05 ciardullo 2/08 - Assistenza Infermieristica e Ricerca
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05 ciardullo 2/08 - Assistenza Infermieristica e Ricerca
Valutazione dell’introduzione di un protocollo a gestione infermieristica per il trattamento ed il monitoraggio del paziente con iperglicemia in ospedale Scopo. Valutare l’efficacia di un protocollo a gestione infermieristica di trattamento del paziente ospedalizzato con iperglicemia, in un reparto di medicina. Metodi. Dal marzo al novembre 2007 sono stati introdotti schemi di terapia routinaria e terapia insulinica intensiva endovena per ipo-/iperglicemie gravi in pazienti ospedalizzati. Risultati. 189 pazienti (19% dei ricoveri) erano iperglicemici all’ingresso dal PS. Età mediana (±IQR) 77 (70-84) anni, 41% uomini, diabete noto 74%, il 18% presentava decubiti o ulcere arti inferiori. La glicemia mediana all’ingresso era 144.5 (98-220) mg/dl. Il 36% era euglicemico (60-126 mg/dl), il 3% ipoglicemico (<60 mg/dl), il 9% aveva una glicemia tra 127 e 140 mg/dl, il 40% tra 141 e 280 mg/dl, 12% superiore a 280 mg/dl. Nei 14 casi che hanno richiesto lo schema insulinico intensivo endovena la glicemia è rientrata in un range di sicurezza (tra 80 e 250 mg/dl) entro 15 ore dall’inizio dell’infusione, non è si è verificato nessun caso di ipoglicemia pericolosa per la vita o di coma ipoglicemico. Alla 3a giornata in terapia standard, le glicemie mediane erano accettabili: 142 (98-185) mg/dl pre-colazione, 144 (107-200) mg/dl pre-pranzo, 131 (102-190) mg/dl pre-cena, 183 (123-230) mg/dl post-prandiale. Conclusione. I risultati dimostrano che è possibile e sicura una gestione infermieristica della glicemia nei pazienti diabetici ospedalizzati, tramite protocolli. Introduzione Numerosi studi documentano l’utilità di un trattamento insulinico per controllare i valori glicemici elevati di pazienti in situazioni critiche.1-9 Il trattamento insulinico dovrebbe essere individualizzato per ciascun paziente diabetico,7 ma nella stragrande maggioranza dei casi i medici nei reparti ospedalieri nutrono perplessità sulla terapia insulinica. Le principali preoccupazioni riguardano il rischio di ipoglicemia sia legato alla terapia che a situazioni specifiche (ad esempio se il paziente vomita, è inappetente) o alle co-patologie (ad esempio insufficienza renale o epa- Contributi ed esperienze Anna Vittoria Ciardullo1 Lorella Rossetti2 Maria Monica Daghio3 Anna Morselli2 Erica Malavasi2 Antonella Pasqualini2 Iolanda Po4 Fabio Gilioli1 Carlo Di Donato1, 5 1Medico U.O. Medicina Interna 2Infermiere U.O. Medicina Interna 3Sistema Comunicazione Aziendale 4Responsabile Servizio Infermieristico 5Direttore U.O. Medicina, Ospedale Ramazzini, AUSL, Modena tica). Ma è proprio a ragione della instabilità delle condizioni dei pazienti che l’insulina, principalmente lo schema basal-bolus (analogo rapido ai pasti e basale la notte), trova la principale ragione per essere impiegata a beneficio del paziente. La terapia insulinica non sempre viene impostata, oppure viene prescritta con eccessiva cautela, arrivando anche a sospenderla a livelli glicemici di 80-100 mg/dl da parte di medici non esperti di diabete. Tale riluttanza è anche dovuta anche alla percezione che la terapia insulinica sia troppo complessa da gestire nella frenetica pratica clinica quotidiana. Assistenza infermieristica e ricerca, 2008, 27, 2 77 Contributi ed esperienze I rischi per i pazienti legati alla mancata impostazione di uno schema personalizzato di terapia insulinica, e quindi praticando “insulina secondo stick”, possono essere molteplici: ad esempio la sospensione dell’insulina notturna a valori euglicemici (80-100 mg/dl) comporta una mancata copertura nelle ore in cui c’è maggior bisogno di sopprimere la produzione epatica di glucosio e nelle ore del primo