un
inestetismo: si tratta di una
patologia cutanea lieve e
benigna ma complessa,
causata da un’alterazione della
microcircolazione sanguigna nel
tessuto adiposo.
Nel derma, lo strato intermedio
della pelle nel quale si trovano tra
l’altro i vasi sanguigni, i liquidi,
che dovrebbero essere drenati
dai capillari, non vengono fatti
ben defluire, e si crea così un
ristagno che produce uno stato
infiammatorio. Di conseguenza,
nello strato sottocutaneo, le
cellule adipose, che
immagazzinano il grasso, si
aggregano in noduli di grandezza
sempre maggiore, che si
spingono verso l’alto e si
incuneano nel derma, alterando
così la struttura della pelle (figura
nella pagina successiva),
• Alphega Farmacia magazine
che
si
presenta
spugnosa,
con
avvallamenti e
rigonfiamenti più
o meno
evidenti.
A favorire la
cellulite è
una serie
di
possibili cause:
• squilibri ormonali;
• predisposizione ereditaria;
• alimentazione scorretta;
• eccesso
di peso;
• alterazioni nella
funzionalità della tiroide,
• vita sedentaria;
• consumo di alcolici;
• fumo;
• stress;
• utilizzo ripetuto e
prolungato di abiti molto
stretti e/o di calzature con il
tacco molto alto.
Non sono solo questi ultimi
fattori predisponenti a rendere
la cellulite un disturbo quasi
esclusivamente femminile: c’è
anche e soprattutto l’effetto
degli ormoni estrogeni, che
aumentano la ritenzione di
acqua e favoriscono
l’accumulo di grasso
sottocutaneo.
La cellulite va distinta dalla
cosiddetta adiposità
localizzata, un accumulo di
grasso nelle cellule
adipose, che rimangono
però sane (tabella nella
pagina successiva).
Questa condizione non è
strettamente legata a
fattori ormonali, e per tale
motivo può interessare sia
donne sia uomini; può
peraltro coesistere con la
cellulite, rispetto alla quale
va trattata in altra maniera.
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Q
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causare cattiva digestione,
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Salute e bellezza
I trattamenti della cellulite (a destra)
sono tanto più efficaci quanto
meno avanzata è l’evoluzione,
che occorre saper riconoscere.
1° stadio. Presenza di gonfiore
dovuto al ristagno di liquidi e di
accumulo di grasso e acqua nelle
cellule. La cute è ancora tesa ed
elastica ma si presenta più
pastosa; se viene compressa non
rimangono ‘impronte’ ma appare
la ‘buccia d’arancia’. Può essere
curata con buoni risultati.
2° stadio. Si formano piccoli
noduli, mentre il tessuto di
sostegno perde elasticità e
diventa più rigido. La pelle
assume un colorito spento, si
arrossa se compressa e assume
il cosiddetto aspetto ‘a buccia
d’arancia’ se viene stretta fra le
dita. Spesso sono presenti
leggere macchie e capillari dilatati
(teleangectasie), anche in forma
ramificata. È reversibile, se
trattata in tempo.
3° stadio. I noduli aumentano di
dimensione, si induriscono e
diventano dolenti al tatto;
possono comparire lividi e
gonfiore. La pelle è fredda, molle
e senza tono; sono presenti molti
avvallamenti e la ‘buccia
d’arancia’ è decisamente
evidente. Possono essere
interessati anche polpacci e
caviglie. Il problema può essere
ancora reversibile.
4° stadio. Si accentuano tutte le
alterazioni dello stadio
precedente: nel tessuto adiposo
si formano grandi noduli dolorosi
al tatto e la pelle presenta il
classico aspetto ‘a materasso’. Il
problema, a questo punto,
diventa irreversibile.
Ecco come si modifica la pelle
CUTE SANA
CELLULITE
epidermide
derma
tessuto
sotto
cutaneo
Attenzione a non confondere
CELLULITE
Sede
Aspetto
Cosce, glutei, interno
del ginocchio
ADIPOSITÀ
LOCALIZZATA
Braccia, addome, dorso,
fianchi, cosce, ginocchia
Colorito spento, perdita Pelle liscia, tonica,
di elasticità, capillari
di temperatura
dilatati, buccia
d’arancia, pelle fredda normale
Che cosa Dolore e comparsa di
succede se buccia d’arancia, con
si comprime noduli piccoli e grandi
Assenza di dolore
e di buccia d’arancia
L’utilità dei trattamenti
Alcune precauzioni giovano a evitare l’insorgenza
della cellulite o a far regredire il disturbo:
• praticare con regolarità attività fisica;
• bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno e
seguire un’alimentazione bilanciata (pochi grassi,
pochi zuccheri, proteine con moderazione, frutta e
verdura in gran quantità, sale con molta parsimonia);
• sottoporsi a massaggi specifici (preferibilmente con
l’impiego di prodotti anticellulite) per favorire la
circolazione, lo smaltimento dell’acqua accumulata
nei tessuti, l’idratazione e la tonificazione della pelle.
