Analisi dei rischi - Laboratorio di Economia e Produzione
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Analisi dei rischi - Laboratorio di Economia e Produzione
Politecnico di Torino Sistemi di produzione Esercizio G.1 – Analisi del rischio, rischio di caduta Nell’officina meccanica esiste un soppalco su cui vengono immagazzinate piccole attrezzature; il soppalco è alto tre metri ed è prospiciente un corridoio di passaggio. Dimensionare i fattori di rischio e il loro grado. SOLUZIONE • P = 3, il pericolo è sempre presente; • C = 2, il soppalco è frequentato talvolta per prelevare o depositare attrezzature; • D = 3, danno prevedibile nel caso di caduta dal soppalco gravissimo. Il livello di rischio: R = P⋅ C⋅ D = 3 ⋅ 2 ⋅ 3 = 18 • Alternative possibili: - barriera di sostituzione à eliminazione del soppalco e costruzione del deposito per le attrezzature al piano terra; - barriera di inaccessibilità à parapetto Si sceglie il parapetto. © 2006 Politecnico di Torino 1 Politecnico di Torino Sistemi di produzione • Calcoliamo il grado della barriera utilizzata: - parapetto dimensionato in situazioni normali à grado=2 il parapetto è in sé una barriera composita di allarme legata ad un comportamento cauto dell’avvisato à grado=1 Le due componenti sono sommabili? NO, perché non sono omogenee nel ridurre il fattore di rischio. Il livello 2 rappresentato dal parapetto dimensionato per tenere carichi possibili, non può essere sommato al livello 1 di allarme-comportamento, perché il comportamento indotto dall’allarme non è una cautela omogenea al dimensionamento. • Principio generale: Per poter sommare il grado di più barriere occorre che : - queste siano fra loro indipendenti da cause comuni di inefficienza; agiscano sullo stesso fattore di rischio; siano omogenee nel ridurre il fattore di rischio. © 2006 Politecnico di Torino 2 Politecnico di Torino Sistemi di produzione Esercizio G.2 – Analisi del rischio, rischio di esplosione di gas metano Si consideri un impianto di adduzione del gas metano ai fornelli di una cucina di tipo domestico e si consideri il rischio di esplosione di una miscela di tale gas con l’aria. Dimensionare i fattori di rischio e il loro grado. SOLUZIONE • P = 1, perché il pericolo rappresentato dal gas in aria, in concentrazione esplodibile,si verifica raramente ed è un fatto anomalo; • C = 3, perché in caso di fuga di gas c’è quasi sempre una scintilla; • D = 3, perché il danno ipotizzabile è grande. Il livello di rischio: R = P⋅ C ⋅ D = 1 ⋅ 3 ⋅ 3 = 9 • Alternative possibili: - barriera di sostituzione à passare dal fornello a gas ad uno funzionant e a corrente elettrica - barriera di contenimento del pericolo à migliorare le tenute del gas e la manutenzione delle stesse; - barriera di riduzione del pericoloà impianto di ventilazione; - barriera composita: di allarme associata al contenimento del pericolo (àrilevatore fuga gas ed elettrovalvola di intercettazione sul tubo del gas) oppure di allarme e contemporaneità (à rilevatore e apertura interruttore generale). Si sceglie la barriera composita. © 2006 Politecnico di Torino 3 Politecnico di Torino • Sistemi di produzione Grado della barriera utilizzata: la barriera agisce sul fattore di pericolo P à la barriera deve essere di livello 1 e avrà quindi caratteristiche solamente ordinarie. Finora abbiamo considerato il rischio di esplosione del gas metano; in verità prima di questo avremmo dovuto analizzare quello di fuga di gas che rappresenta il rischio originario. Lo analizziamo adesso. Fattori di rischio e loro grado: • P = 3, perché il pericolo costituito dal gas è sempre presente; • C = 1, perché raramente, e solo per guasto, c’è una perdita del sistema; • D = 3, perché se il gas esce ci possono essere gravi danni (intossicazione, esplosione). Il livello di rischio: R = P⋅ C ⋅ D = 3 ⋅ 1 ⋅ 3 = 9 • In conclusione: - se abbiamo individuato come pericolo la presenza di un’atmosfera esplodibile , dovuta al gas metano miscelato con l’aria (fatto raro determinato da anomalia), contro tale pericolo (P=1) si oppone una barriera di contenimento del pericolo di livello 1, cioè una elettrovalvola che intercetta, in funzionamento ordinario, il flusso del gas in caso di perdita. - se consideriamo invece, come pericolo, l’esistenza stessa del gas, allora il fattore di pericolo all’interno delle tubazioni e dell’elettrovalvola sarebbe P=3, cui opporremo una barriera di livello 3 determinata da un’elettrovalvola che, ad esempio, funziona anche in presenza di pressioni anomale. • Principio generale Se la situazione di rischio considerata non è indipendente da altri rischi, la barriera dovrà essere dimensionata anche per questi rischi. © 2006 Politecnico di Torino 4