mattino, in cui si verifica il noto effetto alba di massima iperglicemia dovuta agli ormoni controinsulari; la conseguenza è che il paziente si ritroverà con una marcata iperglicemia al mattino o peggio ancora per tutta la giornata successiva, se l’insulina notturna era la glargine (insulina basale che copre circa 24 ore). In altri termini, la mancata impostazione di uno schema terapeutico ipoglicemizzante comporta un rincorrere lo stick glicemico con somministrazioni estemporanee di insulina rapida da parte di medici con diversa cultura specialistica nelle diverse ore del giorno; ciò avrà conseguenze negative sul metabolismo del paziente acuto che va aiutato, con una buona funzionalità Metodi La procedura è stata costruita e condivisa con tutto il personale dell’unità operativa di medicina. Gli schemi di trattamento sono stati ricavati dalla letteratura.10-11 I protocolli vengono riportati nelle Tabelle 1-4. Tabella 1 - Protocollo di routine Stick glicemico Quando (da fare a tutti i diabetici almeno nelle prime 48 ore) Annotazione su scheda diabete Somministrazione terapia impostata dal medico di reparto: Insulina s.c. (o altro ipoglicemizzante) Valore _____ mg/dl prima di colazione Compilare scheda Analogo rapido (o compressa) Valore _____ mg/dl prima di cena Compilare scheda Analogo rapido (o compressa) Valore _____ mg/dl prima di cena Compilare scheda Analogo rapido (o compressa) Valore _____ mg/dl Ore 22 Compilare scheda Insulina glargine (basale) Per introdurre i protocolli in reparto è stato organizzato un intervento formativo che prevedeva quattro diversi scenari per la presa in carico del paziente con iperglicemia all’ingresso in reparto (Riquadro 1). È stata fatta prima la formazione delle 3 infermiere tutor in due incontri dedicati, di 2 ore ciascuno. La formazione di tutti gli infermieri è stata realizzata median78 metabolica ad affrontare la patologia che ha causato il ricovero. A causa di questi fattori, viene ritardato il momento della transizione dalla terapia con ipoglicemizzanti orali all’insulina o non viene modificato lo schema insulinico giornaliero. Gli studi pubblicati mostrano come la gestione affidata agli infermieri di protocolli condivisi di terapia insulinica, sia la chiave per garantire efficacia e sicurezza al paziente.1-9 Data l’importanza di garantire al paziente una terapia appropriata e omogenea, anche quando in reparto non sono presenti diabetologi, è stato introdotto e valutato nel nostro reparto di medicina interna, un protocollo a gestione infermieristica di trattamento e monitoraggio del paziente ospedalizzato con iperglicemia. Assistenza infermieristica e ricerca, 2008, 27, 2 Dose da somministrare senza modifiche per valori glicemici tra 80 e 280 mg/dl e senza chiamare il medico ___ UI s.c. oppure 1 cpr ___ UI s.c. oppure 1 cpr ___ UI s.c. oppure 1 cpr ___ UI s.c. te 2 incontri frontali, al di fuori dell’orario di lavoro, seguiti da 2 sessioni di formazione sul campo in orario di servizio, con la supervisione del tutor. I medici del reparto, inclusi i medici inseriti solo nei turni di guardia di reparto e non nell’attività ordinaria, hanno effettuato 2 incontri formativi sull’utilizzo dei protocolli di trattamento. A.V. Ciardullo et al.: Valutazione dell’introduzione di un protocollo a gestione infermieristica per il trattamento ed il monitoraggio del paziente con iperglicemia in ospedale Tabella 2 - Protocollo di variazione istantanea della terapia insulinica Glicemia Tipo di insulina rapida Variazione dose insulina (mg/dl) o ultrarapida Unità s.c. da fare in meno o in più rispetto a quanto segnato in terapia <40 Humulin R o Actrapid NO insulina + succo di frutta + 2 fette biscottate Humalog o Novorapid o Apidra (oppure 10ml glucosata al 33% e.v.) 40-59 Humulin R o Actrapid - 4 UI s.c. (anche dopo pasto) + mezzo