Per una vera e propria cura, si può ricorrere a metodi
come mesoterapia, ozonoterapia, elettrolipolisi,
impiego di ultrasuoni, pressoterapia, linfodrenaggio,
da attuare anche in combinazione.
Preziosa anche la dermocosmesi: i vari prodotti
(creme, gel, latti, lozioni) contengono generalmente
complessi di principi attivi per affrontare l’inestetismo
su più fronti: favorire il corretto immagazzinamento dei
grassi, riattivare attraverso il massaggio la
microcircolazione per drenare i liquidi in eccesso,
rinforzare le pareti dei vasi per diminuirne la
permeabilità, rassodare e lisciare l’epidermide,
eliminando l’aspetto rugoso e irregolare.
Le modalità di applicazione sono diverse da prodotto
a prodotto (alcuni richiedono un massaggio
prolungato, altri si assorbono immediatamente, altri
ancora sono formulati come due preparati da
applicare in momenti diversi): per questo è bene
seguire scrupolosamente le indicazioni riportate sui
foglietti illustrativi o sulla confezione.
È sempre utile, però, massaggiare la zona interessata
con le mani prima di applicare il prodotto: così si
sollecita la microcircolazione e si favorisce la
penetrazione dei principi attivi. Eseguire, inoltre, un
peeling una-due volte a settimana facilita
l’eliminazione delle cellule morte dell’epidermide,
migliorando l’assorbimento del prodotto.
In genere si consigliano due applicazioni al giorno
durante la prima fase del trattamento, per passare poi
a una volta al giorno per il mantenimento.
Il trattamento completo dovrebbe durare un mese o
più ed essere ripetuto almeno quattro volte all’anno:
non basta limitarlo al classico periodo precedente
l’estate.
Alphega Farmacia magazine
• 19
Scelto dalle mamme in Italia dal 1902
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Il consiglio del vostro farmacista
La casa è piena
di sostanze
pericolose
Con i bimbi attenti ai veleni
u Metà degli avvelenamenti, in
Italia, riguarda i bambini di età
compresa tra 1 e 4 anni. Circa un
terzo necessita di ricovero in
ospedale, e in 8 casi su 10
l’intossicazione avviene tra le
mura domestiche: la casa
nasconde parecchie insidie da
Precauzioni
da seguire
1. Non travasare alcun
prodotto chimico in bottiglie
che contenevano acqua
minerale e bibite: è facile
dimenticarsi e confondersi.
2. Non trasferire i farmaci
dalle confezioni originali ai
portapillole: potrebbe
diventare difficile riconoscerli,
e i bambini potrebbero
scambiarli per caramelle.
3. Non manomettere le
chiusure di sicurezza delle
confezioni, che impediscono
ai bambini di arrivare ai
prodotti.
4. Insegnare ai bambini a
riconoscere i simboli di
pericolo che li aiutano a non
mettersi nei guai.
questo punto di vista, per lo più
sotto forma di prodotti chimici,
anche se le sostanze tossiche si
possono celare in ambiti
insospettabili, persino in alcune
piante.
I piccoli sono particolarmente
esposti al rischio di
intossicazione: sono curiosi,
arrivano dappertutto, toccano,
assaggiano. È dunque
importante tenere gli occhi aperti.
Saper individuare i prodotti nocivi
(riquadro a destra) è il primo
passo, dopo di che occorre
osservare, riguardo a questi, una
serie di accorgimenti:
• riporli in luoghi sicuri, chiusi a
chiave, non raggiungibili dai
bambini;
• conservarli nella confezione
originale, in modo che sia facile
ricordare a che cosa servono;
• mantenerli lontani da cibi e
bevande;
• leggere attentamente le
etichette e le istruzioni prima di
utilizzarli;
• informarsi sulla velenosità delle
piante di casa o del giardino.
I farmaci sono particolarmente
insidiosi, anche perché
somigliano a caramelle, che i
bambini vedono gli adulti
‘mangiare’ e che si possono
trovare, facilmente accessibili,
nella borsetta della mamma, o sul
comodino del nonno. Occorre
allora ricordare che i medicinali
vanno sempre custoditi in
maniera non raggiungibile dai
piccoli.
Che cosa temere e dove
In cucina: sgrassatori, prodotti per la pulizia di forni e
fornelli, detersivi per piatti (a mano e per lavastoviglie),
brillantanti.
In bagno: saponi, shampoo, balsami, docciaschiuma,
sali da bagno, creme idratanti, deodoranti per il
corpo, trucchi, profumi; prodotti per la pulizia dei
sanitari, disincrostanti, disgorganti, deodoranti per wc.
Nel ripostiglio: naftalina, insetticidi, alcool
denaturato, prodotti per la pulizia di vetri e superfici,
solventi, vernici, togliruggine, canfora, monodosi per
bucato in lavatrice, detersivi liquidi, ammorbidenti per
bucato in lavatrice.