succo di frutta Humalog o Novorapid o Apidra e aumentare mezzo panino al pasto (oppure glucosata al 10% e.v. vel 60ml/h) 60-80 Humulin R o Actrapid - 2 UI s.c. Humalog o Novorapid o Apidra 200-300 Humulin R o Actrapid + 2 UI s.c. Humalog o Novorapid o Apidra 300-400 Humulin R o Actrapid + 4 UI s.c. Humalog o Novorapid o Apidra >400 Humulin R o Actrapid 8 UI/ora i.m. + 500ml di fisiologica veloce in continuo Humalog o Novorapid o Apidra fino a 250-280 Tabella 3 - Protocollo GIK (glucosio-insulina-potassio) semplificato Glicemia Fluidi (flacone da 500 ml) (mg/dl) Velocità di infusione 100 ml/ora <100 101-200 201-300 >300 Sacca glucosata al 5% con Kcl (20mmol) Sacca glucosata al 5% con Kcl Sacca glucosata al 5% con Kcl Sacca fisiologica con Kcl Tabella 4 - Protocollo GIK intensivo a due vie 1a via e.v.: pompasiringa contenente insulina rapida 50UI/50ml di fisiologica Se la glicemia è >500 Impostare la velocità di infusione della insulina a 5 ml/ora Se la glicemia è tra 400 Impostare la velocità di compresa e 500 infusione della insulina a 4 ml/ora Se la glicemia è tra 300 Impostare la velocità di compresa e 400 infusione della insulina a 3 ml/ora Se la glicemia è tra 250 Impostare la velocità di compresa e 300 infusione della insulina a 2 ml/ora Se la glicemia è tra 150 Impostare la velocità di compresa e 250 infusione della insulina a 1 ml/ora Se la glicemia è tra 110 Impostare la velocità di compresa e 150 infusione della insulina a 0,5 ml/ora Se la glicemia è <110 STOP INSULINA compresa Insulina ultrarapida Humalog o Apidra Unità in flac. da 500 ml 2.5 5 10 15 Monitoraggio infermieristico: Controllare la glicemia dopo 3 ore 2a via e.v.: sacca 500ml di glucosata al 5% con potassio cloruro 0,3% (20mmol) in pompa Niente glucosata (rubinetto chiuso) Controllare la glicemia dopo 3 ore Niente glucosata (rubinetto chiuso) Controllare la glicemia dopo 2 ore Niente glucosata (rubinetto chiuso) Controllare la glicemia dopo 2 ore Dare anche glucosata alla velocità di 30 ml/ora Controllare la glicemia dopo 2 ore Dare anche glucosata alla velocità di 30 ml/ora Controllare la glicemia dopo 1 ora Dare anche glucosata alla velocità di 60 ml/ora Controllare la glicemia dopo 1 ora Dare anche glucosata alla velocità di 60 ml/ora Assistenza infermieristica e ricerca, 2008, 27, 2 79 RIQUADRO 1 Contributi ed esperienze Gli scenari utilizzati per la formazione ed i comportamenti corretti 1° scenario: Paziente diabetico già noto. ‘Protocollo di routine’ (Tabella 1): eseguire gli stick pre-prandiali e segnare il risultato sulla scheda diabete. Per valori pre-prandiali compresi tra 80 e 280 mg/dl non chiamare il medico (di reparto o di guardia), ma praticare la terapia. Per valori superiori o inferiori si deve avvisare il medico. Si applica lo schema di variazione (Tabella 2) in caso di irreperibilità del medico. ATTENZIONE: non sospendere la terapia con Lantus anche se il paziente deve rimanere digiuno per esami. 2° scenario: Paziente diabetico di nuova diagnosi. ‘Protocollo nuova diagnosi di diabete’ = protocollo di routine (tabella 1) + educazione terapeutica: eseguire gli stick pre-prandiali e segnare il risultato sulla scheda di rilevazione. Per valori pre-prandiali compresi tra 80 e 280 mg/dl non chiamare il medico di reparto o di guardia, ma praticare la terapia. Per valori superiori o inferiori avvisare il medico. Applicare ‘schema di variazione’ (Tabella 2) in caso di irreperibilità del medico. ATTENZIONE: non sospendere la terapia con Latus anche se il paziente deve rimanere digiuno per esami. Educazione terapeutica: addestrare il paziente ad auto-somministrarsi la terapia insulinica sottocute e ad eseguire l’autocontrollo della glicemia dal dito. Addestrare il paziente sulla gestione delle crisi ipoglicemiche. 3° scenario: Paziente diabetico che vomita o non si alimenta. ‘Protocollo GIK (glucosio-insulina-potassio) semplificato’ (Tabella 3) fino alla ripresa dell’alimentazione orale: eseguire gli stick pre-prandiali e riportare il risultato in scheda diabete. 4° scenario: Paziente in condizioni critiche (diabetico e non). ‘Protocollo GIK intensivo’ a due vie (Tabella 4): eseguire gli stick alla cadenza orario prevista dallo schema e riportare il risultato nella sezione ‘monitoraggio intensivo’ della scheda diabete. È stata introdotta una scheda di rilevazione, che sostituisce anche il foglio di terapia per il diabete, che comprende: 1) valutazione iniziale all’ingresso del paziente come diabetico noto o meno, alimentazione per os, peso corporeo, lesioni cutanee, terapia domiciliare ipoglicemizzante, per stabilire le condizioni del paziente al ricovero. 2) Terapia personalizzata prescritta all’ingresso in reparto. 3) Monitoraggio glicemico intensivo (se indicato) ogni 2 ore. 4) Monitoraggio routinario con stick glicemici: il controllo dei livelli di glicemia preprandiale viene eseguito a tutti i pazienti diabetici, nelle prime 48 ore dal ricovero (minimo 8 stick glicemici per paziente), in seguito si decidono le modalità di controllo o la sua sospensione sulla base dei valori glicemici rilevati. Lo schema di terapia personalizzata va sempre somministrato quando il range di controllo glicemico rimane fra gli 80-280 mg/100ml: al di fuori di questi range si avvisa sempre il medico prima di somministrare la terapia, come anche se il paziente ha vomito o non si alimenta. 80 Assistenza infermieristica e ricerca, 2008, 27, 2 Misure di esito. Per valutare l’effetto del protocollo sono stati valutati i seguenti parametri: a) Indicatori di processo: numero di schede compilate sul totale dei ricoveri, percentuale di terapie modificate rispetto a quelle prescritte (sul totale di schede compilate), percentuale di ipoglicemie gravi <40mg/dl, percentuale di iperglicemie gravi >400mg/dl, percentuale di schemi GIK intensivo (sul totale di iperglicemie gravi). b) Indicatori clinici: profilo glicemico nei primi 3 giorni di ricovero; glicemia rilevate durante l’applicazione dello schema GIK intensivo. I risultati sono espressi come numero e percentuale per le variabili categoriche e come mediana più range interquartile (corrispondente al 25° e 75° percentile della distribuzione di frequenza) per le variabili continue (età e glicemia). Risultati Nel periodo dal marzo al novembre 2007 su 1001 ricoveri, 189 pazienti (19%) erano stati etichettati dal Pronto Soccorso come iperglicemici. Le principali caratteristiche dei pazienti sono descritte nella Tabella 5. A.V. Ciardullo et al.: Valutazione dell’introduzione di un protocollo a gestione infermieristica per il trattamento ed il monitoraggio del paziente con iperglicemia in ospedale Tabella 5 - Caratteristiche dei pazienti ricoverati nel periodo in studio (15 marzo-30 novembre 2007) (N. 189) Caratteristiche dei pazienti N % Età (anni) mediana (IQR) 76 (70-84) Sesso maschile 77 41% Diabete noto all’ingresso 140 74% Ulcere arti inferiori 19 10% Decubiti 15 8% Alimentazione per via orale 132 70% Normopeso 104 55% Obeso 59 31% Cachessia 26 14% Glicemia all’ingresso in reparto: 132 70% Glicemia mediana (mg/dl) (IQR) 144.5 (98-220) Ipoglicemici (glicemia <60 mg/dl) 6 3% Euglicemici (glicemia tra 60 e 126 mg/dl) 68 36% Iperglicemici (glicemia tra 127 e 140 mg/dl) 17 9% (glicemia tra 141 e 280 mg/dl) 75 40% (glicemia >280 mg/dl) 23 12% Durata degenza (giorni) mediana (IQR) 7 (4-12) DRG alla dimissione: Cancro avanzato 40 21% Sepsi/shock/acidosi 38 20% BPCO/polmonite/bronchite 21 11% Scompenso cardiaco 21 11% TIA / Ictus 13 7% Diabete 11 6% Anemia/emorragia 8 5% IMA / SCA 7 4% Cirrosi 6 3% Infezioni arti 4 2% Varie 8 5% Totale 189 Legenda: IQR = range interquartile (Percentili 25°-75°); DRG = disease related group; ICU = unità di terapia intensiva cardiologia o rianimazione; BPCO = broncopenumopatia cronica ostruttiva; TIA = attacco ischemico transitorio cerebrale; IMA = infarto miocardio; SCA = sindrome coronaria acuta. I pazienti erano pazienti critici: infatti 43 (23%) sono deceduti durante il ricovero o sono stati ricoverati in terapia intensiva). Centoventitre pazienti (65%) controllavano la glicemia a domicilio, 25 (13%) con la dieta; 51 (27%) con l’insulina e 57 (30%) con ipoglicemizzanti orali. I protocolli sono stati applicati su 116 pazienti (61.3%) (Tabella 6). Nei 14 casi (7%) che hanno richiesto lo schema insulinico intensivo endovena, (solo due casi per ipoglicemia grave, <40 mg/dl), la glicemia è rientrata in un range di sicurezza (tra 80 e 250 mg/dl) entro 15 ore dall’inizio dell’infusione (Figura 1). L’unico caso in cui la persistente ipoglicemia si è risolta Tabella 6 - I protocolli applicati in ospedale Terapia ospedaliera: N. Schema intensivo e.v. GIK 14 Insulina s.c. bedtime 16 Insulina s.c. x 2 1 Insulina s.c. x 3 22 Insulina s.c. x 4 27 Ipoglicemizzanti orali 40 Nessun protocollo 54 missing 18 % 7 6 1 12 15 21 29 10 dopo 72 ore, riguardava un’ipoglicemia non da terapia insulinica, ma da sulfonilurea (glibenclamide), che come è noto è di per sé molto Assistenza infermieristica e ricerca, 2008, 27, 2 81 Contributi ed esperienze Figura 1 - Curve glicemiche rilevate durante l’applicazione dello schema di terapia insulinica intensiva endovena (GIK = Glucose-insulin-kalium) (14 casi). Glicemie rilevate durante l’applicazione dello schema GIK (n. 14) 500 GIK interrotto da MdG mg/dl 400 300 263 21 200 21 16 15 15 15 16 100 99 99 12 123 –> andamento glicemico mediano 0 0 4 8 12 16 20 24 28 ore Legenda: la figura 1 illustra i valori di glicemia monitorati ogni 2 ore nei 14 pazienti critici sottoposti al protocollo di terapia insulinica intensiva endovena. La curva con la linea più spessa ed i valori glicemici ad ogni punto incorniciati da una line tratteggiata rappresenta il valore glicemico mediano di tutte le curve individuali allo scopo di avere una rappresentazione grafica dell’andamento glicemico durante terapia parenterale. MdG = medico di guardia. resistente al trattamento e non risponde alla somministrazione di glucosio per os. Non è stato registrato nessun caso di ipoglicemia severa pericolosa per la vita o di coma ipoglicemico indotto dall’infusione. Il profilo glicemico mediano di tutti i pazienti gestiti secondo i diversi scenari, inclusi quelli trattati con terapia sottocute al termine dell’applicazione dello schema GIK intensivo endovena, e trattati secondo terapia ipoglicemizzante standard, ha mostrato nei primi 3 giorni di ricovero valori di glicemia mediana accettabili che sono illustrate nella Figura 2: 142 (98185) pre-colazione, 144 (107-200 IQR) prepranzo, 131 (102-190 IQR) pre-cena, 183 (123230 IQR) mg/dl post-prandiale. Indicatori di processo Il protocollo a gestione infermieristica ha consentito di gestire il paziente con la terapia giornaliera personalizzata in 149 casi (79%). In 24 casi (13%) sono state gestite le ipoglicemie e in 18 casi (10%) le iperglicemie gravi. In 12 casi su 18 delle iperglicemie gravi (67%), ed in 2 casi su 24 delle ipoglicemie (8%), è stato ap82 Assistenza infermieristica e ricerca, 2008, 27, 2 plicato lo schema di terapia insulinica intensiva endovena. Il numero di controlli previsto per i pazienti in terapia non intensiva (4 stick al giorno) ha permesso di ottenere una riduzione di circa il 20% delle strisce reattive utilizzate. Infatti dopo le prime 48 ore di monitoraggio del profilo glicemico, era possibile sospendere l’esecuzione degli stick glicemici se il paziente era stabile, a giudizio dei medici di reparto. Sono stati eseguiti circa 10 controlli per paziente, durante