Le piante: stella di Natale, dieffenbachia (il lattice
presente in queste piante può irritare le mucose);
oleandro, mughetto, digitale (contengono principi
attivi che agiscono sul cuore, potendo provocare
aritmie gravi e altre conseguenze pericolose);
lauroceraso, mandorle amare, noccioli di albicocche,
pesche, prugne, susine, ciliegie (tutti contengono
sostanze che nell’organismo sviluppano acido
cianidrico, estremamente tossico).
Alphega Farmacia magazine
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Di sana pianta
Utile per traumi,
insufficienza
venosa,
piccoli interventi,
cellulite.
L’ananas è una pianta
erbacea perenne, a
cespuglio, con foglie
coriacee a forma di
spada. Il frutto tecnicamente una
infruttescenza, cioè un
insieme di più frutti riuniti
insieme - è sormontato
da un ciuffo di foglie e
rivestito da una scorza
marrone; ben nota la sua
polpa carnosa e
aromatica, di colore
giallo.
Edemi, infiammazioni
li combatte l’ananas
u Qualcosa di somigliante si
ritrova anche in alcuni mosaici e
in una statuetta di epoca romana.
L’ananas era dunque forse già
conosciuto nell’antichità, ma la
sua introduzione in Europa si fa
risalire a Cristoforo Colombo, che
nel 1493 lo conobbe nelle isole
caraibiche e lo portò via con sé.
Lo si usa da sempre come
alimento, ma la pianta di questo
frutto così particolare ha anche
attività medicamentose,
essenzialmente dovute a una
proteina con proprietà
enzimatiche, la bromelina.
Innanzitutto questa sostanza, che
attiva la scissione delle proteine,
è in grado di contrastare il
gonfiore e l’infiammazione,
risultando utile in diverse
condizioni:
• edemi sottocutanei dovuti a
traumi articolari o muscolari
La carta d’identità
NOME BOTANICO: Ananas sativus o comosus.
FAMIGLIA: Bomeliacee.
DOVE CRESCE: originario dell’America centrale, è
attualmente coltivato in tutti i paesi a clima
tropicale e subtropicale.
QUALI PARTI SI USANO: il frutto fresco e il gambo.
CHE COSA CONTIENE: è una pianta ricca di
enzimi (sostanze che favoriscono specifiche
reazioni biochimiche), il principale dei quali è la
bromelina. L’ananas contiene inoltre, tra l’altro,
una buona quantità (fino al 15%) di zuccheri
solubili, in particolare saccarosio e levulosio, e
vitamine, in particolare la A, quelle del gruppo B
e la C.
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• Alphega Farmacia magazine
(contusioni, strappi o stiramenti
muscolari e così via);
• insufficienza venosa cronica e
altre situazioni di rallentato
deflusso venoso (varici,
varicoflebiti, eccetera);
• piccoli interventi chirurgici
(estrazioni dentarie, asportazioni
di nei): si è visto che riduce
l’edema dovuto all’estrazione di
un molare del 6-15%.
L’ananas risulta prezioso in chi
presenti controindicazioni all’uso
dei farmaci antinfiammatori non
steroidei, quando il ricorso ai
cortisonici sia sproporzionato
rispetto al disturbo da curare.
RITENZIONE IDRICA, VIA
Attraverso una rimozione
dell’acqua e dei sali accumulatisi
nel tessuto sottocutaneo e un
effetto diuretico, la pianta può
agevolare il ripristino di una
normale nutrizione della cute e la
scomparsa delle lesioni tipiche
della cellulite.
Per gli stessi motivi, l’ananas è
spesso inserito nelle diete
ipocaloriche di soggetti obesi o in
sovrappeso, specialmente
quando si sospetta che una
ritenzione idrica possa contribuire
all’aumento del peso corporeo.
La bromelina e gli altri enzimi
simili presenti nell’ananas sono
utili anche nella pulizia di ferite e
di ustioni, con un’efficacia
comprovata sperimentalmente
alla quale si accompagna, inoltre,
una riduzione del dolore.
L’ananas sembra infine favorire,
se assunto per bocca, la
digestione degli alimenti proteici.
PRECAUZIONI D’USO
La bromelina può prolungare il
tempo di emorragia in soggetti
predisposti o in pazienti in
trattamento con anticoagulanti o
farmaci che contrastano
l’aggregazione delle piastrine.
I preparati a base di ananas
dovrebbero essere utilizzati con
estrema cautela in soggetti con
ulcera peptica attiva.
Come
si utilizza
Si impiega l’estratto secco
nebulizzato, il cui dosaggio
giornaliero va da 10 a 13 mg
per chilogrammo di peso
corporeo, da somministrare
15-20 minuti prima o subito
dopo i due pasti principali,
anche per periodi di tempo
prolungati.
La bromelina è utilizzata in
farmaci e integratori per uso
orale, pomate e altri prodotti.
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