l’applicazione del protocollo insulinico intensivo endovena, cioè 1 stick ogni 2 ore (con l’eccezione dell’unico caso che ha richiesto il monitoraggio per 72 ore, cioè 36 stick). In totale sono state utilizzate circa 150 strisce per il monitoraggio intensivo. Discussione A fronte di solide prove di efficacia presenti in letteratura,1-9 mancano prove sulla efficacia nella pratica clinica infermieristica dei protocolli di terapia del diabete negli ospedali italiani. La nostra esperienza ha mostrato l’efficacia della gestione infermieristica del paziente ricovera- A.V. Ciardullo et al.: Valutazione dell’introduzione di un protocollo a gestione infermieristica per il trattamento ed il monitoraggio del paziente con iperglicemia in ospedale Figura 2 - Profilo glicemico dei primi 3 giorni di trattamento dei pazienti ricoverati con iperglicemia all’ingresso (mediana ± range interquartile [IQR]) (Glic t0 = glicemia all’ingresso). Profilo glicemico su 3 giorni (mediana ± IQR) Mediana IQR 19 10 16-30 10-16 Dose Insulina/die: Analogo rapido Glargine 250 200 148 150 144 151 133 183 173 171 163 148 144 142 132 131 100 50 Glic t0 1°g h8 1°g h12 1°g h18 1°g h22 2°g h8 2°g h12 2°g h18 2°g h22 3°g h8 3°g h12 3°g h18 3°g h22 Legenda: la figura 2 illustra i valori mediani di glicemia dei pazienti ricoverati all’ingresso in reparto (Glic t0) e nei diversi punti del profilo glicemico giornaliero: prima dei 3 pasti (h8, h12 e h18) e dopo cena (h22). Nel riquadro sono riportati i dosaggi giornalieri di insulina utilizzati per ottenere questi valori glicemici. IQR = range interquartile, cioè valori al 25° e 75° percentile. to in ospedale per acuti con iperglicemia. La National Patient Safety Agency britannica (www.saferhealthcare.org.uk) raccomanda di produrre soluzioni operative di facile comprensione per gli operatori ed i pazienti, per ridurre il rischio clinico, e sottolinea l’importanza della comunicazione. Il profilo glicemico nei primi 3 giorni di ricovero era soddisfacente con valori giornalieri accettabili (Figura 2) se si considera che si tratta di pazienti con comorbidità gravi: infatti il 23% dei ricoveri si è concluso con un decesso o con un trasferimento in terapia intensiva/rianimazione e nelle prime cause di ricovero troviamo le neoplasie avanzate, la sepsi, lo shock e le acidosi metaboliche o respiratorie. Lo stesso vale per l’andamento glicemico sotto terapia endovena intensiva nei pazienti critici, che è stato in grado di riportare la glicemia in un range di sicurezza (100-250 mg/dl) entro le prime 15 ore di trattamento. Uno degli aspetti più importanti della nostra esperienza, sta nel fatto che durante la fase di sperimentazione e validazione del protocollo si è evitato il ricorso alla consulenza diabetologi- ca da parte dei medici del reparto, per valutare l’efficacia della procedura nei momenti di assenza del diabetologo, (è quello che accade per 18 ore al giorno, e per tutto il giorno nei festivi). Per la sicurezza dei pazienti è stata garantita una sorveglianza ‘passiva’ (cioè senza modificare le prescrizioni terapeutiche a patto di gravi problemi) da parte dello specialista diabetologo, sulle schede di rilevazione dei dati, sia a random che su segnalazione degli infermieri. I punti di forza dell’implementazione del protocollo a gestione infermieristica possono essere così riassunti: a) garantisce uno standard condiviso di omogeneità assistenziale e terapeutica e di verificabilità; b) migliora i percorsi di acquisizione dei dati (glicemia->prescrizione->terapia) a tutela della salute dei pazienti; c) è uno strumento pratico che permette una corretta comunicazione fra i vari professionisti; d) garantisce uno standard di riferimento per le terapie prescritte per ridurre il rischio clinico; e) garantisce l’autonomia e la presa di responsabilità degli infermieri; Assistenza infermieristica e ricerca, 2008, 27, 2 83 Contributi ed esperienze Ringraziamenti Si ringraziano tutti gli operatori della U.O. Medicina 1, Ospedale B. Ramazzini di Carpi (Modena) la cui disponibilità e professionalità ha reso possibile l’implementazione del presente lavoro. Primario: Carlo Di Donato. Infermiere coordinatore: Lorella Rossetti. Medici: A.V. Ciardullo, V. Ferrari, F. Gilioli, M. Mengoli, G. Papi, D. Parmeggiani, M. Vecchi. Infermieri: R. Antemir, A. Bassanello, G. Caro-Morales, F. Freda, S. Guidetti, G. Lubrano, E. Malavasi, F. Marzolo, A. Morselli, A. Pasqualini, G. Pomana, S. Prampolini, S. Rugge, A. Sgura, R. Tafta, J. Tirone. SUMMARY 84 f) migliora l’utilizzo dei presidi e delle risorse umane, g) consente all’infermiere di assumere la piena responsabilità della presa in carico, del monitoraggio e della terapia del paziente iperglicemico dal suo ingresso fino alla dimissione. Le maggiori criticità sono state: a) difficoltà a seguire un approccio terapeutico standardizzato da parte dei medici (in due casi in cui sarebbe stato appropriato, il medico di guardia ha ordinato all’infermiere di non utilizzare lo schema di terapia intensiva insulinica endovena); b) difficoltà dei medici nel dare autonomia e responsabilità agli infermieri; c) tempo limitato da parte degli infermieri per fare educazione terapeutica; d) difficoltà a garantire una dimissione guidata per motivi di tempo e responsabilità. I protocolli sono attualmente utilizzati nella pratica quotidiana. Uno dei limiti è che non possono prevedere ogni possibile scenario individuale. Per questa ragione li abbiamo validati prima della loro diffusione. Per l’uso allargato degli schemi nelle diverse realtà assistenziali, è necessario un ulteriore adattamento e condivisione, per incorporare l’esperienza clinica della comunità assistenziale. I risultati ottenuti dimostrano l’efficacia e la sicurezza di un protocollo a gestione infermieristica, del trattamento del diabete in ospedale. La valutazione e l’analisi dei dati presentati rappresenta il punto di partenza per migliorare la performance e i risulati nella normale attività del reparto di medicina interna. Bibliografia Aim. To assess the effectiveness of a nurse-led protocol for the management of hypo/ hyperglicaemia in a medical ward. Methods. Protocols for standard therapy, and parenteral intensive insulin therapy for severe hypo/hyperglycaemia in hospitalised patients were implemented. Period: march-november 2007. Results. 189 patients (19%) were labelled as “hyperglycaemic” at admission in Emergency Department. Median(±IQR) age was 77(7084)years, 41% were men, with known diabetes 74%, 18% had skin ulcers. Median glycaemia at admission was 144.5 (98-220)mg/dl. Thirty-six percent of patients was euglycaemic (60126mg/dl), 3% hypoglycaemic (<60 mg/dl). The glicaemic values ranged from 127-140mg/dl (9% patients), from 141-280mg/dl, (40% patients) and > 280mg/dl (12% patients). The glicaemic values of the 14 patients requiring the intravenous intensive insulin regimen remained in a safe range (80-250mg/dl) in the first 15 hours from the infusion start. No patient experienced a lifethreatening hypoglycaemia nor hypoglycaemic coma. After three days on standard therapy, glicaemic levels were acceptable: 142(98-185) pre-breakfast, 144(107-200) pre-lunch, 131(102190) pre-dinner, 183(123-230)mg/dl postprandial. Conclusion. Data showed the effectiveness and safety of a nurse-led protocol for the care of hyperglicaemia in a medical ward. Assistenza infermieristica e ricerca, 2008, 27, 2 1. Langley J, Adams G. Insulin-based regimens decrease mortality rates in critically ill patients: a systematic review. Diabetes Metab Res Rev 2007; 23: 184-92. 2. Malmberg K, DIGAMI Study Group. 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